CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 settembre 2018
60.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00467 Epifani: Ammortizzatori sociali in scadenza.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento al quesito posto dall'interrogante, relativo alle problematiche riferite al periodo massimo fruibile di CIGS ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo n. 148 del 2015 e le sue deroghe, si conferma che sono previsti strumenti per consentire alle imprese che hanno raggiunto i limiti di durata complessiva massima dei trattamenti di integrazione salariale e che hanno ancora bisogno di ricorrere agli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro.
  In particolare, con la legge di bilancio 2018, è stato introdotto l'articolo 22-bis del decreto legislativo n. 148 del 2015 che ha consentito una proroga del periodo di CIGS per riorganizzazione o crisi aziendale.
  A tale intervento, allo stato, hanno fatto ricorso 19 aziende e sono stati interessati al trattamento CIGS n. 5322 lavoratori.
  È allo studio la possibilità di introdurre nell'Ordinamento una ulteriore proroga del trattamento di CIGS per i prossimi anni, in caso di crisi aziendale e in caso di cessione di azienda, con conseguente riassorbimento occupazionale o laddove sia possibile realizzare interventi di reindustrializzazione del sito produttivo, nonché, in alternativa ai processi sopra descritti, attraverso specifici percorsi di politica attiva posti in essere dalla regione interessata.
  Sarà valutata la possibilità di introdurre il trattamento di integrazione salariale straordinaria per crisi aziendale, alla presenza di determinate condizioni, sino ad un limite massimo di dodici mesi, in favore di quelle imprese, anche in procedura concorsuale, che abbiano cessato la propria attività produttiva e non si siano ancora concluse le procedure per il licenziamento di tutti i lavoratori, o la stiano cessando.
  La norma potrà agire anche in deroga alla disciplina ordinaria in modo da garantire il maggior sostegno possibile.

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ALLEGATO 2

5-00468 Rizzetto: Requisiti contributivi per l'accesso al pensionamento.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Per ciò che riguarda il nostro sistema pensionistico, ritengo necessario e urgente provvedere all'introduzione di nuovi canali di uscita, più equi e agevoli, al fine del conseguimento della prestazione pensionistica, soprattutto in presenza di una congrua contribuzione da parte del lavoratore, e che mirino a superare le modifiche introdotte dalla cosiddetta riforma Fornero al fine di agevolare l'uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse.
  Cercheremo di consentire a lavoratori che già hanno prestato la loro attività per un numero consistente di anni di uscire dal mondo del lavoro con la garanzia di un reddito da pensione che rispetti i parametri costituzionali della adeguatezza e della proporzionalità. Avremo innanzi a noi il dettato dell'articolo 36 della Costituzione e garantiremo, con norme misurate in grado di tutelare la stabilità economica del Paese, una esistenza libera e dignitosa a tutti i lavoratori. Non trascureremo, al contempo, di valutare la fattibilità di misure che tutelino massimamente i lavoratori che hanno svolto attività particolarmente usuranti e gravose.
  In questa ottica troverà ragione anche la pensione di cittadinanza con l'obiettivo di dare dignità e sostegno alle fasce più deboli in Italia e, nello specifico, a favore di coloro che ricevono un assegno pensionistico di importo inferiore a 780 euro.
  Questa così come altre importanti misure saranno centrali nella prossima legge di bilancio e nel successivo percorso del nostro Governo certi di dare risposte efficaci alle istanze di cittadini e lavoratori.

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ALLEGATO 3

5-00469 Serracchiani: Proroga delle misure in materia di conciliazione tra vita privata e vita professionale.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Questo Governo è fortemente impegnato a riconoscere adeguate tutele ai lavoratori più deboli, superando forme di precariato e discriminazione.
  Le donne, purtroppo, per l'importante ruolo che rivestono nella cura familiare, rientrano nella categoria dei lavoratori più deboli rappresentando una fascia particolarmente vulnerabile sia nel momento dell'ingresso nel mondo del lavoro che nella stabile permanenza in esso, soprattutto nel momento in cui decidono di diventare madri.
  Al fine di conciliare la vita privata e professionale e aiutare le donne lavoratrici con figli e le famiglie più in generale, riconoscendo anche il ruolo dei padri, il Governo intende valutare un quadro di interventi in grado di assicurare risposte efficaci e durature, anche in relazione alla promozione della contrattazione collettiva di secondo livello.
  Il Governo valuterà tali interventi nell'ambito della legge di bilancio e del complessivo quadro finanziario anche tenendo conto dell'impegno già assunto nel contratto di Governo che in modo dettagliato, nella parte dedicata alle politiche per la famiglia e la natalità, manifesta la chiara volontà governativa di dare sostegno alle madri nel loro ruolo di cura della famiglia e delle generazioni future.
  Il Governo intende investire nelle famiglie italiane e far sentire loro la vicinanza dello Stato.

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ALLEGATO 4

5-00470 Fatuzzo: Accesso alle informazioni INPS con modalità non digitali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il certificato di pensione (OBISM) viene rilasciato all'inizio di ciascun anno e contiene le informazioni sulla rivalutazione annuale della pensione, sull'importo lordo della pensione e sulle trattenute fisse che vengono impostate a inizio anno.
  Nel certificato di pensione al cittadino viene comunicato che, qualora l'importo della pensione subisca variazioni nel corso dell'anno, sarà fornita adeguata informativa.
  Il certificato di pensione non rende conto dell'importo netto mensile di pensione. Tale funzione è assolta dal cosiddetto cedolino pensione, che viene messo a disposizione del pensionato:
   1. Online, fra i servizi accessibili dal sito istituzionale, dal giorno 20 del mese antecedente il pagamento;
   2. Tramite la app INPSMOBILE, scaricabile sul telefono cellulare.

  Entrambi i servizi sono accessibili tramite le credenziali di accesso che garantiscono la sicurezza delle informazioni.
  L'INPS ha reso noto che le disposizioni legislative in materia di riduzione della spesa pubblica e telematizzazione dei rapporti tra la pubblica amministrazione ed i cittadini, che hanno tra l'altro imposto il taglio del 50 per cento delle spese postali sostenute dall'INPS, hanno coinvolto anche le modalità di elaborazione e diffusione del certificato di pensione e dell'invio delle certificazioni fiscali.
  Il cittadino, comunque, può recarsi presso le strutture territoriali dell'Istituto, i Patronati e i Centri di assistenza fiscale per ogni tipo di informazione e assistenza.

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ALLEGATO 5

5-00471 Murelli: Requisiti per la concessione dell'assegno sociale a cittadini extracomunitari.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'interrogazione dell'On. Murelli si fa presente quanto segue.
  Come rappresentato correttamente dalla stessa interrogante, il requisito della residenza del titolare in Italia è correlato al carattere inesportabile dell'assegno.
  A differenza di quanto avviene per le prestazioni previdenziali, infatti, l'assegno sociale non può essere corrisposto al di fuori del territorio nazionale.
  Il requisito di residenza deve sussistere al momento della domanda ai fini della concessione della provvidenza economica e deve permanere successivamente ai fini del mantenimento della prestazione. Nel caso di comunicazione di trasferimento della residenza all'estero o qualora, a seguito dei controlli effettuati, emerga che la residenza effettiva non risulti in Italia come invece dichiarato, l'INPS procede alla revoca della prestazione.
  Ulteriore requisito è quello previsto dall'articolo 20, comma 10, del decreto-legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito in legge 6 agosto 2008, n. 133 il quale stabilisce che «A decorrere dal 1o gennaio 2009, l'assegno sociale di cui all'articolo 3, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335, è corrisposto agli aventi diritto a condizione che abbiano soggiornato legalmente, in via continuativa, per almeno dieci anni nel territorio nazionale».
  A differenza della residenza, l'ulteriore requisito dei 10 anni continuativi di soggiorno decennale continuativo in Italia una volta conseguito, è definitivo.
  Pertanto la sua sussistenza va rilevata solo in sede di domanda di riconoscimento dell'assegno e, come chiarito nella circolare INPS 105/2008, il possesso del requisito dei 10 anni continuativi di soggiorno in Italia va accertato indipendentemente dall'arco temporale in cui s’è verificato.
  Pertanto, pur dovendo essere concentrato in un segmento temporale della vita del richiedente (di almeno 10 anni continuativi), il soggiorno può essere collocato anche in un periodo temporale distante dal momento di presentazione della domanda di prestazione assistenziale.
  In merito a quest'ultimo requisito, occorre precisare che esso è entrato pienamente in vigore il 1o gennaio 2009, nel senso che già a partire da quella data esso deve sussistere con riferimento agli anni anteriori al 2009.
  Ne consegue che il 2019 non si distingue dagli anni precedenti come periodo a partire dal quale risulta maturato per la prima volta il requisito decennale e pertanto, non si prevede un improvviso incremento delle domande di assegno sociale a partire dall'anno prossimo.
  Infine, con riferimento all'ipotesi di introduzione dei requisiti ulteriormente restrittivi per gli stranieri in merito alla residenza minima superiore a dieci anni o di un limite reddituale più alto, questi potrebbero dare adito alle stesse censure già formulate dalla Commissione Europea, per i cittadini comunitari, con riferimento al requisito del soggiorno di 10 anni sul territorio nazionale, introducendo una palese disparità di trattamento tra cittadini italiani e comunitari da una parte e cittadini stranieri extracomunitari dall'altra di dubbia costituzionalità ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione, nonché contrarie Pag. 106al Regolamento CE n. 883/2004, richiamato dall'articolo 12 della Direttiva 2011/9B/UE, la quale prevede che i lavoratori dei Paesi Terzi di cui all'articolo 3, par. 1, lettere b) e c), beneficiano dello stesso trattamento riservato ai cittadini dello Stato membro in cui soggiornano per quanto concerne i settori della sicurezza sociale definiti nel Regolamento CE 883/2004 (comma 1, lettera e).

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ALLEGATO 6

5-00472 Soverini: Problematiche occupazionali nello stabilimento della Bakaert Group di Figline Valdarno.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito all'interrogazione dell'On. le Soverini relativa alla vicenda della Bekaert Group, stabilimento di Figline Valdarno (FI), si comunica quanto segue.
  La questione è oggetto di una risoluzione del Consiglio Comunale di Firenze del 25 giugno 2018 avente ad oggetto «Solidarietà ai lavoratori della Bekaert», con cui si è invitata l'azienda a riconsiderare le scelte annunciate e a ritirare la procedura di chiusura dell'attività ed il Ministero ad attivarsi per la salvaguardia dei posti di lavoro.
  L'Ispettorato Territoriale del Lavoro di Firenze già nel 2013 ha esperito un sopralluogo ispettivo presso lo stabilimento della Pirelli di Figline Valdarno ove operava la Società PIRELLI STEELCORD SRL. L'Amministratore delegato presente all'atto precisò che la Società aveva l'intenzione di esternalizzare la produzione dello steel cord e che di tale circostanza erano a conoscenza le rappresentanze sindacali aziendali e territoriali.
  Nel mese di settembre 2015 è stato riaperto un tavolo sindacale, presso il MISE, finalizzato a definire un nuovo piano industriale per il sito produttivo ed è stato condiviso con le organizzazioni sindacali il nuovo piano investimenti (6.5 milioni di euro) per il biennio 2016-2017 nonché la necessità di un allineamento di tutta la manodopera, operaia e impiegatizia, concordando con il sindacato di ricorrere alla Cassa Integrazione Straordinaria con decorrenza 25 gennaio 2016 per 12 mesi. La CIGS è stata aperta per la totalità dei dipendenti – 376 lavoratori – con sospensione a zero ore e con riduzione dell'orario di lavoro compatibilmente con le esigenze tecnico produttive; alla sua conclusione la CIGS ha effettivamente interessato 292 lavoratori. Sull'istanza di CIGS per riorganizzazione/conversione aziendale, pervenuta dalla Società BEKAERT FIGLINE SPA per il periodo dal 25 gennaio 2016 al 24 gennaio 2017 per la totalità dei 376 lavoratori, l'ispettorato Territoriale del Lavoro ha effettuato, ad aprile 2017, un accesso ispettivo ed ha espresso parere favorevole.
  Nel corso della Cigs è stato attuato un programma di riqualificazione e ricollocazione di molti lavoratori e in parallelo un piano di gestione degli esuberi. A supporto della richiesta di utilizzo della Cassa Integrazione straordinaria la Bekaert presentava un nuovo Piano Industriale per lo sviluppo, l'efficientamento e la maggior competitività del sito di Figline. Diversi sono stati gli incontri sia presso l'Unità di crisi della regione Toscana sia presso il Mi.S.E. per monitorare lo stato di attuazione del suddetto Piano Industriale. In questi incontri la Società ha sempre confermato la strategicità del sito di Figline, i livelli occupazionali, gli investimenti in R.&D, lo sviluppo di nuovi progetti. Inaspettata quindi è stata l'apertura della procedura di licenziamenti collettivi per «prossima e definitiva cessazione di ogni attività svolta nel sito di Figline» per delocalizzare in Romania, senza alcun preventivo confronto e senza alcuna spiegazione sulle vere ragioni che hanno indotto la proprietà ad un atto così grave.
  Tale improvvisa decisione è stata oggetto di un nuovo confronto tenutosi al Ministero dello sviluppo economico, il 27 giugno 2018, al quale hanno partecipano i Pag. 108rappresentanti delle istituzioni nazionali e territoriali nonché le organizzazioni sindacali, ma non i rappresentanti della Bekaert.
  Durante la riunione è stata ribadita sia la gravità della decisione, valutata intollerabile per le famiglie coinvolte e dannosa per l'economia del territorio, sia i modi in cui la decisione stessa era stata presa. Il Ministro dello sviluppo economico, di conseguenza, ha chiesto con forza la revoca immediata dei licenziamenti e l'avvio di un confronto.
  In data 30 luglio 2018 si è tenuto un ulteriore incontro volto a risolvere le problematiche determinate dalla scelta della Bekaert, al quale hanno partecipato nuovamente i rappresentanti della Società e le rappresentanze sindacali. In tale sede si è data lettura del Piano inviato dalla Società al Ministero dello sviluppo economico che prevedeva che la Società mantenesse il sito toscano attivo proseguendo le attività in esso svolte fino al 31 dicembre 2018; la promozione di progetti di reindustrializzazione presentati da terze parti (purché non concorrenti della Bekaert); la messa a disposizione, in parallelo alle attività di reindustrializzazione, di un sistema di incentivazione all'esodo su base volontaria; l'eventuale proroga dei termini della procedura di licenziamento collettivo sino al 31 gennaio 2019.
  Le Organizzazioni sindacali, invece, chiedevano unitariamente la sospensione della procedura di mobilità.
  I rappresentanti delle Istituzioni hanno appoggiato la proposta dei sindacati, ma i rappresentanti della Società hanno confermato l'indisponibilità ad accogliere la richiesta di sospensione della procedura di mobilità. Venerdì prossimo, 21 settembre, si terrà presso il Mi.S.E. un ulteriore tavolo di discussione della vicenda in argomento.
  Tali fatti dimostrano che il Ministero dello sviluppo economico ha posto la massima attenzione sulla vicenda Bekaert e si sta impegnando per trovare una soluzione, anche agendo in via generale sul fenomeno delle continue delocalizzazioni che affliggono il Paese.
  Si ricorda che, con il Decreto Dignità è stata prevista l'applicazione di forti sanzioni alle imprese che, dopo aver ricevuto contributi pubblici, decidano di delocalizzare e che i proventi ricavati dall'irrogazione delle citate sanzioni verranno assegnati ad un fondo finalizzato al finanziamento dei contratti di sviluppo, ai fini delle riconversioni produttive.
  Non si può non ricordare inoltre che tra le azioni che il Governo sta portando avanti al fine di poter fronteggiare nel migliore dei modi possibili le conseguenze negative derivanti dalle innumerevoli situazioni di crisi aziendale, vi è quella di prevedere, in caso di cessazione delle attività, l'accesso al trattamento straordinario di integrazione salariale per i lavoratori coinvolti. Opportunità, quest'ultima, che era stata eliminata dal Jobs Act.

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ALLEGATO 7

5-00473 Tripiedi: Problematiche occupazionali nello stabilimento della Marangoni S.p.a. di Rovereto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento ai fatti rappresentati dall'interrogante, si evidenzia che con decreto direttoriale del 28 ottobre 2016, il Ministero del lavoro ha autorizzato, per il periodo dal 19 settembre 2016 al 18 settembre 2017, la corresponsione del trattamento di integrazione salariale in favore di 176 lavoratori, per i quali è stato stipulato, in data 11 agosto 2016, un contratto di solidarietà della durata di 12 mesi.
  Il Governo comunque garantirà la massima attenzione in ordine alla vicenda posta all'attenzione senza escludere che possa essere aperto – qualora richiesto – un tavolo di confronto nella sede istituzionale più idonea.

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ALLEGATO 8

5-00082 Foti: Verifiche dell'Ispettorato nazionale del lavoro nei confronti della società Amazon Italia Logistica.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'attività di vigilanza nei confronti della società Amazon Italia Logistica Srl, presso la sede di Castel San Giovanni (PC), ha avuto inizio nel mese di dicembre 2017 con l'impiego di un'apposita task force di personale ispettivo degli Ispettorati territoriali del lavoro di Piacenza e di Parma-Reggio Emilia.
  Al riguardo rappresento che, con verbale di primo accesso ispettivo e con i successivi verbali interlocutori del 18 gennaio 2018 e 13 febbraio 2018, al fine di verificare la regolarità dal punto di vista normativo e contrattuale, gli ispettori del lavoro hanno chiesto alla società la documentazione relativa alla posizioni dei lavoratori dipendenti intervistati durante l'accesso e quella relativa all'utilizzo dei lavoratori somministrati. Sono state, inoltre, verificate le autorizzazioni in materia di videosorveglianza che erano state rilasciate nel corso degli anni. Nel corso delle verifiche sono state, altresì, acquisite dalle agenzie di somministrazione gli elenchi di tutti i lavoratori somministrati nel periodo gennaio-dicembre 2017.
  Sulla base della documentazione acquisita non sono emerse particolari criticità né per le posizioni dei lavoratori dipendenti né per l'utilizzo dei dispositivi di videosorveglianza.
  Da una prima analisi dei dati relativi ai lavoratori in somministrazione è, invece, apparso evidente che l'azienda aveva utilizzato un numero eccessivo di lavoratori somministrati in rapporto a quello che erano le previsioni sia legislative che contrattuali. I lavoratori somministrati presenti in azienda sono risultati in eccesso, rispetto al limite contrattuale, nel periodo compreso tra luglio e dicembre 2017.
  Il 4 giugno 2018 è stato, pertanto, notificato ad Amazon Italia Logistica un verbale di accertamento di violazione e contestuale applicazione della sanzione pecuniaria, prevista dall'articolo 31, comma 2 del decreto legislativo n. 81 del 2015, per aver utilizzato oltre i limiti quantitativi individuati dal contratto collettivo applicato la somministrazione di lavoro a tempo determinato per i mesi di luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre e dicembre. Preciso che la sanzione amministrativa è applicata in misura fissa e non è commisurata, pertanto, al numero di lavoratori somministrati in eccesso rispetto al limite consentito. La medesima sanzione è stata, perciò, notificata tempestivamente, entro i termini previsti dall'articolo 14 della legge n. 689 del 1981, a prescindere da una identificazione «nominativa» del personale somministrato in eccesso.
  Nello medesimo verbale è stata, altresì, comminata ad Amazon Italia Logistica Srl la sanzione amministrativa per aver omesso di comunicare alle rappresentanze sindacali «il numero dei contratti di somministrazione di lavoro conclusi, la durata degli stessi, il numero e la qualifica dei lavoratori interessati» come previsto dall'articolo 36, comma 3, del decreto legislativo n. 81 del 2015.
  Successivamente alla notificazione del predetto verbale e alla individuazione di un numero di circa 1.300 lavoratori somministrati in eccesso, sono stati svolti ulteriori approfondimenti che hanno portato a ritenere che il personale «svantaggiato» – che per legge è escluso dal computo dei Pag. 111limiti alla somministrazione di lavoro – avesse anch'esso diritto al riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato in capo alla società utilizzatrice in considerazione del fatto che quest'ultima avesse violato le disposizioni di contingentamento del lavoro in somministrazione. Pertanto, tenuto conto di quanto già accertato relativamente al periodo da luglio a dicembre 2017, nel quale era già evidente un utilizzo in eccesso dei lavoratori somministrati, si è proceduto a ricalcolare il numero dei lavoratori in eccesso considerando anche i lavoratori svantaggiati. All'esito di tale operazione è emerso che sono complessivamente 1951 i lavoratori somministrati in eccesso rispetto al limite consentito. Sulla base di queste risultanze, il 27 giugno 2018, è stata notificata alla società una nota contenente un elenco nominativo del lavoratori somministrati utilizzati oltre i limiti percentuali consentiti.
  L'Ispettorato territoriale di Piacenza ha, inoltre, comunicato – a mezzo posta – a ciascuno dei lavoratori predetti la possibilità di far valere il proprio diritto al riconoscimento di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato in capo ad Amazon Logistica Srl.
  Va dunque apprezzato lo sforzo e l'impegno profuso dall'Ispettorato nazionale del lavoro che ha effettuato tali complessi accertamenti adottando ogni utile provvedimento a tutelare i lavoratori in questione.
  In merito alla richiesta di accesso agli atti del procedimento presentata il 12 giugno 2018 dal sindacato UGL, l'Ispettorato nazionale del lavoro ha fatto sapere che la sua valutazione è stata differita alla conclusione dei termini per l'ottemperanza al verbale ispettivo con il pagamento delle sanzioni amministrative. Ciò in coerenza con quanto previsto dall'articolo 9, commi 2 e 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 184 del 2006 che ammette il differimento per «specifiche esigenze dell'amministrazione, specie nella fase preparatoria dei provvedimenti, in relazione a documenti la cui conoscenza possa compromettere il buon andamento dell'azione amministrativa» e tenuto conto del fatto che vi potessero essere anche ragioni di riservatezza afferenti ai nominativi dei lavoratori somministrati.
  Faccio presente che lo scorso 17 luglio l'Ispettorato territoriale di Piacenza, aderendo alla richiesta formulata da UGL-TERZIARIO, CISL-FISASCAT, CGIL-FILCAMS, UIL-TuCS, ha fissato un incontro avente ad oggetto l'accertamento eseguito nei confronti di Amazon Logistica Srl. Durante tale incontro i rappresentanti dell'INL hanno chiarito la portata del provvedimento sanzionatorio a carico della società e hanno preannunciato che avrebbe avvisato tutti i lavoratori della predetta possibilità di esercitare l'azione per ottenere riconoscimento di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato in capo ad Amazon Logistica Srl.
  Quanto al quesito circa analoghe verifiche avviate presso altri siti della società in parola, tengo a precisare che l'ispettorato territoriale del lavoro di Cuneo ha eseguito un accesso presso lo stabilimento di Marene (CN) dove ha sede Amazon Italia Transport Srl, – non Amazon Italia Logistica Srl –.
  In occasione dell'accesso è stata riscontrata la presenza di un lavoratore dipendente della società Amazon Italia Transport Srl e di 30 lavoratori dipendenti della società Team Work Srl, con sede legale ad Alba (CN). Gli accertamenti compiuti hanno evidenziato che sebbene tra le due società fosse formalmente vigente un contratto di servizi di consegna lo stesso, sostanzialmente, mascherasse un'interposizione di manodopera. Ciò in quanto tutto il personale dipendente della società Team Work era controllato e gestito direttamente da Amazon Italia Transport. È stata, pertanto, contestata la violazione dell'articolo 29 del decreto legislativo n. 276 del 2003 e contestualmente comminata la sanzione amministrativa di euro 16.666,67.
  Avverso tale verbale la società Amazon Italia Transport ha presentato ricorso amministrativo il cui iter non è, però, ancora concluso. La società Team Work non ha presentato ricorso amministrativo e ha avviato la procedura di pagamento.

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ALLEGATO 9

5-00234 Foti: Iniziative per contrastare il fenomeno delle cosiddette cooperative «spurie».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il delicato tema della regolare costituzione delle cooperative, del corretto svolgimento dei rapporti di lavoro con i soci nonché, soprattutto, dell'assolvimento degli obblighi retributivi e contributivi, spesso disattesi, è molto importante per questo Governo.
  Dico questo perché qualunque attività economica, se svolta al di fuori del rispetto delle norme, finisce per generare elementi di forte turbativa del mercato: una vera e propria concorrenza sleale nei confronti delle imprese regolari che genera, altresì, impatti negativi sui profili occupazionali.
  È il caso delle cooperative cosiddette «spurie», termine con il quale si intende indicare una tipologia di cooperative che per comportamenti, scelte organizzative, gestione dei rapporti sociali e instaurazione dei rapporti di lavoro eludono, a volte anche in modo illegittimo, i presupposti del modello cooperativo tutelato dall'articolo 45 della Costituzione.
  È per tale motivo che il Governo da me oggi rappresentato ha ritenuto prioritario, tenuto conto della rilevanza sociale e di tutela che questo tema comporta, introdurre con il Decreto Dignità specifici interventi finalizzati ad individuare maggiori spazi di tutela, sia in favore dei lavoratori, sia degli imprenditori, in un'ottica di protezione dell'economia nazionale che, in questa fase storica, soffre alcuni fenomeni inaccettabili di concorrenza sleale.
  In un'ottica di prevenzione e di repressione di tali fenomeni distorsivi del libero mercato, le verifiche condotte dall'ispettorato nazionale del lavoro rivestono un ruolo di fondamentale importanza.
  Com’è noto, gli ispettorati territoriali del lavoro svolgono un'intensa attività di tutela dei diritti dei lavoratori mirata tanto alla repressione delle irregolarità derivanti dall'inosservanza delle leggi in materia di lavoro e legislazione sociale quanto alla prevenzione dei fenomeni di dumping sociale che inquinano la leale concorrenza degli operatori economici.
  Se guardiamo ai numeri che vengono dall'ultimo rapporto annuale, fornito dall'Ispettorato nazionale del lavoro, si evidenziano dei dati allarmanti. Nel 2017 risultano ispezionate 3.317 cooperative, di cui 1.826 sono risultate irregolari (pari a circa il 55 per cento del totale).
  È emerso, inoltre, un numero di lavoratori irregolari pari a 16.838 di cui 1.444 totalmente «in nero».
  Nel settore cooperativo si registrano, purtroppo, talune fenomeni di irregolarità cui occorre prestare particolare attenzione.
  Mi riferisco ai casi di ricorso ad appalti ed alle forme di somministrazione illecita. Su tale aspetto evidenzio che il Governo, in occasione dell'adozione del Decreto Dignità, ha provveduto a ripristinare il reato di somministrazione fraudolenta, precedentemente abrogato dal Jobs Act, che si configura quando la somministrazione di lavoro è posta in essere con la specifica finalità di eludere norme inderogabili di legge o del contratto collettivo applicate al lavoratore.
  L'altro fronte estremamente impegnativo consiste nell'attività di contrasto delle cooperative spurie che, attraverso l'applicazione di contratti collettivi sottoscritti da Pag. 113organizzazioni prive di rappresentatività, mirano ad una consistente riduzione del costo del lavoro.
  Per debellare tale intollerabile fenomeno, è obiettivo di questo Governo, per il tramite dell'azione di vigilanza condotta dai soggetti istituzionali a ciò deputati, garantire che le società cooperative applichino ai propri soci lavoratori trattamenti economici complessivi non inferiori a quelli previsti dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale.
  Una specifica attenzione, nel settore delle cooperative, è peraltro riservata agli ambiti della logistica e dell'autotrasporto da sempre interessati da gravi forme di irregolarità nella costituzione e gestione dei rapporti di lavoro.
  È opportuno infatti ricordare che il settore della logistica, che ricopre un ruolo di primaria importanza nell'economia nazionale, è caratterizzato da una accentuata destrutturazione per la presenza di numerose micro imprese, anche sotto forma di cooperative spurie, che evidenziano non di rado violazioni di obblighi retributivi e previdenziali in connessione con fattispecie interpositorie.
  In tale ambito il Ministero del lavoro e delle politiche sociali condivide tale attività di vigilanza in sinergia con il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dei trasporti ed il Ministero dell'interno (Polizia stradale).
  Per il 2018 le verifiche ispettive volte al contrasto delle irregolarità nel settore della logistica e del trasporto stanno interessando, in particolare, i siti dove operano cooperative di grandi dimensioni, attraverso specifiche campagne ispettive straordinarie, concernenti l'autotrasporto e, più in generale, l'attività di movimentazione e stoccaggio delle merci nei confronti di alcune importanti realtà aziendali che, per attività d'impresa e per diffusione sul territorio, hanno rilievo nazionale nei rispettivi settori merceologici.
  Ribadisco qui quanto siano importanti queste ispezioni in quanto, dalle stesse, sono stati recuperati contribuiti e premi evasi per un imponibile accertato di 53.294.927 milioni di euro.
  Per il Governo l'obiettivo principale è, quindi, quello di verificare la regolarità della costituzione e dello svolgimento dei rapporti di lavoro con i soci, nonché l'adempimento degli obblighi retributivi e contributivi, spesso disattesi all'interno di realtà economiche che non rispettano l'apposito quadro regolatorio.
  In questa prospettiva ricordo che grazie allo strumento della diffida accertati va sono stati tutelati i crediti da lavoro, attraverso il recupero della retribuzione dovuta ai lavoratori in tutti quei casi, ben 2856 dal rapporto annuale del 2017, in cui agli stessi siano applicati contratti collettivi sottoscritti da organizzazioni sindacali prive di reale rappresentatività, al solo fine di ottenere consistenti ed indebite riduzioni del costo del lavoro.
  Per tali motivo è obiettivo del Governo migliorare l'attività di controllo sui luoghi di lavoro e potenziare le risorse umane a ciò deputate.
  Riteniamo che per poter efficacemente contrastare i fenomeni di concorrenza sleale nel mercato non si debba cadere nell'illusione che la soluzione passi attraverso un ulteriore attività di normazione e di regolamentazione, che finirebbe solamente per appesantire la burocrazia sulle spalle degli imprenditori ma che si debba, al contrario, insistere in attività di prevenzione di tali irregolarità.
  Conclusivamente, in merito a quanto richiesto, posso assicurare che resterà «alta» l'attenzione del Governo sulle tematiche riguardanti il lavoro affinché, sia nei tavoli tecnici interistituzionali che nell'attività legislativa, possano essere raggiunti, nel breve periodo, i risultati che ci siamo preposti.

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ALLEGATO 10

5-00119 Costanzo: Apertura di un tavolo di crisi sulla situazione della Polialcoli S.r.l.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La società Perstorp Polialcoli S.r.l. ha acquisito un ramo di azienda da Polioli S.p.A., una società attiva nella produzione e vendita di polioli nello stabilimento di Vercelli, dopo che quest'ultima ha terminato la procedura di concordato preventivo. Successivamente a questa acquisizione, le quote della società sono state interamente acquistate dalla svedese Perstorp.
  Anche dopo il trasferimento del ramo di azienda da Polioli a Perstorp Polialcoli, l'andamento delle attività è peggiorato continuando a minare la competitività dell'azienda. In particolare, la società Perstorp Polialcoli S.r.l. ha evidenziato d'aver avuto l'ambizione e la speranza che sia il trimetilolpropano (TMP) sia il glicole Neopenyl (NEO) avrebbero avuto risultati migliori una volta inseriti nel contesto del Gruppo e che l'esperienza dello stesso nell'ambito produttivo avrebbe potuto ridurre il costo di produzione dei citati prodotti. Tuttavia, nonostante i tentativi di migliorare l'efficienza complessiva del sito, la società avrebbe preso atto che lo stabilimento di Vercelli necessitava di investimenti troppo elevati per poter raggiungere un'operatività redditizia a lungo termine.
  Sulla base di siffatta situazione, lo scorso 11 giugno, Perstorp Polialcoli S.r.l. ha avviato la procedura di licenziamento collettivo, per cessazione dell'attività, nei confronti di tutti i lavoratori – pari a 72 unità – operanti presso lo stabilimento di Vercelli.
  Successivamente, al fine di addivenire a una definizione positiva della vicenda in parola, si sono svolti presso la regione Piemonte diversi incontri a cui hanno partecipato le istituzioni locali, la società e le organizzazioni sindacali.
  Nell'ultimo incontro, tenutosi lo scorso 6 agosto, la società e le parti sociali hanno sottoscritto un accordo che ha concluso la cosiddetta fase amministrativa della procedura di licenziamento. Questo accordo prevede il licenziamento di tutti i lavoratori, entro 120 giorni, e la corresponsione agli stessi di una somma aggiuntiva alle competenze di fine rapporto secondo le intese intervenute tra le parti.
  Il medesimo accordo prevede, inoltre, che presso lo stabilimento di Vercelli si insedierà la società Alcoplast srl che avvierà, con tempistiche in via di definizione, una nuova attività produttiva che consentirà ad almeno 45 lavoratori di essere riassunti. Perstorp Polialcoli, inoltre, si è impegnata a richiedere a Fondimpresa l'attivazione di un percorso di formazione nei confronti dei lavoratori che non riceveranno un'offerta di lavoro da Alcoplast.
  In conclusione, nel rilevare che non è stato richiesto dalle parti interessate alcun incontro per l'esame della situazione occupazionale, trattandosi tra l'altro di una vicenda di rilevanza locale, sono comunque in condizione di assicurare la massima attenzione del Governo in ordine alla vicenda posta all'attenzione. Il Ministero dello sviluppo economico – interessato della questione – ha reso noto che – qualora richiesto – valuterà la possibilità di aprire un tavolo di confronto nella sede istituzionale più idonea.