XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 568 di martedì 21 settembre 2021
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI
La seduta comincia alle 14,25.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
LUCA PASTORINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 15 settembre 2021.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Enrico Borghi, Maurizio Cattoi, Delmastro Delle Vedove, Dieni, Ferri, Frassinetti, Ravetto, Scoma, Vito e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente 98, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,27).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti (A.C. 3264-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3264-A: Conversione in legge del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti. Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione.
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3264-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angiola. Ne ha facoltà.
NUNZIO ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Cari colleghi, noi di Azione-+Europa rinnoviamo oggi la nostra fiducia al Presidente Draghi. Gli sforzi del Governo in questi ultimi mesi sono stati enormi. La scuola di oggi è certamente una scuola più sicura rispetto allo scorso mese di settembre, anche grazie ad un'incisiva campagna vaccinale che ha trovato proprio nel personale scolastico un interlocutore serio e responsabile. Il Governo Draghi ha mostrato rigore e fermezza, senza alcun tentennamento, nella gestione della campagna vaccinale; tuttavia il principio della massima precauzione nella gestione e prevenzione del contagio resta un imperativo categorico. Ciò a maggior ragione per il fatto che non poche scuole dovevano già andare in DAD almeno una volta alla settimana a causa dell'atavico problema delle “classi pollaio”, che solo col tempo potranno trasformarsi in “classi gregge”, grazie all'estensione del numero degli studenti vaccinati. Apprezziamo gli sforzi del Governo in merito all'organizzazione dei trasporti pubblici; anche in questo caso, dobbiamo farci guidare dal principio della massima precauzione. In attesa del completamento della campagna vaccinale, dovremo essere in grado di adattare e potenziare le corse dei mezzi pubblici in base all'andamento dei possibili contagi. Vorrei fare un'ultima considerazione, Presidente: non tralasciamo di assicurare il necessario sostegno psicologico agli studenti, reduci da questi due devastanti anni di didattica a distanza. I presidi ed il personale docente non sottovalutino questo aspetto: occorre anche garantire la presenza di tutor e psicologi all'interno degli istituti. Senso del dovere, senso della disciplina e pieno rispetto per le esigenze degli studenti sono e sempre saranno la chiave del successo nella scuola e la chiave della ripartenza in questa delicata fase. Ho completato Presidente. Ciò premesso, anticipo il voto favorevole della componente Azione-+Europa sull'odierna questione di fiducia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Plangger. Ne ha facoltà.
ALBRECHT PLANGGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. L'introduzione del green pass ai fini dell'apertura in sicurezza e in presenza delle scuole, è una misura che condividiamo e che riteniamo opportuna. Occorre essere consapevoli e responsabili, in primo luogo, quando si adottano misure che incidono sulla scuola e sul sistema dei trasporti, che propriamente richiedono misure in grado di consentire la loro gestione in sicurezza e in presenza. Così come garantire il diritto ad una scuola in presenza, con le misure di contenimento e di contrasto all'epidemia da COVID, è stato ed è il problema più impegnativo, perché ha il maggior impatto sociale. È innanzitutto importante introdurre regole e requisiti in grado di non determinare rigidità ingovernabili, ma che nel contempo non diano luogo ad un sistema di deroghe. Vi sono diritti di libertà che si associano al diritto più generale di tutelare la salute pubblica e vi sono scelte del Governo che non possono esaurirsi nell'introduzione di vincoli e divieti. La domanda che dobbiamo porci con onestà intellettuale è se l'introduzione del green pass, contestualmente ad un piano vaccinale che ha consentito di raggiungere risultati del tutto rilevanti e decisivi, precluda o piuttosto garantisca i diritti. Riteniamo che in effetti sia una scelta di garanzia, coerente con la scelta di sostenere la campagna vaccinale senza introdurre l'obbligo del vaccino. Per queste ragioni, come Minoranze linguistiche SVP, voteremo la fiducia posta dal Governo sul provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, signor Presidente, onorevole sottosegretario Costa e onorevoli colleghi, il gruppo Noi con l'Italia-USEI voterà convintamente la fiducia al Governo e la voterà perché anche questo provvedimento va nella direzione presa dal nuovo Governo Draghi, quando il Presidente del Consiglio, in maniera molto chiara e netta, in una condizione assolutamente diversa da quella che oggi stiamo vivendo, aveva lanciato in maniera sintetica lo slogan “rischio calcolato”. Dobbiamo tornare a vivere, dobbiamo tornare a riprendere le nostre attività, dobbiamo tornare a guardare con fiducia al futuro, facendo i conti e combattendo con questa pandemia e con questo virus che ci ha sconvolto la vita. Ebbene, lo strumento del vaccino è uno strumento fondamentale per vincere questa battaglia, grazie alla responsabilità, libertà e al coraggio degli italiani: il 76 per cento degli italiani si è vaccinato senza l'obbligo, ma con coscienza e con responsabilità; 80 milioni di italiani hanno scaricato il green pass.
Allora, basta con inutili polemiche: torniamo ad occuparci di che cosa vuol dire ricostruire un'Italia più forte nella sua convivenza sociale e nella sua convivenza civile! Il primo pilastro - per questo votiamo convintamente questo decreto e la fiducia al Governo - è certamente la scuola; ce ne siamo accorti quando c'è mancata.
Con i colleghi e soprattutto con la collega Aprea ci siamo sempre battuti sul ruolo fondamentale che la scuola ha: mai più DAD, perché la scuola è il rapporto tra insegnante e studente, la scuola è quel luogo e quella comunità, la scuola è il pilastro su cui ricostruire. La vergogna in questo anno e mezzo è stata - e concludo, signor Presidente - che abbiamo tenuto aperti i supermercati, perché era giusto che le famiglie andassero al supermercato per fare la spesa, ma la prima cosa che abbiamo chiuso sono state le scuole, non capendo che per gli studenti, per i nostri giovani, quella scuola è come quel bisogno di alimento fisico per le famiglie.
Allora, mai più DAD: ben venga il green pass obbligatorio e ben vengano tutte le norme che stiamo facendo perché le scuole tornino ad essere sicure.
Investiamo sulla scuola, investiamo sugli insegnanti e investiamo sul futuro del Paese (Applausi di deputati del gruppo Misto)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sapia. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAPIA (MISTO-L'A.C'È). Grazie, Presidente. Anche il decreto-legge n. 111 del 2021 viene sottoposto alla fiducia della Camera, ormai ridotta al rango notarile. Il provvedimento in esame si riduce, in sostanza, all'estensione dell'obbligo del cosiddetto green pass. La storia è semplice: passi se ce l'hai, paghi se non ce l'hai. La sintesi è tutta qui, ma il Governo della melassa, dei cosiddetti migliori, è muto sulla verità, è immobile sulle necessità e respinge il confronto, mettendo la fiducia; è gravissimo.
È un Governo che naviga a vista, che ha la responsabilità morale e politica di aver creato una discriminazione pesantissima, ovvero il green pass, misura coercitiva, concepita male e applicata peggio, peraltro con l'assunto che chi ha fatto la prima dose, se si becca il COVID mentre attende la seconda, deve pagare di tasca propria il costo dei tamponi. Invece, i tamponi dovrebbero essere gratuiti, come abbiamo proposto e chiesto noi de L'Alternativa c'è. Questo perché 15 euro a tampone sono una mazzata per un operaio, magari precario, e per chiunque faccia fatica ad arrivare, con la famiglia, a fine mese. Il Governo dei cosiddetti migliori sta nell'Olimpo, quindi, non sa o non vede che sono molti i tamponi, che sono stati, e sono, una gran bella speculazione, legittimata da silenzi e prassi all'italiana. Ma ingrassare i privati è lo sport del Governo dei cosiddetti migliori, che sono diretta espressione di quel turbocapitalismo, che ruba ai poveri per dare ai ricchi, con la complicità di media spesso ruffiani e pronti a servire il padrone. Il COVID ha aumentato le distanze tra ricchi e poveri, tra le élite e le masse di umili lavoratori, precari e disoccupati. Il COVID ha paralizzato il servizio sanitario, danneggiato l'istruzione, la socialità e l'economia, ha fermato la giustizia e colpito la serenità e l'unione familiare. Il Governo rifiuta di introdurre l'obbligo vaccinale, sia per opportunismo elettorale, sia per calcoli su possibili indennizzi. Il Governo rifiuta di correggere errori marchiani del provvedimento all'esame della Camera, rifiuta le proposte delle opposizioni e va avanti come un treno, giocando sulle tasche dei poveri italiani. Io non sono un no-Vax, sono un vaccinato, ma questo non mi impedisce di dire, in quest'Aula, come stanno le cose, di difendere i milioni di cittadini ridotti alla fame e alla disperazione da un Governo irresponsabile, cieco, sordo e presuntuoso. Continueremo a denunciare questo comportamento dei cosiddetti migliori, fortemente sostenuto anche da chi, fino all'anno scorso, considerava le banche e i banchieri come i veri nemici della democrazia.
Dichiaro il voto contrario alla fiducia da parte de L'Alternativa c'è. È una fiducia che uccide la democrazia e richiama condizioni da regime.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, signor sottosegretario, ci apprestiamo a votare la fiducia su questo provvedimento, misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie e sociali e in materia di trasporti. Ci sarà, poi, tempo per riflettere attorno al merito di queste questioni, che riguardano fondamentali attività della nostra società, a cominciare, ovviamente, dalla scuola, una scuola tornata finalmente in presenza, concludendo un lungo periodo di didattica a distanza, che ha supplito a problemi oggettivi, che può rappresentare anche una misura emergenziale, ma che certamente - su questo credo concordiamo tutti - non può essere considerata la normalità dell'attività.
Certamente, la vicenda legata al COVID ha riproposto alcune criticità strutturali della nostra edilizia scolastica, e credo che su questo ci sia ancora molto da fare. Per noi, le cosiddette classi pollaio rimangono una ferita aperta, che dobbiamo provare rapidamente a superare.
C'è, ovviamente, una questione legata ai trasporti, e su questo credo che regioni e Ministero, anch'essi, siano concordi: ci sono ancora larghi spazi di miglioramento sul trasporto pubblico locale, di miglioramento del distanziamento, ottenibile solo con un aumento della frequenza delle corse. Girano ancora, sui social, troppe fotografie di assembramenti nel trasporto pubblico locale, in particolare in quello ferroviario, e su questo problema si deve fare di più. Però, rimaniamo al punto politico che è anche oggetto della fiducia, ossia il tema dell'estensione del green pass. Ho sentito, anche in quest'Aula, risuonare alcuni echi di tesi attorno al fatto che l'estensione del green pass sarebbe coercitiva, che sarebbe una misura da regime. Io credo che attorno a questa questione si sia fatta troppa cattiva propaganda. Il green pass è, e rimane, una misura per aumentare il grado di libertà, non per restringerlo, come ha detto anche, l'altro giorno, il Ministro Giorgetti. Io credo che, da questo punto di vista, se si abbandona la propaganda, se si evita di ricercare un consenso a breve e si prova, invece, ad alzare lo sguardo anche oltre i nostri confini, ci accorgeremo che la strategia adottata da questo Governo, e dal precedente, alla fine, sta funzionando.
Riporto i dati degli ultimi 14 giorni, quelli dal 7 al 20 settembre, reperiti su fonti aperte. In Italia, abbiamo avuto, tra il 7 e il 20 settembre, 63.729 nuovi casi, e siamo - lo ricordo - circa 60 milioni e mezzo di abitanti. La Francia, che ha 5 milioni circa di abitanti in più di noi, ha avuto 118.881 casi. La Spagna, che ha 46,8 milioni di abitanti, ha avuto 48.422 casi. La Germania, 83 milioni di abitanti, 134.573 casi. La Gran Bretagna, con circa 7 milioni e mezzo di abitanti più di noi, 327.324 casi. Abbiamo un livello di vaccinazione della popolazione pari al 68 per cento, contro il 64 per cento della Francia, il 63 per cento della Germania, il 75 per cento della Gran Bretagna e il 77 per cento della Spagna, calcolando le vaccinazioni del ciclo completo. Questi dati dimostrano che, se si esce – lo ripeto - da logiche propagandistiche e si affronta seriamente questa questione, i numeri ci stanno dando ragione. Se questi ultimi poi li accoppiamo, come è giusto che sia, anche alle previsioni di crescita del prodotto interno lordo nel 2021, che vedono il nostro Paese nettamente meglio di altre grandi Nazioni europee, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di riconoscere che la strategia impostata in questo anno e mezzo e - visto che di questo stiamo parlando – l'estensione del green pass e una campagna vaccinale diffusa, radicata sull'intero territorio, sono le misure che consentono oggi di guardare a questa fase della pandemia con una situazione, che credo sia corretto definire sotto controllo. Questo, però, non vuol dire - lo ripeteremo all'infinito - abbandonare atteggiamenti di prudenza. La mascherina, per esempio, è, e rimane, uno strumento importante, come peraltro segnalano anche i crolli verticali di altre patologie durante l'ultimo autunno-inverno. Penso ovviamente alle influenze, ma non solo: sono crollati i dati relativi alle meningiti e ad altre malattie. Insomma, la prudenza deve essere sempre un faro che deve guidare l'azione del Governo e dei comportamenti individuali e collettivi.
In definitiva, noi voteremo a favore della fiducia. La voteremo convintamente, perché crediamo che il Governo abbia, fino ad oggi, fatto le scelte giuste. Gli italiani si sono comportati molto meglio di tanti loro rappresentanti politici, hanno cioè compreso fino in fondo qual era la situazione e hanno adottato misure anch'esse di tipo prudenziale e comportamenti, nella stragrande maggioranza dei casi, responsabili. Quindi, bisogna andare avanti. Bisogna andare avanti, tenendo dritta la barra della prudenza, dritta la barra della salute degli italiani, innanzitutto.
È con questo spirito e con queste riflessioni che noi voteremo a favore della fiducia che è stata posta dal Governo su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bologna. Ne ha facoltà.
FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie, Presidente. Oggi siamo chiamati a dare la fiducia ad un provvedimento che, in sintonia con i provvedimenti già approvati per il contenimento della pandemia da COVID-19, compie un altro passaggio, occupandosi delle attività scolastiche, universitarie, sociali e dei trasporti. Un percorso che prosegue per garantire a tutti i cittadini la libertà di continuare a lavorare, a studiare, a frequentare i luoghi di cultura, a viaggiare; in una parola, a vivere, rispettando le regole che ci siamo dati come comunità.
Coraggio Italia anche in questo percorso ha esercitato la sua vocazione di coerenza e pragmatismo, dando un contributo di miglioramento di un testo che estende l'utilizzo del green pass e rafforza, insieme alla campagna vaccinale, all'utilizzo della mascherina e alle regole di igiene, la sicurezza dei lavoratori pubblici e privati e la sicurezza nella scuola, con uno sguardo particolare verso i più fragili. Lo ripetiamo ancora una volta: il rischio zero non esiste, ci sono e ci saranno situazioni di contagio che richiederanno la quarantena e, nel caso della scuola, di tornare in DAD, come accade in tutto il mondo, ma con le regole che ci siamo dati riduciamo il più possibile queste eventualità, considerando che, al momento, abbiamo il 94 per cento di personale scolastico vaccinato almeno con la prima dose, la fascia di età tra 12 e 15 anni vaccinata al 55 per cento, mentre i bambini sotto i 12 anni non sono vaccinati.
Attualmente un trial clinico in corso negli Stati Uniti sul vaccino Pfizer, che ha coinvolto più di 2.200 bambini tra 5 e 11 anni, sta dando ottimi risultati di efficacia e si procederà a breve con la richiesta di autorizzazione alla FDA. Questa sarà, come dice il professor Guido Silvestri, un'ulteriore tappa verso la vaccinazione universale contro il COVID-19, necessaria per ridurre i danni causati da questo virus, molto trasmissibile e clinicamente insidioso. Ma in Italia restano ancora ben 3,4 milioni di over 50 da vaccinare; su queste persone dobbiamo lavorare, dobbiamo porre la nostra attenzione, perché sono quelle più a rischio di malattia grave. Nelle ultime 72 ore, dopo l'annuncio che dal 15 ottobre sarà obbligatorio il green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati, c'è stata un'impennata con quasi 560 mila dosi somministrate e questo ci fa sperare in un forte impulso alla campagna vaccinale; ed è partita anche la somministrazione della terza dose per le persone fragili, il cui sistema immunitario è debole e necessitano di un'ulteriore protezione. Si sta quindi facendo tutto il possibile per evitare una diffusione incontrollata dei contagi, con conseguenti forme gravi di malattia, ospedalizzazioni di massa, decessi e nuove chiusure. Gli ultimi dati ci dicono che in Italia abbiamo avuto ancora ieri 2.407 nuovi casi registrati e 44 persone morte, nostri concittadini.
Il generale Figliuolo ha fatto un accorato appello a tutti gli esitanti, ricordando che vaccinarsi è un dovere civico e morale, e di non sottovalutare gli esiti invalidanti che la malattia da Coronavirus lascia nelle persone contagiate sia a livello fisico che psichico. Noi di Coraggio Italia continuiamo a supportare la campagna vaccinale in tutti i contesti e a veicolare una comunicazione chiara e trasparente secondo i dati della scienza, a tutelare i cittadini che rispettano le regole in linea con il Presidente Draghi. Vogliamo guardare però anche oltre, alle molte sfide che aspettano il Presidente e tutti noi, certi che, in un momento storico come questo, a partire dalla messa a punto del PNRR, questa maggioranza, composta da forze politiche diverse per cultura, storia e valori di riferimento, possa essere però un valore aggiunto per evitare di appiattirsi su alcune posizioni ideologiche e per garantire che, nelle scelte per il futuro, davvero tutti i cittadini possano essere rappresentati.
Molte le sfide che ci attendono: dalla legge sul fisco alla concorrenza, dalla riforma della giustizia alle politiche attive del lavoro, dalla legge sulla disabilità alla riforma universitaria. Sono compiti impegnativi che necessitano di una macchina istituzionale e burocratica efficiente e snella, per cui sono indispensabili competenze professionali e politiche che abbiamo, ma che spesso non siamo in grado di valorizzare. Oggi più che mai sarebbe necessario avere le persone giuste al posto giusto. Dobbiamo prestare, altresì, una particolare attenzione alla sanità del futuro, agli investimenti del PNRR su questo settore, perché dentro le strutture, dietro le nuove tecnologie ci deve essere un adeguato numero di professionisti competenti e motivati che le fanno funzionare. È necessaria una rivalutazione complessiva della situazione del personale sanitario, dalle nuove assunzioni da finanziare alle condizioni di lavoro, dalla carenza di medici di medicina generale alla carenza di specialisti ospedalieri, dalla carenza di specialisti dell'emergenza all'incentivazione all'accesso di medici a specializzazioni che non sono più attrattive nel nostro Paese, ma sono necessarie per la sostenibilità del sistema sanitario, dalla carenza degli infermieri e delle altre professioni sanitarie alla loro allocazione in base alla formazione e competenza. Anche qui il professionista giusto al posto giusto per garantire qualità del servizio e della presa in carico del paziente come investimento di lungo periodo, evitando un task shifting à la carte e a buon mercato. Voglio ricordare che oggi è la Giornata mondiale dell'Alzheimer che, insieme alle demenze, rappresentano un milione e 200 mila persone, e poi le loro famiglie, che aspettano un miglioramento delle condizioni di assistenza da tempo, con un Piano nazionale demenze approvato nel lontano 2014 e che ha avuto un iniziale finanziamento di soli 15 milioni per tre anni lo scorso anno.
Infine, come ha affermato il Presidente Draghi, è evidente che gli eventi di questi ultimi mesi stanno portando anche un profondo riesame delle nostre relazioni internazionali ed europee e si dovrà lavorare per un rafforzamento dell'integrazione di competenze comuni a Bruxelles, dalla difesa alla sicurezza, a un ritorno a una politica europea che governa l'economia e che abbia al centro la tenuta sociale e il welfare.
Concludo dicendo che stiamo dando una risposta a una grave emergenza sanitaria inaspettata e inedita; stiamo aprendo la strada a un cambiamento di prospettiva per il futuro in termini economici e sociali per costruire nuove opportunità di sviluppo per le nuove generazioni. Noi mettiamo al primo posto i cittadini che ogni giorno con il loro lavoro, il loro impegno e il loro talento concorrono al benessere e all'evoluzione del Paese. Le prospettive di coerenza e pragmatismo del Presidente Draghi sono in linea con le nostre; quindi, Coraggio Italia conferma il proprio appoggio a Mario Draghi, votando “sì” alla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.
CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. “Mai più scuole chiuse”: queste sono le parole espresse ieri dal Presidente Mattarella nel salutare la riapertura delle scuole e nell'invitare ancora alla responsabilità tutti gli italiani, rispetto al fatto di garantire il più possibile la sicurezza di ognuno, facendo in modo che si compia veramente ciò che è nello spirito fondativo di tutte le democrazie liberali.
Le democrazie liberali si fondano sulla libertà di ognuno nel rispetto della libertà degli altri. Questo concetto, che evoca anche quello del dovere, perché in una società si hanno diritti da difendere e doveri da garantire nei confronti degli altri, è il fondamento anche del sentimento della nostra Costituzione.
Ebbene, con riferimento al dibattito che c'è stato su questo argomento, alle posizioni ondivaghe di alcune forze politiche che accompagnano, fanno da sponda, da spalla a posizioni incredibili, che si stanno registrando nel nostro Paese, anche di una parte, seppur minima, del personale docente circa la contrarietà al vaccino e allo stesso tempo al tampone, quindi al green pass, andrebbe data una risposta univoca, unitaria di tutte le forze politiche, in un Paese normale, democratico, in una democrazia liberale. Invece, ciò non è accaduto: si cerca di lisciare il pelo ogni volta all'istinto, perché l'istinto è quella cosa che provoca un'immediata reazione, anche elettorale, salvo non farsi carico del tutto. Ma non farsi carico del tutto è tipico di chi ha scelto e sceglie, o stando al Governo o non stando al Governo, di non farsi carico di ciò che la responsabilità della politica e delle istituzioni dovrebbe in qualche maniera imporci.
Farsi carico significa, per esempio, spiegare agli italiani - e contrastare, lo dovremmo fare tutti insieme - che la scuola o è in presenza o non lo è, che i nostri ragazzi hanno pagato un carissimo prezzo sulla scuola, più degli altri, anche con errori clamorosi che sono stati commessi. Se, quindi, prevale il diritto allo studio, all'incontro, al banco di scuola, al compagno di banco, se prevale tutto questo, il resto viene dopo, perché una democrazia, un Governo, un'agenda si fondano su ciò che è prioritario e la priorità delle priorità, per il sistema Paese e per i nostri ragazzi, è la scuola in presenza ed evitare il più possibile il ritorno, seppure parziale, alla didattica a distanza.
Per farlo è necessario garantire quei luoghi di studio, quei luoghi di incontro e lo si può fare in due modi: innanzitutto vaccinandosi, e per chi decide di non farlo o per chi non lo può fare per motivi legati alla propria salute si garantisce l'accesso alla scuola - così come in tutti i luoghi di lavoro; per fortuna che è stata assunta questa decisione - attraverso il tampone e, quindi, con il green pass. Ciò è straordinario per il bene dei nostri ragazzi: significa, senza retorica, aiutare il presente a diventare futuro attraverso lo studio, l'incontro, il diritto anche ad essere spensierati, perché abbiamo caricato la mente e il cuore dei nostri ragazzi - questo periodo, purtroppo lo ha fatto - di problemi molto più grandi di loro e non è un caso se gli studi ci dicono che qualche disturbo i nostri ragazzi lo hanno sentito, lo hanno provato, lo portano dietro. Soprattutto sono riusciti ad insegnare e ad insegnarci - i più grandi - che cosa significano la responsabilità, la voglia di vita e di ripartenza. La stragrande maggioranza degli studenti in Italia non ha sentito i magoni nazionali nostrani e si sono vaccinati, appena hanno potuto. La stragrande maggioranza degli italiani si è vaccinata. Rimane uno zoccolo minoritario e una parte della politica invece di occuparsi della risposta della maggioranza degli italiani, di affiancarli e di aiutarli si occupa del contrario, ossia di quella minoranza rumorosa rispetto alla maggioranza responsabile.
Io mi chiedo e chiedo in quest'Aula se questo sia dovuto solo ad un fatto elettorale, che sarebbe grave ma non gravissimo, o, invece, ad un fatto culturale, che è ancora più grave: ossia la pensate veramente così, la pensate veramente in questo modo? Il diritto di andare a scuola - perché parliamo di scuola, così come del lavoro - è l'espressione massima della libertà riconosciuta ai cittadini. Il green pass è la libertà e non il contrario. Per poi arrivare a ciò che è surreale e che investe anche i sindacati italiani per quanto riguarda le fabbriche. È una posizione allucinante che farà i conti con la storia. Come si può pretendere di dire contemporaneamente: “Non sono contro il vaccino, non mi vaccino. Vaccinati tu e allo stesso tempo, con le tue tasse, pagami il tampone, perché io non lo voglio fare”? Ma di che cosa parliamo? Un Paese di che cosa si deve occupare? Un Governo, uno Stato, un Parlamento di chi si devono occupare? A chi devono dare la risposta? Per questo è molto importante questo voto di fiducia ed è molto importante che sia stata posta la fiducia su questo provvedimento, a mio giudizio, perché è l'espressione massima del consenso che viene dato a un contenuto, a una scelta radicale fino a quando ci sarà la pandemia, cioè fino al 31 dicembre, se non sarà necessario andare oltre, ed è la risposta di uno Stato che mette in cima il diritto degli studenti a studiare, a muoversi, a raggiungere i propri luoghi, i propri amici e i propri compagni. Certo, rimane un problema, un problema chiaro ed evidente, che riguarda i trasporti.
Per l'esperienza che ho avuto in regione su questo settore, posso dire, senza voler puntare il dito contro il sistema delle regioni, che non è esattamente facile - e chi lo dice vuol dire che non si è mai calato in questo contesto - garantire il 20, il 30, il 40 per cento degli autobus disponibili in più rispetto al fatto che non ci siano orari differenziati. Non ci si riesce! Il tempo tra un ordine e una consegna di un autobus può richiedere mesi, se non anni. Il problema è che nel passato, nel tempo lungo, non si è fatto e ci siamo ritrovati con parchi che è molto difficile aumentare nell'immediatezza che richiede la pandemia. Per questo avrei esteso anche all'interno degli autobus l'obbligo del green pass per recarsi a scuola. Poi, si poneva un problema: chi controlla? L'autista è tenuto a farlo? Il controllore è tenuto a farlo? E si apre anche un problema sindacale. Concludo, Presidente. Oggi con questo voto di fiducia - e io annuncio, a nome del gruppo di Italia Viva, il sostegno pieno all'azione di Governo e a questo provvedimento con l'espressione della fiducia - invito tutte le forze politiche a evitare di stare dalla parte sbagliata della storia, perché c'è un presente ma poi c'è il futuro e poi c'è la consegna di quello che lasciamo al futuro soprattutto dei nostri ragazzi.
Sarebbe il caso di smetterla con questa propaganda inutile, che liscia il pelo a una minoranza che è rumorosa, ma il rumore, fortunatamente, non arriverà in quest'Aula, perché andremo avanti sulle iniziative del Governo per tutelare la salute dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, se questa maggioranza, se il Governo confidasse davvero nel green pass come uno strumento per impedire i contagi e di ritorno alla libertà, oggi il Governo sarebbe qui a presentare, insieme a questo provvedimento, la richiesta di apertura per intere categorie di lavoratori. Penso, in primo luogo, agli imprenditori delle discoteche che sono chiuse da 20 mesi senza aiuto, senza un minimo appiglio, nel vostro silenzio, mentre venite qui a spacciarci il green pass come la grande forma di libertà e di ritorno al lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Siete degli ipocriti, perché il green pass - e lo sapete anche voi, tant'è vero che rimangono chiuse - per voi è semplicemente quello strumento che aiuta interi partiti di questa maggioranza e la maggioranza nel suo complesso a uscire dall'imbarazzo e dalle divisioni che voi avete, in maniera poco trasparente, perché non riuscite neanche a dirlo, sull'obbligo vaccinale, perché avete, purtroppo, l'incapacità, la mancanza di coraggio, la mancanza di senso delle istituzioni, la mancanza di senso delle libertà, la mancanza di senso dei diritti, la mancanza di trasparenza nei confronti degli italiani per dire che voi, al vostro interno, anche in assenza dello scarico di responsabilità, non siete concordi sull'obbligo vaccinale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
E, allora, venite a chiedere la fiducia, la fiducia! La maggioranza bulgara di Mario Draghi viene a chiedere la fiducia in 8 mesi per la quattordicesima volta su un provvedimento, subdolo e ipocrita, che serve soltanto a voi per uscire fuori dai vostri imbarazzi, scaricandoli sulle coscienze, sulle libertà, sulla moralità e sui diritti degli italiani, financo ad arrivare a situazioni discriminatorie nei confronti degli studenti e addirittura nei confronti dei lavoratori, mettendo gli italiani davanti alla scelta: o il green pass o lo stipendio, in un Paese dove, fino a prova contraria, sulla carta dovrebbe esistere - e fino a che voi non pensate qualcosa di diverso - il diritto a scegliere se vaccinarsi o meno.
E verso chi voi scaricate le vostre incapacità e divisioni? Sui più poveri, che non potranno permettersi 15 euro ogni due giorni per farsi il tampone; su quelli che voi ritenete ricchi, cioè gli operai che con mille euro saranno costretti, se vogliono rispondere alla propria volontà legittima di non vaccinarsi, a togliere dallo stipendio 225 euro al mese. Questo è!
Solo Fratelli d'Italia è all'opposizione di questo Governo, eppure, voi, per scappare al dibattito e alle vostre divisioni, siete costretti a mettere la fiducia; solo Fratelli d'Italia è contraria al green pass, nella maniera peraltro più estesa possibile in Europa, in un momento di gestione della pandemia e non più di emergenza, in restrizioni che si applicano in zona bianca. Solo Fratelli d'Italia è contraria al green pass estremo che voi state andando ad applicare, eppure, nonostante solo noi siamo all'opposizione, nonostante solo noi siamo contrari al green pass, voi siete costretti, per essere messi insieme, per trovare una voce unica, per non fare polemiche tra di voi, a mettere la fiducia cioè a saltare a piè pari quello che sarebbe giusto in un Paese democratico, dove ogni singola restrizione della libertà dovrebbe avere un approfondimento in quest'Aula e non altrove, dove altri, in realtà, cercano il consenso.
Questo è quello che avviene, lo ripeto. Questo è quello che avviene e mentre voi ci imponete la fiducia, il voto di fiducia sul green pass, che riguarda anche le scuole - lo ripeto, che riguarda anche le scuole -, più di 5 mila ragazzi a pochi giorni dall'inizio delle scuole sono già in DAD; avevate detto che non ci sarebbe stata più e a pochissimi giorni invece più di 5 mila ragazzi sono già in DAD. Come rispondete a questo fatto? Cosa dite alle famiglie che si trovano ancora una volta sole con i ragazzi in didattica a distanza? Nulla! Non riuscite a dire nulla e per non dire nulla - lo ripeto - per la quattordicesima volta in otto mesi mettete la fiducia: per la quattordicesima volta!
Ho sentito dire che siete contrari alle classi pollaio: benissimo, togliete queste classi pollaio! Invece no, avete scelto altri strumenti che, infatti, ci stanno facendo tornare alla situazione di prima, anzi, peggio, per dirla con le parole non di Augusta Montaruli o dei politici qui seduti, ma dei presìdi che la scuola la fanno: peggio, perché li avete gettati nella confusione, in una confusione drammatica che è esattamente la vostra! Quella confusione che vi obbliga - e lo ripeto per l'ennesima volta - a mettere ancora una volta la fiducia nonostante sulla carta voi abbiate i numeri per non metterla. Allora, noi siamo di fronte all'ennesima presa in giro di questo Governo nei confronti degli italiani: la più grande presa in giro nei confronti degli italiani, perché si alimenta delle paure, delle loro legittime paure. Avete detto che saremmo tornati in una situazione di libertà, ma così - lo dicono già i numeri - adesso non è. Io, francamente, provo profondo imbarazzo per un insieme di partiti che non è unito su nulla e che, oggi, nuovamente, mette davanti ai suoi deputati la questione: o la fiducia, oppure, altrimenti, non c'è altra soluzione per discutere su quelle che sono le più grandi restrizioni che l'Italia sta applicando in Europa.
Questo è: da voi, che dite sempre che dobbiamo guardare all'Europa, benissimo, bien, arriva uno dei provvedimenti più restrittivi d'Europa e anche di fronte a questo voi evitate in ogni modo che ci sia il confronto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Evidentemente, quello scontro, quel voler mettere gli italiani l'uno contro l'altro, voi lo volete, perché vi fa gioco; vi fa gioco perché fin quando gli italiani saranno distratti dall'essere l'uno contro l'altro, dividendosi attraverso una posizione erroneamente ideologica su vaccino o non vaccino, non saranno contro di voi, ma poi tanto il momento delle urne arriva. Gli italiani sono persone intelligenti, ragionano, vedono i dati, ascoltano e vedono anche oggi che, per l'ennesima volta, dovete ricorrere al sistema della fiducia, quello tanto odiato soprattutto dal più grande partito che l'aveva accusato, il MoVimento 5 Stelle, che oggi invece ha la stella del voto di fiducia; si accorgeranno, anche oggi, attraverso questo voto, di tutta l'ipocrisia e dell'incapacità di questo Governo di affrontare il periodo più difficile di sempre e, soprattutto, di farli ritornare alla normalità, perché, sommessamente, non è normalità dover rinunciare ai propri diritti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Aprea. Ne ha facoltà.
VALENTINA APREA (FI). Presidente Mandelli, sottosegretario Costa, colleghi, con l'adozione del decreto-legge sul quale oggi il Governo chiede la fiducia per la conversione in legge ci si è posti l'obiettivo di intervenire su alcuni settori specifici al fine di garantire la ripresa delle attività in sicurezza. In particolare, l'intervento rivolto al settore della scuola e dell'università è finalizzato a riportare gli studenti e i lavoratori di queste istituzioni nelle aule e negli edifici dove si svolge l'attività didattica e curricolare, quindi in presenza, e di farlo in una condizione di massima sicurezza. Al punto in cui siamo, all'avvio del terzo anno scolastico e accademico dall'inizio della pandemia a marzo 2020 si impone, infatti, la necessità di convivere con il COVID-19, ma possiamo, anzi, dobbiamo farlo garantendo la massima sicurezza ai cittadini, soprattutto se sono i più giovani.
Noi di Forza Italia crediamo convintamente che questo decreto vada in questa direzione e, quindi, dichiariamo fin d'ora che voteremo nuovamente e convintamente la fiducia al Governo Draghi. Sono tuttavia necessari interventi di regolamentazione della convivenza con la pandemia. Per queste ragioni la posizione di Forza Italia in merito al decreto è stata favorevole sin dal primo momento, pur essendo consapevoli della necessità di introdurre modifiche per migliorare il testo e superare alcune criticità, nonché il rischio, sottosegretario, di applicazioni confuse e contraddittorie che, ovviamente, in questo momento dobbiamo evitare. A tal fine, abbiamo presentato nelle Commissioni di merito alcune proposte emendative sia con riferimento alla scuola che all'università, con gli emendamenti a firma mia, dell'onorevole Gloria Saccani Jotti, dei colleghi Bagnasco e Novelli della XII Commissione; insomma, tutta Forza Italia ha cercato di tener conto dei rilievi presentati dai settori dell'università e della scuola, primi fra tutti i dirigenti scolastici che portano su di sé la responsabilità e gli oneri del rispetto delle procedure da adottare per il contenimento del contagio nelle aule scolastiche, pur avendo a disposizione limitate risorse e strumenti per operare in tal senso, ma anche di quanto evidenziato ed espresso nelle osservazioni contenute nel parere per esempio della Commissione cultura, frutto di un dibattito approfondito che in quella Commissione c'è stato.
Il decreto, infatti, interviene in maniera sostanziale e corposa in materia di istruzione e università e la VII Commissione ha approvato un parere con numerose osservazioni, alcune delle quali volte a perseguire innanzitutto una necessaria coerenza legislativa, perché, ovviamente, in questi due anni stiamo ritornando ripetutamente sulle modalità di frequenza e di convivenza col virus. Diversi nostri emendamenti in fase di esame del decreto sono stati poi assorbiti, in quanto parzialmente accolti con l'emendamento del Governo 1.500 che, peraltro, ha riprodotto parte del contenuto del decreto-legge n. 122 del 2021 del 10 settembre scorso, così da riparare, appunto, ad alcune lacune, ma soprattutto al rischio di confusione e contraddittorietà in fase di applicazione della norma. Siamo, altresì, consapevoli, sottosegretario, che permangono alcune criticità nelle scuole, a partire dalla gestione delle quarantene, che è sicuramente il problema più urgente.
In particolare, non tutte le ASL hanno fatto pervenire alle scuole i protocolli aggiornati: in alcune ASL viene richiesto alle scuole di inviare, a fine quarantena, l'elenco delle modalità di rientro, e tale compito non andrebbe posto in capo alle scuole, soprattutto per l'accesso a dati sensibili che le scuole non sono autorizzate a trattare.
Insomma, si evidenzia anche quest'anno l'avvio di una procedura non rispondente ai protocolli, per cui dovrebbero essere le ASL a comunicare i casi di positività alle scuole. Avviene, invece, regolarmente il contrario da settembre 2020, per cui le scuole ricevono più spesso le comunicazioni dalle famiglie, con esiti dei tamponi, e devono anche occuparsi di comunicare alle ASL le informazioni sulla comparsa dei sintomi. È evidente che, a questo punto, tutto l'impegno di segnalazione, di rilevazione dei tracciamenti, di trasferimento delle comunicazioni, di controllo di fine quarantena ricade sulle scuole, con un carico significativo, a fronte di organici amministrativi sottodimensionati, ma, soprattutto, di compiti, sottosegretario, che rientrano in modo evidente nelle competenze degli organi sanitari, e non in quelle delle istituzioni scolastiche. Come Forza Italia, chiediamo per questo al Governo di intervenire tempestivamente per mettere ordine in questo delicato problema, delle quarantene.
Ci auguriamo altrettanto, sempre nell'ottica di una maggiore prevenzione del contagio nelle scuole e nelle università, che siano messi a disposizione, soprattutto nelle scuole frequentate dagli under 12 - quindi, quelle del primo ciclo -, tamponi salivari per continuare a testare, tamponare e tracciare l'eventuale presenza del virus nelle comunità scolastiche, come in quelle accademiche.
In merito, poi, all'obbligo del green pass, non ci sfugge che l'equilibrio e il confronto tra il peso dei diritti riconosciuti ai cittadini richiede una continua e costante attenzione per far sì che nessuno di questi sia compresso a tal punto da risultare negato, ma per noi resta sempre, come principio di fondo al quale ispirarsi, il riconoscimento della salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività, in pratica l'articolo 32 della nostra Costituzione. È proprio questo senso della collettività, dell'appartenenza a una comunità che richiede, oggi, a noi legislatori l'assunzione della responsabilità di decisioni volte a perseguire la migliore tutela degli individui; scelte non facili, ma necessarie. Condividiamo in pieno, per questo motivo, la scelta del Governo di introdurre norme che limitino al massimo i rischi di diffusione del contagio in ambito scolastico e universitario. La scelta di seguire una linea di intransigenza in questi settori deriva, tra l'altro, dall'importanza di assicurare il regolare svolgimento delle attività didattiche in presenza e di limitare a singoli casi di emergenza il ricorso alla DAD o alla DDI, che dir si voglia. E lo sosteniamo convintamente anche noi di Forza Italia, che pure abbiamo espresso, in più occasioni, la necessità di ripensare la metodologia della didattica alla luce degli strumenti innovativi che abbiamo a disposizione nell'era della digitalizzazione, della società dell'innovazione, dell'uso costante continuo della Rete. Eppure, la didattica in presenza è, oggi, una necessità, quasi quanto il ricorso improvviso, a febbraio 2020, proprio alla DAD, che, grazie alla buona volontà degli operatori scolastici e degli studenti, ha risposto più al principio di salvare il salvabile, in un'ottica di riduzione del danno, che ad un'innovazione di tipo metodologico e didattico che stenta ad arrivare, e di questo, naturalmente, noi non siamo contenti. Purtuttavia, i danni sono stati considerevoli: abbiamo visto crescere a dismisura il dato della dispersione scolastica, implicita ed esplicita, abbiamo visto aumentare il numero dei NEET, i giovani che non studiano e non cercano occupazione. Molti studi e analisi di esperti dell'età evolutiva hanno quantificato il learning loss - la perdita di apprendimento - in uno o due anni di frequenza scolastica, per non parlare, poi, dei danni dal punto di vista emotivo, relazionale, sociale sui giovani, ma, soprattutto, sui bambini, privati dei tempi e degli spazi di socialità e di apprendimento.
Guardando, poi, ai due anni che sono passati dal punto di vista dell'università, questi hanno significato, per esempio, per gli studenti che si sono iscritti ai corsi di laurea magistrale, svolgere questa parte, assai rilevante, del loro percorso di studi fuori dalle aule, dai laboratori, dalle biblioteche, dai corridoi delle facoltà, luoghi che non significano solo partecipazione all'attività didattica propriamente detta, ma sviluppo e cura quotidiana dello scambio accademico, crescita, nel confronto con i docenti e tra i pari, apprendimento nell'utilizzo degli strumenti per lo studio e per la ricerca (quello che, nel linguaggio scientifico, si dice apprendimento informale e non formale); per gli studenti che si sono iscritti alla triennale non è andata diversamente. Insomma, una generazione di studenti e laureati che ha perso una porzione del proprio percorso educativo e di crescita.
Allora, oggi dobbiamo recuperare. Investire sulla formazione vuol dire investire sul domani, nella ripartenza dobbiamo prospettare e garantire un futuro migliore alle generazioni più giovani, sostenere e incentivare la loro progettualità, ma, prima ancora vuol dire permettere alle istituzioni educative e formative e al tessuto economico e produttivo del Paese di agire in sicurezza. Il must, il primo obiettivo è questo: in sicurezza.
È per queste ragioni, allora, che, come Forza Italia, ribadiamo il nostro convinto sostegno alla promozione dell'uso del vaccino e all'adozione dello strumento del green pass. I vaccini hanno dimostrato di essere il principale tra questi strumenti. Sono fiera di ricordare che è stata proprio Forza Italia a sollecitare il Governo ad adottare un robusto piano vaccinale, che non ha tardato a dare risultati molto positivi. Voglio, a tal proposito, esprimere grande soddisfazione e plauso alla regione Lombardia, per aver raggiunto, prima in Italia, l'immunità di comunità. Riconosciamo al presidente Fontana e alla vicepresidente Letizia Moratti, assessore alla sanità, il grande lavoro di questi mesi compiuto dalla regione Lombardia per sensibilizzare i cittadini lombardi, di tutte le età, a vaccinarsi. In particolare, esprimiamo soddisfazione proprio per lo slancio con cui, soprattutto, i giovani dai 12 ai 19 anni hanno aderito alla campagna di vaccinazione anti-COVID in quella regione - Presidente, mi avvio alla conclusione -, consentendo una maggiore serenità alle istituzioni scolastiche nel momento della ripresa delle lezioni in presenza, come ha ricordato ieri, nella giornata di inaugurazione dell'anno scolastico, anche il nostro Presidente Mattarella. Ed è tanto più importante e significativo per l'intero Paese che questo obiettivo sia stato raggiunto dalla regione Lombardia, proprio quella regione dove tutto drammaticamente cominciò nel marzo 2020.
Non abbiamo alternative, colleghi, rispetto alla necessità di introdurre l'obbligo di green pass, sono in gioco la salute, la sicurezza pubblica ed è necessario che l'intervento avvenga prima di tutto e, soprattutto, in quei contesti in cui massima può essere la diffusione del virus, come, appunto, le scuole e le università.
Per queste ragioni, Presidente Mandelli, Forza Italia voterà la fiducia, convintamente, al Governo Draghi su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.
ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente Mandelli. Sottosegretario Costa, care colleghe e cari colleghi, inizio subito dichiarando che il Partito Democratico voterà senza riserve la fiducia a questo decreto, e ciò per molte ragioni, che voglio rappresentare qui, in quest'Aula. Innanzitutto perché i nostri Ministri al Governo, il nostro partito, il nostro segretario Letta, noi parlamentari abbiamo condiviso, sostenuto, dentro e fuori quest'Aula, la scelta di ampliare l'utilizzo della certificazione verde. È stata adottata nell'Unione europea, stiamo parlando di una cosa che è avvenuta il 1° di luglio e, a distanza di due mesi, è diventata una misura indispensabile, che è adottata in modi diversi, in più di 20 Stati. Contrastare il diffondersi dell'epidemia e, soprattutto, quello delle varianti, a partire dalla variante Delta, è diventata un'esigenza imprescindibile, se vogliamo riprendere la normalità delle relazioni sociali, economiche e, soprattutto, se vogliamo dare alla ripresa la capacità di avere una tenuta duratura e stabile e, soprattutto, se vogliamo rispondere alle esigenze di salute di tutti i cittadini e anche alle attività che hanno più sofferto a causa delle chiusure di serrande, imprese, attività culturali e ricettive, commerciali.
Voteremo la fiducia anche perché, dopo aver messo in sicurezza, soprattutto, gli ambiti più esposti e a rischio, come gli ospedali, i luoghi della cura, con l'obbligo vaccinale dei professionisti - che, voglio ricordare qui, ha superato anche i rischi di incostituzionalità avanzati dai ricorrenti -, abbiamo da onorare il più grande debito morale: è verso gli alunni, gli studenti, gli universitari, il nostro futuro più prossimo, a cui non è stato concesso di godere della vita tra pari, in presenza. Dalla relazione con i coetanei, con gli insegnanti, con gli amici, con i loro educatori, con i formatori, da lì, soprattutto dalla possibilità di vivere, ha ancora maggiore successo la possibilità dell'apprendimento, la possibilità dello studio. Noi li abbiamo costretti, per forza e per ragione, a due anni di vita virtuale con la DAD, che ha delle virtù, ma ha anche le sue debolezze e i suoi limiti. Ha accresciuto, per esempio, purtroppo, le disuguaglianze: in alcuni casi, si è creata una frattura tra chi aveva le competenze, i mezzi e chi no, tra chi aveva una buona connessione a Internet e chi no e, soprattutto, chi aveva più difficoltà nell'apprendimento. Queste disuguaglianze, e i limiti, hanno generato un calo delle competenze, un disorientamento, ansia e molti disturbi, a volte, anche severi.
Lo dico qui, tramite lei, Presidente: io vorrei capire come si tiene insieme l'attenzione, posta anche da alcuni gruppi parlamentari in quest'Aula, alle conseguenze di due anni di DAD, soprattutto sui soggetti più fragili, la necessità di mettere in campo sforzi straordinari, risorse umane e finanziarie, e, nello stesso tempo, dichiarare qui, come è avvenuto ieri in quest'Aula, che con questo decreto noi stiamo vietando l'ingresso nelle scuole.
La lezione più straordinaria sulla strumentalità e sull'incoerenza di queste affermazioni ce l'hanno data - e ve l'hanno data - i giovani. Ve l'hanno data loro, che hanno dimostrato, con il loro senso di responsabilità, con la loro intrinseca consapevolezza, che c'è anche un principio di solidarietà. Ecco, loro hanno capito che andare nei centri vaccinali prima e dopo le vacanze - per quella libertà che è stata definita dagli anti green pass come una libertà rubata - consente, invece, di avere il diritto allo studio, la socialità e la relazione. E guardate che la relazione tra le persone è il fondamento essenziale di ogni comunità.
La responsabilità di garantire il successo della didattica in presenza non è esente da inciampi e non è neanche a rischio zero, ma non può prescindere dalla responsabilità da parte di chiunque frequenti anche saltuariamente e attraversi tutti gli ambiti educativi. È proprio la ripresa della prossimità delle relazioni e la vicinanza fisica, ancor di più dei luoghi chiusi, ad imporre le regole strette ed il loro rispetto.
Noi abbiamo una guida autorevole, una guida amata, che vogliamo ringraziare ancora qui, in quest'Aula, che è il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: si è speso con tutta la sua energia, con tutto il suo vigore, con tutta la sua fermezza, per ricordare un dovere civico e morale, affermando che invocare la libertà per sottrarsi alla vaccinazione equivale a richiedere la licenza di mettere a rischio la salute altrui e, in qualche caso, anche di mettere a rischio la vita altrui. Si pretende di non vaccinarsi, con l'eccezione di chi non può farlo per motivi di salute, e di svolgere una vita normale, frequentando luoghi di lavoro e di svago: ciò costringe tutti a limitare la propria libertà, a rinunciare alla propria possibilità di recuperare in pieno luoghi e modi di vita.
Ma c'è un'altra cosa che forse varrebbe la pena ricordare: 15 giorni fa l'Eurobarometro dell'Unione europea ha evidenziato come ci sia un sostegno rispetto alle politiche di vaccinazione messe in campo dagli Stati membri. Gli italiani hanno addirittura un successo e un apprezzamento maggiore e, in più, il 76 per cento considera la vaccinazione un dovere civico; 40 milioni di italiani sono vaccinati, più del 70 per cento. Io credo che non ci sia segno più tangibile della sintonia con la linea perseguita dal Governo, dal Presidente Draghi e da questo Parlamento, e credo che questo sia un chiaro messaggio a chi, tra retromarce, contrarietà, allineamenti, arranca e sbanda.
Noi del Partito Democratico sentiamo anche sulle nostre spalle il dovere della responsabilità di motivare, informare, cercare di accompagnare quei 5 milioni che non sono vaccinati; 3 milioni di loro sono over cinquantenni, quelli più a rischio, che non vogliamo veder lottare, nelle terapie intensive, tra la vita e la morte.
Ma sentiamo, altrettanto, l'irreprensibile dovere di far fronte, di fare scudo a chi, con falsità e bugie, alimenta la contrarietà al green pass, di contrastare con fermezza le violenze e le minacce ai politici, ai colleghi deputati, ai virologi, ai giornalisti - a cui va tutta la nostra solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e vicinanza - accusati di stare dalla parte del regime o della dittatura vaccinale. Sentiamo il dovere di avversare l'uso sconsiderato delle parole, questa sì, un'arma che può essere letale sulle menti perfide o quelle capaci o incapaci di discernimento.
Voteremo la fiducia. Per il passaggio in Commissione ringrazio il relatore Novelli e ringrazio le colleghe della Commissione istruzione, che hanno migliorato ed integrato positivamente questo testo.
Abbiamo garantito il prolungamento delle tutele per i lavoratori fragili, che possono continuare ad utilizzare lo smart working e, per chi non ha questa opportunità, vi è la possibilità di vedere equiparata l'assenza dal lavoro al ricovero ospedaliero. È stato un impegno promesso e mantenuto: è anche grazie alla forza del Ministro Orlando e alla determinazione dei parlamentari del Partito Democratico se oggi abbiamo potuto garantire queste tutele. Rimane aperto per noi un problema molto severo, che è quello che riguarda i lavoratori quarantenati, per i quali vi è bisogno di un'ingente disponibilità di risorse finanziarie.
Abbiamo risolto, anche grazie alla disponibilità del sottosegretario, del Ministro della Salute, per esempio, la questione relativa ai vaccinati che si sono infettati e che sono guariti, e che dopo il quattordicesimo giorno avranno la possibilità di vedere riconosciuto il green pass.
Vedete, noi abbiamo anche un altro dovere morale: quello di fare in modo che tutti coloro che in questo momento sono ancora in difficoltà nell'accesso alle cure, agli screening, alle terapie, abbiano lo stesso diritto alla salute di tutti gli altri pazienti. Noi abbiamo ingigantito in modo davvero esorbitante le liste d'attesa: questo è l'altro grande dovere morale che abbiamo oggi. Le previsioni ci dicono che avremo una crescita del 5,9 per cento: dobbiamo centrare quell'obiettivo e recuperare i livelli pre-COVID che sono previsti nella prima metà del 2022; ma soprattutto dobbiamo fare in modo che le risorse del green pass vengano messe a terra.
Voglio dire solo una cosa, in conclusione. Non siamo arrivati qui per fatalità, siamo arrivati qui con impegno, errori, fatica, determinazione, risorse, capacità, organizzazione. La scienza, il lavoro dei ricercatori di tutti gli Stati che hanno collaborato per permetterci di avere i vaccini, e l'impresa, perché l'impresa farmaceutica è un'attività che va sostenuta e non da combattere: ecco, loro hanno offerto all'umanità la più efficace cura che noi abbiamo per salvare le vite umane. Non ci troverete mai dalla parte di chi pensa che il “tanto peggio, tanto meglio” sia il fine da perseguire. Non ci troverete mai dalla parte di chi pensa che non sia possibile sconfiggere disuguaglianze e avere un Paese più giusto, un Paese più solidale, un Paese più sostenibile. Ci troverete sempre dalla parte di chi ha fatto proposte e non di quelli che dicono “no green pass, no all'obbligo”, e l'unica capacità che hanno è quella di dire “no” a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldi. Ne ha facoltà.
ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, sottosegretario Costa, la ringrazio all'inizio del mio intervento perché ci ha seguito durante tutta la discussione in Commissione e ci ha aiutato anche a realizzare alcuni degli emendamenti che avevamo presentato, peraltro quasi tutti emendamenti condivisi.
Ci apprestiamo oggi ad approvare, con il voto di fiducia, il secondo decreto-legge dall'introduzione del certificato verde, nato per permettere la libera circolazione dei cittadini tra gli Stati europei, che è uno dei capisaldi della nostra Europa.
Dopo l'obbligo per i sanitari, con il decreto-legge n. 105 del 2021, l'Italia ha deciso di condizionare la fruizione di moltissimi servizi al possesso della carta verde: servizi di ristorazione, spettacoli, eventi, competizioni sportive, musei e altri luoghi di cultura e mostre, piscine, palestre, sport di squadra, centri benessere anche all'interno di strutture ricettive al chiuso, sagre, fiere, convegni, congressi, centri termali, parchi tematici culturali, sociali e ricreativi, sale da gioco, concorsi pubblici, la scuola, i trasporti; la settimana scorsa si sono aggiunti i luoghi di lavoro pubblici e privati.
In una parola, volendo riassumere in modo un po' brutale, la vita degli italiani dipende dal possesso di un QR code, non dall'avere fatto un vaccino: più avanti capirete perché faccio questa distinzione.
Quando abbiamo deciso di partecipare a questo Governo, sapevamo che non sarebbe stato facile, data la sua variegata e irripetibile composizione, ma sicuramente non era possibile fare una scelta diversa. A gennaio erano arrivati i vaccini: per chi crede nella scienza e nei vaccini, come me, la speranza di una possibile soluzione della pandemia. Ma la campagna vaccinale non partiva, si parlava di padiglioni a margherita, ventilatori non funzionanti, siringhe sbagliate, mascherine al profumo di idrocarburi, ritirate proprio in questi giorni, difficoltà nella distribuzione, incapacità di reclutamento del personale per vaccinare. Erano arrivati anche gli anticorpi monoclonali. In questi giorni si sta parlando addirittura di anticorpi monoclonali di seconda generazione, inspiegabilmente almeno inizialmente osteggiati.
Uno degli impegni di questa inedita alleanza era ed è proprio la campagna vaccinale per cercare di superare la pandemia e le sue conseguenze, cioè la perdita del posto di lavoro, la chiusura delle attività, il crollo del PIL, una crisi socio-sanitaria senza precedenti.
Inoltre, c'era la necessità di presentare un PNRR credibile. E la campagna vaccinale è partita. Gli italiani hanno risposto bene. Le istituzioni territoriali, regioni, sindaci hanno messo il massimo impegno. Quando ho capito che il green pass diventava una spinta pressante alla vaccinazione - non uso il termine “obbligo surrettizio”, perché so che qualcuno si potrebbe irritare -, da vaccinista convinta ho avuto, lo ammetto, qualche perplessità; tuttavia, devo dire che il green pass, in questo senso, ha funzionato, imprimendo una forte accelerazione alla campagna vaccinale. Lo dicono i dati dell'Istituto superiore di sanità che non sto ad elencare: le scuole sono aperte, sono diminuiti i ricoveri in intensiva, sono diminuiti i ricoveri in ordinaria, abbiamo superato il plateau. Il green pass serve, si dice, a non chiudere più; bene, sottosegretario, a noi non basta. La sua efficacia non sarà completa, se non serve anche per riaprire: intendo i musei, i teatri le palestre, le piscine, le discoteche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Abbiamo espresso preoccupazione per l'allargamento ai luoghi di lavoro e cerco di spiegarmi. Più si allargano i divieti, più si aumentano le regole, più uno Stato serio deve preoccuparsi che i suoi cittadini, che di buon grado vi si sottopongono, non debbano impazzire per avere questo benedetto green pass. Un conto è non poter andare al ristorante, un altro è non poter andare a lavorare. Le nostre mail sono piene di richieste di aiuto di cittadini che, per errori burocratici, disguidi, norme contraddittorie si ritrovano bloccati in un limbo! Questo è un problema e il Governo lo deve risolvere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!
Durante l'esame in Commissione, abbiamo cercato di risolvere alcuni problemi con emendamenti, anche condivisi da tutta la maggioranza, e qualche risultato lo abbiamo ottenuto; ad esempio, l'allungamento della validità dei tamponi a 72 ore, la proroga al 31 dicembre delle tutele previste dalla normativa emergenziale per i fragili. Insisteremo, per i motivi che le ho prima illustrato, sulla gratuità dei tamponi, almeno per alcune categorie: i minorenni, i disabili, coloro che sono impossibilitati a eseguire la vaccinazione a causa di patologie certificate. Insisteremo anche sulla validità del green pass a 12 mesi per i guariti, perché c'è una palese contraddizione, un buco normativo tra la “circolare Rezza” della fine di luglio e quello che sta succedendo adesso. Poi, ancora, insisteremo anche sull'indennizzo per i danneggiati da vaccino. Certo, se siamo dovuti arrivare a questo green pass super forzato è anche - ce lo dobbiamo dire - per un fallimento della comunicazione sull'argomento, un fallimento istituzionale, un fallimento scientifico e un fallimento mediatico: troppe notizie discordanti, troppe voci, poca trasparenza nell'informazione. Occorre spiegare meglio che chi si vaccina lo fa perché vuole bene a se stesso prima di tutto, poi ai suoi cari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e poi, alla fine, vuole bene anche al resto del mondo. L'ha detto ieri il professor Locatelli e lo condivido molto: chi si vaccina si vuole bene. Questo forse doveva essere il primo messaggio da mandare.
Poi bisogna dare una prospettiva per il futuro: se davvero crediamo che esista un'immunità di gruppo - non mi piace la parola “gregge” - quando ci arriviamo? Bisogna anche essere chiari su questo punto, perché potrebbe essere un ottimo incentivo alla vaccinazione. Vogliamo che non si parli più solo di COVID, ma che si possa tornare a parlare di prevenzione e cura per le moltissime patologie e le migliaia di malati che sono stati dimenticati durante la pandemia. Rinnoviamo la fiducia al Presidente Draghi e al suo Governo, ma ricordiamo la promessa di non aumentare in nessun modo le tasse - e sì, mi spiace, io non parlo solo di sanità, perché non è solo un problema sanitario -, di aprire i cantieri, di tenere sotto controllo i costi dell'energia. Ciò perché si vada non verso una penalizzazione delle famiglie, ma verso una deindustrializzazione del Paese.
Noi facciamo proposte per la crescita del Paese: proposte concrete che prevedono investimenti, ad esempio, investimenti diversi dal reddito di cittadinanza. Non vogliamo aumenti di tasse, non esiste alcuna riforma del catasto a parità di tassazione. Non vogliamo che, in una notte, si ritardi di cinque anni la pensione per chi ne ha diritto. Vorremmo che si parlasse di questo, non di ius soli, di “legge Zan”, di riforme ideologiche. Nelle prossime elezioni, chi le vuole, si presenti con questo programma; se vince, le realizzerà.
Rinnoviamo, quindi, la fiducia al Governo Draghi, ma pensiamo che sia comunque giusto porre problemi quando questi problemi esistono, con l'obiettivo naturalmente di trovare soluzioni condivise e ricadute positive per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Antonio Federico. Ne ha facoltà.
ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie Presidente, colleghi, il provvedimento all'attenzione dell'Aula in queste ore è la legge di conversione del decreto-legge n. 111 del 6 agosto 2021 recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti. Con un emendamento, in sede di trattazione in Commissione affari sociali, è stato anche aggiunto il contenuto del decreto-legge n. 122, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza da COVID-19 in ambito scolastico, della formazione superiore e socio sanitario-assistenziale, estendendo l'obbligo vaccinale ai lavoratori impiegati in tale ultimo ambito. Si tratta, in pratica, dei cosiddetti decreti green pass 2 e 3.
Proprio per l'importanza e la delicatezza dei temi affrontati, posso dire, anche da testimone, che la fase di dibattimento in Commissione è stata positiva ed esaustiva, come conferma il fatto che sono state accolte molte proposte modificative sia di maggioranza sia, in alcuni casi, di opposizione.
Tutti hanno avuto modo di rappresentare le proprie posizioni nel corso dell'analisi dei numerosi emendamenti che, talvolta, hanno animato il dibattito sui vari temi proposti. Un approccio sicuramente adeguato all'importanza di questo genere di provvedimenti che incide notevolmente sulla quotidianità dei cittadini, tenendo ben presente la necessità di continuare a contrastare la pandemia dalla quale - è bene sottolinearlo - ancora oggi non possiamo dire di essere usciti.
A tal proposito, giova ribadire che tutte le iniziative - che prima il Governo e poi il Parlamento stanno realizzando per regolamentare il green pass - hanno più obiettivi: rendere maggiormente sicuri i luoghi di aggregazione più comuni, contenere la pandemia, stimolare l'adesione alla vaccinazione, mettere le attività produttive e commerciali, le scuole, le università e i centri di formazione in condizione di restare aperti.
Ad oggi, infatti il green pass è l'unica vera alternativa alle chiusure indiscriminate, ai lockdown, alle strade deserte che abbiamo già visto nei mesi scorsi e che non vogliamo più vedere. Questo dobbiamo dircelo con franchezza. La stessa franchezza che dobbiamo ai cittadini provati da restrizioni e sacrifici e che, fino ad oggi, sono stati rispettosi delle regole comuni, proprio perché ne hanno capito il senso. Questi cittadini sono la stragrande maggioranza, ma questa stessa franchezza e la ferma convinzione delle nostre azioni le dobbiamo anche a quella parte minoritaria che serba ancora dubbi e che si pone e ci pone domande alle quali noi, come istituzione, dobbiamo saper rispondere con messaggi rassicuranti e quanto più coerenti possibili. Non può esserci spazio per l'ambiguità. È, infatti, il tempo della responsabilità. In questo senso, ritengo che le dichiarazioni di chi, anche da questi banchi, stuzzica l'umore di certe manifestazioni che, con troppa leggerezza, parlano di dittatura e di regimi, debbano essere ricondotte nei confini di un dibattito più serio.
L'esempio delle istituzioni, se vogliamo, è, in questo caso, ancor più importante ed è importante che quanto previsto per i cittadini lo sia anche per chi, all'interno delle istituzioni, è chiamato a tutelarne e a sostenerne gli interessi.
Come ha già detto il Presidente Fico, è sempre stato così per la Camera dei deputati e così continuerà ad essere anche con i prossimi provvedimenti che saranno presi nel pieno dell'autonomia di questa istituzione.
E, allora, vediamo alcuni di questi provvedimenti. Una delle misure più importanti e meritevoli tra quelle previste da questa norma riguarda le attività dei servizi educativi per l'infanzia e della scuola dell'infanzia e delle primarie e secondarie, di primo e secondo grado, che devono svolgersi in presenza. In questo modo, torniamo alla scuola come luogo di aggregazione, di confronto, di condivisione, di conoscenza, di crescita e di socialità, un luogo in cui i nostri ragazzi e le nostre ragazze possano vivere in sicurezza e in serenità una fase determinante per la propria vita. Ma, come per ogni altra attività che prevede contatti tra le persone, c'è bisogno di una regolamentazione che metta al centro parametri di proporzionalità e appropriatezza, affinché tutti, o quantomeno la stragrande maggioranza degli studenti, del corpo docente e del personale possano accettarla e rispettarla. Ma la scuola ha bisogno anche di interventi strutturali importanti, attesi da decenni, ha bisogno delle risorse che, in linea con quanto già fatto durante il precedente Governo, si stanno stanziando in favore dei comuni e delle province, sia per l'affitto di nuovi spazi, sia per le ristrutturazioni. Tuttavia, vanno messi a sistema altri fondi importanti, ad esempio, quelli con cui migliorare appunto tutta l'edilizia scolastica, affinché questo difficile momento possa trasformarsi in vera opportunità di rilancio, anche per questo settore, con i fatti, e non a parole. Altro passaggio importante, inserito con un emendamento governativo in sede referente, è la misura che estende la disciplina sull'obbligo di vaccinazione contro il COVID-19 a tutti i lavoratori, anche esterni, operanti, a qualsiasi titolo, in strutture di ospitalità e di lungodegenza (residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, strutture socioassistenziali e - come appunto aggiunto in sede referente - strutture semiresidenziali o che, a qualsiasi titolo, ospitino persone in situazioni di fragilità). L'estensione decorre dal 10 ottobre 2021, con applicazione fino al 31 dicembre, ed è tarata poi in base alle esperienze del passato, perché non possiamo dimenticare i focolai registrati all'interno di queste strutture durante il primo lockdown; non dimentichiamo i nostri anziani e tutte le persone fragili esposte ai contagi, insieme ai tanti lavoratori del settore. Questi ricordi ci hanno condotto a questa ulteriore misura di buonsenso e di attenzione nei confronti di quelle categorie che hanno pagato al COVID un conto salatissimo, in termini di vite umane.
Questa iniziativa, inoltre, permette anche di prevenire o ridurre la crescita della pressione sui reparti di terapia intensiva, in modo da garantire cure adeguate e appropriate per tutte le altre patologie che, di fronte alla pandemia, non sono certo scomparse, anzi. Questo è un esempio, l'ennesimo esempio, di quanto, in questo momento, serva ragionare e decidere non in base alla peculiarità dell'io, ma abbracciando la logica inclusiva del noi. Proprio seguendo questo orizzonte, annuncio che, con convinzione, lealtà e serietà, il MoVimento 5 Stelle voterà a favore della fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI (M-NCI-USEI-R-AC). Onorevole Presidente e onorevoli colleghi, ho creduto di essere in Europa per tanti anni, invece sono nella provincia italiana, che ha deciso di mostrare la sua forza limitativa dei diritti elementari. In Spagna, in Danimarca, in Inghilterra, in Belgio non c'è l'obbligatorietà del green pass e neppure della mascherina, ma, dal momento che noi siamo così rigorosi, credo che sia opportuno introdurre anche l'obbligo della mascherina e del green pass per le attività erotiche di due persone che sono in famiglia, nel loro letto. Credo che sia l'unica soluzione per dare il senso di cosa è l'Italia, pronta a salvare tutti, anche contro limiti semplici, che la nostra vita, con le capacità individuali, dà per la salute, come è sempre stato. La salute è un problema personale; lo Stato che interviene sulla nostra salute lo fa, saggiamente in taluni casi, ma non oltre la logica, come quando impone il green pass in un'arena all'aperto, in un cinema all'aperto, dove chiunque può, stando in un bar, vedere il film o sentire lo spettacolo mentre altre persone - le ho viste l'altro giorno alla Casa del cinema - arrivavano tristi, con il loro seggiolino, per mettersi a fianco delle sbarre che limitano l'accesso alle persone senza green pass. Questa mi pare una misura che mi indurrà a votare contro, nonostante la simpatia che ho per Draghi, che pensa evidentemente a una grande economia che avanza, ma meno alle libertà individuali e al piacere che ognuno abbia di vivere con la propria donna, libero, nel proprio letto. Mascherine anche a letto.
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Poiché la votazione per appello nominale avrà luogo a partire dalle ore 16,10, sospendo l'esame del provvedimento fino a tale ora.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Prima di sospendere la seduta, ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, la deputata Augusta Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo intervento, chiedo al Ministro Lamorgese di venire in Aula a riferire circa la gestione dei comizi elettorali dedicati all'opposizione, all'unica opposizione in Italia, in questo momento, in particolare a Fratelli d'Italia e alla sua leader Giorgia Meloni, in particolare, da ultimo, per quanto riguarda le proposte di restrizione applicate nella città di Torino, in vista del prossimo comizio del 23 settembre. Orbene, succede che Fratelli d'Italia, per garantire il distanziamento, propone di mettere le sedute, anziché far stare i cittadini che vogliono confluire al comizio in piedi, e questo per agevolare le regole relative al COVID, per agevolare il distanziamento, perché garantire le persone sedute assicura una distanza tra le persone molto più certa rispetto al comizio, in cui gli spettatori stanno in piedi. È assurdo che, a seguito di questa richiesta, volta alla buona volontà di Fratelli d'Italia di garantire le norme sul distanziamento COVID, si impongano regole e restrizioni che, altrimenti, se la gente stesse in piedi, non ci sarebbero. Allora, noi vogliamo capire, con tutto il nostro garbo, se questo è un eccesso di zelo di qualche funzionario, considerato che non troviamo la norma in base alla quale queste restrizioni dovrebbero essere applicate, o se, al contrario, è un'indicazione specifica del Ministero dell'Interno. Semplicemente questo, perché non può sfuggire che un'ulteriore applicazione di regole restrittive rischia di compromettere il diritto degli elettori a confluire ai comizi elettorali e, in particolare, a quello del leader che, in questo periodo, guarda caso, sta raccogliendo le firme per chiedere le dimissioni del Ministro dell'Interno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Allora, come anticipato, la seduta è sospesa e riprenderà alle ore 16,10.
La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16,10.
Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 3264-A.
(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 3264-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà, quindi, inizio dal deputato Riccardo Ricciardi.
Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e, quindi, lasceranno l'Aula dall'ingresso del lato destro.
Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Se sgombriamo l'emiciclo, favoriamo l'afflusso dei colleghi…
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 17,13)
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI (ore 17,14)
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti:…………………. 462
Votanti:………………….. 461
Astenuti:……………………. 1
Maggioranza:…………….. 231
Hanno risposto sì:………... 413
Hanno risposto no:………… 48
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
Hanno risposto sì:
Acunzo Nicola
Aiello Davide
Aiello Piera
Alaimo Roberta
Alemanno Maria Soave
Andreuzza Giorgia
Angiola Nunzio
Annibali Lucia
Anzaldi Michele
Aprea Valentina
Aresta Giovanni Luca
Ascani Anna
Ascari Stefania
Azzolina Lucia
Badole Mirco
Bagnasco Roberto
Baldelli Simone
Baldini Maria Teresa
Baldino Vittoria
Baratto Raffaele
Barelli Paolo
Baroni Annalisa
Bartolozzi Giusi
Barzotti Valentina
Battelli Sergio
Battilocchio Alessandro
Bazoli Alfredo
Bella Marco
Belotti Daniele
Benamati Gianluca
Benvenuto Alessandro Manuel
Berardini Fabio
Bergamini Deborah
Berlinghieri Marina
Bersani Pier Luigi
Biancofiore Michaela
Billi Simone
Bilotti Anna
Binelli Diego
Bisa Ingrid
Boccia Francesco
Boldi Rossana
Boldrini Laura
Bologna Fabiola
Bonafede Alfonso
Bond Dario
Boniardi Fabio Massimo
Bonomo Francesca
Bordo Michele
Bordonali Simona
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Brescia Giuseppe
Brunetta Renato
Bruno Raffaele
Bruno Bossio Vincenza
Bubisutti Aurelia
Buffagni Stefano
Buompane Giuseppe
Buratti Umberto
Businarolo Francesca
Cadeddu Luciano
Caffaratto Gualtiero
Campana Micaela
Cantalamessa Gianluca
Cantini Laura
Cantone Carla
Cantone Luciano
Capitanio Massimiliano
Cappellacci Ugo
Cappellani Santi
Carabetta Luca
Carbonaro Alessandra
Cardinale Daniela
Carè Nicola
Carelli Emilio
Carnevali Elena
Carrara Maurizio
Casa Vittoria
Casciello Luigi
Casino Michele
Caso Andrea
Cassese Gianpaolo
Cassinelli Roberto
Castiello Giuseppina
Cataldi Roberto
Cattaneo Alessandro
Cattoi Maurizio
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Ceccanti Stefano
Cenni Susanna
Centemero Giulio
Chiazzese Giuseppe
Ciagà Graziella Leyla
Ciampi Lucia
Cillis Luciano
Cimino Rosalba
Ciprini Tiziana
Colaninno Matteo
Colla Jari
Colmellere Angela
Corneli Valentina
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Covolo Silvia
Crippa Davide
Currò Giovanni
Daga Federica
Dal Moro Gian Pietro
D'Alessandro Camillo
Dall'Osso Matteo
D'Attis Mauro
De Carlo Sabrina
De Filippo Vito
De Girolamo Carlo Ugo
De Lorenzo Rina
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Menech Roger
De Micheli Paola
Deiana Paola
Del Barba Mauro
Del Basso De Caro Umberto
Del Grosso Daniele
Del Sesto Margherita
Delrio Graziano
D'Eramo Luigi
Di Giorgi Rosa Maria
Di Lauro Carmen
Di Muro Flavio
Di Sarno Gianfranco
Di Stasio Iolanda
D'Incà Federico
Donina Giuseppe Cesare
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
D'Uva Francesco
Emiliozzi Mirella
Ermellino Alessandra
Fantinati Mattia
Fantuz Marica
Faro Marialuisa
Fassina Stefano
Fassino Piero
Federico Antonio
Ferraioli Marzia
Ferraresi Vittorio
Ferrari Roberto Paolo
Ferri Cosimo Maria
Fiano Emanuele
Ficara Paolo
Fiorini Benedetta
Fitzgerald Nissoli Fucsia
Flati Francesca
Fontana Gregorio
Formentini Paolo
Fornaro Federico
Foscolo Sara
Fraccaro Riccardo
Fragomeli Gian Mario
Frailis Andrea
Franceschini Dario
Frassini Rebecca
Frate Flora
Fregolent Silvia
Fusacchia Alessandro
Gadda Maria Chiara
Gagliardi Manuela
Gagnarli Chiara
Galizia Francesca
Gallo Luigi
Gariglio Davide
Gastaldi Flavio
Gebhard Renate
Gelmini Mariastella
Germanà Antonino
Giaccone Andrea
Giachetti Roberto
Giacometti Antonietta
Giacometto Carlo
Giacomoni Sestino
Giarrizzo Andrea
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Conny
Giorgis Andrea
Giuliano Carla
Grande Marta
Gribaudo Chiara
Grillo Giulia
Grimaldi Nicola
Grimoldi Paolo
Grippa Carmela
Gubitosa Michele
Guerini Lorenzo
Gusmeroli Alberto Luigi
Ianaro Angela
Iezzi Igor Giancarlo
Incerti Antonella
Invernizzi Cristian
Invidia Niccolò
Iorio Marianna
Iovino Luigi
La Marca Francesca
L'Abbate Giuseppe
Labriola Vincenza
Lapia Mara
Lattanzio Paolo
Lazzarini Arianna
Legnaioli Donatella
Lepri Stefano
Librandi Gianfranco
Licatini Caterina
Liuni Marzio
Liuzzi Mirella
Lorefice Marialucia
Lorenzin Beatrice
Lorenzoni Gabriele
Losacco Alberto
Loss Martina
Lotti Luca
Lovecchio Giorgio
Lucchini Elena
Lupi Maurizio
Madia Maria Anna
Maggioni Marco
Magi Riccardo
Maglione Pasquale
Mammì Stefania
Manca Alberto
Manca Gavino
Mancini Claudio
Mandelli Andrea
Manzato Franco
Manzo Teresa
Maraia Generoso
Mariani Felice
Marin Marco
Marino Bernardo
Marrocco Patrizia
Martinciglio Vita
Martino Antonio
Masi Angela
Maturi Filippo
Mauri Matteo
Mazzetti Erica
Melilli Fabio
Miceli Carmelo
Micillo Salvatore
Migliore Gennaro
Migliorino Luca
Milanato Lorena
Minardo Antonino
Molinari Riccardo
Mor Mattia
Morani Alessia
Morassut Roberto
Moretto Sara
Morgoni Mario
Morrone Jacopo
Moschioni Daniele
Mugnai Stefano
Mulè Giorgio
Mura Romina
Musella Graziano
Nappi Silvana
Nardi Martina
Navarra Pietro
Nevi Raffaele
Nitti Michele
Nobili Luciano
Novelli Roberto
Occhionero Giuseppina
Olgiati Riccardo
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Pagani Alberto
Pagano Ubaldo
Paita Raffaella
Palazzotto Erasmo
Palmieri Antonio
Palmisano Valentina
Panizzut Massimiliano
Paolin Giuseppe
Paolini Luca Rodolfo
Papiro Antonella
Parolo Ugo
Pastorino Luca
Patassini Tullio
Patelli Cristina
Paxia Maria Laura
Pedrazzini Claudio
Pella Roberto
Pellicani Nicola
Penna Leonardo Salvatore
Pentangelo Antonio
Perantoni Mario
Perconti Filippo Giuseppe
Perego Di Cremnago Matteo
Pettarin Guido Germano
Pettazzi Lino
Piastra Carlo
Piccoli Nardelli Flavia
Piccolo Tiziana
Pini Giuditta
Pittalis Pietro
Pizzetti Luciano
Plangger Albrecht
Pollastrini Barbara
Polverini Renata
Porchietto Claudia
Potenti Manfredi
Prestigiacomo Stefania
Prestipino Patrizia
Pretto Erik Umberto
Provenza Nicola
Quartapelle Procopio Lia
Racchella Germano
Raciti Fausto
Raffa Angela
Ravetto Laura
Ricciardi Riccardo
Ripani Elisabetta
Rixi Edoardo
Rizzo Gianluca
Rizzo Nervo Luca
Rizzone Marco
Romano Andrea
Rosato Ettore
Rospi Gianluca
Rossello Cristina
Rossi Andrea
Rossini Emanuela
Rossini Roberto
Rosso Roberto
Rotondi Gianfranco
Rotta Alessia
Ruffino Daniela
Ruggiero Francesca Anna
Ruocco Carla
Saccani Jotti Gloria
Saitta Eugenio
Salafia Angela
Sangregorio Eugenio
Sani Luca
Sarro Carlo
Sarti Giulia
Savino Elvira
Savino Sandra
Scagliusi Emanuele
Scalfarotto Ivan
Scanu Lucia
Scerra Filippo
Schirò Angela
Schullian Manfred
Segneri Enrica
Sensi Filippo
Serracchiani Debora
Serritella Davide
Siani Paolo
Sibilia Cosimo
Silli Giorgio
Silvestri Francesco
Snider Silvana
Soverini Serse
Spadafora Vincenzo
Spadoni Maria Edera
Sportiello Gilda
Squeri Luca
Stumpo Nicola
Sut Luca
Sutto Mauro
Tabacci Bruno
Tarantino Leonardo
Timbro Maria Flavia
Toccalini Luca
Tofalo Angelo
Topo Raffaele
Torto Daniela
Traversi Roberto
Tripiedi Davide
Tripodi Elisa
Tripodi Maria
Trizzino Giorgio
Troiano Francesca
Turri Roberto
Tuzi Manuel
Ungaro Massimo
Vacca Gianluca
Valbusa Vania
Valentini Valentino
Vallotto Sergio
Varrica Adriano
Vazio Franco
Verini Walter
Vietina Simona
Villani Virginia
Viscomi Antonio
Vitiello Catello
Vito Elio
Viviani Lorenzo
Vizzini Gloria
Volpi Raffaele
Zan Alessandro
Zanella Federica
Zanettin Pierantonio
Zangrillo Paolo
Zanichelli Davide
Zennaro Antonio
Zicchieri Francesco
Ziello Edoardo
Zolezzi Alberto
Hanno risposto no:
Albano Lucia
Bellucci Maria Teresa
Benedetti Silvia
Bucalo Carmela
Butti Alessio
Cabras Pino
Caiata Salvatore
Caretta Maria Cristina
Ciaburro Monica
Cirielli Edmondo
Corda Emanuela
Costanzo Jessica
Cunial Sara
De Toma Massimiliano
Deidda Salvatore
Donzelli Giovanni
Forciniti Francesco
Frassinetti Paola
Galantino Davide
Gemmato Marcello
Giuliodori Paolo
Lollobrigida Francesco
Lucaselli Ylenja
Maniero Alvise
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Maschio Ciro
Mollicone Federico
Montaruli Augusta
Osnato Marco
Prisco Emanuele
Raduzzi Raphael
Rotelli Mauro
Russo Giovanni
Sapia Francesco
Sarli Doriana
Sgarbi Vittorio
Silvestri Rachele
Silvestroni Marco
Sodano Michele
Suriano Simona
Termini Guia
Tondo Renzo
Trancassini Paolo
Trano Raffaele
Vallascas Andrea
Varchi Maria Carolina
Volpi Leda
Zucconi Riccardo
Si sono astenuti:
Fioramonti Lorenzo
Sono in missione:
Amitrano Alessandro
Borghi Enrico
Cancelleri Azzurra Pia Maria
Carfagna Maria Rosaria
Carinelli Paola
Castelli Laura
Colletti Andrea
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Dadone Fabiana
D'Arrando Celeste
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Maio Luigi
Di Stefano Manlio
Dieni Federica
Fontana Ilaria
Frusone Luca
Gallinella Filippo
Garavaglia Massimo
Gava Vannia
Gerardi Francesca
Giorgetti Giancarlo
Marattin Luigi
Molteni Nicola
Morelli Alessandro
Nesci Dalila
Occhiuto Roberto
Rampelli Fabio
Ribolla Alberto
Sasso Rossano
Scoma Francesco
Scutellà Elisa
Sibilia Carlo
Sisto Francesco Paolo
Speranza Roberto
Tasso Antonio
Tateo Anna Rita
Testamento Rosa Alba
Vignaroli Stefano
Zoffili Eugenio
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3264-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
L'onorevole Di Muro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3264-A/73.
FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno segue un'interrogazione, che ho già depositato, al Ministro dell'Interno e al Ministro dei Trasporti, perché con questo provvedimento si obbliga, dal 1° settembre, a esibire il green pass sui treni a lunga percorrenza. Sostanzialmente, chiunque utilizzi un treno deve mostrare al controllore di avere il green pass, quindi di essere stato vaccinato, di essere guarito, di essere esente; insomma, deve mostrare il green pass. Non voglio entrare nel merito di questa disposizione di legge, che, in quanto legge, rispetteremo tutti, ma la mia domanda è: come facciamo a rispettare questa norma per i migranti che dalle regioni di sbarco attraversano tutta l'Italia verso i confini settentrionali con l'Austria e con la Francia? Presidente, io non vorrei che ci ritrovassimo in un paradosso, laddove ai ligi italiani saremo costretti a irrogare sanzioni, a farli scendere dal treno e a isolarli mentre i migranti, che arrivano irregolarmente sulle coste del Mediterraneo, possono attraversare tutto il Paese, per arrecare poi quelle situazioni di degrado, di inciviltà, di emergenza umanitaria e di insicurezza che si vivono nei comuni di confine con i Paesi europei. Ecco, delle due l'una: non facciamo discriminazioni ma non facciamo discriminazioni neanche verso gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere i pareri.
DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dobbiamo chiedere una sospensione, Presidente.
PRESIDENTE. Di quanto, sottosegretario?
DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un'ora.
PRESIDENTE. Va bene, un'ora. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Scusi Presidente, una sospensione di un'ora? A noi addirittura è arrivata la voce che fino a domani mattina i pareri non sarebbero stati pronti e, quindi, il mio intervento è un intervento sull'ordine dei lavori, in questo senso; anzi, sul disordine dei lavori più che sull'ordine dei lavori. Vorrei che lei segnalasse alla Presidenza, in qualche modo, che si sta veramente passando il segno. Sono le 17,30 e saremmo potuti andare avanti ancora per circa tre ore nell'affrontare una discussione che è già stata limitata in modo abbondante dal fatto che il Governo ha pensato bene di porre la quattordicesima fiducia, adducendo motivi di ostruzionismo, di ritardo nella conversione in legge. Bene! Se poi interrompiamo - in modo sciatto, direi - i lavori dell'Aula, perché non sono pronti i pareri su atti di indirizzo politico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e non su precisi emendamenti che coinvolgono direttamente le risorse dello Stato, come opposizione noi siamo basiti e allibiti.
Tra l'altro, questa fiducia viene posta su un provvedimento che riguarda milioni e milioni di italiani. Si sottrae questa discussione alla Camera per poi balbettare nel momento in cui si deve procedere all'esame degli ordini del giorno, sui quali i pareri del Governo sono un passaggio essenziale. Noi abbiamo già detto prima che questa fiducia serve più a dirimere le questioni interne alla maggioranza però, anche nel fare questo, si deve dimostrare un minimo di efficienza! Noi, come Fratelli d'Italia, siamo qua a lavorare, non abbiamo messo in atto atteggiamenti ostruzionistici e abbiamo presentato un numero anche limitato di ordini del giorno, rispetto alla consistenza del nostro gruppo. Siamo anche a lavorare a fronte di una sciatteria e di una presupponenza del Governo che poi porta altri rischi, perché, se noi ritardiamo in modo artefatto i lavori della Camera, rischiamo poi di non poter affrontare altre questioni che sono all'ordine del giorno, come la mozione sull'ex Alitalia e la mozione sulle bollette (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questi sono temi! Ci sono in ballo 5.000 disoccupati potenziali, ci sono rincari del 40 per cento delle bollette e noi stiamo qui a tergiversare sugli ordini del giorno! Ma vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Onorevole Zucconi, io sto a quello che dice il Governo. Quindi, a me il Governo ha chiesto un'ora e, per me, quello è il tempo necessario per il Governo per dare il parere, che è condizione necessaria per poter proseguire coi lavori della giornata.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano, sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Per il suo tramite, vorrei interloquire con il collega Zucconi, che giustamente rappresenta il punto di vista di Fratelli d'Italia, e anche, sempre per il suo tramite, con la sottosegretaria, la rappresentante del Governo, se il collega Mollicone ci permette… Sottosegretaria, pensavo fosse stato inteso tra i gruppi - e credo che l'onorevole Zucconi anche a questo facesse riferimento - che non sarebbe stato possibile avere per questa sera i pareri del Governo sugli ordini del giorno e che, quindi, questa sera non si sarebbe proceduto a votazioni. Mi riferisco anche a molti dialoghi intercorsi tra di noi, nel corso della giornata, per capire se e come fosse possibile affrontare gli ulteriori argomenti che ha citato il collega Zucconi, cioè il tema di Alitalia e il tema delle bollette; ci siamo visti e abbiamo detto: va bene, il Governo non è pronto, rinviamo a domani mattina la successiva fase. Al di là della richiesta, ovviamente legittima, del Governo di sospendere per un'ora, credo che sarebbe meglio, di comune accordo, chiarire che le votazioni sugli ordini del giorno saranno domattina, perché altrimenti noi abbiamo fatto veicolare un messaggio contraddittorio, ritenendo che il Governo non fosse in grado di esprimere, comunque, entro il termine della serata i pareri. Così ci era parso di intendere e, quindi, suggerisco, Presidente, che lei comunque annunci che le votazioni sugli ordini del giorno si svolgeranno domattina.
PRESIDENTE. Allora, per ripristinare i lavori in maniera ordinata, se il sottosegretario mi comunica con esattezza e comunica all'Aula quali sono gli intendimenti del Governo, noi, sentito quanto richiesto dal Governo, procederemo nel senso che verrà indicato.
DEBORAH BERGAMINI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Grazie, Presidente. Per noi è sicuramente preferibile andare a votazione domani mattina con gli ordini del giorno. Come sapete, gli ordini del giorno sono tanti - sono quasi 90 - e richiedono un lavoro che bisogna fare. Lo sforzo è sempre quello di venire incontro, naturalmente, anche alle giuste esigenze dell'opposizione però, certamente, per noi è preferibile poter riprendere la votazione di questi ordini del giorno in modo da dare dei pareri approfonditi, come sentiamo la responsabilità di fare.
PRESIDENTE. Quindi, sottosegretario, domani mattina pareri e, dopo i pareri, la votazione. Ho inteso così, quindi, questa è la richiesta del Governo. Perciò, domani mattina pareri e votazione.
Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.
RAFFAELE TRANO (MISTO-L'A.C'È). Presidente, noi siamo basiti di fronte a questa ulteriore proroga che si è presa il Governo, anche perché gli accordi erano diversi. Io capisco il collega Fiano, che prova a dare un'interpretazione da parte del Governo, e ringrazio anche la rappresentante del Governo di quanto ci ha detto sinora. Però, io credo che questo sia davvero imbarazzante, dopo la quattordicesima questione di fiducia che ha chiesto il Governo Draghi, che ha, di fatto, sospeso le prerogative parlamentari e i lavori di questo consesso.
Vorrei ricordare che la componente L'Alternativa c'è ha presentato una mozione sul rifugiato politico Assange e ne chiediamo l'immediata calendarizzazione, perché ci sono delle scadenze che devono essere assolutamente rispettate.
Adesso noi sospendiamo, andiamo a domani mattina e, quindi, domani mattina si allungheranno ulteriormente i tempi lavorativi, qui alla Camera dei deputati, e io credo che sia veramente uno spreco di tempo.
Infatti, a questo punto, avremmo potuto tranquillamente iniziare a discutere gli emendamenti, non ne avremmo presentati tanti. Avremmo presentati quegli emendamenti su cui si sarebbe aperta una dialettica, un confronto, magari saremmo anche riusciti a migliorare il testo; e invece ci avete imposto la fiducia, abbiamo perso un pomeriggio intero per apprendere che cosa? Che neanche si discuteranno gli ordini del giorno e andremo direttamente a domani mattina. Quindi, in sintesi, stiamo perdendo tempo, e non è giusto che gli italiani si meritino un Governo così, che faccia perdere tantissimo, tantissimo tempo a noi parlamentari, quando abbiamo mozioni molto importanti, che potremmo discutere adesso, e invece stiamo disimpegnando il Parlamento, a non fare niente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.
MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Sempre per mettere agli atti, per manifestare grande contrarietà, grande disappunto anche sulle modalità in cui lavora quest'Aula. Abbiamo messo la questione di fiducia su un “decreto green pass 2”, un decreto che aveva bisogno di un confronto parlamentare per eliminare tutte quelle distorsioni che ci sono all'interno e che causano già oggi tantissimi problemi ai cittadini italiani. Quindi, si contingentano i tempi, si costringe questo Parlamento a un'umiliazione pubblica, con la fiducia e poi ci venite a dire che non ci sono ancora i pareri sugli ordini del giorno. Ma qual è la credibilità di questo Governo? Avremmo potuto adoperare il tempo di questa giornata per discutere gli emendamenti, fare un dibattito che sicuramente avrebbe portato migliorie al provvedimento. Noi siamo qui, in rappresentanza di milioni di cittadini che in queste settimane ci hanno comunicato i disagi che stanno sperimentando attraverso questa introduzione, unica in Europa, del green pass obbligatorio, che, come Governo, avete l'intenzione addirittura di rafforzare, ma che sicuramente crea grandi discriminazioni all'interno della nostra popolazione.
Detto ciò, voi umiliate la democrazia, proponete l'ennesima questione di fiducia e non riuscite neanche a garantire i tempi dei lavori che avevate previsto. Questo Governo è veramente alla frutta. Molti cittadini ci contattano, ci chiamano e ci dicono: ma perché non andate a votare, non chiudete questo capitolo, così disastroso? Il pericolo e il problema sono che, in questo momento, e anche in qualsiasi prossima legislatura, ci sono e ci saranno non solo questi stessi partiti, ma anche gli stessi metodi antidemocratici. E con ciò concludo, dicendo che l'Italia sta passando una delle fasi più tragiche e più drammatiche di antidemocrazia che si sia mai conosciuta dal 1946 in poi (Applausi di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Esattamente un anno fa c'è stato il referendum sul cosiddetto taglio del numero dei parlamentari. Qualcuno, un anno fa, sosteneva che questo taglio fosse necessario e che a questo taglio sarebbero seguite norme correttive, riforme correttive, per evitare che si trasformasse in un danneggiamento della nostra democrazia rappresentativa, sia in termini di rappresentanza sia in termini di funzionalità. Qualcun altro, io tra questi, sosteneva che i rischi del taglio non sarebbero stati arginati da altri interventi e che forse sarebbe stato opportuno affrontare quel genere di riforma in maniera più complessiva, più organica, per evitare il rischio di doversi trovare a rincorrere le conseguenze di un atto scellerato, scriteriato come quello della riduzione dei parlamentari, senza contrappesi, a partire, per esempio, dalla compensazione del numero dei delegati regionali, senza una riflessione ampia sul superamento del bicameralismo paritario e tanto altro ancora.
Presidente, è passato un anno da quel referendum: zero correttivi, zero adeguamenti dei Regolamenti a quella riduzione, che pure probabilmente metterà almeno il Senato della Repubblica nelle condizioni di funzionare con grande difficoltà. Ci troviamo in una situazione in cui il dibattito sulle riforme è al di fuori delle materie che sembrano interessare di più i partiti, con un Governo di emergenza nazionale, sostenuto dal 90 per cento del Parlamento, che è stato insediato per portare il Paese fuori dalla crisi sanitaria ed economica. Ma il Parlamento stesso non sembra essersi preso la briga di affrontare il problema della riforma di se stesso: da un anno, continuiamo, pochissimi, a sostenere che si debba aprire una riflessione su questo tema. In questo anno l'unica riforma che è stata fatta, alla quale non mi sono volutamente accodato, è stata permettere ai diciottenni di poter votare per un Senato che molto probabilmente rischia di non funzionare. Un ulteriore aggravio della riduzione del numero degli eletti e dell'ampliamento della platea degli elettori, per compensazione. Complimenti. Allora, forse sarebbe stato più utile immaginare una unica Assemblea che almeno funzionasse, con dei correttivi, con la doppia lettura, con un articolo 138 rafforzato, con un Presidente di almeno 40 anni. Su questo si poteva almeno cominciare il dibattito: neanche questo è stato fatto. Credo che si debba, a questo punto, valutare con grande attenzione la possibilità di eleggere - lo dico a tutte le forze politiche -, insieme al prossimo Parlamento, un'Assemblea che metta le mani sulla seconda parte della Costituzione, cercando di immaginare riforme di buonsenso, che salvino la nostra democrazia rappresentativa, perché, così come vale per i referendum vale per tutto il resto, è sempre meglio gestirli, i processi di cambiamento, anziché inseguirli una volta che si sono verificati e che sono esplosi.
Allora, Presidente, continuo a ribadire che forse, un anno fa, qualcuno aveva ragione quando metteva anche questa Assemblea in una condizione di essere avvisata di quello che sarebbe successo. Eppure sappiamo come è andato quel referendum, anche se sappiamo, con la stessa certezza, che, così come la stragrande maggioranza di questa Assemblea in Aula ha votato a favore del taglio, poi la maggior parte dei componenti di questa Assemblea, nel segreto dell'urna, ha votato contro quel taglio. Allora credo, Presidente, che sia matura una riflessione e le domando di chiedere al Presidente Fico di convocare la Giunta del Regolamento per affrontare la questione almeno dell'adeguamento dei numeri assoluti, nel nostro Regolamento, alla riduzione del numero dei parlamentari, senza inseguire tante altre cose. C'è una proposta sottoscritta da 4 gruppi; ricordo che il Presidente Fico, dal 2019, ci diceva che era urgente fare almeno quell'adeguamento. Almeno quello facciamolo e prendiamoci un po' di responsabilità, chi in questo Parlamento ha a cuore il superamento dello status quo. Si vuole superare l'attuale immobilismo? Superiamo la norma transitoria e permettiamo, dalla prossima legislatura, chiunque sarà all'opposizione o in maggioranza, di poter contingentare proprio quelle che, per legge e per Costituzione, sono norme con tempi limitati di conversione, cioè i decreti. C'è scritto nella norma transitoria dal 1997; affrontiamo questo problema, probabilmente non serve neanche riscriverlo il Regolamento se si vuole affrontare questo tema, senza andare a inseguire riforme che sono state nel cassetto per anni. È molto più facile di come si creda, basta un po' di buona volontà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Sarno. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei porre l'attenzione di quest'Aula su un tema di particolare rilevanza. Nonostante le promesse ripetute, all'inizio di ogni anno scolastico ancora si registrano forti ritardi nei pagamenti degli stipendi dei supplenti brevi e del personale ATA.
Forse non tutti sanno, infatti, che i docenti a termine si trovano costretti ad aspettare la propria remunerazione, che viene liquidata a singhiozzo. Il disagio vissuto dai lavoratori coinvolti è ingiustificabile e mi auguro che questa situazione non si ripeta nel nuovo anno scolastico. Chi ha ricevuto un contratto da supplente per alcuni mesi ha lo stesso diritto a ricevere i pagamenti con la stessa puntualità, così come i docenti di ruolo e i docenti con contratto annuale. Per una questione di dignità e riconoscimento dell'operato quotidiano degli insegnanti e di tutti coloro che contribuiscono, col proprio impegno ed entusiasmo, a far funzionare quella meravigliosa realtà che è la scuola, sarebbe doveroso da parte della pubblica amministrazione rispettare i tempi di accredito dello stipendio di tutto il personale scolastico. Parliamo di una situazione difficile, Presidente, che ogni anno diventa sempre più complessa. Sebbene indispensabili per il regolare svolgimento dell'attività didattica, succede spesso che i precari della scuola vengono pagati solo quando si trovano i fondi. Nel frattempo, magari, trovandosi a centinaia di chilometri da casa, sono costretti ad anticipare tutta una serie di spese improrogabili.
Presidente, anche quest'anno i precari hanno dovuto affrontare l'intero periodo estivo - ferie incluse - senza ricevere alcun accredito degli stipendi imputabili ai mesi precedenti. Non giova al benessere di nessuno il fatto che diversi insegnanti e il personale ATA compreso non percepiscano ancora da mesi quanto gli è dovuto a titolo di giusto riconoscimento per lo svolgimento del proprio lavoro. L'attesa di queste sofferenze economiche è diventata insostenibile…
PRESIDENTE. Concluda.
GIANFRANCO DI SARNO (M5S). …originando una situazione di difficoltà che lede i più elementari diritti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.
LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo ricordare, per suo tramite, alla Ministra Cartabia che dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. Continua la situazione gravissima nel carcere di Pesaro “Villa Fastiggi”, dove, solo nell'ultimo anno, ci sono state aggressioni: 8 dicembre, 5 febbraio, 7 febbraio, 24 maggio, 14 giugno, 28 agosto, 2 settembre e 9 settembre. Quasi tutte queste aggressioni sono avvenute in danno di personale, che viene mandato a mani nude in bracci dove ci sono 20, 30, 50 detenuti che vengono lasciati liberi. Sono in assemblea permanente - in autoconsegna, anzi - davanti al carcere stesso da qualche giorno. Io chiedo alla Ministra Cartabia di venire con me 10 ore insieme a questi agenti a vedere cosa succede dentro un carcere. Poi, sono sicuro che lei, con la sua spiccata sensibilità giuridico-istituzionale, provvederà in qualche modo anche alla nomina del nuovo comandante, che è vacante da lungo tempo. Veramente, questi ragazzi della penitenziaria, crocifissi per altre vicende non commendevoli, nella stragrande maggioranza dei casi sono utilizzati come punching ball da detenuti spesso afflitti anche da problematiche psichiche, che, grazie alla orrenda riforma che ha tolto la sanità dai penitenziari, vengono parcheggiati - diciamo così - in luogo non idoneo e inadeguato, appunto, ad evitare che alla fine la gran parte delle vittime siano gli agenti di Polizia penitenziaria.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.
COSIMO MARIA FERRI (IV). Grazie, Presidente. Un appello ai Ministri Cingolani e Patuanelli, perché abbiamo la pesca sportiva delle trote bloccata. C'è un tema delle acque dolci e c'è l'immissione e il ripopolamento di due tipi di trote, le trote iridee e quelle fario. Oggi c'è un divieto, con il DPR n. 357 del 1997, a cui si rifà però un decreto ministeriale del 2 aprile 2020 che vieta il ripopolamento di questi tipi di trote, ritenendo le fario e le iridee specie di trote alloctone e non autoctone. Questo impone e blocca tutta un'attività di pesca sportiva, che vuol dire anche turismo, che vuol dire valorizzazione dei territori e che, quindi, blocca un'economia. Questo vuol dire anche mettere in difficoltà tanti allevatori. Quindi, invito i due Ministri a mettersi intorno a un tavolo e a rivedere questo decreto ministeriale.
Tra l'altro, queste due specie di trote sono state inserite in un allegato e, quindi, sono state comunicate con una PEC e così bloccate - quindi, penso anche al valore giuridico di una lettera - perché non sono contenute nei due provvedimenti che ho citato, ovvero il DPR e il decreto ministeriale, che bloccano - sì! - e parlano di un divieto di immissione di alcuni tipi di pesci nelle acque dolci e nelle acque, però non specificano quali.
Quindi, secondo me, occorre davvero un intervento dei Ministri, se non vogliono bloccare e far morire questa attività sportiva di pesca e bloccare un'economia sana e importante di tanti territori, posto che il tema della pesca sportiva in acqua dolce è un tema molto sentito. Questi due tipi di trote sono tipici di questi territori, dei fiumi e dei torrenti. Quindi, noi chiediamo davvero al Ministro Patuanelli di confrontarsi col Ministro Cingolani, perché è un decreto ministeriale che è del Ministero dell'Ambiente, che però incide sia sullo sport, sia su tutta una serie di competenze che sono del Ministero dell'Agricoltura. Quindi, penso che insieme i due Ministri debbano rivedere questo decreto ministeriale e debbano, in qualche modo, modificarlo oppure inserire e specificare che questi due tipi di trote non rientrano in questo divieto.
Inoltre, manca - e chiudo - il periodo transitorio. È stato introdotto un decreto ministeriale - è del 2020, però oggi mi rivolgo ai Ministri di questo Governo per porre rimedio a questo problema - senza una norma transitoria. Quindi, anche chi alleva e chi aveva investito in queste attività oggi è bloccato e non ha avuto nemmeno un termine per riconvertire la propria attività. Quindi, è grave che non ci sia stata nemmeno una norma transitoria. Questa può essere una soluzione, anche quella di prevedere un periodo per l'entrata in vigore e, nel frattempo, modificare questo divieto del ripopolamento e dell'immissione di questi due tipi di trote, perché contrasta con il buonsenso e con delle norme giuridiche. Quindi, è un atto politico, perché il DPR consente al decreto ministeriale di disciplinare in modo diverso, quindi si tratta solo di volontà politica. Per questo mi auguro che il Governo Draghi possa cambiare e togliere questa ingiustizia.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ferri. Le ho dato qualche secondo in più per la passione con cui ha illustrato questa situazione.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 22 settembre 2021 - Ore 9,30:
(ore 9,30 e ore 16)
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti. (C. 3264-A)
Relatore: NOVELLI.
(ore 15)
2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
(ore 21,30)
3. Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 6 agosto 2021, n. 111, recante misure urgenti per l'esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti. (C. 3264-A)
Relatore: NOVELLI.
4. Discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge:
S. 2308 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2020 (Approvato dal Senato). (C. 3258)
S. 2309 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2021 (Approvato dal Senato). (C. 3259)
Relatori: PETTARIN e LOVECCHIO.
5. Discussione sulle linee generali delle mozioni Davide Crippa n. 1-00510, Molinari ed altri n. 1-00511 e Lollobrigida ed altri n. 1-00513 concernenti iniziative di competenza per mitigare in modo strutturale i costi delle bollette energetiche per cittadini e imprese .
6. Discussione sulle linee generali delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-00491, Pentangelo ed altri n. 1-00512 e Molinari ed altri n. 1-00514 concernenti iniziative volte al rilancio di Alitalia e al mantenimento della continuità operativa e degli attuali livelli occupazionali della compagnia di bandiera .
La seduta termina alle 18.