CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 5 febbraio 2019
137.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00711 Ubaldo Pagano: Spendibilità delle risorse del Programma operativo nazionale (Pon) Inclusione 2014-2020, anche al fine di supportare l'attuazione del Reddito di inclusione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Per fornire una compiuta risposta al quesito posto dall'Onorevole interrogante occorre necessariamente premettere quanto segue.
  Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, tramite l'Avviso n. 3 del 2016, ha inteso sostenere gli Ambiti territoriali nella realizzazione degli interventi rivolti ai beneficiari della misura nazionale contro la povertà (prima SIA, poi REI), nonché al rafforzamento dei servizi loro dedicati.
  Sono stati, quindi, approvati progetti per un totale di quasi quattrocentottantasette milioni di euro1 a favore di 595 Ambiti territoriali e sono state erogate anticipazioni pari a settantatré milioni di euro2.
  Alla Puglia sono stati approvati progetti per un totale di sessantaduemilioni di euro3 e gli Ambiti pugliesi hanno ricevuto anticipi pari a nove milioni di euro4.
  Per quanto concerne l'eventuale estensione temporale per l'utilizzo delle risorse destinate agli Ambiti territoriali tramite l'Avviso 3/2016, occorre evidenziare che l'intero quadro normativo del REI dovrà necessariamente coordinarsi con quello che introduce il Reddito di cittadinanza.

  (1) Euro 486.884.668,32.
  (2) Euro 73.032.700,25.
  (3) Euro 62.387.026,10.
  (4) Euro 9.358.053,92.
  L'articolo 13 del decreto-legge di istituzione del Reddito di cittadinanza prevede, infatti, che il Reddito di inclusione non potrà più essere richiesto a partire dal primo marzo 2019, e che dal successivo mese di aprile non sarà più rinnovato.
  Ciò non vuol dire che verranno meno le esigenze di tutela dei beneficiari del REI in quanto, per coloro ai quali quest'ultimo sia stato riconosciuto in data anteriore al mese di aprile 2019, il beneficio continuerà ad essere erogato per la durata inizialmente prevista, fatta salva la possibilità di presentare domanda per il Reddito di cittadinanza.
  Preme evidenziare, infatti, che questa importante misura, così come strutturata, rappresenta una riforma epocale nell'ambito delle politiche attive del lavoro. Nessun assistenzialismo, come impropriamente sostenuto dai detrattori della misura, bensì un'inversione di tendenza rispetto a tutti quei provvedimenti, adottati dai precedenti Governi, che non hanno ottenuto i risultati sperati.
  Attraverso, infatti, un virtuoso percorso di formazione e di riqualificazione il cittadino verrà agevolmente inserito nel mercato del lavoro. Nel contempo si renderà utile alla propria collettività di riferimento, attraverso l'espletamento di lavori di pubblica utilità ed il reddito che questi mensilmente percepirà gli garantirà una vita dignitosa, favorendo la fuoriuscita dello stesso da quelle deprecabili situazioni di lavoro irregolare e sommerso.
  Le somme stanziate in legge di bilancio per dare concreta esecuzione alla misura garantiranno, inoltre, una vera e propria Pag. 64iniezione di liquidità nell'economia reale del Paese in quanto i 780 euro dovranno essere spesi entro la fine del mese, evitando che siano invece accumulati sotto forma di risparmio, come accaduto per i famosi 80 euro.
  Proprio nella giornata di ieri si è fatto un altro passo in avanti per l'istituzione del Reddito di cittadinanza.
  Con un grande lavoro di squadra è stato possibile, infatti, lanciare l'apposito sito internet, grazie al quale milioni di cittadini avranno tutte le informazioni utili per accedere alla misura.
  A partire dal 6 marzo, quindi, i beneficiari potranno iniziare a presentare le proprie domande per percepire il Reddito di cittadinanza già dal mese di aprile.
  È con i fatti, quindi, che questo Governo sta dimostrando di rispondere, con efficacia e celerità, ai bisogni dei propri cittadini.

Pag. 65

ALLEGATO 2

5-01317 Rizzetto: Consistenza del patrimonio immobiliare dell'I.N.P.G.I.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani «Giovanni Amendola» (INPGI), nel quadro pluralistico del sistema previdenziale del nostro Paese, si colloca nella categoria di enti deputati a compiti di previdenza ed assistenza sociale obbligatoria nell'ambito del disposto dell'articolo 38 della Costituzione.
  Nella Relazione annuale 2017, del giugno 2018, la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP) ha reso noto i dati relativi al patrimonio immobiliare dell'INPGI.
  Nel dettaglio, emerge che l'Istituto detiene un asset, sia direttamente che in via indiretta tramite fondi immobiliari, per un valore complessivamente pari a 1.024,2 milioni di euro, di cui solo 11,6 milioni di euro in immobili (8 milioni di euro destinati ad uso residenziale e 3,6 milioni di euro ad uffici).
  Il valore delle partecipazioni a fondi immobiliari, di fatto, si attesta a 1.012,7 milioni di euro, facenti riferimento, per la quasi totalità, a quote del Fondo immobiliare Giovanni Amendola, detenuto dall'Istituto – Gestione sostitutiva dell'AGO per il 98 per cento, mentre il restante 2 per cento fa capo alla Gestione separata.
  Come accennato dall'Onorevole interrogante, si precisa che l'attuale composizione del patrimonio dell'INPGI risente delle scelte operate dal medesimo Istituto per fronteggiare i saldi negativi della gestione strettamente previdenziale che, sin dall'esercizio del 2011, presenta elementi di squilibrio.
  Tali disavanzi, infatti, dal 2013 sono stati compensati contabilmente con le plusvalenze connesse alle operazioni di conferimento degli immobili di proprietà al Fondo immobiliare Giovanni Amendola, in modo tale da garantire in ogni caso un positivo avanzo di esercizio.
  A partire poi dal 2017, essendosi quasi concluso il processo di conferimento immobiliare, tali plusvalenze sono venute meno ed il bilancio consuntivo 2017 ha registrato un risultato di esercizio negativo per circa 100 milioni di euro, dovuto principalmente allo squilibrio tra le prestazioni erogate ed i contributi versati.
  In merito al secondo quesito posto dall'Onorevole interrogante, sulla cosiddetta «riserva tecnica» degli immobili, preciso che l'INPGI ha reso noto che l'attuale riserva tecnica dell'istituto è pari – come da bilancio consuntivo 2017, dopo l'utilizzo per la copertura del disavanzo di esercizio – a 1,72 miliardi di euro ed è costituita, oltre che assicurata, dal patrimonio consistente in valori mobiliari, immobiliari e crediti, riassunti in immobilizzazioni e finanziare e attivo circolante.
  Le preoccupazioni sullo «stato di salute» dell'Istituto, espresse dall'Onorevole interrogante coincidono con quelle rese pubbliche dalla Corte dei conti nella relazione 2016, comunicata nell'aprile 2018 alle Presidenze delle due Camere del Parlamento.
  Nello specifico, la Corte dei Conti – viste le proiezioni del «bilancio tecnico che evidenziano per il saldo previdenziale valori negativi fino al 2039 e, per il saldo totale, valori negativi fino al 2037» – ha richiamato l'Istituto ad una maggiore responsabilizzazione Pag. 66al fine di avviare «ulteriori, severi interventi per rimediare ad una situazione che, altrimenti, rischia di compromettersi seriamente».
  Per questo motivo, il Governo seguirà con particolare attenzione l'attività delle Amministrazioni vigilanti al fine di analizzare i dati del prossimo consuntivo e valutare gli interventi idonei a salvaguardare e garantire la tutela degli interessi connessi all'assolvimento della funzione previdenziale da parte dell'Istituto.