CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 novembre 2018
92.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (per le parti di competenza). C. 1334 Governo.

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La VIII Commissione,
   esaminato, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il disegno di legge C. 1334 Governo, recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021, per le parti di propria competenza;
   esaminati gli stati di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella n. 2), limitatamente alle parti di competenza, del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (Tabella n. 9) e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Tabella n. 10), limitatamente alle parti di competenza;
   valutato favorevolmente l'impianto complessivo del disegno di legge, le cui misure delineano un quadro generale di azioni volte a stimolare la crescita economica attraverso il rilancio degli investimenti pubblici in infrastrutture materiali ed immateriali, sulla base di nuovi e più efficaci strumenti di programmazione in grado di massimizzare le capacità progettuali e di spesa delle pubbliche amministrazioni;
   ritenuta l'opportunità che in occasione della riforma del Codice dei contratti pubblici si provveda ad una azione di risistemazione, coordinamento e semplificazione delle varie strutture, ivi incluse quelle di cui agli articoli 17 e 18 del disegno di legge in esame, alle quali, a diverso titolo, sono attribuite funzioni in materia di programmazione, progettazione e monitoraggio di opere infrastrutturali, anche prevedendo l'accorpamento di quelle che svolgono funzioni identiche o assimilabili e stabilendone, ove necessario, l'articolazione su base territoriale al fine di tener conto delle peculiarità locali e delle diversità delle singole realtà amministrative,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  con la seguente condizione:
   all'articolo 64, comma 1, al fine di garantire condizioni di accesso ai contributi che non penalizzino eccessivamente le province che abbiano già adottato e realizzato piani di messa in sicurezza, sia previsto che il criterio della diminuzione della spesa di manutenzione di strade e scuole nell'anno 2017 rispetto alla spesa media con riferimento al triennio 2010-2012, in applicazione del quale è ripartito il 50 per cento del contributo alle province, debba considerarsi al netto delle eventuali spese sostenute a valere su contributi già erogati da altri enti;

  e con le seguenti osservazioni:
   all'articolo 16, comma 4, valuti la Commissione di merito l'opportunità di prevedere la possibilità per i comuni non capoluogo di non ricorrere alla stazione unica appaltante costituita presso le province qualora, in relazione alla insufficienza delle dotazioni organiche, strumentali e tecniche di cui dispone, la provincia Pag. 220non risulti in condizione di garantire il rispetto dei tempi delle procedure di appalto di interesse dei singoli comuni;
   all'articolo 17:
    valuti la Commissione di merito l'opportunità di prevedere che la Centrale per la progettazione delle opere pubbliche operi nel rispetto dei principi di proporzionalità, adeguatezza e di tutela della concorrenza e che la richiesta delle amministrazioni centrali e degli enti territoriali interessati di avvalersi delle sue prestazioni debba recare idonea motivazione in relazione all'impossibilità di esperire le attività di progettazione, di valutazione economico-finanziaria dell'intervento e di gestione della procedura di appalto in applicazione delle ordinarie disposizioni di cui agli articoli 23 e 24 del decreto legislativo n. 50 del 2016 (Codice dei contratti pubblici);
    valuti la Commissione di merito l'opportunità di chiarire la portata normativa del rinvio effettuato dall'articolo 17, comma 8 all'articolo 15, comma 5, ove si prevede che la spesa per le finalità di cui all'articolo 17 sia autorizzata a favore dell'Agenzia del demanio e non della Centrale per la progettazione delle opere pubbliche, tenuto conto che non risultano nel disegno di legge specifiche disposizioni le quali prevedano che la Centrale sia istituita presso la predetta Agenzia o sia ad essa funzionalmente collegata.

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ALLEGATO 2

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (per le parti di competenza). C. 1334 Governo.

RELAZIONE DI MINORANZA DEL GRUPPO DEL PARTITO DEMOCRATICO

  La VIII Commissione Ambiente,
   esaminato, per le parti di competenza, il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e il bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (C. 1334 Governo);
   premesso che,
    l'esame del disegno di legge di bilancio per il 2019 si inserisce in un contesto macroeconomico che desta forti preoccupazioni: nel trimestre luglio-settembre 2018 il prodotto interno lordo italiano ha ristagnato, per la prima volta dopo ben 14 trimestri consecutivi di crescita;
    nonostante il primo arresto alla crescita nazionale da tre anni e mezzo a questa parte, le riforme attuate nel corso della precedente legislatura hanno proseguito a segnare risultati positivi, particolarmente significativi nel mercato del lavoro – il numero degli occupati ha raggiunto un massimo storico e il tasso di partecipazione delle donne e delle classi di età più elevate si è finalmente innalzato – e proseguire in questa direzione di riforma strutturale del sistema-Paese costituisce l'unica via per aumentare in prospettiva il potenziale di crescita e liberare risorse pubbliche per combattere la povertà e sostenere le fasce più deboli della popolazione;
    alcune delle misure previste in questa legge di bilancio costituiscono un pericoloso passo indietro rispetto al processo di riforma strutturale che, con il contributo del Paese tutto, si è portato avanti, e i loro effetti potrebbero rendere ancor più incisivi i rischi al ribasso sull'andamento dell'economia prefigurati dall'Ufficio parlamentare di bilancio, con un deterioramento dei conti pubblici a partire già dal 2019 che rischia di mettere in serio pericolo la solidità dei fondamentali dell'economia Italiana;
    l'evidenza empirica, in particolare riferita agli anni precedenti alla crisi finanziaria globale, ci insegna che l'espansione del bilancio non si traduce automaticamente in un sostenuto aumento del prodotto, se le misure non sono adeguate a favorire la crescita potenziale nel lungo periodo;
    con questa manovra di bilancio il Governo accresce l'indebitamento netto, rispetto ai suoi valori tendenziali, in media di 1,3 punti percentuali del PIL all'anno nel triennio 2019-2021 e per il prossimo anno programma di attuare interventi espansivi per circa 34 miliardi, coperti da aumenti delle entrate e riduzioni della spesa per poco più di un terzo, con un aumento del disavanzo di quasi 22 miliardi, ponendosi degli obiettivi di crescita particolarmente ambiziosi, definiti nei fatti più che ottimistici dai più autorevoli osservatori nazionali e internazionali;
    un'espansione di bilancio come quella delineata del DDL all'esame, non determinata principalmente dalle spese per investimento, ma piuttosto da voci di Pag. 222spesa corrente, non garantisce la crescita nel medio termine e può anzi metterla in pericolo a lungo andare, e con essa la stabilità del Paese, quando ci si troverà a dover fronteggiare fasi cicliche avverse;
    gli effetti della politica di bilancio non possono infatti essere valutati come se essa fosse isolata, dal momento che risentono delle condizioni finanziarie, particolarmente determinanti se in rapporto al Pil il debito pubblico è elevato: dopo soli sei mesi di Governo i segnali di indebolimento dell'economia sono allarmanti, la volatilità sui mercati finanziari è tornata ad aumentare e i tassi di interesse sul debito pubblico sono divenuti molto elevati;
    l'aumento dello spread si ripercuote sull'intera economia, ossia su famiglie, imprese e istituzioni finanziarie che detengono il risparmio nazionale, e rispetto ad aprile è già costato al contribuente quasi 1,5 miliardi di euro di interessi in più e, ipotizzando tassi coerenti con le attuali aspettative dei mercati, costerebbe oltre 5 miliardi di euro nel 2019 e circa 9 nel 2020 dalle stime della Banca d'Italia;
    gli effetti della protratta incertezza degli investitori sugli orientamenti del Governo, in costante conflitto con le istituzioni europee, e sulla credibilità dell'impegno a conseguire i risultati di crescita annunciati, hanno determinato una crescita dei tassi di interesse sul debito pubblico che rischia dunque di vanificare tutto l'impulso espansivo atteso dall'Esecutivo con l'approvazione della Legge di bilancio;
    il quadro di finanza pubblica che si delinea è imprudente e difficilmente sostenibile, anche perché corredato da strumenti di politica economica, finanziati in deficit nonostante siano stati presentati per anni come dotati di adeguata copertura finanziaria, che non solo non sembrano in grado di garantire i previsti risultati di crescita, ma che, per alcune misure qualificanti del programma di Governo, non sono neanche ancora stati definiti nel dettaglio, come nel caso del reddito di cittadinanza e del pensionamento anticipato, per cui il provvedimento si limita unicamente a istituire due fondi, mentre interventi, messi in campo nella precedente legislatura, di fondamentale impulso per la crescita attraverso il sostegno agli investimenti delle imprese e il rafforzamento del tessuto industriale, sono stati depotenziati, come nel caso dell'iperammortamento e del credito di imposta per la ricerca;
    rilevato che, per quanto concerne le materie di competenza della Commissione:
    gli interventi previsti nella Sezione 1 in materia di Ambiente e green economy risultano poco sviluppati con una assoluta assenza di contenuti importanti per proseguire sulla strada del cambiamento ecologico e dello sviluppo sostenibile in cui è stato avviato in questi anni il Paese;
    ci si limita a disporre una mera proroga per l'anno 2019, delle detrazioni spettanti per le spese sostenute per gli interventi di efficienza energetica, ristrutturazione edilizia e per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, la cui disciplina è contenuta, rispettivamente, negli articoli 14 e 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, senza rendere strutturali le misure e senza prevederne l'estensione ad altri interventi, prima di tutto alle operazioni di bonifica dall'amianto che partendo dalle scuole intervenga per la rimozione e lo smaltimento presso siti idonei;
    il provvedimento non propone quindi una fiscalità di vantaggio per chi produce beni riciclabili e riutilizzabili, né misure per favorire la realizzazione di centri per la riparazione ed il recupero dei beni. Queste iniziative già impostate nella precedente legislatura, sia nell'ultima legge di bilancio sia nel collegato ambientale, restano quindi prive di un successivo sviluppo;
    «per contrastare il rischio idrogeologico sono necessarie azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree ad alto rischio, oltre ad Pag. 223una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico». A tale affermazione contenuta nel programma del Governo Lega-M5S non sono corrisposti atti conseguenti. Al contrario, sono state annullate, in maniera miope e controproducente per gli interessi dei cittadini, le esperienze di coordinamento, pianificazione e programmazione che hanno consentito l'investimento di 2.260 milioni di euro in 1.781 opere di cui 891 già portate a termine in opere per la prevenzione ed il contrasto del dissesto idrogeologico;
    le iniziative da ultimo ipotizzate dal Governo individuano risorse scarse per affrontare questa strutturale criticità. Infatti l'articolo 16 in cui si istituisce un Fondo destinato al rilancio degli investimenti degli enti territoriali tra le cui finalità è ricompreso il dissesto idrogeologico, presenta una disponibilità finanziaria pari a 253,8 milioni per l'anno 2019, 250 milioni per l'anno 2020 e di 989 milioni per l'anno 2021. Tale cifra dovrà essere ripartita tra interventi per l'edilizia pubblica, inclusa manutenzione e sicurezza; la manutenzione della rete viaria; il dissesto idrogeologico; la prevenzione del rischio sismico e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali;
    del tutto assente il tema della casa e della rigenerazione urbana da favorire mediante azioni coordinate di sostegno per rilanciare il patrimonio edilizio esistente e il finanziamento di progetti immateriali finalizzati a migliorare la qualità della vita nelle periferie urbane quali: il miglioramento del decoro urbano, i progetti di ri-funzionalizzazione di strutture e aree già esistenti, la messa in sicurezza del territorio, il potenziamento dei servizi e del welfare, gli investimenti sulla mobilità sostenibile;
    questa rilevante assenza di progettualità e prospettiva di sviluppo sostenibile è resa ancora più evidente dal profluvio di norme organizzative che si mettono in campo in materia di investimenti. Al posto di una gestione strutturata e ormai ben avviata si realizzano ben tre «task force» per gli investimenti pubblici: la Cabina di regia Strategia Italia, Investitalia, la Centrale di progettazione unica. Peccato che continui a mancare l'unica cosa che serve realmente per far partire gli investimenti, ossia un coordinamento degli interventi urgenti, in primis in materia di dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza del suolo, di sviluppo delle infrastrutture idriche e di sviluppo sostenibile in modo da assicurare l'integrazione delle fasi relative alla programmazione e alla realizzazione concreta degli interventi in tali materie attribuite ai diversi livelli di governo, centrale, periferico, territoriale e locale, agli enti pubblici nazionali e territoriali, ad ogni altro soggetto pubblico e privato competente che opera sul territorio nazionale ed il razionale ed efficace utilizzo delle risorse disponibili;
   restano inattuati tutti gli impegni presi dal Governo con l'approvazione di ordini del giorno al decreto-legge 55/2018, al decreto-legge 91/2018 e al decreto-legge n. 109 del 2018 in relazione ai sismi de L'Aquila, del Centro Italia e, soprattutto, alla catastrofe della città di Genova;
   rilevato che la Sezione 2 conferma la marginalità delle politiche di sviluppo sostenibile nel programma di Governo;
   infatti, rispetto alla legge di bilancio 2018, il disegno di legge di bilancio 2019-2021 espone per il MATTM, nel triennio di riferimento, un andamento della spesa decrescente. Le previsioni di spesa per il 2019 risultano in diminuzione rispetto al 2018, in termini assoluti, di 39 milioni di euro (4,5 per cento), attribuibile per lo più alla riduzione che si registra nelle spese in conto capitale, passando da 869,7 milioni di euro a 830,7 milioni di euro;
   si evidenzia un definanziamento della Missione «Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente (18)», rispetto alla dotazione a legislazione vigente, di 4 milioni di euro e di 36 milioni di euro rispetto alla legge di bilancio 2018;
   relativamente alla missione 14 «Infrastrutture pubbliche e logistica», si ha Pag. 224una riduzione di circa 1.882,7 milioni di euro rispetto al dato a legislazione vigente, dovuto principalmente ad una rimodulazione, nell'ambito del programma 14.11 «Sistemi stradali, autostradali ed intermodali, per 1.827,4 milioni sulle risorse destinate all'ANAS», e di 15 milioni di euro per la realizzazione dell'asse viario Marche – Umbria (entrambe le risorse vengono spostate dal 2019 agli anni 2020 e 2021), nonché da uno spostamento di 40 milioni di euro per la realizzazione di itinerari turistici ciclo-pedonali (tali ultime risorse vengono spostate dal 2019 al 2021);
   preso atto che:
    la manovra non consente di far progredire l'Italia sul percorso di sviluppo sostenibile in cui è stata con grande impegno portata fino ad ora e non contiene quegli investimenti che ne consentirebbero la transizione ecologica per realizzare un modello di sviluppo sostenibile; al posto di una visione integrata e strategica degli investimenti si propongono una pluralità di proposte, tra l'altro, tutte da coordinare tra di loro;
    mancando, in questa manovra, un qualsiasi rilievo ed integrazione per le politiche del territorio quali misure per le città (periferie, mobilità sostenibile, infrastrutture, smart city, tecnologia intelligente, economia circolare) per l'energia (cambiamenti climatici, sostenibilità ambientale, ricerca, innovazione, materiali, green economy) per la produzione di cibo (agricoltura/ambiente, alimentazione, plastica biodegradabile e rifiuti dell'alimentare, Made in Italy);
  tutto ciò premesso

DELIBERA DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO.