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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 218 di martedì 30 luglio 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI.

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Bitonci, Borghese, Comaroli, Covolo, Gallinella, Gebhard, Liuzzi, Lorenzin, Lupi, Paolo Russo, Schullian, Scoma, Sisto e Vitiello sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere, così come abbiamo già fatto la scorsa settimana, l'immediata calendarizzazione di una specifica Conferenza dei capigruppo, a seguito dell'avvenuta presentazione da parte del gruppo del Partito Democratico di una mozione di sfiducia, ai sensi del nostro Regolamento, sottoscritta da tutti i parlamentari del gruppo del Partito Democratico, nei confronti del Ministro Salvini.

Sono decorsi i tre giorni stabiliti dalla normativa e, quindi, noi rientriamo in questo momento nella fattispecie temporale per la quale è possibile discutere e votare la mozione di sfiducia. Non è stata ancora calendarizzata su questo punto specifico la Conferenza dei capigruppo. Ci risulta essere stata convocata per la giornata di giovedì, ma esclusivamente per la predisposizione del calendario di settembre, dal che dovremmo arguire - ma naturalmente siamo nel novero delle interpretazioni - che secondo la Presidenza questa mozione di sfiducia dovrebbe essere discussa a decorrere dal mese di settembre, il che cozza evidentemente contro due presupposti. Il primo è quello della prassi: da sempre, per mozioni di sfiducia individuali, la convocazione dell'Aula è stata a ridosso della presentazione della mozione medesima, in quanto non sfugge il nesso causale e temporale di stretta contingenza; se si ritiene di dover mettere in campo una discussione, che possa poi sfociare addirittura in un gesto di sfiducia così rilevante nei confronti un membro dell'Esecutivo, questa deve essere fatta nell'immediata circostanza per la quale si ritiene di dover mettere in campo un atto così rilevante e non con una dilazione di tempi, che avrebbe come effetto quello di diluire la portata della discussione o introdurre elementi spuri nel dibattito, che non sarebbero confacenti rispetto alla questione specifica nel merito.

La seconda questione risiede nel fatto che analoga circostanza è stata avviata al Senato; ci risulta che al Senato i lavori istruttori siano stati avviati, quindi ci chiediamo il motivo per il quale in questo ramo del Parlamento nulla viene dato a conoscersi sul tema specifico. Tenuto conto del fatto che - lo voglio già qui sottolineare, è un tema che esprimeremo se verrà convocata, come riteniamo si debba fare, la Conferenza dei capigruppo -, stante la natura duale del supporto alla fiducia da parte del Parlamento nei confronti del Governo, riteniamo che altrettanto duale debba essere la natura dell'eventuale sfiducia nei confronti di un membro dell'Esecutivo. Quindi, non si può, come dire, sostenere la tesi del cosiddetto ne bis in idem, cioè il fatto che se un altro ramo del Parlamento affronta la questione, poi questa non debba essere affrontata in questo ramo del Parlamento, in quanto, al di là del fatto che le due Camere sono autonome ed indipendenti fra loro, vi è un elemento alla radice di questo aspetto che è la natura giuridica dell'elemento fiduciario del Parlamento nei confronti del Governo, che è sicuramente duale e quindi duale, dal nostro punto di vista, deve essere la discussione e la votazione.

Pertanto, riteniamo che sia indispensabile, prima ancora della programmazione dei nostri lavori - in considerazione del fatto che inizia una settimana in cui avremo la conversione di due decreti, avremo la discussione sul bilancio della Camera e ci sono una serie di provvedimenti all'ordine del giorno che potrebbero anche far slittare la discussione alla prossima settimana -, far precedere l'avvio dei nostri lavori da una Conferenza dei capigruppo, perché, come abbiamo già avuto modo di osservare, per quel che ci riguarda e che ci concerne, questa tematica ha priorità rispetto a tutto il resto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ovviamente trasmetterò la sua richiesta al Presidente della Camera, che farà le opportune valutazioni.

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Iniziative volte a limitare l'accesso ai programmi universitari di scambio internazionale di coloro che sono condannati per gravi reati contro la persona n. 3-00726)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Ascari n. 3-00726 (Vedi l'allegato A).

Il Vice Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Lorenzo Fioramonti, ha facoltà di rispondere.

LORENZO FIORAMONTI, Vice Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, Presidente. Buongiorno onorevoli colleghi, buongiorno onorevole Ascari. In primo luogo, premetto che, nell'ambito della gestione a livello nazionale del programma europeo Erasmus Plus, disciplinato dal Regolamento dell'Unione europea del 2013, le singole istituzioni formative sono responsabili sia delle scelte legate alle azioni di mobilità assegnate ai propri studenti o docenti, sia della selezione degli stessi tramite procedure interne nelle quali il Ministero non interferisce in alcun modo.

Aggiungo che i ruoli e le competenze dei diversi soggetti coinvolti nel processo sono ben distinti: da una parte, il Ministero, nel ruolo di autorità nazionale del programma; dall'altra, l'Agenzia nazionale Erasmus Plus-Indire, nel ruolo di agenzia tecnica di riferimento del programma Erasmus Plus in Italia; infine, le istituzioni della formazione superiore, che sono esclusivamente responsabili delle azioni di mobilità, nella piena attuazione del principio di autonomia della formazione superiore, sancito dall'articolo 33 della Carta costituzionale e dai valori fondamentali del Processo di Bologna.

In particolar modo, il Ministero vigila sull'Agenzia nazionale nella gestione dei fondi comunitari versati dalla Commissione europea per l'attuazione del suddetto programma Erasmus Plus. Dunque, l'Agenzia nazionale assegna il contributo europeo alla istituzioni formative beneficiarie selezionate, che a loro volta assegnano il contributo, cioè la borsa, ai propri studenti o docenti.

Venendo ora al caso da lei segnalato, di un tal Pino La Monica, attore e formatore, che avrebbe usufruito di una borsa di studio universitaria in Germania, la informo che da una prima, primissima, verifica, effettuata tramite l'Agenzia nazionale Erasmus Plus-Indire, nel database europeo Mobility Tool risulterebbe che uno studente, che ha un cognome analogo, ovverosia La Monica, iscritto presso l'ateneo di Bologna, abbia svolto nel 2017 un periodo di mobilità Erasmus Plus Traineeship, presso il Max Planck Institute for Meteorology, in Germania. In ogni caso, posso rassicurarla che l'Autorità nazionale Erasmus Plus sta già effettuando ulteriori verifiche e approfondimenti sull'argomento in oggetto.

Resta il fatto che questo Governo è determinato nel fare tutto ciò che è possibile per escludere, nel rispetto delle autonomie, la possibilità che persone condannate, soprattutto per reati come quello da lei menzionato, possano beneficiare in alcun modo di borse di mobilità estera, con ovvi rischi di sicurezza per altre persone e altri Paesi.

PRESIDENTE. La deputata Stefania Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie Vice Ministro, la ringrazio, mi dichiaro soddisfatta per la risposta che ha voluto fornire a me e a questa Assemblea in merito anche alla necessità di rendere più stringenti i requisiti per poter accedere ai programmi universitari di scambio internazionali attuati dall'Unione europea come Erasmus Plus.

Mi ritengo soddisfatta - lo ribadisco - per l'attenzione e rigore che il suo Dicastero ha dimostrato nell'analisi puntuale e obiettiva del fatto particolare che ha motivato questa interrogazione. La vicenda di Pino La Monica pone seri interrogativi sull'opportunità di valutare l'idoneità dei candidati ai bandi europei per la formazione universitaria e professionale, perché si tratta di fondi che dovrebbero sempre premiare il merito, la responsabilità e l'onestà di chi liberamente desidera arricchirsi dal punto di vista intellettuale e professionale, scegliendo di andare a trascorrere un periodo in un altro Paese dell'Unione europea.

Il caso in esame, in particolare, è motivo di forte preoccupazione perché Pino La Monica è stato condannato in via definitiva nell'aprile di quest'anno per molestie e abusi su minori, suoi allievi, e nel 2017, quando già aveva ricevuto condanne da parte di tribunali italiani, ha svolto attività di tirocinio in Germania nell'ambito del programma Erasmus Plus, usufruendo, a sua detta, di una borsa di studio stanziata dall'Unione europea, e mi fa piacere sapere che ci sono ulteriori aggiornamenti e accertamenti in corso.

A nostro avviso, a mio avviso, non era comunque da sottovalutare il rischio gravissimo di un'eventuale reiterazione del reato, visto che il profilo professionale dell'ex imputato era quella di educatore e ciò avrebbe potuto indurlo ad avvicinare minori. Ma al di là delle precauzioni che sarebbe stato doveroso adottare, reputiamo inaccettabile che una persona imputata, se non già condannata in primo grado e in secondo grado di giudizio, possa godere di opportunità di questo tipo.

Fermo restando il principio di non colpevolezza, non riteniamo giusto che chi ha ombre giudiziarie in cui sono in ballo responsabilità penali così gravi nei confronti dei bambini per crimini proprio orribili possa addirittura godere di borse di studio europee per programmi di studio e di tirocinio a discapito di chi non ha precedenti penali in corso.

Non è qui in discussione la portata sociale, culturale, politica e storica dei programmi di mobilità europea ai fini di studio e di formazione e, anzi, crediamo che il modo migliore per valorizzarli sia introdurre dei meccanismi di selezione che tengano conto delle garanzie di tutti e di un maggior rigore nella valutazione dei requisiti di ammissione, requisiti che pensiamo debbano riguardare anche i rapporti tra il singolo cittadino e la giustizia.

Bisogna premiare chi ha veramente diritto a partecipare a questi programmi di formazione e soddisfare chi davvero deve poter beneficiare delle borse di studio in ragione delle proprie condizioni economiche e del proprio merito individuale e anche in ragione del tenore dei propri carichi pendenti. Pertanto, ci fa molto piacere e mi fa molto piacere la sua risposta e il fatto che abbia accolto questo allarme.

Dunque, restiamo fiduciosi nell'impegno che ha assunto per introdurre comunque anche in un futuro un filtro più rigoroso nei confronti di chi vuole accedere ai programmi Erasmus Plus per tutelare in primis il merito - lo ribadisco ancora una volta - e l'onestà e per garantire la sicurezza di tutti.

(Iniziative volte a garantire il rispetto degli impegni assunti con l'accordo di programma per il rilancio dell'area costiera livornese, con particolare riferimento all'erogazione del finanziamento relativo alla realizzazione del cosiddetto “scavalco ferroviario” - n. 2-00338)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Andrea Romano n. 2-00338 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Andrea Romano se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. L'interpellanza in oggetto era stata presentata all'inizio dello scorso aprile e riceve una risposta dal Governo solo oggi, a distanza di quattro mesi; ripeto: quattro mesi. Già questo enorme ritardo, per una questione che, come vedremo, richiedeva una reazione rapida per mettere in sicurezza un'opera di grande importanza per il territorio di Livorno, è di per sé un esempio lampante, mi viene da dire, di come questo Governo e questo Ministero non tengano in alcun conto l'urgenza di procedere nella realizzazione di infrastrutture vitali per lo sviluppo economico del nostro Paese.

D'altra parte, oggi parliamo del porto di Livorno e proprio sul tema della portualità tra i vari ambiti delle politiche infrastrutturali si registra la più grave e incresciosa latitanza del Governo Conte; una latitanza che riguarda, nello specifico, un Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti che, sia detto con rispetto, è impegnato giorno e notte a conservare la propria poltrona, nonostante le umiliazioni quotidiane che riceve dagli alleati, nonostante la propria conclamata incompetenza, nonostante la propria avversione ideologica e politica alla realizzazione di opere infrastrutturali indispensabili.

Negli ultimi mesi, in particolare, la latitanza del Governo e del Ministro Toninelli proprio sui temi della portualità si è fatta, se possibile, ancora più grave. Dal giorno delle dimissioni del Vice Ministro Rixi, dimissioni - voglio ricordarlo - arrivate a fine maggio in seguito alla sua condanna a 3 anni e 5 mesi di reclusione per il reato di peculato, ovvero per aver utilizzato a fini personali circa 100 mila euro di fondi pubblici durante il suo mandato di capogruppo della Lega al consiglio regionale della Liguria, da quel giorno, quindi, al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti non esiste alcun responsabile politico che segua quotidianamente il campo della portualità. Un settore strategico per la nostra economia - dico una banalità ma lo è -, un settore strategico per ogni singolo settore della nostra economia, un settore che da mesi è stato lasciato nel più completo abbandono da un Ministro, che, appunto, impiega le proprie energie per salvarsi la poltrona, e da un Governo che, evidentemente, non è a conoscenza del fatto che l'Italia è una nazione che vive da sempre di portualità, di traffici commerciali veicolati attraverso i porti, di lavoro e imprenditoria che nei porti e intorno ai porti vivono, investono e rischiano.

Voglio, dunque, utilizzare questa occasione, Presidente, per rivolgere al Governo un appello molto chiaro, semplice e credo e spero comprensibile. Il Governo Conte nomini al più presto un responsabile ministeriale per la portualità. Vedo che il sottosegretario sta ridendo e spero di poter condividere presto con lui le ragioni della sua ilarità rispetto a un tema che dovrebbe essere al centro delle sue attenzioni di sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ovvero il fatto che non esista un responsabile ministeriale per la portualità.

Credo, continuando il mio appello, che dovrebbe essere interrotta quanto prima questa latitanza, una latitanza che sta arrecando gravissimi danni a un settore che richiede attenzione e competenze quotidiane.

Il caso dell'interpellanza in oggetto riguardava e riguarda la realizzazione del cosiddetto “scavalco ferroviario”, un'opera fondamentale per la connessione tra il porto di Livorno e l'interporto “Vespucci” di Guasticce; un'opera prevista già dall'accordo di programma per il rilancio dell'area costiera livornese sottoscritto nel maggio 2015 tra la Presidenza del Consiglio dei ministri, i Ministeri competenti e gli enti locali.

Perché quest'opera è fondamentale (voglio ricordarlo ai colleghi e al sottosegretario)? Perché la realizzazione dello “scavalco ferroviario”, del cosiddetto scavalco ferroviario, tra le banchine portuali di Livorno e l'interporto “Vespucci” - insieme al completamento della tratta ferroviaria che dall'interporto va alla linea ferroviaria Collesalvetti-Vada, attualmente allo stato di progettazione preliminare, con finanziamenti a carico, appunto, del contratto di programma, e al completamento nel 2022 dei lavori di adeguamento della linea Bologna-Prato, con l'allargamento della sezione di gallerie al fine di adeguare le infrastrutture agli standard previsti dalla rete europea per il traffico di merci - appunto la realizzazione di quest'opera consentirebbe di mettere davvero in comunicazione il polo logistico portuale livornese con il Nord Europa, dando valore agli interventi ferroviari già realizzati che pongono il porto di Livorno ai vertici dell'intermodalità italiana.

Ecco, quest'opera tanto importante, che ho ricordato, ha conosciuto ritardi significativi che potevano essere evitati e che devono essere imputati integralmente a questo Governo. Infatti, gli enti locali hanno fatto la propria parte e penso, soprattutto, alla regione Toscana che, come dirò tra un attimo, ha finanziato tutta la propria parte, rendendosi anche disponibile a supplire alla latitanza del Governo, così come penso al comune di Collesalvetti che in questi anni ha svolto un preziosissimo lavoro di sostegno logistico e politico all'area fondamentale del retroporto, mentre, purtroppo, non si può dire lo stesso della conclusa - fortunatamente conclusa! - amministrazione 5 Stelle del comune di Livorno, che con Nogarin ha posto ostacoli e ritardi allo sviluppo portuale della città, impegnandosi solo per reclamare poltrone agli amici e ai famigli; un'amministrazione che ha danneggiato la città e il porto di Livorno e che finalmente è stata cestinata dai cittadini di una città che oggi conosce, con il nuovo sindaco Salvetti e con la giunta di centrosinistra, una fase molto incoraggiante di impegno anche economico.

Il costo dello scavalco ferroviario è stimato in 23 milioni di euro all'incirca, per i quali la regione Toscana aveva già messo a disposizione 17 milioni di euro previsti dall'accordo di programma e RFI altre risorse per circa 4 milioni di euro, ma per la partenza dei lavori servivano altri due milioni e mezzo di euro previsti da un decreto pronto in bozze già da settembre 2018 ma rimasto sulla scrivania del Ministro Toninelli per molti mesi successivi. E lì quel decreto sarebbe rimasto in attesa che Toninelli si svegliasse dal normale torpore che lo attanaglia, se non fosse stato per un altro e successivo intervento della regione Toscana che ha fatto sapere di essere pronta a procedere allo stanziamento che spettava al Governo. L'intervento della regione Toscana, di fatto, ha sbloccato la situazione e finalmente quei lavori sono stati avviati.

Sottosegretario Dell'Orco, io sono ragionevolmente sicuro che lei tra pochi minuti ci dirà che il Governo ha provveduto tempestivamente a finanziare quest'opera, che tutto va bene, che non si poteva fare di meglio, ma la realtà, sottosegretario, è testarda e quella realtà ci parla di ritardi inaccettabili su quest'opera; ritardi che potevano essere superati per un'opera che poteva essere avviata mesi fa, evitando costi che si sono scaricati su tutta la portualità livornese.

D'altra parte, la comunità portuale di Livorno - vale la pena ricordarlo in questa occasione - sta facendo enormi passi avanti nonostante la latitanza del Governo e nonostante la manifesta incompetenza del Ministro Toninelli. Da questo punto di vista, voglio ricordare che, nel corso del 2018, il porto di Livorno ha registrato un aumento dei traffici dell'8,5 per cento sull'anno precedente, secondo i dati diffusi nello scorso febbraio dall'autorità di sistema portuale dell'Alto Tirreno, con un trend di crescita positivo in tutti i settori di movimentazione.

È una crescita di cui si intravedono segnali incoraggianti anche per il 2019 e che dimostra che la cosiddetta vocazione multipurpose del porto di Livorno è viva e vitale, permettendo di compensare i problemi di mercato di un settore con il successo di un altro settore.

Immaginiamo dunque, colleghi e sottosegretario, quale potrebbe essere la crescita del porto di Livorno, lo ripeto, quale potrebbe essere la crescita del porto di Livorno se, da parte di questo Governo, se da parte di questo Ministro venisse, non la latitanza che abbiamo registrato da troppo tempo, ma una collaborazione leale e fattiva? Immaginiamo, dunque, cosa sarebbe del porto di Livorno e degli altri porti italiani, mi viene da aggiungere, se il Governo facesse la sua parte, invece di intralciare, ostacolare, sparire dal fronte della regia politica in generale, perché il compito di ogni Governo non è quello di dirigere e intervenire, ma di creare le migliori condizioni dentro le quali l'impegno degli operatori economici possa svolgersi al suo meglio e dove le opportunità di crescita non vadano perdute. Per questo, signor sottosegretario, il vostro disimpegno nel settore portuale è tanto grave, perché con la vostra latitanza voi impedite di moltiplicare una crescita che è già nelle cose e che viene svolta, nonostante voi.

Vengo, infine, al tema più rilevante dell'intero comparto portuale livornese, ovvero quello della realizzazione della Darsena Europa, il nuovo terminal container in grado di accogliere navi fino a 20 mila TEU o superiori, un'opera assolutamente strategica che potrebbe impattare positivamente sul territorio livornese con più di mille posti di lavoro tra diretti e indotto, con una crescita dell'1 per cento del PIL a livello provinciale e dello 0,1 a livello regionale, un'opera che permetterebbe di dare una prospettiva organizzata e dinamica allo sviluppo portuale della zona, fornendo finalmente l'ossigeno economico di cui c'è bisogno e permettendo di liberare spazi per il successivo sviluppo.

È fondamentale ricordare che la realizzazione della Darsena Europa è solidamente incardinata nella programmazione infrastrutturale del nostro Paese e voglio dare alcuni dettagli di questo incardinamento per sottolineare, anche dinanzi al Governo, la sua centralità e di come questa centralità sia stata riconosciuta più volte in atti progettuali di rilevanza nazionale. L'intervento per la Darsena Europa è, infatti, incluso nell'allegato infrastrutture al DEF del 2018, tra le iniziative per migliorare l'accessibilità marittima, finalizzata ad accogliere navigli di dimensioni coerenti con le tipologie di traffico ed è incluso nell'allegato infrastrutture al DEF 2019, dove compaiono, per l'appunto, tra le strategie di settore, il miglioramento dell'accessibilità marittima e gli interventi selettivi per l'ampliamento delle capacità terminal container e Ro-Ro e dove vengono confermati nei numeri gli interventi dell'allegato 2018 al DEF; è, ancora, compreso nell'accordo di programma del 2015 che veniva citato poco fa e aggiungo (considerando e avendo ben presente l'ossessione del Ministro Toninelli per la parola magica “analisi costi-benefici” che, troppo spesso, è stata una sorta di paravento, un po' furbetto, mi viene da aggiungere, per nascondere i “no” del MoVimento 5 Stelle e di questo Governo o, quanto meno, l'incapacità di procedere alla realizzazione di opere indispensabili per il Paese), ricordando quell'ossessione per l'analisi costi-benefici, che l'intervento per la Darsena Europa ha già superato un profondo processo di project review nel 2017, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che allora era gestito da un Ministro diverso dal Ministro Toninelli. Voglio ricordare, infine, che la progettazione delle opere marittime relative alla Darsena Europa e, quindi, le opere per la protezione e per i dragaggi, è già ben avviata, sono in corso le attività di indagine geognostica e ambientale ed è in stato avanzato la progettazione preliminare e la procedura volta alla deperimetrazione della parte a mare del sito di bonifica di interesse nazionale che interessa l'area di Livorno.

Infine, aggiungo che, almeno da notizie di stampa, si è appreso che la realizzazione del terminal container, di cui alla prima fase della Darsena Europa, è già stata oggetto di proposte di project financing significative, ancorché non ancora perfezionate da parte di investitori importanti a livello internazionale.

Siamo, dunque, di fronte ad un'opera importante e fondamentale, già incardinata nei piani infrastrutturali nazionali, già razionalizzata, già avviata a livello di progettazione e già oggetto di interesse da parte di investitori internazionali. Allora, tutto bene, chiedo al sottosegretario Dell'Orco? Non esattamente, perché rimane da capire l'aspetto più rilevante per noi che sediamo in questo Parlamento, rappresentando la nazione italiana e, dunque, rimane da capire cosa intende fare questo Governo, cosa intenda fare questo Ministro dei trasporti, questo Ministro Toninelli, aggiungo, per evitare che anche sulla Darsena Europa si ripetano i ritardi, le omissioni e le complicazioni che da parte governativa si sono già viste in altri settori della gestione portuale.

Il tema fondamentale, signor sottosegretario, da questo punto di vista, sono le risorse finanziarie che il Governo Conte e il Ministro Toninelli intendono o non intendono destinare alla Darsena Europa. La realtà ci dice che sulla Darsena Europa altri soggetti hanno già fatto la propria parte; le risorse disponibili per la realizzazione di quest'opera, a quanto è dato sapere, sono attualmente pari a circa 300 milioni di euro, di cui 200 milioni in parte già stanziati con la legge regionale del dicembre 2014, n. 86, quindi, la legge finanziaria Toscana per l'anno 2015, della regione Toscana, 50 milioni di euro già assegnati all'autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale con una delibera CIPE del 1° maggio 2016 e circa 50 milioni di euro, infine, rinvenienti da accantonamenti di fondi propri disposti dall'autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale.

Su questo scenario, signor sottosegretario, è fondamentale sapere cosa intende fare il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per contribuire, per quanto attiene al suo ruolo di regia politica della portualità italiana, alla realizzazione di quest'opera e, quindi, alla realizzazione della Darsena Europa.

Intanto, sarebbe importante sapere se il Ministro delle Infrastrutture è a conoscenza dell'ammontare attualmente stimato delle risorse aggiuntive a carico della finanza pubblica necessarie a completare il finanziamento della realizzazione della prima fase della Darsena Europa e, in secondo luogo, sarebbe importante, anzi, fondamentale, sapere se il Ministro conferma l'intenzione di destinare le risorse aggiuntive necessarie in tutto o in parte alla realizzazione della Darsena Europa. Voglio fare tre riferimenti concreti di provenienza di questi fondi; il primo, è quello che riguarda i fondi di cui al decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 28 novembre 2018 che ha ripartito 35,53 miliardi di euro di quel fondo tra le amministrazioni centrali dello Stato, indirizzandone al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti più del 37 per cento; poi, faccio riferimento al fondo da ripartire per la realizzazione delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese, di cui all'articolo 202 del codice dei contratti pubblici, e, quindi, attivando da subito le procedure di cui al comma 3, ancora mai poste in essere, con l'individuazione delle risorse assegnate al fondo da definirsi con uno o più decreti del Ministro delle Infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ANDREA ROMANO (PD). Mi avvio a concludere, Presidente. Infine, a valere su risorse del Fondo sviluppo e coesione da inserire anche nell'ambito della pianificazione regionale toscana. Quindi, la domanda, e concludo davvero, Presidente, è una sola, diretta e spero comprensibile: il Governo intende o non intende confermare il proprio impegno per sostenere, per la parte che gli compete, la realizzazione della Darsena Europa, opera fondamentale per lo sviluppo del porto di Livorno e per il futuro di tutto il sistema logistico e portuale tirrenico?

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Michele Dell'Orco, ha facoltà di rispondere.

MICHELE DELL'ORCO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. In premessa informo che, con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti n. 71 del 28 febbraio 2018, è stata programmata la quota parte di risorse finanziarie di competenza, pari a 2,5 milioni di euro, a valere sull'annualità 2018 del fondo di cui all'articolo 1, comma 140, della legge già precedentemente citata. Inoltre, nel corso del 2018 è stato predisposto l'accordo operativo tra MIT, regione Toscana e autorità di sistema portuale del mare Tirreno settentrionale, Interporto Toscano Vespucci e Rete Ferroviaria Italiana, finalizzato alla definizione dei contenuti specifici, delle modalità operative e degli impegni a carico dei soggetti sottoscrittori, per consentire la progettazione e la realizzazione delle nuove connessioni ferroviarie tra porto di Livorno, Interporto Vespucci e Corridoio Scandinavo Mediterraneo, tenuto conto degli impegni assunti con l'accordo di programma del 2015 e successivi aggiornamenti, per il rilancio competitivo dell'area costiera livornese.

Con l'accordo operativo sottoscritto a maggio scorso, è stata definita la priorità dei collegamenti ferroviari merci nel porto di Livorno e, in particolare, dello scavalco ferroviario, per la cui realizzazione il MIT concorrerà con le predette risorse, pari a 2 milioni di euro e mezzo, cui si aggiungono 20,2 milioni a carico della regione Toscana e 4,3 milioni a carico del contratto di programma 2017-2021 parte investimenti. Presso il MIT è stato predisposto il provvedimento di impegno contabile, cui farà seguito la relativa erogazione a favore dell'autorità di sistema portuale. L'azione coordinata e condivisa delle parti consentirà, quindi, di realizzare gli interventi previsti nel più breve tempo possibile.

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Romano ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. È presto detto, me la caverò veramente con un minuto o poco più; ovviamente, non sono soddisfatto, perché il sottosegretario Dell'Orco, che ringrazio per la cortesia, si è limitato a ripetere quanto io avevo detto nell'illustrazione dell'interpellanza, ovvero che sono venute finalmente le risorse che dovevano essere stanziate molti mesi fa, con un decreto che era pronto da molti mesi, e sono venute, quelle risorse, soltanto perché altri soggetti pubblici, in particolare la regione Toscana, si erano mossi di fronte al conclamato e scandaloso ritardo del Governo per dire: quei soldi ce li metto io.

E, a fronte di questo passo della regione Toscana, il Governo, il Ministro Toninelli si è finalmente svegliato e ha deciso di fare quello che avrebbe dovuto fare molti mesi fa.

Rimane sul tappeto l'evidenza conclamata di una totale latitanza del Governo, del Ministro delle Infrastrutture e del suo Ministero per quanto riguarda la regia politica del settore della portualità. Il caso dello scavalco ferroviario è un caso molto rilevante per l'area portuale e retroportuale livornese, ma è appunto un caso su cui si sono prodotti i ritardi inconcepibili, a fronte di un settore economico che va avanti nonostante questa latitanza e che potrebbe, lo ripeto ancora una volta, fare molto meglio, se il Governo facesse la sua parte. Ho voluto citare poco fa, nell'illustrare la mia interpellanza, il caso ancora più rilevante della Darsena Europa: voglio annunciare al sottosegretario che noi faremo la nostra parte per incalzare il Governo affinché non vada perso nemmeno un giorno per quanto attiene al ruolo che il Governo dovrebbe svolgere per la realizzazione della Darsena Europa, un'opera appunto fondamentale non solo per l'area portuale livornese ma per tutta l'area portuale tirrenica e italiana, perché, se vedessimo riprodursi, anche nel caso della Darsena Europa, i ritardi e le latitanze che abbiamo visto prodursi nel caso dello scavalco ferroviario, si tratterebbe di un fatto inconcepibile, inaccettabile, rispetto al quale ci potrebbe essere la rivolta non solo del Partito Democratico - per quello in Parlamento noi faremo la nostra parte - ma anche degli operatori economici, dei lavoratori, delle imprese, che attendono che il Governo faccia la sua parte anche e soprattutto per quest'opera fondamentale. Quindi, noi continueremo a vigilare sulla latitanza del Governo, nella speranza che prima o poi vi sia da parte del Ministro Toninelli una resipiscenza miracolosa e che venga posta fine ad una stagione ormai troppo lunga di assenza del minimo indispensabile dell'azione di quello che dovrebbe essere un Ministero capace di coordinare e dare una regìa ad un settore fondamentale per la nostra economia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza per l'adeguamento dell'offerta commerciale di Trenitalia sulla linea Bologna-Ancona-Pescara, con particolare riferimento all'utilizzo degli abbonamenti «Mi muovo tutto treno» - n. 2-00470)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza De Girolamo ed altri n. 2-00470 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Carlo Ugo De Girolamo se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

CARLO UGO DE GIROLAMO (M5S). La illustro. Presidente, colleghe e colleghi, membri del Governo, siamo qui ad interpellare il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti oggi su un tema molto sensibile, come quello delle condizioni di trasporto viaggiatori sulla linea ferroviaria adriatica, in particolare di quei pendolari di Emilia Romagna, Marche e Abruzzo che quotidianamente si spostano da una regione all'altra per motivi soprattutto di lavoro. Come annunciato da Trenitalia, a partire dal 9 giugno scorso, in concomitanza con il nuovo orario estivo, sono entrati in esercizio alcuni nuovi treni Frecciargento ETR 700, che progressivamente sostituiranno i treni Frecciabianca che da Milano arrivano fino a Lecce passando appunto per Bologna, Ancona, Pescara e Bari, quindi percorrendo l'intera direttrice adriatica. La sostituzione, come riferito dalla stessa Trenitalia, sarà graduale, per terminare entro il primo semestre 2020, ed allo stato attuale riguarda due coppie di Frecciabianca Ancona-Milano e viceversa, che prevedono comunque, per l'Emilia Romagna, tutte le fermate intermedie già previste, tra cui nelle stazioni di Rimini, Cesena, Forlì e Faenza. Da domenica 28 luglio, inoltre, è stata sostituita con i nuovi rotabili Frecciargento un'altra coppia di treni Frecciabianca, che da Pescara arrivano sempre fino a Milano e viceversa, che confermano per l'Emilia Romagna, come nel precedente caso, tutte le fermate intermedie già previste.

A seguito però della notizia di questo progressivo cambiamento del servizio viaggiatori, i comitati pendolari dell'Emilia Romagna e poi quelli delle altre regioni interessate hanno fatto rilevare diverse criticità connesse alla sostituzione dei convogli Frecciabianca, tra cui la necessità di prevedere l'accesso al nuovo treno alle stesse condizioni economiche di prima e soprattutto di non eliminare carrozze, quindi conseguentemente posti a sedere, fondamentali nei giorni infrasettimanali e negli orari di punta. La regione Emilia Romagna, a seguito delle rimostranze dei comitati, ha fatto sapere a mezzo stampa di aver raggiunto un accordo con Trenitalia per assicurare ai circa 900 abbonati emiliano-romagnoli in possesso della carta “Mi muovo tutto treno” che ogni mese si avvalgono dell'abbonamento mensile agevolato “Mi muovo Frecciabianca intercity” di poter utilizzare anche i nuovi treni Frecciargento senza alcun aggravio di spesa; stessa cosa per i 1.900 pendolari che usano la carta annuale “Mi muovo tutto treno” insieme all'abbonamento annuale e al trasporto regionale, che potranno utilizzare i treni Frecciargento almeno fino al 31 gennaio 2020.

Tuttavia, vi è però una doverosa constatazione da fare, come segnala l'Osservatorio sulla mobilità di Federconsumatori, ovvero che la progressiva sostituzione del materiale rotabile non porterà di certo benefici sui tempi di percorrenza ma solo un aumento dei prezzi dei biglietti. A titolo esemplificativo, sulla tratta Rimini-Pescara si passerebbe dagli attuali 35,50 euro a 46 euro, mentre sulla linea Bologna-Ancona dagli attuali 33,50 a 44 euro. Va quindi fatto rilevare che il costo nominale del biglietto ferroviario sia aumentato da un minimo del 14 fino a circa il 38 per cento, senza che ci sia stato alcun miglioramento dei tempi di percorrenza, con il caso di un abbonamento Rimini-Pescara, che aumenta dell'88 per cento in più rispetto al precedente abbonamento Frecciabianca. Occorre infine segnalare che la direttrice adriatica Bologna-Ancona-Pescara, oggetto dell'intervento di sostituzione di questi treni, non consente velocità commerciali fino a 250 chilometri orari, tali da giustificare questo aggravio di costo nominale del biglietto. Per questo, con l'interpellanza in oggetto chiediamo quali iniziative intenda assumere il Ministro nei confronti di Trenitalia per garantire l'adeguamento della sua offerta commerciale alle condizioni del servizio sulla linea Bologna-Ancona-Pescara, interessata da questi interventi in premessa, al fine di salvaguardare l'utilizzo degli abbonamenti agevolati “Mi muovo” per l'accesso ai treni Frecciargento da parte dei pendolari delle regioni Emilia Romagna, Marche e Abruzzo anche dopo il 31 gennaio 2020.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Michele Dell'Orco, ha facoltà di rispondere.

MICHELE DELL'ORCO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Presidente, intanto ringrazio l'interrogante, attento al trasporto pubblico dell'Emilia Romagna, e anche per il lavoro che è stato fatto dalla Commissione competente, anche recentemente, sull'aggiornamento del contratto di programma con RFI, che ha portato anche a nuovi investimenti in predetta regione per oltre 600 milioni di euro. Con riferimento alla linea ferroviaria adriatica, Trenitalia riferisce di aver avviato un notevole investimento, che sta portando a un deciso innalzamento del livello di servizio. L'offerta sta diventando più variegata, quindi con maggiori possibilità da parte dei viaggiatori, e soprattutto con una maggiore disponibilità per quanto riguarda i livelli di servizio di fascia più alta. A partire dal 9 giugno 2019, infatti, l'offerta di Trenitalia nella tratta Milano-Bologna-Ancona si compone di 28 Frecce al giorno, di cui sei treni Frecciarossa e quattro Frecciargento, cui si aggiungono due periodici estivi ciascuno e 17 Frecciabianca. Rispetto alla precedente strutturazione dell'offerta, sono quindi già stati introdotti quattro Frecciargento ETR 700, in sostituzione di altrettanti treni Frecciabianca; è inoltre prevista la progressiva sostituzione, entro il primo semestre del 2020, di 17 Frecciabianca con altrettanti Frecciargento. Questo upgrade di servizio significa anche treni più moderni che offrono un innalzamento qualitativo del servizio.

Il miglioramento complessivo sarà strutturato su tre livelli: business, premium e standard. Fra i servizi a disposizione dei viaggiatori a bordo dei Frecciargento 700 è disponibile la carrozza bistrò, il welcome drink, e il portale Frecce, con film, news eccetera. Inoltre, è stato installato il wi-fi fast, tecnologia che permette di aggregare la capacità di banda di tutti gli operatori telefonici italiani in 3G e 4G, per una navigazione più veloce e stabile.

Peraltro, le caratteristiche tecniche dei treni ETR 700 consentono di circolare sulle linee tradizionali ad una velocità massima di 250 chilometri orari nel rispetto degli standard di sicurezza e, ovviamente, di sostenibilità ambientale. La differenza di prezzo del biglietto è pertanto coerente con la qualità e le caratteristiche del servizio dei treni Frecciargento. Per questi collegamenti i viaggiatori hanno a disposizione un maggior numero di biglietti scontati con le promozioni super economy ed economy, oltre all'offerta “Cartafreccia estate”, che prevede riduzioni fino al 50 per cento per viaggi dall'1 al 31 agosto. In considerazione dell'innalzamento della qualità dell'offerta, la tipologia di abbonamento valido per l'accesso ai nuovi treni è l'abbonamento mensile “Alta Velocità”, che risponde alle determinazioni in materia dell'Autorità di regolamentazione dei trasporti. Tuttavia, Trenitalia, in una prima fase, ha riconosciuto ai titolari dell'abbonamento Frecciabianca e “Mi muovo Fb-Ic”, nonché ai possessori delle carte “Tutto treno”, di accedere ai nuovi treni Frecciargento alle medesime condizioni previste per i treni Frecciabianca sostituiti. Infine, l'azienda ferroviaria informa di essere sempre disponibile a continuare nell'interlocuzione già avviata con le regioni interessate dall'upgrade del servizio, al fine di individuare nuove forme di collaborazione finalizzate a migliorare le condizioni dell'offerta per i pendolari. Da parte sua, il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti avvierà un tavolo tecnico per approfondire la problematica e promuovere ogni iniziativa a vantaggio dell'utenza.

PRESIDENTE. Il deputato Carlo Ugo Di Girolamo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

CARLO UGO DE GIROLAMO (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio, quindi, il sottosegretario Michele Dell'Orco per la dettagliata risposta. L'impegno, assunto oggi dal Governo, di avviare un tavolo tecnico per approfondire la problematica illustrata rappresenta certamente un segnale di consapevolezza delle osservazioni esposte e anche di vicinanza concreta a chi, come i pendolari, si trova quotidianamente a vivere sulla propria pelle le difficoltà connesse alle lunghe percorrenze, specie sulle tratte interregionali. Apprendiamo, quindi, con soddisfazione la volontà del Ministero dei trasporti di promuovere, come ha detto il sottosegretario, ogni iniziativa a vantaggio dell'utenza; segno ulteriore di voler dare la giusta attenzione alle legittime aspettative dei viaggiatori, e dunque dei pendolari, coniugando l'interesse generale con quello dell'azienda ferroviaria che offre il suo servizio a mercato.

In tal senso, Presidente, anche la volontà da parte di Trenitalia di essere disponibile a continuare nell'interlocuzione già avviata con le regioni interessate dall'upgrade del servizio Frecciargento ci lascia parzialmente soddisfatti, poiché l'obiettivo è soprattutto quello di migliorare le condizioni dell'offerta per i pendolari. Come ribadito, infatti, in premessa, la nostra preoccupazione è rivolta a salvaguardare le condizioni di accesso dei pendolari ai nuovi treni almeno fino al completamento del progressivo upgrade del servizio, previsto, come si diceva, nel secondo semestre del 2020. Fino ad allora continueremo sicuramente a promuovere ogni iniziativa volta al confronto tra le parti interessate, al fine di addivenire a una soluzione condivisa e giusta per tutti. I pendolari dell'Emilia-Romagna, ma anche quelli delle regioni confinanti, attendono risposte concrete e risolutive. L'auspicio, dunque, è che questa nostra interpellanza possa essere di stimolo alla concretizzazione degli impegni formalmente assunti qui, oggi.

(Iniziative di competenza per favorire la circolazione sulla strada statale n. 51 “Alemagna”, nel tratto del comune di Valle di Cadore (Belluno) - n. 3-00547)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Michelle Dell'Orco, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Bond n. 3-00547 (Vedi l'allegato A).

MICHELE DELL'ORCO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. In riferimento alla sicurezza e alla fluidità del traffico lungo la strada statale 51 Alemagna, la società ANAS riferisce innanzitutto di avere istituito, in corrispondenza di una strettoia in curva nei pressi di Casa Costantini, particolarmente angusta a causa della presenza di antichi fabbricati immediatamente adiacenti la carreggiata stradale, il transito a senso unico alternato regolato da impianto semaforico gestito dall'amministrazione comunale. Il funzionamento di questo impianto era previsto solo in determinate fasce orarie dei giorni feriali. Dal mese di luglio 2018, il sindaco di Valle di Cadore ha modificato gli orari del dispositivo e ne ha esteso il funzionamento anche durante le giornate festive e prefestive.

Quindi, ANAS, al fine di ridurre i disagi alla circolazione, ha programmato la sostituzione di questo semaforo con uno in grado di regolare il transito in funzione del numero dei veicoli presenti e della dimensione dei mezzi in transito, la cui installazione è prevista per la fine del prossimo mese di settembre, quando sarà completato l'iter amministrativo delle procedure di affidamento e di fornitura. Inoltre, nell'ambito del piano Cortina 2021 è stata programmata la realizzazione di una galleria che, in variante alla viabilità esistente, bypasserà il centro abitato comunale e il tratto in argomento.

Il relativo progetto definitivo è attualmente in fase di procedura di valutazione di impatto ambientale presso il Ministero dell'Ambiente. Una volta completato l'iter approvativo, ANAS provvederà ad indire una nuova conferenza di servizi, nell'ambito della quale verranno recepiti i pareri dei diversi enti proprietari.

PRESIDENTE. Il deputato Bond ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. La risposta è precisa e anche abbastanza circostanziata in termini di fatti e di scadenze, però c'è un passaggio, per cui, per come tutte le richieste, ci vorrebbe da parte del Governo e per conto verso ANAS un po' di buona volontà. Mi spiego: ci sono dei periodi, delle giornate, tipo i fine settimana, di chiusura o comunque di apposizione del semaforo su quella strada che potrebbero in qualche maniera essere evitate, visto che la posizione del semaforo è stata posta da parte del comune in maniera unilaterale e senza che ANAS venisse in qualche maniera interpellato, e questa è la prima considerazione.

Quindi, chiedo una sorta di azione di mediazione da parte del Governo verso ANAS perché possa ancora, soprattutto nei periodi di punta dal punto di vista turistico, chiedere maggiore elasticità nel funzionamento di questo semaforo, perché si è visto che nei fine settimana questo semaforo, senza i camion, crea veramente delle lunghe code.

Seconda cosa: durante i giorni normali di traffico sarebbe utile - e questa è una cosa, sottosegretario, che le chiedo e che potrebbe essere effettivamente risolta attraverso una conferenza di servizi con prefettura, ANAS e Governo - prevedere la chiusura del traffico pesante. La statale n. 51 parte da San Vendemiano, provincia di Treviso, e finisce a Dobbiaco, provincia autonoma di Bolzano. È una strada che, a un certo punto, si restringe, ha una serie di strettoie, particolari; è chiaro che, per evitare il transito verso il Brennero, dove è contingentato il transito pesante, si va verso le strade di normale traffico verso la percorrenza Austria e Germania. Allora, non è possibile che a luglio, agosto e a settembre ci si trovi 5 o 6 TIR cechi, russi, tedeschi e di altre nazionalità fermi al semaforo o fermi lungo la strada, e quindi chiaramente i turisti si trovano ad avere delle code enormi, e non è sicuramente un buon biglietto da visita per il turismo, che è un turismo importante, perché ricordo che nel 2021 ci saranno i Mondiali di sci e nel 2026 ci sono le Olimpiadi.

Allora, le chiedo, senza nessuna polemica e con tanta buona volontà, di cercare, segnandosi magari il punto, di fare una conferenza dei servizi veloce, velocissima, entro un mese, un mese e mezzo, due massimo, ma anche venti giorni, per evitare, almeno temporaneamente, e il prefetto sta aspettando questo, il transito di questi mezzi pesanti. Sarebbe già un grandissimo risultato. Se lo segni: strada statale n. 51, di Alemagna. Non serve segnare il comune, valle e semaforo, che era solamente una scusa per portare avanti la questione, e intanto, prima che vengano fatte delle gallerie e tangenziali di bypasso del traffico, si riesce sicuramente a eliminare delle grandi, grandi e lunghe code (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Misure di sostegno al reddito dei dipendenti della Oma Sud spa, nonché iniziative per una verifica sull'utilizzo dei fondi della legge n. 808 del 1985 da parte della medesima società – n. 2-00419)

PRESIDENTE. Passiamo alla interpellanza Buompane ed altri n. 2-00419 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Buompane se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Grazie, Presidente, la illustro. Rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, nel 1986 nasce la Oma Sud, sotto la proprietà della famiglia Tonti. Le attività di produzione dell'azienda riguardavano commesse per conto terzi per la produzione di strutture aeronautiche per clienti come Leonardo, (all'epoca denominata Aeritalia, poi Alenia) e Augusta, azienda leader degli elicotteri. Nel 2004 la famiglia Tonti vende l'azienda a Valter Proietti. Subito dopo questa acquisizione, l'azienda comincia a rinunciare a tutte le attività per conto terzi, mantenendo al suo interno solo pochissime attività. A fronte di tali rinunce, viene proposto di portare all'interno della Oma Sud un'unica lavorazione relativa alla produzione di un proprio veicolo denominato Sky Car. La progettazione e lo sviluppo del velivolo sono stati interamente finanziati dal Ministero dello Sviluppo economico per mezzo di finanziamenti per i progetti di ricerca e sviluppo nel settore aerospaziale, legge n. 808 del 1985; tuttavia, si è assistito, nel tempo, al lento declino di tutte le attività produttive ed industriali dell'azienda. Di fatto, l'arrivo dei finanziamenti della legge n. 808 del 1985 ha trasformato nel tempo la Oma Sud in un'azienda interamente finanziata da fondi pubblici. Progetti e prototipi di aerei con piccole modifiche tecniche vengono riproposti nel corso degli anni al Ministero dello Sviluppo economico come evoluzione di prototipi e progetti già approvati al solo scopo di ottenere nuove concessioni finanziarie.

Dalle informazioni in mio possesso, si può sostenere che i fondi della legge n. 808 del 1985 sono stati in gran parte utilizzati per il pagamento degli stipendi dei lavoratori. L'azienda ha utilizzato tutti gli strumenti di sostegno al reddito e le relative proroghe e/o deroghe e contratti di solidarietà previsti dall'ordinamento italiano. Inoltre, i dipendenti della Oma Sud hanno usufruito dei percorsi di formazione finanziati dallo Stato. Lo scorso 8 dicembre 2018 la direzione aziendale colloca tutti i dipendenti in ferie e permessi, inizialmente fino al 4 gennaio 2019, senza certezza sui tempi di retribuzione, giustificando tale atto come tempo tecnico preso nell'attesa di una sentenza del tribunale di Roma relativamente a un decreto ingiuntivo presentato contro il Mise. Infatti, da oltre un anno il Mise ha sospeso definitivamente i finanziamenti della legge n. 808 del 1985 alla Oma Sud. Nel frattempo, le ferie comandate ai dipendenti vengono prolungate fino al 31 gennaio 2019. Successivamente, dal 7 marzo 2019 tutti i dipendenti vengono posti in aspettativa, diciamo così, retribuita.

Lo scorso 27 maggio si è tenuta una riunione avente ad oggetto l'esperimento della fase amministrativa relativa alla procedura di licenziamento collettivo attivato dalla Oma Sud Spa, dove hanno partecipato tutte le sigle sindacali interessate. La società ha confermato in tale sede la chiusura dello stabilimento di Capua, e con esso la risoluzione di tutti i rapporti di lavoro in essere. I lavoratori della Oma Sud rappresentano un'eccellenza importante del nostro territorio, un'eccellenza che rischiamo di perdere a causa di una gestione aziendale da parte della proprietà molto controversa. Per questo con l'interpellanza chiediamo a lei, signor sottosegretario, e a tutto il Governo se, alla luce della grave situazione che affligge tutti i lavoratori della Oma Sud, il Ministero che lei rappresenta stia valutando la possibilità di ricorrere a strumenti di sostegno straordinario al reddito; ed inoltre, se abbia avviato un'indagine interna al fine di chiarire l'effettivo utilizzo dei fondi della legge n. 808 del 1985 da parte della società Oma Sud.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Claudio Cominardi, ha facoltà di rispondere.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Presidente, con riferimento alla presente interpellanza, riferita alla situazione produttiva e occupazionale dello stabilimento Oma Sud Spa di Capua (Caserta), si rappresenta quanto segue.

Si conferma innanzitutto che la società in oggetto ha beneficiato di diversi trattamenti di Cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale ed in relazione a contratti di solidarietà. Con riferimento all'ultimo periodo si precisa che, in data 22 giugno 2018, presso la competente Direzione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, si è tenuto, come previsto all'articolo 22-bis del decreto legislativo n. 148 del 2015, l'incontro tra i vertici aziendali, le rappresentanze sindacali dei lavoratori e i rappresentanti della regione Campania, per l'espletamento dell'esame congiunto della situazione aziendale.

In esito al detto incontro, le parti hanno sottoscritto un accordo teso alla proroga del trattamento straordinario di integrazione salariale per crisi aziendale, a favore di un numero massimo di 99 dipendenti impiegati presso il sito di Capua, della durata di sei mesi.

D'altro lato, la regione Campania, che pure aveva manifestato il proprio impegno a sostenere con specifiche azioni di politica attiva il percorso di risanamento dell'azienda, ha provveduto in data 20 luglio 2018 a convocare l'azienda medesima, senza tuttavia ricevere riscontro, e ha successivamente interrogato la stessa su quali azioni e/o attività formative fossero state attuate in conformità al piano industriale presentato al tavolo nazionale, non trovando anche in questo caso risposta.

Nel corso dell'ultimo incontro, tenutosi in data 12 giugno 2019 presso la competente Direzione della giunta regionale della Campania, il liquidatore di Oma Sud Spa in liquidazione, nel confermare la chiusura dello stabilimento di Capua e la risoluzione dei rapporti di lavoro in essere, ha fatto presente che non è pensabile il ricorso ad alcun ammortizzatore sociale, stante la totale assenza di risorse finanziarie utili a gestire le attività correnti, seppur minime. Dalle ultime notizie acquisite i soci avrebbero, pertanto, autorizzato il liquidatore a presentare domanda di concordato preventivo.

Riguardo al secondo quesito posto, come riferito dal Ministero dello sviluppo economico interpellato, la società Oma Sud Spa ha beneficiato di diversi finanziamenti, concessi ai sensi della legge n. 808 del 1985, negli anni tra il 2003 e il 2011, per progetti di ricerca applicati a diverse tipologie di velivolo, quali Skycar, Redbird e Survejor.

Dei finanziamenti riconosciuti, solo una parte è stata effettivamente erogata. La liquidazione dei finanziamenti è avvenuta per quote annuali, sulla base dei singoli stanziamenti di spesa sino al 2016, atteso che nel 2017 le erogazioni sono state sospese. Ciò è avvenuto perché, dall'esame dei bilanci depositati, in particolare di quello chiuso al 31 dicembre 2017, si è evidenziata una crisi sempre più grave, resa palese dalla consistenza delle perdite e dal patrimonio netto negativo. Come è noto, i finanziamenti percepiti devono essere restituiti dalle imprese, sia pure per quote annuali decorrenti dall'anno successivo al termine dell'ultima quota di erogazione, secondo quanto stabilito nei singoli decreti di concessione.

La società, interrogata nel corso degli anni sull'andamento delle vendite dei prodotti derivanti dalle attività di ricerca finanziate, non ha documentato alcuna vendita, né d'altro canto ha offerto garanzie sulla restituzione, inducendo il Ministero dello Sviluppo economico a sospendere l'erogazione delle quote residue di finanziamento ancora dovute, dal 2017 al 2023. Quanto sopra non può che chiarire il dubbio dell'interpellante in merito all'interesse del Governo sull'utilizzo dei fondi destinati alla società in oggetto. In ultimo, si dà atto che, a seguito della sospensione dei finanziamenti, l'Oma Sud ha depositato presso il tribunale di Roma il ricorso per decreto ingiuntivo, cui l'Amministrazione si è tempestivamente opposta.

Per mera completezza, si precisa inoltre che il tribunale di Roma ha respinto con ordinanza la richiesta di provvisoria esecutività del decreto ingiuntivo.

PRESIDENTE. Il deputato Giuseppe Buompane ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). La ringrazio, signor sottosegretario, per la risposta, della quale mi dichiaro soddisfatto. Come dicevo poc'anzi durante la mia illustrazione, i lavoratori della Oma Sud rappresentano un'assoluta eccellenza per il nostro territorio. Purtroppo, ha precisato e confermato che una gestione controversa, oserei dire non trasparente, da parte della proprietà, ha messo in ginocchio una realtà aziendale importantissima.

Ora le azioni e gli sforzi del Governo - che sono sicuro, riuscirà anche a fare piena luce su quest'uso dei fondi della legge n. 808 del 1985 - devono concentrarsi sui lavoratori. Infatti, risulta evidente che la situazione complessiva del territorio, già particolarmente aggravata da altre criticità, in mancanza di serie interlocuzioni e risposte concrete rischia di degenerare in una spirale di tensione, una tensione che è compito di tutte le forze responsabili, sociali, politiche ed istituzionali, evitare.

Per questo auspico, andando anche oltre la singola crisi aziendale e guardando anche in prospettiva a tutta la provincia di Caserta nel suo complesso, che il Ministero che lei rappresenta si faccia promotore di un tavolo specifico tecnico sulla situazione produttiva ed occupazionale della provincia di Caserta, mirando ad individuare le problematiche e le misure concrete per dare risposta alle attese di un territorio e dei propri lavoratori.

(Iniziative in ordine alle criticità della situazione presso il carcere di Teramo, con particolare riferimento alla carenza di personale di polizia penitenziaria e alle condizioni di sovraffollamento - n. 2-00016 e n. 3-00707)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Berardini n. 2-00016 e all'interrogazione Pezzopane n. 3-00707 (Vedi l'allegato A), che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente. Chiedo al deputato Fabio Berardini se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

FABIO BERARDINI (M5S). Presidente, colleghe e colleghi, membri del Governo, con la presente interpellanza intendo porre l'attenzione su una questione molto seria e gravosa, che riguarda la casa circondariale di Teramo, e in particolare sulla situazione dell'organico, della grave carenza di organico che interessa un po' tutte le case circondariali d'Abruzzo.

Intendo inoltre porre l'attenzione anche sul grave sovraffollamento che interessa questo istituto, che soffre di una grave peculiarità, in quanto su una pianta organica prevista di 216 unità noi ad oggi abbiamo una forza operativa rilevata al 26 luglio 2019 di 160 unità. Questo istituto ha poi una capienza di 255 detenuti, mentre ad oggi sono presenti ben 432 detenuti, con un sovraffollamento dei circa il 170 per cento. Inoltre questo istituto ha un'altra peculiarità, che riguarda il fatto che sono presenti all'interno ben quattro circuiti, tra cui detenuti che hanno necessità di cure di natura psichiatrica, e ci sono anche detenuti in regime di alta sicurezza. La forza operativa viene anche distratta con le varie traduzioni notturne e diurne che si rendono necessarie verso l'ospedale di Teramo, e che crea un ulteriore aggravio nella carenza di organico. In questo istituto si sono anche consumati ben 47 aggressioni e ben 11 tentativi di suicidio, che hanno avuto luogo nel corso dell'anno 2017.

Quindi, con la presente interpellanza, dopo la pesante situazione che ci è stata lasciata in eredità dai precedenti Esecutivi, intendiamo capire cosa intende fare il Governo e quale attenzione particolare possiamo riservare a questo istituto e a tutti gli istituti che si trovino in tali condizioni.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Giustizia, Jacopo Morrone, ha facoltà di rispondere.

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo in epigrafe l'onorevole interrogante, nel fare riferimento ad una serie di criticità relative alla casa circondariale di Teramo tra cui la mancanza di acqua calda, allagamenti, assenza di attività rieducative, illuminazione insufficiente, limitazione nei colloqui visivi, sovraffollamento della popolazione detentiva e scoperture di organico, chiede di sapere se il Ministro della Giustizia sia a conoscenza delle stesse e quali iniziative intende intraprendere per affrontarle; quali siano le iniziative che abbia previsto e programmato il Governo per affrontare in senso più ampio il diffuso problema del sovraffollamento carcerario; per assicurare il rispetto delle raccomandazioni della CEDU negli istituti penitenziari, particolarmente quelli in cui le violazioni dei criteri indicati sono palesi quanto rilevanti, come evidenziato purtroppo della situazione sopra richiamata; per garantire il pieno adempimento del dettato costituzionale in relazione agli istituti di pena al fine di assicurare il rispetto dei diritti umani fondamentali dei detenuti; quali iniziative di competenza intenda adottare per assicurare l'applicazione della normativa e il regolare funzionamento del sistema nel territorio della regione Abruzzo.

Va considerato in premessa che la casa circondariale di Teramo è stata caratterizzata, negli ultimi anni, da un processo di riorganizzazione che ha connotato la fisionomia dell'istituto per la presenza di una pluralità di circuiti detentivi.

L'elevata mobilità dei detenuti presenti, gli eterogenei livelli di pericolosità, i motivi di assegnazione in istituto dei detenuti del circuito di media sicurezza hanno determinato, nel tempo, la ristrutturazione e la razionalizzazione degli spazi, nonché la distinzione netta di zone riservate alle differenti esigenze e la conseguente diversificazione degli interventi.

In tale contesto, la gestione delle offerte trattamentali, culturali e ricreative in favore dei ristretti risente inevitabilmente, quanto fisiologicamente, della contemporanea presenza di una pluralità di circuiti penitenziari, per i quali si devono garantire e gestire i necessari divieti di incontro, per le ineluttabili, quanto intuibili, ragioni di sicurezza le quali impongono precauzionalmente l'utilizzo dei locali e degli spazi dedicati, secondo regole di turnazione.

Nondimeno, pur nell'ottica del necessario contemperamento con tali esigenze, l'offerta trattamentale per i detenuti ristretti in regime di alta sicurezza consta comunque di una significativa serie di attività quali corsi scolastici di base, i corsi del biennio di scuola secondaria superiore, collegato con il CPIA, l'assistenza durante il percorso di studi universitari, contatti periodici con i docenti dell'Istituto musicale “Braga”, corsi di teatro e canto della durata di 30 ore, il progetto “Tutti a scuola” rivolto ai detenuti di alta sicurezza interessati a sostenere gli esami come privatisti per la scuola secondaria di secondo grado, visioni di film con incontri mensili, incontri di preghiera di gruppo, colloqui settimanali con i ministri di culto, accesso alla palestra e al campo sportivo a turnazione con gli altri circuiti, un servizio di assistenza materiale e morale, in mancanza di riferimenti affettivi e familiari sul territorio teramano.

Va, altresì, rammentato che sono appena terminati i lavori di ristrutturazione e adeguamento, con sistemi di sicurezza e controllo a distanza, che hanno consentito il recupero di cinque stanze (laboratori) che saranno destinate, appena possibile, allo svolgimento delle varie attività culturali e artistiche; mentre è in fase conclusiva un progetto finanziato dalla Cassa delle ammende che ha visto impegnati diversi detenuti nelle attività di manutenzione della sezione femminile e degli spazi detentivi scolastici e ricreativi a disposizione della popolazione detenuta.

Per quanto attiene all'attività lavorativa, va sottolineato il finanziamento di euro 40.000 per l'esercizio 2019 per la coltivazione del tenimento agricolo che si sta recuperando dalla lavorazione dei terreni incolti adiacenti all'istituto.

Sul piano dei disagi e delle criticità strutturali, va innanzitutto detto che l'erogazione dell'acqua calda viene regolarmente assicurata nei locali docce e barberie presenti in ogni sezione detentiva maschile e da sempre è garantita in ogni camera di pernottamento del reparto femminile.

Per quanto riguarda le stanze del reparto maschile, l'approvvigionamento di acqua calda al loro interno per ogni esigenza è garantita attraverso il prelievo dai locali docce e barberia mediante appositi recipienti in dotazione ai detenuti.

Per quanto attiene al disagio prodotto dall'infiltrazione di acqua piovana, occorre rimarcare che in data 13 giugno 2019 il competente provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria per il Lazio, l'Abruzzo e il Molise ha autorizzato l'esecuzione degli interventi volti a eliminare le infiltrazioni di acqua piovana per una spesa complessiva di euro 38.000 più IVA.

Va altresì dato atto che il suddetto provveditorato, proprio al fine di garantire svariati interventi di manutenzione presso l'istituto in argomento, nel corso del tempo ha erogato cospicui finanziamenti che, per quanto attiene al recente passato, risultano corrispondere a 201.017,06 euro nel 2017 e 136.351,74 nel 2018.

Inoltre, sono attualmente in corso interventi di risanamento del muro di cinta e di realizzazione dell'impianto di antiscavalcamento e di automazione dei cancelli nelle camere di pernottamento, per un importo di euro un milione stanziato nel 2018, mentre si è in attesa di conoscere la destinazione che la direzione dell'istituto intende imprimere agli ulteriori fondi stanziati nell'anno in corso.

Non si registrano criticità con riferimento al riscaldamento e all'illuminazione. I riscaldamenti, infatti, conformemente alle normative vigenti, sono in funzione per dodici ore giornaliere nel periodo temporale che va dal 1° novembre al 15 aprile, salvo deroghe disposte dall'autorità comunale. Le ore di accensione degli stessi sono distribuite nell'arco orario giornaliero dalle ore 7 alle ore 23,30, contemperando anche le altre necessità di produzione del vapore per l'alimentazione degli impianti cucina, lavanderia ed erogazione acqua calda.

Tutte le camere detentive sono dotate di illuminazione a neon e di una luce notturna.

Per quanto attiene al profilo relativo al sovraffollamento, detto che alla data del 7 maggio 2019 si registra un tasso di affollamento pari a 173,58 per cento, occorre anzitutto evidenziare che per arginare la situazione dal 1° gennaio al 2 maggio di quest'anno si è dato corso a 8 trasferimenti a finalità deflattiva verso altri istituti e che il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, anche tenuto conto del parallelo flusso in entrata, con nota dell'8 maggio scorso, ha attivato la competente direzione generale detenuti e trattamento all'adozione di immediati interventi correttivi.

In secondo luogo, va comunque precisato che, malgrado l'elevato indice di sovraffollamento, nessun detenuto risulta allocato in uno spazio inferiore a 3 metri quadri, non registrandosi pertanto alcuna violazione dei parametri minimi di vivibilità stabiliti della CEDU. Infatti, le organizzazioni sovranazionali e la giurisprudenza comunitaria identificano in 3 metri quadri la soglia minima al di sotto della quale possa configurarsi trattamento inumano e degradante.

A ciò va aggiunto che quasi tutti gli altri Paesi europei sono parametrati su dati dimensionali ben più bassi di quelli italiani.

Ciò nondimeno, l'attuale formazione governativa intende affrontare la questione in maniera incisiva ed efficace mediante un rilancio dell'edilizia penitenziaria, teso ad innalzare gli standard qualitativi e quantitativi della capienza detentiva, nella profonda convinzione che sia questa la direzione da perseguire in luogo della comoda scorciatoia dei provvedimenti svuota-carceri attraverso cui si rimettono in libertà soggetti che non hanno intrapreso o completato un serio percorso educativo a cui la pena deve tendere, a mente dell'articolo 27 della Costituzione.

A tal riguardo, va debitamente rimarcato il significativo stanziamento di risorse economiche per l'anno in corso, pari a 13 milioni di euro per gli investimenti, e a 23,6 milioni di euro per manutenzione ordinaria e riparazioni.

Particolare rilevanza, in tale direzione, assume altresì il cosiddetto decreto semplificazione ossia il decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito con modificazioni della legge dell'11 febbraio 2019, n. 12 che, ferme restando le competenze del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ha attribuito al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria una serie di mirate prerogative quali l'effettuazione di progetti e perizie per la ristrutturazione e la manutenzione, anche straordinaria, degli immobili in uso governativo, nonché per la realizzazione di nuove strutture carcerarie; la gestione delle relative procedure di affidamento e di formazione ed esecuzione dei contratti; la possibilità di individuare immobili nella disponibilità dello Stato o di enti pubblici territoriali e non territoriali, al fine della loro valorizzazione per la realizzazione di strutture carcerarie.

Sulla scia del nuovo corso inaugurato da tale provvedimento, in proficua collaborazione con l'Agenzia del demanio e il Ministero della Difesa, è stato avviato un piano per l'acquisizione e riconversione in istituti penitenziari di una serie di complessi ex-militari, caratterizzati da una configurazione di tipo modulare.

Si tratta di una soluzione operativa che offre all'amministrazione penitenziaria l'opportunità di implementare il patrimonio immobiliare concesso in uso governativo, favorendo la possibilità di attivare - in tempi più brevi di quelli necessari all'individuazione e acquisizione di suoli privati e costruzioni ex novo - strutture in grado di poter assicurare efficienza ed economicità sotto il profilo degli investimenti e delle gestioni, nonché efficacia rispetto alla missione istituzionale.

L'innesco di questo percorso virtuoso ha già dato i suoi frutti alcuni giorni fa con la sottoscrizione del Protocollo d'intesa con il Ministro della Difesa, per la riconversione in struttura penitenziaria della caserma Cesare Battisti, adiacente all'area delle ex acciaierie di Bagnoli.

Per quanto attiene alla dotazione organica della casa circondariale di Teramo, risultano effettivamente in servizio 155 unità, rispetto ad una previsione organica di 216 unità. Le maggiori scoperture si registrano nel ruolo dei sovrintendenti e degli ispettori, mentre più contenute appaiono quelle nel ruolo degli agenti/assistenti. A tal proposito, occorre preliminarmente dare atto dei recenti correttivi avvenuti mediante l'assegnazione a tale istituto di 14 unità, a seguito delle procedure di mobilità ordinaria, conclusesi nel settembre 2018, e l'assegnazione di una ulteriore unità a seguito dell'immissione in ruolo dei 971 neo-viceispettori, vincitori del concorso interno il cui corso di formazione si è da poco concluso.

In secondo luogo, giova doverosamente rimarcare le politiche assunzionali perseguite dall'attuale formazione governativa, in quanto, con la legge di bilancio per il 2019, al fine di incrementare l'efficienza degli istituti penitenziari, nonché per indifferibili necessità di prevenzione e contrasto della diffusione dell'ideologia di matrice terroristica in ambito carcerario, è stata pianificata l'assunzione di 1.300 unità del Corpo di polizia penitenziaria nell'anno 2019 e di 577 unità nel periodo 2020-2023, con uno stanziamento di maggiori risorse per 71,5 milioni di euro per il triennio 2019-2021.

In aderenza alla normativa vigente, nella Gazzetta Ufficiale, IV serie speciale, n. 18, del 5 marzo 2019, è stato pubblicato un bando di concorso per complessive 754 unità, i cui vincitori saranno auspicabilmente assunti entro la fine del corrente anno.

Si tratta, all'evidenza, di una serie di correttivi che consentiranno di affrontare incisivamente il problema della scopertura degli organici di polizia penitenziaria presso le strutture carcerarie del territorio, tra le quali saranno debitamente valutate anche le esigenze della casa circondariale di Teramo.

Di contro, non si ravvisa alcuna criticità per quanto attiene al Comparto funzioni centrali, rispetto a cui, per vero, si registra un sovrannumero, essendo effettivamente presenti in servizio presso tale istituto 23 unità sulle 21 unità previste in pianta organica.

Alcuna problematicità di rilievo, da ultimo, è riscontrabile nemmeno con riferimento ai colloqui,

Premesso che, presso la casa circondariale di Teramo, il diritto al colloquio viene garantito secondo quanto previsto dalla normativa vigente e, in particolare, nei limiti di cui all'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, per quanto qui di interesse occorre evidenziare che, al fine di agevolare lo svolgimento, è stato attivato un servizio di prenotazione diretta telefonica per il circuito Alta Sicurezza e, in generale, per i colloqui che si svolgono nei giorni festivi, mentre per i familiari che provengono dalle regioni più lontane viene consentito lo svolgimento di colloqui prolungati.

In concreto, vengono accettate prenotazioni per due-tre ore di colloqui e, quando sussiste la possibilità materiale, viene consentito lo svolgimento del colloquio anche oltre la prenotazione effettuata, fino ad un massimo di 4 ore; e ciò, anche attraverso un prolungamento dell'orario ordinario di servizio degli addetti alla sala colloqui.

Al fine di incrementare il livello qualitativo del servizio, peraltro, è allo studio anche una modifica strutturale delle aree dei colloqui visivi, così da garantire e rinsaldare il mantenimento delle relazioni tra detenuti e familiari, oltre a migliorare le condizioni lavorative del personale di polizia penitenziaria.

PRESIDENTE. Il deputato Fabio Berardini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

FABIO BERARDINI (M5S). Grazie, Presidente. Io ringrazio il sottosegretario e mi ritengo soddisfatto. Tuttavia, dopo questo incremento e dopo gli interventi del Governo, che sicuramente sono stati apprezzati dal personale di polizia penitenziaria, in particolare dal personale della casa circondariale di Teramo, noi avremo ancora 48 persone mancanti all'interno dell'organico. E ringrazio anche per la particolare attenzione che si riserverà alla casa circondariale di Teramo, proprio per le peculiarità che ho descritto appunto nell'illustrazione dell'interpellanza.

Inoltre, auspico che il Governo intervenga in maniera decisiva proprio sul discorso del sovraffollamento, in quanto con un sovraffollamento attuale, del 170 per cento, ovviamente, rimane molto e molto difficoltoso evitare l'interferenza tra i quattro circuiti penitenziari. E quindi, ecco, auspico un aiuto concreto alle nostre Forze dell'ordine, in particolare alle Forze di polizia penitenziaria, che ringrazio per il lavoro che svolgono quotidianamente nei nostri territori.

PRESIDENTE. La deputata Pezzopane ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, io non sono affatto soddisfatta dalla sua risposta, anzi, la trovo davvero superficiale. Non so quale funzionario, quale dirigente, chi abbia scritto quelle notizie che lei, oggi, ha riportato qui, in Aula.

Temo che ci sia molto da lavorare per gli avvocati dei detenuti della casa circondariale di Teramo su questa risposta, perché ci sono delle omissioni, ci sono delle cose - che ho constatato con i miei occhi - che vanno in direzione ben diversa da quella che lei ha descritto. La invito a recarsi nella casa circondariale di Teramo, la invito a farlo con il Ministro della Giustizia, la invito a girare le stanze dove lei dice che i 3 metri sono sufficienti: vada a vedere, vada a vedere come vivono, vada a vedere i servizi igienici, vada a vedere che i servizi igienici convivono con luoghi dove cucinano e mangiano, vada a vedere le docce, vada a vedere gli spazi dove possono avere il loro spazio di ora d'aria, vada a vedere, glielo suggerisco, è un'esperienza umana molto importante per chi, poi, come lei, deve affrontare e risolvere questi problemi.

Sono insoddisfatta, perché non si va sul punto della violazione dei diritti. Peraltro, nella mia interrogazione, ricordavo che il tribunale civile de L'Aquila ha accertato che ci sono delle violazioni e ha anche indicato la prescrizione del risarcimento ai detenuti. Quindi, ci sono dei problemi seri, che non vanno sottovalutati. Così come non vanno sottovalutati i problemi degli addetti, degli agenti di polizia penitenziaria.

Nel precedente Governo anche noi abbiamo fatto delle importanti iniziative per le assunzioni, ma sono insufficienti, e sulla casa circondariale di Teramo c'è un'emergenza: un'emergenza dei diritti e un'emergenza del personale, seria, che io le sollecito. Teramo è la città di Marco Pannella, è una città dove è alta, fortunatamente, l'asticella della consapevolezza dei diritti. Non è la città di Hannibal the Cannibal, questo è il Paese di Cesare Beccaria, non è il Paese dove i diritti non hanno valore ed importanza.

Quindi, la invito, dopo essermi dichiarata insoddisfatta, ad andare a verificare quelle notizie che lei oggi ha letto, di verificarle puntualmente. I detenuti, in quella casa circondariale, non riescono a fare i colloqui. Io sono andata lì e ho chiesto, davanti al direttore del carcere: perché non fate fare i colloqui? E mi hanno risposto, in maniera tranquilla: non c'è il personale, non ce la facciamo. Vada a porre la stessa domanda che ho fatto io, veda un po' cosa le rispondono. Ma le pare normale che non si possano fare i colloqui con i familiari e con il proprio avvocato difensore? Ma in che Paese stiamo finendo? Capisco che - essendo alleati di Governo con la Lega e con il Vicepremier Salvini che alliscia, ogni giorno di più, la possibilità di un ricorso alla pena di morte - siate cedevoli. Però, state attenti quando rispondete alle interrogazioni, perché io oggi sono francamente allibita. Non so cosa dire. L'unica cosa positiva è che c'è stato un intervento sulle infiltrazioni di acqua. L'interrogazione è di aprile, tutto questo tempo per non far nulla, non è cambiato nulla.

Io, quindi, sono insoddisfatta, continuerò a combattere per i diritti del personale e per i diritti dei detenuti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 12,20, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Dieni, Grande, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14,20.

La seduta, sospesa alle 14,02, è ripresa alle 14,20.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente - e spererei anche in un po' di attenzione da parte dell'Aula -, questo mio intervento vuole accendere i riflettori, credo, su una pagina vergognosa che appartiene a tanti uomini e donne che non soltanto fanno parte della maggioranza ma anche di alcune forze di opposizione, a seguito di un attacco violento a Giorgia Meloni, la quale, certamente, da unica leader donna, ha dimostrato di non volere nessuna forma di solidarietà o di ipocrita benevolenza rispetto a una frase che incita e soprattutto che parla di una bambina, la figlia della nostra presidente Meloni, con riferimento al fatto che un giorno potrà rimpiangere di non essere stata a Bibbiano.

Mi sarei attesa - ovviamente, da donna impegnata in politica e da tanti anni nelle istituzioni - che soprattutto da quella parte, da quella fascia di donne che hanno sempre millantato la parità piuttosto che la vicinanza delle donne alle donne, ci fosse un coro di protesta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e soprattutto che in qualche modo questo Parlamento si distinguesse per una presa di distanza dall'utilizzo violento dei social da parte dei tanti parlamentari che continuano a fomentare e a commentare.

Mi veniva in mente che tanti anni fa ci fu un convegno promosso da queste famose donne che parlavano della grande parità - soprattutto rispetto a una donna che ha dimostrato la parità, come Giorgia Meloni, di guadagnarsela sul campo, senza sconti e senza regalie da parte di nessuno - e il titolo era: “Ragazze, vi racconto la nostra storia. L'unica rivoluzione senza né odio né sangue”; pensare a questa pagina buia e a queste ombre che continuano, in qualche modo, ad andare e a circolare penso che forse di questo titolo a questa politica rimane solo esclusivamente la parola “odio”, cioè abbattere l'avversario, capace e soprattutto donna, attraverso questa violenza dei social che andrebbe censurata come il peggior ciarpame della storia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Naturalmente la Presidenza si associa alla solidarietà contro qualsiasi offesa sia stata espressa alla collega Meloni o alla sua famiglia (Applausi).

In morte dell'onorevole Cesare Rizzi.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Cesare Rizzi, già membro della Camera dei deputati nella XIII e XIV legislatura.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1383 - Conversione in legge del decreto-legge 2 luglio 2019, n. 61, recante misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica (Approvato dal Senato) (A.C. 2000).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2000: Conversione in legge del decreto-legge 2 luglio 2019, n. 61, recante misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica.

Ricordo che nella seduta del 29 luglio 2019 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 2000)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

La I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento, l'articolo aggiuntivo 1.01 Marattin, già dichiarato inammissibile in sede referente, che prevede l'incremento del contributo straordinario in favore dei comuni che danno luogo a procedure di fusione.

Nessun altro chiedendo di parlare sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO ZENNARO, Relatore. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda il parere della Commissione sul complesso degli emendamenti questo è invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e delle finanze. Parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

A colleghi che stanno ancora entrando ricordo che la Camera è stata convocata cinque minuti fa.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Lollobrigida.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Lollobrigida.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). (All'ingresso in Aula del deputato Barelli applausi). Non confondiamo, l'onorevole Barelli, che non sta votando, erano giusti gli applausi; peraltro sono certo che tutta l'Aula si unisce alla soddisfazione per i successi italiani nel nuoto, che sono arrivati in questi giorni (Applausi).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Lollobrigida.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione ).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.5 Marattin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Signor Presidente, con questo emendamento, che è analogo poi all'1.1, che non ho fatto in tempo a illustrare. Questo decreto, come sappiamo, ha l'unico scopo di destinare i risparmi delle due misure-bandiera di questo Governo, cioè “quota 100” e reddito di cittadinanza, al miglioramento dei saldi di finanza pubblica per l'anno 2019.

Con questo emendamento noi ci chiediamo come mai la stessa cosa non venga disposta per l'anno 2020 e in particolare, con questo emendamento, come mai non vengano destinati quei risparmi, che per il 2020 sono anche più consistenti rispetto al 2019, alla vera emergenza economico-finanziaria della legge di bilancio 2020, cioè i 23,1 miliardi di aumenti IVA e di altre imposte indirette, che sono previsti a legislazione vigente, cioè se è vero - come è vero - che anche sul 2020 le due misure producono dei risparmi, delle economie di spesa, a riprova anche del fatto che probabilmente non sono state disegnate nel modo ottimale, ci chiediamo perché queste economie, che probabilmente nel 2020 ammonteranno a una cifra vicina ai 3 miliardi, non vengano destinate, dicevamo nell'emendamento 1.1, al miglioramento dei saldi, qui diciamo, nell'emendamento 1.5, a concorrere a sterilizzare e ad evitare gli aumenti dell'IVA, così come viene fatto sul 2019.

La verità è che questo Governo sul 2020 non sembra avere le idee ancora chiare. Noi non sappiamo quale sarà il tendenziale del deficit-PIL 2020; non ci è stato comunicato dal Governo, ci è stato detto che lo vedremo in Nota di aggiornamento al DEF, però l'impressione - noi sappiamo che è sul tendenziale che si va a fare la manovra del quadro programmatico della legge di bilancio - è che il quadro di finanza pubblica sia pericolante, stretto tra troppe promesse che non si sono in grado di mantenere e tante ombre sul futuro andamento di alcune variabili fondamentali. Quindi, noi con questo emendamento cerchiamo di mettere un punto fermo, cioè i risparmi derivanti dalle due misure-bandiera vadano a evitare l'aumento di tasse, a cui a volte ci si riferisce erroneamente con il termine “clausole di salvaguardia”. Io vorrei ricordare, concludendo, che in realtà l'aumento dell'IVA non è una clausola di salvaguardia, è prevista nei tendenziali di finanza pubblica, cioè è un aumento di tassazione differito ovviamente al prossimo esercizio finanziario, che scatterà in assenza di un provvedimento che copra per ammontare equivalente. Noi ci proponiamo, con questo emendamento, in maniera prudente, di destinare i risparmi di reddito di cittadinanza e “quota 100” a concorrere ad evitare quello che sarebbe un male per l'economia italiana, vale a dire l'incremento di un'imposta regressiva, come sappiamo essere l'IVA, e in generale della pressione fiscale italiana, che già è in aumento di per sé. Evitiamo di contribuire a farlo aumentare ancora.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Lollobrigida, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 Marattin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Presidente, molto velocemente, solo per buttare un fascio di luce su questa pratica pericolosa a cui la maggioranza sembra essere affezionata, nel senso che nella legge di bilancio 2019 si sono congelati 2 miliardi di spesa, dicendo: “Poi guardiamo durante l'anno se scongelarli, oppure, se siamo nei guai, e ci tocca tagliarli” e infatti di questi 2 miliardi poco più di un miliardo e mezzo effettivamente sono stati tagliati. Adesso, non contenti, lo si rifà e si dice: ho un miliardo e mezzo di risparmi da reddito di cittadinanza e “quota 100”, ma siccome non sono sicurissimo al 100 per cento, perché magari c'è un boom di domande nell'ultimo giorno, per dare sicurezza all'Europa - perché ricordiamoci che questa manovra correttiva, perché di manovra correttiva si tratta, mentre per mesi ci è stato detto che non sarebbe mai stata fatta -, per rassicurare l'Europa sul fatto che un miliardo e mezzo di economie alla fine si realizzano, si congelano un miliardo e mezzo di accantonamenti negli stati di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze.

Allora, io vorrei semplicemente dire che non è un buon modo di programmare la gestione economica e finanziaria, ogni volta che si fa un intervento correttivo sui conti o un intervento di programmazione, quale è la legge di bilancio, dire che c'è un pezzo di spesa pubblica che sta lì appeso e poi guardo se scongelarlo o no. Non è un buon modo di procedere perché non si crea una certezza negli stanziamenti, non si crea una certezza sullo stato reale dei conti pubblici. È la seconda volta che lo fate e vorremmo che non ce ne fosse una terza, perché di confusione già ce ne è abbastanza nella finanza pubblica di questo Paese, la maggior parte della quale l'avete portata voi; cercate di non aumentarla ancora con questi espedienti che sono contabilmente giusti, ma che alla fine minano quel clima di certezza e di stabilità che dovrebbe governare la nostra finanza pubblica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.10 Marattin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Grazie Presidente, di nuovo l'emendamento vuole porre il punto fermo sul rispetto dei saldi di finanza pubblica, ma l'occasione mi è propizia per riprendere quello che stavo dicendo poco fa e ricordare ai colleghi e a me stesso che stiamo discutendo - e probabilmente fra poco approveremo - una manovra correttiva. Se questa non fosse una manovra correttiva, le necessità che conseguono alla normale gestione economico-finanziaria sarebbero state ricomprese nel disegno di legge di assestamento che questa Camera discuterà dopo la pausa estiva e avrebbe avuto un'entità forse minore di quella che avrà, perché anch'esso ha un'entità misurabile in qualche miliardo, e non certo in fisiologiche centinaia di milioni di euro. Invece, il Governo ha ritenuto opportuno fare un decreto-legge, in aggiunta all'assestamento, per una correzione complessiva di circa mezzo punto di PIL e in tutte le salse è stato detto che è per rispondere alle richieste dell'Unione europea, questo dopo mesi e mesi in cui erano state dette due cose; primo: ce ne freghiamo delle richieste dell'Unione europea; secondo: non faremo mai una manovra correttiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Siamo qua a fare una manovra correttiva perché ce l'ha chiesto l'Unione europea. Non siete contenti, voi difensori dell'austerità, che facciamo una manovra correttiva per ridurre i deficit di finanza pubblica? No, non siamo contenti, perché non è che voi potete fare i guai e poi, quando adottate le soluzioni che vi abbiamo suggerito, festeggiare insieme a noi. Se voi aveste seguito i suggerimenti che vi avevamo dato nella legge di bilancio 2019 non ci sarebbe stato quel peggioramento delle condizioni macroeconomiche che, ricordiamolo, è solo italiano in queste dimensioni; il divario con la crescita dell'area euro, durante i Governi del centrosinistra si è ridotto dal 60 al 30 per cento, quest'anno il divario di crescita con l'area euro dell'Italia è del 92 per cento: fatta 100 la crescita dell'area euro, noi cresceremo 8. Se non ci fosse stato questo peggioramento specifico delle condizioni italiane, creato anche dai vostri errori in legge di bilancio, non ci sarebbe stato bisogno di questa legge di bilancio e noi, adesso, avremmo potuto destinare 7,6 miliardi, o parte di essi, a misure utili a far tornare la crescita in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

La storia non è un punto alla volta, dobbiamo guardare, specialmente nel racconto di politica economica, al sentiero da dove veniamo e dove vogliamo andare. Noi veniamo da errori forti di politica economica, veniamo da miliardi già bruciati con lo spread, perché vorrei ricordare ai colleghi che il fatto che adesso lo spread sia sotto quota 200, che è certamente una notizia positiva, non implica che gli aumenti dei mesi scorsi non si siano già trasmessi alla struttura del nostro debito pubblico, bastano sei mesi di spread molto alto per portarci dietro per anni un maggior costo degli interessi del debito, man mano che il maggior costo si trasmette lungo la struttura a termine dei tassi di interesse sul nostro debito pubblico. Noi abbiamo già sprecato 4 miliardi di euro nel 2019 che avremmo potuto spendere altrimenti, se non ci fosse stata la fiammata dello spread dei mesi scorsi e non è che una volta che lo spread scende, saluti e torniamo al punto di prima, perché non è così che funzionano l'andamento del debito pubblico e l'andamento della nostra economia.

Quindi, noi dobbiamo guardare da dove siamo arrivati; se non ci fossero stati gli errori che noi in legge di bilancio vi abbiamo ripetutamente detto di non fare, non sarebbero peggiorate le condizioni di finanza pubblica e le condizioni di crescita e non ci sarebbe stato bisogno di intervenire sui saldi in questa maniera; i maggiori introiti della fatturazione elettronica, misura che introducemmo noi, con i lanci di pietre, metaforiche, mentre la introducevano, quei miliardi in più sarebbero potuti andare a ridurre le tasse sui commercialisti, sui professionisti e su coloro che dall'introduzione della fatturazione elettronica hanno avuto un iniziale periodo di transizione; potevano essere compensati, riducendo le tasse, invece stiamo usando quei soldi per ridurre il deficit, perché ve l'ha chiesto l'Europa, facendo una manovra correttiva dopo mesi in cui ci dicevate che l'Europa può dire quello che vuole, tanto nessuno l'ha eletta e possiamo fare quello che vogliamo. Come vedete, alla fine, in finanza pubblica e, in generale, nella vita politica e non solo, c'è differenza fra fare slogan e chiacchiere e governare effettivamente un grande Paese come, nonostante tutto, questo continua ad essere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Gelmini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Gelmini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.100 Fatuzzo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, quanti secondi ho?

PRESIDENTE. Molti, ha cinque minuti, come gli altri, onorevole Fatuzzo.

CARLO FATUZZO (FI). Nessuno si domanda perché è avanzato questo miliardo e mezzo circa; è avanzato, per la maggior parte, dal provvedimento “quota 100” e dal provvedimento “pensione di cittadinanza”. Non voglio dire: l'avevo previsto; non voglio dire che avevo presentato anche degli emendamenti, non da solo, ma anche con altri, sia del gruppo di Forza Italia sia degli altri gruppi di opposizione, PD e altri, anche Fratelli d'Italia e anche Liberi e Uguali, che chiedevano che, se ci fossero stati degli avanzi, se cioè non fossero stati spesi tutti i fondi destinati soprattutto ai pensionati e al reddito di cittadinanza - ma avevamo previsto che la “pensione di cittadinanza” sarebbe stata un fiasco clamoroso, così come è avvenuto -, questi venissero destinati sempre ai pensionati o a coloro che ne erano destinatari in quanto nullatenenti. Non solo l'Istituto nazionale della previdenza sociale non ha fornito al Ministro i dati corretti per calcolare la spesa, o forse li ha forniti, ma sono stati posti tanti requisiti necessari per ottenere questi benefici che, alla fine, non sono andati che a una minima, minima parte dei pensionati che li attendevano, dei cittadini che attendevano un sussidio.

Soprattutto - ed è per questo che c'è questo emendamento -, gli invalidi al 100 per cento, nonostante il reddito di cittadinanza, nonostante le tante promesse, sono fermi all'aumento che è stato loro concesso, da 290 euro al mese - irricevibile, una vergogna per tutti noi, tutti, me compreso -, attuato dal Governo Berlusconi nel 2002, con la legge di bilancio 2002, che ha previsto che all'età di 60 anni gli invalidi civili al 100 per cento senza altri redditi avessero l'aumento da 290 a 650 euro al mese. È per questo che io insisto che questi fondi, che sono serviti a evitare la procedura di infrazione - come al solito, i pensionati tengono sulle spalle il bilancio dello Stato -, tornassero ai pensionati meno fortunati, giovani o anziani, inabili al 100 per cento, che abbiano almeno un anno prima, cioè quest'anno, nel 2019, anziché a 60 anni di età, a 59 anni di età questo aumento - chiamiamola pensione - da 290 euro al mese a 650 euro al mese. Sempre fondi dei pensionati.

Mi auguro che i colleghi si rendano conto che sarebbe più corretto, più giusto, e qualcosa che farebbe non solo felici gli inabili, che vedrebbero un anno prima questo miglioramento, ma soprattutto tutti noi, che avremmo finalmente cominciato a migliorare una situazione impossibile, come quella di chi, totalmente inabile al lavoro, al 100 per cento, con o senza accompagnamento - ripeto: con o senza accompagnamento -, possano avere almeno questi 650 euro al mese, che, ripeto, sono stati previsti da Forza Italia, da Berlusconi, nel bilancio del 2002, ma poi, dal 2002 al 2019, nulla si è fatto per migliorare la situazione di coloro che hanno meno di 60 anni di età.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Fatuzzo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ricordo che l'articolo aggiuntivo 1.01 Marattin era inammissibile.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2000)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che è distribuzione la nuova formulazione dell'ordine del giorno n. 9/2000/4 Ruggiero (Vedi l'allegato A). Colleghi, chiederei maggior silenzio all'Aula. Colleghi, chiederei maggior silenzio all'Aula.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento, i seguenti ordini del giorno: n. 9/2000/1 Capitanio, che prevede sanzioni volte a ridurre l'attrattività per le organizzazioni criminali nel commercio illegale del tabacco; n. 9/2000/4 Ruggiero (Nuova formulazione), che prevede l'istituzione, nell'ambito del “cassetto fiscale” di ciascun contribuente, di un conto per la contabilizzazione dei flussi in entrata e in uscita generati da debiti o crediti fiscali; n. 9/2000/5 Marattin, volto a incrementare le risorse previste per i comuni risultanti da fusioni, analogo all'articolo aggiuntivo 1.01 Marattin, già dichiarato inammissibile; n. 9/2000/6 De Menech, che prevede ulteriori stanziamenti per le Olimpiadi invernali 2026; n. 9/2000/7 Carnevali, volto a confermare l'incremento per il Fondo sanitario nazionale per il triennio 2019-2021 e a prevedere un Piano nazionale di interventi a sostegno della natalità e della genitorialità.

LUIGI MARATTIN (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Presidente, rispetto alla decisione sull'inammissibilità dell'ordine del giorno n. 9/2000/5, firmato da me e tanti altri colleghi del gruppo, sulle fusioni di comuni, sono un po' perplesso; in primo luogo, perché un ordine del giorno analogo è stato approvato in Senato. Certo, il Senato è un'altra Camera, e non tutto quello che viene fatto lì ha per forza rilevanza per noi, però il decreto è lo stesso, mi chiedo perché l'attinenza di quest'ordine del giorno, di questa tematica, in una Camera sia stata giudicata fattiva, nell'altra no.

In secondo luogo, e concludo, su questo tema chiedo se è possibile per una volta almeno ragionare senza bandierine di partito, perché è un tema cruciale. Ci sono centinaia di comuni, a cui sono state tolte risorse a metà anno, quindi a bilanci preventivi già approvati, e che si trovano in una situazione molto complicata. Questo perché, da una parte della maggioranza, c'è un ideologica preclusione verso le fusioni. Io non sono favorevole a questa preclusione verso le fusioni, ma vi dico solo una cosa: se non vi piacciono gli incentivi alle fusioni, toglieteli dal 2020 in poi, ma non c'è alcuna ragione per andare a togliere soldi a comuni che si sono fusi su mandato popolare e che su quei soldi hanno fatto conto nel proporre ai cittadini la fusione.

PRESIDENTE. Onorevole Marattin, provo a risponderle sull'ammissibilità, la seconda parte era considerata se fosse cambiato il giudizio sull'inammissibilità, ma l'inammissibilità non cambia, perché - non deve essere noto, ma è così - i criteri di ammissibilità tra Camera e Senato sono molto diversi, valgono per gli emendamenti e valgono anche per gli ordini del giorno e, in particolare, questo decreto ha un oggetto molto circoscritto.

C'era una richiesta analoga credo, da parte dell'onorevole Carnevali. Sull'ammissibilità, la prego, e non sul merito, come dirò anche all'onorevole De Menech. Prego, onorevole.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Francamente stupisce, e sono incomprensibili le ragioni dell'inammissibilità, perché noi stiamo parlando, con questo “salva saldi” di un provvedimento che accantona, di fatto, 8 miliardi, e noi ci preoccupiamo di quello che potrà essere in futuro. Al di là delle raccomandazioni e delle rassicurazioni che il Ministro Tria può aver dato, non si capisce perché se qualcuno, in un ordine del giorno, chiede garanzie su queste rassicurazioni, venga stabilito che questi sono inammissibili.

Faccio riferimento - e chiudo - in particolare alla questione del Fondo sanitario, che mi sembra francamente abbia un interesse collettivo particolarmente sentito. Peraltro, abbiamo anche dei provvedimenti per quel che riguarda, invece, gli interventi anche di natura fiscale - perché parliamo anche di questo - in merito agli interventi sulla famiglia: non si capisce perché sia stato ritenuto inammissibile, e quindi ci piacerebbe conoscerne le ragioni. Presumo che lei mi dirà molto probabilmente che devo rivolgermi al Presidente Fico.

PRESIDENTE. Questo non lo direi mai. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Menech. Ne ha facoltà, e dopo risponderò ad entrambi.

ROGER DE MENECH (PD). Presidente, contesto anch'io il fatto che non sia stato ammesso alla discussione quest'ordine del giorno, semplicemente perché proprio pochi giorni fa tutto il Governo ha festeggiato l'ultima delibera del CIPE che ha sbloccato i fondi messi subito a disposizione e ha reso concreti i fondi che noi avevamo stanziato nel Governo precedente proprio a valere sui Mondiali di sci. E, quindi, credo che sia di strettissima attualità il fatto che questo Governo, in un momento in cui registra e mette a bilancio ingenti risorse per rispondere all'Europa, possa invece rispondere immediatamente all'esigenza di organizzare le Olimpiadi. Quindi, credo che l'inammissibilità sia assolutamente fuori luogo. Anzi, un Governo pronto ed efficace a rispondere alle esigenze dei cittadini e a una grande manifestazione dovrebbe cogliere l'occasione per approvare questo ordine del giorno, e soprattutto stanziare le risorse, come noi abbiamo fatto, nei passati Governi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole De Menech, non entro nel merito della scelta, ma ammissibilità e attualità, insomma, sono due concetti che non sono sinonimi per il Regolamento della Camera. Per quanto attiene anche all'osservazione dell'onorevole Carnevali, ribadisco che l'oggetto del decreto era molto circoscritto e la Presidenza ha ritenuto di circoscrivere di conseguenza, come ha fatto per gli emendamenti, anche l'ammissibilità degli ordini del giorno. Restano gli ordini del giorno n. 9/2000/2 Gelmini e n. 9/2000/3 Mandelli, su cui chiederei al Governo di comunicarci il parere.

LAURA CASTELLI, Vice Ministra dell'Economia e le finanze. Presidente, sono entrambi accolti come raccomandazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2000/2 Gelmini è accolto come raccomandazione: va bene? Sì. L'ordine del giorno n. 9/2000/3 Mandelli è accolto come raccomandazione: va bene? Sì.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2000)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Pregherei chi non ritiene di ascoltare tutte le dichiarazioni di voto di consentire all'onorevole Tabacci, che è il primo ad intervenire, di farlo nel silenzio dell'Aula.

Ha, appunto, chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Signor Presidente, noi non possiamo votare la conversione di questo decreto-legge, n. 61, riguardante il miglioramento dei saldi di finanza pubblica, per ragioni politiche. Anche noi abbiamo tirato un sospiro di sollievo di fronte al fatto che la Commissione europea abbia stabilito che per il 2019 non ci sono i presupposti per aprire una procedura di deficit eccessivo motivato dal debito nei confronti dell'Italia. Alla fine, si è chiusa la procedura perché il Governo ha fatto quanto richiesto dalla Commissione. Non possiamo votare questa manovra correttiva perché il Governo ha continuato, nelle settimane scorse, a negarne l'esistenza e a sostenere una petulante retorica antieuropea in base alla quale si sosteneva che le regole europee non sarebbero state rispettate perché la vittoria dei sovranisti avrebbe consentito di cambiarle. La conclusione è, dunque, molto semplice: è stata concessa perché il Governo ha fatto quel che ha richiesto la Commissione. Ma i due Vicepremier, Salvini e Di Maio, hanno continuato perfino a ridosso dell'approvazione del decreto-legge da parte del Governo a dire che non ci sarebbe stata nessuna manovra correttiva, e non l'hanno neppure votata in quel Consiglio dei ministri. Ecco perché non la possiamo votare noi. Se i due Vicepremier hanno ritenuto, primo, che la manovra non ci fosse, secondo, che, ancorché il Governo l'abbia adottata, loro non l'avrebbero votata, è una ragione in più perché noi non la dobbiamo votare.

Per il resto, com'era ovvio, il Governo ha dovuto assicurare, con questo decreto-legge, un aggiustamento nominale di più di 7 miliardi e un aggiustamento strutturale di oltre 8 miliardi. È stato possibile soprattutto per le maggiori entrate legate al successo della fatturazione elettronica introdotta nella passata legislatura; misura che gli attuali componenti la maggioranza parlamentare hanno duramente contrastato e osteggiato, e l'hanno osteggiata anche come Governo giallo-verde, fino a quando si sono accorti che i risultati sarebbero stati molto positivi, e allora hanno cambiato opinione, e adesso ne utilizzano il beneficio, perché gran parte di questa manovra è dovuta all'incremento di entrate legate alla fatturazione elettronica.

A queste maggiori entrate si aggiungono i dividendi provenienti da Banca d'Italia e Cassa depositi e prestiti, e poi il congelamento dei risparmi di spesa per 1,5 miliardi dovuti al limitato successo delle vostre misure simbolo, “quota 100” e reddito di cittadinanza, dove il limitato successo va interpretato così: il successo consiste nel fatto che le risorse sono state risparmiate, non certo nell'efficacia delle misure adottate. Quindi, il vostro successo è di non averle utilizzate appieno perché tanto il risultato sarebbe stato lo stesso, visto gli effetti che queste due manovre simbolo hanno determinato rispetto alla ripresa del Paese: zero. E ora cosa ci riservate? Nuove incertezze legate ai nuovi obiettivi simbolo, flat tax e salario minimo; oggi c'è un servizio sulla flat tax che spiega che la platea dei contribuenti già per il 75 per cento non ha bisogno di usufruirne perché la soglia del 15 per cento non la raggiunge.

Allora Salvini si è inventato che potrebbe essere facoltativa, quindi noi adesso facciamo una legge facoltativa; la flat tax sarà il caso di utilizzarla. Penso che ci troviamo in un incubo, non in un modello legislativo a cui guardare con riferimento. Non parliamo, poi, del salario minimo: mi pare che ci sia un contrasto aperto con il sindacato e, soprattutto, le imprese hanno una preoccupazione su qual è la soglia dove si pone il salario minimo, perché, diversamente, ci sarebbe un colpo alla capacità di concorrenza delle imprese italiane. Ma non ci dobbiamo preoccupare troppo perché, ovviamente, non riuscirete a fare nulla, perché proponete cose che si pongono in alternativa tra di loro: evitare l'aumento dell'IVA, sostenere le spese indifferibili e abbattere le tasse, puntando su una misura, la flat tax, dai contorni incerti - ho prima spiegato del tema della facoltatività -, ma con caratteri di iniquità e coperture tanto incerte da tenere in allerta i mercati finanziari.

Ecco, questa è la vostra abilità, che voi riuscirete nel giro di qualche settimana - già oggi c'è un segnale, abbiamo raggiunto nuovamente quota 200 sullo spread - a tener viva l'attenzione dei mercati finanziari, perché non si fidano di voi. Allora, la conclusione qual è? Che, se la crescita si facesse con l'incertezza, che voi sapete produrre, saremmo ai vertici del successo; purtroppo l'incertezza provoca recessione. Non possiamo votare perché manca una strategia di medio e lungo termine. L'equilibrio necessario tra controllo della finanza pubblica e del debito e il sostegno alla crescita non si raggiunge con i vostri proclami elettorali. Temo che ci attenda, purtroppo, un autunno assai problematico (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Il decreto-legge che dopo il Senato questa Camera si appresta a votare è il terzo tassello di un insieme di tre interventi. Il primo intervento è stato attuato in modo surrettizio, ma è stato un intervento significativo: si è data attuazione alla clausola di salvaguardia sulla spesa introdotta nella legge di bilancio approvata a dicembre scorso; si è dato attuazione ad un insieme di interventi pesante, complessivamente di 2 miliardi, sebbene poi qualche voce sia stata ridimensionata, con interventi significativi che hanno inciso sulle imprese, sulle famiglie e sugli investimenti delle pubbliche amministrazioni. Poi c'è stato il secondo tassello, quello della legge di assestamento del bilancio 2019, che è stata la parte più significativa: circa 6 miliardi dovuti, sostanzialmente, a maggiori entrate, sia tributarie sia extratributarie.

E, infine, il decreto oggi in discussione in quest'Aula, che è sostanzialmente l'approvazione di un'ulteriore clausola di salvaguardia, una clausola di salvaguardia sulla spesa di un miliardo e mezzo che dà certezza alla stima che è stata fatta in relazione al minor tiraggio del reddito di cittadinanza e di “quota 100”. Complessivamente, un pacchetto che in termini strutturali vale poco più di 8 miliardi. Va sottolineato un primo dato: è un pacchetto di segno regressivo. In una fase di stagnazione la politica di bilancio invece di dare un po' d'ossigeno, per quanto può fare una politica di bilancio in condizioni così complicate, sottrae risorse all'economia. Quindi andiamo ad aggravare un quadro di per sé già complicato.

Evitiamo la procedura di infrazione, è vero; ma c'è davvero poco di cui rallegrarsi, perché comunque continuiamo, obtorto collo per alcuni, ma continuiamo su una strada che non funziona, una strada che non porta a maggior crescita e che non porta a riduzione di debito pubblico. Nonostante sia difficile sottrarsi ad ogni elemento che possa portare alla polemica politica, il problema non è solo l'Italia: l'Italia è la punta dell'iceberg, per condizioni strutturali, per un prolungato periodo di carenza di politica economica adeguata, l'Italia soffre di più, ma il problema è generale e riguarda l'insostenibilità dell'assetto regolativo dell'Unione europea e dell'Eurozona. Basterebbe guardare ai dati dell'inflazione: tre quarti dei Paesi dell'Eurozona hanno titoli di Stato a rendimento negativo. È un dato patologico, soprattutto dopo un'iniezione di liquidità che è stata di 2.500 miliardi di euro, con un'inflazione che sta ancora intorno all'1 per cento e una Banca centrale europea che, nonostante quello appunto che ha fatto finora, è costretta ad ulteriore quantitative easing perché siamo in un quadro deflattivo. Io insisto su questo punto, perché dobbiamo anche alzare lo sguardo, nonostante i limiti di questo Governo: un quadro deflattivo dovuto all'estremismo mercantilista, che trova oramai una sponda nei dazi di Trump, una sponda inevitabile, ma trova anche le conseguenze che genera all'interno del mercato unico europeo, all'interno dell'Eurozona, e cioè un deficit cronico di domanda.

Si sarebbe dovuta percorrere un'altra strada, e il Governo, che si era definito del cambiamento, aveva qualche idea; ma non l'ha praticata questa strada, al di là delle roboanti dichiarazioni che precedono sempre gli interventi di finanza pubblica. Perché non l'ha praticata questa strada? Perché il Governo non ha una linea di politica economica, e non ha soprattutto una linea di politica economica alternativa credibile. Si sarebbe potuto arrivare ad un confronto con l'Unione europea, ma si sarebbe dovuto fare su una politica economica alternativa credibile, fatta di investimenti pubblici coordinati in particolare nel Mezzogiorno, fatta di politica industriale, non solo per provare a salvare qualche impresa, ma per spostare i settori produttivi più innovativi sulle traiettorie a maggior valore aggiunto. Si sarebbe dovuto fare in un quadro in cui per il Mezzogiorno si uscisse da questa storia insopportabile, inutile dei bonus occupazione e delle zone franche urbane: il Mezzogiorno ha bisogno di un piano strategico. Perché i porti del Mezzogiorno, nessun porto del Mezzogiorno è inserito nel quadro della Via della seta? Quella è una prospettiva strategica, non i pannicelli caldi che ogni anno riproduciamo con i bonus occupazione che non servono a nulla!

Si sarebbe dovuta avere quindi una strategia alternativa e credibile, fatta anche di elementi di politica in senso stretto. Si sarebbero dovuti costruire accordi, si sarebbe dovuta avere una posizione univoca rispetto alla Presidenza della Commissione europea; ma qual è la politica economica del Governo in un quadro in cui da una parte si vota a favore, dall'altra si vota contro la Presidenza della Commissione europea?

E allora, in questo quadro, è evidente che la politica di bilancio per il 2020 torna ad essere un problema. Lo annuncio a colleghi che si sono distratti: il Presidente del Consiglio e il Ministro dell'Economia e delle finanze hanno sottoscritto il 2 luglio una lettera a Bruxelles nella quale si impegnano ad ulteriori miglioramenti strutturali del deficit in relazione al Patto di stabilità e crescita.

Tradotto vuol dire una pesante manovra recessiva per l'autunno prossimo, che vale almeno 25 miliardi a politiche invariate, cioè non facendo nulla, né flat taxbonus famiglie. Questa è la prospettiva! Quindi quello che doveva essere il Governo del cambiamento sta su una rotta che è di assoluta continuità e di politiche restrittive, che aggravano le condizioni del Paese. Servirebbe una svolta, una svolta in senso keynesiano, ma non l'abbiamo: abbiamo da un lato dichiarazioni roboanti, scomposte, con provvedimenti contraddittori e improvvisati, e dall'altro poi le toppe nell'assoluta continuità.

Voglio allora essere chiaro. Noi non ci rassegniamo all'alternativa tra una linea insostenibile di politica economica, quella vigente nell'Unione europea e nell'Eurozona, ed una procedura di infrazione senza un'alternativa credibile: non è questa la polarità rispetto alla quale costruire una politica economica che serva al Paese. Al Paese serve una politica economica fatta appunto di investimenti pubblici, fatta di politica industriale, fatta di un progetto strategico per il Mezzogiorno; quindi anche in grado poi di costruire un confronto serio con la Commissione europea e con l'ortodossia. Ma appunto, nei passi successivi che abbiamo visto in questo primo anno di Governo cosiddetto del cambiamento, non esiste una strategia alternativa credibile: si cade alla fine nella continuità, in una sorta di normalizzazione di quelli che erano obiettivi di discontinuità rispetto alla politica economica, ed il Paese ne paga le conseguenze.

E la cosa più preoccupante è che con il vostro comportamento riducete ancora di più la credibilità di un'alternativa possibile, lo scarto tra le dichiarazioni e i comportamenti riduce lo spazio a un'alternativa possibile. Noi non possiamo dare il nostro sostegno a questo intervento, e vi invitiamo ancora una volta a correggere la rotta, a scegliere una rotta che sia alternativa a quella che rimane la rotta di gran lunga dominante nell'Eurozona e nell'Unione europea, ma che sia un'alternativa credibile (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia è assolutamente contrario a questo decreto-legge, che va evidentemente letto in senso politico, e quindi per noi è di fatto una manovra correttiva. Il primo dato che balza, e che va sicuramente commentato, è che evidentemente proprio la necessità di ricorrere a questa manovra correttiva certifica di fatto il fallimento della politica economica di questo Governo.

Vedete, io credo che nessuno in quest'Aula abbia dimenticato che non più tardi di qualche mese fa ci veniva raccontato dal Vicepresidente Di Maio che il reddito di cittadinanza avrebbe dato un input all'economia e ai consumi interni della nostra nazione. Ebbene, il fatto che oggi si vadano a riutilizzare proprio quelle somme perché non sono state spese, questo certifica da solo il fatto che quell'idea non era un'idea reale, quell'idea non era un'idea sostanziale, e quindi il reddito di cittadinanza non avrebbe potuto, come il gruppo di Fratelli d'Italia ha più volte detto, sviluppare una politica economica, non si sarebbe necessariamente tradotto in consumi interni. Ebbene, il fatto che ad oggi ci ritroviamo a discutere di questo certifica proprio quello che noi andavamo dicendo.

Vedete, l'economia ha evidentemente una sua struttura, l'economia ha evidentemente una sua base, che non è - lo abbiamo già detto in discussione generale - non è soltanto fondata sui numeri: è fatta di idee, è fatta di ambizione ma soprattutto è fatta di visione ed è ciò che manca ed è mancato alla politica economica del Governo che ancora oggi non riesce a rispondere alle domande che più volte anche fortemente sono state fatte anche dal mio capogruppo rispetto, ad esempio, a un tema centrale evidentemente per gli italiani, cioè l'aumento dell'IVA. Ancora oggi noi non sappiamo se il Governo riuscirà realmente a impedire quella soluzione o, se invece, dovremmo necessariamente ricorrervi con un'ulteriore beffa e un ulteriore danno a carico di coloro i quali in realtà, invece, poi fanno e costruiscono l'economia reale. Parlo dei piccoli e medi imprenditori italiani, parlo delle famiglie italiane perché, attraverso l'insieme degli emendamenti che abbiamo presentato, abbiamo dato una nostra visione che può essere condivisibile o meno ma è una visione e, in base a quella visione, abbiamo chiesto che quelle somme venissero utilizzate per tutte le questioni che pure il Governo ci ha sempre raccontato di voler mettere in campo: tutte le misure a favore della natalità, della genitorialità, delle famiglie e delle nostre imprese. In nessun angolo del provvedimento, in nessuna riga del provvedimento c'è scritto alcunché rispetto ai temi fondamentali che sono quelli che dovremmo trattare in quest'Aula, quelli dei quali dovremmo preoccuparci e, invece, continuiamo ad assistere a una serie di slogan. Il Ministro Tria, venendo in audizione qui e anche al Senato, non ha fatto mistero di raccontarci un'Italia che non c'è, nascondendosi dietro una recessione generale dell'Europa che però non è in questo caso quello di cui dobbiamo discutere. Noi dovremmo discutere di un'idea; dovremmo discutere di un'idea di Italia e ovviamente cercare di fare il possibile per realizzare quell'idea. Non è quindi colpa delle congiunture economiche, non è colpa di fattori esterni: la colpa è di un Governo che ha avuto l'incapacità assoluta di dettare una linea economica chiara, certa e che portasse l'Italia al di fuori del momento di crisi che sta vivendo. Più continuiamo a bendarci gli occhi, più continuiamo a non voler guardare i veri problemi dell'Italia che produce, più continueremo ovviamente a peggiorare la situazione. E allora il voto di Fratelli d'Italia sarà convintamente contrario alla manovra correttiva. Noi vorremmo finalmente poter discutere di idee chiare e vorremmo poter discutere dei fattori che aiutano l'economia. Ancora oggi non riusciamo a parlare di una flat tax seria e ancora oggi non riusciamo a parlare di una vera sburocratizzazione che possa aiutare professionisti e aziende ad essere più competitivi e a combattere nel mercato globale. Abbiamo necessità di far crescere le nostre famiglie; abbiamo necessità di ricreare il sogno e il sogno si ricrea soprattutto attraverso una buona politica e una buona economia. Infatti, vedete, siamo assolutamente convinti che non si possa fare una buona economia partendo da una cattiva etica, che è quanto di fatto il Governo ci sta propinando. Ed è ovviamente inutile che si protraggano discussioni infinite su provvedimenti che non hanno contezza di quanto accade nella vita vera degli italiani, nella vita delle nostre famiglie e quanto ci preoccupa è che si ritorni ancora una volta a mettere le mani nelle tasche degli italiani che sono troppo oberati e che potrebbero non farcela. Il Governo non ha saputo e non saprà aiutare le nostre imprese ad essere competitive; non aiuterà le nostre famiglie a crescere e non aiuterà i nostri giovani a non migrare. Avremmo voluto anche in questo momento, in questa fase vedere una volontà maggiore rispetto a tali temi che sono per noi temi fondamentali.

E allora, ancora una volta, la certificazione palese del fallimento delle politiche economiche di questo Governo sta proprio in quei risparmi, perché ci veniva raccontato che sarebbero stati utilizzati per ricreare un volano virtuoso dell'economia interna. Evidentemente, ancora una volta, il gruppo di Fratelli d'Italia aveva ragione quando diceva che ciò non sarebbe accaduto e che l'economia deve essere spinta da altri motori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Grazie, signor Presidente, signora Vice Ministro, onorevoli colleghi. Signora Vice Ministro, le dico già subito che Forza Italia su questo provvedimento si astiene. Le ragioni sono state ampiamente spiegate dai colleghi del gruppo durante il dibattito in quest'Aula.

Io però, se me lo consente, gliele voglio sintetizzare in poche parole. Forza Italia è una forza politica responsabile e sa che questo provvedimento per il momento - purtroppo solo per il momento - ci salva dalla procedura di infrazione dell'Unione Europea e dalla reazione dei nostri creditori ai quali noi dobbiamo dare soldi, anche se in Italia facciamo finta di essere arrabbiati come se i soldi li avanzatissimo noi.

Signora Vice Ministro, oggi discutiamo della conversione in legge del decreto-legge 2 luglio 2019, n. 61, recante misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica. Per semplificare, il decreto-legge - lei lo sa, signor sottosegretario - si chiama “salva conti”: attenzione perché le parole hanno un peso anche in Parlamento, anzi soprattutto in Parlamento. Non si chiama “aumenta conti”, non si chiama “conferma conti”, non si chiama “libera conti”: no, si chiama “salva conti”. E lo sa perché? Perché, se non approvate il decreto-legge, i conti che avete fatto saltano tutti e le vostre previsioni sbagliate ci conducono direttamente, oltre che verso una colossale brutta figura internazionale, alla procedura di infrazione dell'Unione Europea e al rischio di accelerare l'avvicinamento alle stesse condizioni della Grecia. Altro che sparate e titoli di giornali sul boom economico del Ministro Di Maio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma quale boom economico!

A proposito, caro Ministro Di Maio - visto che non c'è, faccio finta che ci sia - ma è sicuro che il boom previsto per il 2019 era economico? O era un altro boom? Lo chiedo perché qui in Italia, nel Paese reale, non se ne è accorto nessuno di questo boom e adesso spiegherò bene a tutto il Governo perché non se ne è accorto nessuno.

Oltre al decreto-legge “salva conti”, ci sono altre misure adottate nell'ambito della negoziazione avviata dal Governo Italiano con la Commissione europea in merito al rispetto della regola del debito pubblico. In questo momento, come ho detto, il provvedimento ci consente di tirare un sospiro di sollievo.

È inevitabile, signor sottosegretario, non ammettere che le radici di questo provvedimento stanno tutte nella inesattezza delle vostre previsioni sia del quadro macro-economico sia di quello della spesa corrente e, di conseguenza, nella considerazione dei vostri errori nella programmazione della spesa pubblica. Non sono parole dette “tanto per”, perché sto in Forza Italia e mi trovo all'opposizione: no, sono parole che esprimono preoccupazione. Le diciamo al Governo e le diciamo da parecchio anche e soprattutto per il bene del Paese.

È già la seconda volta che questa maggioranza non riesce a tenere la barra dritta sui conti pubblici: lo abbiamo visto prima a dicembre, caro collega D'Ettore, in Commissione bilancio durante la discussione della legge di bilancio 2019. Lo vediamo oggi con il “salva conti”, chiamato così, ripeto, perché i conti appunto sono semplicemente conti e voi, purtroppo, non li avete saputi fare.

Signor sottosegretario, dovete cambiare atteggiamento o, meglio, se ci riesce, deve far cambiare atteggiamento al Governo del quale lei è uno dei rappresentanti più importanti per il Ministero che rappresenta.

Serve una visione più mirata ed efficace, per il bene del Paese, a ciò che realmente serve al Paese e il vostro atteggiamento deve cominciare a cambiare proprio ad iniziare dalla prossima sessione di bilancio del 2020, per la quale il Governo, il vostro Governo, ha promesso urbi et orbi - signori, udite udite! - di disinnescare facilmente 23 miliardi di euro di clausole di salvaguardia, cioè evitare nuove tasse che potrebbero arrivare, e al contempo di ridurre ulteriormente la pressione fiscale con soluzioni di vario tipo, che la gente non ha capito, io presumo anche molti della maggioranza non hanno ancora capito, ma che poi arriveranno al banco di Bruxelles all'incasso.

E ora vengo al boom economico del Ministro Di Maio. Il boom: l'economia italiana si sta deteriorando, Standard & Poor's ci ha detto chiaramente che, se non cambiamo passo, rischiamo la Grecia. Da gennaio a luglio 2019, che doveva essere l'anno del boom, l'indice di fiducia dell'industria manifatturiera è sceso da 100,9 a 100,1 e nel quarto trimestre il PIL sarà negativo. Il Presidente della BCE, sempre per il boom, Mario Draghi, nella sua ultima riunione prima di lasciare l'incarico, ha evidenziato che l'industria manifatturiera dell'Europa si sta deteriorando, ma ne soffrono, in particolare, Germania e Italia.

Questi problemi erano già chiari da mesi, ma il Governo, ingabbiato nelle sue liti, a volte da teatro drammatico, ha solo aggravato la situazione, nonostante il clima di incertezza economica, esponendoci a pericoli anche di livello internazionale. Tutto questo non può continuare.

Signor sottosegretario, se il “sì” all'alta velocità, che è stato dato ora, fosse stato dato a gennaio - le do solo questo elemento - la produzione del settore edilizio e di tutto l'indotto sarebbe stata maggiore. Invece no, si continua con il solito teatrino del “sì, ma no, ma forse”.

E allora, sul TAV, sull'alta velocità, parte la lettera all'Unione europea, firmata non dal Ministro Toninelli, ma dal funzionario di Toninelli e, in Senato, i 5 Stelle - contemporaneamente, mentre il Presidente del Consiglio, Conte, viene qui a dire “sì” al TAV - presentano una mozione in Senato per dire “no” al TAV.

Signor sottosegretario, il suo Ministro, il Ministro Tria, conosce gli ambienti internazionali e li frequenta anche molto bene. Se riesce a rispondermi lei a questa domanda o a far rispondere il suo Ministro: sinceramente, ma che figura ci facciamo, proseguendo di questo passo? Che figura fa la nostra povera Italia? Vogliamo continuare così, a raccogliere queste figure anche e soprattutto a livello internazionale? E continuando così, cosa uscirà dalla prossima legge di bilancio? Adesso glielo dico io, provo ad indovinare: l'ennesimo pasticcio che alimenterà forse - e il riferimento è ovviamente ironico, ma non vuole essere offensivo - più il fatturato del comico Crozza, che non il fatturato delle aziende italiane (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Non è superficiale questa affermazione, caro rappresentante del Governo, sa perché? Perché gli effetti del “decreto crescita”, forse, li avremo a fine anno. Il decreto “sblocca cantieri” non sembra aver prodotto risultati: qua di sbloccato non abbiamo visto nulla tranne qualche Ministero che si è sbloccato ed è stato sostituito. L'ex Ilva di Taranto, che vale un punto di PIL, è ancora in alto mare.

E poi, sui luoghi terremotati mancano i servizi, le abitazioni, le opere pubbliche: dico questo perché avevate promesso di destinare i risparmi del reddito di cittadinanza, di cui stiamo parlando, e di “quota 100” alle famiglie in difficoltà, invece il risultato è pari a zero.

Noi vi siamo anche venuti incontro in questo dibattito, soprattutto per rispondere al grido di dolore delle centinaia di famiglie delle zone terremotate, con proposte emendative presentate a prima firma dalla nostra presidente Gelmini, e predisposte alla luce dei nuovi calcoli pubblicati dall'Osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli, che prevede addirittura un risparmio di 4 miliardi e mezzo, non di solo un miliardo e mezzo.

A proposito, signor Presidente, signor sottosegretario e colleghi soprattutto della maggioranza, guardate che il fatto che il risparmio sulla spesa che avevate previsto sul reddito di cittadinanza esista, cioè che si è ottenuto un risparmio sulla spesa del reddito di cittadinanza, caro rappresentante del Governo, in ragioneria si può chiamare tale, si può chiamare “risparmio”, ma in politica economica, caro signor sottosegretario, si chiama fallimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché con il reddito di cittadinanza voi avete fallito e i conti lo stanno dimostrando.

Glielo spiego anche qui meglio: sul Sud non è stato fatto nulla, dov'è la ripresa del Sud? Dov'è, onorevoli rappresentanti del Governo? Sperate ancora, forse, che il reddito di cittadinanza possa servire a risollevare le sorti di regioni dove vi è desertificazione industriale? È impossibile e ve lo dimostrano le ridotte domande di accesso al reddito di cittadinanza.

I giovani del Sud hanno capito che per loro è importante andare a lavorare e non stare su un divano a prendersi la paghetta come fossero dei bambini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Recentissimamente, poi, il Centro Studi Confindustria ha lanciato un grido d'allarme sulla situazione economica del Mezzogiorno, a cui non si può rimanere indifferenti. Un giovane meridionale su due non lavora, i disoccupati totali ammontano a 1 milione e 500 mila, senza contare gli inattivi. Le imprese del Mezzogiorno, neanche a ripeterlo, sono completamente al palo. Come possiamo pensare di poter essere veramente competitivi sul mercato globale europeo internazionale con questi numeri? Se il Sud non cresce, l'Italia non cresce. Lo scorso anno volevate fare tutto e poi questi sono i risultati dei conti…

PRESIDENTE. Deve concludere.

MAURO D'ATTIS (FI). Un minuto, Presidente, e ho finito.

PRESIDENTE. No, un minuto no.

MAURO D'ATTIS (FI). Non avete fatto niente!

PRESIDENTE. Onorevole D'Attis, ha molti fogli davanti e lei ha già superato i trenta secondi.

MAURO D'ATTIS (FI). Ho finito. Il Governo dice che vuole ridurre la pressione fiscale: bene, ci dica come vuole disinnescare la clausola dei 23 miliardi di euro, come vuole tagliare le tasse, come vuole intervenire sulle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.

MARIA ANNA MADIA (PD). Grazie, Presidente. Non farò una dichiarazione di voto dicendo che abbiamo lasciato un Paese perfetto e che poi siete arrivati voi. Io non penso che stia a me dare un giudizio sui nostri anni di Governo, certo il Paese l'abbiamo lasciato molto meglio di come lo abbiamo trovato e abbiamo fatto cose importanti, ma in questa sede, malgrado si discuta di una manovra correttiva, non vorrei neanche parlare solo di numeri, lo hanno fatto i colleghi, ieri Padoan e prima il collega Marattin. Presidente, i numeri non sono l'intera storia. Questo lo ha detto molto bene la deputata democratica americana Ocasio-Cortez, quando un giornalista la incalzava sul perché contrastasse la politica economica dell'amministrazione Trump. I numeri non sono l'intera storia delle fragilità che ci sono, perché può crescere l'occupazione ma rimangono disoccupati, perché può crescere l'occupazione ma chi ha trovato un lavoro può essere un lavoratore povero, o può aver trovato un lavoro chi un lavoro non l'aveva, ma non aver migliorato l'accesso alle cure sanitarie o ad un'istruzione di qualità.

Presidente, parto da qui perché dal Governo del cambiamento, con il MoVimento 5 Stelle azionista di maggioranza a marzo del 2018, mi sarei aspettata una grande, vera, profonda discussione sulle garanzie sociali. Ed è in questa direzione che il Partito Democratico sta facendo tutte le sue proposte, dall'ambiente all'istruzione, al lavoro. E se non sapete di cosa parlo leggete ancora, domenica scorsa, Maurizio Ferrera, su “la Lettura” del Corriere della Sera: Le garanzie sociali sono la frontiera del nostro tempo. Ma in questo anno altro che garanzie sociali!

Io inviterei proprio i colleghi dei 5 Stelle a fare un referendum - magari vero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché ne abbiamo visti, insomma, di un po' particolari - sulla loro piattaforma, per chiedere ai cittadini se si sentano più sicuri, se hanno trovato, se non lo avevano, un lavoro di qualità, se hanno l'accesso a un'istruzione migliore, a delle cure che prima non avevano, se i giovani che non lavorano hanno trovato lavoro, se davvero la povertà, come ci hanno detto, i cittadini pensano che non ci sia più. Ecco, questo anno - vi dico io quali sarebbero le risposte - non è stato l'anno del miglioramento delle condizioni di vita delle persone, ma quest'anno è stato l'anno della confusione e dell'incertezza. E sarebbe troppo facile citare alcuni fatti recentissimi: che l'autorizzazione al TAV arrivi a Bruxelles senza la firma del Ministro competente, che il Ministro dell'Interno seguiti a rifiutarsi di venire in quest'Aula a riferire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), chiamato dal Parlamento che gli ha votato la fiducia.

Ma stiamo alla confusione di questa manovra correttiva, alla confusione della genesi di questo decreto, perché vede, Presidente, alla semantica non si sfugge: questa è una manovra correttiva. La correzione è necessaria quando c'è un errore e l'errore aumenta in probabilità quando c'è incertezza. Questa è l'unica vera ragione per cui siamo qui e questa non è stata la prima correzione perché siamo passati, in pochissimo tempo, dall'anno bellissimo alla stagnazione. Ricordo quando da un balcone, annunciando che sarebbe sparita la povertà, il Governo aveva buttato alcuni numeri per tre anni, per il 2019, il 2020 e il 2021: 2,4, 2,4 e ancora 2,4. Questo sarebbe stato il deficit per l'Italia e poi sempre il Governo da solo ha fatto marcia indietro, cambiando quel deficit prima per il 2020 e per il 2021 e poi per il 2019. In quella frenesia e in quella confusione non è stato neanche possibile al Parlamento discutere la legge di bilancio.

Ma quali sono state le conseguenze di quelle correzioni? Il blocco della indicizzazione delle pensioni e il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione e su questo punto la Ministra Bongiorno mente, sapendo di mentire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi avevamo lasciato le assunzioni sbloccate e questo Governo, a causa della confusione e dell'incertezza, ha ribloccato le assunzioni e la diminuzione dei fondi che servivano alle misure bandiera del Governo. Tutto questo, Presidente, al netto delle maggiori spese per interessi.

Qualche giorno fa il Ministro dell'Economia e delle finanze, in audizione in Senato, ci ha detto che il clima favorevole del mercato finanziario è un beneficio per il quadro macroeconomico. Sarebbe troppo facile dire che ve lo avevamo detto, ma qui la domanda da fare al Governo e alla maggioranza è: quante risorse dei cittadini sono state sprecate da giugno 2018, prima che vi rendeste conto della semplice verità che ha detto il Ministro dell'Economia e delle finanze qualche giorno fa in audizione? Quasi 2 miliardi solo nel 2018!

Presidente, tramite lei io voglio chiedere al presidente della Commissione bilancio, Claudio Borghi, se ha mai pensato che gli arrivasse una class action dai cittadini italiani, perché i mesi in cui ci ha tenuti inchiodati al dibattito Italexit “sì” o Italexit “no” sono costati, in termini di maggiori spese per interessi, risorse ai contribuenti italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa è la verità, Presidente. Quindi qui, in questa manovra correttiva, poco centra il rallentamento della Germania. Qui ci sono tre ordini di problemi: il primo è la sfiducia che c'è verso l'Italia da metà 2018, che è un dato di fatto; il secondo ordine di problemi è dato dal fatto che le misure di politica economica che ha varato il Governo non hanno un effetto moltiplicatore sulla crescita che è la precondizione per le garanzie sociali, e qui vorrei dire alla maggioranza che il problema non era neanche solo il 2,4 ma il fatto che la vostra politica economica non abbia un'anima, perché non è keynesiana, perché gli investimenti sono al palo e non c'è una potenza di fuoco sugli investimenti.

L'unica cosa che sono riusciti a fare è far andare via il servitore dello Stato, Raffaele Cantone, (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che, invece, vorrei ringraziare in quest'Aula per il suo lavoro. Inoltre, non c'è stato uno shock fiscale. Ma voi cosa volevate fare? Questo non l'abbiamo capito! Le misure che avete approvato le avete fatte male: “quota 100”, senza capire che si sarebbero svuotati gli ospedali di medici e infermieri e il reddito di cittadinanza, bloccando le politiche che creavano lavoro. Blocco le assunzioni nella pubblica amministrazione e poi che faccio? A un giovane, che avrebbe fatto un concorso, gli faccio fare domanda per un reddito di cittadinanza? Cioè, do il reddito ai disoccupati creati dallo stesso Governo. E poi, Presidente, c'è il terzo problema, che è il problema di prospettiva, e credo che questa sia la ragione più grande per cui noi oggi, il gruppo del Partito Democratico, voteremo contro su questo decreto. Infatti, la prospettiva che l'Italia ha davanti è ancora una prospettiva di confusione e d'incertezza con questo Governo. Perché? Perché ci sono 23 miliardi di scatti IVA già in legislazione e il Governo dice che non scatteranno ma sono già in legislazione, perché si parla di flat tax, che non è esattamente ciò che ci saremmo aspettati in una grande e seria discussione sulle garanzie sociali, ma il dato di fatto è che questo Parlamento è inchiodato alle decisioni di una forza di minoranza con il 17 per cento che sta condizionando tutta la vita politica del Paese. Infine, ci sono le spese indifferibili.

Quindi, senza neanche aver parlato di sanità, di istruzione, di lavoro e di rinnovo dei contratti pubblici, già così noi andiamo incontro a una manovra di 40 miliardi, ben oltre 2 punti di PIL - lo ricordava Pier Carlo Padoan ieri - e questo al netto delle privatizzazioni che erano previste e di cui non c'è neanche l'ombra - anzi Alitalia va in senso contrario - e delle crisi aziendali che sono ancora tutte lì. Ma contestualmente il Governo cosa ha fatto, e concludo Presidente? Ha scritto una lettera in cui si impegna a rispettare le regole europee, mentre ovviamente Salvini con i selfie dice che quelle regole le sfonderà.

Eccoci ancora - questo è il quadro, questa è la prospettiva - nella confusione e nell'incertezza che ci aspettano. E ricordate, dato che lo abbiamo già vissuto in questo anno, che confusione e incertezza di chi ci guida hanno sempre e solo un costo per i cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente. Diciamo subito all'inizio dell'intervento che il nostro gruppo voterà a favore su questo decreto-legge e voterà a favore perché è evidente che è un decreto-legge che è utile al Paese, che è utile all'Italia. Infatti, con questo decreto-legge abbiamo evitato un danno enorme a famiglie, a imprese e all'intero sistema italiano: la procedura di infrazione per la prima volta nella storia dell'Unione europea non per deficit ma per debito.

Sono passati - mi permetta di dirlo, Presidente Rosato - i tempi (era solo un anno fa) in cui, come ricordava la collega Madia, si usciva dal balcone a lanciare la sfida all'Europa. Ricordo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che uscire dal balcone, urlare e fare discorsi non porta mai fortuna in questo Paese. Comunque, tutti i Ministri, capeggiati dal Vicepresidente del Consiglio Di Maio, uscirono un anno fa a dire: “Ce l'abbiamo fatta, ce l'abbiamo fatta: abbiamo ottenuto lo sforamento del deficit al 2,4 per cento”.

Sono passati i tempi in cui con un'abile operazione di comunicazione - non portano fortuna neanche le abili operazioni di comunicazioni - si è voluto dire al Paese che non si faceva una marcia indietro durante la discussione della legge di bilancio dal 2,4 perché si arrivava al 2,04. Non si era mai visto un Governo o un gruppo di maggioranza, come il MoVimento 5 Stelle, gioire perché si era ottenuta una correzione, grazie alla perseveranza e alla persistenza del Ministro Tria, di riduzione dal 2,4 al 2,04, in modo che qualche italiano magari dicesse: “È la stessa cosa, non cambia assolutamente nulla”.

Sono passati i tempi, purtroppo, in cui si proclamava urbi et orbi, ovviamente con le televisioni pubbliche, a proposito della libertà dell'informazione e a proposito di un'idea diversa dell'utilizzo delle televisioni di Stato, ovviamente riferendomi alle tante battaglie fatte - e il Presidente Fico dovrebbe saperlo, essendo stato presidente della Commissione di vigilanza per cinque anni nella scorsa legislatura - per dire che la televisione pubblica, la RAI, non doveva essere assolutamente al servizio dei partiti. Però, basta guardare i telegiornali di questo anno per vedere, come comunque avviene in ogni legislatura, che c'è il Governo che parla, che c'è il Governo che spiega, le trasmissioni che dicono e che cercano di dire legittimamente che cosa si è fatto: l'abolizione della povertà, che doveva avvenire attraverso la meravigliosa norma del reddito di cittadinanza.

Ma ancora di più vale una constatazione che è sempre più importante di tutti i nostri pensieri: la realtà è testarda e la realtà è talmente testarda che, dopo un anno, la realtà emerge ed emerge in tutta la sua crudezza e chiarezza.

Il primo dato della realtà è molto semplice e, purtroppo, non possiamo gioire di questo dato. Io dico che è sbagliato tifare contro. Purtroppo, l'Italia si trova ad essere il fanalino di coda ed è all'ultimo posto tra i Paesi europei in termini di crescita. Purtroppo, questo è il dato e dobbiamo constatarlo.

Purtroppo, l'effetto dei provvedimenti bandiera proposti dal Governo e da questa maggioranza non ha avuto gli effetti che si speravano e non hanno inciso minimamente per la crescita. Una riflessione dovrebbe essere fatta: quando si sbaglia si corregge. Non a caso - lo dico anche per chi è più esperto e lo ha sottolineato il Ministro Padoan nella discussione generale di ieri, il collega Padoan, l'ex Ministro Padoan - siamo di fronte ad un assestamento di bilancio che prevede un aggiustamento nominale di 7 miliardi di euro e 8 miliardi - 8 miliardi! - di euro di aggiustamento strutturale.

Questo è l'assestamento di bilancio che noi stiamo discutendo: 7 miliardi e 8 miliardi di euro, un miliardo e mezzo - un miliardo e mezzo! - di risparmi rispetto alle due misure bandiera.

Addirittura l'ufficio di bilancio della Camera dice che saranno 1,8: dobbiamo gioire? Se io fossi nella maggioranza non gioirei, nel senso che gioisco se l'abbiamo risparmiato, ma vuol dire che quel provvedimento è stato sbagliato, è fallito e neanche le persone a cui si rivolgeva lo stanno utilizzando.

Dove sono finiti gli 800 euro tanto conclamati di reddito di cittadinanza minimo? Quant'è la media dei 750.000 redditi di cittadinanza che sono stati erogati? Quattrocentonovanta euro.

E il precedente provvedimento di reddito di inclusione, che combatteva allo stesso modo e legittimamente la povertà, quale media di erogazione portava? Queste sono le discussioni e i confronti che dobbiamo farci.

Ma la domanda ancora più importante è: se avessimo utilizzato, avendo ottenuto per l'ennesima volta flessibilità dall'Europa, nella scorsa legge di bilancio - e lo dico agli amici della Lega, che su questo fanno bene a fare una battaglia, perché è uno dei punti fondamentali del programma del centrodestra, cioè la riduzione della pressione fiscale - 17 miliardi di euro, la copertura a deficit per reddito di cittadinanza e quota 100, se avessimo utilizzato questi 17 miliardi di euro, oggi, quale diminuzione della pressione fiscale avremmo ottenuto? Quali vantaggi oggettivi avremmo fatto? Questo è il tema.

Si è fatta una scelta diversa. Il contratto, cioè quello “ io do a te e tu dai a me”, ha evitato di assumersi una responsabilità che oggi il Paese intero, l'Italia, paga: una crescita ferma, nessun investimento sulle infrastrutture, nessun progetto industriale di cui si discute in quest'Aula e nelle Commissioni.

Lo domando ai colleghi che mi stanno ascoltando: ma si è mai discusso, in Italia e nel nostro Parlamento, nelle nostre Commissioni, nel confronto con il Ministro dello Sviluppo economico e del lavoro, Vicepresidente del Consiglio, di politica industriale? Si sta rinazionalizzando l'Alitalia e non si discute di questo?

Si sta facendo il più grande progetto industriale di aggregazione delle grandi aziende di costruzioni, che vale 20 miliardi di euro, con l'intervento di Cassa depositi e prestiti, Progetto Italia: si discuta di questo, può essere anche plausibile, ma qual è la politica industriale? Dove si va? E non si discute e non ci si confronta su questo: è giusto o è sbagliato? Dobbiamo rinazionalizzare? Dobbiamo liberare risorse?

Non mi sembra che il programma e come stiamo lavorando nel Veneto, in Lombardia, come lavoreremo in Piemonte, prevede l'invadenza e l'invasione dello Stato, ancora, che ritorna a gestire il pubblico. Ci rimettiamo a fare i gestori del trasporto aereo e delle autostrade?

Lo Stato ritorna su tutto e, contemporaneamente, il Ministro Tria ci viene a dire, giustamente, che una gran parte della manovra per coprire il nostro deficit sarà fatta nella privatizzazione.

Ma cosa privatizziamo? Dove stiamo privatizzando? Siamo arrivati al paradosso - lo dico anche per chi ci ascolta - mai successo nella storia della Repubblica italiana, che un Ministro delle Infrastrutture dice esattamente il contrario di quello che il suo Presidente del Consiglio afferma.

Ma il paradosso è che rimane ancora lì, non si dimette!

Ma come fai, tu che sei il Ministro delle Infrastrutture e che dici legittimamente che la TAV non la vuoi, ad accettare che il tuo Presidente del Consiglio dica che quell'opera si fa e, contemporaneamente, sei lì e non lo firmi - a proposito del primato della politica sulla burocrazia - e lo fai firmare al tuo dirigente.

Oggi veniamo a sapere - a proposito di infrastrutture - che l'alta velocità va benissimo per il MoVimento 5 Stelle. È una grande novità, perché fino a ieri e l'altro ieri l'alta velocità per il MoVimento 5 Stelle era il diavolo, però, siccome dobbiamo giustificare che siamo contro la TAV, siamo contro l'alta velocità.

Parallelamente, in quest'Aula, non si discute del fatto che gli investimenti oggi di cassa - e concludo - per quanto riguarda tutto il settore delle infrastrutture, ANAS e Ferrovie dello Stato, sono zero perché questa manovra di assestamento ha tolto la cassa. Qualcuno discute del fatto - e lo sa benissimo il Presidente Borghi perché su questo è attento ed è sempre puntuale - che nella legge di bilancio c'era una piccola clausola che valeva2 miliardi: che cosa prevedeva quella clausola? Che ci sarebbero stati tagli trasversali, qualora ovviamente si fosse sforato il deficit, su tutte le amministrazioni dello Stato, dal trasporto pubblico fino all'istruzione: discutiamo di questo?

Concludendo, per questo votiamo a favore, perché grazie al fatto che questo assestamento si è fatto abbiamo evitato la procedura di infrazione. Dobbiamo dire, ovviamente, grazie anche all'autorevole intervento - che ha giocato ancora una volta il suo prestigio, ovvero il prestigio dell'intero Paese - del Presidente della Repubblica Mattarella, che ha tranquillizzato i mercati e ha tranquillizzato l'Europa dicendo che l'Italia - è vero - è un Paese solido, ma siamo ad assistere a discussioni che porteranno ancora più nel baratro: il salario minimo e chi più ne ha più ne metta.

Allora io credo che ci debba essere a un certo punto un moto di orgoglio che dica: lavoriamo insieme e tifiamo perché il Paese riprenda a correre; confrontiamoci sulle diverse politiche ma guardiamo in faccia la realtà; capiamo ciò che è giusto e capiamo ciò che è sbagliato; difendiamo con orgoglio le nostre idee, il nostro progetto di società, ma giochiamolo al servizio del Paese.

Si chiama costruire il bene comune: questo è l'auspicio ed è la ragione per cui noi voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Onorevole Presidente e onorevoli colleghi deputati, qui si discute un assestamento di bilancio che è costantemente chiamato manovra correttiva.

La manovra correttiva i cittadini italiani ricordano bene di cosa si trattava; era un po' una costante di anni passati la manovra correttiva; era un sinonimo di più tasse.

Io me ne ricordo una, disastrosa peraltro e di un Governo che ho votato, quindi, vedete un po', ogni tanto capita anche che i nostri rappresentanti non facciano quello che ci si attendeva; era quella relativa all'estate del 2011, quando, sotto il timore dello spread, il Governo Berlusconi varò una manovra correttiva estiva disastrosa, con aumenti di tasse, bolli, raddoppio dei bolli sui conti correnti. Per che cosa? Per nulla, perché la causa dello spread, come certificato anche da quanto successo negli ultimi anni, non è la manovra correttiva o meno fatta da un Governo, che anzi fa peggiorare i conti quando è fatta di più tasse, ma è l'intervento o meno della Banca Centrale.

Abbiamo visto, anche senza chiamarle manovre correttive, manovrine autunnali del tipo, per esempio, di quella con cui il Governo Letta alzò l'IVA; era ottobre; fecero finta di fare una specie di crisi di Governo (ci ritiriamo, l'Aventino e cose di questo tipo) e perché? Perché così alzarono l'IVA e non è che l'economia andò meglio dopo aver alzato l'IVA. Bene, in questo caso noi stiamo commentando un assestamento di bilancio dove abbiamo più entrate e più risparmi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Per carità, certo, dal punto di vista keynesiano uno potrebbe dire: “Eh ma sbagliate, bisogna mettere più soldi in circolo, quindi sbagliate ad avere più incassi e più risparmi”. Beh, ma allora va contro tutto quello che avete detto prima, perché se ci rimproveravate il fatto che spendevamo tanto e che eravamo sconsiderati, non si capisce di che cosa si dovrebbe lamentare adesso chi queste obiezioni faceva, rispetto al fatto che ci sono più incassi e più risparmi. In particolar modo, sui risparmi - vale a dire sul fatto che le misure di quota 100 e di reddito di cittadinanza, numeri alla mano, costino meno rispetto a quanto era stato messo a budget -, beh, signori non è una gran sorpresa: questa legge lo certifica, ma si sapeva che, essendo un'opzione, non tutta la platea avrebbe aderito; l'avevamo detto da sempre, però c'era qualcuno che non lo diceva. Prendiamo, per esempio, la dichiarazione di un noto competente, di un noto campione dell'economia di sinistra: Tito Boeri, che oltretutto qualcosa doveva sapere perché era all'INPS. Era il febbraio di quest'anno - quindi non è che stiamo parlando di chissà quando - e disse: “Quota 100 ci costerà molto di più del previsto, 90 miliardi”. Novanta miliardi? Se io vado a vedere le dichiarazioni fatte da autorevoli esponenti del Partito Democratico - non faccio la solita rassegna stampa, perché sennò significa veramente andare a infierire - troviamo di tutto, troviamo fino a 300 miliardi. Basta guardare al costo del reddito di cittadinanza e di quota 100: troviamo di tutto, la sagra della cifra sparata a caso! E quanto più uno era competente sulla carta, quanto più la sparava a caso: il risultato invece qual è? Che, giustamente, anche complice il fatto che l'occupazione è ai massimi e la disoccupazione è ai minimi da tanti anni, tanta gente ha ritenuto non opportuno lasciare il lavoro perché - guarda caso - ce l'ha (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), anche grazie a quanto fatto fino adesso da questo Governo. Quindi, “quota 100” e reddito di cittadinanza costano meno rispetto a quanto preventivato e questa legge si limita a prenderne atto.

Poi abbiamo altre voci, per esempio, un più alto recupero dell'evasione. Certo, perché magari per una volta si è deciso di dire all'Agenzia delle Entrate di puntare sulla grande elusione e non sulla piccola, non sulla caccia alla vessazione del piccolo scontrino (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E allora arrivano situazioni che - come è stato certificato anche dalle audizioni - hanno un effetto immediato sui conti e avranno un effetto di trascinamento in futuro positivo, perché stiamo parlando di elusione che, quando emerge, poi mantiene un vantaggio sul saldo dei conti e sulle entrate. Abbiamo, per esempio, dei dividendi aggiuntivi di Banca d'Italia, che non sono scemenze come quelle che sono state dette, tipo l'intenzione nostra di vendere oro - mai avuta - o cose di questo tipo, ma sono una cosa che, anche in questo caso, era sempre stata detta, vale a dire che il quantitative easing, cioè l'acquisto da parte della Banca centrale dei titoli di Stato, sterilizza gli interessi di questi titoli di Stato perché, guarda caso, succede che la BCE compra i titoli di Stato, per il tramite di Banca d'Italia, questi titoli di Stato sono depositati in Banca d'Italia, lo Stato paga interessi su questi titoli e la Banca d'Italia glieli restituisce, quindi per lo Stato è a costo zero quel debito: è come se non ci fosse, così almeno ce lo stampiamo un po' in testa ci e aiuta anche a fare i conti di quanto stiamo risparmiando sul costo del debito. È infatti opportuno sempre ricordare che noi non paghiamo gli interessi sullo spread, ma paghiamo dei tassi d'interesse, quindi il tasso di interesse dei titoli, al momento, è ai minimi dagli ultimi anni.

Tra parentesi, approfitto, per il suo tramite, per rispondere ad alcune sollecitazioni dei colleghi che hanno parlato prima: signori, sulla class action - ripeto - rispetto alle opinioni dei parlamentari fortunatamente c'è una Costituzione; mi vergogno io di sentir dire queste cose, vale a dire di cercare di intimidire un parlamentare, che non dovrebbe parlare per timore di quello che dice, perché i mercati poi ti puniscono.

Ma stiamo scherzando (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? C'è una Costituzione che dice che noi siamo qui per portare quello che i nostri cittadini ci hanno detto che dobbiamo essere, in merito alla loro rappresentanza e meno male che non c'è la class action, perché altrimenti chi faceva parte del Governo Renzi, probabilmente avrebbe dovuto pagare di tasca sua i risparmi azzerati dei risparmiatori delle banche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Quelli sì, sono soldi che son stati portati via dalle tasche dei cittadini, non certo i mercati! Abbiamo visto che cosa succede ai mercati, che a un certo punto quando arriva il presidente della Banca centrale europea che dice: ricominciamo con il quantitative easing, sparisce lo spread; non è la manovra, non sono le dichiarazioni, non sono i mini bot, non è niente di tutto ciò!

Quindi, in realtà noi qui stiamo registrando delle misure di successo, stiamo registrando delle misure di successo e - guarda caso - si arriva esattamente al punto di partenza, perché non dimentichiamo che con questo assestamento di bilancio il nostro deficit è esattamente quanto era stato stabilito in sede di bilancio iniziale e ricordiamo - perché ho fatto ai tempi del DEF l'elenco, quando sono intervenuto in quest'Aula - quanti erano stati gli scostamenti, in passato, rispetto a quel valore. Invece no, noi qui arriviamo esattamente al punto di partenza, quindi senza mettere, nemmeno per un centesimo, le mani nelle tasche dei cittadini, senza prelievo, senza nuove tasse, senza nuovi inasprimenti, semplicemente tenuto conto di quanto è stato lo sviluppo - superiore alle aspettative per quello che riguarda le entrate, e inferiore alle aspettative per quello che riguarda le spese - delle nostre manovre.

Per cui io penso che possiamo tranquillamente votare questo assestamento, tenuto presente che i cittadini sanno benissimo quando vengono presi i soldi dalle loro tasche e, invece, riconoscono quando le cose sono fatte bene (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorenzoni. Ne ha facoltà.

GABRIELE LORENZONI (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, noi non ci nascondiamo dietro le parole, ci accingiamo a votare un provvedimento che è nato per evitare la minaccia della cosiddetta procedura di infrazione per debito eccessivo, cioè per la mancata osservazione della famosa regola del debito pubblico per l'anno 2018, una procedura che la Commissione europea avrebbe aperto per la prima volta nella sua storia nei confronti di un Paese membro dell'Unione europea, per questa regolina per cui il debito pubblico non deve superare il 60 per cento del PIL, una regola che non rispetta quasi nessuno Stato europeo. A questo punto, serve una breve cronistoria: bisogna ricordare che Mario Monti, quando seguiva i dettami dell'austerity, portò il debito pubblico dal 116 per cento al 124 per cento, e nessuna procedura per debito eccessivo è stata aperta. Poi è arrivato il Governo Letta, anche esso allineato con le politiche europee, che ha portato il debito dal 124 per cento al 132 per cento, e nessuna procedura per debito eccessivo è stata aperta. Dal 2014 al 2018 il debito pubblico è stato più o meno stabile, tra il 131 e il 132 per cento, senza però mai scendere, nonostante le condizioni globali fossero più o meno favorevoli; quindi è arrivato il Governo italiano attuale, in carica da un anno, che fa la manovra, a dicembre e, dopo pochi mesi, nonostante invece prospettive globali di stagnazione – si iniziano a vedere dei nuvoloni all'orizzonte -, arriva il rischio di una procedura di infrazione per debito eccessivo.

Va ricordato come l'avvio di questa procedura di infrazione avrebbe comportato una multa di circa 3,4 miliardi di euro, come minimo, lo 0,2 per cento del PIL, il congelamento dei fondi strutturali, lo stop dei prestiti concessi dalla Banca europea degli investimenti e la sorveglianza speciale da parte di Bruxelles per svariati anni, quindi paradossalmente questa procedura avrebbe aggravato il fardello del debito pubblico e peggiorato l'economia del Paese, che la Commissione europea invece invitava a risanare, quindi avrebbe destabilizzato ancora di più l'economia invece di stabilizzarla, cioè sostanzialmente questo era lo scenario che minacciavano. Queste sono delle regole che sono applicate in modo arbitrario - lo vediamo dai fatti - però questo è uno scenario che evitiamo con questo provvedimento e grazie alla mediazione del Premier Conte in Europa.

Presidente, ci lasci dire che queste regole non funzionano - ed è sotto gli occhi di tutti - e noi siamo in Europa per cambiarle. Con questo provvedimento, dimostriamo che, in realtà, questa procedura di infrazione non ha mai avuto motivo di esistere - come abbiamo sempre detto, tra l'altro - perché i dati a consuntivo avrebbero dimostrato, come poi è stato, che i conti erano assolutamente sotto controllo.

Siamo orgogliosi del fatto che abbiamo risposto con un semplice aggiustamento dei conti, senza ricorrere a tagli a servizi e aumenti di tasse per i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), nonostante il peggioramento delle prospettive di crescita su scala globale. Questa sarebbe stata una manovra correttiva che avrebbe messo le mani nelle tasche degli italiani e quindi noi siamo orgogliosi di poter dire che - mi dispiace per le opposizioni – non sono più le manovre correttive del passato. Inoltre, si è visto un maggior gettito rispetto alle previsioni, dovuto a maggiori entrate fiscali che hanno carattere strutturale e quindi questo comporterà un miglioramento dei saldi di finanza pubblica anche per gli anni a venire. Abbiamo anche evidenziato come le stime sui numeri di finanza pubblica fossero prudenziali e a consuntivo il deficit sarebbe stato più basso di quello inizialmente stimato, quindi, misure come reddito di cittadinanza e “quota 100” avrebbero generato dei risparmi, e così è stato. Ci ripetevano: dove trovate le coperture, dove le trovate queste benedette coperture, le coperture, le coperture…? Non solo le coperture le abbiamo trovate, ma, addirittura, sono anche avanzate, passatemi il termine.

Quindi, ora, grazie a questo provvedimento, mettiamo fine alla paventata procedura di infrazione, però, purtroppo, non riusciamo a mettere fine a un sistema dell'informazione che continua ad attaccarci su tutto, perché, Presidente, diciamocelo, nell'ultimo anno di Governo abbiamo sentito sempre lo stesso mantra, ripetuto ogni giorno all'infinito, in tutte le tv: spread alle stelle, tassi dei mutui che schizzano, catastrofe economica, il “decreto dignità” che avrebbe generato solo disoccupazione, investimenti bloccati, la manovra avrebbe distrutto i conti, l'Italia nel baratro. Poi, invece, vediamo i numeri dell'economia e leggiamo ad alta voce: l'occupazione ha raggiunto il livello più alto dal 1977, ossia dall'inizio della serie storica, il tasso di disoccupazione è sceso sotto il 10 per cento per la prima volta dal 2012, più 328 mila contratti a tempo indeterminato da agosto 2018 ad aprile 2019, grazie al “decreto dignità”, lo spread con il rendimento dei nostri titoli pubblici è sceso ben al di sotto del livello del precedente Governo Gentiloni, il tasso dei mutui più basso di sempre. C'è, poi, questa costante, una specie di refrain liturgico, l'unico appiglio con cui ci possono attaccare, che aumenteremo l'IVA, perché è un'argomentazione che rimane un'ipotesi e come fai smentire un'ipotesi futura? Io non ricordo nessuno che chiedesse conto dell'aumento dell'IVA al 25 per cento a Renzi o a Gentiloni, eppure le clausole IVA incombevano anche su di loro.

Poi, vorrei aprire questa riflessione, dopo la crisi economica il sistema Paese torna ad assumere e a investire nelle persone come mai era successo negli ultimi dieci-quindici anni. Ieri, ad esempio, il Ministero dell'economia ha dato il via libera all'assunzione di 53 mila docenti; poi, ricordo i 6 mila uomini e donne di Polizia di Stato, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, Polizia penitenziaria, le 1.500 unità nei ruoli del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, i 5 mila navigator, le 5 mila assunzioni all'INPS; penso ai 12 mila precari del comparto ATA per la pulizia della scuola che verranno stabilizzati dal Ministero dell'Istruzione; è di questi giorni la notizia del rinnovo del contratto nazionale dei medici ospedalieri, un provvedimento atteso da oltre dieci anni, che riguarderà circa 130 mila medici, veterinari e dirigenti sanitari e che garantirà loro circa 200 euro in più al mese in più in busta paga. Vanno ricordate queste cose, perché purtroppo i media non lo fanno.

Com'è di questi giorni, poi, la notizia delle delibere approvate dal CIPE, che hanno liberato 12 miliardi di euro per l'ANAS, 15 miliardi per le ferrovie, 4 miliardi per l'edilizia sanitaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), danno il via libera, finalmente, a dei cantieri fondamentali per il Paese, da Nord a Sud, parliamo di strade, ponti, ferrovie e ospedali - ci sono già regioni che in questi giorni stanno annunciando la costruzione di nuovi ospedali -, di infrastrutture che consentono lo sviluppo del Paese, la tutela dell'ambiente e il contrasto al dissesto idrogeologico. Poi, se andate su Google, lo potete vedere; scrivete: sblocco opere, sezione notizie, e vedete: CIPE, sbloccati 113 milioni per la Sassari-Alghero; CIPE sblocca i fondi per la superstrada Vigevano Malpensa; CIPE, fondi per la Tolentino-San Severino, la SS 16 Adriatica e la Fano-Grosseto; housing sociale, CIPE sblocca 100 milioni per le zone terremotate; 636 milioni del CIPE destinati all'Emilia Romagna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); ferrovia elettrificata, pronti i fondi, sbloccati 130 milioni per il bellunese; via libera dal Ministro Toninelli e dal CIPE al tunnel Armo-Cantarana, tra le province di Imperia e Cuneo, il cui tracciato accorcerà i tempi di collegamento da 25 a 6 minuti, prima i tunnel italiani; stanziati 500 milioni per il potenziamento della linea Rho-Gallarate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); ferrovie, nuovi fondi per il raddoppio della Roma-Viterbo; Pontina, fondi per la sicurezza…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi… Le ricordo che siamo su un provvedimento che ha un oggetto…

GABRIELE LORENZONI (M5S). Questo solo per dire, alla faccia di chi diceva che gli investimenti erano bloccati, che solo una cosa il Ministro Toninelli ha bloccato: l'aumento dei pedaggi autostradali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Per concludere, Presidente, ci avevate ripetuto tutti, media, opposizioni, Europa, che i conti sarebbero saltati per colpa del reddito di cittadinanza e di “quota 100” e, invece, con i dati alla mano, i numeri ci danno ragione e per questo voteremo a favore della conversione del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Comunico che ho autorizzato il collega D'Attis a consegnare la sua relazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

Colleghi… colleghi…

CARLO FATUZZO (FI). Grazie, Presidente. Per il suo tramite, vorrei far sapere ai colleghi della maggioranza, Lega e 5 Stelle, che mi aspetto un ringraziamento ai pensionati, anzi, tre volte un ringraziamento ai pensionati; la prima volta, perché grazie ai pensionati, a cui non è stato dato un miliardo e mezzo – promesso! – e, sottolineo, promesso, non solo in campagna elettorale, ma anche durante la discussione del cosiddetto decretone, hanno evitato – i governanti nostri – la procedura di infrazione. Almeno un grazie diamoglielo ai pensionati che non hanno riscosso questo miliardo e mezzo che era previsto nella “quota 100” e nella “pensione di cittadinanza”.

Il secondo ringraziamento, vorrei, sempre tramite lei, Presidente Rosato, che venisse dato ai pensionati, non a me…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! C'è l'onorevole Fatuzzo che sta legittimamente intervenendo, quindi, chiederei maggior silenzio in Aula! Colleghi, non riprendo il lavoro fino a quando non c'è un maggior silenzio in Aula.

Prego, onorevole Fatuzzo.

CARLO FATUZZO (FI). Secondo ringraziamento, vi trovate adesso un miliardo e mezzo in più, sempre grazie ai pensionati; decidete voi cosa farne, abbiamo già visto che c'è disaccordo tra maggioranza e opposizione, ma è il secondo motivo per ringraziare i pensionati.

Terzo motivo per ringraziare i pensionati: questo, mi duole dirlo, è dovuto alla mancanza assoluta di conoscenza delle leggi sulle pensioni e di cosa succede fuori da questo palazzo. Non conoscete… non conoscono, scusi, signor Presidente, coloro a cui, tramite lei, mi rivolgo, l'ABC delle pensioni; era ovvio, era ovvio che non si sarebbero spesi quei 7 miliardi e mezzo, da una parte, e 7 miliardi, dall'altra, se solo si avesse avuto una minima conoscenza che con quelle regole messe a “quota 100” solo una piccola parte di coloro che hanno “quota 100” avrebbe effettivamente riscosso e coloro che attendevano l'aumento della “pensione di cittadinanza”, nessuno di loro, avrebbe ottenuto nulla se non, in qualche raro caso, 20 o 30 euro al mese, terzo motivo per ringraziare i pensionati.

Ma ce n'è un altro, e cioè che nei prossimi due anni, 2020 e 2021, vi troverete ancora più, voi li chiamate risparmi, io li chiamo soldi dei pensionati, che i pensionati, lavorando, hanno dato al Governo, alla previdenza sociale e, quindi, al Governo, al bilancio di chi era lì, al Governo, in tutta la loro vita, e che dovevano essere restituiti e non verranno restituiti, perché non spenderete un euro di quelli che avete previsto di spendere nel 2020 e nel 2021. Segnatevelo e andatelo a vedere quando farete, l'anno prossimo, un altro assestamento o un'altra correzione di conti come questa, fra due anni.

E, soprattutto, questa mancanza di conoscenza è già un bene se è una mancanza di conoscenza, perché ho il pessimo sospetto che sappiate tutto, ma facciate finta di non sapere nulla, perché in questo modo si promette, si promette e non si mantiene, non si mantiene, tanto i pensionati le prendono sempre e non si lamentano mai, e infatti sono stati bloccati gli aumenti ai pensionati, con cui avete… con cui il Governo – pardon, Presidente – ha incassato 3 miliardi tra quest'anno e i prossimi due anni col blocco delle pensioni da 1.500 euro lordi in su, quando mai vi venisse in mente di ridarne una parte visto che sono avanzati un miliardo e mezzo.

A questo punto, vado verso la conclusione, per dire per quale motivo io voterò contro questa correzione di bilancio; ho chiesto che almeno agli inabili al 100 per cento, che, da quando nascono fino a quando hanno sessant'anni, devono vivere con 290 euro al mese e, lo ripeto, solo grazie alla legge di bilancio 2002 del Governo di centrodestra Berlusconi e Berlusconi personalmente nella legge che si ricorda come “milione al mese” ha dato da 290 a 650 euro al mese. Dateli almeno un anno prima, visto che vi sono avanzati un miliardo e mezzo, cioè dal cinquantanovesimo al sessantesimo anno di età.

Concludo, Presidente, nel modo che a lei piace…

PRESIDENTE. No, no, no, grazie. Grazie, onorevole Fatuzzo.

Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

ANTONIO ZENNARO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO ZENNARO, Relatore. Presidente, volevo ringraziare nello specifico i membri della Commissione bilancio e i capigruppo, per il proficuo lavoro fatto in Commissione, soprattutto sotto il profilo tecnico. Volevo ringraziare anche i membri del Governo che hanno seguito il provvedimento in Commissione, sottosegretario Bitonci e Vice Ministro Castelli. Infine un ringraziamento agli uffici, in particolare al dottor Somma per il supporto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2000)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2000:

S. 1383 - "Conversione in legge del decreto-legge 2 luglio 2019, n. 61, recante misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Gallinella e Gagnarli; Minardo; Mulè ed altri; Rizzetto ed altri; Misiti ed altri; Frassinetti ed altri; Leda Volpi ed altri; Rizzo Nervo ed altri: Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero (A.C. 181-1034-1188-1593-1710-1749-1836-1839-A) (ore 16,27).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno testo unificato delle proposte di legge nn. 181-1034-1188-1593-1710-1749-1836-1839-A: Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero.

Ricordo che nella seduta del 22 luglio si è conclusa la discussione sulle line generali e i relatori ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative presentate.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione. In particolare, il parere della Commissione Bilancio reca sei condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che verranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 3.200, che è in distribuzione, e con riferimento al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti.

Avverto che, fuori dalla seduta, l'emendamento Bond 3.100 è stato ritirato dal presentatore.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento 1.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

GIORGIO MULE', Relatore. Parere favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIORGIO MULE', Relatore. Parere contrario sull'emendamento 2.3 Rostan.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Rostan, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento 3.200 della Commissione.

GIORGIO MULE', Relatore. Parere favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Avverto che l'emendamento 4.100 Panizzut è precluso dall'approvazione dell'emendamento 1.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

GIORGIO MULE' (FI). Emendamento 4.101 Pedrazzini, parere favorevole. Emendamento 4.2 Rostan, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.101 Pedrazzini, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Rostan, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARA LAPIA , Relatrice. Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 5.101 Novelli e sull'emendamento 5.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.101 Novelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Solo per illustrare questo emendamento, che si inserisce nell'ambito di un'iniziativa molto importante che va a completare e a integrare quanto già si sta facendo non in modo compiuto all'interno della scuola, quella che è la formazione e la prevenzione sulle tecniche di primo soccorso. Abbiamo avuto modo di dire, anche in discussione sulle linee generali, come l'arresto cardiopolmonare e cardiocircolatorio sia una delle cause più presenti nella mortalità delle persone, indipendentemente dalle fasce di età. Quello che abbiamo anche avuto modo di dire e di sottolineare è che molto spesso le persone che vengono colpite dall'arresto cardiocircolatorio si trovano nella condizione di avere a fianco, per oltre il 70 per cento dei casi, persone che non sono formate, che non conoscono le tecniche di rianimazione.

Ecco che allora, all'interno della scuola, con questo articolo 5 e con l'emendamento con cui viene integrato l'articolo stesso, noi, in modo fattivo, andiamo a inserire nel programma scolastico di primo soccorso quelle che sono le tecniche di rianimazione cardiopolmonare e disostruttive, cardiocircolatorie.

Questo ha un'importanza notevole anche da un punto di vista culturale, perché poi con il tempo questo messaggio, questa formazione potrà essere trasferita anche a chi dovrebbe, invece, trasferire le nozioni ai ragazzi, cioè la famiglia. Facciamo un percorso inverso: i ragazzi, che vengono formati, che sensibilizzano anche gli adulti rispetto all'importanza di conoscere le tecniche di primo soccorso e le tecniche di rianimazione cardiocircolatoria. In tutto questo noi andiamo ad inserire il 16 ottobre come Giornata mondiale della rianimazione cardiopolmonare e diamo l'opportunità alle scuole di attivare tutta una serie di iniziative di sensibilizzazione. Ora, la sensibilizzazione in sé, in un momento specifico, se non è seguita da altro e non è preceduta da qualcos'altro prima, serve a poco, ma con la struttura di questa norma noi siamo convinti che questa giornata sarà un po' il compimento di un percorso che si terrà all'interno della scuola, che, ripetuto anche nel corso degli anni, darà sicuramente i suoi frutti (Applausi).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 Novelli, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'articolo 5.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Sull'articolo 5 esprimo soddisfazione perché in Commissione Fratelli d'Italia ha presentato un emendamento per aggiungere anche le pratiche di disostruzione aerea, soprattutto per i bambini. Sono molti i casi di soffocamento, ci sono 500 bambini all'anno circa che muoiono per queste cause, e quindi è molto importante che venga aggiunta anche questa pratica di primo soccorso alle altre (Applausi).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARA LAPIA , Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 6.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARA LAPIA, Relatrice. Emendamento 7.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole. Emendamento 7.2 Rostan, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.2 Rostan, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

All'articolo 8 è riferito soltanto l'emendamento 8.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, integralmente soppressivo dell'articolo medesimo. Ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò pertanto in votazione il mantenimento dell'articolo 8. Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARA LAPIA, Relatrice. Emendamento 8.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Ricordo che chi intende sopprimere l'articolo 8, e quindi votare a favore della condizione della Commissione bilancio in conformità a quanto hanno riferito relatori e Governo, deve votare “no”. Chi intende mantenere l'articolo 8, e quindi votare contro la condizione della Commissione bilancio, voterà “sì”. Quindi il Governo e la Commissione chiedono di votare “no”, rosso.

Bene, signori, è un equivoco che succede sempre nelle ultime legislature, quindi non mi sembra niente di drammatico. Ci siamo chiariti.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MARA LAPIA, Relatrice. Emendamenti 9.1 Rostan e 9.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole. Articolo aggiuntivo 9.0100 Schullian, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Rostan, con il parere favorevole del relatore e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.0100 Schullian, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Qual è il parere del Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Ordine del giorno Cavandoli n. 9/181-A/1, accolto. Ordine del giorno Baldini n. 9/181-A/2, accolto. Ordine del giorno Gallinella n. 9/181-A/3, accolto. Ordine del giorno Tuzi n. 9/181-A/4, accolto. Ordine del giorno Amitrano n. 9/181-A/5, accolto. Ordine del giorno Palmisano n. 9/181-A/6, accolto. Ordine del giorno Iovino n. 9/181-A/7, accolto.

L'ordine del giorno n. 9/181-A/8 Pedrazzini può essere accolto con riformulazione, premettendo “a valutare l'opportunità di”; la stessa cosa per l'ordine del giorno n. 9/181-A/9 Marrocco: accolto se riformulato, premettendo “a valutare l'opportunità di”; accolti gli ordini del giorno n. 9/181-A/10 Novelli e n. 9/181-A/11 Capitanio; infine l'ordine del giorno n. 9/181-A/12 Frassinetti viene accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/181-A/1 Cavandoli: va bene l'accoglimento, immagino di sì. Allo stesso modo per gli ordini del giorno n. 9/181-A/2 Baldini, n. 9/181-A/3 Gallinella, n. 9/181-A/4 Tuzi, n. 9/181-A/5 Amitrano, n. 9/181-A/6 Palmisano, n. 9/181-A/7 Iovino, che sono accolti. Ordine del giorno n. 9/181-A/8 Pedrazzini, accolto con riformulazione: va bene? Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione. Ordine del giorno n. 9/181-A/9 Marrocco accolto con riformulazione: va bene? Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione. Ordine del giorno n. 9/181-A/10 Novelli accolto; ordine del giorno n. 9/181-A/11 Capitanio accolto; 9/181-A/12 Frassinetti accolto come raccomandazione: va bene?

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Cecconi. Ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Solo un minuto per dire che arriviamo a conclusione del lavoro in Commissione e dell'approvazione in Aula che, come abbiamo potuto tutti vedere, è all'unanimità. Tutti sono d'accordo sulla norma, consapevoli che si poteva fare forse un pochino di più, anzi consapevoli che forse in alcuni territori, in alcune città del nostro Paese si sta già facendo di più ma altrettanto consapevoli che si sta ponendo una norma di civiltà, si sta facendo del bene al nostro Paese, si sta accendendo il faro su un problema: soccorrere prontamente le persone affette da infarto per la nostra città, per il nostro territorio. Potevamo far di più, potevamo forse incentivarne di più l'utilizzo nei mezzi pubblici, nei mezzi di trasporto, all'interno dei condomini per avere una capillarità quanto più completa territorialmente ma siamo certi che con la norma si salveranno delle vite che è la cosa più importante.

Il percorso in Commissione è stato rapido e condiviso da tutti, si sono fatti emendamenti importanti anche qui in Aula e voglio porre l'accento sull'emendamento posto dalla Commissione che è la cosiddetta norma del buon samaritano che esiste, anzi esisteva negli ordinamenti anglosassoni e da oggi esiste anche nel nostro Paese tant'è che un cittadino fino ad oggi che si trovava davanti a un paziente colpito da infarto, se non aveva fatto il corso, il cosiddetto BLSD, non era autorizzato a utilizzare un defibrillatore automatico e a porsi davanti al malcapitato per prestargli soccorso. Da oggi, con la nuova norma, potrà soccorrerlo in completa sicurezza senza dover andare incontro ad eventuali procedimenti da parte della magistratura. Spero che il provvedimento venga approvato all'unanimità ma spero soprattutto che venga approvato celermente anche dal Senato per accendere un faro su un'emergenza che è molto più grande di quanto si può pensare e per fare in modo che vi sia, da parte dei cittadini e da parte delle istituzioni, un avvicinamento sempre più forte, sempre più convinto all'assistenza e a un servizio di solidarietà comune cioè assistere i nostri concittadini che si trovano in stato di difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rostan. Ne ha facoltà.

MICHELA ROSTAN (LEU). Presidente, le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte a livello globale. Secondo i dati forniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, lo scorso anno sono stati circa 18 milioni i decessi, di cui l'85 per cento causati da infarto o da ictus. Ebbene, la maggior parte di tali malattie può essere prevenuta o mitigata negli effetti affrontando i più comuni e noti fattori di rischio, lo sappiamo, come il fumo, l'alimentazione scorretta, l'inattività fisica. Le cardiopatie coronariche, le malattie arteriose, sono al tempo stesso potenzialmente mortali e totalmente affrontabili. Si muore ma non c'è condanna: ci sono cure, comportamenti, rimedi che, se applicati per tempo, consentono di gestire la patologia; strategie di prevenzione innanzitutto ma anche capacità rapida di intervento. Sappiamo, infatti, che mai come nelle malattie cardiovascolari, di fronte ad una crisi e a un attacco, la celerità e l'efficienza di un intervento di soccorso sono tutto.

Quando parliamo di soccorso in questi casi, di fronte a un infarto o a un ictus, ci riferiamo quasi per istinto ad una corsa in ospedale, caricando il malato su un'auto oppure chiamando il 118, ma anche allestendo una rete ampia, diffusa e capillare di moderni defibrillatori si possono ottenere straordinari risultati in termini di velocità di intervento e soprattutto di contenimento del danno. Proprio l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato che con un impiego capillare e veloce di moderni defibrillatori circa l'80 per cento dei decessi per attacchi di natura cardiovascolare potrebbe essere evitato. Parliamo, solo in Europa, cari colleghi, di oltre 300 mila vite che si potrebbero salvare ogni anno. La cultura dell'emergenza cardiologica, con la realizzazione dei presupposti strumentali per operare rapidamente sul posto manovre di intervento, in particolare con la defibrillazione cardiaca, è una strada giusta da percorrere. Ogni minuto risparmiato di attesa per chi ha un attacco è una diminuzione del rischio di morte. Diffondere i defibrillatori sul territorio è un elemento fondamentale della politica del rapidissimo intervento, che ovviamente non prescinde dalla necessità di garantire al malato un'azione specialistica, ma consente allo stesso, nell'attesa dell'intervento primario, di limitare i danni ed evitare spesso il decesso sul colpo. Parliamo di vita e di morte, dunque, non di cose qualunque: sono scelte che cambiano i destini. Naturalmente, con la diffusione delle attrezzature devono crescere cultura del soccorso e formazione diffusa, ma, come efficacemente già detto in discussione generale, possiamo fare di un popolo un esercito della salvezza reciproca, con la diffusione capillare dei defibrillatori nei condomini, nelle scuole, nei luoghi dello sport, negli uffici e diffusione contestuale delle nozioni di base, della formazione di primo soccorso. Due strumenti contestuali che possono essere attivati rapidamente ovunque e salvare vite. Pensate a cosa possono fare i defibrillatori nelle scuole, ad esempio, o nei campi sportivi. Laddove esistono, in caso di attacco cardiaco, è stato salvato il 95 per cento dei pazienti; senza l'uso di tale strumento si sarebbe salvato soltanto il 10 per cento. Lo stesso discorso vale per gli aeroporti, le stazioni, i musei, i mezzi di trasporto; più defibrillatori, quindi, più formazione al loro uso ma anche maglie larghe per l'utilizzo stesso. Nessuna paura: se c'è lo strumento e c'è la necessità, proviamoci, usiamolo, tentiamo di salvare una vita e, anche se non l'abbiamo mai usato, proviamoci! Pensiamo a cosa possono fare i defibrillatori ancora nei supermercati o nelle banche o negli uffici postali, nei condomini. Buona parte degli arresti cardiaci avviene in casa; se c'è un apparecchio e qualcuno, un familiare o un vicino che sa usarlo, quella vita è salva.

Con il testo in esame, allora, parte una piccola riforma culturale: più mezzi e più conoscenza. Così si garantisce più sopravvivenza nell'attesa dell'arrivo dei soccorsi e del trasporto rapido del paziente in un centro specializzato. Fissiamo, innanzitutto, la necessità per le pubbliche amministrazioni di dotarsi in determinati uffici di defibrillatori, il tutto con un programma di finanziamento progressivo, per consentire che la cosa si faccia davvero. Questa cosa, ovviamente, riguarda anche e soprattutto le scuole e le università. È importante sottolineare l'obbligo di mappatura degli impianti, una mappa che deve essere accessibile a tutti, anche a chi viene dall'esterno e ne ha necessità. Conta anche indicare con forza che tutti possono usarlo. Certo, è meglio che lo faccia uno specialista che è formato, ma, se c'è urgenza, tutti devono provare: nessuna paura e nessuna cautela; con un attacco di cuore, bisogna intervenire sempre e subito. Ora chiariamo ciò anche nel testo unificato. Non c'è alcuna responsabilità legata alla manovra con il defibrillatore e non bisogna temere di usarlo: meglio farlo che non farlo.

Come detto, con la norma si estende la necessità dell'utilizzo del defibrillatore anche agli aeroporti, alle stazioni ferroviarie e ai porti, nonché ai mezzi di trasporto e alla società sportive, sia professionistiche, sia dilettantistiche presso cui viene svolta l'attività sportiva, sia durante le competizioni, durante gli allenamenti e le altre attività correlate.

Tali impianti devono essere sempre condivisi, a disposizione di tutti, anche di esterni, indicati con chiarezza. Mi sembra importante, a tal proposito, la registrazione dei defibrillatori presso le centrali operative del 118, in modo da garantire la localizzazione del defibrillatore più vicino in caso di evento. Ciò consente di costruire una vera mappa diffusa del soccorso rapido.

Infine, la riduzione dell'IVA al 5 per cento per l'acquisto di tali beni e l'obbligo di condurre campagne di informazione e sensibilizzazione mi sembrano le giuste note di chiusura di una legge che è ampiamente condivisibile e va nella direzione da tutti auspicata. Mi fa piacere sottolineare che questa norma è nata dal lavoro comune; non solo il testo unificato è stato capace di assorbire in modo efficace…

PRESIDENTE. Onorevole Rostan, mi scusi…io ho molto apprezzato la sua capacità di sopravvivenza, ma inviterei i colleghi, in particolare quelli che stanno conversando amabilmente, di consentire all'onorevole Rostan di svolgere il suo intervento.

MICHELA ROSTAN (LEU). Grazie, Presidente. Come dicevo, mi fa piacere sottolineare che questa norma è nata dal lavoro comune. Non solo il testo unificato è stato capace di assorbire in modo efficace le otto proposte di legge iniziale di vari colori politici, ma il lavoro in Commissione, con il ciclo di audizioni, ha consentito di raccogliere numerosi spunti di riflessione, che poi sono stati parte integrante della legge stessa. Sugli emendamenti si è fatto un lavoro comune e partecipato e, con soddisfazione, segnalo l'accoglimento di alcuni emendamenti di Liberi e Uguali sui tempi stretti di attuazione della legge, sulla riduzione di spazi di deroga, sull'obbligo a dotarsi questi apparecchi per le organizzazioni sportive, non solo durante le competizioni, ma anche durante gli allenamenti e le altre attività correlate, compresi trasferimenti e ritiri.

Abbiamo avuto, quindi, possibilità reale di migliorare il testo, di partecipare concretamente alla sua definizione e il tutto in tempi rapidi, con autentico spirito di collaborazione, segno evidente che quando la maggioranza si apre al confronto, schiude le porte e si dispone al dialogo, si può fare insieme una norma “salva vita”, la si può fare bene, la si può fare rapidamente, guardando all'esclusivo interesse del Paese e dei cittadini. Con questa legge ciò è stato possibile, abbiamo potuto offrire il nostro contributo, lo abbiamo fatto e siamo soddisfatti di poter approvare una legge condivisa e partecipata, che certamente ci fa avanzare sul terreno della dignità e dell'efficienza. Per tutti questi motivi annuncio il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà. Onorevole Frassinetti, mi scusi; onorevole D'Ettore, non è colpa sua ma la sua voce troneggia. Prego, onorevole Frassinetti.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, stiamo per votare una legge molto importante, una legge che rappresenta un grande passo avanti nelle procedure di primo soccorso. Incentivare l'uso dei defibrillatori è un modo concreto per salvare le vite e la diffidenza che, in parte, in molti casi, era ancora presente sul punto è via via scemata, in quanto si è in più casi dimostrato concretamente che saper bene usare un defibrillatore può salvare una vita.

In Commissione servizi sociali, nelle audizioni, abbiamo potuto ascoltare qualificati esperti che ci hanno raccontato, con degli esempi concreti, come la presenza dei defibrillatori nei luoghi pubblici sia stata in molti casi essenziale per salvare delle vite. Queste circostanze portano a ritenere che, per salvare le vite umane, sarebbe necessario un numero maggiore di defibrillatori, allocati in luoghi strategici, dove le persone abitano, studiano e lavorano. “È fatto obbligo alle pubbliche amministrazioni e ai gestori di pubblici servizi di dotarsi di defibrillatori semiautomatici”: questa frase, inserita all'articolo 1 della presente legge, è emblematica dell'obiettivo raggiunto. La presenza dei defibrillatori va sempre più garantita nei luoghi pubblici, centri sportivi, posti di grande passaggio, come stazioni, aeroporti, mezzi di trasporto.

Fratelli d'Italia sul punto si è spesa molto e ha anche organizzato, qualche mese fa, una conferenza stampa con esperti del settore. Le nostre iniziative parlamentari hanno riguardato la previsione di incentivi fiscali per l'acquisto del defibrillatore, l'obbligo di installare i defibrillatori nelle scuole e nelle università, la possibilità di aumentare gli incentivi per dotare di defibrillatori i condomini, soprattutto quelli con un elevato numero di inquilini. Nelle scuole e nelle università la presenza degli apparecchi è importante per il gran numero di persone che vi stazionano, ma può essere utile anche al territorio circostante. Recentemente, un'insegnante nelle Marche è stata proprio salvata da una crisi cardiaca grazie al defibrillatore che era presente nel suo istituto.

Certo, avremmo voluto - e sul punto è stato anche presentato in Commissione un emendamento - che fosse messa in evidenza, con un articolo a parte, l'importanza dell'installazione di questi apparecchi nelle scuole.

Un altro punto a cui Fratelli d'Italia tiene molto è proprio l'installazione dei DAE nei condomini, per vari motivi: i tempi che le persone trascorrono a casa sono sensibilmente aumentati, soprattutto per gli anziani che solitamente sono i soggetti più vulnerabili e passano la maggior parte del loro tempo a casa; così come molte persone che hanno ormai, come luogo di lavoro, l'appartamento. Il 70 per cento degli arresti cardiaci avviene proprio in appartamento ed è stato provato che intervenendo entro i primi tre minuti si riescono a limitare i danni al cervello e le menomazioni più gravi. Per questo l'ambiente domestico dovrebbe essere uno dei primi luoghi da cardioproteggere. In Italia sono circa un milione le residenze condominiali, nelle quali vivono 14 milioni di famiglie, ed è pertanto molto importante essere in grado di tutelare la salute di queste persone, rendendo il condominio un luogo cardioprotetto. Certo, la complessità decisionale degli organi di condominio non facilita l'accettazione dell'obbligo di installazione da parte di tutti i condomini, ma molti amministratori stanno spingendo sempre di più in questa direzione. Quindi, sarebbe auspicabile che tramite incentivi si potessero installare sempre più defibrillatori e si potessero formare anche portieri e inquilini in grado di poterli usare con competenza.

E quindi un altro punto importante è quello della formazione, perché, se è importante poter salvare delle vite e che gli apparecchi siano sempre più numerosi, nello stesso tempo ci devono essere persone formate per poter usare questi macchinari. Per questo, nel provvedimento si è pensato che sia prioritario l'insegnamento ad usare il defibrillatore soprattutto agli studenti di tutte le scuole di ordine e grado, naturalmente a seconda della loro età e delle loro tendenze. Ed è per questo che, all'articolo 3, sono previste misure sostanziali in questo campo, che consentono l'uso dei DAE al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare; misura, questa, che spinge a consentire anche a chi sia privo dei requisiti sopracitati di soccorrere, usando il defibrillatore, i casi di sospetto arresto cardiaco, senza incorrere in alcuna responsabilità (qui interviene l'articolo 54 del codice penale, che prevede che, in questa fattispecie, venga applicato lo stato di necessità).

Esprimo, inoltre, soddisfazione - l'ho già detto nel mio intervento precedente - per l'accoglimento dell'emendamento che Fratelli d'Italia ha presentato all'articolo 5, in Commissione, per aggiungere ai corsi di preparazione quello sulla disostruzione delle vie aeree da corpo estraneo, che è un fenomeno pericoloso e ricorrente soprattutto nei bambini. Il soffocamento per via orale, causato per il 60 per cento dei casi da cibi rotondi o troppo grandi come caramelle o chicchi d'uva, è infatti un drammatico fenomeno che ogni anno in Europa provoca la morte di circa 500 bambini; solo in Italia, si parla di un morto alla settimana, soprattutto tra i minori. Quindi, anche questo è sicuramente un elemento di primo soccorso, che è stato molto utile inserire.

Tornando all'uso del defibrillatore, è importante far capire che non deve sostituire il primo soccorso dell'ambulanza, ma, al contrario, è proprio un modo per garantire un pronto e tempestivo intervento nell'attesa dell'ambulanza, che sappiamo, purtroppo e per molti motivi, spesso non è un fatto immediato.

Inoltre, abbiamo parlato di formazione, ma è anche importante l'informazione: informare. Campagne di informazione sono rivolte al personale docente e non docente, agli educatori, ai genitori, agli studenti, finalizzate a informare sulle manovre anche della rianimazione cardiopolmonare, come abbiamo detto prima. E quindi è importante anche inserire nei programmi televisivi nazionali e regionali questa informazione, per far acquisire alla popolazione la conoscenza e la coscienza della prevenzione rispetto al fenomeno dell'attacco cardiaco, che rappresenta ancora la causa di morte principale nel 41 per cento dei casi. Questo è un passo nella direzione giusta, una legge che poteva ovviamente essere migliorata, ma che è un primo passo per cambiare la mentalità, per insegnare a soccorrere gli altri, per capire che la tempestività nell'intervento può essere risolutiva per salvare una vita. Quindi, alla luce di tutto quanto sostenuto finora, Fratelli d'Italia voterà a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, onorevoli colleghi, questo intervento durerà dieci minuti: dieci minuti è il tempo della speranza, dieci minuti è il tempo che intercorre tra una speranza di vita e una certezza di morte. Dieci minuti rappresentano il cronometro della speranza, misurano la capacità dell'uomo di potersi mettere di traverso e di avere l'ambizione di mettersi di traverso a un evento che ovviamente giudichiamo irreversibile qual è la morte. Spesso nelle situazioni disperate noi diciamo di lottare contro il tempo, di fare una corsa contro il tempo, convinti che l'uomo, facendo la corsa contro il tempo, sia in grado di piegare, con la determinazione dei suoi comportamenti, il corso delle cose. Noi, colleghi, oggi qui, in quest'Aula, possiamo approvare e stiamo per approvare una legge che sfida il destino, guarda con coraggio e rispetto la morte, ma le impone di ripiegare con nettezza. L'abbiamo ribattezzata “salvavita” non a caso, perché nei dieci minuti che stanno scorrendo passa la linea di demarcazione tra la vita e la morte in seguito ad un arresto cardiaco.

Questa legge è una legge che Forza Italia ha voluto che venisse discussa. L'abbiamo proposta oggi all'Aula e l'approviamo al termine di un percorso virtuoso di grande maturità, che ha visto la partecipazione attiva, matura di tutte le forze politiche presenti in quest'Aula. Recuperiamo sul versante del soccorso alle vittime di arresto cardiaco un ritardo quasi ventennale del nostro Paese e lo allineiamo alle migliori esperienze italiane, con l'ambizione di gettare le basi di una legislazione all'avanguardia.

È un traguardo storico, perché questa legge ha la visione d'immaginare la storia dei prossimi anni e oggi ne mette le fondamenta. Lo fa quest'Aula, lo fa questa Camera dei deputati con una prova di straordinaria maturità istituzionale che, nel nome di un senso civico comune e condiviso, ha saputo ritrovarsi unita e coesa, senza guardare a distinzioni o a convenienze politiche, ma con il solo obiettivo di fare presto e di fare bene.

È una determinazione che ha dato i suoi frutti. Noi, il gruppo di Forza Italia, rivendichiamo unicamente e con grande umiltà di aver sollecitato, ma di avere subito intercettato e trovato la sensibilità degli altri gruppi rappresentati in quest'Aula affinché venisse ascoltato il battito, flebile, di chi è colpito da arresto cardiaco prima che sia troppo tardi, perché, colleghi, non dovrà mai più accadere che un bambino di due anni, in volo dal Libano all'Italia per sottoporsi a un trapianto, muoia vittima di un arresto cardiaco perché a bordo non c'è il defibrillatore in quelle 3 ore e 15 minuti. Non dovrà mai più accadere che un ragazzo di 12 anni, studente della prima media, come era Lorenzo Greco di Torino, muoia perché nella sua scuola non c'è un defibrillatore. Non dovrà più accadere che uno studente universitario prossimo alla laurea, come Carmine Speranza, muoia a 25 anni perché nel campo di calcetto dove stava per disputare una partita manca il defibrillatore. Cari colleghi, tutto questo non dovrà accadere mai più.

Questa legge prevede la presenza dei defibrillatori su aerei e treni, su navi e bus, in aeroporti e nelle stazioni, nei porti. Prevede che vengano installati in via prioritaria nelle scuole e nelle università, raccogliendo la sollecitazione contenuta nella proposta di legge del collega Minardo. Prevede che nel caso degli allenamenti siano presenti, e non soltanto durante le gare.

Noi, colleghi, non accettiamo - l'ho detto in altre occasioni - che il nostro cellulare, il nostro telefonino smetta di essere collegato. Pretendiamo che in ogni momento e in ogni luogo della nostra vita il cellulare risponda a un'esigenza di essere connesso al mondo. Noi pretendiamo, con questa legge, che anche i defibrillatori obbediscano alla stessa identica filosofia, che debbano essere presenti esattamente come lo sono le antenne dei telefonini, perché mai nessun cittadino debba essere disconnesso dalla possibilità di salvarsi e di non essere risucchiato da una morte viceversa irreversibile. Ogni anno - l'abbiamo detto tante volte - sono circa 60 mila o più di 60 mila le vittime di arresto cardiaco, di morte improvvisa. Sono sette ogni ora. Per sopravvivere bisogna intervenire nei quattro, nei cinque minuti dall'evento.

Ogni minuto equivale a rendere il 10 per cento di possibilità di sopravvivenza non possibile. Allora, avevamo alcune esigenze e alcune esigenze abbiamo rispettato: la prima era la non punibilità e ce l'hanno suggerita le associazioni, l'Italian Resuscitation Council, chi sulla trincea ci ha detto: “Quando un cittadino si vede un defibrillatore davanti ha paura di usarlo perché non sa a quali conseguenze penali potrebbe andare incontro”. La letteratura mondiale ci ha detto che, in realtà, non c'è alcuna conseguenza da un uso sbagliato, perché il defibrillatore, grazie a Dio, non sbaglia. Eppure, abbiamo previsto in questa legge la non punibilità.

Era fondamentale prevedere la diffusione. Certo, si poteva fare meglio, ma è un programma ambizioso che guarda in avanti, guarda al di là della contingenza del momento e ci dice che abbiamo anni e anni in cui metteremo i defibrillatori ovunque e in quegli anni li registreremo su un'applicazione mobile. Dovremo sapere sempre dove sono i defibrillatori e chi lì intorno è in grado di usarli. Formeremo una cultura del soccorso attraverso la formazione di tutti gli studenti dalle scuole primarie fino alla maturità. Tutti possono, tutti devono usarli. Ci sarà il protocollo condiviso da tutti i 118 definito e standardizzato in cui ogni 118 darà le stesse identiche modalità di intervento attraverso il defibrillatore affinché non ci sia spazio per l'errore.

Perché bisogna fare presto? Perché il 24 luglio, pochi giorni fa, alle 10,47, in un centro di vacanze in provincia di Udine, una bambina che era in una piscina ha avuto un arresto cardiaco. Hanno chiamato il 118 e l'infermiera della centrale ha immediatamente chiesto di prendere il defibrillatore e mentre qualcuno lo prendeva è stato detto: “Ma sapete che c'è? Il bagnino non è abilitato a usare il defibrillatore”. Questa legge supera questo problema e dice che tutti lo possono usare. Dal 118 hanno detto al bagnino di usare il defibrillatore, hanno dato le indicazioni e la bambina è stata salvata da morte certa. Per questo dobbiamo andare avanti, per questo non dobbiamo perdere tempo.

Noi, colleghi, nella vita parlamentare e nella vita di tutti i giorni guardiamo a due cose: al senso della vita e al senso del tempo. Io penso che, con questa legge, che affidiamo all'approvazione il più rapidamente possibile del Senato, noi abbiamo dato certamente un senso al nostro tempo ma, soprattutto, abbiamo dato un senso alla vita di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, se io avessi adesso un arresto cardiaco e nessuno di voi intervenisse fra dieci minuti con alta probabilità io sarei morto. Nel nostro Paese ogni anno su 100 persone colpite da un attacco di cuore un terzo dei pazienti muore prima di raggiungere un ospedale, nonostante i dati della letteratura scientifica ci dicano che, con una defibrillazione precoce, si possa arrivare a triplicare i sopravvissuti, salvando circa 10 mila persone ogni anno. L'arresto cardiaco in Italia uccide, invece, 57 mila persone ogni anno, 156 persone ogni giorno, una ogni nove minuti. L'arresto cardiaco si configura come responsabile del 10 per cento dei decessi che si verificano ogni anno in Italia.

Anche questo è bene ricordarlo oggi, che pure approviamo una legge importante, anche per le insopportabili differenze territoriali che presenta ancora il sistema dell'emergenza-urgenza italiano, che espone il cittadino a standard e possibilità diverse a seconda che abiti in una regione o in un'altra, in una grande città o nelle aree interne del Paese, e che chiederebbe un potenziamento nazionale per assicurare a tutti i cittadini un sistema omogeneo per numero di mezzi, operatori e organizzazione.

Ma non di meno nel quadro del potenziamento delle opportunità salvavita poter disporre in breve tempo di un apparecchio per la defibrillazione è cruciale per il fatto che l'efficacia dell'intervento è inversamente proporzionale al trascorrere dei minuti. È bene dirlo: non vi è un solo elemento decisivo, neppure il solo defibrillatore, di cui pure favoriamo l'utilizzo e la formazione in questa legge. Perché una vittima di arresto cardiaco abbia la probabilità più alta di sopravvivere, è necessario che si verifichino velocemente una serie di interventi, che compongono una catena ideale: il riconoscimento precoce dell'arresto cardiaco, la chiamata di aiuto al 118, il massaggio cardiaco, la defibrillazione precoce, l'intervento dei sanitari e il trasporto in ospedale.

Tutto questo costituisce la cosiddetta catena della sopravvivenza, la cui forza si basa su quella di ciascuno degli anelli che la compongono. Se uno di questi elementi, soprattutto quelli iniziali, non partono tempestivamente, le fasi successive perdono drammaticamente di significato. È quindi necessario che la valutazione di proposte di legge per la diffusione e l'uso dei defibrillatori tenesse conto dell'evidente esigenza di garantire la tempestività del soccorso ai pazienti in arresto cardiaco, considerando tuttavia quali interventi si siano dimostrati, negli anni, più appropriati e realmente efficaci, oltre che ragionevoli e proporzionati in termini di spesa finanziaria. Sotto il profilo dell'efficacia e dell'appropriatezza, la defibrillazione non pone problemi diagnostici a chi lo usa, dato che è la macchina stessa a riconoscere le condizioni del paziente, a fornire istruzioni vocali e visive.

Dunque, qualsiasi soggetto può essere potenzialmente in grado di usarla in maniera appropriata, anche senza specifica formazione. Grazie alle tecnologie d'avanguardia, i defibrillatori sono studiati appositamente per essere usati anche dai cosiddetti soccorritori laici e a questo si aggiunge la possibilità di ricevere indicazioni in remoto dalla centrale 118.

Fatte queste premesse, risulta evidente perché sia una scelta giusta, di buonsenso, giustificata dalle evidenze scientifiche, una scelta qualificante, che abbiamo voluto nella nostra proposta di legge, oggi ricompresa nel testo unificato, che è quella di introdurre la salvaguardia giuridica, sia civile che penale, rispetto a tutti gli eventi riconducibili ai tentativi di rianimazione e defibrillazione con defibrillatori verso la vittima e verso terzi, anche da parte dei soccorritori occasionali, una salvaguardia che consentirà di proteggere chiunque voglia intervenire, risultando un fattore incentivante l'utilizzo del defibrillatore in caso di emergenza.

Tutti hanno infatti paura di intervenire, spesso per paura delle ripercussioni legali: questa legge sarà uno schermo di protezione verso tutti i cittadini che intervengono per stato di necessità.

Ma l'allargamento della platea dei potenziali soccorritori e la scriminante introdotta non tolgono valore ed importanza alla diffusione della formazione: l'introduzione nelle scuole dell'insegnamento del primo soccorso è un investimento per il futuro.

Siamo uno dei cinque Paesi europei con una legislazione dedicata a questo insieme a Belgio, Danimarca, Francia e Portogallo.

Lo abbiamo fatto nella scorsa legislatura attraverso l'articolo 10 della legge sulla buona scuola.

Il provvedimento di oggi sottolinea ancora una volta l'importanza di questo investimento per il futuro e sottolinea ulteriormente l'importanza di una formazione specifica all'utilizzo dei defibrillatori rivolta alle più giovani generazioni.

Un'altra importante novità risiede nell'aver previsto una pianificata presenza di defibrillatori nelle nostre città, a partire dalle scuole di ogni ordine e grado alle amministrazioni pubbliche con più di 15 dipendenti, ai luoghi di transito come stazioni e aeroporti, prevedendo una dotazione nei mezzi di trasporto ad alta percorrenza.

Importante è anche aver affidato ai comuni la definizione di una sorta di piano regolatore dei defibrillatori, per una collocazione diffusa e capillare nei contesti cittadini, in modo da renderli disponibili facilmente 24 ore su 24 e altrettanto fondamentale è stato ribadire il ruolo decisivo delle centrali 118 come playmaker del sistema della sopravvivenza; la presenza della mappatura e la conseguente visualizzazione, sulle mappe, della centrale operativa, permetterà agli operatori di allertare e di consigliare i soccorritori occasionali dove recuperare un defibrillatore che potrebbe essere dietro l'angolo ma nessuno lo sa. La centrale operativa è in questo l'anello di congiunzione fra le gambe e le braccia del soccorritore e un defibrillatore dentro una teca. In questa direzione assume valore anche la previsione di creare un'applicazione di reclutamento e localizzazione dei soccorritori e dei defibrillatori con un'unica interfaccia nazionale, che possa integrarsi con i database regionali, allo scopo di allertare e reclutare i possibili primi soccorritori presenti nei paraggi dell'arresto cardiaco e geolocalizzare il defibrillatore più vicino e le modalità d'accesso, sul modello di DAE RespondER, il primo sistema di App integrato delle centrali operative che allerta i potenziali soccorritori nato in Emilia Romagna, dove non a caso è nato anche il sistema del 118, che sta dando ottima prova di sé. Per risultare realmente utile, l'applicazione dovrà avere la stessa interfaccia su tutto il territorio nazionale.

E ancora, è importante l'allargamento dell'obbligo di avere un defibrillatore per le società sportive, non solo nello svolgimento delle partite ma anche durante gli allenamenti, che per frequenza vedono un'incidenza maggiore di casi di emergenza, completando nella direzione del buonsenso ciò che era già previsto opportunamente nel decreto Balduzzi e nelle scelte compiute dai Governi a guida PD negli anni scorsi.

Insomma, questa legge consentirà di aumentare il denominatore di persone disposte ad un atto di solidarietà senza aver paura di avere effetti collaterali legali, amplierà le occasioni di formazione fin dal percorso scolastico, aumenterà e renderà facilmente reperibili soccorritori vicini ad un'emergenza, anche grazie alle possibilità di geolocalizzazione consentite dalle moderne tecnologie, diffondendo la presenza di defibrillatori e migliorando la cardioprotezione delle nostre città. Vi era il rischio, trattando questa materia, di fare una legge manifesto, una legge di testimonianza, poco concreta: così non è stato. Si è riusciti a convergere su alcuni obiettivi in grado di produrre un reale avanzamento nel sistema dell'emergenza-urgenza, come ci è stato riconosciuto in sede di audizione dall'Italian Resuscitation Council e da tutti gli esperti in materia di rianimazione cardio-polmonare; un testo unificato figlio di un buon lavoro di collaborazione svolto in Commissione affari sociali; un testo che riprende tutti gli aspetti decisivi che avevamo proposto nel nostro progetto di legge; un testo che fornisce strumenti concreti in grado di aumentare la possibilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. Concludo, Presidente, e non essendosi per fortuna realizzato l'incipit del mio intervento, lo faccio annunciando che per tutte queste ragioni vi è il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico al provvedimento di legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lazzarini. Ne ha facoltà.

ARIANNA LAZZARINI (LEGA). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, votiamo oggi un altro provvedimento a tutela della salute pubblica, un provvedimento all'apparenza semplice, che forse non troverà posto nelle prime pagine dei quotidiani. Eppure, se il testo in esame diventerà legge, con l'approvazione da parte dei due rami del Parlamento, saranno moltissime le vite che potremo mettere in salvo nei prossimi anni nel nostro Paese. Vorrei iniziare con una breve ricognizione, se mi è consentito, perché negli ultimi mesi stiamo discutendo di salute e di provvedimenti a forte impatto sociale con una certa continuità; questo è sicuramente un bel segnale che mandiamo da quest'Aula.

Mi piace ricordare la proposta di legge a mia prima firma sul riconoscimento della cefalea cronica come malattia sociale, votata all'unanimità nella seduta del 18 aprile scorso. Qualche settimana fa, invece, è stato il turno delle mozioni sulla cura e l'assistenza del paziente oncologico, con le quali si è impegnato il Governo a rilanciare prevenzione, ricerca e assistenza, a potenziare le campagne di comunicazione e a favorire, tra l'altro, l'adesione agli screening. Oggi abbiamo in votazione un testo unico che si occupa di un'altra situazione clinica, altrettanto grave e rilevante, che concerne il trattamento precoce degli arresti cardiaci. Tutti noi sappiamo che cos'è un arresto cardiaco; si verifica a causa di un'aritmia, quando il cuore batte un ritmo così elevato da cominciare a vibrare, cessando di pompare il sangue al corpo e al cervello; quello che troppo spesso sottovalutiamo, peraltro, è l'alta incidenza di questa patologia. Secondo i numeri diffusi dall'Istat e dal Ministero della salute, in Italia infatti si verificano ogni anno circa 60.000 morti per arresto cardiaco, una ogni 9 minuti. Di questi decessi, oltre 1.000 riguardano giovani con età inferiore ai 35 anni, anche apparentemente sani e che non avevano mai avuto sintomi premonitori. Sono particolarmente rilevanti anche i dati relativi al luogo in cui si registra la maggior parte dei decessi: l'80 per cento si manifesta in ambiente extraospedaliero, a dimostrazione del rapporto direttamente proporzionale che sussiste tra tasso di sopravvivenza e tempestività dei soccorsi. È stato provato che intervenendo entro i primi 3 minuti dall'arresto cardiaco si riescono a limitare i danni al cervello e le possibili menomazioni; per ogni minuto di attesa, invece, la percentuale di sopravvivenza scende purtroppo inesorabilmente del 10 per cento. È chiaro, dunque, che per ridurre l'impressionante numero di decessi dobbiamo garantire, prima di ogni altra cosa, la tempestività degli interventi di soccorso e la via più efficace, forse l'unica misura che abbiamo a disposizione per ottenere questo risultato è la promozione dell'impiego dei defibrillatori automatici e semiautomatici esterni, i cosiddetti DAE. Nelle realtà territoriali, che hanno avuto il merito di incentivare una diffusione capillare di questi dispositivi, i risultati raggiunti sono andati oltre le attese, laddove la percentuale di sopravvivenza è salita enormemente, dal 5 al 50 per cento, consentendo così di mettere in salvo migliaia di vite. L'impiego dei defibrillatori, inoltre, si è rilevato estremamente sicuro; il dispositivo, infatti, analizza automaticamente il ritmo cardiaco, determina automaticamente se per tale ritmo cardiaco è necessaria o meno una scarica e automaticamente seleziona il livello di energia necessario. L'utente che lo manovra non ha grossi margini di errori; non c'è il rischio di forzare la scarica se il dispositivo segnala che questa non è necessaria. Fa bene, allora, la proposta di legge a sfruttare a pieno le potenzialità di questi dispositivi, promuovendone la diffusione e l'impiego su scala nazionale. Le norme da essa arrecate, in effetti, consentiranno, da qui ai prossimi anni, di avere a disposizione defibrillatori in tutte le principali sedi delle pubbliche amministrazioni con più di 15 dipendenti e servizi aperti al pubblico; lo stesso avverrà anche con riguardo agli scali aerei, ferroviari e marittimi, cioè luoghi cruciali con notevole affluenza di pubblico in cui risulta indispensabile la presenza dei dispositivi di cui si discute (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Da valutare con favore è anche l'ampliamento della platea di soggetti che, nei casi di emergenza e in assenza di personale sanitario formato, saranno autorizzati all'utilizzo del defibrillatore, nonché la previsione esplicita di una fattispecie di non punibilità delle azioni da questi intraprese, nel tentativo di prestare soccorso a una vittima in sospetto arresto cardiaco. Misure importanti, che vanno nella direzione auspicata dalla dichiarazione del Parlamento europeo del 14 giugno del 2012 sull'istituzione di una settimana europea di sensibilizzazione sull'arresto cardiaco. C'è poi l'articolo 5, che prevede l'introduzione dell'insegnamento della rianimazione di base dell'utilizzo del DAE nelle scuole secondarie. Nell'ottica proprio di fare prevenzione e formazione, partendo anche dalle nuove generazioni, un ulteriore tassello è rappresentato dagli articoli 6 e 7, con i quali si prevede la registrazione dei defibrillatori presso le centrali operative del sistema di emergenza sanitaria e la realizzazione di un'apposita applicazione mobile per la rapida geolocalizzazione del soccorritore e dei DAE più vicini. Anche qui si sfruttano le nuove tecnologie per fronteggiare situazioni di emergenza, che fino ad oggi abbiamo gestito con un approccio anacronistico.

Penso poi all'articolo 8, che introduce i defibrillatori semiautomatici e automatici esterni tra i beni soggetti all'aliquota IVA del 5 per cento, con l'obiettivo di agevolarne ancora una volta la diffusione e l'acquisto anche da parte dei soggetti privati. Ancora, penso all'articolo 9, che demanda al Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca, il compito di promuovere ogni anno, negli istituti di istruzione primaria e secondaria, una campagna di sensibilizzazione rivolta al personale docente e non docente, agli educatori, ai genitori e agli studenti, e finalizzata a informare e sensibilizzare gli stessi sulle manovre di rianimazione cardiopolmonare e sull'uso dei DAE. Un'ultima riflessione possiamo farla anche sul piano economico: la valutazione è abbastanza semplice e basta mettere i costi sui piatti della bilancia. Un singolo evento cardiaco può costare al Servizio sanitario nazionale più di 100 mila euro; il prezzo di un defibrillatore di ultima generazione, invece, è notevolmente inferiore, perché si aggira tra i 700 e i 2.000 euro. È chiaro, dunque, che nel lungo periodo la spesa che sosterremo per l'acquisto dei dispositivi potrà tradursi in un considerevole risparmio per il Servizio sanitario nazionale; diminuiranno le complicazioni, in alcuni casi permanenti, che possono derivare da un arresto cardiaco e diminuirà di conseguenza la spesa pubblica riconducibile al loro trattamento.

Concludendo, colleghi, questo è un provvedimento da valutare assolutamente con favore sotto tutti i profili evidenziati ed è positiva anche la genesi e la gestazione che lo stesso ha avuto in Commissione; si è partiti da otto proposte di legge e si è arrivati a un testo unico che ne recepisce in larga parte i contenuti. Ciò è positivo e dimostra, ancora una volta, che quando si parla di vita e salute non ci sono e non devono esserci divisioni politiche, ma soltanto obiettivi comuni da raggiungere nell'interesse della collettività tutta.

E per le ragioni suesposte, signor Presidente e colleghi deputati, ribadisco, a nome del gruppo che rappresento, il voto assolutamente favorevole alla proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, il Servizio sanitario nazionale, nato nel 1978 per garantire il diritto alla salute e alla tutela della salute, basa la sua essenza su tre fondamentali principi: l'universalità, ovvero il diritto di tutta la popolazione a ricevere cure e assistenza; l'uguaglianza, che garantisce l'accesso alle cure da parte di tutti, anche di coloro privi di adeguati mezzi economici; e l'equità, ossia la garanzia della trasparenza nei rapporti dell'erogazione delle prestazioni. Sulla base di questi principi, un ruolo fondamentale è svolto dalla tempestività di un intervento in situazioni di emergenza. È proprio su questo che lo Stato può e deve fare ancora molto: assicurare che quei principi siano sempre rispettati. Lo dico in quest'Aula perché ogni giorno, in molte occasioni, il mio ruolo di rappresentante dei cittadini mi porta a prendere coscienza di situazioni ai limiti dell'assurdo. Sono convinta, colleghi, che accada lo stesso per molti di voi; in maniera particolare per chi si occupa di sanità. Ci sono aree del nostro Paese in cui il diritto alla salute non è per niente garantito. A quarant'anni dalla nascita del nostro sistema sanitario nazionale, Presidente, continuano ad esistere cittadini di “serie A” e cittadini di “serie B”; uno Stato che si definisce civile non lo può permettere.

Oggi, un passo importante possiamo finalmente compierlo: con questa legge, possiamo realmente salvare vite umane. Come considerazione iniziale, occorre sottolineare che l'arresto cardiaco è un evento ad impatto sociale molto elevato; infatti, sebbene soggetti con cardiopatia nota siano ormai a maggior rischio di eventi mortali, in assoluto, il numero maggiore dei casi di morte improvvisa si verifica paradossalmente nella popolazione generalmente considerata sana. Sono le cosiddette morti improvvise a cuore sano che guadagnano grande spazio nella cronaca, proprio a causa del loro elevato impatto sociale ed emotivo. Come la cronaca sottolinea, si tratta spesso di soggetti che praticano attività sportiva, talvolta anche a livello agonistico: non a caso, il 70 per cento degli eventi si verifica nelle abitazioni, il 30 per cento in strade e luoghi pubblici, tutti questi sono luoghi al di fuori, dunque, dei contesti ospedalieri. Questo accade accanto alla malattia cronica e all'infarto, in condizioni ben note e studiate in termini di terapia e prevenzione. Esistono una serie di altre condizioni morbose, nelle quali la capacità di diagnosi precoce e di prevenzione degli eventi è molto meno sviluppata al momento, si tratta spesso di condizioni congenite che rimangono misconosciute fino alla manifestazione fatale. L'arresto cardiaco quindi rappresenta spesso il primo evento di malattia in soggetti considerati sani, o, meglio, senza alcun motivo di essere considerati malati. L'impatto di un tale evento nel contesto personale del paziente, nell'ambito familiare, ma anche nell'ambito sociale più ampio, può essere devastante, non solo nel caso di esito infausto, ma anche e soprattutto nel caso in cui l'arresto cardiaco provochi danni neurologici irreversibili, con necessità permanente di assistenza e cure. A questo proposito, occorre rilevare che il risultato delle manovre di rianimazione cardiopolmonare, in termini di sopravvivenza e di danno cerebrale, è strettamente correlato alla tempistica di intervento e al tipo di manovre effettuate, ovvero alla tempestività dell'intervento e alla…

PRESIDENTE. Onorevole Lapia, chiedo scusa, non volevo interromperla. Posso chiedere cortesemente ai colleghi un po' di silenzio per consentire anche all'onorevole Lapia di fare la sua dichiarazione di voto? Grazie.

MARA LAPIA (M5S). Grazie, Presidente. Si pongono dunque due fondamentali questioni: da una parte, in considerazione dei tempi di intervento e di fronte allo stato di necessità, è necessario permettere l'uso dei dispositivi di defibrillazione anche a soggetti non formati, confortati in questa scelta dai dati di sicurezza dei defibrillatori semiautomatici e automatici. Si tratta, infatti, di dispositivi che mutuano la loro tecnologia da quella dei defibrillatori impiantabili su paziente, i quali hanno ampiamente dimostrato, nel tempo, una elevatissima efficacia e appropriatezza d'intervento, attualmente superiore al 95 per cento.

D'altra parte, è fondamentale rendere più ampia possibile la platea dei possibili soccorritori; si tratta, quindi, di diffondere nella popolazione la cultura del soccorso e della rianimazione cardiopolmonare e, a questo scopo, sono stati individuati, nell'ambiente scolastico, nei sistemi di trasporto e nella pubblica amministrazione, i destinatari iniziali di questa formazione; un progetto sicuramente ambizioso, destinato a incidere positivamente sulla sopravvivenza dei pazienti, che attualmente è ampiamente inferiore al 10 per cento dei casi in ambienti nei quali la terapia non sia rapidamente attuabile. Tuttavia, le conseguenze positive potrebbero esplicarsi anche in ambiti diversi; è auspicabile, infatti, che questo percorso formativo sia solo il primo passaggio di un processo culturale che porti alla diffusione capillare della cultura del soccorso.

Accanto all'indubbia valenza terapeutica di un tale programma formativo, non va, infatti, sottovalutata l'importante ricaduta pedagogica; realizzare un programma che coinvolga un'intera popolazione nella trasmissione del concetto del soccorso reciproco non potrà che costituire un elemento di incremento della coesione e dell'attenzione sociale, principalmente nei contesti urbani nei quali i valori della solidarietà e della vicinanza vanno inevitabilmente diluendosi, compressi e sacrificati dalla tempistica contratta delle nostre attività quotidiane. In altre parole, si tratta certamente di istituire un percorso formativo, finalizzato al corretto trattamento di un evento drammatico come l'arresto cardiaco, ma tale percorso assume anche la valenza di un'occasione privilegiata per la sensibilizzazione di un grande numero di cittadini, sensibilizzazione sui valori etici di solidarietà e attenzione, così fondamentali per la convivenza civile.

L'ascolto, anche, dovrebbe essere civile, Presidente.

Con questo disegno di legge, diamo una svolta epocale a tutto questo, realizzando una vera e propria rivoluzione per il nostro sistema sanitario. Lo dico perché, da relatrice del provvedimento, ho potuto prendere consapevolezza di tutto il lavoro fatto in Commissione, passo dopo passo, per produrre la migliore legge possibile sull'utilizzo dei defibrillatori in contesti extraospedalieri. Insieme ai colleghi ci siamo confrontati con gli esperti, i tecnici, i medici, tutti coloro che quotidianamente, ancora oggi, convivono con una normativa carente, a tratti incompleta. Approfitto, dunque, di questo intervento, per ringraziare tutti coloro che hanno dato un importante contributo alla stesura di questo documento.

Stiamo fornendo al nostro Paese, Presidente, un importante strumento salvavita; autorizzare l'utilizzo dei defibrillatori anche a persone non formate, in situazioni di emergenza, istruire i nostri ragazzi alle manovre di rianimazione, obbligare le società sportive e le pubbliche amministrazioni a dotarsi di postazioni DAE; rendere tecnologico ed avanzato il processo di geolocalizzazione dell'apparecchio più vicino alla vittima vuol dire, per questo, salvare vite umane. Per questo motivo e per le ragioni finora esposte, preannuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.

FILIPPO GALLINELLA (M5S). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare tutti i colleghi della Commissione che hanno portato a termine questo importante provvedimento, che spero abbia un iter rapido al Senato. Fondamentale la prevenzione, perché per ogni minuto di ritardo su un infarto, sulla maggior parte degli infarti, c'è il 10 per cento in più di rischio di morte, quindi, intervenire precocemente è fondamentale. La diffusione del DAE, quindi, è essenziale; io personalmente ho fatto un corso, invito tutti a farlo, perché non si sa mai, purtroppo, è così, l'infarto è la prima causa di morte.

Mi auguro che nel futuro si possa lavorare per dotare i condomini, dove c'è un grande assembramento di persone, anche di questi dispositivi, perché prima si interviene e prima si salva la vita. Grazie a tutti ancora, per il lavoro che è stato fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

GIORGIO MULE', Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE', Relatore. Grazie, Presidente. Sono ringraziamenti non di rito, sono ringraziamenti sentiti. Questo Parlamento ha messo in moto una filiera istituzionale che ha permesso un'approvazione rapida di una legge che è condivisa da tutti. Volevo ringraziare i funzionari della XII Commissione, dalla presidente a tutti coloro che hanno collaborato, perché soltanto con la loro collaborazione abbiamo portato un testo così condiviso in Aula (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mulè.

In morte del Vicebrigadiere dell'Arma dei carabinieri Mario Cerciello Rega.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi e colleghe, come purtroppo sapete, nella notte del 25 luglio scorso, un vicebrigadiere dell'Arma dei carabinieri, Mario Cerciello Rega è stato ucciso a Roma, nel corso di un servizio di controllo. In un momento così doloroso per il nostro Paese, sentiamo il dovere di rendere omaggio a un giovane militare che ha saputo interpretare la divisa di carabiniere come testimonianza di un impegno concreto, a difesa della legalità, ma anche come strumento al servizio della comunità. Questo suo tratto di umanità, di straordinaria capacità di attenzione e sostegno verso le persone più deboli e indifese della società che raccontano familiari, amici e colleghi, rende ancora più forte l'amarezza per questa grave perdita, ma al tempo stesso rafforza in noi il senso di gratitudine nei suoi confronti, per aver saputo rappresentare lo spirito più autentico, nobile e generoso dell'Arma dei carabinieri.

Per queste ragioni, esprimo, anche a nome del Presidente, che in rappresentanza di tutti noi ha partecipato ieri ai funerali, e di tutta l'Assemblea, la solidarietà e la vicinanza ai familiari del vicebrigadiere Cerciello Rega ed, in particolare, alla giovane moglie.

Ritengo sia anche doveroso, in questo momento, esprimere riconoscenza e apprezzamento a tutte le donne e a tutti gli uomini dell'Arma dei carabinieri e di tutte le forze di polizia che con professionalità, dedizione e consapevoli dei rischi, sono impegnati ogni giorno su tutto il territorio nazionale e all'estero, nella difesa della legalità, della sicurezza, della giustizia e della democrazia nel nostro Paese. Invito i colleghi ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Vivi e prolungati applausi).

Grazie, colleghi, credo che questo lungo applauso, di tutti i gruppi parlamentari, rappresenti più di qualsiasi altro, il senso del Paese e il senso di riconoscenza che tutti noi abbiamo nei confronti di chi lo difende ogni giorno.

Si riprende la discussione.

(Coordinamento formale - A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 181-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 181-1034-1188-1593-1710-1749-1836-1839-A: “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39) (Applausi).

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per il contrasto della violenza in occasione di manifestazioni sportive (Già articoli da 6 a 11 del disegno di legge n. 1603 - Stralcio disposto dal Presidente della Camera ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 12 marzo 2019) (A.C. 1603-ter-A) (ore 17,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1603-ter-A: Disposizioni per il contrasto della violenza in occasione di manifestazioni sportive (Già articoli da 6 a 11 del disegno di legge n. 1603 - Stralcio disposto dal Presidente della Camera ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 12 marzo 2019).

Ricordo che nella seduta del 22 luglio si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 1603-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione, e delle proposte emendative ad esso riferite (Vedi l'allegato A).

Ricordo che, a norma dell'articolo 123-bis, comma 3, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili non possono essere ripresentati in Assemblea e, ove ripresentati, non sono pubblicati. Inoltre, non sono pubblicati, in quanto non ricevibili, gli emendamenti già presentati presso la Commissione ma in quella sede ritirati o decaduti per assenza del presentatore, i nuovi emendamenti non preventivamente presentati presso la Commissione riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa ovvero che non risultino consequenziali rispetto alle modifiche apportate in sede referente.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione. In particolare, tale ultimo parere reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento.

Comunico che la Presidenza, sulla base del parere della Commissione bilancio, non ritiene ammissibile, a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, in quanto reca nuovi o maggiori oneri finanziari privi di idonea quantificazione e copertura, l'articolo aggiuntivo Bordo 1.03.

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.

RICCARDO AUGUSTO MARCHETTI, Relatore. Presidente, emendamento 1.1 Bazoli, parere contrario; emendamento 1.2 Casciello, parere contrario; emendamento 1.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole; articolo aggiuntivo 1.01 Bordo, parere contrario; articolo aggiuntivo 1.02 Bordo, parere contrario; articolo aggiuntivo 1.03 Bordo, parere contrario.

PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo 1.03 Bordo è inammissibile. Il Governo?

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1 Bazoli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Signor Presidente, volevo illustrare brevemente l'emendamento, perché questo disegno di legge contiene una delega al Governo per intervenire sulla materia del contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive. È una specie di relitto, residua da una serie di stralci che sono intervenuti, perché il Governo è già intervenuto abbondantemente sulla materia, da ultimo col “decreto sicurezza bis”, ma contiene in particolare una delega che noi riteniamo piuttosto critica anche dal punto di vista della sua legittimità costituzionale, perché si delega il Governo ad intervenire sulla normativa penale e processuale attraverso una ricognizione, un coordinamento e un'armonizzazione della normativa ma anche attraverso la possibilità di migliorare la normativa medesima, cioè attraverso la possibilità di un'innovazione della normativa. Infatti, la Corte costituzionale ci dice che, quando la delega riguarda materie penali o processuale penale, come in questo caso, le modifiche e le innovazioni all'ordinamento devono essere circondate da criteri molto chiari e molto limpidi, cosa che questa delega non fa, perché si dà una delega di natura molto generica al Governo di intervenire sulla materia penale e processuale penale senza che siano indicati i criteri di delega specifici. Lo stesso Comitato per la legislazione ha messo in evidenza che c'è, da questo punto di vista, un deficit nella delega, e noi con questo emendamento abbiamo chiesto che venisse tolta dalla delega al Governo esattamente la materia penale e processuale penale.

Cioè, al Governo si delega di intervenire, modificare e migliorare tutte le norme che riguardano le manifestazioni sportive ma senza toccare la materia penale e processuale penale, perché questo rischia di essere una delega in bianco e in contrasto con i principi costituzionali. Questa è la ragione per cui abbiamo presentato questo emendamento, che è stato bocciato in Commissione e immagino verosimilmente verrà bocciato anche in Aula, ma noi riteniamo che sia un errore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, intervengo per sottoscrivere, anche a nome del gruppo, l'emendamento Bazoli 1.1, al quale noi assegniamo una rilevanza decisiva ai fini dell'orientamento sul voto finale al provvedimento, perché l'espunzione dal testo del riferimento alla materia penale e processuale penale evidentemente consente di riportare la delega al di sotto della soglia di equilibrio che, altrimenti, verrebbe sicuramente violata con un eccesso chiaro, non essendo perimetrata nella norma di legge, unico articolo residuato dall'originario testo normativo, quella cornice che consente di trasferire al Governo il potere di legiferare. Sarebbe evidentemente una delega eccessiva, e soprattutto additiva, nel mentre la lettera a) dell'articolo 11 utilizza espressioni come “ricognizione, riordino, coordinamento e armonizzazione della normativa”, che, espunto appunto il riferimento codicistico, consentirebbero quantomeno di formulare una sorta di testo unico delle misure in materia di prevenzione e di contrasto ai fenomeni di violenza connessi all'attività sportiva di una certa utilità. È per questo che riteniamo che questa espunzione consenta non soltanto un provvedimento utile ma anche costituzionalmente legittimo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Bazoli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Casciello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.01 Bordo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bordo. Ne ha facoltà.

MICHELE BORDO (PD). Presidente, con questo intervento approfitto per illustrare due emendamenti molto simili che ho presentato all'articolo 1. Sono due emendamenti attraverso i quali propongo di affidare al questore la possibilità di disporre, in caso di manifestazioni sportive a rischio, dichiarate a rischio, il divieto di vendita di alcolici. Questo, ovviamente, nei luoghi in cui le manifestazioni si svolgono, anche sui mezzi di trasporto che conducono i tifosi verso i luoghi in cui le manifestazioni si svolgono. A tal proposito, dico intanto che il divieto di somministrazione di bevande alcoliche era già previsto per le manifestazioni organizzate dalla UEFA e attualmente la legislazione vigente non chiarisce bene, in caso fosse necessario prevedere il divieto di vendita di alcolici, e non si prevede espressamente in capo a chi sia riconosciuta questa titolarità. Infatti, noi sappiamo che il divieto può essere disposto dal sindaco, è accaduto in qualche circostanza, e poi, purtroppo, l'ordinanza sindacale è stata annullata dalle decisioni della magistratura. Il Consiglio di Stato in qualche circostanza è intervenuto per annullare l'ordinanza sindacale o perché troppo generica o perché carente di motivazione adeguata. In qualche altra circostanza è accaduto, in occasione di qualche partita considerata a rischio, anche a Roma, che fosse stato il prefetto a decidere o a disporre il divieto della vendita di alcolici.

Con questo emendamento si dice una cosa molto chiara: si dice che è il questore che può disporre il divieto, quando ci sono manifestazioni a rischio, o assumendosi direttamente la responsabilità o dopo avere acquisito il parere del comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza.

Approvando questo emendamento, noi chiariremmo definitivamente in capo a chi è la titolarità per disporre un divieto di questo genere e, soprattutto, riconosceremmo al delegato della pubblica sicurezza sul territorio, al questore, così come accade, eventualmente, quando si tratta di decidere provvedimenti come il Daspo, questa titolarità. Francamente, non comprendo la ragione per la quale la maggioranza abbia scelto di non accogliere questi due emendamenti e chiedo, vista la presenza del sottosegretario Giorgetti, se ritiene, eventualmente, di rivedere la posizione espressa dal relatore e dal Governo in Commissione, e che adesso, purtroppo, vedo ribadita anche in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Bordo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Bordo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1603-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrarli, chiedo al rappresentate del Governo di esprimere il parere. Ci sono due ordini del giorno, signor sottosegretario.

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. A me ne risulta uno.

PRESIDENTE. Ho l'ordine del giorno n. 9/1603-ter-A/1 Belotti e l'ordine del giorno n. 9/1603-ter-A/2 Furgiuele.

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il secondo è ritirato, secondo me.

PRESIDENTE. Secondo lei. Allora le risulta, nel senso che ce l'ha, se risulta ritirato. Lei mi dia il parere, dopo vediamo se lo ritirano.

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/1603-ter-A/1 Belotti il parere è favorevole. Il secondo dovrebbe essere ritirato.

PRESIDENTE. Il secondo, nel caso che non lo ritirino… Furgiuele, vediamo, forse il sottosegretario faceva un invito, più che un parere, veda lei. Vi è un invito al ritiro e viene ritirato. Benissimo, ci siamo capiti.

All'onorevole Belotti credo che vada bene il parere favorevole: va bene.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1603-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. La violenza sportiva, soprattutto all'interno degli stadi di calcio, è un fenomeno sempre più diffuso e che, francamente, non è più possibile trascurare. In passato diversi studi hanno messo in evidenza la relazione tra il teppismo sportivo e il disadattamento sociale degli individui coinvolti, sostenendo che questi ultimi mettessero in atto i medesimi comportamenti anche all'interno di altri contesti, come casa, scuola, lavoro; ma una recente ricerca svolta presso l'Università di Oxford ha tuttavia offerto una realtà diversa, cioè che, al di là dei fattori che caratterizzano la personalità dei singoli individui, vi siano alcuni elementi correlati ad episodi di violenza sportiva in grado di influenzare negativamente il loro comportamento.

Ad esempio, quando un individuo si trova in una folla o agisce come un membro di un vasto gruppo sociale, tende a non considerarsi come un individuo singolo, quanto, piuttosto, come un membro relativamente anonimo del gruppo. Questo processo di deindividualizzazione porta a considerarsi meno identificabili e meno responsabili del proprio comportamento; di conseguenza, le norme sociali, che solitamente impediscono di comportarsi in modo aggressivo, non risultano applicabili.

Anche un'elevata densità di persone può indurre aggressività: trovarsi in pratica in mezzo ad una folla induce un'attivazione fisiologica associata a sensazioni di stress, di irritazione, di frustrazione. A ciò si collega il convincimento della cosiddetta diffusione della responsabilità, cioè la sensazione provata da un individuo che, facendo parte di un gruppo, ad esempio di una tifoseria, si sente personalmente meno responsabile rispetto alla messa in atto di comportamenti violenti.

Infine, sempre secondo questa ricerca oxfordiana, vi è una sorta di categorizzazione: essere in un gruppo o essere al di fuori di questo gruppo; in buona sostanza, ci si riferisce alla tendenza di difendere e giudicare positivamente il proprio gruppo e di attaccare indiscriminatamente e criticare gli altri gruppi. Questo processo può spiegare la tendenza dei tifosi di identificarsi con il proprio gruppo e di comportarsi in maniera aggressiva con i gruppi con i quali sono in competizione.

Bisogna, altresì, considerare che la violenza sportiva si è spostata soprattutto fuori dagli stadi, e quindi si verifica uno sviluppo di tale aggressività più attorno alle tangenziali, agli imbocchi autostradali, e non già negli impianti sportivi, che, bisogna riconoscerlo, vedono società sportive sempre più attente alla sicurezza degli stadi. In questo chiedo il conforto anche del collega Salvatore Caiata, presidente di una società sportiva, che mi darà atto di quello che ho appena affermato.

Per concludere, il disegno di legge n. 1603-ter-A tende, in via generale, a fornire al Governo una possibilità di riorganizzazione dell'intero settore che detti i princìpi e i criteri direttivi per contrastare ogni tipo di violenza e che trovi il modo di abrogare norme datate, che complicherebbero alla fine la corretta applicazione del provvedimento in generale.

Quindi, in definitiva, questo provvedimento, che in origine prevedeva norme poi recepite ed inglobate in gran parte nel decreto “sicurezza bis”, per il suo scopo finale ci induce a votare, come componente MAIE del gruppo Misto, favorevolmente a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, sarò brevissimo, perché il testo normativo che abbiamo discusso e votato, evidentemente mancante di una parte di merito che ci possa mettere a discutere sulle scelte legislative da compiere, è residuato: l'undicesimo ed ultimo articolo di un testo che poi è traslato integralmente nel decreto “sicurezza bis”; il che la dice lunga anche sulle ragioni di necessità ed urgenza che hanno sorretto quel decreto-legge, che per una parte significativa appunto si compone, si è composto, di un dettato normativo che era in una proposta di legge ordinaria, e che quindi non era accompagnata per certo da ragioni di necessità ed urgenza.

La norma di cui ci siamo occupati è tecnicamente definibile una norma di coordinamento, cioè si attribuisce al Governo, o si dovrebbe attribuire al Governo da parte del Parlamento l'incarico di coordinare le norme in materia di prevenzione e contrasto ai fenomeni di violenza connessi alle manifestazioni sportive. Nulla quaestio se la delega si limitasse a un'attività di ricognizione, riordino, coordinamento, addirittura di realizzazione di un testo unico delle norme che riguardano questa materia, anche per facilitare e agevolare la consultazione e l'applicazione delle stesse, che sono il frutto di una normazione frammentaria e a singhiozzo, spesso, se non sempre, ispirata dalla ragione di provvedere a fronte di fenomeni, di episodi, di momenti storici specifici, e quindi caratterizzati da una certa asimmetria normativa.

Senonché, come ho potuto dire intervenendo sul primo emendamento, a prima firma Bazoli, questa delega, così com'è residuata nel testo che stiamo valutando, investirebbe il Governo della possibilità di intervenire in materia penalistica e processual-penalistica, senza che questa delega appunto sia perimetrata, puntellata, contenuta da principi e criteri adeguati allo svolgimento della stessa, secondo i dettami della giurisprudenza di legittimità in materia.

Credo ci sia il concreto rischio che questo realizzi un chiaro caso di eccesso di delega, che, come ci insegna la storia legislativa e giurisprudenziale del nostro ordinamento, vizia in radice la stessa norma di legge che ne è il frutto.

In mancanza di questa precisazione, del ritaglio di questo riferimento specifico al codice penale e al codice di procedura penale, evidentemente il gruppo Liberi e Uguali, anche per la scarsa fiducia che ha nella capacità di questo Governo di legiferare in materia di giustizia in maniera adeguata, equilibrata, nel rispetto di quello che un tempo si chiamava il patrimonio dello Stato di diritto, evidentemente questo gruppo non può che astenersi, non potendo prestare una fiducia così ampia e così poco governata dalla norma della delega stessa. In questi sensi, concludo il mio intervento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, io intervengo per esprimere le ragioni che porteranno il gruppo di Fratelli d'Italia ad astenersi su questo provvedimento. Sono ragioni sostanzialmente legate all'iter che questo provvedimento ha avuto, e che lo vede approdare all'attenzione e all'esame dell'Aula completamente svuotato di gran parte del contenuto, avendo noi oggi al nostro esame soltanto uno degli articoli.

Peraltro, la linea direttrice che il legislatore dovrebbe seguire non è finora chiarita, e questo impone a noi parlamentari di Fratelli d'Italia un atteggiamento di cautela e di prudenza su un tema così delicato, perché la gestione dei fenomeni di violenza nel corso delle manifestazioni sportive non può essere lasciata a una deriva liberticida, ma piuttosto sono necessari dei provvedimenti che siano in grado di reggere poi al vaglio dell'autorità giudiziaria; e finora le statistiche dicono che soltanto uno su due regge a quell'esame, quando nelle more magari il soggetto destinatario del provvedimento ne ha già scontato il contenuto.

Noi crediamo che maggiore chiarezza andava fatta ex ante. Sostanzialmente sono queste le ragioni per le quali noi andiamo ad astenerci rispetto a questo provvedimento, perché siamo pienamente convinti che nei confronti di chi compie atti di violenza nel corso delle manifestazioni sportive, di fatto macchiando uno dei momenti più belli della società civile, uno dei momenti maggiormente aggregativi, uno dei momenti anche più educativi come lo sport dovrebbe essere, meriti una punizione adeguata; ma siamo altrettanto convinti che questa punizione vada comminata dall'autorità giudiziaria e non talvolta apoditticamente da chi è chiamato ad amministrare parallelamente e contemporaneamente la pubblica sicurezza. Noi ci siamo allora fatti parte diligente, anche durante i lavori della Commissione, continueremo a farlo nel corso del futuro esame di questo provvedimento. Però allo stato non riteniamo che ci siano le condizioni per una fiducia aprioristica: ecco perché io annuncio un voto di astensione del gruppo di Fratelli d'Italia su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, innanzitutto riteniamo fondamentale soffermarci sulla natura del provvedimento che oggi siamo chiamati ad approvare: siamo di fronte alla dodicesima legge delega dall'inizio della legislatura e le perplessità che certo non nascono da un pregiudizio politico, ma da un naturale ragionamento sulla legittimità di questa legge delega ci portano alle considerazioni che mi appresto a svolgere.

Ciò che si trasferisce con la legge di delega, con approvazione da parte di ciascuna Camera, è il mero esercizio di potestà legislativa, mai la sua titolarità. È quindi un potere discrezionale, ma pur sempre predeterminato nei princìpi e nei criteri direttivi, con oggetto definito e temporalmente limitato, sempre revocabile, come ricordava pure qualche collega precedentemente; che trova la sua fonte, i suoi stessi limiti e la sua validità proprio nella norma, risultando la legge delega incostituzionale ogni qualvolta si configuri una violazione del contenuto minimo essenziale previsto dall'articolo 76 della Costituzione. L'esercizio della funzione legislativa, quindi, non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti. Sin qui le nostre perplessità sulla natura stessa del provvedimento.

Lo stesso disegno di legge al nostro esame, che reca la delega al Governo per definire un testo unico di riferimento della disciplina sulla prevenzione e il contrasto alla violenza nelle manifestazioni sportive (chiaramente il riferimento è soprattutto alle grandi manifestazioni sportive, quindi quelle negli stadi, e soprattutto nel mondo del calcio), detta principi e criteri direttivi che noi definiamo eccessivamente ampi, persino generici. Tra l'altro i primi criteri di delega prevedono la ricognizione, il coordinamento, l'armonizzazione della normativa, anche penale e processuale, non disciplinata dai codici in materia di prevenzione e di contrasto dei fenomeni di violenza connessi alle manifestazioni sportive: faccio riferimento all'articolo 1, comma 2, lettera a); e il coordinamento e l'armonizzazione della suddetta normativa con le disposizioni vigenti (articolo 1, comma 2, lettera b)). Tra l'altro ci sembra che il principio di cui alla lettera b) non si sovrapponga con quanto già previsto precedentemente in materia di coordinamento e armonizzazione delle disposizioni in materia di prevenzione e contrasto della violenza nelle manifestazioni sportive.

La giurisprudenza della Corte Costituzionale, tra l'altro, relativamente alla determinazione dei principi e criteri direttivi delle disposizioni di delega ha posto in evidenza come le norme deleganti debbano essere idonee ad indirizzare concretamente ed efficacemente l'attività normativa del Governo, non potendo esaurirsi in mere enunciazioni di finalità né in disposizioni talmente generiche, come dicevo prima, da essere riferibili a materie vastissime ed eterogenee. Ebbene non sembra proprio questo il caso di disposizioni in grado di indirizzare concretamente ed efficacemente l'attività normativa del Governo ma di criteri eccessivamente elastici e generici. Dunque siamo dinanzi ad una delega legata a fattispecie penali e l'attenzione deve essere massima: cosa comporta, ad esempio, la possibilità di emanare eventuali disposizioni integrative e correttive del testo unico entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore del medesimo? Che possono essere introdotte, per caso, nuove fattispecie penali? Ecco perché riteniamo che il testo sia estremamente generico e che violi di fatto i principi della legge delega. Siamo sicuramente favorevoli all'obiettivo finale di ricognizione, coordinamento e armonizzazione della materia. Però avremmo preferito principi e criteri direttivi precisi e non, per così dire, ampi - ma io aggiungerei molto ampi - in grado di indirizzare il legislatore delegato in maniera concreta e univoca. Tra l'altro ci fa anche piacere far riferimento in particolare al ruolo dei tifosi: se da un lato si prevedono misure dure e, quindi, estremamente condivisibili per arginare e magari costituire un deterrente e quindi prevenire il fenomeno della violenza negli stadi, perché di questo si tratta; dall'altra ci appare un non-senso, una contraddizione di fatto il ruolo che si vuole riconoscere ai tifosi nell'organizzazione stessa quando si tratta di garantire l'ordine pubblico, ruolo che spetta alle forze dell'ordine, ruolo che spetta al questore, ruolo che spetta al prefetto, sicuramente ruolo che spetta alle forze di polizia. Purtroppo mi trovo costretto a fare un esempio già fatto, già avanzato. Mi domando, quando ci sarà da trattare momenti di grande criticità, cosa facciamo? Legalizziamo la trattativa con - dirò un nome che a molti non ricorderà nulla - Gennaro De Tommaso, meglio noto come “Genny la carogna”, cioè legittimiamo e legalizziamo la trattativa? Queste sono le lacune e le anomalie che riscontriamo. Tra l'altro, ci sembra che già sia stato fatto abbastanza e neanche bene aprendo e obbligando le società sportive a dare un ruolo consultivo ma obbligatorio nelle assemblee delle società, che sono società di capitali. Ora chiediamo il coinvolgimento dei tifosi anche nell'organizzazione degli eventi. Tra l'altro, mi permetto di ricordare che è in corso di svolgimento la discussione anche nelle Commissioni specifiche della legge sugli steward, quindi una sovrapposizione di funzioni, di prospettive, di ruoli. C'è da chiedersi se il combinato disposto, tra l'altro, con l'articolo introdotto al Senato, l'articolo 4, che abbiamo già trattato a proposito del ruolo dei tifosi, non determini un'eccessiva rilevanza del ruolo dei supporters e degli ultras. Noi pensiamo che ciascuno debba svolgere il proprio ruolo cioè c'è chi svolge lo spettacolo, chi assiste, chi deve coordinare e garantire l'ordine pubblico e tale coordinamento spetta alle forze dell'ordine e a quanti sono deputati a coordinare le forze dell'ordine. Come dicevo prima, ci sono già norme che prevedono figure di raccordo tra la società e le associazioni dei sostenitori. Le società sportive possono stipulare già con associazioni legalmente riconosciute e aventi tra le finalità statutarie la promozione e la divulgazione dei valori e dei principi della cultura sportiva, chiaramente con vincoli già garantiti dalla Carta del CONI. Quindi perché creare ulteriore confusione? Di qui il nostro giudizio non positivo ma, poiché l'obiettivo di garantire maggiore sicurezza ai cittadini sicuramente è estremamente condivisibile, il nostro non sarà un voto contrario ma di astensione. Ma ci domandiamo quante confusioni, quante genericità, quanto sarebbe stato meglio se il ruolo dei tifosi fosse stato definito e non lasciato ad ipotesi che riteniamo incongrue ed eccessive. Ecco perché ribadisco e confermo l'astensione di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, brevemente intervengo anche io per motivare le ragioni che porteranno il nostro gruppo ad astenerci sul voto al provvedimento in esame. Intanto, per ragioni diciamo di metodo. Questo è l'atto Camera 1603-ter-A:perché è il ter? Perché è la terza volta in pochi mesi che la Camera è chiamata a intervenire e legiferare sulle norme che riguardano il contrasto alla violenza in occasione di manifestazioni sportive. Il testo del disegno di legge inizialmente era composto da 14 articoli; poi una parte di essi è confluita in un certo decreto che è stato approvato il 27 giugno scorso; un'altra parte è confluita nel decreto-legge sicurezza-bis, che abbiamo approvato pochi giorni fa. Tutti gli articoli sono spariti e cosa è rimasto? È rimasto una specie di relitto, un reliquato legislativo, perché è rimasto un unico articolo, che oggi siamo chiamati a votare, che delega il Governo a intervenire in materia sulle norme penali eccetera, eccetera, eccetera. Quindi, già da un punto di vista della schizofrenia legislativa, qualche appunto mi sento di farlo, anzi, mi chiedo se un Governo che agisce in questo modo, quindi con questa confusione nell'ambito di tali norme, sarà in grado poi di agire per riorganizzare, coordinare e armonizzare l'intera normativa, se già nell'atto legislativo agisce con questa grande confusione. Inoltre, ragioni di merito ci inducono all'astensione e sono le ragioni che peraltro abbiamo già espresso - io stesso ho espresso - quando sono intervenuto sull'emendamento a mia prima firma e sono le ragioni che sono peraltro espresse - lo ribadisco - dal Comitato per la legislazione, che nella relazione che ha fornito alle Commissioni ha esattamente ricordato che la Corte costituzionale, quando si interviene e si dà una delega al Governo in materia di leggi penali o di leggi che riguardano la procedura penale, richiede che quando la delega comporta anche la possibilità di innovare norme penali e norme di procedura penale, tale delega debba essere assistita da criteri di delega molto chiari, molto specifici, che nel disegno di legge delega in esame non ci sono: questi criteri non ci sono. Si conferisce una delega molto ampia al Governo per intervenire, si dice, con “…ricognizione, riordino, coordinamento e armonizzazione della normativa …apportando le opportune modifiche volte a garantire o migliorare la coerenza giuridica…” eccetera, eccetera. Si parla di modifiche, ma “modifiche” in che senso, in quale direzione? Si aumentano le pene? Si allarga la fattispecie? Si riduce il numero di persone destinatarie dei provvedimenti? Quali sono i criteri che assistono il Governo in tale scelta? Non ci sono, non sono indicati e non è stato fatto lo sforzo di indicarli. Secondo noi è una delega troppo larga, troppo generica, troppo generale, che non obbedisce ai criteri che sono stati posti anche dalla Corte costituzionale e noi non ci sentiamo di lasciare al Governo una delega in bianco. Pertanto, ci sono ragioni di metodo, per la grande confusione nella produzione legislativa, ragioni di merito, per via della delega in bianco, che ci suggeriscono di astenerci e quindi così faremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cantalamessa. Ne ha facoltà.

GIANLUCA CANTALAMESSA (LEGA). Grazie, Presidente. L'articolo 11 - ora articolo 1 - affida al Governo una delega per l'adozione di un testo unico di riordino della disciplina sulla prevenzione e il contrasto alla violenza nelle manifestazioni sportive, dettando alcuni principi e criteri direttivi. I primi criteri di delega dettati dal comma 2 prevedono la ricognizione, il coordinamento e l'armonizzazione della normativa, in materia anche penale e processuale, non disciplinata dai codici; le necessarie modifiche alla disciplina vigente per migliorare la coerenza e la sistematicità, adeguarne e semplificarne il linguaggio normativo, nonché adeguarne il contenuto alle disposizioni vigenti. Il comma 2, alla lettera c), riguarda l'obbligo di espressa indicazione delle norme oggetto di abrogazione, fatta salva comunque l'applicazione dell'articolo 15 delle preleggi.

Ulteriori principi e criteri per l'attuazione della delega attengono agli obblighi in capo alle società sportive. Il testo unico deve infatti prevedere i casi in cui le società sportive sono tenute a istituire figure di raccordo con le associazioni di sostenitori delle medesime società e i relativi compiti, nonché gli obblighi di collaborazione con le autorità di pubblica sicurezza e le forze di polizia. Con l'ultimo criterio, il Governo è vincolato a prevedere i casi in cui le società sportive sono tenute ad adottare codici di autoregolamentazione, finalizzati a definire comportamenti a seguito dei quali le medesime società possono rifiutare la vendita del titolo di accesso al luogo di svolgimento delle manifestazioni sportive oppure ritirarlo.

Oggi, pertanto, discutiamo di una delega dal contenuto meramente formale, in quanto il legislatore non delega l'Esecutivo ad apportare alcune innovazioni o modifiche sostanziali. Non risulta, pertanto, necessario specificare con maggiore e ulteriore rigore i criteri e i princìpi direttivi. L'intento, infatti, del legislatore delegante è solo ed esclusivamente quello di razionalizzare e rendere, quindi, maggiormente conoscibile e comprensibile la normativa in materia, senza la possibilità per l'Esecutivo di apportare modifiche o interventi sostanziali.

Particolare incisivo è il fatto che, con questa delega, noi riconosciamo al Governo l'obbligo di indicare espressamente le norme oggetto di abrogazione, perché non di rado nel nostro Paese abbiamo una marea di norme che sono applicabili, ma spesso e volentieri, purtroppo, ci dimentichiamo come legislatori di cancellare quelle norme precedenti che disciplinavano la stessa materia. Tale accavallamento di norma sulla stessa materia non di rado ha dato vita ad interpretazioni discordanti, contenziosi infiniti e talora giudizi sul medesimo fatto decisamente opposti. Oggi, quindi, risulta davvero incisiva la possibilità, riconosciuta dal Governo, di integrare su elementi che verranno via via posti in evidenza dalla concreta applicazione per i successivi 24 mesi dall'emanazione di questa normativa.

Lo scopo finale, chiaramente, è quello di riportare negli stadi e nelle manifestazioni sportive le famiglie, per ridurre, come hanno fatto già in altri Paesi, l'influenza nefasta di una parte di tifoseria organizzata, non di rado costituita da elementi che non meritano di entrare negli stadi. L'obiettivo, quindi, è uno solo ed è quello di contrastare ogni tipo di violenza, di avere degli stadi dove i tifosi possano sostenere la loro squadra e questo mediante l'individuazione di un rapporto con le società che mi auguro venga incrementato e che possa poi dare degli esiti positivi concretamente. Il gruppo della Lega, quindi, voterà a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scutellà. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Il provvedimento oggi in votazione ha ad oggetto sostanzialmente un unico articolo, in quanto numerose norme precedentemente previste in questo testo sono confluite nel decreto sicurezza-bis, votato la scorsa settimana in quest'Aula. Qual è lo scopo finale di questo provvedimento? È quello di riportare negli stadi le famiglie, ritornare al senso vero dello sport come aggregazione di persone che vogliono condividere un momento ludico ed è per questo che la ratio di tale intervento normativo è affidare al Governo una delega per l'adozione di un testo unico di riordino della disciplina sulla prevenzione e il contrasto alla violenza nelle manifestazioni sportive. Sì, perché l'idea di riorganizzare ciò che è ormai lontano da quel che è una regolamentazione efficace ed efficiente è ciò che oggi ci apprestiamo a votare: aggiornare ciò che si è disperso nei meandri di normative che evidentemente non si sono evolute e, soprattutto, non hanno saputo arginare atti di violenza che in occasioni sportive non dovrebbero esistere per nessuna ragione al mondo.

Ciò che è accaduto in Italia negli ultimi anni dà la piena dimensione di come il fenomeno della violenza in occasione di manifestazioni sportive rispecchi, ahimè, il risultato di un'involuzione progressiva della società italiana, portata ad esteriorizzare i propri scontenti e le proprie delusioni là dove meglio si sviluppa la violenza: nelle adunanze di persone in contrapposizione tra loro e attraverso gruppi. Se parliamo di tifoseria è nostro dovere imporre delle regole che vadano fino in fondo a tutelare chi decide di assistere ad un evento sportivo, con lo spirito di un momento di goliardia, portando con sé i propri figli, senza avere il costante timore di poter subire un atto di violenza o una rapina.

Ciro e Gabriele, uccisi per essere andati a vedere una partita di calcio. Filippo, ispettore di polizia, anch'egli ucciso mentre cercava di sedare i disordini dopo un evento calcistico. Vittime di chi usa le manifestazioni sportive come pretesto per scatenare la propria ira, scenari da guerriglia urbana che non possiamo accettare e non dovremmo più raccontare.

Ed è proprio in tale contesto che va inquadrata la nostra decisa risposta alla violenza, una risposta che deve muovere innanzitutto dall'analisi dello stato di criticità del problema, attraverso misure di contrasto delle intemperanze, oltre che tramite un'attività di prevenzione condotta in stretta sinergia dalle forze dell'ordine e dagli organismi sportivi. Il valore dello sport, che insegna principi come il rispetto per gli altri e il lavoro di squadra, che accompagna da sempre i sogni dei bambini e degli adolescenti nei campetti di periferia, negli oratori, nelle piazzette, lo sport anche quando si cimenta negli stadi delle grandi città, rispettando le regole della buona educazione è la vera base sulla quale si innesta un Paese democraticamente giusto ed intellettualmente onesto ed è pertanto improrogabile il nostro dovere d'agire.

Il tifo cosiddetto buono, la forza e la bellezza dello sport hanno, infatti, lasciato il posto a varie forme di odio, di violenza allo stato puro, di rivalse e di antagonismi, distruzioni, scorribande, accoltellamenti, risse e scontri mortali, dove la violenza si oppone ad altra violenza, e le città soffrono invasioni di coloro che dovrebbero essere i cosiddetti tifosi, ma che in realtà farebbero bene a lasciar perdere platee, tribù e spalti, perché lo sport, quello vero, non ha nulla a che fare con loro. Tutto questo non può convivere con il gioco, la straordinaria espressione educativa che ha bisogno di chi lo sappia amare e valorizzare, di chi lo sappia far capire e apprezzare.

Oggi dobbiamo far sì che questo mondo venga inquadrato, prevedendo limiti e misure che permettano alle persone capaci di restituirgli la sua dimensione naturale, fatta di educazione e di rispetto. Ed è quindi nostro dovere riordinare il disordine sociale che sta man mano monopolizzando le occasioni sportive, perché lo sport possa essere uno strumento vero di inclusione sociale, l'ancora di salvataggio spesso di tanti bambini che in quartieri difficili e disagiati riescono a salvarsi nei valori sani della disciplina che intraprendono.

Tutti possiamo fare a meno della violenza, ma non certo della passione per il nostro sport, quel momento di alienazione e di condivisione che ci rende tutti inevitabilmente vicini o distanti anni luce, ma che dovrebbe sempre, inesorabilmente, concludersi con una sconfitta o una vittoria, senza mai andare oltre lo scenario naturale della competizione.

È arrivato, quindi, il momento di dare risposte giuste, di debellare il marcio che ci gira intorno, che gira intorno alla forza rigenerativa dello sport e alla sua capacità ineludibile di crescita sociale. Ed è per tanto che annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1603-ter-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1603-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1603-ter-A: "Disposizioni per il contrasto della violenza in occasione di manifestazioni sportive (Già articoli da 6 a 11 del disegno di legge n. 1603 - Stralcio disposto dal Presidente della Camera ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 12 marzo 2019)".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani, a partire dalle ore 10.

Interventi di fine seduta (ore 18,45).

PRESIDENTE. Prima di sospendere la seduta e in via del tutto eccezionale, per evitare che i colleghi aspettino il seguito e la fine della Conferenza dei presidenti di gruppo, si procederà allo svolgimento degli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà. Prego di rispettare i tempi a disposizione. Colleghi, usciamo in silenzio e chi ha finito esca, cortesemente. Prego, collega Fatuzzo.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, vorrei esprimere l'elogio della Camera - e credo che sia lei sia i colleghi saranno d'accordo - contemporaneamente per un campione anziano e per una campionessa che sta nascendo. Il campione anziano - avevo già previsto di fare questo intervento - si chiama Ercole Baldini, campione di ciclismo che ha un'età superiore alla mia oramai e quindi è dei nostri, nel senso dei pensionati, il quale ha avuto un'intera pagina de Il Giornale di domenica scorsa.

Contemporaneamente, voglio dedicare il mio elogio alla nuova campionessa di nuoto italiana, la quattordicenne Benedetta Pilato, che ha stracciato gli avversari di tutto il mondo tranne la campionessa, a riprova che giovani e anziani possono eccellere nello sport e in tutto nella vita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. C'è un interrogativo a volte che diventa importante quando si parla di sport: che cosa serve per coronare un sogno anche nello sport? Sicuramente il lavoro duro, la passione e il sacrificio. Sono questi i valori più significativi connessi allo sport. E quando sono premiati con una medaglia d'oro, come è capitato per il successo del Settebello della pallanuoto ai Mondiali in Corea del Sud, diventa anche, come è capitato appunto qualche giorno fa, un giorno importante per un atleta, un atleta salernitano, Vincenzo Dolce, 24 anni, studente in giurisprudenza, che descrive con umiltà e con semplicità come si possa essere campioni riportando in campo i valori dell'impegno e del sacrificio in una città, la mia Salerno, che ha dato i natali a un altro atleta, Simone Vitale, che ha sacrificato la sua vita vent'anni fa per aiutare altri giovani a sfuggire alla morte nel tragico rogo del treno che riportava a casa i tifosi della Salernitana dopo una partita di calcio. Anche Simone aveva impostato, da pallanuotista e da sportivo, la sua vita sull'impegno e sul sacrificio.

Vedo oggi idealmente unite queste due storie, questi due giovani, da un valore netto e inconfondibile, attraverso lo sport e la pallanuoto, in particolare: il valore dell'umiltà. È per questo che faccio i miei complimenti solennemente in quest'Aula a Vincenzo Dolce e lo invito a continuare in una testimonianza di competizione e di umiltà che onora la città di Salerno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.

ROMINA MURA (PD). Presidente, stanotte in Sardegna si sono verificati due fatti intimidatori di particolare impatto. Non so se siano concatenati ma certamente sono entrambe gravi e rilevanti e sono avvenuti a Cardedu e Dorgali, due bellissimi centri della Sardegna sudorientale. A Matteo Piras, sindaco di Cardedu, hanno incendiato la macchina sotto casa. Nelle stesse ore, a Dorgali il circolo locale del Partito Democratico veniva pesantemente danneggiato da una bombola appositamente sistemata davanti all'ingresso. A Matteo Piras e ai compagni del Partito Democratico di Dorgali da parte mia e di tutti i deputati del gruppo del Partito Democratico va la solidarietà. Sono due fatti che lasciano sgomenti, che allarmano, che intimidiscono tutti coloro che, sebbene in situazioni difficili e in contesti territoriali in cui lo Stato è percepito ancora distante, sono sempre in prima linea. Ecco, due fatti che in Sardegna sono soliti capitare e non sono episodici.

Sono fatti che, ahimè, si ripetono spesso, tant'è che la Sardegna, fra le regioni meridionali, è, proporzionalmente rispetto al numero degli abitanti, una di quelle che subisce maggiormente il fenomeno degli atti intimidatori agli amministratori. Non a caso nei primi mesi del 2018 l'allora Ministro dell'Interno, Marco Minniti, firmò un patto per la sicurezza proprio mirato e finalizzato a intervenire nei casi di atti intimidatori.

Io chiedo al Ministro Salvini di riportare fuori dai cassetti del Viminale, dei suoi uffici al Viminale, quel patto per la sicurezza e di provare ad attuarlo. Fra l'altro, quel patto prevedeva anche un potenziamento degli organici dei presidi di sicurezza nel territorio anche rispetto a quelle che sono le… Aspetti un attimo, voglio dire un'altra cosa importante, Presidente, un'ultima cosa, e me la deve consentire. Non mi sentirete mai dire che dentro le istituzioni o nelle fila dei partiti miei avversari politici ci siano i responsabili politici e morali di quanto successo al circolo PD di Dorgali. Però, io chiedo una cosa e faccio una richiesta a tutti i gruppi politici: si smetta di iniettare nella pancia e nella testa del Paese quintali di veleno che stanno facendo tanto male (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotta. Ne ha facoltà. Pregherei di stare nei tempi.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, oggi, come 43 anni fa, Tina Anselmi giurava da Ministra del Lavoro, la prima donna in Italia a diventare Ministra (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). Vorremmo che l'esercizio della memoria servisse a stimolare il presente e, allora, voglio ricordare Tina Anselmi con una cifra, quella del coraggio che mi piacerebbe avesse l'attualità che alcune delle istanze della Anselmi si trovò ad affrontare. Il coraggio della donna di Castelfranco Veneto indignata dall'esecuzione barbara di 31 prigionieri, diventata per questo staffetta “Gabriella”, che non rinunciava, però, nonostante il suo impegno come staffetta partigiana, a una lezione di scuola; il coraggio della Ministra del Lavoro che mise al centro per prima proprio la questione femminile, definendola non solo una questione femminile, ma una questione che coinvolgeva la responsabilità dell'intera società, che su questo si impegnò per rimuovere gli ostacoli concreti di fronte all'impegno del lavoro delle donne. “La posizione della donna” - così diceva – era “discriminata”, come il licenziamento a cinquant'anni per le donne, gli ostacoli all'accesso al lavoro per le donne, l'impiego delle donne che venivano utilizzate soprattutto per il lavoro nero, ma su questo anche il miglioramento dei servizi sociali, questioni che sono ancora oggi di stringente attualità e sulle quali per prima la Anselmi si impegnò.

Ma il coraggio - ancora, Presidente, un minuto - della Ministra della Salute che per prima varò la “legge Basaglia”, chiudendo i manicomi nel nostro Paese, il coraggio di Tina Anselmi da presidente della Commissione sulla P2. Infine, vogliamo ricordare Tina Anselmi che disse che la democrazia non è un sistema politico in cui ci si adagia, ma che dobbiamo sceglierla ogni giorno. Parole attuali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Azzolina. Ne ha facoltà.

LUCIA AZZOLINA (M5S). Grazie, Presidente. L'ultimo fine settimana ha offerto una rappresentazione plastica di cosa sia oggi il mondo dei social network e della comunicazione, in generale. Si è scoperchiato l'ennesimo mix di istinti bassi, rabbia repressa e odio espressi con violenza verbale. Tutto ciò nella vita reale risulterebbe inaccettabile o, quanto meno, stonato. Urge interrogarci. Sulla responsabilità e sul peso delle proprie parole, anche digitali, per chi esercita una funzione pubblica. Mi riferisco, nello specifico, al personale docente, che ha il compito di formare i cittadini, e ai rappresentanti politici, che dovrebbero incarnare il senso dello Stato a tutti i livelli. Così abbiamo dovuto leggere le parole di una docente di Novara che, in merito alla morte del nostro carabiniere Cerciello Rega, scriveva su Facebook: “Uno di meno e chiaramente con sguardo poco intelligente. Non ne sentiremo la mancanza”. Sempre in merito al barbaro omicidio, sul profilo Facebook del deputato di Biella di Fratelli d'Italia troneggiava lo slogan becero: “Più gazzelle, meno savana”, con un chiaro riferimento alla nazionalità dei criminali dell'omicidio del carabiniere che, peraltro, era già stata smentita dalle indagini: non erano africani, ma americani.

Presidente, io condanno fermamente queste espressioni, peraltro amplificate dal ruolo di chi le diffonde (finisco subito). Occorre, dunque, recidere al più presto ogni distinzione tra mondo reale e virtuale. Le regole del primo devono essere rispettate, senza sconti, anche nel secondo, essendo l'utente una persona e un'identità ben definita. Scripta manent, verba volant; a maggior ragione se chi si macchia di certe espressioni ha il dovere di essere un esempio e sprigiona, invece, solo acredine, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Voglio rappresentare in quest'Aula la paradossale situazione dell'azienda UniCredit, che da oltre 140 mila dipendenti oggi ne conta circa 86 mila.

Nessun altro gruppo bancario italiano o europeo ha fatto tagli così consistenti.

Da una parte, assistiamo ad esuberi e dall'altra, a una carenza di organico. In Sicilia è in atto una riduzione di personale, situazione che è stata denunciata già il 15 luglio all'ABI di Milano, dove era in corso un tentativo di conciliazione tra le parti.

Particolare è la posizione dell'intera area commerciale di Messina, dove è in atto una drastica diminuzione di organico, a fronte invece di una rilevante carenza di personale.

È da evidenziare la mancata assunzione anche di giovani, che negli ultimi anni assommano soltanto a venti unità, e la carenza di formazione del personale.

Per questi motivi, lunedì 29 luglio i lavoratori di tutti gli sportelli della banca, nella provincia di Messina, hanno indetto un'intera giornata di sciopero; cosa assurda è che l'azienda ha deciso di negare lo sciopero a diversi lavoratori in ferie, violando così gli accordi vigenti, ma soprattutto l'articolo 40 della Costituzione, che garantisce il diritto di sciopero.

Pertanto, oggi sono qui a dimostrare vicinanza e solidarietà ai lavoratori UniCredit di tutta Italia e in modo particolare a quelli della provincia di Messina.

Mi auspico che la provincia di Messina non venga penalizzata ancora da queste scelte aziendali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andreuzza. Ne ha facoltà.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, a nome di tutto il gruppo parlamentare della Lega, desidero esprimere la massima solidarietà alla collega eurodeputata e consigliere comunale di Caorle Rosanna Conte, che ieri ha ricevuto pesanti minacce intimidatorie di stampo mafioso.

La gravità di quanto accaduto e la grande preoccupazione è dettata dal fatto che ciò è avvenuto alla vigilia del consiglio comunale in cui era programmata la discussione dell'interrogazione presentata dall'onorevole Conte, in cui, dopo la recente visita della Commissione antimafia in Veneto, chiedeva di avviare un dibattito in consiglio comunale sulle recenti dichiarazioni apprese via stampa, dalle quali era emerso che le indagini sul caso mafia ad Eraclea si starebbero espandendo anche a Caorle.

Le è stata recapitata una busta contenente all'interno la foto di un proiettile, dei ritagli di articoli di giornale che fanno riferimento alla sua interrogazione e l'immagine di una famiglia, con la frase intimidatoria. “C'è chi rinuncia a vivere, scivola e sbatte la testa”. È ovvio che la correlazione viene spontanea.

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà morale e istituzionale a Rosanna Conte e ringraziamo lei e tutte le persone che con coraggio chiedono verità e giustizia. Auspichiamo che quanto prima vengano trovati i responsabili. Purtroppo la mafia è presente anche in Veneto: tra febbraio e marzo sono avvenuti un centinaio di arresti in Veneto e il litorale è stato particolarmente interessato nella località di Eraclea, confinante con il comune di Caorle.

Non riusciranno a metterci in silenzio, non arretreremo di un passo e faremo di tutto per estirpare la malavita e sappiamo che il nostro Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sta facendo un inarrestabile lavoro e a lui va anche il nostro ringraziamento.

Di fronte a episodi come questo non c'è spazio per divisioni politiche e, come istituzioni, dobbiamo fare quadrato per dire a Rosanna e a chi ha agito come lei che non li lasciamo soli, grazie (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Non c'è, si intende che vi abbia rinunziato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Monaco. Ne ha facoltà.

ANTONIO DEL MONACO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, continuano gli scandali nel settore dei rifiuti in Campania. L'inchiesta pubblicata pochi giorni fa da Fanpage con un video è davvero di quelle scioccanti, Alessandro Cannavacciuolo, ambientalista e attivista del MoVimento 5 Stelle, ne è testimone; nel filmato si vedono alcuni camion che versano tonnellate di finto compost sui campi di Acerra. Il falso fertilizzante poi, risultato zeppo di plastiche, di metalli e vetri, è stato scaricato in una zona a nord del territorio, a Calabricito e a Lenza Schiavone, due aree in passato più volte violate dall'ecomafia. Uno dei terreni usati per gli sversamenti della sostanza incriminata, dopo qualche giorno, è stato anche coltivato a ortaggi.

Gli scarichi killer sono stati filmati per giorni da un drone fatto volare dagli ambientalisti del territorio e il finto compost è stato anche fatto analizzare. Dalle analisi, effettuate presso un laboratorio privato accreditato, è emerso che effettivamente il materiale spacciato come compost non sarebbe altro che un ammasso di rifiuti triturati. Solo veleni dunque, scaricati su ettari ed ettari di campagna, un'operazione di scarico fuorilegge di materiali pericolosi per la salute di tutti. Mi rivolgo al Ministro dell'Ambiente affinché attivi verifiche urgenti sul compost prodotto dagli impianti attualmente attivi in Campania, al fine di evitare la contaminazione di un territorio più volte oggetto di sversamenti velenosi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patelli. Ne ha facoltà.

CRISTINA PATELLI (LEGA). In occasione del drammatico fatto di cronaca che venerdì scorso ha sconvolto l'Italia intera ovvero l'efferato omicidio del vicebrigadiere dell'Arma dei carabinieri Mario Cerciello Rega, barbaramente ucciso a Roma da due giovani, particolare scalpore ha destato il commento postato sul gruppo Facebook novarese “Sei di Novara senza se e senza ma” da una donna, riconosciuta quale docente presso il liceo scientifico “Pascal” di Romentino e pertanto dipendente del MIUR.

L'insegnante in questione commentava la vicenda con queste parole: “Uno in meno e chiaramente con sguardo poco intelligente. Non ne sentiremo la mancanza”. Si tratta di un commento non solo volgare e schifoso, ma carico di odio verso le Forze dell'ordine, in particolar modo verso l'Arma dei carabinieri, un commento ancor più odioso se si pensa che il giovane milite, oltre ad essere deceduto durante l'adempimento del suo dovere, era un giovane marito appena rientrato dal proprio viaggio di nozze e dedito ad opere di volontariato verso i più deboli e sofferenti, un uomo ben voluto da tutti proprio per questo suo agire nel sociale.

Occorre innanzitutto qui elogiare la tempestività con la quale il Ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, ha annunciato azioni disciplinari nei confronti della docente novarese e ciò che, conseguentemente, sta avvenendo in merito a ciò in queste ore. Mi auguro in tutta onestà che si arrivi presto alla conclusione di questa situazione, perché parole così gravemente ingiuriose e già gravi di per sé assumono maggiore rilevanza in quanto provengono da un insegnante. Stiamo parlando, infatti, di una dipendente del Ministero, quindi assimilabile ad un pubblico ufficiale e di una professione alla cui autorevolezza sono affidati compiti delicatissimi, in particolare quelli attinenti alla programmazione delle ragazze e dei ragazzi che, anche attraverso le opinioni e l'esempio dei propri docenti, si formano un'educazione per la loro vita futura.

Si tratta evidentemente di un'azione vergognosa. In merito alla vicenda si sono susseguite versioni discordanti: prima generiche scuse, poi cancellazione dell'intero profilo dai social network, seguita dalla ritrattazione da parte della docente della paternità del commento, additando anche un improbabile familiare quale reo colpevole delle frasi gravemente ingiuriose.

Mi auguro che il MIUR, le Forze dell'ordine, l'Ordine dei giornalisti - al quale la docente risulta essere iscritta - e la magistratura, chiamata in causa dalla denuncia del sindacato delle Forze dell'ordine, facciano finalmente chiarezza e si vengano, di conseguenza, a determinare le responsabilità di questa odiosa vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie signor Presidente, possono fare tutti i decreti sicurezza che vogliono, mettere tutte le multe possibili, sequestrarci la barca, conosciamo una sola legge: quella del mare e non lasceremo mai nessuno alla deriva.

Lo facciamo perché siamo uomini e non lascerei mai inascoltato il grido di aiuto di una sola vita umana da salvare. Gaspare Giarratano, un pescatore, dopo aver aiutato dei naufraghi, ha consegnato costoro alla nave Gregoretti, la nave della Guardia costiera che in questo momento è, di fatto, posta sotto sequestro dal Ministro dell'Interno. Vede, signor Presidente, ci sono due Italie, quella di Gaspare Giarratano e quella della Guardia costiera, che non si girano dall'altra parte, e ci sono quelli che invece bloccano gli approdi e magari augurano ai pesci buon appetito. Noi vogliamo che l'Italia, che fa il suo dovere e rispetta le leggi più sacre dell'uomo, venga rispettata e continui la sua strada (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Signor Presidente, in questa Repubblica c'è un Ministro che si sta ubriacando di potere. I mezzi delle Forze dell'ordine servono per garantire la sicurezza di tutti noi e, nel suo caso, per garantire la sicurezza del Ministro dell'Interno, non servono per far divertire i familiari del Ministro dell'Interno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La notizia che ci arriva dell'uso di moto d'acqua della Polizia di Stato per far divertire il figlio del Ministro è una notizia inaccettabile e, ancora di più, ci colpisce che il Ministro non abbia colto che la deferenza che i poliziotti portano a lui li ha evidentemente portati a questo atto, con evidenti rischi di sicurezza per loro e per il figlio. È un atteggiamento inaccettabile quello che il Ministro, di nuovo, con un altro episodio, ha compiuto in queste ore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sospendiamo quindi la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo, convocata alle ore 19,30.

La seduta, sospesa alle 19,05, è ripresa alle 20,04.

Modifica nella composizione della Giunta per le autorizzazioni.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Giunta per le autorizzazioni il deputato Enrico Costa in sostituzione del deputato Francesco Paolo Sisto, dimissionario.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 31 luglio 2019 - Ore 10:

(ore 10 e ore 16)

1. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge costituzionale:

BRUNO BOSSIO; CECCANTI; BRESCIA ed altri; MELONI ed altri: Modifica all'articolo 58 della Costituzione in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica. (C. 1511-1647-1826-1873-A)

Relatori: CECCANTI e CORNELI.

2. Seguito della discussione delle mozioni Quartapelle Procopio ed altri n. 1-00230, Valentini ed altri n. 1-00233, Lollobrigida ed altri n. 1-00234 e Zoffili, Cabras ed altri n. 1-00235 concernenti iniziative, in ambito internazionale ed europeo, per il perseguimento dei crimini di guerra e contro l'umanità commessi dal cosiddetto Daesh, con particolare riferimento alle minoranze religiose in Iraq e Siria .

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(al termine delle votazioni)

4. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

S. 1374 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 giugno 2019, n. 59, recante misure urgenti in materia di personale delle fondazioni lirico sinfoniche, di sostegno del settore del cinema e audiovisivo e finanziamento delle attività del Ministero per i beni e le attività culturali e per lo svolgimento della manifestazione UEFA Euro 2020 (Approvato dal Senato). (C. 2019)

La seduta termina alle 20,05.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: MAURO D'ATTIS (A.C. 2000)

MAURO D'ATTIS (FI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2000). Signor Presidente, Onorevoli colleghi!

Signor Ministro, Le dico già subito che Forza Italia si asterrà su questo provvedimento. Le ragioni le hanno spiegate i colleghi del Gruppo durante il dibattito in questa Aula. Io, se me lo consente, gliele sintetizzo in poche parole. Forza Italia è una forza politica responsabile e sa che questo provvedimento, per il momento purtroppo, ci salva dalla procedura di infrazione dell'Unione Europea e dalla reazione dei nostri creditori ai quali noi dobbiamo dare soldi anche se facciamo finta, in Italia, di essere arrabbiati come se i soldi li avanzassimo noi!

Signor Ministro, oggi discutiamo della "Conversione in legge del decreto- legge 2 luglio 2019, n. 61, recante misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica". Per semplificarla questo decreto Lei sa che si chiama "Salva-Conti". Attenzione, perché le parole hanno un peso. Non si chiama "Aumenta-Conti", "Conferma-Conti", "Libera-Conti". No! Si chiama "Salva-Conti" sa perché? Perché se non approvate questo decreto i conti che avevate fatto saltano tutti e le vostre previsioni sbagliate ci conducono direttamente oltre che verso una colossale brutta figura internazionale, alla procedura di infrazione della UE e al rischio di accelerare l'approdo alle stesse condizioni della Grecia. Altro che sparate e titoli di giornali sul Boom Economico del Ministro Di Maio. A proposito caro Ministro Di Maio, ma è sicuro che quel boom previsto per il 2019 era economico? Lo chiedo perché qui, in Italia, nel Paese reale, non se n'è accorto nessuno e adesso lo spiegherò bene a tutto il Governo.

Con questo decreto "Salva-Conti", ci sono altre misure adottate nell'ambito della negoziazione avviata dal Governo italiano con la Commissione europea in merito al rispetto della regola del debito pubblico e del patto di stabilità e crescita per l'anno 2018. In questo momento, come ho detto, ci consente di tirare solo un sospiro di sollievo per aver scampato la procedura di infrazione nei nostri confronti per l'anno 2019 anche se, per il 2020, rimane sulla testa del Governo l'impegno a ridurre il deficit.

È inevitabile Signor Ministro non ammettere che le radici di questo provvedimento stanno tutte nella inesattezza delle vostre previsioni sia del quadro macroeconomico, sia di quello di spesa corrente, e conseguentemente dei vostri errori nella programmazione della spesa politica pubblica.

Non sono parole dette tanto per. Sono parole che esprimono preoccupazione. Le diciamo a questo Governo e le diciamo soprattutto per il bene del Paese.

È già la seconda volta che questa maggioranza non riesce a tenere la barra a dritta sui conti pubblici. Lo abbiamo visto prima a dicembre durante la discussione della legge di bilancio 2019, lo vediamo oggi con il "Salva Conti", chiamato così, ripeto, perché i conti, appunto, sono semplicemente conti e voi purtroppo non li avete saputi fare.

Signor Ministro, dovete cambiare atteggiamento, o meglio, se ci riesce, deve far cambiare atteggiamento al Governo del quale è uno dei Ministri più importanti! Serve una visione più mirata ed efficace di ciò che è utile realmente al Paese.

E il vostro atteggiamento deve cambiare a cominciare dalla prossima sessione di bilancio del 2020, per la quale il Governo ha promesso urbi et orbi di disinnescare facilmente 23 miliardi di euro di clausole di salvaguardia, ossia nuove tasse che potrebbero arrivare, e al contempo di ridurre la pressione fiscale con soluzioni di vario tipo di cui la gente non ha capito nulla (forse anche molti della maggioranza) ma che al banco di Bruxelles di sicuro dovranno arrivare.

Ora vengo al Boom Economico del Ministro di Maio. L'economia italiana si sta deteriorando: Standard & Poor's ci ha detto chiaramente che se non cambiamo passo rischiamo di fare la fine della Grecia.

Da gennaio a luglio 2019 (anno del boom) l'indice di fiducia dell'industria manifatturiera è sceso da 100,9 a 100,1 e nel quarto trimestre avremo un PIL negativo.

Il Presidente della BCE, Mario Draghi, nella sua ultima riunione prima di lasciare l'incarico, ha evidenziato che l'industria manifatturiera dell'Europa si sta deteriorando e ne soffrono in particolare Germania e Italia.

Questi problemi erano già chiari da mesi, ma il Governo, ingabbiato nelle sue continue liti, ha solo aggravato la situazione nonostante il clima di incertezza economica che ha spaventato e spaventa investitori europei e internazionali, mettendo a repentaglio la reputazione e la credibilità del nostro Paese.

Signor Ministro, se il "sì" al TAV che è stato dato ora, fosse stato dato a gennaio, la produzione del settore edilizio e di tutto l'indotto sarebbe stata maggiore. Invece no, si continua con il solito teatrino del SI ma anche NO ma anzi FORSE: e allora sul TAV parte la lettera all'UE firmata non dal Ministro Toninelli, ma da un suo funzionario, mentre al Senato i 5 Stelle presentano l'ennesima mozione per dire di "no" al TAV.

Signor Ministro Tria, Lei che gli ambienti internazionali li conosce e frequenta, mi risponda a questa domanda sinceramente: ma che figura ci facciamo? Che figura fa la nostra "povera" Italia"? Vogliamo continuare così? E continuando così cosa uscirà dalla prossima legge di bilancio? Glielo dico io l'ennesimo pasticcio che alimenterà forse più il fatturato del comico Crozza che non quello delle aziende italiane!

Non è superficiale questa affermazione, sa perché? Perché gli effetti del "decreto crescita" forse li vedremo a fine anno, il decreto "sblocca cantieri" non sembra, ad oggi, aver sbloccato nulla. L'ex-Ilva di Taranto, che vale un punto di PIL, è ancora in alto mare.

E poi, sui luoghi terremotati mancano i servizi, le abitazioni, le opere pubbliche. Avevate promesso di destinare i risparmi del reddito di cittadinanza e di quota cento alle famiglie in difficoltà ma il risultato è pari a zero.

Noi vi siamo venuti incontro soprattutto per rispondere al grido di dolore di centinaia di famiglie delle zone terremotate, con proposte emendative presentate a prima firma della nostra Presidente Gelmini e predisposte alla luce dei nuovi calcoli pubblicati dall'Osservatorio sui conti pubblici guidato da Carlo Cottarelli che prevede addirittura risparmi di circa 4,5 miliardi di euro. A proposito, il fatto che ci sia il risparmio sulla spessa che avevate previsto su Reddito di cittadinanza, Signor Ministro, in ragioneria si può pure chiamare cosi, ossia risparmio, ma in politica economica, Signor Ministro, si chiama FALLIMENTO!

E glielo spiego meglio anche qui. Sul Sud non è stato fatto nulla. Dove è la ripresa del Sud, onorevoli rappresentanti del Governo?

Ancora sperate che il reddito di cittadinanza possa servire a risollevare le sorti di Regioni dove la desertificazione industriale avanza di giorno in giorno, il tasso di disoccupazione soprattutto giovanile è altissimo e non c'è nemmeno l'impulso da parte del Governo ad investire nella progettualità per attrarre fondi europei, a parte qualche CIS avviato già dai governi precedenti e qualche altro CIS per ora presentato in sontuose conferenze stampa.

Recentissimamente il Centro Studi Confindustria ha lanciato un grido di allarme sulla situazione economica del Mezzogiorno a cui non possiamo rimanere indifferenti, perché al Sud la disoccupazione giovanile ha raggiunto il tasso record del 51,9%. Significa che più di un giovane meridionale su due non lavora. I disoccupati totali ammontano a circa 1 milione e 500.000, senza contare gli inattivi che sono molto di più.

Secondo l'aggiornamento di luglio 2019 gli occupati, infatti, sono tornati sotto la soglia dei 6 milioni.

Le imprese nel Mezzogiorno, neanche a ripeterlo, sono completamente al palo e hanno smesso di crescere di numero. Nei primi mesi del 2019 le imprese attive sono meno di 1 milione settecentomila (esattamente come un anno fa). Sono aumentate le imprese di capitali, che sono al Sud ormai quasi 330.000, con una crescita del 5,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Ma di queste, solo 25.000 hanno più di 9 dipendenti. Ripeto "9 dipendenti".

Ma come possiamo pensare di potere essere veramente competitivi nel mercato globale, europeo e internazionale con questi numeri e in questa situazione? Se il Sud non scresce, l'Italia non cresce e se non si mette in atto una strategia fiscale veramente graffiante, coraggiosa per attrarre le imprese a investire al Sud, non ne usciremo mai, e meno che mai con il reddito di cittadinanza.

Ritorno al punto, Signor Ministro.

Votato questo provvedimento e sperando che la manovra per il prossimo anno sia più aderente alla reale situazione economico-finanziaria del Paese, l'auspicio è che questo Governo cominci a scegliere, con cognizione di causa e senza giocare con i numeri, (tutti ricordiamo il giochino mediatico 2,04 al posto di 2,4) cosa intende fare per il Paese, perché una classe politica per dirsi tale deve innanzitutto scegliere delle priorità.

Lo scorso anno volevate fare tutto e poi, questi sono i risultati dei conti, non avete fatto niente. Poiché bilancio dello Stato non potete sfondarlo, la scelta deve cadere su ciò che avrà un maggiore ritorno in termini di benessere e prospettiva per il futuro delle persone. E dovrete scegliere, in fretta, prima dell'autunno, in cui il tempo peggiorerà.

Il Governo dice che vuole ridurre la pressione fiscale. Bene.

Come però? Tagliando le spese? Aumentando la pressione fiscale? E la flat tax? Soprattutto... quale flat tax? Da 2, 15, 70 miliardi, di tipo incrementale, facoltativa, opzionale boh… non si capisce? E il deficit sotto il 2%? E le spese indifferibili? E gli stipendi statali? E tutto il resto?

Signor Ministro Tria, lei lo sa che non serve alzare fare la voce, soprattutto quanto si è debitore, quando devi dare soldi a qualcuno e, soprattutto, quando in Europa a forza di essere arroganti ci si isola e poi si conta meno del due di briscola.

Signor Ministro, dovrete cambiare atteggiamento, direi meglio, dobbiamo cambiare Governo, perché il rischio, purtroppo, è quello di fare la fine della Grecia e non vogliamo e non possiamo permettercelo.

Grazie.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 6 il deputato Franceschini ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 17 il deputato Misiti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 23 la deputata De Lorenzo ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 27 il deputato Cannizzaro ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 27 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 31 la deputata Carbonaro ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 35 il deputato Franceschini ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 35 la deputata De Lorenzo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 36 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 44 il deputato Rospi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 46 la deputata Saltamartini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2000 -em. 1.1 426 337 89 169 76 261 74 Resp.
2 Nominale em. 1.2 430 353 77 177 88 265 74 Resp.
3 Nominale em. 1.3 447 364 83 183 95 269 73 Resp.
4 Nominale em. 1.4 453 372 81 187 98 274 73 Resp.
5 Nominale em. 1.5 459 369 90 185 94 275 71 Resp.
6 Nominale em. 1.6 464 461 3 231 94 367 71 Resp.
7 Nominale em. 1.7 468 402 66 202 107 295 71 Resp.
8 Nominale em. 1.9 466 435 31 218 111 324 71 Resp.
9 Nominale em. 1.8 463 462 1 232 110 352 71 Resp.
10 Nominale em. 1.10 476 376 100 189 110 266 71 Resp.
11 Nominale em. 1.11 475 375 100 188 112 263 71 Resp.
12 Nominale em. 1.12 479 378 101 190 112 266 71 Resp.
13 Nominale em. 1.13 477 377 100 189 115 262 71 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.14 471 361 110 181 103 258 72 Resp.
15 Nominale em. 1.100 477 383 94 192 104 279 69 Resp.
16 Nominale Ddl 2000 - voto finale 506 407 99 204 277 130 65 Appr.
17 Nominale T.U. pdl 181 e abb.-A - em. 1.300 493 493 0 247 493 0 65 Appr.
18 Nominale articolo 1 497 497 0 249 497 0 65 Appr.
19 Nominale em. 2.3 495 495 0 248 18 477 64 Resp.
20 Nominale articolo 2 498 498 0 250 497 1 64 Appr.
21 Nominale em. 3.200 495 495 0 248 495 0 64 Appr.
22 Nominale articolo 3 499 499 0 250 499 0 64 Appr.
23 Nominale em. 4.101 497 496 1 249 495 1 64 Appr.
24 Nominale em. 4.2 504 504 0 253 122 382 64 Resp.
25 Nominale articolo 4 501 501 0 251 501 0 64 Appr.
26 Nominale em. 5.101 496 495 1 248 495 0 65 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 5.300 495 494 1 248 494 0 65 Appr.
28 Nominale articolo 5 498 498 0 250 498 0 65 Appr.
29 Nominale em. 6.300 498 498 0 250 498 0 65 Appr.
30 Nominale articolo 6 496 496 0 249 496 0 65 Appr.
31 Nominale em. 7.300 495 495 0 248 495 0 65 Appr.
32 Nominale em. 7.2 500 500 0 251 120 380 65 Resp.
33 Nominale articolo 7 497 496 1 249 495 1 65 Appr.
34 Nominale mantenimento articolo 8 498 498 0 250 2 496 65 Resp.
35 Nominale em. 9.1 499 499 0 250 499 0 65 Appr.
36 Nominale em. 9.300 497 497 0 249 496 1 65 Appr.
37 Nominale articolo 9 497 497 0 249 496 1 65 Appr.
38 Nominale art. agg. 9.0100 499 499 0 250 499 0 65 Appr.
39 Nominale T.U. pdl 181 e abb.-A - voto finale 502 502 0 252 502 0 61 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 46)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale Ddl 1603-ter-A - em. 1.1 491 491 0 246 192 299 61 Resp.
41 Nominale em. 1.2 491 382 109 192 85 297 61 Resp.
42 Nominale em. 1.200 485 419 66 210 418 1 61 Appr.
43 Nominale articolo 1 494 276 218 139 275 1 61 Appr.
44 Nominale art. agg. 1.01 493 462 31 232 196 266 61 Resp.
45 Nominale art. agg. 1.02 494 462 32 232 188 274 61 Resp.
46 Nominale Ddl 1603-ter-A - voto finale 457 268 189 135 268 0 61 Appr.