CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 novembre 2018
88.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

7-00007 Gallo: Sulla valorizzazione dell'area culturale circostante il sito di Pompei.

RISOLUZIONE APPROVATA

  La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
   premesso che:
    nel 1997 il Comitato Unesco decide l'iscrizione di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità grazie al riconoscimento delle caratteristiche intrinseche di integrità, autenticità e unicità da mantenersi mediante un piano di gestione secondo quanto stabilito dalle linee guida operative dell'Unesco per l'applicazione della convenzione sul patrimonio mondiale;
    la caratteristica principale è data dalla creazione di una zona tampone («buffer zone») ovvero di «un'area che deve garantire un livello di protezione aggiuntiva ai beni riconosciuti patrimonio mondiale dell'umanità»;
    con la sottoscrizione dei protocolli d'intesa del 25 novembre 2013 e del 23 dicembre 2013, il tavolo di concertazione del piano di gestione del sito Unesco, costituito da organi del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dalla regione Campania, dalla provincia di Napoli e dai comuni territorialmente interessati, è pervenuto alla condivisione e approvazione del nuovo piano di gestione e alla perimetrazione di una nuova buffer zone, che comprende quasi integralmente i territori comunali di Portici, Ercolano, Torre del Greco, Trecase, Boscotrecase, Boscoreale, Torre Annunziata, Pompei e Castellammare di Stabia;
    il nuovo piano di gestione mira ad individuare ed indirizzare un organico ed unitario sistema di turismo sostenibile per l'area vesuviana compresa appunto nella suddetta area, attraverso l'individuazione di percorsi tematici intorno ai quali organizzare un sistema turistico territoriale;
    come si evince dal documento di orientamento – prime indicazioni operative, «tale tipo di fruizione prevede l'organizzazione di percorsi tematici, da prenotare attraverso i siti internet della Soprintendenza e del Centro di comunicazione del sito Unesco, nelle aree archeologiche e nel territorio, offerti secondo una logica di programmazione e turnazione, ad esempio annuale, da affiancare alla visita libera delle aree stesse e del territorio»;
     tale «metodo turistico», che prevede una rotazione programmata dei percorsi tematici, associata ad una turnazione annuale delle aree di visita, dunque, si sostanzierebbe in «sottosistemi», che raccordano i beni che si concentrano intorno ad Ercolano, Pompei e Castellammare di Stabia attraverso «itinerari tematici» capaci di collegarli tra loro, e presenterebbe significativi risvolti positivi in termini di: efficacia didattica, che risulta accresciuta per effetto della minore congestione dei siti e della visita indirizzata verso i siti e le attrazioni «minori»; crescita del numero di visitatori, per effetto non solo della crescita delle visite nei siti minori e della «spalmatura» delle visite lungo tutta la giornata e in tutti i 12 periodi dell'anno, ma anche delle politiche di marketing che la gestione dei percorsi consentirà di attivare; crescita della tutela, come conseguenza diretta della possibilità di potere Pag. 47effettuare, per tutti i percorsi, una «manutenzione programmata»;
    come si evince dal registro ufficiale (n. U0150383 del 7 settembre 2017) della città metropolitana di Napoli, i comuni interessati (ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge 112 del 2013), pongono in essere un tavolo tecnico di condivisione con tutti i rappresentanti regionali e ministeriali, ove emerge l'esigenza del rilancio economico, sociale e la riqualificazione urbanistica della buffer zone, operando una sintesi dei progetti presentati dai singoli comuni che manifestano la necessità di una riconversione urbana e recupero del paesaggio;
     il decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, e successivamente modificato dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, individua il «piano strategico» per il rilancio socio-economico dell'area comprendente l'insieme dei comuni interessati dal piano di gestione del sito Unesco, ovvero della cosiddetta buffer zone, quale strumento per la definizione di una strategia unitaria finalizzata:
    al miglioramento delle vie di accesso e interconnessioni ai siti archeologici;
     al recupero ambientale dei paesaggi degradati e compromessi, prioritariamente mediante il recupero e il riuso di aree industriali dismesse;
     alla riqualificazione e rigenerazione urbana, nel rispetto del principio del minor consumo di territorio e della priorità del recupero;
     alla promozione di forme di partenariato pubblico-privato, nonché di coinvolgimento di organizzazioni no profit impegnate nella valorizzazione del patrimonio culturale;
     al fine di consentire il rilancio economico-sociale e la riqualificazione ambientale e urbanistica dei comuni interessati dal piano di gestione del sito Unesco «Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata», nonché di potenziare l'attrattività turistica dell'intera area, la normativa di cui sopra istituisce, inoltre, la governance del Grande Progetto Pompei, GPP, di cui all'articolo 2 del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, e alla decisione comunitaria 29 marzo 2012, esplicitando le funzioni: del direttore generale di progetto (DGP, coadiuvato da una struttura di supporto formata da venti unità nonché da un gruppo di cinque esperti in materia giuridica, economica, architettonica, urbanistica e infrastrutturale); dell'unità grande Pompei (UGP, legalmente rappresentato dal DGP) con il compito di curare progettazione, realizzazione e gestione degli interventi; del comitato di gestione insediatosi il 7 gennaio 2015 che ha, inter alia, il compito di approvare il piano strategico per lo sviluppo delle aree comprese nel piano di gestione del sito Unesco di cui sopra predisposto dall'UGP (come da regolamento approvato in data 10 febbraio 2015);
    nella circostanza dell'insediamento del comitato di gestione, in data 7 gennaio 2015, il direttore generale di progetto ha presentato l'atto organizzativo del comitato stesso, proponendone l'approvazione nella successiva seduta, e il documento di orientamento – parte I per la definizione del piano strategico;
    nella seduta del 10 febbraio 2015 è stato presentato il succitato documento di orientamento – prime indicazioni operative, prodotto dall'UGP al fine di orientare il successivo lavoro da svolgere; il comitato di gestione ha approvato l'atto organizzativo e l'avvio dei tavoli tecnici volti a definire i contenuti del piano strategico; come dimostrato dalla sintesi delle riunioni dei tavoli tecnici di cui sopra presente nell'allegato A al verbale del comitato di gestione del 22 settembre 2015, si è manifestata una oggettiva difficoltà degli enti locali a produrre adeguate proposte progettuali, anche a causa di mancanze a livello finanziario e di competenze (non previste dalla normativa), i quali si sono focalizzati, tout court, sulle esigenze meramente Pag. 48locali, con scarsa aderenza ai contenuti specifici del documento di orientamento che invece postula una visione di insieme del territorio interessato, conformemente al contenuto della legge 7 ottobre 2013, n. 112; si è inoltre manifestato un «limitato livello di approfondimento progettuale delle proposte, pervenute nella forma di elenchi, relazioni, a volte studi di fattibilità, e prive di indicazioni sul rispetto dei vigenti strumenti urbanistici e vincoli ambientali-paesistici»;
     a seguito della pubblicazione di un apposito avviso, con nota del DGP n. 194 del 25 febbraio 2015, sarebbero pervenuti contributi da parte di soggetti privati, in forma di iniziativa singola o di associazione, anche in questo caso con un «limitato contributo propositivo»;
     contestualmente, l'UGP ha avviato una serie di incontri con enti, istituzioni, associazioni, società, a vario titolo interessati allo sviluppo dell'area della buffer zone (autorità di bacino, Agenzia del demanio, Trenitalia Rfi, EAV ex Circumvesuviana, capitaneria di porto di Torre del Greco, associazioni industriali – Acen);
    in data 12 maggio 2015 si è tenuto presso la regione Campania un incontro preliminare, con esito sospeso, volto ad avviare un rapporto collaborativo con le competenti direzioni, a seguito di quanto emerso dai tavoli tecnici con i comuni;
    in data 3 settembre 2015 si è tenuto un incontro con rappresentanti della città metropolitana di Napoli, al fine di chiarire aspetti connessi alla definizione del piano strategico, anche alla luce del protocollo d'intesa recentemente sottoscritto tra i comuni di Napoli, Pompei, Ercolano e Torre Annunziata;
    in data 22 settembre 2015, infine, il Comitato di gestione per il piano strategico per lo sviluppo delle aree comprese nel piano di gestione del sito Unesco ha preso atto del conseguito accordo sulla proposta, avanzata da Ferrovie dello Stato italiane (FS) e dall'Ente autonomo Volturno (EAV, ex Circumvesuviana) per mezzo dell'amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane Ing. Michele Mario Elia, relativa ad un «collegamento Porto di Napoli-Pompei Scavi, nonché alla realizzazione di un nodo integrato FS-EAV tramite un hub nella stazione dismessa di Pompei Scavi della rete FS»;
     nel verbale della seduta del 22 settembre 2015 di cui sopra si evidenzia come tale hub Ferroviario «localizzato in agro di Pompei, all'altezza dell'intersezione ivi esistente tra la linea FS Napoli-Salerno e la linea della circumvesuviana Napoli-Sorrento», «costituisca l'elemento invariante del più ampio progetto esposto e presentato al Ministro» e avrebbe la funzione di: «snodo di smistamento e indirizzamento a piedi del flusso turistico verso il sito archeologico; interscambio con la linea Circumvesuviana Napoli-Sorrento dell'EAV e con le altre modalità di trasporto via terra; accesso diretto da tutta la rete nazionale con possibilità di collegamenti dalle principali città italiane anche con treni AV sino al nuovo hub»;
     il nuovo hub di Pompei Scavi (al chilometro 23+070 circa della linea tradizionale Napoli-Salerno), la cui struttura è concepita su due livelli per una superficie complessiva di circa 1500 metri quadrati e il cui collaudo finale è previsto 18 mesi dopo la data di inizio dei lavori, è realizzato in corrispondenza dell'intersezione della linee Ferrovia dello Stato italiane Napoli-Salerno con la linea circumvesuviana Napoli-Sorrento e prevede un parcheggio di interscambio modale di circa 200 posti dal costo stimato di 10.000.000 di euro e una «piastra» collegata direttamente agli scavi di Pompei tramite un percorso pedonale attrezzato («passerella di collegamento con ingresso diretto nel sito»), svolgendo, quindi, la funzione di nodo di smistamento e indirizzamento del flusso turistico verso il sito archeologico;
     tutte le aspettative di cui al nuovo piano di gestione della buffer zone circa una strategia volta ad un turismo sostenibile diviso in percorsi tematici omogenei risultano tradite da un piano strategico, Pag. 49approvato dal comitato di gestione e dal Governo, che è teso ad accentrare e far confluire in un hub ferroviario i flussi turistici esclusivamente verso il sito archeologico di Pompei, scavalcando così la stessa città di Pompei, oltreché tutti gli altri siti dei comuni della buffer zone, e alimentando un turismo del tipo «mordi e fuggi»;
     si ritiene che la soluzione del nuovo hub di Pompei Scavi approvata dal comitato di gestione, ancorché estremamente onerosa, non rispetti le finalità preposte dal piano strategico per l'intera buffer zone Unesco né i princìpi ispiratori stessi della legge 7 ottobre 2013, n. 112, tra cui: rilancio economico-sociale e potenziamento dell'attrattività del territorio dell'area archeologica vesuviana della buffer zone Unesco;
    si concorda con la necessità di puntare al: ricongiungimento delle «aree interesse» insistenti sul territorio, principalmente costituite dal patrimonio culturale, dalle risorse ambientali, naturali e paesaggistiche; miglioramento delle vie di accesso e interconnessioni ai siti archeologici; recupero ambientale dei paesaggi degradati e compromessi, prioritariamente mediante il recupero e il riuso di aree industriali dismesse, riqualificazione e rigenerazione urbana, nel rispetto del principio del minor consumo di territorio e della priorità del recupero;
     tali intenti sono stati relazionati dal direttore generale del grande progetto Pompei, generale Curatoli, nell'audizione del 26 ottobre 2017 in VII Commissione permanente (Cultura, scienza e istruzione) dove in riferimento alle istanze pervenute delle realtà locali, sono emerse alcune ipotesi di intervento come: definire un «percorso integrato» Scavi di Pompei/Santuario della Beata Vergine del Rosario, tramite linea EAV Napoli-Poggiomarino e stazione di Pompei, il quale permetterebbe di combinare un'unica escursione, oppure rendere il «treno archeologico», già in servizio, un collegamento da Napoli fino agli scavi di Castellammare; aumentare il numero delle corse dei treni delle Ferrovie dello Stato Italiane e supportare economicamente il rilancio del trasporto pubblico locale per prevedere corse dedicate ai percorsi tematici dei turisti con un apposito fondo statale da assegnare alla regione Campania, mettendo fine all'opera di ridimensionamento tecnico degli ultimi anni che ha portato all'attuale saturazione dei convogli nelle ore di punta e garantendo la sicurezza necessaria sui convogli medesimi;
    l'attività dell'Unità Grande Pompei è stata ridotta con l'introduzione del C.I.S (Contratti istituzionali di Sviluppo) ai sensi dell'articolo 1, comma 308, della legge 205 del 27 dicembre 2017, attraverso cui si garantisce l'esecuzione di interventi con gli organi previsti da tale organismo e con modalità successivamente stabilite all'interno dell'apposito documento contrattuale;
    le aree circostanti i siti archeologici sono soggette a massicci flussi di traffico, che minacciano costantemente i siti archeologici;
    il Piano Strategico prevede interventi volti alla creazione di aree di sosta, alcune delle quali in prossimità dei siti archeologici, altri collegati ai singoli progetti del Piano;
    è indispensabile, invece, definire una strategia relativa al sistema dei trasporti, prevedendo la redazione di un Piano di Mobilità sovra-comunale ovvero distrettuale, volto a garantire un regolare accesso ai siti culturali ed a limitare l'impatto negativo conseguente alla viabilità di massa ed all'inquinamento. Il suddetto Piano favorirebbe l'utilizzo delle diverse tipologie di mezzi disponibili (Navette elettriche, Circumvesuviana, Ferrovie dello Stato, Metrò del Mare) e la creazione di percorsi maggiormente rispondenti alle esigenze di spostamento dei cittadini e dei visitatori;
    è necessario definire uno studio per la quantificazione e la gestione dei flussi di traffico, prevedendo, altresì, l'individuazione Pag. 50delle aree di sosta e di interscambio a servizio della mobilità di distretto ed eventualmente in zone periferiche delle città, distanti dai siti archeologici e dai centri urbani, escludendo l'utilizzo di veicoli privati nelle aree circostanti i siti;
    le citate aree potrebbero invero fungere da veri e propri snodi, intesi come sistema intermodale ecosostenibile di navette elettriche, bike sharing, car sharing, percorsi pedonali e ciclabili, con funzione di collegamento tra i siti culturali ed i centri urbani;
    al fine di favorire il collegamento via mare dell'area Vesuviana con i punti di approdo turisticamente di maggior rilievo, è necessario potenziare e riqualificare i vari porti, prevedendo la riattivazione e l'estensione dei servizi marittimi di trasporto che collegano i maggiori porti delle coste campane. Ciò permetterebbe un miglioramento dei raccordi con il sistema di mobilità più volte citato, favorendo un sempre più ampio ed efficace collegamento tra i siti culturali e le aree della buffer zone;
    a supporto di tutti gli interventi relativi al trasporto ivi proposti ed alla conseguente creazione di reti di connessione tra i vari siti, è necessario prevedere delle strutture di accoglienza ed informazione per i viaggiatori (infopoint, biglietterie), al fine di rendere maggiormente efficiente ed efficace la fruibilità dei servizi offerti;
    non vi è dubbio che il trasporto ferroviario sia strategicamente rilevante. In tal senso è, dunque, essenziale prevedere, in prima istanza, una riqualificazione delle stazioni esistenti e dei piazzali attigui, prevedendo che siano collegate, per mezzo di navette elettriche, alle aree di snodo ed ai siti di interesse culturale della buffer zone. L'area che costituisce la buffer zone è servita da tre linee ferroviarie, diramate in tutte le città del distretto UNESCO. L'importanza della valorizzazione di tale alternativa alla mobilità su gomma garantisce ai viaggiatori spostamenti efficienti ed a basso impatto ambientale;
    i siti archeologici ricadenti nella buffer zone rispetto ai quali è indispensabile un'opera di valorizzazione e conservazione, sono il risultato, come noto, degli scavi che ebbero inizio nel 1738, durante il regno di Carlo di Borbone, Re delle Due Sicilie, con l'intento prevalente di conferire prestigio alla casa reale;
    l'attività di esplorazione continuò in modo discontinuo e in punti diversi dell'area di intervento, portando alla luce il sito che, soltanto successivamente, fu riconosciuto come Pompei, senza, inoltre, la definizione di un piano sistematico. Furono, così, rinvenute parti della necropoli fuori porta Ercolano, il tempio di Iside, parte del quartiere dei teatri;
    le ricerche, proseguite con lunghi periodi di interruzione, sono state caratterizzate da intense attività subito dopo l'Unità d'Italia, fino al lungo periodo tra il 1924 ed il 1961, caratterizzato dallo storico contributo di Amedeo Maiuri, il quale con la sua intensa attività, giunse alla scoperta di edifici di grande prestigio, come Villa dei Misteri e diede avvio ai nuovi scavi di Ercolano, durante i quali venne restaurata ed aperta al pubblico la gran parte dell'area che costituisce il parco archeologico;
    ulteriori siti archeologici rinvenuti in quest'epoca sono gli scavi di Oplontis, situati al centro della moderna città di Torre Annunziata (Villa di Poppea); Boscoreale, caratterizzata da numerose ville romane e da antiche terme; la Stabiae romana, situata nella città di Castellammare di Stabia ed in cui sorgono numerose villae in posizione panoramica, concepite prevalentemente a fini residenziali, con vasti quartieri abitativi, strutture termali, portici e ninfei splendidamente decorati. Le principali evidenze riguardano tre ville: Villa S. Marco, Villa Arianna ed il «secondo complesso» del Varano;
    un itinerario d'arte la cui conservazione e valorizzazione è da ritenersi Pag. 51prioritario nel Piano strategico è altresì caratterizzato dal «Miglio d'oro» delle ville vesuviane, anch'esse rivenute nel 1700 su iniziativa di Re Carlo di Borbone;
    sono di prioritaria importanza interventi di riqualificazione ricadenti nei siti sopra citati e, in questa direzione, il Piano Strategico prevede la riqualificazione architettonica e funzionale dell'itinerario turistico e culturale denominato «Da Reggia a Reggia», ovvero dalla residenza reale di Portici a quella di Castellammare di Stabia, oltre che la riqualificazione di aree archeologiche risalenti al medesimo periodo, quale ad esempio Villa Sora di Torre del Greco. Tali siti beneficerebbero degli interventi proposti in questa sede, favorendone la fruizione e la valorizzazione attraverso l'implementazione del Piano di Mobilità e del collegamento tra le aree di snodo e l'intero sistema coordinato di trasporto;
    la redazione di un «Piano del Colore» intercomunale, previsto dal Piano Strategico e finalizzato alla valorizzazione del percorso delle ville borboniche e delle ville stesse, e altresì interventi di arredo urbano, se implementati su tutta l'area della buffer zone, sono da considerarsi quale primo passo per la creazione di una serie di percorsi da offrire ai visitatori, al fine di poter esplorare tutte le aree di interesse;
    è condivisibile quanto previsto dal Piano Strategico in riferimento alle «azioni immateriali», essendo di rilevante utilità l'adozione di Open Data per il Sistema Turistico Culturale integrato per le aree comprese nella buffer zone;
    al fine di ridurre le visite che si concludono il giorno stesso dell'arrivo in città e favorire, d'altro canto, la visita dei siti, non è sufficiente prevedere interventi volti ad incidere esclusivamente sulle infrastrutture. L'area della buffer zone non può più essere considerata come un semplice contenitore di siti archeologici, visitabili in meno di otto ore. È necessario che vi siano una serie di eventi previsti tutto l'anno, capaci di caratterizzare il territorio, così come i siti citati, da un punto di vista culturale. Prevedere mostre, spettacoli teatrali, concerti, favorirebbe la scelta di un soggiorno prolungato da parte del visitatore. L'incremento di eventi di respiro internazionale in luoghi unici al mondo come il Teatro Grande e l'Anfiteatro romano di Pompei e la possibilità di utilizzare siti incantevoli come, ad esempio, la Reggia di Portici quale luogo in cui poter organizzare mostre ed esposizioni anch'esse rivolte ai visitatori di tutto il mondo, incentiverebbe la curiosità e l'interesse di scoprire le meraviglie dei distretti culturali ricadenti nella buffer zone;
    vi è una forte esigenza di completare i lavori in corso, avviare gli interventi già previsti e valutare le ulteriori opere utili al completamento dello schema fognario di tutti i comuni interessati;
    la riqualificazione della costa ed il completamento dello schema fognario non possono in alcun modo prescindere dalla preoccupante necessità di risolvere le criticità presenti a causa delle gravi condizioni ambientali del Fiume Sarno, le cui foci sono presenti sulla costa dei comuni di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia;
    la presenza nelle suddette aree di attività economiche ad elevato impatto ambientale di due grandi poli industriali (conciario ed agroalimentare) ed un'alta densità della popolazione, ha generato uno stato di gravissimo degrado ambientale, il quale richiede profondi e strutturali interventi di riqualificazione;
    per contrastare le criticità ivi esposte, a dover svolgere un ruolo strategico per migliorare le aspettative dell'intero bacino idrografico è il Parco Regionale del fiume Sarno, il quale può mettere in atto le prime azioni volte alla riqualificazione ambientale dell'area in discorso;
    gli interventi suggeriti sono attuabili nel pieno rispetto dello sviluppo del piano strategico, sia in termini di riqualificazione e ripristino ambientale, sia al fine di creare un network tra i parchi Pag. 52regionali e nazionali le cui competenze ricadono nell'area di interesse della buffer zone;
    il Parco Nazionale del Vesuvio, di grande interesse biologico, geologico e storico, rappresenta un considerevole attrattore turistico, la cui conservazione è messa a dura prova a fronte di un eccessivo flusso di veicoli di trasporto ad alto impatto ambientale e di aree fortemente inquinate e soggette a continui incendi, spesso dolosi,

impegna il Governo:
   a proporre un piano strategico per lo sviluppo delle aree comprese nel piano di gestione del sito Unesco mediante il quale realizzare un piano di sviluppo chiamato distretto Grande Bellezza Pompei che punti alla creazione di percorsi tematici distribuiti nell'intera buffer zone all'interno dei quali organizzare un sistema turistico territoriale con lo scopo di trattenere il turista nell'area e di permettergli di conoscere tutte le bellezze culturali, artistiche, archeologiche, paesaggistiche, naturali e della tradizione eno-gastronomica. Tale iniziativa potrebbe essere intrapresa valutando il ricorso al Programma Operativo Nazionale PON Cultura e Sviluppo;
   a valutare il ripensamento del progetto di realizzazione di un hub ferroviario, anche considerando il possibile ritiro del progetto stesso, e, comunque, ad adoperarsi affinché sia subordinata all'attuazione degli altri punti indicati nella presente risoluzione;
   ad assumere iniziative volte a definire una strategia relativa al sistema dei trasporti, prevedendo la redazione di un Piano di Mobilità sovra-comunale ovvero distrettuale, volto a garantire un regolare accesso ai siti culturali e limitare l'impatto negativo conseguenti alla viabilità di massa ed all'inquinamento, avviando uno studio per la quantificazione e la gestione dei flussi di traffico; e a prevedere, altresì, l'individuazione delle aree di sosta e di interscambio a servizio della mobilità del distretto ed eventualmente in zone periferiche della città, distanti dai siti archeologici;
   a prevedere, in prima istanza, una riqualificazione delle stazioni ferroviarie esistenti e dei piazzali attigui, facendo in modo che siano collegate, per mezzo di navette elettriche, alle aree di snodo, alle aree di sosta ed ai siti di interesse culturale della buffer zone;
   a promuovere un accordo tra Stato, regione, EAV ex-Circumvesuviana, Rete ferroviaria italiana, Parco Archeologico di Pompei e Soprintendenze interessate per la creazione di un biglietto unico che integri trasporto e ingresso ai beni culturali della buffer zone, anche di tipo digitale, a prezzi agevolati per turisti, mediante collaborazioni con partner pubblici (Reggia di Caserta e altri) o privati (aziende di carpooling, carsharing, bikesharing ed altro);
   ad approntare un piano di digitalizzazione di tutti i beni culturali, artistici, archeologici e paesaggistici presenti nella buffer zone atto a promuovere gli stessi nel mondo, anche con la realizzazione di un apposito open data utile per la nascita e lo sviluppo di imprese culturali;
    a realizzare un «portale trasparenza» unico per i beni culturali della buffer zone che renda conoscibile ogni iniziativa intrapresa nell'ambito del Grande Progetto Pompei e del piano di gestione Unesco;
   a predisporre un sistema di segnaletica (tradizionali, digitali quali display e touch-screen), a partire dalle diverse stazioni ferroviarie, snodi ed aree di sosta, in grado di indirizzare gli utenti verso le destinazioni di interesse quali, oltre ai siti archeologici, possono essere percorsi enogastronomici o naturalistici, artistici e culturali;
   a prevedere la creazione di un'unica piattaforma utilizzabile attraverso i propri dispositivi mobili, al fine di poter consultare gli orari dei trasporti pubblici, verificare la disponibilità di sosta veicolo nelle Pag. 53aree predisposte, effettuare prenotazioni online per la visita dei siti culturali e per la partecipazione ad eventi;
    a promuovere un intervento di riqualificazione con l'obiettivo di tutelare e poi rendere fruibile al sistema integrato di percorsi tematici distribuiti nell'intera buffer zone, da parte del Parco Archeologico di Pompei, almeno un bene per ogni comune, la cui valorizzazione e promozione sia affidata mediante un concorso di idee con progetti presentati al comitato di gestione del Grande Progetto Pompei;
   a incentivare in maniera efficace l'individuazione di percorsi tematici di mobilità «dolce» di percorsi costieri e con vettori del mare distribuiti nell'intera buffer zone all'interno dei quali valorizzare l'attrattività dei beni culturali;
   a intervenire per recuperare, ristrutturare e valorizzare il sistema delle ville di epoca romana e borbonica nella buffer zone attraverso la definizione di un piano pluriennale;
   a prevedere che vi siano una serie di eventi internazionali di carattere culturale previsti durante tutto l'anno, capaci di attrarre visitatori provenienti da tutto il mondo, favorendo la scelta di un soggiorno prolungato e sfruttando le potenzialità dei siti archeologici presenti nell'area, ciò rispettando la conservazione e il decoro di questi ultimi. Gli eventi organizzati nei siti devono rispettare delle linee guida, preventivamente definite dal Comitato di Gestione;
   a risolvere le criticità presenti a causa delle gravi condizioni ambientali del Fiume Sarno, il quale, come noto, sfocia sulla costa di alcuni comuni della buffer zone, con particolare interessamento delle città di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia;
   a valutare la possibilità di una riformulazione del Grande Progetto Sarno, attribuendo maggiore importanza strategica al Parco del fiume Sarno, al fine di adottare azioni di recupero ecosostenibile, e prevede il ripristino delle funzioni idrauliche, fortemente limitata da una spregiudicata cementificazione degli argini e puntare alla ricostituzione delle componenti naturali e paesaggistiche;
   a prevedere che il Nucleo tecnico, incaricato di fornire al RUC e al Comitato di Gestione il supporto conoscitivo tecnico, sia scelto sulla base di una selezione pubblica;
   ad agire al fine di favorire il collegamento via mare dell'area Vesuviana con i punti di approdo turisticamente di maggior rilievo, potenziando e riqualificando i vari porti e prevedendo la riattivazione e l'ampliamento dell'offerta dei servizi marittimi di trasporto che collegano i maggiori porti delle coste campane; a valutare altresì la possibilità di realizzare una piattaforma di ormeggio per i collegamenti marittimi con Napoli al fine di permettere l'approdo direttamente presso le ville del mare sotto la tutela della soprintendenza;
   ad intervenire al fine di realizzare un «percorso naturalistico» nel parco nazionale del Vesuvio mediante l'adozione dei decreti attuativi necessari per la corretta fruibilità del parco, nonché un corretto sviluppo di micro o piccole imprese ecosostenibili anche con finalità turistiche;
   a mettere in atto azioni volte a ridurre l'eccessivo flusso dei veicoli di trasporto ad alto impatto ambientale, prevedendo, inoltre, l'individuazione delle aree di sosta e di snodo a valle del Parco;
   a non dare seguito al progetto presente nel Piano strategico relativo alla trasformazione della linea ferroviaria FS RFI da Portici a Torre Annunziata/Pompei in una linea area (monorail).
(8-00006) «Gallo, Carbonaro, Acunzo, Azzolina, Bella, Casa, Frate, Lattanzio, Mariani, Marzana, Melicchio, Nitti, Testamento, Torto, Tuzi, Villani».

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ALLEGATO 2

5-00865 Aprea: Sulla figura del direttore dei servizi generali e amministrativi nelle scuole lombarde.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  On. le Aprea,
  la ringrazio in quanto con il suo quesito mi offre l'occasione per informare che l'Amministrazione è in procinto di bandire, in quanto è imminente l'autorizzazione, la procedura concorsuale che permetterà di ovviare alle difficoltà gestionali verificatesi fino ad oggi a causa della carenza di organico nel profilo professionale dei direttori dei servizi generali ed amministrativi attraverso il loro reclutamento, come disposto dall'articolo 1, comma 605 della legge di bilancio per l'anno 2018.
  In base a quanto prescritto dal Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del Comparto scuola sottoscritto in data 29 novembre 2007, alla stessa possono partecipare coloro che sono in possesso della laurea specialistica in giurisprudenza, in scienze politiche sociali ed amministrative, in economia e commercio o titoli equipollenti. Sono altresì ammessi coloro che hanno svolto, per tre anni di servizio negli ultimi otto, le mansioni di direttore dei servizi generali ed amministrativi (DSGA), anche in assenza del titolo di studio richiesto.
  Per completezza di informazioni, ricordo come, nelle more dell'espletamento del concorso, per far fronte alla carenza di personale in servizio, la contrattazione collettiva prevede il ricorso ad una pluralità di istituti.
  In primo luogo, qualora a seguito delle procedure di utilizzazione ed assegnazione provvisoria residuino posti vacanti e disponibili, la sostituzione del DSGA è effettuata in conformità con quanto disposto all'articolo 14 dell'ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Integrativo del 2018 per l'anno scolastico 2018-2019.
  In tal caso, l'incarico è prioritariamente assegnato all'assistente amministrativo a tempo indeterminato interno alla scuola titolare della seconda posizione economica.
  Qualora, invece, vi siano più assistenti amministrativi beneficiari della seconda posizione economica disponibili a sostituire il DSGA, il dirigente scolastico emana un bando interno di selezione per l'individuazione dell'assistente amministrativo cui conferire l'incarico.
  Inoltre, se nell'istituzione scolastica non vi sono assistenti amministrativi con la seconda posizione economica, la sostituzione del DSGA può essere affidata all'assistente amministrativo titolare della prima posizione economica o di incarico specifico. Questi ultimi però, diversamente da quelli con la seconda posizione economica, non sono obbligati alla sostituzione del DSGA per l'intero anno scolastico nella scuola di servizio.
  Da ultimo, nel caso di mancata sostituzione del DSGA con una soluzione interna all'istituzione scolastica, l'Ufficio scolastico regionale predispone un elenco di assistenti amministrativi che abbiano manifestato la propria disponibilità ad accettare un incarico a tempo determinato nel profilo professionale di DSGA. Queste procedure di interpello hanno prioritariamente valenza provinciale ma possono assumere anche carattere regionale o, in ultima analisi, nazionale.
  Nell'eventualità che anche l'interpello fuori regione non consenta di ovviare alla Pag. 55carenza di organico, l'articolo 57 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro comparto scuola del 2007 permette al personale ATA, compresi i DSGA, di prestare la propria collaborazione ad altra scuola per realizzare specifiche attività che richiedono particolari competenze professionali non presenti in quella sede.
  Si segnala, infine, in relazione alle scuole sottodimensionate, che l'articolo 19, comma 5-bis, del decreto-legge n. 98 del 2011 disciplina l'attribuzione di un incarico aggiuntivo su un posto di scuola sotto dimensionata (sotto i 600 alunni o fino a 400 in particolari situazioni) ad un DSGA di scuola normo dimensionata.
  Non è, al contrario, prevista la possibilità di assegnare il posto di DSGA di scuola normo dimensionata ad un DSGA titolare di altra istituzione scolastica normo dimensionata, poiché l'istituto della reggenza non è applicabile al profilo professionale in esame, non trattandosi di figura dirigenziale.

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ALLEGATO 3

5-00734 D'Incà: Sul finanziamento per gli interventi di adeguamento antisismico dell'Istituto Toniolo (TV).

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  On.le D'Incà,
  rispondo alla Sua interrogazione, evidenziando, preliminarmente, che in materia di edilizia scolastica questo Governo ha adottato misure volte a garantire la massima trasparenza e si è adoperato per imprimere una decisa accelerazione a tutte le procedure, attraverso la loro semplificazione.
  Venendo al quesito che mi è stato posto, riferisco che il Comune di Pieve di Soligo risulta beneficiario del finanziamento relativo ai lavori di adeguamento sismico dell'istituto comprensivo «Tomolo», concesso già con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 29 dicembre 2017, n. 1048, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 115 del 19 maggio 2018.
  Dalla suddetta data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale decorrono, quindi, i 12 mesi utili per la definizione della proposta di aggiudicazione che dovrà avvenire entro il 18 maggio 2019 ed essere comunicata al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
  La rendicontazione finale e l'esecuzione dei lavori da parte del Comune dovranno avvenire, come previsto nel citato decreto ministeriale, entro 2 anni dall'intervenuta aggiudicazione.

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ALLEGATO 4

5-00696 De Menech: Sulla continuità didattica per gli alunni con disabilità.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  On.le De Menech,
  non posso che condividere le preoccupazioni da Lei espresse circa la carenza di personale scolastico specializzato sul sostegno. In alcune regioni questa mancanza rappresenta proprio una delle maggiori problematiche rispetto alla continuità didattica. A ciò si aggiunga il costante e graduale aumento degli studenti e studentesse con disabilità.
  A questa pesante criticità che, mi preme evidenziarlo, abbiamo ereditato, stiamo cercando di porre rimedio attraverso la predisposizione di 40 mila posti di specializzazione in tre anni per gli insegnanti di sostegno.
  Questa Amministrazione ha, pertanto, recentemente adottato specifiche e adeguate iniziative che, brevemente, illustro:
   per tutti i gradi di istruzione, ad un solo un anno di distanza dal terzo ciclo del corso di specializzazione per il sostegno (ex TFA), sta per essere attivato il quarto ciclo di specializzazione. Altri ne seguiranno a stretto giro;
   circa la scuola secondaria si è data attuazione all'articolo 17, comma 2, lettera b) del decreto legislativo n. 59 del 2017 che ha permesso a tutto il personale già specializzato di iscriversi nelle graduatorie di merito regionali per l'ammissione al terzo anno FIT e alla successiva nomina in ruolo. Per ampliare la platea dei candidati, la stessa norma ha previsto che i soggetti già partecipanti al terzo ciclo del corso di specializzazione potranno sostenere comunque le prove concorsuali, anche se con riserva;
   relativamente alla scuola dell'infanzia e primaria il concorso straordinario previsto dall'articolo 4 della legge n. 96 del 2018, che sarà bandito a breve, permetterà l'iscrizione a tutti gli specializzati, in possesso dei prescritti requisiti, nelle nuove graduatorie di merito regionali di sostegno.

  Il diritto dello studente con disabilità all'istruzione, oggetto di specifica tutela sia nell'ordinamento internazionale che in quello interno, si configura, come da Lei ricordato, come diritto fondamentale.
  Nella piena coscienza di ciò e dell'assoluta priorità di questa problematica stiamo anche valutando ipotesi di correttivi puntuali e di ampio respiro da apportare al decreto legislativo sopra richiamato, in costante confronto, dialogo e in raccordo con l'Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, al fine di rendere sempre più concreta e partecipata l'effettiva inclusione degli studenti nel nostro sistema di istruzione e formazione.
  È in corso di elaborazione una proposta per dare praticabile attuazione all'articolo 14, comma 3, del citato decreto legislativo, che potrà essere a breve condivisa con l'Osservatorio.
  Con particolare riferimento alla situazione del Veneto, come sopra accennato, la carenza di docenti abilitati, nelle varie classi di concorso di posto comune limita, conseguentemente, l'accesso alla specializzazione sul sostegno alle studentesse e agli studenti disabili. La prosecuzione delle procedure assunzionali, ai sensi del decreto del Direttore Generale n. 85 del Pag. 582018, ed i prossimi bandi di concorso, già annunciati, concorreranno a dare una risposta significativa, nel medio termine, alla carenza di docenti, soprattutto a quelli specializzati sul sostegno.
  Per quanto attiene, invece, alla situazione specifica del territorio bellunese riferisco che in Provincia di Belluno sono stati attivati in organico di fatto 344 posti interi di sostegno – oltre a 19 posti derivanti da riparti di ore – di questi 205 posti sono ricoperti da titolare.
  Dopo le operazioni di assegnazione provvisoria e utilizzazione, sono stati restituiti 180 posti interi alle scuole; nelle graduatorie ad esaurimento non erano presenti docenti specializzati. Le scuole hanno esaurito le disponibilità di docenti specializzati presenti nelle graduatorie e nelle «messa a disposizione». Quindi, tutti i docenti in possesso di specializzazione sul territorio bellunese sono in servizio.
  In merito ai due specifici quesiti da lei posti, circa i percorsi di specializzazione per il sostegno da attivarsi presso le Università preciso che i posti sono quelli messi a disposizione dagli Atenei in base alle loro possibilità e ai loro mezzi. Posto ciò, è intenzione di questo Ministero prevedere che i soggetti collocati in posizione non utile nelle graduatorie di merito di altri Atenei, poi, possano richiedere di inserirsi nelle graduatorie degli Atenei composte da un numero di candidati inferiore al numero dei posti messi a bando. Questo consentirà un pieno utilizzo di tutti i posti a vantaggio di coloro che intendono utilizzare il titolo di specializzazione che, ricordo, non è vincolato alla regione presso il cui Ateneo si acquisisce.
  In merito alla continuità, segnalo che nella disposizione inserita nella legge di bilancio per l'anno 2019 al fine di semplificare il percorso di accesso ai ruoli di docente e garantire il generale principio di continuità didattica, è previsto un vincolo di permanenza di cinque anni, composti dall'anno di prova e da altri quattro anni, nella medesima istituzione scolastica. Le deroghe previste dalla medesima disposizione, come per esempio i casi di sovrannumero ed esubero o l'applicazione della legge n. 104 del 1992, non incidono sul tipo di posto, tanto che è fatta salva la permanenza sul posto di sostegno per cinque anni, ma si riferiscono alla permanenza nella medesima istituzione scolastica.

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ALLEGATO 5

5-00610 Nardi: Sull'istituto alberghiero «Minuto» di Marina di Massa.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Onorevole Nardi,
  come più volte ribadito anche in sede parlamentare, la sicurezza delle nostre studentesse, dei nostri studenti e di tutto il personale scolastico costituisce una priorità assoluta per questo Esecutivo.
  Una delle questioni che questo Governo ha affrontato per prima è stata proprio quella dell'edilizia scolastica. Difatti, l'indicazione fornita dal Ministero agli uffici competenti è stata innanzitutto quella di garantire la massima trasparenza.
  Per questo sono già stati pubblicati e resi accessibili i dati contenuti nell'Anagrafe dell'edilizia scolastica, in modo da poter consentire a tutti di verificare, al termine del mandato di questo Governo, i risultati conseguiti e l'efficacia delle politiche poste in essere.
  Altro fondamentale obiettivo è stato quello di semplificare e accelerare l'iter delle procedure e supportare gli enti locali nelle situazioni di emergenza e nelle progettazioni.
  Grazie a diverse modifiche normative, contenute nel decreto-legge n. 86 approvato quest'anno, nel c.d. proroga termini e da ultimo nel decreto-legge n. 109 del corrente anno, e grazie ad un Accordo raggiunto in Conferenza unificata lo scorso 6 settembre, siamo stati in grado di sbloccare in questi primi 4 mesi oltre 3 miliardi di euro e di autorizzare circa 2.000 nuovi interventi.
  Abbiamo, così, dato tempi certi per l'erogazione delle risorse direttamente a favore degli enti locali.
  Venendo allo specifico quesito da Lei formulato, con particolare riferimento all'istituto Alberghiero «G. Minuto» di Massa Carrara, riferisco che lo stesso risulta inserito nella programmazione triennale nazionale 2018-2020, già approvata con decreto lo scorso 12 settembre 2018.
  Tale intervento, inserito nella citata programmazione per un importo di 10,6 milioni di euro e con un livello di progettazione corrispondente al documento di fattibilità, potrà essere autorizzato da questo Ministero sulla base delle priorità che la stessa Regione Toscana indicherà per ciascuno degli anni della stessa programmazione e nei limiti delle risorse assegnate per ciascun anno alla medesima regione.
  Il piano per l'anno 2018 sarà autorizzato entro dicembre e dopo che le regioni avranno stipulato i relativi mutui con Cassa depositi e prestiti su provvista messa a disposizione dalla Banca europea degli investimenti.

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ALLEGATO 6

5-00456 Rizzetto: Su sicurezza e controlli sui mezzi di trasporto dedicati alle visite di istruzione.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  On. le Rizzetto,
  come noto, questa Amministrazione ha particolarmente a cuore la questione da Lei evidenziata tant’è che ha avviato da alcuni anni un'intensa collaborazione con la Polizia Stradale, al fine di assicurare alle istituzioni scolastiche che ne fanno richiesta un servizio di controllo sui mezzi di trasporto dedicati alle visite di istruzione, sia prima della partenza che in itinere.
  Difatti, la nota del febbraio 2016 con cui questo Ministero ha trasmesso a tutte le scuole il Vademecum elaborato dalla Polizia Stradale per viaggiare in sicurezza, ha proprio l'obiettivo di fornire a docenti e dirigenti scolastici un ulteriore strumento che permetta loro di organizzare in maggiore sicurezza le visite di istruzione. In tale prospettiva, se in occasione della partenza della gita dovessero sorgere dubbi sulla regolarità del veicolo o sulle condizioni psicofisiche del conducente, le scuole possono richiedere l'intervento della Sezione della Polizia Stradale della provincia di appartenenza, per un controllo e una verifica dell'idoneità del mezzo di trasporto e del soggetto responsabile della guida del veicolo.
  Anche per l'anno 2017 è stata rinnovata la collaborazione tra questo Ministero e la Polizia di Stato e con il progetto «Gite scolastiche in sicurezza» – questo il nome dell'iniziativa congiunta – le scuole hanno potuto continuare ad avvalersi della competenza e del supporto della Polizia Stradale.
  Inoltre, all'inizio di quest'anno, questo Ministero e il Ministero dell'interno hanno rinnovato la collaborazione sul tema. Attraverso una specifica nota il MIUR ha ribadito che la richiesta di intervento preventivo della Polizia Stradale è rimessa alle valutazioni di ciascuna istituzione scolastica e che la stessa è uno strumento informativo attraverso il quale la competente Sezione della Polizia Stradale verifica la necessità di programmare specifici servizi. Ovviamente, nel caso in cui vengano segnalate situazioni emergenziali, il controllo sugli autobus impiegati per i viaggi d'istruzione diventa obbligatorio.
  Tanto premesso, posso concludere evidenziando che le misure sino ad ora adottate hanno consentito di effettuare, attualmente, controlli su oltre 43 mila autobus impiegati per le gite scolastiche, 31 mila dei quali, su richiesta delle scuole, prima di iniziare il viaggio.
  Inoltre, sono stati avviati protocolli sperimentali che prevedono il coinvolgimento di organi di polizia locali, fermo restando il ruolo di coordinamento e di programmazione dei servizi di controllo da parte della Polizia Stradale.
  Da ultimo, colgo l'occasione per ribadire che questo Ministero è particolarmente sensibile alla problematica da Lei evidenziata. Per questa ragione, non solo proseguirà ad intensificare le misure già adottate ma ne assumerà di ulteriori sul tema della sicurezza degli autobus impiegati nelle visite di istruzione che tuttavia dovranno essere preventivamente condivise con il Ministero dei trasporti e con il Ministero dell'interno, ciascuno per le parti di propria competenza.