CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 gennaio 2019
126.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-01214 Viscomi: Dati relativi al numero di lavoratori dipendenti che si sono avvalsi della facoltà di cui all'articolo 1, comma 26, della legge n. 190 del 2014, in materia di liquidazione diretta mensile della quota maturanda del trattamento di fine rapporto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'interrogazione dell'Onorevole Viscomi si fa presente quanto segue:
   Come richiamato dall'Onorevole interrogante, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 febbraio 2015, n. 29 «Regolamento recante norme attuative delle disposizioni in materia di liquidazione del TFR come parte integrante della retribuzione per il periodo di paga decorrente da marzo 2015 a giugno 2018», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 19 marzo 2015, n. 65, i lavoratori dipendenti delle aziende private, eccezion fatta per quelli domestici ed agricoli, hanno avuto la possibilità di farsi liquidare sotto la voce Quota Integrante della Retribuzione (QuIR), unitamente allo stipendio mensile, una parte del TFR maturato, dando così attuazione a quanto previsto dal comma 26 articolo 1 della Legge di Bilancio 2015.
  Terminato il periodo appena indicato, a decorrere dunque dal mese di luglio 2018, la situazione è stata ripristinata all'assetto previgente alla QuIR per ciò che concerne la destinazione del trattamento di fine rapporto.
  A chiarirlo è lo stesso Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale con il messaggio n. 2791 del 10 luglio 2018.
  Nel merito, attesi i tempi ristretti per il reperimento dei dati, aggregati secondo la richiesta dell'Onorevole interrogante, l'INPS non è riuscito a produrre le report richieste; pertanto si fa riserva di fornire le informazioni di dettaglio richieste non appena saranno rese disponibili.

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ALLEGATO 2

5-01215 Murelli: Situazione dei lavoratori dell'azienda Italtel di Settimo Milanese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La problematica sollevata dagli Onn. Interroganti, concernente i lavoratori della società Italtel, rappresenta una questione delicata che merita una particolare attenzione.
  La società Italtel rappresenta una realtà multinazionale dell'Information & Communication Technology attiva in diversi settori: Telecomunicazioni, Finanza, Energia, Industria, Smart Cities, Sanità e Difesa.
  Nel dicembre 2017, la società Exprivia ha acquisito l'81 per cento del capitale di Italtel, con il restante 19 per cento delle azioni nel capitale del socio di minoranza (Cisco).
  ItalTel, dopo molti anni di difficoltà, con l'utilizzo anche massiccio degli ammortizzatori sociali previsti dalla legge, dal 2019 ha raggiunto un equilibrio occupazionale nella sede di Settimo Milanese, riuscendo a riassorbire internamente, come reso noto dalla regione Lombardia, anche gli ultimi 28 esuberi residui degli ultimi contratti di solidarietà.
  A dicembre 2018 la Direzione aziendale ha avviato una procedura per recedere da 2 istituti previsti dalla contrattazione decentrata risalenti agli anni ’70, quando l'azienda operava sostanzialmente su un mercato monopolistico (unico cliente SIP/Telecom Italia), riassorbendoli nel premio di risultato, al fine di contenere i costi.
  Infatti, come indicato anche nell'interrogazione, l'azienda ha recentemente annunciato, tramite comunicazione alle organizzazioni sindacali e a tutte le RSU, la disdetta dei trattamenti retributivi previsti dalla contrattazione di secondo livello per realizzare una riduzione del costo del lavoro in linea con gli obiettivi fissati nel nuovo piano industriale 2018-2023.
  In particolare, come riferito anche dall'ispettorato territoriale di Milano-Lodi, la disdetta comporterà la decurtazione sull'indennità di trasferta, sul trattamento di reperibilità e su alcune quote salariali come il terzo elemento retributivo, sulla quota fissa di accantonamento e sui premi fissi mensili.
  Secondo quanto evidenziato dalle RSU, la disdetta degli accordi sindacali determinerà una decurtazione pari a circa 2.000/2.500 euro all'anno.
  ItalTel, tuttora, è ancora formalmente autonoma da Exprivia, e gli accordi prevedono che dopo il triennio di integrazione 2018-2020 vi sarà la fusione vera e propria in un'unica ragione sociale.
  Dal punto di vista sostanziale, come evidenziato dalla regione Lombardia interrogata sulla questione, i gruppi di lavoro ormai sono sinergici così come gli organigrammi, al punto che uno degli istituti in discussione (reperibilità) è stato parificato a quello dei lavoratori di Exprivia, leggermente inferiore a quello di ItalTel ma comunque superiore a quello previsto dal CCNL di settore.
  Exprivia ed Italtel insieme, ad oggi, formano un nuovo grande gruppo italiano dell'ICT che ambisce a diventare uno dei principali protagonisti del processo di trasformazione digitale, sia in Italia che all'estero, grazie, soprattutto, allo sviluppo di soluzioni e servizi innovativi.
  Inoltre, bisogna aggiungere, che la società Italtel ha presentato progetti sia su «Accordi per la Competitività» della Regione Pag. 106Lombardia che su «Accordi per l'innovazione» del Ministero dello Sviluppo Economico.
  Entrambi i progetti, che prevedono anche impegni occupazionali, come reso noto dalla Regione Lombardia, sono in fase avanzata: il primo in rendicontazione, il secondo ancora non avviato, ma di imminente sottoscrizione.
  Per maggiori informazioni, come evidenziato dalla stessa regione, qualora vi fosse una procedura di riduzione dell'occupazione o il venir meno degli impegni assunti nell'ambito «Accordi per la competitività», la società potrebbe incorrere nella revoca del finanziamento già concesso.
  Questa particolare propensione industriale del gruppo Exprivia-Italtel costituisce motivo di orgoglio e fiducia rispetto alle capacità del tessuto produttivo industriale italiano di sviluppare tecnologia e competere a livello internazionale.
  Per questo motivo, il ruolo economico e, soprattutto, l'immagine pubblica della società non può presentare «incertezze» da un punto di vista del trattamento del proprio «capitale umano».
  I lavoratori costituiscono, di fatto, il valore aggiunto di ogni trasformazione e questo Governo, sin dal suo insediamento, ha dato prova di un impegno pubblico e concreto sia rispetto al tema del precariato sia per quanto riguarda le tutele, con particolare attenzione al salario minimo e alle garanzie previdenziali, della salute e della sicurezza.
  A tal riguardo, evidenzio il recentissimo Disegno di Legge presentato al Senato (Atto Senato n. 658) avente come oggetto l'istituzione del salario minimo orario per garantire una retribuzione «proporzionata» e «sufficiente» come richiesto dall'articolo 36, comma 1, della nostra Costituzione.
  Posso aggiungere, per concludere, che in attesa del primo incontro tra le parti sociali – fissato per il prossimo 29 gennaio nella sede di Milano di Assolombarda – e con l'auspicio che possa essere trovata una soluzione sufficientemente soddisfacente per tutte le parti coinvolte, la questione posta dall'On. Murelli sarà oggetto di verifica da parte di questo Governo con l'obiettivo di valutare la legittimità, nonché l'opportunità, dei provvedimenti in oggetto.