CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 marzo 2019
153.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-01628 Zanella: Misure di carattere finanziario a favore del Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione TV e minori.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Il Codice di autoregolamentazione TV e Minori è nato, come noto, con la finalità di migliorare la qualità delle trasmissioni dedicate ai minori, per aiutare le famiglie ed il pubblico più giovane ad un uso corretto della televisione e per sensibilizzare i produttori dei programmi rivolti ai minori, per tutelarne i diritti e l'integrità psichica e morale.
  Per il perseguimento di tali finalità, la vigente disciplina del sistema radiotelevisivo (artt. 3 e 4 del Testo Unico della radiotelevisione), oltre a garantire la trasmissione di programmi che rispettino i diritti fondamentali della persona, in particolare, vieta le trasmissioni che anche in relazione all'orario di messa in onda, possano nuocere allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori. Sono altresì vietate scene che presentano violenza gratuita o insistita o efferata, ovvero pornografiche, salve le norme speciali per le trasmissioni ad accesso condizionato, che comunque impongono l'adozione di un sistema di controllo specifico e selettivo.
  L'attuazione del Codice è vincolante per tutte le Emittenti e, come ricordato anche dall'onorevole interrogante, è stata affidata a un Comitato costituito da quindici membri effettivi (in rappresentanza, in parti uguali, delle Emittenti televisive firmatarie del Codice, delle Istituzioni, e degli utenti) che il Ministero dello sviluppo economico ha reinsediato a gennaio 2018, con la consapevolezza del compito delicato ma fondamentale che lo stesso svolge per garantire una corretta fruizione dei contenuti delle trasmissioni, anche alla luce dell'ampliamento dell'offerta televisiva multimediale.
  In tale quadro il MiSE si è adoperato per assicurare una dotazione finanziaria al Comitato medesimo.
  A tal fine è stata quindi predisposta una specifica proposta normativa d'istituzione di un apposito capitolo di bilancio, per far fronte al rimborso delle spese di missione dei componenti del Comitato designati in rappresentanza delle pubbliche amministrazioni, nonché per la stipula di accordi e convenzioni con università ed organismi specializzati per l'effettuazione di ricerche, studi ed attività divulgative sulla materia.
  Si manifesta pertanto la disponibilità e l'impegno ad individuare il veicolo normativo più idoneo per giungere all'approvazione della citata iniziativa.

Pag. 51

ALLEGATO 2

5-01629 Fidanza: Problemi di ricezione del segnale RAI in alcuni comuni piemontesi.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Rispondo in merito alle questioni poste dagli Onorevoli Interroganti, rappresentando quanto segue.
  Premetto che il vigente Contratto di servizio 2018-2022 tra il Ministero dello sviluppo economico e la Rai disciplina l'attività che l'Azienda svolge ai fini dell'espletamento del Servizio Pubblico.
  Il contratto stabilisce, nel caso dell'offerta televisiva, che la Concessionaria Pubblica, in collegamento con le attività volte alla liberazione della banda 700MHz, previste a carattere nazionale, presenti al MiSe un progetto operativo finalizzato alla diffusione di tutti i contenuti audiovisivi di pubblico servizio, assicurando la ricevibilità gratuita del segnale al 100 per cento della popolazione via etere o, quando non possibile, via cavo e via satellite, coerentemente a quanto previsto dall'articolo 3, comma 1, lettera a) della Convenzione.
  Nel caso in cui per l'accesso alla programmazione fosse necessaria una scheda di decrittazione, la Rai è tenuta a fornirla all'utente senza costi aggiuntivi.
  Pertanto, nell'attuazione del sopra citato contratto di servizio è prevista la possibilità che la Rai serva la popolazione anche, in alternativa alla tv digitale terrestre, attraverso le tecnologie sopra descritte, che qualora adottate sarebbero risolutorie delle problematiche di ricezione segnalate.
  Aggiungo, inoltre, che sul tema della diffusione dei contenuti audiovisivi, il quadro normativo di riferimento ha visto un mutamento significativo con la legge di bilancio 2019, con la quale sono state introdotte modifiche alle precedenti disposizioni che avevano disciplinato la materia.
  Nell'ambito di questo rinnovato processo, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con la delibera n. 39/19/CONS del 7 febbraio 2019 ha approvato il nuovo piano Nazionale di assegnazione delle Frequenze.
  Nella medesima delibera sono state previste adeguate risorse frequenziali, ivi inclusa una rete destinata al trasporto dell'informazione regionale da parte del concessionario del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, una rete nazionale decomponibile per macro aree in banda UHF e caratterizzata da una potenzialità di copertura pressoché integrale della popolazione italiana.
  Per quanto concerne il tema della diffusione del segnale nei comuni montani e collinari piemontesi e, più specificamente, in merito all'ampliamento dei livelli di copertura, segnalo che il 25 febbraio scorso la Concessionaria Pubblica ha inoltrato una richiesta di integrazione delle proprie reti operanti sul territorio che prevede l'attivazione nella regione Piemonte di ulteriori 60 impianti digitali trasmittenti per ognuna delle reti «tematiche» corrispondenti al Mux 2, Mux 3 e Mux 4.
  Ulteriore possibilità, al fine di garantire la ricezione del segnale da parte degli utenti, è costituita dalla ripetizione dei programmi della Concessionaria Pubblica e anche di emittenti private da parte dell'ente locale o comunità montana interessati, con oneri a proprio carico, presentando la richiesta di autorizzazione Pag. 52all'attivazione di ripetitori ai sensi dell'articolo 30 decreto legislativo n. 177/05.
  Occorre inoltre segnalare che il 14 gennaio scorso, nell'ambito della riunione presso il Mise del Comitato di indirizzo e monitoraggio Infratel, istituito allo scopo di verificare gli obiettivi prefissati nel Piano Banda Ultra Larga, ha partecipato il Presidente dell'UNCEM, l'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, che ha discusso con il Comitato sulla realizzazione di progetti finalizzati a superare il digital divide nelle comunità montane e favorire, attraverso l'adozione di servizi di nuova generazione, la crescita e lo sviluppo sociale ed economica dei suddetti territori.
  In conclusione, il MISE monitorerà, nell'ambito delle competenze affidate dal contratto di servizio, le successive attività della RAI in merito a quanto illustrato.

Pag. 53

ALLEGATO 3

5-01630 Maccanti: Misure a tutela degli apparati elettronici e della sicurezza cibernetica.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Il progressivo inserimento nel mercato italiano di apparati prodotti da vendor stranieri vede le reti fisse e mobili «poggiate» anche su tecnologie non comunitarie; tra aziende che a livello mondiale forniscono apparati per le reti 5G, i cosiddetti vendor, figura anche la società Huawei, sulla quale lo Stato Italiano non detiene alcuna partecipazione.
  Come dichiarato il 7 febbraio scorso dal Ministro Luigi Di Maio «La sicurezza nazionale è una priorità e nel caso in cui si dovessero riscontrare criticità – al momento non emerse – il MiSE valuterà l'opportunità di adottare le iniziative di competenza».
  In questa direzione, e nel solco delle attività poste in essere in materia di sicurezza, Il Ministro Di Maio ha istituito presso il Ministero dello sviluppo economico, con decreto del 15 febbraio scorso, il Centro di valutazione e certificazione nazionale (CVCN). Il CVCN costituisce un importante tassello ai fini della sicurezza cibernetica del Paese, con particolare riferimento alla verifica delle condizioni di sicurezza e dell'assenza di vulnerabilità di prodotti, apparati, e sistemi destinati ad essere utilizzati per il funzionamento di reti, servizi e infrastrutture strategiche, nonché di ogni altro operatore per cui sussiste un interesse nazionale. Occorre, infatti, che le Istituzioni preposte vigilino attentamente, a tutela degli interessi economici e strategici del Paese, ma non si può che farlo nell'ambito del quadro normativo vigente.
  Con riferimento alla società Infratel, Italia S.p.A., si rappresenta che la stessa è una società partecipata al 100 per cento da INVITALIA S.p.A., società in house del Ministero. OPEN FIBER è aggiudicataria dei tre bandi di gara, gestiti per il tramite di INFRATEL quale soggetto attuatore, nell'ambito del piano pubblico di investimenti che porta questa tecnologia nelle aree così dette «bianche» o «a fallimento di mercato», vale a dire quelle nelle quali gli operatori privati non hanno interesse ad investire.
  Infratel, per il primo stanziamento di 8 Milioni di euro, ha utilizzato una convenzione Consip Lan 6 che la stessa Consip ha aggiudicato alla società Tim. In particolare la convenzione prevede la fornitura di prodotti e servizi per reti locali per le P.A. Il contratto prevede l'utilizzo di due differenti tecnologie (Huawei e HP) con differenze notevoli di prezzo aggiudicate da Consip. Per il valore economico della fornitura prevista la stessa Tim in qualità di aggiudicataria ha offerto la tecnologia Huawei.
  In merito alla notizia di stampa riguardante l'assegnazione alla società Huawei dell'intera fornitura tecnologica si precisa lo stanziamento ulteriore del progetto di 45 Milioni di euro e a tal proposito sarà attivata apposita gara pubblica.
  Relativamente alla sicurezza cibernetica, appare utile infine aggiungere che a livello europeo, entro il prossimo mese di maggio 2019 è attesa l'adozione del «Cybersecurity Act» che introdurrà un sistema europeo di certificazione della sicurezza informatica di prodotti e servizi digitali nell'ottica di incrementare lo sviluppo del mercato dell'UE e nel contempo di accrescere la fiducia dei consumatori nell'utilizzo di nuovi prodotti e servizi.

Pag. 54

ALLEGATO 4

5-01631 Paita: Utilizzo dello strumento del Golden Power nei confronti dei contratti con Huawei.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Rispondo in merito alle questioni poste dagli Onorevoli Interroganti, rappresentando quanto segue.
  Il progressivo inserimento nel mercato italiano di apparati prodotti da vendor (venditori) stranieri vede le reti fisse e mobili «poggiate» anche su tecnologie non comunitarie; come è stato già detto nella risposta data all'onorevole Maccanti, tra aziende che a livello mondiale forniscono apparati per le reti 5G figura anche la società HUAWEI, e ribadisco che su quest'ultima lo Stato Italiano non detiene alcuna partecipazione.
  Come ho già evidenziato, lo stesso Ministro Di Maio ha rappresentato l'esigenza di garantire sicurezza in questo settore, intervenendo ove vi fosse necessità con le misure più idonee e, a tal fine, è stato istituito presso il Ministero dello sviluppo economico (con decreto del 15 febbraio scorso) il Centro di valutazione e certificazione nazionale (CVCN), che – come già detto – costituisce un importante tassello ai fini della sicurezza cibernetica del Paese.
  Occorre, dunque, che le Istituzioni preposte vigilino attentamente, a tutela degli interessi economici e strategici del Paese, ma non si può che farlo nell'ambito del quadro normativo vigente.
  Evidenzio altresì che le misure di sicurezza sono state implementate anche sulla rete in fibra ottica realizzata in forma diretta e tramite la concessionaria Open Fiber S.p.a in attuazione dei piani nazionali banda ultralarga. Open Fiber è un importante operatore di rete infrastrutturale in fibra che detiene e gestisce attivi che possono essere considerati strategici. La Società è aggiudicataria dei primi due bandi di gara (tramite Infratel S.p.a.m società partecipata al 100 per cento da INVITALIA S.p.A., società in house del Ministero) nell'ambito del Piano pubblico di investimenti per la Banda Ultra Larga (Piano BUL) nelle aree cd. bianche o a fallimento di mercato (così detti Cluster C e D). Tali interventi utilizzano il modello a concessione, per cui tramite gara pubblica viene scelto un concessionario che con risorse pubbliche realizza l'infrastruttura che resta di proprietà statale o regionale a seconda delle risorse impiegate. I due contratti stipulati da Infratel con Open Fiber, con fondi statali e regionali, hanno per oggetto opere per un valore globale di circa 2,4 miliardi di euro, di cui 1,57 miliardi coperti con risorse pubbliche (comprensivo del 2 per cento destinato a Infratel). Open Fiber avrà in concessione per i prossimi 20 anni (fino a tutto il 2037) la rete BUL pubblica.
  Relativamente alla sicurezza cibernetica, appare utile infine ribadire che a livello europeo, entro il prossimo mese di maggio 2019 è attesa l'adozione del «Cybersecurity Act» che introdurrà un sistema europeo di certificazione della sicurezza informatica di prodotti e servizi digitali nell'ottica di incrementare lo sviluppo del mercato dell'UE e nel contempo di accrescere la fiducia dei consumatori nell'utilizzo di nuovi prodotti e servizi.

Pag. 55

ALLEGATO 5

5-01632 Grippa: Installazione di postazioni telefoniche pubbliche di nuova generazione.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Le cabine intelligenti Tim City Link sono state realizzate a Firenze da TIM, in collaborazione con Ericsson. Il progetto ha l'obiettivo di mettere a disposizione dei cittadini e dei turisti un innovativo esempio di infrastruttura urbana che coniuga la tradizione delle cabine di telefonia pubblica con le nuove tecnologie digitali, nell'ottica di contribuire alla realizzazione del modello di «Smart City».
  Come riferito dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con la delibera n. 31/10/CONS è stata prevista la facoltà del fornitore del servizio universale (TIM) di ridurre il numero di postazioni telefoniche pubbliche (PTP), definendo l'adozione di una specifica procedura di opposizione a tutela della popolazione interessata, operando altresì la revisione dei criteri con cui deve essere garantito il servizio di telefonia pubblica sul territorio.
  TIM, nel rispetto della procedura definita dall'Autorità, ha attivato un processo di riduzione delle postazioni telefoniche pubbliche dislocate sul territorio nazionale, attraverso una rimozione per lotti che ha avuto inizio nel corso del 2010. Da quella data fino a tutto il 2017 si è avuta una riduzione delle stesse del 55 per cento.
  Al riguardo, l'Autorità ha rilevato che tale riduzione risulta in linea, non solo con le mutate esigenze dell'utenza, ma anche con gli sviluppi dei regolamenti europei come verificato dal confronto internazionale.
  L'AGCOM, con la delibera 486/18/CONS, pubblicata sul sito AGCOM il 15 gennaio scorso, ha avviato una consultazione sul documento «le postazioni telefoniche pubbliche: nuove prospettive regolamentari», per acquisire commenti, osservazioni, elementi di informazione e documentazione da parte dei soggetti interessati circa la necessità di mantenere in piedi, o di modificare l'attuale sistema di telefonia pubblica. A tal fine, l'Autorità si è interrogata sull'uso futuro delle postazioni di telefonia pubblica data la diminuzione della domanda delle stesse. Il termine di scadenza per l'invio dei contributi all'AGCOM, fissato in 60 giorni, è il 15 marzo 2019.
  A ben vedere, le PTP proprio per la loro dislocazione sul territorio, potrebbero essere utilizzate oltre che per l'offerta di servizi di telefonia pubblica, anche per l'offerta di altri servizi di comunicazione, tra cui i servizi a banda larga e ultra-larga, consentendo agli utenti di accedere a Internet oltre che da rete fissa anche in mobilità, tramite la tecnologia wi-fi.
  È noto che lo sviluppo dei servizi a banda larga e ultra-larga non dipende esclusivamente dalla loro domanda. Questa, infatti, se non accompagnata da un adeguato sviluppo infrastrutturale, rischierebbe di essere fortemente limitata se non addirittura compromessa. Le postazioni di telefonia pubblica, anche se originariamente pensate per altri scopi, potrebbero rivestire ancora un ruolo strategico se utilizzate come supporto (e con l'ausilio della tecnologia wi-fi) infrastrutturale per l'offerta di servizi banda larga e ultra-larga.
  Per verificarne la fattibilità, l'Autorità ha realizzato una banca dati consultabile sul sito AGCOM, la quale comprende tutte le reti di accesso ad Internet di proprietà sia Pag. 56pubblica sia privata esistenti sul territorio nazionale, dettagliando le relative tecnologie nonché il grado di utilizzo delle stesse.
  Le informazioni sulla copertura sono state successivamente sovraesposte alla dislocazione territoriale delle postazioni di telefonia pubblica. Da tale analisi è emerso che alcune postazioni di telefonia pubblica potrebbero, quindi, essere utilizzate dal fornitore del servizio universale per offrire ai cittadini residenti nelle aree ad esse adiacenti un servizio di accesso a Internet, alternativo o complementare a quello disponibile su rete fissa. Tutto ciò con effetti positivi in termini di contribuzione all'assolvimento degli obblighi di servizio universale.
  Rispetto a nuovi e più moderni utilizzi delle PTP tradizionali, la citata delibera dell'AGCOM comprende lo studio dell'evoluzione degli impianti di telefonia pubblica, dal quale si evince che il fornitore del servizio universale in più occasioni ha dichiarato la volontà di investire in progetti di evoluzione delle PTP, tra cui anche nelle TIM City link.
  Oltre al progetto citato, TIM sta anche utilizzando alcune delle postazioni stradali per hosting delle antenne LTE, cioè come basi ospitanti le antenne a garanzia di una maggiore e più capillare copertura radiomobile.
  Altro possibile utilizzo delle PTP (evolute) consiste nel realizzare il mobile data offloading utilizzando la rete wi-fi, che consente di re-direzionare in maniera intelligente una parte del traffico dati originariamente destinato alle reti mobili/cellulari, con lo scopo di evitare un possibile sovraccarico, ridurre la congestione permettendo un uso migliore delle risorse di rete disponibili e migliorare l'esperienza complessiva dell'utente.
  Il Ministero dello sviluppo economico seguirà con attenzione l'esito di tale iniziativa che potrebbe portare a una revisione della regolamentazione in materia di servizio universale, con specifico riguardo alla possibilità di garantire la presenza delle postazioni telefoniche pubbliche nel nostro territorio.