CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 30 maggio 2019
194.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-02189 De Lorenzo: Iniziative per la tutela dei lavoratori a tempo determinato impiegati presso Poste Italiane S.p.a..

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come già comunicato in risposta all'atto di sindacato ispettivo numero 2-00138, ugualmente presentato dall'Onorevole De Lorenzo, rappresento che con l'accordo del 13 giugno 2018 Poste Italiane si è impegnata ad attivare strumenti di politiche attive del lavoro per complessive 6.000 unità, di cui ben 3.000 riguardanti la stabilizzazione di personale già precedentemente occupato con contratto a termine.
  Dall'analisi degli elementi istruttori attualmente disponibili emerge che il percorso assunzionale in oggetto sta procedendo rapidamente e prevede, già per il corrente anno, la creazione di 2.000 stabilizzazioni di personale con contratto a termine, di cui 1.600 entro la prossima estate.
  Per quanto riguarda l'utilizzo dei contratti a tempo determinato, l'Azienda Poste Italiane ha fatto presente di non aver messo in atto alcun comportamento elusivo dei princìpi di legge sanciti nel Decreto «Dignità» e di voler garantire la possibilità di far concorrere alla stabilizzazione anche quei soggetti che abbiano operato alle dipendenze della società per almeno nove mesi decorrenti dal primo gennaio 2014.
  Per quanto riguarda la consultazione della posizione di ogni singolo concorrente in graduatoria, Poste Italiane ha riferito che la stessa è consentita esclusivamente ai soggetti in possesso dei requisiti previsti dagli accordi sindacali, riportati tra l'altro sul sito internet nella sezione dedicata alle Politiche Attive, e che, in ossequio ai principi di trasparenza, procederà alla pubblicazione delle graduatorie su base provinciale.
  L'auspicio del Governo, ed anche il mio personale, è che si proceda quanto più rapidamente possibile alla piena attuazione degli accordi raggiunti con le organizzazioni sindacali, affinché si possa favorire l'assunzione a tempo indeterminato di migliaia di giovani lavoratori.

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ALLEGATO 2

5-02190 Serracchiani: Iniziative volte a garantire la continuità occupazionale e reddituale per i lavoratori della rete commerciale «Mercatone Uno».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il tribunale di Milano, il 23 maggio scorso, ha decretato il fallimento della Shernon holding Srl, società di proprietà al 100 per cento della maltese Star Alliance Limited, escludendo, inoltre, la possibilità di disporre l'esercizio provvisorio dell'impresa, in ragione dei costi elevati di gestione.
  La Shernon aveva acquisito Mercatone Uno dopo un apposito provvedimento di autorizzazione ai Commissari, rilasciato il 17 maggio 2018, all'esito di tre successivi esperimenti di vendita a trattativa privata intercorsi tra il giugno 2016 e il maggio 2018.
  A seguito della sentenza di fallimento della Shernon, sono stati chiusi 55 punti vendita in tutta Italia, con il coinvolgimento di circa 1.800 lavoratori.
  Vista la gravità della situazione, il Ministro Di Maio ha ritenuto necessario anticipare al 27 maggio la convocazione già prevista del tavolo di confronto con le parti interessate, con l'obiettivo di avviare tutte le misure necessarie per consentire la ripartenza dell'attività commerciale e non disperdere il patrimonio aziendale.
  Al tavolo, riunitosi lo scorso lunedì, hanno partecipato, i commissari straordinari, il curatore, i rappresentanti delle regioni coinvolte e le organizzazioni sindacali.
  In particolare, durante il tavolo sono state indicate le iniziative di breve e medio periodo per tutelare la dignità dei lavoratori coinvolti e preservare i posti di lavoro.
  Innanzitutto, spetterà ai commissari chiedere al tribunale l'autorizzazione alla ripresa dell'esercizio provvisorio dell'attività, in modo da consentire il ricorso immediato agli ammortizzatori sociali.
  Successivamente, invece, seguirà la fase di reindustrializzazione, nella prospettiva di una cessione dell'attività aziendale.
  Segnalo, inoltre, che un nuovo incontro del tavolo tecnico è previsto per oggi, con l'obiettivo di analizzare ed individuare possibili soluzioni alle problematiche riguardanti la tutela dei fornitori e dei creditori della società.
  Per concludere, evidenzio che tutte le parti coinvolte hanno accolto favorevolmente gli obiettivi proposti al tavolo e che, al momento, è in corso la verifica tecnica anche per individuare il percorso per la riconsegna dei compendi alla procedura di amministrazione straordinaria del gruppo Mercatone Uno e garantire così tutti i lavoratori coinvolti.

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ALLEGATO 3

5-02191 Fatuzzo: Superamento delle disparità di trattamento a danno dei beneficiari di pensioni da contributi da lavoro dipendente o autonomo rispetto ai beneficiari di pensioni sociali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento al question-time in oggetto, con il quale si evidenzia la necessità di intervenire per incrementare le pensioni da lavoro dipendente o autonomo, al fine di garantire un corposo differenziale tra le pensioni contributive e quelle assistenziale, voglio fare una doverosa premessa.
  Com’è a tutti noto, infatti, solo la prima può definirsi trattamento previdenziale in senso stretto, in quanto erogata a fronte del pagamento di contributi derivanti dallo svolgimento di un'attività lavorativa. L'assegno sociale, per contro, rappresenta una prestazione assistenziale tesa a garantire un livello minimo di prestazioni alle fasce più deboli.
  È altrettanto noto a tutti come le riforme varate dai precedenti governi in materia di lavoro e pensioni non sono state in grado di ridurre il divario socio economico tra le diverse fasce della popolazione italiana, che purtroppo si è andato via via aggravandosi.
  È in questa prospettiva, quindi, che questo governo ha ritenuto prioritario un intervento normativo che avesse come finalità quella di supportare quei pensionati che si trovano in una condizione di maggiore difficoltà economica: il riferimento è alla pensione di cittadinanza che riguarda tutta quella fascia di pensionati che con fatica arrivano a fine mese e che vivono sulla soglia della povertà assoluta.
  È chiaro che non ci fermeremo a questo intervento ma andremo oltre rispettando le priorità del contratto. Con Quota 100 abbiamo riconosciuto a tante migliaia di lavoratori di poter andare in pensione dopo una lunga e faticosa carriera di lavoro, ma possiamo fare ancora molto e raggiungere altri obiettivi importanti. Concludo questo mio intervento, quindi, invitando le forze politiche ad uscire dalla logica della contrapposizione tra le varie classi sociali, che tanto male fa al sentimento del Paese e confido nel fatto che grazie a nuovi provvedimenti normativi che siamo pronti a mettere in campo riusciremo a rilanciare l'economia e, quindi, il benessere anche dei pensionati, senza tuttavia escludere la necessità di intervenire a sostegno di quelli che vivono una particolare situazione di disagio, ai quali va dedicata la massima attenzione.

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ALLEGATO 4

5-02192 Murelli: Iniziative urgenti in favore dei lavoratori dell'azienda Brandamour S.p.a..

TESTO DELLA RISPOSTA

  Le politiche a tutela dei lavoratori delle aziende in crisi hanno rappresentato, sin dall'inizio dell'attività legislativa, una delle priorità assolute per questo Governo. Con il cosiddetto «Decreto Genova», infatti, abbiamo cercato di colmare il vuoto lasciato dall'approvazione del Jobs Act.
  In particolare, l'articolo 44 del «Decreto Genova» ha previsto la possibilità di autorizzare, a decorrere dal 29 settembre 2018 e fino al 31 dicembre 2020, entro un limite temporale di 12 mesi e previo accordo stipulato in sede governativa, un intervento di cassa integrazione guadagni straordinaria (per crisi aziendale) anche in deroga ai limiti generali di durata vigenti, nei casi in cui l'azienda cessi o abbia cessato l'attività produttiva e sussista una delle seguenti ipotesi:
   concrete prospettive di cessione dell'attività, con conseguente riassorbimento occupazionale;
   possibilità di realizzare interventi di reindustrializzazione del sito produttivo;
   specifici percorsi di politica attiva del lavoro, posti in essere dalla regione interessata e relativi ai lavoratori dell'azienda in oggetto.

  Inoltre, con l'approvazione dell'articolo 43-bis, è stata introdotta anche la possibilità di uno sgravio contributivo, relativo all'esonero sia del versamento delle quote di accantonamento per il trattamento di fine rapporto – relativamente alla retribuzione persa a causa della riduzione oraria o della sospensione dal lavoro –, sia dal pagamento all'INPS del contributo inerente alle interruzioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
  Con riferimento al caso specifico posto all'attenzione dagli Onorevoli interroganti, segnalo che la società tessile Brandamour, con sede legale in Biella, ha presentato un programma di crisi aziendale per cessazione di attività per il periodo decorrente dal 19 aprile 2019 al 18 aprile 2020. Il programma prevede la sospensione a zero ore per l'organico, pari a 93 unità. Evidenzio, in aggiunta, che la richiesta è attualmente in fase istruttoria per la valutazione dei requisiti rilevanti a norma di legge.
  In sede di accordo, poi, l'azienda ha presentato anche un programma di gestione degli esuberi che si propone l'obiettivo di contribuire a favorire l'individuazione di nuove opportunità di ricollocazione del personale eccedente e principalmente di attivare percorsi di formazione integrati da misure di politica attiva complementari finanziate sul POR/FSE.
  Inoltre, la regione Piemonte presente all'incontro ha manifestato la propria disponibilità a sostenere con azioni di politica attiva la gestione delle eccedenze, come indicato al punto quattro della circolare numero 15 del 4 ottobre 2018 del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  Tengo a precisare, infine, che sebbene non sia stata ancora interpellata la struttura competente del Ministero dello Sviluppo Economico, questo Governo si rende disponibile, come già successo in numerose altre occasioni, ad avviare, qualora venga richiesto dalle parti sindacali o dalla proprietà, un tavolo di confronto con l'obiettivo di tutelare i posti di lavoro a rischio e l'intera produzione.