CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 30 aprile 2020
358.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-03874 Iovino: Sull'attività svolta dalle Forze armate impegnate nell'emergenza per il COVID-19 durante l'avvio della Fase 2.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli interroganti per le parole di apprezzamento dedicate al lavoro che le nostre Forze Armate hanno svolto, congiuntamente alle altre articolazioni dello Stato, in questa difficile e protratta situazione.
  I nostri militari, ricordando quanto ha recentemente affermato il Ministro della Difesa, si stanno rendendo protagonisti di uno sforzo eccezionale.
  Nella «Fase 1» dell'emergenza COVID-19 il contributo della Difesa è stato di assoluto rilievo sia nel campo sanitario, sia in quello logistico, sia nel controllo del territorio.
  Le citate attività proseguiranno anche con l'avvio della seconda fase, nella quale l'apporto della Difesa continuerà ad essere assicurato, anche attraverso ulteriori forme di partecipazione.
  A tal riguardo, ricordando le parole del Ministro, possiamo affermare che, per la Difesa, la «Fase 2» ha già avuto inizio nella giornata di ieri, con l'inaugurazione, a sole tre settimane dall'avvio dei lavori, del «COVID Hospital» presso il Policlinico Militare del Celio in Roma; si tratta di una realtà importante, da 150 posti letto, 50 dei quali destinati alla terapia intensiva e subintensiva, inserita, a disposizione del Paese, in una rete nazionale che comprende altre strutture attualmente in prima linea nella lotta al virus, quali, ad esempio, l'Istituto Nazionale Malattie Infettive «Lazzaro Spallanzani».
  Contestualmente all'attivazione di questa nuova realtà, è in atto il ripiegamento di taluni assetti ospedalieri che, in ogni caso, permarranno in stato di prontezza al fine di assicurare l'eventuale supporto ove necessario.
  Segnalo, altresì, l'attività iniziata da alcuni giorni per sanificare le infrastrutture di pubblica utilità impiegando team specialistici delle Forze Armate.
  Sempre in campo sanitario, saranno incrementate la produzione dei dispositivi di protezione individuale, per la quale sono state riconvertite alcune strutture di proprietà del Dicastero – con l'obiettivo di arrivare a produrre, a partire dal prossimo mese di maggio, 6 milioni di mascherine con cadenza mensile – e di soluzione disinfettante e di gel igienizzante da parte dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze.
  Lo stesso Stabilimento è stato altresì incaricato dell'importazione e della produzione di un farmaco a base di idrossiclorochina da impiegare su pazienti affetti da COVID-19, per il quale è stato avviato l'iter relativo ad una fornitura iniziale di 350 kg di sostanza, in modo tale da poter rendere disponibile il farmaco con la massima rapidità.
  Non ultimo, quale ulteriore contributo della Difesa al contrasto della pandemia, voglio ricordare che Difesa Servizi S.p.A. ha recentemente deliberato di destinare parte degli utili, pari ad un milione di euro, per far fronte all'emergenza epidemiologica COVID-19 attraverso il supporto alle strutture sanitarie militari impegnate.
  Nel concludere, onorevoli colleghi, ritengo che nella contingenza attuale, in cui cittadini ed Istituzioni sono da tempo messi a dura prova, il contributo delle Forze Armate possa considerarsi – come è tradizione – una delle più compiute testimonianze di presente, concreto ed incondizionato sostegno a salvaguardia del Paese.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-03875 Dall'Osso: Sull'indennità di solidarietà per il personale sanitario militare impegnato nell'emergenza epidemiologica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il servizio sanitario militare è un sistema di strutture e servizi che deve assicurare in primo luogo il complesso delle attività che concorrono a garantire l'efficienza psicofisica del personale militare e civile della Difesa, come disciplinato dal Codice dell'Ordinamento Militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66.
  Ricordo, al riguardo, che il compito primario della sanità militare è quello di assicurare l'assistenza sanitaria sia durante le operazioni che in addestramento, all'interno e al di fuori del territorio nazionale, nonché di concorrere all'assistenza e al soccorso della collettività nazionale e internazionale nei casi di pubbliche calamità.
  Tanto premesso, è appena il caso di evidenziare che – per fronteggiare l'emergenza sanitaria in atto – il personale sanitario militare sta continuando a profondere un grandissimo impegno, con dedizione, professionalità e spirito di servizio.
  In tale ottica, l'esigenza manifestata dagli Onorevoli interroganti, in ordine alla necessità di prevedere un'indennità di solidarietà a favore delle professioni sanitarie e mediche delle Forze armate pari a quella riservata alla Protezione Civile, potrà trovare una positiva valutazione nel più ampio esame sul tema delle indennità riconosciute al personale militare, atteso che ogni valutazione dovrà essere affrontata necessariamente in maniera attenta e sistematica anche al fine di evitare sperequazioni che possano non riconoscere altrettante attività meritorie svolte dal personale militare in simili contesti operativi.
  L'eventuale introduzione di nuove indennità dovrà, quindi, necessariamente essere prevista in sede di concertazione economico-normativa per tutto il personale del Comparto Difesa e Sicurezza, con il determinante contributo di tutti gli attori coinvolti in detto processo, incluse le rappresentanze militari.
  La continua attenzione del Dicastero verso le legittime aspettative del personale militare si è già concretizzata in occasione dell'approvazione dei recenti provvedimenti afferenti l'emergenza COVID-19.
  Ciò, pertanto, ha permesso di assegnare risorse finanziarie aggiuntive a favore del personale impegnato nel contesto emergenziale e, quale segno tangibile di riconoscimento dell'impegno profuso, non può che riverberarsi in maniera positiva sull'efficacia dell'azione dello strumento militare nel suo complesso.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-03876 Deidda: Sull'esclusione del personale militare dalla sperimentazione dei vaccini per il COVID-19.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'interrogazione in discussione viene evidenziata dagli Onorevoli interroganti la preoccupazione circa il fatto che il Governo, relativamente alla sperimentazione del vaccino per il contrasto al COVID-19, starebbe valutando la possibilità di utilizzare anche gli appartenenti alle Forze armate, «ciò perché asseritamente in possesso di un profilo idoneo alla citata sperimentazione, nonché tale da limitare i rischi di complicanze paventati dalla comunità scientifica al riguardo».
  Nel merito, desidero rappresentare innanzitutto che non è ipotizzato alcuno studio di coorte sul personale militare in relazione alla sperimentazione in fieri del vaccino in argomento.
  Voglio sottolineare, inoltre, che ogni eventuale coinvolgimento di personale militare, a qualsiasi stadio di eventuali prove sperimentali, dovrebbe prima essere concordato con il Ministero della Salute, ai sensi del Decreto Interministeriale sulle «Misure di profilassi vaccinale del personale militare» del 16 maggio 2018, poi vagliato dal Comitato Etico.
  Pertanto, un'eventuale ipotesi di studio di coorte sui militari, evidentemente non supportata da documentazioni scientifiche, non potrebbe comunque trovare alcuna autorizzazione di natura medico-legale.