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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 96 di venerdì 7 dicembre 2018

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 17,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FRANCESCO SCOMA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 5 dicembre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Colucci, Fusacchia, Pastorino e Rosato sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Matteo Dall'Osso, già iscritto al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente. La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per la semplificazione.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per la semplificazione il deputato Sestino Giacomoni, in sostituzione del deputato Felice Maurizio D'Ettore, dimissionario.

Seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (A.C. 1334-A/R); Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (ore 17,34).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (A.C. 1334-A/R).

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo 1 del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo 1 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione dell'articolo 1 dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Signora Presidente, rappresentanti del Governo, la mia impressione è che la crisi istituzionale nella quale ci siamo colpevolmente immersi in questi mesi si ingarbugli sempre di più. Oggi, il Governo ci chiede la fiducia, che ovviamente noi non gli possiamo dare, su una manovra di bilancio che deve cambiare profondamente per evitare la procedura di infrazione avviata dall'Europa; ma cambiare come? Non si sa; intanto, domani, Salvini e Di Maio si rivolgono alla piazza, piazze diverse si intende, ma con il disegno di continuare la propaganda, alzando continuamente il tiro. Quindi, si chiede la fiducia; una fiducia così non ha precedenti. All'altro ramo del Parlamento, in altre occasioni, può essere stato riservato di completare una parte dalla manovra, ma un passaggio vuoto tanto per mandare le carte al Senato non si era mai visto, perché la manovra di bilancio dovrà essere riscritta nei suoi elementi fondamentali, senza i quali la stessa discussione di merito sui singoli capitoli perde senso. Ma cosa dirà Conte a Junker? “Quello che abbiamo approvato alla Camera dei deputati l'altro giorno, e che voi non volevate, non conta, abbiamo scherzato, al Senato sarà diverso?” Deve sperare di essere creduto dal Presidente Juncker e che abbia dimenticato gli insulti ricevuti nelle settimane scorse da membri del Governo italiano.

E Tria, il Ministro dell'economia, già sfiduciato alla fine di settembre, deve riscrivere la manovra che si caricherà, nel frattempo, gli ulteriori pesi della propaganda: le pensioni d'oro, non più un contributo di solidarietà, ma un esproprio, e poi l'editoria, con i giornali che danno fastidio e Radio Radicale che svolge un servizio pubblico di grande valore civico messi nel mirino. E mentre noi, qui, alla Camera, siamo costretti ad approvare una manovra fantasma, già bocciata in sede europea, con lo spread che torna a ballare pericolosamente in un contesto internazionale poco rassicurante, voi della maggioranza vi compiacete, a piazze contrapposte, del cambiamento che avete introdotto nel Paese: sì TAV, no TAV, sì ecotassa, no ecotassa. Dovete intervenire radicalmente e in maniera strutturale sui vostri cavalli di battaglia, quota 100 e reddito di cittadinanza, in sintesi, sulle vostre promesse elettorali. Non avete altra scelta.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Potevate sfidare l'Europa su investimenti e infrastrutture - e ho concluso - non certo sulla corsa incontrollata della spesa corrente a debito e cominciate a dirlo domani alle vostre piazze, perché se continuate a ironizzare su letterine e numerini non andrete lontano, purtroppo per il Paese, dopo aver fatto molti guai (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico e Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Beatrice Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, onorevoli colleghi, come facciamo a votare questa fiducia? Secondo me, questo è un momento di grandissimo imbarazzo per il Paese e per il Parlamento e dovrei dire che anche la maggioranza dovrebbe sentirsi, quantomeno, un po' imbarazzata e lasciare da parte, per qualche minuto, quelle acclamazioni piene di entusiasmo che vediamo nei social network o nelle pagine Facebook di molti dei nostri colleghi.

Noi siamo un Paese ammalato, abbiamo una febbre grave che è data dal nostro spread, che è semplicemente un sintomo di qualcosa di molto più profondo. Oggi, Christine Lagarde ha dovuto smentire l'ipotesi di una recessione per il mondo, ma, come dire, ha come sfatato un piccolo tabù, perché non si osava parlare di recessione; eppure l'economia globale sta rallentando, rallenta l'Europa, rallentano gli Stati Uniti, a gennaio avremo il quantitative easing che andrà a cedere, a finire e, quindi, la nostra febbre sarà evidente, non avremo più la tachipirina che ci guarisce e che ci cura ogni giorno. La banca giapponese sta facendo la stessa cosa, i mercati entrano in una grande fibrillazione e l'Italia è, come sempre, un anello debole, lo è a causa del suo alto debito, lo è a causa della bassa crescita.

Ebbene, in questi giorni 3 mila imprenditori hanno, sì, riempito una piazza, dicendo: signori fermatevi con questa legge di bilancio, che non c'è e che sta creando, già ora, un grande danno alla nostra economia. In questi giorni abbiamo visto i dati dell'ISTAT come effetti del decreto dignità, in questi giorni abbiamo visto il Censis che fa un rapporto dell'economia italiana negli ultimi sei mesi. Questi sarebbero motivi giusti per fermarsi un momento e riscrivere una legge di bilancio che non potrà essere effetto di un semplice maquillage al Senato. Non è che togliendo qualche 0,2 o 0,3 al deficit, risolveremo e usciremo dal cul de sac in cui ci avete messi e cioè un'infrazione sul debito che sembra inevitabile e che rischia di dare la mazzata finale ai contribuenti italiani, alla nostra economia e al lavoro. Non ci sarà reddito di cittadinanza che tenga - qualora, mai, riuscirete a farlo, perché è evidente che non c'è più - che potrà dare sollievo al Sud, né tanto meno flat tax che tenga - che in queste condizioni non ci sono i margini per farla - che potrà dare respiro alle imprese del Nord. Questo è l'effetto del Governo del cambiamento e invece di chiederci la fiducia, dovreste rimettervi a scriverla in Parlamento questa legge di bilancio, guardando la realtà e non il libro dei sogni che si è tramutato in un incubo per tutti quanti noi, a partire da voi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica e Misto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Renate Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Signora Presidente, gli ultimi mesi sono stati segnati da un muro contro muro con l'Europa che ci ha preoccupato molto; solo ultimamente, si è avviato un percorso di dialogo con le istituzioni europee che riteniamo sia indispensabile per l'Italia. Siamo in una fase nella quale il confronto con la Commissione europea non ha esiti certi. Quello che constatiamo è che, alla Camera, è stata presentata una manovra di bilancio che non ha basi reali e che dovrà essere profondamente modificata.

Avete, dunque, posto la fiducia su una manovra che di fatto non sussiste, che dovrà essere reimpostata radicalmente al Senato per, auspichiamo, evitare la procedura di infrazione. Le misure contenute in questa legge di bilancio non creano crescita, sono prevalentemente di spesa corrente, e per queste ragioni, se non modificate, determineranno un ulteriore aumento del debito pubblico, condizionando pesantemente l'economia reale e le future generazioni.

Questa manovra avrebbe potuto essere anche un'opportunità per una nuova fase di rafforzamento e sviluppo delle autonomie speciali, delle loro competenze e del loro modello di governo e di convivenza, possibilità che, purtroppo, non è stata colta. Per queste ragioni il nostro voto sulla fiducia sarà contrario (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Renzo Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Presidente, rappresentanti del Governo, la prima legge di bilancio di questa legislatura arriva in Aula alla Camera con la richiesta del voto di fiducia. Per Noi con l'Italia-USEI questo non è un problema; la questione purtroppo è ben più importante del voto di fiducia. La vera questione ha a che fare con il contenuto del provvedimento di legge su cui ci avete chiamato a deliberare, un provvedimento che, da un lato, mette alla luce le evidenti contraddizioni che sono generate dalla incoerenza programmatica che ha permeato la formazione e l'attività del Governo Salvini-Di Maio-Conte, dall'altro, desta serie preoccupazioni tutta una serie di scelte di politica economica che sulla scia dell'imprinting ideologico dei 5 Stelle, certificato dal cosiddetto decreto dignità, ingessa le scelte dell'Esecutivo su un percorso pauperista e di decrescita.

Basti pensare al vostro atteggiamento verso il tema delle pensioni, che induce a considerare un ladro chi, dopo aver lavorato una vita e pagato i contributi, guadagna più di 4 mila euro al mese. E non parliamo, poi, della fatturazione elettronica, che metterà ancora più in ginocchio migliaia di piccole imprese che sono la spina dorsale del nostro Paese.

State andando avanti senza una strategia di sviluppo e ciò sta già provocando e provocherà in breve il rischio letale di essere di nuovo risucchiati nel circuito recessivo dal quale a fatica stavamo uscendo.

Noi con l'Italia abbiamo dimostrato in questi mesi senso di responsabilità. Abbiamo giudicato i fatti dando il nostro consenso quando li abbiamo valutati di interesse per il Paese - il “decreto sicurezza” - e abbiamo contestato duramente provvedimenti dannosi come il “decreto dignità”.

Oggi siamo preoccupati dal fatto che state chiaramente ragionando in orizzonti limitati. Parlate di un Governo che ambisce a cambiare il Paese governando cinque anni mentre, in realtà, il vostro sguardo si ferma alle elezioni europee del prossimo anno. Purtroppo, tutto questo è accompagnato da mancanza di competenza e di conoscenza.

Amministrare, signori del Governo, vuol dire anche studiare. State guidando - e si fa per dire - il Paese, oltre che con un taglio ideologico antico, con una ancora più preoccupante e diffusa incompetenza e superficialità, determinando confusione nel sistema produttivo, nel sistema amministrativo e nei mercati finanziari.

Questo non può esservi concesso, questo non può esservi perdonato, questo si chiama irresponsabilità e questa irresponsabilità fa perdere credibilità non solo a voi ma, purtroppo, a tutto il Paese.

Credo di non sbagliare se, fra non molto, più di qualcuno comincerà a riflettere e a pensare che forse si stava meglio quando si stava peggio. Per questo motivo il voto del gruppo Noi con l'Italia alla richiesta di fiducia sarà un voto negativo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Colleghi, è possibile abbassare un po' il tono della voce? Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Salvatore Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (MISTO-MAIE-SI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, esponenti del Governo, noi oggi rinnoviamo la fiducia a questo Governo e lo facciamo con lo stesso sentimento con cui lo fa un amante tradito. Lo facciamo, cioè, nella speranza che l'agire e l'operare da questo momento in poi sarà conforme e consono all'ideale di cui ci siamo innamorati, più ricco di contenuti e meno di proclami.

Siamo delusi e dispiaciuti dell'agire incerto di questi giorni; siamo delusi e dispiaciuti da un disegno di legge di bilancio che ha fatto ma non ha fatto fino in fondo quello che avrebbe dovuto; siamo delusi e dispiaciuti di non aver trovato nessuno spazio e nessun ascolto rispetto agli emendamenti propositivi di cui ci siamo fatti portavoce. Penso al lavoro della collega Benedetti all'agricoltura, al lavoro di Cecconi alla sanità, al lavoro di Vitiello alla giustizia, al lavoro di Borghese per gli italiani all'estero e alle mie istanze per la Basilicata.

Siamo delusi e dispiaciuti da questo disegno di legge di bilancio che non ha dato il giusto spazio al Sud e ai giovani del Sud, perché è vero che il reddito di cittadinanza è un aiuto, e questo è senz'altro vero, ma è un aiuto che va nella direzione dell'assistenza e non della crescita.

Noi avremmo voluto una legge di bilancio più incentrata sulla crescita, perché il nostro Sud potesse crescere ed emanciparsi per non avere più bisogno del reddito di cittadinanza. Siamo convinti, infatti, che un Paese che cresce, che evolve e che crea ricchezza avrà poi le risorse a disposizione da poter destinare a chi è ai margini della società, a chi ha più bisogno di aiuto. Per questo bisogna crescere: per creare ricchezza e per avere risorse a disposizione da poter redistribuire.

Siamo oggettivamente in una congiuntura economica delicata. Si va incontro a un rallentamento dell'economia e ciò è ormai evidente e lo dicono tutti gli indicatori. Per questo motivo è fondamentale non avere incertezze e avere un grande senso di responsabilità. Il grande senso di responsabilità impone di essere capaci di essere meno statalisti e più statisti. Essere statisti significa avere la capacità di prendere decisioni non pensando al consenso elettorale immediato ma a politiche che diano stabilità, affidabilità e crescita al nostro Paese.

Avremmo voluto votare oggi una manovra definita e non ancora incerta delle variazioni che il Senato o l'Europa vorrà fare.

Signor Presidente, confermiamo la nostra fiducia ma, come detto, lo facciamo con un senso di dispiacere. Speriamo di trovarci il prima possibile nella condizione di poter rinnovare questa fiducia nella convinzione dei risultati ottenuti e raggiunti e non, come oggi, nell'attesa di risultati sperati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Colleghi, rappresentanti del Governo, saremo chiamati, tra pochi minuti, a votare l'ennesima fiducia a cui ne seguiranno di qui a poco, cioè prima della pausa, altre due.

Mentre preparavo questo intervento mi è venuta in mente la famosa massima de Il Gattopardo: “Tutto cambi perché nulla cambi”. Sì, cari colleghi e care colleghe della maggioranza, state diventando il Governo del Gattopardo più che il Governo del cambiamento tanto annunciato e tanto propagandato.

Ma questa fiducia ve la negheremo non soltanto nel merito di questo provvedimento, e avrà modo il collega Fassina di entrare nei limiti e nei difetti di questa manovra, ma ve la negheremo perché questa è una manovra “scatola vuota”, una manovra insufficiente, una manovra che ci porta a uno scontro con l'Europa neppure sul terreno giusto di maggiore flessibilità sugli investimenti e della difesa del lavoro. È una manovra che, quindi, rischia di portare semplicemente il Paese a sbattere.

Vi negheremo la nostra fiducia perché state diventando, ogni giorno che passa, un Governo che sfida e che oltrepassa i limiti della Costituzione, che viola deliberatamente i principi della nostra Carta. Lo avete fatto con il “decreto sicurezza”, con la violazione del principio di uguaglianza che è alla base della Carta costituzionale e i cui effetti si stanno vedendo in questi giorni. Lo state facendo - e lo dico con forza e anche con profonda amarezza, per il senso istituzionale che deve sempre guidarci - per mezzo del Ministro dell'interno che in queste ore, con una campagna social semplicemente indecente, una campagna social, fatta in queste ore, in aperta violazione - noi crediamo e per questo abbiamo scritto al Presidente del Consiglio - e in spregio dell'articolo 54 della nostra Costituzione, che stabilisce che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore (…)” (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

E chiedo a voi, colleghi e colleghe ma anche ai rappresentanti del Governo, se avere messo, questa mattina con un post, ancora una volta alla gogna mediatica la collega Laura Boldrini sia adempiere alle funzioni pubbliche con disciplina e onore. Quale onore e quale disciplina si possono intravedere nel comportamento del Ministro dell'interno, senatore Matteo Salvini? Quale rispetto delle prerogative dell'opposizione e della corretta dialettica tra maggioranza e opposizione sono riscontrabili in questa vergognosa campagna pubblicitaria ideata per promuovere una manifestazione del partito di cui il Ministro dell'interno è il segretario (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico)?

E tutto questo avviene nei giorni immediatamente seguenti alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Tuttavia, basta scorrere i commenti pubblicati sulla pagina Facebook ufficiale del Ministro dell'interno per comprendere come quanto un'esponente donna di un gruppo parlamentare di opposizione sia stata volutamente esposta al dileggio e alle minacce (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico). Questo non è concepibile e non è accettabile in una democrazia come la nostra. Crediamo che simili comportamenti abbiano oltrepassato ogni limite e, quindi, abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio di fare una cosa semplice: dare attuazione all'articolo 95 della Costituzione che affida a lui, Presidente del Consiglio, il ruolo di coordinamento delle attività dei Ministri.

A leggere questi commenti - sono stato tentato di leggerne alcuni, ma ho troppo rispetto per quest'Aula e per la collega Boldrini - viene da vomitare; ancor più perché questi commenti non sono cancellati. Mi rivolgo qui, per il suo tramite, al Ministro dell'interno: cancelli quei commenti (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico), si comporti da uomo, prima ancora che da Presidente del Consiglio. Fate le campagne pubblicitarie che ritenete, avete il vento dalla vostra; non abusate e non stravolgete il rapporto corretto tra maggioranza e opposizione. A leggere quei commenti, per fortuna, ce ne sono molti, più di quelli che mi aspettavo, sulla pagina che difendono, che esprimono disapprovazione, che prendono distanza da questi comportamenti.

E adesso ve lo diciamo con forza: adesso basta, fermatevi, fermiamoci! Non possiamo portare il dibattito politico in una latrina, dove la state portando con questi comportamenti (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Avete la maggioranza, governate; avete la maggioranza, governate, ma fatelo nel rispetto della Costituzione e delle opposizioni. In una democrazia l'opposizione è sacra: non alimentate continuamente, per fini propagandistici, il fiume d'odio e di intolleranza che sta attraversando l'Italia, come ancora oggi il rapporto del Censis ci dice, colpendo alla cieca. Guardate, da ultimo è stata la collega Meloni a essere colpita e a cui va tutta la nostra solidarietà (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Noi abbiamo un dovere, lo dico in quest'Aula con forza, siamo classe dirigente.

Non possiamo assecondare questi istinti: dobbiamo governarli e voi dovete governare nel rispetto delle opposizioni. Fermatevi, perché, quando i pozzi della democrazia saranno inquinati, lo saranno per tutti, e non ci resterà che bere tutti l'acqua putrida delle democrazie autoritarie. È per questo che noi voteremo contro la fiducia a questo Governo. E permettetemi, per ultimo, di dedicare ai colleghi del MoVimento 5 Stelle le parole di uno dei grandi poeti del Novecento, Fabrizio De André: per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Meloni. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, Fratelli d'Italia non voterà la fiducia al bilancio e non voterà la manovra; e sarebbe francamente difficile per noi fare diversamente, proprio per noi che abbiamo sempre avuto un approccio non pregiudiziale verso il Governo. Abbiamo sempre detto che avremmo valutato ogni provvedimento nel merito, perché qui, signori, è proprio il merito che manca. Voi chiedete tecnicamente una fiducia in bianco, cioè una fiducia su un foglio bianco. Tutti i provvedimenti seri della manovra non ci sono: non c'è il reddito di cittadinanza, non c'è quota 100; e, se anche avessimo voluto ricostruirli dalle dichiarazioni dei ministri, si sono contraddetti talmente tante volte che sarebbe oggettivamente stato impossibile. Il navigator serve anche a noi per capire che cosa la maggioranza stia facendo su questa manovra. Se non si sa niente, se non si capisce niente, voi capite che è anche difficile votare la fiducia, perché, colleghi, la fede cieca a un disegno incomprensibile per il genere umano è un privilegio che riserviamo a nostro Signore; a niente di terreno, mettiamola così. Noi a oggi non sappiamo neanche quali siano i saldi della manovra. Di che dobbiamo parlare? Del 2,4 per cento che il MoVimento 5 Stelle ha salutato stappando bottiglie di champagne sui balconi di Palazzo Chigi? Di un più prudente 2,2 o, addirittura, di un 1,9, per non innervosire la Commissione europea, del quale si parla nei corridoi di Palazzo Chigi?

Noi non lo sappiamo. L'unica cosa che sappiamo è che questa manovra, oltre a sembrare sempre più distante da ciò di cui l'Italia ha bisogno, sembra ogni giorno sempre più distante anche dai proclami dei partiti che ne compongono la maggioranza, a partire proprio dal tema del rapporto con l'Europa.

Colleghi, vi abbiamo difeso, abbiamo difeso il Governo, abbiamo difeso la nazione contro gli attacchi dell'Unione europea. Abbiamo denunciato l'aggressione di una Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che sul rispetto dei parametri utilizza due pesi e due misure sulla base della nazione di cui trattasi. Lo abbiamo fatto per scelta, lo abbiamo fatto perché siamo sovranisti nel senso più puro del termine, lo siamo da quando questo termine non andava di moda. Noi siamo quelli, per intenderci, che portavano il tricolore in piazza quando altri lo consideravano sovversivo o, magari, preferivano bruciarlo. Noi siamo così (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Lo abbiamo fatto per scelta, non potevamo che apprezzare un Governo che sceglieva di alzare la testa verso l'Unione europea.

E poi che è successo, colleghi? Siete partiti lancia in resta, temerari, spavaldi, e al primo della Commissione europea ci siamo presi paura e ci siamo messi a trattare per ottenere uno zero virgola in meno. Francamente fa riflettere! Però era anche, temo, inevitabile che fosse così, perché, vedete, il tema nobile dello scontro con la matrigna Unione europea forse meritava una manovra veramente coraggiosa, forse meritava una manovra davvero di cambiamento; non un semplice assemblaggio di proposte politiche di campagna elettorale francamente impossibili, senza una visione per l'Italia, solo con l'obiettivo dei partiti di maggioranza di fare il più possibile cassa per le elezioni europee.

Lo sapete talmente bene anche voi che siete i primi a cui manca la convinzione per difendere in Europa i vostri provvedimenti. Percepiamo l'evidente imbarazzo di chi oggi capisce che non potrà neanche lontanamente mantenere le promesse iperboliche che sono state fatte in campagna elettorale. Basti pensare al reddito di cittadinanza, perché, scusate, non capirò niente di matematica, però dite che sono stanziati per il reddito di cittadinanza nove miliardi di euro, dite che un miliardo va ai centri per l'impiego, Di Maio dice che c'è una platea di sei milioni di percettori, e ne è talmente convinto che lui e la Castelli hanno stampato sei milioni di tessere in una tipografia fantasma. Tutto molto bello, ma, se io faccio otto miliardi diviso sei milioni diviso dieci mesi, che sono i mesi in cui si percepisce il reddito di cittadinanza nel 2019, visto che parte da marzo, sapete quanto fa? Centotrentatre euro al mese a persona, non 780. Di grazia, come fanno dalle parti vostre a diventare 780 euro? Oppure questo è il complotto mondiale delle calcolatrici? I conti, semplicemente, non tornano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e ti credo che non c'è il provvedimento! Però prima o poi lo dovrete tirare fuori, e, quando lo tirerete fuori, temo che gli italiani scopriranno che il reddito di cittadinanza non esiste; è un'invenzione, ma non esiste, non c'è nella manovra. Come non c'è l'abolizione della legge Fornero: c'è quota 100, che noi condividiamo, e però mi preoccupo quando Tria dice che è una misura provvisoria, perché, colleghi, scusate, ma se noi stabiliamo che è giusto il principio in forza del quale qualcuno va in pensione quando ha almeno 62 anni di età e almeno 38 di contributi, quel principio vale per tutti, non può valere solo per quei fortunati che vanno in pensione nell'anno in cui si vota per le elezioni europee (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, quota 100 deve essere una misura strutturale, non può essere una misura temporanea.

Per non parlare della flat tax: che fine ha fatto il cavallo di battaglia del centrodestra, che, fino a prova contraria, aveva vinto le elezioni proprio anche con questa proposta? Infatti, la vostra legge di bilancio dice che nel 2019 le tasse diminuiranno per il 7 per cento delle imprese, ma aumenteranno almeno per il 30 per cento delle imprese; e non parliamo solo delle grandi imprese, perché anche le piccole e medie imprese ci rimetteranno più di 2 miliardi di euro. E come si pensa così di creare il lavoro che serve a combattere la povertà?

Mi piacerebbe che il Ministro Di Maio fosse qui per ricordare al Ministro Di Maio che, se vuole abolire la povertà, l'unico modo è creare lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); e l'unico modo per creare lavoro è mettere chi può assumere in condizioni di farlo. Significa tagliare le tasse, significa tagliare la burocrazia, significa investire in infrastrutture, soprattutto al Sud, dove non c'è bisogno del reddito di cittadinanza, ma c'è bisogno di infrastrutture di cittadinanza, perché non sei un cittadino se alla nascita non hai le stesse opportunità che hanno altri che vivono nella tua stessa nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Noi sfidiamo il Governo a portare la spesa sulle infrastrutture al Sud al 50 per cento dall'attuale 34, di questo vogliamo parlare. Ma di questo non c'è traccia, perché noi abbiamo l'unico Ministro del lavoro in Italia che spende miliardi per mantenere disoccupati i disoccupati e l'unico Ministro delle infrastrutture al mondo che è pagato per fermare ogni infrastruttura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa è la realtà dei fatti! E ne abbiamo fatte di proposte per dare una mano: torno sul tema della cosiddetta flat tax incrementale, 15 per cento su quello che si dichiara in più rispetto allo scorso anno.

Vi prego, fatelo al Senato, potete anche dire che è una vostra proposta, una cosa che vi appassiona particolarmente, ve la regaliamo; ma facciamo qualcosa per tagliare le tasse! Oltre a continuare ad aumentare le tasse: mi riferisco all'ultima trovata dell'ecotassa sulle utilitarie, una roba che riesce in un colpo solo a colpire le famiglie meno abbienti, gli operai italiani dell'industria automobilistica e pure l'ambiente; il tutto per fare un favore alla Nissan e alla Toyota: improvvisamente siamo diventati dei sovranisti giapponesi, e ci mettiamo a fare i favori alla Toyota e alla Nissan (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Facciamo qualcosa contro la burocrazia! Vi prego, vi prego! Lo dico ai colleghi della Lega, che vedo seduti ai banchi del Governo: fermiamo questa follia della fatturazione elettronica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È una vergogna, porterà alla chiusura di migliaia di imprese; e non mi si può dire che serve per pagare i provvedimenti della manovra, perché mi state dicendo che facciamo chiudere migliaia di imprese per pagare il reddito di cittadinanza, e io non ci sto! Il 12 saremo qui a Montecitorio proprio per manifestare, insieme agli artigiani, ai commercianti e agli imprenditori che dicono “no”.

Insomma, speravamo in altri provvedimenti: simili magari a quelli di Trump negli Stati Uniti, con risultati grandiosi, simili a quelli di Orbán o dei polacchi qui in Europa, che investono anche su famiglia e natalità. E noi invece niente: nel 2017 abbiamo toccato il record negativo delle nascite, ma in questa manovra non c'è pressoché niente. C'è la possibilità per le donne, per le donne in gravidanza di lavorare fino al parto: molto bello, per carità, io ho fatto una campagna elettorale in gravidanza; però non vi viene il dubbio che per alcune di queste donne, e segnatamente per quelle più deboli, per esempio quelle precarie, quel “può lavorare fino al giorno del parto” potrebbe trasformarsi in un “deve lavorare fino al giorno del parto” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Attenzione, colleghi!

E dove sono invece gli asili nido gratuiti per tutti che abbiamo proposto tutti in campagna elettorale, Fratelli d'Italia ma anche tanti altri colleghi: non ce n'è traccia, ce n'era traccia negli emendamenti di Fratelli d'Italia, e sono stati bocciati tutti.

Allora vede, Presidente, non c'è in questa manovra nulla di quello che serve alla nazione, perché i partiti della maggioranza si sono concentrati su quello che serviva a loro. E noi non possiamo sostenere questa scelta: l'Italia ha bisogno di una politica che creda nelle sue imprese, nelle sue famiglie, nei suoi prodotti, nella sua crescita, nel suo futuro. Voi non lo fate, ed è la ragione per la quale i voti di Fratelli d'Italia per questa manovra non ci saranno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Mandelli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Presidente, rappresentati del Governo, onorevoli colleghi, di rinvio in rinvio, la prima legge di bilancio del Governo giallo-verde approda con la richiesta di fiducia in Assemblea; e detto tra di noi, non vedo nessuno nel MoVimento 5 Stelle che si stia stracciando le vesti. Si è lavorato per giorni in Commissione, anche se sarebbe più giusto dire che si è atteso per ore che il Governo prendesse una qualche decisione su come correggere la manovra per evitare la procedura di infrazione. Sappiamo che questo provvedimento è destinato a cambiare pelle al Senato, perché non vi è traccia, nel testo che stiamo discutendo, di quelli che sono i pilastri del contratto di Governo.

PRESIDENTE. Scusi, collega. Colleghi, è possibile abbassare il tono della voce?

ANDREA MANDELLI (FI). Grazie, Presidente. Cioè pensioni e reddito di cittadinanza. In queste settimane il Governo del cambiamento è stato prodigo di annunci: hanno riempito giornali, tweet, post, di tutto e di più; molto meno di azioni concrete. Dopo la flat tax, immediatamente tradita, siete passati a derubricare l'eliminazione della riforma Fornero ad una quota 100, con probabili mille paletti, ad un reddito di cittadinanza di cui ancora non si sa l'entità né la platea né chi avrà diritto; il tutto accompagnato da un susseguirsi di versioni, indiscrezioni, gaffe, abbiamo stampato le tessere, non le abbiamo stampate, boh, chi lo sa, senza nulla di certo. Morale della favola: la manovra è tutta da scrivere e la parte scritta probabilmente è da cancellare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Risulta difficile intervenire su quelli che, seppure importanti, rischiano di essere soltanto dei dettagli di una manovra che a nostro avviso manca comunque di un elemento fondamentale: mancano le misure per la crescita del Paese. Sembrano passati secoli dalle scene dei ministri a 5 Stelle sul balcone di Palazzo Chigi, quando festeggiavano la legge di bilancio del popolo e brindavano per aver piegato la determinazione del Ministro Tria, e con lui degli euroburocrati, imponendo un deficit al 2,4 per cento.

Dopo mesi di inutili scontri con la Commissione e dopo l'apertura formale della procedura di infrazione per debito, dopo che all'interno dell'Eurogruppo non avete avuto l'appoggio neppure dei Paesi a Governo sovranista, dopo le tensioni sui mercati finanziari: bene, dopo tutto questo avete dovuto ammettere di esservi infilati in un vicolo cieco.

Ma l'Unione europea ora non vuole più vedere chiacchiere: vuole vedere impegni, impegni concreti sul piano strutturale della manovra, e a dir la verità saremmo curiosi di vederli anche noi. Le parole non bastano, non bastano più: questo significa portare il deficit del 2019 ben sotto il 2,2 per cento del PIL, con uno sforzo che richiederebbe quindi di tagliare più di 5 miliardi di spesa, per arrivare al 2,1 per cento e almeno 7 miliardi per centrare quel 2 per cento che l'Europa non vuole; e lasciamo perdere quello che avete previsto per gli anni a venire, perché ci sarebbe da farsi venire la pelle d'oca. Tutto questo mentre l'economia è in frenata, col primo calo congiunturale dello 0,1 per cento del PIL registrato dall'ISTAT nel terzo trimestre dell'anno, con la disoccupazione che torna a crescere, in controtendenza con l'Eurozona, col tasso di disoccupazione degli under 25 che si è attestato al 32,5 per cento.

L'economia si sta fermando, e voi alimentate il clima di incertezza: bravi, altro che crescita dell'1,5 per cento, come vi ostinate a sostenere! La situazione è preoccupante: servirebbe subito un cambio di rotta, che il vostro Governo eterogeneo non è in grado di dare; altro che manovra pensata contro la recessione, altro che manovra espansiva (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Siamo di fronte ad un Governo più attento alle ragioni del consenso che a quelle dello sviluppo, un Governo bloccato da tatticismi dovuti anche a motivi di natura elettorale e di ricerca del consenso fra due anime che lo compongono; un Governo e una maggioranza che, nonostante i proclami, si rendono sempre più conto che è difficile conciliare l'inconciliabile, un conflitto che genera o mal di pancia o evidenti paralisi.

Per ora rimanete ancora apparentemente avvinghiati alle misure simbolo della campagna elettorale: il reddito di cittadinanza, che difficilmente garantirà un futuro ai giovani, e quota 100, che, così com'è attualmente disegnata, si profila come tutt'altro rispetto al superamento strutturale e attento alle nuove generazioni della legge Fornero. Eppure, gli scarsi risultati registrati dalle modifiche introdotte nel mercato del lavoro attraverso il decreto-legge “dignità” qualcosa ve l'avrebbero dovuto insegnare, in primis che il lavoro non si crea per decreto.

Il punto centrale è creare un clima di fiducia, che influenzi positivamente le scelte degli investitori, delle imprese, delle persone; voi invece, con le vostre incertezza nelle scelte da un lato, e con improvvide (permettetemi) esternazioni dall'alto, avete ottenuto l'opposto: avete generato un clima di sfiducia e di incertezza. I dati di questi giorni ci dicono che ci stiamo avviando verso una fase delicata, con il PIL in calo, l'economia in frenata: ed eccoci qui, in recessione. La ricetta giusta per l'Italia è meno tasse e più investimenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma il Governo giallo-verde ha scritto una manovra totalmente priva di misure per la crescita. Voi, nonostante le vostre ottimistiche previsioni, fate poco o nulla anche per le infrastrutture: a parole rilanciate gli investimenti, sì, ma vi trincerate dietro l'analisi costo-beneficio delle singole opere perché una componente della vostra maggioranza ha nel proprio DNA una contrarietà di fondo alle infrastrutture; e per essere certi che non si realizzino nuove grandi opere, avete anche pensato ad una bella centrale unica di progettazione, che sterilizzerà ogni idea.

Parliamoci chiaro però: noi non siamo pregiudizialmente contro lo sforamento del debito, ma solo se questo sforamento sia finalizzato a liberare risorse per la crescita. Ma come si fa a crescere se si depotenzia Industria 4.0? Ma come si fa a crescere se non si ha attenzione nella formazione e nell'alternanza scuola-lavoro? Ma come si fa a crescere se si chiudono i cantieri e non si dà la giusta priorità al lavoro? L'occupazione non si crea con l'assistenzialismo insito nel reddito di cittadinanza, ma abbassando il cuneo fiscale e con un grande piano di formazione ed inclusione dei giovani, con un nuovo piano per il rilancio del Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Certo che chi pensa che i problemi del Mezzogiorno si risolvano tutti con il reddito di cittadinanza, cioè la solita politica dei sussidi, non riesce a capire che questo peggiorerà la situazione e renderà il Mezzogiorno schiavo di assistenzialismo e clientelismo, e lo condannerà all'arretratezza.

Noi, come Forza Italia, con i nostri emendamenti, che costituivano una vera e propria manovra alternativa, vi volevamo portare sulla strada di una legge di bilancio dello sviluppo e delle opportunità, a favore delle imprese, del lavoro, delle famiglie. Vi abbiamo proposto quelle che per noi sono le priorità da seguire per far riprendere l'economia, e quindi l'occupazione del Paese, che nel vostro contratto di Governo non trovano mai spazio.

Un contratto in cui non vi è traccia di un progetto organico e coerente di crescita e di sviluppo, in cui non è declinata neppure sommariamente una visione a medio e lungo periodo di quella che la vostra maggioranza ritiene doveva essere la politica di crescita del Paese.

Nessuna attenzione alla cultura di impresa, anzi prevale sempre una diffidenza verso chi fa impresa. Noi abbiamo proposto modifiche alla legge di bilancio dopo aver avuto un'attenta interlocuzione con tutte le categorie professionali e produttive, quelle categorie che sono venute anche in Commissione a rappresentare le loro perplessità sulla manovra e che voi di fatto avete snobbato; quelle categorie che oggi scendono in piazza preoccupate per il loro futuro, per il futuro dei loro figli e per il futuro del Paese. Le criticità della manovra erano evidenti a tutti fin dall'inizio, solo ora, solo dopo lo schiaffo della Commissione, dell'Eurogruppo e dei mercati ve ne siete accorti finalmente pure voi. Tutte le nostre proposte sono coerenti con il programma presentato dal centrodestra agli elettori: non una flat tax che riguarda l'1 per cento dei contribuenti, ma una flat tax estesa a tutti e capace di ridurre sensibilmente la pressione fiscale e di creare le condizioni per un vero shock fiscale. E con gli effetti espansivi generati da tale shock si poteva intervenire per il superamento strutturale, sì, della legge Fornero, a beneficio però di tutti, non soltanto dei pochi fortunati che alla fine riusciranno ad accedere a “quota 100” senza rimetterci eccessivamente.

In tema di lavoro - altro che reddito di cittadinanza! - abbiamo proposto il taglio del cuneo fiscale, il rafforzamento dei casi di esonero contributivo, per le imprese ci siamo battuti per implementare Impresa 4.0, estendere l'iper ammortamento agli investimenti di cyber security, l'ACE per stimolare l'imprenditoria del Mezzogiorno. Abbiamo proposto misure volte a incentivare la natalità, contribuire alle spese per il suo sostegno, favorire la conciliazione tra vita professionale e vita privata delle donne, il rilancio dell'alternanza scuola-lavoro. Abbiamo provato per giorni e per notti, in Commissione, a farvi ragionare, abbiamo proposto costruttivamente emendamenti nel segno della crescita. Un esempio tra tutti: la mancata approvazione di un nostro emendamento che avrebbe permesso la prosecuzione dei lavori per la metro M5, un'infrastruttura essenziale per il territorio, perché collega Milano alla Brianza, che è una delle zone più popolose e produttive del Paese. Diversamente da quanto avete propagandato, state per varare una manovra che non solo, purtroppo, va detto, non abolisce la povertà come avevate sbandierato, ma abolisce crescita, competitività e sviluppo. Il Ministro Di Maio ha affermato che nella trattativa si possono portare avanti tutti i compromessi, a patto che non si chieda al Governo di tradire gli italiani. Bene, questa manovra è la prova del tradimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Per tutti questi motivi annuncio che il gruppo di Forza Italia non darà la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Presidente, facendo riferimento alle parole del collega Fornaro, esprimo la solidarietà del Partito Democratico alle colleghe vittime di insulti sessisti di ogni schieramento politico (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali). Nei venti minuti successivi al mio intervento, nelle dichiarazioni di voto da parte dei colleghi di maggioranza, sottolineate da abbondanti dosi di applausi, che agli occhi più disattenti le renderanno vere, sentiremo una serie di affermazioni. Sentiremo che il motivo per cui l'Europa osteggia questa manovra è che essa ci rende schiavi, perché l'Europa vuole renderci schiavi, che si vuole intromettere nella nostra sovranità, che non vuole che la fiamma della speranza accesa dal vostro Governo si propaghi nelle altre nazioni dell'Unione. Naturalmente vi guarderete bene dal dire che l'Europa osteggia la manovra semplicemente perché con arroganza e livore state facendo scempio di ogni regola comune, per quanto imperfetta, che ci siamo dati per governare il nostro stare insieme; uno stare insieme che da sessant'anni garantisce alle nostre imprese l'accesso gratuito a centinaia di milioni di consumatori e da vent'anni garantisce, con la moneta unica, bassa inflazione, stabilità finanziaria e un poderoso risparmio di spesa per interessi che la classe politica della Seconda Repubblica forse non ha ben utilizzato negli anni Novanta e Duemila.

Vi guarderete bene dal dire che l'unica fiamma che questo Governo sta accendendo in Europa è quella dell'incendio che brucerà i risparmi dei nostri cittadini e di tutta la nostra economia. Sentiremo che è una manovra espansiva perché abbassa le tasse, ma il fragore degli applausi che farete non sarà rotto, come non lo è stato in queste settimane e in questi giorni, da due semplici tabelle. Una l'avete scritta voi stessi, e dimostra che nel 2019 la pressione fiscale di questo Paese, per la prima volta dal 2014, smetterà di scendere, perché la farete rimanere allo stesso identico livello del 2018, il 41,8 per cento del PIL, questo è il vostro Documento programmatico di bilancio. Anzi, con ogni probabilità salirà, sia perché lo sblocco delle aliquote degli enti locali produrrà un incremento della tassazione, sia perché la vostra sovrastima del PIL, almeno del 50 per cento superiore a quanto dicono gli osservatori di tutto il mondo, farà crescere il rapporto della pressione fiscale. L'altra tabella l'ha prodotta l'Ufficio parlamentare di bilancio, l'autorità indipendente che avete insultato quando ha osato non validare la manovra del popolo piena di cifre inventate, che fa il conto finale tra le poche tasse che avete effettivamente diminuito - e di cui ci parlerete fra venti minuti - e le tante che avete aumentato, e che dimostra agli italiani che nel 2019 le imprese di questo Paese pagheranno 6,143 miliardi di tasse in più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E se qualcuno dovesse dire, sempre subissato dagli applausi, che è solo un effetto contabile, perché poi, nel 2020, la riduzione della pressione fiscale che avete promesso in campagna elettorale si rivelerà magicamente ai nostri occhi, si guarderà bene dal guardare la stessa tabella che dimostra che per il 2020 promettete una riduzione di poche centinaia di milioni di euro a fronte di un carico fiscale di decine di miliardi di euro alle imprese; e poi vi lamentate che le imprese scendono in piazza per protestare contro di voi. Sentiremo che questa è una manovra giusta perché contiene “quota 100”, ma vi guarderete bene dal dire che mandare in pensione la gente a 62 anni, indipendentemente dal lavoro che fa, fosse il minatore o l'intellettuale, non è un'operazione di giustizia, è invero un'operazione di doppia ingiustizia: la prima è un'ingiustizia tra lavoratori di una stessa classe di età, perché è giusto - come abbiamo fatto noi con l'Ape social che, con un emendamento vi proponevamo di stabilizzare, ma ce l'avete bocciato - consentire a chi fa un lavoro gravoso e usurante di andare in pensione prima, ma non è giusto consentire la stessa opportunità a chi fa l'intellettuale. La seconda ingiustizia è intergenerazionale, perché consentire a tutti il pensionamento anticipato in un Paese che per decenni, con il consenso unanime di tanti Parlamenti prima di questo, ha acconsentito a intere generazioni di andare in pensione non a 62 ma a 38 anni, è la più grande redistribuzione dai giovani agli anziani che questa Repubblica abbia mai vissuto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E un Paese che fa pagare ai giovani non i diritti bensì i privilegi di alcuni più anziani è un Paese che abdica al suo ruolo di costruire futuro.

Sentiremo nelle vostre dichiarazioni di voto che questa è una manovra sociale perché c'è il reddito di cittadinanza, che come avete detto da quel balcone avrebbe abolito la povertà, ma mentre scatteranno i vostri applausi a comando non direte agli italiani che i 5,8 miliardi netti in più che avete stanziato in questa manovra non bastano a coprire neanche un sesto delle promesse elettorali che avete fatto agli italiani e di cui, non ve lo dimenticate mai, sarete chiamati a rispondere. Non direte agli italiani che in questa manovra non c'è neanche una riga che spieghi veramente cosa sia questa misura, come funziona e a chi è destinata. Non c'è niente perché voi stessi non avete la più pallida idea di come venir fuori dalle bugie che avete venduto in campagna elettorale. Non direte agli italiani che per inseguire questo fantasma vi prendete la responsabilità di buttare a mare il primo vero strumento di contrasto alla povertà che questo Paese abbia mai avuto, che si chiama reddito di inclusione, è a regime solo da cinque mesi e sta funzionando bene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vi abbiamo proposto di raddoppiarne le risorse e poi di chiamarlo pure reddito di cittadinanza, se vi serve per il blog, ma buttare a mare uno strumento esistente e funzionante per mettere una bandierina di partito è tipico di chi se ne frega sia dei poveri che degli interessi collettivi e sta facendo solo marketing di bassa lega, con la lettera minuscola o maiuscola.

Sentirete che questa è una manovra efficace perché sentirete citare, come ha fatto ieri il relatore di maggioranza, una serie di micro misure, come la riduzione delle accise sulla birra o la tassazione agevolata sulle ripetizioni degli insegnanti, ma non avrete il coraggio di dire che questa manovra non tocca neanche uno dei temi cruciali per rafforzare la nostra economia e renderla più giusta e competitiva, più solida e più dinamica. Una manovra che in una furia iconoclasta distrugge tutto quello che è stato fatto prima del vostro arrivo: il piano Industria 4.0, l'alternanza scuola-lavoro, la riduzione delle tasse per le società di persone e ditte individuali, le politiche per la famiglia, persino la lotta alla violenza sulle donne. Una manovra che non contiene nessuna misura strutturale per aumentare la produttività, la cui mancata crescita in questi ultimi 25 anni è l'unica vera responsabile del ritardo di crescita con gli altri Paesi dell'Unione europea. Non vi sono misure per aumentare la concorrenzialità dei mercati, non vi è una misura per la pubblica amministrazione che non sia solo un'infornata di assunzioni modello Prima Repubblica, non ci sono misure per aiutare quel 60 per cento di imprese italiane che rischia di non reggere la competizione internazionale a vincerla. L'unica idea che siete stati capaci di farvi venire in mente è regalare un pezzo di terra alle famiglie che fanno il terzo figlio, ma ancora oggi ci chiediamo come facciate a rimanere con la faccia seria quando ci pensate. Prenderete un sacco di applausi, poi, quando vi lancerete in uno degli slogan che utilizzate di più: perché non l'avete fatto voi quando eravate al Governo?

A questa argomentazione infantile oggi vogliamo rispondere.

Quando eravamo al Governo eravamo impegnati a tirare fuori il Paese dalla più grande recessione che l'Italia aveva mai vissuto in tempo di pace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Eravamo impegnati a tirare su tutte quelle variabili economiche che voi oggi, con la vostra incompetenza, state tirando giù; dal PIL, che dopo tre anni e mezzo è tornato a decrescere, all'occupazione stabile, che da giugno a settembre è scesa di 109 mila unità - sono dati Istat -,dalla pressione fiscale - sono dati vostri - che con noi è scesa di due punti e con voi risale, alla stabilità finanziaria che abbiamo raggiunto con politiche che avete denigrato in campagna elettorale e che ora siete costretti a ripetere tali e quali, sul sistema bancario, con le stesse modalità e, se non cambierete rotta, presto dovrete intervenire anche voi a sostegno delle banche e allora forse vi farete sfiorare dal dubbio come, in un impeto d'onestà, ha fatto un vostro sottosegretario, durante la conclusione dei lavori in Commissione bilancio, ad ammettere che governare non è la stessa cosa che urlare slogan sui social o nelle piazze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Signora Presidente, nove settimane e mezzo fa, da un balcone, avete festeggiato un quadro macroeconomico che da allora siete stati costretti a cambiare tre volte, finora. E il motivo è uno solo: a guidare il Paese c'è una classe dirigente che non ha la minima idea di cosa stia facendo e di dove voglia andare. L'unica cosa da cui siete ossessionati è il consenso di breve, di brevissimo periodo, raggiunto con slogan, con approssimazioni, con semplificazioni e con una potente macchina di propaganda e di fake news che non ha precedenti in questa Repubblica. L'Italia, un Paese che ai problemi causati dalla recessione 2008-2013, aggiunge problemi strutturali che affondano le radici nei decenni scorsi, merita di più e merita di meglio; ve lo abbiamo già detto nei giorni scorsi, ma consentiteci di ripetervelo, per farvelo capire bene, non si sia mai che non l'abbiate capito, quando ve ne andrete lascerete sicuramente serissimi danni di finanza pubblica che poi toccherà ad altri ripianare. Su questo non possiamo fare nulla, se non lottare in quest'Aula lealmente ed esprimervi la nostra più netta contrarietà in questo voto di fiducia e negli altri che ne seguiranno, ma non vi permetteremo mai di lasciare in eredità un danno persino più grande: quello di far credere agli italiani che per essere vicini al popolo, per tutelarne gli interessi occorra governare con questa superficialità, con questa approssimazione e con questa incompetenza. Non vi permetteremo mai, non nel nostro Paese, di sdoganare l'idea che la competenza è patrimonio delle élite, o presunte tali, e l'ignoranza è il riscatto del popolo. È un compito che dobbiamo non ai nostri partiti, non ai nostri destini personali, ma al futuro del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassini. Ne ha facoltà.

REBECCA FRASSINI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, come sappiamo e come ce l'hanno ricordato dai banchi dell'opposizione, sì, è vero, la politica è fatta, specie in campagna elettorale, di slogan e proclami che spesso vengono disattesi. Promettere e poi non tener fede alle promesse fatte è dannoso per qualsiasi Governo. Il problema, infatti, è quello di trasformare le parole e gli impegni presi in fatti concreti e tangibili. A tal riguardo, la legge di bilancio credo sia un ottimo banco di prova per la forza di maggioranza che ho l'onore di rappresentare in quest'Aula, per andare a verificare se i proclami fatti durante la campagna elettorale hanno trovato, almeno in parte, una prima attuazione.

Vorrei, quindi, partire, signor Presidente, dal tema della pressione fiscale. Grazie all'eredità dei Governi PD, abbiamo trovato un Paese con un livello di tassazione disumano (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle), 41,9 per cento. Non è possibile e non è più tollerabile e sono sicura che anche per questo milioni e milioni di cittadini hanno dato il loro sostegno alla Lega. La flat tax da noi proposta in campagna elettorale ha trovato in questo testo una sua prima attuazione. Abbiamo, infatti, esteso il regime forfettario che prevede un'imposta sostitutiva unica con un'aliquota del 15 per cento ai contribuenti che hanno conseguito nell'anno precedente ricavi fino a 65 mila euro. O, ancora, è stata introdotta dal 2020 un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell'IRAP con aliquota al 20 per cento per gli imprenditori individuali e professionisti con ricavi fino a 100 mila euro. Ma l'impegno del Governo non si è esaurito in queste misure: è prevista la sterilizzazione degli aumenti delle aliquote IVA, abbiamo eliminato l'aumento dell'aliquota dell'accisa sulla benzina che ricordo ai cari colleghi del PD essere stata voluta dal Governo Renzi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle). Presidente, è stata introdotta un'aliquota IRES agevolata al 15 per cento, nove punti percentuali in meno rispetto a quella ordinaria; C'è, poi, il raddoppio della deduzione IMU sui capannoni industriali, che passa dal 20 al 40 per cento. Abbiamo esteso il regime agevolato della cedolare secca ai contratti relativi ai negozi. Insomma, queste misure vanno nella direzione di un significativo abbassamento delle tasse. Se già riusciamo ad aiutare le partite IVA, i produttori, i commercianti, gli artigiani e i piccoli imprenditori è un primo passo: un euro di tassa in meno per loro è un euro in più per i loro figli e per quanto hanno di più caro. Certo, lo sappiamo, queste misure non sono ancora totalmente risolutive, però già nei prossimi anni l'obiettivo di ridurre le tasse a tante persone sarà mantenuto. Ecco, signor Presidente, tutto questo è quello che durante la campagna elettorale abbiamo chiamato: “La rivoluzione del buonsenso”, quindi, dalle parole ai fatti.

Cambiando ora argomento, vorrei affrontare il tema del sostegno ai produttori italiani e del commercio del made in Italy. Mentre all'ONU si appresta una risoluzione “ammazza prodotti tipici”, dove l'idea è quella di introdurre tasse ed etichette penalizzanti, con giganteschi bollini neri sui cibi che superano determinate soglie di sale, grassi e zuccheri, che, quindi, andrebbe a penalizzare tutte le nostre eccellenze alimentari italiane, ecco, la nostra controrisposta è lo stanziamento di 110 milioni nel prossimo biennio per il potenziamento del piano straordinario per la promozione del made in Italy (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle). Ecco, signor Presidente, tutto quello che durante la campagna elettorale abbiamo chiamato con lo slogan “Prima gli italiani”, dalle parole ai fatti anche in questo caso.

Passiamo ora ad un altro tema, estremamente importante, quello delle pensioni. La legge Fornero ha impoverito i nostri concittadini, questa legge scellerata ha rovinato la vita a milioni di italiani, ma ora possiamo dire, con orgoglio, che abbiamo iniziato a smantellarla. I nuovi parametri permetteranno a 400 mila lavoratori bloccati dall'infausta legge precedente di fare posto ad un turnover intergenerazionale. Infatti, chi ha diritto di andare in pensione è giusto, finalmente, che goda dei frutti del proprio lavoro, così da permettere anche ai nostri giovani di poter entrare finalmente nel mercato del lavoro con tutta la tranquillità (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle). Ecco, signor Presidente, tutto questo è quello che, durante la campagna elettorale, sempre parlando di slogan, abbiamo chiamato: “Stop Fornero”, quindi, anche qui mi sembra che ci sia stato il passaggio dalle parole ai fatti.

Passiamo ora ad un altro argomento, quello dell'immigrazione. Le cifre, come è noto, sono da capogiro: ogni anno, gli italiani versavano 5 miliardi di tasse per i presunti profughi sbarcati sulle coste nostrane; molti finivano, però, nei bilanci delle cooperative che hanno fatto dell'accoglienza la loro nuova attività. Grazie a questo Governo e alla tenacia del nostro Ministro Matteo Salvini, diciamo finalmente basta ai finanziamenti che lo Stato assicura alle cooperative per l'ospitalità dei richiedenti asilo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle)! Non è più tollerabile, Presidente, che lo Stato garantisca 280 euro al mese per un disabile e mille euro al mese per una cooperativa che fai i soldi con i rifugiati (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle I deputati del gruppo Lega-Salvini Premier si alzano in piedi)! Il provvedimento oggi in discussione, Presidente, va esattamente nella direzione di una razionalizzazione della spesa per la gestione dei centri dell'immigrazione e di una riduzione del costo giornaliero di accoglienza dei migranti. Da tali misure deriveranno risparmi almeno pari a 400 milioni di euro per il 2019, 500 milioni di euro per il 2020, e 650 milioni di euro a decorrere dal 2021. Ma quello che era un business che faceva arricchire pochi sulle spalle di molti, con questo Governo si trasforma in investimento in sicurezza. Questa legge di bilancio, infatti, autorizza assunzioni straordinarie nella Polizia di Stato, nei Carabinieri, nella Guardia di finanza, nella Polizia penitenziaria, fino a complessive 6.150 unità nel prossimo quinquennio, senza dimenticare che a questi numeri si aggiungono le 1.500 assunzioni per i Vigili del fuoco. Ecco, signor Presidente, questo è quello che durante la campagna elettorale abbiamo chiamato con lo slogan “Stop invasione”, anche qui mi sembra che dalle parole ai fatti.

Potrei andare avanti ancora, elencando le tante altre misure di buonsenso contenute in questa legge di bilancio, ma per ragioni di tempo posso solo citarne due: la prima, riguarda i giovani e, in particolare, l'incentivo in favore dei datori di lavoro privati per l'assunzione a tempo indeterminato di giovani laureati magistrali con una votazione pari a 110 e lode o che hanno tenuto un dottorato di ricerca; la seconda, invece, riguarda gli investimenti in infrastrutture, su cui avevamo il dovere di dare una risposta forte e decisa al Paese, specie dopo il disastro senza precedenti di Genova dello scorso 14 agosto.

Ebbene, lo ripetiamo ancora una volta, visto che qualcuno è sordo: gli investimenti pubblici in infrastrutture, per noi, sono una priorità assoluta (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle)! Scuole, fiumi, ferrovie, ospedali, viadotti, per tutto questo il Governo ha istituito, dal 2019 al 2034, un fondo di quasi 50 miliardi di euro, destinato al rilancio degli investimenti degli enti territoriali per lo sviluppo infrastrutturale del Paese.

Inoltre, grazie a un mio emendamento approvato in Commissione, oltre 3 miliardi di euro di questo fondo saranno destinati alla realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, permettendo così agli enti locali di tornare a essere protagonisti dell'azione politica e non più meri esecutori di decisioni prese a livello centrale, signor Presidente.

E qui mi avvio a concludere, dicendo con forza che il gruppo Lega voterà convintamente la fiducia a questo Governo che ha gettato le basi per una vera rivoluzione del buonsenso e che sta facendo, sì, scelte coraggiose, ma scelte del popolo e mi permetta una battuta, signor Presidente: ho ascoltato con molta attenzione il dibattito e sorrido quando dai banchi dell'opposizione si grida allo scandalo perché, in sei mesi, noi non siamo riusciti a fare quello che loro non sono riusciti a fare in questi 5 anni (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - I deputati del gruppo Lega-Salvini Premier si alzano in piedi)! E concludo, Presidente; credo che, con me, a sorridere ci saranno i milioni e milioni di italiani che il 4 marzo hanno, meglio di qualsiasi slogan, cari colleghi del PD, espresso il loro giudizio, chiaro ed inequivocabile, sul fallimento dei vostri Governi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco D'Uva. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Presidente, colleghi, nel passaggio alla Camera, abbiamo migliorato una manovra che era, già di per sé, diversa da quella a cui siamo stati abituati negli ultimi anni, una manovra che mi piace definire innovativa, innovativa per il semplice fatto che risponde alle richieste degli elettori che ci hanno votato, qui, il 4 marzo. Non è scontato; in passato, mi chiedo quale elettore del Partito Democratico volesse il Jobs Act, quale elettore di Forza Italia volesse Equitalia, io però so per certo che gli 11 milioni di elettori del MoVimento 5 Stelle volevano e vogliono il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), il risarcimento ai risparmiatori truffati, l'innalzamento delle pensioni minime, quota 100, investimenti nelle piccole opere; tutto ciò lo troveranno nella manovra, una manovra che è coraggiosa e responsabile.

È coraggiosa perché va a superare quel concetto di austerità; immaginatevi se avessimo fatto la stessa manovra dello scorso anno - 0,8 per cento, la manovra Gentiloni - dove dovevamo andare? Da dove dovrebbe venire la crescita, se ci troviamo in una situazione del genere? Certo non dalle esportazioni, visto che, in questo momento, a livello globale, non c'è una crescita, a livello interno, quindi, ma certo non con un deficit così basso. La verità è che, con un'altra manovra della vecchia politica, responsabile per la crescita del nostro debito pubblico, saremmo tornati in recessione dall'anno prossimo, mentre, è grazie alle misure espansive della nostra manovra che la crescita potrà ripartire e attestarsi nei prossimi tre anni su livelli più degni di un Paese come l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Presidente, è una manovra anche responsabile, è responsabile perché noi non sforiamo alcun trattato; il paletto del 3 per cento non è sforato, addirittura c'è il Presidente Giuseppe Conte che va in Europa e dialoga; cerchiamo il contatto, perché noi non vogliamo alcuno strappo tra Italia ed Europa, serve dialogo e siamo convinti che la nostra determinazione potrà essere un esempio anche per altri Paesi europei.

Noi vogliamo inaugurare, a livello europeo, oltre che nazionale, una nuova stagione, una nuova fase storica, nella quale il cittadino e i suoi bisogni siano al centro di ogni azione politica, al di là di regole e numeri spesso privi di alcun senso razionale.

Presidente, è una manovra diversa, anche per un altro motivo; in questa manovra non c'è spazio per interessi di lobby e portatori di interesse (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Noi ci siamo interessati soltanto ai più deboli, ai disabili, ai disoccupati, ai pensionati, ai risparmiatori truffati e alle piccole e medie imprese e non ci costa assolutamente nulla, anzi ci fa piacere dare anche il giusto merito alle opposizioni. Le opposizioni hanno presentato delle proposte emendative; noi siamo stati molto felici di approvare quelle proposte emendative di buonsenso, perché un'idea o è buona o è cattiva, non è di destra o di sinistra, il MoVimento 5 Stelle ha votato favorevolmente a delle cose che andavano bene per il Paese. Un trattamento che negli scorsi cinque anni noi non abbiamo ricevuto, perché le nostre proposte, bastava la targa MoVimento 5 Stelle, perché fossero bocciate automaticamente (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)! Per noi no, a noi interessa il bene del Paese reale.

Andiamo a vedere cosa prevede questa manovra: 12,4 miliardi di euro li utilizziamo immediatamente per bloccare l'aumento dell'IVA; se non l'avessimo fatto, avremmo avuto l'IVA più alta, questo è un regalo della scorsa manovra, grazie, davvero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Un'altra cosa: meno tasse sulle piccole e medie imprese, l'estensione del regime forfettario fino a 65.000 euro al 15 per cento di tassazione, l'abbattimento di nove punti percentuali dell'IRES che è la tassa sugli utili di impresa. Questo viene fatto per chi investe in nuovi beni capitali o nell'assunzione di nuovi lavoratori, cioè mettiamo insieme riduzione della pressione fiscale e rilancio occupazionale. E a proposito di rilancio occupazionale, in manovra già ci sono i fondi per il reddito di cittadinanza. Non solo, noi già prevediamo i fondi per assumere 4 mila nuovi dipendenti nei centri per l'impiego, perché sapete che noi vogliamo assolutamente che non arrivi un euro a chi vuole rimanere seduto sul divano, nemmeno uno (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)! Il reddito di cittadinanza va a chi cerca attivamente lavoro, così sarà.

E, ovviamente, ci teniamo, era uno dei 20 punti del nostro programma elettorale: quota 100. Chi ha 38 anni di contributi avrà la possibilità di andare in pensione e lasciare, quindi, il proprio posto di lavoro a un giovane che lo sta cercando; una persona libera di andare in pensione e noi giovani, la mia generazione, che potrà occupare quel posto e questo è veramente fantastico.

Mi permetto di dire che abbiamo inserito nella legge di bilancio anche i fondi per i pensionati minimi. È una vergogna che nel 2018 milioni di pensionati, dopo aver servito il loro Paese per tutta una vita, siano ridotti a fare la fame, mentre qualcun altro si gode le sue ingiustificate pensioni d'oro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier); interverremo anche qui.

Il meccanismo dell'innalzamento delle pensioni minime si applica anche ai disabili, ma non c'è solo questo, in legge di bilancio, noi abbiamo raddoppiato la detrazione forfettaria per le spese di mantenimento dei cani guida dei non vedenti, portandola a 1.000 euro; abbiamo incrementato il fondo per il diritto al lavoro dei disabili di 10 milioni di euro per l'anno 2019; abbiamo incrementato di 500 mila euro la dotazione del fondo per AFAM, che è l'Alta formazione artistica musicale in favore degli studenti disabili; aumentiamo di 25 milioni la spesa della funzione riguardante l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisica.

Non c'è solo questo, Presidente, c'è il fondo per i risparmiatori truffati. Abbiamo messo in soffitta il ridicolo fondo Baretta del Governo Gentiloni che prevedeva appena 100 milioni di euro, una cifra elemosina; noi andiamo ad aumentarlo di quindici volte: 1,5 miliardi di euro per i truffati dalle banche (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Abbiamo anche recepito le osservazioni dei risparmiatori, migliorando ancora il testo in Commissione. Gli azionisti potranno continuare a fare causa a chi li ha truffati, anche dopo aver ricevuto il risarcimento del fondo pubblico. Lo aveva promesso il sottosegretario Villarosa, lo abbiamo fatto alla prima occasione utile. Siamo di parola.

Presidente, una cosa che per me è la vera discontinuità, anche per quello che abbiamo fatto in Commissione cultura, è che abbiamo stanziato, per il prossimo triennio, 350 milioni di euro per la ricerca e l'università (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), 240 milioni per il fondo di finanziamento ordinario, 90 milioni per il CNR, questa è la vera discontinuità rispetto al passato.

Poi, c'è il capitolo degli investimenti; abbiamo dovuto sopportare valanghe di critiche per una manovra “assistenzialista”, ci hanno detto. Presidente, noi siamo per gli investimenti, il MoVimento 5 Stelle è, sì, per gli investimenti!

Con che faccia gli stessi che hanno portato gli investimenti pubblici al loro minimo storico, sotto il 2 per cento del PIL, hanno il coraggio di definire assistenzialista una manovra che li aumenta di 15 miliardi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle). Investimenti diffusi sul territorio, infrastrutture, trasporto pubblico locale e ferroviario. Noi pensiamo alle esigenze dei cittadini, dei pendolari. È questo ciò che a noi interessa. Inoltre, possiamo anche dire che questa manovra non la pagheranno i cittadini con balzelli, tasse e altro, ma banche, assicurazioni e colossi del gioco d'azzardo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Io vado a concludere, Presidente. Sono appena sette mesi dall'insediamento del Governo Conte. Dopo l'abolizione dei vitalizi, il “decreto dignità” che sta iniziando a manifestare i suoi effetti positivi sulla stabilità dei posti di lavoro, la legge “spazza corrotti”, la risoluzione di numerose crisi aziendali e il “decreto emergenza”, che ha aiutato terremotati e alluvionati, stiamo portando a compimento buona parte del contratto di governo già in questa prima manovra. Non possiamo che essere orgogliosi ed è per questo che, a nome del gruppo MoVimento 5 Stelle, annuncio il voto favorevole sulla fiducia al Governo Conte (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier - I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle si levano in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Carlo Fatuzzo. Ne ha facoltà per un minuto.

CARLO FATUZZO (FI). Due minuti, Presidente.

PRESIDENTE. Un minuto, collega.

CARLO FATUZZO (FI). La ringrazio. Parlo a titolo personale, mio personale, di Carlo Fatuzzo, come segretario nazionale del Partito Pensionati e come eletto nelle liste di Forza Italia, per cui ringrazio il presidente Silvio Berlusconi.

Io, signora Presidente, ho un ufficio dove dò consulenze pensionistiche e informazioni a chi me le chiede, svolgendo questa attività, da oramai cinquant'anni, a Bergamo, in piazza Risorgimento 14. Ho dovuto chiudere questo ufficio e l'ho dovuto chiudere perché c'è una processione di gente che dalla mattina alle sei mi chiede: “Quando riscuoterò il reddito di cittadinanza e quando vedrò l'abrogazione della legge Fornero?”, e quando dicono “l'abrogazione della legge Fornero” intendono tutta l'abrogazione della legge Fornero.

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

CARLO FATUZZO (FI). E devo rispondere che bisogna avere pazienza e loro mi dicono: “Ma quale pazienza! Sono passati nove mesi…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

CARLO FATUZZO (FI). …e noi facevamo un figlio”. Sono già passati due minuti? Mi dicono: “Noi facevamo un figlio in nove mesi quando eravamo giovani”.

Per questo dico che prima di fare delle promesse bisogna pensarci molto e se non ci sono i mezzi economici per realizzarle non si devono fare promesse che non si possono mantenere. Per questo io dico e ripeto: viva i pensionati, pensionati all'attacco!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione dell'articolo 1.

Poiché, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 18,50, sospenderò la seduta fino a tale ora. Procediamo sin da ora all'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

(segue estrazione)

La chiama avrà inizio dal deputato Colucci.

Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 18,48, è ripresa alle 18,50.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo 1 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione per appello nominale dell'articolo 1 sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.

Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza, seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, la Presidenza ha già provveduto ad estrarre a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

La chiama avrà inizio dal deputato Colucci.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama)

Colleghi, vi ricordo che non è permesso né fare video, né fare fotografie in quest'Aula, quindi chiedo a tutti i gruppi di attenersi al Regolamento della Camera.

(Segue la chiama)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 19,55)

(Segue la chiama)

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 20)

(Segue la chiama)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione dell'articolo 1, sulla cui approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti…………………..550

Votanti……………. ……549

Astenuti…………………….1

Maggioranza……….........275

Hanno risposto …..........330

Hanno risposto no.............219

(La Camera approva – vedi votazioni).

Si intendono così respinte tutte le proposte emendative riferite all'articolo 1.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Aiello Piera

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Aprile Nadia

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Azzolina Lucia

Badole Mirco

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Baroni Massimo Enrico

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Bazzaro Alex

Bella Marco

Bellachioma Giuseppe Ercole

Belotti Daniele

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Berti Francesco

Bianchi Matteo Luigi

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boldi Rossana

Bologna Fabiola

Boniardi Fabio Massimo

Bordonali Simona

Borghese Mario

Borghi Claudio

Brescia Giuseppe

Bruno Raffaele

Bubisutti Aurelia

Buompane Giuseppe

Businarolo Francesca

Cabras Pino

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Caiata Salvatore

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cantalamessa Gianluca

Cantone Luciano

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Carelli Emilio

Carinelli Paola

Casa Vittoria

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Castelli Laura

Castiello Giuseppina

Cataldi Roberto

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Coin Dimitri

Colla Jari

Colletti Andrea

Colmellere Angela

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Cominardi Claudio

Corda Emanuela

Corneli Valentina

Costanzo Jessica

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cubeddu Sebastiano

Cunial Sara

Currò Giovanni

Dadone Fabiana

Daga Federica

D'Ambrosio Giuseppe

Dara Andrea

D'Arrando Celeste

De Angelis Sara

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Martini Guido

De Toma Massimiliano

Deiana Paola

Del Grosso Daniele

Del Monaco Antonio

Del Sesto Margherita

D'Eramo Luigi

Di Lauro Carmen

Di Maio Luigi

Di Muro Flavio

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Durigon Claudio

D'Uva Francesco

Ehm Yana Chiara

Emiliozzi Mirella

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Federico Antonio

Ferrari Roberto Paolo

Ficara Paolo

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Ilaria

Forciniti Francesco

Formentini Paolo

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Frassini Rebecca

Frate Flora

Frusone Luca

Furgiuele Domenico

Gagnarli Chiara

Galantino Davide

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gerardi Francesca

Giaccone Andrea

Giacometti Antonietta

Giannone Veronica

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgetti Giancarlo

Giuliano Carla

Giuliodori Paolo

Gobbato Claudia

Golinelli Guglielmo

Grande Marta

Grimaldi Nicola

Grimoldi Paolo

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Guidesi Guido

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolò

Iorio Marianna

Iovino Luigi

L'Abbate Giuseppe

Lapia Mara

Latini Giorgia

Lattanzio Paolo

Legnaioli Donatella

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Lo Monte Carmelo

Locatelli Alessandra

Lolini Mario

Lombardo Antonio

Lorefice Marialucia

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Maccanti Elena

Macina Anna

Maggioni Marco

Maglione Pasquale

Mammì Stefania

Manca Alberto

Manzato Franco

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marino Bernardo

Martinciglio Vita

Marzana Maria

Masi Angela

Maturi Filippo

Melicchio Alessandro

Menga Rosa

Micillo Salvatore

Migliorino Luca

Misiti Carmelo Massimo

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Morelli Alessandro

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Murelli Elena

Nappi Silvana

Nesci Dalila

Nitti Michele

Olgiati Riccardo

Orrico Anna Laura

Pagano Alessandro

Pallini Maria

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Paxia Maria Laura

Penna Leonardo Salvatore

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pettazzi Lino

Piastra Carlo

Picchi Guglielmo

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Potenti Manfredi

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Racchella Germano

Raduzzi Raphael

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzone Marco

Romaniello Cristian

Romano Paolo Nicolò

Rospi Gianluca

Rossini Roberto

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Giovanni

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Saltamartini Barbara

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Sarti Giulia

Sasso Rossano

Scagliusi Emanuele

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Scutellà Elisa

Segneri Enrica

Serritella Davide

Sibilia Carlo

Silvestri Francesco

Silvestri Rachele

Siragusa Elisa

Sodano Michele

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spessotto Arianna

Sportiello Gilda

Stefani Alberto

Suriano Simona

Sut Luca

Tarantino Leonardo

Tasso Antonio

Tateo Anna Rita

Termini Guia

Terzoni Patrizia

Testamento Rosa Alba

Tiramani Paolo

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tonelli Gianni

Torto Daniela

Trano Raffaele

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Trizzino Giorgio

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Valbusa Vania

Valente Simone

Vallascas Andrea

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vianello Giovanni

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Vitiello Catello

Viviani Lorenzo

Vizzini Gloria

Volpi Leda

Volpi Raffaele

Zanichelli Davide

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Acquaroli Francesco

Angelucci Antonio

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Ascani Anna

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baratto Raffaele

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Battilocchio Alessandro

Bellucci Maria Teresa

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Biancofiore Michaela

Bignami Galeazzo

Boldrini Laura

Bond Dario

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Brunetta Renato

Bruno Bossio Vincenza

Bucalo Carmela

Buratti Umberto

Butti Alessio

Calabria Annagrazia

Campana Micaela

Cannatelli Pasquale

Cannizzaro Francesco

Cantone Carla

Caon Roberto

Cappellacci Ugo

Carè Nicola

Caretta Maria Cristina

Carfagna Maria Rosaria

Carnevali Elena

Carrara Maurizio

Casciello Luigi

Casino Michele

Cassinelli Roberto

Ceccanti Stefano

Cenni Susanna

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Conte Federico

Cortelazzo Piergiorgio

Costa Enrico

Critelli Francesco

Crosetto Guido

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

D'Attis Mauro

De Carlo Luca

De Filippo Vito

De Luca Piero

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Delrio Graziano

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Maio Marco

Donzelli Giovanni

Epifani Ettore Guglielmo

Fascina Marta Antonia

Fassina Stefano

Fatuzzo Carlo

Ferro Wanda

Fiano Emanuele

Fidanza Carlo

Fiorini Benedetta

Fitzgerald Nissoli Fucsia

Fontana Gregorio

Fornaro Federico

Foti Tommaso

Fragomeli Gian Mario

Franceschini Dario

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gebhard Renate

Gelmini Mariastella

Gemmato Marcello

Germanà Antonino

Giachetti Roberto

Giacomelli Antonello

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giorgis Andrea

Guerini Lorenzo

Incerti Antonella

La Marca Francesca

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lepri Stefano

Lollobrigida Francesco

Longo Fausto

Lorenzin Beatrice

Losacco Alberto

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Madia Maria Anna

Magi Riccardo

Manca Gavino

Mancini Claudio

Mandelli Andrea

Marattin Luigi

Marin Marco

Marrocco Patrizia

Martina Maurizio

Maschio Ciro

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melilli Fabio

Meloni Giorgia

Miceli Carmelo

Milanato Lorena

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Mor Mattia

Morassut Roberto

Moretto Sara

Morgoni Mario

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Mura Romina

Napoli Osvaldo

Nardi Martina

Navarra Pietro

Nevi Raffaele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Occhiuto Roberto

Orsini Andrea

Osnato Marco

Pagani Alberto

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palmieri Antonio

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Pentangelo Antonio

Pettarin Guido Germano

Pezzopane Stefania

Piccoli Nardelli Flavia

Pini Giuditta

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Portas Giacomo

Prestigiacomo Stefania

Prestipino Patrizia

Prisco Emanuele

Raciti Fausto

Ravetto Laura

Ripani Elisabetta

Rizzetto Walter

Rizzo Nervo Luca

Romano Andrea

Rosato Ettore

Rossi Andrea

Rosso Roberto

Rostan Michela

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rotta Alessia

Ruffino Daniela

Ruggieri Andrea

Russo Paolo

Santelli Jole

Sarro Carlo

Savino Elvira

Savino Sandra

Scalfarotto Ivan

Schirò Angela

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestroni Marco

Siracusano Matilde

Sisto Francesco Paolo

Sozzani Diego

Spena Maria

Speranza Roberto

Squeri Luca

Tabacci Bruno

Tartaglione Annaelsa

Toccafondi Gabriele

Tondo Renzo

Topo Raffaele

Trancassini Paolo

Tripodi Maria

Ungaro Massimo

Valentini Valentino

Varchi Maria Carolina

Vazio Franco

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Zan Alessandro

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zardini Diego

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Sgarbi Vittorio

Sono in missione:

Berlinghieri Marina

Bonafede Alfonso

Buffagni Stefano

Cardinale Daniela

Ciprini Tiziana

Colucci Alessandro

De Carlo Sabrina

De Maria Andrea

Del Barba Mauro

Di San Martino Lorenzato Luis Roberto

Di Stefano Manlio

Ferraresi Vittorio

Ferri Cosimo Maria

Fioramonti Lorenzo

Fontana Lorenzo

Grillo Giulia

Migliore Gennaro

Pastorino Luca

Rampelli Fabio

Schullian Manfred

Vacca Gianluca

PRESIDENTE. Sospendiamo, a questo punto, brevemente la seduta, al fine di consentire al Comitato dei nove di riunirsi per esprimere il parere sugli emendamenti riferiti agli articoli da 2 a 19.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 20,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 21.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta, sospesa alle 20,35, è ripresa alle 21,06.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Bitonci, Claudio Borghi, Brescia, Castelli, Castiello, Cirielli, Cominardi, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, Delrio, Luigi Di Maio, Durigon, Fantinati, Gregorio Fontana, Fraccaro, Fusacchia, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande,   Guerini, Guidesi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Manzato, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Picchi, Ribolla, Rixi, Rizzo, Ruocco, Carlo Sibilia, Sisto,  Spadafora, Tofalo, Valente, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1334-A/R.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1334-A/R: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

Avverto che tutti gli emendamenti a prima firma Occhiuto sono stati ritirati dal presentatore. Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile per carenza di compensazione l'emendamento Boldrini 18.1, in quanto reca una copertura sul fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge n. 190 del 2014, i cui stanziamenti sono stati ridotti a seguito dell'approvazione dell'articolo 1 del provvedimento in esame.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2, con l'annessa Tabella 1 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate, con l'annessa Tabella 2 (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. I pareri sono tutti contrari agli emendamenti riferiti all'articolo 3.

PRESIDENTE. Quindi, tutti contrari. Il Governo?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza del PD? Il relatore di minoranza di Forza Italia, Russo?

PAOLO RUSSO, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti Tab. 2.1 Lucaselli, Tab. 2.2 Novelli, Tab. 2.4 Zucconi, Tab. 2.5 Zucconi, Tab. 2.6 Zucconi, Tab. 2.7 Zucconi, Tab. 2.8 Zucconi, Tab. 2.9 Zucconi, Tab. 2.10 Zucconi, Tab. 2.11 Zucconi, Tab. 2.12 Zucconi, Tab. 2.13 Zucconi, Tab. 2.14 Zucconi, Tab. 2.15 Zucconi, Tab. 2.16 Zucconi, Tab. 2.17 Zucconi, Tab. 2.18 Zucconi, Tab. 2.19 Zucconi, Tab. 2.20 Zucconi, Tab. 2.21 Zucconi, Tab. 2.22 Zucconi, Tab. 2.23 Zucconi, Tab. 2.24 Zucconi, Tab. 2.25 Zucconi, Tab. 2.26 Zucconi, Tab. 2.27 Zucconi, Tab. 2.28 Zucconi, Tab. 2.29 Zucconi, Tab. 2.30 Zucconi, Tab. 2.31 Zucconi, Tab. 2.32 Zucconi, Tab. 2.33 Zucconi, nonché sugli identici emendamenti Tab. 2.34 Lupi e Tab. 2.35 Lorenzin, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. I successivi sono ritirati. Infine, sugli identici emendamenti 3.1 D'Ettore e 3.2 Lorenzin?

PAOLO RUSSO, Relatore di minoranza. Sugli identici emendamenti 3.1 D'Ettore e 3.2 Lorenzin il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza di Fratelli d'Italia? Deputato Foti?

TOMMASO FOTI (FDI). Conforme all'altro relatore di minoranza, onorevole Russo.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza LEU, Fassina?

STEFANO FASSINA, Relatore di minoranza. Pareri tutti favorevoli, Presidente.

PRESIDENTE. Siccome il relatore non può essere sostituito in questo momento, calcolo l'assenza rispetto al parere.

Passiamo alla votazione dell'emendamento Tab. 2.1 Lucaselli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente e Governo.

In particolare, questo emendamento, come possiamo vedere qui, porta una cifra consistente di trasferimenti che vanno al Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Colgo proprio l'occasione di questo emendamento un po' per raccontare a quest'Aula che cosa sta succedendo; direi che una delle partite più importanti si gioca e si può vedere anche nei numeri di questo emendamento. Bene, sul Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in particolare, grava uno dei pilastri fondamentali di questa manovra che sta al capitolo, in particolare, di quella cifra per nove miliardi di euro, di cui una parte avete utilizzato e attinto tra le risorse già stanziate per il reddito di inclusione e siete riusciti, poi, finalmente a correggere quella distorsione paradossale che c'era nella manovra presentata alla Commissione bilancio, di mettere per legge i precari per i centri per l'impiego. In queste ore, si sta discutendo, anzi, abbiamo potuto leggere anche i comunicati della stampa, dopo la scelta di un collega di abbandonare il gruppo del MoVimento 5 Stelle, rivendicando le azioni che sono contenute, in particolare, per le persone con disabilità che, voglio ricordare, su una manovra da 37 miliardi, cubano qualcosa come lo 0,5 per cento e anche, forse, per ricordare all'appassionato intervento, sempre tramite lei, Presidente, che abbiamo sentito prima nella dichiarazione di voto da parte di una collega, che di aumenti delle pensioni di invalidità, in questa legge, non c'è proprio niente, tant'è vero che, credo, noi ricordiamo - e lo ricordo tramite lei, sempre, Presidente, a quest'Aula – che gli emendamenti che sono stati presentati ad hoc, proprio specifici sulle pensioni di invalidità, sono poi stati votati contrari e, quindi, di cambiamenti all'orizzonte non ce n'è neanche uno.

Il punto vero, il punto politico è sulla scorta dei 100 milioni in più che noi guardiamo e non abbiamo giudicato sicuramente in modo negativo, visto che abbiamo fatto molto, ma molto di più, con i Governi precedenti, per i fondi della non-autosufficienza e anche per il fondo nazionale delle politiche sociali, ma questo non può essere utilizzato come una coperta di Linus, anche, in particolare, per, in qualche modo, riparare al vero, all'evidente, come dire, non promessa che in particolare soprattutto per quel che riguarda anche il Ministero della sanità, utilizzate spesso e volentieri questi soldi che avete messo in più sulle politiche sociali, che sono un numero molto esiguo rispetto a quello che abbiamo fatto negli anni precedenti, per giustificare il fatto che non c'è praticamente nulla, in particolare per quel che riguarda le politiche in materia sanitaria.

Vedete, noi, negli anni precedenti, abbiamo cercato di dare una direzione di marcia; voi avete utilizzato, anche in questa occasione, soprattutto con la proposta emendativa che penso passerà alla storia, la 37.037, che riguardava, appunto, anche la disciplina di quello che dovrà fare, poi, in particolare il Ministero della famiglia e della disabilità, siete riusciti a cogliere l'occasione anche per cambiare la Carta della famiglia, riuscendo a mettere in campo due tipi di discriminazioni: una, è quella che vi appartiene sempre, l'ossessione nei confronti degli stranieri ai quali impedite di poter usufruire dei benefici di questa carta; ma l'ossessione arriva talmente a tanto che la discriminazione avviene anche nei confronti dei cittadini italiani, cioè quelli che possono o desiderano poter quindi partecipare a uno strumento come quello della Carta della famiglia, che è uno strumento di convenzione per l'acquisto di beni o di servizi, al quale avete impedito di agire con libertà, perché gli impedite che questo possa essere un beneficio che vada anche agli stranieri.

Ecco, noi, alla fine di questa manovra finta, perché la manovra vera, molto probabilmente, speriamo di averla in tempo, e la chiedono i cittadini e la chiede il mondo delle imprese che hanno manifestato a Torino, che hanno rappresentato attraverso le pagine dei giornali che in questa manovra sugli investimenti non c'è praticamente assolutamente nulla, di questa scelta che è una scelta recessiva per questo Paese.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ELENA CARNEVALI (PD). In realtà, troveremo e troviamo, attraverso questo emendamento - e chiudo - soprattutto di aver gonfiato molto il Ministero delle politiche sociali per quella bandiera che è il reddito di cittadinanza, che poi scopriamo, in questi giorni, soprattutto il Ministro Di Maio si preoccupa molto di tranquillizzare soprattutto l'opinione pubblica dicendo che insomma sarà una misura che alla fine non durerà in eterno.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

ELENA CARNEVALI (PD). Insomma, era una misura di natura esclusivamente propagandistica, per voce, addirittura, del Ministro Di Maio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, prima di iniziare questa votazione, credo sia assolutamente necessario capire qual è il senso, il motivo per il quale abbiamo ritenuto assolutamente necessario fare apportare delle modifiche all'interno dei tabellari. Lo abbiamo fatto nell'assoluta convinzione che questa manovra, che questa legge, dalla quale ci aspettavamo tanto, ci aspettavamo un vero cambiamento, ci aspettavamo quella che ci era stata raccontata come una rivoluzione epocale, ecco, in realtà, questa rivoluzione non l'ha portata.

Allora, abbiamo creduto che, con qualche modifica, si potesse sostanzialmente modificare un po' l'idea arretrata d'Italia che questa legge di bilancio ci ha a rappresentato e ci ha portato. Quindi, considerata la posizione di Fratelli d'Italia, che è sempre stata assolutamente contraria al reddito di cittadinanza, per come ci è stato raccontato, nonostante non siamo stati in grado ancora di leggerlo, perché non è stato ancora declinato e non si sa bene come verrà declinato, ecco, noi abbiamo ritenuto che in questa Italia con moltissimi problemi di natura economica, di natura sociale, la cosa più importante potesse essere rivolgere quelle somme proprio a queste finalità. Quindi, abbiamo immaginato un'Italia in cui il sostegno alla povertà diventa separato, diverso, perché è una cosa diversa, e va trattata in un modo diverso, rispetto alla formazione dei giovani e all'inserimento dei giovani al lavoro.

Abbiamo pensato anche che il modo migliore per portare avanti l'idea d'Italia che noi abbiamo è quello di dare sostegno, innanzitutto, alla famiglia, perché è dalla famiglia che nasce il nucleo sociale, fondamentale, che crea sviluppo e al quale dovremmo ovviamente fare riferimento. Pertanto, abbiamo immaginato degli spostamenti; noi lo vedremo nel corso di questi emendamenti tabellari, lo discuteremo, ne parleremo, immagino, in maniera abbastanza diffusa; il punto fondamentale, però, è capire qual è il senso, quindi, dove vogliamo andare e qual è il tipo di sostegno che vorremmo dare al Governo nella formazione di questa legge di bilancio.

Ecco, noi vorremmo che ci fosse tutto un blocco di finanziamenti che, invece di essere dedicato, per ora, sostanzialmente al nulla, perché queste somme sono state, di fatto, congelate in un fondo fantasma, perché non c'è la declinazione di come quelle somme verranno utilizzate, e quindi, di come verranno riprese da quel fondo… noi abbiamo, invece, immaginato che ci potesse essere un modo migliore e diverso di utilizzarle. Così, abbiamo presentato tutta una serie di emendamenti che fanno riferimento, non solo alla possibilità di attuare quello che, secondo noi, dovrebbe essere l'elemento essenziale all'interno di una politica economica di un Paese, che è quello dello shock fiscale che, secondo noi, è l'unico che può davvero dare una nuova vita e una nuova linfa all'economia italiana, particolarmente depressa, soprattutto in questi ultimi mesi e, quindi, mentre il quadro generale dell'economia mondiale ci riporta un fermo, ecco, noi dovremmo preoccuparci di cercare, quanto meno, di continuare a camminare. E per noi camminare vuol dire dare vita a una serie di iniziative che possono, poi, aiutare - e ho quasi concluso - le aziende e, quindi, di conseguenza, anche le nostre famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.1 Lucaselli, con parere contrario di Commissione e Governo e con parere favorevole del relatore di minoranza PD e del relatore di minoranza LEU.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Tab. 2.2 Novelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Abbiamo già avuto modo di dirlo e questo emendamento ci dà un altro spunto per ripeterlo: in questa manovra di bilancio i giovani sono scomparsi. È scomparso completamente l'investimento sulle nuove generazioni, nonostante chi oggi è al Governo, di fatto, almeno anagraficamente, le rappresenti. È scomparso tutto questo a vantaggio di un atteggiamento completamente diverso, che favorisce una certa spesa pubblica improduttiva che non tende a dare futuro ai ragazzi, ma semplicemente ad inseguire voti e consensi nell'immediato.

In particolare, qui si chiede di dare più risorse ai fondi per i giovani, perché quello che ha fatto questo Governo è esattamente il contrario e questi 30 milioni potrebbero essere facilmente trovati da un altro fondo, che è stato parzialmente tagliato, che è quello per il bonus cultura. Ne abbiamo discusso anche in queste ore con i colleghi della maggioranza. I nostri Governi avevano impiegato 290 milioni per dare ai diciottenni d'Italia la possibilità di accedere al patrimonio culturale italiano a 360 gradi. Quella possibilità ha avuto una grande accoglienza presso i diciottenni di questo Paese e sono cresciute, anno dopo anno, le adesioni a 18app e, peraltro, grazie a quella misura abbiamo migliaia di diciottenni registrati al sistema SPID, quindi all'identità digitale, in grado di dialogare con la pubblica amministrazione attraverso una chiave unica.

Ecco, questo Governo, alla sua prima manovra di bilancio, decide di portare quello stanziamento da 290 milioni a 230, tagliando 60 milioni, che sono direttamente investiti sui diciottenni di questo Paese, che spendono direttamente loro, che peraltro vanno ad aiutare soprattutto - l'abbiamo visto dai resoconti del Ministero - le piccole librerie, le piccole realtà culturali di questo Paese, e ne recupera a malapena 30 in piccoli e piccolissimi interventi: gli altri 30 che fine fanno? Ecco, qui si parla di 30 milioni in più: perché, dunque, non investirli direttamente sui giovani invece di andarli a togliere ad altri capitoli?

La nostra domanda è se davvero voi pensate che 18app, così come l'abbiamo pensata, noi fosse sbagliata; se pensate di dover rivedere quello strumento. Peraltro, purtroppo, un emendamento della maggioranza, approvato in sede di Commissione, fa sì che quel bonus scomparirà, e dovreste avere il coraggio di raccontarlo ai diciottenni italiani, perché introduce un meccanismo complicatissimo da rendere effettivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Voi introducete l'idea dell'ISEE e sapete benissimo che questo significa riscrivere daccapo i decreti con cui oggi funziona 18app. Però non avete il coraggio di dire ai diciottenni che cancellate una misura che avete chiamato per mesi e per anni mancetta elettorale e, invece, a loro vi rivolgete dicendo: “No, ma noi lo strumento l'abbiamo confermato” tagliando, però, 60 milioni e recuperandone - lo ripeto - a malapena 30 in capitoli di piccola e piccolissima spesa, perché avete qualche buco da sistemare di cui vi siete accorti soltanto in legge di bilancio.

Allora, io vi ricordo che siete arrivati al Governo anche con il voto di tanti giovani, perché i flussi elettorali ci hanno testimoniato che i giovani di questo Paese vi hanno dato fiducia, ma ripagate quella fiducia con un investimento su di loro prossimo allo zero. Vedo qui il sottosegretario Spadafora. Abbiamo discusso in Commissione a lungo, per esempio, di servizio civile, del mancato investimento sul servizio civile, quello su cui, in prima persona, la mia collega Bonomo e tanti del Partito Democratico si sono spesi in questi anni, per dare la possibilità a decine di migliaia di ragazzi italiani di fare un'esperienza che li ha messi in contatto con il mondo del volontariato e con il mondo del lavoro, perché sappiamo bene che quell'esperienza collega direttamente al lavoro. Insomma, questi 30 milioni di cui qui si parla potevano essere facilmente trovati dai tagli che voi avete fatto altrove. È chiaro che la vostra legge di bilancio fa una scelta, una scelta contro i giovani, una scelta contro le nuove generazioni e dovreste avere il coraggio di spiegare loro che la vostra scelta ha una sola ragione: i giovani sono meno dei meno giovani e a voi interessano esclusivamente sempre e comunque i voti, e i voti, purtroppo per i giovani, si contano anche su questo.

Se volete cambiare il Paese, prima di tutto dovreste cambiare questa terribile attitudine, che tende a penalizzare i giovani e a favorire altre fasce generazionali. Da questa legge di bilancio si vede che voi avete tutt'altra intenzione. La nostra generazione viene schiacciata da una spesa pubblica che dovrà pagare, per anni e per decenni, le vostre scelte fondate solo sulla ricerca e sulla rincorsa al consenso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.2 Novelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Dobbiamo ora passare ad una serie a scalare composta da trenta emendamenti: dall'emendamento Tab. 2.4 Zucconi all'emendamento Tab. 2.33 Zucconi. Poiché tali proposte emendative si differenziano esclusivamente per variazione - per favore! - a scalare di cifre, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, del Regolamento, porrò in votazione il primo emendamento della serie, Tab. 2.4 Zucconi, tre emendamenti intermedi, Tab. 2.10, Tab. 2.18 e Tab. 2.25 Zucconi, e l'ultimo emendamento della serie, Tab. 2.33 Zucconi.

Passiamo alla votazione dell'emendamento Tab. 2.4 Zucconi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Grazie, Presidente. Questi emendamenti sostanzialmente hanno tutti l'obiettivo di incrementare le risorse per le politiche sociali e le politiche attive e, quindi, ovviamente, ringraziamo anche i colleghi che hanno deciso di presentare questi emendamenti, che ci consentono anche un'ulteriore riflessione in Aula rispetto a un dibattito molto ampio che si è svolto in Commissione bilancio proprio sul tema delle politiche sociali, della disabilità e della non autosufficienza. Un dibattito che, purtroppo, non ha portato a molti risultati concreti perché sono stati bocciati quasi tutti gli emendamenti proposti dalle opposizioni ma, devo dire, anche quelli proposti dalla maggioranza, con grande rammarico, ovviamente, dei gruppi di opposizione.

In questo caso l'emendamento non è stato proposto dal Partito Democratico ma, come già avvenuto in Commissione bilancio, abbiamo cercato di sostenere, in modo trasversale, tutte quelle proposte che potessero andare ad incrementare le risorse a favore del sociale e delle politiche di sostegno alla disabilità.

Come Partito Democratico avevamo presentato una proposta organica che prevedeva l'assegno di cura personale, quindi basato su progetti individualizzati, che non metteva in discussione le misure già esistenti ma che si sommava alle misure già esistenti, arrivando addirittura alla possibilità di un importo massimo pari ad un assegno mensile di 1.500 euro, ovviamente con importi calibrati in base anche alle condizioni, alla gravità e alle diverse necessità. Una riforma organica e sistematica che è stata bocciata dal Governo, che è stata bocciata dalla maggioranza.

Abbiamo presentato, tuttavia, anche altri emendamenti, magari con interventi di minore impatto economico e, quindi, con oneri ridotti. Devo dire che, tranne un'eccezione che ha consentito di rimediare solo parzialmente al taglio che il Governo aveva apportato al Fondo per il “dopo di noi”, accogliendo un nostro emendamento, è stato rifinanziato per 2 milioni di euro, una cifra ben diversa da quella che avevamo proposto, ma comunque un passo in avanti importante. Altre nostre proposte sono state bocciate, come quelle di altri colleghi dell'opposizione. Tra l'altro, il Partito Democratico, insieme agli altri partiti di opposizione, aveva firmato, sottoscritto e appoggiato in Commissione, con vari interventi, anche gli emendamenti proposti dall'onorevole Dall'Osso, che, purtroppo, non hanno avuto fortuna migliore; anzi, sono stati prima accantonati e poi respinti dal Governo e dalla maggioranza.

È chiaro che gli interventi in tabella non possano rimediare del tutto alle proposte bocciate in Commissione, dove avevamo degli interventi di carattere strutturale o, comunque, proposte più mirate e più puntuali, ma comunque la possibilità di inserire delle risorse aggiuntive consente di dare un segnale in controtendenza rispetto a quanto avvenuto negli scorsi giorni.

Dal momento che anche oggi abbiamo letto alcuni comunicati ufficiali del MoVimento 5 Stelle, del principale partito di maggioranza, che rivendicavano, ovviamente, le misure approvate, a loro avviso, in materia sociale, impegnandosi a fare ancora di più, questa è l'occasione per dimostrare la buona fede e la fondatezza di queste dichiarazioni. Se davvero nelle dichiarazioni del MoVimento 5 Stelle c'era la volontà di dare un segnale sulle politiche sociali, approvando questi emendamenti, che consentono di aumentare notevolmente le risorse, chiaramente si può passare dalle parole ai fatti; ed è poi il compito che spetta a chi governa. Non si può limitare alla semplice propaganda, alle semplici dichiarazioni sulla carta stampata, ma deve parlare attraverso i voti, gli emendamenti, le proposte di legge, e, quindi, attraverso gli atti parlamentari. Questa è l'occasione per farlo: sicuramente ci sarebbe un consenso molto ampio delle opposizioni, che hanno dimostrato capacità di gioco di squadra su questi temi, capacità di superare gli steccati di partito. Sulle politiche sociali sicuramente, ma avremo modo di affrontarlo poi nei prossimi emendamenti anche sul tema della violenza sulle donne, abbiamo proposto emendamenti in modo ampio e trasversale con le colleghi degli altri partiti. Credo che si possa intanto cominciare a dare un piccolo segnale: tre milioni di euro, in questo caso stiamo parlando di soli tre milioni di euro, a favore delle politiche sociali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, colleghi, signori del Governo, con questo emendamento, che è il primo di una serie di emendamenti che abbiamo presentato, stante che allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, missione 23 Fondi da ripartire, programma 23.1 Fondi da assegnare, si propone di apportare le seguenti variazioni: anno 2019 di decurtare la somma di 3 milioni e, conseguentemente, allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, missione 3 Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, programma 3.2 Trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento nazionale spesa sociale, programmazione, monitoraggio e valutazione politiche sociali e di inclusione attiva, apportare le seguenti variazioni: più 3 milioni. Cioè, in sostanza si chiede di trasporre dai Fondi da ripartire del Ministero dell'economia i 3 milioni e assegnarli al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Allora, la riflessione che sta alla base di tutta questa nostra serie di emendamenti deriva da una battaglia di civiltà che Fratelli d'Italia, in ossequio alle politiche della destra italiana, ha sempre fatto e ha sempre perimetrato. La riflessione è ovviamente che, se si destinano tutte le risorse al reddito di cittadinanza o a finestre pensionistiche di cui poi valuteremo l'impatto, allora noi portiamo alla conclusione tutte le risorse di cui saremo nella disponibilità per tutte le altre politiche di inclusione attiva e di sostegno a categorie di persone, di italiani, di cittadini che versano, a tutt'oggi, in condizioni da richiedere aiuto.

Avete voluto portare avanti per forza fino in fondo un reddito di cittadinanza attraverso strumenti che non sono abbastanza chiari ad oggi, con tempistiche che non sono chiare. Si può andare in Europa a cercare di contrattare nuovamente un'esclusione dalle politiche di infrazione soltanto perché ancora voi non sapete esattamente quando potrete spendere questi denari. E mentre illudete molti giovani disoccupati, soprattutto del Sud, ancora qui siete ad arrampicarvi sugli specchi e a modificare i saldi di bilancio dalla Camera al Senato. La nostra è una battaglia di civiltà, perché noi consideriamo incivile un Paese che costringe centinaia di migliaia di persone non sono nella povertà, ma, anche per quelli che sono affetti da invalidità, a una pensione sociale che non è per niente dignitosa, è assolutamente non dignitosa.

Alla base di tutto, poi, rimane il concetto e il principio che per poter distribuire qualsiasi denaro, qualsiasi risorsa, la stessa vada creata; e continuiamo a dire che questa manovra di bilancio, oltre a prevedere soltanto una posta di spesa che, in via di principio, continuiamo a criticare, non crea ricchezza, non crea sviluppo, non crea lavoro, non crea occupazione, e quindi non creerà, domani, per le future generazioni, le condizioni per poter veramente mettere in atto lo Stato sociale. È una manovra sbagliata, che partorisce effetti sbagliati.

Con tutta questa serie di emendamenti abbiamo voluto lanciare un segnale e semplicemente tentare, ancora una volta, di far capire come avrebbero potuto essere impiegate le risorse che si vanno a vanificare nella vostra manovra di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, come ha già avuto modo di esprimersi il relatore di minoranza per il nostro gruppo, l'onorevole Fassina, il nostro parere è favorevole, e quindi il nostro voto sarà favorevole a questi emendamenti, che, come è già stato sottolineato da chi mi ha preceduto, tendono a porre l'attenzione sulla questione sociale; lo fanno, evidentemente, con l'obiettivo di dare un segnale. Non stiamo parlando di interventi sulle tabelle particolarmente rilevanti, ma, proprio per quello, ci saremmo aspettati da parte del Governo un atteggiamento più aperto; comunque, nel tentativo di raccogliere questo segnale di attenzione nei confronti di un settore che, come tutti noi sappiamo, è particolarmente importante ed è particolarmente sofferente in questa fase difficile di una crisi che stenta a riportarsi, poi, nella vita dei cittadini, e anzi, con gli ultimi dati macroeconomici rischia di ritornare ancora in fase di difficoltà. Quindi, per questo obiettivo, nella condivisione di questo obiettivo, noi voteremo in modo favorevole a questo emendamento, nelle modalità che ha descritto prima il presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Anche il gruppo Forza Italia su questo emendamento si esprime in forma favorevole, fermo restando che vorremmo poi valutare nella ricaduta concreta con cui si impiegheranno i fondi quale tipo di azione si dispiegherà da parte del Governo, dovendo evidentemente rilevare come esistono due concezioni diverse di cui entrambi gli alleati si fanno portatori, di concetti come sociale, di concetti come famiglia, e inevitabilmente il gruppo di Forza Italia riconosce maggiore affinità rispetto, ad esempio, ai temi della famiglia per quelle che sono le espressioni che la stessa reca, ad esempio, da parte del gruppo della Lega, che, nella nostra prospettiva, sposano un'idea di famiglia che certamente è distante, invece, da quella che abbiamo visto anche nelle polemiche che hanno riguardato le parole del Ministro Fontana rispetto alla prospettiva dei 5 Stelle.

Quindi, al netto, evidentemente, di un giudizio favorevole, rimane ferma l'intenzione di valutare nel concreto quelle che saranno le modalità con cui questi danari verranno impiegati, perché è lì che, a nostro modo di vedere, potrebbero emergere delle forme di differenza che a modo di vedere del gruppo Forza Italia contraddistingueranno nella realtà dei fatti quelle che saranno effettivamente le linee d'azione da premiare su temi certamente condivisi come quelli illustrati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, anche noi per esprimere il parere favorevole a questo emendamento, che, come sa, viene alla luce insieme agli altri dopo una serie di riflessioni svolte proprio sul tema delle politiche del lavoro e diritti sociali. Devo dire però che cogliamo questa occasione per esprimere tutto il rammarico per non essere riusciti, durante una lunghissima discussione in fase di bilancio, a prevedere delle misure più puntuali rispetto al tema del sociale nel nostro Paese: non solo il tema che abbiamo affrontato, e che vedremo se sarà mai affrontato, cioè quello delle misure a tutela della povertà, in quanto riteniamo che sia alquanto complicato che il reddito di cittadinanza possa venire alla luce così come è stato immaginato, anche se noi in realtà non abbiamo mai visto un testo, ma anche altri punti, che probabilmente avrebbero avuto necessità di minori risorse rispetto ai 9 miliardi del reddito di cittadinanza, ma che avrebbero potuto cadere nella vita quotidiana di tutti i cittadini italiani in modo molto precipuo. Penso al tema della socio-assistenza, non soltanto al tema del finanziamento del Fondo per le disabilità, ma anche e soprattutto alla questione, ormai annosa, legata alla non autosufficienza e al trattamento della cronicità nel nostro Paese. Non è un tema solo sanitario, ma diventa sempre di più un tema sociale.

Per questo noi avevamo presentato tutta una serie di emendamenti, che cercavano di ricucire questo strappo, anche cogliendo l'occasione di una disponibilità economica che ci avrebbe permesso, con un rapporto meno incisivo dal punto di vista della finanza pubblica, ma molto incisivo invece nella vita dei cittadini, di ricostruirlo, questo rapporto. Penso ai tanti malati che escono dall'ospedale e che non trovano quell'assistenza socio-assistenziale sul loro territorio, che permette loro poi di affrontare la fase post-malattia, post-acuzie in modo sufficiente; pensiamo anche però alle tante persone anziane che oggi sono semplicemente nelle mani dei badanti, e quindi sono a carico delle famiglie, delle famiglie italiane: parliamo di milioni e milioni di persone. Ecco perché ritengo che sia veramente il momento di una riforma del welfare, che ci permetta di affrontare quello che è il tema urgente, cioè una gestione dignitosa della terza età nel nostro Paese, che diventerà la quarta età.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Versace. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Presidente, stiamo parlando di tabelle importanti, che accendono i riflettori su politiche sociali e famiglia. Io mi chiedo, così, giusto per avere un attimo di coerenza, buonsenso: è stata portata avanti una campagna elettorale, prestando attenzione ai più fragili - o meglio, così veniva detto, così veniva ufficializzato. Di fatto in questa manovra l'attenzione ai più fragili io francamente non l'ho vista. Io stessa ho presentato un emendamento, l'unico che chiedeva un briciolo di aumento sulle pensioni di invalidità, un cenno, solo 70 euro in più al mese, per dare un segnale di attenzione alle persone che vivono con una disabilità: accantonato, respinto, bocciato.

Ma del resto io voglio ricordare a tutti - e approfitto per manifestare la mia solidarietà - il collega Dall'Osso come è stato trattato, umiliato, tradito, abbandonato dalla propria squadra (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Io vengo dal mondo dello sport: per me il concetto di squadra è importante.

PRESIDENTE. Grazie. Ha finito il tempo.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Se il mio gruppo sposa una causa mi aspetto che la porti avanti insieme a me. E da gente che si comporta così ci attendiamo attenzione a delle tabelle che parlano di politiche sociali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.4 Zucconi, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e il parere favorevole dei relatori di minoranza di Forza Italia e LeU.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Tab. 2.10 Zucconi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Presidente, noi qui stiamo parlando di briciole o di spiccioli: noi dovremmo approfondire, se mai ci fosse la voglia, la competenza in quest'Aula, gli effettivi movimenti da un capitolo all'altro dei grandi capitoli che riguardano le politiche sociali; e si prenderebbe evidentemente atto (ma non è questo certo il tempo per poterlo fare) come si stia registrando un drastico ridimensionamento dei fondi sociali, tutti i fondi sociali senza eccezione alcuna.

E questo perché? Perché vi è una intenzione: quella di concentrare a fini di propaganda tutte le risorse sul reddito di cittadinanza, questa grande truffa di cui finalmente cominceremo a parlare appena avrete il coraggio di mettervi d'accordo tra di voi, e quindi farci una proposta; ma tutta questa propaganda finisce per determinare un risultato: molte meno risorse sui tanti capitoli a favore delle persone in difficoltà, che siano giovani, che siano persone anziane non autosufficienti, che siano persone con disabilità. E lo si fa appunto semplicemente con il desiderio di illudere le persone, perché di questo si tratterà.

Ora qui voi, magari presi da qualche piccolo senso di colpa, pensate di poter aggiungere qualche briciola, ma certamente non correggerete gli errori che avete fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, con questi emendamenti tabellari, dopo aver vanamente tentato di convincere questa maggioranza ad investire sulla produttività, a stare al fianco di quei ceti medi che creano ricchezza, a scommettere su un futuro che è fatto di lavoro e non di metadone di Stato applicato alle politiche del lavoro, ovverosia di reddito di cittadinanza, ci siamo arresi: ci siamo arresi alla vostra visione, che a sua volta è una resa al declino. Abbiamo tentato di spiegarvi che non state governando il Ghana regalando del reddito di cittadinanza, ma stareste governando la settima potenza industriale del mondo; abbiamo cercato di trasmettervi il nostro orgoglio per la nazione che rimane la settima potenza industriale del mondo; abbiamo cercato di raccontarvi una cosa, che non bisogna essere laureati in economia (io ho una laurea in giurisprudenza) per sapere: per redistribuire la ricchezza tante volte mai prima devi produrla e stare al fianco di chi la produce, perché se banalmente non produci ricchezza non puoi redistribuire ricchezza.

Abbiamo anche tentato di dirvi, e lo abbiamo fatto significativamente sin dalla nascita del vostro Governo, che se voi dovete andare in Europa, di fronte alla matrigna Europa, a testa alta noi siamo dalla vostra parte. Abbiamo però tentato anche di dirvi che un conto è andare in Europa a fare i sovranisti economici e chiedere di sforare per mettere in sicurezza il Paese, per mettere sismicamente in sicurezza il Paese, le strade, le scuole, per stare al fianco delle nostre imprese, per sorreggere la produzione nazionale, per dare ossigeno a quei ceti produttivi che si sentono vessati e tartassati dallo Stato: quello è il sovranismo economico! Andare in Europa francamente per fare un'ennesima spesa sociale che verrà riversata sulle future generazioni, assolutamente improduttiva e che cronicizza la povertà e il disagio, per noi non è sovranismo economico ma è “pezzentismo” economico.

Dopo aver tentato di spiegarvi queste nozioni ci siamo arresi, e ci siamo voluti confrontare su un altro piano, che è quello della spesa sociale. Perché vede, chi vi critica non critica la spesa sociale, ma critica questa spesa sociale, che è una cosa completamente diversa.

La storia della destra italiana e di Fratelli d'Italia è la storia di una destra irrequieta e non omologabile alle destre europee banalmente conservatrici. È la storia di una destra sociale che quando si parla di investimenti sulle famiglie c'è, che quando si parla di reddito di natalità come scommessa sul futuro c'è. Allora, abbiamo provato a dirvi: va bene, confrontiamoci anche sulla spesa sociale, ma abbiate pietà di questa nazione e non fate solo una spesa sociale improduttiva, che cronicizza la povertà, ma fate una spesa sociale che sta a fianco alla famiglia, cioè a quella istituzione fondamentale che ha salvato l'Italia dalla crisi, per rendere qualcosa a quella famiglia che ha tenuto in piedi l'Italia, a quella famiglia dove il nonno pagava per il nipote e il padre pagava per il figlio. Nel momento di crisi abbiamo detto: rendete qualcosa. Rendetelo in termini di reddito di natalità, state al fianco di coloro che in una maniera o nell'altra scommettono così tanto sul futuro da avere la folle idea di amare così tanto questa patria e di mettere ancora al mondo un figlio in questa patria. State al fianco di questi, invece abbiamo scoperto… Presidente, perché mi guarda così?

PRESIDENTE. Non guardavo lei, guardavo un po' più in basso. Per favore, cerchiamo di evitare figure…

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Stavolta non io, immagino, Presidente. In ogni caso è riuscito, come sempre, a spezzarmi l'intervento. Abbiamo, però, tentato di raccontarvi che esiste un'altra spesa sociale, una spesa sociale - glielo dico con franchezza, essendo orgoglioso non solo di provenire politicamente da Fratelli d'Italia e dalla storia della destra italiana ma anche da quel ceto medio che patisce - che avrebbe sanato rapporto col ceto medio, perché se io ho un socio occulto che pesa sulle mie spalle per il 60 per cento e se quel socio occulto mi dice che io debbo pagare ancora più tasse per mantenere un disoccupato e cronicizzare un disoccupato, io non ci sto. Se quel socio occulto mi dice che sta al fianco delle famiglie, che scommette sulla natalità italiana, che scommette sul reddito di cittadinanza, magari io ci sto.

Voi avete ancora una volta disatteso una spesa sociale non improduttiva, per fare una spesa sociale improduttiva, che forse l'unica cosa che nelle vostre teste genera è consenso, ma un consenso debole, che verrà spazzato via da quei ceti produttivi che sanno che questa è una misura falsa anche sotto il profilo sociale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab 2.10 Zucconi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori minoranza di Forza Italia e di Liberi e Uguali.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Tab 2.18 Zucconi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, questo emendamento sul solco dei precedenti, in realtà, lega un lavoro che è stato fatto nelle Commissioni e che viene ripetuto qui cercando di stimolare il Governo a rendersi conto di ciò che parliamo, come se attorno a questa materia non si sia consumato, Presidente, un fatto gravissimo. Questo emendamento mi fa tornare in mente un attacco vergognoso che era stato consumato nei confronti del collega Roberto Giachetti. Ricordate quando il Presidente Giachetti sbagliò, e chiese scusa, invitando un sottosegretario ad alzarsi e fu messo immediatamente nel blog e fu oggetto di ogni vigliacco attacco?

In queste ore, in questi momenti c'è in corso un altro vigliacco attacco, nei confronti di un deputato che oggi non c'è, l'onorevole Dall'Osso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! “Giuda!” “Fai schifo!” “Quanti soldi hai preso?” “Tuo nipote si vergognerà di te, così come i tuoi parenti!” “Spero che i 5 Stelle ti faranno ricacciare i 100 mila euro a titolo di traditore!” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) “Ti ho sentito personalmente dire che se fossi stato rieletto” - i congiuntivi non sono esattamente questi – “non avresti restituito i soldi ai 5 Stelle, ma ti saresti comprato una casa”. Sta accadendo questo, in queste ore, nei confronti di un deputato, perché ha fatto una sua battaglia legittima proprio sulle materie di cui oggi, in questo momento, stiamo discutendo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ed è vergognoso…

PRESIDENTE. Non indichi! D'Alessandro!

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Chiedo scusa. Mi rivolgo a lei. Ed è vergognoso, Presidente, che i colleghi dei 5 Stelle stiano a testa bassa e nessuno si sia alzato…

PRESIDENTE. Rimanga sull'emendamento, D'Alessandro. Deve rimanere sulla tabella.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Vado subito. Quando si parla di trasferimenti per queste materie, si parla di una battaglia di Dall'Osso, che avete bocciato! Quando si parla di queste materie, si parla di una battaglia che tutte le opposizioni hanno portato, senza guardare al colore politico, nelle Commissioni. Quando si guarda parla di queste materie, ci si ricorda che cosa avete scritto nel programma elettorale e che cosa oggi non state mantenendo!

Presidente, lo so che sono uscito fuori tema, ma per una persona, per un deputato che, in questi momenti, è aggredito sulla rete; una volta c'erano i manganelli, oggi ci siete voi, sulla rete (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Deputato D'Alessandro, deve rimanere, chiaramente, sulla tabella.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, io credo che i rappresentanti del Governo hanno ancora un'occasione, l'occasione di mantenere le promesse fatte, perché di promesse ne avete fatte tante. Le avete fatte con il vostro modo, quello di utilizzare dei bei nomi, dei bei titoli. L'avete fatto designando dei Ministeri ad hoc, come il Ministero delle disabilità, il Ministero della famiglia, il Ministero delle politiche antidroga, per le quali avete dato una delega ad hoc. Avete parlato che delle politiche sociali avreste fatto il fiore all'occhiello della nostra Italia; avete detto che una delle 5 stelle del MoVimento 5 Stelle sarebbe stata proprio la sanità, l'avete fatto in continuazione, nelle promesse prima della campagna elettorale e anche in questi cinque mesi. Avete ancora un'occasione, quella di mantenere le promesse fatte, perché, purtroppo, quando noi leggiamo quello che c'è stato, non sono i finanziamenti di cui voi spesso parlate. Noi troviamo tutti “meno” nelle politiche antidroga, nel servizio civile, nella sanità, nel Terzo settore, nelle adozioni, nel fondo per la natalità, nelle pari opportunità, nel caregiver, nel “dopo di noi”, nel fondo per l'infanzia, nel fondo per i bambini oncologi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Noi troviamo continuamente meno! È scritto qui! Tutto il resto sono parole.

Avete ancora una possibilità, quella di far sì che quelle promesse diventino certezze, e di questo siamo in attesa, ancor di più perché avete detto che avreste difeso i più fragili, invece ci sorprendiamo che il nostro collega Dall'Osso non sia qui con noi. Ci sorprendiamo un po' perché non comprendiamo il motivo: magari è malato, magari non poteva venire, magari non sta nella condizione di oggettiva serenità per poter essere qui con noi e per poter continuare a difendere i diritti dei più fragili. Noi abbiamo dei grandi dubbi sulla vostra capacità e sul vostro coraggio, il coraggio di lottare per le idee che si hanno. Di idee ne avete parlato spesso, in questa manovra non troviamo le idee di cui avete parlato.

Allora, un po' parafrasando anche quello che dice Ezra Pound, quando un uomo non lotta per le proprie idee o non valgono le idee o non vale l'uomo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, su questo gli uomini e le donne di questo Governo crediamo che non credano nelle proprie idee, ma soprattutto che non valgano loro e non siano in grado di difenderle fino in fondo.

Siete stati in grado di proporre delle misure per diminuire gli stanziamenti, ma avete immaginato anche delle misure, invece, per avere più incassi. Ad esempio, avete fatto una battaglia per la lotta al gioco d'azzardo e, poi, abbiamo visto che, in questa misura di bilancio, avete prorogato il ritiro delle slot machine vecchie e avete anche prorogato le concessioni. Bene, è facile immaginare che questo vi porti ad avere maggiori incassi sia per quest'anno che per il prossimo. Sarebbe stato dignitoso, dato che spesso parlate di dignità, utilizzare quegli introiti - perché confermerete i 120 miliardi di euro che entrano in quest'anno - sarebbe stato dignitoso che li aveste utilizzati proprio per quelle misure che sono importanti; per esempio, nelle dipendenze patologiche, dal momento che avete dato anche una delega ad hoc proprio perché pensavate di fare delle degne politiche di contrasto alla droga, non avete messo neanche un euro; anzi, nel caso l'avete diminuiti. Sarebbe stato dignitoso spostarli per quel motivo, per non parlare poi di altri fondi che avete immaginato per le cure di bellezza. Bene, anche quelli sarebbe stato più dignitoso utilizzarli per i più fragili: non lo avete fatto e questi sono fatti, non parole.

Avete fatto delle scelte - delle scelte che noi non condividiamo - che tradiscono le promesse fatte. Noi crediamo che voi siate dei traditori e i traditori vanno combattuti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Per il suo tramite, consiglierei agli amici della maggioranza e al Governo di ricordare una frase di San Girolamo che testualmente diceva: “è facile trasformare un amico in un nemico, se non si mantengono le promesse”. E credo che, d'ora in avanti, quando questa legge di bilancio sarà approvata, i vostri tanti amici si trasformeranno in nemici.

Sul sociale vi siete dimostrati, ancora una volta, dei promettitori seriali e questo è vergognoso perché è uno degli argomenti più delicati, uno degli argomenti etici che dovrebbero far sì che un Governo e una maggioranza ci mettano tutto l'impegno e tutte le risorse necessarie.

Che fine hanno fatto gli aumenti per il Fondo “dopo di noi” promessi a grancassa anche in Commissione affari sociali? I 60 milioni di euro che sono stati promessi, dove sono? Arriveranno, come al solito, con qualche altro emendamento al Senato? Un'ulteriore promessa? Ditecelo! Ci dite perché - visto che tanto vi beate di aver fatto qualcosa di importante per il sociale - le associazioni che difendono i diritti dei disabili dicono che non avete fatto abbastanza? Perché lo dicono le persone che si occupano di disabilità? Cosa avete fatto per gli asili gratuiti, per le indennità di maternità, per il rimborso baby sitter che avevate promesso, per le misure di conciliazione tra lavoro e famiglia, fino all'IVA zero per i prodotti neonatali e per l'infanzia?

Insomma, credo che San Girolamo per voi dovrebbe essere un riferimento che serva a farvi riflettere perché così non si va. E andate contro uno degli aspetti più delicati della società che è quello legato all'aiuto e all'attenzione verso il sociale e la disabilità.

Approfitto di questo intervento anche per dire che quello che è stato scritto oggi sul deputato Dall'Osso sul blog dei 5 Stelle è vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ricordatelo sempre questo, è una vergogna che vi dovete portare dietro, perché in questo Parlamento ci può essere anche qualcuno che cambia idea e cambia gruppo politico, ma non può essere massacrato in questo modo vergognoso. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, colleghi, tengo semplicemente a ricordare i punti a cui stiamo facendo riferimento mentre stiamo esaminando questi emendamenti tabellari: diritti sociali, politiche sociali, famiglia, trasferimenti assistenziali, finanziamenti nazionali e la spesa sociale, monitoraggio e valutazione delle politiche sociali e inclusione attiva! Inclusione attiva. Stiamo trattando i temi più importanti per quanto riguarda le persone fragili, le persone disabili, le persone sfortunate e noi, di fronte a questa situazione, ci troviamo a cercare di proporre emendamenti, con i quali tentiamo di portare un minimo di correzione agli errori evidenti che voi avete fatto. Ma forse non sono errori, forse sono scelte, scelte che tendono a sacrificare l'esigenza delle fasce più sfortunate di fronte alla vostra esigenza di fare cassa in maniera adeguata ma la cassa non si fa sulla pelle di queste persone, la cassa non si fa sulla pelle di chi si trova in situazione di difficoltà e, di conseguenza, la cassa non si può fare di fronte a situazioni, come quelle che voi avete purtroppo oggi portato avanti, vale a dire in termini di attacchi a persone come il collega Dall'Osso, che non ha fatto altro che ricordarvi le vostre responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.18 Zucconi, con il parere contrario della Commissione e del Governo ed il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi di Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Tab. 2.25 Zucconi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie Presidente, intanto voglio cogliere l'occasione per ringraziare l'onorevole Zucconi per l'attenzione che ha prestato ad un tema, quello delle politiche sociali, che è stato particolarmente trascurato nella manovra di bilancio. Mi permetta, suo tramite, Presidente, anche una piccola sottolineatura: avremmo gradito la presenza del ministro Tria anche perché credo che l'esame della manovra di bilancio richieda la presenza del Ministro dell'Economia. Sappiamo però che, in questo momento, si trova alla prima della Scala e quindi credo che, oggettivamente, avesse bisogno di rilassarsi un po' (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché l'abbiamo visto effettivamente provato, in occasione dell'audizione che ha svolto in Commissione Bilancio. Veniamo però al tema che è stato appunto sollevato: il tema delle politiche sociali. Abbiamo ascoltato le dichiarazioni di voto che hanno preceduto il voto di fiducia: non ci troviamo assolutamente d'accordo con ciò che è stato raccontato rispetto a questa finta manovra; del resto, come abbiamo tentato fino all'ultimo in Commissione Bilancio e come stiamo facendo anche adesso, esaminando questi emendamenti tabellari, avremmo voluto poter apportare delle modifiche alla manovra di bilancio che si occupassero di alcuni temi sociali. Ce n'è uno prima di tutti che manca assolutamente all'interno della manovra di bilancio ed è il tema del lavoro, ve ne siete completamente dimenticati, non c'è nulla se non l'allocazione di risorse fumose che, ogni giorno, apprendiamo essere ridotte nel numero, nella quantità e che riguardano oggettivamente degli interventi che, con il lavoro, hanno poco a che fare: mi riferisco in particolare al reddito di cittadinanza, mi riferisco alla cosiddetta “quota 100”; tra l'altro, sono risorse largamente inferiori a quelle che sarebbero necessarie, qualora si volesse veramente rispondere, ad esempio, a tutte le persone, che hanno bisogno, a quei poveri a cui avete promesso, a ciascuno, 780 euro al mese. Facendo un breve calcolo, se sono 6 milioni e mezzo, non basterebbero 60 miliardi.

Quindi, le risorse che sono state allocate sono, non soltanto assolutamente inferiori a quelle necessarie, ma sono relative anche ad una misura che non si occupa assolutamente del tema del lavoro. Sul tema del lavoro avremmo voluto che prestaste attenzione ad alcune misure che già esistono e che avrebbero potuto dare una risposta almeno nell'attesa di vedere la nascita, se nascita mai ci sarà, del reddito di cittadinanza. Noi vi abbiamo, ad esempio, chiesto di poter prorogare il reddito di inclusione e ci avete detto di no; vi abbiamo chiesto di poter prorogare l'Ape social, almeno finché non c'è la previsione della “quota 100”, ammesso che quella previsione ci sia ed ammesso che sia quella che abbiamo appreso dai giornali. Anche perché, anche lì, facendo un breve calcolo, non solo l'importo che è stato allocato anche in questo caso è largamente insufficiente alla platea che vorreste coprire ma, molto probabilmente, proprio per la natura della “quota 100”, stiamo parlando anche qui di un taglio delle pensioni. Quindi dovete dire alle persone a cui avete promesso il reddito di cittadinanza che il reddito di cittadinanza non solo non c'è, ma che probabilmente non sarà mai dato nella misura che avete promesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Dovete dire che la riforma della Fornero, anzi no, l'abolizione totale della Fornero non è neanche in cartolina in questa manovra di bilancio, perché prevedete, al contrario, una misura di cui nulla ancora si sa - che è appunto la “quota 100” e vi siete totalmente dimenticati di dare quelle risposte puntuali, anzi no, alcune risposte puntuali le avete date e sono molte le risposte puntuali, anzi direi con nome e cognome, che sono state inserite all'interno della manovra di bilancio.

Avremmo voluto, invece, degli interventi strutturali, come ad esempio l'Opzione donna, o come, ad esempio, la possibilità di prevedere un fondo per il pensionamento dei giovani, dei giovani professionisti; avremmo voluto, ad esempio, poter parlare - lo dico ancora una volta in quest'Aula - e dare una risposta, perché no, tutti insieme - e anche in questo caso non ce l'avete fatta - a quelle persone che soffrono, a quelle famiglie che hanno perso i loro cari perché esposti all'amianto. Bene: neanche a questo siete stati in grado di dire un sì, neanche a questo siete stati in grado di dare una risposta. È per questi motivi che questa finta manovra non ci convince ed è per questi motivi che vi siete dimenticati di dare risposte alle persone che vi hanno votato. Questa manovra, quelle risposte, non le contiene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Versace. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie, Presidente. Voglio tentare di accendere nuovamente i riflettori e toccare un po' le coscienze dei colleghi, perché quando si parla di welfare, di politiche sociali, di famiglie, avete istituito anche un Ministero ad hoc della disabilità e della famiglia, peccato che è senza portafoglio. Con questa legge di bilancio c'era l'opportunità di poter dare seguito e concretezza a quella che era una mossa che avete vantato come attenzione alle persone più fragili.

In questi giorni, il Ministro Di Maio vanta attenzioni di welfare, di politiche sociali, alle persone più fragili: peccato, però, che nella manovra non si parla di pensioni di invalidità. Penso a tutti gli emendamenti che erano volti a migliorare questo testo per prestare più attenzione alle persone che hanno veramente bisogno e che hanno delle inabilità fisiche e non per questo necessariamente intellettive. Le persone disabili, invalide, sono quelle che vi hanno dato il voto: non sono dei deficienti, non sono degli ignoranti.

Io vi prego di prestare attenzione a questa cosa perché non si può aspettare che nella vita capiti qualcosa a ognuno di noi per accorgerci dell'importanza di questi temi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Bisogna prestare un po' più di attenzione - ma davvero, sentita - e mi appello alla vostra coscienza perché rivediate il vostro parere su queste tabelle. È importante che questi fondi arrivino dove devono arrivare, se vogliamo veramente il cambiamento culturale in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Banalmente, Presidente, perché comprendiamo e abbiamo lasciato che lungamente vi fosse l'interlocuzione con…

PRESIDENTE. Carnevali, per favore.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente, perché, diversamente, credo che se l'avesse fatto qualcuno del centrodestra…

Noi, al netto evidentemente di quello che è stato detto, non ci preoccupiamo tanto di dove sia o non sia il Ministro Tria. Crediamo che sia oggettivamente il Parlamento il luogo dove dovrebbe essere e ringraziamo i nove componenti del Governo più il Ministro Fraccaro, che abbiamo visto poc'anzi, ma è legittimo chiedersi dove, appunto, in questo momento sia il Ministro Tria, non tanto perché magari è a Milano o altrove, ma perché questa era la sede in cui doveva essere.

Crediamo anche che questo nasconda un po' un certo imbarazzo, perché egli dovrebbe venire qui a difendere una manovra di cui forse neppure lui è pienamente convinto. Auspichiamo che domani possa onorare la Camera con la sua presenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Esattamente nel momento in cui si approva questa manovra, esattamente che cosa ci sarà? Dal giorno dopo sarà in vigore il reddito di cittadinanza? Dal giorno dopo sarà superata la Fornero, casomai “quota 100-104”? Dal giorno dopo aumenterà, che ne so, la platea dei lavoratori impegnati in lavori usuranti che possono accedere all'anticipazione pensionistica? Esattamente che cosa accadrà il giorno dopo l'approvazione di questa manovra? Questa è la domanda, più che altro, che si pongono gli italiani, perché è evidente che, Presidente, mentre noi discutiamo e discutiamo di emendamenti che hanno copertura finanziaria…

PRESIDENTE. Concluda.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente, concludo. Noi non sappiamo il corpo della norma e della legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Siamo di fronte a una manovra sbagliata, una manovra che non c'è e con questi emendamenti proviamo a correggerla in positivo. Dopo mesi in cui sentiamo parlare di popolo, di ultimi, di fragili, di periferie dimenticate, la manovra di bilancio mette in evidenza le contraddizioni e mette in evidenza un fatto grave.

Questi emendamenti evidenziano un fatto grave: la riduzione di tutti i fondi sociali che precedentemente erano finanziati, insomma, tutto in sottrazione, come è già stato detto. Molte proposte fatte in Commissione bocciate, avevano, appunto, la finalità di ripristinare e di finanziare le misure rivolte al sociale.

La risposta vostra è: tutto il sociale è reddito di cittadinanza, un reddito di cittadinanza che non sappiamo cosa sia, che non c'è; non sappiamo cosa sia, mentre sappiamo che chi si occupa di povertà, di fragilità, come l'alleanza contro la povertà, ci dice che non era quello ciò che serviva. Qui c'è una sfida culturale, per noi…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente. Noi, in attesa di leggere, finalmente, il decreto sul reddito di cittadinanza, ci divertiamo - perché ormai è uno sport quotidiano - a leggere le dichiarazioni del Ministro Di Maio, dopo aver decantato le lodi di questo ormai fantomatico reddito di cittadinanza - lo vedremo, almeno - abbiamo atteso e preso atto, in questi giorni, che si tratterà - proprio perché tutti sappiamo i limiti di sostenibilità economica - di una misura a tempo: si è detto, ha detto, non più di tre anni.

In tre anni, io spero, dal Ministro del lavoro - figuriamoci, vorremmo dire dal Ministro della disoccupazione - di trovare lavoro a tutti questi giovani. Bene: io domando, noi domandiamo, come farà il Ministro Di Maio a trovare lavoro in contesti dove il 50 per cento delle persone sono disoccupate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signor Presidente. Mi consenta, per suo tramite, di rivolgermi al Governo ed in particolare, visto che vedo seduti nei banchi del Governo rappresentanti del Governo che vengono, come lei, peraltro, dai luoghi dove sono nato e dove sono cresciuto. Vorrei fare una considerazione, visto che avete preso una valanga di voti promettendo ciò che non potevate mantenere.

Voi ritenete realmente che all'interno di questa legge di bilancio esista una proposta per il Mezzogiorno, esista una proposta per rilanciare gli interventi in termini occupazionali, esista una proposta in termini di crescita delle politiche sociali che non guardi, per esempio, sul piano pensionistico solo al Nord? Questo è quello che vi chiedo e questo è quello che avete fatto. Voi fate strame delle politiche sociali, voi volete ridurre le persone in ginocchio a chiedere una…

PRESIDENTE. Grazie, deputato Migliore.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Presidente, la richiesta di questi emendamenti è abbastanza semplice ed è quella, appunto, di spostare delle risorse nella parte che riguarda il sociale. La domanda che uno si pone è: visto che c'è stata una serie di dichiarazioni che variavano dal “me ne frego”…

PRESIDENTE. Un po' di silenzio, per favore, chiedo a tutti i deputati di fare silenzio.

GIUDITTA PINI (PD). Sì, perché è un pochino importante; visto che ci sono state queste dichiarazioni che, appunto, variavano dal “me ne frego” a non si sa cosa, in cui si diceva che non era importante e che insomma per il bene degli italiani si sarebbe fatta qualsiasi cosa e fatta una manovra in deficit, non si capisce per quale motivo non siate capaci di mettere più soldi, invece che solo sulle promesse delle pensioni, anche sul capitolo che riguarda le politiche sociali. In questo caso, non si chiede neanche di mettere più soldi, si chiede semplicemente di spostare un pochino di euro, veramente pochissima cosa, per le politiche attive del sociale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (PD). Presidente, questa manovra che cuba circa 37 miliardi dedica alle persone con disabilità lo 0,5 per cento delle risorse.

Allora, noi vi stiamo chiedendo di spostare pochissimi fondi per correggere questa stortura e ci state dicendo di no.

Allora io, almeno, per il suo tramite, Presidente, chiedo al Governo di non raccontare bugie, perché in queste ore il Ministro Di Maio gira per le trasmissioni televisive, raccontando che voi aumenterete le pensioni di invalidità; questa è una bugia. Passi che diciate le bugie (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente) su card stampate che non esistono, ma quando voi dite le bugie sulle pensioni di invalidità, state dicendo bugie a persone che sono in difficoltà e che, se vi credono, non rimarranno solo deluse, rimarranno anche sconcertante dal fatto che gli state promettendo che avranno risorse per vivere una vita dignitosa e libera che non avranno.

Allora, io vi prego, per favore, non volete dare più soldi al sociale? Non possiamo convincervi, ma almeno siate onesti, smettete di raccontare bugie agli italiani e, soprattutto, agli italiani con disabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Signor Presidente, la legge di bilancio, di fatto, è la trasposizione in fatti della visione politica delle forze che sono sedute qui dentro e il fatto che i nostri colleghi che hanno dedicato la vita alla battaglia per le persone con disabilità, penso alla collega Versace, penso alla collega Noja, siano qui a parlare del fallimento di questa legge di bilancio, dimostra la vostra totale incomprensione del fenomeno, la totale insensibilità rispetto ai bisogni dei nostri concittadini con disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E questo è il senso politico della decisione del collega Dall'Osso; guardate, non è soltanto un passaggio di gruppo, è che un collega che ha fatto di questa la battaglia di una vita ha stabilito che questa legge di bilancio è talmente insufficiente e indegna da costringerlo a passare non solo a un altro gruppo politico, ma a passare dalla maggioranza all'opposizione. Questo è il punto!

Questa non è soltanto una manovra che non esiste, non è soltanto una manovra che ci state facendo votare senza che esista (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Grazie, deputato Scalfarotto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Presidente, abbiamo già avuto modo di illustrare come le richieste vadano tutte in una direzione, quella di aumentare i fondi sul sociale e sulla famiglia che insiste sullo stesso capitolo. Questa è una legge di bilancio che si è dimenticata delle donne, se non per tagliare i fondi sulle pari opportunità, sul piano anti tratta e sulla conciliazione tempi vita-lavoro.

Ha fatto una cosa, però, ancora più grave: è passato un emendamento della maggioranza che ha previsto la possibilità per le donne di lavorare fino al giorno del parto. È una cosa gravissima, perché noi sappiamo che, dietro la finta di una scelta di libertà, si limitano i diritti per quelle donne che lavorano in piccole aziende, che sono lavoratrici precarie e che, di fatto, non potranno fare una scelta libera.

Ci sono state battaglie di secoli, perché potesse essere riconosciuto il diritto alla maternità; soltanto nella scorsa legislatura, grazie al nostro Governo, c'è stato un giro di vite sulle dimissioni in bianco e adesso torniamo indietro con una norma che finge di guardare alla libertà delle donne, ma che limita le tutele proprio per quelle lavoratrici più vulnerabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, per il suo tramite volevo salutare il Ministro Tria… ah, no, non c'è; volevo salutare il Ministro Fontana, Ministro alla disabilità e alla famiglia… ah, no, non c'è; e già questo dimostra il livello di attenzione, oltre a quello che non c'è nella legge di bilancio.

È molto grave, Presidente, questa mancata attenzione sistematica rispetto alle promesse che è ben più di una presa in giro, perché stiamo parlando di persone con una fragilità diversa, una fragilità maggiore.

Allora, negare le risorse, per di più quando si sono promesse, penso sia molto grave. Allora, va bene che questo è il Governo del cambiamento e, quindi, con il cambiamento c'è anche una tradizione orale e non più scritta, anche nei documenti, ma a noi piace la classicità e, quindi, vogliamo ricordare Omero, ma in questa tradizione orale, purtroppo, le vittime sono le persone disabili a cui, appena ieri, naturalmente non in Aula, ma via TV, il Ministro Di Maio ha osato dire che ci sono 780 euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie, deputata Rotta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). È dal 1960, signor Presidente, che gli invalidi al 100 per cento, in Italia, percepiscono una somma che non è mai aumentata, neanche di un centesimo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Dal 1960 ad oggi, sono passati quasi sessanta, settant'anni, senza che nulla sia stato fatto. Solamente con la finanziaria del 2002 c'è stato un aumento agli inabili civili al 100 per cento che sono arrivati a 640 euro al mese, grazie alla legge di bilancio del 2002, Primo Ministro del Consiglio, Silvio Berlusconi. Questo doveva essere il Governo del cambiamento. Gli inabili aspettano da settant'anni, quanto ancora dovranno aspettare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Grazie, deputato Fatuzzo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente, tramite lei, avremmo la necessità di capire le opinioni di alcuni colleghi, in particolare, mi riferisco a qualche collega dei 5 Stelle in riferimento a quello che è contenuto in questa legge di bilancio e che riguarda, in particolare, la proroga ai concessionari, che riguarda le slot, le VLT, i Bingo, il Superenalotto.

Vorrei anche chiedere, dopo averci fatto in quest'Aula lezioni di morale, in quest'Aula, che cosa ne pensano del fatto che abbiamo fatto la proroga delle concessioni, per esempio, 210 concessioni di Bingo; o che abbiamo fatto altre proroghe senza neanche prevedere, come abbiamo fatto invece negli altri Governi, almeno l'aumento della parte che era relativa, noi l'abbiamo fatto da cinquemila a settemila e cinquecento, che era dovuta dai concessionari; cioè, gli abbiamo fatto una proroga gratis, gli abbiamo regalato anche in questo caso, insieme agli altri 177 milioni per le sigarette elettroniche, quando abbiamo fatto un bel regalo ai concessionari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. Come nel campo della sanità, la stessa cosa avete fatto nel campo delle politiche sociali; avete messo una tabella davanti a un altro palazzo di Roma, indicandolo come Ministero delle disabilità e, in un solo colpo, come è noto, nella coscienza di gran parte dei parlamentari che hanno vissuto con approfondimento la storia delle politiche sociali nel nostro Paese, avete travolto in un solo colpo con quella tabella anni di discussione sull'integrazione sociosanitaria e, invece, avete ghettizzato questo lavoro, riducendo sostanzialmente quella potenzialità che i servizi sociali e le politiche sociali nella circolarità del nostro Paese avevano saputo assumere nel corso di una lunga e anche memorabile storia.

C'è una relazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io vorrei riportare la discussione all'emendamento del collega Zucconi che altro non è, per questa maggioranza, se non la possibilità di dare attuazione alle parole spese nelle ultime ore sui social e sui giornali. Il Ministro Fontana e il Vicepremier Di Maio si sono sforzati di farci credere che questa sia una manovra che guarda alle fasce più deboli della popolazione, una manovra che guarda ai soggetti diversamente abili, una manovra che guarda e tutela i diritti sociali.

Ecco, siccome tutto questo non c'è, perché l'ossessione di questo Governo è il reddito di cittadinanza e trovare i soldi per cercare di non perdere il consenso acquisito, Fratelli d'Italia con questo emendamento - ripeto, del collega Zucconi - altro non fa se non regalare a questa maggioranza la possibilità di fare ciò che dice, perché sembra il “Governo della comunicazione” dove ciò che si dice è più importante di ciò che si fa.

Ecco, siccome per noi non funziona così e questi temi sono alla base dell'azione politica, noi vogliamo che in questa manovra vengano destinati i fondi sufficienti a realizzare ciò che il Governo ha promesso. Nulla più e nulla meno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). La ringrazio, Presidente. Non vorrei far mancare il mio contributo su un tema così delicato come quello che riguarda le politiche sociali. In questo emendamento, in particolare, ci si concentra sulla programmazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche sociali e di inclusione attiva.

Ora, signor Presidente, certe volte si ha la sensazione che da una parte, presi dall'esigenza di propaganda, questa intera manovra sia una manovra che si fonda, sostanzialmente, soltanto sull'esigenza di finanziare messaggi di propaganda, perché poi vedremo, con quello che accadrà al Senato, che sia per il reddito di cittadinanza sia per “quota 100” si finanzieranno dei titoli, perché in realtà il resto mancherà.

Tuttavia, quello che colpisce è che comunque catalizzare l'attenzione sul tema del reddito di cittadinanza è quasi interpretare questa volontà come se si esaurisse con il reddito di cittadinanza - e, quindi, l'assistenza a persone che non hanno lavoro - il tema del sociale e della…

PRESIDENTE. Grazie, ha concluso il suo tempo. Era un minuto, perché il suo intervento era a titolo personale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Insistiamo su questo punto e sulla bontà di emendamenti che vanno a ripristinare, con energia, risorse per le politiche sociali. Al centro delle nostre attenzioni, anche con gli emendamenti in gran parte bocciati, c'è la politica a supporto delle disabilità. È chiaro che non c'è stata attenzione su tale tema, ma l'attenzione è soltanto sulla composizione del Governo e sulla furia di dare a un Ministro la delega per le disabilità, riportando indietro di 80-100 anni le politiche per chi ha bisogno sicuramente di misure specifiche ma di certo non ha bisogno di politiche ghettizzanti.

Piuttosto, c'è il bisogno di politiche trasversali, inclusive e interministeriali. E l'assurdità del Ministero per le disabilità si è vista alla prima manovra di bilancio, dove sulle politiche sociali e di…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Voglio attenermi strettamente all'oggetto dell'emendamento perché io trovo singolare intanto, Presidente, che durante la discussione sulla legge di bilancio non sia presente neanche un Ministro del Governo, sebbene sia, ovviamente, una loro facoltà, e tuttavia io lo trovo singolare.

E poi trovo singolare il parere negativo del Governo su questi emendamenti, su cifre molto piccole e su un argomento molto caro storicamente ai partiti di maggioranza, che addirittura hanno deciso di stabilire l'istituzione di un Ministero su questi argomenti.

Dunque, c'è la volontà, con questo emendamento, di aumentare gli stanziamenti per queste materie. Certo, la cronaca ci ha riportato la vicenda del collega Dall'Osso e io mi augurerei, Presidente, che lei fosse in grado di portare la solidarietà dell'intera Aula per le cose indegne che hanno scritto al deputato Dall'Osso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), la cui scelta può essere politicamente criticabile ma non è ammissibile che un deputato, che fa una scelta libera in quest'Aula, venga insultato nella maniera in cui lui è stato insultato sulle pagine web.

Credo che dovrebbe arrivare la solidarietà…

PRESIDENTE. Grazie. Deputato Fiano, su questo non c'è dubbio, nel senso che, come per altri casi di attacchi violenti su Facebook, la Presidenza dà la totale solidarietà a tutti i parlamentari e a Matteo Dall'Osso senza alcun dubbio (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Grazie, Presidente. Quando si colpisce al sociale si colpisce la cultura, si colpisce il cuore e l'anima di un'intera comunità. In questa legge di bilancio confusa, con poche idee veramente confuse, per il sociale c'è poco e niente e questo la dice lunga sul vostro interesse e sulla vostra sensibilità su questo, che è un tema fondamentale per l'adesione e la coesione delle nostre comunità. Poco per i disabili e poco per i pensionati. Avete illuso i pensionati con la “quota 100”, li avete illusi con la “Opzione donna”, li avete illusi con la previdenza sociale per i giovani. Non c'è niente per la salvaguardia della “Fornero” e sul reddito di cittadinanza avete annunciato navigator e avete annunciato card che ancora non si sa se siano state stampate o meno.

Sono solo annunci, perché noi andiamo a votare, oggi o domani, una legge di bilancio che è una “legge civetta”, perché sappiamo tutti, anche i Ministri non presenti, che tutto e molto cambierà dalla prossima settimana. Chiediamoci e chiedetevi se è questa la maniera di procedere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (PD). Grazie, Presidente. In questa staffetta continuo il pensiero della mia collega Prestipino e riprendo anche il ragionamento che faceva il collega Giachetti sul monitoraggio. Il monitoraggio più interessante sarebbe stato quello di monitorare gli interventi che i partiti che oggi sono in maggioranza facevano nella passata legislatura e vedere il ritorno e la presenza fisica di quegli interventi negli emendamenti e nel testo di questa legge di bilancio e abbiamo notato che la presenza dei loro interventi in questa legge di bilancio non c'è. Non c'è quando si parla delle risorse aggiuntive su temi importanti e rilevanti come quello del sociale, non c'è nelle risorse aggiuntive quando si parla delle materie previdenziali, con molta demagogia ma poca sostanza, e non c'è quando si parla di argomenti delicati come il gioco d'azzardo, dove hanno fatto esattamente il contrario di quanto dicevano nella passata legislatura; esattamente il contrario! E non c'è neanche nell'assenza di un Ministro…

PRESIDENTE. Grazie, deputato Fiano… intendevo dire deputato Rosato. Un po' di stanchezza. Ho sbagliato il cognome, tutto qui.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Siani. Ne ha facoltà.

PAOLO SIANI (PD). Grazie, Presidente, grazie molte. Io credo che il vero investimento nel sociale che manca in questa legge è investire sui bambini, investire sugli asili nido. Questo ce lo dicono molti economisti, ma economisti internazionali e premi Nobel per l'economia.

Vi cito Ackerman, che dice che investire un euro su un bambino che nasce produce 18 euro quando il ragazzino avrà diciotto anni. L'investimento sugli asili nido è l'unico vero e riconosciuto investimento utile nel sociale che ci renderà migliori generazioni. Bisogna avere coraggio per fare questo: investire oggi e avere fra dieci anni migliori generazioni e sottrarre anche energie alle mafie.

Dare un bonus al secondo bambino per gli asili nido, quando mancano gli asili nido, è un bluff straordinario. Bisogna colmare un gap che è enorme tra centro-nord e sud Italia e occorre investire in strutture che mancano, cioè gli asili nido. Questo è l'unico vero investimento utile per il sociale in questo Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Mura. Ne ha facoltà.

ROMINA MURA (PD). Presidente, altro che reddito di cittadinanza!

Il vero segno di questa manovra è la messa in discussione dei diritti di cittadinanza, e a maggior ragione se i diritti di cittadinanza sono quelli delle donne. Lo diceva bene la collega Boschi sulla maternità: avete reso flessibile una normativa ben consapevoli che saranno le donne più fragili a non poter scegliere, ma a essere obbligate a lavorare sino al nono mese di gravidanza. E aggiungo un'altra vergogna, perché questa è una vergogna rispetto alla quale dovreste nascondervi: avete inserito il codice rosso in un recente decreto, però avete negato i finanziamenti per gli orfani delle vittime di femminicidio, e su questa cosa veramente dovreste vergognarvi, perché avete negato un riconoscimento, un obiettivo, un risultato che era stato raggiunto trasversalmente negli anni scorsi, nonostante in quest'Aula, sottosegretario Spadafora, il giorno che abbiamo celebrato, che abbiamo ricordato la Giornata della violenza sulle donne, ci siamo riempiti tutti la bocca di paroloni, di disponibilità, di cultura, di parità di genere. Ricordiamocelo questo, cambiatela al Senato questa misura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (PD). Grazie, Presidente. Voglio porre la sua attenzione e quella del Governo sulla necessità di fare di più in questa legge di bilancio per le persone non vedenti. Grazie a un emendamento presentato da noi e da Forza Italia si stanziano 3 milioni in tre anni per la biblioteca “Regina Margherita” di Monza, che non è una biblioteca che serve solo un territorio, ma che serve una realtà che è la principale in Italia per consentire alle persone non vedenti di accedere agli strumenti e ai mezzi dell'apprendimento culturale. Noi in passato abbiamo fatto di più, abbiamo dato annualmente oltre 2 milioni di euro a questo istituto, che si rivolge a una platea di un milione e 800 mila italiani. Quindi, vogliamo chiedere al Governo di aumentare i fondi per questa finalità e, soprattutto, di aumentare l'attenzione verso le persone non vedenti, perché riteniamo che sia necessario uno sforzo aggiuntivo per dare una risposta, lo ripeto, a una platea di oltre un milione e 800 mila italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). In questa settimana che è appena trascorsa ho avuto un'esperienza incredibile, seguire la Commissione bilancio. Come non discutere di nulla. Pensavamo, pensavo di discutere di reddito di cittadinanza: niente. Però è stato tagliato il REI. Pensavamo di discutere della riforma Fornero: niente. Però è stata tagliata l'Ape sociale. Pensavamo di discutere di interventi sul sociale, abbiamo avuto un bellissimo appello del collega Matteo Dall'Osso su questo e che cosa ha ricevuto in cambio? Insulti e minacce. È stato costretto a uscire fuori dalla stanza di fronte al presidente della Commissione, che non ha mosso un dito. Non so che cosa farete al Senato. Certamente, però, una cosa l'abbiamo fatta, non so se i colleghi se ne sono accorti: sono state approvate tre assunzioni all'Accademia della Crusca. E oggi non volete votare questo emendamento sul sociale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (PD). Grazie, Presidente. Come abbiamo già avuto modo di dire, questa è una manovra che prevede sulla carta una crescita irrealistica, senza mettere in campo nessuna misura strategica per il lavoro e per le imprese. Ed è evidente che in un Paese in cui non si investe nel lavoro e nelle imprese, almeno si dovrebbe pensare di investire nel sociale, nel supporto delle persone più fragili e nel sostegno al reddito di chi ha bisogno di essere inserito nel mondo del lavoro. E se così dovesse essere, ci saremmo aspettati che il reddito di cittadinanza non fosse un fantasma che si aggira tra le pagine di una manovra che non c'è, che cambierà, che non si sa quali numeri avrà, ma ci saremmo aspettati che fosse una misura seria e concreta, che dà davvero delle risposte a chi in questo momento nel nostro Paese è in difficoltà e si è illuso, durante questa movimentata campagna elettorale, di vedere da subito un sostegno alla propria situazione di difficoltà. Ecco, noi ci saremmo aspettati maggiori dettagli e ci saremmo aspettati un vero impegno sul fronte del sociale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, quando avete coniato il termine “Governo del popolo” non avevamo capito che si trattasse del massacro del popolo, perché è quello che state facendo sulle politiche sociali. Proprio nei giorni scorsi Di Maio aveva annunciato una pensione di invalidità di 780 euro. In cambio di questa promessa, che ovviamente non è avvenuta, così come non è avvenuto il fatto di determinare in questa manovra di bilancio il reddito di cittadinanza, voi avete tagliato le politiche sociali, e questo determina il fatto che avrete persone meno libere, meno libere di poter avere il diritto al sostegno in momenti di difficoltà, meno libere le donne, meno liberi i bambini in difficoltà, e costringerete gli enti locali ad aumentare le tasse, perché questa è la conseguenza di un taglio trasversale e iniquo come quello che avete determinato dentro la manovra di bilancio. Altro che Governo del popolo! Voi siete e rimarrete alla storia come il Governo che ha massacrato il popolo sulle politiche sociali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. Questa è la manovra più povera per i poveri degli ultimi anni, e uso non a caso questa parola, perché molte volte si pensa che la parola “povertà” sia un altrove nel tempo e nello spazio. Non è così, e ricordo una brutta pagina della discussione che abbiamo avuto nelle scorse giornate. Voi siete riusciti a dire “no” a degli emendamenti molto semplici, molto facili, che parlavano proprio di povertà. Povertà è esclusione sociale, emarginazione, povertà culturale, è addirittura povertà alimentare. Siete riusciti a dire “no” a un emendamento che chiedeva di continuare quel lavoro incessante che gli enti del Terzo settore fanno ogni giorno per rispondere a un bisogno sociale, perché voi pensate che con il reddito di cittadinanza, forse pensate così, si risolva il tema della povertà.

Invece non è così, la povertà è qualcosa di complesso, presuppone un accompagnamento della persona e presuppone anche un tema importante. Non soltanto lo Stato risponde a un bisogno sociale, ma lo fanno, e questo lo dice la Costituzione all'articolo 118, in modo sussidiario, anche gli enti del Terzo settore a cui avete detto…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Non serve avere la memoria particolarmente brillante per ricordarsi l'enfasi con la quale il leader della Lega Nord Salvini promise in campagna elettorale che ci sarebbe stato il Ministero alla disabilità. Quella promessa è stata in parte mantenuta, perché si è poi creato il sottosegretariato con delega alla famiglia e alla sanità. Ho apprezzato quella scelta e ho apprezzato ancora di più il fatto che per quella scelta fosse indicato un sottosegretario che era portatore di disabilità, e quindi uno che conosceva e conosce certamente sulla propria pelle questo problema. Ora registro che su un tema così importante il sottosegretario non c'è.

Mi auguro che il sottosegretario Zoccano abbia qualcosa di più importante da fare, anche se non capisco cosa in un momento come questo, ma mi viene il dubbio vero, e chiudo, che Zoccano, purtroppo, sia costretto a pensarla come Dall'Osso e a rendersi conto che le promesse fatte dal suo partito e dalla sua coalizione non è in grado di mantenerle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Solo per dire che questa sera registriamo la famosa operazione verità, nel senso che anche il più bell'involucro, quando è vuoto di contenuti, in qualche modo non ha nessuna rispondenza. Niente per il Sud, niente per il Mezzogiorno, niente per l'impresa, niente per la cultura, niente per la sanità. Ancor di più adesso stiamo parlando di sociale e niente per le fasce più deboli. Credo che questa, in qualche modo, sia una responsabilità importante che questo Governo si assume, ma si assume nei confronti non del famoso reddito di cittadinanza, ma dell'unica parola che rimarrà, quella cittadinanza che verrà tolta a chi governa in questo momento da parte dei cittadini italiani per le troppe promesse non mantenute e le tante bugie dette, ma, soprattutto, i peggior colpevoli sono gli indifferenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Presidente, anche questo emendamento che la maggioranza si rifiuta di accogliere dimostra come questa legge di bilancio, la prima legge di bilancio di questo Governo, sarà ricordata non solo per le promesse che non mantiene, ma anche per i peggioramenti che porta a leggi che funzionavano e che potevano essere migliorate perché - vedete - questa maggioranza, presa da un'ansia di distruggere qualunque provvedimento fosse stato fatto nella legislatura precedente, non solo non migliora provvedimenti che potevano essere migliorati, ma distrugge quello che c'era. D'altra parte, in questo caso, l'emendamento che proponiamo, che propone un altro gruppo ma che noi sosteniamo, è un emendamento del tutto ragionevole; però vediamo concretamente come questa opera di Governo riduca i fondi per la disabilità e per il sociale, i due cardini di un'azione di Governo rivolta ai più deboli. Anche grazie a questo si capisce come il Ministro Fontana non abbia avuto il coraggio di presentarsi in Aula quest'oggi, quando si discutono emendamenti come questi. Aggiungo che mi sarei aspettato - ringrazio il Presidente Fico per la solidarietà al collega Dall'Osso - anche dal Ministro Fontana due parole di solidarietà. Perché, vede, Presidente, noi…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Presidente, voi avete sventolato la bandiera del cambiamento ma il vostro cambiamento sta peggiorando la condizione dallo Stato sociale in tutti i settori e in tutto il Paese. Voi siete forti con i deboli e deboli con i forti. Questa manovra peggiora la condizione delle persone più fragili: ve ne rendete conto o no? Io capisco che metà Governo è impegnato ad essere domani in Piazza del Popolo, quindi è impegnato in questa adunata, ma io mi auguro che nell'adunata di domani direte la verità sui contenuti di questa finanziaria e sul peggioramento di questa manovra. Non prendeteli in giro domani quelli che vengono a trovarvi: dite di che cosa stiamo discutendo in Aula questa sera! È questo il problema che avete: quello di non dire la verità, perché il vostro cambiamento peggiora la condizione. Questo è il vostro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Critelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Presidente, io capisco che questa sera non siano…

PRESIDENTE. Deputati…

FRANCESCO CRITELLI (PD). Posso? Sì, è una maggioranza un po' rumorosa questa sera, probabilmente per coprire l'imbarazzo del vuoto pneumatico di quanto ci è stato presentato qui in Aula. Io capisco che non ci sia nessun Ministro del Governo presente. Del resto, probabilmente, sono impegnati in questi minuti a richiudere le finestre del balcone di Palazzo Chigi, da cui con tanta enfasi era stata annunciata la fine della povertà, l'inizio di un avvenire splendente per il nostro Paese. Però, vede, Presidente, per il suo tramite mi piacerebbe dire ai colleghi della maggioranza che arriva un momento in cui i nodi vengono al pettine. Il provvedimento che è stato discusso nel corso di questi giorni nelle Commissioni è un provvedimento che mostra esattamente quanto voi siate capaci effettivamente di mantenere le promesse della campagna elettorale: praticamente per nulla. Non c'è nulla di quello che avete promesso, ma c'è qualcosa anzi di molto peggio, come ha detto poco fa…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Presidente, il rifiuto di accogliere questo emendamento è solo l'ennesima pagina dei tanti “no” che abbiamo ricevuto in questi giorni. Però, Presidente, mi permetta di dire una cosa a questa maggioranza. Dieci giorni fa ho sentito esponenti della maggioranza giustamente ricordare in quest'Aula il maestro Bernardo Bertolucci, che ci aveva appena lasciato. Ebbene, il maestro Bertolucci prima di lasciarci ha realizzato un ultimo cortometraggio, molto bello; si chiama Scarpette rosse e invito tutti a vederlo. In questo cortometraggio Bertolucci denunciava due cose: l'assenza di attenzione verso i disabili (la disabilità) e la situazione drammatica della manutenzione stradale a Roma, che è un problema che si aggiunge a quelli che i disabili hanno. Avete detto “no” agli interventi per i disabili e avete detto “no” ai soldi per la manutenzione stradale di Roma. Quindi, meno ricordi, più fatti e un po' di vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, era solo il 29 novembre quando il Ministero del lavoro e delle politiche sociali - il sottosegretario - aveva risposto alla collega Carnevale dicendo che il fondo della legge per il “dopo di noi” sarebbe stato incrementato di 60 milioni di euro. Con questa legge di bilancio, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, non solo non l'avete incrementato - avete spolpato questi 60 milioni - ma l'avete addirittura diminuito rispetto alle previsioni iniziali.

Ora, si possono fare tante promesse, ma ingannare la gente debole, più fragile, proprio quella che noi abbiamo tentato di proteggere attraverso l'approvazione di una legge di grande civiltà e di grande umanità, è una cosa veramente spiacevole. Ci sarebbero tanti aggettivi che potrebbero essere aggiunti, però credo che la cosa più importante, sulla quale voi dovreste riflettere, è che a fronte delle promesse, delle dirette Facebook, dei tweet che potete fare, ci sono delle persone fragili che aspettano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, vede, normalmente non sono una fan di questi passaggi parlamentari, ma ritengo che in questo dibattito non potevo esimermi, non potevo non prendere parte a questa discussione. Vede, io qui parlo come deputata dell'opposizione ma anche come sorella di persona disabile, gravemente disabile, dunque vorrei dire che quando le forze politiche si prendono la responsabilità…

PRESIDENTE. Deputati! No!

LAURA BOLDRINI (LEU). Posso, Presidente? Come dicevo, essendo appunto sorella di persona gravemente disabile, dico anche che quando le forze politiche si assumono la responsabilità in campagna elettorale di parlare a queste persone e alle loro famiglie, perché non sempre quelle persone poi vanno a votare, si assumono, appunto, un carico addizionale nel loro programma elettorale. Perché dire “…miglioreremo la vostra vita; con noi sarà una vita meno onerosa, per voi e per le vostre famiglie; noi faremo in modo che voi siate parte integrante, sarete parte integrante della nostra società”, fare questa operazione vuol dire poi arrivare a dare seguito, perché se non si dà seguito, che operazione è, Presidente, questa? La devo qualificare? Che gioco è? Io direi che è manipolazione, direi che è anche inganno ed è anche voltafaccia. Allora penso che queste persone non si meritano questo trattamento.

PRESIDENTE. De Carlo e Osnato…Questa risata in questo modo così sguaiato, in Aula e di spalle alla Presidenza, non è accettabile: glielo dico l'ultima volta; alla prossima neanche più un richiamo (Applausi).

LAURA BOLDRINI (LEU). Penso, se mi posso permettere, Presidente, ciò non è neanche ammissibile, visto il tema che stiamo trattando. Immagino che ci dovrebbe essere un po' di attenzione quando parliamo di disabilità e di rispetto. Quindi concludo, Presidente, dicendo che non mi meraviglia che i Ministri competenti non siano in Aula, perché vorrei capire come il Ministro Fontana possa sedere in quei banchi senza sentirsi a disagio, perché sta tradendo le aspettative che aveva creato in tante famiglie italiane e lo dico essendo la mia una famiglia che è a contatto con molte altre. Questo è un tradimento che non dovevate fare ai più vulnerabili dalla nostra società (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Presidente, per restare sempre sul capitolo della spesa sociale, di cui questa manovra fa evidente strame: quello che più ci offende, offende noi del Partito Democratico e dovrebbe offendere anche ognuno di voi della maggioranza, è - parlo per il suo tramite, Presidente Fico - il cinismo delle scelte che avete fatto e la mancanza di un senso di comunità, di rispetto della comunità che ne discende. Comunità che è fatta di diverse opportunità e diverse esigenze, di potenzialità e fragilità, che voi denegate, e non di un indistinto roussoviano, questo sì, unico. Ma tenetelo a mente: questa comunità che avete dimenticato e negletto, con le vostre scelte, le vostre amnesie, è la stessa che vi sta, ci sta guardando, ascoltando e molto presto giudicando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Presidente, la creazione da parte di questo Governo di un Ministero per la famiglia e le disabilità è stato un segnale che il nostro mondo, particolarmente sensibile a questi temi, ha vissuto con molto interesse.

Abbiamo anche temuto che rappresentasse una forma di ghettizzazione, o ne costituisse o ne formasse un rischio, e l'abbiamo detto anche in quest'Aula. In realtà, Presidente, avremmo potuto evitare di preoccuparci, perché sul sociale poco si è fatto e poco si è pensato. Noi abbiamo due grandi problemi in VII Commissione (Cultura), quello dell'abbandono scolastico e quello dell'analfabetismo di ritorno, che colpisce le popolazioni anziane del nostro Paese, per questo credo che investire in monitoraggio e in valutazione sia molto importante. Nessuno di noi capisce, dunque, perché spostare risorse così ridotte possa creare problemi tanto gravi da portare questo Governo a dare un parere negativo su tutti questi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Mor. Ne ha facoltà.

MATTIA MOR (PD). Presidente, questa legge di bilancio è la ciliegiona sulla torta di mesi di governo che hanno dimostrato come questo Governo sia il Governo del predicare bene e razzolare male. Un Governo che ha cominciato con il promettere più lavoro e ha tagliato 53.000 posti di lavoro con il “decreto dignità”; un Governo che si è riempito la bocca di ambiente e poi ha votato un “decreto Genova” in cui ha favorito lo sversamento dei fanghi in agricoltura e un condono tombale ad Ischia; un Governo che si riempie la bocca con l'innovazione e non ha messo niente in legge di bilancio per l'innovazione. Infine, un Governo che aveva promesso di abolire la povertà e che taglia il reddito di inclusione e non fa nulla per il sociale, addirittura boccia un emendamento di un membro della maggioranza permettendo che venga insultato, dileggiato, e che alla fine deve autoespellersi perché non segue, non ritorna su…

PRESIDENTE. Rimanga sull'emendamento.

MATTIA MOR (PD). …un trasferimento di fondi che noi stessi abbiamo approvato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie. Ha finito il suo tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pollastrini. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Presidente, quando si distruggono, quando si negano - come fa nell'insieme questa legge di bilancio - i primi, principali diritti umani, si compie un delitto. Un delitto che poi si paga, perché è qualcosa di più di un atto di bilancio. Significa dare un colpo ai principi della nostra civiltà. Presidente, mi permetta di leggerle una frase, perché sia tramite di un'affermazione che dovrebbe riguardare lei e il suo gruppo in particolare: arriveremo a non capirci più chi siamo, dove siamo, cosa facciamo, è esattamente quello che io penso oggi della politica italiana; non sappiamo dove andiamo, cosa facciamo, cosa stiamo pensando, aspettiamo questo Godot. Lei sa - e mi rivolgo a lei - chi ha detto questa frase. L'ha detta un fondatore del suo movimento. Allora io credo - e ho finito - che quando il fondatore del suo movimento usa questa frase, il MoVimento 5 Stelle dovrebbe quantomeno riflettere e capire che forse le cose sono molto…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Presidente, lo stiamo dicendo in tutti i modi: è incredibile il fatto che questo Governo, in cui i due partner di Governo si sono più volte spesi nel dire che avrebbero preso le parti dei più fragili, dei più deboli, che si sono spesi e lanciati in slogan contro chi aveva governato prima di loro questo Paese, peraltro investendo centinaia di milioni in quei capitoli in cui oggi vi rifiutate di mettere pochi, pochissimi soldi, oggi, che siete al Governo, che siete arrivati, che avete il potere, la possibilità di scrivere una legge di bilancio e che è finita la pacchia dell'opposizione, il periodo nel quale potevate semplicemente criticare gli altri per quello che non facevano, rifiutandovi peraltro di leggere quelle leggi di bilancio, oggi, arrivate al Governo e quando vi si chiede a più voci, con le voci di tutte le opposizioni, di fare qualcosa per i più fragili, voi dite “no”, semplicemente no…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Presidente, è passato pochissimo tempo, ma quanto è lontano il 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, quant'è lontano quel tabellone tutto verde, quando votavamo la mozione della collega Annibali, tutti, uomini e donne in quest'Aula. Eppure in questa manovra non c'è niente per favorire appunto il contrasto alla violenza sulle donne.

Ma la cosa poi ancora più grave è che - e per il suo tramite lo dica al sottosegretario Spadafora -, se non ci sono nuove risorse, almeno utilizzi quelle che abbiamo messo nel 2016 e nel 2017 e paghi le associazioni che si occupano di accoglienza, di autonomia delle donne che hanno subìto violenza. Ci sono borse di studio, ci sono percorsi per avere le patenti, ci sono borse lavoro che aspettano. Queste associazioni non stanno ricevendo un centesimo dal Governo. Allora, se non ci sono nuove risorse, almeno utilizzate quelle che il Governo del Partito Democratico ha messo a disposizione per una delle lotte più importanti, cioè quella alla violenza sulle donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, io approfitto di questo piccolo spazio per portare al centro di quest'Aula la sofferenza e il dramma delle vittime della tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù, che sembra essere stata completamente dimenticata da questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Eppure anche oggi il Presidente Mattarella ha detto che questa lotta è un impegno improrogabile e spetta allo Stato. Vorrei aggiungere che per essere credibili su questi temi non basta indossare una camicetta rossa, un foulard rosso, un fiocchetto rosso per poi farsi una foto, soprattutto quando si viene smentiti sui fatti. Questo è ancora più triste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.25 Zucconi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza di Forza Italia e di Liberi e Uguali.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Tab. 2.33 Zucconi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Repetita iuvant. Signor Presidente, colleghi, membri del Governo, lo Stato di diritto e lo Stato sociale sono conquiste di civiltà per un popolo. Lo Stato di diritto, agli articoli 24, 25, 26 e 27 della Costituzione, viene illustrato benissimo, ma in particolare mi volevo soffermare sullo Stato sociale che viene trattato dalla Costituzione, all'articolo 3. «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Questo è un bell'articolo, dove si gettano le basi della tutela dei diritti del lavoro e dei diritti dell'esistenza. Guardate che è un articolo scritto, secondo me, in modo ineccepibile; non lo devo dire io, ma è particolarmente significativo.

Allora, pensiamo all'assegno di invalidità - si parla di diritti sociali - l'assegno di invalidità di una persona che non può più lavorare eventualmente; si aggira, si quota sui 280 euro mensili. Allora, pensiamo, come passo successivo: noi cosa faremmo, ognuno di noi cosa farebbe se avesse da poter spendere in un mese - per vivere, non per fare chissà cosa - 280 euro al mese? Se pensiamo questo, io credo che ci rendiamo conto che spesso sono le famiglie, è la famiglia che soccorre queste persone che certamente da sole non potrebbero farlo, la famiglia di cui si parla all'articolo 29 della Costituzione: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio», un articolo, anche questo, che mi piace in modo particolare.

Ma siccome non mi potete dire, però, che non ci saranno variazioni al Senato rispetto ai conti che ci state presentando in quest'Aula, io voglio subito segnalare che la tabella in questione riporta la cifra di 1.700.000; non è una cifra esagerata e siccome non credo di parlare a persone che non hanno una coscienza delle difficoltà in cui vivono molti nostri concittadini, anzi credo di parlare addirittura a delle persone che hanno una coscienza tout-court, vi vorrei ricordare che la politica è innanzitutto servizio e che non può mai prevaricare le coscienze. Al netto dei 10 miliardi che voi destinate a politiche che volete continuare a definire “sociali” e che credo riteniate tali anche quando mezzo mondo vi sta dicendo che non lo sono, vi rammento che c'era, all'interno del Governo, una proposta fatta da un certo Siri, che non è un cardinale, ma ha fatto una proposta, è un membro del Governo, il quale diceva di voler destinare gli stessi 780 euro al mese alle aziende per fare formazione secondo canali ben meglio disciplinati e che forse avrebbero lasciato libere risorse per aumentare quelle destinate alla assistenza sociale vera e propria.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 23,19)

RICCARDO ZUCCONI (FDI). E, allora, visto che è già un po' che discutiamo di emendamenti che, più o meno, vanno tutti nella stessa direzione, vi invito a dare un segno di resipiscenza: approvate questo emendamento – no, non è un'offesa: resipiscenza – approvate questo emendamento come segnale di buonsenso, sarebbe anche la dimostrazione di quella buona coscienza di cui io personalmente vi ho già fatto credito, ma che non sarebbe male venisse riconosciuta anche dai cittadini, soprattutto quelli che hanno bisogno di aiuto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (PD). Grazie, Presidente. Noi ci troviamo qui, colleghi, in un paradosso, spero che sia chiaro a tutti. Noi non sappiamo ancora cosa ci sarà rispetto alle due misure pilastro di questa manovra, il reddito di cittadinanza e la quota 100, però sappiamo sicuramente cosa non ci sarà perché questa manovra non conterrà alcuna misura specifica, strutturale e universale, per le persone con disabilità.

Vedete, questa mancanza è molto grave. È grave innanzitutto perché dimostra che questo tema non è una priorità per il Governo del cambiamento e, in secondo luogo, perché dimostra che questo Governo non ha una visione sul tema della disabilità. Io ve lo dissi in quest'Aula a luglio quando si discusse dell'istituzione del Ministero per le disabilità… Scusi Presidente, le chiederei la cortesia di chiedere ai miei colleghi di non passarmi davanti mentre intervengo.

PRESIDENTE. Colleghi!

LISA NOJA (PD). Capisco che il tema non interessi, però se si può evitare (Applausi)…

PRESIDENTE. Sì, sì, collega, capisco! Colleghi, ovviamente c'è una collega che sta intervenendo, vi chiedo di non passare davanti e anche di abbassare il tono della voce, grazie. Prego, collega.

LISA NOJA (PD). Dicevo che ve lo dissi: i problemi che riguardano le persone con disabilità richiedono visione e, in questa manovra, non c'è alcuna visione e questo è grave perché voi state deludendo delle aspettative che avete creato proprio istituendo il Ministero per le disabilità.

Del resto, ce ne saremmo dovuti accorgere nella giornata internazionale dedicata alle persone con disabilità, in cui voi vi siete limitati a fare due dichiarazioni: il Presidente Conte ha annunciato per la seconda volta - perché qui le cose si annunciano due volte - che avreste a breve proposto una legge delega per la redazione di un codice per le disabilità. Lo avevate annunciato già cinque mesi fa, nel frattempo non è dato sapere che cosa sia stato fatto. Il ministro Fontana, che per cinque mesi ha taciuto, non ha annunciato il fantomatico aumento delle pensioni di invalidità; ha annunciato, invece, che i controlli sulle pensioni false li farete con la Guardia di finanza, cioè annunciate che voi accerterete lo stato di invalidità delle persone, mandando la Guardia di finanza a casa delle persone con disabilità, tanto per creare un clima favorevole.

Allora, noi avevamo proposto una misura: l'istituzione di un assegno personale di cura per le persone non autosufficienti, una misura che non era una misura di dignità ma di libertà perché, attraverso quella misura, si consentirebbe alle persone non autosufficienti di avere la libertà di scegliere chi, alla mattina, le può aiutare ad alzarsi, a lavarsi, a vestirsi, ad uscire di casa, ad andare a lavorare, ad andare all'università, ad andare a mangiare una pizza, a fare cose che tutti voi, cari colleghi, potete fare in autonomia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Ma le persone non autosufficienti, per farlo, hanno bisogno di assistenti personali. Sapete in quanti minuti avete bocciato questa proposta? Tre minuti: ero presente nella Commissione bilancio e non avete neanche ascoltato di cosa si trattasse.

Io vi voglio dire solo questo: quel tradimento lo fate anzitutto nei confronti dei bambini e delle bambine con disabilità che, per poter sviluppare il loro progetto di vita, hanno bisogno di strumenti, come quello che proponevamo noi, perché, per i bambini e le bambine con disabilità, poter sviluppare il loro potenziale è molto difficile, è più difficile che per tutti gli altri e voi state negando questa possibilità. Voi state dicendo che noi, che siamo le istituzioni, non aiuteremo quei bambini a superare gli ostacoli e le difficoltà che gli impediscono di raggiungere l'obiettivo di avere un progetto di vita e di immaginare un futuro positivo e pieno di soddisfazione. Vergognatevi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rostan. Ne ha facoltà.

MICHELA ROSTAN (LEU). Grazie Presidente, non aggiungo molte parole alle considerazioni che sono state già evidenziate in quest'Aula. Vorrei però ricordare a questa maggioranza le promesse che ha scritto nel contratto di governo, quando ha precisato che uno Stato civile deve proteggere, tutelare, assistere, integrare chiunque abbia una disabilità, che è fondamentale consolidare e rinnovare le politiche di protezione e inclusione dedicate alle persone con disabilità e finalizzate a garantirne un concreto ed efficace sostegno durante tutte le fasi della vita; si prevede un generale rafforzamento dei fondi sulla disabilità e la non-autosufficienza.

Purtroppo, abbiamo dovuto constatare che, con questa manovra di bilancio, si è verificata l'ennesima mancata promessa, così come lo è stato sulla sanità, sulle vittime dell'azzardopatia.

Noi abbiamo provato a farvelo comprendere con diversi emendamenti ma non c'è stato nulla da fare perché avete pensato che fosse più importante investire tutte le risorse sul reddito di cittadinanza, una misura assistenzialistica che favorirà per l'ennesima volta le regioni del Nord Italia e non certamente quelle del Mezzogiorno, nelle quali, però, una delle forze di questo Governo, ha preso proprio in quelle aree percentuali bulgare. E allora noi vi avevamo chiesto, ad esempio, di mettere mano alla sanità con investimenti seri, avevamo ritenuto condivisibile l'articolo 39 della legge di bilancio che poneva una questione giusta, cioè ridurre le liste d'attesa delle prestazioni sanitarie, però vi avevamo anche chiesto con un emendamento specifico di orientare parte di queste risorse verso le regioni del Mezzogiorno, e non certamente perché lo dicevamo noi, ma perché lo certifica lo stesso rapporto dell'Osservatorio civico sul federalismo in sanità presentato da Cittadinanzattiva, che le diseguaglianze sui tempi di attesa sono sempre più marcate fra le diverse aree del Paese, e questo dato è evidente. Ed è evidente come il fenomeno delle migrazioni sanitarie tenda ad aumentare sempre di più, io vorrei ricordare a questa maggioranza che noi viviamo in un Paese, nel quale, nel 2018, ancora esistono 11 milioni di cittadini che rinunciano alle cure per motivi economici; e di questi 11 milioni, purtroppo, il 37 per cento risiede nelle regioni del Mezzogiorno. Nulla di tutto questo, purtroppo, è stato possibile. L'ennesima promessa mancante. E allora, rendere più funzionale e più efficiente un servizio significherebbe cominciare da dove il servizio funziona meno e non lasciare certamente un'indicazione generica, che rischia ancora una volta di non ridurre le distanze e di non intervenire su quelle che sono le diseguaglianze. Noi pensavamo che la principale forza di questo Governo, che ha preso, ripeto, percentuali bulgare al Sud, facesse della lotta alle diseguaglianze la sua priorità; dobbiamo invece constatare che purtroppo questo non è avvenuto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Anche in questo caso vogliamo tornare sul tema di cui stiamo parlando ormai da diverso tempo, ma che lascia, a quanto sembra, del tutto sordi i colleghi della maggioranza e di Governo. Io voglio ricordare ancora una volta che in questa manovra sono stati detti troppi no, alcuni li ho ricordati prima, ne voglio aggiungere un altro di cui abbiamo parlato troppo poco e che ha una firma, visto che il MoVimento 5 Stelle e, in particolare, il Ministro Di Maio aveva fatto una promessa molto chiara: avete detto di no alla nona salvaguardia per gli esodati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Proprio voi che facevate a noi la lezione rispetto a queste persone, a queste persone non avete dato una risposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Camillo D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Tutti coloro che sono intervenuti prima di me e meglio di me hanno segnalato, sottolineato, cercato di fare emergere un dato che è incomprensibile che non diventi oggetto di riflessione da parte della maggioranza: non si capisce perché non volete tornare neanche su un emendamento. È evidente che questi emendamenti hanno tutti un filo comune: sono legati dall'obiettivo di dimostrare, a mio giudizio, che non si tratta di grandissime cifre, ma che si tratta di risposte. Poche risorse possono cambiare la vita, migliorare la vita a persone che hanno più difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Ve lo stiamo dicendo con molte voci, diverse, tutte nella stessa direzione: è clamorosa la distanza fra le promesse di attenzione a chi è in condizioni di fragilità fisica e sociale, e la prova dei fatti con cui riducete tutti i fondi destinati al sociale, con il paradosso massimo dei fondi per la disabilità, su cui avete fatto addirittura un Ministero, mai così vuoto di contenuti e di risorse come oggi e coerentemente vuoto anche nei banchi del Governo dove siede il Ministro Fontana. Per voi tutta la risposta sociale è una prebenda assistenziale: soldi in luogo di risposte diversificate e personalizzate, visione rinunciataria con cui decidete che il povero, il fragile, il disabile è un soggetto meritevole al più di una risposta caritatevole. Per noi sociale vuol dire emancipare le persone dalla fragilità, investire sulle abilità residue, personalizzare le risposte, in una parola investire sulla dignità delle persone. Voi ve ne siete disinteressati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Stefano Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente. In un'Aula totalmente disattenta, noi proviamo a ricordarvi le tante incongruenze che questa legge di bilancio, peraltro tutta da rifare, ci sta rappresentando. Una in particolare l'abbiamo già evidenziata: la grande incongruenza di fondo che è frutto dell'ipocrisia che voi avete voluto spalmare a piene mani con le vostre promesse da mercante, l'ipocrisia di chi promette e di chi, poi, taglia nei fatti i tanti fondi per le politiche a tutela e a protezione dei cittadini e anche rivolti alla promozione della famiglia. In particolare, non posso non evidenziare come i fondi che dovrebbero favorire la natalità e, quindi, consentire anche la trasmissione generazionale, la formazione di famiglie, sia nei fatti di molto ridotta, soprattutto rispetto alle grandi attese.

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANO LEPRI (PD). Il Vice Presidente Salvini aveva promesso le culle piene, il Vice Premier Di Maio aveva promesso…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gennaro Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, Presidente. Devo dire che ho riflettuto sul fatto che il Ministro Tria abbia preferito la prima de La Scala a questa nostra discussione, probabilmente non avrebbe potuto trovare una similitudine più perfetta di quella che ha trovato nell'opera verdiana, che penso tutti voi sappiate: Attila, lui è andato a vedere Attila per non vedere quello che state facendo voi qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e cioè il massacro continuo e costante di qualsiasi iniziativa che possa migliorare questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Ancora su questo tema, sempre lo stesso tema e sempre la stessa richiesta, e cioè che per una volta dimostriate di essere non solo degli schiacciabottoni un pochino annoiati il venerdì sera o addirittura gente che fa interviste in cui dice che sta nel governo turandosi il naso e poi, però, non batte mezzo ciglio quando si tratta di escludere, per esempio, dalla possibilità di fare parte del servizio civile i richiedenti asilo, perché tanto quelli non votano, quindi diciamo che si tura un pochino meno il naso quando si parla dei più deboli, ma ognuno poi dopo verrà giudicato dalla storia in base anche a questi picchi di codardia. Ancora per una volta chiediamo…

PRESIDENTE. Concluda.

GIUDITTA PINI (PD). …che si spostino dei fondi sul sociale, niente di più, niente di meno di una scelta che dovrebbe essere basilare e normale. Spero che il MoVimento 5 Stelle e gli onorevoli della Lega che sono sempre così bravi a parlare…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ivan Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, Presidente. Come ci siamo già detti prima, dentro le leggi di bilancio ci vanno le visioni dei partiti e le visioni di questi partiti sono visioni che non hanno niente a che vedere con il sociale, lo stiamo vedendo con quello che succede col deputato Dall'Osso. Ma io ho un altro esempio da farle, signora Presidente: solo qualche ora fa, il Ministro Toninelli ha apostrofato un avversario politico, Silvio Berlusconi, con il nome di “nonno Silvio”. Ecco, questa è proprio la dimostrazione di una cultura politica che non ha nessun rispetto per l'avversario politico, anche per l'avversario politico Dall'Osso, che oggi è un avversario politico e viene massacrato e gli vengono chiesti 100 mila euro, ma anche l'idea di considerare l'età avanzata una debolezza, quindi non una risorsa ma qualcosa che deve far considerare la persona che ha quell'età, una persona più debole.

PRESIDENTE. Concluda.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Mi chiedo se il Ministro Savona, che è nato la settimana dopo di Berlusconi, venga chiamato in Consiglio dei ministri “nonno Paolo” (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Maria Elena Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Grazie, Presidente. Gli stanziamenti previsti dal capitolo che si intende incrementare sono destinati non soltanto alle politiche sociali di cui abbiamo discusso ma anche alla famiglia. Allora, in assenza del Ministro della famiglia, Fontana, credo che sia comunque opportuno anche toccare un argomento che ha interessato il nostro dibattito. Il PD ha presentato una proposta organica per un assegno universale per le famiglie, a prescindere dal numero dei figli, fino al raggiungimento del diciottesimo anno di età e, poi, a calare fino al ventiseiesimo anno di età, ovviamente con importi diversi laddove ci siano figli con disabilità, un assegno universale calibrato anche in base ovviamente al reddito, ma che può dare una risposta strutturale e organica alle necessità di tante famiglie che si sono impoverite con la crisi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, per suo tramite, voglio ricordare a me stessa e all'Aula la sensibilità del Vicepremier Salvini e Ministro dell'interno che nel novembre 2013 scriveva su Facebook: “Pensioni di invalidità. Con 268 euro al mese non si vive, si sopravvive. Ma… in Lombardia sono 4 ogni 10.000 abitanti, in Calabria 9 ogni 10.000 abitanti, il doppio. Portare a 500 euro le pensioni di invalidità!”

Bene, prendiamo atto del fatto che il Ministro Salvini e quindi il suo Governo hanno cambiato idea, non le danno a nessuno. Io immagino che di questo renderà conto domani nella sua grande manifestazione, dicendo che le sue promesse non valgono a nulla e che le pensioni di invalidità sono rimaste immutate per decisione, appunto, del suo Governo. Ci auguriamo che racconti questo, come ieri il suo collega Vicepremier Di Maio ha raccontato che sarebbero a 780 euro; non c'è un rigo su questo, nel testo della legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Ringrazio gli amici che mi hanno ricordato che mi è stato dato di diritto di parola dalla Presidente. È dal 1990, signora Presidente, dal 1990, che l'assegno familiare per i pensionati e i lavoratori autonomi è fermo alle vecchie ventimila lire al mese, oggi 10,11 euro, al cambio odierno lira-euro, per chi lo volesse fare e non è stato aumentato neanche dell'ISTAT con cui vengono aumentate tutte le prestazioni, quando la Corte costituzionale ha più volte ripetuto che devono essere aumentate tutte le prestazioni assistenziali. Ora, che ce l'abbiamo a fare un Ministro della famiglia se neanche riesce, dopo trent'anni, ad aumentare l'assegno di famiglia a pensionati, lavoratori autonomi, artigiani, commercianti e coltivatori diretti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Viva i pensionati; pensionati all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente, mi scusi. La cosa che voglio sottolineare in particolare con questo intervento - e approfitto peraltro anche della sua Presidenza - è che noi abbiamo avuto occasione di discutere molto in quest'Aula sia con il decreto dignità sia con il documento della manovra di bilancio (in realtà, in questo molto poco), sul tema che riguarda soprattutto il gioco d'azzardo. Le chiedo, tramite lei, la cortesia di informare, in particolare, il Ministro Di Maio per avvisarlo che questa cosa che aveva fatto non dalla terrazza di Palazzo Chigi, bensì in quest'Aula, dicendo che aveva abolito la pubblicità del gioco d'azzardo, non è vera; pertanto, le chiedo se cortesemente può avvertirlo e magari utilizzare il suo ruolo per fare in modo che sappia che quelle promesse, quella tanta pubblicità che ha fatto sull'abolizione del gioco d'azzardo, non si sono realizzate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Non sono passati molti anni, signora Presidente, da quando un grandissimo scrittore italiano, Giuseppe Pontiggia, ha scritto uno dei libri più struggenti sulla disabilità: Nati due volte. In quel libro viene descritto come un mondo che emargina, segmenta questo problema, produce un effetto micidiale contrastante contro questo grande problema. L'istituzione del Ministero della disabilità è esattamente l'effetto proprio di quella scelta che in quel libro viene in qualche modo così drammaticamente descritta.

Se ci fosse il collega Sisto, saprebbe dire, con parole ancora più puntuali e tecniche, come tra l'istituzione del Ministero della disabilità e le dimissioni dal gruppo del MoVimento 5 Stelle del collega Dall'Osso c'è una relazione sinallagmatica, è l'effetto esattamente dell'istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie, deputato De Filippo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giachetti Roberto. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, io le chiederei un aiuto, perché purtroppo non sono popolare nel mio gruppo e la collega Rotta mi porta fuori strada e mi indica un emendamento che secondo me non è quello che io vorrei illustrare, perché io vorrei illustrare il Tab. 2.33 e la collega Rotta continua a dirmi che è il Tab. 2.31. Volevo chiederle, semplicemente…

PRESIDENTE. È l'emendamento Tab. 2.33 Zucconi.

ROBERTO GIACHETTI (PD). La ringrazio, Presidente; io vorrei riprendere il discorso che stavo facendo prima. Ora, atteso che non me lo ricordo più, cercherò di innovare e portare ulteriori argomenti per spiegare all'Aula le ragioni per le quali noi riteniamo che gli stanziamenti per le politiche sociali siano,non insufficienti, ma inesistenti in questa manovra. Probabilmente, come dicevo prima, con l'esigenza di finanziare…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Ho ancora del tempo oppure l'ho terminato?

PRESIDENTE. Ha quattordici secondi, collega.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Allora, ne approfitto per ricordarle che mi chiamo Giachetti e non Fiano; grazie Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Mentre i colleghi parlavano, giustamente, di come cercare di modificare questa manovra e indirizzare più risorse a supporto delle politiche per l'integrazione e l'inclusione e la disabilità, mi sono venute tristemente alla memoria le parole di Grillo al circo Massimo, quando in un infelicissimo passaggio, volendo prendere in giro i politici, naturalmente non quelli della sua forza politica e della maggioranza in cui ormai si è inserito a pieno titolo, ha rivolto ai politici con disprezzo la parola “autistici”, “sono psicopatici con la sindrome di Asperger”.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 23,43)

STEFANIA PEZZOPANE (PD). È evidente che da un politico, da un uomo che dice una cosa del genere c'è poco da aspettarsi (Commenti). Su queste cose c'è poco da ridere, lo dico ai colleghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Presidente, chi ha fatto l'amministratore in un ente pubblico, comune, provincia o regione sa quanto sia importante l'argomento dei servizi sociali. Badare ai servizi sociali, badare alle persone con disabilità, prendersi cura di loro e delle loro famiglie, che sono quelle più vessate dal punto di vista fisico, morale, psicologico ed economico, è un dovere di noi amministratori e se lo fanno gli amministratori territoriali e tra di voi ce ne sono tantissimi, almeno tra la Lega che ha una grandissima esperienza da questo punto di vista, perché non dovrebbe farlo il Parlamento? Il Governo, i nostri Governi sono stati massacrati per tanti motivi, però noi abbiamo fatto una legge, che è la legge del “dopo di noi”, che si è presa veramente cura del presente e del futuro di questi nuclei sociali che hanno persone con disabilità al proprio interno. Eppure, questa legge non è servita rendere merito e onore alle grandi azioni che ha fatto il Governo del centrosinistra e il Governo del Partito Democratico. Che cosa dovrebbero fare, adesso, le famiglie che hanno problemi reali con disabilità, dopo aver avuto questo beneficio del “dopo di noi”, come dovrebbero intervenire, come dovrebbero protestare? Soprattutto, domani, in quella piazza, ci saranno anche persone, genitori con ragazzi, con parenti, con mariti, con mogli con disabilità; io una mano sulla coscienza, a questo punto, me la metterei.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, l'emendamento del collega Zucconi, come gli altri, sta a rappresentare esattamente una situazione veramente critica rispetto a questo Governo che ha bocciato tutti gli emendamenti presentati da Fratelli d'Italia e dagli altri colleghi per aumentare i fondi sull'autismo, sulle pensioni di invalidità e per il sostegno ai disabili e, invece, concentra tutte le sue energie su questo fantomatico reddito di cittadinanza.

E vorrei lasciare all'Aula il giudizio del premio Nobel Yunus al riguardo: “È la negazione dell'essere umano, della sua funzionalità, della vitalità, del potere creativo. L'uomo è chiamato a esplorare e a cercare opportunità e sono queste che vanno create e non i salari sganciati dalla produzione, che per definizione fanno dell'uomo un essere improduttivo, un povero vero” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nardi. Ne ha facoltà.

MARTINA NARDI (PD). Grazie, signor Presidente. Ci siamo, perché questa è finalmente la vostra legge di bilancio. Ci saremmo aspettati la famosa apertura della scatoletta di tonno e pensavamo di trovare dentro tutta una serie di misure, tutte quelle che sono state enunciate, tutte quelle che in questi anni ci avete proposto e che ci avete rimproverato anche a noi, noi che abbiamo fatto il “Dopo di noi”, noi che abbiamo messo più soldi sulla disabilità, noi che siamo stati quelli più attenti ai più fragili nel corso del quinquennio passato.

E, invece, che cosa ci troviamo dentro questa scatoletta di tonno? Non ci troviamo niente, non ci troviamo nulla. Non ci troviamo nulla perché ci troviamo davanti a una legge finta che verrà completamente riscritta fra qualche giorno e nessuno sa come e su che cosa effettivamente poi andranno le voci di bilancio e, soprattutto, non ci troviamo nulla per i più fragili: non ci troviamo nulla per la disabilità, non ci troviamo nulla per gli esodati e non ci troviamo nulla per tutti quei cittadini che aspettavano da voi una risposta e che avete illuso nel che corso di questi anni, a cui avete raccontato che avreste cambiato il Paese e che l'avreste rivoltato, appunto, e aperto come una scatoletta di tonno.

PRESIDENTE. Grazie, ha concluso il tempo.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, la seduta odierna si concluderà dopo il voto che faremo e i lavori proseguiranno domani mattina, a partire dalle ore 9. Alle ore 11,30 la seduta sarà sospesa e sarà convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo. La seduta riprenderà alle ore 13 e a partire dalle ore 14,30 si svolgeranno, con ripresa televisiva diretta, le dichiarazioni di voto finale. Seguirà, entro le ore 16, il voto finale.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Su quale articolo?

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Sugli articoli 8, 14 e 15, Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Presidente, lei poco fa ha espresso solidarietà al collega Dall'Osso e io la ringrazio personalmente per questo. Però, credo che questo non sia sufficiente, Presidente. In queste ore si sta verificando qualcosa che non solo è grave per la dignità, per le funzioni e per le prerogative di ogni parlamentare e dell'intera istituzione che lei rappresenta, ma sta arrivando anche a maturazione qualcosa che all'inizio di questa legislatura avevo provato a sottoporle e su cui poi, anche con il collega Ceccanti, avevamo provato ad attirare la sua attenzione, cioè una previsione che è contenuta nello statuto del principale e del più numeroso gruppo di questa Camera. Mi riferisco alla nota disposizione statutaria che prevede una sanzione pecuniaria per quei deputati che, perché espulsi o per dissenso politico, dovessero scegliere di lasciare il gruppo del MoVimento 5 Stelle.

Di fronte a questa disposizione, allorché gliel'abbiamo sottoposta, lei ci ha risposto congiuntamente alle nostre note separate di non ritenersi…

PRESIDENTE. Per favore, per favore.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). …di non considerarsi competente sulla possibilità di esprimere una sanzione e oggi sul sito istituzionale della Camera dei deputati è riportato lo statuto di un gruppo con una previsione palesemente incostituzionale.

Siccome ora si è verificato quello che noi temevamo si verificasse, prima di arrivare a un esito davvero nefasto per l'onore, per il senso e per la dignità di questa istituzione, cioè che si arrivi davanti a un giudice che sicuramente dirà che quella sanzione non è azionabile ma che eventualmente solleverà una questione di legittimità costituzionale, prima di arrivare a questo, dicevo, noi crediamo che sia suo dovere convocare la Giunta per il Regolamento, che finora non è mai stata convocata, e portare in quella sede questa questione. Continuare in un'inerzia e in un silenzio su questo non farebbe onore alla istituzione che lei presiede (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico e Partito Democratico).

STEFANO CECCANTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Presidente, intervengo sempre sulla medesima questione.

PRESIDENTE. Fermo restando che il richiamo al Regolamento va bene, però deve essere un richiamo al Regolamento pertinente all'oggetto che noi stiamo trattando in sede di bilancio. Però, andiamo avanti.

STEFANO CECCANTI (PD). Sì, però noi abbiamo discusso di questo caso nell'ambito della discussione e, quindi, non è estraneo.

Ora, il problema è questo: quella norma, che a mio avviso e ad avviso del collega Magi è incostituzionale, dovrebbe essere applicata entro dieci giorni. Quindi, siamo in presenza di un pericolo concreto di applicazione di una norma incostituzionale. Ora delle due l'una: o lei mantiene la sua impostazione, secondo cui in assenza di una norma espressa lei non può procedere in qualche modo a un controllo della costituzionalità degli statuti, o si trova comunque una maniera, anche con una rapida riforma regolamentare o come si vuole, per affrontare questo problema. Gli statuti dei gruppi non possono essere una zona grigia rispetto a una verifica di costituzionalità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Misto-+Europa-Centro Democratico).

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sempre sul Regolamento? Prego, ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Intervengo nella scia degli interventi precedenti. Lei ha consentito questi brevi interventi - e sarò brevissimo - e io intervengo non solo per associarmi a quello che hanno detto i colleghi ma per rappresentare anche che oggi è stata già paventata la possibile applicazione di questa sanzione, che sarebbe una penale contrattuale. Questo contratto avrebbe una causa illecita, chiaramente illecita, e si tratterebbe di un negozio cosiddetto immorale e che comporta anche una forte - come dire - pressione sul deputato.

Quindi, la questione non è solo già rilevante nei profili di costituzionalità ma è anche rilevante con riguardo alla disciplina del contratto che obbliga a determinati comportamenti e impone penali di natura negoziale.

PRESIDENTE. Per favore…

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Se fossero penali contrattuali sarebbe chiaramente una causa illecita e andrebbe verificato e acquisito dalla Presidenza un contratto la cui applicazione è stata paventata dal gruppo parlamentare e che, quindi, viene fatto con un partito e con un gruppo parlamentare. Ci dovrebbe essere almeno la mera acquisizione del rapporto negoziale-contrattuale da cui deriva questa pressione sul deputato, che non è più un caso eventuale ma è un caso ormai determinato perché è stata già paventato oggi con dei comunicati che dicono che la sanzione verrà applicata.

Quindi, se fosse l'applicazione di un contratto che riguarda un membro dalla Camera dei deputati rispetto all'esercizio del suo mandato con una penale di natura contrattuale, sarebbe un negozio con causa illecita di cui non può non essere, quanto meno, verificata l'esistenza da parte della Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sempre sul Regolamento? Prego, ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, molto brevemente perché rimanga agli atti che ci associamo alle argomentazioni del collega Magi e del collega Ceccanti rispetto a una questione su cui occorre fare chiarezza, perché non ci possono essere zone oscure e soprattutto non ci può essere una norma regolamentare di gruppo che vada contro l'articolo 67 della Costituzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.33 Zucconi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Sabato 8 dicembre 2018 - Ore 9:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021. (C. 1334-A/R)

Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

Relatori: COMAROLI e RADUZZI, per la maggioranza; MARATTIN, PAOLO RUSSO, CROSETTO e FASSINA, di minoranza.

La seduta termina alle 23,55.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 i deputati Vinci, Patassini, Emiliozzi e Cataldi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 1 il deputato Rotelli ha segnalato che si è erroneamente astenuto dal voto mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 2 il deputato Rospi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 6 il deputato D'Alessandro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 6 il deputato Furgiuele ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 7 i deputati Patassini, Colmellere e Dara hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 7 e 8 la deputata Ascari ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 8)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1334-A/R - articolo 2 496 410 86 206 301 109 42 Appr.
2 Nominale Tab. 2.1 503 419 84 210 117 302 41 Resp.
3 Nominale Tab. 2.2 509 425 84 213 119 306 39 Resp.
4 Nominale Tab. 2.4 511 511 0 256 207 304 39 Resp.
5 Nominale Tab. 2.10 505 505 0 253 206 299 39 Resp.
6 Nominale Tab. 2.18 501 501 0 251 199 302 39 Resp.
7 Nominale Tab. 2.25 494 494 0 248 200 294 38 Resp.
8 Nominale Tab. 2.33 474 474 0 238 182 292 39 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.