CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 novembre 2018
101.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00966 Epifani: Applicazione dell'articolo 1, comma 154, della legge n. 205 del 2017, in materia di accesso anticipato al pensionamento per i dipendenti di imprese del settore editoriale e stampatrici di periodici che hanno cessato l'attività.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'onorevole interrogante, chiede di conoscere quali provvedimenti intenda adottare il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al fine di ristabilire la completa e corretta applicazione della disposizione contenuta all'articolo 1, comma 154, della legge di bilancio 2018, anche al fine di salvaguardare i lavoratori che in virtù della stessa hanno presentato all'inizio di quest'anno domanda di prepensionamento vedendosi rigettare la richiesta.
  Ciò in quanto, con circolare n. 89 del 1o agosto 2018, l'istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, ritenendo di dover applicare ai lavoratori destinatari della norma l'adeguamento agli incrementi della speranza di vita, avrebbe fornito un'interpretazione restrittiva del sopra citato comma 154.
  In merito si rappresenta che sulla problematica relativa al prepensionamento dei lavoratori dipendenti poligrafici di aziende editoriali e stampatrici di periodici ex articolo 1, comma 154, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze, con parere del 16 aprile 2018, ha precisato che la disposizione di cui all'articolo 1, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 28 ottobre 2013, n. 157 deve intendersi nel senso che, gli incrementi per speranza di vita devono essere applicati anche ai requisiti previgenti quelli introdotti, dal 1o gennaio 2014, dal regolamento di armonizzazione, con la conseguenza, pertanto, che ai fini dell'accesso al prepensionamento in questione devono essere fatti valere, fino al 31 dicembre 2015, 32 anni e 3 mesi di contributi e, dal 1o gennaio 2016, 32 anni e 7 mesi di contributi.
  Nel predisporre la circolare n. 89 del 1o agosto 2018, l'INPS ha pertanto recepito sul punto, le indicazioni fornite dal Ministero dell'economia e delle finanze.
  Peraltro, nella prospettiva di una soluzione della problematica afferente detti lavoratori, è in valutazione un emendamento alla citata Legge di Bilancio 2018, volto alla disapplicazione dei predetti adeguamenti agli incrementi della speranza di vita nei confronti dei soggetti di cui all'articolo 1, comma 154, della legge n. 205/2017.
  Colgo infine l'occasione per ribadire che il Governo è molto sensibile alle istanze dei lavoratori e segue e seguirà con grande attenzione tutte le vertenze aperte al fine di trovare le adeguate soluzioni per garantirne i loro diritti.

Pag. 117

ALLEGATO 2

5-00968 Murelli: Rispetto della normativa in materia di lavoro e degli accordi raggiunti con i rappresentanti dei lavoratori presso gli stabilimenti dell'azienda Amazon.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'interrogazione in esame, concernente la società Amazon Italia Logistica Srl di Castel San Giovanni (PC), rappresento quanto segue.
  L'attività di vigilanza nei confronti della società ha avuto inizio nel mese di dicembre 2017 con l'impiego di un'apposita task force di personale ispettivo degli Ispettorati territoriali del lavoro di Piacenza e di Parma-Reggio Emilia.
  I risultati di questa attività sono stati già dettagliatamente esposti e pubblicati il 19 settembre 2018 nell'allegato al bollettino in Commissione XI.
  In breve, il 4 giugno 2018 è stato notificato ad Amazon Italia Logistica un verbale di accertamento di violazione e contestuale applicazione della sanzione pecuniaria, prevista dall'articolo 31, comma 2 del decreto legislativo n. 81 del 2015, per aver utilizzato la somministrazione di lavoro a tempo determinato, oltre i limiti quantitativi individuati dal contratto collettivo applicato.
  Successivamente alla notificazione del predetto verbale e alla individuazione di un numero di circa 1.300 lavoratori somministrati in eccesso, sono stati svolti ulteriori approfondimenti che hanno portato a ritenere che il personale «svantaggiato» – che per legge è escluso dal computo dei limiti alla somministrazione di lavoro – avesse anch'esso diritto al riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato in capo alla società utilizzatrice in considerazione del fatto che quest'ultima avesse violato le disposizioni di contingentamento del lavoro in somministrazione. Pertanto, tenuto conto di quanto già accertato relativamente al periodo da luglio a dicembre 2017, nel quale era già evidente un utilizzo in eccesso dei lavoratori somministrati, si è proceduto a ricalcolare il numero dei lavoratori in eccesso considerando anche i lavoratori svantaggiati. All'esito di tale operazione è emerso che sono complessivamente 1951 i lavoratori somministrati in eccesso rispetto al limite consentito. Sulla base di queste risultanze, il 27 giugno 2018, è stata notificata alla società una nota contenente un elenco nominativo del lavoratori somministrati utilizzati oltre i limiti percentuali consentiti.
  L'Ispettorato nazionale del lavoro ha, successivamente, comunicato – a mezzo posta – a ciascuno dei lavoratori predetti la possibilità di far valere il proprio diritto al riconoscimento di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato in capo ad Amazon Logistica Srl.
  Sul punto, l'Ispettorato territoriale dei lavoro di Piacenza ha reso noto che numerosi lavoratori si sono recati recentemente presso detto Ufficio per acquisire ulteriori informazioni al fine di avviare vertenze nei confronti della Società. Tale Ispettorato ha confermato, inoltre, che risulta corrispondere al vero la circostanza secondo cui molti di questi lavoratori, a seguito di ricorso giudiziale, non sono stati confermati in servizio attraverso successivi contratti a tempo determinato.
  A tal proposito, mi impegno, a nome del Governo, a richiedere all'ispettorato ulteriori verifiche al fine di avviare una valutazione dei lavoratori in questione, Pag. 118procedendo caso per caso, alla luce anche del Decreto Dignità che, come è noto, ha introdotto importanti novità per la riduzione del precariato e l'aumento delle tutele di tutte quelle categorie di lavoratori maggiormente esposte.
  Aggiungo, infine, che la Regione Emilia Romagna ha reso noto al Ministero del lavoro e delle politiche sociali che, al fine di affrontare le problematiche sollevate, l'azienda ha calendarizzato nei prossimi giorni incontri con le RSU e con le organizzazioni sindacali di riferimento.
  Inoltre, per ulteriore informazione, evidenzio che, nel mese di luglio, la società ha annunciato assunzioni in Italia a tempo indeterminato entro la fine dell'anno per non meno di 1700 unità di personale.
  Per concludere, ringrazio gli onorevoli interroganti per l'attenzione posta al problema dei lavoratori Amazon, e ribadisco che il Governo valuterà con scrupolo le indagini dell'attività ispettiva al fine di adottare le giuste misure e tutelare i lavoratori sia in riferimento alla tipologia contrattuale che in relazione agli orari di lavoro.

Pag. 119

ALLEGATO 3

5-00969 Serracchiani: Affidamento tramite gara della gestione del patrimonio immobiliare dell'INPS, anche con riguardo alla sorte del personale attualmente destinato a tale compito.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'interrogante chiede quale sia la valutazione, anche in termini di costi e benefici, in merito alla gara per esternalizzare la gestione delle 28.500 unità immobiliari dell'INPS, per un importo di 64 milioni di euro, tenendo conto dell'eventuale indirizzo del Consiglio di indirizzo e vigilanza (CIV) su tale decisione e delle sorti del personale attualmente destinato a questi compiti.
  In riferimento a quanto chiesto dall'interrogante, si rappresenta che l'INPS ha pubblicato gli atti di gara per l'individuazione del gestore a cui affidare la gestione tecnica e amministrativa e il supporto alla valorizzazione del patrimonio immobiliare da reddito. Il valore stimato della procedura selettiva indetta è di 54.000.000,00 di euro, iva esclusa, su base triennale. L'esigenza di procedere alla pubblicazione delle predetta procedura selettiva è connessa alla prossima scadenza del contratto triennale stipulato il 18 dicembre 2015, decorrente dall'11 dicembre 2015, con il quale era stata affidata alla Romeo Gestioni Spa la gestione del patrimonio immobiliare da reddito di proprietà ex INPDAI. Il patrimonio immobiliare da reddito dell'INPS oggetto dell'affidamento è attualmente gestito con le seguenti modalità:
   per la parte di provenienza dall'ex INPDAI, dalla Società Romeo Gestioni S.p.A., in forza di contratto stipulato in data 18 dicembre 2015;
   per la parte relativa al patrimonio originario INPS e di quello incorporato per effetto della soppressione di SCAU, SPORTASS e IPOST, dalla Società Romeo Gestioni S.p.A., subentrata alla INPS Gestione Immobiliare – I.GE.I. S.p.A. con decorrenza 1o aprile 2018;
   per la parte di provenienza dall'ex INPDAP/ex ENPALS, dalle Direzioni Regionali dell'istituto.

  Al fine di descrivere compiutamente l'attuale contesto gestionale relativo al patrimonio immobiliare è opportuno ricordare che:
   l'intero patrimonio immobiliare da reddito dell'istituto, è destinato alla completa dismissione, nel rispetto dei vincoli di legge ad esso applicabili;
   il patrimonio immobiliare da reddito dell'INPS è costituito da circa n. 28.500 unità immobiliari;
   in base alla loro destinazione d'uso, il totale complessivo delle unità immobiliari a reddito si può suddividere in due principali categorie, quella delle unità principali (abitazioni, uffici, locali commerciali, negozi, magazzini) pari a circa n. 15.600 unità, che rappresentano il 55 per cento del totale delle unità immobiliari dell'istituto e quella delle unità secondarie (box, cantine, soffitte, posti auto coperti e scoperti) pari a circa n. 12.900 unità, che rappresentano il 45 per cento del totale delle unità, in particolare, nell'ambito della categoria delle unità principali, quelle con destinazione abitativa rappresentano circa il 36 per cento del totale delle unità immobiliari, mentre quelle con Pag. 120destinazione uffici, commerciale e logistica rappresentano circa il 16 per cento del totale;
   alle unità immobiliari descritte si aggiungono le particelle immobiliari di terreni (comprensive di particelle costituenti aziende e tenute agricole), localizzate per il 60 per cento nelle regioni del Centro-Sud Italia e per il 40 per cento al Nord.

  In tale contesto, tenuto conto dell'obiettivo primario di individuare le migliori modalità per liberare risorse interne da dedicare al puntuale presidio dei servizi e delle prestazioni più strettamente istituzionali e ritenuto pertanto di non poter percorrere scelte organizzative tali da aumentare il carico di lavoro delle direzioni regionali, l'istituto ha deciso di estendere il modello di gestione esternalizzata a tutto il patrimonio immobiliare non strumentale.
  Una diversa valutazione orientata ad assegnare alle direzioni regionali la gestione del patrimonio attualmente in gestione esternalizzata avrebbe da un lato aumentato i carichi di lavoro delle sedi regionali, distogliendo risorse dai processi istituzionali, dall'altro avrebbe rischiato di non consentire alle strutture territoriali di affrontare adeguatamente, anche alla luce della progressiva riduzione di risorse umane di competenze, le complesse responsabilità, amministrative, civile e penali, connesse alla gestione del patrimonio immobiliare.
  L'esigenza di procedere a una ottimizzazione nella gestione delle risorse ha indotto l'INPS a indire una procedura selettiva su lotto unico anche in considerazione del fatto che una gestione unitaria ed integrata del patrimonio immobiliare è necessaria per gestire il processo di completa dismissione del patrimonio immobiliare non strumentale.
  In esito all'aggiudicazione della procedura della gara, sarà possibile procedere a una progressiva razionalizzazione organizzativa interna con l'obiettivo di salvaguardare le competenze e le professionalità necessarie per mantenere un accurato presidio delle funzioni di controllo e alta vigilanza sulle attività del gestore e per consentire una efficace realizzazione del piano di disinvestimento del patrimonio immobiliare, garantendo allo stesso tempo una ottimizzazione nell'allocazione del personale tale da generare i margini gestionali utili per potenziare la quantità delle risorse assegnate allo svolgimento dei servizi e delle attività più strettamente istituzionali.

Pag. 121

ALLEGATO 4

5-01004 Invidia: Applicazione della legge n. 147 del 1997, in materia di trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In riferimento all'interrogazione in esame, rappresento quanto segue.
  I rapporti tra Italia e Svizzera in materia di trattamenti di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera, sono stati regolati fino al 2009, dall'Accordo del 1978 fra l'Italia e la Svizzera sulla retrocessione finanziaria in materia di indennità di disoccupazione, il quale prevedeva l'intera retrocessione ad un fondo con contabilità separata presso l'INPS, dei contributi di disoccupazione versati in Svizzera e l'erogazione di prestazioni di disoccupazione «ad hoc» da parte dell'INPS, secondo le modalità previste dalla legge 147/1997, di applicazione dell'accordo stesso.
  Nel 2002 viene stipulato l'Accordo UE-Svizzera sulla libera circolazione, che prevede l'applicazione dei regolamenti comunitari in materia di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale; contestualmente, tuttavia, per venire incontro alle esigenze dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera, lo Stato italiano ottenne di mantenere in vigore, per un periodo di sette anni e quindi fino al 2009, il precedente accordo bilaterale più favorevole ai frontalieri italiani.
  Allo scadere dei sette anni, nonostante le richieste da parte italiana, la Svizzera non ha ritenuto di prorogare la validità degli accordi bilaterali in materia di disoccupazione.
  Pertanto, nei rapporti tra Italia e Svizzera, a partire dal giugno 2009, data dalla quale non è più vigente la legge 147/97, si è completata l'applicabilità dei regolamenti europei alla Svizzera, ricomprendendo anche il settore della disoccupazione dei frontalieri (articolo 71 del Regolamento n. 1408/71 fino al 30 marzo 2012 e articolo 65 del Regolamento n. 883/2004 dal 1o aprile 2012), in base al quale lo Stato di residenza versa le prestazioni di disoccupazione a fronte di un rimborso da parte dello Stato di ultima occupazione.
  A tal proposito, l'Inps, a seguito di richiesta di chiarimenti, ha specificato a questo Ministero che il diritto, la misura e la durata delle prestazioni di disoccupazione di questi lavoratori sono determinate analogamente a quanto previsto per i lavoratori rimasti disoccupati in Italia. Nello specifico, per gli eventi di cessazione verificatisi fino al 2012 ai lavoratori in questione è stata corrisposta l'indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti normali; per gli eventi di cessazione verificatisi a decorrere dal 2013 sono state corrisposte le indennità di disoccupazione ASpi e miniASpi introdotte dalla legge n. 92 del 2012; ed infine per gli eventi di cessazione verificatisi dal 1o maggio 2015 è stata corrisposta la nuova indennità di disoccupazione NASpI, introdotta dal decreto legislativo n. 22 del 2015.
  Quanto invece alla richiesta degli interroganti di utilizzazione delle somme del Fondo istituito presso l'INPS con la citata L. 147/97 – che ad oggi ammontano a oltre 276 milioni di euro –, è da evidenziare che l'erogazione dei trattamenti di disoccupazione previsti dalla legge stessa a favore dei lavoratori frontalieri, dovrebbe attuarsi mediante una innovazione della normativa vigente di contenuto analogo alla legge 147/97, ormai non più in vigore.Pag. 122
  Al riguardo, tuttavia, rappresento che il Ministero dell'economia e delle finanze si è espresso, nel 2013, nel senso che tali somme già acquisite dall'ente, non potranno essere destinate a nuove e ulteriori ragioni di spesa e devono essere utilizzate per il finanziamento delle prestazioni di disoccupazione previste dalla vigente normativa italiana.
  Concludo, in ogni caso, evidenziando che la normativa in questione è attualmente oggetto di un ampio processo di riforma – nell'ambito anche di una revisione generale del regolamento n. 883/2004 – e che questo Governo si impegna a seguire il tema, si da assicurare che restino tutelati al meglio i lavoratori frontalieri.

Pag. 123

ALLEGATO 5

5-01005 Zangrillo: Misure attuative in materia di reddito di cittadinanza, con particolare riguardo all'annuncio della stampa di apposite tessere per la fruizione del beneficio.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Reddito di cittadinanza è una delle priorità di questo Governo e la sua istituzione è prevista proprio dal contratto sottoscritto tra le due forze politiche di maggioranza.
  Con il Reddito di cittadinanza l'Italia recupererà il gap che la separa dalle altre democrazie europee, dove da tempo sono state introdotte delle forme di reddito minimo garantito con l'obiettivo di assicurare condizioni di vita dignitose alle persone in cerca di occupazione. Grazie a questa misura non solo verrà ridotta la percentuale delle persone che oggi versano in stato di povertà, ma si garantirà, altresì, un'adeguata formazione a quei cittadini disoccupati che devono essere avviati al mondo del lavoro.
  Il Reddito di cittadinanza, da intendere come misura di politica attiva del lavoro, e non già di mero assistenzialismo così come impropriamente sostenuto dai detrattori, sarà una delle tante misure protagoniste della prossima legge di bilancio.
  Con riferimento alla legge di bilancio, della quale tanto si discute in questi giorni, voglio in questa sede rappresentare che non è intenzione di questo Governo procedere ad un muro contro muro con l'Unione Europea; continueremo, pertanto, a mantenere aperta una finestra di dialogo con i nostri interlocutori, al fine di far meglio comprendere la strategicità delle riforme proposte da questo Governo, che rappresentano elementi cardine rispetto ai quali non è possibile compiere nessun passo indietro.
  La manovra di bilancio, come ricordato dagli Onorevoli interroganti, prevede già la copertura finanziaria per l'attuazione delle misure che essa avvia.
  Ricordo, a mero titolo esemplificativo, lo stanziamento sia per il 2019, che per il 2020, di 1 miliardo da destinare ai centri per l'impiego, al fine di sostenere il loro potenziamento.
  Il rafforzamento dei centri per l'impiego costituisce il pilastro su cui si poggia l'introduzione del reddito di cittadinanza, in un'ottica di condizionalità tra prestazione e ricerca di occupazione.
  I beneficiari del reddito di cittadinanza dovranno impegnarsi a trovare lavoro con l'aiuto dei centri per l'impiego, ma decadranno dal beneficio laddove non rispettino le condizioni previste dalla legge. Nel contempo si impegneranno anche in progetti utili alla collettività.
  Sono sicuro che il confronto parlamentare sul disegno di legge di bilancio garantirà il perfezionamento di tutte le misure per le quali è già prevista la copertura economica.
  In questa prospettiva, ciò che è stato dichiarato dal Ministro Luigi Di Maio, durante la trasmissione televisiva citata, rappresenta la logica conseguenza dell'intento di questo Governo di attuare, in tempi quanto più celeri possibili, la realizzazione di tutte queste misure in grado di rilanciare il tessuto sociale, economico e produttivo di questo Paese.

Pag. 124

ALLEGATO 6

5-01006 Rizzetto: Iniziative per la tutela dei lavoratori nell'ambito delle procedure di appalto e di concessione.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il delicato tema degli appalti pubblici, della loro regolare aggiudicazione nonché, soprattutto, del riconoscimento delle tutele dei lavoratori impegnati nella realizzazione delle opere pubbliche appaltate, non può che richiedere particolare attenzione.
  Va subito detto che l'attuale «Codice dei Contratti», di cui al decreto legislativo n. 50 del 2016, ha sostanzialmente ridotto la discrezionalità delle stazioni appaltanti in merito alla scelta del criterio di aggiudicazione delle gare.
  Il criterio del prezzo più basso è stato, infatti, circoscritto ad ipotesi residuali di aggiudicazione, mentre quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa è divenuto, per la maggior parte dei casi, il parametro ordinario per l'individuazione del miglior contraente.
  Ciò premesso evidenzio che, purtroppo, il disconoscimento delle tutele dei lavoratori interessati dalla realizzazione di opere oggetto di gara d'appalto potrebbe verificarsi a prescindere dal criterio d'aggiudicazione adottato dalla singola stazione appaltante.
  È piuttosto opportuno, semmai, interrogarsi su quali siano gli strumenti, preventivi e repressivi da mettere in atto per debellare questo deprecabile fenomeno.
  In tale ottica, le verifiche condotte dall'ispettorato nazionale del lavoro rivestono un ruolo di fondamentale importanza.
  Com’è noto, gli Ispettorati territoriali del lavoro svolgono un'intensa attività di tutela dei diritti dei lavoratori, mirata alla repressione delle irregolarità derivanti dall'inosservanza delle leggi in materia di lavoro e legislazione sociale.
  Con specifico riferimento all'attività di vigilanza riguardante il settore degli appalti, i dati del 2017 evidenziano l'accertamento di 9.895 fattispecie illecite.
  È obiettivo di questo Governo, per il tramite dell'azione di vigilanza condotta dai soggetti istituzionali a ciò deputati, implementare l'attività di controllo sui luoghi di lavoro, potenziando le risorse umane a ciò deputate.
  L'obiettivo è, quindi, quello di garantire che le società appaltatrici applichino ai propri lavoratori tutti gli istituti normativi e contrattuali previsti dai contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative, adottando i relativi provvedimenti da segnalare alle stazioni appaltanti.
  Riteniamo che le stazioni appaltanti pubbliche debbano assicurare la massima attenzione sui costi del lavoro e della sicurezza, costi che non possono ammettere compressioni o sottostime, in ragione del fatto che essi si giustificano con la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori.
  Alla luce di quanto finora rappresentato, concludo affermando che l'azione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali proseguirà nell'implementazione di tutte quelle attività di prevenzione e repressione delle irregolarità evidenziate dall'interrogante, a tutela dei diritti dei lavoratori e contro ogni eventuale forma di sfruttamento.