CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 marzo 2019
152.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-01602 Viviani: Sulla tutela del settore cerealicolo nazionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati,
  la tutela dei nostri prodotti agroalimentari è una delle priorità che il Governo intende perseguire non solo, a vantaggio dei vari comparti produttivi, ma anche dei consumatori che, attraverso un'etichettatura corretta e trasparente, possono operare una scelta consapevole.
  Una particolare attenzione è stata riservata alla filiera cerealicola, sia per l'entità delle superfici coltivate che per la rilevanza strategica del frumento tenero e duro per molte delle nostre specialità agroalimentari.
  In tale direzione, al fine di valorizzare una delle più rappresentative espressioni del Made in Italy e tutelare il reddito degli agricoltori, il Ministero ha già introdotto l'obbligo dell'indicazione d'origine del grano duro nella pasta e potenziato il sistema dei controlli per contrastare le frodi anche nel settore cerealicolo.
  Al riguardo, occorre tener presente che l'autorevolezza dei controlli ministeriali, eseguiti dall'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF, istituzionalmente preposto alla prevenzione e repressione degli illeciti nei diversi settori del comparto agroalimentare, è riconosciuta a livello globale, tanto da confermarlo, anche per il 2018, il punto di riferimento dei controlli sul food a livello italiano e internazionale.
  Per salvaguardare l'intera filiera, d'importanza strategica per il Made in Italy, il settore dei cereali (grano compreso) e delle paste è oggetto di costante attenzione da parte dell'ispettorato che, in collaborazione con il Corpo delle Capitanerie di porto, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli e la Guardia di finanza, verifica costantemente l'origine e la qualità merceologica dei cereali e dei derivati introdotti sul territorio nazionale.
  Ciò posto, ricordo che lo scorso 20 dicembre il Ministro Centinaio ha già avviato un dialogo concreto con tutta la filiera grano/pasta, dalle organizzazioni agricole, ai trasformatori, fino alla grande distribuzione organizzata. In questa sede è stato confermato l'impegno a sostenere i contratti di filiera con uno stanziamento di 20 milioni di euro.
  Rilevo che il pagamento dei 10 milioni di euro del Fondo nazionale cerealicolo che, per il primo anno, prevedeva un pagamento di 100 euro ad ettaro agli agricoltori in contratti di filiera almeno triennali, coinvolge 72 mila ettari e circa 6 mila aziende.
  Come già dichiarato dal Ministro Centinaio, vogliamo lavorare sulla trasparenza dei prezzi all'origine, aiutare gli agricoltori a produrre più grano di qualità e rispondere così alla richiesta dell'industria.
  In tal senso, siamo disponibili a costituire in tempi brevi una Commissione Unica Nazionale per il grano duro, per favorire il dialogo interprofessionale e rendere più trasparente la formazione del prezzo. Rilevo al riguardo che il Tavolo di filiera intende discutere presto, a livello tecnico, i dettagli per l'avvio della CUN.
  Mi preme inoltre rilevare che il Ministero è impegnato a sostenere la filiera anche con risposte di medio periodo, ad esempio, attraverso il supporto agli investimenti in moderni siti di stoccaggio che possano valorizzare la materia prima di qualità italiana e garantire un migliore approvvigionamento delle industrie di trasformazione.
  Il nostro obiettivo è ampliare altresì gli spazi di presenza e promozione della pasta italiana all'estero per consentire anche ai consumatori stranieri di comprendere il valore aggiunto della nostra tradizione e della nostra qualità garantita.

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ALLEGATO 2

5-01603 Caretta: Sulle misure a garanzia dell'autonomia e dell'indipendenza delle associazioni nazionali allevatori (ANA).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati,
  è necessario ricordare che il settore delle Associazioni Allevatori è stato indirizzato verso una riorganizzazione, attraverso la revisione della legge n. 30/91 sulla disciplina della riproduzione animale, in ragione del decreto legislativo n. 52 dell'11 maggio 2018, con cui sono state introdotte varie novità che di seguito evidenzio.
  Il riconoscimento degli «Enti selezionatori» quali soggetti deputati alla realizzazione e gestione di programmi genetici se in possesso di determinati requisiti.
  Il principio per cui la gestione dei libri genealogici e dei registri anagrafici è un necessario strumento della conservazione della biodiversità animale e della valorizzazione delle razze autoctone e, quindi, l'iscrizione ai libri genealogici è necessaria per poter vedere riconosciuto un animale di una specifica razza.
  La specializzazione delle attività e la separazione delle funzioni tra la raccolta dei dati zootecnici nelle aziende zootecniche e la loro elaborazione, da parte degli Enti selezionatori.
  La costituzione di una Banca Dati Unica Zootecnica a livello nazionale e la definizione da parte di questo Ministero delle modalità di accesso ai relativi dati, utilizzabili anche per l'erogazione dei servizi di consulenza aziendale.
  La costituzione di un Comitato nazionale zootecnico (CNZ), che può essere articolato per attitudine produttiva con compiti di regolazione, standardizzazione e di indirizzo dell'attività di raccolta dei dati negli allevamenti.
  Premesso quanto sopra, va detto che uno degli aspetti cardine della nuova disciplina legislativa è quindi rappresentato dalla «specializzazione delle attività», ovvero la separazione dei ruoli tra le Associazioni Nazionali Allevatori (ANA) e l'Associazione Italiana Allevatori (AIA), oltreché l'aggregazione delle ANA in specifici comparti produttivi.
  La suindicata riforma ha dunque inteso dare attuazione anche alla raccomandazione dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato del 10 marzo 2010, introducendo principi di concorrenza, terzietà ed indipendenza tra i soggetti che si occupano dei controlli negli allevamenti zootecnici e i soggetti che li utilizzano ai fini di miglioramento genetico del bestiame e tenuta dei libri genealogici.
  Inoltre, le Associazioni Nazionali Allevatori (Enti selezionatori), per accedere a contributi pubblici, si devono impegnare ad attuare un piano di riorganizzazione e accorpamento per comparti produttivi (bovini da latte, bovini da carne, bufalini, equidi, ovi-caprini, suini) e dovranno associare direttamente gli allevatori (associazioni di primo grado) incrementando, in tal modo, la compartecipazione diretta allo svolgimento dei programmi genetici di miglioramento e/o conservazione del patrimonio zootecnico.
  Con mirato riferimento al procedimento di ristrutturazione organizzativa avviato dalle Associazioni Allevatori, a mezzo della costituzione della «Federazione delle associazioni di razza», per consentire che la citata riorganizzazione Pag. 97fosse in linea con le normative vigenti, questo Ministero ha impartito precise disposizioni.
  Esse hanno riguardato la necessità di assicurare il carattere di non obbligatorietà dell'adesione alla citata Federazione, nonché quella di assicurare – in conformità a quanto stabilito dal quadro normativo di riferimento – l'autonomia e l'indipendenza degli Enti selezionatori (ANA), non dovendo l'eventuale adesione alla Federazione da parte dei predetti Enti interferire in alcuna misura con le attività dagli stessi espletate.
  Ad oggi sono peraltro in corso di acquisizione gli statuti riformulati che le diverse Associazioni Nazionali Allevatori devono inviare a questo Ministero, ai sensi dell'articolo 6 comma 2 del decreto legislativo n. 52/2018 e dall'analisi di quelli ad oggi pervenuti è stato ravvisato il possesso dei requisiti sopracitati mentre sono state formulate solo due osservazioni – al cui adempimento è subordinato il parere di questo Ministero – che di seguito procedo ad evidenziare.
  In merito all'adesione alla Federazione delle ANA, è stato chiesto di rafforzare il carattere di non obbligatorietà alla stessa, attraverso la precisazione che l'assemblea generale delle ANA possa, tra l'altro, «deliberare in merito all'adesione o recesso a Federazioni, enti e organismi nazionali, esteri e internazionali aventi scopi affini».
  Inoltre, è stato chiesto che nel futuro regolamento associativo, a tutela del diritto di rappresentanza dei nuovi associati (allevatori) occorrerà tenere conto anche delle modalità di votazione ed elezione del consiglio direttivo che rappresenta la governance associativa, ed in generale di tutti gli organi associativi.
  Concludendo, si ritiene di aver adottato le iniziative atte a garantire l'autonomia e l'indipendenza delle ANA che, quindi, risultano essere associazioni di allevatori con un proprio assetto organizzativo nettamente distinto da quello dell'Associazione Italiana Allevatori, e, di conseguenza, non esiste alcun rischio che le predette associazioni rientrino nella definizione di grandi imprese di cui al Reg. (UE) 702/2014, né, tantomeno, che vengano meno le condizioni necessarie per ottenere il finanziamento delle attività relative alla Sottomisura 10.2 del Programma di Sviluppo Rurale Nazionale (PSRN) 2014-2020.

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ALLEGATO 3

5-01604 Benedetti: Sulla quantificazione dei costi sostenuti per i danni e per la prevenzione dei danni causati agli agricoltori dalla presenza dei lupi.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati,
  premetto che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (MAATM) – su cui è incardinata la competenza in materia di protezione delle specie selvatiche – ha incaricato l'istituto Superiore per la Protezione e al Ricerca Ambientale (ISPRA), di redigere un Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia.
  Tengo comunque a precisare che la problematica degli indennizzi dei danni da fauna selvatica protetta – tra cui anche il lupo – è stata affrontata in maniera congiunta dal mio Ministero e dal MAATM, nell'ambito di un Tavolo Tecnico, istituito ad hoc presso la Conferenza Stato Regioni, al fine di affrontare in maniera condivisa la questione, con le Regioni e le Province Autonome.
  I lavori del Tavolo tecnico hanno condotto alla predisposizione di uno schema decreto interministeriale – che disciplina le modalità di concessione degli aiuti per le misure preventive e per gli indennizzi dei danni provocati da fauna selvatica omeoterma alle produzioni agricole – poi successivamente notificato alla Commissione europea il 6 giugno 2018, con contenuti armonici alle condizioni e ai criteri indicati dagli Orientamenti dell'Unione Europea per gli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale nelle zone rurali per il periodo 2014-2020.
  Il decreto in questione prevede che i danni oggetto di risarcimento saranno monitorati tramite un sistema informatizzato che consenta la standardizzazione e l'uniformità dei dati a disposizione.
  Entro 90 giorni dalla data dell'entrata in vigore del predetto decreto, l'IPSRA, sentiti il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, le Regioni e le Province autonome, elaborerà un documento di Linee guida per la raccolta e la trasmissione dei dati riferiti alla tipologia, entità e diffusione dei danni censiti e alle specie che li hanno prodotti.
  I dati dovranno essere trasmessi dalle Regioni, dalle Province autonome e dalle aree protette nazionali all'ISPRA entro il 31 gennaio di ogni anno, per l'elaborazione e la diffusione.
  A seguito di una lunga trattativa, che ha coinvolto questo Ministero, le Regioni e il partenariato economico, la Commissione, con nota del 29 gennaio 2019, ha informato l'Italia della propria decisione di non sollevare obiezioni nei confronti del regime di aiuti notificato, ritenendolo compatibile con il mercato interno e lo schema di decreto è stato inviato alla Conferenza unificata per il prescritto parere.
  Per quanto sopra, si ritiene che gli aspetti sollevati dall'Onorevole interrogante possano essere soddisfatti dalle disposizioni previste dal regime di aiuti notificato alla Commissione.

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ALLEGATO 4

5-01605 Del Sesto: Sulle misure per limitare la diffusione della Bactrocera dorsalis sul territorio nazionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati,
  rilevo in premessa che, a seguito dell'individuazione degli adulti di Bactrocera dorsalis, il Servizio fitosanitario della Regione Campania ha eseguito i necessari rilievi sui frutti nelle diverse fasi di maturazione, ivi compresi quelli dei campi limitrofi ai siti ove sono stati rinvenuti gli adulti, ed ha intensificato i rilievi nelle trappole fino a metà novembre.
  Dagli oltre 3.300 campionamento eseguiti, sia su pianta che a terra, sulle specie Diospyros kaki, Citrus sp., Malus domestica, Pyrus sp. e Prunus domestica presenti sui territori attigui a quelli del rinvenimento e in altri siti a rischio del territorio della Regione Campania, non è stata riscontrata la presenza di sintomi né di esemplari riconducibili a Bactrocera dorsalis.
  Considerato tuttavia l'elevato rischio fitosanitario che tale organismo nocivo rappresenta, il Comitato Fitosanitario Nazionale ha istituito tempestivamente un Gruppo di lavoro con gli esperti dei Servizi fitosanitari regionali, i ricercatori dell'Università e del CNR, il CREA e il Servizio Fitosanitario Centrale, per approfondire gli aspetti tecnico-scientifici connessi.
  In tale contesto, per escludere la presenza di tale organismo nocivo sul nostro territorio, lo scorso 18 febbraio è stato approvato uno specifico Piano di sorveglianza nazionale che contempla anche un Piano di emergenza nazionale per definire, in caso di nuovi ritrovamenti, le azioni da intraprendere e le necessarie risorse finanziarie. Nell'eventualità di ulteriori ritrovamenti, al Piano di emergenza deve necessariamente fare seguito un Piano d'azione per l'attuazione di misure ufficiali volte all'eradicazione dell'organismo nocivo.
  Nel dettaglio, il Piano di sorveglianza reca elementi utili alla conoscenza del Bactrocera dorsalis, dei fattori di rischio legati alla sua introduzione e diffusione, delle procedure di monitoraggio per rilevarne la presenza, sia nei punti di entrata (porti ed aeroporti) che sul territorio.
  Il Piano di emergenza, invece, contempla la definizione dell'area delimitata in caso di primo ritrovamento dell'organismo nocivo, le misure fitosanitarie da adottare nella zona delimitata, le ispezioni delle produzioni presenti nell'area delimitata, la formazione del personale, le modalità di distruzione del materiale vegetale risultato infestato, nonché le attività di comunicazione e sensibilizzazione di tutti i soggetti operanti sul territorio.
  Il Piano d'azione, nello specifico quello messo a punto dalla Regione Campania, prevede:
   il campionamento del suolo per verificare l'eventuale presenza delle pupe;
   il monitoraggio dell'area delimitata attraverso l'utilizzo di trappole poste ad una densità conforme alle metodologie internazionali;
   la soppressione dell'organismo nocivo attraverso tecniche ecocompatibili, quali trappole «attract and kill» e l'utilizzo della «tecnica di annichilazione maschile» Pag. 100(MAT) che comporta l'uso di un'alta densità di stazioni con esca composta da attrattivo maschile combinata con un insetticida;
   l'effettuazione di ispezioni sistematiche presso i magazzini e i mercati ortofrutticoli dell'area interessata;
   il blocco della commercializzazione dei vegetali ospiti di Bactrocera dorsalis, destinati al di fuori dell'area delimitata, nel caso di ritrovamento anche di un solo adulto nelle trappole o di altre forme vitali nei frutti o nel terreno;
   l'intensificazione dei controlli fitosanitari all'importazione delle merci sensibili originarie di Paesi terzi.

  Detti Piani sono stati trasmessi alla Commissione europea il 20 febbraio scorso.
  Rilevo infine che, considerata l'elevata pericolosità potenziale in alcune aree del territorio nazionale, il Centro difesa e certificazione del CREA è stato preposto ad approfondire gli aspetti scientifici sulla specie in questione, indispensabili per una corretta gestione della problematica.

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ALLEGATO 5

5-01606 Cenni: Sulla tutela delle api e degli insetti impollinatori alla luce del nuovo piano in discussione al Paff.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli colleghi,
  voglio premettere che non è stata individuata un'unica causa della diminuzione del numero di api, mentre sono stati indicati diversi fattori concomitanti, che agiscono in combinazione fra loro o separatamente, tra i quali vi sono gli effetti prodotti fitosanitari, la scarsa o del tutto insufficiente alimentazione delle api, virus, attacchi di agenti patogeni e specie invasive.
  Le linee guida dell’European Food Safety Authority (EFSA) per la valutazione del rischio di tutti i prodotti fitosanitari nei confronti delle api e degli altri insetti impollinatori sono attualmente in discussione presso il Comitato tecnico permanente sulle piante, animali e mangimi sezione Prodotti fitosanitari (PAFF) della Commissione Europea, cui prende parte il Ministero della Salute, con una posizione concordata tra le Amministrazioni interessate (oltre alla Salute, quindi: questo Ministero, quello dell'Ambiente e quello dello Sviluppo Economico) tramite dedicate riunioni di coordinamento.
  La Commissione nell'impossibilità di adottare integralmente la linea guida, intende adottare un piano di azione che prevede almeno la modifica del Regolamento (CE) 546/2001 (princìpi uniformi di valutazione) al fine di consentire agli Stati membri di poter adottare la linea guida almeno per la tossicità acuta, per la quale i protocolli sperimentali sono consolidati e si prevede che la votazione del documento in oggetto avvenga al Comitato Permanente del prossimo mese di luglio.
  Non vi è evidenza che la Commissione ritenga di non considerare nella stesura definitiva della linea guida la valutazione dei rischi per api selvatiche, bombi e altri insetti impollinatori.
  Riguardo a tale argomento l'Italia, pur non essendosi formalmente espressa, ritiene comunque opportuna una revisione della linea guida che preveda la valutazione del rischio cronico per le api e le valutazioni dei rischi per api selvatiche, bombi e altri insetti impollinatori.
  La posizione finale dell'Italia sulla proposta regolamentare in votazione a luglio sarà decisa tra le Amministrazioni interessate in vista della riunione del PAFF di luglio 2019, quando presumibilmente saranno disponibili le proposte regolamentari finali.
  Ulteriormente, per quanto di competenza di questo Ministero, si fa presente che nell'ottobre 2017 è stata sottoscritta un'intesa nazionale promossa dall'osservatorio nazionale del miele per l'applicazione delle buone pratiche in agricoltura tra Associazioni apistiche, Associazioni sementiere, Associazioni ortofrutticole e rappresentanza del mondo agricolo.
  A seguito della sottoscrizione dell'intesa, è stato istituito un tavolo tecnico quale organismo operativo per l'implementazione di varie attività, che si riunisce presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, con la partecipazione del servizio fitosanitario nazionale e coordinato dall'Osservatorio Nazionale Miele.
  Nell'ambito di detto tavolo, in data 23 marzo 2018 sono state definite e approvate le linee guida per la salvaguardia degli Pag. 102impollinatori, nel cui contesto sono state previste una serie di attività da realizzare attraverso gli strumenti di intervento disponibili.
  Sempre a livello operativo, è intenzione di questo Ministero avvalersi dei contributi del suddetto tavolo, da allargare anche alle rappresentanze del mondo ambientale, nella fase di definizione della nuova strategia nazionale da attuare attraverso gli strumenti che saranno messi a disposizione della PAC post 2020.
  Si fa presente, infine, che relativamente all'impiego dei prodotti fitosanitari, la direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi, è stata recepita nell'ordinamento nazionale dal decreto legislativo n. 150 del 14 agosto 2012, in attuazione del quale è stato elaborato uno specifico Piano d'Azione (PAN), che prevede azioni mirate volte alla protezione del consumatore, degli operatori agricoli e degli utilizzatori non professionali, alla protezione della popolazione, alla tutela dell'ambiente acquatico e delle acque potabili, alla tutela della biodiversità e degli ecosistemi.
  Il PAN è attualmente in fase di aggiornamento sulla base dell'analisi dei progressi conseguiti nel primo periodo di applicazione (2014-2018).
  Al riguardo, sono stati attivati numerosi tavoli di confronto con i diversi portatori di interesse, al fine di condividere le modifiche da apportare al PAN in vigore, che dovranno assicurare maggiore efficacia delle misure mirate ad un uso sempre più sostenibile dei prodotti fitosanitari.
  Il nuovo PAN svilupperà anche specifiche azioni finalizzate alla tutela delle api e degli impollinatori in generale, così come indicato nella mozione approvata la scorsa settimana e che ha avuto il parere favorevole del Governo.

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ALLEGATO 6

5-01607 Nevi: Sulla difesa del comparto agrumicolo nazionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Signor Presidente, Onorevoli deputati,
  mi preme anzitutto rilevare che lo scorso 21 febbraio, a seguito delle concertazione con le parti produttive intervenute nel corso del tavolo agrumicolo di novembre 2018, è stato approvato in Conferenza Stato-Regioni lo schema di decreto del Mipaaft, di concerto con il Ministero dell'Economia, per l'avvio del Fondo nazionale agrumicolo, le cui risorse disponibili sono pari a 10 milioni di euro (6 milioni per il 2019 e 4 milioni per il 2020). Il decreto verrà adottato nei prossimi giorni.
  Abbiamo mantenuto l'impegno preso con tutta la filiera al tavolo agrumicolo. Grazie al lavoro fatto con il Mef e le Regioni oggi siamo pronti a far partire le azioni del Fondo nazionale per il settore.
  La norma prevede tre aree di intervento, attribuendo le seguenti risorse:
   8 milioni di euro per la concessione di contributi per il sostegno al ricambio varietale delle aziende agrumicole danneggiate dal virus «tristeza» e del «mal secco»;
   1,5 milioni di euro per il finanziamento di campagne di comunicazione istituzionale e promozione rivolte ai consumatori per sostenere la competitività e la qualità del settore agrumicolo;
   0,5 milioni di euro per la concessione di contributi per la conoscenza, la salvaguardia e lo sviluppo dei prodotti agrumicoli DOP/IGP.

  Certamente, risorse non del tutto adeguate per risolvere le problematiche riscontrate, ma che vanno a sommarsi a iniziative di sostegno da parte dei PSR e dell'OCM.
  Da questo punto di vista segnalo che l'efficacia dell'associazionismo e l'accesso ai finanziamenti disponibili, tuttavia, sono direttamente legati alla propensione ad aggregarsi dei produttori che in alcune Regioni, in particolare quelle meridionali, risulta essere ancora troppo bassa attestandosi, per la Calabria, intorno al 25 per cento, a fronte di una media nazionale che supera il 40 per cento.
  Occorre poi tener presente che, a sostegno del comparto, poche settimane fa il Ministro Centinaio ha siglato con la Cina un nuovo protocollo sugli agrumi che già consente ai nostri produttori, nelle more della sottoscrizione, di esportare per via aerea gli agrumi italiani in questo Paese.
  La firma di questo accordo rappresenta un passo in avanti importante per la nostra agricoltura che può approcciare oggi un mercato dalle grandi potenzialità per le nostre esportazioni, come quello cinese. Nel quadro dei nostri rapporti con la Cina, infatti, il settore agroalimentare ha un'importanza crescente.
  Segnalo poi che, con la Legge di stabilità 2018, sono state stanziate apposite risorse finanziarie per la costituzione di un «catasto frutticolo» finalizzato, non solo, alla rilevazione delle relative superfici, ma anche a raccogliere tutti gli elementi agronomici necessari al mondo produttivo per avviare al meglio strategie colturali e commerciali nel breve e lungo periodo.
  Riguardo ai controlli sull'origine, fermo restando, che la normativa europea impone la relativa indicazione per tutti i prodotti ortofrutticoli destinati al consumo Pag. 104fresco, mi preme rilevare l'intensa ed efficace attività di controllo dell'ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi di questo Ministero che, a tutela dei consumatori e dei produttori nazionali, esegue costantemente controlli relativi alla tracciabilità e alla corretta fornitura delle indicazioni sugli alimenti.
  Per contrastare in maniera più incisiva l'eventuale illecita importazione di prodotti agroalimentari sul territorio nazionale, l'ICQRF ha instaurato un rapporto di collaborazione con altri Organi di controllo per accertare la veridicità delle indicazioni riportate sui documenti commerciali e sulle etichette, con particolare riferimento all'origine del prodotti.
  Controlli specifici sono eseguiti sull'introduzione nel territorio nazionale di prodotti ortofrutticoli freschi provenienti da talune zone del bacino del Mediterraneo le cui produzioni agricole sono simili, per tipologia di prodotto e stagionalità, a quelle del nostro Paese. Dalla metà del 2018 è stata inoltre attivata un'azione di controllo mirata per contrastare la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli freschi falsamente spacciati come d'origine italiana.
  Rilevo infine che nell'ambito dell'Organizzazione Comune di Mercato (OCM), di cui al Regolamento (UE) n. 1308/2013, che affida alle Organizzazioni di produttori riconosciute un ruolo centrale nella regolazione della produzione e dei mercati, e sostiene finanziariamente i loro programmi di attività, possono trovare soluzione molte delle criticità espresse nell'interrogazione.