CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 luglio 2019
224.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-02520 Nevi: Sull'adozione di iniziative in materia di controlli sull'olio di oliva importato e sulla trasparenza dell'etichettatura del prodotto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor presidente, onorevoli Deputati,
   il settore dell'olio di oliva è tra quelli più rappresentativi del « Made in Italy» e per tale ragione intendiamo tutelarlo con particolare vigore.
   In tale ottica, il Ministero ha sempre riconosciuto la piena efficacia del c.d. panel test. Attraverso il coordinamento di tutti i panel riconosciuti, espletato dall'Ufficio competente, intendiamo migliorare ed uniformare l'attività degli stessi, evitando i frequenti tentativi di denigrazione da parte di coloro che vorrebbero eliminare detto metodo di analisi organolettica.
   Rilevo al riguardo che, analogamente alle scorse annualità, il prossimo 23 luglio si terrà un seminario di aggiornamento presso il Ministero, che vede coinvolti tutti i capi panel operanti sul territorio, sia ufficiali che professionali, con i quali verranno affrontate le principali tematiche del settore e verranno analizzati i risultati del ring test.
   Peraltro, anche a livello internazionale, l'Amministrazione segue con attenzione gli sviluppi di uno studio sul miglioramento del metodo, affinché lo stesso venga assolutamente potenziato.
   Segnalo poi che, su insistenza del nostro Paese, è intervenuta recentemente una modifica nella normativa COI in base alla quale, gli oli per i quali siano state riscontrate anomalie o irregolarità nell'analisi organolettica, possono comunque essere considerati difettati anche se due gruppi di panel evidenziano difetti principali differenti (circostanza che prima consentiva al giudice di rigettare la proposta di sanzione da parte degli organi di controllo, a causa di risultati non concordanti).
   Ciò posto, rilevo che la filiera «olio d'oliva» è oggetto di un costante e continuo controllo da parte dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, senza alcuna discriminazione tra il prodotto destinato al mercato nazionale e quello destinato al mercato estero, sia comunitario che extra comunitario.
   L'Ispettorato è impegnato costantemente a garantire il rispetto delle regole nelle diverse fasi della filiera produttiva e a tutelare i consumatori dalla possibile commercializzazione di alimenti non corrispondenti al dichiarato, contraffatti o falsamente etichettati come italiani.
   Peraltro, la collaborazione intrapresa con l'Agenzia delle Dogane e le Capitanerie di Porto ha consentito di migliorare l'attività di monitoraggio dei flussi d'introduzione dei prodotti agroalimentari provenienti da Paesi terzi ed evitare fraudolente commercializzazioni di alimenti falsamente dichiarati «italiani» sul territorio nazionale.
   Inoltre, il registro telematico degli oli d'oliva ha consentito un più puntuale e tempestivo controllo. Attraverso modalità telematiche messe a disposizione sul portale del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN), si è costituito un sistema di tracciabilità omogeneo e puntuale della «filiera olio d'oliva» che consente di monitorare le singole movimentazioni di ogni Pag. 164stabilimento e di conoscere i nominativi con i relativi indirizzi dei soggetti, nazionali o esteri, coinvolti.
   I controlli dell'ICQRF vengono eseguiti sulla base di un'attenta analisi del rischio così come prevista dal Reg. (CE) n. 882/2004 ss e sono rivolti a verificare anche la conformità dei dispositivi di etichettatura utilizzati. Rilevo al riguardo che l'emanazione del Regolamento delegato (UE) 2018/1096, fortemente richiesto e sostenuto dall'Italia, consente ora agli Stati membri di introdurre l'obbligo di riportare in etichetta l'indicazione della campagna di raccolta per gli oli d'oliva ottenuti da olive raccolte sul loro territorio e destinati esclusivamente ai mercati nazionali.
   L'attività di controllo dell'ICQRF prevede anche accertamenti analitici su campioni prelevati in tutte le fasi della filiera, con particolare attenzione al commercio ed alla distribuzione. Questi vengono effettuati dall'Ispettorato avvalendosi di una propria rete qualificata di laboratori e di comitati di assaggio ufficiali (panel) che, nel caso degli oli d'oliva, procede al controllo di tutti i parametri relativi alla genuinità ed alla qualità dei prodotti previsti dalla regolamentazione comunitaria.
   Assicuro che anche per la prossima campagna olearia l'Ispettorato manterrà un elevato livello di attenzione nel settore, proprio al fine di evitare l'insorgere di fenomeni contraffattivi e l'illecita commercializzazione di oli riportanti l'indicazione di un'origine diversa da quella effettiva.

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ALLEGATO 2

5-02517 Cenni: Sulla posizione assunta dal Governo italiano in sede europea in relazione alla vicenda che ha portato alla proroga degli attuali vertici del Coi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli colleghi,
   com’è noto il Consiglio oleicolo internazionale (COI) è l'unica organizzazione internazionale al mondo dedicata all'olio di oliva e alle olive da tavola. Ha sede a Madrid, dove è stato creato nel 1959, e si compone di 17 membri, tra cui l'Unione europea che rappresenta tutti i suoi Paesi produttori di olive da tavola e di oli d'oliva.
   Come più volte evidenziato in precedenti circostanze, da ultimo in occasione dell'audizione del nostro Direttore Generale delle politiche internazionali e dell'Unione europea, il Ministero ha sempre manifestato contrarietà alla possibilità del rinnovo dell'esecutivo del COI, composto dal Direttore esecutivo e dai due Direttori aggiunti.
   Tale posizione è stata più volte rappresentata in tutte le sedi istituzionali competenti, nell'ambito delle quali la tematica è stata oggetto di discussione tra la Commissione Ue che, si rammenta, ha sempre assunto una posizione favorevole, e gli Stati membri.
   In particolare, nell'ambito del Comitato prodotti di base (Pro.Ba) e a livello più elevato, in seno al Coreper 2 (Comitato Rappresentanti permanenti), la delegazione italiana ha sempre manifestato la propria netta contrarietà alla possibilità del rinnovo delle cariche.
   A questo proposito, evidenzio che tale posizione di contrarietà in seno al Coreper ha generato il mancato raggiungimento del necessario «consenso» all'interno del Consiglio, costringendo, di fatto, la Commissione a non potersi esprimere a favore del rinnovo dei vertici COI.
   Di conseguenza, in occasione dell'Assemblea plenaria del COI, svoltasi a Marrakech nel giugno scorso, la Commissione europea si è dovuta astenere.
   Ciò nonostante, tenuto conto che nessun membro del COI si è opposto alla proposta di proroga dei vertici del Comitato, la decisione del rinnovo delle cariche è stata pertanto adottata.
   È bene tenere presente che la Commissione europea, la cui volontà è stata espressa dai relativi vertici politici, è stata sempre favorevole alla proposta di proroga dei vertici del COI e che, in tale contesto, i relativi affidamenti sono stati conferiti per ragioni di politica estera e di sicurezza dell'Unione europea.

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ALLEGATO 3

5-02518 Pignatone: Sull'accesso al Fondo di solidarietà nazionale per le imprese agricole colpite dal fenomeno del «cracking» dell'uva da tavola.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
   l'interrogazione cui mi accingo a rispondere concerne le misure da adottare per sostenere uno dei prodotti di eccellenza della nostra agricoltura, l'uva da tavola siciliana, a seguito del cosiddetto fenomeno di cracking (lacerazione buccia degli acini), verificatosi nei mesi estivi del 2018, in particolare nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Ragusa e Catania.
   In primo luogo, evidenzio che l'avversità segnalata rientra tra le cosiddette fisiopatie, ovvero alterazioni delle piante non causate da organismi viventi, ma da carenze o eccessi di elementi nutritivi nel terreno; squilibri fisiologici causati per esempio da piogge o irrigazioni eccessive, danni causati da eventi climatici quali gelate o scottature.
   Nel caso segnalato, da quanto è possibile rilevare dalla documentazione presentata dalla Regione, il fenomeno della spaccatura degli acini dell'uva da tavola sarebbe causato da un andamento stagionale anomalo, i cui fenomeni tuttavia non hanno assunto il carattere di eccezionalità per le intensità registrate e comunque l'effetto non sarebbe direttamente riconducibile al solo evento, ma all'alternarsi di periodi umidi e periodi siccitosi, accompagnati da interventi colturali probabilmente intempestivi e inopportuni (irrigazioni, concimazioni, ecc.) che hanno determinato nelle piante gli squilibri fisiologici alla base del danno.
   Ciò posto ricordo che, ai fini dell'attivazione del Fondo di solidarietà nazionale, è necessario che si verifichi un evento atmosferico di portata eccezionale che provochi danni diretti alle colture in misura superiore al 30 per cento della produzione lorda vendibile aziendale.
   Tuttavia, proprio per comprendere al meglio la situazione e venire incontro alle esigenze delle aziende, sono in corso ulteriori approfondimenti con la Regione Siciliana.
   Allo stato attuale, l'unica possibilità di intervento è rappresentata dall'attivazione di un regime di aiuto in «de minimis», la cui copertura deve però essere reperita con norma primaria.
   Nel frattempo, la Regione Siciliana, nell'ambito del proprio Programma di sviluppo rurale, può comunque attivare misure preventive ed attività di assistenza tecnica mirate alla riduzione degli effetti derivanti da andamenti stagionali anomali, come quello segnalato, ad esempio con strumenti di monitoraggio dell'umidità del terreno che consentano di intervenire in maniera opportuna con le irrigazioni e per la corretta gestione delle altre operazioni colturali.

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ALLEGATO 4

5-02519 Viviani: Sull'adozione di misure a sostegno dell'agricoltura e della produzione di miele made in Italy.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati,
   la tutela dei nostri prodotti agroalimentari, compreso il miele, è una delle priorità che il Governo intende perseguire a vantaggio non solo dei comparti produttivi, ma anche dei consumatori.
   L'apicoltura ha certamente un valore produttivo, ma ha anche una funzione ambientale, per il mantenimento degli equilibri naturali.
   Con oltre 55.000 apicoltori, un numero di alveari vicino al milione e mezzo, la produzione di circa 40 varietà di mieli diversi, l'apicoltura costituisce un importante settore del comparto agricolo nazionale con un buon livello di capacità produttiva, oltre all'importante funzione impollinatrice che le api svolgono. Dati che chiariscono le ragioni dell'impegno del Ministero a sostegno degli apicoltori.
   Occorre agire per ottimizzare l'intervento pubblico integrando le diverse azioni, dalla ricerca al sostegno di allevatori e produzioni, dai controlli alla comunicazione ai consumatori. Vi sono congrue risorse finanziarie su cui poter contare; l'impegno è di utilizzarle in maniera integrata e complementare affinché abbiano ricadute e impatti positivi su tutto il settore.
   Naturalmente il Ministero è al corrente della situazione rappresentata dall'Onorevole interrogante ed infatti, nell'ambito dell'apposito Comitato di indirizzo, effettua un costante monitoraggio della situazione.
   Per quanto concerne gli interventi previsti rilevo che, in applicazione della normativa unionale, sono stati attivati programmi pluriennali a sostegno dell'apicoltura che beneficiano di un cofinanziamento Ue pari a circa 3 milioni di euro l'anno, cui si aggiunge un cofinanziamento nazionale di uguale entità. Evidente attenzione che questo Governo dedica al ruolo dell'apicoltura, sia sul versante della competitività sia della sostenibilità produttiva.
   Tra le misure finanziabili vi sono anche quelle relative all'assistenza tecnica agli apicoltori e alla lotta contro gli aggressori e alle malattie dell'alveare (gestite in larga misura – circa l'89 – a livello regionale per meglio adattarsi alle diverse realtà territoriali), oltre ad azioni a carattere nazionale, quali la ricerca, il miglioramento della qualità dei prodotti, attività di formazione e divulgazione, ecc.
   Inoltre, con la legge di bilancio 2019, per la realizzazione di progetti nel settore apistico finalizzati al sostegno di produzioni e allevamenti di particolare rilievo ambientale, economico, sociale e occupazionale, è stata autorizzata la spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020.
   In merito alle azioni intraprese per salvaguardare la nostra apicoltura ricordo che, per quanto riguarda l'origine dei prodotti e le difficoltà di individuazione della reale provenienza degli stessi, in Italia vige una disposizione legislativa più restrittiva rispetto alla Direttiva 2001/110/CE sul miele. Nella fattispecie, la legge n. 81 dell'11 marzo 2016 prevede obbligatoriamente che sull'etichetta siano indicati il Paese o i Paesi d'origine in cui il miele è stato raccolto.
   Occorre poi tener presente che, nella proposta per la nuova PAC, il settore Pag. 168apistico è l'unico che raddoppia le proprie risorse, effettivamente a sostegno della qualità e del rafforzamento della produzione.
   Riguardo alla segnalata riduzione della produzione del comparto rilevo che lo scorso giugno si è tenuto un incontro del Tavolo di indirizzo e coordinamento che raccoglie i diversi stakeholders con la finalità di fronteggiare, con misure condivise, il calo produttivo. La convocazione del Tavolo rappresenta una pronta risposta per reagire, in maniera efficace e tempestiva, alle difficili condizioni del settore, così provato dalle ultime emergenze climatiche che hanno comportato una grave perdita di produzione, a cui si sommano gravi difficoltà di mercato dovute alla concorrenza del miele d'importazione.
   Come richiesto dai vari operatori riuniti nel tavolo apistico, è stato dato incarico ad Ismea di effettuare un'analisi della situazione di crisi produttiva, al fine verificare le condizioni per attivare, anche a livello sperimentale, gli strumenti di gestione delle crisi già utilizzati nel settore agricolo.
   È bene tener presente che il sostegno al comparto si realizza anche attraverso il contrasto alle frodi e all’italian sounding. In tale direzione abbiamo già potenziato il sistema dei controlli anche nel settore del miele, per il quale, come detto, vige l'obbligo dell'indicazione del Paese di origine in etichettatura.
   L'autorevolezza delle ispezioni ministeriali è riconosciuta a livello globale, tant’è che l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, organo tecnico di controllo del Ministero si è confermato il punto di riferimento dei controlli sul food a livello italiano e internazionale.
   Riguardo al paventato aumento di importazioni dalla Cina e dai Paesi dell'Est Europa di mieli di scarsa qualità mercantile o di analoghi derivati illecitamente spacciati per miele, l'Ispettorato effettua sul territorio nazionale i controlli sui mieli di diversa origine botanica e geografica (Stati membri dell'UE e Paesi terzi), sia alla produzione che alla commercializzazione. Per quelli biologici, sono previste anche analisi specifiche tese ad evidenziare la presenza di residui di prodotti fitosanitari non consentiti in tale metodo di produzione.
   I controlli vengono eseguiti sulla base di un'attenta analisi del rischio, così come previsto dal Regolamento (CE) n. 882 del 2004 e successive modifiche e integrazioni. Gli operatori della filiera che sono sottoposti a verifica sono i commercianti, i confezionatori e gli esercizi commerciali.
   Occorre poi tener presente che la collaborazione intrapresa con l'Agenzia delle Dogane e le Capitanerie di porto ha consentito di incrementare l'attività di monitoraggio dei flussi d'importazione dei prodotti agroalimentari provenienti da Paesi terzi ed evitare fraudolente commercializzazioni di mieli falsamente dichiarati «italiani» sul territorio nazionale.
   Ciò posto informo l'interrogante che, nel corso del 2018, l'Ispettorato ha eseguito sul prodotto in esame oltre 500 controlli e analizzato circa 400 campioni, di cui il 9,6 per cento è risultato irregolare.
   Gli illeciti riscontrati hanno riguardato prevalentemente l'utilizzo di un'etichettatura irregolare (per l'impiego di locuzioni ingannevoli od omissioni di indicazioni obbligatorie); il mancato adempimento degli obblighi di rintracciabilità; l'indebito uso commerciale di una denominazione protetta e l'illecito utilizzo di zuccheri estranei nella produzione di miele.
   Assicuro che, a tutela del settore e dei consumatori, il Ministero intende garantire un sempre maggiore livello di attenzione anche rispetto ai mieli d'importazione.