CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 dicembre 2018
107.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-01058 Liuzzi: Stato di attuazione del sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture (SINFI).

TESTO INTEGRALE DELL'INTERROGAZIONE

   LIUZZI, SCAGLIUSI, BARBUTO, BARZOTTI, LUCIANO CANTONE, CARINELLI, DE GIROLAMO, DE LORENZIS, FICARA, GRIPPA, MARINO, RAFFA, PAOLO NICOLÒ ROMANO, SERRITELLA, SPESSOTTO e TERMINI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture (Sinfi) è stato realizzato a seguito del recepimento della direttiva 2014/61/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 maggio 2014 operato con il decreto legislativo n. 33 del 2016;

   il decreto del Ministro dello sviluppo economico 11 maggio 2016 ha stabilito le modalità tecniche per la definizione del contenuto del Sinfi;

   in particolare, il decreto ministeriale, in attuazione dell'articolo 4 del decreto legislativo n. 33 del 2016, ha specificato la tempistica con la quale le amministrazioni pubbliche e gli operatori di rete dovessero adempiere all'obbligo di comunicazione al Sinfi delle informazioni in loro possesso previsto dalla legge;

   presso il Ministero dello sviluppo economico, il Comitato del catasto delle infrastrutture (Sinfi), nella sua nuova composizione, ha già svolto due riunioni, il 22 ottobre e il 29 novembre 2018, al fine valutare lo stato di attuazione del progetto delle reti esistenti che tramite il Sinfi si vuole realizzare;

   come riportato dalle note ufficiali del Ministero dello sviluppo economico, pubblicate entrambe sul sito istituzionale del medesimo dicastero, la realizzazione del Sinfi è in stato di preoccupante arretratezza, sia per quanto riguarda le amministrazioni locali sia per quanto riguarda soprattutto la categoria degli operatori –:

  quali siano, alla luce dei dati in possesso del Ministro interrogato, i dati relativi alle inadempienze nel conferimento dei dati da parte della categoria degli operatori di rete e quali siano i grandi operatori ad oggi totalmente inadempienti.
(5-01058)

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Il Catasto SINFI raccoglie i dati detenuti dalle amministrazioni, dagli operatori di telecomunicazioni e da tutti gli altri soggetti pubblici e privati che possiedono o costruiscono infrastrutture di posa utilizzabili per lo sviluppo di nuove reti in fibra ottica, e gli enti gestori di servizi (teleriscaldamento, gas, luce, acqua, energia elettrica, etc.).
  Come dichiarato dal Ministro Luigi Di Maio nell'esporre le proprie linee programmatiche in materia di telecomunicazioni «La mappatura delle reti esistenti è cruciale per una corretta pianificazione degli interventi, per favorire la condivisione delle infrastrutture già esistenti e, in termini generali, per la valorizzazione delle informazioni disponibili».
  Con decreto del Ministro dello sviluppo economico del 2 dicembre 2016, parzialmente modificato con decreto del 3 ottobre 2018, è stato istituito il Comitato di coordinamento e monitoraggio del Sistema Informativo nazionale federato delle infrastrutture-SINFI, composto dai rappresentanti del MiSE, di AGCom, Infratel, AGID, e dai rappresentanti delle Regioni e dei Comuni designati rispettivamente dalla Conferenza dei presidenti delle Regioni e dall'ANCI, con compiti di indirizzo tecnico, di raccordo operativo tra le Amministrazioni che ne fanno parte e di assicurare il monitoraggio sullo stato di avanzamento del Sistema.
  La fase di popolamento del Catasto è l'attività fondamentale con cui i gestori di infrastruttura e i titolari delle informazioni relative alle infrastrutture procedono ad estrarre dai loro sistemi di mappatura i dati che, opportunamente trasformati e compilati secondo le specifiche definite, vengono conferiti al SINFI.
  Il Comitato di coordinamento e monitoraggio del SINFI, nella sua nuova composizione, riunitosi il 22 ottobre e 29 novembre scorso, ha discusso dello stato dell'arte e degli strumenti utili per la piena operatività e valorizzazione del SINFI, ponendo subito in essere azioni con l'obiettivo di individuare soluzioni che accelerino l'inserimento dei dati da parte di Amministrazioni pubbliche e operatori.
  Nel corso della prima riunione, è stato fatto il punto sul popolamento del SINFI; secondo i dati forniti da Infratel, solo i comuni della Lombardia e 7 altri comuni (Ravenna, Prato, Senigallia, Corinaldo, Silandro, Terento, Campo Tures) hanno conferito i dati, mentre, sul fronte degli operatori, non risultano conferiti i dati di 430 operatori su 1094 obbligati, tra i quali i principali gestori di reti infrastrutturali (Anas, Autostrade, RFI, Terna).
  Sul punto, nelle riunione successiva, tenutasi il 29 novembre scorso, il Comitato ha convocato i rappresentanti di alcuni dei Comuni virtuosi che hanno già provveduto a conferire i dati al SINF I (Comune di Senigallia e dintorni), al fine di acquisire informazioni utili per accelerare il popolamento del Catasto da proporre agli altri Comuni italiani. Con riferimento alla necessità di acquisire elementi utili ad accelerare il popolamento del SINFI anche Pag. 94da parte dei gestori di rete infrastrutturali, sempre nel corso della riunione, sono stati auditi i rappresentati della società Terna.
  Nel corso della prossima riunione del Comitato, prevista per il 15 gennaio 2019, oltre a proseguire l'interlocuzione con i gestori di rete infrastrutturali e le amministrazioni comunali, sarà discusso il regolamento per l'accesso ai dati del SINFI, nonché le proposte di Infratel sull'utilizzazione del fondo di 5 milioni di euro stanziato dal Governo, nell'ambito della rimodulazione delle risorse assegnate con delibera CIPE n. 71/2017, per azioni di rafforzamento amministrativo volte al popolamento del catasto del sottosuolo e per assistere i comuni nella digitalizzazione dei dati da inserire.

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ALLEGATO 2

5-01059 Zanella: Finanziamenti pubblici alle emittenti radiotelevisive locali.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERROGAZIONE

   ZANELLA e SOZZANI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'emittenza radiotelevisiva privata locale rappresenta un essenziale baluardo Pag. 3449per il pluralismo dell'informazione e offre lavoro a circa 5.000 persone, tra cui molti giornalisti;

   il Ministro interrogato è più volte intervenuto contro questa categoria, auspicando la fine di molte realtà editoriali e dimostrando evidente fastidio per il pluralismo e per la libertà di stampa che, va ricordato, è sancita dall'articolo 21 della Costituzione. Vale la pena chiedersi se le manovre in atto non siano volte a eliminare una parte della libera informazione, che evidentemente disturba perché non gestibile, né sottomessa;

   il dibattito sulla liberazione delle frequenze della banda 700 in relazione all'asta per le frequenze 5G, conclusasi il 2 ottobre 2018, pare incentrato soprattutto sulla soppressione della riserva di un terzo della capacità trasmissiva assicurata per legge alle emittenti locali;

   in merito a ciò, il sottosegretario di Stato allo sviluppo economico ha confermato, rispondendo all'atto n. 5-00600, che il Governo sta valutando la revisione di detta riserva, senza ulteriori specifiche;

   l'asta ha garantito un introito di 4 miliardi di euro in più rispetto alla stima indicata nella legge di bilancio 2018, ma ciononostante il Governo non mostra alcuna intenzione di ristorare in maniera più adeguata la perdita di capacità trasmissiva per quanto concerne le tv, né di reimpiegare tali risorse per interventi adeguatamente finanziati, mirati e concreti sul settore, mentre si limita a impiegare queste risorse per ridurre il debito;

   vi è la volontà dichiarata di rivedere, se non proprio eliminare, quanto previsto dalla legge di stabilità 2016 che regola l'impiego dell'extra gettito Rai, cioè le eventuali maggiori entrate dal canone, prevedendo un finanziamento fino a 125 milioni di euro annui del fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione, a sostegno dell'editoria e dell'emittenza radiotelevisiva locale;

   tutto ciò è fortemente discrasico rispetto a quanto asserito dal Ministro interrogato durante l'unica audizione del 26 luglio 2018 nella IX Commissione della Camera, sulla necessità di accelerare l'erogazione dei contributi relativi alle annualità 2017/18 poiché fondamentali per la sopravvivenza di molte realtà radiotelevisive locali di cui sottolineava l'importanza –:

   quali siano le intenzioni del Governo in relazione ai finanziamenti pubblici all'editoria radiotelevisiva locale privata e come intenda garantire, in termini economici e di capacità trasmissiva, la continuità aziendale e il futuro delle televisioni locali, stante la volontà, se confermata, di intervenire sulla riserva di un terzo della capacità trasmissiva in seguito al rilascio della banda 700.
(5-01059)

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Lo scorso 17 luglio, l'AGCom ha effettuato al Governo una segnalazione relativa all'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 1030, della legge di Bilancio 2018, evidenziando alcune criticità e punti di incertezza.
  Si è rilevato, infatti, che le citate disposizioni potrebbero compromettere gli obiettivi generali volti a consentire un uso efficiente dello spettro, a promuovere l'utilizzo degli standard e delle tecnologie più avanzate, ad assicurare il contenimento dei costi di trasformazione, a minimizzare l'impatto sui consumatori nonché a garantire i contenuti radiotelevisivi di interesse pubblico a livello nazionale e locale.
  In particolare, l'AGCom ha rappresentato la necessità di un intervento legislativo finalizzato ad una rimodulazione della riserva di destinazione di un terzo della capacità trasmissiva complessivamente pianificata a favore dell'emittenza locale, alla luce della riorganizzazione dell'intero sistema e tenuto conto che le condizioni di mercato sono profondamente mutate negli anni.
  Per tale ragione, gli obiettivi stabiliti dalla normativa di uso efficiente dello spettro radioelettrico e impiego di tecnologie avanzate, vanno analizzati e inquadrati nel contesto attuale del sistema radiotelevisivo, come rappresentato in varie delibere dalla medesima Autorità.
  L'AGCom, in uno studio preliminare sull'uso attuale della capacità trasmissiva occupata nei multiplex DTT locali effettuato a Milano, Roma e Bari, sulla base dei dati disponibili, ha rilevato che, per ciascuna di queste aree, nello scenario prospettico di adozione dello standard trasmissivo DVB-T2 e del sistema di codifica HEVC, siano sufficienti due multiplex per inviare gli attuali contenuti trasmessi in ambito locale.
  La citata analisi ha evidenziato, in particolare, la necessità di una razionalizzazione dei contenuti trasmessi sui multiplex, per effetto di una maggiore corrispondenza del valore d'uso della capacità trasmissiva rispetto alla fornitura di contenuti stessi, anche in un'ottica di uscita dall'attività di sviluppo della rete DVB-T2.
  L'AGCom ha, inoltre, rappresentato l'esigenza di stabilire una cabina di regia, anche nell'ambito di un tavolo di coordinamento con il MISE.
  Per tale ragione, con decreto ministeriale, dell'8 agosto 2018, è stato istituito il Tavolo di coordinamento TV 4.0, i cui lavori sono ancora in corso, con tutte le parti interessate, finalizzato ad armonizzare e coordinare le attività di rilascio della banda 700 MHz nonché ad elaborare gli strumenti volti a favorire la trasformazione digitale del settore televisivo.
  In tale sede, sono stati discussi i temi oggetto delle attività di rilascio previste dalla legge della banda 700 MHz, tra i quali la rimodulazione della riserva di un terzo della capacità trasmissiva complessivamente pianificata a favore dell'emittenza locale. A riguardo, molti dei partecipanti del settore, hanno rappresentato richieste analoghe alla modifica normativa già rappresentata.
  L'evoluzione del settore, seguita all'introduzione della tecnica digitale rispetto all'analogica, intende: 1) favorire la transizione dell'industria verso le tecnologie Pag. 96più avanzate di trasmissione; 2) agevolare le modalità di transizione del settore televisivo per il rilascio della banda 700 MHz; 3) incrementare contestualmente le frequenze disponibili per lo sviluppo della radio digitale nella banda III VHF; 4) garantire, infine, la capacità trasmissiva anche all'emittenza locale.
  In sintesi, la proposta normativa nella legge di Bilancio 2019, nel rispondere alle segnalazioni di cui sopra, propone: 1) la rimodulazione della riserva legislativa della capacità trasmissiva in favore dell'emittenza locale; 2) nonché una stabilizzazione dei contributi per le emittenti televisive locali, che regola l'impiego dell'extra-gettito del canone RAI.
  Tale intervento normativo sarà volto comunque al sostegno del pluralismo dell'informazione.

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ALLEGATO 3

5-01060 Bruno Bossio: Stampa delle «card» relative al reddito di cittadinanza da parte di Poste Italiane Spa.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERROGAZIONE

   BRUNO BOSSIO, PIZZETTI, CANTINI, GARIGLIO, GIACOMELLI, NOBILI, PAITA, ANDREA ROMANO, ANNIBALI, BONOMO, BURATTI, CARLA CANTONE, CARNEVALI, CRITELLI, DE FILIPPO, DE LUCA, MARCO DI MAIO, FASSINO, FIANO, FRANCESCHINI, FRAGOMELI, GADDA, LACARRA, GAVINO MANCA, MORANI, MURA, NAVARRA, NOJA, BENAMATI e LOTTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro interrogato, in una serie di interventi televisivi, ha affermato che risulterebbero essere in stampa le «card» finalizzate alla erogazione del cosiddetto «reddito di cittadinanza»;

   in data 29 novembre 2018 è stato lo stesso Ministro, come riportato dalle agenzie di stampa, ad affermare che «da due settimane ho dato ordine al mio staff di lavorare con Poste Italiane per tutto, inclusa la stampa delle tessere» in riferimento a suddetta misura;

   è noto che l'eventuale fondo per il reddito di cittadinanza potrebbe diventare legge eventualmente solo dopo l'approvazione del disegno di legge di bilancio per l'anno 2019, attualmente all'esame del Parlamento, e, quindi, non prima della fine del mese di dicembre –:

   se Poste Italiane abbia effettivamente ricevuto mandato dal Governo e sulla base Pag. 3450di quale atto, anche in relazione a quanto previsto dal contratto di programma in essere, per la stampa delle card relativamente al reddito di cittadinanza.
(5-01060)

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  L'attribuzione dell'incarico di effettuare la stampa delle card per l'erogazione del reddito di cittadinanza a Poste Italiane S.p.A., fonderebbe il suo presupposto giuridico nell'estensione del Contratto già in essere tra la medesima società Poste Italiane S.p.A. e il Ministero dell'economia e delle Finanze.
  A tale riguardo, si evidenzia che il contratto predetto è stato stipulato a valle dell'espletamento di una gara da parte di Consip S.p.A., in qualità di centrale di committenza della parte pubblica, con Bando di Gara pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 145 del 14 dicembre 2016 e nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea n. S-237 dell'8 dicembre 2016. Nel merito, il contratto si riferisce all'erogazione del servizio integrato di gestione della Carta Acquisti ordinaria e della Carta SIA (Sostegno per l'inclusione Attiva) ai sensi dell'articolo 81, commi 32-35 del decreto-legge 112 del 2008.
  Il comma 35, in particolare, prevede tra i requisiti del soggetto gestore, la disponibilità di una rete distributiva diffusa in maniera capillare sul territorio della Repubblica, che possa fornire funzioni di sportello relative all'attivazione della carta e alla gestione dei rapporti amministrativi.
  Ciò, in relazione al perseguimento di molteplici finalità, tra le quali si evidenzia quella di minimizzare gli oneri, anche di spostamento, dei titolari del beneficio, nonché quella di tener conto delle precedenti esperienze in iniziative di erogazione di contributi pubblici.
  Si rappresenta, dunque, che il Ministro dello sviluppo economico ha dato incarico agli uffici del proprio dicastero di effettuare le opportune verifiche, al fine di individuare lo strumento giuridico più idoneo per estendere il contratto vigente alla stampa delle «card» relative al reddito di cittadinanza.

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ALLEGATO 4

5-01061 Maccanti: Realizzazione del piano investimenti destinato agli uffici postali.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERROGAZIONE

   MACCANTI e CAPITANIO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in un incontro che nelle scorse settimane Poste Italiane ha organizzato a Roma con i 3.000 sindaci dei comuni con meno di 5.000 abitanti sono stati esposti gli impegni assunti da Poste nei loro confronti –:

   se siano stati definiti l'entità e i tempi di realizzazione del piano investimenti dedicato al «refresh» degli uffici, postali e se questi ultimi siano interessati da un piano di razionalizzazione e in caso affermativo secondo quali criteri, tenendo conto che occorrerebbe evitare che le risorse ai piccoli comuni determinino un effetto compensativo a danno dei comuni maggiori.
(5-01061)

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Evidenzio preliminarmente che la Società Poste Italiane S.p.A. ha riferito, in ordine al piano di interventi relativo ai Comuni non superiori ai 5.000 abitanti, che «non è stato presentato alcun piano di razionalizzazione» precisando altresì che «i suddetti interventi non avranno alcun effetto compensativo a discapito dei Comuni maggiormente popolati».
  Tali interventi sono, pertanto, a favore dei cosiddetti «piccoli Comuni» e, quindi, non si tratta di interventi da inserire in piani di razionalizzazione, considerato che vi è, tra l'altro, l'impegno dell'Azienda di non chiudere gli uffici postali che insistono nei citati Comuni.
  Ricordo, inoltre, che eventuali interventi inseriti nel «Piano di razionalizzazione degli uffici postali», devono essere inviati all'AGCOM ogni anno, nel pieno rispetto della normativa vigente.
  Infine, il Ministero dello sviluppo economico nel Contratto di programma con Poste Italiane, all'articolo 2 comma 8, ha voluto prevedere la possibilità di attivare un effettivo confronto della citata Società con le Regioni e gli Enti locali, al fine di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate ed evitare il più possibile criticità nei servizi resi agli utenti contemplando precise procedure e modalità di comunicazione degli interventi di razionalizzazione degli uffici postali nonché precisi vincoli per la previsione ed attuazione degli interventi suddetti.