CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 maggio 2020
376.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-01145 Gemmato: Messa in sicurezza della discarica non autorizzata di rifiuti speciali realizzata abusivamente nella zona industriale di Sessano del Molise.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, si rappresenta quanto comunicato dalla competente Regione Molise.
  A seguito della nota del Comune di Sessano del Molise del 14 novembre 2018, i competenti uffici della Regione, in considerazione delle criticità ambientali in essa rappresentate, nei primi mesi del 2019 hanno contattato per le vie brevi la Provincia di Isernia, per avere notizie in merito a quanto comunicato dall'Ente.
  Conseguentemente, la Provincia di Isernia riferiva che:
   con il provvedimento del 14 aprile 2015 aveva iscritto la Società L.C.A. S.A.S. nel Registro Provinciale di Isernia, in merito all'attività di messa in riserva di rifiuti non pericolosi in regime di procedura semplificata, di cui agli articoli 214-216 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e del decreto ministeriale n. 186 del 2006;
   in data 1o settembre 2016 il personale del Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente di Campobasso aveva effettuato un controllo e, dal registro di carico e scarico della suddetta Società, era emerso che i rifiuti erano stati messi in riserva da oltre un anno (periodo massimo consentito dalle norme vigenti) e che erano stati effettuati i seguenti movimenti: con il codice CER 16.01.03 (pneumatici fuori uso) erano state effettuate n. 242 operazioni di carico, per un totale di 521.214 chilogrammi di rifiuti conferiti in impianto; con il codice CER 07.02.13 (materie plastiche di scarto) erano state effettuate n. 20 operazioni di carico, per un totale di 319.757 chilogrammi di rifiuti conferiti in impianto; con il codice CER 19.12.04 (plastica e gomma) era stata effettuata n. 1 operazione di carico, per un quantitativo di 11.400 chilogrammi di rifiuto conferiti in impianto; con il codice CER 07.02.13 (materie plastiche di scarto) era stata effettuata n. 1 operazione di scarico per un quantitativo di 310.397 chilogrammi.

  In virtù di quanto emerso dal suddetto controllo, date le irregolarità accertate, il Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente di Campobasso aveva proceduto al sequestro dell'area di deposito dei rifiuti.
  Inoltre, per le difformità accertate dai Carabinieri, la Provincia di Isernia, con provvedimento del 20 gennaio 2017, aveva ordinato alla Ditta la sospensione dell'attività di messa in riserva di rifiuti, precedentemente autorizzata per 180 giorni a decorrere dalla data di notifica dell'atto, salvo che la società non avesse adeguato l'impianto alla normativa vigente. Trascorso infruttuosamente tale termine, l'Amministrazione avrebbe provveduto alla revoca dell'iscrizione nel Registro Provinciale.
  La Provincia aveva ordinato, altresì, alla Ditta di attenersi alle seguenti prescrizioni:
   a) prima di effettuare qualsiasi lavorazione all'interno dell'impianto, il Gestore avrebbe dovuto chiedere i dovuti permessi all'Amministrazione provinciale, senza i quali nessun tipo di attività si sarebbe potuta svolgere;Pag. 114
   b) la Società avrebbe dovuto regolarizzare l'impianto di recupero e messa in riserva entro i 180 giorni a decorrere dalla data di notifica dell'atto e a tale scopo avrebbe dovuto presentare un cronoprogramma delle azioni da intraprendere;
   c) durante il periodo di validità del provvedimento sospensivo, il Gestore non avrebbe potuto prendere in carico nessuna tipologia di rifiuto.

  Successivamente, nel corso dell'anno 2019, la stessa Amministrazione provinciale contattava, per le vie brevi, il Servizio Tutela Ambientale della Regione per comunicare che la Ditta, con nota del 22 maggio 2019, aveva richiesto la riattivazione dell'autorizzazione al fine di poter procedere allo smaltimento presso terzi dei PFU posti nell'impianto sito nella Zona Industriale di Sessano del Molise – stimandoli in circa 300 tonnellate da smaltire in 12 mesi da giugno 2019 – e che, ai fini della possibile riattivazione temporanea dell'autorizzazione, la Provincia aveva richiesto alla Ditta l'elenco puntuale dei rifiuti stoccati sul piazzale, dichiarandone la tipologia e la loro reale consistenza, anche in considerazione delle difformità dei quantitativi dichiarati con quanto rilevato dai Carabinieri del NOE di Campobasso.
  La Ditta, con nota del 9 luglio 2019, comunicava alla Provincia che nell'impianto risultavano ancora presenti i seguenti cumuli di rifiuti: codice CER 16.01.03 chilogrammi 391.074; codice CER 07.02.13 chilogrammi 9.360; codice CER 19.02.04 chilogrammi 11.400; rappresentando, altresì, l'intenzione di avviarli ad un impianto di recupero.
  La Provincia di Isernia, con Determina Dirigenziale del 16 luglio 2019, ha dunque autorizzato la Società L.C.A. S.A.S. alle sole operazioni di smaltimento dei cumuli di rifiuti che risultavano ancora stoccati sul piazzale, con specifico riferimento ai Codici CER e ai quantitativi comunicati dalla stessa Società, operazioni che non si sarebbero dovute protrarre oltre il 16 gennaio 2020.
  Alla luce di quanto sopra esposto, la Regione Molise, attesa la volontà manifestata dalla Società di adempiere a quanto richiesto dalla Provincia di Isernia e dal Comune di Sessano del Molise, non ha rilevato la necessità di dar seguito a quanto sollecitato dal Comune stesso.
  Tuttavia, la stessa Regione ha fatto presente che, non avendo la Società ottemperato a quanto richiesto dalla Provincia di Isernia, allo scadere dei termini prefissati, e considerato il persistere delle criticità esistenti, la Regione è pienamente disponibile a supportare il Comune di Sessano al fine di poter risolvere nel più breve tempo possibile le problematiche in essere.

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ALLEGATO 2

5-01507 Foti: Realizzazione del progetto strategico speciale «Valle del fiume Po».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste, occorre premettere che il Progetto Strategico Sperimentale «Valle del fiume Po», coinvolge l'Autorità di bacino del Po – ora Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po – in qualità di promotore e coordinatore, le Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, le Province rivierasche, i Parchi fluviali, e interessa complessivamente i territori di oltre 490 Comuni lungo l'asta del Po; la sua redazione, che si completò nel 2008, trattava tematiche piuttosto ampie, che spaziavano dalla tutela delle acque alla difesa dalle alluvioni unitamente ad interventi con finalità fruitivo-turistiche.
  Il Progetto Strategico Sperimentale, promosso e coordinato dall'allora Autorità di bacino del Po e – in ottemperanza alle prescrizioni della Delibera CIPE 62/2008 che lo approvava nella sua versione definitiva – sottoposto a procedura di VAS nazionale con esito positivo (parere motivato espresso con DM 0000939 del 29 luglio 2009), si proponeva di agire su quattro linee di azione integrate:
   il riassetto idraulico, aumento della capacità di laminazione nelle fasce fluviali e ricostruzione morfologica dell'alveo di piena;
   la conservazione dell'integrità ecologica della fascia fluviale e della risorsa idrica del Po;
   il sistema della fruizione e dell'offerta culturale e turistica;
   il sistema della governance e delle reti immateriali per la conoscenza, formazione e partecipazione. Relativamente agli aspetti specifici degli obiettivi della sicurezza idraulica, il quadro economico del Piano destinava 81 milioni di euro dei 180 complessivi a:
   realizzazione di interventi previsti in progetti strategici e prioritari in attuazione del PAI;
   realizzazione di interventi di recupero morfologico, di miglioramento della capacità di espansione e di laminazione nel corridoio fluviale;
   adeguamento del sistema arginale e miglioramento della capacità di deflusso in fascia A;
   azioni di rafforzamento della conoscenza per la gestione del rischio residuale di inondazione.

  Diversi contenuti del Progetto sono in seguito confluiti in strumenti quali il Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po ed il Piano di gestione del rischio alluvione, in attuazione di specifiche Direttive Comunitarie (Dir 200/60/CE, Dir 2007/60/CE).
  Le informazioni acquisite al riguardo dall'Autorità di distretto del Po e dalle Regioni coinvolte fanno ritenere gli obiettivi del Progetto tuttora importanti ed attuali. Infatti, le linee di azioni (in particolare 1 e 2) e gli interventi ad esse associati sono confluite nei Programmi di misure dei Piani di Gestione distrettuali approvati ai sensi della Direttiva Acque 2000/60/CE (Piano di Gestione Acque 2010 e 2015) e Direttiva Alluvioni 2007/60/CE Pag. 116(Piano di Gestione Rischio Alluvioni 2015) e rivestono, quindi, un'importanza strategica di rilevanza anche europea.
  Al riguardo, si evidenzia che la programmazione delle risorse statali effettuata nell'ultimo decennio dal Ministero dell'ambiente per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico ha sempre avuto come interlocutori le Regioni. Infatti, già con gli Accordi di Programma stipulati dal Ministero con le Regioni, ai sensi dell'articolo 2, comma 240, legge n. 191/2009 (Legge finanziaria 2010), gli interventi ammessi a finanziamento erano stati individuati previa concertazione con le stesse.
  Occorre, tuttavia, evidenziare che per l'attuazione del Progetto Valle del Po parte degli interventi previsti non hanno ancora trovato finanziamento, tenuto conto degli aggiornamenti nel frattempo intervenuti relativamente alla procedura e alla normativa di riferimento.
  Più in particolare, si precisa che a seguito dell'emanazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015 relativo alla «Individuazione dei criteri e delle modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico» (oggi in fase di revisione), si è definita una nuova procedura per la presentazione delle proposte di intervento, che prevede che le Regioni, in via esclusiva e ciascuna per il territorio di rispettiva competenza, inseriscano e validino, attraverso la compilazione di una apposita scheda ed allegando la relativa documentazione progettuale disponibile, le richieste di finanziamento nella piattaforma ReNDiS-web («Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo» di ISPRA).
  Pertanto, le scelte programmatiche effettuate dal Ministero sono avvenute sulla base delle proposte delle Amministrazioni regionali che hanno segnalato gli interventi ritenuti prioritari, urgenti ed efficaci, i cui elenchi sono stati inseriti, nel recente passato, in specifici Accordi di Programma e più recentemente nelle programmazioni afferenti i fondi FSC, nonché nel Piano stralcio 2019 sul dissesto di cui alla delibera CIPE 35/2019. Nell'ambito di tali programmazioni operate dalle Regioni del bacino padano, sono stati oggetto di finanziamento anche parte degli interventi del Progetto Valle del Po a valere su fondi sia regionali che statali e comunitari, nella misura in cui questi ultimi sono stati segnalati dalle rispettive Regioni.
  Altre risorse sono state erogate dal Ministero dell'ambiente negli anni 2018 e 2019 a favore delle Autorità di bacino distrettuali per l'attuazione di interventi di manutenzione straordinaria.
  Da quanto esposto discende, dunque, che gli obbiettivi del progetto sono ancora ritenuti attuali ed ancora attuale è la necessità di migliorare la sicurezza del sistema arginale del fiume, adeguandolo agli obiettivi del Piano di Assetto Idrogeologico dell'Autorità di bacino del Fiume Po.
  Per tali ragioni, si rassicura, dunque, che il Ministero dell'ambiente continuerà a svolgere la propria attività con il massimo grado di attenzione, mantenendosi informato anche attraverso gli altri soggetti interessati.