CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 25 ottobre 2018
81.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00809 Muroni: Messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come il Ministro Toninelli ha avuto più volte modo di riferire, la verifica straordinaria dello stato della struttura delle autostrade A24 e A25, disposta da parte dell'Ufficio ispettivo territoriale competente, ha riscontrato, tra l'altro, un decadimento manutentivo che, associato all'incremento dei carichi di esercizio rispetto all'epoca di costruzione, è tale da non poter dimostrare il raggiungimento di adeguati standard di sicurezza con il regolare transito di circolazione.
  Anche prima di questa verifica, il Ministero aveva già segnalato al concessionario e alle altre autorità l'urgenza di adottare ogni provvedimento necessario per garantire la sicurezza delle infrastrutture e dell'utenza autostradale, dalla modulazione del traffico fino alla chiusura dei tratti.
  Nei giorni scorsi con comunicazione formale sono stati indicati gli specifici adempimenti a carico del concessionario per gli interventi di mitigazione da attuare nelle more che siano eseguiti i lavori di ripristino.
  Segnalo anche che, oltre alla verifica delle infrastrutture, il Governo è intervenuto già nel decreto-legge n. 109 del 28 settembre 2018 per rendere possibile l'utilizzo immediato dei 192 milioni di euro previsti per la messa in sicurezza della tratta autostradale A24 e A25 attraverso una rimodulazione delle risorse, come disposta dall'articolo 16, comma 2, del decreto-legge n. 109 del 2018; inoltre con l'approvazione dell'emendamento dei relatori 16.1, l'articolo 16, comma 2, lettera b), è stato riformulato, in accordo con il Ministro per il sud Barbara Lezzi, prevedendo la copertura all'interno delle risorse non impegnate del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Voglio ricordare anche in questa sede quanto già evidenziato dal Ministro Toninelli al Senato, ovvero che questa riformulazione è stata adottata unicamente per velocizzare ulteriormente la procedura per la più rapida disponibilità dei fondi per questo intervento e non per evitare una qualsivoglia sottrazione di risorse a progetti della regione Abruzzo. Le notizie su tale presunta sottrazione, che è stata anche oggetto di una campagna mediatica, sono quindi del tutto prive di fondamento.
  Circa possibili provvedimenti d'urgenza a tutela dell'incolumità di coloro che transitano su dette tratte autostradali, segnalo che l'eventuale regolamentazione del traffico, così come segnalato dal citato Ufficio ispettivo territoriale, può essere disposta dalle Prefetture competenti ai sensi dell'articolo 6 del Codice della strada, ferma restando la responsabilità della società concessionaria in termini di sicurezza della circolazione ai sensi dell'articolo 14 del codice della strada. A tal proposito segnalo che le Prefetture dell'Aquila, Chieti, Pescara e Teramo hanno convocato una riunione per domani 26 ottobre.
  Con questo trova conferma, ancora una volta, che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha messo in atto con il massimo impegno e la massima solerzia tutte le misure possibili a tutela della sicurezza sulle tratte autostradali in questione, sebbene i relativi gravissimi problemi fossero noti da molto prima dell'insediamento del nuovo Governo.

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ALLEGATO 2

5-00810 Giacometto: Valutazione comparativa dei progetti relativi alla realizzazione del Passante di Mezzo e del Passante Sud nella regione Emilia Romagna.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come è noto, la ricerca di una soluzione per il nodo di Bologna ha una lunga storia. Già dal 1986 si è aperto un dibattito al fine di individuare un progetto tale da consentire di fluidificare e alleggerire il traffico sul sistema autostradale e tangenziale.
  Negli anni sono state studiate diverse soluzioni accolte anche negli strumenti di pianificazione territoriale, tra i quali il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Bologna, approvato nel 2004, che indica quale soluzione il Passante Nord. A seguito del dibattito e dei relativi approfondimenti sono stati firmati diversi accordi tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l'ANAS, gli enti territoriali e il concessionario autostradale, accordi che però non hanno portato all'individuazione di una soluzione condivisa.
  A conclusione di una complessa opera di concertazione, si è individuato nell'ampliamento in sede del sistema tangenziale esistente – mediante la realizzazione di una piattaforma a 3 corsie più emergenza per senso di marcia sia sull'A14 che sulle complanari – la miglior soluzione per decongestionare il tratto bolognese. L'intervento prevede nella soluzione complessiva anche una serie di interventi volti a migliorare la viabilità di adduzione al sistema autostradale/tangenziale, nonché interventi di riqualificazione urbana e ambientale.
  Il 15 aprile 2016 è stato sottoscritto un nuovo accordo tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, regione Emilia-Romagna, comune di Bologna, Città Metropolitana di Bologna e Autostrade per l'Italia che si pone come obiettivo la definizione di un progetto che, a partire dall'analisi del contesto insediativo esistente, sviluppi il tema del potenziamento in sede con un approccio che vede nell'infrastruttura anche l'opportunità di riorganizzare lo spazio e il territorio adiacente, già fortemente urbanizzato, in un'ottica di minor occupazione di suolo, con particolare attenzione alla mitigazione e all'inserimento ambientale, nonché al miglioramento delle infrastrutture di adduzione al sistema autostradale/tangenziale.
  L'accordo si pone quindi l'obiettivo di risolvere una criticità trasportistica di livello nazionale e di migliorare l'accessibilità viaria di livello metropolitano stabilendo le condizioni e gli impegni delle parti per:
   la realizzazione del potenziamento in sede a tre corsie per senso di marcia più emergenza dell'A14;
   la realizzazione del potenziamento in sede a tre corsie per senso di marcia più emergenza sulle complanari, prevedendo dei tratti a quattro corsie per ogni senso di marcia più emergenza;
   una rigeometrizzazione degli svincoli delle complanari;
   l'individuazione delle opere finalizzate al miglioramento dell'adduzione al sistema autostradale/tangenziale.

  Proprio per il suo connotato di infrastruttura nevralgica per il Paese e l'alta antropizzazione della zona interessata dall'infrastruttura Pag. 138sono state studiate importanti soluzioni di mitigazione ambientale e di miglioramento dell'inserimento territoriale e paesaggistico.
  Il progetto preliminare dell'intervento sviluppato dalla società concessionaria è stato ampiamente condiviso con gli enti e i cittadini nell'ambito di uno specifico confronto pubblico svolto tra luglio e novembre 2016.
  Gli esiti e le risultanze del dibattito pubblico sono confluiti all'interno del verbale conclusivo sottoscritto tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, gli enti e la società Autostrade per l'Italia nel dicembre 2016, in base al quale è stato poi sviluppato il progetto definitivo del Passante di Bologna.
  Il Progetto del potenziamento in sede dell'autostrada A14 e delle complanari è stato sottoposto a procedura di valutazione di impatto ambientale che si è conclusa il 30 marzo 2018 con parere positivo con prescrizioni.
  La soluzione Passante Sud, proposta dagli Onorevoli interroganti, è stata studiata durante le attività del dibattito pubblico nell'ambito dell'analisi delle diverse soluzioni del Nodo di Bologna. La soluzione analizzata prevedeva un nuovo tracciato in galleria di 19 chilometri con piattaforma di due corsie per senso di marcia più emergenza, oltre a due svincoli intermedi e due punti di scambio rispettivamente con l'autostrada A14 e con l'autostrada A1. Dalla comparazione delle soluzioni progettuali è risultato che il Passante Sud era meno competitivo rispetto agli altri itinerari.
  E infatti, come evidenziato dal Ministero dell'ambiente nello Studio di Impatto Ambientale (SIA) presentato dal proponente, è presente una analisi delle tre alternative: Passante Nord con la banalizzazione del tracciato autostradale esistente, Passante Sud e ampliamento del sistema tangenziale e Passante di Bologna e relative opere di adduzione.
  Le criticità evidenziate risultano in sintesi le seguenti: aspetti di criticità idrogeologica e geologica nella realizzazione dello scavo in galleria, occupazione di oltre 50 ettari di territorio, necessità di ingenti interventi di ricucitura urbana, ambientale, territoriale e idrogeologica; ingenti volumi di terra da movimentare, espropri di 25 edifici; importanti interferenze in fase di cantiere sulle matrici ambientali e sociali correlate alla durata complessiva dei lavori del Passante, stimata in 5 anni.
  Dal citato parere della Commissione Tecnica VIA e VAS del 24 novembre 2017 emerge che sono state considerate e valutate le tre alternative principali e che il confronto consente di effettuare alcune considerazioni di carattere sia trasportistico che ambientale;
  dal punto di vista trasportistico:
   i passanti nord e sud non risolverebbero le criticità che oggi risultano maggiori, ossia quelle legate al traffico cittadino che si muove sulle complanari;
   in questi casi, inoltre, non vi sarebbero miglioramenti della connettività fra sistema tangenziale e autostradale e tantomeno miglioramenti della viabilità locale; un eventuale incremento del traffico autostradale potrebbe essere sostenuto solamente dal passante di mezzo (progetto in esame) e dal passante nord;

  dal punto di vista ambientale:
   per quanto riguarda clima acustico e qualità dell'aria i passanti nord e sud consentirebbero di migliorare la situazione attuale nell'area metropolitana, ma genererebbero rumore ed emissioni laddove oggi non ve ne sono; diversamente, il progetto in esame (...) consentirà di migliorare anche esso la situazione attuale, ma senza peggiorare altri contesti territoriali.

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ALLEGATO 3

5-00811 Daga: Misure di sostegno e di finanziamento dell'edilizia residenziale pubblica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In premessa ricordo che nell'attuale assetto istituzionale la competenza in materia di edilizia residenziale pubblica è in capo alle Regioni e agli Enti locali.
  Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti svolge comunque un importante ruolo a livello nazionale attraverso la promozione di azioni di recupero del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e di misure di sostegno al reddito mediante il finanziamento di strumenti per l'accesso alle abitazioni in locazione, nonché di riduzione del disagio abitativo quale il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione (legge n. 431 del 1998) e il Fondo inquilini morosi incolpevoli (legge n. 124 del 2013).
  Circa il programma di recupero di immobili di edilizia residenziale pubblica, l'articolo 4 del decreto-legge n. 47 del 2014 ha finanziato per 492 milioni di euro il programma di recupero degli immobili di proprietà di comuni ed ex IACP comunque denominati, poi rifinanziato per soddisfare tutto il fabbisogno segnalato dalle Regioni con ulteriori 321 milioni provenienti dal Fondo investimenti infrastrutturali di cui all'articolo 1, comma 140, della legge di stabilità 2017.
  In particolare, la disponibilità aggiuntiva è stata destinata agli interventi di manutenzione straordinaria da conseguire mediante l'adeguamento sismico, impiantistico e l'efficientamento energetico nonché la ridefinizione del numero degli alloggi mediante frazionamenti.
  Il decreto di assegnazione alle regioni degli ulteriori 321 milioni di euro stabilisce, altresì, nuovi criteri temporali per una più sollecita realizzazione degli interventi in argomento e viene anche introdotto un criterio di premialità che consente l'assegnazione alle Regioni più virtuose delle risorse revocate per mancata fattibilità degli interventi.
  Sul decreto di riparto alle regioni è stata acquisita l'intesa in sede di Conferenza unificata nella seduta del 13 settembre scorso e attualmente il decreto Ministero delle infrastrutture e dei trasporti-Ministero dell'economia e delle finanze è in corso di registrazione da parte degli organi di controllo.
  Con il citato programma il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha voluto dare priorità alla necessità di rispondere al disagio abitativo presente soprattutto nelle grandi aree urbane recuperando velocemente alloggi sfitti ma non utilizzabili per mancata effettuazione di lavori di lieve entità (linea a – max 15 mila euro/alloggio) oppure alloggi già abitati ma bisognosi di manutenzione straordinaria o ripristino anche nelle parti condominiali (linea b – max 50 mila euro/alloggio).
  Le regioni, acquisiti dai soggetti proprietari degli immobili di edilizia residenziale pubblica i relativi fabbisogni, hanno inviato al Ministero specifici elenchi di alloggi su cui intervenire con riferimento alle suddette tipologie di intervento e alle risorse assegnate inizialmente per 4480 alloggi di linea a) e 20.766 alloggi di linea b). A questi vanno aggiunti ulteriori 1150 alloggi di linea a) e 23.031 alloggi di linea b) per un totale Pag. 140di 5.630 alloggi di linea a) e 43.102 alloggi di linea b) come risulta dalle rimodulazioni operate dalle regioni.
  Ad oggi lo stato di attuazione del programma è il seguente:
   per la linea a) ultimati 4.833 alloggi;
   per la linea b) ultimati 3.888 alloggi e avviati 9.111.

  Inoltre, sono state poi elaborate dalle regioni rimodulazioni per ottimizzare la programmazione nonché l'esecuzione degli interventi e anche ai fini del completo utilizzo delle risorse assegnate.
  Le maggiori criticità che hanno comportato ritardi nell'attuazione degli interventi sono emerse nella fase gestionale, di esclusiva competenza regionale, e sono da ascrivere, per la maggior parte dei casi, al mancato rispetto del termine previsto per l'emissione dei provvedimenti regionali di concessione dei finanziamenti (30 giorni dalla data di comunicazione di avvenuta validazione da parte dell'Ufficio centrale di bilancio dei decreti di trasferimento delle risorse statali) determinato dalla tempistica delle procedure di adozione dei bilanci regionali.
  Altro motivo di difficoltà, che ha negativamente inciso sulla puntuale attuazione del programma, è da individuarsi nella sopravvenuta impossibilità di realizzare alcuni interventi sia per sopraggiunte occupazioni abusive che per rinuncia da parte dell'ente proprietario.
  Ad oggi risultano trasferite per gli interventi di linea a) risorse per 71,39 milioni, pari al 77,60 per cento e che rappresentano pressoché il totale delle risorse programmate dalle regioni per il recupero dei primi 4480 alloggi di linea a).
  Le risorse trasferite alle regioni per la linea b) ammontano a oltre 367,55 milioni, pari al 91,88 per cento riferiti al primo stanziamento di 400 milioni.
  Segnalo anche che una prima importante misura prevista dalla legge n. 80 del 2014 consiste nel rifinanziamento del Fondo per l'accesso alle abitazioni in locazione, già finanziato dalle leggi finanziarie nel periodo 1999-2011 con complessivi 3,2 miliardi di euro.
  Il rifinanziamento di 100 milioni per ciascuno degli anni 2014-2015 è stato interamente ripartito alle regioni e le relative risorse integralmente trasferite alle medesime. È evidente come tale Fondo rappresenti un fondamentale sostegno per le categorie sociali deboli in possesso di determinati requisiti.
  Per tale Fondo è intenzione del Governo valutare la possibilità di rifinanziamento nella legge di bilancio 2019 con 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2032 utilizzando quota parte delle risorse provenienti dal Fondo investimenti di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge di stabilità 2018.
  Una seconda misura sempre contenuta nella legge n. 80 del 2014 concerne l'incremento di finanziamento per complessivi 265,92 milioni per il periodo 2014-2020 del Fondo inquilini morosi incolpevoli.
  Dal monitoraggio svolto dal Ministero risulta che le risorse non sono state sempre compiutamente utilizzate per la riscontrata presenza di alcune criticità nella fase di formulazione delle domande e in particolare in relazione alla mancata capacità di attestazione della condizione di morosità incolpevole. Pertanto, già nel 2016 è stata effettuata la revisione dei criteri e delle procedure di accesso ai contributi al fine di rendere maggiormente efficace l'utilizzo delle risorse, dimensionando e finalizzando i contributi da assegnare, ai soggetti in possesso dei requisiti per l'accesso, in modo più aderente alle casistiche riscontrate.
  In particolare è stato innalzato da 8 a 12 milioni l'importo per sanare la morosità incolpevole accertata dal comune con contestuale rinuncia all'esecuzione del provvedimento di rilascio dell'immobile.
  Entrambi i Fondi sono strumenti capaci di svolgere il ruolo di «ammortizzatori sociali» in grado di ridurre le tensioni abitative presenti in numerose aree del Paese.

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ALLEGATO 4

5-00812 Lucchini: Realizzazione e potenziamento delle infrastrutture viarie nel territorio dell'alta Umbria.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alle infrastrutture viarie citate dagli Onorevoli interroganti situate nel territorio dell'alta Umbria, la società ANAS ha evidenziato quanto segue.
  Per la E78 occorre distinguere i seguenti interventi:
   Grosseto-Fano. Tratto Selci Lama (E 45)-S. Stefano di Gaifa. Adeguamento a 2 corsie del tratto Selci Lama-Parnacciano (Guinza), Lotto 1, con un importo di 100 milioni di euro finanziato a valere sul Fondo Unico ANAS per 24 milioni e sul Fondo Sviluppo e Coesione per i restanti 76 milioni e appaltabilità prevista per il 2019. L'intervento prevede l'adeguamento della strada esistente SP 200 dallo svincolo di Selci Lama sulla E45 fino all'imbocco della galleria della Guinza in località Parnacciano nel comune di San Giustino, per uno sviluppo complessivo di circa 10 chilometri;
   Grosseto-Fano. Tratto Selci Lama (E45)-S. Stefano di Gaifa. Adeguamento a 2 corsie della galleria della Guinza (Lotto 2) e del tratto Guinza-Mercatello Ovest (Lotto 3), con un importo di 59,3 milioni di euro finanziato a valere sul Fondo Unico ANAS con appaltabilità prevista per il 2019. L'intervento, di sviluppo complessivo di circa 10 chilometri, consiste nel completamento della galleria della Guinza con opere di finitura e impianti per la messa in sicurezza che consentirà l'apertura al traffico della galleria stessa, costituita da un singolo fornice di lunghezza pari a circa 6 chilometri. Inoltre, l'intervento prevede il completamento, con opere di finitura e impianti, di un tratto di strada già realizzato tra la galleria della Guinza e Mercatello, per uno sviluppo complessivo di circa 4 chilometri. È in corso l'acquisizione del parere del Consiglio Superiore dei lavori pubblici e della Commissione Gallerie sul progetto definitivo, cui seguirà, entro 30 giorni dal recepimento di detti pareri, la redazione del progetto esecutivo;
   Grosseto-Fano. Tratto Nodo di Arezzo (San Zeno)-Selci Lama (E45). Adeguamento a 4 corsie del tratto Le Ville-Selci Lama, Lotto 7, con un importo di 435 milioni di euro finanziato per la sola progettazione con 5 milioni dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), programmato con appaltabilità prevista per il 2020. L'intervento attraversa il territorio a cavallo tra la regione Toscana e la regione Umbria e consente di completare la connessione della E78 con l'asse della E45 Orte-Ravenna (svincolo Selci Lama), per uno sviluppo complessivo di circa 12 chilometri.

  Per quanto attiene poi alla SS 73-bis di Bocca Trabaria, ANAS segnala che il 15 marzo scorso, in conseguenza del forte maltempo che ha interessato la zona di confine regionale tra Umbria e Marche, si è innescata una frana del versante a monte della strada, causata dalle infiltrazioni all'interno delle fratture della roccia basale.
  Nelle more degli interventi definitivi del consolidamento del versante ad opera degli enti preposti alla tutela del territorio, ANAS ha previsto la realizzazione di una berlinese di micropali a sostegno dello stesso versante e un muro di sottoscarpa, Pag. 142oltre alla ricostruzione completa della carreggiata stradale franata, per un importo complessivo di circa 985 mila euro.
  I lavori di ripristino sono stati avviati a luglio scorso; tuttavia, a seguito del rinvenimento di sei ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale le lavorazioni sono state sospese in attesa del completamento delle attività di bonifica.
  Una volta ripresi, i lavori potranno essere ultimati dopo 60 giorni circa di lavorazioni.

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ALLEGATO 5

5-00813 Butti: Tempi di realizzazione della strada statale Regina-Lago di Como, cosiddetta «variante della Tremezzina».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ad aggiornamento di quanto riferito di recente in questa Commissione sulla realizzazione della variante alla strada statale 340 Regina, la società ANAS ha evidenziato gli ultimi passaggi salienti.
  Ad oggi il progetto definitivo è in fase di verifica ai fini della validazione e verrà trasmesso al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti entro il mese di novembre per la sua formale approvazione, così come previsto dal Contratto di Programma MIT-ANAS 2016/2020; contestualmente ANAS ha avviato anche la progettazione esecutiva al fine di accelerarne il più possibile la conclusione.
  L'opera, del costo complessivo pari a 353,23 milioni di euro, rientra tra quelle inserite nel cosiddetto decreto Sblocca Italia e inoltre è ricompresa nel predetto Contratto di Programma, con finanziamento pari a 326,19 milioni di euro a valere sul Fondo di Sviluppo e Coesione, di cui 120 milioni a carico della Regione Lombardia.
  Per il finanziamento dei maggiori costi, pari a 27,04 milioni di euro, determinato dalle richieste della Soprintendenza relative all'aumento della lunghezza delle gallerie e delle parti interrate, è stato proposto l'inserimento nel Fondo Infrastrutture 2017, la cui formalizzazione è prevista con il prossimo aggiornamento del Contratto di Programma.
  Ad integrazione di quanto comunicato da ANAS, informo che i competenti uffici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nel riscontrare le valutazioni espresse dal Consiglio Superiore dei lavori pubblici, il 12 settembre scorso hanno richiesto ad ANAS l'invio del progetto definitivo al Consiglio medesimo.
  Inoltre, sono in corso iniziative da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti volte a prorogare i termini previsti dal decreto Sblocca Italia.

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ALLEGATO 6

5-00814 Braga: Infrastrutture stradali sul fiume Po di interconnessione tra Lombardia ed Emilia-Romagna.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'opera in esame, evidenzio che la Direzione generale delle infrastrutture stradali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha già anticipato l'80 per cento del finanziamento previsto per i lavori di ripristino del ponte esistente mentre, per quanto concerne la realizzazione della nuova opera, allo stato attuale non risultano disposti finanziamenti ad hoc. Il saldo sarà erogato a fine lavori.
  Il soggetto attuatore è la Provincia, cui compete la progettazione e l'esecuzione dei lavori.
  Segnalo anche che tutti gli interventi oggetto del decreto ministeriale n. 49 del 16 febbraio 2018, che ha avuto l'intesa in Conferenza unificata, sono stati finanziati.
  Per quanto riguarda poi la strada provinciale 343 Asolana, informo che è inserita nella proposta di revisione della rete stradale di interesse nazionale, sia nel tratto che ricade nella regione Emilia-Romagna che nel tratto ricadente nella regione Lombardia.
  Ai sensi della procedura di cui all'articolo 1-bis, comma 1, del decreto legislativo 29 ottobre 1999, la proposta sta per essere inviata alla Presidenza del Consiglio dei ministri per essere sottoposta alla prima seduta utile della Conferenza Unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.