CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 ottobre 2018
72.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00690 Ferro: Sulla chiusura della stazione dei carabinieri del Comune di Spezzano della Sila (CS).

TESTO DELLA RISPOSTA

  In premessa alla questione sollevata con l'atto in discussione, vorrei soffermarmi brevemente sull'importante e indiscusso ruolo che l'Arma dei Carabinieri svolge nell'ambito dell'ampia missione affidata alle Forze armate per la sicurezza e la difesa del Paese, nonché per la salvaguardia delle libere istituzioni.
  Colgo, altresì, l'occasione per sottolineare come l'Arma dei Carabinieri rappresenti una delle istituzioni più vicine ai cittadini, nei confronti dei quali svolge la sua costante azione di prevenzione quale espressione significativa della presenza dello Stato sul territorio, grazie alla capillare distribuzione dei suoi presidi, con una loro mirata collocazione, privilegiando le aree maggiormente interessate da problematiche di sicurezza con una loro mirata ricollocazione, in piena sintonia con le altre Forze di Polizia e con gli orientamenti dei Prefetti.
  In tale ottica, lo scorso 20 agosto il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri ha determinato la soppressione della Stazione di Spezzano della Sila che occupava, dal 1987, un immobile di proprietà privata, per il quale il Ministero dell'interno versava un canone di circa 17.000 euro annui.
  Nel merito, il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri ha comunicato che:
   il provvedimento, in fase di attuazione da parte della linea gerarchica, si inserisce in una più ampia manovra ordinativa volta ad adeguare lo scompartimento territoriale dell'Arma alle mutate realtà amministrative, a seguito dell'istituzione, in data 5 maggio 2017, del Comune di Casali del Manco, in provincia di Cosenza (mediante la fusione dei Comuni di Pedace, Serra Pedace, Trenta, Casole Bruzio e Spezzano Piccolo, tutti ricadenti nella stessa provincia di Cosenza);
   su concorde avviso del Prefetto di Cosenza, si è proceduto, pertanto, a ripartire il territorio della Stazione di Spezzano della Sila tra i territori delle confinanti Stazioni di Pedace e Celico, potenziate per l'occorrenza;
   a seguito dell'attuazione di tale provvedimento, la Stazione di Pedace estenderà la propria competenza su tutto il comune di Casali del Manco, assumendo la denominazione di «Stazione Carabinieri di Casali del Manco»;
   nell'agosto 2017, l'Amministrazione comunale di Spezzano della Sila aveva messo a disposizione, ad uso gratuito, un immobile da adibire a sede della Stazione Carabinieri che, tuttavia – a seguito di ponderati approfondimenti – non è risultato in linea con le ipotesi di razionalizzazione dei presidi dell'Arma sul territorio.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00691 Tripodi: Sulla razionalizzazione dei programmi d'armamento della difesa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza per il 2018 riporta le linee generali degli intendimenti del Dicastero – già peraltro illustrati dal Ministro in sede di esposizione delle linee programmatiche della Difesa – sui programmi di proprio interesse.
  In particolare, tali intendimenti riflettono gli sviluppi dell'attuale congiuntura economico-finanziaria, che hanno imposto un'attività di razionalizzazione delle spese inerenti a taluni programmi di ammodernamento/rinnovamento dello Strumento militare.
  Tale razionalizzazione consentirà di proseguire, in maniera ancora più decisa, verso l'ottimizzazione dell'impiego delle risorse pubbliche, secondo gli imprescindibili principi di efficacia, efficienza ed economicità dell'azione amministrativa.
  Nello specifico, è opportuno ricordare che la valutazione di tali programmi – tuttora in atto – viene svolta nell'ottica della totale aderenza al contratto di Governo che, nella parte relativa alla Difesa, sancisce l'imprescindibilità della tutela dell'industria italiana del comparto.
  In particolare, i programmi in questione vengono esaminati in base a criteri tassativi e stringenti, tra i quali, oltre alla funzionalità allo svolgimento dei compiti istituzionali della Difesa e al soddisfacimento degli interessi vitali e strategici del Paese, va menzionata la rilevanza in termini di indotto economico e occupazionale, le ricadute in termini di know-how – sia nel mercato di settore, sia quale punto di forza nazionale in iniziative industriali in ambito europeo – la loro multifunzionalità e multidimensionalità e, non ultimo, il loro possibile e concreto impiego anche in ambito civile – il così chiamato dual use.
  Le possibili revisioni che conseguiranno ad esito di tale valutazione saranno inserite nel Documento Programmatico Pluriennale relativo al triennio 2018-2020, che sarà reso pubblico a breve, e nel cui ambito sarà possibile avere piena evidenza dei programmi interessati.
  Tengo comunque a sottolineare che la razionalizzazione consisterà esclusivamente in una rimodulazione dei profili finanziari di tali programmi, i cui livelli di spesa saranno adeguatamente dilazionati in un arco pluriennale, mantenendone tuttavia invariati gli oneri complessivi previsti per il completo sviluppo.
  Alla luce di tali presupposti, è evidente come la rimodulazione in questione avrà l'obiettivo di armonizzare, nei limiti dettati da un'imprescindibile oculata gestione delle risorse, le esigenze di ammodernamento dello Strumento militare e del supporto ai settori strategici ad alta tecnologia del comparto industriale nazionale.
  Infine, come affermato in sede di esposizione delle linee programmatiche del Dicastero in relazione alle iniziative in ambito continentale, l'Italia intende continuare a sostenere e valorizzare le iniziative europee, in particolare lo European Defense Fund (EDF), che prevede finanziamenti sia per la ricerca tecnologica nel campo della Difesa (research window) che per lo sviluppo comune di capacità strategiche della Difesa europea Pag. 65(capability window), e lo European Defence Industrial Development Programme (EDIDP), Piano della Commissione europea che mira a supportare progetti di cooperazione multilaterale presentati da consorzi industriali che richiedono il supporto degli Stati membri di appartenenza.

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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00692 Pagani: Sulla categoria del personale militare collocato nella posizione ausiliaria.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Al fine di affrontare le questioni poste con l'atto in discussione, confermo che da poco, come correttamente evidenziato dall'interrogante, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (GU) l'elenco dei militari in ausiliaria: professionisti con le loro qualifiche, pronti a dare il loro contributo a Comuni, Regioni e a tutte le pubbliche amministrazioni che ne avranno necessità.
  Per chiarezza espositiva, ricordo che la categoria dell'ausiliaria comprende il personale militare che ha manifestato, all'atto del collocamento in congedo, la propria disponibilità a prestare servizio nell'ambito del comune o della provincia di residenza, presso l'amministrazione di appartenenza o altra amministrazione, ai sensi dell'articolo 886 del Codice dell'Ordinamento militare (COM).
  È del tutto evidente la ratio sottesa all'esistenza di tale categoria di personale, che consente di poter disporre di un bacino di personale in età ancora non troppo avanzata, che ha dovuto lasciare il servizio per raggiunti limiti ordinamentali, in possesso di una consistente esperienza professionale e dei requisiti fisici e morali per continuare ad assolvere le funzioni del grado in maniera adeguata e proficua.
  In tale contesto, tutte le amministrazioni pubbliche, nazionali e locali, potranno attingere al personale della Difesa in ausiliaria.
  Nel merito del quesito posto, sottolineo che:
   il regime fiscale cui è sottoposto il personale in posizione di ausiliaria, richiamato o meno, è il medesimo di tutti i lavoratori dipendenti. Il prelievo di circa il 10 per cento citato nell'interrogazione è riconducibile, presumibilmente, alla contribuzione previdenziale gravante su tutto il trattamento pensionistico provvisorio, indipendentemente dai richiami in servizio;
   le funzioni e le qualifiche da attribuire a seguito del richiamo dovranno corrispondere alle competenze ed al grado posseduto dall'interessato;
   la durata del richiamo non potrà eccedere il periodo di ausiliaria, che per tutti è pari a cinque anni dalla data di cessazione dal servizio;
   in caso di infortunio, il militare richiamato gode delle stesse tutele del militare in servizio;
   lo stato giuridico del militare in ausiliaria richiamato è il medesimo di quello in servizio.

  Al riguardo, il Dicastero sta implementando la circolare che disciplina le procedure per avvalersi, da parte delle pubbliche amministrazioni statali e territoriali, del personale collocato in ausiliaria.
  Come già anticipato, la pubblicazione in GU delle liste del personale collocato in ausiliaria e dei relativi ruoli è avvenuta in ossequio alla vigente normativa, articolo 992 del COM, e al criterio di trasparenza nei rapporti con la PA con cui questo governo intende costantemente rapportarsi.