CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 24 gennaio 2019
131.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00767 Ascani: Sul teatro comunale di Bologna.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'onorevole Ascani, unitamente al collega onorevole De Maria, chiede quali iniziative il Ministero intenda adottare per il Teatro Comunale di Bologna che ha presentato il piano di risanamento previsto dall'articolo 11 del decreto-legge n. 91 del 2013 (convertito con la legge n. 112 del 2013).
  Permettetemi innanzitutto di precisare che con l'acquisizione dei bilanci di esercizio 2017 la competente Direzione generale Spettacolo di questo Ministero ha potuto analizzare e mettere a raffronto i dati del 2017, appunto, con quelli dei due esercizi precedenti.
  Il confronto consente, infatti, di poter delineare l'andamento complessivo del sistema lirico sinfonico in un periodo temporale (2015-2017) che ha visto l'applicazione delle misure di risanamento e di rilancio di cui all'articolo 11 del decreto-legge n. 91 che ho prima richiamato.
  In particolare, la Fondazione Teatro Comunale di Bologna ha registrato un tendenziale equilibrio economico nel triennio 2015-2017 e nel 2018 il contributo FUS assegnato alla Fondazione di Bologna è pari a 8.421.090,89 di euro.
  Nello specifico, la Commissione consultiva per la Musica, che oltre ad una funzione consultiva in ordine alla valutazione degli aspetti qualitativi dei progetti e delle iniziative afferenti alle richieste di contributo nel settore musicale, ha funzioni consultive anche in ordine alla valutazione degli aspetti qualitativi dei programmi di attività delle fondazioni lirico-sinfoniche, nella seduta del 26 settembre scorso, ha proceduto alla valutazione dei programmi artistici del 2017 delle dodici fondazioni non dotate di forma organizzativa speciale.
  Il giudizio della Commissione consultiva per la Musica al programma artistico 2017 è stato espresso in punti sul valore massimo di 150, in relazione agli elementi di valutazione qualitativa previsti all'articolo 3, comma 3, del decreto ministeriale 3 febbraio 2014; alla Fondazione Teatro Comunale di Bologna è stato attribuito un totale di 42 punti di qualità.
  La ripartizione è effettuata sulla base della valutazione della qualità artistica dei programmi, con un particolare riguardo a quelli atti a realizzare, segnatamente in un arco circoscritto di tempo, spettacoli lirici, di balletto e concerti – coniugati da un tema comune e idonei ad attrarre turismo culturale – realizzati nell'anno precedente la ripartizione stessa.
  La Commissione consultiva per la Musica – integrata da un esperto di lirica – esprime il suo giudizio, ripeto, esclusivamente in relazione ai criteri utili contenuti al sopra citato articolo 3, comma 3, del decreto ministeriale 3 febbraio 2014, provvedimento della scorsa legislatura e di un precedente Governo.
  Vorrei inoltre evidenziare che con Decreto del 18 luglio 2018 del Direttore generale dello Spettacolo, è stato individuato l'importo da erogare a ciascuna fondazione, quale assegnazione per l'anno 2018, delle risorse di cui al decreto ministeriale 3 marzo 2017, (cosiddetto «Fondo salvadebiti», previsto dall'articolo 1, comma 583 della legge 11 dicembre 2016, n. 232 che, rammento, stanziava 15 milioni di euro annui a decorrere dall'anno Pag. 542018) con cui in particolare è stata disposta l'assegnazione della somma di euro 1.028.028,76 a favore della Fondazione Teatro Comunale di Bologna.
  Attualmente è in via di perfezionamento la procedura di assegnazione della somma di cui alla legge 388/2000, articolo 145, comma 87 a favore delle fondazioni lirico-sinfoniche che prevede, per il Teatro Comunale di Bologna un'assegnazione pari a euro 86.309,38.
  Infine la competente Direzione generale dello Spettacolo che si è riunita il 14 gennaio, ha approvato la proposta di ripartizione, pertanto, il decreto ministeriale di riparto, della quota di Integrazione FUS per il corrente anno, è in corso di emanazione.
  Il Ministro, fin dal suo insediamento, aveva manifestato che una delle priorità del suo mandato sarebbe stata proprio quella di incrementare il FUS 2018.
  Contestualmente l'amministrazione si è attivata per verificare che ci fossero risorse disponibili all'interno di altri capitoli di spesa del Ministero per finalizzarle al rafforzamento del FUS che nel 2018 risultava gravato da una serie di provvedimenti, adottati nel 2017, che riducevano di fatto la quota ripartibile fra tutti i beneficiari già individuati.
  Attività concretizzatasi nella riunione della Consulta per lo spettacolo del 23 ottobre 2018 durante la quale si è deciso di integrare il fondo unico dello spettacolo di ulteriori 10 milioni di euro, portando lo stanziamento complessivo del medesimo fondo per il 2018 ad euro 343.941.798,00, mentre il FUS 2019 è stato aumentato di altri due milioni, ovvero, pari a 345.900 milioni circa.
  È stata confermata l'integrazione e si è registrato un lieve incremento rispettando l'obiettivo di accrescere i fondi per la cultura.
  Alla luce di quanto ho illustrato nei confronti della Fondazione di Bologna risulta, allo stato, una contribuzione pubblica pari a euro 9.535.429,03 che, al momento, tiene ovviamente conto del complessivo minore stanziamento FUS 2018 rispetto agli anni precedenti, risultato di una decisione della programmazione economica del precedente Governo.

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ALLEGATO 2

5-01074 Zolezzi: Sui «servizi aggiuntivi» museali, in particolare di Mantova.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'onorevole Zolezzi, unitamente alla collega, onorevole Licatini, chiede notizie in merito ai servizi aggiuntivi in generale ed in particolare relativi a Palazzo Ducale di Mantova.
  Permettetemi di ricordare che le principali concessioni di servizi al pubblico (accesso, accoglienza e info Point, biglietteria in loco e online, visite guidate e assistenza didattica, consultazione materiali d'archivio e fruizione attività scientifiche, servizio editoriale, bookshop e vendita in e-commerce, caffetteria e ristorazione) sono state bandite da questo Ministero, in attuazione del decreto-legge 14 novembre 1992, n. 433, convertito, con modificazioni, nella legge 14 gennaio 1993, n. 4, (cosiddetta legge Ronchey) che introdusse nell'ordinamento giuridico italiano il potere degli istituti e luoghi della cultura pubblici di istituire «servizi aggiuntivi» di accoglienza del pubblico.
  A tale riguardo, l'articolo 115 del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, «Codice dei beni culturali e del paesaggio», prevede che i cosiddetti servizi aggiuntivi (articolo 117 sempre del Codice) possano essere gestiti in forma diretta o indiretta anche attraverso l'affidamento a privati, «al fine di assicurare un adeguato livello di valorizzazione dei beni culturali. La scelta tra le due forme di gestione indicate è attuata previa valutazione comparativa, in termini di efficienza ed efficacia, degli obiettivi che si intendono perseguire e dei relativi mezzi, metodi e tempi.»
  Il decreto ministeriale 29 gennaio 2008 sulle modalità di affidamento a privati e di gestione integrata dei servizi aggiuntivi presso istituti e luoghi della cultura ha indicato le modalità di affidamento dei servizi stessi.
  In aggiunta, con la Circolare del Segretariato Generale n. 49 del 23 marzo 2009 il Ministero ha provveduto a emanare apposite «Linee guida in materia di attivazione ed affidamento in concessione dei servizi per il pubblico negli istituti della cultura italiani» aggiornate e integrate nel 2010 e rinnovate nel 2014 da un apposito gruppo di lavoro per fornire un indirizzo generale alle stazioni appaltanti, tale da assicurare una maggiore certezza amministrativa delle procedure di gara e da soddisfare l'esigenza di una massima apertura al mercato. L'Amministrazione ha operato in costante raccordo con l'Autorità di vigilanza dei contratti pubblici (ora ANAC) e con Autorità garante della concorrenza e del mercato.
  Le sopra richiamate Linee guida hanno costituito la premessa per l'avvio di una collaborazione con Consip S.p.A, perfezionata il 23 dicembre 2015 con la stipula di una convenzione per attività di supporto alla gestione delle rinnovate procedure di gara per le concessioni dei servizi museali.
  La convenzione in parola ha determinato, tra l'altro, l'istituzione, nel febbraio del 2016, di una Cabina di regia, composta da rappresentanti del MiBAC e di Consip S.p.A. con compiti di pianificazione, indirizzo, coordinamento e monitoraggio delle attività oggetto della convenzione.
  Su queste basi, nel biennio 2016/2017, è stata svolta un'intensa attività di affiancamento ai Musei autonomi e ai Poli Pag. 56museali per la predisposizione della complessa documentazione necessaria per l'espletamento delle gare.
  Riscontrato il congelamento delle gare per le concessioni dei servizi aggiuntivi, trovate in proroga di fatto da troppo tempo e preso atto dell'emergenza di accompagnare gli istituti in una situazione di piena legalità, la Direzione generale Musei ha istituito un gruppo di lavoro interno allargato a rappresentanti di Consip, che in pochi mesi ha affrontato le diverse criticità relative alle proroghe e alla preparazione dei nuovi bandi sollecitando l'avvio delle procedure da parte dei singoli Istituti.
  Per quanto più propriamente riferito al Complesso museale di Palazzo Ducale di Mantova vorrei precisare, sulla base delle notizie fornite direttamente dal Direttore del Complesso, che la società Mondadori Electa è mandataria e rappresentante del raggruppamento temporaneo di impresa che ha in concessione i servizi aggiuntivi del museo dal 2009.
  Attualmente è in corso la gara per il rinnovo dell'affidamento dei servizi museali (biglietteria, bookshop, assistenza alla visita) tramite Consip, la cui conclusione è prevista per luglio 2019.
  Nelle more della conclusione della procedura di gara, è stata richiesta la proroga, come previsto dalla normativa vigente, del servizio all'attuale concessionario fino al 30 giugno 2019.
  Per quanto attiene alla mostra «Con nuova e stravagante maniera. Giulio Romano a Mantova» prevista dal 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020 e che è totalmente autonoma rispetto a quella del Comune di Mantova che avrà sede a Palazzo Te, la gestione della biglietteria sarà affidata alla società vincitrice della gara in corso.
  A tale proposito si sono svolti alcuni incontri con il Sindaco e i referenti istituzionali dei Museo Civico di Palazzo Te per una programmazione condivisa delle iniziative legate a Giulio Romano e per la ricerca di un accordo su un biglietto unico che consenta l'accesso a tutte le iniziative, statali e comunali,
  Concludo riferendo, in merito alla richiamata opportunità di «promuovere e favorire una gestione dei beni culturali di Mantova che valorizzi il tessuto economico, culturale e turistico», che la competente Direzione Musei, in armonia con la decisione UE 2017/864 del 17 maggio 2017 e secondo le logiche di rete proprie del Sistema museale nazionale avviato con DM n. 113 del 2017, ha intrapreso una politica di indirizzo finalizzata ad assicurare una gestione sostenibile e integrata dei musei e dei luoghi della cultura italiani e volta a promuovere forme innovative di fruizione e/o di governance del patrimonio culturale (vi invito a consultare il programma Musei e Sviluppo dei Sistemi Territoriali – MuSST).
  Rammento infine che il Ministero ha recentemente istituito la Commissione Reti museali e Sistemi Territoriali, di cui fa parte la Direzione generale Musei, con il preciso compito di studiare possibili forme di gestione del patrimonio culturale attraverso la sinergia di reti museali e sistemi territoriali in tutta Italia e di delineare delle linee guida per sviluppare tutte le possibili strategie di collaborazione e cooperazione tra le istituzioni culturali pubbliche, quelle private e le realtà produttive territoriali, attraverso la «progettazione partecipata» e forme di partenariato.

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ALLEGATO 3

5-01122 Mollicone: Sullo stato debitorio della fondazione Teatro dell'Opera di Roma.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'onorevole Mollicone, nel richiamare la cosiddetta «legge Bray» e l'intento per la quale è stata emanata, ovvero il risanamento delle fondazioni liriche in gravi difficoltà economiche e rilanciare la loro attività, richiede notizie riferite, in particolare, sulla Fondazione Teatro dell'Opera di Roma.
  Vorrei, a tale proposito segnalare che, nel 2018, sono stati assegnati alla Fondazione Teatro dell'Opera di Roma Capitale i seguenti contributi ministeriali:
   18.257.427,52 di euro quale contributo FUS a fronte dell'attività realizzata nel 2017;
   1.514.119,85 di euro quale contributo ex lege n. 388 /2000 (la legge di bilancio in forza della quale il fondo è stato incrementato per specifiche finalità);
   963.357,11 di euro quale contributo ex articolo 1, comma 583 della legge n. 232/2016 (cosiddetto fondo salva debiti).

  Nel contempo dal bilancio di esercizio 2017 della Fondazione in argomento si evince che:
   la situazione debitoria del Teatro dell'Opera di Roma Capitale è passata da euro 54.012.662,00 del 2015 ad euro 52.481.014,00 del 2017 (come risulta dal bilancio di esercizio 2017).
   il risultato di esercizio 2017 si è chiuso in positivo per euro 59.067,00;
   le disponibilità liquide sono passate da euro 27.815 del 2015 ad euro 163.846 del 2017.

  Il patrimonio netto della Fondazione è pari ad euro 5,9 milioni e si mantiene costante dall'esercizio 2014.
  Mi spiace aver iniziato con un elenco di dati, ma è stato per evidenziare che la Fondazione Teatro dell'Opera di Roma, pur rimanendo in una situazione di elevato indebitamento, ha intrapreso, negli anni oggetto di Piano, azioni volte ad un efficientamento nella gestione, come indicato anche dall'EBITDA (un indicatore della profittabilità) che dal 2014, attestandosi su valori di circa 2,6 milioni, è arrivato a circa 5,9 milioni nel 2017, conseguendo anche una tendenziale riduzione dell'indebitamento.
  A tal proposito la competente Direzione generale dello spettacolo segnala che le stime riportate nell'Integrazione di Piano oggetto di approvazione, per il 2018, prevedono un totale debiti pari ad euro 50.790.779.
  Occorre anche rilevare, sulla base degli ultimi dati trasmessi dalla Fondazione per il monitoraggio alla data del 30 settembre 2018, un «totale debiti» pari ad euro 51.871.861, rispetto al quale la stessa Fondazione precisa quanto segue: «Nel mese di ottobre, dopo la liquidazione del saldo FUS 2018, si è provveduto a pagare euro 2.168.382 di debiti tributari correnti, riportando i debiti tributari in linea con il dato del 2017».
  Tale intervento dovrebbe riportare il livello di indebitamento complessivo dell'Ente Pag. 58a fine esercizio, sostanzialmente in linea con le stime contenute nell'Integrazione di Piano per l'anno 2018.
  Ancora sul debito tributario, preme precisare che, con nota del 12 dicembre 2018, la Fondazione ha informato il Commissario di Governo che, in data 7 Dicembre 2018, è stata presentata alla competente Direzione Territoriale della Agenzia delle Entrate, istanza di transazione fiscale relativamente ai debiti tributari 2015/2016, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 182-ter del Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 267, al fine di conseguire una significativa riduzione del debito tributario in essere ed un importante differimento temporale dei relativi termini di pagamento.
  Peraltro, sempre nella nota del 12 dicembre 2018, la Fondazione ha altresì informato di aver posto all'attenzione degli enti soci, il tema, a più riprese sollecitato dal Commissario stesso, della necessità di procedere ad una ri-patrimonializzazione nel breve periodo della Fondazione al fine di renderne la consistenza patrimoniale più congrua e coerente con l'attuale livello di indebitamento.
   A seguito di successive revisioni della iniziale versione presentata dalla Fondazione, l'Integrazione del Piano di risanamento 2016-2018 ai sensi dell'articolo 1, comma 355, della legge 28 dicembre 2015 n. 208, nella sua versione definitiva, è stata trasmessa al Commissario di Governo in data 16 aprile 2018.
  Il Commissario ha quindi inoltrato ai Ministri competenti, con nota del 27 giugno 2018, la propria proposta motivata di approvazione del Piano in questione per il triennio 2016-2018.
  Tale Integrazione di Piano è stata infine approvata con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e il Ministro dell'Economia e delle Finanze in data 24 ottobre 2018, successivamente registrato dalla Corte dei Conti in data 19 novembre 2018.
  Ciò premesso, si evidenzia che, a giugno 2018, il Sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma Capitale (nominato con DM 3 marzo 2015) ha trasmesso alla Direzione generale Spettacolo, ai sensi dell'articolo 3 comma 2 del DM 3 marzo 2017, la relazione sull'impiego delle risorse ricevute nel 2017 – pari ad euro 2 milioni – a valere sul fondo salva-debiti (1 milione di euro in data 2 maggio 2017 e 1 milione di euro in data 12 luglio 2017).
  Il Sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma Capitale ha rappresentato che alla data di ricezione della prima tranche del contributo la Fondazione aveva debiti scaduti riferiti a diverse annualità (2015, 2016 e alcune mensilità relative al 2017) e che si è ritenuto di orientare la regolarizzazione verso i debiti fiscali scaduti più di recente (anno 2016 e primi mesi 2017) per cogliere al meglio i benefici riconosciuti dall'istituto del cosiddetto «ravvedimento operoso».
  È stato, altresì, precisato dal Sovrintendente che per la regolarizzazione dei debiti fiscali a cui si riferiscono i pagamenti, le sanzioni applicate sono state pari al 3,75 per cento anziché al 5 per cento applicabili in caso di regolarizzazione dei debiti fiscali più remoti. La spesa complessiva sostenuta a tale titolo è stata di euro 2.187.463,15.
  Ciò premesso, si evidenzia che, anche al fine di far fronte alla elevata esposizione debitoria delle fondazioni liriche, l'articolo 1, comma 607, della legge n. 145/2018, che all'epoca della presentazione dell'atto parlamentare dell'On.le Mollicone non aveva ancora completato il suo iter di approvazione, ha autorizzato la spesa di euro 12,5 milioni per l'anno 2019 con la finalità di sostenere le azioni e i progetti proposti dalle fondazioni avuto riguardo esclusivamente alla riduzione del debito esistente.

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ALLEGATO 4

5-01141 Frate: Sulla riqualificazione e messa in sicurezza della Grotta di Virgilio di Posillipo.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'onorevole Frate, richiama l'attenzione del Ministero sulla situazione della cosiddetta Crypta Neapolitana o Grotta di Virgilio, sita a Posillipo, a Napoli.
  Come noto la Crypta Neapolitana è una galleria stradale aperta in età romana per agevolare i collegamenti tra Neapolis e Puteoli.
  Più volte restaurata, essa rimase un'importante infrastruttura viaria, fino alla realizzazione delle gallerie «Quattro Giornate» (completata nel 1885) e «Laziale» (conclusa nel 1925), perdendo progressivamente funzionalità, anche per i continui cedimenti della volta, motivo per cui venne infine abbandonata.
  Vorrei precisare che, da ricerche effettuate presso gli archivi degli Uffici di questo Ministero presenti sul territorio, risulta che l'immissione al demanio dello Stato dell'area in parola, è limitato alla sola area a verde attualmente occupata dal cosiddetto «Parco Vergiliano», la cui gestione è infatti affidata al Polo Museale per la Campania e che include solo un limitatissimo primo tratto della galleria della Crypta Neapolitana.
  Il resto della galleria, facente parte della viabilità pubblica della città di Napoli fino ai primi del XX secolo, risulta di proprietà del Comune di Napoli.
  Sempre agli atti degli Uffici del Ministero competenti per territorio, risulta uno studio di fattibilità per un progetto di intervento complessivo sulla galleria che prevedeva il recupero funzionale dell'antica viabilità da adibire al traffico pedonale e ciclabile di collegamento tra i due quartieri di Napoli (Mergellina e Fuorigrotta) attualmente separati dalla collina di Posillipo, garantendo un miglioramento dei collegamenti con la stazione di Mergellina; si prevedeva inoltre la realizzazione di un parco a verde attrezzato di circa 10 ettari, nell'area a monte dello sbocco di Fuorigrotta – parte alta della strada –, esteso fino a via Caravaggio.
  Il progetto si articolava in cinque lotti:
   un primo lotto denominato «ingresso lato Fuorigrotta» – tratto di circa 100 metri di galleria, finanziato dal Comune di Napoli per un importo di circa 2 miliardi e mezzo di lire e che risulterebbe completato.
   un secondo lotto indicato come «ingresso Piedigrotta» – tratto di circa 100 metri di galleria, finanziato dal Comune di Napoli che risulterebbe anch'esso completato.
   un terzo, quarto e quinto lotto «lato Fuorigrotta» «completamento lato Piedigrotta» e «galleria centrale di collegamento», che invece non risulterebbero mai realizzati per carenza di fondi che, nel 2009, venivano stimati in circa 9 milioni di euro.

  Lo studio di fattibilità si inseriva, a quanto sembra, su una precedente progettazione del Comune di Napoli articolata sempre in tre lotti funzionali, di cui sarebbero stati ultimati solo i due lotti relativi agli ingressi, come ho dianzi esposto.
  A quanto consta risulta che per il recupero del tratto centrale rimanente di circa 500 metri della galleria si prevedeva Pag. 60un impegno di euro 5.164.568,00 come da delibera della Giunta Comunale di Napoli n. 1889 del 6 maggio del 2006.
  Naturalmente questo Ministero assicura la propria disponibilità, proprio nel rispetto dell'impegno di leale collaborazione tra Amministrazioni, per ogni iniziativa di tutela e valorizzazione che il Comune di Napoli intenda intraprendere al riguardo.