CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 luglio 2018
38.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO

ALLEGATO

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017. C. 850 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2018. C. 851 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2018 (relativamente alle parti di competenza).

Tabella n. 9: Stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2018.

Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2018 (relativamente alle parti di competenza).

DOCUMENTAZIONE PRESENTATA DAL GOVERNO

  Il bilancio del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare approvato con la legge n. 205 del 2017 (bilancio 2018) reca stanziamenti pari a 881 milioni di euro per il 2018, 840 milioni di euro per il 2019 e 792 milioni di euro per il 2020.
  Il disegno di legge di assestamento al bilancio 2018 mantiene sostanzialmente invariato gli importi destinati al Ministero; è altresì da evidenziare l'ammontare dei finanziamenti integrativi concessi nei primi cinque mesi del 2018, pari a 20 milioni di euro circa (indicati sotto la voce delle «variazioni in dipendenza di atti amministrativi» nel documento di assestamento), portando il bilancio del Ministero dell'ambiente a quasi 900 milioni di euro per il corrente anno.
  Con riferimento alle modifiche introdotte con l’«assestamento 2018», i residui presunti sono stati quantificati in base a quanto certificato dal rendiconto 2017, per l'importo complessivo di circa 617,7 milioni di euro.
  I residui più cospicui (oltre la metà del totale) riguardano il capitolo 7954 «contributi a favore di progetti di cooperazione internazionale» (179,3 milioni di euro circa) e il capitolo 8415 «spese per interventi nazionali di riduzione delle emissioni climalteranti e la promozione delle fonti energetiche alternative» (189,7 milioni di euro circa).
  Si tratta degli importi derivanti dai proventi delle aste CO2, destinati sul bilancio del Ministero dell'ambiente a fine 2017 e pertanto non impiegati a causa dell'imminente scadenza dell'esercizio finanziario; in altri termini, la presenza di tali residui deriva da problematiche contabili connesse al procedimento di versamento e riassegnazione a bilancio, a loro volta ricollegabili alla tempistica di afflusso dei proventi stessi, circostanze queste estranee alla volontà del Ministero dell'ambiente.
  Per quanto riguarda le modifiche degli stanziamenti di competenza, si evidenzia che nel programma «tutela del mare e Pag. 140interventi operativi di prevenzione e lotta agli inquinamenti da idrocarburi e sostanze assimilate», specificamente al capitolo 1644 «spese per il servizio di protezione dell'ambiente marino, per il noleggio di mezzi nautici, aeromobili», si registra una riduzione di 1,4 milioni di euro circa, in relazione all'effettivo andamento delle somme versate all'entrata del bilancio dello Stato nell'anno 2017.
  Tale decurtazione incide sulla quota di inizio anno destinata al Ministero dell'ambiente e proveniente dalle royalties pagate dai concessionari che svolgono attività di estrazione in mare; si tratta di risorse che vengono poi impiegate dal Dicastero per interventi contro l'inquinamento marino, nonché per il potenziamento del controllo ambientale degli impianti.
  È da rilevare la modifica contabile del capitolo 7531, relativo al «fondo rotativo per la bonifica dei siti con rifiuti radioattivi», previsto ai sensi della legge di bilancio 2018 e inizialmente attribuito al programma di difesa del suolo; il disegno di legge di assestamento lo «trasporta» correttamente al programma relativo alla prevenzione e gestione dei rifiuti, al fine di assicurare una migliore allocazione della spesa e, conseguentemente, effettività nella gestione delle relative risorse.
  In prospettiva, tale quadro finanziario verrà ulteriormente innovato ai sensi del decreto-legge n. 86 del 2018, attualmente in corso di conversione, che prevede, come noto, il trasferimento al Ministero dell'ambiente di funzioni e risorse previste dal decreto legge n. 136 del 2013 sulla Terra dei Fuochi, nonché di quelle sul dissesto idrogeologico, finora esercitate dalla Presidenza del Consiglio.
  Come previsto dal comma 5 dell'articolo 2 del citato decreto legge n. 86 del 2018, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri si procederà alla quantificazione puntuale e al trasferimento delle risorse dalla Presidenza del Consiglio al Ministero dell'ambiente, al fine di consentire al Dicastero stesso di esercitare i compiti ora attribuiti.
  A ciò si aggiunge l'impegno di ridurre, fino ad azzerarle, le infrazioni inflitte all'Italia dall'Unione europea, attraverso una rinnovata attività di monitoraggio, controllo e risoluzione delle procedure di infrazione, che riguardano anche vari settori di competenza ambientale, tra cui l'inquinamento dell'aria, i rifiuti e il trattamento delle acque reflue urbane.
  Tale attività consentirà non solo di migliorare la qualità ambientale del nostro Paese ma anche di «alleviare» il bilancio dello Stato degli oneri connessi alle sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell'Unione Europea per mancato rispetto del diritto europeo in materia.