CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 novembre 2018
101.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

TESTO AGGIORNATO AL 5 DICEMBRE 2018

ALLEGATO 1

Interrogazione 5-01014 Tondo: Sulle iniziative per contrastare gli effetti derivanti dalla riduzione del bilancio della difesa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito al quesito posto dall'interrogante, mi preme innanzitutto ribadire quanto già ha affermato a suo tempo il Ministro esponendo le linee programmatiche del Dicastero: è nostro primario dovere migliorare e rendere più efficiente il settore della Difesa.
  La Nota di aggiornamento al DEF 2018, ricordata dall'onorevole collega, menziona, infatti, quale obiettivo del Dicastero, quello di evolvere verso uno strumento militare moderno, efficace, efficiente, economicamente sostenibile, da impiegare con oculatezza in relazione alle priorità strategiche dell'Italia.
  È, questo, un obiettivo che ci impegna, come Ministero e come Governo, a tutto campo: nei compiti di protezione del territorio e della sovranità nazionale, in quelli derivanti dal far parte della NATO e dell'Unione europea, nella tutela dell'industria italiana di settore, nella ricerca e nello sviluppo del nostro know how e, non ultimo, nel promuovere l'ottimizzazione dell'impiego delle risorse.
  Tale obiettivo, non a caso inserito nel Contratto di Governo, rappresenta la direttrice su cui la Difesa intende muoversi nei prossimi anni.
  Ora, l'aver assunto questo impegno non ci esime da ulteriori responsabilità: mi riferisco, in particolare, a quelle correlate all'odierno contesto economico-finanziario del Paese, che ha imposto una razionalizzazione delle spese alla quale, coerentemente, anche la Difesa è stata chiamata a contribuire.
  Si è reso necessario, in altri termini, armonizzare le esigenze di efficientamento dello Strumento militare con quelle di bilancio, e si è deciso di farlo sostenendo in primis le capacità operative e le linee di sviluppo capacitivo correlate all'assolvimento dei compiti istituzionali – innanzitutto quelli inerenti alla sicurezza collettiva. Ciò, anche in considerazione di quanto emerso nel Consiglio Supremo di Difesa del 31 ottobre scorso circa l'opportunità di concentrare le risorse disponibili sulle capacità di fronteggiare direttamente le esigenze di sicurezza del Paese.
  Alla luce di queste determinazioni, si è conseguentemente optato per rimodulare taluni programmi di ammodernamento e rinnovamento dello Strumento militare. In particolare, con il Documento Programmatico Pluriennale 2018-2020 si prevede, attualmente:
   l'inserimento, nell'ambito della programmazione al momento priva di finanziamento, del programma per il rinnovo della capacità di difesa aerea nazionale di corto e medio raggio;
   più in generale, la rimodulazione dei profili finanziari inerenti a taluni programmi pluriennali, di cui si prevede un finanziamento a valere sulle risorse attestate a bilancio Mi.S.E. e recate sia dal fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, di cui all'articolo 1, comma 140 della legge di Bilancio 2017, sia dal rifinanziamento della legge n. 266 del 1997 (Interventi urgenti per l'economia).
  Tale rimodulazione, volta a ridurre i livelli di spesa nel brevissimo periodo, ha consentito, al momento, il recupero di importanti risorse che saranno successivamente riallocate al Dicastero, pur dilazionate in un arco temporale decennale.Pag. 56
  Le soluzioni programmatiche individuate avranno l'effetto di realizzare delle minori spese, preservando lo sviluppo capacitivo delle Forze armate e l'indispensabile processo di ammodernamento e rinnovamento dello Strumento militare, salvaguardando il profilo, il ruolo e il contributo – qualitativo e quantitativo – del Paese in seno alle Alleanze e alle Organizzazioni di cui esso è parte e che l'interrogante richiamava.
  Sempre in tema di misure di ottimizzazione, mi sia infine consentito un cenno agli «investimenti in progetti, quali case e caserme» che l'interrogante ha menzionato, e che per questo ringrazio. Ebbene, è nostro obiettivo proseguire nella razionalizzazione delle strutture militari, accorpando, ove possibile, quelle che svolgono funzioni similari, in un'ottica di aggregazione interforze ed internazionale, privilegiando, ove finanziariamente sostenibile, una gravitazione infrastrutturale al Sud del Paese, valorizzando in modo chiaro la sua cardinale funzione geostrategica di frontiera meridionale europea venendo altresì incontro, per quanto possibile, alle esigenze del personale militare.
  E, in tema di progettualità abitative, intendiamo attualizzare il programma pluriennale concernente il patrimonio alloggiativo della Difesa, proseguendo con l'attività di alienazione degli alloggi già individuati, generando adeguati flussi di cassa e promuovendo la realizzazione di nuovi alloggi nelle aree a maggior densità ed impatto abitativo, anche mediante un programma per la realizzazione di alloggi a riscatto. Parallelamente, procederemo ad avviare un piano per il ripristino dell'efficienza degli alloggi ritenuti necessari ai fini istituzionali, ma ancora inefficienti.
  In conclusione, onorevoli colleghi, la situazione ha imposto delle scelte. E la Difesa non si è tirata indietro, adottando i provvedimenti necessari per garantire, coerentemente con il quadro economico-finanziario del Paese, le risorse utili a preservare e ad accrescere le capacità dello Strumento militare di adempiere ai fondamentali compiti istituzionali, in aderenza alle caratteristiche strategiche delle Forze armate del futuro e agli impegni assunti – e al ruolo rivestito – dal Paese in seno alle Alleanze di cui è contributore convinto e fedele.

Pag. 57

ALLEGATO 2

Interrogazione 5-01016 Deidda: Sulla reintroduzione degli ausiliari di sanità.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Lo scorso 13 novembre, il Ministro della difesa ha incontrato il Consiglio Centrale di Rappresentanza (COCER) dell'Esercito, per affrontare varie tematiche, tra le quali la problematica riguardante l'Aiutante di Sanità.
  In tale occasione, il Ministro ha garantito il proprio personale impegno, affinché si trovi una rapida soluzione, a tutela del personale graduato/militare di truppa impiegato in attività riconducibili alla professione sanitaria, valorizzandone le competenze, nonché per evitare eventuali criticità sul fronte giudiziario.
  In particolare, l'incarico di Aiutante di Sanità non è oggi più equiparabile all'infermiere generico, essendo tale professionalità non riconosciuta dal Ministero della salute e, pertanto, lo Stato Maggiore dell'Esercito si è trovato costretto ad abrogarlo.
  L'Amministrazione vuole valorizzare tale figura attraverso una formazione specifica che risulti pienamente valida sul piano normativo, volta all'acquisizione di qualifiche che trovino corrispondenza nel paritetico settore civile, nonché delle necessarie e imprescindibili conoscenze nello specifico settore.
  In tal senso, è stato sviluppato un progetto che consentirà al personale militare già in possesso dell'incarico di Aiutante di Sanità, di partecipare ai corsi per l'acquisizione della qualifica di Operatore Socio Sanitario (al riguardo, la Scuola di Sanità e Veterinaria dell'Esercito ha ricevuto l'autorizzazione dalla regione Lazio per lo sviluppo delle attività formative).
  È una soluzione che verrà implementata con gradualità, attraverso l'avvio di corsi di formazione presso:
   la Scuola di Sanità e Veterinaria, per lo svolgimento della fase teorica del corso (450 ore), quale Ente specializzato nella formazione del personale sanitario di Forza Armata;
   il Policlinico Militare del Celio, per lo svolgimento del tirocinio/fase pratica del corso (550 ore).

  Nella nuova figura professionale dell'Operatore Socio Sanitario potrebbero, dunque, confluire gli attuali Aiutanti di Sanità, in luogo dell'operatore informatico, meglio circoscrivendo le competenze loro attribuibili.
  È stato avviato anche uno studio volto alla definizione di un «regime organizzativo transitorio» per la gestione del personale ex Aiutante di Sanità, in linea con l'indirizzo del Ministro della difesa.
  In tale quadro, è in fase di analisi la possibilità di istituire la figura professionale di «operatore logistico della sanità», intesa quale supporto logistico e non come professione sanitaria, in cui far confluire tutto il personale ex Aiutante di Sanità, al fine di non disperderne le peculiari competenze acquisite.

Pag. 58

ALLEGATO 3

Interrogazione 5-01017 Pagani: Sul programma di velivoli a pilotaggio remoto P2HH.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Innanzitutto, permettetemi di manifestare l'attenzione continua da parte mia, del Dicastero e dell'Esecutivo per la situazione creatasi a seguito della dichiarazione di insolvenza della Piaggio Aerospace. Come sapete, l'Azienda ha presentato istanza per l'ammissione all'amministrazione straordinaria speciale.
  Il Governo è consapevole della situazione in corso per l'Azienda, per il comparto di settore e per il personale impiegato e ne segue gli sviluppi con estrema attenzione.
  Venendo all'oggetto del quesito, il contratto di Governo, nella parte relativa alla Difesa, sancisce l'imprescindibilità della tutela dell'industria italiana del comparto, con particolare riguardo al finanziamento della ricerca e dell'implementazione del know how nazionale in ambito non prettamente bellico (progettazione e costruzione di navi, aeromobili e sistemistica hi-tech).
  In tale ottica, il programma relativo al drone MALE (Medium Altitude Long Endurance, categoria di livello strategico alla quale il P2-HH appartiene), anche in virtù dell'impiego dual use da parte del velivolo in questione – ossia delle sue applicazioni anche in ambito civile – riscontra la piena approvazione da parte del Dicastero, tanto da essere incluso tra i programmi di prossimo avvio nel Documento Programmatico Pluriennale 2018-2020.
  Va inoltre sottolineato che le competenze che si acquisiranno con l'implementazione del programma costituiranno un ragguardevole bagaglio in termini di know-how da poter utilmente sfruttare in ambito europeo ed internazionale, sia quale opportunità in un settore di mercato in continua espansione, sia quale puntò di forza nazionale in iniziative industriali in ambito europeo nel medesimo settore.
  Sotto l'aspetto procedurale, lo schema di decreto è stato concertato con il Ministero dell'economia e delle finanze e prevede il finanziamento attingendo dai capitoli d'investimento dello stato di previsione della Difesa nell'ambito delle risorse iscritte alla missione «difesa e sicurezza del territorio» e delle risorse recate dall'articolo 1, comma 140, della legge di bilancio 2017, legge n. 232 del 2016.
  Lo schema di decreto in questione è sottoposto al vaglio parlamentare, essendo richiesto il preventivo parere delle Commissioni in quanto riferito a programmi di ammodernamento e rinnovamento non afferenti al mantenimento delle dotazioni o ripianamento delle scorte direttamente destinati alla difesa nazionale.
  Alla luce delle predette considerazioni, il Dicastero ha sottoposto alle Commissioni parlamentari il programma in questione che, nella corrente legislatura, è stato dapprima assegnato alla Commissione Speciale per l'esame degli atti urgenti del Governo e, successivamente, alle Commissioni Difesa delle Camere.
  Allo stato attuale, è in atto presso le succitate Commissioni un ciclo di audizioni di esperti e di rappresentanti dell'industria del settore, finalizzato a fornire un quadro informativo completo e funzionale ad assumere, da parte dei succitati Pag. 59Organi parlamentari, le opportune determinazioni.
  Il Ministero della difesa, posti in essere tutti gli adempimenti di propria competenza, non può che auspicare una pronta e favorevole definizione dell’iter parlamentare, stante la molteplicità di benefici che dal programma in questione ricadrebbero, oltre che sulla Difesa stessa, anche su altri Dicasteri, sull'industria di settore e sul relativo indotto occupazionale.

Pag. 60

ALLEGATO 4

Indagine conoscitiva sullo stato del reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate.

PROGRAMMA

Premessa

  L'esigenza di condurre un'indagine conoscitiva sullo stato del reclutamento nelle Forze armate scaturisce da due fattori: l'illustrazione delle linee programmatiche dei Capi di Stato maggiore rese davanti alle Commissioni difesa di Camera e Senato all'inizio di questa legislatura e le istanze presentate da coloro che hanno fatto parte delle Forze armate stesse, anche con funzione di pubblica sicurezza.
  In particolare, il Capo di Stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, nell'audizione svolta lo scorso 1o agosto, ha ricordato come il processo di trasformazione che interessa le Forze armate italiane duri ormai ininterrottamente dalla fine degli anni Novanta e come il quadro geopolitico sia completamente cambiato e, oggi, sia particolarmente complicato valutare minacce e rischi in un'ottica decennale. Nella medesima audizione, il Capo di Stato maggiore della Difesa ha sottolineato come il modello professionale del 2000 avesse imposto all'epoca l'esigenza di ricorrere rapidamente a flussi di reclutamento consistenti, che erano basati su un volume organico maggiore, e come ciò avesse determinato un'ulteriore causa di invecchiamento. Questo problema è particolarmente sentito dall'Esercito, come si evince dall'audizione del Capo di Stato maggiore, Generale di Corpo d'armata Salvatore Farina, che ha evidenziato l'elevata età media (37 anni) dei Volontari in Servizio Permanente (VSP) e ha indicato come siano necessarie almeno 10.000 giovani leve. Il Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, Generale di squadra aerea, Enzo Vecciarelli, ha invece espresso la necessità di formare manutentori di sistemi sofisticati quali gli aeroplani e figure in grado di analizzare le immagini acquisite in volo in un'ottica di intelligence. Il Capo di Stato maggiore della Marina, Valter Girardelli, ha evidenziato come la Marina risenta già ora di una ridotta capacità di effettuare la rotazione del personale tra impieghi a bordo e impieghi a terra.
  A livello normativo si ricorda che, a decorrere dal 1o gennaio 2005, le Forze armate si sono dotate di personale interamente professionale, in parte composto da ufficiali, sottufficiali e personale di truppa in servizio permanente (ruoli normali, ruoli speciali) ed in parte composto di personale assunto a tempo determinato, che, nel caso di allievi ufficiali e allievi sottufficiali, sono ausiliari in ferma prefissata, e, nel caso della truppa, sono personale in ferma prefissata, quindi volontari, per uno o quattro anni. Si è così determinata una profonda trasformazione nelle procedure di reclutamento del personale di truppa, che vede il suo punto nevralgico nelle nuove figure dei Volontari in Ferma Prefissata di 1 anno (VFP-1) e dei Volontari in Ferma Prefissata di 4 anni (VFP-4). Questi ultimi, in particolare, costituiscono il bacino esclusivo di alimentazione del personale in servizio permanente e attingono, a loro volta, a specifiche «battute di alimentazione» di VFP-1. Al termine della ferma quadriennale, una percentuale dei VFP-4 incorporati avrà l'opportunità di transitare direttamente nel servizio permanente (VSP), mentre il restante personale, risultato idoneo ma Pag. 61non utilmente collocato in graduatoria, potrà essere ammesso, a domanda, a due successivi periodi di rafferma, ciascuno della durata di 2 anni, e concorrere, al termine di ciascun anno delle rafferme, per il transito nel ruolo dei VSP. Non va, inoltre, sottovalutato il fatto che l'inserimento del personale militare femminile nelle Forze armate nazionali sia stato avviato durante la vigenza del modello misto di difesa, caratterizzato dall'avvio del passaggio dal sistema di reclutamento basato sulla coscrizione a quello fondato esclusivamente sull'arruolamento volontario. L'avvio di tale cambiamento epocale per il mondo militare e civile proprio durante tale fase ha avuto una valenza rilevante e ha costituito uno dei processi di trasformazione più significativi della politica militare e di sicurezza nazionale e del loro rapporto con il Paese.
  Va poi ricordato che nel corso degli ultimi anni, sono state adottate numerose misure di revisione della spesa pubblica, che hanno inciso in maniera significativa anche sul bilancio ordinario del Ministero della difesa (ed in particolare sulla componente «Funzione difesa»), imponendo, conseguentemente, l'adozione di importanti misure di revisione dello strumento militare, comprese quelle in senso riduttivo del personale militare. In particolare, il ridimensionamento del personale per effetto delle leggi che hanno portato gli organici dal cosiddetto «modello a 190 mila uomini» (punto di arrivo di un lungo percorso di riforma iniziato a metà degli anni ’80) al cosiddetto «modello a 150 mila uomini» (da raggiungere entro il 2024 in base alla tempistica delineata nella legge n. 244 del 2012 – cd. legge di revisione dello strumento militare – confermata nel Libro bianco per la sicurezza e la difesa nazionale 2015) ha comportato un numero inferiore di arruolamenti, accelerando il processo di innalzamento dell'età media.
  A metà del percorso previsto dalla legge di revisione dello strumento militare, per la prima volta dalla professionalizzazione delle Forze armate, si riscontra qualche criticità nel reclutamento dei volontari in ferma prefissata di un anno (VFP1). Ciò è dovuto anche in parte all'assenza di uno sbocco professionale in considerazione del fatto che è venuto meno l'istituto della riserva assoluta, che prevedeva il reclutamento del personale nelle carriere iniziali delle Forze di polizia a ordinamento civile e militare a favore dei volontari in ferma prefissata di un anno o quadriennale ovvero in rafferma annuale, in servizio o in congedo, in possesso dei requisiti previsti dai rispettivi ordinamenti per l'accesso alle carriere delle Forze di polizia.
  Alla luce di queste considerazioni il profilo del volontario a ferma prefissata non appare più attrattivo in quanto negli ultimi anni non ha facilitato l'inserimento dei volontari stessi nella pubblica amministrazione né in quei settori che richiedono specifiche professionalità attinenti la sicurezza e la difesa.
  Appare pertanto necessaria una disamina dei fattori che concorrono al reclutamento che dovrebbe coniugare la necessità di disporre di personale giovane, di avere personale aggiuntivo da destinare a specifiche funzioni di sicurezza, di impiegare le risorse più anziane in un'ottica dual use, senza dimenticare che in alcune Armi – come quella dell'Aeronautica e della Marina – l'esperienza del tecnico altamente qualificato finisce per andare perduta, a causa del blocco del turn over e dei tagli operati a seguito della razionalizzazione dello strumento militare.

Finalità dell'indagine conoscitiva e programma delle audizioni e missioni

  Lo scopo dell'indagine è, dunque, quello di avere un quadro più chiaro dello stato del reclutamento nel nostro Paese per poter successivamente individuare gli strumenti legislativi più adeguati all'esigenza di ciascuna Forza armata e all'efficienza dello strumento militare nel suo complesso, con una particolare attenzione alle risorse umane che ne costituiscono la forza e il nerbo.
  Inoltre, l'indagine consentirebbe di condurre un approfondimento delle problematiche legate al reclutamento del personale Pag. 62militare, al fine di acquisire elementi conoscitivi analitici sugli esiti del reclutamento, e di svolgere una valutazione sulle varie fasi in cui questo si articola. Di particolare interesse risulta anche la ricostruzione dei flussi di reclutamento al fine di tracciare la provenienza per regione di origine dei volontari di truppa e le successive sedi di prima assegnazione.
  Sarebbe, inoltre, opportuno valutare quali elementi potrebbero rendere più attrattivo, per i giovani, il servizio nell'ambito delle Forze armate, anche confrontando la situazione italiana con le migliori pratiche sull'arruolamento della truppa adottate nei principali Paesi europei.
  L'indagine – che potrà prevedere anche lo svolgimento di alcune missioni nel territorio italiano – dovrà essere articolata in una serie di audizioni, anche di soggetti stranieri, da svolgersi, per questi ultimi (e ove possibile), mediante strumenti di videoconferenza.
  In particolare, si prevede di audire i seguenti soggetti:
   il Ministro della Difesa o il sottosegretario di Stato per la Difesa con delega per l'area del personale militare della Difesa;
   il Capo di Stato maggiore della Difesa, il Capo di Stato maggiore dell'Esercito, il Capo di Stato maggiore della Marina, il Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica e il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri;
   il Direttore generale della Direzione generale per il personale militare del Ministero della difesa;
   i responsabili dei Centri di Selezione e Reclutamento Nazionale dell'Esercito, della Marina Militare, dell'Aeronautica Militare e dell'Arma dei carabinieri;
   esperti e responsabili del reclutamento nelle Forze armate di altri Paesi europei;
   esperti in discipline giuridiche e scientifiche;
   rappresentanti del personale militare (COCER-Interforze e COCER di base).

Durata dell'indagine conoscitiva

  La Commissione dovrà concludere i propri lavori entro il 31 maggio 2019.