CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 ottobre 2019
260.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02977 Ferrari: Sull'avvio dei programmi VBM Freccia e Centauro 2.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito allo stato di attuazione dei programmi menzionati dall'onorevole interrogante, rappresento che, a seguito delle indicazioni programmatiche fornite il 18 aprile scorso dal Ministro della Difesa pro tempore al Ministro dello Sviluppo Economico, ha avuto avvio la stesura, attualmente in fase avanzata, della Convenzione interministeriale tra i Ministeri dello Sviluppo Economico, della Difesa e dell'Economia e delle Finanze, necessaria per l'impiego delle relative risorse a bilancio del MISE.
  Si tratta, nello specifico, di una convenzione ad ampio respiro che assicurerà alla Difesa finanziamenti, nel periodo 2019 – 2030, per oltre 7 miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi destinati alla prosecuzione dei programmi VBM e CENTAURO 2.
  In particolare, la convenzione in parola, il cui testo è stato predisposto dal MISE e successivamente concertato tra i Dicasteri coinvolti – mi preme rappresentare al riguardo che il parere favorevole da parte del MEF è giunto proprio stamattina – è attualmente nella fase conclusiva di firma da parte dei Direttori Generali della Difesa, del MISE e del MEF.
  Firmata la convenzione, l'iter di stipula si concluderà con la registrazione dell'atto presso la Corte dei conti.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-02976 Maria Tripodi: Sull'accesso al Centro elaborazione dati del Ministero dell'Interno da parte delle Capitanerie di porto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, convertito con modificazioni dalla legge 24 luglio 2008, n. 125, ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di introdurre disposizioni volte ad apprestare un quadro normativo più efficiente per contrastare fenomeni di illegalità diffusa collegati all'immigrazione illegale e alla criminalità organizzata, ha previsto al primo comma dell'articolo 8-bis, come evidenziato dallo stesso Onorevole interrogante, che gli Ufficiali e agenti di polizia giudiziaria appartenenti al Corpo delle capitanerie di porto, per finalità di sicurezza portuale e dei trasporti marittimi, possano accedere ai dati e alle informazioni del Centro elaborazione dati, di cui al primo comma dell'articolo 9 della legge 1o aprile 1981, n. 121.
  Il secondo comma del citato articolo 8-bis ha previsto, altresì, che con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, siano individuati i dati e le informazioni accessibili e stabilite le modalità per effettuare i collegamenti per il relativo accesso.
  Pertanto, l'accesso è consentito solo per «finalità di sicurezza portuale e dei trasporti marittimi», limitatamente ai dati correlati alle funzioni di polizia giudiziaria attribuite dal Codice della navigazione e da leggi speciali, prevedendosi, altresì, la possibilità di inserimento dei dati autonomamente acquisiti.
  L'attribuzione delle funzioni di polizia giudiziaria va ricercata nel combinato disposto dell'articolo 57 del Codice di procedura penale e dell'articolo 1235 del Codice della navigazione, laddove è previsto che gli Ufficiali, i Marescialli e i Sergenti, nonché tutti i Volontari di truppa in servizio permanente effettivo ed in ferma prefissata del Corpo delle Capitanerie di Porto rivestono la qualifica di Ufficiali ed Agenti di polizia giudiziaria, sebbene nei limiti del servizio cui sono destinati e secondo le relative attribuzioni.
  In tale quadro, nel merito del quesito posto, i competenti Ministeri hanno riferito che, in ordine alle modalità di pratica attuazione di tutte le procedure legate alla suddetta accessibilità, sono in corso di definizione a livello centrale i numerosi dettagli tecnici relativi all'accesso al sistema da parte del personale del suddetto Corpo, limitatamente ai nominati compiti istituzionali, incardinati in rapporto di dipendenza funzionale dai Ministeri competenti (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Ministero dell'ambiente e della tutela del mare e del territorio – Ministero delle politiche agricole e forestali) nonché pure in funzione di un possibile scambio informativo con le competenti Forze di polizia a competenza generale su materie di interesse istituzionale.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02978 D'Uva: Sulla rimozione dell'amianto dalle unità navali e dai siti della Marina militare.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Vorrei, innanzitutto, evidenziare, in linea generale, che il Dicastero della difesa ha, da tempo, sviluppato un complesso di attività volte all'individuazione dei materiali e della componentistica contenenti tracce di amianto e alla loro rimozione.
  In particolare, la Marina Militare (già attivatasi quando, nel 1986, l'allora Ministero della sanità emanò la prima Circolare che vietava l'utilizzo dell'amianto nelle scuole e negli ospedali), non ha più impiegato materiali contenenti amianto e, dal 1992, tutte le Unità Navali sono state costruite e messe in servizio con la certificazione «amianto free» da parte del cantiere costruttore.
  La Forza armata ha provveduto alla bonifica delle Unità navali entrate in servizio prima del 1992 e ad effettuare la mappatura e la messa in sicurezza di tutti i materiali contenenti amianto. L'attività di mappatura ha portato alla redazione di n. 167 documenti, da assumere, quale riferimento, alla base delle attività di bonifica per tutte le navi della flotta fino a Rimorchiatori Portuali inclusi (unità con equipaggio fisso a bordo), nessuna esclusa.
  Ad oggi, delle n. 167 unità mappate, le attività di bonifica hanno interessato n. 156 unità, di cui:
   147 Unità bonificate a meno degli elementi diffusi e/o in aderenza alla mappatura iniziale di riferimento;
   9 Unità oggetto di interventi di bonifica parziale, il cui completamento sarà eseguito nell'ambito della programmazione degli stabilimenti di lavoro entro il 2021/22.

  Le rimanenti 11 unità (n. 5 in disarmo, n. 6 bettoline/mezzi minori e rimorchiatori portuali) verranno bonificate nell'ambito della programmazione dei singoli Stabilimenti di lavoro, ma non presentano – tengo a sottolinearlo – situazioni di rischio.
  A far data dal 2011, la Forza armata ha istituito anche un database gestito a livello territoriale, per disporre di una mappatura degli immobili con presenza di materiali contenenti amianto. Allo stato, sono stati inseriti complessivamente 537 interventi programmati per gestire l'eventuale presenza di amianto.
  Dall'analisi del database, risultano 951 immobili/compendi in uso alla Forza armata, di cui 821 privi di amianto (« asbestos free») e 130 con presenza di tale materiale che viene gestito in osservanza a quanto disposto dalla legge n. 257/1992 e dal decreto legislativo n. 81/2008, di fatto valutando il rischio e tutelando il proprio personale.
  Aggiungo, ancora, che in tema di amianto, la vigilanza preventiva viene attuata in relazione ai piani di bonifica di amianto presentati dalle ditte incaricate della rimozione/confinamento/incapsulamento a bordo delle navi o presso infrastrutture della Forza armata.
  L'organo di vigilanza, ai sensi del richiamato decreto ministeriale 6 settembre 1994, esamina i piani di bonifica e solo dopo la loro approvazione e un sopralluogo presso il sito interessato per verificare le condizioni del cantiere, autorizza l'inizio dei lavori, al termine dei quali esamina le analisi di laboratorio relative Pag. 35alle fibre aero-disperse ed effettua un sopralluogo mirato alla restituzione del sito alle normali attività.
  Anche l'ambiente circostante è sottoposto a verifiche periodiche per accertare l'assenza di pericolosità per la salute del personale imbarcato (rilievo delle fibre aerodisperse, secondo un protocollo tecnico-scientifico definito in collaborazione con l'Università di Genova) e ogni unità navale è dotata di specifici dispositivi di protezione individuale per le fibre di amianto, nonché di un definito protocollo d'intervento, da attuarsi nel caso si verifichino avarie a carico di impianti o componenti con materiali contenenti amianto.
  Concludendo, assicuro che per l'Amministrazione, la tutela della salute del proprio personale, ma anche dei cittadini residenti in prossimità di Basi/Infrastrutture militari, è – e deve continuare ad essere – una priorità assoluta.
  In tale ottica, non sono mai venuti meno e mai mancheranno la sensibilità, il costante e determinato impegno nell'approfondire in maniera dettagliata un aspetto così delicato e complesso.

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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-02979 Deidda: Sulla condizione dei militari italiani impegnati nella missione Nato Support to Turkey (NS2T).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Lo schieramento della batteria di missili SAMP-T lungo il confine turco-siriano rientra nel quadro del sistema di difesa che la NATO garantisce a tutela delle popolazioni dei Paesi europei membri dell'Alleanza, nel medesimo spirito al quale sono improntate analoghe operazioni quali, ad esempio quelle di air policing a beneficio di nazioni europee NATO sprovviste di componente aerea.
  In quest'ottica si colloca la partecipazione italiana al NATO Support to Turkey che, come ha ricordato l'interrogante, ha avuto inizio nel giugno 2016, a seguito del ritiro dei Patriot americani e tedeschi schierati presso le città di Gaziantep e Kahramanmaras, le cui aree urbane annoverano oltre due milioni di abitanti.
  In merito alla natura dell'impiego del contingente nazionale, la batteria di missili SAMP-T è stata schierata con esclusivi compiti di difesa antimissile, al fine di proteggere il territorio e gli abitanti della città turca di Kahramanmaras, contribuendo, nello spirito della missione NATO, alla gestione della sicurezza in tutta la delicata regione.
  Con specifico riguardo al personale impiegato nell'operazione, il Dicastero segue sempre con massima, costante attenzione le condizioni dei nostri militari impegnati dentro e fuori i confini nazionali; ovviamente, l’escalation della situazione lungo il confine turco-siriano ha reso tale attenzione ancor più elevata, sia da parte del Ministero, sia del Ministro in prima persona.
  In merito, preme comunque evidenziare come il contingente nazionale sia schierato in un'area che si trova ad oltre 150 chilometri a Nord Ovest del confine turco-siriano, l'area geografica attualmente interessata dalla crisi.
  Quanto, infine, alla durata della missione, il periodo di permanenza della batteria contraerea è stato autorizzato dalle due Camere per tutto il 2019, con le Risoluzioni votate, rispettivamente, il 3 e il 9 luglio 2019 ai sensi della legge 145 del 2016, nei termini prospettati dalla deliberazione sulla proroga delle missioni in atto adottata dal Consiglio dei Ministri in data 23 aprile 2019.
  Al riguardo, è stato avviato il complesso delle attività logistiche necessarie al rientro dell'assetto nazionale.