CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 febbraio 2019
148.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sicurezza e sul degrado delle città (C. 696 De Maria e abb.).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XI Commissione,
   esaminata, per quanto di competenza, la proposta di legge n. 696 De Maria e abbinate, recante Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sicurezza e sul degrado delle città,
  esprime

NULLA OSTA.

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ALLEGATO 2

5-01571 Gribaudo: Prospettive occupazionali dei dipendenti dell'azienda Abet Laminati di Bra (CN).

TESTO DELLA RISPOSTA

  La ABET LAMINATI nasce a Bra (Cuneo) alla fine degli anni 50 e rappresenta, con le sue 6 filiali sparse per l'Italia, una delle più importanti realtà produttrici di laminati plastici.
  Come già noto agli onorevoli interroganti, in data 21 gennaio 2019, la Società ha aperto una procedura di licenziamento collettivo, ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991, dichiarando un esubero pari a n. 112 lavoratori, occupati presso la sede di Bra e le filiali commerciali di Reggio Emilia e Roma.
  ABET ha motivato che la dichiarazione di esubero, nonché la relativa necessità di riorganizzazione e riduzione dei costi aziendali, sia da ricondurre all'accresciuta competitività internazionale e alla presenza di nuovi concorrenti operanti in Paesi a basso costo produttivo.
  Ad oggi, il termine di 45 giorni di durata della consultazione in sede sindacale non è ancora scaduto, né la Società ha comunicato a questo Ministero l'eventuale esito negativo della stessa.
  La regione Piemonte, inoltre, ha comunicato che l'azienda si è resa disponibile ad attivare tutti gli strumenti utili per limitare l'impatto sociale e trovare soluzioni non traumatiche per il personale coinvolto. Risulta, infatti, alla Regione stessa che l'azienda e le organizzazioni sindacali, al fine di individuare una possibile soluzione condivisa, abbiano intensificato gli incontri.
  Tuttavia, laddove la Società comunichi il mancato raggiungimento di un accordo al termine della fase sindacale, saranno convocate le Parti per valutare ogni possibile soluzione alternativa ai licenziamenti, anche mediante l'eventuale ricorso, in base alle disposizioni previste dalla legge, agli ammortizzatori sociali.
  Anche la regione Piemonte, nei limiti delle proprie competenze, si è resa disponibile, qualora ce ne fosse la necessità, a mettere in campo ogni utile strumento che possa essere di supporto alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
  Inoltre, ricordo che l'articolo 44 del Decreto Genova, approvato da questo Governo, prevede la possibilità di autorizzare, fino al 31 dicembre 2020, all'interno di un limite temporale di 12 mesi, un intervento di cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale anche in deroga ai limiti generali di durata vigenti, nei casi in cui l'azienda cessi o abbia cessato l'attività produttiva e sussista una delle seguenti ipotesi:
   concrete prospettive di cessione dell'attività, con conseguente riassorbimento occupazionale;
   possibilità di realizzare interventi di reindustrializzazione del sito produttivo;
   specifici percorsi di politica attiva del lavoro, posti in essere dalla regione interessata e relativi ai lavoratori dell'azienda in oggetto.

  Questo governo, infatti, sta intervenendo sulle modifiche apportate dal Jobs Act sia nell'ottica di tutelare i lavoratori, che per primi subiscono le conseguenze di queste crisi aziendali, sia nel tentativo di sostenere il tessuto sociale ed economico nel quale queste aziende si collocano.

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ALLEGATO 3

5-01572 Polverini: Obbligo di restituzione all'I.N.P.S. dei benefici erogati in favore di imprese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Nell'ambito delle politiche attive del lavoro messe in campo da questo Governo abbiamo prestato la massima attenzione nel prevedere la realizzazione di un portale unico per la registrazione alla Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro, da intendersi quale punto di accesso ai servizi per l'impiego e alle politiche attive del lavoro per lavoratori, studenti, imprese e operatori.
  L'esigenza, oramai divenuta improcrastinabile, è proprio quella di evitare il ripetersi delle criticità evidenziate dall'Onorevole interrogante, che testimoniano il fallimento delle politiche del lavoro messe in atto dai precedenti Governi.
  Il nostro obiettivo è quello di conferire unitarietà ad un modello organizzativo fin qui caratterizzato da eccessiva frammentarietà, disomogeneità e da evidenti carenze strutturali. Pertanto è assolutamente prioritario procedere alla progettazione e realizzazione di una nuova infrastruttura informatica in grado di sostituire quella attualmente in uso, non più idonea a supportare le esigenze di risposta in tempo reale all'utenza.
  L'attuale «Scheda anagrafico professionale», ad esempio, lascerà il posto al «Fascicolo del lavoratore» nel quale confluiranno tutte le informazioni provenienti dalla dichiarazione del cittadino, unitamente a quelle derivanti dalle comunicazioni obbligatorie dei datori di lavoro in relazione ai contratti di lavoro.
  Il fascicolo conterrà le informazioni relative ai percorsi educativi e formativi, ai periodi lavorativi, alla fruizione di provvidenze pubbliche e ai versamenti contributivi ai fini della fruizione di ammortizzatori sociali.
  Così facendo siamo certi di evitare il ripetersi delle criticità evidenziate dall'onorevole interrogante: mi riferisco alle asserite contestazioni di indebita percezione di sgravi contributivi a carico dei datori di lavoro, determinate dal mancato aggiornamento delle anagrafiche dei lavoratori inserite nel sistema informatico.
  Attraverso la riorganizzazione dei centri per l'impiego, che rappresentano un ingranaggio necessario per portare a completamento il reddito di cittadinanza, verrà garantita la digitalizzazione del mercato del lavoro e, quindi, la possibilità di combinare l'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro in tempo reale.

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ALLEGATO 4

5-01573 Murelli: Situazione dei lavoratori dello stabilimento Sima&Tectub di Podenzano (PC).

TESTO DELLA RISPOSTA

  In esito al quesito posto dall'onorevole interrogante, si rappresenta preliminarmente che la vertenza Sima&Tectub è stata seguita dal tavolo di salvaguardia occupazionale della Regione Emilia-Romagna a cui partecipano Provincia di Piacenza e Comune di Podenzano, in cui ha sede lo stabilimento produttivo.
  Il Tavolo ha cercato in ogni modo di evitare la chiusura dell'attività e il licenziamento di tutti i dipendenti a salvaguardia del tessuto produttivo del territorio.
  Ciononostante, come evidenziato dall'onorevole interrogante, la proprietà ha assunto una posizione di indisponibilità rispetto ad ogni ipotesi di dialogo costruttivo fra le parti, per una gestione condivisa e la soluzione ottimale della vertenza.
  Il Tavolo ha stigmatizzato la decisione assunta dalla proprietà di non voler utilizzare nessuno strumento di accompagnamento (CIGS), che, seppure a fronte di una decisione negativa come la chiusura, avrebbe potuto consentire una gestione meno traumatica delle fuoriuscite, facilitandone la ricollocazione e soprattutto permettendo a tutti i soggetti di avere il tempo per tentare la strada della continuità produttiva e del rilancio aziendale.
  Pertanto, al termine dei primi 45 giorni della procedura di licenziamento collettivo, poiché non è stato raggiunto alcun accordo tra le parti (azienda e sindacato), si è avviata la fase amministrativa successiva di 30 giorni, presso l'agenzia regionale del lavoro di Piacenza in quanto sede competente.
  Si evidenzia che il Governo manterrà alta l'attenzione sulla vicenda fin qui esposta, continuando a monitorarne gli ulteriori sviluppi al fine di valutare – qualora richiesto – ogni possibile soluzione volta a tutelare la posizione dei lavoratori.

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ALLEGATO 5

5-01574 Ciprini: Tutela dei livelli occupazionali dello stabilimento Perugina Nestlé di San Sisto (PG).

TESTO DELLA RISPOSTA

  La questione esposta con l'atto parlamentare in esame verte sulle problematiche occupazionali dello stabilimento della Nestlé di San Sisto in Perugia, già interessata in passato da programmi di riorganizzazione aziendale.
  Nello specifico si evidenzia che con decreto direttoriale n. 98794 del 6 aprile 2017 è stato approvato un programma di riorganizzazione aziendale con il quale è stata autorizzata la corresponsione del trattamento straordinario di integrazione salariale in favore di 819 lavoratori impiegati presso la predetta l'unità di Perugia, trattamento riferito al lasso temporale decorrente dal 16 gennaio 2017 al 15 luglio 2018.
  La preoccupazione dei dipendenti dello stabilimento della Nestlé per il proprio futuro lavorativo è condivisa dal Governo che ha come interesse prioritario quello di sincerarsi che siano offerte garanzie di stabilità ai lavoratori stessi e alle loro famiglie.
  L'Esecutivo è consapevole che nell'attuale scenario socio-economico vi è assoluta necessità e urgenza di emanare alcune misure intese a dare una risposta quanto più possibile immediata ad alcune criticità che affliggono il mondo del lavoro.
  In tale prospettiva sono state già fornite risposte significative con l'adozione del decreto dignità e del decreto in materia di reddito di cittadinanza, volti ad incrementare le tutele dei lavoratori.
  La questione posta all'attenzione di codesta Commissione necessita di approfondimento.
  A tal riguardo la competente Struttura per la crisi di impresa del Ministero dello sviluppo economico ha comunicato che, sebbene a tutt'oggi non interpellata dalle parti, è altresì disponibile ad avviare un confronto riguardante le problematiche evidenziate finalizzato a favorire la piena continuità nel futuro delle produzioni nella sede di San Sisto e a scongiurare il rischio di ogni eventuale ricaduta negativa sugli attuali assetti occupazionali.
  In conclusione, per l'attenzione che questo Governo riserva a tutte le vicende di questo tipo, indistintamente, benché, come precisato, non risulti ad oggi pervenuta alcuna comunicazione, posso rassicurare comunque circa il fatto che la segnalazione che proviene dall'onorevole interrogante vale sin da ora quale alert per un'eventuale futura azione.