CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 giugno 2019
198.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VII e X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

7-00154 Piastra: Sulla promozione della ricerca nel settore dell'aerospazio.

RISOLUZIONE APPROVATA

  Le Commissioni riunite VII e X,
   premesso che:
    la presente risoluzione intende portare all'attenzione del Governo il problema della mancanza di adeguato sostegno nell'ambito della ricerca aerospaziale italiana;
    il settore della ricerca aerospaziale, che interessa sia il mondo dell'università che quello dell'impresa e dei centri specializzati privati, vale da solo un importante indotto e porta il nome dell'Italia in giro per il mondo, come dimostrano le diverse tecnologie provenienti dal nostro Paese, che sono utilizzate per numerose missioni spaziali internazionali. Si pensi alla recente missione che sta continuando a vedere la navicella «Trace Gas Orbiter» in orbita attorno a Marte (per raccogliere dati sull'eventuale presenza di gas organici nell'atmosfera marziana), a cura dell'Agenzia spaziale europea (Esa), oppure al progetto «Athena Fidus» (2014): un'infrastruttura per i servizi di telecomunicazione a banda larga, per usi militari e governativi, sviluppata in collaborazione con i partner francesi;
    l'Italia conta dal 1988 un'Agenzia spaziale italiana (ASI), vigilata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, che ha sede a Roma e un altro centro di ricerca a Matera, che occupa circa 200 persone, la cui missione viene svolta in sinergia con gli Atenei italiani – ed anche con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) – ed ha permesso di portare avanti il know-how italiano in materia di tecnologie aerospaziali. Si tratta di uno dei più importanti attori mondiali sulla scena della scienza spaziale, delle tecnologie satellitari, dello sviluppo di mezzi per raggiungere ed esplorare il cosmo: l'Agenzia ricopre, infatti, un ruolo di primo piano sia a livello europeo, sia mondiale, partecipando alle attività svolte dall'Agenzia Spaziale Europea. L'ASI collabora, altresì, costantemente con tutte le agenzie nazionali dell'ESA e con le principali agenzie estere (tra cui l'americana NASA, la giapponese JAXA, la russa ROSCOSMOS, l'israeliana ISA, etc.), portando il proprio contributo alle più interessanti missioni scientifiche degli ultimi anni;
    a partire dal 1984, con lungimiranza, lo Stato Italiano ha investito nel Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA), oltre un miliardo e cento milioni di euro, istituendo e affidandogli la gestione del PRO.R.A. (Programma nazionale di Ricerca Aerospaziale), con l'obiettivo di realizzare infrastrutture di ricerca e sperimentazione nonché le necessarie competenze specialistiche, per aumentare la competitività del sistema Paese nei settori strategici di aeronautica e spazio;
    la comunità scientifica italiana, grazie al fondamentale lavoro svolto dall'Agenzia, ha ottenuto risultati significativi nel campo dell'astrofisica e della cosmologia oltre che riguardo all'esplorazione spaziale, costruendo strumenti scientifici che hanno viaggiato con le sonde NASA ed ESA alla scoperta dei segreti di Marte, Giove, Saturno;
    anche il programma quadro per la ricerca Horizon 2020 dedica ampio spazio al settore spaziale, a dimostrazione della Pag. 10crescente importanza che l'Unione europea gli attribuisce. Il nostro Paese, attraverso i programmi spaziali e aerospaziali e con gli investimenti realizzati dall'ASI in uno degli ultimi progetti, denominato Cosmo SkyMed, ha contribuito alla realizzazione del primo sistema di osservazione satellitare della Terra concepito per scopi duali, cioè civili e militari. I 4 satelliti della costellazione permettono l'osservazione della Terra dallo spazio, mediante un radar ad apertura sintetica (SAR) in banda X, che può operare sia di giorno sia di notte, anche in caso di condizioni meteo proibitive e con un rilevante grado di precisione. Ha applicazioni di tipo civile e militare, nella gestione dell'ambiente, in particolare dei disastri naturali, e nella sorveglianza militare. Inoltre gli attuali 2 nuovi satelliti di Cosmo SkyMed approvati dal COMINT vanno a sostituire i 2 più vecchi (rispettivamente di 11 e 9 anni) dei 4 già in orbita;
    quello aerospaziale è un settore ad altissima qualità e professionalità, strategico per il presente ed il futuro del nostro Paese sia in campo civile che militare, con elevate esperienze e competenze tecniche, scientifiche ed industriali, riconosciute a livello internazionale: in Italia, infatti, proprio in ragione dell'alta professionalità degli operatori si sono delineati due distinti ambiti produttivi e di ricerca quali il settore dell'aeronautica, che riguarda il volo e il trasporto entro l'atmosfera terrestre, e il settore dello spazio, ovvero tutte quelle attività che si sviluppano al di fuori dell'atmosfera terrestre;
    i programmi aerospaziali italiani devono necessariamente tener conto delle roadmap europea ed internazionale, delle vision degli stakeholder e delle politiche di settore definite a livello nazionale ed internazionale, tese a tutelare le competenze tecnico/scientifiche;
    la crescita economica ed industriale del settore è strettamente legata all'innovazione tecnologica aerospaziale in considerazione delle tecnologie altamente innovative da introdurre, integrare e sperimentare su macchine altamente sofisticate, difatti il comparto aerospaziale manifatturiero italiano è al primo posto nel segmento dei sistemi integrati ad avanzata tecnologia;
    a livello nazionale le esportazioni del settore, sul totale delle esportazioni manifatturiere italiane, ha, negli ultimi anni, raggiunto una percentuale di circa 1,5 per cento che è ben superiore a quella del peso occupazione del settore di circa 1 per cento, evidenziando il ruolo che gioca la domanda estera nell'economia del settore;
    le grandi imprese italiane occupano posizioni di primo piano a livello internazionale come Leonardo che è quinta in Europa e tredicesima nel mondo e con l'aspettativa di un ulteriore incremento della posizione, attraverso l'allargamento della propria rete di collaborazioni internazionali e l'accrescimento del proprio ruolo. In particolare, Leonardo quale impresa nazionale di riferimento è fondamentale come driver delle strategie tecnologiche ed integratore delle competenze innovative delle PMI, delle Università e dei Centri di Ricerca. L'impresa nazionale di riferimento, insieme al CTNA «Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio», all'ASI e al CIRA, svolge il ruolo di catalizzatore di iniziative – spesso provenienti dai distretti tecnologici regionali che oggi rappresentano veri e propri centri d'eccellenza dell'intero comparto – che possono essere poi portate con successo sul mercato dando anche una dimensione internazionale ai progetti;
    si stima che l'indotto del settore aerospaziale e dell'elettronica high-tech collegata valga circa l'1 per cento del prodotto interno lordo, con oltre 50 mila addetti nel comparto, dei quali 20 mila ingegneri e persone ad altissima qualificazione professionale operanti in centri di ricerca, laboratori e impianti produttivi, e che le aziende operanti nel settore dell'elettronica high-tech valgano circa 7 miliardi di esportazioni all'anno. Un indotto importante, quindi, che però viene dimenticato Pag. 11quando si mettono a confronto altri settori produttivi dal momento che la ricerca aerospaziale prevede dei tempi mediamente più lunghi per il suo completamento (5-6 anni, con il rischio di raggiungere un equilibrio finanziario a seguito di investimenti dopo 10-15 anni);
    anche nel settore privato, l'Italia vanta una realtà importante e consolidata quale è, ad esempio, la società Thales Alenia Space, attiva da noi, come in Svizzera, Francia, Spagna e Germania, che consente di sviluppare importanti applicazioni utilizzate per la ricerca scientifica, ma anche per la difesa, per la sicurezza ed in ambito commerciale e delle telecomunicazioni, settore, quest'ultimo, nel quale l'Italia è presente sin dal 1977, dal lancio del satellite Sirio. Senza contare il programma portato avanti in fatto di cambiamenti climatici (Monitoring for Environment and Safety – GMES) che vede questa realtà attiva, come per gli studi oceanografici e il settore (in crescita) dei trasporti spaziali. Inoltre il programma, attivo principalmente per la fornitura alla Stazione spaziale internazionale, nel prossimo futuro potrebbe allargarsi (qui, come in Usa, Cina, India e Giappone) anche all'esplorazione del cielo in chiave turistico-commerciale;
    la sola società Thales Alenia Space conta, in Italia, un organico costituito da circa 2.300 addetti, distribuiti fra le sedi di Roma, Torino, L'Aquila e Milano;
    appare fondamentale non disperdere, a causa della carenza di investimenti nel settore, il know-how faticosamente costruito nel tempo e costituito anche da personale con contratto a termine, che rischia di vedere compromessa la propria carriera lavorativa e di dover interrompere le ricerche intraprese nel nostro Paese, per doversi eventualmente trasferire all'estero. Il personale che opera nel settore aerospaziale italiano, e che vi opererà in futuro deve essere pronto e preparato ad adeguarsi agli sviluppi della tecnologia comportando la necessità di una solida preparazione tecnico-scientifica;
    da analisi condotte emerge il profilo di un settore decisamente strategico, altamente qualificato, non solo in alcune nicchie di vertice, ma ad ogni livello gerarchico, con una qualificazione professionale decisamente caratterizzata da profili alti e diversificati. Il personale richiesto dalle aziende deve essere in possesso, per il 47 per cento, di esperienza specifica nel settore;
    il CTNA, nato nel settembre 2009 come un'associazione fondata dal DAC (Distretto Aerospaziale della Campania), dal Distretto Tecnologico Aerospaziale del Lazio, dal Distretto Aerospaziale Lombardo, dal Comitato promotore distretto aerospaziale Piemonte, dal Distretto Aerospaziale Pugliese, dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), da Avio Aero, da Leonardo a cui in seguito si sono uniti la Federazione aziende italiane per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza e il Consiglio nazionale delle ricerche, sviluppa le priorità e le iniziative tecnologiche, sulla base delle tendenze del mercato globale e delle politiche settoriali individuate a livello europeo ed internazionale, in accordo con tutti gli attori nazionali del settore Aerospaziale. Difatti il CTNA mira a garantire un forte ruolo propositivo dell'Aerospazio Italiano sia nel Settore Aeronautico, che deve perseguire la sfida di «un Sistema di Trasporto intelligente, eco-sostenibile ed integrato», sia nell'ambito della Ricerca Spaziale, che richiede un'industria competitiva orientata alle tecnologie abilitanti fondamentali;
    con la legge 11 gennaio 2018 n. 7, sono state introdotte rilevanti modifiche sulla disciplina previgente, contenuta nel D.Lgs. n. 128 del 2003, la quale assegnava in origine un ruolo promotore al MIUR, da svolgere d'intesa con i Ministeri interessati e con gruppi di lavoro cui partecipava anche il Presidente dell'ASI: in particolare, con la nuova legge sono attribuite al Presidente del Consiglio dei Ministri importanti funzioni in materia di ricerca spaziale, quali l'alta direzione, la responsabilità politica generale e il coordinamento delle politiche dei Ministeri relativo ai programmi spaziali e aerospaziali. Attraverso una generale riforma della governance dell'ASI, si prevede quindi il passaggio di alcune funzioni di controllo e di Pag. 12impulso dal Ministro della ricerca scientifica al Presidente del Consiglio, attraverso la creazione di un apposito comitato interministeriale, presieduto dallo stesso Presidente del Consiglio oppure dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con specifica delega alle politiche spaziali e aerospaziali;
    la legge n. 7 del 2018 ha altresì modificato le finalità dell'ASI, specificando che i compiti della stessa, che si concretizzano nel coordinamento e nella gestione dei progetti nazionali e nella partecipazione italiana a progetti europei ed internazionali in campo spaziale ed aerospaziale, sono svolti in conformità con gli indirizzi del Governo come promossi dal Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio;
    il Comitato interministeriale si è riunito per la terza volta in data 21 febbraio 2019 e sono stati approvati gli indirizzi del Governo in materia spaziale e aerospaziale, al fine di riordinare la governance delle politiche spaziali nazionali. Tali indirizzi si basano sull'assunto secondo cui spazio e aerospazio sono settori strategici per la crescita del Paese, grazie ai quali è possibile favorire lo sviluppo di settori che incidono significativamente sull'utenza nazionale e sui mercati esteri, così come tali settori fungono da grande impulso alla ricerca scientifica, al progresso tecnologico ed alle capacità di sviluppo e produzione dell'industria nazionale,

impegnano il Governo:

   ad adottare iniziative volte a stanziare adeguate risorse per continuare ad investire nel settore aerospaziale italiano, partendo dai centri quali il Cnr, l'Agenzia spaziale italiana (ASI), il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA) e le Università del territorio nazionale, al fine di stabilizzare i ricercatori precari che si stanno occupando di importanti studi in ambito scientifico-tecnologico;
   ad adottare iniziative per incentivare, mediante bandi ministeriali, la sinergia tra le realtà di ricerca nazionali e l'ambito privato, al fine di favorire la diffusione delle conoscenze e di continuare a sviluppare nel nostro Paese importanti tecnologie da poter utilizzare nei diversi ambiti di applicazione afferenti al settore aerospaziale;
   ad assumere iniziative per favorire il processo di applicazione delle tecnologie sviluppate in ambito aerospaziale ad altri ambiti della società civile e imprenditoriale italiana;
   a garantire il ritorno nazionale di Research and Development (R&D), in ragione del significativo contributo che il nostro Paese versa nei confronti dell'ESA, in termini di investimenti nell'ambito produttivo e della ricerca nonché a proseguire nel suo impegno per ottenere il maggior risultato possibile per il Sistema Paese, in vista della prossima ministeriale ESA a Siviglia nel mese di novembre 2019;
   a fornire il necessario supporto al gruppo di lavoro istituito con Decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca – Direzione generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca, del 25 febbraio 2019, n. 331, affinché proceda in tempi brevi all'aggiornamento del PRO.R.A., individuando come obiettivo primario il rilancio del CIRA in veste di centro d'eccellenza per la ricerca scientifica ed industriale italiana nel settore spaziale e aerospaziale, garantendo dotazioni finanziarie congrue per la gestione dell'intero patrimonio infrastrutturale realizzato e per lo sviluppo dell'intero comparto anche in chiave strategica per la crescita del Paese.
(8-00029) «Piastra, Belotti, Saltamartini, Andreuzza, Bazzaro, Binelli, Colla, Dara, Patassini, Pettazzi, Colmellere, Fogliani, Furgiuele, Latini, Patelli, Racchella, Sasso, Alemanno, Berardini, Carabetta, De Toma, Giarrizzo, Masi, Orrico, Papiro, Paxia, Rizzone, Scanu, Rachele Silvestri, Sut, Vallascas, Acunzo, Azzolina, Bella, Carbonaro, Casa, Gallo, Lattanzio, Mariani, Marzana, Melicchio, Nitti, Testamento, Torto, Tuzi, Villani».

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ALLEGATO 2

7-00188 Moretto: Sulla promozione della ricerca nel settore dell'aerospazio.

NUOVA FORMULAZIONE

  Le Commissioni riunite VII e X,
   premesso che:
    l'Italia vanta una posizione di leadership a livello mondiale nel settore aerospaziale, rappresentando la quarta potenza in Europa il terzo contributore in Esa e la settima a livello mondiale;
    il comparto aerospaziale rappresenta in Italia il maggiore comparto manifatturiero nel segmento dei sistemi integrati ad alta tecnologia;
    tra i Paesi dell'Ocse, l'aerospazio è il primo settore per incidenza della ricerca e sviluppo sul totale del valore aggiunto dall'economia (18,2 per cento). L'Italia è quinta nell'area Ocse per spesa in ricerca e sviluppo sul totale del valore aggiunto (21,9 per cento) e si classifica, a livello globale, in sesta posizione per numero di pubblicazioni e in quinta posizione per numero di citazioni nelle aree di ricerca su spazio e scienze planetarie nel periodo 1996-2017;
    nella ricerca ed esplorazione spaziale, l'Italia ha raggiunto importanti traguardi industriali e scientifici: è stato il terzo Paese al mondo ad aver inviato autonomamente un satellite nello spazio (dopo Stati Uniti d'America e Urss), ha avuto un ruolo di primo piano nella costruzione della stazione spaziale internazionale (circa il 50 per cento del volume pressurizzato del segmento internazionale è stato realizzato dall'industria italiana) e ha contribuito in misura significativa allo sviluppo e realizzazione dei lanciatori Ariane e, in particolare, Vega;
    l'intero comparto aerospaziale occupa in Italia oltre 50.000 addetti con ricavi annuali di circa quattordici miliardi di euro;
    l'industria aerospaziale italiani è un'area strategica, supportata da programmi nazionali e regionali e caratterizzata la forte collaborazione internazionale. Gli attori chiave sono il gruppo Leonardo Finmeccanica, azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza il cui maggiore azionista è il Ministero dell'economia e delle finanze, che possiede una quota di circa il 30 per cento, Thales Alenia Space Italia, Avio, un'ampia rete di piccole e medie imprese, l'Agenzia spaziale italiana (Asi) oltre a centri di ricerca e università; in Italia vi sono sette regioni con un distretto/cluster aerospaziale, formalizzato o meno (Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia e Umbria). Inoltre, si registra anche la presenza di player aerospaziali (Come alcune sedi di grandi gruppi, piccole e medie imprese, organizzazioni di ricerca) in altre regioni, soprattutto in Toscana, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia;
    i distretti aerospaziali italiani coinvolgono circa un migliaio di membri, tra aziende grandi e piccole e medie imprese, università e centri di ricerca;
    nel settembre 2009 è nato il «Cluster tecnologico nazionale aerospazio» (CTNA), che è un'associazione fondata da DAC distretto aerospaziale della Campania, Distretto tecnologico aerospaziale del Lazio, Distretto aerospaziale lombardo, Comitato promotore distretto aerospaziale Pag. 14Piemonte, Distretto aerospaziale Pugliese, Agenzia spaziale italiana (Asi), distretto aerospaziale, Avio Aero, Finmeccanica a cui in seguito si sono uniti Federazione aziende italiane per l'aerospazio, la difesa e la sicurezza e il Consiglio nazionale delle ricerche;
    il principale soggetto istituzionale attivo nel settore è l'Agenzia spaziale italiana (ASI), un ente di ricerca vigilato dal Ministero dell'istruzione dell'università della ricerca, ai sensi dal decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, che opera in collaborazione con diversi altri Ministeri;
    già a partire dagli anni ’80, molti Governi, soprattutto quelli europei, hanno consolidato vere e proprie partnership finanziarie con le maggiori aziende del settore, sollevandole quindi, in tutto o in parte, dal rischio e dall'onere finanziario. In questa logica, nel 1985, l'Italia ha istituito, con la legge 24 dicembre 1985, n. 808, una misura di promozione pubblica dello svolgimento tecnologico del settore aerospaziale e dell'elettronica connessa alla difesa;
    la legge n. 808 del 1985 è stata lo strumento fondamentale di politica industriale per il settore che ha consentito all'industria italiana di mantenersi in linea con la concorrenza europea ed ha contribuito significativamente a consolidare e sviluppare un patrimonio tecnologico nazionale di eccellenza, competitivo a livello internazionale;
    con la legge 23 luglio 2009, n. 99, sono state previste numerose disposizioni relative alla ricerca, tra cui agevolazioni a favore della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione. In particolare, sono state destinate risorse agli interventi individuati dal Ministero dello sviluppo economico in determinati ambiti, tra cui tecnologia dell'informazione e della comunicazione, industria aerospaziale, osservazione della terra e all'ambiente;
    la legge di stabilità per il 2015 ha disposto un contributo di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015-2017 all'Asi per il finanziamento di programmi spaziali strategici nazionali in corso di svolgimento e una autorizzazione di spesa di 60 milioni di euro per l'anno 2016 e di 170 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2017 al 2020 per la partecipazione italiana ai programmi dell'Agenzia spaziale europea e per i programmi spaziali nazionali di rilevanza strategica, con l'obiettivo di accompagnare e favorire il mutamento della politica industriale del settore consistente nel passaggio dal settore spaziale tradizionale all'insieme della «space economy»;
    il piano strategico space economy, nato dal lavoro svolto dai Governi a guida Pd attraverso il Ministero dello sviluppo economico e la cabina di regia spazio (iniziativa promossa dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, per la definizione della politica nazionale nel settore spaziale), ha definito le linee strategiche d'intervento in grado di consentire all'Italia di trasformare il settore spaziale nazionale in uno dei motori propulsori della nuova crescita del Paese, attraverso l'integrazione delle politiche di sviluppo dei territori con la politica spaziale, in linea con la richiesta della Commissione europea di programmare i fondi strutturali sulla base di una strategia nazionale di specializzazione intelligente, basata su una catena del valore unica integrata, dalla ricerca alla produzione;
    il piano, approvato dalla cabina di regia spazio a seguito della riunione del 23 novembre 2015 (protocollo N. UCM –0000867), è parzialmente confluito, come «piano a stralcio space economy», nel piano imprese e competitività Fsc, proposto dal Ministero dello sviluppo economico ed approvato con delibera del Cipe n. 52 del 2016 del 1o dicembre 2016, che le ha assegnato una dotazione di risorse pari 360 milioni di euro, a valere sul fondo sviluppo coesione;
    l'articolo 1, comma 372, della legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità 2016) ha autorizzato, per lo sviluppo dell'industria Pag. 15italiana nel settore dei piccoli satelliti ad alta tecnologia, la spesa di 19 milioni di euro per l'anno 2016, di 50 milioni di euro per l'anno 2017 e di 30 milioni di euro per l'anno 2018. Il medesimo comma 372 aveva altresì previsto che le misure di aiuto concesse a valere sulle predette risorse fossero erogate nel rispetto delle procedure previste;
    dal regolamento (UE) n. 651/2014 (general block exemption regulation – Gber), il quale esenta dall'obbligo di notifica alla Commissione determinate categorie di aiuti, a date condizioni; la legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018), ha previsto uno stanziamento pari a 21,7 milioni di euro per il 2018, di 21,9 milioni di euro per il 2019 e di 21,9 milioni di euro per il 2020 (Cap. 1678/MIUR, «Contributo dello Stato per la ricerca scientifica»). Tali somme sono state allocate nella missione «ricerca e innovazione» (17) programma ricerca scientifica e tecnologica di base (17.22);
    inoltre, il sostegno a interventi di ricerca spaziale viene effettuato sia attraverso le azioni cluster di cui al programma «Cooperazione pubblico-privato e ricerca industriale», sia con progettualità specifiche relative all'ambito tematico della Snsi «aerospazio»;
    solo per quanto riguarda il settore della ricerca, è evidente lo sforzo portato avanti nella precedente legislatura, visto che le risorse stanziate nel piano nazionale ricerca per gli anni 2015-2020 nel settore della ricerca spaziale ammontano a 30 milioni di euro aggiuntivi per il 2015, 109 per il 2016, 230 per il 2017, 180 per il 2018 per arrivare ai 290 milioni di euro aggiuntivi stanziati sia per il 2019 che per il 2020;
    infine, nel corso della scorsa legislatura, sempre in un'ottica di valorizzazione e potenziamento del ruolo da protagonista internazionale del settore aerospaziale italiano, è stata approvata la legge n. 7 dell'11 gennaio 2018, recante Misure per il coordinamento della politica spaziale e aerospaziale e disposizioni concernenti l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia spaziale italiana, la quale, allo scopo di assicurare il coordinamento delle politiche spaziali e aerospaziali, nonché di favorire l'efficacia delle iniziative dell'Agenzia spaziale italiana (A.S.I.), ha attribuito al Presidente del Consiglio dei ministri «l'alta direzione, la responsabilità politica generale e il coordinamento delle politiche dei Ministeri relative ai programmi spaziali e aerospaziali, nell'interesse dello Stato»;
    alla luce di quanto esposto finora, appare evidente come le politiche legate al settore aerospaziale siano state considerate strategiche e come tali al centro dell'attività dei Governi a guida Pd: il Governo attuale, invece, con la modifica apportata la scorsa estate alla composizione del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale, che stabilisce che il presidente dell'Agenzia spaziale italiana (A.S.I.) non ne sia più componente di diritto e possa essere invitato a partecipare alle sue riunioni senza diritto di voto, con funzione esclusivamente di alta consulenza tecnico-scientifica, ha effettuato come prima azione di politica aerospaziale una scelta, a giudizio dei firmatari del presente atto, incomprensibile che va nella direzione di ostacolare il coordinamento e l'organizzazione della politica spaziale e aerospaziale nazionale indebolendo immotivatamente il ruolo dell'A.s.i.;
    anche la successiva scelta del Governo Conte di rimuovere dall'incarico di presidente dell'Agenzia spaziale italiana il professore Roberto Battiston, accademico dal curriculum di altissimo profilo, il cui brillante operato ha consentito all'Agenzia di consolidare il proprio ruolo in Europa e nel mondo dando una nuova spinta al settore aerospaziale, eccellenza italiana riconosciuta nel mondo – rimozione a parere dei firmatari del presente atto frutto dell'applicazione, per la prima volta in Italia, dello spoil system in un ambito dal quale sono stati finora esclusi gli enti pubblici di ricerca, proprio alla luce del particolare status da essi goduto e della Pag. 16terzietà richiesta alle persone responsabili della loro gestione – dà purtroppo un altro segnale negativo e di penalizzazione alle attività in essere ed a quelle future, in quanto per la governance degli enti scientifici e, in particolare, per quelli legati all'innovazione è necessario valutare il merito e la preparazione specifica, assicurandone la continuità operativa: i programmi spaziali richiedono, inoltre, molti anni per essere realizzati e questo significa la necessità di riferimenti costanti e riconosciuti in contesti internazionali,

impegnano il Governo:

   a proseguire nel percorso tracciato negli anni al fine di rafforzare ulteriormente il posizionamento del settore aerospaziale del nostro Paese nel contesto internazionale, anche attraverso iniziative per lo stanziamento di adeguate risorse per sostenere il tessuto industriale ed investire sugli enti di ricerca e sulle università coinvolti nel comparto;
   ad adottare iniziative per incentivare fattivamente il processo di applicazione delle tecnologie sviluppate in ambito aerospaziale ad altri ambiti della società e dell'industria, al fine di allargare e massimizzare le ricadute ed i benefici all'intero sistema industriale e produttivo nazionale.
(7-00188) «Moretto, Ascani, Benamati, Bonomo, Gavino Manca, Mor, Nardi, Noja, Zardini, Anzaldi, Ciampi, De Maria, Di Giorgi, Piccoli Nardelli, Prestipino, Rossi».