CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 marzo 2019
152.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO

Indagine conoscitiva in materia di innovazione didattica.

PROGRAMMA

  La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione) intende avviare un'indagine conoscitiva in materia di innovazione didattica, anche legata all'uso di nuove tecnologie.
  L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Risoluzione n. 70/1 del 2015, ha individuato 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, da raggiungersi entro il 2030. I «Sustainable Development Goals» si pongono l'obiettivo, entro il 2030, di operare una trasformazione radicale nel nostro pianeta.
  In particolare, l'obiettivo n. 4 dell'Agenda 2030 consiste nell'assicurare a tutti un'istruzione di qualità. Secondo quanto stabilito dall'Assemblea Generale, tale obiettivo si raggiunge attraverso il perseguimento di 10 ulteriori target, con particolare riferimento ai seguenti:
   4.3, relativo ai temi dell'accesso, dell'educazione formale e non formale;
   4.4, collegato alla necessità di aumentare in modo sostanziale il numero di adulti in possesso di abilità rilevanti, soprattutto relative al mondo professionale;
   4.5, con riferimento all'eliminazione della disparità di genere;
   4.6, con riferimento specifico al tema di «media literacy»;
   4.7, in considerazione dell'innovazione come elemento di connessione con i temi di: diritti umani, parità di genere, cittadinanza attiva globale, contributo della cultura e della diversità allo sviluppo sostenibile e a stili di vita in linea con lo sviluppo sostenibile, promozione della cultura della pace.

  Secondo quanto stabilito dai trattati comunitari, l'istruzione è materia di competenza degli Stati membri. L'Unione europea, tuttavia, aiuta gli Stati a fissare obiettivi comuni e a condividere le buone pratiche.
  Il nuovo programma ERASMUS+, allo scopo di combattere la disoccupazione giovanile, si pone l'obiettivo di migliorare le competenze delle giovani generazioni. L'Azione Chiave 2, in particolare, ha lo scopo di innovare i sistemi di istruzione degli Stati membri, attraverso lo sviluppo e la condivisione di buone pratiche tecnologiche e di strumenti alternativi di innovazione didattica.
  In Italia, è inoltre operativo l'INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa), con lo scopo di monitorare e rendere condivise le esperienze maturate all'interno delle diverse realtà scolastiche ed educative.
  Nel 2015 è stato adottato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il Piano Nazionale per la Scuola Digitale, un documento di indirizzo per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell'era digitale.
  Lo scorso novembre 2018 un decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha stanziato trentacinque milioni di euro per la scuola digitale, con un'attenzione particolare alla creazione di ambienti didattici innovativi e tecnologicamente all'avanguardia.
  Nell'ultima legge di bilancio, infine, è stato previsto, al comma 725, «al fine di promuovere misure e progetti di innovazione didattica e digitale nelle scuole, negli Pag. 66anni scolastici 2019/2020 e 2020/2021, la possibilità di esonero dall'esercizio delle attività didattiche di un numero massimo di 120 docenti che costituiscono équipe territoriali formative, per garantire la diffusione di azioni legate al Piano per la scuola digitale, nonché per promuovere azioni di formazione del personale docente e di potenziamento delle competenze degli studenti sulle metodologie didattiche innovative».
  L'innovazione didattica, non solo quella legata all'uso del digitale, è quindi un tema fondamentale, sul quale si dovranno confrontare negli anni a venire tutti gli attori del sistema scolastico pubblico e privato, italiano ed europeo, per far fronte alle esigenze della società e del mercato del lavoro.
  L'innovazione apporta modifiche sia nell'approccio educativo dei docenti, sia nelle modalità di apprendimento dei discenti; essa ha una natura al tempo stesso tecnologica e sociale: è necessario quindi considerare entrambe queste componenti per comprenderne a fondo la potenzialità che ha nel definire un reale cambiamento. È dunque fondamentale indagare il rapporto tra innovazione didattica, nuove metodologie di insegnamento, e innovazione digitale, per capire se e in quali casi (e come) esse siano collegate e in che misura diverse tipologie di innovazione didattica influenzino diversamente – tra loro, così come rispetto alla didattica più tradizionale – le scelte degli studenti (orientamento) e i successivi percorsi di formazione e apprendimento. In questo quadro, sarà anche utile indagare in che misura e a quali condizioni l'uso delle nuove tecnologie, compresi i dispositivi mobili personali degli studenti, possa rivelarsi utile all'innovazione didattica.
  Da qui nasce la necessità di promuovere un'indagine conoscitiva approfondita, che permetta alla Commissione di avere un quadro ampio e una mappatura reale delle prassi che si sono sviluppate a livello nazionale, del loro livello di penetrazione e diffusione nelle varie aree del Paese, così da allineare l'attuale modello educativo nazionale alle istanze richieste dalla società e dall'innovazione digitale, ed individuare di conseguenza le più efficaci strategie didattiche per colmare i divari all'interno del sistema scolastico. Risulta anche di rilevanza cruciale inquadrare meglio strumenti e modalità di misurazione dell'impatto (in termini di soft-skills, competenze, processi, valore) dei modelli didattici-innovativi oggi diffusi nella scuola italiana su studenti e docenti, aprire la strada a relative strategie di sviluppo di modelli sperimentali, individuare alcuni dei modelli quali buone prassi riconoscendone la valenza nazionale e quindi valorizzarli in sede internazionale.
  In molti casi, infatti, l'innovazione didattica, sia quando risulta strettamente legata all'uso delle nuove tecnologie, sia negli altri casi, si sostanzia in un insieme di innumerevoli buone pratiche, sviluppate a livello locale o nazionale, che vengono poi condivise nell'ambito di convegni, forum, incontri e progetti, ed è centrale fare in modo che le migliori esperienze non restino a disposizione di pochi e delle avanguardie, ma si trasformino in patrimonio di tutto il sistema scolastico.
  Tra i tanti, negli ultimi anni ha assunto un ruolo fondamentale il Global Education & Skills Forum di Dubai, organizzato dalla Varkey Foundation, che si configura come l'appuntamento annuale del movimento che a livello globale cerca di condividere in modo orizzontale le buone pratiche di innovazione nella didattica valorizzando scambi e occasioni di confronto tra partecipanti di tutto il mondo e assegnando il prestigioso Global Teacher Prize, una sorta di «Premio Nobel per l'insegnamento», a cui partecipano migliaia di docenti che in ogni angolo del mondo stanno sperimentando nuove metodologie didattiche. Al riguardo, la scuola italiana è stata in passato già protagonista, con le sue eccellenze, nel suddetto Forum, figurando come primo Paese partner ufficiale. Più di recente, quarantacinque tra studentesse, studenti e docenti, rappresentanti di 22 scuole di tutte le Regioni italiane, hanno partecipano all'edizione 2018 del Forum di Dubai, che si terrà adesso nuovamente il 23-24 marzo 2019. Pag. 67
  Al fine di poter disporre sin dall'inizio di un quadro di riferimento statistico ufficiale e affidabile, per l'indagine conoscitiva saranno auditi in via preliminare i rappresentanti del MIUR, dell'ISTAT, dell'INVALSI, dell'INDIRE e dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Una volta raccolta e organizzata tutta la documentazione ufficiale disponibile, la Commissione procederà alle audizioni delle rappresentanze sindacali, delle associazioni di categoria, di esperti del settore, di fondazioni e associazioni, di istituti ed enti pubblici e privati che promuovono in Italia buone pratiche di innovazione didattica, a partire da quella legata all'uso del digitale, nonché di eventuali ulteriori soggetti.
  Nell'ambito dell'indagine, oltre alla partecipazione della Commissione – attraverso la missione di una propria delegazione – alla prossima edizione del Forum di Dubai, si potrà programmare, previa acquisizione della necessaria intesa con il Presidente della Camera, lo svolgimento di ulteriori missioni sia in Italia, per conoscere realtà di particolare interesse dalla prospettiva dell'indagine, sia all'estero, presso le istituzioni di altri Paesi europei, al fine di identificare e valutare eventuali modelli normativi sperimentati con successo.
  Al termine dell'indagine, la Commissione illustrerà, in un apposito documento conclusivo, i risultati della ricognizione e prospetterà le eventuali ipotesi di intervento normativo.
  L'indagine si concluderà entro il 30 novembre 2019.