CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 luglio 2018
43.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00039 Gagnarli: Sulla situazione dell'azienda Cantarelli & C. Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alle questioni poste nell'atto in discussione, le quali concernono la crisi industriale dell'Azienda SS71 (ex Cantarelli), considerata da sempre un'eccellenza aretina – mix di qualità nella produzione e vendita di abiti sartoriali e volano occupazionale con centinaia di addetti – si riporta quanto segue.
  La citata Società, avente sede in Cortona, è stata ammessa alla procedura di Amministrazione Straordinaria nel gennaio 2016 ed occupava, alla data di apertura della menzionata procedura, circa 240 dipendenti.
  Nel mese di settembre 2016, a seguito dell'approvazione del programma predisposto dal Commissario straordinario (Avv. Leonardo Romagnoli) ed in attuazione dello stesso, sono stati svolti ben cinque tentativi di vendita del complesso aziendale facente capo alla SS71, in esito ai quali non è stato possibile finalizzare la vendita del complesso medesimo.
  Considerato che la legge prevede che, nell'ipotesi in cui la vendita non sia realizzata in tutto o in parte, il Tribunale dichiara la conversione della procedura in fallimento, si fa presente che il Tribunale di Arezzo, ha rinviato più volte – anche su richiesta del Ministero dello sviluppo economico – la data dell'udienza in cui vi sarebbe stata la conversione della procedura in fallimento, fino al 4 maggio 2018.
  Di conseguenza, al Commissario è stato riconosciuto un maggior arco temporale per proseguire le trattative finalizzate alla vendita del complesso aziendale.
  Tuttavia, il Commissario, con comunicazione del 3 maggio, riportava che le verifiche svolte sulle uniche due proposte di acquisto pervenute, rispettivamente dalle società Men's Fashion Group Srl e BLS Group S.r.l., non avevano avuto un esito positivo e, pertanto, non era stato possibile concludere la procedura di cessione dell'azienda.
  Come rappresentato dall'interrogante, con decreto del 16 maggio 2018, il Tribunale di Arezzo, a seguito della chiusura infruttuosa dell'amministrazione straordinaria, ha disposto la conversione della procedura medesima in fallimento, provvedendo alla nomina dei curatori.
  A tal ultimo proposito si evidenzia che non è stato autorizzato l'esercizio provvisorio.
  Lo stesso Tribunale di Arezzo ha confermato che i curatori, in data 24 maggio 2018, hanno chiesto al giudice delegato l'avvio delle procedure di licenziamento collettivo dei dipendenti della Cantarelli, cui ha fatto seguito l'autorizzazione del 25 maggio 2018, attesa l'incertezza del piano finanziario.
  Da ultimo, il Tribunale ha informato che, con istanza dell'11 luglio scorso, i curatori hanno chiesto la proroga del termine per il deposito della relazione prevista dall'articolo 33 della legge fallimentare.
  Di conseguenza si sottolinea che l'amministrazione straordinaria è ormai negativamente conclusa e non può essere riaperta. Sembrerebbe opportuno, pertanto, operare all'interno della procedura fallimentare, la quale potrà sfociare sia alla vendita dell'azienda che ad un affitto della stessa.
  Invero, i fatti descritti hanno indotto questo Governo a porre attenzione alla vicenda e a valutare tutte quante le possibili e future iniziative da intraprendere riguardo alla delicata vicenda Cantarelli.Pag. 77
  A tal riguardo, informo che presso il Ministero dello sviluppo economico è aperto un Tavolo di crisi, riunitosi più volte durante la procedura in amministrazione straordinaria (da ultimo il 28 marzo scorso). Pertanto, si dà la piena disponibilità alla convocazione di un tavolo tecnico di confronto tra le parti sociali, qualora venisse richiesto.
  Riguardo alla salvaguardia dei livelli occupazionali e, in particolare, alla tutela delle lavoratrici interessate, il Ministero conferma il proprio impegno al fine di addivenire ad una soluzione, anche attraverso il confronto con le Autorità locali, che sia in grado di garantire e riposizionare sul territorio questa importante realtà produttiva, tutelandone anche l'occupazione.

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ALLEGATO 2

5-00034 Benamati: Sulla situazione dello stabilimento Ilva di Taranto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Dopo aver approfondito il dossier relativo alla delicata vicenda dell'ILVA, il Ministero dello sviluppo economico, in via preliminare, ha ritenuto di acquisire l'avvisto di tutte le parti coinvolte nella menzionata questione.
  In seguito, essendo stati valutati non completamente soddisfacenti gli aspetti relativi al piano ambientale e alla stabilità occupazionale, sono state richieste maggiori garanzie ed una proposta migliorativa al Gruppo Arcelor-Mittal.
  Peraltro, a seguito di segnalazioni da parte del Governatore della Regione Puglia Emiliano, volte ad evidenziare la possibile irregolarità della procedura di aggiudicazione del bando di cessione dell'Ilva, il Ministro dello sviluppo economico, per dirimere ogni dubbio, ha provveduto ad inviare all'ANAC i documenti relativi alla gara, affinché la citata Autorità potesse esprimersi in merito alle irregolarità segnalate.
  Dalla nota pervenuta qualche giorno fa dall'Autorità, come noto, sono stati rilevati alcuni aspetti critici.
  Il primo rilievo effettuato dall'ANAC, in particolare, concerne una possibile lesione del principio di libera concorrenza. Risulta, infatti, che il bando di gara iniziale, prevedeva termini diversi per l'attuazione del Piano ambientale, i quali sono stati successivamente posticipati, prima di due anni e poi di ulteriori cinque (sino ad arrivare al 2023).
  Inoltre, l'ANAC ha rilevato che, nella procedura, il tema dei rilanci difettava per chiarezza. Infatti, seppur in parte della documentazione fosse stata prevista l'ammissione dei rilanci, non veniva chiarito come questi si sarebbero dovuti svolgere ed in che modo dovessero essere valutati.
  Voglio evidenziare a riguardo che le due offerte presentate erano le seguenti: una, pari ad un miliardo e 800 milioni, di Arcelor-Mittal, e l'altra pari a un miliardo e 350 milioni di Acciai Italia.
  La seconda, pur essendo ritenuta migliore in termini ambientali e occupazionali, è stata valutata negativamente rispetto a quella presentata dal gruppo Arcelor Mittal, posto che nella procedura di gara si prevedeva l'attribuzione di un punteggio massimo superiore all'offerta economica rispetto al punteggio massimo attribuibile complessivamente al piano ambientale e a quello industriale/occupazionale.
  Acciai Italia ha provato a rilanciare la sua offerta, aumentando l'investimento economico a un miliardo e 850 milioni (ossia 50 milioni di euro in più di Mittal) ma tale rilancio non è stato considerato. Di conseguenza, la procedura si è chiusa come tutti noi sappiamo.
  Pertanto, dopo tali rilievi effettuati dall'ANAC, è stato ritenuto, quale atto dovuto da questo Governo, l'avvio di un apposito procedimento di secondo grado ai sensi dell'articolo 21-novies della legge n. 241 del 1990, finalizzato alla verifica della sussistenza delle condizioni previste dalla legge per l'eventuale annullamento d'ufficio del decreto di aggiudicazione della procedura.
  Preme rilevare, altresì, che il Governo tiene (e terrà anche per il futuro) un atteggiamento costruttivo e non dilatorio, bensì meramente rispettoso dei ruoli e delle competenze attribuite a ciascun Organo Pag. 79investito dagli avvenimenti testé illustrati e che nel frattempo continuano ad esserci incontri con Arcelor Mittal.
  A tal ultimo proposito, si evidenzia, infatti, che proprio nella giornata di ieri si è tenuto un incontro con il suddetto Gruppo, nel corso del quale sono stati presentati al Ministero ulteriori documenti, che oggi sono oggetto di valutazione.
  Durante tale incontro, in particolare, sono stati programmati due tavoli che si terranno nei prossimi giorni: uno, di tipo interistituzionale, che vedrà coinvolti tutti i soggetti interessati, ivi compresi i rappresentanti delle Istituzioni (tra cui quelli del Comune, della Regione e degli altri Comuni interessati) nonché i rappresentanti delle principali Associazioni, al fine di risolvere le problematiche connesse all'ambiente e alla salute; l'altro, invece, con le organizzazioni sindacali, affinché vengano presentati prospetti occupazionali migliorativi da parte di Arcelor Mittal.
  A tal ultimo proposito, occorre altresì rappresentare che, con decreto del Ministero del lavoro, è stata già autorizzata, ai sensi dell'articolo 7 comma 10-ter della legge n. 236 del 1993, la corresponsione del trattamento straordinario di integrazione salariale in favore di 3.240 lavoratori impiegati presso l'unità di Taranto per il periodo che va dalla data del 3 marzo 2017 a quella del 2 marzo 2019; nonché la corresponsione del trattamento di integrazione salariale in favore di 150 lavoratori impiegati presso l'unita di Novi Ligure (AL) dal 26 maggio 2017 al 25 maggio 2019.
  In conclusione, dunque, i fatti illustrati dimostrano che questo Governo è perfettamente consapevole delle seguenti circostanze: in primis, qualsiasi decisione sarà presa a condizione che vengano tenute in adeguata considerazione, e siano contemperate tra loro, le esigenze di tutela dell'ambiente, della salute e dell'incolumità dei lavoratori, nonché quelle di salvaguardia dell'iniziativa economica e della continuità occupazionale; in secundis, il fattore tempo è considerato fondamentale in questa fase, stante l'importanza degli interessi in gioco.