CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 aprile 2019
173.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

DL 27/2019: Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale e per l'emergenza nello stabilimento Stoppani, sito nel comune di Cogoleto. C. 1718 Governo.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione,
    esaminato, per le parti di competenza, il testo del disegno di legge C. 1718 del Governo: «Conversione in legge del decreto-legge 29 marzo 2019, n. 27, recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale e per l'emergenza nello stabilimento Stoppani, sito nel comune di Cogoleto»;
   considerato che l'unica disposizione volta ad incidere su materie che afferiscono alle competenze della Commissione Affari sociali è quella contenuta nell'articolo 5 del decreto-legge, che incrementa la dotazione del Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti al fine di favorire la distribuzione gratuita di alimenti ad alto valore nutrizionale, prevedendo in particolare un finanziamento di 14 milioni di euro per il 2019 per l'acquisto di formaggi DOP fabbricati esclusivamente con latte di pecora, con stagionatura minima di cinque mesi e una serie di altre caratteristiche qualitative;
   manifestata condivisione per le finalità e il contenuto di tale disposizione,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

Indagine conoscitiva sull'attuazione della legge 15 marzo 2010, n. 38, in materia di accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, con particolare riferimento all'ambito pediatrico.

DOCUMENTO CONCLUSIVO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

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ALLEGATO 3

5-01492 Rostan: Infezioni presso il reparto di terapia intensiva degli Spedali Civili di Brescia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Desidero innanzitutto comunicare che non appena ricevuta la notizia del decesso dei quattro neonati nell'Unità operativa di terapia intensiva neonatale dell'azienda socio sanitaria territoriale degli Spedali Civili di brescia, il Ministro della salute ha disposto una visita ispettiva a carattere d'urgenza presso il nosocomio, che è iniziata il giorno 10 gennaio 2019, da parte di una Commissione composta, oltre che da rappresentanti del Ministero della salute, anche da referenti dell'istituto Superiore di Sanità, dell'Agenas e dai Carabinieri del NAS.
  Nel corso dell'ispezione sono stati acquisiti documenti ed auditi tutti gli operatori coinvolti, al fine di rilevare eventuali criticità di tipo clinico/organizzativo e di predisporre le conseguenti, opportune azioni di correzione e miglioramento.
  È importante precisare che ancor prima dell'attività ispettiva, già in data 4 gennaio 2019, i Carabinieri del NAS avevano effettuato una prima ispezione presso il reparto di terapia intensiva neonatale, a seguito della segnalazione, da parte della madre di un neonato, poi deceduto in data 5 gennaio 2019, della situazione di criticità in cui versava il proprio figlio.
  Inoltre, lo stesso 5 gennaio 2019, a seguito del collegamento, effettuato da alcuni organi di stampa, tra i decessi avvenuti presso il medesimo Ospedale, i Carabinieri del NAS hanno effettuato un'ulteriore ispezione.
  Bisogna, peraltro, precisare che sui primi tre decessi è intervenuta anche l'autorità giudiziaria, che ha subito disposto autopsia.
  In merito ai decessi dei quattro neonati, fortemente pretermine, avvenuti presso la terapia intensiva neonatale tra il dicembre 2018 ed il gennaio 2019, la Commissione ispettiva, sulla base dell'analisi della documentazione disponibile e dei colloqui con tutti i professionisti dell’équipe che ha seguito i quattro neonati, ha potuto escludere – con un ampio margine di certezza – una connessione tra i casi di infezione verificatisi nell'estate 2018 e i casi più recenti.
  Peraltro, anche i quattro decessi non sembrerebbero tra loro correlati, in quanto ascrivibili a grave prematurità, a quadri di entercolite necrotizzante e ad infezioni sistemiche da agente ignoto, oltre che a malformazioni incompatibili con la stessa vita.
  Va inoltre precisato che la Commissione ha rilevato il progressivo miglioramento delle capacità diagnostico/terapeutiche del reparto, evidenziato dai dati di epidemiologia degli armi 2016-2018, i quali indicano che il numero dei decessi di neonati partoriti a meno di 26 settimane di gestazione è passato dal 56 per cento nel 2016 al 35,3 per cento nel 2018.
  Si deve soggiungere, altresì, che anche la Regione Lombardia ha avviato una propria attività ispettiva, dando mandato all'Agenzia di tutela della salute di Brescia di attivare una Commissione d'inchiesta regionale, istituita lo scorso 7 gennaio, al fine di effettuare tutti i controlli necessari per accertare le cause dei decessi.
  Quanto all'evento avvenuto nell'estate 2018 presso lo stesso reparto, relativo ad un «cluster» di infezione dovuto a «SerratiaMarcescens», con interessamento di Pag. 151nove neonati (colonizzati/infetti) ed il decesso di uno di loro, nel corso dell'ispezione i vertici aziendali, i responsabili dei servizi ospedalieri di prevenzione ed i professionisti operanti nel reparto hanno illustrato le varie misure adottate per delimitare il diffondersi del contagio e per bonificare l'intero reparto.
  Sono state sviluppate anche iniziative per prevenire la trasmissione di detto microrganismo, tra cui i corsi di aggiornamento sulle tematiche delle infezioni nosocomiali.
  Le misure di prevenzione e controllo per contenere e debellare l'evento epidemico dovuto a «SerratiaMarcescens» sono culminate, in data 10 ottobre 2018, nelle analisi della Fondazione IRCCS-Policlinico «San Matteo» di Pavia, che ha refertato che l'evento epidemico riscontrato presso la terapia intensiva neonatale degli Spedali Civili di Brescia è stato sostenuto da un singolo clone di «SerratiaMarcescens», rilevabile sia negli isolati clinici che nei campionamenti ambientali analizzati.
  La Regione Lombardia ha inteso precisare che, presso l'Unità Operativa di terapia intensiva neonatale dell'ASST «Spedali Civili» di Brescia, a partire dal 20 luglio 2018 ad oggi, sono in corso interventi di intensificazione della pulizia ambientale con bonifica delle sale di degenza, della stanza per le mamme destinata alla «raccolta latte», della «Banca del latte umano donato» e del «Lactarium».
  Tali azioni di prevenzione e controllo delle infezioni in ambito ospedaliero interessano, in particolare, le postazioni letto, i macchinari, gli ausili, i carrelli, i muri ed i pavimenti.
  Sempre la Regione ci ha informato, inoltre, che si è provveduto alla sostituzione sia di tutta la rubinetteria, adottando i meccanismi di azione a pedale per i lavandini, sia di tutte le confezioni/erogatori di detergente ogni sette giorni, indipendentemente dal loro effettivo esaurimento.
  Inoltre, saranno a breve collocati adeguati filtri in 18 lavandini.
  Sono state sostituite anche le dotazioni di «mouse» e tastiere «pc», con strumenti medicali più facilmente sanificabili.
  È stata, inoltre, data assicurazione che la struttura ospedaliera tratta direttamente i vestiti, la biancheria, le cuffie e i vari dispositivi tessili dei neonati degenti nelle stanze di terapia intensiva e nelle stanze di isolamento.
  A rinforzo delle attività di disinfezione degli ambienti di degenza e di lavoro, si è proceduto all'acquisto di micro nebulizzatore di perossido d'idrogeno e argento solfato per via aerea.
  Oltre a tali costanti interventi di sanificazione ambientale, si è provveduto, infine, alla revisione delle procedure mirate alle varie operazioni di bonifica dei locali e delle attrezzature medicali in uso presso la terapia intensiva neonatale.

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ALLEGATO 4

5-01586 Novelli: Criticità della situazione lavorativa degli operatori della Croce Rossa dell'area metropolitana di Roma

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alle criticità relative alla gestione del Comitato della Croce Rossa Italiana dell'area metropolitana di Roma Capitale, richiamate nell'interrogazione parlamentare in esame, il Ministero della salute ha ritenuto di interessare il Segretario generale della Croce Rossa italiana, il quale ha fornito le seguenti informazioni, relative alle singole criticità riportate nell'articolo di stampa del 23 febbraio 2019.
  Con riferimento alle asserite «turnazioni estenuanti», è stato data assicurazione che la turnazione viene articolata nel rispetto del Contratto collettivo nazionale di lavoro della associazione nazionale pubbliche assistenze, garantendo al personale un minimo di 11 ore di riposo tra un turno lavorativo e l'altro, ed almeno 1 giorno di riposo nella settimana.
  Inoltre, le ore di straordinario e gli eventuali cambi di turno vengono preventivamente concordati con il singolo dipendente, ed inseriti solo in caso di accettazione da parte dello stesso.
  Quanto alla gestione delle chiamate, occorre ricordare che lo smistamento delle stesse ai singoli equipaggi non è effettuato dal Comitato CRI di Roma, bensì dalla centrale operativa ARES 118, che gestisce il Servizio di emergenza territoriale extra-ospedaliero; la Croce Rossa, infatti, non gestisce l'attivazione dei soccorsi sul territorio, ma mette a disposizione, come da apposita Convenzione, le risorse necessarie affinché la Centrale possa fornire una pronta risposta alle necessità della cittadinanza.
  In riferimento alle presunte criticità delle divise degli operatori, la CRI di Roma ha comunicato di aver elaborato e adottato un protocollo operativo relativo alla «Gestione degli indumenti da lavoro» – diffuso, condiviso e pubblicato su di un sistema di gestione accessibile a ciascun operatore già dal 2016 – che è specificamente rivolto a garantire la tutela degli operatori e dei pazienti trasportati dal rischio biologico.
  Tale procedura offre dettagliate indicazioni in merito a: uso e conservazione degli indumenti di lavoro; valutazione dello stato degli indumenti e procedure di sicurezza in ipotesi di contaminazione; cadenze periodiche entro cui procedere alla sanificazione dei vari indumenti utilizzati e non contaminati; procedure per la gestione degli indumenti contaminati; attività di pulizia e sanificazione degli indumenti, e relativi moduli per attivare detti servizi; sostituzione indumenti danneggiati.
  In ordine all'asserita omessa sterilizzazione delle ambulanze e dei presìdi in dotazione alle diverse unità, la CRI-Roma ha assicurato di utilizzare esclusivamente dispositivi monouso che, venendo smaltiti dopo il loro impiego, non richiedono alcuna attività di sterilizzazione.
  Inoltre, CRI-Roma ha adottato una specifica procedura inerente alla «Sanificazione e sanitizzazione dei mezzi di soccorso», volta a disciplinare in modo uniforme e omogeneo le modalità operative per l'igienizzazione e decontaminazione dei vani dei mezzi di soccorso.
  Tale procedura descrive in modo dettagliato le diverse operazioni di «sanificazione/sanitizzazione/decontaminazione» che devono essere effettuate con cadenza Pag. 153giornaliera o settimanale, da parte dell'operatore, in ragione dell'intervento di soccorso realizzato.
  Inoltre, le operazioni di sanificazione vengono documentate su un apposito registro indicante: data e ora di avvenuta sanificazione; firma dell'operatore sanitario; targa del mezzo e postazione; azione posta in essere: il tutto al duplice scopo di lasciare indicazioni all'equipaggio del turno successivo e di conservare una tracciabilità dell'operato svolto, in modo da permettere al funzionario responsabile di valutare eventuali negligenze o omissioni del personale in servizio.
  CRI-Roma ha, peraltro, acquistato il sistema «Pure-Health» per la sanificazione costante e continua delle pareti interne del vano sanitario.
  Circa le criticità nelle sedi romane da dove partono i soccorsi, con particolare riferimento alla Sede di San Pietro, la CRI-Roma ha chiarito che essa è, in realtà, solo un mero locale di deposito di materiali, costituito da due piccoli ambienti, dove insistono una scrivania, delle sedie e taluni armadi contenenti materiale sanitario per l'equipaggiamento delle ambulanze.
  Pertanto, tale sede non costituisce una base di partenza per i soccorsi né, tanto meno, un luogo di deposito delle bombole di ossigeno, atteso che il rifornimento di queste viene effettuato direttamente presso la sede principale CRI di Via Ramazzini n. 31, ove il deposito è ubicato in posizione idonea e tenuto in stato di assoluta sicurezza, in conformità con le prescrizioni di legge in materia.
  All'interno della struttura di San Pietro è, inoltre, presente una pompa di calore idonea al riscaldamento della sede: pertanto, non corrisponde al vero la circostanza che gli operatori sarebbero costretti ad utilizzare una stufetta per riscaldarsi.
  La CRI-Roma, ha, infine, precisato che la sede di San Pietro non costituisce un «luogo di lavoro» – per il quale debbano valere le disposizioni del decreto ministeriale 10 marzo 1998, in materia di sicurezza antincendio e gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro – trattandosi, bensì, di un mero deposito materiali nonché locale di rifornimento delle autoambulanze. In questa sede, dunque, in conformità al Disciplinare tecnico Servizio mezzi di soccorso ARES 118, è garantita ai dipendenti la sola Postazione di Stazionamento, per tale dovendosi intendere l'area di sosta di mezzi e dei relativi equipaggi in attesa dell'attivazione del Servizio.
  Con riferimento, invece, alla postazione del Nuovo Salario, la CRI-Roma ha comunicato di aver provveduto a rimuovere i materassi citati nell'articolo di stampa di cui si discute, al fine di garantire più adeguate condizioni di igiene per gli operatori.
  Da ultimo, circa la Sede di San Basilio, si segnala che essa è stata chiusa per motivi inerenti all'utenza elettrica e non in relazione a presunti interventi della polizia locale a seguito di esposti del vicinato.
  Ciò posto in relazione alle dettagliate notizie rese dal Segretario Generale della Croce Rossa Italiana, intendo ringraziare l'onorevole interrogante poiché con il suo atto ispettivo ha consentito al Ministero della salute di acquisire le necessarie rassicurazioni circa la correttezza delle attività e delle procedure seguite dalla CRI di Roma, a garanzia sia della sicurezza e della dignità dei suoi operatori, sia soprattutto della efficienza del servizio che viene da sempre reso a beneficio della collettività.