CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 novembre 2019
269.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00931 Rosso: Sullo stabilimento di Novi Ligure della Pernigotti Spa.
5-00937 Moretto: Sullo stabilimento di Novi Ligure della Pernigotti Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Rispondo congiuntamente agli atti in parola, posto che entrambi si riferiscono alle vicende che hanno riguardato la nota società Pernigotti S.p.A.
  In particolare, si rappresenta che il Ministero dello sviluppo economico, come in altre occasioni presentatesi, ha agito come parte attiva nella risoluzione della crisi che ha interessato la società Pernigotti.
  Brevemente evidenzio che la società ha sede legale e stabilimento in Novi Ligure (AL), sede commerciale e amministrativa in Milano (Mi) ed unità produttiva interessata in Novi Ligure (AL), opera nella produzione e commercializzazione di vari prodotti dell'industria alimentare ed occupa complessivamente circa 169 lavoratori.
  La società ha dovuto ideare un complesso piano di risanamento allo scopo di arginare la grave situazione economica e finanziaria che ha registrato negli ultimi bilanci di esercizio.
  Pertanto, lo scorso autunno è stata annunciata la decisione della proprietà turca, il gruppo Toksöz, di cessare la produzione nello stabilimento di Novi Ligure, in provincia di Alessandria.
  Ciò ha comportato un intervento urgente e compatto di tutte le istituzioni e dei sindacati, al fine di evitare che una realtà importante come la Pernigotti potesse cessare di produrre in una delle sue sedi storiche, coinvolgendo peraltro centinaia di lavoratori.
  È stato così aperto un apposito tavolo di confronto presso MiSE con tutte le parti interessate, al fine di individuare la possibile soluzione alla citata situazione di crisi.
  Durante l'ultimo incontro del tavolo, svoltosi lo scorso 2 ottobre, il management della Pernigotti ha illustrato i termini dell'accordo che ha portato alla cessione del ramo relativo ai preparati per i gelati del marchio Pernigotti Maestri Gelatieri Italiani al gruppo Optima, azienda leader nel settore e sulla prosecuzione della produzione di cioccolato e torroni nel sito di Novi Ligure.
  Riguardo ai lavoratori, è stata poi annunciata una riorganizzazione che possa contare su diversi strumenti, a partire dagli ammortizzatori sociali, per rendere economicamente sostenibile lo stabilimento.
  Il Ministero del Lavoro, informa a tal proposito, che con proprio decreto direttoriale dell'11 aprile 2019 è stata autorizzata la concessione del trattamento di CIGS per il periodo 6 febbraio 2019 al 5 febbraio 2020 in favore di un numero massimo di 87 lavoratori dipendenti dalla sede di Novi Ligure.
  L'azienda ha annunciato, infine, che presenterà a breve e nel dettaglio, il nuovo piano industriale.
  Nel corso del tavolo, i rappresentanti del Gruppo Optima hanno evidenziato la strategicità della scelta di acquisire dalla Pernigotti il ramo dei gelati e il relativo brand, poiché permette di puntare su un marchio storico del Made in Italy, con numerosi prodotti di alta qualità. Optima ha inoltre annunciato di voler puntare molto sull'innovazione del prodotto in vista Pag. 43di una crescita internazionale che può già contare su una importante rete commerciale.
  In conclusione, dunque, rappresento la massima attenzione del MiSE all'effettivo rilancio delle attività produttive nello stabilimento, da un lato, e nel garantire – per quanto di competenza – un'effettiva tutela dei lavoratori del sito di Novi Ligure, dall'altro. Ciò sarà effettuato al fine specifico di garantire un futuro certo e stabile ad un'azienda, come la Pernigotti, titolare di un marchio che ha fatto la storia del nostro Paese.

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ALLEGATO 2

5-02308 Zolezzi: Sulla situazione produttiva degli stabilimenti industriali della provincia di Mantova.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Governo pone particolare attenzione alle situazioni di crisi industriali e alle problematiche ad esse connesse, come dimostra – da ultimo – la conversione in legge del cosiddetto Decreto Crisi Aziendali (DL 101 del 2019).
  Sulla specifica situazione della società Belleli Energy CPE è stato aperto un tavolo di crisi nel 2016 presso il Ministero dello sviluppo economico. Il tavolo ha visto diversi incontri, ai quali hanno partecipato: rappresentanti aziendali, rappresentanti della società Exterran – allora controllante della Belleli Energy – il sindaco del Comune di Mantova, il Presidente della Provincia di Mantova, i Rappresentanti della Regione Lombardia, Mediobanca, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di categoria e le RSU. Il confronto ha riguardato il processo di vendita e la richiesta di intervento degli ammortizzatori sociali.
  Come noto, il tavolo di crisi può essere riattivato su richiesta delle parti. Totale è infatti la disponibilità del MiSE a riaprire il tavolo di confronto, nel caso in cui venisse avanzata richiesta.
  Per quello che attiene alla specifica richiesta di istituire l'area di crisi industriale complessa per Mantova e parte della Provincia, si rappresenta che le modalità per il riconoscimento delle crisi industriali complesse sono disciplinate dal decreto MiSE 31 gennaio 2013.
  Ai fini del citato decreto, le crisi industriali complesse sono quelle che riguardano specifici territori soggetti a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale derivante da una crisi di una o più imprese di grande o media dimensione con effetti sull'indotto, oppure da una grave crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione nel territorio.
  Il decreto prevede espressamente che sia la Regione con propria delibera di Giunta a presentare al MiSE, per la prevista istruttoria, formale istanza di riconoscimento di area di crisi industriale complessa, con la descrizione dei fattori di complessità dell'area, l'elenco dei territori interessati secondo il parametro statistico dei Sistemi locali del lavoro (SLL), i settori coinvolti, la situazione occupazionale.
  È previsto, altresì, che tale documento istruttorio sia accompagnato da una proposta di massima di progetto di riconversione e riqualificazione industriale (PRRI) che metta in luce i fabbisogni dell'area e le azioni da attuare per promuoverne lo sviluppo e la riqualificazione o riconversione.
  Se l'istruttoria termina positivamente, il MiSE emana apposito decreto ministeriale di riconoscimento.
  È dunque necessario che la Regione presenti istanza di riconoscimento con dossier istruttorio per dare evidenza delle gravi criticità del territorio. Solo successivamente il MiSE potrà valutare se siano presenti i requisiti per riconoscere l'area di crisi. Ad oggi, non risulta presentata alcuna istanza da parte della Regione.
  Infine, per quello che riguarda i 117 milioni di euro richiamati dall'Onorevole interrogante, specifico che si tratta di risorse a carico del Fondo sociale per occupazione e formazione, assegnate per il 2019 alle Regioni Lazio, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Molise, Marche, Abruzzo, Sardegna e Umbria, ai fini della Pag. 45concessione del trattamento straordinario di integrazione salariale, nonché della concessione del trattamento di mobilità in deroga. Le risorse sono state ripartite proporzionalmente tra le citate Regioni, secondo le aree di crisi industriale complessa riconosciute, con decreto firmato il 24 aprile 2019 dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.

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ALLEGATO 3

5-02860 Benamati: Sul progetto Divertor Tokamak Test Facility (DTT).

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante fa riferimento al progetto Divertor Tokamak Test Facility (DTT), la cui elaborazione è stata affidata all'ENEA.
  In particolare, la DTT si pone l'obiettivo di dare alcune risposte tecnologiche nell'ambito della Road Map europea sulla fusione nucleare, attraverso la realizzazione di un impianto sperimentale presso i laboratori dell'ENEA di Frascati, la cui costruzione è prevista entro la fine del 2025 per renderlo operativo all'inizio del 2026.
  Di fatto, il progetto DTT entra a far parte dei programmi di ricerca europei coordinati dal Consorzio Eurofusion e dall'Agenzia europea Fusion for Energy, che gestisce il contributo europeo del progetto ITER. In questo contesto, l'Italia ha già una considerevole partecipazione alle attività di ricerca su tematiche altamente strategiche, come ad esempio lo sviluppo del Test Blanket Module e della Radial Neutron Camera.
  L'attuazione di questo importante progetto di ricerca nel settore energetico, considerata la particolare natura e il suo alto valore di sperimentazione tecnico-scientifica, richiede il contributo di tutta la comunità scientifica impegnata nel campo. Tale presupposto ha suggerito di affidare a una Società Consortile a responsabilità limitata, già autorizzata dal Ministro dello sviluppo economico in data 20 giugno 2019, il compito di realizzare e gestire la DTT.
  Nelle premesse dell'atto in esame, l'Onorevole interrogante si sofferma sulla questione afferente la composizione, la natura e lo stato di approntamento del medesimo Consorzio.
  A tal proposito, informo che la suddetta società è stata costituita il 10 settembre 2019 tra ENEA e il Consorzio « CREATE» (costituito dalle Università di Napoli «Federico II» e «Partenope», dalle Università di Cassino, della Campania, della Basilicata e di Reggio Calabria, nonché da Ansaldo Energia). Sono in procinto di aderire anche altre istituzioni pubbliche e private che a breve completeranno gli iter decisionali e gli adempimenti amministrativi necessari.
  La Società sarà presto totalmente attiva e potrà contare, a regime, su un Gruppo di Progetto composto da circa 140 persone, organizzato secondo uno schema di fatto già operativo.
  ENEA deterrà almeno il 70 per cento delle quote societarie, garantendo i finanziamenti necessari per gli investimenti, pari a 470 milioni, mentre i costi di progettazione esecutiva della DTT (30 milioni) e quelli di gestione della Società saranno sostenuti dai soci in proporzione alle loro quote di partecipazione.
  Nelle more della costituzione della Società, il progetto è stato portato avanti da ENEA con una task force che si è avvalsa del supporto di gruppi dei partner ENEA nel programma Eurofusion, molti dei quali hanno in precedenza espresso ufficialmente l'interesse di partecipare alla Società e sono ora in procinto di entrare.
  In merito alla richiesta di conoscere lo stato di avanzamento del progetto in parola, ENEA riferisce i seguenti step raggiunti o in fase di completamento:
   in aprile 2019 è stato redatto il primo rapporto di progetto (Green Book) e determinato il piano dettagliato della costruzione della DTT;Pag. 47
   in luglio 2019 è stato congelato il progetto dei componenti che richiedono un più lungo tempo di realizzazione ed è stato assegnato il primo contratto per la fornitura dei fili superconduttori;
   entro la fine del 2019 sono previste tre importanti gare di appalto per la fornitura dei cavi superconduttori, le bobine superconduttrici e le strutture di contenimento;
   sono in corso di progettazione gli edifici che dovranno integrare l'area destinata alla costruzione della DTT, considerato che beneficerà di tutta l'area oggi occupata dalla macchina FTU, attualmente in esercizio a Frascati;
   è in fase di ultimazione la documentazione per la richiesta della licenza d'uso.

  Riguardo, poi, alla richiesta di chiarimenti sullo stato di adeguamento infrastrutturale presso il sito ENEA di Frascati, il Comune di Frascati e la Regione Lazio, sulla base dello schema architettonico, hanno confermato la compatibilità con i regolamenti urbanistici ed ambientali delle opere civili da realizzare e, in particolare, l'estensione della sala sperimentale che dovrà ospitare la DTT. L'Agenzia ha già identificato le infrastrutture e gli edifici che saranno messi a disposizione della Società Consortile.
  Per quanto riguarda le risorse umane destinate alla DTT, ENEA ha comunicato che il piano di sviluppo prevede 60 unità: di queste, 40 sono individuate tra il personale interno che da tempo lavora su DTT e fra quello acquisito recentemente, mentre altre 20 saranno reclutate attraverso apposite procedure selettive entro i primi sei mesi del 2020.
  A queste ultime, si aggiungeranno le risorse che entreranno in ENEA per il ripristino del turnover, fondamentale per il mantenimento degli attuali livelli di partecipazione ai vari programmi di ricerca in ambito Eurofusion e Iter, nonché per le attività di supporto alla DTT.
  Si può, perciò, prevedere che le risorse da destinare alla DTT impatteranno positivamente sulle attività dell'Agenzia e che DTT costituirà per diversi Centri di Ricerca ENEA, principalmente quelli di Frascati e del Brasimone, un'opportunità molto importante di ulteriore sviluppo.
  Il Centro di Frascati supporterà il Consorzio DTT principalmente per le attività di fisica, per la progettazione delle diagnostiche, per le verifiche neutroniche, per le tecnologie relative ai componenti ad alto flusso, per la criogenia, per la sicurezza, per la superconduttività e per il ciclo del combustibile, oltre a fornire tutta la logistica.
  Il Centro del Brasimone contribuirà alle attività di sviluppo per il «divertore», il componente cardine della DTT: sviluppo di nuovi materiali; prove funzionali di sistemi innovativi anche a metallo liquido; sviluppo di sistemi per il rivestimento dei componenti che si affacciano al plasma; sviluppo di sistemi di manutenzione remota.
  In conclusione, il progetto DDT è in fase attuativa: l'obiettivo è quello di centrare il target di produrre energia sicura e pulita, anche grazie alla ricerca sulla fusione nucleare.
  Proprio in funzione di tale «prezioso» traguardo da raggiungere, il Ministero dello sviluppo economico monitorerà l'operato di ENEA affinché le attività progettuali, in parte già indirizzate, siano in linea con il cronoprogramma, nel rispetto degli impegni sottoscritti.

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ALLEGATO 4

5-02937 Ferri: Sulla crisi industriale della Sanac Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Com’è noto e come ho già avuto modo di ricordare la scorsa settimana alla seduta di Question Time che si è svolta in questa sede, i complessi aziendali facenti capo alla Sanac, società in Amministrazione Straordinaria, sono stati aggiudicati, all'esito di un'apposita procedura competitiva esperita dall'organo commissariale, al Gruppo ArcelorMittal, sulla base dell'offerta vincolante dal medesimo presentata. Quest'ultima prevede, tra l'altro, l'impegno del soggetto acquirente a garantire la prosecuzione dell'attività di impresa (al fine di assicurare peraltro il mantenimento dei livelli occupazionali di questa importante realtà aziendale).
  Il 25 settembre 2019 Arcelor Mittal ha evidenziato – con apposita comunicazione – l'esigenza di una tempistica più ampia per il completamento dell'operazione di acquisizione.
  Conseguentemente la citata Società ha richiesto di estendere al 20 dicembre prossimo il termine di validità della propria offerta vincolante e della fideiussione bancaria prestata a garanzia del corretto adempimento degli impegni previsti.
  Occorre sottolineare che tale richiesta è stata assentita dall'organo commissariale di Sanac s.p.a..
  Sul piano delle relazioni sociali, informo, così come comunicato dal Ministero del lavoro, che la società ha sottoscritto in data 3 ottobre 2019, presso la propria Direzione generale dei rapporti di lavoro, un accordo al fine di dare seguito all'intervento della CIGS per le sedi di Assemini (CA), Massa Carrara, Savona e Gattinara (Vercelli) per un totale di 343 lavoratori, per il periodo dal 10 novembre 2019 fino alla fine dell'attività dei Commissari straordinari.
  In conclusione, rappresento che nel prossimo incontro con la Società, che si terrà a breve al MiSE, si procederà ad individuare le misure idonee per rendere effettivi gli impegni sottoscritti, da un lato, e per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali, dall'altro.

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ALLEGATO 5

5-02958 Pallini: Sulla tutela delle aziende dell'indotto Whirlpool della provincia di Avellino.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Com’è noto, Whirlpool Corporation è un gruppo mondiale nel campo degli elettrodomestici, ha sede negli Stati Uniti e la proprietà è formata da un azionariato diffuso.
  Lo stesso è suddiviso in macroregioni mondiali e quella che a noi qui interessa, si chiama Whirlpool Emea (Europa, Medio-Oriente e Africa) con 15 stabilimenti in 8 paesi diversi. In Italia Emea nel 2017 ha prodotto oltre 6 milioni di pezzi e impiega circa 6.000 persone in 6 stabilimenti.
  Sinteticamente ripercorro le vicende di questa vertenza, evidenziando che nel 2015, anno dell'acquisizione Indesit, Whirlpool Emea presentò un piano che prevedeva la dismissione degli impianti ex Indesit di Carinaro e di Teverola in provincia di Caserta e del centro logistico di None in Piemonte.
  Con la mediazione del Ministero dello sviluppo economico, si arrivò alla firma di un accordo che prevedeva l'assunzione dei lavoratori di None da parte di un imprenditore della logistica presente in zona, la riconversione e vendita a terzi del sito di Teverola e la riconversione per Carinaro da sito produttivo a centro per la logistica dei pezzi di ricambio per tutto il gruppo.
  In quell'occasione Whirlpool presentò un piano di rilancio per tutti gli stabilimenti del gruppo, impegnandosi a trasferire volumi dall'estero in Italia, una nuova politica di marketing e la promessa di nuovi prodotti da lanciare sul mercato. Il MiSE e le Regioni interessate s'impegnavano, da parte loro, ad erogare ammortizzatori sociali e sovvenzioni e Whirlpool Emea metteva in predicato anche la possibilità d'investimenti. Il Piano non decolla e si arriva così alla fine del 2018.
  Sempre al MiSE, dopo svariate trattative, viene concluso un nuovo accordo con il quale, tra l'altro, era previsto che il Gruppo avrebbe investito 250 milioni a Napoli e avrebbe spostato nella fabbrica partenopea alcune produzioni di altri stabilimenti, per potenziare, rilanciandolo, il sito campano.
  Dopo circa 7 mesi dalla firma al MiSE, Whirlpool annuncia, invece, la dismissione e la vendita dello stabilimento di Napoli a terzi a causa di una contrazione del mercato e di varie congiunture aziendali e internazionali.
  Il MiSE prende atto di quanto comunicato, in sfregio agli accordi presi, e minaccia la revoca di tutti i finanziamenti dati.
  Il 9 ottobre scorso il Presidente del Consiglio e il Ministro dello sviluppo economico incontrano i sindacati al tavolo.
  Nel corso dell'incontro, si è preso atto della lettera inviata dalla dirigenza Whirlpool alla Presidenza del Consiglio, con la quale l'azienda ha comunicato di voler sospendere la cessione dei rami d'azienda di Napoli fino al 31 ottobre.
  Il Governo ha ritenuto non soddisfacenti e non risolutivi i contenuti della lettera.
  Il Presidente del Consiglio e il ministro Patuanelli, in conseguenza, decidono di avviare un'interlocuzione con i vertici di Whirlpool per capire se ci siano ulteriori elementi di novità, con particolare Pag. 50riguardo al superamento definitivo del precedente piano di reindustrializzazione.
  Pochi giorni fa, come noto, il ministro dello Sviluppo economico, ha dato la notizia che l'azienda ritirerà la procedura di cessione del sito, non procederà con il licenziamento collettivo dei dipendenti di Napoli (circa 420) e continuerà la produzione delle lavatrici, per ritornare al tavolo allo scopo di trovare una soluzione industriale definitiva, anche con l'impegno del Governo.
  L'intento del MiSE è ora quello di creare tutte le condizioni perché venga mantenuto sul territorio il presidio industriale e vengano salvaguardati i livelli occupazionali.