CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 ottobre 2019
248.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-02801 Tripodi: Sui requisiti per la partecipazione al concorso previsto dall'articolo 5 del decreto legislativo n. 94 del 2017.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il concorso straordinario per il reclutamento nei ruoli dei Marescialli dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica è previsto, per il solo anno 2018, dal provvedimento di riordino dei ruoli e delle carriere, emanato con il decreto legislativo n. 94 del 2017 che, novellando il Codice dell'Ordinamento Militare con l'articolo 2197-ter, ha disposto tale specifica forma di reclutamento.
  Il provvedimento trova la sua ratio nella disciplina transitoria del decreto legislativo n. 196 del 1995 che prevedeva, per il personale arruolato ai sensi della legge n. 958 del 1986 (anche per quello in congedo da un limitato periodo di tempo) una serie graduale di opportunità di progressione di carriera, calibrate in relazione alle anzianità di servizio maturate e alle eventuali selezioni superate, a compensazione del pregiudizio sofferto in conseguenza della sopravvenuta istituzione di ruoli distinti per Sergenti e Marescialli e della conseguente limitazione nell'avanzamento professionale.
  In particolare, i Sergenti di complemento che avevano superato le selezioni per la partecipazione al corso per la successiva ammissione al concorso ai sensi della legge n. 212 del 1983 sono stati direttamente inquadrati nel servizio permanente, come disposto dall'articolo 34 del decreto legislativo n. 196 del 1995.
  I Sergenti e i Volontari che non avevano ancora superato tali selezioni e che avevano maturato una determinata anzianità di grado sono stati, invece, ammessi a concorsi straordinari sulla base dell'anzianità di servizio maturata, in aderenza agli articoli 35 e 36 della medesima norma.
  Infine i Sergenti e Volontari con una minore anzianità di servizio (meno di due anni) e, quindi, con minori aspettative, hanno avuto comunque la possibilità di partecipare ai concorsi sulla base delle disposizioni contenute nell'articolo 37 della stessa norma.
  Il legislatore, con il riordino dei 2017, ha quindi fatto proprie le linee di demarcazione tracciate nel 1995, prevedendo il concorso straordinario esclusivamente per coloro che avevano maggiori anzianità di servizio (e quindi maggiori aspettative), adottando il requisito del titolo di studio previsto all'epoca dalla legge n. 212 del 1983, articolo 5. Diversamente, l'allargamento della procedura concorsuale a tutto il personale arruolato ai sensi della legge n. 958 del 1986 avrebbe determinato un eccessivo favor – privo di un solido fondamento razionale e censurabile anche in sede di contenzioso – in un contesto normativo che già oggi consente una progressione interna verso il ruolo marescialli per il personale appartenente ai ruoli sottostanti.
  Alla luce di quanto rappresentato, l'individuazione della platea dei destinatari della procedura straordinaria di reclutamento dei Marescialli e le correlate modalità di selezione risultano pienamente conformi al richiamato disposto normativo.
  Per completezza d'informazione, rappresento che, a suffragare la correttezza dell'azione del Dicastero, allo stato i ricorsi giurisdizionali sinora presentati sono stati respinti, in sede cautelare, dal T.A.R. per il Lazio in primo grado e dal Consiglio di Stato in appello con Ordinanza Pag. 29n. 01927/2019, nella considerazione del fatto «che la previsione del bando di concorso censurata è pedissequamente riproduttiva dei requisiti di partecipazione fissati dall'articolo 2197-ter del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e che la questione di legittimità costituzionale di quest'ultima, sia pure nei limiti della sommaria delibazione consentita in sede cautelare, non appare caratterizzata dal requisito della non manifesta infondatezza, in relazione a categorie di militari che versano, quanto a tempi di arruolamento, in condizione soggettiva differenziata».

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-02799 Deidda: Sul Polo di Mantenimento Pesante Nord di Piacenza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Desidero sottolineare, a premessa della risposta, che le problematiche sollevate dagli Onorevoli interroganti sono costantemente all'attenzione dei Vertici del Dicastero in considerazione del valore intrinseco dell'area industriale della Difesa.
  L'obiettivo, in questo peculiare settore, è quello di non disperdere le particolari professionalità tecniche, assicurando, tramite un programma di assunzioni, un opportuno ricambio generazionale che consenta di salvaguardare lo specifico know how acquisito dalle maestranze locali.
  Ciò, anche nella non marginale considerazione che alcune di queste professionalità sono impiegate in enti responsabili di attività di interesse nazionale.
  Tanto premesso, gli attuali e molteplici impegni delle Forze Armate, in Patria e all'estero, determinano un notevole sforzo logistico per mantenere costantemente elevati i livelli di efficienza delle moderne e complesse piattaforme e sistemi d'arma in servizio.
  Si tratta di uno sforzo cui hanno sempre concorso, in modo determinante, gli Stabilimenti militari – come quello oggetto dell'interrogazione in esame – che rappresentano il più elevato livello manutentivo esprimibile dalla Difesa, con lavorazioni e processi in house.
  Con specifico riferimento alla situazione del personale, è del tutto evidente che esistano delle oggettive criticità tra l'importanza che rivestono tali realtà nell'organizzazione logistica della Difesa e l'alimentazione del personale civile.
  La componente in argomento, infatti, è stata soggetta al blocco delle assunzioni per gli effetti connessi ai vincoli di riduzione di spesa a livello di Bilancio nazionale, la cosiddetta spending review, e quelli fissati dalla legge n. 244 del 2012, che, è bene ricordarlo, prevedono la progressiva riduzione dell'organico del personale civile della Difesa a 20.000 unità complessive, da attuarsi entro il 2024.
  Di recente, la Difesa sta riprendendo ad assumere, compatibilmente con l'obiettivo fissato dalla citata legge n. 244 del 2012 e, in tale quadro, come richiamato dagli stessi interroganti, la legge di bilancio per l'anno 2019 ha autorizzato il Ministero della difesa ad assumere, per il triennio 2019-2021, un contingente massimo di n. 294 unità di personale civile con profilo tecnico non dirigenziale, di cui n. 26 unità per l'anno 2019 destinati ai Poli dell'Esercito.
  In tale ambito, lo Stato maggiore dell'Esercito ha programmato, per il Polo di Mantenimento Pesante Nord di Piacenza, di richiedere l'autorizzazione per l'assunzione di n. 14 assistenti tecnici a valere sull'annualità 2019.
  In aggiunta a ciò, con riferimento alle procedure concorsuali per l'assunzione di complessive 30 unità di personale, in fase di ultimazione, è prevista l'assegnazione di n. 4 assistenti tecnici al Polo di Piacenza.
  Atteso quanto sopra, in merito al «futuro del Polo di Mantenimento Nord di Piacenza», rassicuro l'interrogante che non vi è alcun intendimento volto a riorganizzare l'Ente, tantomeno a dismetterne la capacità operativa.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-02800 Tondo: Sui carri armati «Ariete» e i programmi di nuova generazione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La possibilità di aderire alla iniziativa franco-tedesca denominata Main Ground Combat System (MGCS) è stata ampiamente valutata e più volte è stato chiesto alle controparti di accogliere l'istanza italiana in tal senso.
  Ad oggi, si è registrata la volontà di consentire l'ingresso nel programma da parte di terzi solo al termine della prima fase, che prevede la realizzazione di un dimostratore tecnologico non prima del 2025, se non del 2030. La fase iniziale dell'impresa – va evidenziato – è invece un momento cruciale per la definizione congiunta delle caratteristiche del nuovo carro e per consentire un coinvolgimento anche da parte del comparto industriale nazionale.
  Preciso, comunque, che l'opzione franco-tedesca non è l'unica valutata in termini di collaborazione europea: l'Italia, infatti, intende ricercare sinergie con altri Paesi per la realizzazione di un prototipo di carro, beneficiando dei fondi che saranno resi disponibili dalla Commissione europea per l'anno 2020 attraverso lo European Defence Industrial Development Plan.
  Tale iniziativa, basata sul supporto governativo e su consorzi realizzati ad hoc da industrie europee, vedrebbe il nostro Paese in un ruolo di leader.
  In merito allo specifico quesito posto dall'Onorevole interrogante, preme, preliminarmente, evidenziare che l'intenzione della Difesa non è la costruzione di ulteriori carri ARIETE, ma di verificare la fattibilità e la convenienza di procedere all'ammodernamento di quota parte della flotta esistente.
  Per completezza d'informazione, rappresento che, in ambito europeo, diversi altri Paesi, tra i quali il Regno Unito e la stessa Francia, nel breve termine hanno deciso di adottare una policy analoga, prevedendo l'ammodernamento dei carri al momento in dotazione.