CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 novembre 2019
269.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-03084 Tripodi: Sulla dismissione degli immobili della Difesa trasferiti alla Regione Friuli-Venezia Giulia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  A premessa della risposta al quesito posto dagli Onorevoli interroganti, ritengo opportuno richiamare quanto recentemente sottolineato dal Ministro della difesa in occasione dell'audizione per la presentazione delle linee programmatiche del Dicastero, tenutasi il 30 ottobre 2019, dinanzi alle Commissioni congiunte Difesa di Camera e Senato.
  In tale contesto è stata affermata la rilevanza che si intende dare alla politica di razionalizzazione, ottimizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare militare esistente, che avrà come primo obiettivo il contenimento dei costi di esercizio e il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del personale all'interno delle infrastrutture.
  In merito ai quesiti posti con l'interrogazione in discussione, passo ora a fornire un quadro preciso di situazione sullo «stato dell'arte della dismissione dei beni immobili afferenti al demanio militare» relativo al Friuli Venezia Giulia.
  Per quanto riguarda le infrastrutture non alloggiative (caserme ed istallazioni) in uso governativo al Ministero della difesa, sono stati dismessi 196 immobili di cui:
   188 immobili dismessi dall'Esercito Italiano;
   8 immobili dall'Aeronautica Militare.

  Di questi, 53 sono gli immobili oggetto di richiesta da parte della Regione, di cui 41 da trasferire agli Enti Locali.
  Relativamente, infine, alla situazione delle infrastrutture alloggiative, sono stati identificati 608 alloggi demaniali da alienare (ai sensi del combinato disposto dell'articolo 306 del decreto legislativo n. 66/2010 e degli articoli 404 e 405 del decreto del Presidente della Repubblica 90/2010), di cui:
   n. 41 sono stati alienati tramite esercizio del diritto di prelazione esercitato dall'occupante;
   n. 29 alienati nei vari bandi d'asta pubblicati su tutto il territorio nazionale;
   n. 23 sono stati aggiudicati ultimamente e sono in fase di rogito;
   n. 42 sono stati mantenuti in conduzione all'occupante;
   n. 8 per i quali è in itinere la vendita del diritto di usufrutto;
   n. 452 sono stati inseriti in vari bandi d'asta ma non sono pervenute offerte;
   n. 13 non sono stati ancora inseriti in bandi d'asta per problematiche tecniche in corso di risoluzione.

  Si rappresenta, infine, che sono in corso attività di confronto e di coordinamento con le autorità regionali – ultimo incontro con l'Assessore alle Infrastrutture e al Territorio del FVG a Trieste lo scorso 31 ottobre – per la finalizzazione di un Protocollo d'Intesa tra il Ministero della difesa, l'Agenzia del Demanio e la Regione Friuli Venezia Giulia.
  In particolare, tale Protocollo intende avviare un rapporto di collaborazione istituzionale finalizzato a precostituire le condizioni necessarie per assicurare rapidità Pag. 16ed efficacia nel perseguimento di obiettivi strategici condivisi tra i quali, in particolare, la valorizzazione e la razionalizzazione di immobili militari, residenziali e non, siti sul territorio e la contestuale riqualificazione del tessuto urbano della Regione.
  È prevista l'istituzione di un Tavolo inter-Istituzionale permanente, così da assicurare una continuità di confronto tra le parti, volto a definire un cronoprogramma delle attività e a verificare il raggiungimento degli obbiettivi nei tempi concordati. Relativamente, poi, agli immobili che potranno essere oggetto di valorizzazione, le parti, per quanto di competenza, svilupperanno una concertazione istituzionale volta a promuovere la variazione degli strumenti di programmazione e pianificazione urbanistica.
  Con riferimento, infine, agli immobili che potranno essere oggetto di permuta, sulla base della valutazione che sarà effettuata dall'Agenzia del Demanio, sarà cura della Regione provvedere alla effettuazione dei lavori necessari a riqualificare il parco infrastrutturale che rimarrà in uso alla Difesa, a fronte del passaggio di proprietà alla Regione stessa delle infrastrutture militari d'interesse tra quelle che verranno proposte dal Dicastero.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-03085 Galantino: Sui VFP4 arruolati negli anni 2013-2014 e non transitati in servizio permanente.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il militare che abbia svolto il proprio servizio con merito e professionalità, al termine della ferma prefissata ha acquisito un bagaglio conoscitivo che è fondamentale valorizzare attraverso il passaggio in servizio permanente.
  Per questo motivo, la policy della Difesa è quella di immettere in servizio permanente tutti i volontari «meritevoli» – ossia in possesso di tutti i requisiti previsti dalle circolari d'immissione – che abbiano terminato la ferma prefissata quadriennale, ovvero la prima o seconda rafferma biennale.
  In particolare, l'articolo 704 del Codice dell'Ordinamento Militare prevede che, in base alla posizione che i volontari giudicati idonei occupano nelle rispettive graduatorie di merito, il transito nel Servizio Permanente avvenga, per un'aliquota minima del 20 per cento, al termine della ferma prefissata quadriennale e, per il rimanente personale, al termine di ciascun anno delle rafferme biennali.
  Nel caso presentato dagli onorevoli interroganti, i Volontari a Ferma Prefissata Quadriennale (VFP4) con immissione nel 2013 possono partecipare alle procedure concorsuali per il Servizio Permanente previste entro il 2021; in particolare, i militari maggiormente meritevoli sono già stati stabilizzati nelle aliquote di posti resi disponibili per gli anni 2017, 2018 e 2019 dalla circolare richiamata nell'interrogazione di cui trattasi; i rimanenti potranno aderire alle circolari di transito successive.
  Identico iter vale per i VFP4 arruolati nel 2014 che, qualora non già transitati nel Servizio Permanente, potranno partecipare alle medesime procedure concorsuali, sempre per aliquote, a partire dall'anno in corso e sino al 2022.
  Per completezza d'informazione, aggiungo che dall'attivazione delle prime procedure di transito, nel 2010, il numero dei posti globalmente disponibili – vale a dire relativi sia alla ferma prefissata che alla rafferma biennale – è stato tale da consentire il transito in Servizio Permanente della totalità dei meritevoli.
  Tale tendenza è, peraltro, in linea con l'impianto normativo del modello professionale, che considera il passaggio in servizio permanente un mero transito, disciplinato in funzione delle posizioni disponibili determinate annualmente in funzione delle esigenze operative, ordinative e di impiego della Forza Armata, nell'ottica di conseguire la stabilizzazione lavorativa di quanti, una volta indossata l'uniforme, hanno sempre servito l'istituzione con lealtà e dedizione.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-03086 Tondo: Su alcuni atti relativi all'arruolamento e alle visite di sorveglianza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Desidero rappresentare, in premessa, che la richiesta di «rendere noti il numero di protocollo del verbale di idoneità all'arruolamento e i numeri di protocollo dei verbali delle visite di sorveglianza sanitaria», come formulata nell'interrogazione in argomento, non può essere accolta in questa sede posto che, come risulta dagli atti in possesso dell'Amministrazione, tutta la documentazione sanitaria relativa al militare indicato nell'interrogazione, ovunque esistente presso strutture pubbliche e private, è stata sottoposta a decreto di sequestro, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine, a firma del Pubblico Ministero, dottoressa Claudia Danelon, in data 9 luglio 2013, nell'ambito del Procedimento Penale nr. 1940/13 R.G.N.R.
  In particolare, a giudizio dell'Autorità inquirente, la documentazione sanitaria è stata oggetto di requisizione in quanto costituente corpo del reato o, comunque, attinente al reato e, pertanto, indispensabile allo svolgimento delle indagini.
  Tali circostanze oggettive, come evidenziato in premessa, non consentono di assolvere all'esigenza informativa sottesa alla richiesta contenuta nell'atto in discussione.
  Le tempistiche imposte dalla discussione dell'interrogazione a risposta immediata hanno permesso di verificare – solo per via informale – la vigenza del provvedimento di sequestro.
  Tuttavia, il Governo, consapevole dell'importanza di acquisire le informazioni richieste dagli Onorevoli interroganti, seguirà comunque l'evolvere della vicenda anche al fine di ottenere elementi di aggiornamento sull'eventuale dissequestro disposto dall'Autorità Giudiziaria.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-03087 Ferrari: Sulle iniziative per rilanciare l'Arsenale Militare marittimo di La Spezia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  A premessa della risposta desidero ricordare il recente intervento del Ministro Guerini in occasione della presentazione delle linee programmatiche del Dicastero, dinanzi alle Commissioni congiunte Difesa di Camera e Senato, in merito al personale civile.
  Il Ministro intende dare ulteriore impulso al ricambio generazionale, in particolare nell'area tecnico-industriale, anche come opportunità di sviluppo per i territori e garanzia dei livelli occupazionali.
  Sarà necessario, quindi, procedere a nuove assunzioni – anche avviandone a breve una prima tranche – e garantire, parallelamente, un processo di valorizzazione, anche in termini economici, coerente con i compiti sempre più rilevanti che il personale civile è chiamato a svolgere.
  Tanto premesso, ricordo che gli Arsenali della Marina Militare si pongono come vere e proprie industrie del settore della manutenzione navale, costituendo fattore di stabilità e di equilibrio sul territorio, in aree che vivono, in generale, situazioni economiche e, in particolare, occupazionali sensibilmente critiche.
  Un'interruzione, o anche una riduzione delle relative attività, potrebbe comportare una perdita di know-how da parte delle maestranze interessate, difficilmente recuperabile nel tempo.
  Proprio nella consapevolezza dell'importanza rivestita dagli Arsenali e a fronte delle criticità del loro funzionamento, la Difesa intende perseguire iniziative concrete per l'adeguamento dell'intero settore, individuando e attuando soluzioni atte a salvaguardare l'insostituibile funzione strategica degli Arsenali in termini di rapidità e autonomia d'intervento.
  La consistenza complessiva del personale civile dell'Arsenale di La Spezia risulta, allo stato, pari a 581 unità. In considerazione degli esodi per prossime quiescenze a leggi vigenti, è stato adottato il piano straordinario di 294 assunzioni di profili tecnici nel triennio 2019-2021, contemplato dalla legge di bilancio 2019 che, per l'anno in corso, prevede 59 nuove assunzioni per la Marina Militare – di cui 10 (un funzionario tecnico e 9 assistenti) per l'Arsenale della Spezia – a fronte di 98 nuove assunzioni straordinarie autorizzate per l'intero comparto della Difesa.
  Inoltre, il piano triennale ordinario del fabbisogno prevede l'assegnazione di altri funzionari tecnici presso lo stesso Stabilimento.
  Pur in un quadro connotato da oggettive criticità, è il caso di rassicurare l'Onorevole interrogante sul fatto che il Dicastero, come evidenziato in premessa, ha intenzione di procedere a nuove assunzioni e garantire, parallelamente, un processo di valorizzazione delle varie professionalità all'interno dell'Arsenale di La Spezia.
  Per quanto concerne, poi, i tempi di pubblicazione dei bandi di concorso relativi alle assunzioni straordinarie, il Ministero della difesa ha interessato il Dipartimento della funzione pubblica per l'avvio delle procedure di reclutamento entro il corrente anno.

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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-03088 Giovanni Russo: Su uno studio della Guardia di finanza in materia di supporto psicologico al personale del Corpo.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il documento in esame gli Onorevoli interroganti chiedono di conoscere gli esiti di uno studio che la Guardia di finanza sta svolgendo in alcune regioni in collaborazione con l'Università di Padova finalizzato a rilevare lo stato di livello di benessere psico-fisico del suo personale.
  Al riguardo, sentiti gli uffici del Comando Generale della Guardia di finanza, si rappresenta quanto segue.
  Tra le numerose progettualità messe in atto per la promozione del benessere psico-sociale dei propri appartenenti, la Guardia di finanza ha siglato, nel maggio 2014, un accordo di collaborazione con l'Università degli studi di Padova, concernente lo svolgimento di un'indagine, sul tema della valutazione del rischio stress-lavoro-correlato, finalizzata a monitorare le principali variabili organizzative che possono incidere sul predetto rischio.
  L'osservazione è stata inizialmente effettuata su un campione di operatori del Corpo in servizio presso il Comando Regionale Piemonte, mediante la somministrazione di questionari anonimi a circa 1700 militari.
  In merito, un ispettore del Corpo in forza a un Reparto piemontese, quale rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, ha presentato una richiesta di accesso ai suddetti documenti amministrativi, volta a conoscere gli esiti della valutazione elaborata a seguito della somministrazione dei suddetti test, al fine di svolgere al meglio il proprio incarico.
  A fronte del preliminare provvedimento di diniego opposto dal Comando territoriale competente, il militare si è rivolto alla Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi della Presidenza del Consiglio dei ministri, la quale, dopo aver proceduto alla prevista istruttoria, ha concordato con la posizione espressa dal Comando Generale del Corpo, dichiarando inammissibile il reclamo presentato.
  In particolare, le motivazioni poste a base del mancato accoglimento della richiesta dell'istante sono sintetizzabili nei seguenti punti.
  Lo studio commissionato alla citata Università, di natura sperimentale e non finalizzato all'aggiornamento dei documenti di valutazione dei rischi ai fini della normativa sulla sicurezza dei lavoratori, non permette di risalire a specifiche risultanze circoscrivibili al contesto d'interesse dell'istante, in quanto basato sulla somministrazione di questionari compilati in forma anonima e sulla successiva analisi, avvenuta nella sola modalità aggregata a livello regionale. In ogni caso, non è configurabile, in capo al richiedente, l'effettiva sussistenza di un interesse diretto, concreto e attuale alla conoscenza della documentazione di cui ha chiesto l'ostensione.
  Inoltre, la documentazione relativa alla progettualità in argomento rientra nelle categorie degli atti sottratti al diritto di accesso stabilite per la Guardia di finanza dall'articolo 4 del decreto ministeriale n. 603 del 1996, il quale contempla gli «atti e documenti riguardanti il frazionamento dei servizi di polizia ivi compresi quelli relativi all'addestramento, all'impiego ed alla mobilità del personale del Corpo della Guardia di finanza, nonché i Pag. 21documenti sulla condotta del personale rilevanti ai fini della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e la repressione della criminalità e quelli relativi ai contingenti delle Forze armate posti a disposizione dell'Autorità di pubblica sicurezza».
  In ultimo, la diffusione dei dati, ferma restando la natura sperimentale dell'indagine, potrebbe determinare, ai sensi del combinato disposto del predetto articolo 4, con l'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 352 del 1992, un «pregiudizio concreto» all'interesse pubblico tutelato dalla normativa in materia di diritto di accesso ai sensi dell'articolo 24 della legge n. 241/1990, consistente nella divulgazione e conseguente conoscibilità di informazioni riguardanti lo stato psico-fisico e di salute del personale appartenente alla Guardia di finanza.
  In merito alla tematica, si rappresenta, altresì, che, in termini generali, i risultati dello studio – che hanno evidenziato una situazione ampiamente positiva per la Guardia di finanza – nella completa garanzia dell'anonimato di ciascun partecipante, hanno consentito di porre in essere adeguate azioni di miglioramento sul fronte della comunicazione interna con particolare riguardo ai cambiamenti organizzativi, alle modalità di impiego e trasferimento del personale nonché ai meccanismi di avanzamento. Inoltre hanno permesso il contenimento delle eventuali ragioni di stress psico-fisico correlate ai particolari compiti demandati agli appartenenti.
  Occorre, in ultimo, segnalare che gli esiti dell'indagine e le modalità di ricerca adottate sono stati presentati ai diversi Organismi della rappresentanza militare e trasmessi a tutti i Comandanti Regionali ed equiparati. Alla luce del positivo riscontro, l'indagine conoscitiva è stata estesa al personale in forza ai Comandi Regionali della Guardia di finanza dell'Emilia Romagna e della Sicilia, con l'obiettivo futuro di coinvolgere tutto il personale del Corpo.