CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 13 dicembre 2018
113.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali da avviare per il periodo dal 1o ottobre al 31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1).

Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, anche al fine della relativa proroga, deliberata il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI RELAZIONE ALL'ASSEMBLEA DEL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO

  Le Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) della Camera dei deputati,
   discussa la Deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata il 28 novembre 2018, in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali (Doc. XXV, n. 1) e alla Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, anche al fine della relativa proroga, deliberata il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1), adottata ai sensi, rispettivamente, degli articoli 2 e 3 della legge 21 luglio 2016, n. 145;
  premesso che:
   con l'entrata in vigore della legge 21 luglio 2016, n. 145, recante disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, l'Italia si è dotata di uno strumento normativo che ha innovato il procedimento di deliberazione delle missioni internazionali, pur restando nelle funzioni del Parlamento il fondamentale potere di « autorizzare « nuove missioni internazionali o la loro proroga (articolo 2, comma 2); la legge ha trasferito al Governo, nella fase di programmazione e istruttoria, la scelta delle missioni internazionali da avviare o da prorogare, ma la fase decisionale è rimasta nella disponibilità esclusiva delle Camere che possono negare l'autorizzazione o definire gli impegni in senso difforme da quanto programmato dal Governo (articolo 2, comma 2);
   l'impegno internazionale che l'Italia profonde ricorrendo alla leva delle missioni militari e degli interventi di natura civile negli scenari di crisi costituisce la necessaria risposta a persistenti minacce di carattere transnazionale ed asimmetrico – il terrorismo, la radicalizzazione, l'insicurezza cibernetica, i traffici illeciti-e a fenomeni di instabilità potenzialmente pericolosi per la pace e la sicurezza della regione euro-mediterranea. Tale impegno si fonda su un approccio onnicomprensivo alle crisi, proprio dell'Unione europea e pienamente condiviso dall'Italia, che correla l'intervento di carattere militare ad iniziative civili tese alla protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, all'investimento nell'istruzione e nella cultura, alla protezione e attenzione alle donne, ai giovani e alle minoranze; l'impianto della legge n. 145 del 2016 rispecchia in profondo questa impostazione. Tale strumento normativo innovativo di riordino e di razionalizzazione ha fin qui Pag. 12assicurato all'interazione tra Governo e Parlamento, finalizzata alla decisione sulle missioni internazionali, un inedito grado di trasparenza e di profondità, permettendo di contemperare il doveroso carattere democratico della dinamica decisionale su una materia tanto delicata anche sul piano dell'impatto finanziario, alla necessaria celerità del relativo processo decisionale, nel superiore interesse alla tutela della pace, nonché della vita e dell'integrità degli uomini e delle donne impegnati sul terreno nei numerosi teatri operativi;
   la vocazione transatlantica ed europeista della nostra politica estera, ideale nel quale crediamo fortemente, è stata più volte messa in discussione dall'azione del nuovo Governo con attacchi nei confronti e all'interno delle istituzioni europee, dal legame poco trasparente della Lega con la Russia e da episodi gravi e inumani come ad esempio la scellerata chiusura dei porti alle navi delle Ong della scorsa estate;
   suscita stupore vedere riproposta la continuazione delle missioni internazionali così come approntate nello scorso gennaio dal precedente Governo e aspramente criticate dal Movimento 5 stelle che votò contro tale provvedimento e la Lega che si astenne; nel merito infatti di alcune di queste missioni in particolare, il giudizio del Movimento 5 stelle fu critico non solo negli interventi dei suoi esponenti in Aula e in Commissione, ma anche nella risoluzione alternativa che gli stessi depositarono;
   in particolare, la missione in Niger, fu definita, nel gennaio 2018, dall'allora esponente dell'opposizione Manlio Di Stefano all'opposizione come «un regalo ai francesi» con l'invio dei nostri militari a «presidiare il deserto», salvo successivamente, l'attuale ministro della Difesa Trenta, abbia salutato lo sblocco della missione – dopo un iniziale stand-by – come «un grandissimo risultato di questo Governo»;
   continuiamo a credere che l'Africa rivesta un interesse strategico prioritario per la sicurezza dell'Italia, che, oltre a dover gestire i flussi migratori provenienti da tale continente, deve affrontare il rischio che un rallentamento del processo di pacificazione e di consolidamento delle istituzioni politiche della Libia sfoci in un nuovo fattore di minaccia per i propri interessi nazionali e per la sicurezza del bacino del Mar Mediterraneo. Gli interventi previsti in Africa si concentrano su attività utili a incrementare la sicurezza e la stabilità internazionali a favore di Paesi impegnati nella lotta al terrorismo e ai traffici illegali internazionali, e in questo la missione in Niger può aiutare a definire e sostenere nuove strategie, anche alla luce del fatto che la situazione in Sud Sudan resta drammatica e continuano a preoccupare le tensioni esistenti tra l'Eritrea e i Paesi confinanti. In tale contesto, l'operato delle missioni civili UE in ambito PSDC ha rivestito un ruolo di rilievo; il rafforzamento della nostra presenza nelle operazioni attive in tale teatro – EUCAP Niger, EUCAP Mali, EUTM Mali – cui va aggiunto anche il comando della Cellula di Coordinamento Regionale delle tre missioni stesse, testimonia la rilevanza che il nostro Paese attribuisce alla pace e la stabilità in questo quadrante;
   l'impegno italiano in Libia e Niger è intimamente connesso sul piano strategico alla fondamentale azione a tutela dei diritti umani della popolazione civile, di migranti e di profughi esercitata dalle organizzazioni internazionali presenti, nello specifico l'OIM e l'UNHCR, che l'Italia sostiene convintamente; occorre ricordare che da tempo in quell'area operano gruppi terroristici jihadisti (come Al-Qaeda nel Maghreb arabo (AQIM) e Al-Morabitun) che traggono nuovi fondamentali canali di finanziamento, diretto e indiretto, grazie a vari tipi di traffici, tra cui quello di migranti: le missioni in Libia ed in Niger sono, quindi, strategicamente rivolte anche a contrastare l'endemizzazione di questo fenomeno, che sovrappone terrorismo e attività criminale;
   anche per questo, abbiamo sostenuto con il precedente Governo e durante l'esame Pag. 13iniziale della legge di bilancio, gli strumenti della cooperazione allo sviluppo, anche grazie alle risorse stanziate con il cosiddetto Fondo Africa, con l'obiettivo di promuovere il controllo del territorio ed il contrasto dei traffici illeciti, a partire da quello di esseri umani. Fondo non rifinanziato dall'attuale Governo, e che non ha provveduto neanche sinora ad incrementare le risorse per l'Aiuto Pubblico allo Sviluppo, nonostante che nei 5 anni della scorsa legislatura, almeno una delle componenti della attuale compagine governativa, abbia sempre sostenuto la necessità dell'impegno per l'Italia a favore della pace anche e soprattutto attraverso la cooperazione allo sviluppo;
   ulteriore elemento di contraddittorietà dell'azione dell'attuale Governo, è evidenziato dal richiamo alla importanza della partecipazione italiana, insieme agli altri partner europei ed atlantici, al «finanziamento delle missioni dell'Onu», stante la decisione, nella legge di bilancio in corso di esame, di diminuire il contributo alle spese dell'Onu, e di respingere gli emendamenti e gli ordini del giorno delle opposizioni che ne ricordavano la rilevanza;
   ancora, desta preoccupazione l'annunciata «approfondita revisione che vorrà essere fatta intorno a EUNAVFOR MED operazione SOPHIA, in scadenza il 31 dicembre 2018», preoccupazione corroborata dalle continue dichiarazioni del Ministro dell'interno negli ultimi mesi a riguardo della missione SOPHIA, deciso a fermare definitivamente la missione in attesa di sviluppi sui negoziati delle regole di Dublino, riguardo l'individuazione dei porti europei che possono essere considerati sicuri;
   va ricordato che EUNAVFOR MED ha salvato dal 2015 circa 45 mila vite umane dai pericoli del mare e dei trafficanti di uomini e che l'impegno per la stabilità del Mediterraneo hanno confermato la vocazione multilaterale della politica estera e di difesa dell'Italia, il convinto sostegno al processo di integrazione europea e al legame transatlantico, l'impegno per la difesa dei diritti umani, nel segno di una cifra identitaria mediterranea che guida l'azione internazionale del nostro Paese;
   il Mediterraneo è stato parte essenziale della nostra presidenza del G7 e del mandato in Consiglio di Sicurezza, oltre che della nostra azione nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e nella NATO, facendo sì che tali organizzazioni perseguissero l'impegno comune nella lotta contro il terrorismo e per una condivisione più equa e responsabile delle conseguenze del fenomeno migratorio, come pure di tutte quelle altre sfide (come tragedie umanitarie e odio settario) che contribuiscono a rendere l'area del Mediterraneo allargato uno degli epicentri del disordine globale;
   si rileva positivamente la volontà espressa dal governo di proseguire nel solco dell'azione del precedente, in merito al ruolo dell'Italia nella partecipazione alle missioni internazionali,
   propongono all'Assemblea di autorizzare la prosecuzione per il periodo 1o ottobre-31 dicembre 2018 delle missioni internazionali in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione, di cui all'Allegato 1 della Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1), di seguito riportate:
   EUROPA
    NATO Joint Enterprise (scheda n. 1);
    European Union Rule of Law Mission in Kosovo EULEX Kosovo – personale militare (scheda n. 2);
    EUFOR ALTHEA (scheda n. 6);
    United Nations Peacekeeping in Cyprus UNFICYP (scheda n. 8);
    NATO Sea Guardian (scheda n. 9);
    EUNAVFOR MED operazione SOPHIA (scheda n. 10);Pag. 14
   ASIA
    NATO Resolute Support Mission in Afghanistan (scheda n. 11);
    United Nations Interim Force in Lebanon UNIFIL (scheda n. 12);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (scheda n. 13);
    Temporary International Presence in Hebron TIPH2 (scheda n. 14);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda n. 15);
    European Union Border Assistance Mission in Rafah EUBAM Rafah (scheda n. 16);
    Coalizione Internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda n. 19);
    United Nations Military Observer Group in India and Pakistan UNMOGIP (scheda n. 20);
    Impiego su basi bilaterali di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medio Oriente e Asia (scheda n. 21);
   AFRICA
    United Nations Support Mission in Libya-UNSMIL (scheda n. 23);
    EUNAVFOR operazione Atalanta (scheda n. 25);
    EUTM Somalia (scheda n. 26);
    EUCAP Somalia (scheda n. 27);
    Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (scheda n. 28);
    Impiego di personale militare presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa e zone limitrofe (scheda n. 29);
    United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali MINUSMA (scheda n. 30);
    EUTM Mali (scheda n. 31);
    EUCAP Sahel Mali (scheda n. 32);
    EUCAP Sahel Niger (scheda n. 33);
    Multinational Force and Observers in Egitto-MFO (scheda n. 34);
    Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda n. 1/2018);
    Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda n. 2/2018);
    Missione NATO di supporto in Tunisia per lo sviluppo di capacità interforze delle Forze armate tunisine (scheda n. 3/2018);
    United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara (MINURSO) (scheda n. 4/2018);
    European Union Training Mission Repubblica Centrafricana (EUTM RCA) (scheda n. 5/2018);

   POTENZIAMENTO DI DISPOSITIVI NAZIONALI E DELLA NATO
    Dispositivo aeronavale nazionale «Mare Sicuro» apprestato per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale, comprensivo della missione in supporto alla Guarda costiera libica richiesta dal Consiglio presidenziale-Governo di accordo nazionale libico (scheda n. 36);
    Dispositivo «NATO Support to Turkey» a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza (scheda n. 37);
    Dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale dell'Alleanza (scheda n. 38);
    Dispositivo NATO per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda n. 39);
    Dispositivo NATO in Lettonia (Enhanced Forward Presence) (scheda n. 40);Pag. 15
    NATO Air Policing per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda n. 6/2018);
    Esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze Armate per il periodo 1o ottobre 2018 – 31 ottobre 2018 (scheda n. 43);
    Supporto info-operativo a protezione delle Forze armate (scheda n. 44);
   INTERVENTI DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO PER IL SOSTEGNO DEI PROCESSI DI PACE E DI STABILIZZAZIONE
    Iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda n. 45);
    Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione rafforzamento della sicurezza (scheda n. 46);
    Partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda n. 47);
    Interventi operativi di emergenza e di sicurezza (scheda n. 49),

  e propongono, altresì, all'Assemblea di autorizzare per il periodo 1o ottobre 2018 – 31 dicembre 2018 la partecipazione dell'Italia alla seguente missione internazionale, di cui all'Allegato 2 alla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1):
    NATO Mission in Iraq (scheda n. 7/2018).

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ALLEGATO 2

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali da avviare per il periodo dal 1o ottobre al 31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1).

Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, anche al fine della relativa proroga, deliberata il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1).

PROPOSTA ALTERNATIVA DI RELAZIONE ALL'ASSEMBLEA DEL GRUPPO LIBERI E UGUALI

  Le Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) della Camera dei deputati,
   discussa la Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali per il periodo 1o ottobre- 31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1) e la relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, deliberata dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1);
  premesso che:
   con l'entrata in vigore della legge 21 luglio 2016, n. 145, recante disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, l'Italia si è dotata di uno strumento normativo che ha innovato il procedimento di deliberazione delle missioni internazionali, pur restando nelle funzioni del Parlamento il fondamentale potere di «autorizzare» nuove missioni internazionali o la loro proroga (articolo 2, comma 2);
   la legge ha trasferito al Governo, nella fase di programmazione e istruttoria, la scelta delle missioni internazionali da avviare o da prorogare, ma la fase decisionale è rimasta nella disponibilità esclusiva delle Camere che possono negare l'autorizzazione o definire gli impegni in senso difforme da quanto programmato dal Governo (articolo 2, comma 2);
   allo stesso modo, il nuovo strumento legislativo ha previsto che il Ministero dell'economia e delle finanze possa disporre l'anticipazione alle Amministrazioni interessate di una somma non superiore al 75 per cento delle somme necessarie «per assicurare l'avvio delle missioni», entro dieci giorni dalla data di presentazione alle Camere delle deliberazioni e delle relazioni annuali (articolo 2, comma 4-bis). Tale previsione, tuttavia, è da interpretarsi come misura che consente di svolgere previamente l'attività burocratica e amministrativa degli apparati dello Stato in funzione di una velocizzazione delle procedure connesse all'impegno all'estero dell'Italia, fermo restando che l'effettivo impegno di spesa da parte delle Amministrazioni interessate e l'avvio delle relative missioni può essere disposto solo ed esclusivamente dopo l'autorizzazione delle missioni da parte del Parlamento, nel rispetto dell'articolo 2, comma 2;Pag. 17
  con riferimento alle missioni internazionali prorogate:
   come evidenziato dalla Relazione del Ministero dell'economia e delle finanze, le spese per le missioni proposte su base annua, pari a 1.504 milioni di euro, risultano in aumento rispetto ai 1427 milioni di euro del 2017. In particolare, tale incremento è dovuto alle nuove missioni in Niger, in Tunisia e in Albania, che richiederanno un ammontare su base annua di circa 125 milioni di euro. Con il DPCM 26 aprile 2018, registrato alla Corte dei conti in data 12 giugno 2018, Reg.ne Prev. n. 1342, si è provveduto al finanziamento delle missioni internazionali e degli interventi di cooperazione e stabilizzazione a valere sulle risorse del fondo di cui all'articolo 4, comma 1, della legge 21 luglio 2016, n. 145, per i periodi corrispondenti a quelli autorizzati. Risultano euro 141.172.376 per il fondo per il finanziamento delle missioni internazionali ex articolo 4 della legge 21 luglio 2016, n. 145, come da saldo disponibile al 30 settembre 2018 (euro 11.172.376) e come rifinanziato dall'articolo 24 del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119 (euro 130.000.000);
   le spese per missioni che nel 2017 erano già aumentate del 17 per cento rispetto al 2016, con una crescita ulteriore nel 2018. Di tutte le risorse per missioni, gli stanziamenti destinati alle iniziative di cooperazione allo sviluppo e al sostegno ai processi di pace e stabilizzazione ammontano solo a poco più del 10 per cento. Il restante 90 per cento è speso per interventi di tipo militare;
   è evidente come si mantiene lo spostamento dell'interesse geo-strategico dell'Italia dal medio-oriente all'Africa, ma le missioni sullo scenario africano non sembrano mirare alla sicurezza né alla tutela delle persone che migrano, lasciando trasparire una prospettiva neocoloniale ispirata da interessi economici, che avrà delle conseguenze e ricadute che non possiamo immaginare;
   le missioni in territorio africano consolidano, come già accaduto sul fronte libico, un pericoloso legame tra l'intervento militare e l'azione di contrasto delle migrazioni nella loro dimensione esterna. Sembra emergere un pericoloso trasferimento del finanziamento dei progetti di esternalizzazioni dal Ministero dell'interno a quello degli affari esteri e cooperazione internazionale fino al recente coinvolgimento di quello della difesa in chiara chiave repressiva e di controllo degli arrivi già dai Paesi di transito;
   da quanto emerge (scheda 1-2018), le attività in Libia si focalizzano nel «rafforzamento delle attività di controllo e contrasto dell'immigrazione illegale» nell'obbiettivo di potenziare la Guardia Costiera Libica affinché proceda ad operazione di intercettazione che riportino i migranti in quello che è stato definito un «inferno» da molti osservatori istituzionali e internazionali. Finanziare e supportare il sistema d'intercettazione e di controllo della Guardia Costiera Libica rende il nostro Governo compartecipe e corresponsabile delle sistematiche violazioni dei diritti, delle violenze e delle torture subite dai migranti nei centri di detenzione in cui vengono portati una volta a terra. Risulta altrettanto pericolosa la formazione di personale della Guardia Costiera Libica che, come emerso nel rapporto del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, vede un alto rischio di infiltrazione e di legami con milizie che gestiscono le partenze. Ancora più grave che l'Italia contribuisca a rafforzare il contrasto alla cosiddetta immigrazione illegale in un Paese in cui la gran parte dei migranti in transito proviene da Paesi retti da regimi autocratici o dittatoriali ed è costretta a soggiornare per mesi e a volte anni in un Paese, la Libia, che non ha mai ratificato la Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati. Il Governo Italiano è passato dal finanziare, con il suo budget destinato alle forze militari, operazioni di salvataggio nel Mediterraneo, come era Mare Nostrum, ad attività di contrasto e di indiretto respingimento verso la Libia;
   la Missione in Niger (scheda 2-2018) risulta militarmente e politicamente pericolosa. Pag. 18Il contributo militare dell'Italia si inserisce in modo subordinato in un più ampio intervento che vede il coordinamento della Francia a sostegno delle forze del G5 Sahel con finalità che vedono mischiarsi pericolosamente gli obbiettivi di lotta al terrorismo, di traffico di essere umani e di stabilizzazione della regione;
   i progetti di controllo della frontiera nel deserto del Teneré, finanziati con i fondi allo sviluppo confluiti nel Fondo Fiduciario Africano, hanno già dimostrato il loro impatto nefasto. Come conseguenza dell'attuazione di questi progetti, i migranti si sono visti obbligati ad affidarsi a reti più organizzate e quindi più spietate di traffico che, per raggiungere la Libia sfuggendo dai posti di controllo, hanno obbligato i migranti a seguire rotte che si spostano verso Algeria e Mali, in zone ancora più instabili;
   l'operazione nel Sahel è il risultato di interessi ed egemonie nell'area, dove la presenza italiana sembra rispondere ad interessi economici – guardando alle miniere di uranio e oro di cui è costellata la regione – e geostrategici – in un tentativo di concorrenza ai francesi che si gioca da Tripoli a Niamey e si gioca sulla pelle di centinaia di uomini, donne e bambini;
   la priorità del Governo appare essere quella di esternalizzare il controllo delle frontiere, dimenticandosi dei principi di accoglienza ed integrazione e disattendendo uno dei principi cardine della nostra Costituzione, l'articolo 10 comma 3, secondo il quale «Lo straniero al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge»;
   la Missione in Tunisia (scheda 3-2018), nata in ambito Nato, con lo scopo di supportare militari, polizia e guardia nazionale rischia di creare una nuova esternalizzazione del controllo delle frontiere, anche in considerazione del fatto che, secondo il rapporto dell'UNHCR, è fortemente aumentato il numero di persone che sono arrivate in Italia partendo dalla Tunisia;
   in Afghanistan le Forze armate italiane sono oramai presenti nel Paese da più di 16 anni e rappresentano il secondo contingente dopo gli Stati Uniti d'America. Qui la missione Resolute Support che avrebbe dovuto avere l'obiettivo di svolgere attività di consulenza e assistenza a favore delle forze di difesa e sicurezza afghane e delle istituzioni governative è tornata ad essere, dopo tre anni dalla fine della missione combat ISAF-NATO, ad essere in prima linea al fronte e l'avanzata dei talebani ha costretto le truppe straniere a tornare ad assistere le truppe afghane che combattono al fronte insieme alle truppe statunitensi;
   l'Afghanistan è classificato al penultimo posto nel Global Peace Index 2017: in condizioni peggiori a livello mondiale c’è soltanto la Siria, avendo «scavalcato» rispetto all'anno scorso Sud Sudan e Iraq; l'Institute for Economics and Peace rileva, inoltre, che il Paese è secondo solo all'Iraq (su 163 Paesi monitorati), sempre su scala globale, per attività terroristiche all'interno del Paese (Global Terrorism Index 2017);
   l'ultima strage compiuta dagli estremisti è avvenuta il 20 novembre 2018 a Kabul, ed ha provocato oltre 40 morti e almeno 60 feriti. Le vittime continuano ad essere soprattutto civili e da mesi a Kabul, che dovrebbe essere la città più sicura, si susseguono copiosamente attentati drammatici, tanto che diversi stati, Gran Bretagna in testa, vogliono spostare la propria ambasciata dalla capitale ad un'area più sicura;
   dopo la disfatta in Siria e Iraq, molti analisti ritengono che i militanti dell'Isis si siano spostati in altri Paesi, Afghanistan in testa;
   al di là della situazione drammatica in cui continua ad essere l'Afghanistan (come documentato in un rapporto dell'EASO nel 2015, dopo più di un decennio Pag. 19di guerra si sono registrate la cifra record di 11 mila civili vittime di violenza), sembra cambiata radicalmente la strategia statunitense, dove il progressivo disimpegno in favore del supporto alla ricostruzione della nazione è stato sostituito con un nuovo interventismo militare nello stato, in disprezzo anche del fragile Governo afghano, che seppur non inviso alla maggioranza degli afghani, continua ad essere facile preda per la propaganda dei nazionalisti e dei talebani, poiché privo di legittimità, dipendente dai militari e da soldi stranieri;
   il Governo propone per il 2018 il proseguimento della missione di assistenza alla Guardia costiera libica che ha quindi la responsabilità dei salvataggi e di riportare i migranti sulla costa libica. Come ben documentato in questi mesi, i libici mettono in atto i loro salvataggi attraverso torture e maltrattamenti per riportare poi i migranti a riva destinandoli a uno stato di prigionia nei centri di permanenza, spazi affollati dove abusi e violenze sono all'ordine del giorno. In alcune occasioni i libici avrebbero addirittura ostacolato le operazioni di soccorso in mare e in alcuni casi, come accertato da testimonianze e video, sarebbero direttamente responsabili della tragica sorte di numerosi migranti, dispersi in mare;
   le decisioni della NATO, prese al vertice tenuto a Varsavia nell'estate del 2016, ha comportato l'adozione di una serie di misure politiche e militari preventive nei confronti della Russia, le più importanti dalla fine della Guerra Fredda. Come previsto dalla Deliberazione l'Italia ha poi dislocato mezzi e uomini in diversi dispositivi di protezione e sorveglianza dell'Alleanza;
   con la presenza della NATO in Lettonia, Estonia, Lituania e Polonia con mezzi e uomini pronti a rispondere a minacce esterne lungo il confine orientale dell'Alleanza, addirittura si è superato l'accordo stipulato con la Russia nel 1997, in cui si stabiliva che l'alleanza atlantica non può mantenere le proprie truppe da combattimento in modo permanente nei Paesi a est della Germania, a meno che le condizioni di sicurezza degli Stati alleati non siano in pericolo;
   evidentemente, i rappresentanti dei Paesi dell'Alleanza atlantica considerano cambiate queste condizioni, e nei fatti programmano delle azioni militari lungo quello che viene chiamato «fronte orientale» e a cui il nostro Paese risponde con una rinnovata presenza in Lettonia di 160 unità e 50 mezzi terrestri;
   l'Italia oggi continua ad essere presente in Turchia con la missione «Active fence» che prevede 130 soldati dislocati lungo il confine turco-siriano, con batterie antimissile;
   una presenza nazionale nella stessa Turchia, che da alleato e membro della Nato, ha favorito negli scorsi anni il passaggio di migliaia di foreign fighter europei, mentre al tempo stesso conduceva una «guerra sporca» contro le organizzazioni curde in Siria e in Iraq, che sono tra le poche forze che hanno causato una serie di sconfitte a Daesh e dove ha attacca con il suo esercito il cantone curdo di Afrin nella Federazione della Siria del Nord, dove si è dato vita ad un'esperienza di convivenza pacifica tra curdi, arabi, assiri, caldei, aramaici, turcomanni, armeni e ceceni e altre minoranze;
   con riferimento alle proroghe relative agli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, va sottolineato che occorrono maggiori risorse e va modificata la qualità della spesa. Le risorse per la cooperazione devono essere utilizzate unicamente per colpire le cause profonde delle migrazioni (lotta ai governi corrotti, alle carestie, allo sfruttamento delle risorse da parte dei Paesi occidentali che poco o nulla lasciano alle popolazioni dei territori etc.);
  con riferimento alla nuova missione internazionale deliberata:
   per quanto attiene alla nuova missione denominata NATO Mission in Iraq Pag. 20che ha l'obiettivo di offrire al Governo iracheno il sostegno per stabilizzare il Paese in particolare con interventi di addestramento e consulenza dei funzionari iracheni nel settore contro gli ordigni esplosivi improvvisati della pianificazione civile militare, della manutenzione dei veicoli blindati, della medicina militare si conferma sostanzialmente la nostra presenza in Iraq nell'ambito delle missioni per il contrasto al terrorismo. Tuttavia si segnala la necessità di avviare una riflessione sul bilancio della missione di contrasto al Daesh e sulle prospettive future di tale missione;
   alla luce delle considerazioni che precedono si ritiene che occorra un cambiamento radicale, che si sostanzi a partire dalla discontinuità alla partecipazione alle missioni internazionali, pertanto.
   AUTORIZZANO LE SEGUENTI MISSIONI E ATTIVITÀ:
    Joint Enterprise (missione NATO – scheda 1);
    EULEX Kosovo (personale militare) (missione UE – scheda 2);
    EUFOR ALTHEA (missione UE – scheda 6);
    United Nations Peacekeeping Force in Cyprus UNFICYP (missione ONU – scheda 8);
    United Nations Interim Force in Lebanon UNIFIL (missione ONU – scheda 12);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (scheda 13);
    Temporary International Presence in Hebron TIPH2 (missione multilaterale – scheda 14);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda 15);
    European Union Border Assistance Mission in Rafah EUBAM Rafah (missione UE – scheda 16);
    Partecipazione alla Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda 19);
    United Nations Military Observer Group in India and Pakistan UNMOGIP (missione ONU – scheda 20);
    Impiego su basi bilaterali di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medioriente e Asia (scheda 21);
    United Nations Support Mission in Libya UNSMIL (missione ONU – scheda 23);
    Missione UE antipirateria denominata ATALANTA (missione UE – scheda 25);
    Missione UE denominata EUTM Somalia (missione UE – scheda 26);
    Missione UE denominata EUCAP Somalia (ex EUCAP Nestor) (missione UE – scheda 27)
    Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (scheda 28)
;
    Impiego di personale militare presso la base nazionale nella Repubblica di Gibuti (scheda 29);
    Missione UN denominata United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali MINUSMA (missione ONU – scheda 30);
    Missione UE denominata EUTM Mali (missione UE – scheda 31);
    Multinational Force and OBSERVERS in Egitto MFO (scheda 34);
    le esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate per l'anno 2018 (scheda n. 43);
    il supporto info-operativo a protezione delle Forze armate (scheda n. 44);
    Partecipazione di personale militare alla missione UN denominata United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara (Minurso) (scheda 4-2018);Pag. 21
    Proroga della partecipazione di personale militare alla missione UE denominata European Union Training Mission Repubblica Centrafricana (scheda 5-2018);
    Partecipazione di personale militare alla missione NATO Mission in Iraq (Scheda 7-2018);
   NON AUTORIZZANO LE SEGUENTI MISSIONI:
    Sea Guardian (missione NATO – scheda 9);
    EUNAVFORMED SOPHIA (missione UE – scheda 10);
    Resolute Support Mission (missione NATO – scheda 11);
    Missione UE denominata EUCAP Sahel Mali (missione UE – scheda 32);
    Missione UE denominata EUCAP Sahel Niger (missione UE – scheda 33);
    Impiego di un dispositivo aeronavale nazionale per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo Centrale (operazione Mare Sicuro) (scheda 36);
    Partecipazione al dispositivo NATO a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza denominato «Active Fence» (scheda 37);
    Partecipazione al dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale dell'Alleanza (scheda 38);
    Partecipazione al dispositivo NATO per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda 39);
    Partecipazione al dispositivo NATO in Lettonia Enhanced Forward Presence (scheda 40);
    Partecipazione di personale militare alla missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda 1-2018);
    Partecipazione di personale militare alla missione bilaterale di assistenza e supporto nella Repubblica del Niger (scheda 2-2018);
    Partecipazione di personale militare alla missione NATO di supporto in Tunisia (scheda 3-2018).

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ALLEGATO 3

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per il periodo 1o ottobre – 31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1).

Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, anche al fine della relativa proroga deliberata dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1).

RELAZIONE ALL'ASSEMBLEA APPROVATA DALLE COMMISSIONI

  Le Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) della Camera dei deputati,
   discussa la Deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata il 28 novembre 2018, in merito all'andamento delle missioni internazionali e delle iniziative di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1o ottobre 2018 – 31 dicembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1), nonché alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali da avviare per il periodo 1o ottobre – 31 dicembre 2018 (Doc. XXV, n. 1), adottata ai sensi, rispettivamente, degli articoli 2 e 3 della legge 21 luglio 2016, n. 145;
  premesso che:
   la Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali (Doc. XXV, n. 1) prevede, per il periodo 1o ottobre-31 dicembre 2018, la partecipazione dell'Italia ad una nuova missione internazionale, denominata NATO Mission in Iraq, con l'obiettivo di offrire un ulteriore sostegno al Governo iracheno nei suoi sforzi per stabilizzare il Paese e combattere il terrorismo di matrice fondamentalista in tutte le sue forme e manifestazioni;
   la Deliberazione prevede, altresì, la prosecuzione, per il trimestre 1o ottobre-31 dicembre 2018, delle missioni internazionali in corso e delle iniziative di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione già autorizzate, per il periodo 1o gennaio – 30 settembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1), con le risoluzioni della Camera dei deputati n. 6-00382 e del Senato della Repubblica Doc. XXIV, n. 93 e n. 94, adottate rispettivamente il 15 e il 17 gennaio 2018 a seguito della Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2017;
   è intenzione del nuovo Governo mantenere, nelle operazioni per il ripristino della stabilità internazionale, un ruolo di primo piano al fine di dare risposte e fronteggiare le diverse minacce che caratterizzano l'attuale contesto geopolitico di riferimento;
   in tale contesto, la NATO rimane per il nostro Paese l'organizzazione regionale di riferimento per garantire un'adeguata cornice di sicurezza all'intera area euro-atlantica ed esercitare la dissuasione, la deterrenza e la difesa militare contro le varie minacce;Pag. 23
   è prevista anche un'attiva partecipazione del Paese alle iniziative di Politica di sicurezza e difesa comune dell'Unione europea, nonché agli sforzi nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite;
   la nuova missione NATO Mission in Iraq, che si inserisce nel solco dell'azione di contrasto al Daesh, è finalizzata, in particolare, ad addestrare istruttori iracheni per affinare la professionalità delle loro forze di sicurezza e contribuire a sostenere strutture e istituzioni di sicurezza nazionale più efficaci, trasparenti ed inclusive;
   la prosecuzione delle missioni in corso per l'ultimo trimestre dell'anno 2018 trova fondamento nell'esigenza di assicurare la loro continuità sotto il profilo operativo e funzionale;
   la Relazione analitica evidenzia l'opportunità di avviare una riflessione strategica che comporti la rivalutazione della nostra presenza nelle missioni internazionali sotto il profilo del loro effettivo rilievo per gli interessi nazionali, sulla base di scelte ponderate sia sull'effettività e concretezza di tali interessi, sia in tema di impiego delle risorse;
   la Relazione analitica sottolinea, altresì, con riferimento alla missione EUNAVFOR MED operazione SOPHIA, in scadenza il 31 dicembre 2018, che il nuovo mandato dovrà necessariamente prevedere una revisione approfondita con particolare riguardo all'attuale meccanismo di sbarco dei migranti tratti in salvo dagli assetti di SOPHIA, nello spirito delle conclusioni del Consiglio europeo del 28 – 29 giugno 2018;
   l'impegno dell'Italia, la cui Carta costituzionale sancisce il ripudio della guerra come metodo di risoluzione delle controversie internazionali, si fonda su un approccio onnicomprensivo alle crisi, che correla l'intervento di carattere militare ad iniziative civili tese alla protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, all'investimento nell'istruzione e nella cultura, alla protezione e attenzione alle donne, ai giovani e alle minoranze. Non a caso, l'Italia è attiva, insieme ai partner europei e agli alleati transatlantici, nel finanziamento delle missioni dell'Onu, ed è presente in un'ampia gamma di scenari segnati non solo da crisi conclamate ma anche da conflitti congelati, nonché ovunque sia opportuno contribuire a consolidare processi di pacificazione, democratizzazione e stabilizzazione in funzione di prevenzione dei conflitti;
   i documenti in esame sottolineano la vocazione transatlantica ed europeista della nostra politica estera; una vocazione corroborata, da un lato, dalla nuova proiezione della NATO verso la direttrice del Mediterraneo e dell'Africa, dall'altro, dal ruolo-guida che l'Italia sta assumendo nel processo di sviluppo delle cooperazioni strutturate permanenti (PESCO) nell'ambito della politica estera e di difesa dell'UE;
   occorre proseguire nell'azione di supporto per la stabilizzazione dei Balcani Occidentali e del Partenariato Orientale, a sostegno del consolidamento delle istituzioni democratiche;
   quanto agli interventi di cooperazione allo sviluppo, è auspicabile che il Parlamento possa accedere ad informazioni di maggior dettaglio sulle relative caratteristiche, mediante una ripartizione per paese dei singoli progetti, in un esercizio di trasparenza e anche di riorganizzazione dei contenuti che sia il più possibile simmetrico e speculare alle schede concernenti la partecipazione alle missioni,

  propongono all'Assemblea di autorizzare la prosecuzione per il periodo 1o ottobre-31 dicembre 2018 delle missioni internazionali in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione, di cui all'Allegato 1 della Deliberazione del Pag. 24Consiglio dei ministri del 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1), di seguito riportate:
   EUROPA
    NATO Joint Enterprise (scheda n. 1);
    European Union Rule of Law Mission in Kosovo EULEX Kosovo – personale militare (scheda n. 2);
    EUFOR ALTHEA (scheda n. 6);
    United Nations Peacekeeping in Cyprus UNFICYP (scheda n. 8);
    NATO Sea Guardian (scheda n. 9);
    EUNAVFOR MED operazione SOPHIA (scheda n. 10);
   ASIA
    NATO Resolute Support Mission in Afghanistan (scheda n. 11);
    United Nations Interim Force in Lebanon UNIFIL (scheda n. 12);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi (scheda n. 13);
    Temporary International Presence in Hebron TIPH2 (scheda n. 14);
    Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda n. 15);
    European Union Border Assistance Mission in Rafah EUBAM Rafah (scheda n. 16);
    Coalizione Internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda n. 19);
    United Nations Military Observer Group in India and Pakistan UNMOGIP (scheda n. 20);
    Impiego su basi bilaterali di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medio Oriente e Asia (scheda n. 21);
   AFRICA
    United Nations Support Mission in Libya-UNSMIL (scheda n. 23);
    EUNAVFOR operazione Atalanta (scheda n. 25);
    EUTM Somalia (scheda n. 26);
    EUCAP Somalia (scheda n. 27);
    Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane (scheda n. 28);
    Impiego di personale militare presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa e zone limitrofe (scheda n. 29);
    United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali MINUSMA (scheda n. 30);
    EUTM Mali (scheda n. 31);
    EUCAP Sahel Mali (scheda n. 32);
    EUCAP Sahel Niger (scheda n. 33);
    Multinational Force and Observers in Egitto-MFO (scheda n. 34);
    Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda n. 1/2018);
    Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda n. 2/2018);
    Missione NATO di supporto in Tunisia per lo sviluppo di capacità interforze delle Forze armate tunisine (scheda n. 3/2018);
    United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara (MINURSO) (scheda n. 4/2018);
    European Union Training Mission Repubblica Centrafricana (EUTM RCA) (scheda n. 5/2018);
   POTENZIAMENTO DI DISPOSITIVI NAZIONALI E DELLA NATO
    Dispositivo aeronavale nazionale «Mare Sicuro» apprestato per la sorveglianza Pag. 25e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale, comprensivo della missione in supporto alla Guardia costiera libica richiesta dal Consiglio presidenziale-Governo di accordo nazionale libico (scheda n. 36);
    Dispositivo «NATO Support to Turkey» a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza (scheda n. 37);
    Dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale dell'Alleanza (scheda n. 38);
    Dispositivo NATO per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda n. 39);
    Dispositivo NATO in Lettonia (Enhanced Forward Presence) (scheda n. 40);
    NATO Air Policing per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda n. 6/2018);
    Esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze Armate per il periodo 1o ottobre 2018 – 31 ottobre 2018 (scheda n. 43);
    Supporto info-operativo a protezione delle Forze armate (scheda n. 44);
   INTERVENTI DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO PER IL SOSTEGNO DEI PROCESSI DI PACE E DI STABILIZZAZIONE
    Iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda n. 45);
    Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione rafforzamento della sicurezza (scheda n. 46);
    Partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda n. 47);
    Interventi operativi di emergenza e di sicurezza (scheda n. 49),

  e propongono, altresì, all'Assemblea di autorizzare per il periodo 1o ottobre 2018 – 31 dicembre 2018 la partecipazione dell'Italia alla seguente missione internazionale, di cui all'Allegato 2 alla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1):
    NATO Mission in Iraq (scheda n. 7/2018).