CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 gennaio 2020
307.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-03378 Moretto: Sullo stato della crisi dell'azienda Whirlpool di Napoli.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento al question time in discussione, premetto in primo luogo che l'azione del Ministero dello sviluppo economico, nell'ambito della crisi che ha investito la Whirlpool – così come per le altre imprese in crisi – è orientata alla difesa del patrimonio produttivo dell'azienda nonché alla tutela dei livelli occupazionali.
  A tal proposito, ricordo, infatti, che il Ministro Stefano Patuanelli, in apertura del tavolo tenutosi il 27 novembre scorso, ha espressamente affermato che si era in presenza di un «primo incontro», scaturito dalla decisione dell'azienda di ritirare la procedura di cessione dello stabilimento di Napoli. Lo stesso Ministro ha, tuttavia, sottolineato che, dopo tale incontro, sarebbe iniziata la fase maggiormente sfidante della vertenza, che avrebbe visto istituzioni, azienda e sindacati coinvolti in maniera sinergica, al fine di trovare una soluzione condivisa per garantire la continuità produttiva ed occupazionale dell'azienda stessa sul sito di Napoli.
  Pertanto, mentre a Napoli si è ripreso a produrre in una condizione migliore rispetto al passato, presso il MiSE sono stati prontamente ed immediatamente riattivati i necessari tavoli tecnici di confronto sulle possibili azioni di rilancio. Di conseguenza, soltanto a seguito delle citate verifiche e dopo i riscontri su precise richieste fatte all'azienda stessa, potrà essere definita la data di un nuovo incontro con la Whirlpool.
  Colgo l'occasione per comunicare inoltre che il Ministero del lavoro, per quanto di propria competenza, ha riferito che per la Whirlpool Italia S.r.L. e per la Whirlpool Emea S.p.A. sono stati emanati appositi decreti direttoriali con i quali è stata autorizzata la corresponsione del trattamento di integrazione salariale in favore dei lavoratori impiegati presso diverse unità produttive dell'azienda (tra cui quelli della sede di Napoli) e per i quali è stato stipulato apposito contratto di solidarietà.
  In conclusione, dunque, posso confermare che vi è la massima attenzione del Ministero dello sviluppo economico sulla crisi aziendale della Whirlpool e ribadisco che, al termine degli approfondimenti tecnici in corso, volti a trovare una soluzione definitiva per garantire l'effettivo rilancio delle attività produttive, sarà definita la data di un nuovo incontro con l'azienda.

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ALLEGATO 2

5-03379 Andreuzza: Sulle misure per supportare le aziende italiane del packaging.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come ricordato dagli Onorevoli interroganti, con Legge di Bilancio 2020 (articolo 1, commi 634-658) è stata introdotta la cosiddetta « Plastic tax», ossia l'imposta sul consumo dei manufatti con singolo impiego («MACSI») fissata nella misura di 0,45 euro per chilogrammo di plastica.
  L’iter che ha portato all'approvazione della « Plastic tax» è stato lungo e impegnativo, svolto anche attraverso le riunioni del tavolo tecnico istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze, alla presenza delle altre Amministrazioni interessate (tra cui il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente), dei principali rappresentanti del sistema produttivo e delle organizzazioni sindacali.
  La ratio della nuova imposta è, in aderenza agli obiettivi della Direttiva europea n. 2019/904/UE, quella di ridurre l'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente nonché di arginare la crescente produzione di imballaggi e contenitori monouso di plastica e ridurre, conseguentemente, la dispersione degli stessi nell'ambiente.
  Per quanto riguarda la filiera interessata dalla « Plastic tax», il Registro delle imprese delle CCIAA, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, (II e III trimestre 2019) conta 1.301 imprese produttrici di imballaggi in plastica con 28.333 addetti, nonché 892 imprese di fabbricazione di macchinari per imballaggi, con 25.768 addetti (di cui circa la metà in Emilia Romagna).
  Le filiere della plastica sono le filiere produttive da cui si ottengono centinaia di prodotti, impiegati in numerosi settori industriali e classificabili in tre famiglie: gli stampati in plastica, i film per imballaggio e le fibre sintetiche. Tutti i materiali plastici utilizzati in ciascuno dei prodotti appartenenti a queste tre famiglie provengono dalla petrolchimica, che è perciò un settore abilitante e di importanza strategica per la competitività dell'intero sistema industriale.
  In termini produttivi, gli input necessari a produrre imballaggi sono polimeri provenienti dalla petrolchimica, che in Italia vengono ottenuti prevalentemente nei poli chimici di Marghera, Ferrara, Brindisi, Priolo, Ragusa e Mantova. La principale impresa chimica italiana ha un fatturato di 3,9 miliardi di euro e 4.143 addetti. Il commercio all'ingrosso di imballaggi conta in Italia 3.989 imprese che occupano 59.533 addetti.
  Peraltro, per quello che attiene l'aumento della spesa per le famiglie, occorre sottolineare che la stima delle maggiori entrate complessive, ripartita sul numero complessivo di famiglie italiane indicato nei dati dell'ISTAT, risulta di gran lunga inferiore ai 140 euro/anno richiamati dagli Onorevoli.
  Alla luce della finalità dell'imposta, inoltre, nel corso delle riunioni del tavolo tecnico sopra richiamato, si è convenuto di escludere dall'applicazione dell'imposta, oltre a quei contenitori monouso che non potrebbero essere realizzati se non con materiali plastici (dispositivi medici o i contenitori dei preparati medicinali), anche tutti i contenitori monouso realizzati con materiali plastici «compostabili».
  Tenuto conto degli elementi caratteristici dell'imposta e dell'entità della stessa, Pag. 109si evidenzia inoltre che, attraverso il meccanismo della traslazione economica, i soggetti produttori di contenitori monouso non rimarranno incisi dall'imposta stessa che avrà invece la funzione di indirizzare i consumatori verso comportamenti maggiormente rispettosi dell'ambiente.
  Il processo di trasformazione della plastica svolge un ruolo importante e strategico nell'economia nazionale e garantirà che i necessari interventi a tutela dell'ambiente e della salute umana non si traducano in una discriminazione al contrario per l'industria italiana.
  Sarà pertanto un impegno del Ministero che rappresento soffermarsi sulle misure a favore della filiera legata al ciclo della produzione e della trasformazione della plastica.
  Come affermato dal Ministro Patuanelli la « sugar tax e plastic tax sono elementi giusti che vanno contemperati con la capacità e la possibilità che dobbiamo dare alle imprese di transitare verso una produzione diversa che non abbia più al centro la plastica o beni inquinanti» e che «la transizione verso produzioni compatibili con l'ambiente deve essere fatta in accordo con le imprese e dando loro giusto tempo e spazio per adeguarsi alle nuove tendenze imprenditoriali».

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ALLEGATO 3

5-03380 Fiorini: Sulle iniziative a favore della filiera di produzione e trasformazione della plastica dell'Emilia Romagna.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla questione sottoposta dagli Onorevoli interroganti, il Governo si trova a bilanciare due opposti interessi: da un lato, la necessità di occuparsi della tutela dell'ambiente e della salute umana, alla luce delle crescenti tendenze di consumo di plastica, dall'altro lato, la necessità di tutelare un settore industriale di rilievo nel quadro dell'economia nazionale.
  Vorrei precisare che l'imposta della « Plastic tax» è una singola misura, inserita in un insieme più ampio di interventi finalizzati prevalentemente ad incentivare una nuova modalità produttiva e di consumo, a favorire il riciclo e il reimpiego dei materiali, anche sulla scia delle disposizioni europee in materia.
  Numerose sono le misure promosse dal Governo a favore della filiera legata al ciclo della produzione e della trasformazione della plastica, per le imprese dell'Emilia-Romagna, come per tutte le imprese italiane del settore, misure che fanno leva sull'incentivazione e lo stimolo alla rinnovazione.
  La politica del MiSE per il settore è infatti finalizzata alla qualificazione e alla reindustrializzazione dei poli chimici, nonché a promuovere la nascita di nuove piccole e medie imprese di filiera e a rafforzare lo sviluppo ecocompatibile delle PMI trasformatrici esistenti.
  Per quanto attiene specificamente alle misure adottate per supportare le aziende italiane del packaging e riattivare gli investimenti delle più grandi realtà industriali operanti sul territorio nazionale in conseguenza dell'introduzione del nuovo tributo, occorre evidenziare che, nella stessa Legge di Bilancio 2020, unitamente e conseguentemente all'istituzione del tributo stesso, si riconosce (articolo 1, commi da 653 a 658) alle imprese attive nel settore delle materie plastiche, produttrici dei «MACSI» (manufatti in plastica con singolo impiego), un credito d'imposta nella misura del 10 per cento delle spese sostenute, dal 1o gennaio 2020 al 31 dicembre 2020, per l'adeguamento tecnologico finalizzato alla produzione di manufatti compostabili, nonché la possibilità di beneficiare, sempre nell'anno 2020, anche del credito d'imposta per le spese in attività di formazione del personale dipendente necessarie per acquisire o consolidare le conoscenze connesse al predetto adeguamento tecnologico.
  Ricordo, inoltre, le misure già introdotte con il Decreto Crescita: le agevolazioni a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell'ambito dell'economia circolare; le disposizioni in materia di rifiuti e di imballaggi; le agevolazioni fiscali sui prodotti da riciclo e riuso; il credito d'imposta per le spese sostenute dalle imprese che acquistano prodotti realizzati con materiali derivati da plastiche miste, provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica o da selezione di rifiuti urbani residui.
  Ricordo ancora i regolamenti cosiddetti « end of waste» riguardanti la plastica (che sono in lavorazione presso il MATTM, Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare) o ancora i bandi (dello stesso MATTM) per il finanziamento di progetti di ricerca industriale e di Pag. 111sviluppo sperimentale finalizzati, tra l'altro, ad incentivare la corretta gestione dei rifiuti.
  Ricordo, infine, l'iniziativa Global Start Up Program del MiSE a sostegno delle start up titolari di brevetti non ancora presenti sui mercati internazionali, che dedica uno specifico settore all'economia circolare, con l'obiettivo di incentivare un'economia a basse emissioni di carbonio e l'uso di materiali innovativi sostitutivi della plastica.
  Per quanto attiene lo specifico rilievo mosso dagli Onorevoli interroganti sul tema della concorrenza, occorre rilevare che l'imposta cosiddetta « Plastic tax» sarà applicata, nella stessa identica misura prevista per i prodotti monouso ottenuti nel territorio nazionale, anche sui prodotti di importazione e su quelli provenienti da altri Paesi UE. Parimenti è previsto che l'imposta non sarà applicata sui «MACSI» realizzati nel territorio nazionale ed esportati (o venduti in altri Paesi dell'UE). Risulterà pertanto garantita la concorrenzialità delle aziende nazionali rispetto a quelle operanti in altri Paesi.
  Il Governo, dunque, anche alla luce delle citate misure, intende continuare ad essere a fianco delle imprese interessate dall'applicazione della plastic tax e si impegnerà a trovare tutte le possibili soluzioni per contemperare le ragioni industriali con quelle ambientali.

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ALLEGATO 4

5-03381 Nardi: Sull'applicazione di misure della legge di bilancio 2020 a tutela di alcuni specifici settori, quali tessile e moda.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli Onorevoli interroganti del quesito posto alla nostra attenzione perché mi permette di evidenziare quanto sta facendo il Ministero che qui rappresento per il Piano Nazionale Impresa 4.0.
  Rappresento che nel passato, sia con circolare del Ministero dello sviluppo economico dell'aprile 2009 che con circolare dell'Agenzia delle Entrate n. 5/E del 2016, era stata prevista la possibilità di beneficiare del credito d'imposta anche per le imprese operanti nel settore tessile e della moda collegate all'ideazione e realizzazione dei nuovi campionari.
  L'attuale Governo, così come anticipato nella citata audizione dal Ministro Patuanelli, ha mantenuto gli impegni assunti, nel presupposto che in questi comparti produttivi il mantenimento del livello di competitività richiede all'impresa continui investimenti per l'introduzione di prodotti nuovi o notevolmente migliorati.
  Nella Legge di Bilancio 2020, infatti, è stato dato seguito alla profonda revisione del Piano Impresa 4.0 sia per quanto attiene alle misure di sostegno agli investimenti in beni strumentali sia con riferimento al credito d'imposta per le attività di ricerca e sviluppo.
  In particolare, la citata Legge di Bilancio ha ampliato l'ambito di applicazione di quest'ultima disciplina, limitato, inizialmente, alle sole attività di ricerca fondamentale, di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico, come definite da un'apposita Comunicazione della Commissione Europea (Comunicazione n. 2014/C 198/01).
  Con le modifiche introdotte si è infatti inteso agevolare due ulteriori fattispecie, in particolare:
   le attività di innovazione tecnologica, individuate tenendo conto dei principi generali e dei criteri contenuti nel Manuale dell'OCSE;
   le attività di design e ideazione estetica svolte dalle imprese operanti nei settori tessile e moda, calzaturiero, occhialeria, orafo, mobile e arredo e della ceramica, per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari.

  Mi preme inoltre evidenziare che la Legge di Bilancio 2020 ha superato il cosiddetto approccio incrementale nel calcolo del credito spettante: il beneficio, infatti, non sarà più calcolato prendendo a riferimento la differenza tra le spese sostenute nell'anno rispetto alle medesime spese del triennio 2012-14, ma sarà calcolato sull'intero ammontare delle spese agevolabili, nell'ottica di garantire la massima agevolazione alle imprese coinvolte.
  In merito, invece, all'individuazione dei contenuti tecnici, occorre precisare che lo stesso legislatore ha demandato a un decreto ministeriale, da emanare entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge, la definizione dei criteri per la corretta applicazione della norma.
  È intenzione del Ministro dello sviluppo economico rispettare i termini previsti e che gli Uffici del nostro Ministero sono impegnati nella redazione del decreto. Con lo stesso saranno, inoltre, individuati gli ulteriori comparti nei quali sarà possibile applicare la disciplina con riferimento alle attività di design.

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ALLEGATO 5

D.L. 142/2019 recante misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento. C. 2302 Governo.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,
   esaminato, per le parti di competenza, il testo del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge n. 142/2019 recante misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento (C. 2302 Governo),
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.