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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 92 di mercoledì 28 novembre 2018

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 26 Novembre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia,   Buffagni, Castiello, Colletti, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, Del Re, Delrio, Luigi Di Maio, Di   Stefano, Dieni, Durigon, Fantinati, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Frusone, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Manzato, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Pastorino, Picchi, Rixi, Rizzo, Ruocco, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa, Vito,Raffaele Volpi e Zennaro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 840 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell'interno e l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate (Approvato dal Senato) (A.C. 1346) (ore 9,34).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1346: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell'interno e l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate.

Ricordo che nella seduta di ieri si è svolta la fase dell'illustrazione degli ordini del giorno.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1346)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Ordine del giorno n. 9/1346/1 Rizzetto: parere contrario sul terzo e sul quarto punto delle premesse. Sul dispositivo parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di iniziative volte alla valorizzazione della professionalità del personale dell'amministrazione civile dell'interno”. Ordine del giorno n. 9/1346/2 Anzaldi: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/3 Fassina: parere favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, al fine di fronteggiare la precarietà abitativa e acquisire la disponibilità di alloggi da assegnare a nuclei familiari in stato di necessità, a collaborare con i comuni e l'Agenzia del demanio alla mappatura degli immobili di proprietà pubblica inutilizzati, destinabili alla realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, previa esecuzione di programmi di recupero”.

Ordine del giorno n. 9/1346/4 Stumpo, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, un fondo per il sostegno agli amministratori locali vittime di atti intimidatori connessi allo svolgimento del loro incarico”. Ordine del giorno n. 9/1346/5 Muroni: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/6 Bersani: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/7 Rostan: parere contrario sul sesto e sul nono punto delle premesse, che vengono espunti. Sul dispositivo parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di fronteggiare, con strumenti efficaci, il tema dell'aggressione ai medici e al personale sanitario in servizio, con un piano comprensivo di interventi, che contempli misure di sicurezza come videosorveglianza e altre idonee misure di protezione”.

Ordine del giorno n. 9/1346/8 Epifani: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/9 Fornaro: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/10 Conte: parere favorevole, con riformulazione. Il parere è contrario sul secondo punto delle premesse, mentre il terzo punto delle premesse viene riformulato, espungendo le parole “od organizzative”. Per quanto riguarda il dispositivo, il primo impegno viene così riformulato: “impegna il Governo a proseguire le iniziative già in corso affinché ai richiedenti asilo vengano fornite tutte le informazioni sulla procedura di asilo e sui loro diritti e doveri”. Sul secondo impegno del dispositivo il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1346/11 Speranza: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/12 Occhionero: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/13 Pastorino: parere favorevole con riformulazione. Si espungono il secondo e il terzo punto delle premesse e il dispositivo viene così riformulato: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di consultare in modo permanente gli enti locali dove sono previsti i centri di accoglienza; a concordare con i comuni interessati diverse forme di intervento che impediscano che la presenza di tali centri comportino situazioni di insicurezza per le comunità locali e per i richiedenti asilo.

Ordine del giorno n. 9/1346/14 Boldrini: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/15 Palazzotto: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/16 Gribaudo: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/17 Gebhard: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/18 Emanuela Rossini, parere favorevole con la seguente riformulazione: inserire dopo l'impegno al Governo le parole “a valutare l'opportunità (…)” e così via, e espungere la parola “obbligatorio” dopo la parola “insegnamento”.

Ordine del giorno n. 9/1346/19 Foti, parere favorevole con riformulazione: espungere il primo, il terzo e il quarto punto delle premesse. Il dispositivo viene così riformulato: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di effettuare un monitoraggio periodico al fine di consentire al Parlamento una verifica sull'efficacia della disposizione di cui all'articolo 31-ter”.

Ordine del giorno n. 9/1346/20 Gregorio Fontana, parere favorevole con riformulazione. Per quanto riguarda le premesse la prima parte del primo punto va bene, ma chiediamo di espungere le parole da “tuttavia” fino a “Migration”. Il secondo punto delle premesse viene così riformulato: “Il Global Compact dovrà essere ratificato e sottoscritto” e tutto il resto va bene. Il terzo punto delle premesse va bene. Il dispositivo viene così riformulato: “impegna il Governo a far esprimere il Parlamento circa gli intendimenti che vorrà assumere relativamente al Global Compact on Migration”, cioè il Governo chiede al Parlamento su un tema così importante e delicato di esprimersi e lo farà ovviamente nei prossimi giorni.

Ordine del giorno n. 9/1346/21 Fatuzzo: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1346/22 Calabria, parere favorevole così come riformulato: “impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare ogni iniziativa utile al fine di prevedere il tempestivo impiego della forza pubblica per l'esecuzione dei necessari interventi in relazione alle occupazioni arbitrarie di immobili nella Capitale d'Italia per i quali sia disposto lo sgombero attraverso l'intervento del Prefetto di Roma”. Tutto il resto viene soppresso.

Ordine del giorno n. 9/1346/23 Biancofiore, parere favorevole con riformulazione. L'impegno viene così riformulato: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere iniziative volte a potenziare il controllo del territorio di Moena anche nell'ambito del processo di rimodulazione dei presidi in corso di definizione”. Ordine del giorno n. 9/1346/24 Fitzgerald Nissoli: parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare ogni opportuna iniziativa volta ad agevolare i nati in Italia, figli di almeno un genitore italiano, che hanno perso la cittadinanza in seguito a espatrio, di riacquistare la cittadinanza italiana”. Tutto il resto viene soppresso.

Ordine del giorno n. 9/1346/25 Bartolozzi, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare ogni iniziativa utile al fine di destinare una parte dei proventi derivanti dalla vendita di beni confiscati, garantirne l'assegnazione alle istituzioni”, sopprimere “nella misura di almeno il 30 per cento”, e poi il resto va bene.

Ordine del giorno n. 9/1346/26 D'Ettore: parere favorevole come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/1346/27 Zanettin: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/28 Prestigiacomo: parere favorevole come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1346/29 Montaruli, parere favorevole con riformulazione. Nelle premesse il quarto punto viene così modificato: “al fine di rafforzare le attività connesse ai rimpatri e al controllo delle frontiere”. Il dispositivo viene così riformulato: “impegna il Governo a valutare la possibilità di potenziare gli uffici di polizia di frontiera al fine di implementare i rimpatri e il controllo delle frontiere e dei confini”. Ordine del giorno n. 9/1346/30 Mollicone, parere favorevole con riformulazione. Nelle premesse, al secondo punto: “con riferimento specificatamente al tema del contrasto al terrorismo occorre prevedere misure volte a garantire la regolarità della presenza sul territorio nazionale degli edifici destinati al culto, in particolare a quello islamico”; al punto 4: “il compito di verificare l'accatastamento urbanistico spetta ai comuni”, togliamo la parte successiva, e il dispositivo diventa: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di effettuare un censimento dei luoghi destinati al culto, in particolare a quello islamico” e poi il resto rimane così come è scritto; quindi, parere favorevole con riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1346/31 Ferro, il parere è favorevole come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/32 Lollobrigida, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/33 Deidda, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere in provvedimenti futuri norme che dispongano che la domanda di protezione internazionale sia presentata tempestivamente”. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/34 Acquaroli, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/35 Bellucci il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/36 Lucaselli, il parere è favorevole, con una piccola riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere l'individuazione in tutto il territorio nazionale” e poi va bene, quindi espungiamo la parte: “attraverso dispositivi normativi di prossima emanazione”. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/37 Trancassini, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere misure che estendano l'utilizzo del taser anche alla polizia penitenziaria e, ai fini di una maggior sicurezza per utenti operatori che lavorano all'interno di territori a rischio, anche al personale dei Corpi e servizi di polizia municipale dei comuni capoluoghi di provincia, nonché a quelli per i quali”, quindi espungere le parole da “previa” fino a “Sicurezza pubblica ritenga sussistenti” e poi prosegue con: “sussistano specifiche esigenze di prevenzione, vigilanza e controllo del territorio, indipendentemente dal numero di abitanti. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/38 Butti il parere è favorevole come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/39 Delmastro Delle Vedove, il parere è contrario, per quanto detto con riferimento all'ordine del giorno Fontana e, quindi, ripeto, il Governo chiederà al Parlamento e si impegna a chiedere al Parlamento di esprimersi in maniera chiara sul tema del Global Compact. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/40 Meloni il parere è favorevole con la seguente riformulazione: dopo le parole “impegna il Governo” inserire le parole “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/41 Gemmato, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: vengono espunte le premesse, dopodiché il dispositivo diventa: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di una possibile riduzione dell'onere statale” e poi il resto prosegue come da ordine del giorno. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/42 Donzelli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/43 Prisco il parere favorevole con una piccola riformulazione del dispositivo: “a valutare l'opportunità di applicare le disposizioni in materia di allontanamento”. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/44 Luca De Carlo il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/45 Plangger il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità” e poi il resto va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/46 Magi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/47 Ferrari il parere è favorevole, con la seguente riformulazione del dispositivo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere le iniziative affinché la sfera di applicazione delle disposizioni di cui al richiamato articolo 19 sia estesa, anche attraverso appositi interventi di carattere normativo, a due operatori” - perché questo prevede il decreto - “dei Comandi e dei Corpi di Polizia” e per il resto poi va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/48 Fantuz, analogamente all'ordine del giorno n. 9/1346/47, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere le iniziative affinché la sfera di applicazione delle disposizioni di cui al richiamato articolo 18 sia estesa, anche attraverso appositi interventi di carattere normativo, al personale dei Comandi o dei Corpi di Polizia Locale addetti al servizio di polizia stradale” - perché così prevede il decreto - e il resto va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/49 Delrio il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1346/50 Rotta, il parere è contrario sulle premesse, e invece il parere è favorevole con una riformulazione sul dispositivo: vale per questo e vale per alcuni dei successivi; il dispositivo quindi diventa: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile…

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, se può leggere più lentamente…

PRESIDENTE. Prego, onorevole Molteni, continui… Colleghi, vi chiedo di fare un po' di silenzio, perché si fa fatica a seguire l'espressione dei pareri da parte del sottosegretario.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Quindi, ripeto, Sull'ordine del giorno n. 9/1346/50 Rotta il parere è contrario su tutte le premesse, invece sul dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile volta a garantire che nell'attuazione delle nuove norme siano tutelate tutte le categorie di soggetti vulnerabili, con particolare riguardo ai minori non accompagnati.”

PRESIDENTE. Quindi, di fatto è un parere favorevole con riformulazione, giusto?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Esattamente, il parere è contrario sulle premesse, nel senso che le premesse vengono completamente espunte. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/51 Pollastrini, esattamente come sull'ordine del giorno n. 9/1346/50, il parere è contrario su tutte le premesse, mentre sul dispositivo il parere è favorevole con la stessa riformulazione fatta sull'ordine del giorno n. 9/1346/50. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/52 Boschi, analogamente agli ordini del giorno nn. 9/1346/50 e 9/1346/51, il parere è contrario sulle premesse, mentre sul dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile volta a garantire che nell'attuazione delle nuove norme siano tutelate tutte le categorie di soggetti vulnerabili, con particolare riguardo alla condizione delle donne e dei minori.” Sull'ordine del giorno n. 9/1346/53 Migliore, analogamente agli ordini del giorno nn. 9/1346/50, 9/1346/51 e 9/1346/52, il parere è contrario sulle premesse, mentre sul dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile volta a garantire che nell'attuazione delle nuove norme siano tutelate tutte le categorie di soggetti vulnerabili, con particolare riguardo ai soggetti sottoposti a trattamenti disumani e degradanti nei Paesi di origine e nei Paesi di transito.”, come tra l'altro è previsto dalla protezione sussidiaria, questo lo aggiungo io. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/54 Giorgis il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/55 Mor il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/56 Viscomi il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/57 Scalfarotto il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/58 La Marca il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/59 Schiro' il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/60 Lepri il parere è contrario sulle premesse, mentre per quanto riguarda il dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione - valida per questo come per altre decine di ordini del giorno successivi -: “impegna il Governo a valutare l'opportunità dell'istituzione delle nuove sezioni territoriali per l'esame delle domande di asilo pendenti, a tenere in considerazione le particolari esigenze che si sono manifestate negli ultimi 12 mesi sul territorio della Regione Piemonte.” Sull'ordine del giorno n. 9/1346/61 Berlinghieri, esattamente come l'ordine del giorno n. 9/1346/60, il parere è contrario sulle premesse ed è favorevole sul dispositivo così riformulato: “impegna il Governo a valutare l'opportunità” e poi il resto così come è scritto. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/62 De Menech, esattamente come il precedente, ossia parere contrario sulle premesse e parere favorevole sul dispositivo così riformulato: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di” e poi il resto rimane uguale. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/63 Serracchiani, il parere è contrario sulle premesse, mentre sul dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/64 Paita, il parere è contrario sulle premesse mentre sul dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/65 Sensi, il parere è contrario sulle premesse, mentre sul dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”, e il resto rimane uguale. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/66 Morgoni, il parere è contrario sulle premesse, mentre sul dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/67 Melilli, il parere è contrario sulle premesse, mentre sul dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/68 Pezzopane, il parere è contrario sulle premesse, mentre sul dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/69 Topo, il parere è contrario sulle premesse, mentre sul dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/70 Gavino Manca, il parere è contrario sulle premesse, mentre sul dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/71 Ceccanti, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/72 Ascani, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di intervenire nel percorso di inclusione, in particolare con riguardo alla formazione linguistica, potenziando i corsi di italiano per i rifugiati”, tutto il resto viene espunto.

Sull'ordine del giorno n. 9/1346/73 Benamati, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/1346/74 Braga, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/75 Campana, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/76 Carla Cantone, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/77 Cardinale, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/78 Carè, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/79 Cenni, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/80 Ciampi, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/81 Colaninno, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/82 D'Alessandro, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/83 Dal Moro, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/84 De Luca, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/85 De Maria, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/86 Rizzo Nervo, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/87 De Micheli, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/88 Del Barba, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/89 Del Basso De Caro, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/90 Fiano, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/91 Fragomeli, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/92 Franceschini, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/93 Gadda, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/94 Incerti, è parere contrario; ordine del giorno 9/1346/95 Lacarra, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/96 Madia, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/97 Moretto, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/98 Mancini, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/99 Mura, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/100 De Filippo, è parere contrario sulle premesse e, invece, per quanto riguarda il dispositivo il parere è favorevole: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di (…); ordine del giorno n. 9/1346/101 Navarra, è parere contrario sulle premesse e, invece, per il dispositivo è parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di (…)”; ordine del giorno n. 9/1346/102 Piccoli Nardelli, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/103 Pini, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/104 Pizzetti, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/105 Raciti, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/106 Andrea Romano, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/107 Rosato, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/108 Siani, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/109 Zan, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/110 Zardini, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/111 Giacomelli, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/112 Gariglio, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/113 Bonomo, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/114 Cantini, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/115 Fregolent, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/116 Mauri, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/117 Nardi, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/118 Noja, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/119 Ubaldo Pagano, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/120 Prestipino, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/121 Marco Di Maio, è parere favorevole con riformulazione…

PRESIDENTE. Colleghi.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Dicevo, ordine del giorno n. 9/1346/121 Marco Di Maio, è parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo - è così riformulato il dispositivo - a valutare l'opportunità di prevedere un potenziamento degli organici delle forze di polizia della provincia di Forlì-Cesena al fine di assicurare un migliore e più capillare controllo del territorio, rispondendo alla domanda di sicurezza dei cittadini e degli operatori economici”. Quindi, favorevole con riformulazione; ordine del giorno n. 9/1346/122 Bruno Bossio, è parere contrario (è una sanatoria); ordine del giorno n. 9/1346/123 Pellicani, è parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare il potenziamento degli organici delle forze dell'ordine presenti sul territorio, con adeguata attenzione alle specialità della Polfer e della Polmare per assicurare alla città un adeguato e maggiore controllo del territorio a contrasto della illegalità e della criminalità”. Quindi, parere favorevole con riformulazione; ordine del giorno n. 9/1346/124 Losacco, è parere favorevole con riformulazione del dispositivo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere il potenziamento del commissariato di Bitonto e degli organici delle forze di polizia presenti nell'area metropolitana di Bari per contrastare efficacemente la criminalità organizzata e assicurare un adeguato controllo del territorio”. Quindi, parere favorevole così come riformulato; ordine del giorno n. 9/1346/125 Carnevali, è parere favorevole con riformulazione e, quindi, il dispositivo è così riformulato: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di rafforzare i dispositivi di sicurezza sui convogli ferroviari della tratta in oggetto per incrementare la presenza della specialità della Polfer su Bergamo, compresa l'apertura notturna, nell'ambito di un più complessivo potenziamento degli organici di pubblica sicurezza su tutto il territorio bergamasco”; ordine del giorno n. 9/1346/126 Orlando, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/127 Annibali, è parere favorevole con riformulazione del dispositivo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di favorire l'adozione di misure normative” e poi il resto va bene; ordine del giorno n. 9/1346/128 Verini, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/129 Bazoli, è parere contrario nelle premesse e, invece, il parere è favorevole nel dispositivo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di mettere in campo” e, quindi, tolte le prime tre righe: dunque, “impegna il Governo a valutare l'opportunità di mettere in campo tutte le misure necessarie al contrasto della violenza contro le donne e contro i minori, tra i quali i braccialetti di cui in prfemessa”. Quindi, ordine del giorno n. 9/1346/128 Verini, è parere contrario, e ordine del giorno n. 9/1346/129 Bazoli, è parere contrario sulle premesse e, invece, parere favorevole, con riformulazione, sul dispositivo, appunto così riformulato: “impegna il Governo a valutare l'opportunità”, e togliamo le prime tre righe per andare a: “a valutare l'opportunità di mettere in campo tutte le misure necessarie al contrasto della violenza contro le donne e contro i minori, tra i quali braccialetti elettronici che sono previsti nel decreto”.

Poi, ordine del giorno n. 9/1346/130 Miceli, è parere contrario sulle premesse e, invece, il parere è favorevole, con riformulazione, nel dispositivo che è, appunto, così riformulato: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, nell'ambito delle misure di potenziamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati con l'ampliamento della dotazione organica a 200 unità, di allocare risorse specifiche per la formazione del personale reclutato mediante le procedure di mobilità”. Quindi, il parere è favorevole sul dispositivo, così come riformulato; l'ordine del giorno n. 9/1346/131 Vazio si rifà all'ordine del giorno n. 9/1346/4 Stumpo e il parere è contrario sulle premesse ed è favorevole, purché riformulato, sul dispositivo e la riformulazione è la seguente: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire presso il Ministero dell'interno il Fondo (…)” e poi il resto va bene. Quindi, il parere è positivo con riformulazione sul dispositivo.

Ordine del giorno n. 9/1346/132 Bordo, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/133 Morani, è parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/134 Fassino, è parere contrario ed è parere contrario perché la “legge Zampa” non viene minimamente toccata dal decreto; ordine del giorno n. 9/1346/135 Pagani, nelle premesse, al terzo capoverso: “nel valutare positivamente la ratio dell'articolo 29-bis stesso” la riformulazione è: “al fine di evitare possibili effetti distonici derivanti dall'applicazione del comma 1-ter, introdotto dall'articolo 93 del codice della strada, in caso di leasing o in locazione (…)” e poi il resto va bene. Quindi, questa è la riformulazione e poi eventualmente ve la rileggo.

Pertanto, questa è la riformulazione nelle premesse e, invece, per quanto riguarda il dispositivo, su cui il parere è favorevole, c'è la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della norma richiamata in premessa, al fine di inserire una norma che, anche per i veicoli intestati a imprese di noleggio e di leasing di veicoli siti in altri Paesi e dati in uso a residenti e imprese italiane, preveda l'obbligo di targarli in Italia, in tempi ragionevoli, o di inibirne la circolazione sul territorio nazionale”.

PRESIDENTE. Colleghi, state tranquilli, perché abbiamo quasi finito. Se fate un po' di silenzio, consentite al sottosegretario di continuare a esprimere i pareri sugli ordini del giorno.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Questa è la riformulazione del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/1346/135 Pagani, che quindi ha parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/1346/136 Ferri, parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/137 Enrico Borghi, parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/138 Critelli, parere contrario sulle premesse e parere favorevole con riformulazione del dispositivo, così riformulato: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire”, poi il resto va bene. Ordine del giorno n. 9/1346/139 Quartapelle Procopio, parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/140 Rossi, parere contrario; ordine del giorno n. 9/1346/141 Liuzzi, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1346/142 D'Orso, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1346/143 Lattanzio, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di sostenere”, quindi, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/1346/144 Carbonaro, parere favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere iniziative volte a” e poi va bene. Ordine del giorno n. 9/1346/145 Brescia, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1346/146 Ferraioli, parere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori e, intanto, ringrazio il sottosegretario Molteni perché, nonostante il brusio d'Aula, è riuscito a mantenere la barra dritta, anche nell'individuazione del tutto. Chiedo scusa, anche alla Presidenza, perché magari è un intervento non centrato rispetto all'andamento dei lavori, ma essendo io al primo mandato chiedo…

PRESIDENTE. Però, le chiedo di centrarlo, onorevole Bignami.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Ho notato, rispetto ad altre circostanze, un dettaglio molto, molto puntuale del Governo nella definizione sui pareri e vorrei capire se era l'altra volta che, magari, si è stati un po' più laschi e ampi nel dettaglio di intervento nelle riformulazione, oppure se in questa circostanza sussistevano ragioni diverse, perché ho sentito su Bitonto, su Forlì-Cesena… per carità, però, si tratta anche di comprendere qual è il metro di valutazione che dobbiamo adottare nella redazione degli ordine del giorno, al fine di consentire di organizzare i lavori e anche la predisposizione degli atti.

Chiedo scusa se sfrutto questa circostanza per un chiarimento, però noto, appunto, una differenziazione, anche sui temi riguardanti, ad esempio, la presa di posizione - su cui poi si interverrà - sull'ordine del giorno Zanettin, su cui il Governo si è espresso in senso contrario, ci pareva un ordine del giorno che, invece, poteva, anche per la generalità del contesto complessivo, garantire un andamento diverso. Quindi, chiedevo un chiarimento appunto per questi aspetti.

PRESIDENTE. È chiaro, onorevole Bignami. Il Governo valuta di volta in volta il livello di dettaglio da adottare, se ne assume la responsabilità e non c'è alcuna violazione di tipo procedurale. Non c'è stata allora e non c'è oggi.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, è accaduto un fatto molto grave, che turba l'andamento di questi lavori. Alla collega Matilde Siracusano, sul blog del MoVimento 5 Stelle, è stato formulato un attacco a testa bassa contro la persona, contro il ruolo di parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia) e contro il diritto di ciascuno di esprimere le proprie opinioni in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia).

Il fatto è molto grave, minacce di morte, insulti sessisti che provengono da uno strumento che qualcuno vuole di democrazia: il blog dei 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali).

Ed è gravissimo che sia accaduto! È gravissimo che sia accaduto e che non vi sia stata una presa di posizione! Chi difende il proprio leader ha diritto di difenderlo; ha diritto di difenderlo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia)! E che l'attacco provenga da un maschio o da una femmina non ha nessuna rilevanza.

È uguale se viene da un maschietto, da una femminuccia, da un uomo o una donna e vi dovreste vergognare per questa differenza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia)! Noi siamo abituati, dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, dall'articolo 2, dall'articolo 24, dall'articolo 68, al rispetto; lo ripeto, al rispetto! Al rispetto! Voi mancate di rispetto, siete sessisti, sessisti siete (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia)! E quando scrivete, care colleghe del MoVimento 5 Stelle, andatevele a leggere quelle dichiarazioni, andatevele a leggere e diteci, diteci se è legittimo che si sieda in quest'Aula chi è corresponsabile di quello che è accaduto (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente gridano: Vergogna!)!

GIORGIO MULE' (FI). Cosa ridi?

PRESIDENTE. Collega, collega Mulè (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)… Collega Cannizzaro….

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, ho finito. Mi aspetto semplicemente delle scuse formali - lo ripeto, formali! - nei confronti di una parlamentare, di una donna (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), collega D'Attis… Colleghi del MoVimento 5 Stelle, in quest'Aula non sono consentite minacce di nessun genere! Non sono consentite minacce di nessun genere! Collega Cannizzaro, collega Mulè…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). C'è qualcuno, Presidente, che si ammanta, sul blog femminile del MoVimento 5 Stelle, di tutela delle donne, ma quale tutela (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Colleghi, non mi costringete a richiamarvi all'ordine!

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Ma quale tutela delle donne, voi siete sessisti! Questa è la verità (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia)!

Presidente, recupero il fair play che per qualche attimo, credo, correttamente, ho perso, e dico soltanto che questi episodi disonorano l'Aula di Montecitorio e ci mettono in condizioni di una belligeranza inutile. Io invito espressamente coloro che appartengono, hanno voce nel MoVimento 5 Stelle a delle pubbliche scuse in quest'Aula, nei confronti della collega Siracusano e nei confronti del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Sull'ordine dei lavori, Presidente. Volevo segnalare alla Presidenza, e per il suo tramite…

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di fare un po' di silenzio. È veramente difficile ascoltare i colleghi che intervengono.

FEDERICO FORNARO (LEU). Ovviamente se qualcuno del MoVimento 5 Stelle vuole rispondere alle questioni poste dal presidente Sisto, io rinuncio…

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Cubeddu, ha chiesto di intervenire? Prego, non l'avevamo vista, dalla Presidenza. Prego.

Onorevole Fornaro, mi scusi, accolgo il suo invito a dare la parola al MoVimento 5 Stelle.

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). Presidente, solo per segnalare che questo deputato della Repubblica ha preso a parolacce deputati della Repubblica…

PRESIDENTE. No, no, no…no, no…Onorevole Cubeddu…

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). Sta prendendo a parolacce e io ho sentito…

PRESIDENTE. Onorevole Cubeddu…

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). …sta prendendo a parolacce (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e in questo Parlamento non è consentito prendere a parolacce..

PRESIDENTE. Onorevole Cannizzaro, onorevole Silli, non mi costringete a sospendere la seduta… Non mi costringete a sospendere la seduta…Non mi costringete…

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). Io non sono abituato a prendere a parolacce nessuno…

PRESIDENTE. Onorevole Cubeddu! Onorevole Cubeddu, ho già stigmatizzato…

SEBASTIANO CUBEDDU (M5S). … né consento che deputati della Repubblica prendano a parolacce deputati del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Onorevole Cubeddu, anche dal MoVimento 5 Stelle, purtroppo, sono volate parole grosse che ho stigmatizzato, da una parte e dall'altra. Vi invito, sempre, a usare un linguaggio consono a quest'Aula, da tutte le parti!

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, innanzi tutto, esprimo, a nome del gruppo del Partito Democratico, la nostra solidarietà più profonda (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia) per la collega che è stata oggetto di un attacco vergognoso, inaccettabile.

Inaccettabile è che all'interno di quest'Aula della Camera dei deputati vi siano gruppi politici che utilizzano, per insultare, offendere, attaccare avversari politici, gli interventi che i rappresentati del popolo fanno in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Purtroppo, abbiamo altri esempi, anche di membri del Governo, ministri seduti in quest'Aula, adesso, che utilizzano le pagine web per pubblicare foto di ragazze che vengono esposte poi al pubblico ludibrio, insultate (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali - Deputati del gruppo Partito Democratico gridano: Vergogna!)!

Vorrei anche dirle, però, Presidente, che pochi giorni fa, al termine di un intervento del collega Borghi e mio, noi siamo stati fatti oggetto di minacce, che sono state regolarmente denunciate presso la questura di Roma (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Colleghi!

EMANUELE FIANO (PD). …e queste minacce provengono, secondo le indagini in corso, da persona della quale dovrebbe occuparsi il gruppo del MoVimento 5 Stelle. Sono minacce gravi al Partito Democratico e alle nostre persone.

Terza cosa che volevo dirle, Presidente: io non ho capito, lei ha richiamato qualcuno del MoVimento 5 Stelle perché avrebbe fatto in quest'Aula, adesso, delle minacce. Vorrei chiederle spiegazioni sull'elemento che lei ha ricordato, perché non è ammissibile che qualcuno che fa minacce contro un altro membro della Camera dei deputati durante la seduta rimanga qui, nella seduta, nel corso della medesima seduta (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Quindi, siccome lei, Presidente, noi l'abbiamo udito bene, ha richiamato qualcuno per le minacce fatte, la pregherei di chiarire l'episodio, perché, siccome non ho motivo di dubitare che lei dica il vero, se questo è successo, la pregherei di non permettere a questa persona di proseguire i lavori insieme a noi, perché fare minacce in Aula non è ammissibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, come lei può immaginare, io non ho un udito così sviluppato che mi consente di ascoltare ciò che viene detto o urlato dai banchi dei colleghi del MoVimento 5 Stelle. Ho visto dei gesti che non mi sono piaciuti, pertanto li ho stigmatizzati, sia da una parte che dall'altra. In ogni caso, sottoporrò la questione all'Ufficio di Presidenza.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Presidente, grazie. Solo per tranquillizzare lei e l'Aula che dai banchi del MoVimento 5 Stelle non è volato nessun tipo di insulto verso i colleghi di altre forze politiche, e questo glielo posso garantire. Che poi ci siano stati gesti, questo mi sembra che è un po' avvenuto da tutti i gruppi parlamentari. Secondo me, queste cose (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali) … non tutti, scusate, colleghi, avete ragione.

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo finire l'onorevole D'Uva.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Credo che queste cose non debbano avvenire, e quindi chiaramente siamo pronti anche in Ufficio di Presidenza a parlarne, cioè voi, membri dell'Ufficio di Presidenza. Noi riteniamo che non abbiamo fatto alcunché e siamo pronti a risponderne in qualsiasi sede, perché siamo con la coscienza pulita, perché non abbiamo fatto assolutamente nulla (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Chiedi scusa!

FRANCESCO D'UVA (M5S). Ovviamente, ne approfitto per dire, per la collega e concittadina Matilde Siracusano, che ovviamente tutto quello che è scritto sul blog, per quanto riguarda il post, posso anche capire che voi veniate qui a chiedere al MoVimento 5 Stelle conto e ragione. Chiaramente, per i singoli commenti che sono sotto il post non possiamo rispondere noi, e quindi grazie (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non è possibile questo, chiaramente siamo contro qualsiasi…

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Ne rispondete!

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo finire (Commenti del deputato Silli). Onorevole Silli, onorevole Silli, non mi costringa a richiamarla all'ordine! Facciamo terminare l'onorevole D'Uva, grazie.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Vorrei dire, Presidente che da parte del MoVimento 5 Stelle c'è massimo rispetto per tutti i membri di quest'Aula e per tutte le persone che, in genere, si impegnano per la politica, questo è chiaro; quindi, da questo punto di vista, non abbiamo nulla di cui scusarci, chiaramente (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sarebbe auspicabile che venisse sempre e dovunque, in quest'Aula e fuori da quest'Aula, rispettato il diritto di ciascun parlamentare a esprimere liberamente il proprio pensiero (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

LAURA BOLDRINI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signora Presidente, grazie. Vorrei esprimere la mia solidarietà alla deputata Matilde Siracusano, la mia più sentita solidarietà a questa coraggiosa deputata, che fa il suo lavoro a testa alta in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Devo dire che la pratica del sessismo è molto frequente anche in quest'Aula. È frequente nei banchi del Governo, dove il Ministro Salvini mi paragonò a una bambola gonfiabile (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. No, si rivolga alla Presidenza. Si rivolga alla Presidenza, onorevole Boldrini.

LAURA BOLDRINI (LEU). E allora, signora Presidente, come la chiama lei questa pratica di paragonare una donna a una bambola gonfiabile? La trova accettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico)? Questo è l'esempio che dà il Ministro dell'Interno. E pochi giorni fa ha esposto alla pubblica gogna tre ragazzine minorenni. Una vergogna, una vergogna (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Uguali e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Come sa, è ben nota la mia opinione su ogni forma di violenza nei confronti delle donne, onorevole Boldrini.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Qualche giorno fa eravamo in quest'Aula a parlare e a discutere della violenza sulle donne con delle mozioni: è veramente assurdo che, a qualche giorno di distanza, si sia verificato un episodio così ignobile. Mi sarei aspettata dal collega dei 5 Stelle che è appena intervenuto le scuse (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Fratelli d'Italia solidarizza con la collega Siracusano, da quel blog sono arrivate delle accuse veramente assurde e sessiste. Non si può parlare della violenza sulle donne e poi, in questo Parlamento, insultare una deputata. Invito tutte le donne, anche quelle della Lega, a esprimersi, anche se ci sono alleanze di partiti, ma qui bisogna andare oltre queste dinamiche.

Penso veramente che oggi stiamo assistendo a una pagina vergognosa per questa Camera; vergognosa proprio in una settimana in cui davvero tutti hanno inondato giornali e social parlando di questa violenza sulle donne. Ho ascoltato l'intervento della collega Siracusano: parlava e difendeva il proprio leader di partito, come normalmente si può fare, ed è stata sottoposta a delle frasi che non si riescono neanche a leggere fino alla fine, da come sono violente e assurde (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, noi pensiamo e crediamo che per continuare i lavori oggi ci vogliono le scuse del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

LUCIA AZZOLINA (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Però, scusate, avrei deciso di dare la parola a un esponente per gruppo. Per il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha già parlato il capogruppo, l'onorevole D'Uva.

LUCIA AZZOLINA (M5S). Impiego trenta secondi. Domenica sono stata vittima di un articolo sessista molto pesante de l'Espresso e volevo dire che condanno, in quest'Aula, qualsiasi commento sessista nei confronti di qualsiasi deputata della Repubblica italiana (Applausi), che sia di qualsiasi partito o di qualsiasi movimento, qualsiasi commento sotto i post va condannato aspramente. Quindi, da parte mia c'è la comprensione nei confronti di tutte le donne che stanno qui, dentro il Parlamento, e fuori dal Parlamento. Queste cose non devono semplicemente accadere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Volevo segnalarle, signora Presidente, e, per il suo tramite, informare il Presidente Fico, di un'abitudine, che è invalsa in queste giornate, di continuare le attività di Commissione pure in presenza dell'Aula; è avvenuto ancora questa mattina. Lo segnalo perché un gruppo come il nostro, avendo un solo commissario per Commissione, evidentemente si trova nelle condizioni, che abbiamo avuto questa mattina, per esempio, di avere i pareri del Governo sui singoli ordini del giorno e avere i firmatari impegnati nei lavori di Commissione. Questa cosa non può più succedere. Le chiedo, quindi, formalmente che venga segnalata ai presidenti di Commissione l'esigenza che, quando c'è Aula, non ci sia in contemporanea attività di Commissione. Mi sembra una norma di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Sì, assolutamente, onorevole Fornaro. Riferirò al Presidente Fico, ma la regola è che, quando sono in corso i lavori d'Aula, le Commissioni non devono essere convocate.

Allora, passiamo a questo punto ai voti sugli ordini del giorno.

Sull'ordine del giorno n. 9/1346/1 Rizzetto c'è un parere favorevole con una riformulazione: accoglie la riformulazione, onorevole Rizzetto?

WALTER RIZZETTO (FDI). Chiedo se posso intervenire, Presidente, sull'ordine del giorno. Alla fine dirò se sono d'accordo oppure no.

PRESIDENTE. Se chiede di votarlo sì, altrimenti…

WALTER RIZZETTO (FDI). Allora no, Presidente, accolgo la riformulazione e, a questo punto, non serve votarlo.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/2 Anzaldi c'è parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anzaldi. Ne ha facoltà.

MICHELE ANZALDI (PD). Presidente, sinceramente sono stupito del parere contrario al mio ordine del giorno, che provo a riassumere. Chiedevo di valutare se non era il caso di incrementare le forze dell'ordine oppure i controlli negli uffici dell'INPS, non solo quelli centrali, ma soprattutto quelli periferici, che sono da tempo sotto pressione già per il lavoro che svolgono, per le pratiche che devono svolgere e per l'attività a cui sono legati. Sappiamo tutti, perché ce lo hanno detto i sindacati interessati, qual è la situazione del personale, in che condizioni lavorano e la pressione che ricevono dall'esterno e gli orari di lavoro, e spesso dove si trovano. Pensavo, allora, che fosse una cosa utile, visto il superlavoro a cui saranno sottoposti a seguito dell'approvazione del decreto-legge “sicurezza”, incrementare le forze sia di lavoro, sia quelle che possono controllare l'ordine pubblico…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi di Forza Italia! Grazie.

MICHELE ANZALDI (PD). …ed evitare episodi spiacevoli che sono avvenuti in questi anni passati: alcuni addirittura hanno subito delle degenerazioni sicuramente condannabili e che non dovrebbero avvenire. Per questo penso sia giusto riconoscere il lavoro del personale che sta lì e le nuove esigenze che dovranno affrontare. Mi sembra il minimo incrementare le forze di lavoro e garantire la sicurezza della quotidianità del lavoro nella tranquillità, senza pressioni, senza minacce, senza che si possa rischiare addirittura un'aggressione.

Oggi sarebbe possibile anche con i mezzi dell'elettronica controllare la situazione di questi uffici. Ribadisco, quelli periferici spesso sono in condizioni drammatiche. Se noi ci pensiamo, da Roma in giù la situazione lavorativa è veramente drammatica e spesso ci si rivolge a questi uffici come se fossero la panacea, l'unica fonte di salvezza, stante il fatto che lì arrivano una quantità di cittadini esasperati. Questa cosa andrà chiaramente ad aumentare e creerà un disagio sia agli italiani che ai non italiani, agli uffici dell'INPS, soprattutto quelli periferici, come dicevo.

Io reputo che tutto ciò sia necessario e invito il Governo a ripensarci. Si tratta di una cosa che potrebbe aiutare innanzitutto gli italiani che si recano in quegli uffici e che vi si recano soprattutto per motivi di lavoro: non ci si va per un passatempo, ci si va perché è un'esigenza. Serve rendere, allora, le condizioni di questi uffici più umane, perché di questo si tratta; si tratta di uffici dove il personale è ridotto al minimo, che non vengono ristrutturati da tempo, spesso con strutture inesistenti, dove non ci sono bagni o, se c'è un bagno, è lo stesso per un uomo o donna. Secondo me l'idea, allora, che con questo decreto-legge arriverà un'altra dose di lavoro e che questa dose di lavoro venga accoppiata ad un ordine del giorno, che è un impegno, non è chissà cosa (è inutile che ci nascondiamo dietro un dito), era una cosa buona e giusta, innanzitutto per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Anzaldi n. 9/1346/2, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Fassina n. 9/1346/3.

C'è un parere favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, onorevole Fassina? No. Quindi chiede di votarlo. Prego.

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, non accogliamo la riformulazione, non tanto perché si introduce la formula usuale “valutare l'opportunità di”, ma perché viene espunta una parte essenziale del dispositivo. L'ordine del giorno è piuttosto semplice e circoscritto nella sua portata: chiede il supporto delle amministrazioni ministeriali ai fini di mappare gli immobili inutilizzati degli enti locali, immobili pubblici e immobili privati. La parte che riguarda la mappatura…

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di liberare i banchi del Governo. Colleghi, vi prego di liberare i banchi del Governo. Colleghi, i banchi del Governo, grazie.

STEFANO FASSINA (LEU). La parte che riguarda la mappatura degli immobili privati viene espunta e non se ne capisce la ragione, dato che si tratta di una mappatura di immobili inutilizzati: non accogliamo quindi la riformulazione e chiediamo di mettere ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fassina n. 9/1346/3, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Stumpo n. 9/1346/4.

Onorevole Stumpo, c'è un parere favorevole con riformulazione. Non accetta la riformulazione. Prego.

NICOLA STUMPO (LEU). Presidente, parafrasando un noto filosofo tedesco, la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni. Anche quella di una legge potrebbe essere lastricata di ordini del giorno, però almeno nel rapporto tra maggioranza e opposizione gli ordini del giorno servono per quello che servono, ma almeno a dare un impianto della minoranza, delle opposizioni. Capisco: non si dice “impegna il Governo” ma si usa la formula consueta, ma se si cambia il dispositivo finale e lo si porta sulle posizioni del Governo, allora diventa inutile l'utilizzo degli ordini del giorno.

Per questa ragione - vale per il mio e vale per un sacco di ordini del giorno - io chiedo al Governo di prendersi mezz'ora di tempo e rivedere tutto, perché se le linee degli ordini del giorno diventano la linea politica della maggioranza, si stravolge l'istituto parlamentare.

Hanno stravolto il mio ordine del giorno, sono diversi così. Chiedo, attraverso di lei, al Governo di ripensarci, perché diventa imbarazzante discutere non dei nostri ordini del giorno ma di quelli del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, io credo che sia invece imbarazzante altro. Credo che sia imbarazzante il fatto che il Governo, su tantissimi ordini del giorno dell'opposizione, con un impegno di dialogo e di confronto, cosa che non abbiamo avuto nella precedente legislatura, dà un parere favorevole. Ci sono tantissimi ordini del giorno, ivi compreso questo che il collega Stumpo ha presentato, che io condivido, che condivide il Ministero, su cui ci siamo abbondantemente spesi, rispetto al quale il Governo ritiene che istituire un fondo nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica - perché se faccio un fondo evidentemente devo avere una copertura economica affinché questo fondo possa essere sostenibile - per il sostegno degli amministratori locali vittime di atti intimidatori connessi allo svolgimento del loro incarico. Cioè, il Governo dice che quegli amministratori locali che sono vittime di gravissimi atti intimidatori hanno il diritto di poter avere un fondo che li sostenga e che li difenda, questo dice l'ordine del giorno, questo dice il Governo. Mi è totalmente incomprensibile che - lo dico con spirito di amicizia e di stima nei confronti del collega Stumpo -, così come sull'ordine del giorno precedente, ci sia la non disponibilità da parte del parlamentare o delle forze politiche di opposizione a prevedere la disponibilità da parte del Governo di venire incontro a temi così importanti, che sono temi che toccano il tema del contrasto alla criminalità organizzata, su cui c'è la disponibilità da parte del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

Non so il Governo cosa dovrebbe fare o potrebbe fare per venire incontro a delle esigenze condivise dalla politica, dal Paese e da questo Parlamento. Francamente, credo che più di così, dando un parere favorevole con una riformulazione, che è nell'ordine dell'attività politica, il Governo non possa fare, se non chiedere al collega Stumpo di accettare la riformulazione, perché questo è un ordine del giorno importante non tanto per il Parlamento ma per la risposta che questo Parlamento vuole dare a tutti quegli amministratori locali, a cui va la mia e la nostra assoluta solidarietà, per i continui e ripetuti atti di intimidazione che subiscono (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle). Il Governo vuole continuare a perseguire questa strada, perché è una strada di giustizia e di legalità, che fa parte delle corde di questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Stumpo?

NICOLA STUMPO (LEU). Presidente, potremmo anche continuare all'infinito facendo finta di non capirci con il Governo. È evidente che noi non abbiamo inserito la frase che il sottosegretario Molteni ha detto, quella di verificare i conti pubblici - ci mancherebbe, spetta al Governo, sono anche gli spazi che le minoranze lasciano al Governo negli ordini del giorno -, il problema è che non è cambiata solo quella parte. Ciò perché, se il sottosegretario Molteni rimodifica quanto ha detto prima e inserisce soltanto le parole che riguardano la verifica del bilancio dello Stato per poter fare questo fondo, è ovvio che il parere è favorevole, ma siccome ha cambiato anche la parte finale degli impegni e non soltanto questo, non può venire a dirci che non è cambiato nulla, e io confermo quanto detto prima (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, due questioni: il sottosegretario Molteni ha letto la riformulazione a questo emendamento 55 minuti fa, quindi le chiedo la cortesia di poter far distribuire le riformulazioni, perché è impossibile per noi ricordarci qual è la singola parola o frase che il sottosegretario Molteni suggerisce o di cancellare o di aggiungere o di modificare. Questa è la prima cosa che le chiedo, altrimenti riceverà un diniego a qualsiasi tipo di riformulazione, perché io, personalmente, che ho seguito pedissequamente l'intervento del sottosegretario Molteni, e credo neanche lei, Presidente, siamo in grado di ricordarci per 146 ordini del giorno esattamente che cosa ha detto sulle parole previste dall'ordine del giorno. La seconda questione, però, Presidente, è più politica, in risposta all'apertura del dibattito che ha appena fatto il collega Molteni, perché ha fatto un ragionamento generale. Collega Molteni, questo non è il giorno dell'elemosina, non è che se lei, a nome del Governo, cancella tutto il testo di un ordine del giorno dell'opposizione - in alcuni casi dico, non tutti - e all'incipit della parte dispositiva aggiunge le parole “a verificare la possibilità di” può pretendere che noi chiediamo che voi state realizzando quello che vi chiediamo, perché questa è politica.

Se pensate che diciamo il giusto, accettate l'ordine del giorno, compresa la parte prescrittiva per il Governo, se no stiamo a prenderci in giro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Siamo tutti e due esperti dei lavori di quest'Aula, sappiamo che cosa vuol dire cancellare completamente il tessuto di analisi dell'ordine del giorno e premettere una frase, perché, come è noto in quest'Aula a tutti, un ordine del giorno, che non significa nulla, non si nega a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, proprio perché, come lei ha voluto precisare, è esperto di questioni d'Aula, lei sa che non disponiamo delle copie scritte delle riformulazioni espresse da parte del Governo. Quello che posso fare è invitare il sottosegretario Molteni a rileggere la riformulazione.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, le premesse non vengono assolutamente toccate, l'ordine del giorno rimane interamente in piedi così come formulato dal collega Stumpo; l'impegno al Governo è: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, un fondo per il sostegno agli amministratori locali vittime di atti intimidatori connessi nello svolgimento del loro incarico”.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Stumpo n. 9/1346/4, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno Muroni n. 9/1346/5.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, questo era un ordine del giorno assolutamente importante, secondo me, perché quello che ci ha detto ieri la Lega intervenendo in quest'Aula è che non si voleva smontare il sistema di accoglienza e di integrazione messo in campo in questi anni dal sistema degli SPRAR, invece noi pensiamo che accadrà esattamente il contrario. Anzi, non lo pensiamo solo noi, lo pensa anche l'Istituto per gli studi di politica internazionale, che ha calcolato che il decreto, nella parte in cui appunto depotenzia il sistema degli SPRAR, creerà un aumento di 110-120 mila persone irregolari, clandestini, come li chiamate voi. È una creazione artificiosa di una condizione di irregolarità che naturalmente non aiuterà l'integrazione e soprattutto peggiorerà le condizioni anche di mancanza di accettazione del fenomeno della migrazione. Noi crediamo che non sia un caso che sia stato messo sotto scacco proprio il sistema degli SPRAR, perché gli SPRAR, per la loro diffusione omeopatica sul territorio, fatto di piccole realtà, hanno garantito in questi anni la prossimità, la conoscenza diretta dei migranti, che è quello proprio che la Lega e il Ministro Salvini temono, cioè la dimostrazione concreta che i migranti non sono un pericolo ma sono una risorsa per questo Paese.

È la prossimità che vi fa paura, è l'integrazione, quella fatta con le famiglie e nelle famiglie nei piccoli comuni.

Non siamo noi a dirvelo. Sono tantissimi i sindaci che in queste ore stanno facendo appello perché non venga smontato questo sistema, un sistema che ha anche aiutato dei fenomeni tipicamente italiani come lo spopolamento delle aree interne e che, invece, con l'accoglienza dei migranti ha ricevuto nuova linfa vitale, economica, culturale, diciamo noi, perché guardate, per noi la multiculturalità rimane un valore importante, una ricchezza per il futuro, ed è questo che ci divide profondamente: voi ne avete paura, noi invece ne abbiamo curiosità, abbiamo voglia di vedere come sarà il futuro, come sarà il mondo di domani, quale mondo abiteranno i nostri figli, quel mondo che voi cercate di bloccare con la paura e con i vostri muri. Ecco, sono tantissime le storie che raccontano di questa integrazione possibile, necessaria, ricca.

Guardi, Ministro Salvini, non deve credere a me, deve parlare - ripeto - con i sindaci, i piccolissimi comuni consorziati, ad esempio nel progetto Agape, in provincia di Asti, quelli del Canavese, in provincia di Ivrea o nella rete Welcome, in provincia di Benevento, da Comerio a Latina, a Roccella Ionica, a Uggiano nel Salento: sono tantissimi i sindaci che con gli SPRAR hanno aiutato anche le proprie e comunità locali. Ma voi su questo siete sordi, perché preferite un modello di società chiusa, paurosa, rancorosa, che non ci porterà lontano. Credo che, invece, aumenterà la paura degli italiani e forse è proprio questo quello che voi volete ottenere. Questo è il decreto “paura”, non è il decreto “sicurezza”.

Io vi chiedo, se è vero quello che sostenete, di votare questo ordine del giorno, in cui chiedo sostanzialmente che il modello degli SPRAR non venga smontato, perché voi stessi ritenete che sia un modello che funziona. Funziona troppo bene per voi, naturalmente. Ecco - glielo dico da donna, Ministro Salvini - a me fanno molto più paura i 12 mila commenti sotto il post sulla sua pagina Facebook che lei non ha avuto neanche la decenza di cancellare o rispondere, glielo dico da donna: mi fa molto più paura quello (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, onorevole.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/5 Muroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1346/5 Bersani.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bersani. Ne ha facoltà.

PIER LUIGI BERSANI (LEU). Signora Presidente, le onde di immigrazione sono sempre state e sono dei fiumi che scorrono fangosi, si portano dentro problemi, criticità, anche criminalità piccola, diffusa e anche organizzata, e dovremmo saperlo bene noi italiani perché sulla nostra ci ha campato mezza Hollywood, e ci sta ancora campando. Quindi, i Governi ragionevoli, non buonisti, ma ragionevoli, come si sono sempre comportati? Hanno cercato di prosciugare questo fiume man mano, tirando via l'acqua sicuramente buona. Ora, ci sono tre modi con i quali noi possiamo fare quest'operazione.

Primo: un canale regolare di ingresso; noi, dalla “Bossi-Fini” in poi, sostanzialmente non abbiamo un canale regolare di ingresso e, quindi, per definizione, chiunque arrivi è un irregolare e/o clandestino.

Secondo: bisogna regolarizzare coloro che sono già avviati di fatto in un processo di integrazione. Ve la ricordate, nel 2002, la mega sanatoria Maroni-Berlusconi? Giustamente si vantarono perché migliorarono i conti del fisco e dell'INPS: pensavano che fossero 200 mila, furono 700 mila. Io non propongo, noi non proponiamo una mega sanatoria, però, perbacco, se abbiamo 600 mila irregolari – saranno 600 mila – non possiamo attivare una regolarizzazione a persona, molecolare, affidata a tavoli delle prefetture, guidate e proposte da forze dell'ordine, approfittando del sistema molecolare che è l'Italia? Voi fate il contrario: tra SPRAR e togliere il permesso umanitario, andiamo ad aumentare questo esercito di fantasmi che gira nel Paese, mettendo nel mucchio le badanti, mettendo nel mucchio quelli che lavorano già nell'edilizia o i nostri artigiani.

Infine, la terza cosa è lavorare sulla cittadinanza di coloro che sono già pienamente integrati. Qui bisogna discutere - mettetelo stretto, fate come volete -, ma bisogna assolutamente discutere di ius soli : è inaccettabile sentirsi dire, come ci siamo sentiti dire anche nella scorsa legislatura: “Non è il momento. Proprio adesso?” (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)? Ma sapete che messaggio implicito dà una posizione del genere? Sta dicendo che, siccome ci sono i barconi e ci sono gli stupratori, anche tu, bambino adolescente che stai studiando con i nostri nipoti e i nostri figli anche tu sei nel mucchio”. Il messaggio implicito - non dico neanche subliminale, perché ormai diventa palese – è: “Non mi importa se è buono o cattivo: è nero, non lo voglio”, quando il messaggio deve essere: “Non mi importa se è bianco e nero: deve essere perbene, perché su questo non si scherza”. Attenzione, possiamo chiamarlo Ugo o Massimiliano, ma si chiama “razzismo” quello che sta cominciando a girare in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)!

Attenzione! Mi riferisco alla fascia di età che sta fra l'infanzia e l'adolescenza, dove si sviluppa lo spirito critico. Quanto rancore state seminando nelle menti di questi ragazzi, di questi bambini? Che investimento fate sul futuro? Ma vi rendete conto che ci sono classi dove si è metà e metà? Allora - e chiudo - ricordatevi che il contrario dell'integrazione è la disintegrazione e il contrario del Ministro dell'ordine pubblico è il Ministro del disordine pubblico!

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Bersani.

PIER LUIGI BERSANI (LEU). Ho concluso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/6 Bersani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/7 Rostan, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Onorevole Rostan, accetta la riformulazione?

MICHELA ROSTAN (LEU). Grazie, Presidente. Ovviamente non accetto la riformulazione, ho già avuto modo ieri di spiegare che la previsione del Daspo nei presidi sanitari è assolutamente inutile, perché è una misura che non può certamente essere controllata. Ora, noi abbiamo ben compreso che il Governo non vuole ascoltare le ragioni di una parte politica, ma veramente troviamo assurdo che davvero siate sordi alle richieste di centinaia, migliaia di medici che in questi giorni vi hanno parlato della completa inutilità di questa misura, perché è una previsione di difficile monitoraggio, è una previsione di difficile controllo. Che cosa dovrebbe fare un medico in un pronto soccorso, quando viene ricoverata una persona sul cui capo pende il Daspo? Dovrebbe forse disattendere alla previsione contemplata nell'articolo 32 della nostra Carta fondamentale, in base alla quale il diritto alla salute è una garanzia intoccabile che deve essere riconosciuta a tutti?

E non accogliamo certamente la riformulazione di questo ordine del giorno, perché, mi spiace constatarlo ma avete espunto la parte più importante, quella nella quale vi chiedevamo il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale. Da tempo vi stiamo dicendo che l'unica forma di prevenzione e di dissuasione è soltanto quella di poter intervenire sull'articolo 357 del codice penale. Ora, nel nostro ordinamento c'è una categoria illimitata di pubblici ufficiali e, Presidente, vorrei, per il suo tramite, rivolgere una domanda al Ministro dell'Interno e chiedergli: perché questo ostracismo? Perché questa difficoltà a riconoscere una misura che viene richiesta da tutti gli ordini professionali e da tutti i medici?

Ora, noi ci rendiamo conto che la previsione del Daspo è certamente contro l'etica, è contro la deontologia e contro il giuramento di Ippocrate, ma ci rendiamo conto anche di un'altra cosa: che avete voluto per l'ennesima volta ribaltare un problema sociale particolarmente grave sui medici stessi, e di questo dovrete rispondere nei loro confronti (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/7 Rostan, a questo punto con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/8 Epifani, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Devo dire, siamo stupiti di questo parere negativo da parte del Governo, anche in un'ipotesi di riformulazione. Questo è un ordine del giorno che non presentava problemi di copertura, invitava sostanzialmente e impegnava il Governo a convocare, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, la Conferenza Stato-regioni per definire le famiglie in situazione di fragilità in modo uniforme sul territorio nazionale, evitando che ci fossero definizioni e trattamenti differenti nelle diverse regioni. Credo che, da questo punto di vista, fosse ed è un ordine del giorno di buonsenso, che chiedo a questa Camera di votare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/8 Epifani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/9 Fornaro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Sì, anche da questo punto di vista, analogamente a quello precedente, l'impegno che chiedevamo al Governo era quello di salvare, dove questo era possibile, i progetti già esistenti e, quindi, mettendo sotto la responsabilità dei questori, che, quindi, da questo punto di vista, in linea gerarchica vanno poi a dipendere dal capo della Polizia e poi dal Ministro dell'interno, in via eccezionale, su segnalazione dei singoli enti territoriali o di altri soggetti, la possibilità di disporre l'accoglimento all'interno di questi progetti dei richiedenti asilo, che si stanno già impegnando proficuamente. Cioè, era quello di dire: salviamo le esperienze positive che ci sono, ma, evidentemente, come è stato detto più autorevolmente di me da diversi colleghi che mi hanno preceduto, a voi dell'integrazione non interessa e vi interessa piuttosto continuare ad alimentare la paura (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/9 Fornaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/10 Conte, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Non accetta la riformulazione, immagino, onorevole Conte?

FEDERICO CONTE (LEU). Chiedo di conoscere esattamente i termini della riformulazione.

PRESIDENTE. Invito il sottosegretario Molteni a leggere nuovamente la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1346/10 Conte.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. “Impegna il Governo a proseguire” - visto che lo sta già facendo - “le iniziative già in corso, affinché ai richiedenti asilo vengano fornite tutte le informazioni sulla procedura di asilo e sui loro diritti e doveri; venga assicurata ai nuovi funzionari dedicati alla valutazione delle domande di protezione internazionale una adeguata formazione circa le tecniche di intervista, in particolare ai minori, e di identificazione delle forme di persecuzione o rischio grave che comportano la domanda di protezione, assicurando che le domande siano debitamente e accuratamente considerate.” Cioè, non cambiamo nulla dell'ordine del giorno, così come è formulato.

PRESIDENTE. Onorevole Conte, accetta la riformulazione?

FEDERICO CONTE (LEU). In questi termini, accetto la riformulazione, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/11 Speranza, su cui c'è un parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Speranza. Ne ha facoltà.

ROBERTO SPERANZA (LEU). Presidente, grazie. Questo ordine del giorno prova a mettere un pannicello caldo al disastro che viene prodotto con questo provvedimento, in modo particolare con l'articolo 1. Qui vorrei provare a condividere con i colleghi dell'Aula qual è il punto di fondo di questo articolo: si cancella la protezione, il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Nel 2017, voglio ricordare a me stesso, sono state 20 mila le persone, che, grazie a questo provvedimento e grazie alla protezione con il permesso di soggiorno per motivi umanitari, hanno “acceso” in qualche modo la propria vita, cioè la possibilità che si possa accedere, per esempio, al servizio sanitario internazionale, a percorsi di tipo formativo o, ancora, al lavoro, che è l'unica vera possibilità per l'integrazione.

Ora, qual è il punto di fondo? Con questa scelta, con l'articolo 1, queste 20 mila persone - voglio dire al Ministro Salvini - non è che scompaiono; restano nel nostro Paese, ma semplicemente non hanno più questi diritti. Siccome avete voi stesso ammesso che non riuscite a farli tornare nei propri Paesi – e meno male, perché spesso in questi Paesi non sono rispettati i diritti fondamentali dell'uomo – abbiamo una straordinaria eterogenesi dei fini, per cui questo provvedimento avrà l'unico effetto che queste 20 mila persone restano in Italia, ma restano senza diritti, restano senza Servizio sanitario nazionale e restano senza la possibilità di ottenere il lavoro. E qual è la conseguenza di fondo? Che diamo più illegalità, più braccia alla criminalità organizzata, più irregolarità. È, alla fine, la stessa cosa che avviene con lo SPRAR. Lo SPRAR, che ha coinvolto oltre 1.200 comuni del nostro Paese, significava dare la possibilità ai sindaci, agli enti locali di governare l'immigrazione sui propri territori, mentre qui l'obiettivo sembra esattamente l'opposto: aumentare l'irregolarità, aumentare il disagio e diminuire la possibilità di governare questo fenomeno.

Per governare questo fenomeno, che è un fenomeno grande, enorme, con il quale dobbiamo fare i conti, che riguarda nel profondo il tempo che stiamo vivendo, c'è bisogno di strumenti totalmente opposti e noi lo ripetiamo con forza. C'è bisogno, per esempio, dello ius soli. Lo ius soli che cosa dice? Dice che gli 850 mila ragazzi, che frequentano le scuole di ogni ordine e grado con i nostri figli, che sono nuovi italiani, che sono lì, vengono riconosciuti dallo Stato e diventano cittadini, perché quelli sono già italiani; non sarà un vostro atteggiamento sbagliato a far sparire le persone; quelle persone ci sono, sono persone in carne ed ossa, hanno diritti umani che vanno tutelati e difesi; noi cosa facciamo? Mettiamo la polvere sotto il tappeto, facciamo finta di non vederli o ci poniamo l'obiettivo di come integrarli, di come riconoscerli, di come garantire il loro status universale di esseri umani? Questo è il punto di fondo: è la differenza sostanziale tra chi pensa, con questo provvedimento, di fare un'operazione di propaganda perché i problemi rimarranno tutti là, non se ne risolverà uno e si aumenterà soltanto la tensione sociale, e di chi, invece, ha in testa che questo è un grande fenomeno del nostro tempo e che va governato con una modalità diversa, che sia fino in fondo rispettosa della nostra Costituzione, Costituzione che voi oggi state calpestando. Tuttavia, io credo che il rispetto della Costituzione sia l'unica strada anche per affrontare il grande tema dell'immigrazione nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/11 Speranza, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1346/12 Occhionero.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Grazie, Presidente. Ancora una volta il Governo ha perso l'occasione di accogliere un suggerimento di buonsenso come quello proposto attraverso questo ordine del giorno. Ma, d'altra parte, comprendiamo che l'ispirazione dell'azione politica di questo Governo è escludente, retriva, retrograda e razzista.

E, allora, capiamo perché o, meglio, non capiamo perché il Governo ritiene cristallizzatasi ormai un'equazione che per noi è insostenibile, cioè lo status di rifugiato e richiedente asilo equivale a colpevole. Questo non solo rovescia completamente il paradigma del principio della presunzione di non colpevolezza, sancito dall'articolo 27, secondo comma, della nostra Costituzione, ma soprattutto straccia la Costituzione, laddove la Costituzione parla di uomo, e non di colore in maniera esplicita, netta e chiara, che noi rivendichiamo.

È per questo, signora Presidente, che non riusciamo a capire perché questo Governo non abbia accolto il nostro ordine del giorno, che cerca di salvare quelle forme di lavoro regolare che, attraverso il sistema SPRAR, si sono realizzate in tante nostre comunità, laddove proprio le ridotte e contenute dimensioni di questo sistema di protezione ben si armonizzavano con le comunità locali, al punto da coinvolgere in maniera positiva e di far raggiungere agli stranieri un perfetto, ottimo e proficuo grado di integrazione, anche attraverso quella che è la contribuzione alla crescita sociale ed economica delle stesse comunità. E, allora, non capiamo perché colpire queste forme di lavoro regolare, perché calpestare i diritti, perché continuare a infliggere colpi alle tante conquiste di libertà, di uguaglianza e di civiltà giuridica del nostro Paese.

Lo abbiamo detto diverse volte e oggi lo ripeto, sebbene abbia già avuto occasione di dirlo ieri e lo abbiano ribadito, meglio di me, e i miei colleghi: noi riteniamo che solamente attraverso i temi dell'integrazione e dell'accoglienza si possano vincere le sfide del mondo contemporaneo, e noi rivendichiamo questo ruolo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/12 Occhionero, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/13 Pastorino, su cui il parere del Governo è favorevole, con riformulazione.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, lei non può intervenire per dichiarazione di voto, perché è già intervenuto due volte. Può intervenire solo per dirmi se accetta la riformulazione o meno.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, accettiamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo quindi all'ordine del giorno n. 9/1346/14 Boldrini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signora Presidente. Intendo intervenire. Credo che sia necessario farlo. Il sottosegretario Molteni ha espresso con una certa soddisfazione il parere contrario su questo ordine del giorno. Ha detto “no” a questo ordine del giorno, che semplicemente vuole rafforzare gli strumenti di tutela per i minori non accompagnati. Mi dispiace sì, signora Presidente, mi dispiace, ma non mi meraviglia perché questo Governo, come dire, ci ha abituato a far sentire i toni accesi contro i minori, i minori non accompagnati, contro le persone più vulnerabili.

Questo decreto, che è detto “sicurezza”, è un decreto pericoloso. È un decreto pericoloso perché intanto viola alcuni articoli della nostra Costituzione, i principi fondamentali della nostra Costituzione, e poi stravolge anche i cardini della nostra cultura giuridica, attacca pesantemente le buone esperienze di integrazione, aumenta il numero di irregolari, anzi, è una fabbrica di irregolari.

E, dunque, che cosa fa? Rende peggiore il nostro Paese, un luogo peggiore dove vivere. E la prova di ciò che stiamo dicendo è data anche dal combinato disposto tra l'abolizione della protezione umanitaria e l'indebolimento del sistema dello SPRAR. Vede, signora Presidente, questo è un sistema che ha dimostrato di funzionare, funziona perché garantisce integrazione, perché ha un impatto facile da assorbire, quindi, come dire, arriva nel territorio senza che questo abbia affetti negativi.

Questo provvedimento, questo decreto avrà un impatto deleterio anche sui minori non accompagnati.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. E' scritto!

LAURA BOLDRINI (LEU). Certo, sottosegretario Molteni, il decreto consente la loro presenza nei progetti dello SPRAR, questo lo abbiamo appreso, ma non si pone una domanda: che cosa avviene a questi ragazzi quando compiranno diciotto anni, al raggiungimento del diciottesimo anno di età, sottosegretario Molteni (Commenti del sottosegretario Molteni)

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, se vuole intervenire, chieda la parola, dopo, grazie.

LAURA BOLDRINI (LEU). Perché senza la protezione umanitaria di cui gode gran parte di loro, che cosa succederà? Negli SPRAR, oggi, si sa quello che succede, cioè si continua l'attività culturale, si continua la formazione, si continua l'avviamento al lavoro, anche dopo il compimento del diciottesimo anno di età, perché c'è la protezione umanitaria. Ma secondo il vostro decreto queste attività cesseranno una volta divenuti maggiorenni e qual è il rischio? Il rischio è di trasformare questi ragazzi e queste ragazze in irregolari e di esporli a ogni tipo di pericolo e di rischio. Allora, vi sembra accettabile una situazione così? È accettabile per voi? A me non sembra accettabile; è una decisione priva del senso di giustizia, lo dico anche ai colleghi e alle colleghe del MoVimento 5 Stelle, priva di umanità, perché stiamo parlando di ragazze e ragazzi che potrebbero essere i nostri figli. Anche di questo dovrete rispondere, anche di questo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)!

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. E' falso…!

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, quando vuole può prendere la parola, lasci e rispetti il diritto dell'onorevole Boldrini di esprimere liberamente il suo pensiero, grazie.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signora Presidente, quando non fanno parlare gli esponenti della minoranza è sempre un cattivo segno. Quindi, questo ordine del giorno mira a rafforzare gli strumenti di tutela dei minori non accompagnati e anche a realizzare degli interventi nei loro confronti, armonizzando questi interventi in un sistema unico, quello SPRAR, e ad armonizzare anche i servizi di accoglienza, predisposti direttamente dai comuni.

Quindi, è una misura ispirata dalla volontà di affrontare il tema dell'immigrazione, governandolo, lo ripeto, governandolo e non strumentalizzandolo come state facendo con questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, io credo che tra le poche cose positive che possiamo ascoltare con interventi di questo tipo è poter dire, all'onorevole Boldrini, con chiarezza, cosa pensiamo di quest'ordine del giorno. Si tratta di un ordine del giorno intriso di ipocrisia, finalizzato a mantenere vivo un sistema, quello degli SPRAR, esclusivamente utilizzato per foraggiare strutture cooperative e soggetti che hanno attinto a piene mani da questo tipo di accoglienza, esclusivamente per interessi propri, che nulla hanno a che fare con gli interessi dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Andate nei comuni piccolini dove abbiamo 100 residenti e venti persone collocate col sistema SPRAR; andate a vedere a Ravenna o altre realtà (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

FEDERICO FORNARO (LEU). Ci abito io!

PRESIDENTE. Colleghi…onorevole Fornaro, colleghi…

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Dove abbiamo 400 minori non accompagnati solo per il fatto che avete il raddoppio della quota dello SPRAR.

PRESIDENTE. Onorevole Bignami, si rivolga alla Presidenza!

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Dovete dire le cose con chiarezza! Dovete dire che questo ordine del giorno è finalizzato a foraggiare e a mantenere vivo un sistema…

PRESIDENTE. Onorevole Bignami, si rivolga alla Presidenza!

GALEAZZO BIGNAMI (FI). … che era utile esclusivamente ai vostri interessi e alle cooperative rosse! Perché se vogliamo dire, Presidente, con chiarezza a che cosa serve questa roba, è questo!

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Sto presiedendo io, colleghi!

GALEAZZO BIGNAMI (FI). A voi dell'immigrazione non interessa nulla, come non vi interessa nulla degli italiani perché altrimenti avreste fermato l'immigrazione già da tempo. Vi dovreste, perdoni, Presidente, se lo dico, vergognare di quello che avete combinato sui territori!

FEDERICO FORNARO (LEU). Vergognati tu!

PRESIDENTE. Collega Fornaro…

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Vergognare degli SPRAR che avete attivato e vergognare, anche, dei tentativi di continuare a foraggiare con soldi pubblici, che dovrebbero andare agli italiani, ai disabili e agli anziani, forme di sostentamento all'immigrazione che solo voi volete tener vive esclusivamente per i vostri interessi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier - Proteste dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

FEDERICO FORNARO (LEU). Non si può permettere, il collega, di lanciare accuse gratuite. Io non ho interessi; adesso facciamo un giurì d'onore e mi dice quali interessi io ho come parlamentare della Repubblica! La dovete smettere di fare campagna elettorale! È chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali – Commenti della deputata Muroni)?

PIERO FASSINO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Onorevole Muroni, non mi costringa a richiamarla all'ordine; l'ho già richiamata prima…

PIERO FASSINO (PD). Vorrei dire pacatamente, se il collega che è intervenuto mi dà ascolto, visto che io l'ho ascoltato, e lo dico da ex sindaco e da ex presidente dell'ANCI, che il sistema SPRAR è una cosa molto diversa da quella che lei ha qui descritto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il sistema SPRAR è (Commenti del deputato Bignami)… mi faccia parlare io non l'ho interrotta, l'ho ascoltata.

PRESIDENTE. Onorevole Bignami, la richiamo all'ordine…?

PIERO FASSINO (PD). L'ho ascoltata nella sua invettiva, mi faccia almeno, in modo pacato, ragionare. Le dico che il sistema SPRAR è un sistema molto diverso da quello che lei ha descritto. Allora, ci metto un minuto soltanto, Presidente; in questi anni sono stati gestiti i flussi di migranti con due canali: il canale prefettizio e il canale SPRAR. Il canale prefettizio si è dimostrato l'anello debole, perché i prefetti, una volta che hanno ricevuto dei migranti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)… lasciate stare gli applausi, fatemi finire; i prefetti, una volta che ricevono un certo numero di migranti, si preoccupano di una sola cosa, di trovargli un letto dove poter dormire. Ottenuto questo risultato, da quel momento in poi, non se ne occupano più. I sindaci, attraverso il sistema SPRAR, accolgono i migranti, li sistemano e, poi, dal giorno dopo, attraverso i servizi comunali, attraverso la rete del loro comune, attraverso le associazioni di volontariato, attraverso le parrocchie, attraverso le cooperative, realizzano una politica di integrazione.

Questa è la differenza tra il sistema SPRAR e il sistema dei prefetti e per questo noi, qui, stiamo dicendo che è un gravissimo errore smantellare il sistema SPRAR, perché voi, in questo modo, smantellate qualsiasi politica di integrazione e, quindi, create una condizione di maggiore precarietà e insicurezza per i migranti e per i cittadini italiani. Questa è la realtà, basta andare in qualsiasi comune italiano che ha applicato il sistema SPRAR e constatare che quello che le sto dicendo corrisponde al vero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, non so se vi è dolo o stupidità nella redazione di questo decreto, probabilmente un mix di entrambe le cose. Sicuramente vi è un fondamentalismo ideologico che sta piegando pericolosamente il piano culturale di questo Paese, che sta alimentando razzismo, xenofobia e sentimenti di odio e di violenza i cui effetti vedremo nel medio e lungo periodo. I danni li pagheremo nel tempo, come stiamo pagando, oggi, i danni di un approccio alle politiche migratorie sbagliate che tutti i Governi che vi hanno preceduto hanno garantito e tutelato. A partire dal fatto che, oggi, paghiamo il fatto che non è mai stata abrogata una legge come la Bossi-Fini che è quella che produce l'irregolarità delle persone che entrano in questo Paese, perché quello che voi non dite è che chi è irregolare in questo Paese lo è perché non esistono vie d'accesso legali, non esiste un sistema che prova a governare l'accesso migratorio in questo Paese.

E, oggi, invece di affrontare questo tema e di regolare e stabilire come si può entrare in questo Paese, come fanno tutte le democrazie normali, voi state decidendo di criminalizzare chi è entrato in questo Paese, indistintamente, a prescindere dal fatto che abbia compiuto o meno un atto illegale.

Ed è questo che accade anche in termini nominalistici; avete chiamato “sicurezza” un decreto che affronta l'immigrazione e i temi che riguardano i diritti individuali inviolabili delle persone e li state cancellando anche con profili di incostituzionalità. L'abbinamento immigrazione e sicurezza è una delle fonti principali di alimentazione del razzismo in questo Paese. E voi la dovete smettere di criminalizzare tutte le persone per il colore della pelle o per il ceto sociale, perché questo è l'altro tema che innerva questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). E ve lo voglio dire, perché quello che criminalizzate insieme all'immigrazione è anche il disagio sociale; lo fate quando pensate che basta fare degli sgomberi di occupazioni ad uso abitativo senza porvi il tema di come si affronta il diritto all'abitare e di come si dà una risposta a tutte quelle persone che per morosità incolpevole si sono trovate in questi anni, a seguito della crisi, senza potersi permettere una casa per il proprio nucleo familiare, a prescindere dal colore della pelle, perché questa è la realtà.

Non state facendo la guerra alla povertà, state facendo la guerra ai poveri; e avete deciso di limitare i diritti di quelle persone, alimentando l'insicurezza di questo Paese. Avete ridotto l'accoglienza, e lo voglio dire all'onorevole Bignami…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, però.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Attraverso lei, Presidente. Glielo voglio spiegare che il sistema Sprar è stato in questi anni la parte migliore di un sistema di accoglienza malato che nessuno dei Governi precedenti ha voluto affrontare. Lo dico perché nella scorsa legislatura, l'onorevole Bignami potrebbe riprendere le carte della Commissione d'inchiesta sui centri di accoglienza, abbiamo chiesto in più occasioni all'allora Ministro dell'Interno perché il nostro sistema di accoglienza, pur avendo una strutturalità dei flussi migratori, continuava ad avere il 70 per cento dell'accoglienza dentro i centri straordinari, che sono quelli che oggi questo Governo rilancia. Infatti, è esattamente dentro quei centri che si sono costruite le politiche speculative sull'immigrazione, un enorme business della disperazione, che è stato bipartisan rispetto alle relazioni di quelle cooperative.

Glielo dico perché il CARA di Mineo, il più grande affare speculativo sulle migrazioni, è stato aperto da un Ministro della Lega per garantire gli interessi di imprenditori del Nord che non sapevano cosa farne di quelle strutture. E, quindi, noi qui non accettiamo la morale da nessuno, dopo che il vostro partito su quel terreno ha speculato sia economicamente che politicamente (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali), costruendo una grande speculazione sulla paura. Ecco, è questo di cui dovremmo parlare oggi, integrazione e accoglienza: se non sono queste le due chiavi che affrontano le questioni migratorie, c'è il fallimento di un sistema Paese. Allora lo voglio dire anche ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, e concludo, Presidente: voi non ve ne potete uscire con il vostro silenzio davanti a quello che sta accadendo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Voi non potete far finta di niente davanti alla legittimazione del razzismo istituzionale. E lo dico anche a tanti amici che ho dentro quel MoVimento, che oggi stanno in silenzio davanti alla legittimazione istituzionale del razzismo di Stato.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Lo dico così, con delle parole che mi sono care e che hanno riguardato altre grandi responsabilità in questo Paese, ma chi tace oggi è complice; e non mi importa quali sono le ragioni profonde del vostro silenzio, se il legame con il potere o l'idea che possiate in qualche modo, attraverso questo compromesso, raggiungere un obiettivo. Sarete complici del disastro politico e culturale che si sta costruendo con questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sembra che la sinistra si svegli oggi, dopo che ha governato e mal governato da cinque anni, e che questa situazione non l'abbiano creata proprio i Governi di sinistra: uffici dell'immigrazione della Polizia dove gli immigrati regolari non possono entrare in Italia perché le pratiche sono bloccate dalle troppe, tante richieste degli irregolari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), gli uffici che non ce la fanno più a espletare le pratiche di chi vuole entrare legalmente, persone oneste, imprenditori che non hanno più la possibilità di entrare, perché gli uffici non riescono ad espletare le pratiche di queste persone, dei tanti irregolari che voi avete fatto entrare.

Non dimentico: chi è che ha costruito il sistema dove le prefetture scavalcavano i sindaci? Quand'è che la prefettura autorizzava centri di cooperative dove i sindaci erano ignari? Chi è che comandava l'ANCI (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che andava dai sindaci e gli diceva: se tu non mi apri lo Sprar, allora riceverai migliaia di migranti? I ricatti che hanno dovuto subire i sindaci, i ricatti che hanno dovuto subire le popolazioni. Quali sono gli amministratori, di che partito, che nella mia regione, la Sardegna, hanno detto che gli immigrati dovevano ripopolare la Sardegna, sostituendo i tanti sardi che erano emigrati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Ma con che diritto venite qui a parlare? Cinquemila sardi che emigrano all'estero e noi dobbiamo essere ripopolati da popolazioni africane irregolari, dai nigeriani che sono stati arrestati l'altro giorno in Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), arrivati con i barconi, con i permessi di soggiorno, la mafia nigeriana? E ancora oggi dobbiamo sorbirci le accuse di razzismo? I veri razzisti siete voi, che non fate differenza tra nazioni, tra popolazioni, fra abitudini e tradizioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Con orgoglio sono amico della comunità libanese, della comunità siriana, della comunità egiziana, che sono scese in piazza con noi contro quegli immigrati irregolari che andavano a spacciare nei nostri quartieri e che non possono essere toccati. Quindi, basta con queste false accuse di razzismo e questa ipocrisia che regna: la destra è il razzismo. La sinistra è la più razzista, perché condanna questi immigrati a lasciare la loro terra, e la sinistra è ignara di quello che succede in Africa. L'ho già detto: quando la Siria è stata bombardata, generando un'ondata di migranti, con chi si è schierata la sinistra? Contro i Governi legittimi, si è schierata con i ribelli che stavano destabilizzando quei Paesi. E oggi dobbiamo sorbirci la lezione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Viva l'autodeterminazione dei popoli e viva la possibilità, come dice Papa Benedetto XVI, e il diritto di poter abitare nelle proprie nazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo sempre che siamo in fase di dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n. 14. Quindi, l'invito è ad attenervi al merito della questione.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, Presidente, lei ha fatto l'affermazione che ha fatto adesso, alla fine di un comizio di insulti nei nostri confronti, neanche passando per la sua persona, da parte del collega di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'ItaliaUna voce dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia: Quali insulti?). Qui dobbiamo deciderci prima…

PRESIDENTE. Onorevole Fiano…

EMANUELE FIANO (PD). No, mi permetta di concludere i cinque minuti di intervento sull'ordine dei lavori, Presidente. Lei deve decidere prima, non dopo, qual è il tipo di intervento che fa il collega, perché il collega non ha neanche una volta citato il merito dell'ordine del giorno; ha fatto un comizio politico legittimo, basta che lei ci dica che si può fare. Voglio sapere a che titolo sono stati utilizzati i cinque minuti del collega, se sull'ordine dei lavori, e allora poi decidiamo che l'ordine dei lavori è tutto, o sul merito dell'ordine del giorno. Infatti, noi vogliamo rispondere, però devo dire ai colleghi del Partito Democratico se, per rispondere alle affermazioni del collega, alle accuse nei nostri confronti, utilizzano il tempo del loro ordine del giorno sul quale devono intervenire o fare un intervento sull'ordine dei lavori.

Lei capirà che si pongono delle questioni di equità nell'Aula, perché devo trattenerli perché voglio che parlino nel merito del loro ordine del giorno, però qualcun altro approfitta della sua gentilezza e della sua educazione nella conduzione per utilizzare un finto intervento sull'ordine dei lavori per parlare di un merito che non è neanche nell'ordine del giorno. Mi dica come dobbiamo comportarci.

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, intanto non è lei a dirmi cosa devo decidere o meno. In secondo luogo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)…Colleghi, per cortesia, colleghi. In secondo luogo, ho puntualizzato che ci troviamo in fase di dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n. 14 proprio a seguito dell'intervento dell'onorevole Deidda. Non ho la sfera di cristallo, e quindi non potevo sapere prima cosa l'onorevole Deidda aveva intenzione di dire e come aveva intenzione di pronunciarsi.

EMANUELE FIANO (PD). Glielo deve chiedere prima, non dopo!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meloni. Ne ha facoltà. Le do la parola, chiedendo anche a lei di attenersi all'ordine del giorno su cui stiamo discutendo, il n. 9/1346/14 Boldrini.

GIORGIA MELONI (FDI). Presidente, mi attengo all'ordine del giorno e mi attengo a quello che ho sentito dire da chi presentava l'ordine del giorno, e segnatamente dall'ultimo collega della sinistra che è intervenuto. Nel merito, due cose molto veloci, perché c'è un limite alle castronerie che si possono dire in quest'Aula, mi perdoni. Non si può dire, per esempio, che in Italia non è possibile entrare legalmente per colpa della Bossi-Fini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). In Italia non è stato possibile entrare legalmente negli ultimi anni perché sono state azzerate le quote della Bossi-Fini, perché tutte le quote erano coperte da chi entrava illegalmente nel territorio italiano! Infatti, noi siamo l'unica nazione che dice che in Italia puoi entrare solo se paghi gli scafisti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ed è esattamente quello che abbiamo contestato in tutti questi anni!

Quindi, per favore, cerchiamo di dire cose serie, primo. Secondo, basta con l'accusa di razzismo istituzionale. Il razzismo istituzionale l'ha fatto uno Stato che fa crepare gli italiani sotto un ponte, e a chiunque arriva da fuori dà 37 euro e mezzo al giorno! Quello è razzismo istituzionale (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)! Il razzismo istituzionale è dare ad un pensionato sociale 480 euro, quando per un immigrato se ne spendono 1.200 (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (FI). Grazie, Presidente. Io mi sono sentito in dovere di intervenire sull'ordine del giorno, perché sembra quasi dagli interventi delle sinistre, Presidente, che nessuno, da questa parte dell'Aula, sappia che cos'è lo SPRAR, che nessuno, da questa parte dell'Aula, sappia che cosa significa accoglienza, che nessuno, da questa parte dell'Aula, abbia nel cuore chi scappa dalla guerra realmente. Tutti noi abbiamo nel cuore chi scappa dalla guerra realmente, ma le sinistre di questo Paese devono rendersi conto che tutto ciò che loro hanno fatto e hanno detto nella giornata di oggi, ogni intervento che proveniva da quella parte dell'Aula, ha fatto diventare una persona che era moderata, radicale dall'altra parte. Ma come le sinistre non si rendono conto che la mala gestione degli ultimi anni ha fatto diventare il cuore degli italiani diverso?

Mi rivolgo, per suo tramite, Presidente, all'onorevole Fassino, perché ha menzionato lo SPRAR, ha menzionato l'ANCI (Commenti della deputata Giuditta Pini)

PRESIDENTE. Onorevole Pini, faccia continuare l'onorevole Silli. Non è che urlando risolve la questione ed esprime il suo pensiero: dopo interverrà, chiederà la parola ed interverrà. Onorevole Silli, prego.

GIORGIO SILLI (FI). Onorevole, abbia rispetto di un deputato della Repubblica, eletto come lei.

Mi rivolgo, per suo tramite, Presidente, all'onorevole Fassino, che parlava di ANCI e parlava di SPRAR, e chiaramente incardinava l'immigrazione all'interno del sistema dei comuni, e mi lego all'intervento precedente dell'onorevole Bignami. Io probabilmente, onorevole Fassino, potrei insegnare a lei che cos'è lo SPRAR: ho fatto l'assessore all'immigrazione in un comune che è la capitale europea dell'immigrazione, e ho gestito buona parte dell'immigrazione all'interno dell'ANCI prima che lei fosse presidente. Lo SPRAR aveva un senso, aveva un senso quando il numero di richiedenti asilo era metabolizzabile da questo Paese. Voi avrete spalancato i cancelli, e avete reso l'assistenza e l'accoglienza un qualcosa di ingestibile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), e adesso vi lamentate se qualcuno cerca non di esagerare, ma di gestire, per il bene del Paese, questo fenomeno: è una roba vergognosa, è una roba vergognosa!

Il razzismo: ma che cos'è il razzismo? Che cos'è il razzismo? Il razzismo è dividere il mondo tra “razze” superiori ed inferiori. Io non mi sento razzista, e credo di poter parlare a nome di tutto il mio gruppo: noi siamo per l'accoglienza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), per l'accoglienza, per l'accoglienza quella giusta, per l'accoglienza di chi scappa dalla guerra. Noi non siamo per il socialismo utopico e utopistico che voi professate da anni! Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Presidente, attraverso di lei, rispetto a questo ordine del giorno, in esso c'è l'idea diversa tra la destra e la sinistra, tra chi pensa a una società in cui si possono usare sistemi diversi di accoglienza (lo SPRAR è un sistema, non è una questione ideologica), e chi invece fa della vicenda delle migrazioni un fatto ideologico.

La differenza tra destra e sinistra è semplice, e la si vede oggi: si ricompatta la destra in questo Parlamento su questa vicenda, tutta la destra. E io chiedo al Governo, attraverso di lei, di fare esattamente quello che hanno detto in campagna elettorale, e anche all'inizio di questo mandato. Noi siamo - l'abbiamo detto, continueremo a dirlo - per una società capace di accogliere; il centrodestra, in questo Governo gialloverde, appoggiato, come si vede, da tutta la destra, è per fare 500 mila espulsioni in poco tempo: così, ci ha detto il Ministro Salvini, avrebbe risolto il problema dell'immigrazione in Italia.

Allora, smettetela di raccontare bugie e di fare della facile propaganda, ed iniziate a fare quello in cui credete: iniziate ad attuare queste 500 mila espulsioni, fate la destra, e noi continueremo a fare la sinistra su questi temi, che sono le cose che ci differenziano e sulle quali davanti al Paese bisogna presentarsi (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Signora Presidente, innanzitutto tramite lei credo che, se dobbiamo parlare dell'ordine del giorno, mi sorprende che la collega Meloni non abbia neanche fatto riferimento alla questione di cui tratta questo ordine del giorno, che è proprio in riferimento ai minori stranieri non accompagnati.

Seconda questione: vorrei ricordare a quest'Aula che noi abbiamo un sistema SPRAR che nasce dall'articolo 23 della legge Bossi-Fini: non è che l'ha inventato qualcuno, viene da quella parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E voglio ricordare, sempre a quella parte, che il primo centro di accoglienza – 4 mila migranti al CARA di Mineo - non l'ha fatto il centrosinistra, l'ha fatto qualcun altro. Ma a noi interessa un'altra cosa: ci interessa che, con questo decreto-legge, il problema noi lo trasferiamo in particolare sui sindaci. L'onorevole Fassino ha spiegato più volte quale sia la differenza. Io vorrei un sussulto dal mio lato sinistro. Ho fatto per alcuni anni il presidente di gruppo nella Commissione d'inchiesta sui centri di accoglienza: questo lato di buonisti non ne vede neanche uno, perché grazie a quello che abbiamo fatto noi, i centri, quelli che non rispettavano la dignità della persona e lucravano sullo Stato li abbiamo fatti chiudere noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ok?

E quelli che in questo momento restano muti, afoni, neanche un sussulto, non so come fate a dormire la notte, perché questo è il problema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), hanno votato le nostre risoluzioni in Commissione d'inchiesta, dicendo esattamente il contrario di quello che stiamo approvando in questo decreto-legge.

E poi vorrei dire anche un'ultimissima cosa. La questione dei minori stranieri non accompagnati forse è la cosa, tra le tante pericolose che ci sono in questo decreto, che richiama questo ordine del giorno, la più veramente, a mio giudizio, non degna di questo Parlamento: perché il rischio, dopo che quella legge, la legge n. 47 del 2017, sottoscritta peraltro dal MoVimento 5 Stelle, perché era sottoscritta, è stata votata in questo Parlamento, è che noi la stiamo minando alla base, alle radici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); e con essa stiamo minando i diritti, la possibilità di tantissimi minori di essere riconosciuti in quanto persone e in quanto soprattutto portatori di un rispetto che è loro dovuto in qualità di minori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Carnevali, anche per aver accolto l'invito della Presidenza a stare nel merito della questione.

PIERO FASSINO (PD). Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Onorevole Fassino, lei ha chiesto la parola per fatto personale. Come lei sa, io dovrei darle la parola per fatto personale al termine della seduta, ma eccezionalmente le riconoscerò adesso il diritto di esprimersi. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). La ringrazio, e farò perdere pochissimo tempo, perché le cose sono state abbondantemente dette.

Al collega della Lega che prima è intervenuto, e che gradirei potesse seguirmi come io ho seguito lui, al collega che è intervenuto… Di Forza Italia, chiedo scusa. Vorrei dire questo: io non ho pretesa di insegnare a lei nulla, come lei invece…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, onorevole Fassino.

PIERO FASSINO (PD). Sì, un attimo solo. Non ho la pretesa di insegnare nulla, e non ho un approccio ideologico. Le dico soltanto una cosa: l'esperienza concreta dimostra che l'accoglienza gestita dai comuni attraverso lo SPRAR, in dimensioni contenute, un'accoglienza diffusa, consente di gestire il fenomeno; passare al superamento dello SPRAR, con grandi concentrazioni di immigrati gestite dalle prefetture, aumenterà precarietà e insicurezza. Questo non è un fatto ideologico, è la realtà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Era chiaramente un intervento nel merito, onorevole Fassino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilli. Ne ha facoltà.

FABIO MELILLI (PD). Presidente, visto che qui molti colleghi richiamano esperienze personali e vicende di presenza politica, mi consenta di dire una cosa, così, per ristabilire un po' di memoria anche rispetto all'ordine del giorno della collega Boldrini. Io penso sia bene che questo Parlamento prenda contezza finalmente di come nasce il sistema e di come nasce, poi, l'attenzione ai richiedenti asilo e ai giovani, che non hanno famiglia, che arrivano non accompagnati, così come si suol dire.

Siccome ognuno di noi ha vissuto queste esperienze, io, all'epoca, da direttore generale dell'ANCI, vorrei ricordare, soprattutto al collega di Forza Italia, che il primo che si occupò di questa vicenda, quando gli immigrati occupavano palazzi fatiscenti nelle nostre città, fu il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che si chiamava Gianni Letta, che, con l'otto per mille, finanziò Venezia, Roma, le grandi città, per consentire l'accoglienza migliore, soprattutto nelle grandi metropoli. E quando si costruì quel processo, che lui con grande intelligenza aiutò, aiutando i sindaci e le comunità locali, non c'era nessuna norma - fa bene l'onorevole Carnevali a ricordarlo - perché non c'era una norma che consentisse di capire, ad esempio, una volta sbarcati gli immigrati nei luoghi del sud del Paese, quando si doveva arrivare ad un'unica commissione di riconoscimento dei richiedenti asilo, e si perdeva un sacco di tempo. Così si costruì, nella “Bossi-Fini”, il sistema SPRAR, e sa chi fu il protagonista della normativizzazione del processo? Fu il sottosegretario Mantovani, che consentì la nascita di questo nuovo modello di accoglienza, che, come dice bene il collega Fassino, è incentrato sull'attenzione dei sindaci. Voglio soltanto ricordare una cosa, la dico al Governo, al Ministro Salvini: pochi giorni fa il Ministro del turismo si è recato nelle zone terremotate, vicino ad Amatrice, ed ha apprezzato la nascita, in quelle terre, di un grande birrificio di birra artigianale, ma quel birrificio, Presidente, nasce con uno SPRAR, perché ci sono, dietro quel processo, le sensibilità e i processi di integrazione che i nostri sindaci, tutti - non le cooperative rosse, come qualcuno demagogicamente dice, ma tutti, quelli di ogni colore -, hanno messo in campo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quell'esperienza viene cancellata anche con la legge di bilancio, diminuendo i fondi a disposizione delle comunità locali, e, al posto del processo più grande di integrazione - che avrà avuto anche dei difetti in qualche luogo, ma si correggano i difetti, allora -, viene cancellato e si rendono tutti gli immigrati irreperibili. È la volontà del Governo, questo è il dato: rendere il tema ancora più allarmante per le nostre comunità e speculare sull'allarme che si creerà nelle nostre comunità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boldrini n. 9/1346/14, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno Palazzotto n. 9/1346/15. Onorevole Palazzotto, lei era già intervenuto ed aveva esaurito il tempo a sua disposizione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palazzotto n. 9/1346/15 con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del girono Gribaudo n. 9/1346/16.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Signora Presidente, quest'ordine del giorno non nasce dal desiderio di chissà quali poteri forti, che, nella narrazione di questo Governo, sono sempre pronti a prendersela con l'Italia e con gli italiani; quest'ordine del giorno nasce dai territori, nasce dai sindaci, nasce da quei comuni, da quelle zone del nord che sono tanto care - che dovrebbero esserlo - e che sono nel DNA della Lega, il Nord da cui provengono molti deputati di questa maggioranza, il Nord da cui provengo anch'io. Quest'ordine del giorno nasce da una richiesta che non ha nessun colore politico, perché nasce dai sindaci delle amministrazioni che hanno iniziato, in questi anni, dei percorsi virtuosi proprio per combattere la demagogia che ho sentito tanto usata in quest'Aula nei confronti, invece, di un sistema che ha iniziato a funzionare e che funziona contro i grandi ammassamenti e contro quegli obblighi che erano dannosi, soprattutto per i residenti dei piccoli comuni.

Quest'ordine del giorno cerca appunto di dare dignità a un sistema che sta funzionando e che, invece, con questo decreto, voi di fatto mettete fuorigioco, creando non poche difficoltà proprio a quei sindaci che ci hanno scritto e che ci hanno chiesto di fare questa battaglia in Parlamento. Infatti, in questo modo, soprattutto all'indomani dell'inverno che incombe, voi create le condizioni per cui questi migranti non abbiano un tetto sotto cui stare e lasciate i sindaci soli ad affrontare quella che diventerà una vera e propria emergenza.

Vorrei che vi rendeste conto che così tradite proprio quel Nord, tradite i comuni, tradite la voglia di avere una gestione ordinata e solidale, mentre tornate a una gestione centralistica, che è la prima indiziata, indagata, per gli scandali di corruzione, che è la prima ad aver creato vere e proprie bombe sociali, tensioni tra i residenti laddove si è andati a concentrare migliaia di persone in maniera assolutamente sproporzionata appunto. È in quei luoghi e su quegli episodi che la Lega ha costruito gran parte del suo consenso. È cavalcando la paura delle persone che voi avete creato un consenso dal sapore orribile, e oggi, con questo decreto, cercate di ingrassarlo ancora una volta, perché la verità è che non rimandate a casa nessuno, ma create le condizioni perché i migranti debbano delinquere per sopravvivere. Di fronte a una politica così assurda e così contraria all'interesse degli italiani, i sindaci si stanno ribellando, e quest'ordine del giorno vuole essere la loro voce, perché chiede che venga rispettata quella regola di buonsenso che andate a scardinare, quel principio sacrosanto che ha permesso di rendere sostenibile il sistema SPRAR, ovvero la clausola di salvaguardia, la proporzionalità fra il numero dei migranti destinati a integrarsi in un dato territorio e la popolazione che lì già vive e risiede. È un'idea semplice eppure potentissima, mutuata dalle migliori esperienze regionali e comunali di accoglienza diffusa che è stata garantita dall'accordo preso nella Conferenza unificata dell'11 luglio 2014 e successivamente confermata e dispiegata dal Ministero dell'Interno negli ultimi anni.

Vi chiedo questo, di rispettare i territori, quei territori che, in epoche anche lontane, hanno sempre saputo accogliere quelle persone che fuggivano dalle guerre e dalle miserie, perché così abbiamo fatto da nord a sud del Paese con le popolazioni che erano in difficoltà. Vi chiedo di rispettare quel lavoro silenzioso e quotidiano che le nostre amministrazioni – ripeto, di qualunque colore politico – hanno attuato, nell'interesse dei cittadini tutti, perché se quest'ordine del giorno, che, ripeto, è un ordine del giorno di assoluto buonsenso, non viene rispettato, è la prova provata - e lo porterò sul mio territorio - che questo non è un decreto che mira alla sicurezza delle persone ma un decreto della propaganda e di sicurezza non ha un bel niente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 11,50)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, a volte non mi rendo conto, o, meglio, mi rendo conto benissimo, che molti dei colleghi che sono in quest'Aula hanno conosciuto poco - non è certamente un demerito, ma è un dato di fatto - le realtà territoriali, i comuni, piccoli, medi e grandi. Io vengo, come tanti altri, di tutti i colori naturalmente, da un'esperienza diretta nei consigli comunali, nei consigli provinciali, nelle realtà territoriali e devo dire che questo SPRAR di cui abbiamo sentito parlare in termini entusiastici come la panacea di tutte le situazioni possibili è stato, almeno nella stragrande maggioranza dei territori che io ho il piacere di conoscere - vengo dalla Liguria, vengo da comuni medio-piccoli - accettato. Il mio comune - lo devo dire - non l'aveva accettato, accogliendo in maniera diversa moltissime persone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e questo è un fatto credo molto importante; non l'aveva accettato perché c'era un'imposizione centrale che non era accettabile. I comuni, molti, soprattutto i più piccoli, soprattutto i più piccoli lo avevano accettato solamente per la paura di vedersi imporre numeri molto diversi, solo ed esclusivamente per questo motivo, questa è la verità.

Un'ultima considerazione: se questo decreto è un'occasione per riunire le forze del centrodestra in Italia io non mi scandalizzo, onorevole, ne sono assolutamente invece colpito in maniera positiva (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Riccardo Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, colleghi, membri del Governo, intervengo soltanto per dire che su questo emendamento il gruppo di Fratelli d'Italia si asterrà, in omaggio anche a un'onestà intellettuale che cerchiamo sempre di dimostrare. Non siamo evidentemente d'accordo sulle premesse, ma sicuramente il fatto che si inviti a rispettare e reiterare la clausola della proporzionalità fra il numero dei richiedenti asilo e la popolazione residente nei territori è un punto sul quale noi ci riconosciamo perfettamente. Quindi, ribadendo anche i contenuti già espressi prima dal collega Sasso, noi su questo emendamento ci asterremo, in virtù - ripeto - di quella onestà intellettuale che vorremmo vedere anche riconosciutaci non solo dagli altri gruppi, ma fatta anche propria spesso su temi così importanti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/16 Gribaudo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

L'ordine del giorno n. 9/1346/17 Gebhard è stato ritirato.

Chiedo alla deputata Rossini se accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1346/18.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Sì, Presidente, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Sta bene.

Chiedo al deputato Foti se accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1346/19.

TOMMASO FOTI (FDI). Vorrei solo capire se l'impegno rimane non riformulato, cioè se rimane quello del testo presentato.

PRESIDENTE. Sottosegretario Molteni?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Lo rileggo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di effettuare un monitoraggio periodico al fine di consentire al Parlamento una verifica sull'efficacia della disposizione di cui all'articolo 31-ter” , cioè in materia di sgomberi.

TOMMASO FOTI (FDI). Va bene.

PRESIDENTE. Passiamo dunque all'ordine del giorno n. 9/1346/20 Gregorio Fontana. Chiedo al presentatore se accetta la riformulazione.

GREGORIO FONTANA (FI). Sì, grazie Presidente. Accetto la riformulazione, ma vorrei che questo ordine del giorno fosse votato e, col suo permesso. vorrei intervenire nel merito.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GREGORIO FONTANA (FI). Grazie, Presidente. Noi di Forza Italia su questo ordine del giorno constatiamo una sorta di strabismo del Governo che francamente ci preoccupa un po', perché rischia di minare alla base la filosofia stessa su cui poggia questo decreto-legge. È politicamente preoccupante vedere che, da un lato, il Governo interviene con questo provvedimento, di cui - lo abbiamo detto - condividiamo l'impianto politico, per controllare e bloccare il flusso di migranti e, dall'altro, non ha una posizione chiara sul Global Compact on Migration, che è un Trattato internazionale che toglie sovranità all'Italia e conferisce ad ogni persona il diritto di migrare, indipendentemente dalle ragioni che lo spingono a spostarsi. I migranti diventerebbero una massa indistinta, verrebbe a cadere lo status di rifugiato e si renderebbe tutta la legislazione in materia, di fatto, vana.

Mercoledì scorso, proprio in quest'Aula, il Ministro degli esteri, Moavero, rispondendo a un'interrogazione, è stato molto evasivo e oggi non si capisce se l'Italia aderirà, o no, a questo accordo internazionale sulla gestione delle migrazioni, che dovrà essere firmato tra pochi giorni, in Marocco, l'11 dicembre. Abbiamo visto il comprensibile imbarazzo del Ministro degli Esteri, quando ha dovuto ammettere che sul Global Compact il Presidente del Consiglio Conte aveva già dato in sede ONU, in maniera estemporanea, un orientamento favorevole; il Governo quindi deve fare chiarezza, perché quel Trattato è in palese contraddizione con il provvedimento che oggi è in discussione. Se dovesse essere sottoscritto, i nostri confini potrebbero essere valicati da chiunque e non sarebbe più possibile distinguere le diverse tipologie di migranti. Con questo Accordo, tra l'altro, il Governo rischia anche di isolarsi dall'Europa e persino da quella parte d'Europa cui questo Esecutivo guarda con maggiore interesse, la Polonia, l'Austria, l'Ungheria, che hanno già respinto il Global Compact.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 12)

GREGORIO FONTANA (FI). Il Governo, quindi, ha evidentemente sottovalutato gli effetti di questo Patto, e ci auguriamo che venga fatta chiarezza al più presto perché, se questo Accordo fosse firmato, di fatto, tutto l'impianto di questo decreto sarebbe vanificato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, con il suo permesso, intervengo per dichiarazione di voto in merito a questo ordine del giorno che il collega Gregorio Fontana ha presentato, sollecitando il Governo, però, ad assumersi delle responsabilità. Come sapete, noi abbiamo sostenuto e agevolato il percorso per arrivare all'approvazione di questo decreto, che sostanzialmente interviene su due macrofattori della nostra società, sicurezza e immigrazione.

E abbiamo tentato di entrare nel merito, pur poco ascoltati, per il vero, dalla maggioranza, che già viveva una serie di contraddizioni al suo interno che le impedivano di portare a casa quei punti salienti del nostro programma elettorale, che ha portato all'elezione, tanto dei deputati di Fratelli d'Italia, quanto di quelli di Forza Italia, ma soprattutto della Lega, che vive oggi, nei banchi del Governo, un'esperienza che deve corroborare di fatti concreti. E, allora, l'invito al sottosegretario Molteni, a cui riconosciamo grande intelligenza, grande dedizione e grande preparazione, in particolare su questi temi, è a riflettere su una contraddizione nelle sue dichiarazioni iniziali rispetto agli ordini del giorno. Perché, vede, sottosegretario Molteni, questo ordine del giorno è stato recepito, come è stato recepito quello proposto da Fratelli d'Italia, che è il n. 9/1346/39. Entrambi dicono una cosa, o almeno, nelle indicazioni che vengono sottolineate, che di bisogna parlare di Global Compact e che bisogna ragionare di quello che contiene questo documento. Però, mentre questo rinvia a una discussione successiva, l'ordine del giorno n. 9/1346/39 chiarisce come oggi le forze politiche in quest'Aula abbiano la possibilità di prendere una posizione chiara e netta: “sì” o “no” al Global Compact.

E allora, sottosegretario Molteni, quando lei dà parere negativo a nome del Governo, si allinea alle dichiarazioni, che già Conte ha fatto, di apertura a questo scempio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che porterà a un'invasione indiscriminata di questa nazione a spese degli italiani, perché lì c'è scritto anche che contribuiremo a questa invasione.

E allora, sottosegretario Molteni, rifletta se cambiare il parere della Lega, perché lei anche questa rappresenta nei banchi del Governo, e ci permetta di chiedere oggi al Ministro Salvini di esprimersi, perché lo abbiamo visto e condividiamo, Ministro Salvini, quello che lei ha scritto sui post, nei giornali, nelle dichiarazioni. Lei dice di essere contrario e allora bilanci quello che ha detto Conte, in maniera ufficiale, in rappresentanza del Governo - perché lo sostenete, quel signore, nelle vicende internazionali - e che ha detto il Ministro Moavero in quest'Aula. Dica con chiarezza che non si può andare avanti sottoscrivendo il Global Compact.

E, quindi, affermiamo con serenità che, se il Governo dovesse partecipare, con un parere favorevole, a questo scempio, voi prenderete atto che probabilmente avete sbagliato collocazione.

Noi, ovviamente, sul provvedimento, se corroborato da questa sua dichiarazione, non potremo che essere favorevoli e, quindi, leggerlo come un segnale positivo, e di conseguenza, modificare quella che è la posizione sul nostro ordine del giorno, che faremo votare e che quindi espliciterà le posizioni in campo, senza rinviare al Parlamento, dove ben sapete che i vostri alleati rappresentati dal MoVimento 5 Stelle potrebbero trovare una facile congiunzione con i Governi precedenti, con il PD, con la sinistra e, quindi, magari riuscire ad approvarlo con un escamotage, che certo non è tipico di forze della destra, che, per coerenza, dicono e fanno e permettono di realizzare quello che scrivono sui programmi.

Per cui auspichiamo, Ministro, che oggi, in quest'Aula chiarisca la sua posizione, permetta il voto, bocci questo scempio e segua l'esempio di Trump, dell'Ungheria di Orbán, delle tante nazioni che si sono tirate fuori dal Global Compact e inserisca l'Italia in un virtuoso percorso che ponga fine alle invasioni, e che non permetta agli speculatori internazionali, che attraverso le ONG sostengono questa vicenda, di prevalere sulle volontà dei popoli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Sì, la ringrazio, Presidente. Se lei fosse così gentile da chiedere al sottosegretario Molteni di ripetere la riformulazione, perché siamo a un punto delicato. Suggerisco, tuttavia, se è consentito, proprio sull'ordine lavori, che il sottosegretario Molteni ci ripeta per cortesia il testo della modifica proposta nella riformulazione dell'impegno, però, chiedo la sua opinione: nella parte della relazione dell'ordine del giorno Gregorio Fontana, se io non ho segnato male, nel primo paragrafo, si chiede di togliere la parte che inizia con “tuttavia” e finisce con “Compact Migration”. Ora, in quella parte - io lo sottopongo al suo unico giudizio, Presidente - si chiede di togliere la relazione di un'opinione che, effettivamente, sia il Presidente del Consiglio dei ministri, sia il Ministro degli Esteri, hanno espresso. Mi domando, Presidente, scusi, il Governo può chiedere di togliere dalla relazione un giudizio, ma in quel paragrafo che ha scritto il collega Gregorio Fontana, non c'è un giudizio, c'è la pubblicizzazione di due pareri dei più autorevoli membri del Governo che si occupano di questa questione, cioè il Presidente Conte e il Ministro Moavero. Ma, scusi, perché il Governo può togliere al deputato la facoltà di ricordare qual è l'opinione che il Governo, per bocca del Premier e del Ministro degli Esteri, ha già espresso sul Global Compact for Migration?

Questo, ovviamente, riguarda lei, non me, io dico la mia opinione, però se contemporaneamente può ripetere tutta la riformulazione.

PRESIDENTE. Chiedo al sottosegretario Molteni se può ripetere la riformulazione, grazie.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. La riformulazione dell''impegno è: “impegna il Governo a far esprimere il Parlamento circa gli intendimenti che vorrà assumere relativamente al Global Compact for Migration”.

PRESIDENTE. E nelle premesse?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Nelle premesse: “il decreto-legge in esame è volto nella sua prima parte alla regolamentazione del fenomeno migratorio”, mentre tutta la parte che va dalla parola “tuttavia” alla parola “Migration” viene espunta.

PRESIDENTE. Immagino che non lo faccia per rinnegare una posizione espressa dal Ministro degli Esteri, ma perché forse, per ragioni di forma, lei intende andare direttamente a tale accordo. Immagino che non possa rinnegare una…

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). E anche per richiamo anche al Regolamento e al suo ruolo. Ma come può essere che “impegna il Governo a fare esprimere il Parlamento” (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico)? Siamo ancora dentro la democrazia parlamentare, ma come fa la Presidenza ad accettare una tale riformulazione? Mi pare di capire, perché io vorrei capire che differenza ci sia nell'“impegna il Governo a riferire in Parlamento”, il Governo riferisce nella sua autonomia in Parlamento, ma come si può, in termini di rispetto della Costituzione, approvare un ordine del giorno in cui “si impegna il Governo a far esprimere il Parlamento”? Siamo ancora noi che (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico)

PRESIDENTE. È chiaro, onorevole Fornaro. Oggettivamente, sottosegretario Molteni, forse vuole riconsiderare la riformulazione? Perché non è il Governo che fa esprimere il Parlamento…

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Chiedo di parlare (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Se gli insulti li tenete per la fine è meglio (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore…Colleghi, colleghi, lasciate che il Ministro esprima liberamente il suo pensiero come lo avete fatto voi fino ad adesso.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. È un atteggiamento strano, quello della sinistra, poi se ne può parlare, riformuliamo. State lamentando, da ore, il fatto che il Governo tolga spazio di espressione, di giudizio, di discussione, di dialogo, di costruzione, di partecipazione al Parlamento. Ora, il Governo cosa fa? Su una scelta come questa - come gli svizzeri, che il Global Compact lo hanno portato avanti fino a ieri, il Governo svizzero ha fatto una scelta di assoluta e totale democrazia, trasparenza e cambiamento, ha detto: fermi tutti, noi non andremo a Marrakech - il Governo italiano non andrà a Marrakech, non firmerà alcunché, perché il dibattito è così importante che non merita di essere una scelta solo del Governo, ma deve essere quest'Aula a discutere del Global Compact (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Quindi io mi domando: se discutete non va bene, se non discutete non va bene lo stesso, e la riformulazione, e l'impegno, e la Costituzione… io ringrazio Nicola Molteni, che sta facendo un esercizio veramente di ascolto che io, probabilmente, non riuscirei a fare in altrettanta maniera. Le due forze politiche del Governo - uscirà un comunicato stampa del Presidente del Consiglio in questi minuti - per disponibilità e responsabilità, lasciano che sia il Parlamento a decidere che cosa l'Italia farà o non farà sul Global Compact (Una voce dai banchi del Partito Democratico: Grazie!). Non “grazie”, è una scelta, il Governo italiano avrebbe potuto fare la scelta che hanno fatto altri Governi; il nostro cambiamento, a differenza di qualcuno che imponeva decine e decine di fiducie senza chiedere niente a nessuno, su questo lascerà che sia il Parlamento ad esprimersi. Se poi a voi non interessa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi…

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. …il problema è vostro. Vorrà dire che Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e MoVimento 5 Stelle ne discuteranno. Se voi, per motivi di forma, avete pregiudizialmente ostilità a qualunque cosa, lasciatemi dire, il problema non è mio, il problema non è del Governo, il problema non è dell'Italia: il problema è del Partito Democratico. Auguri e buon voto al Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - I deputati del gruppo Lega-Salvini Premier si alzano in piedi).

PRESIDENTE. Sottosegretario Molteni, avendo ascoltato il Ministro e avendo inteso il senso, o almeno ci provo, di quello che ha voluto dire, sarebbe più rispettoso del Parlamento riformulare nel senso che: “impegna il Governo ad attendere l'espressione del Parlamento (…)”. Deve riformularlo lei. Io mi sono permessa di suggerire la soluzione, ma deve riformularlo lei, sottosegretario.

Sottosegretario, “impegna il Governo ad attendere l'espressione del Parlamento (…)”? “Ad attendere che il Parlamento si esprima circa gli intendimenti (…)”? Quindi, la riformulazione è questa.

Onorevole Boldrini, lei era già intervenuta prima e ha pochissimi secondi. Ha trenta secondi. Mi dispiace, ma è il Regolamento. Ha trenta secondi; se vuole utilizzarli ha 30 secondi. Prego, onorevole Boldrini.

LAURA BOLDRINI (LEU). Presidente, trenta secondi sono pochi ma solo per dire che il Global Compact, il cui esito non è vincolante - forse è bene chiarirlo - vuole solamente essere un forum per trovare le soluzioni. Allora, l'Italia si lamenta sempre di essere lasciata sola ma quando c'è l'occasione di trovare una condivisione con la comunità internazionale non va a quell'incontro smentendo clamorosamente il Presidente del Consiglio che, appunto, ha incontrato il 27 settembre Guterres, che è il Segretario generale, a cui aveva dato la sua parola per la partecipazione dell'Italia. È gravissimo (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Colleghi, allo stadio ci andiamo la domenica, chi ci va.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gregorio Fontana. Ne ha facoltà.

GREGORIO FONTANA (FI). Per la riformulazione.

PRESIDENTE. Per accettare la riformulazione.

GREGORIO FONTANA (FI). Formalmente devo essere io ad accettare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Assolutamente.

Onorevole Meloni, l'ha fatta la riformulazione e l'abbiamo letta. Vuole rileggerla, onorevole Molteni?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, “impegna il Governo ad attendere il parere del Parlamento circa gli intendimenti che vorrà assumere relativamente al Global Compact for Migration”.

PRESIDENTE. Sta bene.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meloni. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Presidente, Fratelli d'Italia è stato il primo movimento a chiedere che ci fosse una discussione parlamentare su una questione così centrale come quella della sottoscrizione del Global Compact. Abbiamo già depositato, qualche settimana fa, una mozione parlamentare perché, a differenza di quello che si dice (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), il Global Compact è un documento che…

PRESIDENTE. Interviene in dichiarazione di voto, colleghi. Sto presiedendo io; quando presiederete voi l'Aula allora vi prenderete cura di far rispettare il Regolamento. Per oggi ci sono io e me ne occupo io (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Prego.

GIORGIA MELONI (FDI). È la nostalgia dell'Unione Sovietica, Presidente (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lo so, siete nostalgici, siete un po' nostalgici. Che ci dobbiamo fare?

PRESIDENTE. Onorevole Meloni, continui.

GIORGIA MELONI (FDI). Allora, come dicevo, siamo stati il primo movimento - se i colleghi ci consentono di parlare anche a noi altrimenti parlano solo loro, come hanno fatto spesso - a chiedere su questo una discussione, perché il tema è un tema estremamente serio. Presidente - e il Ministro Salvini lo sa -, il Global Compact è un documento apparentemente innocuo, un documento nel quale vengono ribadite una serie di cose scontate che sono, però, già previste in una serie di trattati, il che già dovrebbe lasciarci interrogare sulla utilità di questo provvedimento che, però, introduce anche delle cose nuove. La più pericolosa tra quelle che introduce è il principio secondo il quale l'immigrazione è un diritto fondamentale di ogni essere umano.

Ora voi capite, colleghi, che, se noi stabiliamo il principio che l'immigrazione - attenzione: ogni forma di migrazione, e questo significa chi scappa dalla guerra, chi scappa dalla violenza ma anche chi scappa dalla fame, chi scappa dal caldo, chi si muove perché gli va, chiunque - è un diritto fondamentale dell'essere umano significa, Presidente Carfagna, ciò significa che non esistono più i confini degli Stati nazionali e che non esistono più gli Stati nazionali. È la ragione per la quale una serie infinita di nazioni ha detto di no al Global Compact. Non sottoscriveranno questo patto gli Stati Uniti, Israele, l'Austria, l'Australia, l'Ungheria, la Polonia, la Slovacchia e la Svizzera, praticamente tutte le nazioni che fanno una politica di difesa dei propri confini nazionali. Quindi, io do per scontato che anche l'Italia, Ministro Salvini, date le politiche sull'immigrazione che ha fatto fin qui, dica “no” al Global Compact e non sottoscriva il Global Compact (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Però, che accade? Accade che il Presidente del Consiglio Conte e il Ministro Moavero in quest'Aula a nostra specifica domanda hanno invece detto che l'Italia intende sottoscrivere il Global Compact. Spero che si siano sbagliati, perché la politica migratoria la state facendo voi e, come sapete, noi l'abbiamo condivisa e l'abbiamo sostenuta.

Però, Ministro Salvini, se lei viene e mi dice che sta all'Aula decidere, io sono una persona che sa fare i conti e i conti dicono che se il MoVimento 5 Stelle vota insieme al PD abbiamo perso la battaglia e l'Italia va a sottoscrivere il Global Compact. Allora, la mia domanda è: ma a che è servito fermare i porti se poi andiamo a dire a Marrakech che non abbiamo più i confini e che l'invasione si può fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

La prego, intervenga. Se l'Italia vuole sottoscrivere il Global Compact forse lei deve prendere in considerazione l'ipotesi di dire “basta” a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delrio. Ne ha facoltà. La Presidenza non l'aveva vista mi scusi e le dà la parola molto volentieri. Prego.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente. La scuso senza problemi e non c'è nessun nervosismo. È solo perché l'intervento del Ministro Salvini ci ha rivelato che lui non sta seguendo i lavori di quest'Aula anche se è presente, perché ha detto che… e, infatti, si allontana… Presidente, mi rivolgo a lei, mi rivolgo a lei, Presidente, perché il Ministro ha deciso di uscire (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Colleghi! Onorevole Delrio, prosegua. Colleghi…

GRAZIANO DELRIO (PD). Mi sto rivolgendo a lei, Presidente, mi sto rivolgendo a lei.

PRESIDENTE. Mi rivolgevo ai suoi colleghi.

GRAZIANO DELRIO (PD). Il Ministro Salvini ha detto in quest'Aula che noi ci stiamo lamentando per la compressione e dopo non accettiamo la riformulazione.

Allora, vorrei ricordare al Ministro Salvini che noi abbiamo proposto in Commissione di ritirare tutti gli emendamenti, se non alcuni, per potere discutere nel merito di questo provvedimento e ci è stato negato dalla maggioranza di discutere nel merito di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e che il silenzio assordante del MoVimento 5 Stelle non è in nessun modo giustificazione al fatto che sono corresponsabili di questa decisione. Se questo provvedimento è così importante, perché ci è stato negato di poterne discutere in Commissione e in Aula in maniera esaustiva e senza ostruzionismo? Perché è chiaro che noi pretendiamo semplicemente di avere il rispetto che merita una visione diversa di questo fenomeno che mi sembra stia emergendo. Abbiamo una visione diversa.

Poi, la seconda cosa che voglio dire al Ministro Salvini, per suo tramite Presidente, è che non è che il Governo ci concede di discutere del Global Compact. Non ce lo concede il Governo perché il Parlamento deve comunque esprimersi per ratificare eventualmente una proposta del Governo. Ma il problema che noi abbiamo è che noi non abbiamo come Presidente del Consiglio il Ministro Salvini. Vi do una notizia! Noi abbiamo un Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che è andato all'ONU a dire che sottoscriverà, come ricordava l'onorevole Meloni, e abbiamo un Ministro degli esteri, che è competente in materia, che è andato a dirlo pochi giorni fa, rispondendo a un'interrogazione dei colleghi di Fratelli d'Italia, con cui non abbiamo niente in comune su questo argomento. Però, intendiamo difendere anche il loro diritto e hanno voluto sapere cosa ne pensa il Governo.

Allora, il Ministro degli esteri e il Presidente del Consiglio, che fino a prova contraria coordina le attività dei ministri - coordina l'attività dei ministri! - e dà l'indirizzo al Governo, hanno detto pubblicamente alle Nazioni Unite che sottoscriveremo il Global Compact. Va bene? Quindi, se il Ministro Salvini non sa queste cose è bene che si informi. Stia un po' di più insieme ai suoi colleghi di Governo, approfondisca la sua competenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che non è né di politica estera né di fare il Presidente del Consiglio, e poi torni a farci la “predicozza” in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Gregorio Fontana, lei accetta la riformulazione e insiste per la votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/20 Gregorio Fontana, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

L'ordine del giorno n. 9/1346/21 Fatuzzo è accolto come raccomandazione. Insiste per la votazione, onorevole Fatuzzo?

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, vorrei brevemente motivare il perché io insista sulla votazione. Ringrazio, naturalmente, la buona volontà del sottosegretario e del Governo nell'accettare una eventuale raccomandazione. Pur tuttavia, ricordo che in Italia ci sono milioni di lavoratori che per avere la pensione di vecchiaia debbono lavorare o venti, o trenta, o trentacinque, o quaranta, o quarantadue, o quarantatré anni e mezzo, mentre per gli extracomunitari che ritornano nel loro Stato sono sufficienti cinque anni di lavoro, e anche meno di cinque anni di lavoro, per avere una – proporzionata, naturalmente – pensione col calcolo contributivo; gli italiani, invece, che restano in Italia, no. Per concludere, essendo che i pensionati non si arrendono a questo, perché gli italiani debbono avere gli stessi diritti degli extracomunitari, insisto perché si voti, auspicando che tutta l'Aula voti a favore di questo ordine del giorno e concludo: Viva i pensionati, forza pensionati, pensionati, all'attacco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Accolto con parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. C'è un parere favorevole, insiste per la votazione, onorevole Fatuzzo? No, benissimo.

Allora passiamo all'ordine del giorno 9/1346/22 Calabria, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Onorevole Calabria, accetta la riformulazione? Sì, bene.

Passiamo dunque all'ordine del giorno 9/1346/123 Biancofiore, con il parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione?

MICHAELA BIANCOFIORE (FI). Presidente, sì, accetto la riformulazione, ma vorrei entrare un minuto nel merito.

PRESIDENTE. Insiste per la votazione? Perché altrimenti non può parlare, perché può parlare solo in dichiarazione di voto.

MICHAELA BIANCOFIORE (FI). Allora, insisto per la votazione, perché vorrei semplicemente dire al Ministro e al sottosegretario Molteni - che comunque ringrazio, e so che conoscono bene il Trentino anche loro, in particolar modo, il Ministro Salvini - che tre presidi soltanto, di polizia, in Trentino sono veramente pochissimi, anche perché abbiamo una popolazione che raddoppia durante i periodi vacanzieri: da 550 mila abitanti, si arriva addirittura a un milione di abitanti, abbiamo da gestire un'immigrazione incontrollata, dovuta ovviamente ai precedenti Governi della sinistra - oggi, governiamo noi in Trentino -, abbiamo avuto persino, come dire, da parte delle sinistre, delle carte elettroniche messe a disposizione nei confronti degli immigrati, con i quali, alla fine, ci si compravano dei bonus, perché loro hanno queste abitudini, ci si compravano i “gratta e vinci”, ci si compravano alcolici, giornali e chi più ne ha più ne metta, attrezzature sportive; abbiamo, quindi, da gestire un territorio estremamente vasto. Per chi lo conosce, da una valle all'altra ci sono addirittura due ore di tempo per percorrere questo territorio. Quindi, chiedo veramente al Governo di velocizzare - visto che abbiamo un posto di Polizia che può diventare tale, presso la scuola del centro di addestramento alpino di Moena - possibilmente l'apertura di un ulteriore posto di Polizia, perché ce lo chiede la popolazione, ce lo chiede il territorio e ce lo chiedono le stesse forze di Polizia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, intervengo sulla questione di cui prima, il voto sul Global Compact for Migration e il viaggio del Governo a Marrakech; apprendiamo dalle agenzie di stampa che il Presidente del Consiglio non parteciperà alla riunione di Marrakech, smentendo quanto il Ministro Moavero ha affermato di fronte a quest'Aula. Per questo è sull'ordine dei lavori; a nome del gruppo del Partito Democratico, le chiedo che il Governo riferisca in Aula sui propri intendimenti circa la votazione a Marrakech sul Global Compact for Migration (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, riferirò al Presidente Fico.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Intervengo per dire che l'onorevole Biancofiore ha un'immagine del territorio del Trentino…

PRESIDENTE. Però, deve rivolgersi alla Presidenza.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). L'intervento dell'onorevole Biancofiore mi lascia interdetta, perché non è un territorio che ha né emergenze né problematiche; se poi lo si vuole militarizzare, lo si faccia, ma è un territorio che sta gestendo molto bene il processo dei flussi migratori.

Il Ministro dell'Interno lo conosce, è un territorio che non ha bisogno di essere dipinto come al centro di un bisogno di interventi per degrado. Pertanto, lo ribadisco, gli interventi che si faranno, si facciano, ma si rispettino, per lo meno, i dati di realtà.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/23 Biancofiore, con il parere favorevole del Governo, così come riformulato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/24 Fitzgerald Nissoli su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Non vedo l'onorevole Fitzgerald Nissoli… È accolta, bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/25 Bartolozzi, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Bartolozzi accoglie la riformulazione.

Ordine del giorno n. n. 9/1346/26 D'Ettore, accolto come raccomandazione. Onorevole D'Ettore, insiste per la votazione?

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Ci ho pensato un po', sì.

PRESIDENTE. Bene, è sempre meglio riflettere.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/26 D'Ettore, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Insisto per la raccomandazione!

PRESIDENTE. Ah, mi scusi, onorevole D'Ettore, non avevo capito, accetta la riformulazione. Quindi, accetta l'accoglimento come raccomandazione e però insiste per la votazione… Insiste per la votazione? Però lei insisteva per la votazione. No? Abbiamo capito male.

Revoco dunque l'indizione della votazione.

EMANUELE FIANO (PD). Ha chiesto la votazione!

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, non aveva capito la Presidenza; l'onorevole D'Ettore non insisteva per la votazione, accoglieva il parere del Governo che intendeva accoglierlo come raccomandazione, quindi revoco l'indizione della votazione.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, lei sa quanto rispetto la sua Presidenza, però, noi dobbiamo stare attenti a quello che facciamo.

PRESIDENTE. Siamo sempre attenti a quello che facciamo.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Mi riferisco all'articolo 8, Presidente. Perché lei, e tutti noi, abbiamo udito, e la invito a riascoltare e rivedere quello che c'è scritto sullo stenografico, che il collega D'Ettore ha detto esplicitamente che chiedeva la votazione. Se lei apre la votazione, Presidente, e poi perché il collega D'Ettore vede qual è l'esito della votazione, lei revoca la votazione, crea, nell'ambito della procedura parlamentare, un problema non indifferente, perché un conto è che non si capisca, un conto è che, dopo che lei ha aperto e tenuto aperto la votazione per alcuni secondi, lei torni indietro, perché diventa un precedente; per lo meno, non lo facciamo diventare un precedente, Presidente, perché così non si può fare.

PRESIDENTE. Ho capito il senso di quello che dice. Io, in coscienza, ho ritenuto di aver frainteso le parole dell'onorevole D'Ettore. Tutto qui, quindi questo non costituisce un precedente.

Passiamo all'ordine del giorno n. n. 9/1346/27 Zanettin, con il parere contrario. Prego, onorevole Zanettin.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Vorrei chiedere al sottosegretario Molteni di modificare il parere, perché, in effetti, ci siamo resi conto che c'è una discrasia fra parte motiva, che corrisponde al nostro intendimento, e parte dispositiva, che, invece, lo travisa, mancando un “non”, perché noi siamo dell'idea che il detenuto non possa scontare gli arresti domiciliari né negli immobili occupati abusivamente né negli immobili nei quali abbia una detenzione sine titulo.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Quindi, cambia il parere in favorevole. Lei insiste per la votazione, onorevole Zanettin? No.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/28 Prestigiacomo, accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/29 Montaruli vi è parere favorevole con riformulazione. Onorevole Montaruli?

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/30 Mollicone: parere favorevole con riformulazione. Onorevole Mollicone? Va bene.

Onorevole Molteni, ha chiesto di intervenire? Oggi abbiamo problemi di comunicazione. È una precisazione che vuole fare sull'ordine del giorno n. 9/1346/27 Zanettin. Prego.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/27 Zanettin lasciamo a verbale che il Governo cambia parere da contrario a positivo alla luce della riformulazione fatta dal presentatore dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. La riformulazione si intende fatta dal Governo, naturalmente, e accettata dall'onorevole Zanettin.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/31 Ferro: accolto come raccomandazione, giusto, sottosegretario Molteni? Va bene così. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/32 Lollobrigida parere favorevole: insiste per la votazione? No, bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/33 Deidda parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1346/34 Acquaroli: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1346/35 Bellucci: parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/36 Lucaselli parere favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/37 Trancassini parere favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione. L'ordine del giorno n. 9/1346/38 Butti è accolto come raccomandazione.

ALESSIO BUTTI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, gradirei pregare l'onorevole sottosegretario, vista l'importanza del controllo del territorio, che condividiamo, di ipotizzare una riformulazione come lei preferisce, e quindi di accoglierlo senza indugi, se possibile.

PRESIDENTE. L'onorevole Molteni ha ascoltato il suo appello.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1346/39 Del Mastro Delle Vedove il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Mastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Onorevole Presidente, la ringrazio. Ed eccoci al punto, al nodo centrale, credo, di tutto il decreto-legge sicurezza. Abbiamo sentito dalla viva voce del Ministro degli interni, e ce ne congratuliamo, che non andremo a Marrakech. Abbiamo sentito che l'Aula si dovrà esprimere. Ce ne congratuliamo un po' di meno, perché in Austria, in Australia, il Presidente Trump, dato che hanno una posizione sovranista di destra e di difesa dei confini, non hanno ritenuto di discuterlo in Aula e hanno banalmente detto: il Governo è senza se e senza ma contro il Global compact. Ma tant'è, comprendiamo le difficoltà di questo Governo, che nasce fra forze dalle ideologie a volte contrapposte e contraddittorie, e votiamo in Aula. Siamo arrivati al momento del voto, perché tutta la discussione che oggi abbiamo fatto può suonare falsa, può suonare contraddittoria, può suonare fuori tempo massimo.

Le stesse paure paventate dalla sinistra per questo decreto sicurezza sarebbero del tutto infondate se oggi quest'Aula non dicesse senza se e senza ma, votando l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia, non che prima o poi discuteremo, ma che noi siamo contro il Global compact (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Tutto ciò che sta nel decreto sicurezza viene cancellato e nullificato dall'eventuale sottoscrizione del Global compact, il quale, partendo dall'apodittico, indimostrato e falso presupposto che l'immigrazione sia un fattore di sviluppo per il Paese ospitante, sancisce e stabilisce che ogni immigrato abbia il diritto di migrare e sia un diritto fondamentale, a prescindere dal motivo per cui migra; e stabilisce che, e lo dico a me stesso per ricordarlo soprattutto al Ministro Salvini, ogni assistenza è legittima.

Questo vorrebbe dire, domani mattina, alle ONG: tornate nel centro del Mediterraneo a recuperare le boldriniane risorse per foraggiare le cooperative rosse in Italia, così com'era prima, ben a prescindere da questo decreto-legge sulla sicurezza. E, allora, l'Aula dovrà esprimersi, abbiamo scoperto, e si esprima. Temevo sino a poco tempo fa, prima di sentire il Ministro, che, in uno scambio politico-elettorale, che già a me suona un po' criminale, cioè 5 Stelle, prendetevi l'economia, con i risultati che stiamo vedendo tutti, e noi ci teniamo l'immigrazione; e che oggi la Lega si sarebbe schiantata, non avendo il coraggio di balbettare alcunché sull'immigrazione.

Sono contento, viceversa, che anche sul Global compact continueremo a cementare la nostra alleanza, perché oggi sicuramente la Lega Nord voterà questo ordine del giorno, che impegna il Governo a dire di “no” al Global compact. Infatti, abbiamo passato un'estate a vedere, a difendere e a stare dalla parte del Ministro Salvini quando litigava con Macron perché ci scaricava i migranti oltre confine. Sarebbe oltremodo strano accettare che il mondo intero ci scarichi i migranti e ci dica di mantenerli in Italia perché hanno il diritto di migrare, e fatalmente dal Nord Africa verrebbero a migrare e a eleggere l'Italia come propria sala parto continentale. E allora, dato che non vogliamo più vedere i nostri ministri litigare con ministri europei, ma non vorremmo neanche vedere il capo della Lega che fa tweet di scomuniche focose nei confronti del Ministro degli interni che ha accettato il Global compact, noi oggi siamo qua a chiedere, con questo voto in Aula, il tempo è arrivato, che l'Aula si esprima, che il Governo si esprima e che ci facciate capire, oltre alla posizione dei singoli partiti, quale sia la posizione del Governo sul futuro di questa nazione, che deve essere un futuro di sovranità, di confini che sono sacri, di difesa dell'identità nazionale e di nessuna cessione della sovranità nazionale sulle politiche migratorie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartapelle. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Io, però, sono perplessa onestamente: il Presidente del Consiglio è venuto qui, in quest'Aula, qualche mese fa, a chiedere un governo europeo delle migrazioni e a dire che, grazie all'Italia, finalmente l'Europa si faceva carico di un problema globale. Stiamo discutendo del Global compact, cioè di un sistema internazionale per il governo delle migrazioni. Ora, non solo un Ministro smentisce quanto detto dal Presidente del Consiglio alle Nazioni Unite (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), ed è incredibile che sia l'opposizione a dover difendere la parola dell'Italia e del Presidente del Consiglio in un consesso internazionale, ma la cosa che a me lascia perplessa è il silenzio del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). In tutte le occasioni ci hanno detto che, per governare le migrazioni, serve una soluzione condivisa. Noi questa mattina non sentiamo una parola di un esponente del MoVimento 5 Stelle a sostegno della posizione espressa dal Presidente del Consiglio a settembre. Ma che fine ha fatto il vostro orgoglio di movimento, il vostro spirito di difesa dei valori in cui dite di credere, e lo dice il vostro Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Sono sinceramente perplessa per il trattamento che state facendo a un esponente vostro, il più alto esponente che avete al Governo, e, in secondo luogo, sono sinceramente perplessa rispetto al cedimento, che state accettando, a una linea che è una linea di destra, sovranista e nazionalista, molto diversa da quella che poi in Commissione, nelle discussioni, dite di professare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROSSELLA MURONI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Muroni, sull'ordine del giorno o su altro?

ROSSELLA MURONI (LEU). Siccome sono…

PRESIDENTE. No, su cosa, però? A che titolo? Perché sull'ordine del giorno lei ha pochi secondi, perché ha già esaurito il tempo a sua disposizione.

ROSSELLA MURONI (LEU). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Su che articolo?

ROSSELLA MURONI (LEU). Sul linguaggio, sul linguaggio che si può usare, sull'articolo 8.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Volevo chiedere, essendo io una neodeputata, signora Presidente, se è plausibile accettare da parte di un collega di riferirsi a degli esseri umani che arrivano nel nostro Paese come “boldriniane risorse”. Io credo che sia inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali); e mi rivolgo a lei, signora Presidente, che oltre ad essere l'autorevole Presidente di questa Assemblea è anche una donna, e sa bene il livello di linciaggio che è stato lanciato contro la mia collega Boldrini. E io credo che sia davvero insopportabile.

Il collega poteva esprimere quello che lui pensa, giustamente, le sue legittime idee, senza tirare in campo un hashtag peraltro coniato dal Ministro Salvini. Io credo che davvero si stiano raggiungendo dei livelli inaccettabili, e faccio appello a lei perché venga rispettato il Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Onorevole Muroni, ribadisco quello che ho detto prima: lei sa cosa io pensi di ogni forma di violenza, anche verbale, nei confronti delle donne, che naturalmente non mi stancherò mai di condannare; ed invito, rinnovo l'invito che faccio da stamattina ad un linguaggio rispettoso di tutti i colleghi, in quest'Aula e anche fuori da quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa? Perché è già intervenuto in dichiarazione di voto.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Sarei colui che ha usato …

PRESIDENTE. No, però su cosa?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Per scusarmi.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Se ho compreso bene, apprendo che per la sinistra è un epiteto dare del “boldriniano”: se fosse così e se ho compreso bene, chiedo scusa per aver usato il nome “boldriniano”, se per la sinistra è un epiteto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-MAIE). Vorrei intervenire riguardo a questo ordine del giorno, perché il Global Compact for Migration non nasce per un vezzo radical chic dell'ONU: nasce per il fatto che l'ONU ha una visione globale che probabilmente alcuni qui dentro non hanno. L'ONU vede anche il collegamento, nel caso della migrazione, con i cambiamenti climatici in atto: pensiamo alle isole Kiribati, ad esempio, che grazie all'innalzamento degli oceani andranno a sparire; quindi, avremo dei fenomeni migratori che dipendono da fattori ambientali.

Quando si fa politica si fa politica per gestire le cose, per gestire i problemi che arriveranno e le opportunità che arriveranno dal futuro. Quello che voi state dicendo qui non è futuro: quello che voi state dicendo qui è miopia, è il fatto di ragionare a compartimenti stagni, è usare i paraocchi del qui e ora. Noi dobbiamo dare risposte a livello di futuro, per i problemi e le opportunità che arriveranno dal futuro. Fare questa cosa non è fare politica, e chi sostiene questa cosa dovrebbe cambiare mestiere (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Presidente, il testo del Global Compact è facilmente rinvenibile in rete, e dice esattamente il contrario di quello che diceva il collega. Il punto 4 recita esattamente il fatto che migranti e rifugiati sono gruppi distinti governati da separati contesti legali: quindi, non c'è affatto un'equiparazione dei richiedenti asilo con i migranti economici, è proprio scritto in maniera chiara. Poi noi ne dibatteremo quando avremo il dibattito del Global Compact, però che resti agli atti che è falsa l'asserzione fondamentale dichiarata dal collega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Fontana… Colleghi…

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, per un chiarimento: volevo avere conferma del fatto che l'ordine del giorno n. 9/1346/39, presentato dai colleghi Delmastro Delle Vedove, Meloni, Lollobrigida e Donzelli, che impegna il Governo a non sottoscrivere il Global Compact, ha il parere contrario dal Governo. Ho capito bene?

PRESIDENTE. Sottosegretario Molteni, il parere resta contrario? Sta bene, prendo atto che resta contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontana. Ne ha facoltà. Vediamo adesso quanto tempo le resta a disposizione.

GREGORIO FONTANA (FI). Su questo, brevemente per ribadire il voto favorevole di Forza Italia a questo ordine del giorno, per le ragioni che abbiamo già espresso sul medesimo argomento a proposito dell'ordine del giorno Conte n. 9/1346/10. Nel caso in cui non venisse accolto, annuncio che Forza Italia presenterà atti di indirizzo e si impegnerà nella Conferenza dei presidenti di gruppo affinché questa discussione possa essere svolta prima dell'11 dicembre, e il Parlamento possa approfondire e decidere e dare quell'indirizzo che il Governo ha chiesto su questo argomento, che è oggetto appunto dell'ordine del giorno Delmastro Delle Vedove n. 9/1346/39.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, volevo chiedere, tramite lei, al Governo di riformulare l'ordine del giorno, perché apprendiamo che il Governo non parteciperà alla Conferenza di Marrakech.

Noi chiedevamo, come impegno del Governo sostanzialmente unico, a parte quello di non finanziare il Global Compact, di non firmare lo stesso atto presso Marrakech il 10 e 11. Siccome il Governo dice che non ci va, io chiedo al sottosegretario Molteni comunque di riformulare gli impegni, lasciando esclusivamente questa dicitura: “impegna il Governo a non sottoscrivere il Global Compact”.

In seguito a questa riformulazione però - visto che la posizione della Lega è chiarissima, oggi il capo della Lega ha detto che sono contrari -, io invito tramite lei, Presidente, gli amici della Lega a votarlo almeno loro, perché per loro non sottoscrivere è un fatto naturale. Se i 5 Stelle devono riflettere, dibattere è un altro ragionamento; qui il vostro capo, il vostro segretario nazionale ha dichiarato che si può votare, e quindi almeno voi votatelo: è pesante il fatto che, rispetto alla richiesta di non sottoscrivere, la Lega voti “no”, cioè a favore della sottoscrizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Delmastro Delle Vedove n. 9/1346/39, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Salutiamo studenti e docenti dell'Istituto di istruzione superiore statale “Guglielmo Marconi” di Civitavecchia, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna del pubblico (Applausi).

Passiamo all'ordine del giorno Meloni n. 9/1346/40. C'è un parere favorevole con riformulazione. Onorevole Meloni, accoglie la riformulazione del Governo? Sì.

Ordine del giorno Gemmato n. 9/1346/41, parere favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione? Sì, accetta la riformulazione.

Ordine del giorno Donzelli n. 9/1346/42, parere favorevole. Sta bene.

Ordine del giorno Prisco n. 9/1346/43, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno Luca De Carlo n. 9/1346/44, parere favorevole.

Ordine del giorno Plangger n. 9/1346/45, parere favorevole con riformulazione.

Ordine del giorno Magi n. 9/1346/46, parere contrario. Onorevole Bruno Bossio… Quindi, lo pongo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Magi n. 9/1346./46, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno Ferrari n. 9/1346/47, c'è un parere favorevole con riformulazione: prendo atto che si accetta la riformulazione. Ordine del giorno Fantuz e Ferrari n. 9/1346/48, parere favorevole con riformulazione: prendo atto che si accetta la riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno Delrio n. 9/1346/49, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delrio. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Presidente, quest'ordine del giorno voleva far riflettere il Governo su una questione che il sottosegretario Molteni - mi rivolgo tramite lei a lui, che sta seguendo con attenzione i lavori di quest'Aula - capisce molto bene, perché qui il problema è semplicissimo: o avete ragione voi o abbiamo ragione noi. Cioè, voi smantellate il sistema SPRAR in quattro mosse, sì sottosegretario, perché se lei riduce gli aventi diritto, se lei limita l'accesso agli SPRAR, se lei prolunga i tempi di permanenza nei centri di accoglienza, se lei amplia le ragioni che possono determinare la revoca della protezione, lei di fatto sta smantellando il sistema SPRAR, lei lo ridurrà dell'80 o 90 per cento la presenza nello SPRAR (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Non è un'opinione, non potete dire che state a casa e andate a messa, perché o state a casa o andate a messa! O dite che gli SPRAR non funzionano e sono un'invasione dei territori o ci credete e ci investite. I numeri del sistema SPRAR noi sindaci li abbiamo sempre voluti, quando eravamo sindaci, perché davano controllo delle persone, controllo e sicurezza delle persone, mentre voi fabbricherete invisibili, persone invisibili che saranno un pericolo per tutti. Per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! I ragazzi che non studieranno, le persone che non verranno avviate al lavoro e le donne a cui non insegneremo più la lingua, perché smantellando il sistema non avremo più queste cose. Questi invisibili dove andranno? Dove andranno, che avete cinque accordi per i rimpatri e non avete portato a casa niente altro che quello che c'era già (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Dove andranno? Allora umilmente mi permetto di suggerire al Governo, Presidente, che almeno dopo sei mesi dalla data di applicazione di questo straordinario decreto - che dopo il decreto del lavoro del Ministro Di Maio che ha già cominciato a creare disoccupati questo creerà invisibili e pericoli per le nostre comunità - si vedano gli effetti di questo decreto, si valutino con i sindaci, con le associazioni, con le famiglie. Scegliete voi, non mi interessa con chi, ma faremo una valutazione di esito di questo provvedimento, sì o no? E non capisco perché una semplice proposta amministrativa trovi sinceramente il parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Delrio n. 9/1346/49, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Salutiamo studenti e docenti dell'Istituto Tecnico Commerciale “Arturo Bianchini” di Terracina, che assistono ai lavori dalla tribuna del pubblico (Applausi).

Passiamo all'ordine del giorno Rotta n. 9/1346/50, su cui vi è un parere favorevole con riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione?

ALESSIA ROTTA (PD). No, Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, questo “decreto propaganda” è l'ennesimo “decreto propaganda”, o meglio “decreto insicurezza”, perché serve, è vero, a creare ulteriori insicurezza, come abbiamo già sentito per tutta la mattina, perché appunto non risolve - ma questo è veramente l'obiettivo - alcun problema ma lo amplifica. Infatti, c'era qualcun altro che aveva parzialmente risolto il problema e sicuramente ridotto dell'oltre 77 per cento l'arrivo dei flussi migratori, si trattava di gestire la situazione attuale con dei sistemi di gestione messi in atto dai Governi precedenti, che stavano funzionando, nonostante chi sul territorio faceva propaganda e impediva ai sindaci, anche ai sindaci perbene, di accogliere, secondo un principio di base: se ce ne occupiamo tutti, forse il problema è diffuso, e soprattutto non è un problema.

A proposito di linguaggio, Presidente, per il suo tramite, mi unisco a quanto detto dalla collega Muroni precedentemente, perché è una questione di linguaggio: stiamo parlando sempre di persone, forse ce lo dimentichiamo, come molto spesso in quest'Aula si dimentica il rispetto, perché anche da altri colleghi ho sentito parlare di “scaricare” riferito alla parola “migranti” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma stiamo parlando sempre di persone. Stiamo parlando di persone, soprattutto persone fragili, ed è il caso di questo ordine del giorno, che si occupa in particolare di minori. A causa di questo decreto, infatti, moltissimi ragazzi migranti che stanno per compiere diciott'anni saranno costretti a interrompere il loro percorso di integrazione che regolarmente nel nostro Paese stavano compiendo. Allora a voi non interessa davvero l'integrazione. Per anni abbiamo sentito la propaganda di chi diceva - naturalmente oggi sta al Governo - che il problema è che non usano la nostra lingua, che non conoscono i diritti, ma non conosceranno né i diritti né i doveri da domani, grazie a questo decreto, e questo appunto per decreto lo state certificando voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Mettete fuori dalla legalità, nonostante quello che avete detto - infatti si capisce chiaramente che l'obiettivo è un altro -, mettete fuori da un percorso di integrazione persone appunto che hanno diciotto anni. Ve lo chiede il PD? No, non ve lo chiede il PD, naturalmente, in questo caso a chiedervelo è stata l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, nella persona della sua presidente, Filomena Albano, che è stata audita, ma per voi le audizioni, come le parole autorevoli anche rispetto a questo decreto - penso naturalmente a quello che dice il CSM - non hanno importanza, perché voi anche dei profili di costituzionalità, come del parere di questo Parlamento, ve ne fregate, sempre per usare e mutuare un linguaggio che non ci appartiene e che è il vostro.

Con la vostra scelta, molti minori saranno a rischio: degli oltre 12 mila minori non accompagnati presenti sul territorio nazionale, il 58,9 per cento sta per diventare maggiorenne, hanno diritto ad una tutela, ma qualora ricevessero il diniego di protezione internazionale, al compimento del diciottesimo anno rischierebbero di non avere alcun titolo per rimanere legalmente in Italia, questo voi decidete. Allora non vogliamo più sentire nessuna parola da parte vostra, mai più, di propaganda per dire che ci sono persone in giro, che ci sono persone che non rispettano la nostra legge, perché voi non solo consentite a loro di non rispettarla ma li mettete fuori dalla legge. La responsabilità questa volta sarà vostra, la responsabilità di aver alimentato e di continuare ad alimentare questo problema, in un circolo vizioso che alla fine serve solo a voi, serve a tenere il Paese sotto paura, serve a mantenere il Paese in uno stato di emergenza costante, in uno stato di Polizia, come d'altra parte avete fatto nella costellazione dei vostri decreti, molti ovviamente votati per fiducia già precedentemente. Penso a quello che avete fatto con il cosiddetto “anticorruzione”, che in realtà si legge “fine pena mai”. Presidente, qui approfitto appunto della presenza - dato il tempo che sta per scadere - del Ministro Salvini, che non vuole regolarizzare nessuno, neppure chi lavora nel nostro Paese. Ancora una volta ribadisco l'appello fatto dalla Comunità di Sant'Egidio e dall'Istat rispetto ai badanti che sono nel nostro Paese, di cui c'è necessità, anche se il Ministro pensa - dovrebbe dirlo ai suoi colleghi di Governo - che anziché il reddito di cittadinanza ai disoccupati i tre milioni di disoccupati nel nostro Paese dovrebbero fare tutti i badanti - a nessuna regolarità neanche per loro. Questa è la vostra incapacità e soprattutto questo è il vostro disegno: voler mantenere nel Paese una paura costante perché ci sia un uomo solo al comando, ovvero un capitano, che possa gestire il problema, ma la finzione ad un certo punto finirà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/50 Rotta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1346/51 Pollastrini, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Non accetta la riformulazione onorevole Pollastrini?

BARBARA POLLASTRINI (PD). No, signora Presidente, e cercherò di dirne le ragioni. Vedete, Signora Presidente e sottosegretari, fra poche ore questa profonda ferita costituzionale sarà legge dello Stato. Ogni ordine del giorno, anche questo che io difendo, è il tassello di una visione, lo diceva l'onorevole Delrio poc'anzi, alternativa, radicalmente alternativa che noi proponiamo a questa legge che offende parti essenziali della nostra Costituzione. Signora Presidente…

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di lasciare liberi i banchi del Governo e di consentire al sottosegretario Molteni di ascoltare, grazie.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Grazie Presidente, se fino all'ultimo abbiamo preso parola sugli ordini del giorno è perché principi di uguaglianza e dignità della persona sono stati scambiati in nome di un contratto privatistico. Senza pudore, almeno, credo, senza pudore, lo ha riconosciuto il presidente Brescia quando ha detto che si teneva su un binario parallelo il cosiddetto “spazza corrotti” e lo scalpo, ben più simbolico e grave, che oggi brandirà il Ministro dell'Interno; e mi verrebbe da dire, signora Presidente, che non c'è “un giudice a Berlino” visto che il Presidente del Consiglio si è prestato, ieri, a celebrare – celebrare! – questa grave ferita costituzionale, forse inconsapevole di ballare sul Titanic della democrazia e i principi base della nostra Costituzione. E, invece, quel giudice a Berlino, lo dico alle colleghe e ai colleghi, ci sarà, quel giudice a Berlino sta già reagendo, perché ci saranno ricorsi sui principi costituzionali feriti da questa legge. Ci sono i sindaci in movimento, ci sono le ONG, le associazioni, ci sono coloro che si occupano davvero e da vicino dei grandi temi dei diritti umani.

Voglio dire una cosa: io non accetto, come ho sentito fare dai media e anche in quest'Aula e in altre occasioni, lezioni per la parte che noi rappresentiamo in quest'Aula e per la parte a cui io riconosco un pezzo, una parte della mia storia, che c'era prima, che qualcuno ci faccia lezioni sulla sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché questa parte politica, la parte politica che è seduta vicino a me ha avuto chi ha pagato nella lotta contro l'illegalità, ha pagato con la vita, e sapeva cos'era la battaglia per la sicurezza; una battaglia della sicurezza che è fatta innanzitutto dalla capacità di isolare i facinorosi, di isolare i predicatori d'odio e di unire, invece, quella parte di società: la scuola, la cultura, i sindacati, il civismo che, insieme, vogliono contrapporsi alle mafie, alle camorre. Anche così abbiamo vinto, non abbiamo vinto solo grazie a magistrati coraggiosi, alla repressione, ma abbiamo vinto perché avevamo una visione di quella che è la sicurezza, abbiamo vinto perché sappiamo che i diritti camminano quando camminano insieme, innanzitutto i diritti umanitari. Non c'è distinzione fra diritto umanitario, diritto civile, diritto sociale. E quando si vuole il diritto alla sicurezza innanzitutto ci si deve fare carico del diritto alla dignità di ogni persona, alla libertà di ogni persona, alla vita di ogni persona, perché molte di quelle ragazze, di quei ragazzi, di quei migranti che voi volete indicare come il nemico, arrivano disperati – disperati! –, carichi di sofferenza e di violenza.

E, allora, io dico questo, guardi, ci sarebbe da non stupirsi – ho quasi finito Presidente – di tutto quanto avviene, perché vedete io credo che non sia sbagliato, che non ci sia da stupirci per le posizioni della nuova Lega, della Lega di Salvini; io ho rammarico, lo voglio dire anch'io e l'ho già detto ieri sera, del silenzio, dell'assenso, della lenta perdita di innocenza del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ho rammarico perché, badate, quando si inizia a perdere l'anima si finisce per perdere un'identità e, poi, i consensi. Ho rammarico; ma vi rendete conto di cosa c'è, di cosa sostiene questa legge? Ma vi rendete conto che sostiene un'ideologia che è qualcosa persino di più di una ideologia securitaria, è qualcosa di profondo? Chiedetelo, chiedetelo a quelli che frequentano la chiesa di San Filippo qui a Roma, dove si ritrovano Bannon, l'arcivescovo Burke, quelli che vogliono mettere in minoranza il Papa, su un vero e proprio disegno di controriforma, di controriforma dei principi basilari della nostra Costituzione…

PRESIDENTE. Deve concludere onorevole Pollastrini.

BARBARA POLLASTRINI (PD). …e della storia migliore della democrazia dell'occidente. Guardate cosa lega Pillon alla nomina della presidente della Commissione sui diritti umani al Senato…

PRESIDENTE. Deve concludere.

BARBARA POLLASTRINI (PD). …guardate, c'è qualcosa di profondo e, non a caso, questo decreto sulla sicurezza che avrebbe dovuto aprirsi con una pagina, la sicurezza innanzitutto delle donne, la sicurezza rispetto alle violenze che subiscono…

PRESIDENTE. Onorevole Pollastrini, non mi costringa a toglierle la parola, deve concludere.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Ho finito, mi scusi Presidente, si chiude, invece, con quell'assioma terribile di immigrazione uguale delinquenza. Una colpa sulla coscienza, una colpa nella cultura civile di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/51, Pollastrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/52 Boschi, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Onorevole Boschi, non accetta la riformulazione? Chiede di parlare? Prego, ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, con questo ordine del giorno, il Partito Democratico cerca di suggerire al Governo degli impegni per limitare, per quanto possibile, gli effetti disastrosi di questo decreto-legge. Un decreto-legge che serve solo a continuare la propaganda continua, l'eterna campagna elettorale del Ministro Salvini e cancellare l'incapacità del Ministro Salvini di attuare le promesse demagogiche fatte in campagna elettorale proprio sul tema dell'immigrazione, perché siamo ben lontani dai 650 mila rimpatri promessi in campagna elettorale dalla Lega che avrebbero dovuto essere effettuati nella prima settimana di Governo.

Bene, con questo decreto -egge si va oltre, distruggendo il sistema SPRAR, che da sedici anni funziona nel nostro Paese, come fino a qualche settimana fa riconosceva lo stesso Governo, attraverso i propri siti istituzionali, quelli gestiti dal Ministero dell'Interno, e cancellando il permesso di soggiorno per motivi umanitari, di fatto aumentando l'insicurezza e potenzialmente l'illegalità nel nostro Paese, anziché porvi rimedio, perché avremo moltissimi stranieri che vivranno nell'irregolarità nel nostro Paese, che usciranno da qualsiasi percorso di controllo, ma anche di integrazione, qualsiasi percorso di formazione scolastica, di apprendimento della lingua italiana, di formazione professionale, di accesso al mondo del lavoro.

Saranno degli irregolari e tra questi, le categorie più vulnerabili di cui parliamo in questo ordine del giorno, donne e bambini, saranno sicuramente quelli più esposti a rischio, soggetti che vivranno la marginalità nelle nostre grandi città. Voi immaginatevi cosa può voler dire, per una donna che arriva nel nostro Paese, che spesso arriva senza aver potuto studiare nel Paese di provenienza, senza avere una professione, un lavoro, sola, senza possibilità economiche, interrompere qualsiasi percorso di integrazione e ritrovarsi sola. In molti casi, queste donne, peraltro, sono già state vittime di violenza, di abusi, nei loro Paesi e durante il viaggio che le ha portate in Italia e continuano ad esserlo nelle nostre strade qui in Italia; spesso, come ricordava la collega Pollastrini, vittime di tratta, che io ho avuto modo di conoscere e di incontrare nella mia attività di Governo, di parlare con loro; sono persone che qui, nel nostro Paese, grazie ai percorsi pensati per loro, possono immaginare un futuro che non sia solo di sfruttamento e di schiavitù. Voi interrompete tutto questo, aumentando così le pensioni sociali, la necessità di intervento delle forze dell'ordine, non la sicurezza dei cittadini. E questo vale ancora più per i minori, i 12.500 minori presenti oggi nel nostro Paese: loro qui non hanno un padre e una madre che possa tutelare i loro diritti, bene, tocca allo Stato, tocca a noi, ma anche a voi, soprattutto a voi che siete al Governo, pensare a quei minori, pensare al modo per evitare che diventino facile preda della criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché senza speranze, senza futuro, senza nessuno che si prenda cura di loro, spesso facile oggetto anche di persone senza scrupoli che ne abusano da tutti i punti di vista, anche sessuale.

Allora, abbiamo bisogno di dare risposte concrete che voi state smantellando. A fronte di questo, l'ordine del giorno si limitava a chiedere che il Governo, nell'attuare questa legge che noi non condividiamo ma che ormai è stata votata e tra poco entrerà in vigore, di tutelare in modo adeguato tutte le categorie di soggetti vulnerabili, con particolare riguardo alla condizione delle donne e dei minori. C'è stata proposta una riformulazione perché il Governo ci ha detto che deve valutare l'opportunità di tutelare donne e minori, ma vi rendete conto? Dovete valutare l'opportunità di difendere e tutelare i diritti di donne e minori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma di che cosa stiamo parlando? Questo Governo si deve vergognare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/52 Boschi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/53 Migliore, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Onorevole Migliore, accoglie la riformulazione?

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signora Presidente. Non accolgo la riformulazione e proverò anche a spiegare il motivo per il quale una serie di ordini del giorno, tra cui il mio, sono assolutamente privi di qualsiasi considerazione da parte del Governo, che ha inteso formulare riformulazioni molto astratte e assolutamente prive di qualsiasi capacità di cogliere qual è la natura del problema. Qui parliamo di soggetti particolarmente vulnerabili, che hanno attraversato momenti assolutamente tragici nella loro esistenza, nei Paesi di origine, nei Paesi di transito. Anche in questo caso il Governo avrebbe dovuto consentire, attraverso la protezione umanitaria, la protezione di queste persone e si rifiuta persino di accoglierla all'interno di un ordine del giorno.

A me sono venute in mente varie immagini, ho pensato a che cosa dovranno pensare nel corso degli anni i figli di queste persone maltrattate, i figli e le figlie di queste persone, che, magari, ritorneranno nel loro Paese oppure rimarranno in questo perché saranno accolti da altri che avranno un senso di umanità e di giustizia superiore. Ho pensato anche a quella frase, che vorrei rivolgere ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, che è stata pronunciata da chi ha immolato la sua vita per difendere i diritti civili, non solo nel suo Paese, negli Stati Uniti, ma anche in tutto il mondo, Martin Luther King, che, in uno dei suoi migliori e più toccanti interventi, disse: “alla fine non ricorderemo le parole dei nostri nemici”; e noi le vostre non le ricorderemo, perché sono cariche di odio e di ipocrisia, ma invece ricorderemo i silenzi dei nostri amici.

E siccome molti di quelli che siedono nei banchi del MoVimento 5 Stelle hanno nel corso degli anni anche militato in organizzazioni umanitarie, sono stati impegnati nel volontariato, hanno costruito anche il loro percorso di militanza politica così, penso che voi dovrete rendere conto a queste persone del motivo per il quale il vostro silenzio complice e asservito alla Lega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) sarà servito solamente a condannarli a quei trattamenti inumani e degradanti, che, oggi, per legge volete realizzare.

E poi, signor Ministro e signori del Governo, abbiate almeno la decenza di cambiare la dizione: SPRAR significa sistema di protezione di richiedenti asilo e rifugiati, voi i richiedenti asilo li state mettendo alla porta, li state cacciando da un sistema che è stato illuminante anche per altri Paesi in qualità di protezione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E allora vi chiedo non solo di accogliere questo ordine del giorno, ma vi chiedo di rinunciare a questa idea malsana, secondo la quale, aumentando la paura, si aumenta anche la capacità di reagire in termini elettorali. Voi così state inoculando delle uova di serpente, ma sapete le uova di serpente prima o poi si schiudono e questi serpenti velenosi saranno quelli che avveleneranno la nostra società e noi cercheremo in tutti i modi di impedirlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/53 Migliore, con il parere contrario del Governo.

Colleghi, vi prego di non dare le spalle alla Presidenza, purtroppo l'atteggiamento da tenere in quest'Aula evidentemente non è ancora chiaro a tutti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/54 Giorgis, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Intervenendo nei giorni scorsi ad una affollata convention dei sindaci italiani, il Ministro dell'Interno li ha salutati, chiedendo scusa e annunciando che sarebbe stato in quest'Aula giorno e notte. Non c'è. Se n'è andato. Forse se ne è andato perché sta iniziando a fare i conti con la crisi di identità che l'attuazione di questo provvedimento gli comporterà.

Perché, colleghi, l'attuazione di questo provvedimento farà sempre più assomigliare il Ministro dell'Interno a un suo predecessore: non all'onorevole Minniti, ma all'onorevole Alfano (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché lui sta esattamente creando le condizioni per le quali, se mi ascoltate, nella pazienza del reciproco ascolto e della normale dialettica parlamentare che, posso capire, vi sfugga rispetto ad alcune concezioni che avete anche portato in quest'Aula, proverò ad argomentare il motivo per il quale gli effetti di questo decreto determineranno una totale similitudine tra l'ex Ministro Alfano e la sua politica e il Ministro Salvini. Lo dico, in particolare, al MoVimento 5 Stelle. Infatti, molti amici della Lega non erano presenti nella scorsa legislatura, ma i colleghi del MoVimento 5 Stelle sì e, quindi, se diciamo CARA di Mineo probabilmente, colleghi, ci intendiamo.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. L'avete fatto voi! Chiedete a Castiglione!

ENRICO BORGHI (PD). Ebbene, voi state generando dei nuovi CARA di Mineo, perché lo smantellamento del sistema diffuso e capillare di integrazione del fenomeno dell'immigrazione, il ritorno ad una concezione prefettizia della gestione del fenomeno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), il ritorno ad una concentrazione di immigrati in luoghi fisici di coercizione riprodurrà esattamente gli stessi effetti perversi per i quali noi nella scorsa legislatura addirittura avevamo dovuto fare una Commissione parlamentare di inchiesta. E poi si arrivò alla modificazione di quel sistema, che, lo ricordo, era funzionale ad affrontare dei numeri profondamente diversi rispetto agli attuali. Cari colleghi, nel 2014, 2015 e 2016 sono arrivati sulle nostre coste quasi 200 mila migranti ed eravamo in una condizione di emergenza. Oggi noi stiamo parlando di 20 mila-25 mila migranti, cioè un decimo rispetto a quel fenomeno, un fenomeno nel quale, giusto per dare qualche coerenza più larga, negli stessi anni un Paese come la Germania ne accoglieva un milione, a proposito di emergenze.

Che cosa accadrà qualora si dovesse ripercorrere nuovamente un fatto emergenziale la cui condizione e il cui controllo non appartiene al nostro Paese? Che si genereranno nuovamente le problematiche che ci sono state, con un'aggravante che ha ricordato molto bene l'onorevole Delrio in precedenza: che nel frattempo si sarà creata una condizione di invisibili nel nostro territorio nazionale che diventeranno uno straordinario serbatoio per la malavita organizzata, per le mafie, per chi intende far lavorare in nero le persone, vero Ministro Di Maio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Quel serbatoio nel frattempo non verrà prosciugato ma verrà alimentato. E, allora, la responsabilità del Ministro Salvini è quella di ripercorrere strade che nel passato sono state modificate. La capacità di un governante è quella di saper adeguare, rispetto alla situazione che cambia, l'assetto dell'organizzazione dello Stato. Se, invece, mettiamo l'ideologia al posto dalla capacità di governo produrremo solo disastri. E negli ultimi trenta secondi, signora Presidente…

PRESIDENTE. Sono dodici.

ENRICO BORGHI (PD). …faccio presente che sono 12 mila le persone che perderanno il lavoro per questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché con i 35 euro si pagano i nostri ragazzi che lavorano nell'integrazione, nel volontariato e nella sussidiarietà (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Voi li state licenziando e pagherete il pegno di questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. In merito alle sue osservazioni sull'assenza del Ministro Salvini, so di farle cosa gradita e di rasserenarla se le ricordo che sta per iniziare il Consiglio dei ministri. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Grazie, Presidente. Il mio intervento è per riprendere quanto è stato detto dal collega e riportare forse un'altra faccia e un'altra visione dell'Italia. Certamente ci colpisce il CARA di Mineo, ma se penso allo SPRAR non può non colpire quest'Aula l'inserimento di migranti nei tanti, troppo piccoli comuni italiani senza - nonostante si parli di SPRAR - contattare i sindaci e senza contattare i comuni per verificare agibilità e l'abitabilità dei luoghi in cui sono inseriti i migranti. E, allora, l'Aula deve prendere coscienza e consapevolezza anche di questo importante aspetto.

Sulla perdita dei posti di lavoro, proprio in questi giorni, cari colleghi, sto seguendo, in Piemonte, la situazione di alcune cooperative Onlus. Abbiamo quelle grandi che, guarda caso, ricevono i pagamenti in tempi brevissimi; ma poi abbiamo quelle piccole, che lavorano bene, con piccoli nuclei, con piccoli inserimenti, che devono essere pagate per il 2018, per tutto il 2018. Allora, sono importanti anche questi contesti. Forse quelle piccole realtà, quelle piccole Onlus riescono a fare un lavoro di grande qualità. Vi chiedo, dunque, di pensare che cosa significa oggi avere inserimenti in comuni quali Torre Pellice o altri dove non ci sono mezzi di trasporto e dove abbiamo una popolazione inferiore al numero dei migranti. Allora, credo che l'accoglienza debba essere rivista anche sotto questo aspetto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, lei è già intervenuto, sull'ordine dei lavori? Prego.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, intervengo sul Regolamento. Segnalo che è almeno mezz'ora di orologio che il sottosegretario Di Stefano sta facendo una riunione nei banchi del MoVimento 5 Stelle. Direi che occorre un minimo di rispetto per chi sta facendo quello che voi avete fatto molte volte nella passata legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Presidente, almeno richiami il rappresentante del Governo.

PRESIDENTE. L'ho già fatto prima e lo faccio ancora adesso e invito tutti ad utilizzare non solo un linguaggio consono a quest'Aula, ma anche ad assumere un atteggiamento consono. Le riunioni si fanno fuori da quest'Aula e non dentro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/54 Giorgis, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1346/55 Mor.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà ancora per un minuto.

GENNARO MIGLIORE (PD). Molto brevemente, signora Presidente, per dire all'Aula che esiste anche una realtà. Nella conclusione del mio intervento ho parlato di uova di serpente e mi è stato fatto notare un fatto che è accaduto ieri. La signora Fara, una ragazza di diciannove anni che ha una bambina che è nata in Libia, in uno dei campi di prigionia dopo una violenza, e che è sbarcata a Pozzallo sabato notte scorso, nel momento in cui questa bambina di quindici giorni è stata ricoverata e nel momento in cui la madre di diciannove anni, che è stata semplicemente la vittima di una violenza, di uno stupro, è andata a trovarla è stata aggredita perché non poteva stare lì, perché al grido di “portano le malattie, portano le malattie” si è ribellata una parte intera sulla quale voi portate la responsabilità.

Sono dovuti intervenire i carabinieri perché questa possibilità di avere una recrudescenza razzista con una ragazzina di diciannove anni che stava andando a visitare… è inutile che fate sentire i vostri muggiti!

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GENNARO MIGLIORE (PD). Per quanto mi riguarda ho l'idea che esista un rispetto della vita delle persone! Questa donna era un simbolo della lotta alla violenza e un simbolo di quello che dovrebbe essere un Paese civile e voi, invece di andarvi a scusare, state alimentando queste forze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Migliore.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Anch'io penso che si debbano raccontare fatti di vita conosciuti. Questo ordine del giorno, che riguarda l'articolo 14 del decreto, quello circa l'acquisizione e la revoca della cittadinanza, dice che l'ampliamento dei termini da 24 a 48 mesi - dice l'articolo a cui si riferisce l'impegno dell'ordine del giorno - per il termine di conclusione dei procedimenti di riconoscimento della cittadinanza per matrimonio o naturalizzazione, interviene anche sui procedimenti in corso. Ci telefonano e ci portano documenti, onorevole Presidente, persone che sapevano di essere a pochi giorni dal conferimento della cittadinanza, perché stavano per concludersi i due anni previsti per l'amministrazione, perché venisse conferita la cittadinanza, e che sanno, perché gli viene comunicato, perché il decreto ovviamente è già vigente, che questo loro tempo di limbo in attesa di una cittadinanza che sembrava fosse arrivata si è improvvisamente raddoppiato. Cioè, noi stiamo, anzi, voi state, con il testo di questo decreto, giocando con la condizione di persone, Presidente - e qui non stiamo parlando di persone che stanno chiedendo il trattamento umanitario, come abbiamo analizzato in altri ordini del giorno, o che sono in fase di richiesta di asilo politico, o che sono richiedenti asilo, o che vengono spostati dal sistema di accoglienza dei comuni ai grandi centri di accoglienza - che hanno i requisiti per chiedere la cittadinanza, che hanno in corso una pratica e che ci telefonano, dicendo: ma, sono due anni che io aspetto, mi hanno detto che era arrivata; adesso diventano quattro.

Noi, con il testo di questo decreto, stiamo dicendo all'Italia che un diritto non è tale quando siano verificati i requisiti per ottenerlo, ma è tale quando la legge che modifica il tempo per ottenerlo ne raddoppia i tempi. Anche in questo caso, lo dico per la particolarità che interviene sui procedimenti in corso; capirei, e non condividerei, perché questo testo è stato modificato al Senato proprio su questo punto, che qualcuno mi dicesse: io sono perché ci sia un tempo di quattro anni. Ma lo diciamo per persone che stavano per ottenerla.

Io penso che questo sia un abominio ed è per questo che invito a votare favorevolmente al nostro ordine del giorno n. 9/1346/55 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/55 Mor, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/56 Viscomi con il parere favorevole del Governo. Onorevole Viscomi, il parere è favorevole, lei insiste per la votazione?

ANTONIO VISCOMI (PD). Sì, signora Presidente, e vorrei motivarla con due considerazioni brevissime, se posso.

Allora, la prima considerazione è che il parere favorevole che il Governo ha espresso con riferimento all'ordine del giorno, io credo, dimostri in modo evidente l'errore clamoroso compiuto dalla maggioranza nell'aver ghigliottinato la discussione in Commissione e in Aula su queste questioni, questioni che definiscono radicalmente il modello stesso di società che vogliamo costruire e in cui vogliamo vivere, e il nostro è totalmente e radicalmente diverso dal vostro. Ravvedersi è cosa buona, lo dico al Governo, però, forse, meglio sarebbe stato consentire al Parlamento di poter esprimere le varie posizioni, di svolgere la sua funzione, con la discussione e l'approvazione di specifici emendamenti e non solo di ordini del giorno.

La seconda considerazione che mi spinge a chiedere il voto dell'Aula è la seguente: l'ordine del giorno riguarda la questione dei comuni sciolti per mafia; il tema è ovviamente passato in secondo piano nell'attenzione dell'Aula e dell'opinione pubblica, totalmente catturata dall'equazione perversa “immigrazione uguale sicurezza” e mediata dal termine “delinquenza”.

Apprezzo, dunque, signor Presidente, che il Governo abbia condiviso che il contrasto alle infiltrazioni mafiose non possa essere ricondotto e ridotto alla logica prefettizia e direi quasi doganale del controllo su singoli atti, peraltro sottoponendo in alcuni casi ad amministrazione controllata anche enti, e cioè consigli comunali e giunte comunali, per i quali non sussistono i presupposti per lo scioglimento, ma richiede una visione globale della complessità delle relazioni interne ed esterne all'ente disciolto che, però, è totalmente assente nella norma proposta dal Governo. Parlo di relazioni interne, perché se non si interviene sulla struttura burocratica è del tutto insufficiente operare soltanto sugli organi di governo politico. E parlo di relazioni esterne, perché sciogliere un comune non serve se non si recupera la comunità, sostenendola anche con interventi finanziari ad hoc, soprattutto per quanto riguarda le strutture ad uso collettivo.

Si tratta di comunità che non sono mafiose, signor sottosegretario, ma di comunità che sono ferite, fragili, come quelle che attendevano i fondi per le periferie che avete pure, a suo tempo, revocato. Mi verrebbe quasi da dire che anche per le strategie di contrasto alla mafia dovrebbero valere i principi generali e forse di buonsenso del Global Compact sull'immigrazione, un approccio multi livello, multidisciplinare, aperto alla collaborazione di tutti gli stakeholder. La lotta alla mafia, signor Presidente e signora Presidente, è cosa troppo seria per ridurla a qualche slogan roboante e qualche selfie nelle zone di mafia non ha mai fatto paura ai mafiosi.

Poiché le proposte contenute nell'ordine del giorno richiamano l'esigenza di intervenire anche sul piano legislativo, sul quale il Partito Democratico sta già lavorando, per queste ragioni, signora Presidente, reputo opportuno che il Parlamento esprima comunque la propria volontà, in sede di votazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Proprio perché la lotta alla mafia e la lotta alla criminalità organizzata sono una cosa seria ed è un tema sul quale questo Parlamento, indipendentemente dal colore politico del Governo, ha tentato di non dividersi mai e, spesso e volentieri, io ricordo bene i tanti momenti in Commissione giustizia di condivisione di provvedimenti di lotta e di contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie, proprio per questo, con senso di responsabilità, il Governo ha deciso di dare su questo ordine del giorno, che ovviamente condivide, un parere favorevole, un parere favorevole secco, senza riformulazioni, senza raccomandazioni. Lo prendiamo esattamente così com'è.

Mi stupisce l'intervento da parte del collega perché, ovviamente, chiedere il voto su un parere favorevole è una prassi totalmente irrituale e mi sia consentito di dire, una prassi totalmente irrituale per la dignità di questo Parlamento, perché se il Governo dà parere favorevole, lo ripeto, se il Governo dà parere favorevole è cosa buona e giusta che anche da parte del presentatore ci sia la possibilità di poter acconsentire. Ancor meno accettabili sono le parole di critica e di contestazione del collega, legittime, perché in quest'Aula è legittima l'espressione del voto democratico, rispetto a un provvedimento che sul tema del contrasto alla criminalità organizzata focalizza gran parte, io dico, forse la parte più importante, più consistente e più funzionale, di questo decreto.

Siccome, lo ripeto, c'è una dignità del Parlamento e mi sia consentito anche di dire che il Governo ascolta con grande rispetto tutti gli interventi, ma c'è anche una dignità del Governo che deve essere mantenuta e deve essere rispettata.

Quindi, io chiedo due cose, cortesemente, se fosse possibile: o che il collega accetta il voto favorevole senza mettere ai voti l'ordine del giorno, e quindi credo che si farebbe una cosa buona e giusta, oppure, evidentemente, se il collega insiste, ripeto, ledendo un po' la dignità e anche la serietà di questo Parlamento, di mettere ai voti un ordine del giorno sul quale il Governo si esprime favorevolmente, vuol dire che c'è un atteggiamento provocatorio e di scarso rispetto nei confronti e del Governo e di tutta la maggioranza e opposizione parlamentare, che non credo che sia un elemento positivo di questo dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che sino ad oggi è stato assolutamente rispettoso, al di là dei toni. Quindi, il Governo mantiene il parere favorevole, se, evidentemente non c'è la volontà da parte del presentatore di metterlo ai voti; qualora si chiedesse di metterlo ai voti, il parere del Governo cambia (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, sull'ordine dei lavori; poi, naturalmente, sarà il presentatore ad esprimersi. Ma vorrei sottolineare un aspetto, signora Presidente, per il suo tramite, tenuto conto del fatto che, fino a prova contraria, il Regolamento in quest'Aula lo decide, lo coordina e lo stabilisce la Presidenza, e mai il Governo pro tempore, che in quest'Aula è sempre ospite. Il tema non è la dignità, perché noi stiamo esercitando una normale dialettica. Se poi il Governo, nella fattispecie, ha qualche strabismo di Venere, perché, quando questi atteggiamenti vengono tenuti da altri gruppi dell'opposizione, che però, evidentemente, hanno già deciso di votare favorevolmente, allora in questo caso va bene, e, quando lo fa un pezzo dell'opposizione, che nella circostanza ha altre opinioni, non va bene.

Il Governo pensi a non sindacare l'atteggiamento delle opposizioni. Questo è un tema estremamente delicato, ma su questo mi taccio perché parlerà il mio collega presentatore.

PRESIDENTE. Onorevole Viscomi, è già intervenuto in dichiarazione di voto. Può soltanto ribadire la sua volontà di insistere sulla votazione.

ANTONIO VISCOMI (PD). Certo, Presidente. Accetto il parere favorevole, perché avevamo già deciso di rinunciare al voto, però il tono usato dal sottosegretario, confesso, è un po' eccessivo. In realtà, credo che il contrasto alle associazioni mafiose sia uno dei temi qualificanti, che dovrà essere uno dei temi qualificanti di questo Parlamento. Per cui ribadisco l'intenzione del Partito Democratico di lavorare in via legislativa su questi temi. Spero che questi temi possano essere oggetto di analisi e verifica dal Parlamento con tutto il tempo disponibile, senza nessuna ghigliottina da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Naturalmente vorrei ricordare che una cosa è l'espressione del parere da parte del Governo, e un'altra è la richiesta, legittima, del presentatore di chiedere la votazione, anche se il Governo ha espresso parere favorevole. Ha sempre funzionato così, sottosegretario Molteni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). La ringrazio molto per questo, e lo dico anche rivolgendomi al sottosegretario Molteni, che sa perfettamente come lo stimo. Il parere il Governo lo dà su un testo, e non si può minimamente immaginare, come lei ha giustamente detto, che, se quel testo viene posto al voto dell'Aula, cambia il parere del Governo. Eventualmente sarà l'Assemblea, come è successo in tante occasioni, che, se viene messo in votazione l'ordine del giorno, vota contro il parere del Governo, ma, se il Governo dà un parere, lo dà su un testo, non sulla forma attraverso la quale quel testo viene esaminato all'Aula. Grazie mille per averlo ribadito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Esattamente quello che avevo precisato prima.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Intanto, ringrazio il collega Viscomi per avere accettato quel parere del Governo rispetto a un impegno che vede trasversalmente le forze politiche impegnate in campo, perché abbiamo sempre dibattuto sui tanti comuni sciolti per più legislature, dove spesso, ovviamente, il capro espiatorio non sempre era solo la mela marcia, viene vista nella politica, e poi dove la burocrazia rimane stantia, e che comunque poi fa sì che ci siano delle collusioni non soltanto interne, ma soprattutto esterne. Noi ringraziamo, in questo caso, il sottosegretario Molteni, perché in altre occasioni abbiamo avuto modo di dibattere su questa tematica. Riteniamo che certamente non possa appartenere ad una sola parte politica, ma al Parlamento tutto, e quindi vogliamo soltanto dire che siamo d'accordo su questo ordine del giorno presentato dal collega Viscomi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Viscomi non insiste, quindi, per la votazione.

Passiamo dunque al successivo ordine del giorno, n. 9/1346/57 Scalfarotto, su cui c'è un parere contrario da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, signora Presidente. È un provvedimento importante, questo, che ha sostanzialmente, diciamoci la verità, due finalità. Nonostante il nome, si chiama decreto sicurezza, è un decreto che vuole, proprio in modo deliberato, creare insicurezza, perché è evidente che, se tu non crei integrazione, crei marginalità, crei propensione al crimine, crei una situazione di tensione; ed è evidente che tutto questo viene fatto perché la forza politica che si è fatta promotrice di questo provvedimento ha lucrato, e lucra, su una situazione di percepita insicurezza, perché noi sappiamo bene che gli sbarchi sono diminuiti, che i reati sono in diminuzione, ma c'è qualcuno che ha intenzione, un'intenzione politicamente motivata, di soffiare sul fuoco perché questo crea del consenso elettorale, e quindi questa è una motivazione.

La seconda, quella che però mi preoccupa di più, signora Presidente, è quella legata al tentativo di cambiare culturalmente questo Paese. Questo è un Paese che si sta trasformando. L'episodio di Ragusa, di una donna eritrea con una bambina piccola che viene aggredita in un ospedale, con persone che le dicono che porta malattie, è un segno grave della decadenza del dibattito pubblico su questi temi. Ma vi faccio un altro esempio: ricorderete tutti che qualche settimana fa, quando scoppiò il caso dei bambini di Lodi, l'amministrazione comunale di Lodi a guida leghista ha creato un apartheid tra bambini italiani e bambini stranieri, ci fu un nostro connazionale che andò in televisione a dire che i bambini stranieri sono delle zecche. Ora, è chiaro che, quando si va in televisione da sconosciuti, ci si va per acquisire il consenso di amici, parenti, conoscenti, colleghi di lavoro. In genere, ci si va per fare bella figura. Ebbene, in questo Paese siamo al punto che, per fare bella figura, si dice che i bambini sono delle zecche.

Ecco, penso di rifiutarmi, mi rifiuto di vivere in questo Paese, e penso che questo Parlamento, a partire dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, dovrebbe rifiutarsi di vivere in un posto dove si va in televisione a dire che i bambini sono delle zecche.

In questo ordine del giorno, signora Presidente, si parla di Paesi sicuri; Paesi, cioè, dai quali si viene, e quindi, poiché sicuri, non si ha diritto alla protezione umanitaria.

Signora Presidente, lei è stata Ministro delle pari opportunità e ci è capitato di lavorare insieme sui temi dell'orientamento sessuale: io sono una persona omosessuale e le assicuro che in molti Paesi che verrebbero definiti come sicuri non mi sentirei sicuro per niente. Ed è vero che il sottosegretario Molteni mi direbbe oggi che io avrei la possibilità di far valere il mio caso personale, ma le posso dire una cosa? Io non mi fiderei dell'esame di questo Governo della mia domanda, e ho buoni motivi per farlo, perché questo è un Governo e una maggioranza che nomina la senatrice Pucciarelli, indagata per istigazione all'odio razziale, come presidente della Commissione diritti umani, con il voto del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Questo è un Governo che introduce, in questo provvedimento, la cittadinanza “a scadenza”, come il cartone del latte; una cittadinanza che può essere revocata. Se sei italiano da sei generazioni, non è revocabile; se sei un italiano da poco, la tua cittadinanza vale meno, sei un cittadino «di serie B». Questo, signora Presidente, si chiama apartheid (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E quando il Ministro dell'Interno parla di negozi etnici che devono chiudere alle 21, la norma viene fortunatamente modificata dalla saggezza di queste Camere, ma questo Esecutivo parla di negozi etnici, mi permetto di ricordarle, signora Presidente, che era dal 1938 che nessuno schedava i nostri negozi sulla base dell'origine etnica del proprietario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E allora, quando, all'articolo 7-bis, parlate di Paesi sicuri, che le assicuro, sottosegretario Molteni, sicuri non sono per niente, almeno impegnatevi a verificare quella lista, che sia aggiornata continuamente. Non c'è neanche un accordo a livello europeo per quella lista di Paesi sicuri. E quando l'Europa finalmente si riunisce e si unisce su un documento complessivo, voi venite qui a sfiduciare il Presidente del Consiglio. Non mi stupisce se il sottosegretario Spadafora, un suo successore, signora Presidente, dice che, per stare in questo Governo, bisogna turarsi il naso, dice che voi 5 Stelle avete rinunciato ai vostri valori e vi sentite dispersi e disperso è il vostro elettorato. Ma c'è soltanto un modo per smettere di turarsi il naso, signora Presidente: per il sottosegretario Spadafora è dimettersi, per il MoVimento 5 Stelle è recuperare la propria libertà e la propria dignità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, io ho ascoltato con moderazione, devo dire, tutti gli interventi che sino ad ora si sono susseguiti qui in Aula. Non ho studiato nello specifico il provvedimento; ci sono stati dei colleghi che l'hanno fatto molto meglio di quanto avrei potuto fare io. Ma, Presidente, vede, ho deciso di alzarmi qui ora, in Aula, e di intervenire dopo qualche intervento che proviene da quella che in teoria dovrebbe essere la sinistra parlamentare o il centro-sinistra parlamentare del nostro Paese. Ed è del tutto evidente, Presidente, e mi sento di rivolgermi per suo tramite ai colleghi che siedono qui di fronte a me, che posso dire con estrema tranquillità che il nervosismo che emerge dai banchi di quella che dovrebbe essere la sinistra, è esattamente la cifra del fallimento dei Governi di centro-sinistra su questi temi, almeno negli ultimi cinque o sei anni in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Stia sull'ordine del giorno, onorevole Rizzetto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Scusi, Presidente, io non voglio contraddirla, lei presiede secondo me molto bene; ma ritiene che il collega Scalfarotto sia restato all'interno di quello che è l'ordine del giorno? A me non pare.

PRESIDENTE. Sì, il collega Scalfarotto era sull'ordine del giorno. Era sull'ordine del giorno, glielo assicuro.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, rispetto all'ordine del giorno che di fatto stiamo andando a valutare, che il Governo sta valutando, e che la sinistra fondamentalmente sta cercando di portare in suo seno, io, Presidente, posso dire tranquillamente che su questo ordine del giorno ritengo che la sinistra, e che il centro-sinistra, lo rinnovo, abbiano esattamente sbagliato rispetto a tutto quel tema, quello che è stato e quello che è il tema dell'immigrazione. Perché vede, la sinistra in Italia, molto spesso, anzi sempre, si è limitata al solidarismo, ad un solidarismo quasi da dame di San Vincenzo: molto spesso i Governi di centro-sinistra si sono limitati all'elemosina, senza aver fatto nulla di chiaro su questo tema.

Ed allora, Presidente, io rinnovo, penso che quella che una volta (fortunatamente non è più) è stata e fu una maggioranza, si è limitata ad una solidarietà in termini di sbarco; e dopo lo sbarco ha lasciato fondamentalmente queste persone, che si sono allontanate dal loro Paese; avete lasciato queste persone all'inedia di un tendone a 40 gradi d'estate e a meno 5 gradi di inverno. Questo è stato fatto da parte di un certo tipo di Governo!

Io mi chiedo, Presidente, se qualcuno ha mai agito sulle cause di laggiù, piuttosto che andare a cercare di capire come di fatto si potevano fermare le ondate migratorie che qualcuno, anche noi consideriamo di fatto un'invasione, o qualcuno si sia lavato semplicemente la coscienza, non soltanto fuori ma anche qui in Aula. La mia risposta è chiara, Presidente: vi siete lavati soltanto la coscienza con inutili discorsi.

Presidente, vede, prima e attraverso il suo tramite il collega Scalfarotto ha parlato di alcuni casi; noi parliamo anche di altri casi. Ebbene, attualmente il 30-35 per cento della popolazione carceraria ad oggi in Italia è formata dai migranti. Accoglienza non significa nulla, colleghi, se a spostarsi nei prossimi anni saranno milioni di persone: è questo il punto di caduta rispetto a tutto quanto effettivamente io oggi ho ascoltato. Saranno milioni di persone che, se effettivamente il Governo italiano non fa qualcosa, si andranno continuamente a spostare presso le nostre coste; ma non soltanto presso le nostre coste: ci sono anche delle altre rotte, e molto spesso qualcuno ha semplicemente retto il moccolo di cooperative che hanno lucrato sulla pelle delle persone. Questi sono i veri razzisti, Presidente! Non coloro che cercano di impostare un ragionamento anche attraverso un qualcosa di parallelo, con degli accordi, con dei trattati, che il Governo sta portando avanti giustamente nei confronti di altri Paesi. I veri razzisti sono coloro che fanno dell'accoglienza un business, e i veri razzisti sono coloro che di fatto fanno sbarcare sulle nostre coste queste persone - lo rinnovo e concludo, ringraziando la Presidente - lasciandole a se stesse; dopo queste persone evidentemente da qualche parte, non tutti fortunatamente, ma una buona parte, trovano nella via della delinquenza effettivamente, dopo la loro inedia, trovano una strada.

Concludo. Questo, Presidente, io penso sia il punto. Non serve passeggiare sui diritti di nessuno; e rivendico da parte di tutta l'Aula un concetto: qui, caro collega Scalfarotto, nessuno considera zecche i bambini! Perché, voglio dire, molto spesso il danno è negli occhi di chi guarda.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Rizzetto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Concludo, Presidente, dicendo che mi aspetto che quest'Aula vada a normare un qualcosa sicuramente in termini più seri di quanto ascoltato sino adesso, innanzitutto da una certa parte di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scalfarotto n. 9/1346/57, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16; e sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per il Sud, il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, il Ministro per la Famiglia e le disabilità e il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza volte a evitare una riduzione delle risorse disponibili per le regioni del Centro-Sud, in relazione alla definizione delle intese per la concessione di forme e condizioni particolari di autonomia richieste dalle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto - n. 3-00350)

PRESIDENTE. La deputata Maria Teresa Bellucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00350 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, Ministro Lezzi, siamo qui perché i quotidiani, in questi giorni, hanno parlato di una richiesta fatta al Premier Conte da parte dei governatori delle regioni Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, nella quale si chiedeva la concessione di maggiori risorse e di maggiore autonomia. Si chiedeva di chiudere in tempi rapidi e certi ciò che era stato avviato il 28 febbraio, che consisteva nell'attribuzione di un mare magnum di materie, che passano dalla sanità al lavoro, alle politiche anche europee, fino ad arrivare all'istruzione. Ma a questo si aggiunge un rischio forte, Ministro, quello che insieme alle maggiori materie e alle maggiori competenze ci siano anche maggiori risorse, e questo ponga le condizioni perché il Sud sia ancora più abbandonato a se stesso con minori investimenti. Per questo le chiediamo, Ministro, cosa lei intenda fare per scongiurare l'isolamento del Sud, cosa intenda fare per evitare che questa misura possa portare all'annullamento degli investimenti al Sud.

PRESIDENTE. La Ministra per il Sud, Barbara Lezzi, ha facoltà di rispondere.

BARBARA LEZZI, Ministra per il Sud. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, ringrazio gli onorevoli sottoscrittori per il quesito che mi hanno sottoposto, che mi consente quest'oggi di rassicurare l'Aula circa le preoccupazioni degli onorevoli interroganti. Innanzitutto ribadisco che l'articolo 119 della Costituzione fissa il principio dell'autonomia finanziaria degli enti territoriali sulla base delle funzioni pubbliche loro attribuite. Tale autonomia di entrata e di spesa è limitata dal rispetto dell'equilibrio di bilancio e del concorso al rispetto dei vincoli dell'ordinamento dell'Unione europea. Questo significa che, sulla base della giurisprudenza della Corte costituzionale, il rapporto Stato-regioni risulta oggi guidato dal principio del coordinamento per obiettivi nel rispetto del criterio di proporzionalità e ragionevolezza di cui all'articolo 3 della Costituzione. In questo quadro orientato alla piena autonomia regionale in materia finanziaria si prevede un intervento dello Stato mediante il meccanismo di previsione del Fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante e con la destinazione da parte dello Stato di interventi speciali e risorse aggiuntive, per promuovere - cito - lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona o per provvedere, a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, in favore di determinati comuni, province, città metropolitane e regioni.

Sull'attuazione di quanto sopra assume particolare rilievo il ruolo che svolge l'Agenzia per la coesione territoriale in relazione al monitoraggio degli interventi speciali cofinanziati con risorse nazionali (il Fondo per lo sviluppo e la coesione) e con risorse europee. Difatti, dai dati monitorati è possibile verificare lo stato della spesa pubblica nelle regioni meridionali e settentrionali sulla base del PIL per territorio e della popolazione. Il Governo, in considerazione dell'importanza di questo tema sta lavorando da diversi mesi per rispondere alle richieste di alcune regioni del Nord del Paese, nell'assoluto rispetto del principio di solidarietà che tutte le regioni devono osservare.

Le richieste di autonomia che abbiamo previsto nel contratto non saranno uno strumento per favorire alcune regioni a scapito di altre. Il completamento dell'iter, garantisco, non comporterà un surplus fiscale trattenuto al Nord. Quale autorità politica per la coesione, lavoro costantemente per misure omogenee per tutto il territorio nazionale, e avrò modo di monitorare l'azione del Governo per fare in modo che le misure adottate assicurino al Sud le risposte di cui ha bisogno per colmare quel gap con il Nord, cresciuto a dismisura negli ultimi 25 anni.

PRESIDENTE. La deputata Maria Teresa Bellucci ha facoltà di replicare.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Ministro, devo dire che siamo preoccupati, perché nel suo intervento lei non ha fatto riferimento a un punto centrale degli accordi preliminari, cioè non ha fatto riferimento a quel punto che dice che le risorse destinate alle maggiori autonomie verranno prelevate da quegli investimenti che sono destinati alle infrastrutture. Lei sa bene come il Sud viva una condizione difficile per le infrastrutture, sa bene come le infrastrutture al Sud ricevano soltanto il 30 per cento degli investimenti, sa come questa mancanza di investimenti ha portato al Sud, in dieci anni, ad avere il meno 10 per cento del PIL, ad avere una disoccupazione tra il 20 e il 30 per cento, a vedere che 1.883 mila cittadini del Sud lasciassero il Sud in un vero e proprio esodo, e di quei cittadini il 50 per cento hanno tra i 15 e 34 anni.

Lei ha visto come il Sud oggi ha meno ospedali, ha uno smantellamento delle università, ha una condizione veramente di precariato. In tutto questo, Ministro, noi avremmo voluto sentire forte e chiaro da parte sua che è necessario portare maggiori investimenti, che è necessario far sì che non ci sia solo un assistenzialismo del reddito di cittadinanza, ma che ci siano investimenti per dare lavoro. Il Sud, come dice Fratelli d'Italia, ha bisogno di più infrastrutture, aeroporti, porti, TAV, alta velocità; ha bisogno di far sì che ci sia una zona speciale economica, che ci siano delle agevolazioni fiscali, ha bisogno di attrarre investimenti, e tutto questo non è il combinato disposto di quest'accordo insieme a questa legge finanziaria.

Ci saremmo aspettati da lei un riscatto del Sud, di far sì che il Sud potesse riavere l'orgoglio e il rispetto, che potesse in maniera straordinaria valorizzare quel suo punto centrale di essere il centro del Mediterraneo, non come limite ma come opportunità. Il Sud ha bisogno di questo, ha bisogno di onore e di restituire onore. Questo glielo dice una romana, non glielo dice una donna del Sud, che magari può essere tacciata di essere di parte. Glielo dice una romana perché senza sviluppo del Sud non c'è futuro per la nostra Italia, senza sviluppo del Sud non c'è futuro per la nostra Europa, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Elementi e iniziative in merito all'equa ripartizione sul territorio nazionale dei fondi per le borse di studio destinate agli studenti universitari meritevoli, nonché in ordine alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni – n. 3-00349)

PRESIDENTE. La deputata Michela Rostan ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00349 (Vedi l'allegato A).

MICHELA ROSTAN (LEU). Presidente, la nostra Carta costituzionale non consente disparità di trattamento, tanto meno nell'erogazione dei servizi essenziali rispetto alle diverse zone del Paese. Invece è noto a tutti che esiste una profonda sperequazione tra Nord e Sud nell'accesso alle prestazioni. Basta consultare qualunque classifica per notare che le regioni meridionali hanno meno rispetto a quelle del Centro-Nord: meno asili, meno borse di studio, meno trasporto pubblico, meno sanità. L'articolo 117 della nostra Carta fondamentale, nell'elencare le materie di potestà esclusiva dello Stato, segna fra di esse, in tema di legislazione esclusiva, anche quella dei LEP, che sono i livelli essenziali delle prestazioni. Questi sono i livelli minimi che vanno garantiti su tutto il territorio nazionale per i diritti civili e sociali e che fanno riferimento a istruzione, salute e welfare. I LEP non sono mai stati definiti, allora oggi noi vogliamo chiedere al Ministro se il Governo intenda mettere mano ai LEP ed affrontare definitivamente la questione.

PRESIDENTE. La Ministra per il Sud, Barbara Lezzi, ha facoltà di rispondere.

BARBARA LEZZI, Ministra per il Sud. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, ringrazio per il quesito, ma preciso immediatamente che questo quesito non attiene ai profili di competenza del Ministro del Sud. In ogni caso, fornisco una serie di elementi acquisiti per la prima parte del quesito dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

Per quanto concerne il tavolo tecnico per gli adempimenti sul diritto allo studio di cui al decreto legislativo n. 68 del 2012, dal mese di settembre è stata attivata la procedura per la ricostituzione e si è in attesa di ricevere le ultime designazioni da parte delle istituzioni rappresentate nel suddetto tavolo. Con riguardo invece al riparto del Fondo integrativo statale per le borse di studio FIS. come è noto, a decorrere dal 2017, avviene sulla base dell'attuazione dei criteri di riparto stabiliti dal decreto interministeriale MIUR-MEF n. 798/2017 emanato d'intesa con le stesse regioni. Il riparto del FIS 2018 quindi, come disposto dal sopra citato decreto interministeriale, è stato assegnato, per l'85 per cento, come quota parte riferita al fabbisogno finanziario regionale sulla base della media dei dati e di valori comunicati dalle regioni negli anni accademici 2013/2014, 2014/2015 e 2016/2017, sempre in attuazione dei criteri stabiliti dal richiamato decreto. Il restante 15 per cento invece è stato assegnato come quota premiale sulla base dei dati e dei valori recentemente comunicati dalle regioni in occasione della rivelazione dei dati e riferiti all'anno accademico 2017/2018. L'importo complessivo FIS del 2018 è stato di circa 237 milioni di euro; per quanto riguarda le regioni del Sud, sono andati 26 milioni alla Sicilia, 20 alla Puglia, 16 alla Calabria, 12 alla Sardegna e 9 alla Campania; nello specifico, tra l'altro si parla anche della Campania, in cui ci risulta, da fonti sempre del MIUR, che l'importo assegnato riferito al fabbisogno finanziario regionale è stato di circa 7 milioni di euro, corrispondente al 3,66 per cento dell'importo complessivo. Tengo ad informare l'Aula infine che le tabelle di calcolo e di riparto per il FIS 2018 sono state condivise da tutte le regioni ed hanno ricevuto il parere favorevole della IX Commissione.

Con riferimento invece all'altra questione, va chiarito che la formula “Livelli essenziali” nasce nell'ambito della legislazione sanitaria e si ritrova declinata in materia diversa in tutte le riforme che hanno interessato la sanità italiana, a partire dalla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale. Ad oggi, senza alcun dubbio, siamo consapevoli che il passaggio fondamentale perché i diritti sociali non rimangano sulla carta ma siano esigibili effettivamente, resta quello della loro definizione e del loro aggiornamento. In proposito, con il decreto legislativo n. 147 del 2017, è stata riformata la governance del Fondo nazionale per le politiche sociali nonché degli altri fondi nazionali ripartiti alle regioni. Grazie per adesso, eventualmente lascerò la risposta scritta agli onorevoli interroganti per completezza nella risposta.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Rostan.

MICHELA ROSTAN (LEU). Grazie Presidente la risposta è chiaramente insufficiente soprattutto per l'esiguità dei numeri citati. I LEP ministro sono un dettato costituzionale e hanno un senso rigoroso a cui è bene attenersi, garantire a tutto il territorio nazionale un livello minimo che corrisponderebbe quanto meno a quello della decenza di accesso a servizi pubblici di primaria importanza, perché di questo stiamo parlando; invece il quadro della sperequazione tra sud e nord del nostro Paese è sconfortante e un Governo, la cui forza politica principale ha preso proprio al Sud percentuali bulgare, percentuali superiori al 50 per cento, dovrebbe avere la lotta a queste differenze come priorità. Invece assistiamo ad un sostanziale disinteresse verso i temi del Mezzogiorno; dei 237 milioni di euro, per le borse di studio da erogare agli studenti universitari meritevoli campani, sono stati assegnati appena 9 milioni di euro, cioè il 3,9 per cento, mentre negli atenei della Campania studia l'11,2 per cento degli studenti universitari italiani; a fronte di una media nazionale di 147 euro, agli studenti campani ne vanno soltanto 51. Per non parlare poi degli asili nido: al Sud vi accedono solo 12 bambini su 100, in Campania solo un bambino su 100 ha la possibilità di accesso e allora possiamo dire che in assenza dei livelli essenziali delle prestazioni si applicano criteri variabili che hanno una ed una sola costante, vale a dire la penalizzazione del Sud.

Una situazione di questo tipo purtroppo è resa possibile dal fatto che non siano stati appunto mai definiti e, dunque, in assenza di tali norme - e concludo - si tollera che un intero pezzo del Paese sia tagliato fuori da livelli decenti di erogazione dei servizi pubblici, lo si accetta come normale, lo si lascia avvenire perché probabilmente così deve andare. Si viola la Costituzione e si violano soprattutto le regole di convivenza civile (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Misure a favore del rilancio del settore della pesca professionale, anche alla luce della recente raccomandazione sul tonno rosso adottata dalla Commissione internazionale per la conservazione dei tunnidi nell'Atlantico (Iccat) – n. 3-00351)

PRESIDENTE. Il deputato Lorenzo Viviani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00351 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la sessione annuale ICCAT, tenutasi in Croazia dal 12 al 19 novembre, ha registrato delle novità nelle politiche finalizzate alla ricostituzione degli stock ittici di tonno rosso.

La conferma dell'aumento delle quote, di una parte di esse per la piccola pesca costiera e delle catture accessorie denota il buono stato di salute dello stock di questa specie; specie di grande qualità e di altissimo valore economico.

Si tratta di esiti positivi che non devono, tuttavia, essere un punto di arrivo, ma devono essere un punto di partenza per il rilancio del settore ittico italiano. Italia che è immersa nel Mediterraneo e, quindi, deve avere un ruolo di capofila nella politica della pesca sia come interlocutore con l'Unione europea sia con gli Stati terzi.

A questo riguardo, le chiedo quali opportunità si possono aprire per il rilancio della pesca professionale.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Centinaio, ha facoltà di rispondere.

GIAN MARCO CENTINAIO, Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Signor Presidente, onorevoli deputati, le determinazioni assunte dall'ICCAT nel recente meeting di Dubrovnik non sono state ancora definitivamente formalizzate in un'apposita raccomandazione internazionale, che auspichiamo possa essere adottata quanto prima.

Fermo restando quanto sopra, entrando nel dettaglio delle previsioni contenute nel documento appena approvato dal richiamato consesso internazionale, occorre puntualizzare alcuni aspetti. L'incremento del totale ammissibile di cattura è già determinato dalla vigente raccomandazione ICCAT n. 17-07 approvata lo scorso anno in Marocco.

La differenza all'attualità risiede nell'attribuzione a ciascuna parte contraente di una minima quota aggiuntiva per gli scopi specifici della piccola pesca costiera. Detta quota aggiuntiva per l'Unione europea sarà di circa 90 tonnellate nel 2019 e cento tonnellate per il 2020. Questa quota, seppur piccola, è un buon inizio nel riconoscere la piccola pesca costiera.

Inoltre, le operazioni di trasferimento cui si riferisce l'interrogante riguardano più propriamente la cosidetta pratica del carry over, soprattutto delle aziende di ingrasso, che a partire dalla prossima annualità sarà effettuata sotto determinate condizioni di limiti percentuali e con adeguate e necessarie misure di controllo.

Risulta sicuramente degna di nota la maggiore flessibilità allo sbarco della percentuale di catture accessorie, il bycatch, che ciascuna parte contraente e, quindi, per noi l'Unione europea, può aumentare fino a un massimo del 20 per cento. Questo potrà agevolare i pescatori che, avendo durante le operazioni di pesca un fisiologico bycatch, cattura accidentale di tonno rosso, potranno sbarcare questa preziosa risorsa, uscire da zone d'ombra e disporre di una fonte di reddito aggiuntiva in questo periodo di crisi del settore.

L'aumento delle quote, che è significativo di uno stato di benessere dello stock del tonno rosso a livello del Mediterraneo, conferisce a questo Governo la responsabilità di gestirlo al meglio, considerando che la risorsa di cui parliamo è di estrema qualità; una qualità che merita di essere tutelata e valorizzata massimamente dal momento che costituisce un tesoro sia per i produttori che per i consumatori che ne potranno così usufruire.

Non si esaurisce così l'azione di questo Ministero, che sarà di nuovo presente in sede internazionale per lavorare su tali tematiche tra la fine dell'anno e l'inizio dell'anno prossimo. E si adopererà, nell'ambito della politica comune della pesca e dei vigenti obblighi internazionali, per conseguire una sempre maggiore tutela degli interessi nazionali a tutela del comparto produttivo italiano.

La nostra pesca, come l'agricoltura, oltre a portare sulle tavole degli italiani ogni giorno prodotti freschi e di qualità è parte della nostra storia, cultura e tradizione.

PRESIDENTE. Il deputato Lorenzo Viviani ha facoltà di replicare.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie Ministro, grazie Presidente. Il mondo della pesca, il mondo dell'agricoltura aspettavano queste parole e aspettavano un Ministro che le proferisse da tanto, tanto tempo.

In questi ultimi anni l'Europa, certe volte con la complicità dell'Italia, ha ultra regolamentato il settore della pesca, portando alla chiusura di molte attività, allontanando dal proprio mestiere persone nate con la passione per il mare, ma ormai stanche di vivere nel terrore di un verbale, stanche di essere considerate delinquenti, stanche di vedere deprezzato sul mercato il proprio pescato frutto del duro lavoro, deprezzato dalla concorrenza del prodotto ittico proveniente dagli altri Paesi, deregolamentato, di scarsa qualità e di altrettanto scarsa e dubbia freschezza. A questo proposito, un plauso va proprio ai controlli sulla filiera ittica che ci sono stati nei giorni scorsi.

Il riconoscimento nell'ambito degli aumenti delle quote, di una parte di esse, seppur ridotta, alla piccola pesca, ma soprattutto alla possibilità di aumentare la quota del by catch fino al 20 per cento, permetterà alle imbarcazioni da pesca di sopperire ad un'incongruenza di questi ultimi anni, cioè al fatto che molti pescatori sono stati costretti a rigettare i tonni pescati. La riapertura della quota accidentale, con circa 40 tonnellate, ha già dato la possibilità a tanti pescatori di poter sbarcare il pescato, che altrimenti rischiava di essere rigettato in mare.

Signor Ministro, i pescatori vogliono continuare ad andare in mare, nel rispetto e con una corretta gestione degli stock ittici. Non facciamo spegnere questa passione, questa cultura marinara che viene tramandata da padre in figlio in tutte o quasi le località costiere del nostro Paese. Nella mia Liguria, ci sono stati pescatori che, a causa del maltempo, hanno perso tutto, l'attrezzatura, se non addirittura l'imbarcazione, ma hanno voglia di ricominciare, di tornare a fare il mestiere tramandato dal padre, dal nonno e dal bisnonno, perché il mare scorre nelle loro vene e il mare è la loro vita. Permettiamo loro di continuare a svolgere questo mestiere. Siamo sicuri che questo Governo ridarà a questo lavoro la dignità che merita (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative di competenza volte a sviluppare politiche dello sport per persone disabili, in sinergia con gli enti territoriali – n. 3-00352)

PRESIDENTE. La deputata Francesca Troiano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00352 (Vedi l'allegato A).

FRANCESCA TROIANO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro premesso che la Repubblica garantisce il pieno rispetto della dignità umana, i diritti di libertà e di autonomia delle persone disabili e ne promuove la loro piena integrazione, considerando che la pratica sportiva più volte ha ottenuto validazioni scientifiche sul proprio ruolo sociale e psicologico per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità, e che questo può generare risultati positivi per quanto riguarda le politiche di integrazione e di compliance del paziente, le chiedo di sapere quali iniziative questo Governo ha intenzione di porre in essere per sviluppare le politiche dello sport a favore delle persone con disabilità sul territorio nazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro per la Famiglia e le disabilità, Lorenzo Fontana, ha facoltà di rispondere.

LORENZO FONTANA, Ministro per la Famiglia e le disabilità. Grazie, Presidente. Sin dalla presentazione delle linee programmatiche, ho inteso chiarire che l'azione di questo Governo in tema di disabilità sarebbe partita da una rinnovata considerazione della persona, orientata a valutare la disabilità nella sua complessità. È quindi ovvio che la mia attenzione rispetto all'esercizio dell'attività sportiva sia massima. Infatti, come lei ha precedentemente detto, è dimostrato dalla scienza medica come tale pratica garantisca una vita qualitativamente migliore, oltre ad essere un essenziale strumento di integrazione sociale.

Non è un caso, infatti, che tale diritto sia stato recepito dalla normativa sovranazionale ed europea, oltre che dalle norme nazionali che lei ha richiamato. Per rendere realmente concreto il diritto allo sport è necessario mettere in atto una serie di iniziative, volte non solo alla eliminazione delle barriere architettoniche per gli impianti sportivi, ma anche a rendere sempre più diffuse e fruibili tutte le attrezzature, quali protesi ed ausili appositamente studiati per la pratica sportiva delle persone con disabilità.

In tale prospettiva, valuto con favore alcune iniziative legislative parlamentari volte a garantire il diritto allo sport, prevedendo, ad esempio, che il Servizio sanitario nazionale assicuri la copertura per l'acquisto degli ausili e delle protesi di tecnologia avanzata. Penso, per esempio, anche alla proposta fatta dall'onorevole Versace e che dovrebbe già essere presa in considerazione.

In quest'ottica, rilevo che l'Ufficio per lo sport della Presidenza del Consiglio, in sinergia con il Comitato italiano paralimpico, sta sviluppando un percorso comune per contribuire all'acquisto di ausili per disabili, al fine di garantire la massima diffusione della pratica sportiva. Le risorse a disposizione ammontano a 2,5 milioni, sia per il 2018 che per il 2019, secondo quanto previsto in sede di riparto del Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo.

Ricordo, inoltre, che il medesimo ufficio, nell'ambito delle iniziative volte alla lotta all'emarginazione sociale, ha previsto l'assegnazione di contributi a progetti destinati anche a soggetti con difficoltà psicomotorie attraverso lo sport, patrocinando gli interventi da finanziare diffusi su tutto il territorio nazionale.

Tra le iniziative rilevanti, c'è poi il programma Guadagnare salute in adolescenza del Ministero della salute, diretto a promuovere in collaborazione col MIUR ed il CONI la partecipazione ai giochi ed alle attività fisiche, sia a scuola che durante il tempo libero, anche da parte dei bambini e ragazzi con disabilità. Nell'ambito dei principi del predetto programma, è stato, peraltro, istituito un gruppo di lavoro con il compito di definire le linee di indirizzo sull'attività fisica e motoria per le differenti fasce d'età e con riferimento a particolari situazioni fisiologiche e/o cliniche, cui partecipa anche il Comitato italiano paralimpico.

Tra le iniziative che potrebbero essere innovate richiamo anche il protocollo di intesa tra i Ministeri dell'istruzione e della salute per la tutela del diritto alla salute, allo studio e all'inclusione, volto a sostenere iniziative mirate a garantire la presa in carico globale dei bambini, alunni e studenti con disabilità, assicurandone l'integrazione scolastica.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

LORENZO FONTANA, Ministro per la Famiglia e le disabilità. Concludo. Rammento, da ultimo, che ulteriori iniziative, anche in sinergia con gli enti territoriali, saranno previste nell'ambito del disegno di legge che il Governo ha intenzione di presentare per la redazione del primo codice per la persona con disabilità, nella quale la pratica sportiva avrà uno spazio molto importante.

PRESIDENTE. La deputata Francesca Troiano ha facoltà di replicare.

FRANCESCA TROIANO (M5S). Gentile Ministro, a nome di tutti i firmatari prendiamo atto con soddisfazione della risposta e siamo convinti che questo Governo porterà avanti l'implementazione di tutte le pratiche volte ad incentivare, appunto, l'attività sportiva in un'ottica pedagogica e riabilitativa, per una reale integrazione di tutti gli individui, in particolare degli individui con disabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Chiarimenti in ordine alla composizione della commissione di valutazione dei costi-benefici delle grandi opere – n. 3-00353)

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00353 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Ministro Toninelli, quattro mesi fa è stata annunciata la costituzione di una commissione per la valutazione costi-benefici delle grandi opere. Più volte è stato annunciato che sarebbe arrivato in breve tempo il risultato, l'esito di queste valutazioni. Con una nota del Ministero, successivamente, ci è stato comunicato che non è ancora stata insediata. Della composizione di detta commissione non sappiamo nulla, a parte che ne prende parte e partecipa il professor Marco Ponti, che è notoriamente contrario a tutte le opere, in particolar modo all'alta velocità, ma che, comunque, contestualmente, secondo un'informazione letta su Il Messaggero di ieri, pare che addirittura abbia espresso un parere favorevole alla realizzazione della TAV. Quindi, concludo chiedendo chiarezza al Ministro: se c'è la commissione, da chi è composta e quali sono i criteri per comporla, per garantirne l'indipendenza e, soprattutto, quali sono i benefici veri che vengono tenuti in considerazione per capire se un'opera è utile o meno.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente. Per quanto concerne la composizione del gruppo di esperti della struttura tecnica di missione attualmente costituita presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, evidenzio che quanto riportato dagli onorevoli interroganti rappresenta una distorsione della realtà rispetto all'ordinario procedimento di nomina ministeriale, che riguarda queste e altre figure all'interno delle strutture governative.

Siamo stati in presenza della normale dinamica che si attiva in questi casi e che prevede che gli atti di nomina siano sottoposti a una procedura di controllo che ne integra l'efficacia. All'avvio della procedura le nomine sono già perfette e, una volta completata la procedura, esse acquisiscono efficacia retroattivamente.

Fatta questa premessa, per sgombrare il campo da dubbi e questioni pretestuose sollevate anche dalla stampa in proposito, preciso in questa sede che i decreti ministeriali di nomine per gli esperti in questione sono stati tutti registrati dalla Corte dei conti, ad eccezione di quello dell'avvocato dello Stato, Pasquale Pucciariello, tuttora in corso di registrazione.

In particolare, si tratta dei seguenti esperti: ingegner Alberto Chiovelli, quale coordinatore della struttura tecnica di missione; avvocato di Stato Giovanni Palatiello; consigliere della Corte dei conti Tammaro Maiello; consigliere della Corte dei conti Cristian Pettinari; professore Marco Guido Ponti; professore Paolo Beria; architetto Riccardo Parolin; professore Francesco Ramella Pezza; ingegnere Alfredo Drufuca; professore Pierluigi Coppola; professore Maurizio Di Stefano.

Per comprendere l'infondatezza delle dichiarazioni di chi sostiene che queste nomine rispondano a logiche puramente politiche, evidenzio come alcuni di questi esperti abbiano già collaborato con le precedenti strutture tecniche. In particolare, il professor Pierluigi Coppola durante il mandato del Ministero Delrio, mentre il consigliere Tammaro Maiello era già presente sia durante il mandato del Ministro Lupi, che durante il mandato del Ministro Delrio.

Quanto al professor Marco Guido Ponti, specifico come anche questi abbia collaborato con il Ministero, contribuendo alla redazione delle linee guida per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche nel giugno 2017, ai sensi del decreto legislativo n. 228 del 2011.

Comprendo le difficoltà nel trovare argomenti per contestare l'operato del Ministero, soprattutto se consideriamo gli scandali legati al vertice della struttura tecnica di missione del periodo in cui uno degli onorevoli interroganti, l'onorevole Lupi, si trovava al mio posto. Rassicuro, ancora una volta, che anche attraverso l'indipendenza e l'imparzialità degli esperti nominati all'interno di questa struttura tecnica di missione non vi saranno più sprechi dei soldi dei contribuenti per opere che hanno costi superiori ai benefici che portano ai cittadini.

Concludo segnalando che i decreti di nomina dei predetti esperti sono consultabili da giorni sul sito web del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nella sezione “Amministrazione trasparente”, collegandosi alla piattaforma per la pubblica amministrazione anagrafe, consulenti e collaboratori.

PRESIDENTE. Il deputato Maurizio Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente. Devo dire che noto con piacere che in nome della trasparenza, che è sempre stata una bandiera del MoVimento 5 Stelle e del Ministro Toninelli, dopo quattro mesi e mezzo ci sono stati annunciati finalmente i nomi e ci dice che sono da qualche giorno sul sito del Ministero e finalmente anche in quest'Aula ci vengono comunicati i nomi degli esperti che già, comunque, avrebbero lavorato e che, quindi, avrebbero già, a detta dei giornali, dato una relazione sul rapporto costi-benefici e, per esempio, anche sul Terzo Valico, relazione che sarebbe stata secretata perché, in questo momento, sempre a nome della trasparenza ovviamente, il sito del Ministero non la riporta (perché la trasparenza è questa, questa relazione).

Detto questo, il nervosismo con cui il Ministro Toninelli risponde è a ragion veduta - e lo dico per chi ci ascolta - per una serie di motivi. Il primo è che, sempre in nome della trasparenza, il Ministro Toninelli sa che sulla Torino-Lione ci sono già state sette analisi costi-benefici, una delle quali dal 2012 è pubblicata sul sito del Ministero. Questa analisi costi-benefici è fatta, signor Ministro, dalla BEI, che non è una banca emiliana, ma è la Banca europea degli investimenti.

In secondo luogo, lei sa bene che se non ci affrettiamo - nel frattempo che lei pensa e aspetta la relazione del professor Ponti - ad approvare la Torino-Lione saranno persi 813 milioni di euro che, a fronte della relazione costi-benefici sulla Torino-Lione fatta dalla BEI, l'Unione Europea ha concesso all'Italia e alla Francia. Così come - e mi auguro che lei sia effettivamente assicurato - sa che tutta questa presa di tempo da parte del Ministero per vedere l'analisi costi-benefici, che poteva vedere, ovviamente, anche nel sito del Ministero in nome della trasparenza, ha fatto arrivare già a 260 milioni di euro i danni provocati all'erario dall'azione del suo Ministero in questi sei mesi e li elenco velocemente: il Terzo Valico, che lei ha bloccato e che adesso sblocca, ha già danni per 120 milioni, 70 per il blocco del primo lotto e 50 per non aver avanzato l'ultimo lotto.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). La Brescia-Verona è a 30-40 milioni, la Verona-Vicenza - e parliamo, ovviamente, di tratte ininfluenti per le infrastrutture di questo Paese - è a 10 milioni e la Torino-Lione è già a 90. Sono 260 milioni di euro.

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Chi ci ascolta - e concludo - decida: se vale il nervosismo del Ministro Toninelli, efficientissimo Ministro, o la realtà di chi pensa che questo Paese non abbia bisogno di scontri ma semplicemente di fare le cose.

PRESIDENTE. La ringrazio.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Come dice il mio amico Tondo, il mio amico friulano Renzo Tondo, “la vada a raccontare a sua zia” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Grazie, deputato Lupi.

(Iniziative di competenza volte a tutelare il diritto alla mobilità e pari condizioni di accesso alle infrastrutture con riferimento al pedaggio relativo ai tratti autostradali nel territorio della Città metropolitana di Roma – n. 3-00354)

PRESIDENTE. La deputata Maria Spena ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00354 (Vedi l'allegato A).

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Dunque, noi siamo qui a chiedere, signor Ministro e signor Presidente, così come hanno fatto i tanti sindaci del territorio dell'Abruzzo e del Lazio, di scongiurare i prossimi rincari dei caselli autostradali delle Autostrade dei Parchi che gestisce la A24 e la A25. In realtà, pare che i rincari, che sarebbero dovuti scattare dal 1° ottobre, siano stati scongiurati fino al 31 dicembre, per poi vederli ricomparire dal gennaio 2019. Intanto, appunto, scongiurati soltanto per quest'anno gli aumenti, il pedaggio per i quattro chilometri e mezzo che separarono il casello di Tivoli al casello di Roma est, appunto sull'A24, risulta essere ad oggi di 2,20 euro, per poi aumentare, nel mese di gennaio, a 2,50 euro per solo - lo voglio sottolineare - quattro chilometri e mezzo.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

MARIA SPENA (FI). Ci sono tanti cittadini, imprenditori e famiglie che percorrono quel tratto di autostrada verso Roma e credo che non sia giusto ed equo…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo.

MARIA SPENA (FI). …che tanti cittadini debbano pagare cinque euro al giorno per raggiungere e tornare…

PRESIDENTE. La ringrazio.

Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente. Le questioni relative alle concessioni dei tratti autostradali A24 e A25 sono una delle più gravi eredità che il mio Ministero ha ereditato dai Governi precedenti. Non posso non ricordare che chi oggi pone il quesito appartiene a una forza politica che ha blindato per legge concessioni autostradali gravemente sbilanciate a favore dei concessionari privati, in danno degli utenti della strada, obbligati a pagare, lì sì, tariffe ben più alte e sempre più insostenibili.

Ricordo, ancora una volta, che la società Strada dei Parchi non sottoscrive - ripeto: non sottoscrive - un piano economico-finanziario non da quando mi sono insediato o si è insediato questo Governo, ma dal 2013. Ciò significa che per l'intera legislatura passata i miei predecessori non hanno risolto questa situazione che oggi ci troviamo ad affrontare e che ha anche esposto le opere infrastrutturali a un grave degrado. Per intervenire su questo aspetto ricordo che nella legge per Genova abbiamo anticipato 192 milioni e penso che di ciò ne dobbiamo andare orgogliosi tutti, anche gli onorevoli interroganti. Si tratta di 192 milioni di euro e solo grazie a questa misura stanno cominciando i lavori per la messa in sicurezza dei viadotti della A24 e della A25.

Le tariffe di pedaggio e gli adeguamenti tariffari annuali non sono uguali per l'intera rete nazionale, ovviamente, ma divergono per ciascun concessionario, visto che vengono determinati in base a convenzioni e all'allegato piano economico-finanziario delle stesse. Tuttavia, l'incremento tariffario riconosciuto a Strada dei Parchi a partire dal 1° gennaio 2018 ha previsto il recupero di quote relative agli anni precedenti, quote che sono sospese a causa del mancato aggiornamento - di cui parlavamo prima - del piano economico-finanziario.

Nonostante questo difficile contesto - e vedete che difficile contesto ho ereditato -, siamo riusciti a ridurre considerevolmente i pedaggi per il periodo ricompreso tra il 1° ottobre di quest'anno e il 31 dicembre 2018. Ad oggi, è in corso un intenso lavoro per rinegoziare il PEF anche allo scopo di evitare, come si chiede, ulteriori aumenti tariffari a partire dal nuovo anno. In particolare, presso il NARS, negli ultimi tre mesi si sono svolte diverse riunioni in cui il concedente e il concessionario hanno avanzato nuove proposte di regolamentazione del rapporto.

Tuttavia, le condizioni poste dal concessionario sono ritenute irricevibili dal sottoscritto e dal mio Ministero. In particolare, non si ritiene possibile che le erogazioni pubbliche per i lavori di messa in sicurezza antisismica siano riversate sulla tariffa, a danno degli utenti, come chiede il concessionario. Per questo motivo annuncio che è mia intenzione chiedere formalmente alla Commissione europea se sia conforme alla normativa di riferimento la sovracompensazione che si determinerebbe qualora i soldi utilizzati per la messa in sicurezza procurassero al concessionario un ulteriore vantaggio ingiustificato a carico degli utenti, per evitare così che gli aumenti tariffari paventati dagli interroganti ci siano.

PRESIDENTE. La deputata Maria Spena ha facoltà di replicare.

MARIA SPENA (FI). Presidente, io non ritengo di essere soddisfatta, signor Ministro, della sua risposta perché non è stata data risposta a tanti cittadini e lei deve sapere che sono quasi più di 200 mila i cittadini che percorrono quel tratto di autostrada di quattro chilometri e mezzo che divide Tivoli da Roma, perché non c'è solo il centro di Tivoli, ma c'è tutto quanto l'hinterland intorno a quella cittadina, che va da Palestrina a Zagarolo a Gallicano. Quindi, sono tanti i comuni che, purtroppo, devono sfruttare quel tratto autostradale, perché le consolari della Prenestina e della Tiburtina sono sempre, chiaramente, intasate.

Signor Ministro, io mi sarei anche aspettata da lei un maggiore impegno rispetto agli investimenti che si potevano fare sulle infrastrutture. Voglio anche ricordare - e ne approfitto, Presidente - la questione della Pontina, che ha visto morire un'altra persona in prossimità di Terracina.

Quindi, credo che sia doveroso investire nella normalità - nella normalità! – cioè, di poter percorrere in sicurezza le nostre strade e poter ritornare vivi nelle proprie abitazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Chiarimenti in ordine alla valutazione costi-benefici e al completamento del Terzo Valico dei Giovi, nonché in ordine alla realizzazione delle infrastrutture connesse– n. 3-00355)

PRESIDENTE. Il deputato Luciano Nobili ha facoltà di illustrare l'interrogazione Paita ed altri n. 3-00355 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

LUCIANO NOBILI (PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, da mesi ormai attendiamo risposte dal Governo sul tema cruciale per noi delle infrastrutture. In particolare, l'interrogazione è rivolta a capire cosa sta accadendo sul Terzo valico, perché è un'infrastruttura cruciale - non le sfuggirà - per Genova, città già sufficientemente ferita e sufficientemente tradita, ma è importante anche per tutto il Paese, perché con le infrastrutture connesse riguarda una buona parte del Paese.

A metà novembre avete lasciato decadere il commissario del Cociv; successivamente, si è dimesso il commissario di Governo per la realizzazione del Terzo valico; ora, sulla stampa si susseguono notizie contraddittorie, ci sarebbe addirittura un parere positivo della commissione costi-benefici che lei avrebbe secretato.

Ora, capiamo che la dimestichezza con i costi-benefici non fa parte delle attività di questo Governo, che è già costato tanto al Paese, senza alcun beneficio, e capiamo che lei, Ministro, ha una scarsa dimestichezza con la verità, però, la prego, la preghiamo, ci dica la verità almeno su questo: cosa volete fare sul Terzo valico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente.

Più volte, nel corso dello svolgimento di precedenti sedute di question time ho avuto modo di riferire sul tema delle cosiddette grandi opere che impiegano la maggiore quantità di risorse pubbliche, non dimentichiamolo mai.

Rispondo, quindi, ancora una volta, che la verifica in corso da parte degli esperti incaricati dal mio Ministero di effettuare l'analisi costi-benefici sulle grandi opere ha lo scopo di garantire il corretto utilizzo di tali risorse pubbliche.

Infatti, le valutazioni si fondano su criteri scientifici e su parametri oggettivi, propri dell'analisi costi-benefici in senso tecnico, nonché sulle linee guida per la valutazione delle opere pubbliche, adottate dal Ministero nel 2017.

A completamento dell'attività già svolta, di cui fa parte anche l'analisi tecnico-giuridica, il Ministero sta trasmettendo all'Avvocatura dello Stato, quale organo terzo di consulenza, la richiesta di un definitivo vaglio sugli stessi profili. L'analisi costi-benefici in senso proprio è stata recentemente completata e verrà pubblicata unitamente alla distinta analisi tecnico-giuridica all'esito del vaglio dell'Avvocatura dello Stato.

Venendo in particolare al Terzo valico dei Giovi, ricordo che questa è un'opera che trae origine da una convenzione stipulata nel 1992; noi siamo al Governo da circa cinque mesi; la convenzione che riguarda il Terzo valico, su cui costantemente, ogni settimana, sollecitate il sottoscritto nelle Aule, giustamente, parlamentari - cinque mesi contro il 1992, non faccio calcoli matematici - nasce nel 1992 con la convenzione stipulata tra l'attuale RFI e il Consorzio Cociv, che, nel corso di oltre un quarto di secolo, ha visto una serie di vicissitudini, anche di natura giudiziaria, che ne hanno evidenziato le numerose criticità. Quelle, sì, che hanno bloccato l'opera, non l'attenta analisi che stiamo facendo.

Si tratta di una delle più grandi opere pubbliche finanziate dallo Stato, per la quale ricordo che è stata aperta un'inchiesta giudiziaria che, nello scorso giugno, si è chiusa con oltre 36 indagati, alcuni tra i quali esponenti di primissimo piano delle istituzioni.

Quindi, le valutazioni in corso non hanno certo l'obiettivo di fermare l'opera, quanto quello di giudicarne la convenienza complessiva per i cittadini. Infatti, per le opere che sono in fase di avanzata realizzazione, la valutazione non potrà non tener conto di tutti i vincoli normativi, dello stato di avanzamento dei lavori e degli interessi coinvolti, compresi quelli occupazionali che senz'altro meritano la massima attenzione; non è stato licenziato nessuno, lo ribadisco.

Rispetto all'incarico del commissario straordinario di Cociv, evidenzio che il Consorzio ha comunicato al Ministero la decisione di continuare ad avvalersi della sua collaborazione, attribuendogli la carica di presidente.

Dal momento che, come Ministro, non ho avuto alcun ruolo nella cessazione dall'incarico e che, al contrario, ho auspicato la medesima soluzione, risponderò al Consorzio manifestando di condividere questa decisione, affinché l'opera, a tutela della legalità, già espletata dal dottor Rettighieri, possa essere portata avanti.

Per quanto riguarda, invece, le dimissioni del commissario di Governo, queste sono state volontarie e sulla nomina del nuovo commissario, che fa capo alla Presidenza del Consiglio, sono in corso le dovute valutazioni in seno a tutto il Governo.

PRESIDENTE. La deputata Raffaella Paita ha facoltà di replicare.

RAFFAELLA PAITA (PD). Ministro, Genova, la Liguria, il Nord-Ovest, l'intero Paese, ma, da oggi, mi pare chiaro, anche la sua maggioranza, vista l'assenza palese in questa discussione, non possono più sopportare la sua pantomima sulle opere strategiche.

Avete bloccato un'infrastruttura che non è partita nell'anno che lei ha citato, ma nel 2012, andava avanti bene, era un'opera realizzata al 40 per cento, finanziata in cinque lotti grazie all'azione del Governo di centrosinistra e all'ex Ministro Delrio, e lo avete fatto usando l'argomento dell'analisi costi-benefici che è diventata non una formula tecnica, ma politica, per mettere sotto banco le vostre trattative di maggioranza e di coalizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non c'è nessun elemento tecnico; la verità è che le mediazioni al ribasso di cui vi state facendo carico, tra Lega e 5 Stelle, sono a discapito delle opere prioritarie del Paese.

Ecco, dopo sei mesi di Governo, voi non siete in grado ancora di dirci se l'analisi costi-benefici ha avuto un esito positivo o negativo. Un giorno c'è un intervento del sottosegretario Rixi che dice che è positiva, il giorno dopo è smentito dagli organi tecnici che dicono che invece non c'è, l'unico che tace sempre e, devo dire, a proposito, è lei, Ministro; è lei che non ci sa dire, in quanto responsabile di questo Governo, se quell'opera andrà avanti oppure no, confermando il fatto che la trasparenza, in questo Governo, non esiste; era citata nelle campagne elettorali, ma, in realtà, quando ha a che vedere con gli interessi del Paese, con gli interessi degli operai che ci lavorano nel Terzo valico, con gli interessi del porto di Genova che fa 2,6 milioni di TEU all'anno ed è condannato dalla vostra politica, la trasparenza non esiste più.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

RAFFAELLA PAITA (PD). C'è solo la sua imbarazzata, continuamente imbarazzata, tentazione di portare avanti la discussione nel tempo, per provare a dar corda, magari ancora una volta, ai comitati no TAV, non nell'interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, deputata Paita, ha esaurito il suo tempo.

È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Lasciamo liberi per favore i banchi del Governo.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Brescia, Castelli, Castiello, Coin, D'Incà, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Durigon, Gallo, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grande, Guidesi, Lollobrigida, Lorefice, Manzato, Molinari, Molteni, Morrone, Picchi, Rixi, Ruocco, Carlo Sibilia, Sisto, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi deputati di lasciare cortesemente liberi i banchi del Governo. Chiedo scusa, deputato L'Abbate, è il terzo richiamo che faccio, se fosse possibile, così cominciamo i nostri lavori, tutto qui.

Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1346: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale, immigrazione e sicurezza pubblica.

Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/1346/57 Scalfarotto.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 1346)

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno La Marca, n. 9/1346/58, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/58 La Marca, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Aspettiamo ancora qualche secondo, visto che è la prima votazione del pomeriggio (Dai banchi del gruppo del Partito Democratico si grida: Chiudi!). Non voglio mettere troppa fretta, tuttavia siamo con la votazione aperta da diversi minuti, e quindi chiedo ai deputati che sono entrati adesso di affrettarsi.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/59 Schirò, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Schirò. Ne ha facoltà.

ANGELA SCHIRO' (PD). Presidente, colleghe e colleghi, posso soltanto essere dispiaciuta per il respingimento di questo ordine del giorno, che il mio collega Fiano in parte ha già illustrato. È bene che i cittadini italiani all'estero prendano atto della reale disposizione di questo Governo verso i loro diritti, anche quelli più sensibili e delicati, che riguardano la sfera degli affetti e della famiglia. Ieri sono diventate legge le misure del decreto sicurezza, fortemente voluto dalla Lega del Ministro Salvini e sostenuto convintamente dal MoVimento 5 Stelle del Ministro Di Maio. Il sostegno a questo provvedimento è arrivato anche da alcuni esponenti del mondo dell'emigrazione italiana, rappresentati, tra gli altri, in questa maggioranza dal sottosegretario agli esteri Merlo.

Tralascio ora il fatto di quanto mi sembri incomprensibile che chi conosce la realtà quotidiana della migrazione per esperienza personale possa votare a favore di un decreto come questo, che, nella sostanza, criminalizza il fatto stesso di cercare un futuro migliore in un Paese diverso dal proprio. Mi concentrerò, invece, su un aspetto specifico del decreto, che tocca anche la vita di moltissimi connazionali all'estero. Nelle misure del decreto sono state inserite anche norme che riguardano la delicata questione del riconoscimento della cittadinanza italiana; una materia che avrebbe meritato ben altra attenzione e approfondimento. Da deputata eletta nella ripartizione Europa, nata in Germania da genitori italiani, posso testimoniare personalmente come il diritto alla cittadinanza del Paese ospitante costituisca il punto di arrivo più importante di un percorso di integrazione reale e compiuta, fatta di diritti e doveri.

In questa prospettiva, il mio ordine del giorno si concentra su un particolare ambito del riconoscimento della cittadinanza italiana, quello dei matrimoni misti, notevolmente aumentati a causa della stabilizzazione dei flussi migratori e delle nuove migrazioni italiane verso l'estero. Il mio ordine del giorno invita il Governo a riconsiderare i cambiamenti apportati dal provvedimento ai tempi di definizione dei procedimenti di cittadinanza attivati per matrimonio, passati da ventiquattro mesi a quarantotto mesi dalla data di presentazione della domanda. Si tratta di un raddoppiamento dei tempi di concessione che, in sostanza, prevede il blocco delle nuove cittadinanze per tutta la durata della legislatura. Ma in che modo, Presidente, colleghe e colleghi, questa dilatazione dei tempi per chi sposa un cittadino italiano o una cittadina italiana può rendere più sicuro questo Paese?

Forse qualcuno di voi penserà a possibili abusi, a matrimoni di convenienza per ottenere la cittadinanza, ma uno Stato degno di questo nome colpisce gli abusi, non aumenta il numero di regole e balzelli, secondo la pratica, ben descritta già da Manzoni, di usare la legge come strumento di prevaricazione contro i più deboli.

Di fatto, questa misura finisce per creare soltanto una situazione di grande precarietà e di disagio nella vita dei cittadini italiani sposati con cittadini stranieri e delle loro famiglie: pensiamo soltanto all'impatto negativo sulle famiglie costituite da coppie italo-britanniche. Da recenti rapporti peraltro risulterebbe che le più colpite siano, ancora una volta, le donne.

Chiedo quindi di accogliere il mio ordine del giorno, che impegna il Governo a riportare a 24 mesi la definizione dei procedimenti di acquisto della cittadinanza per matrimonio, consentendo ai cittadini interessati di ritrovare la fiducia in uno Stato capace di governare i processi, piuttosto che trovare espedienti all'inefficienza della macchina organizzativa della pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Cogliamo intanto l'occasione per salutare il capo negoziatore per l'Unione europea della Brexit, Michel Barnier, che assiste ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

Salutiamo anche studenti e insegnanti della Scuola primaria e secondaria di I grado “Galli” di Montecarotto, in provincia di Ancona (Applausi). Anche loro stanno seguendo i nostri lavori.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Schirò n. 9/1346/59, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Ancora un saluto, a studenti e insegnanti dell'Istituto tecnico, economico e tecnologico “Luigi Einaudi” di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza (Applausi). Anche loro sono i benvenuti e assistono ai nostri lavori.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Lepri n. 9/1346/60, con riformulazione da parte del Governo, e quindi attendiamo di sapere dal collega Lepri se è d'accordo sulla proposta di riformulazione avanzata dal Governo. A lei la parola, deputato Lepri.

STEFANO LEPRI (PD). Presidente, non siamo d'accordo sulla riformulazione e spiego il perché. Questo ordine del giorno mi avrebbe consentito di poter interloquire col Ministro Salvini; non essendoci mi riferisco al sottosegretario Molteni. Vorrei anzitutto dire che comprendiamo il fatto che il Ministro Salvini sia fuggito verso mezzogiorno, perché in effetti, essendo lui il vero Presidente del Consiglio, aveva bisogno di essere lì presente. E d'altronde, guardate, che sia lui il vero Presidente del Consiglio lo dimostra il fatto che quando c'è un provvedimento caro alla Lega, il vice presente quando il ministro non c'è è un sottosegretario leghista; quando invece c'è un ministro dei 5 Stelle, di nuovo c'è un sottosegretario leghista che tiene il bastone e controlla il ministro dei 5 Stelle. Ma tant'è, sappiamo già come vanno le cose in questa maggioranza. Dicevo del Ministro Salvini, che è un grande lavoratore, lo sappiamo, ha pochi vizi ma un vizio ce l'ha. Io guardando - purtroppo mi tocca - i suoi social, ho visto per esempio che l'8 agosto ci ha informato che fa colazione, e quel giorno l'ha fatta con la nutella, l'ha fatta col pane e nutella e ha scritto: perché in questo modo mi do energia per rimettere a posto i tanti danni fatti dal PD. Bene, allora io mi riferisco a pane e nutella per usare un verbo che vi consente forse di comprendere meglio ciò che diciamo: il verbo è “spalmare”, spalmare la nutella; con tutto il rispetto per le persone immigrate, perché questo verbo naturalmente non dà loro particolare rispetto, ma credo che aiuti a far comprendere che cosa intendiamo. Quando noi diciamo “accoglienza diffusa”, quando diciamo che gli SPRAR servono è perché abbiamo in testa questo: un conto è mangiare un cucchiaione di nutella, un conto è spalmarla sul pane. Evidentemente questo è molto diverso, perché spalmare l'accoglienza vuol dire rendere più gestibili l'accoglienza e anche le modalità di integrazione, di formazione, di insegnamento dell'italiano; significa attivare risorse di volontari, significa attivare risorse di donatori.

E guardate, lo dico ad un'Aula piuttosto disattenta: c'è una caratteristica che riguarda questi volontari e questi donatori…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, colleghi: un po' d'attenzione e soprattutto silenzio, per cortesia. Diamo la possibilità al deputato Lepri di svolgere il suo intervento.

STEFANO LEPRI (PD). C'è una caratteristica di questi donatori e di questi volontari, ed è una dote nobile: si chiama compassione, quella compassione che volete nascondere con le facce dure che anche oggi volete dimostrare. Bene, questi volontari ci insegnano che, nonostante tutte le sfide e anche le difficoltà e le contraddizioni che l'immigrazione porta, occorre sempre lo sguardo della compassione. Ma voi avete un altro obiettivo, molto chiaro: di prendere i voti e di campare sulle paure. Meglio quindi concentrare, meglio togliere i permessi umanitari, meglio lasciarli nel limbo della disperazione.

Io spero che il Ministro, quando si renderà conto, e molto presto si renderà conto dei danni di questo disegno di legge, possa perlomeno avere un po' di dubbi e possa riflettere sulle sue tante ipocrisie, che la nutella mi ha consentito di raccontare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Abbiamo ascoltato l'illustrazione l'ordine del giorno Lepri n. 9/1346/60: non c'è l'accettazione della proposta di riformulazione avanzata dal Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lepri n. 9/1346/60, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Berlinghieri n. 9/1346/61.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Berlinghieri. Ne ha facoltà.

C'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, quindi cortesemente la deputata Berlinghieri con l'occasione ci dica anche se la ritiene valida o no.

MARINA BERLINGHIERI (PD). Presidente, non accettiamo la proposta di riformulazione, perché l'eliminazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari determinerà una crescita esponenziale del livello di insicurezza nel nostro Paese, facendo venir meno quello che fino ad ora è stato fatto come elemento fondamentale e come strumento di integrazione.

Le conseguenze delle disposizioni approvate saranno inevitabilmente una crescita esponenziale delle situazioni di marginalità e di irregolarità, saranno la propensione a delinquere da parte di persone abbandonate e senza nessuna possibilità di integrazione e la condanna definitiva di molti migranti ad una nuova condizione di marginalità e di irregolarità, pregiudicando in questo modo, irrimediabilmente, il percorso di integrazione finora intrapreso, dimenticando che un livello di sicurezza efficace ed effettivo può essere garantito solo da una compiuta integrazione delle persone che vivono sul nostro territorio.

Altrettanto grave è il sostanziale smantellamento del sistema degli SPRAR, un sistema che esiste da oltre sedici anni, considerato come il sistema modello da presentare in Europa e che ha dimostrato che solo l'accoglienza in strutture diffuse, seguite da personale qualificato in numero adeguato e attraverso un'appropriata distribuzione sul territorio dei richiedenti asilo, può agevolare l'autonomia e l'indipendenza delle persone da un lato e i processi di integrazione dall'altro.

Il suo smantellamento determinerà un grave pericolo per la sicurezza pubblica, determinando da un lato il forte rischio dell'insorgere di tensioni sociali causate dalla cresciuto numero di persone in condizione di marginalità e irregolarità nei grandi centri abitati e, dall'altro, un contestuale peggioramento delle condizioni di vita per i migranti all'interno dei CAS, con il conseguente aumento dell'esigenza di controllo e di sicurezza da parte delle forze dell'ordine, nonché dei costi a carico della collettività.

Con questo provvedimento state scaricando tutto il problema sulle spalle dei sindaci, vi chiediamo quindi di accogliere gli appelli che vi stanno facendo i sindaci in questo momento e di far tesoro di alcune esperienze nate in questi anni nei territori. Cito l'esempio di Brescia, dove la sinergia tra la rete degli SPRAR, la prefettura, i sindaci, il Terzo settore, le parrocchie e le tante associazioni territoriali ha garantito percorsi di buona integrazione e di civiltà, che sono stati indicati a modello, attraverso la stampa, dalla comunità internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Berlinghieri n. 9/1346/61, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'ordine del giorno De Menech n. 9/1346/62, sul quale vi è una proposta di riformulazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Menech. Ne ha facoltà.

ROGER DE MENECH (PD). Presidente, dire che è una riformulazione mi pare un termine abbastanza pesante, nel senso che sono state tolte completamente tutte le premesse, che erano parte sostanziale - lo dico al sottosegretario presente - del ragionamento che volevo sviluppare, perché finita la propaganda i problemi rimangono, e rimangono proprio vicino ai cittadini. Dico questo perché questo Governo ci ha abituato in questi mesi di lavoro a usare soprattutto il marketing della politica per fare molto bene i titoli dei provvedimenti. Ricordo a tutti il “decreto dignità”, che di fatto di dignità aveva solo il titolo, mentre poi nei contenuti ha provocato invece un calo del numero degli occupati nel nostro Paese. Anche in questo caso abbiamo un decreto che mette in campo il termine “sicurezza”, ma questa sicurezza, ahimè, lo vedremo nei prossimi mesi, porta assolutamente pochi risultati a favore dei cittadini italiani.

Perché? Perché, secondo me, da un punto di vista politico e culturale, questo Governo ha paura, ha semplicemente paura di affidare, come deve essere fatto, un tema tanto delicato quanto complicato, cioè quella della migrazione, che non è un tema di cui discutiamo solo oggi ma sarà un tema cardine delle politiche dei prossimi anni di tutti i Governi degli Stati occidentali.

Questo Governo ha paura di un rapporto virtuoso, sinergico, di un rapporto sano con i territori. Dico ciò in particolar modo in quanto ho avuto l'onore di fare il sindaco in quei territori. L'accoglienza diffusa non è altro che il Governo centrale che riesce a trovare quelle sinergie e quel rapporto di fiducia reciproca con i territori per risolvere insieme i problemi dell'integrazione: ebbene, questo provvedimento fa il contrario.

Come abbiamo detto, esso chiude, depotenzia gli SPRAR. Questo termine molto asettico, molto tecnico, tuttavia, porta in dote un aspetto culturale: l'accoglienza diffusa è l'unico sistema per integrare veramente, fino in fondo, i migranti. Non avete fiducia nei territori, avete sfiducia nei sindaci e lo abbiamo visto nelle dichiarazioni di queste settimane, di questi giorni d'esame del provvedimento. I sindaci vi hanno chiesto modifiche importanti, vi hanno chiesto di invertire la rotta proprio perché i problemi, soprattutto dei richiedenti asilo più vulnerabili, come lo sono i nuclei familiari, i minori e tutti i costi dell'integrazione, non vengano poi riversati, come sarà, o nell'oblio più assoluto, creando i famosi invisibili che abbiamo detto, o anche, come sarà, riversando completamente questi enormi sforzi da compiere nel sistema delle amministrazioni locali.

Mi sembra veramente strano che un Governo che ha fatto del rapporto con il territorio, in particolare la parte legata alla Lega Nord, e che ha fatto del federalismo un cavallo di battaglia, oggi certifichi la mancanza di fiducia riguardo un argomento tanto delicato nei confronti proprio dei territori. È un Governo, fra l'altro, guidato, in questo caso, da un Ministro, il Ministro Salvini, che in quei consigli comunali c'è stato per venticinque anni: dal 1993. Fa impressione anche questo dato. Oggi ci sembra una pennellata di nuova politica, ma stiamo parlando di un Ministro che è da 25 anni in un consiglio comunale, dal 1993.

Io speravo che almeno una lunga esperienza provocasse anche in questo Governo questo sentimento di fiducia, ma non c'è. Questa mancanza di fiducia si riverserà poi, nei prossimi mesi, come dicevo, esattamente nel contrario di quello che avete scritto nel titolo: non ci sarà più sicurezza ma ci sarà meno sicurezza, proprio perché le politiche dell'integrazione, quelle vere, per riuscire a creare quel rapporto di fiducia fra esseri umani, che io ritengo estremamente importante, andranno a cadere.

In questo senso, anche con questo ordine del giorno noi chiediamo una maggiore attenzione. Cosa chiediamo in quest'ordine del giorno? Chiediamo almeno di istituire nuovi uffici territoriali, di aumentare la densità di questi uffici territoriali per l'esame delle domande di asilo pendenti, di aiutarli in questo senso e di rendere, quindi, tale processo snello. Una considerazione finale: anche il parere negativo a quest'ordine del giorno continua a confermare quello che ho detto in precedenza, cioè che quando non si ha fiducia del proprio territorio, poi i problemi vengono al pettine. Finita la propaganda, i problemi rimangono e rimangono, ahimè, proprio in quel territorio che voi con questo provvedimento non avete assolutamente ascoltato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Menech n. 9/1346/62, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'ordine del giorno Serracchiani n. 9/1346/63, sul quale vi è una proposta di riformulazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Presidente, noi non accettiamo la riformulazione, soltanto perché vorremmo tentare, con dei numeri, ancora una volta, di convincere il Governo di quella che è la bontà di questi ordini del giorno, rispetto anche all'iniziativa di cui si sta occupando questo Parlamento.

Intanto il numero è quello dell'articolo 23 della Bossi-Fini, perché quando si parla di SPRAR facciamo riferimento esattamente alla legge Bossi-Fini.

Voglio citare in quest'Aula - suo tramite, Presidente - il Ministro Salvini, che non è presente personalmente, il quale ieri dichiarava: è una rivoluzione che porta tranquillità, ordine, regole e serenità nelle città italiane. E aggiunge: finora sull'immigrazione erano stati fatti solo provvedimenti spot.

In realtà, non è - ahimè - così e, anzi, io oggi avrei un'opinione diversa rispetto all'iniziativa di cui ci stiamo occupando, se avessimo davvero potuto fare un intervento organico. Questo intervento organico non è stato fatto, prima di tutto perché avrebbe richiesto l'abolizione della Bossi-Fini e ovviamente la riscrittura di una disciplina nuova.

Ma tornando ai numeri, vorrei ricordare quanti sono i comuni che applicano in questo momento lo SPRAR: sono 877 i progetti attivati e sono oltre 1800 i comuni che li seguono per complessivi 35.881 beneficiari. Voglio leggere il nome di alcuni di questi comuni, sperando che anche il Movimento 5 Stelle possa prestare un po' di attenzione, visto che i primi comuni che si occupano di SPRAR sono i comuni di Roma, Torino e Livorno.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 16,35)

DEBORA SERRACCHIANI (PD). E non mi pare di aver ascoltato da parte di nessuno di questi sindaci una contrarietà rispetto alle affermazioni di ieri del presidente dell'ANCI Decaro, che appunto lamentava che questa nuova disciplina creerà enormi problemi nei comuni. Ne cito altri di comuni che magari sono cari alla Lega, come Lodi, come Genova, come Terni, come Alessandria, che utilizzano lo strumento dello SPRAR e che continuano e vorrebbero continuare a farlo.

Ma siccome qui sembra che ci occupiamo di cose non concrete, vorrei anche ricordarvi quello che sta accadendo in questo momento in alcune città. Cito, ad esempio, la mia città, la città di Udine: c'era un progetto legato anche allo SPRAR dove noi abbiamo deciso di seguire la cosiddetta accoglienza diffusa. Perché l'abbiamo deciso? Perché purtroppo i nostri cittadini cosa lamentano e di cosa si spaventano? Si spaventano dei grandi assembramenti. Il Friuli-Venezia Giulia era la sede dell'unico CIE presente al Nord- Est e tutti insieme - ricordo anche i colleghi in consiglio regionale del Movimento 5 Stelle - si sono adoperati per chiudere il CIE. Cioè, esattamente il contrario di quello che stanno facendo oggi, dicendo di sì e chinando la testa a Salvini e votando sì al “decreto sicurezza” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che tornerà a creare quelle stesse strutture enormi di cui hanno paura i nostri cittadini. Così salta l'accoglienza diffusa. E cosa succede in queste ore, a Udine? Che 295 immigrati che erano seguiti attraverso il progetto SPRAR Aura non saranno più accolti con l'accoglienza diffusa negli appartamenti e nei luoghi nei quali erano tenuti, ma verranno messi per strada, cosicché il prefetto dovrà trovare nell'immediato e nell'emergenza una soluzione.

Guardate che, approvando il “decreto sicurezza”, non spariscono gli immigrati; approvando il “decreto sicurezza” voi fate soltanto sparire delle regole certe, che comunque funzionavano, e fate in modo che siano i sindaci a doversi far carico delle soluzioni; i sindaci che dovranno trovare i soldi, i sindaci che dovranno trovare i luoghi dove poter accogliere queste persone.

Quindi, ponetevelo il problema, perché io una cosa l'ho capita, lo dico anche al presidente Fico: che la propaganda paga e anche la cattiveria paga, Presidente Fico. Paga, ma perché paga? Paga perché nell'immediato sembra dare quelle risposte che per troppo tempo sembravano essere mancate, ma quelle risposte c'erano e lo dico anche al sottosegretario Molteni - suo tramite, Presidente. Quelle risposte c'erano e con questa furia ideologica di dover spaventare tutto e tutti, state mettendo in difficoltà i territori che quelle risposte avevano dato. E mi dispiace perché stiamo parlando soprattutto di territori che sono il vostro bacino di consenso e che tra un po' di tempo verranno a bussare alle vostre porte per dire che così le cose non funzionano più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/63 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Prendo atto che la deputata Paita non accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1346/64.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/64 Paita, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Prendo atto che i presentatori non accettano la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1346/65 Sensi.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/65 Sensi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1346/66 Morgoni.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/66 Morgoni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Prendo atto che il presentatore non accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1346/67 Melilli.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/67 Melilli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/68 Pezzopane, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/69 Topo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/70 Gavino Manca, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/71 Ceccanti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. Io chiedo al Governo di rivedere il parere sul dispositivo perché è vero che partiamo da motivazioni e giudizi opposti, nel senso che noi riteniamo che alcune norme spostino le persone verso la clandestinità e il Governo ritiene il contrario, però il dispositivo è neutro rispetto a questo, perché chiede semplicemente una verifica dei fatti sei mesi dopo l'entrata in vigore della legge, per vedere quali effetti ha prodotto. Questo può essere tranquillamente accettato, indipendentemente dagli approcci di partenza diversi che noi abbiamo. Si può tranquillamente separare il dispositivo dalle motivazioni, possiamo azzerare le motivazioni e ragionare sul dispositivo. Altrimenti significa che voi temete di dover presentare dei dati effettivi e una giustificazione dei fatti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/71 Ceccanti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/72 Ascani.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Già ieri, in fase di illustrazione, ho cercato di spiegare a che cosa serve questo ordine del giorno alla luce dell'emendamento che è stato approvato in Senato e che introduce l'obbligatorietà, per coloro che vogliano accedere alla cittadinanza italiana, di passare un esame di livello B1. Al di là dell'ironia fatta ieri sul sottoporci noi all'esame B1, per capire se ne siamo all'altezza, io non capisco perché il Governo proponga su questo ordine del giorno una riformulazione “sul valutare l'opportunità”.

Ieri vedevo, mentre illustravo il mio ordine del giorno, il sottosegretario Molteni fare dei gesti e, in particolare, dire che non è vero che hanno tagliato su quei corsi di formazione - almeno a gesti, poi magari ho frainteso, ma il sottosegretario ce lo chiarirà - che servono per la lingua italiana. Purtroppo, invece, il taglio che c'è è un taglio che va a colpire anche quei corsi, che quindi va a colpire la possibilità effettiva di integrazione perché - e lo diciamo tutti qui dentro -forse una delle poche cose su cui siamo d'accordo è che l'integrazione passa anche dalla lingua ed è giusto che tutti abbiano pieno accesso a quei corsi di lingua che consentano a chi è qui di esprimersi, di comprendere e di integrarsi.

Il problema è che l'intento di questo Governo non è favorire l'integrazione, ma il contrario e, quindi, il fatto che a un semplice ordine del giorno che impegna il Governo a mettere un po' di soldi sulla formazione e, in particolare, sui corsi di lingua il Governo risponda che al massimo può valutare l'opportunità purtroppo è la conferma di quello che dicevo ieri, cioè che non avete alcuna intenzione di integrare le persone, che volete che scompaiano dai radar, che volete che nessuno sappia dove sono, cosa fanno e, soprattutto, che nessuna di queste persone abbia l'effettiva possibilità di integrarsi in Italia, perché è su questo che avete costruito le vostre campagne elettorali ed è su questo che continuate a prendere voti.

Io credo che mettere su una bilancia i voti e l'interesse dei cittadini tutti, in particolare dei cittadini italiani, e far pesare di più i vostri voti sia una colpa storica che peserà su questo Governo e, fatemelo dire, sul principale azionista di questo Governo che, ormai è evidente a tutti, è la Lega di Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/72 Ascani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/73 Benamati, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/74 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, il provvedimento oggi in esame presenta diverse e gravi criticità, che abbiamo già elencato. Siamo davanti a un manifesto politico che individua un nemico preciso nell'immigrazione. C'è tanta propaganda e tanta ideologia in questo provvedimento, ma nessuna risposta concreta alle questioni di sicurezza fortemente avvertite dai cittadini del nostro Paese, anzi, con le misure contenute nel provvedimento, corriamo il rischio di vivere, domani, l'emergenza che questo decreto avrà creato.

Del tutto irragionevole è, infatti, l'abrogazione dell'istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari, che rischia di far cadere in una condizione di irregolarità migliaia di stranieri, così come è irragionevole - l'abbiamo già sottolineato - l'eliminazione dello SPRAR che, fino ad ora, ha consentito di mettere in campo un sistema di accoglienza e di integrazione considerato da tutti un modello da seguire. Si tratta di un sistema che esiste da oltre sedici anni e che ha dimostrato che solo l'accoglienza in strutture diffuse, seguita da personale qualificato e in numero adeguato, e attraverso un'appropriata distribuzione sul territorio dei richiedenti asilo, può agevolare l'autonomia e l'indipendenza delle persone, da un lato, e i processi di integrazione, dall'altro. Il suo smantellamento, quindi, determinerà sicuramente un grave pericolo per la sicurezza pubblica.

Questo ordine del giorno, presentato dalla collega Braga, affronta questi aspetti con particolare riferimento al territorio della provincia di Como e chiede al Governo un impegno a stanziare, quanto prima, tutte le risorse necessarie per garantire il rispetto dei diritti fondamentali, a partire da quello della salute, per tutti quei migranti presenti sul nostro territorio, che improvvisamente si ritroveranno privi di ogni copertura giuridica ed economica, e questo con particolare riferimento al territorio, come dicevo, della provincia di Como. Questo perché la situazione di Como è piuttosto emblematica.

Nell'estate del 2006, centinaia di migranti si sono concentrati presso il confine con la Svizzera. La soluzione del campo governativo, costruita dal Governo del Partito Democratico, insieme alle istituzioni locali e alle associazioni di volontariato, con il supporto di medici, infermieri e avvocati, ha consentito di gestire una situazione difficile. Questo Governo, da un giorno all'altro, ha deciso di smantellare questo modello e oggi dice “no” a un ordine del giorno che, sostanzialmente, chiede di garantire il diritto alla salute e alla sicurezza nel territorio della provincia di Como. Chiedo, quindi, di mettere in votazione questo ordine del giorno e auspico che riceva un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/74 Braga, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/75 Campana, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/76 Carla Cantone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/77 Cardinale, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/78 Carè, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/79 Cenni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente. Devo dire che sono colpita dal parere negativo su questo ordine del giorno. Si tratta di un ordine del giorno che chiede una cosa molto semplice: il rispetto dei diritti fondamentali, a partire da quelli alla salute, per tutti i migranti presenti nei nostri territori, in particolare, per la provincia di Siena, la terra in cui vivo.

Vede, Presidente, questa è una terra in cui i sindaci e i prefetti hanno lavorato assieme generando modelli di integrazione e di accoglienza molto positivi, anche con il sistema SPRAR, e non lo dicono solo i sindaci di centrosinistra, lo dicono anche alcuni vostri sindaci. Non vi sarà sfuggito anche ciò che ha detto il sindaco di Carrara, che credo faccia riferimento al MoVimento 5 Stelle. Sono state costruite scuole di italiano, con decine e decine di volontari, che sono state occasione di integrazione, di scambio, di crescita e non solo per i richiedenti asilo o per i migranti regolari, ma per i cittadini italiani tutti.

Allora, viene da chiedere a voi, tramite lei, Presidente, qual è la vostra idea di sicurezza. Vorrei sapere se la vostra idea di sicurezza è quella che manifestate per esempio con il blitz interforze che è stato disposto qualche settimana fa, durante una cena di solidarietà, nella parrocchia di don Biancalani a Vicofaro, un sacerdote impegnato nell'accoglienza di giovani immigrati, frequentemente bullizzato dal Ministro Salvini, attraverso i social.

Un blitz che non ha potuto comminare nemmeno una multa per divieto di sosta, nonostante uno spiegamento di forze dell'ordine impressionante. È stato un intervento sbagliato, stigmatizzato anche dalla camera penale di Pistoia. Ecco, sinceramente ritengo molto più preoccupanti altre cose sul nostro territorio: penso, per esempio, ai gazebo che la Lega ha organizzato nelle scorse settimane nei nostri territori per distribuire alle donne spray al peperoncino. Si diceva: per combattere la violenza sulle donne. Premesso che forse quegli spray sono più utili per insaporire qualche arrosto, piuttosto che contrastare la violenza, visto anche dove avviene la violenza sulle donne, voi state raccontando un Paese che non esiste.

State generando disastri in questo Paese, non solo sulla tenuta economica e finanziaria: il danno più grave è quello culturale e sociale che voi state costruendo. Anni fa, un geniale Albanese metteva in scena il Ministero della paura. Ci abbiamo sorriso sopra, forse in modo un po' amaro; voi, purtroppo, lo avete preso sul serio e lo avete costruito quel Ministero, quella parodia è diventata tristemente realtà. Solo che oggi non c'è proprio più niente da sorridere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Brevemente, oltre per dire che voterò contro questo ordine del giorno, ma ne approfitto anche per ringraziare gli uomini delle forze dell'ordine che questa mattina in Sardegna hanno arrestato un terrorista, un palestinese con documenti libanesi, che voleva avvelenare le falde acquifere dei depositi d'acqua della caserma, molto probabilmente di Macomer, dell'Esercito. Un suo cugino è un terrorista che è già stato arrestato in Libano…

PRESIDENTE. Deputato, siamo sull'ordine del giorno, però.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Volevo semplicemente ringraziare…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). La ringrazio. Vorrei dirlo a tutti, non solo a lei, e comunque, tramite lei, ovviamente, anche agli altri. Volevo intervenire sull'ordine del giorno perché a volte si fa un po' di confusione, perché, se si parla di diritto alla salute, potremmo discuterne. Poi sento parlare di don Biancalani e allora mi sento costretto a intervenire, perché arrivare a parlare di diritto e citare un prete che, nella sua accoglienza ai migranti, è stato sanzionato dalle ASL perché li teneva ammassati come se fossero degli animali, senza nessun rispetto delle norme igienico-sanitarie (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente), un prete che si è detto orgoglioso di avere difeso nella propria canonica gli spacciatori clandestini, perché bisogna difendere anche gli spacciatori clandestini (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente), un uomo che ha portato i migranti in piscina - per carità, li può portare dove vuole - dicendo che la sua patria sono gli africani e non gli italiani. Un prete che ha detto che lui vuole non rispettare le regole, se questo gli permette di accogliere e di aiutare i suoi amici clandestini. Se questo è il vostro punto di riferimento per cui fate questi ordini del giorno…

PRESIDENTE. Si rivolga a me.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). …sono ancora di più convinto che è necessario bocciare questi ordini del giorno e che il problema di questo decreto sicurezza è che eventualmente è troppo debole nei confronti di chi lucra sugli immigrati, li tratta come se fossero bestie, per arricchirsi, per aprire, come don Biancalani, una pizzeria clandestina, senza nessuna regola e senza nessun rispetto delle norme economiche, igieniche e sanitarie. Questi sono i vostri punti di riferimento. E, allora, faccio un appello alla sinistra: perché ascoltate i parroci solo quando fanno tutt'altro che portare avanti la parola di Dio, e non li ascoltate quando parlano di famiglia, di diritto alla vita, di lotta alla droga (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

Ascoltate e citate i parroci e la Chiesa cattolica quando parlano dei valori veri, e non quando qualcuno, richiamato anche dalla Chiesa cattolica, si permette di andare a non rispettare nessuna regola per fare propaganda di parte, faziosa, contro le leggi italiane, contro il rispetto dei diritti umani e anche contro la dignità degli stessi immigrati, che dovrebbero essere accolti rispettando le regole, e non ammassati come se fossero bestie. Giustificare il vostro ordine del giorno citando don Biancalani qualifica il livello della sinistra in questo dibattito. Continuate a non aver capito l'insegnamento degli elettori; continuerete a essere schifati da tutti gli italiani (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), se avete questo approccio buonista e opposto al buonsenso. Volete proseguire così a difendere tutti, tranne chi rispetta le regole? Fatelo pure, noi rimaniamo dalla parte della legalità e degli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Sul Regolamento, però, perché ha finito il tempo.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Articolo 8, Presidente, rispetto all'andamento dei lavori di quest'Aula. Mi chiedo se sia normale e concepibile che un deputato, qualunque esso sia dei nostri colleghi, si possa permettere di utilizzare quest'Aula e anche le prerogative che lo status di parlamentare garantisce per poter ingiuriare e diffamare un cittadino come don Biancalani (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico), con cui si può non essere d'accordo rispetto alle idee che ha sull'accoglienza, ma che non si può ingiuriare dentro quest'Aula del Parlamento, essendo una persona che richiede il nostro rispetto per il lavoro che fa, straordinario, nell'accoglienza e per la tutela dei diritti delle persone. Non c'è nessuna inchiesta giudiziaria rispetto alle notizie di reato che il deputato ha annunciato e, se il deputato che ha appena concluso il suo intervento, avesse le notizie questo tipo, dovrebbe andare in procura, invece di usare la sua immunità, qui, per offendere le persone che fanno il loro lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

E lei è responsabile anche di questo, e quindi deve richiamare il deputato, quando fa accuse di questo tipo nei confronti di un qualsiasi cittadino italiano che non ha le nostre stesse prerogative per potersi difendere e che non può intervenire qui, in quest'Aula, a difendersi per fatto personale dalla diffamazione che sta ricevendo (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Sull'articolo 8 del Regolamento, Presidente. Lei ha permesso a un collega della destra, dell'estrema destra dell'Aula (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…io pensavo che fosse difficile superare….

PRESIDENTE. Per favore, non commentiamo.

EMANUELE FIANO (PD). Pensavo che fosse difficile superare, oggi, a destra Salvini su questo decreto, ma ci sono dei colleghi che sono la dimostrazione. Lei ha permesso, signor Presidente, per un ordine del giorno che non reca il nome di don Biancalani, del parroco che qui è stato citato, quindi non è oggetto del testo dell'ordine del giorno, una serie (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Per favore, per favore! È un intervento sul Regolamento, ascoltiamo.

EMANUELE FIANO (PD). …una serie di accuse infamanti, protette dall'immunità, contro una persona che qui non può difendersi, perché è stata citata per presunte condotte penalmente rilevanti, affatto dimostrate, non oggetto di inchiesta penale, non oggetto di sentenza penale. E, quindi, abbiamo potuto ascoltare – mi dispiace dirlo, con il suo permesso –, assolutamente estraneo al contenuto dell'ordine del giorno, assolutamente estraneo al testo – la prego di controllarlo – un processo senza difesa, in contumacia, di una persona che, invece, al contrario di quello che si dice lì, è molto apprezzato per ciò che ha fatto in tema di accoglienza.

Penso che questo non debba accadere, secondo la mia e la nostra opinione, Presidente, proprio per l'articolo 8 del Regolamento, che rimette a lei il fatto che in quest'Aula si esprimano opinioni politiche, non si compiano processi sommari contro le persone. Conosciamo una certa tradizione culturale che vorrebbe i processi in piazza alle persone che non possono difendersi (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma non penso che lei lo debba permettere nella discussione di un ordine del giorno. Ci aspettavamo questo, sappiamo che cosa aspettarci da quella parte: non penso che il Presidente della Camera dei deputati lo debba permettere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Per favore, per favore!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (FI). Grazie, Presidente. Mi lego all'intervento che ho sentito poc'anzi arrivare dai banchi della sinistra, che hanno, loro, tirato in ballo don Biancalani (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). A me spiace dirlo e, francamente, signor Presidente, le dico, da cattolico, che vedere un prete che si atteggia a capopopolo di atei anticlericali e mangiapreti è una roba vergognosa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Per favore, per favore! Allora riprendiamo…

GIORGIO SILLI (FI). La chiesa, ai tempi d'oro, lo avrebbe ridotto allo stato laicale! Lo avrebbe ridotto allo stato laicale!

PRESIDENTE. Moderi il linguaggio, grazie.

GIORGIO SILLI (FI). “Mangiapreti” non è mica un'offesa. C'è chi si fregia di essere un mangiapreti.

PRESIDENTE. Grazie.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Tabacci, su cosa? Per favore, un po' di silenzio!

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Presidente, partecipo al dibattito che si è aperto; poi veda lei quale articolo mi vuole attribuire. Volevo semplicemente dire che…

PRESIDENTE. Non le posso attribuire articolo.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Va bene, Presidente, ci siamo capiti: si è aperto un dibattito.

PRESIDENTE. Sì, però rimaniamo nella procedura. Mi dica l'articolo.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). L'articolo 8…

PRESIDENTE. Perfetto, andiamo avanti. Perfetto. Silenzio!

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Il punto è molto semplice: io sono qui in quest'Aula da un po' di anni, ma debbo dire che avere sentito un eloquio come quello che ho sentito mi ha ricordato il tempo in cui si parlava di don Minzoni (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Sì, è lo stesso argomentare: voi seminate un clima di odio che quest'Aula non merita di rivivere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Sta bene. Migliore, per favore. D'Ettore… D'Ettore…

In riferimento al richiamo al Regolamento effettuato, per il primo intervento, che era del deputato Deidda, chiaramente fuori dal contenuto dell'ordine del giorno, a Deidda è stata levata la parola perché non poteva continuare a parlare su un tema non presente nell'ordine del giorno. Il deputato Donzelli ha iniziato parlando dell'ordine del giorno rispetto al diritto alla salute, che fondamentalmente è presente nell'ordine del giorno; dopo, ascoltato l'intervento, senza dubbio (questa è la mia opinione) è andato avanti, e non può secondo me parlare cercando di usare degli argomenti che possono essere diffamatori rispetto ad un cittadino che non può difendersi qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo è per riportare un po' la chiarezza sulle cose.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cenni n. 9/1346/79, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 17,18)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Ciampi n. 9/1346/80.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ciampi. Ne ha facoltà.

LUCIA CIAMPI (PD). Presidente, onorevoli colleghi, Governo, anch'io sono stupita del fatto che quest'ordine del giorno sia stato respinto, non solo per quanto chiedeva rispetto al diritto alla salute, ma soprattutto perché quest'ordine del giorno chiedeva e chiede di assicurare adeguati livelli di sicurezza per tutti i cittadini. Mi stupisco cioè che la Lega, che amministra molti comuni, non sia sensibile al problema della responsabilità dei sindaci, che come me devono assicurare ai cittadini un livello di protezione sociale.

Questo provvedimento sulla sicurezza, cosiddetto “sicurezza”, legato volutamente e inadeguatamente all'immigrazione, farà crescere il numero di immigrati irregolari e demolirà le politiche di accoglienza e di integrazione esistenti: il sistema SPRAR e soprattutto un serio stanziamento per supportare i comuni, addirittura. Questo sarebbe ciò che è necessario ai comuni che fino ad ora in tutti questi anni, nei 16 anni da quando lo SPRAR c'è, si adoperano per poterlo rendere uno strumento efficace.

Perché ha detto bene stamani l'onorevole Fassino: gli strumenti per gestire un fenomeno epocale come quello dell'immigrazione sono stati nel tempo due, lo strumento prefettizio e lo strumento SPRAR, due strumenti assolutamente diversi. Lo strumento dello SPRAR è stato quello che, scelto volutamente dalle amministrazioni, non imposto alle amministrazioni, ha consentito ai sindaci di gestire - insieme ai prefetti, insieme alle associazioni laiche e cattoliche, insieme alle piccole cooperative conosciute sui territori e controllate dalle amministrazioni comunali - il flusso degli immigrati attraverso un'accoglienza diffusa, una micro-accoglienza che ha favorito l'integrazione ed è stata un modello per tutti, bene accettata dalla cittadinanza e che ha fatto sì che questo modello sia anche esportato fuori dalla Toscana.

Io parlo dell'esempio della mia provincia, la provincia di Pisa e in particolare la Val d'Era, dove esiste un'unione di comuni che gestisce in proprio il flusso dei migranti che la prefettura deve distribuire sul territorio. In 10 anni non si è mai verificato alcun fenomeno di tensione sociale: i ragazzi che vengono accolti nelle piccole strutture, appartamenti dove possono starne 5-6, sono perfettamente integrati, diventano amici dei coinquilini e imparano la lingua attraverso personale specializzato competente, che li avvia alla pratica del volontariato, ai lavori sociali necessari sul territorio e ad imparare la lingua, per poi poter andar via, perché in genere dopo 6 mesi si avvicendano.

Il sistema SPRAR, quindi, è uno strumento efficacissimo. Non è purtroppo scelto da tutti i comuni. La deputata Serracchiani citava 1.800 comuni; fino al 2017 erano 1.500.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

LUCIA CIAMPI (PD). I comuni sono più di 8.000; invece, io credo che questo sarebbe stato il migliore sistema, da correggere se ci sono naturalmente delle criticità e da continuare, perché appunto è un sistema efficace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, la pervicacia con cui da sinistra sostengono lo SPRAR è degna di nota. Degno di nota politica, non di altro tipo. Approfitto della presenza del Governo, sia del sottosegretario Morrone che del sottosegretario Molteni, perché, sottosegretario Molteni, per il tramite della Presidenza, mi permetto di dirle, se mai ve ne fosse bisogno, di farsi illustrare dal sottosegretario Morrone, che conosce evidentemente l'Emilia Romagna, cosa sta avvenendo in questi giorni in Emilia Romagna, in cui le amministrazioni a guida PD stanno facendo approvare, sulla scia dell'ordine del giorno appena illustrato, un ordine del giorno con cui affermano chiaramente che bisogna andare contro le previsioni di legge e che i comuni dovrebbero farsi carico, con risorse proprie, di continuare nel percorso SPRAR, dimenticando forse che uno dei presupposti per l'accesso allo SPRAR sarebbe il riconoscimento quanto meno della protezione umanitaria.

Allora, sfruttando l'intervento di poc'anzi, mi permetto di evidenziare al Governo che in importanti zone della nostra nazione vi sono amministrazioni, da Cattolica a Piacenza, ma pure in Toscana, che sistematicamente stanno facendo approvare un ordine del giorno che incitano alla disobbedienza civile in negazione di un provvedimento di legge. Il problema è che abbiamo prefetture conniventi, come quella di Bologna, dove il prefetto sta continuando a dare corso a questo tipo di accoglienza mantenendo piene strutture, come l'hub di Bologna, senza motivo, perché in un momento in cui non vi sono più accessi e non vi sono più sbarchi l'hub di Bologna, che è quello che serve l'intera Emilia-Romagna, ospita sul territorio oltre mille cosiddetti richiedenti quando in emergenza ce n'erano 1.500, ed è per questo che, rispetto all'ordine del giorno sullo SPRAR, non possiamo essere d'accordo. Mi riferisco al prefetto Impresa, che quando il sindaco di Padova Bitonci l'aveva come prefetto l'aveva invitata a dimettersi. Non so perché avete ritenuto di affliggere Bologna di questa ennesima sciagura dopo settant'anni di governo del PD, ma vi chiediamo di intervenire, perché tutto ciò si traduce in oltre 1 milione di euro spesi del contribuente anche per attivare quel sistema SPRAR che noi abbiamo idea - speriamo di sbagliarci - che in realtà serva ad altro, e non certamente all'accoglienza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Presidente, io posso accettare tante cose, ma sentire in quest'Aula l'idea di far passare i sindaci italiani come disperati perché in questo momento storico verrà meno il sistema dello SPRAR credo che stiamo offrendo nella migliore delle ipotesi una mezza verità, se non una verità molto strumentalizzata da parte di una certa sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché i sindaci italiani non è che possiamo tirarli in ballo quando fa comodo. Non possiamo dimenticare che per anni, nella passata legislatura, quando i sindaci italiani denunciavano di essere abbandonati dal Paese nella gestione dell'immigrazione che travolgeva i territori, chi è che si è ricordato di loro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier)? Chi si ricordava dei mille problemi quotidiani in cui i primi cittadini sono stati lasciati soli? Se è vero, lo riconosco, che con lo SPRAR qualche passo in avanti è stato fatto, non posso dimenticare che è stato fatto dopo che per anni un sistema scellerato, che passava attraverso le prefetture, buttava in questo o quel comune centinaia di migranti come a voler mettere la cenere sotto il tappeto. Quindi, la sinistra non può, in questo caso, ergersi a maestra e portare a esempio i sindaci come coloro che oggi vengono lasciati soli, perché i sindaci l'avete lasciati soli voi. Li avete lasciati soli ad affrontare emergenze che hanno dignitosamente e con grande coraggio affrontato in questi anni, spesso nell'indifferenza dell'istituzione centrale. Inoltre, parliamo di sicurezza, parliamo di integrazione in questi giorni, non posso anche qua non ricordare che voi avete in qualche modo smantellato una certa visione di sicurezza urbana che con i Governi Berlusconi e con il Ministro dell'Interno Maroni aveva messo al centro il primo cittadino, il sindaco, nella gestione della sicurezza urbana. Voi avete tolto quegli strumenti e avete lasciato l'emergenza immigrazione da gestire senza adeguati strumenti, questo è un grave errore storico, e oggi sentirvi fare l'apologia del sindaco che viene lasciato solo con questo provvedimento è un falso storico che noi non possiamo accettare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Musella. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Presidente, questa mattina ho sentito parlare di fanatismo ideologico per quanto riguarda il centrodestra, io credo che il fanatismo ideologico sia la distruttiva volontà di fare arrivare in Italia, in modo irregolare, centinaia di migliaia di clandestini. Smantellare l'integrazione di chi, con gli SPRAR? Di migranti regolari o dei clandestini? Il fenomeno dei clandestini deve cessare, siamo l'unico Paese europeo ad avere un fenomeno così sproporzionato e difficile, ed è ora di cambiare sistema. È ora che chi viene in Italia è bene accolto se ha la carta di identità ed è un profugo vero. I comuni sono state le vere vittime di questo fenomeno, e dobbiamo cambiare una volta per tutte. Mi auguro che approvare il disegno di legge sicurezza serva proprio a questo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciampi n. 9/1346/80, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Colaninno n. 9/1346/81, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo all'ordine del giorno D'Alessandro n. 9/1346/82.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, gentili colleghi, se proprio volete trovare una definizione, ci volete definire, così come si dice “mangiapreti quelli di sinistra”, ve la consigliamo noi una definizione: noi siamo antifascisti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Quella è la definizione: ieri, ora e sempre; antifascisti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E chi pone il tema, nell'evocare questo termine nobile, cioè l'antifascismo, è perché ha consentito quella Costituzione che consente a voi di sedere in quest'Aula, a noi tutti, perché la Costituzione nasce dalla Resistenza, perché la Costituzione nasce dai cittadini che hanno detto «no» anche a un applauso che riempiva le piazze in passato. Oggi ci sono altri applausi, Presidente, i sorrisi…

PRESIDENTE. Abbiamo capito il concetto, però dovrebbe stare anche un po' al tema dell'ordine del giorno.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Ci vado subito, Presidente.

PRESIDENTE. La ringrazio.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Sarà un caso che si infastidiscono loro (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? No, non è un caso, Presidente.

PRESIDENTE. Guardi, qui non si infastidisce nessuno, però lei, per Regolamento, deve attenersi a sviluppare l'ordine del giorno che sta illustrando.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Però mi interrompono, Presidente.

PRESIDENTE. Tutto qui: è' molto semplice.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Però lei deve consentire di farmi parlare, chiedendo ai colleghi del gruppo di Fratelli d'Italia di tacere.

PRESIDENTE. Lei può parlare dell'ordine del giorno.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Perché, pensando all'ordine del giorno che ho presentato, non si fa altro che porre una questione di finanziamento nel momento in cui cancellate ciò che c'è, come si sostiene, anche con riferimento a coloro i quali hanno maggiore bisogno per quanto riguarda i comuni e le regioni. Questo è un tema che serve a non lasciare solo nessuno. Se volete trovare un'altra definizione, siamo coloro i quali si sforzano, pur perdendo qualche voto, di non lasciare solo nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

A proposito della formazione, da cui veniamo, anche riguardo a cosa mangiamo, ecco, per esempio, cerchiamo di mangiare (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) un po' di libri, di studiarli e soprattutto di formare un po' il pensiero che ci ha guidato e che ci guida… io non capisco, Presidente, perché lei non interviene (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)….Presidente…

PRESIDENTE. Scusi, lei prosegua e cerchi di stare al tema cortesemente. Colleghi! Ascoltiamo l'intervento del deputato D'Alessandro, il quale sicuramente adesso sarà più ….

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Pertinente, certo!

PRESIDENTE. Pertinente, rispetto all'ordine del giorno da lui sottoscritto.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Certo, rispetto a “mangiapreti”, sicuramente.

PRESIDENTE. Anche perché l'Aula vuole sapere su cosa deve votare.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Sì, Presidente, non si preoccupi. Allora, voglio concludere l'intervento, tornando all'ordine del giorno, perché, ad un certo punto, questo ordine del giorno pone, come dicevo, la domanda etica e la domanda etica, in politica e nelle istituzioni, è che cosa accade dopo se non si fa quello che dobbiamo fare o se aderiamo ad uno sport, ormai nazionale, ossia quello del “tutti a casa, qui non c'è spazio per nessuno”, “prima gli italiani”, ma poi ci sono però le persone in carne ed ossa che rimangono da sole.

Invece di una democrazia rappresentativa, con le sue procedure dialogiche e le inevitabili mediazioni contrapposte a confronto, si avrebbe - aggiungo io, si ha - una democrazia populista, inevitabilmente influenzata da grandi campagne mediatiche, senza razionalità e appellantesi soprattutto a mozioni istintive ed impulsi emotivi, che trasformeranno il referendum in plebisciti e, praticamente, ridurranno il consenso del popolo sovrano a mero applauso al sovrano del popolo. Noi veniamo da qui, da Giuseppe Dossetti. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/82 D'Alessandro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/83 Dal Moro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo quindi all'ordine del giorno n. 9/1346/84 De Luca, che chiede la parola. Prego, deputato De Luca, ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie Presidente. L'ordine del giorno riguarda un provvedimento serio, che tocca il tema della sicurezza urbana, nei nostri quartieri e nel nostro Paese, che però voi affrontate in modo ancora una volta demagogico, propagandistico e inefficace per dare risposte ai problemi delle famiglie, delle cittadine del nostro Paese

Guardate, la serenità di vita nei quartieri è minata dalla criminalità organizzata, dalle baby gang, delle “stese”, dalla micro delinquenza, dalla micro e macro criminalità, ed è un dovere dello Stato - dello Stato non dei cittadini - reprimere queste forme di illegalità, da chiunque esse siano commesse. È sbagliato ed è ovviamente propagandistico unire il tema della sicurezza unicamente al tema dell'immigrazione. Noi dobbiamo rafforzare la dotazione organica delle forze dell'ordine e in questo decreto non vi è nulla sull'aumento dell'organico delle forze dell'ordine: parlavate di 4000 nuovi agenti e non troviamo nulla in questo decreto.

Dobbiamo aumentare e mettere in campo, come ha detto il Procuratore nazionale antimafia, Cafiero De Raho, un esercito, sì, ma un esercito di insegnanti, di educatori, di operatori sociali nei quartieri per combattere contro le delinquenze, contro il disagio e la dispersione giovanile. Dobbiamo soprattutto mettere in campo azioni per il recupero delle periferie e voi invece avete tolto un miliardo e seicentomila euro a novantasei amministrazioni locali per riqualificare e bonificare il nostro territorio. Queste sono le azioni che voi avete messo in campo contro la sicurezza dei quartieri e la sicurezza dei nostri cittadini finora nel Paese. La gestione del fenomeno migratorio, guardate, va fatta in modo non propagandistico. Noi abbiamo dovuto far fronte ad un fenomeno ampio, tra i più ampi e più importanti degli ultimi anni, affrontandolo con strumenti antiquati e obsoleti, che voi però avete contribuito a mettere in campo.

Guardate, sono state raccontate durante questo dibattito tante falsità. La legge Bossi-Fini, di cui andate orgogliosi, è stata cassata perché il nostro Paese ha dovuto subire l'onta di una condanna da parte della Corte di Strasburgo nel 2012 per violazione dei diritti umani, per dei respingimenti di massa che violavano l'articolo 4 della CEDU a causa della vostra legge. Il reato di immigrazione clandestina è quello che sta rallentando le espulsioni dei cittadini in stato irregolare e sta ingolfando la macchina della giustizia nel nostro Paese.

Il Regolamento di Dublino che ha creato questo ingorgo all'interno delle strutture del nostro Paese l'avete approvato voi nel 2003. Il Governo Berlusconi con la Lega al Governo ha approvato il Regolamento di Dublino. Quando noi abbiamo provato a modificarlo e, innanzi al Parlamento europeo, nel novembre del 2017, il Partito Democratico ha votato per modificare questo Regolamento e istituire uno strumento, un meccanismo di distribuzione di quote obbligatorio, voi - Lega e Cinquestelle - avete votato contro, quindi contro un Regolamento che sta facendo non gli interessi ma sta danneggiando il nostro Paese. Di questo dovreste assumervi le responsabilità e queste sono le cose che avreste dovuto fare finora e non state facendo.

Quanto al problema dei richiedenti asilo, guardate, ovviamente, voi sapete che con il Regolamento di Dublino lo Stato di primo approdo è lo Stato che è incaricato di gestire tutte le domande di asilo delle persone che giungono sulle coste italiane, greche o degli Stati di primo approdo. Noi abbiamo introdotto degli strumenti importanti. Quello degli SPRAR è uno strumento volto a creare integrazione e accoglienza in un quadro di umanità, per creare sicuramente condizioni dignitose di vita alle persone che fuggono da situazioni di guerre, violenze o persecuzioni, ma anche per garantire un percorso di sicurezza ed integrazione all'interno delle nostre comunità. Voi state demolendo quello che è il sistema più utile, più opportuno e più efficace che è stato messo in campo dai nostri Governi nelle passate legislature nel nostro Paese. Ma noi abbiamo fatto di più: abbiamo aumentato il numero del personale nelle commissioni territoriali competenti per analizzare le richieste d'asilo e abbiamo soprattutto approvato in Europa, nel 2015, due decisioni che obbligavano tutti gli Stati europei a ricollocare e a farsi carico delle proprie responsabilità.

Noi ne abbiamo ricollocati 13.000 in Europa di richiedenti asilo grazie a queste due decisioni obbligatorie. Voi in questi primi sei mesi sapete quanti ne avete ricollocati? Sedici, perché avete deciso in Europa di fare alleanze con Orbàn, con Stati che hanno deciso di andare contro il nostro Paese e di non sopportare, di non supportare e di non attenersi all'equa gestione e ripartizione delle responsabilità a livello europeo.

Di questo avreste dovuto farvi carico nei primi mesi di governo per gestire e migliorare l'organizzazione del fenomeno migratorio. State producendo danni e quando aumentate a 180 giorni la durata nei CPR o nei centri di prima accoglienza, voi state certificando il fallimento del vostro Governo, perché state dicendo che non riuscirete ad effettuare nemmeno un rimpatrio in più di quelli fatti finora di persone che sono in stato di irregolarità, perché per fare rimpatri - e concludo - c'è bisogno di un sistema di gestione condiviso - anche lì - a livello europeo, ma c'è bisogno, soprattutto, di fare accordi con gli Stati di origine e di transito in Africa.

PRESIDENTE. Concluda.

PIERO DE LUCA (PD). Voi, invece, la prima cosa che avete fatto è aprire una posizione di conflittualità nei confronti di questi Stati, che sta riducendo anche i rimpatri e le partenze dal nostro Paese.

PRESIDENTE. Grazie, deputato De Luca.

PIERO DE LUCA (PD). State danneggiando e facendo danni enormi al nostro Paese sul tema della sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/84 De Luca, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Ordine del giorno n. 9/1346/85 De Maria, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Io credo che oggi stiamo vivendo un brutto giorno per il Parlamento e per il Paese a causa del provvedimento che, purtroppo, sta per essere approvato in quest'Aula, un provvedimento su cui, mettendo la fiducia, il Governo ci ha impedito di contribuire, attraverso gli emendamenti e attraverso una vera discussione. Stiamo, quindi, provando a farvi ragionare con l'unico strumento rimasto, che sono gli ordini del giorno, ponendovi problemi di merito e riflessioni su quello che questo provvedimento realmente comporterà e porterà con sé.

Devo dire che questo confronto sugli ordini del giorno già ci segnala un dato politico interessante che voglio sottolineare: ci sono i 5 Stelle completamente silenti, che stanno subendo il predominio della Lega, e c'è una destra che si rincontra su parole e su idee che abbiamo sentito anche qui e che io speravo di non sentire più in un'Aula come questa, e che mandano un messaggio di odio, di divisione e di intolleranza che farà male a tutto il Paese, ma prima di tutto a quei cittadini che sostengono di volere difendere.

Nel mio ordine del giorno io sottolineo due aspetti: l'eliminazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari e lo smantellamento dello strumento dello SPRAR - ne abbiamo parlato tanto in questa discussione -, cioè della possibilità di accoglienza diffusa per i profughi e per i richiedenti asilo, rimettendo, probabilmente, quindi, al centro della gestione di questo fenomeno così complesso quei centri di accoglienza che diventano vere e proprie carceri a cielo aperto, molto grandi, molto difficilmente governabili e che portano anche insicurezza nei territori in cui vengono collocati.

Si chiama “decreto sicurezza” ma questo tipo di provvedimento porterà più insicurezza agli italiani, perché spingere persone nella disperazione, nella marginalità e nell'illegalità fornirà braccia alla criminalità e interromperà un percorso, invece, di integrazione e di coesione sociale, che è fondamentale per la sicurezza. La sicurezza si costruisce in due modi: certezza della pena, presenza delle forze dell'ordine sul territorio, azioni investigative, rispetto da parte di tutti dei doveri e delle leggi e, dall'altra parte, quella capacità di costruire coesione sociale, incontro, comunità, che è una condizione fondamentale per prevenire la criminalità e l'insicurezza.

D'altra parte, questo decreto in realtà non vuole risolvere i problemi: accarezza la paura degli italiani, che è stata utilizzata e viene utilizzata a fini elettorali. Una paura che, finché c'è, frutta elettoralmente, quindi il problema non è risolvere davvero le questioni, come peraltro il nostro Governo stava dimostrando di saper fare, ma sfruttare la paura delle persone.

Quindi, se i problemi non si risolvono è meglio perché rimarrà una preoccupazione e una tensione che si potranno sfruttare a fini di consenso. Ecco, noi - e io ci provo con questo ordine del giorno - vi proviamo a fare ragionare su questo.

Nell'ordine del giorno si sono focalizzati due temi, che ho ricordato. Si chiede, di fronte ai contenuti del decreto, di mettere in campo strumenti per affrontare in modo più efficace problemi come, appunto, la presenza dei profughi, rimettendo in campo e consentendo di mantenere in campo quegli strumenti, come gli SPRAR, che si sono dimostrati molto efficaci in questi anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/85 De Maria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Ordine del giorno n. 9/1346/86 Rizzo Nervo, con parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, io non sono stupito del respingimento da parte del Governo di questo ordine del giorno, non solo perché so che a molti di voi piacciono i respingimenti, ma perché è coerente con l'impianto del provvedimento che noi non condividiamo. Noi con questo ordine del giorno provavamo, ancora una volta, a dar voce ai comuni italiani di ogni colore politico che, lungo queste settimane, hanno cercato di dirvi in ogni modo, inascoltati, con la sostanziale demolizione dello SPRAR gli state sottraendo strumenti utili per gestire la difficile sfida della buona accoglienza e dell'integrazione.

Hanno cercato di dirvi che per avere un sistema nazionale di protezione dei richiedenti asilo, aiuta non gestire in solitudine, attraverso i soli propri servizi sociali e attraverso il solo bilancio dei comuni; situazioni oggettivamente complesse, perché quelli che vivono la quotidianità della gestione del fenomeno migratorio sanno che fuori dalle rappresentazioni generiche - migranti economici o rifugiati, clandestini o irregolari - ci sono soprattutto delle storie, diversissime fra loro, drammatiche nelle premesse e spesso molto difficili nella gestione.

Certo, per saperlo bisogna entrare nella realtà e non rappresentarla per sentito dire. Voglio dire ciò senza alcun tono di sufficienza, ma questa mattina ho sentito cose incredibili rispetto al sistema dello SPRAR. Ho sentito colleghi rivendicare con orgoglio la scelta dei propri sindaci di sottrarsi dall'imposizione dello SPRAR e dai conseguenti invii forzati di migranti da parte dei prefetti, quando invece lo SPRAR è un sistema a cui i comuni aderiscono su base volontaria proprio per sottrarsi all'emergenza, alla telefonata dell'ultimo minuto che annuncia cento arrivi in un comune da mille persone, per sottrarsi alle imposizioni, preferendo programmare l'accoglienza in un dialogo con la propria comunità, definendo come, dove e in che termini costruire soluzioni che possano favorire l'integrazione di queste persone.

Ho sentito, ad esempio, l'onorevole Bignami scagliarsi contro lo SPRAR definendolo un modo per finanziare e arricchire le cooperative - ovviamente rosse - fuori da ogni criterio di controllo, quando lo SPRAR prevede, a differenza dei CAS, la rendicontazione puntuale di tutte le spese vive, con i giustificativi di dettaglio di tutte le prestazioni e di tutte le erogazioni, ed è anche per questo che nel suo territorio di elezione Bologna, che è anche il mio, abbiamo scelto di costruire un progetto SPRAR metropolitano, il più grande d'Italia, trasformando i CAS e le soluzioni straordinarie in progetti SPRAR, programmati e condivisi da tutti i sindaci, non perché buoni ma perché furbi, furbi nel riconoscere la possibilità di avere strumenti migliori e più sotto la loro supervisione, cioè quegli strumenti che voi oggi gli sottraete. Insomma, sapere di cosa si parla non è strettamente necessario ma aiuta.

Tornando all'ordine del giorno, si tratta di un'operazione di riduzione del danno, Presidente. Noi continuiamo a pensare che sia un errore tragico sottrarre i richiedenti asilo dalla gestione del sistema SPRAR, farli diventare invisibili senza una reale e concreta alternativa.

Ma almeno, chiediamo si possa, quanto prima, immaginare di ricomprendere, in quel sistema di accoglienza strutturato, le persone vulnerabili, le più fragili, come appunto con forza richiesto da ANCI, 8 mila ogni anno all'interno dello SPRAR sono i vulnerabili; si tratta di vittime di tortura, si tratta di vittime di violenza fisica, sessuale, psicologica, persone con malattie mentali, disabili, vittime della tratta, donne sole in gravidanza con figli minori; si tratta di famiglie con minori in cui, evidentemente, dovrebbe prevalere il principio del superiore interesse del minore a una protezione e a un'accoglienza rafforzata del proprio nucleo familiare. Lo diciamo perché siamo la sinistra caritatevole, come ci ha definito qualche collega, e, comunque, meglio essere sinistra caritatevole che razzisti, ve lo assicuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Lo diciamo, perché così si possono ottimizzare i costi della spesa pubblica, ottimizzare la gestione complessiva dei servizi locali, si possono così facilitare i percorsi di inserimento socio-lavorativo, prevenendo l'altissimo rischio, specie per i vulnerabili, di fragilità sociale, con conseguenze sulla sicurezza.

A dire queste cose non sono le espressioni parlamentari del socialismo utopico, come sempre cortesemente ci ha chiamati l'onorevole di Fratelli d'Italia, ma 1.825 comuni aderenti alla rete SPRAR; ce lo hanno detto in Commissione, tutti. Non vi viene il dubbio - e chiudo - che lo dicano per evitare problemi che poi si presenteranno inevitabilmente sui comuni e che, conseguentemente, metteranno in evidenza l'inefficacia di questo provvedimento anche per gli stessi obiettivi che voi vi ponete? A quel punto, ve lo dico, non ci saranno Governi precedenti a cui dare la responsabilità. La colpa sarà solo vostra; altro che tranquillità, ordine, regole e serenità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/86 Rizzo Nervo con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Allora, colleghi, a questo punto sono stati ritirati, da parte del Partito Democratico, tutti gli ordini del giorno fino al n. 9/1346/122 Bruno Bossio, che è esattamente l'unico ordine del giorno che rimane in vita del PD. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signor Presidente, questo ordine del giorno nasce da un'oggettiva valutazione. Questo non è un decreto che crea sicurezza per un fatto indiscutibile, al quale il Ministro Salvini non ha mai risposto. È vero che eliminando il permesso di soggiorno per scopi umanitari aumentano gli irregolari? Una ricerca dell'Ispi dice di “sì”, ed è vero che più irregolari significa più reati? Fuori dalle regole significa stare fuori dal mercato del lavoro e, quindi, dedicarsi ad attività illegali, lavoro nero, traffico di stupefacenti, furti e prostituzione. Un dossier del 2015 della Fondazione Hume sostiene che, invece, grazie all'integrazione, è diminuita dal 2012 al 2015 l'adesione degli immigrati alla criminalità.

Il decreto sicurezza di Salvini, dunque, abolendo il permesso di soggiorno per motivi umanitari, produce maggiore insicurezza. C'è una risposta di Salvini, alternativa: facciamo più rimpatri, mezzo milione in pochi mesi. Ma come si fa, con un milione e mezzo di euro ogni anno, per due anni? Al massimo si calcolano tra gli 875 e i 350 rimpatri, non 350 mila, ma 350, senza nemmeno nuovi accordi con i Paesi di provenienza. C'è, dunque, solo una strada per la sicurezza: ridurre l'irregolarità.

Per questo chiediamo, e finisco, di impegnare il Governo a valutare l'opportunità di un provvedimento straordinario di ravvedimento operoso, relativo alla concessione di un permesso di soggiorno temporaneo per gli stranieri emigrati per motivi economici, attualmente presenti sul territorio nazionale e nel caso in cui, entro il termine di sei mesi dalla data dell'entrata in vigore del decreto, si manifesti la richiesta di assunzione, mediante regolare contratto di lavoro, presso lo sportello unico per l'immigrazione. Capisco che l'interesse di questa strana aggregazione chiamata Governo gialloverde sia sempre per la propaganda elettorale, ma, ogni tanto, per favore, pensate anche al Paese e ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1346/122 Bruno Bossio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/141 Liuzzi, con il parere favorevole del Governo. Va bene? Bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/142 D'Orso, sempre con il parere favorevole del Governo. Non ci sono richieste di votazione, né di intervento.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/143 Lattanzio. C'è una riformulazione da parte del Governo, sentiamo se viene accolta. Lattanzio c'è?

PAOLO LATTANZIO (M5S). Certo, è accolta.

PRESIDENTE. Bene, è accolta la riformulazione. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/144 Carbonaro, sempre con riformulazione da parte del Governo. Carbonaro, va bene la riformulazione, deputata? Bene, a posto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/145 Brescia con parere favorevole. Non ci sono richieste di intervento né richieste di voto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1346/146 Ferraioli, con parere contrario del Governo.

MARZIA FERRAIOLI (FI). Lo ritiro, grazie!

PRESIDENTE. Bene, è stato ritirato l'ordine del giorno n. 9/1346/146 Ferraioli.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1346)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Riccardo Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente; le chiedo il tempo, per favore; quanto tempo ho a disposizione?

PRESIDENTE. Dieci minuti.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Bene. Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, io credo sia molto significativo che nella giornata di oggi, mentre noi stiamo discutendo e ci apprestiamo al voto conclusivo, dopo un iter che, dobbiamo riconoscercelo chiaramente, ha segnato una pagina buia, una pagina nera del nostro Parlamento…

PRESIDENTE. Deputato Magi, attenda un secondo. Vediamo se riusciamo a fare un po' di silenzio. Deputati, chi vuole defluire lo può fare, ovviamente, ma lo deve fare in silenzio. Deputati, chiedo scusa, evitiamo di parlare in Aula, altrimenti è impossibile proseguire i nostri lavori. Soprattutto coloro i quali stanno uscendo, dal momento che stanno defluendo dall'Aula, possono approfittare di raggiungere il Transatlantico per parlare. Depurato Magi, riproviamo, a lei la parola.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Dicevo, la discussione che noi abbiamo affrontato negli ultimi giorni su questo provvedimento, fin dalla programmazione dei lavori e dal modo e dalle condizioni in cui abbiamo dovuto lavorare nelle Commissioni, segna una pagina buia per il nostro Parlamento; e di questo, come abbiamo avuto modo di dire nelle ore scorse, se ne sono assunta tutta la responsabilità, non solo il Governo, non solo la maggioranza, ma anche la Presidenza di quest'Aula. Oggi, però, è accaduto qualcosa di significativo, che è strettamente connesso con la natura del provvedimento che questa Camera sta per approvare in via definitiva, dopo la fiducia anche al Senato, ovviamente con il nostro voto contrario.

Oggi abbiamo sentito dal Ministro dell'Interno Salvini delle parole, alle quali prontamente il Presidente del Consiglio si è adeguato: sono quelle relative al cosiddetto Global compact sulle migrazioni. Sono strettamente connesse a questo provvedimento perché quello era un percorso importante, un percorso lungo, sul quale quasi 200 Paesi, quasi 200 Stati sovrani, stavano finalmente tentando di trovare delle misure comuni, condivise, strategiche, di medio-lungo periodo, per affrontare il governo di una grande questione del nostro tempo, che sono i flussi migratori. Flussi che sono determinati da fenomeni altrettanto vasti, su scala globale, complessi, quali quelli connessi con il cambiamento climatico, con grandi crisi e grandi guerre regionali, carestie, spostamenti di milioni di persone che hanno riguardato in particolare gli ultimi venti o trent'anni e che riguarderanno ancora di più i prossimi decenni della storia dell'umanità.

Dicevo, lo sforzo che si è tentato di fare, che la comunità internazionale ha tentato di fare, era quello di porre delle basi perché ci fosse una migrazione disciplinata, sicura, regolare e responsabile, trovando misure comuni per la lotta allo sfruttamento e per il contrasto al traffico degli esseri umani. Noi abbiamo sentito da rappresentanti del nostro Governo, dal Ministro Salvini questa mattina, poi dal Presidente Conte, fare un passo indietro. Abbiamo sentito dire che il nostro Paese non parteciperà alla conferenza internazionale che si terrà tra pochi giorni in Marocco, perché ci è stato detto, e in questo è stato citato quanto aveva detto, aprendo la strada, il Presidente Trump, che il tema delle migrazioni deve essere un tema in cui non sono degli organismi internazionali a dirci quello che dobbiamo fare, ma deve valere ed essere riaffermata la nostra sovranità.

Ora, delle due l'una: o i membri del nostro Governo, del Governo italiano, non conoscono e non leggono neanche gli atti che hanno sottoscritto oppure prendono in giro il Parlamento e prendono in giro gli italiani, perché è stato detto che dovrà essere il Parlamento ad occuparsi del Global compact. Un articolo importante dell'ultima dichiarazione di questo percorso avviato alle Nazioni Unite ha proprio il titolo “sovranità nazionale” e recita così: il Global compact ribadisce il diritto sovrano degli Stati di determinare la loro politica migratoria nazionale e la loro prerogativa di governare la migrazione all'interno della loro giurisdizione in conformità con il diritto internazionale. All'interno della loro giurisdizione sovrana gli Stati possono distinguere tra lo status di migrazione regolare e irregolare, anche se determinano il loro potere legislativo, e misure politiche per l'attuazione del Global compact.

Non so se è chiaro, colleghi: questo significa che il nostro Esecutivo, il nostro Governo, sta prendendo in giro il Parlamento, sta prendendo in giro i cittadini italiani. Allora, la spiegazione qual è? Che su quanto ci ha detto oggi il Ministro Salvini, e rapidamente il Presidente del Consiglio Conte si è accodato, neanche il tempo che la notizia delle dichiarazioni di Salvini fosse battuta dalle agenzie di stampa, su questo, così come sul provvedimento che quest'Aula si appresta ad approvare, la cifra è solo una: quella della demagogia e della ideologia. Noi di +Europa non voteremo questo provvedimento, evidentemente, come non abbiamo votato la fiducia, perché questo è un provvedimento incostituzionale in alcune sue parti ed è un provvedimento nel merito controproducente.

È stato detto da molti colleghi, è stato detto da molti osservatori e da molti soggetti che sono stati auditi prima al Senato e poi alla Camera: questo provvedimento creerà maggiore insicurezza, questo provvedimento creerà nuova irregolarità, e, nel creare irregolarità, aumenterà il conflitto sociale, aumenterà la marginalità e l'emarginazione di un numero crescente di cittadini, cioè renderà meno sicuri tutti gli italiani, perché tutte le evidenze e tutti i dati ci dicono che l'unico modo per aumentare la sicurezza, cioè per diminuire la propensione a delinquere, è quello di integrare i cittadini. Il primo passo per l'integrazione è il permesso di soggiorno; permesso di soggiorno, che si sarebbe dovuto riconoscere con nuove forme, andando a modificare la legge Bossi-Fini.

Questa era la nostra proposta, questa è anche la proposta di una proposta di legge di iniziativa popolare depositata alla Camera e che aspetta di essere calendarizzata, sottoscritta da oltre 90 mila cittadini. Alla raccolta delle firme hanno partecipato alcuni dei soggetti più autorevoli del Terzo settore, cattolico, laico e di tutta quella società civile italiana che conosce molto bene come si fa integrazione, come si fa la buona integrazione, e di oltre 200 sindaci del nostro Paese, che conoscono benissimo in che modo si riesce a includere, attraverso il lavoro, nel tessuto produttivo e nelle realtà sociali italiane. Sindaci che questo Governo non ha neanche voluto ascoltare prima di scrivere una legge che tocca direttamente, poi, la realtà dei comuni italiani.

Per tutti questi motivi, ma, soprattutto, perché siamo di fronte, lo ripeto, a un provvedimento ideologico e demagogico, che avrà dei prodotti estremamente negativi sul nostro Paese e sulle condizioni di sicurezza, e ricordando ancora che è stata una pagina buia per le prerogative parlamentari e per le possibilità di discutere in quest'Aula un provvedimento complesso e che ha un forte impatto costituzionale, per tutto questo il nostro voto sarà contrario alla conversione del decreto (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toccafondi. Ne ha facoltà, per sei minuti.

GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, colleghi, membri del Governo, voteremo contro questo provvedimento; lo faremo perché su questo decreto il nostro giudizio è negativo.

Diciamo questo con rammarico, con dispiacere, perché riteniamo fondamentali le questioni che riguardano il tema o i temi riferiti alla sicurezza, che è avvertita da molti cittadini del nostro Paese come questione fondamentale. Questioni sulle quali sarebbe invece stato opportuno che ci fossero state scelte unificanti, non divisive, come invece questo Governo ci ha proposto.

La logica del Governo sembra chiara, leggendo il decreto-legge cosiddetto sicurezza: il problema della sicurezza dei cittadini sono i migranti, sono i richiedenti asilo, e per essere più sicuri basta quindi che i profughi siano messi nelle condizioni di non venire più. Punto. Questo è il senso reale del decreto-legge.

E guardate, mediaticamente funziona, passa il messaggio: far leva sulle paure del popolo ha sempre avuto un certo effetto e un certo fascino. Ma a che prezzo? Perché al di là degli spot il numero delle persone straniere che giungono in Italia in questi ultimi mesi si è ridotto, quindi si sarebbe potuto affrontare questo tema, il tema reale della sicurezza, con serenità e pacatezza: per esempio rafforzando il sistema di vera integrazione, e quindi di vera sicurezza che abbiamo nel nostro Paese, la scuola. Oggi solo il 10 per cento di chi fugge e arriva in Italia riesce a frequentare la nostra scuola media. E invece si è deciso di trovare un colpevole, indicare il colpevole, colpevole unico delle varie insicurezze, ovvero lo straniero; e si è deciso di parlare di sicurezza solo riferendosi a questa figura.

Il tema della sicurezza a nostro avviso invece va trattato con azioni mirate: più uomini in divisa e in strada e certezza della pena. Non ci interessa il colore della pelle né il credo religioso, la provenienza di chi commette un reato: a noi interessa che sia preso e che sconti la pena giusta. Questo decreto invece non sfiora nemmeno lontanamente questi aspetti, parla di sicurezza ma non parla in effetti realmente di sicurezza. E non a caso l'80 per cento degli articoli del decreto sono riferiti agli stranieri e alla protezione umanitaria, tra l'altro smantellandola.

Io ho avuto modo di leggere le tante criticità che ci sono pervenute dalle decine e decine di audizioni svolte soprattutto al Senato, e mi sono sempre più convinto che questo decreto aggraverà la situazione del tema dei migranti, e quindi anche in parte della sicurezza nel nostro Paese. Perfino il CSM ha sollevato molti dubbi, tra cui una situazione di incertezza che si verrà a creare sullo status di straniero al quale è riconosciuta la tutela dei diritti costituzionali, essendo rimessa questa all'autorità giudiziaria, che avrà quindi il compito di definire il perimetro della condizione del titolo di rifugiato, aumentando così i contenziosi e le problematiche.

Dobbiamo tapparci occhi, orecchie e bocca, e non vedere ed ascoltare le grida di aiuto di chi scappa da morte, persecuzione e violenze. In molti ci stanno dicendo che avremmo tanti irregolari in più, già ora presenti nel nostro Paese, e non avremmo più un sistema di accoglienza efficiente, avendo di fatto smantellato l'unico sistema unanimemente ritenuto degno di tale nome, ovvero lo SPRAR. Abbiamo abolito per decreto la povertà, adesso aboliamo per decreto il bisogno di chi scappa per sopravvivere.

Il decreto-legge è chiaro: i migranti non vanno accolti meglio, devono essere messi nelle condizioni semplicemente di non venire. Mediaticamente può funzionare, ma nel concreto per chi è già in Italia si aggraverà la situazione, e per tutti gli altri, per coloro i quali scappano la strada sarà sbarrata; e scappano per non morire, per non essere torturati, per non essere perseguitati, magari perché si professano cristiani. E lo dico ricordando che ci fu, anche in campagna elettorale, chi giurò con il rosario in una mano e con il Vangelo nell'altra (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica, Misto-+Europa-Centro Democratico e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Maria Stella Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Presidente, Forza Italia, come abbiamo annunciato ieri, darà il proprio voto favorevole a questo provvedimento. Lo faremo in coerenza con quello che abbiamo sempre sostenuto: la nostra non è mai stata e mai sarà un'opposizione ideologica dettata dal preconcetto; e come ci siamo comportati con tutti gli altri Governi, se questo Governo fa qualcosa di buono, non abbiamo nessuna difficoltà a riconoscerlo. Anche se confessiamo il nostro stupore per aver dovuto attendere 180 giorni, dico 180 giorni, per vedere finalmente un provvedimento che abbia un sapore e un colore di centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Lo dico perché il tema della sicurezza e del contrasto all'immigrazione clandestina ci stava e ci sta a cuore, ed è al centro del programma del centrodestra; anche se abbiamo visto un po' gli effetti di una mediazione al ribasso non ci tiriamo indietro: noi non siamo in campagna elettorale permanente e non abbiamo problemi a votare un provvedimento delicato e importante fuori dalla logica della maggioranza e dell'opposizione. Si chiama coerenza, anche se è un termine un po' démodé di questi tempi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E a proposito invece di incoerenza, basterebbe pensare a quello che sostenevano fino a pochi mesi fa autorevoli esponenti del MoVimento 5 Stelle sul centrodestra e sulle posizioni, anche del Ministro dell'Interno, in materia di contrasto all'immigrazione clandestina. Basterebbe rivedere alcuni video di quel leader in sonno del MoVimento 5 Stelle che è Alessandro Di Battista, per capire che le distanze erano davvero oceaniche.

E allora io voglio ricordare invece ai colleghi del 5 Stelle che oggi stanno votando un provvedimento insieme a Forza Italia, non solo alla Lega, ma forse anche a Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E allora ditelo a Di Battista e ditelo ai vostri elettori, ditelo che avevamo ragione noi a sostenere che l'immigrazione irregolare va contrastata, che i confini vanno difesi e che non possiamo accogliere tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E già che ci siete dite a Di Battista che state votando con il centrodestra questo provvedimento dopo aver posto la questione di fiducia, perché per cinque anni avete gridato al regime ogni volta che un qualsiasi Governo evocava o metteva la questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ecco, ci piacerebbe che il nostro voto avesse anche un po' questa funzione, quella di disvelare qualche ipocrisia e di smontare qualche luogo comune.

Come era anche quella storia che ho sentito dire da alcuni colleghi della Lega? Ah sì, che Forza Italia stava dalla parte del PD, Forza Italia non stava nel centrodestra ma con il PD, votava come il PD. Ecco, io vorrei dire al Ministro Salvini, che purtroppo non vedo in Aula, che noi non voteremo nemmeno questa volta con il Partito Democratico, noi sosterremo questo provvedimento perché è coerente con la storia del centrodestra e con le nostre battaglie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E allora i colleghi della Lega si dovrebbero chiedere perché votiamo questo provvedimento e non abbiamo votato il “decreto dignità”, non abbiamo votato la sospensione della prescrizione, non voteremo il reddito di cittadinanza e non voteremo la manovra. Ecco, se lo chiedano i colleghi della Lega e si diano anche una risposta; e la risposta sta nel fatto che Forza Italia è ancorata al centrodestra, vuole difendere il lavoro e l'impresa sempre da provvedimenti che sono contro l'impresa, e si batte per la sicurezza e per la legittima difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Lo dico oggi, quando abbiamo avuto l'ennesimo caso di un cittadino al quale noi esprimiamo tutta la nostra solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), Fredy Pacini, il gommista di Arezzo che, dopo aver subito decine e decine di furti, ha dovuto difendere se stesso e ovviamente è stato accusato di un eccesso di difesa. Io vorrei dire a Salvini che non è vero che è stata approvata la legge sulla legittima difesa, perché esiste ancora il bicameralismo: bene il voto al Senato, ma cosa aspetta la maggioranza a calendarizzare il provvedimento sulla legittima difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Noi siamo pronti a votarlo, anzi eravamo pronti a settembre, è già stato accumulato un ritardo enorme.

Ma torniamo al provvedimento in esame. Abbiamo visto anche l'opposizione dura del Partito Democratico, va bene, ne prendiamo atto, però vorrei dire ai colleghi del PD: che vi sarà forse venuto il dubbio che in questi anni, se siamo arrivati a certi punti, se il risultato elettorale ha premiato certe forze politiche, se si è diffuso un sentiment nell'opinione pubblica che qualche volta preoccupa anche noi, forse vorrà dire che non proprio tutte le avete azzeccate in materia di immigrazione, o pensate alla storiella degli italiani che sono razzisti, brutti, sporchi e cattivi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Non è così. Diciamo la verità: troppo spesso l'accoglienza è finita in mano alla criminalità a scopo di lucro, associazioni a delinquere che pensavano solo a fare più soldi possibile senza nessun riguardo agli immigrati e all'integrazione, con alcune strutture che per dimensioni non erano adatte a funzionare.

Dunque questo decreto, che ha sicuramente delle imperfezioni e che risente di una mediazione al ribasso, è però un passo nella giusta direzione, rispetto al lassismo dei precedenti governi di sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Certo, avremmo preferito fare di più, avremmo voluto che venissero approvati i nostri emendamenti per tutelare innanzitutto il lavoro e la dedizione straordinaria delle nostre forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che meritano rispetto e gratitudine, ma anche stipendi non da fame, però alcuni punti del decreto ci convincono: il tema dell'abolizione della protezione umanitaria era all'interno di una proposta di legge dei colleghi Fontana e Ravetto, quindi ovviamente siamo d'accordo; è giusta la revoca del permesso di soggiorno per chi si macchia di reati particolarmente gravi e di allarme sociale; è ancora doveroso, e avviene in ritardo, accelerare le procedure di esame da parte dei quelle commissioni territoriali che oggi ci mettono minimo 200 giorni per verificare le richieste di protezione internazionale; siamo contenti che ci sia il braccialetto elettronico per chi si macchia di reati di stalking o viene allontanato dalla casa familiare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Sono battaglie della collega Prestigiacomo, di Giusi Bartolozzi, di Mara Carfagna, di tutte le donne di Forza Italia. Avremmo voluto anche vedere abrogata la legge sbagliata sulla tortura, e vedere introdotte delle norme contro chi esercita violenza nei confronti delle forze dell'ordine durante le manifestazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Volevamo più assunzioni e risorse per le forze dell'ordine, e poi la tutela del decoro urbano, pene più severe per lo spaccio di droga, combattere i finanziamenti dall'estero al fondamentalismo, norme contro la contraffazione e il commercio abusivo.

Si poteva fare di più, ma dopo tanti bicchieri vuoti ci piace vedere il bicchiere mezzo pieno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), quindi votiamo questo provvedimento, consapevoli che il difficile per il Ministro Salvini inizia ora. Noi faremo un attento monitoraggio di come sarà tradotto in pratica questo decreto, sapendo che l'efficacia di questo decreto dipenderà innanzitutto dalla politica dei rimpatri, e qui casca l'asino, perché questo è un Governo che persegue l'isolamento dell'Italia in Europa e fuori, ma come insegnano i Governi Berlusconi, dove il Presidente del Consiglio faceva accordi con i Paesi d'origine, senza accordi con i Paesi d'origine e litigando ogni giorno con qualcuno, compresa la Tunisia, è difficile mantenere quella promessa elettorale secondo la quale Salvini avrebbe rimpatriato 500.000 immigrati clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ad oggi i numeri sono simili a quelli del 2017.

Abbiamo visto 500.000 selfie, quelli sì, tante pacche sulle spalle, ma abbiamo dubbi che questo Governo i rimpatri riesca a farli. Poi c'è la battaglia sulla sicurezza, contro il degrado, a tutela delle periferie. Noi siamo all'opposizione di questo Governo, ma auspichiamo che questo decreto porti i risultati sperati, perché l'interesse nazionale per noi deve venire prima di ogni logica di schieramento. Forse mancava qualche strumento, oggi gli strumenti ci sono, quindi oggi tocca al Governo, tocca al Ministro dell'Interno dimostrarsi all'altezza di questa importante sfida. Noi, senza ipocrisia, facciamo gli auguri di buon lavoro al Ministro Salvini e annunciamo il voto favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Graziano Delrio. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Presidente, il Partito Democratico e i democratici italiani sono fortemente contrari a questo provvedimento. Non crediamo che questo provvedimento sia un passo avanti, questo provvedimento è un passo indietro, in primo luogo per la qualità della nostra democrazia e per il rispetto dei diritti costituzionali, come ha già sottolineato il Consiglio superiore della magistratura. Vi sono elementi di gravissima violazione dei diritti personali, e laddove un cittadino, di qualunque origine, di qualunque colore della pelle, di qualunque cultura, non può godere dei suoi diritti, siamo tutti più in pericolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Siamo tutti più in pericolo! Ricordate, questa democrazia è cresciuta ed è diventata più sicura grazie al fatto che i diritti sono stati allargati. I ricchi pensavano che i poveri fossero un pericolo, per questo non davano il diritto di voto, per questo non davano cittadinanza ai poveri, quando però i poveri hanno potuto contribuire allo sviluppo del Paese il Paese è cresciuto. Gli uomini pensavano che le donne fossero un pericolo, non fossero in grado di partecipare alla vita sociale, ma allargando i diritti si allargano le opportunità e allargando le opportunità si è tutti più sicuri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Saremo più sicuri se i ragazzi che stanno per compiere il diciottesimo anno di età, e che oggi sono dentro percorsi di accompagnamento scolastico, di inserimento familiare, di ricerca nel mondo del lavoro, se quei ragazzi non verranno abbandonati saremo tutti più sicuri, ma voi costringerete i comuni ad abbandonarli, perché usciranno dallo SPRAR, e li costringerete a vagare soli per le nostre città. Sì, è così, e lo sapete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Avete costruito questo decreto su questa questione! Quindi oggi è un passo indietro per la democrazia.

È vero, in questo momento nel Paese le vostre parole sono più gradite, ma questo non significa, noi continueremo a rimanere qui, non perché siamo atei e mangiapreti, come ci ha definito l'amico di Forza Italia poco fa, continueremo a rimanere qui perché pensiamo che contano gli italiani ma prima di tutto vengono i diritti delle persone, degli uomini e le donne che abitano questo Paese e che hanno diritto di essere trattati come uomini e donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Diritto allo studio, diritto alla salute, diritto a un lavoro! Va bene? Questo è un punto, e non c'è nessuna competizione, non c'è proprio nessuna competizione, perché queste persone che voi adesso associate con la sicurezza sono persone che, invece,   non sono pericolose proprio perché sono dentro dei percorsi. Anzi, quando parliamo di criminalità e di incidenza dei crimini, sapete benissimo che il vero fattore determinante sull'incidenza della criminalità è l'emarginazione delle persone, il loro stato di emarginazione nella società, cioè non è vero che gli immigrati regolari e con lavoro delinquono di più degli italiani. Lo sapete o non lo sapete? Perché state continuando a raccontare questa frottola come se ci fosse una differenza etnica nei valori di rispetto della legalità. Non c'è questa differenza etnica, è una colossale bugia! Allora quando si parla di inserimento, di accompagnamento di inclusione sociale, di diffusione dei valori costituzionali, queste cose dovrebbero essere anche vostre, non solo nostre. In un Paese civile, anche la destra pensa a diffondere i valori costituzionali nelle persone, non pensa a creare emarginati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Sono 110.000 persone, non l'abbiamo detto noi.

Non avete voluto ascoltare noi nella discussione, perché la discussione ha senso se un minimo c'è la capacità anche di riconoscere che magari su una cosa non si è pensato proprio esattamente il giusto, no? Questa era la discussione che volevamo fare nella Commissione, volevamo fare in Aula nel merito degli emendamenti, nel merito, certo, noi avremmo voluto incatenarci a quest'Aula per impedirvi di approvare questo provvedimento, perché sappiamo che genererà sofferenza, dolore e problemi grandissimi alle nostre città. Dove andranno, dove andranno, Presidente, lo dico, tramite lei, al Governo, queste persone, questi 100 mila? Dove andranno? Avete una risposta da darci? Perché l'unico vero provvedimento che c'è qui è questo: avete creato delle persone irregolari, delle persone invisibili, senza volto. State creando un esercito di persone che non avranno più un nome né volto. Oggi sono nei comuni, seguiti dai comuni. Domani non lo saranno più. Capite? Non lo saranno più, quindi vagheranno per le nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quest'inverno, io sono sicuro – venga con me, sottosegretario, andiamo nella sua città, nella mia città – sotto i portici dormiranno molte più persone e molte più persone vagheranno perché li avete espulsi da percorsi regolari. E questo è un elemento che non può, non può lasciarvi tranquilli, non può lasciarci tranquilli. Non potete continuare a dire che state risolvendo un problema: ne state creando un altro. E io vorrei vedere un'azione efficace, una, del Ministro Salvini, non l'ho ancora vista. Lasciamo stare le accise sulla benzina, lasciamole stare, quelle non sono state abolite, lasciamo perdere. Ma i rimpatri, cioè questa azione di collegamento con l'immigrazione irregolare che va eliminata, no? Tutta questa parola d'ordine che avete detto per mesi e mesi e mesi, quanti rimpatri avete fatto in questi sei mesi? Quanti accordi in più avete eseguito in questi sei mesi? Non uno di più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avete aumentato dal 75 per cento il calo degli sbarchi, è vero, dal 75 per cento nel calo degli sbarchi, siamo aumentati dell'80 per cento. Sì, abbiamo avuto un 5 per cento in più. Questa grande emergenza valeva un 5 per cento in più. Tutta questa propaganda, quest'idea, come vi ha detto, nei giorni scorsi, uno dei nostri deputati, che il nemico è lo straniero è un'idea che state diffondendo così, a piene mani, dimenticando che, fin dall'antichità, i veri nemici sono coloro che operano nell'illegalità, che spacciano la droga, che commettono reati: quelli sono i veri nemici della nostra società. Non è dipendente da dove vengano, non mi interessa da dove vengano; se picchiano le donne, che siano italiani o stranieri, non mi interessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avete capito? Questo è fare legalità. Noi vogliamo sicurezza per le nostre donne, noi vogliamo sicurezza per i nostri figli. Ma perché vogliamo sicurezza vi chiediamo di non smantellare i sistemi che funzionano. Ma ve l'abbiamo chiesto noi o ve l'hanno chiesto i sindaci? Perché questo provvedimento, tra i tanti difetti che ha, tra il fatto che crea più insicurezza, che crea più illegalità, che crea più manodopera per la criminalità organizzata, che crea più disperazione, che crea meno opportunità, tra i tanti problemi che ha, è anche un provvedimento centralista, perché toglie il potere ai sindaci, ai sindaci però lasciate il problema; gli togliete il potere, gli togliete i soldi, ma gli lasciate il problema, perché quando vagheranno per strada e saranno senza cibo, come farà il sindaco a rifiutare gli elementi essenziali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Spiegatemi come farà a rifiutare gli elementi di sussistenza essenziali. È Impossibile. Avete cancellato, con una legge, le persone, ma non avete cancellato i problemi. I problemi rimarranno sul territorio, purtroppo saranno non più a carico di percorsi collaborativi, d'istruzione, di inserimento lavorativo, eccetera eccetera, ma saranno semplicemente a carico della parte emergenziale dei servizi sociali dei comuni, perché queste persone – lo ripeto – non spariranno, non spariranno. Non avete un accordo in più per farli sparire, non avete nulla per farli sparire. Non avete accordi con la Francia o la Germania per ricollocarli, non avete nulla. Quindi, queste persone saranno vaganti come fantasmi nelle nostre città. State creando, in una maniera incredibile, vendendo come un provvedimento che dà più sicurezza, un provvedimento che tra poche settimane, tra pochi mesi vi si ritorcerà contro, vi si ritorcerà contro.

Non avete voluto ascoltare i sindaci, non avete voluto ascoltare le associazioni, le associazioni che io qui ringrazio, le cooperative sociali, le associazioni cristiane, le associazioni di sinistra, le associazioni di destra, le associazioni di tutta Italia, i sacerdoti, che in questi anni si sono sacrificati, dando cibo a queste persone; queste persone che hanno impedito che questa grande tragedia, che è scoppiata nel mondo, provocasse disastri ancora maggiori; certo, è arrivata una grande ondata e non stiamo qui a dire, nessuno di noi sta qui a dire che è stata governata perfettamente, assolutamente, ma, poiché adesso l'emergenza degli sbarchi non c'è più, bisognava potenziare gli SPRAR, bisognava potenziare gli inserimenti, bisognava potenziare l'assistenza ai ragazzi, bisognava dare più velocemente le pratiche di cittadinanza: esattamente il contrario di quello che avete fatto. Non avete ascoltato né i sacerdoti né le cooperative, non avete ascoltato le associazioni, i sindacati, non avete ascoltato i sindaci e non avete ascoltato il Consiglio superiore della magistratura e, men che meno, avete ascoltato, vi siete mai preoccupati di fare due chiacchiere con una famiglia con due figli…

PRESIDENTE. Scusi, deputato Delrio, ha esaurito il tempo.

GRAZIANO DELRIO (PD). Con una famiglia con due figli, il padre, la madre e due figli, che da gennaio usciranno dall'appartamento e dal percorso protetto; perché, forse, è bene che vi ricordiate che così voi avete generato ancora persone che continueranno a esistere. Ai vostri occhi sono invisibili, senza nome e senza volto, ma noi li ricorderemo e per questo voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito DemocraticoI deputati del gruppo Partito Democratico indossano delle maschere bianche).

PRESIDENTE. Togliete quelle maschere, prego gli assistenti parlamentari di avvicinarsi ai banchi del Partito Democratico (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente). Bene, vi abbiamo visto, non siamo al teatro, la Camera dei Deputati non è avanspettacolo; togliete le maschere per favore, collaborate con gli assistenti parlamentari, per cortesia, consegnate le maschere agli assistenti parlamentari, grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Onorevoli membri del Governo, onorevoli colleghi…

PRESIDENTE. Bisogna togliere le maschere, colleghi, in alto a sinistra, per favore, e consegnarle agli assistenti parlamentari, grazie.

Adesso ascoltiamo per favore, come abbiamo fatto tutti nei confronti del deputato Delrio, il deputato Colucci, Prego

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, Noi con l'Italia-USEI condivide moltissimo di questo decreto-legge, perché va nella direzione di tutelare i cittadini e garantire loro sicurezza; in particolar modo, ci piace l'attenzione con cui finalmente si affronta il tema del fenomeno migratorio e si fa una distinzione molto chiara: si entra nel merito di come essere certi se chi arriva nel nostro Paese scappa realmente da persecuzioni, da guerre, da povertà ed ha fame e, in quel caso, gli si dà accoglienza e gli si danno tutti gli strumenti per garantire un'integrazione seria, nonché l'opportunità di contribuire alla creazione di ricchezza nel nostro Paese; allo stesso tempo, evita che, nel nostro Paese, vi sia una condizione di irregolarità, che vi sia, come tutti noi definiamo spesso, la clandestinità. La condizione di clandestino, la condizione di irregolare comporta, a chi è sul nostro territorio in quelle condizioni, il fatto di vivere in modo irregolare, dormire in modo irregolare, lavorare in modo irregolare, dando anche sfogo ai propri istinti in modo irregolare ed è per questo che ci ritroviamo poi la criminalità organizzata nel nostro Paese, che si alimenta di questi soggetti e approfitta delle disperazioni e delle difficoltà.

Allora, credo che, affianco a questo importante lavoro, che è presente all'interno del decreto-legge, e ringrazio del lavoro svolto non solo il Ministro Salvini, che è il principale responsabile di questi indirizzi e di questa politica, ma anche il sottosegretario Molteni, che, per tutti questi giorni di lavoro, ha garantito presenza in Aula e attenzione, sia poi necessario costruire quei rapporti bilaterali che garantiscano seriamente l'espulsione e questo è un lavoro che immediatamente dopo l'approvazione di questo decreto-legge il Governo dovrà portare avanti. Così come un altro tema importante che si dovrà curare è quello di aiutare a casa loro chi parte dai Paesi per venire a fare l'immigrato clandestino da noi, perché è l'unico modo per evitare che ci sia speculazione anche su quelle partenze. Inoltre, è necessario lavorare sul Trattato di Dublino, e questo è stato uno dei primi impegni che il Governo ha assunto all'inizio di legislatura, in occasione del loro insediamento, perché sicuramente di questa situazione drammatica, degli scafisti e dell'arrivo sulle nostre coste di così tanti stranieri, se ne devono far carico anche gli altri Paesi europei, e non lasciarlo solo sulle spalle degli italiani.

Sempre nell'ambito del fenomeno migratorio, è molto importante aver previsto per la richiesta di asilo politico la sospensione nel caso ci sia una sentenza di primo grado, nei confronti di chi abbia fatto richiesta di asilo, in relazione a violenze sessuali, spaccio, furto e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Io capisco alcune osservazioni che in queste ore sono circolate in quest'Aula e che hanno caratterizzato gli interventi di alcuni colleghi, ma bisogna avere rispetto di un Paese quando si vuole essere ospitati e se ci sono degli atteggiamenti che vanno contro le regole e le norme del nostro Paese è giusto che, davanti a una richiesta di accoglienza, si privi la possibilità a quel soggetto di tale richiesta, perché è ineccepibile, ed è assurdo pensare che possa esserci un atteggiamento diverso. D'altronde, abbiamo una situazione di terrore nel nostro Paese. Chiunque ha una moglie, ha dei figli o ha una madre non vive con tranquillità la loro permanenza nelle città superata una certa ora, nei parcheggi, sui treni, nei luoghi dove una persona dovrebbe sentirsi sicura, perché il tema dell'irregolarità, purtroppo, comporta la commissione anche di reati gravi e, in certi casi, addirittura delitti efferati.

Altro aspetto importante del decreto che ci piace sottolineare è sicuramente la lotta al terrorismo e la lotta alle mafie, ma un tema ancora più importante e che raramente è stato toccato nel nostro Paese è dare forza e coraggio, nell'ambito della sicurezza, alle nostre forze dell'ordine, potenziare gli strumenti e le risorse a loro disposizione. Non si può immaginare, infatti, una presenza sul territorio capillare ed efficace se non ci sono adeguati organici e se non ci sono i mezzi per poter affrontare un impegno così importante. Ed è per questo che anche sul tema dell'immigrazione, il tema della sicurezza e il potenziamento delle forze dell'ordine è importante per il controllo in mare, per andare a colpire quell'attività criminale che viene commessa da chi vuole utilizzare persone che vogliono entrare nel nostro continente, utilizzare l'Italia, diventare scafisti e diventare trasportatori di false speranze per chi vuole creare una nuova vita.

Allora, io credo che questo provvedimento sia un provvedimento che riporta l'iniziativa degli amici della Lega nell'alveo del centrodestra. Noi siamo convinti che tanti provvedimenti sui quali abbiamo votato contro in questi mesi di lavoro siano stati i provvedimenti a traino MoVimento 5 Stelle. Non ci piacevano e non li abbiamo votati. Ci piacciono, invece, questi provvedimenti, che sono iniziative contenute nel programma del centrodestra e in cui ci rivediamo, ma dove rivediamo molto anche l'identità della Lega. E stia sicuro il Governo che se ci sono iniziative di questo tipo noi voteremo sempre a favore. Saremo a fianco di provvedimenti in cui ci identifichiamo, perché una cosa non dobbiamo permetterci: che ci sia la paura nel nostro Paese, perché la paura vuol dire non essere uomini liberi e noi, attraverso il voto favorevole, vogliamo certamente dare il nostro contributo perché ci sia meno paura in Italia e che gli italiani si sentano più liberi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Sul decreto in esame non posso fare a meno di esprimere le mie perplessità su diversi punti del testo, sia giuridiche sia politiche. In particolare, nell'impianto proposto dal decreto-legge si aumentano i rimpatri se il numero di sbarchi rimane invariato; in caso contrario, però, e, cioè, in assenza di accordi bilaterali, mancanza di investimenti e misure effettive in Africa per creare alternative all'immigrazione, si avrà l'effetto opposto: crescerà il numero degli irregolari e aumenteranno, alla fine, anche le condizioni di insicurezza anche per i nostri amministratori nel gestire problemi contingenti, garantendo sempre coesione sociale.

Come Autonomie, abbiamo fatto diverse proposte per migliorare il testo e per facilitare il lavoro di coloro che lavorano nel settore, proposte che non sono state accolte con una chiusura pregiudiziale. La domanda di sicurezza è un problema reale e non lo abbiamo mai sottovalutato. Però, ritengo che con questo decreto non vengano date le risposte giuste.

Per queste ragioni, come Minoranze Linguistiche abbiamo votato “no” sulla fiducia e preannuncio anche il nostro voto contrario sul decreto, decisione rafforzata anche dai tempi e dalle modalità di esame, che alla Camera non hanno consentito alcun confronto di merito (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, questo è un provvedimento assai delicato che, come già rilevato in sede di fiducia dal collega Caiata, avrebbe meritato un'ampia ed approfondita discussione in Aula, la quale discussione molto probabilmente non avrebbe dissipato le varie perplessità espresse in diverse occasioni da diverse forze politiche, ma di certo avrebbe consentito a tutti noi per primi -e con tutta la modestia del caso - di offrire un contributo, soprattutto per comprendere meglio alcuni passaggi di questo provvedimento che, invece, sono stati relegati in supposizioni fideistiche.

Per contro, è doveroso riconoscere che, se è vero che il dibattito in Aula praticamente non c'è stato, nel Paese questo dibattito è stato decisamente sentito. Era il tema predominante dell'ultima tornata elettorale che ha prodotto i risultati conosciuti e il Governo attuale, un Governo al quale la componente MAIE del gruppo Misto ha dato fiducia al suo insediamento, fiducia dichiarata anche ieri e quindi, coerentemente con queste scelte e, pur nel rispetto delle libertà di coscienza di ogni rappresentante, voteremo favorevolmente sul provvedimento in esame oggi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Roberto Speranza. Ne ha facoltà.

ROBERTO SPERANZA (LEU). Grazie, Presidente. Voglio subito dire, con molta nettezza, che di questo provvedimento pensiamo tutto il male possibile, perché esso si presenta come palesemente incostituzionale, esso calpesta ogni principio di umanità e di solidarietà ed esso avrà effetti concreti molto negativi sul campo dell'integrazione e della coesione sociale nel nostro Paese. E voglio dire subito, con la stessa nettezza, che questo non avviene in un giorno qualsiasi in quest'Aula, ma avviene in un giorno in cui esordisce una nuova maggioranza politica. Questa è la verità. Possiamo far finta di non vedere, ma al blocco di Governo, fatto da Lega e 5 Stelle, si aggiungono oggi due altre forze politiche: il voto positivo di Forza Italia e il voto positivo di Fratelli d'Italia, e su questo vorrò venire alla fine del mio intervento.

Il cuore del provvedimento - lo abbiamo detto - è l'articolo che cancella il permesso di soggiorno per motivi umanitari, indebolendo, sostanzialmente, il diritto di asilo garantito dall'articolo 10 della nostra Costituzione e producendo un drammatico arretramento della nostra civiltà giuridica. Vengono, tra l'altro, calpestati l'articolo 2 e l'articolo 3 della nostra Costituzione.

Nel 2017, ben 20 mila persone hanno ricevuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari; si tratta del 50 per cento delle domande di asilo con esito positivo nel nostro Paese. L'altro 50, come è noto, riguarda lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria. Dietro questo numero freddo, Presidente, ci sono vite umane di persone disperate che fuggono da guerre e miseria e voglio ricordare che il permesso di soggiorno è la chiave per l'integrazione; per esempio, è la chiave di accesso per il Servizio sanitario nazionale o, anche, il permesso di soggiorno è la premessa fondamentale per trovare lavoro, e il lavoro è l'unica vera arma per l'integrazione.

La conseguenza di questo vostro spot, che, tra l'altro, ci mette in contraddizione con le maggiori convenzioni e i più importanti trattati internazionali - uno spot incivile, incostituzionale e disumano sulla pelle di poveri cristi -, è esattamente un'eterogenesi dei fini: più immigrati fuori dalla legge, più immigrati fuori dall'anagrafe, più immigrati fuori dal Sistema sanitario nazionale e fuori dai percorsi formativi; questo significa, evidentemente, più illegalità, più clandestinità, più lavoro nero, più braccia a disposizione della criminalità organizzata.

Con questa legge finirete col promuovere proprio ciò che dite, a parole, di voler condannare e lo stesso effetto, sono veloce su questo punto, ha il secondo articolo, quello che porta da 90 a 180 giorni il tempo di permanenza nei centri per i rimpatri, in piena violazione dell'articolo 13 della nostra Costituzione, sull'inviolabilità della libertà personale e producendo, evidentemente, un effetto di sovraffollamento, aumentando in modo significativo il numero di fughe che ci saranno. Così, ancora una volta, voi commettete esattamente il contrario di quello che promettete.

E ancora, lo abbiamo detto, l'articolo 12. Con l'articolo 12 voi ammazzate il sistema SPRAR; questo articolo appunto, limita il sistema di accoglienza degli enti locali ai titolari di protezione internazionale e ai minori stranieri non accompagnati, escludendo i richiedenti di protezione, come, invece, è avvenuto finora, che dentro questo sistema erano la stragrande maggioranza. Stiamo parlando, colleghi, di 1.200 comuni di ogni regione d'Italia, un comune ogni sei, circa, coinvolti in 877 progetti e di 35.881 persone che, grazie a questo sistema, hanno conosciuto una possibilità reale di integrazione. Era l'unico sistema funzionante, e voi lo smantellate, ignorando anche le indicazioni dell'Associazione nazionale dei comuni. Servirebbe lo ius soli, ma serviva sicuramente lo SPRAR, come è stato finora, perché consentiva ai comuni di governare questo processo e non governarlo significa avere meno sicurezza e avere più disordine.

Sì, Presidente, il Ministro Salvini, che è il Ministro dell'Interno, non è un Ministro dell'ordine in questo Paese, ma è un Ministro della paura e un Ministro del disordine, e noi ci opporremo con ogni forza (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

E, ancora, Presidente, io penso che questo testo, che è un testo aberrante, in molti punti è stato imposto al Parlamento in modo violento: due fiducie, alla Camera e al Senato e, poi, un testo blindato in Commissione, facendoci lavorare di corsa, in un solo giorno, violando ogni diritto parlamentare e discutendo solo un terzo degli emendamenti che erano stati presentati. Mi sia permesso di dire che è esattamente il contrario di quel rispetto del Parlamento che avevate promesso e di cui il Presidente Fico si era fatto garante.

E il tutto, lo ribadisco, dentro un nuovo quadro politico. Oggi, c'è una novità sostanziale in quest'Aula, perché non votano a favore solo Lega e 5 Stelle, su un provvedimento determinante, ma votano a favore anche Forza Italia e Fratelli d'Italia. Tra Lega e 5 Stelle c'è stato uno scambio, uno scambio, ancora una volta, a favore di Salvini: il decreto sicurezza, qui, ora, subito, e, in cambio, una prescrizione con un «pagherò» al 2020. Allora, la realtà è quella di una nuova, grande maggioranza politica che tiene insieme tutta la destra italiana, collegata alla peggiore destra europea, con il MoVimento 5 Stelle che, così facendo, rinuncia a un pezzo delle proprie battaglie e diventa, semplicemente, il servo sciocco di questa nuova destra (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

Dove sono finite le vostre battaglie contro le diseguaglianze? Dove sono finite le vostre battaglie per allargare i diritti? Dove sono finite le vostre battaglie per l'integrazione? Diciamoci la verità, anche se la verità è amara: tutte cassate, dimenticate, abdicate, per onorare il contratto con una Realpolitik senza precedenti e per mantenere il nuovo assetto di potere che avete costruito.

Eppure, qualcosa si muove nelle vostre coscienze, lo si vede, lo si percepisce e, soprattutto, credo che qualcosa si muova nelle coscienze di tanti elettori che hanno scelto il MoVimento 5 Stelle e non volevano scegliere semplicemente una stampella della peggiore destra. Allora, io vi dico qui, oggi, che queste battaglie, le battaglie per i diritti, le battaglie per la difesa dell'essere umano in quanto tale, le battaglie per l'eguaglianza e la solidarietà, sono battaglie che non possono essere archiviate in una stagione parlamentare, perché rappresentano, appunto, diritti inviolabili dell'essere umano. E, voglio dirlo con forza, presto le cose cambieranno e nascerà una nuova sinistra che sarà all'altezza delle sfide che abbiamo innanzi a noi.

Caro Presidente, in Commissione, ho letto spesso, per raccontare questo provvedimento, alcune terzine della più grande opera, probabilmente, della storia di questo Paese, che è esattamente la Divina Commedia di Dante e ho voluto raccontare e leggere le terzine dell'Inferno, perché in realtà si produce un inferno per tante persone. Questo provvedimento, nelle conseguenze reali, produrrà l'inferno nella vita di tante persone e, allora, anche oggi, in questa dichiarazione di voto finale, ne voglio leggere un'ultima, che credo sia tra le più belle e che, in modo particolare, si applica a quest'Aula. È una terzina del XXVI canto, è una terzina che racconta di Ulisse, che vede Ulisse che parla, varcando le colonne d'Ercole, e che credo possa essere dedicata a tutti noi ed, in modo particolare, a questo Governo. È una terzina bella, e mi permetto di pronunciarla e di chiudere così il mio intervento: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. Con questa dichiarazione, io annuncio il voto contrario del gruppo di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, deputato Speranza, anche per la bellissima citazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Wanda Ferro. Ne ha facoltà, per 10 minuti.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, colleghi, signor Ministro, signori del Governo, ci troviamo all'ultimo miglio, quello più lungo, più insidioso, prima dell'approvazione del decreto-legge “sicurezza” e abbiamo già annunciato, come Fratelli d'Italia, per senso di responsabilità rispetto ad uno dei pilastri che riguarda ovviamente la nostra matrice politico-culturale, che voteremo questo decreto, perché sicuramente è un passo in avanti rispetto a ciò che abbiamo trovato. Infatti, si muove nella direzione di migliorare la sicurezza dei cittadini, uno dei punti cardini del programma che noi, come centrodestra, insieme agli alleati, ci siamo in qualche modo impegnati a rappresentare, non soltanto come slogan, come fanno tanti in quest'Aula, ma con impegni da onorare nei confronti dei cittadini.

Ringrazio la disponibilità del sottosegretario Molteni che, rispetto a tanti ordini del giorno presentati, ha avuto, devo dire, una giusta riflessione, riconoscendo le ragioni e il valore aggiunto che portavamo con le nostre tesi.

Si tratta di un piccolo cambio di rotta, dicevo, ma molto poco rispetto a ciò che si poteva, si potrebbe e si dovrebbe fare. Quel minimo sindacale di politiche per la sicurezza che servono a mantenere l'equilibrio tra il non perdere la faccia con gli elettori e mantenere questa fragile, ma, scusatemi, soprattutto innaturale alleanza. Per questo giudichiamo il decreto insufficiente, incompleto, un'altra occasione perduta per dare prova di un reale cambiamento; quel cambiamento che questo Governo continua troppo spesso a strombazzare ai quattro venti, mentre, nella realtà, non fa che tradurre in pratica politica le parole gattopardesche di Tancredi, che diceva: se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi. E temiamo, ad esempio, che le poche misure positive nel settore dell'immigrazione vengano vanificate da quella possibile ipotesi che vedrà impegnato il Parlamento sul Global compact: oggi c'è stato un ordine del giorno, da noi presentato, respinto, che ci ha lasciato totalmente basiti. Sarebbe ricordato come un atto scellerato, che costringerebbe l'Italia a rinunciare ad ogni sovranità sui propri confini, ad ogni diritto a gestire e a limitare i flussi migratori. Il Global compact è pericolosissimo perché, di fatto, introduce il diritto ad emigrare come diritto fondamentale per ogni essere umano; non per i rifugiati, non per i profughi che scappano dalla guerra, ma per i migranti economici, per chiunque decide di cercare fortuna in un altro Paese. Insomma, che senso ha avuto, mi chiedo, fino ad oggi chiudere i porti, rispedire in mare i barconi, se poi entrare nel nostro Paese sarà un diritto di ciascuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Aderendo all'accordo, che oggi apprendiamo non esserci più come firma a Marrakech, in qualche modo l'Italia non sarà più sovrana nella gestione dei flussi migratori, non potrà più opporsi agli sbarchi, perché gli verrà impedito, ovviamente, dalle istituzioni sovranazionali; le stesse che affermano quella cultura, che noi non amiamo, del mondialismo e della globalizzazione, che punta a cancellare qualunque identità culturale e nazionale. Perché dobbiamo emulare la Svizzera? Prima parlavamo con i colleghi: la Svizzera, pochi abitanti, ha fatto addirittura un referendum sulle mucche scornate. E non emuliamo Paesi come l'Australia, gli Stati Uniti, l'Austria, l'Ungheria, la Polonia, che, in qualche modo, hanno detto un secco “no” per difendere un sacrosanto diritto, i propri confini.

E, allora, mi chiedo, Ministro e sottosegretario, Governo tutto, cosa farà l'Italia? Dopo giorni e giorni, settimane di appelli da parte di Giorgia Meloni, il Ministro Salvini esprime un chiaro disaccordo rispetto a questa ipotesi del Global compact, ma il Presidente Conte, lo stesso Ministro Moavero, sono favorevoli alla firma. Salvini cosa fa? Ripiega sul Parlamento. E qui mi viene in mente un po' di citare un cantautore come De André: si costerna, si indigna, si impegna, poi getta la spugna con gran dignità. Il Global compact, in qualche modo, fino ad oggi è stato da tanti ignorato, davanti ad una martellante campagna di Fratelli d'Italia, di Giorgia Meloni, che, in qualche modo, cercava di sollecitare il Governo a dover difendere veramente i confini nazionali, e quindi a respingere questa ipotesi.

Stiamo votando un provvedimento che lo stesso Governo rischia con il Global compact di gettare nel cestino, cancellando con una sola riga di penna tutte le battaglie per chiudere i porti e fermare i flussi migratori. Abbiamo appreso che a Marrakech non ci sarà questa firma, ma noi non abbiamo la stessa fiducia nei pentastellati. Lo dimostra il voto che oggi si è registrato al Parlamento europeo, dove si chiedeva di mettere nella sessione di domani, al secondo punto all'ordine del giorno, proprio questo argomento. E là la Lega ha votato in un modo, i pentastellati hanno votato in un altro. Quindi, vogliamo dirvi soltanto che per noi è un film già visto, già sottolineato da chi mi ha preceduto, e quindi da Giorgia Meloni.

Nel merito del decreto in esame, avremmo gradito discutere di sicurezza a trecentosessanta gradi. Sicurezza significa tranquillità dei cittadini, quindi difesa delle donne, dei bambini, degli anziani, del territorio, dell'ambiente, la battaglia della droga che viene smerciata davanti alle nostre scuole. Sono troppi i punti deboli, lo avete già detto in tanti, e le misure previste non avranno, secondo me, quegli effetti determinanti che tutti quanti noi auspicavamo. Per non parlare, ovviamente, della missione Strade sicure: speravamo, dopo quella scellerata scelta di qualche mese fa di cancellare totalmente il decreto che riguardava le periferie degradate, e quindi un bando che avrebbe dato sicurezza a tanti italiani, in un rafforzamento almeno di questa missione.

Se era scontato, per esempio, in qualche modo, tutto ciò che riguarda la protezione umanitaria, che abbiamo apprezzato in termini di azione, sottosegretario, il decreto lascia ancora troppe ipotesi aperte che consentono di ottenere la protezione, e quindi di aggirarne l'abolizione. Se era scontato, ad esempio, ravvisare il rischio di respingimento per chiunque venga dalla sponda sud del Mediterraneo, nella sostanza cambierà poco, ma cambierà. Come Fratelli d'Italia, noi riteniamo, invece, che la protezione umanitaria vada tolta completamente dal circuito dell'accoglienza. Inoltre, sosteniamo che si debba presentare la domanda di asilo solo al momento dell'ingresso nel territorio italiano, e non quando in qualche modo essi vengono fermati dalle forze dell'ordine.

Nel decreto apprezziamo l'inasprimento delle tempistiche di trattenimento, ma riteniamo che chi entra illegalmente e viene trovato senza permesso sul territorio vada trattenuto ancor più a lungo nei centri appositi, come avviene in Germania con i centri-ancora. Chi non ha titolo a stare in Italia deve essere trattenuto fino al suo rimpatrio, i clandestini non devono essere liberi di girare nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quanto alla revoca della protezione internazionale e dello status di rifugiato, mancano inspiegabilmente alcuni reati molto comuni, come il furto, il furto in abitazione, lo scippo, ma anche l'istigazione a delinquere, con cui si contrasta l'apologia del terrorismo. Ancora debole è il tema dei costi dell'accoglienza: un immigrato non può costare allo Stato più di un pensionato sociale.

Restando sul tema del terrorismo, ci lascia assai perplessi l'assenza di misure chiare e forti sull'integralismo islamico. A nostro avviso si vede prevedere in qualunque modo la tracciabilità dei flussi economici che spesso finanziano centri di culto che nascono ogni giorno e moschee, che diventano fabbriche fatte soltanto di predicatori di odio. Per quanto riguarda i temi della sicurezza, non ci sono misure specifiche per il contrasto alle organizzazioni internazionali criminali. Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni più volte ha sottolineato una battaglia importante rispetto a tutte le mafie che arrivano da altri Paesi, come dalla Cina e dalla Nigeria. Il nostro Governo, però, sembra sottovalutare tutto ciò. Iniziative mediatiche, nulla c'è rispetto a quello che più volte abbiamo sottolineato e di cui voi fate un cavallo di battaglia, l'emergenza dei campi rom e dei roghi tossici che da lì provengono. Fratelli d'Italia sarà sempre al fianco delle forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Siamo favorevoli a tutte quelle misure, signor Ministro e signor sottosegretario, che vanno in questa direzione. Registriamo, però, una scarsa incisività rispetto alle norme che dovrebbero tutelare gli uomini della pubblica sicurezza, come una norma anti black bloc piuttosto che il reato di tortura. E ancora, in qualche modo, la legittima difesa: su questo so di sfondare con la Lega una porta aperta. Non possiamo chiedere a un padre di famiglia, che la notte trova in casa qualcuno che entra scassando, magari, per seguire la legge, di chiedere se è un crimine rispetto alla vita o se è entrato solo per rubare l'argenteria. Insomma, è un decreto di grande impatto mediatico, ma di poca sostanza, in alcune cose.

L'Italia ha bisogno di molto di più, sia per il contrasto all'immigrazione clandestina sia per garantire maggiore sicurezza ai cittadini. Ministro Salvini, avendo avuto adesso il privilegio di averla qui presente, chiudo rivolgendole una riflessione…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

WANDA FERRO (FDI). …che non è mia. Ho veramente chiuso, Presidente. Qualcuno diceva che prima di qualunque cambiamento bisogna porsi due semplici domande: perché sono qui? Vale la pena di restare? Chiediamocelo tutti perché siamo qui e per cosa vale la pena realmente di rimanere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Morelli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MORELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Permettetemi, colleghi, di tornare alla realtà, perché qua abbiamo sentito una grande fiction: quella di un decreto, di una legge che dovrebbe occuparsi solo di immigrazione. Noi abbiamo sentito il Partito Democratico, abbiamo sentito le opposizioni di sinistra parlare solo di immigrazione, ma ricordiamo che questo decreto, questa legge, questa maggioranza stanno sostenendo innanzitutto i sindaci.

I comuni virtuosi potranno assumere ancora agenti della Polizia locale in deroga al turnover grazie anche a soldi che verranno investiti per aumentare il numero di agenti che verranno assunti a tempo determinato. Novanta milioni all'interno di questa legge sono destinati a sistemi di videosorveglianza, ai comuni. Ci sarà la possibilità, per la Polizia locale, di accedere agli archivi interforze, assicurando così maggiore sicurezza nei confronti di operatori e in generale di tutte le città. Ancora: sperimentazioni nelle grandi città, e non solo, del Taser, un'iniziativa lodevole che è merito di questo Governo e di questo Ministro.

Buonsenso: si estende finalmente l'utilizzo del braccialetto elettronico nei confronti di quei mezzi uomini protagonisti di maltrattamenti in famiglia e di stalking (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Perché noi, attenzione, attenzione: i delinquenti li mettiamo in galera e mettiamo loro il braccialetto; noi i delinquenti non li perseguiamo coi convegni: noi i delinquenti li mettiamo dietro le sbarre.

Questo decreto-legge finalmente fa pagare un po' di più le squadre di calcio rispetto ai costi di sicurezza per quanto riguarda le partite di calcio. Ben venga, dunque, questa iniziativa. Buonsenso è anche non consentire a qualcuno, a qualche magistrato, di dare, per esempio, la possibilità di avere gli arresti domiciliari in case che sono occupate: un'operazione di buonsenso che è quasi stupido ribadire quanto sia semplice da fare.

Pene più pesanti - e passiamo alla mafia - per gli appalti illeciti, introduzione di modifiche al codice antimafia finalizzate a rendere agile ed efficiente l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata: perché noi, noi della Lega, noi di questa maggioranza, ammazziamo, affanniamo la bestia, e la bestia in questo caso è la mafia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Infine, prevede sostegni, questo decreto-legge, a favore delle vittime di estorsione ed usura per evitare il tracollo delle attività imprenditoriali.

E poi veniamo al tema che ha tanto appassionato gli amici del PD, che si sono addirittura messi una maschera; e avete fatto bene, perché vi dovete vergognare, con la faccia che avete, per sette anni di invasione, che ci avete obbligato a subire e che oggi, grazie a questo decreto-legge, cambia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Come cambia? Finalmente - attenzione - si cancella la fattispecie del cosiddetto permesso umanitario, un unicum a livello internazionale, che proprio la sinistra, nel 1998, ha inserito in questo Parlamento: la sinistra si è inventata questo modello, falso, di integrazione, e noi ne siamo stati vittime per decine e decine di anni.

E allora questa è una scelta che finalmente mette ordine nell'annosa questione che agli occhi dell'opinione pubblica ha messo sullo stesso piano - attenzione - i rifugiati, cioè quelle persone che scappano dalle guerre, dalle carestie, dai problemi ambientali, con i clandestini: quei clandestini a cui, voi, avete permesso di entrare in tutti questi anni, e ai quali, voi, avete dato il permesso di rimanere qui finanziando un business dell'immigrazione che ha portato miliardi di euro nelle casse delle cooperative, degli enti cosiddetti benefici, che alla fine del mese però staccavano e hanno staccato per tanti anni dei pesanti, pesantissimi conti nei confronti dell'allora Ministero dell'Interno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Oggi, signori miei, fatevene una ragione: si sta passando dalle parole ai fatti, il nuovo Ministro dell'Interno sta cambiando questa logica e, grazie a Dio, gli italiani sono con noi. Perché se voi vi mettete la maschera per non far vedere le vostre facce, io vi ricordo - e lo dice giustamente il Presidente Delrio - che voi rimarrete: voi rimarrete qui, certo, ancora per un po' di tempo, questo è evidente; ma vi sfido, andiamo domani al voto e vediamo quanti di voi rimarranno ancora qui con il voto degli italiani, con il voto degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Perché voi continuate: abbiamo parlato tutto il pomeriggio non dei diritti personali a cui faceva riferimento Delrio, e cioè quei diritti personali che secondo la sinistra verrebbero negati all'universo mondo…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, per cortesia.

ALESSANDRO MORELLI (LEGA). Caro Presidente, sappia che per noi della Lega e per questa maggioranza i diritti personali sono quelli del signor Fredy Pacini, che questa sera, questa notte si è dovuto difendere a casa propria, dopo 38 furti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Uno scandalo che, nel 2018 in Italia ci siano ancora degli italiani che si devono difendere in casa propria! Uno scandalo!

E, allora, per questa ragione io sono ben convinto che il tentativo di questa sinistra di spaccare la maggioranza su un argomento così serio è vergognoso. Fate bene nuovamente a mettervi la maschera, anzi vi consiglio: rimettetevela.

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

ALESSANDRO MORELLI (LEGA). Quest'inverno, Presidente, qualcuno ha detto che sotto i portici ci saranno ancora più persone: vero, non abbiamo ancora fatto in tempo ad approvare la legge finanziaria che sistemerà i danni del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E, allora, io vi assicuro: a Milano purtroppo ci sono tutte le notti decine di persone, nella ricca Milano, decine di persone sotto i portici, che vivono nelle tende, a Roma ci sono situazioni di questo genere; e allora, noi siamo convinti, noi siamo convinti che attraverso il lavoro di questa maggioranza, riuscendo a rilanciare anche l'economia, si farà in modo che queste persone possano trovare uno sbocco, un futuro.

Mi dispiace per chi se ne deve fare una ragione: nei confronti di chi – mi rivolgo alla Presidenza – ci ha ricordato che si sarebbe voluto incatenare in quest'Aula. Fatelo! Incatenatevi! Incateniamoci tutti a favore dell'immigrazione clandestina! Poi, però, andiamo anche al voto, e vediamo gli italiani da che parte stanno, se stanno dalla parte di questa maggioranza o stanno dalla parte di quella opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché finalmente oggi il Parlamento dimostra pienamente dove stanno gli italiani: siete uno spicchio, sempre più piccolo, sempre più piccolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Deputato Morelli, lei si deve rivolgere alla Presidenza.

ALESSANDRO MORELLI (LEGA). E, allora, per questa ragione, ringrazio il Parlamento, ringrazio tutto il Parlamento, che ha lavorato alla grande per fare ancora più grande questo importante atto di legge. Un atto di legge per il quale io immagino già domani riceveremo molti “grazie”, non solo da parte degli italiani, non solo da parte dei sindaci che ho citato, non solo da parte degli agenti delle varie polizie locali, che si sentiranno logicamente più sicuri. Noi sentiremo molti “grazie” - e così finisco nel sostenere le tematiche che ho affrontato durante il mio intervento…

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo svolgere l'intervento dal deputato Morelli in silenzio.

ALESSANDRO MORELLI (LEGA). …dai tanti immigrati che da decine di anni si sono rimboccati le maniche, sono venuti in Italia regolarmente, non approfittando delle leggi del Partito Democratico, che sono state costate a noi 5 miliardi di euro l'anno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quando gli italiani perdevano il lavoro, erano disoccupati, c'era la crisi, lì si pensava agli immigrati, alle cooperative, agli enti benefici; noi pensiamo agli italiani, e agli immigrati - dicevo, Presidente - che si sono rimboccati le maniche, hanno aperto la loro kebabberia, la loro pizzeria, sono andati a fare i magütt, si dice a Milano, a fare gli operai senza approfittare di null'altro, se non delle regole che questo Parlamento aveva fatto e che oggi con buonsenso, passando dalle parole ai fatti, questa maggioranza fa tornare in vigore in Italia, per tutti gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco D'Uva. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, oggi quest'Aula è chiamata a votare sul tema della sicurezza di questo Paese, anche con l'obiettivo di ottenere un riordino dell'attuale sistema di accoglienza e di garantire maggiori tutele e più sicurezza per i cittadini. Alcuni dei temi all'interno del decreto-legge sono presenti nel contratto di Governo, e anche in quest'occasione il MoVimento 5 Stelle dimostrerà la propria lealtà per rispettare l'impegno preso con tutti i cittadini.

Questo Governo si è preso la responsabilità di intervenire per cambiare una situazione che ha portato solo malcontento, acuito le differenze sociali e degradato il sistema nazionale dell'accoglienza. Certo, tutti i provvedimenti possono essere migliorati, come può esserlo il decreto-legge “sicurezza”: proprio per questo il MoVimento 5 ha presentato diverse modifiche durante la discussione.

Tra quelle approvate dai colleghi del Senato, particolarmente importante quella che impone l'obbligo di trasparenza delle cooperative che operano nel settore dell'accoglienza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), perché i fatti degli ultimi anni hanno portato alla luce un vero e proprio business. Per troppo tempo, in nome dell'accoglienza si sono perpetrate le peggiori nefandezze alle spalle dei cittadini italiani e a discapito di chi cercava protezione. Per anni si è lucrato sulla disperazione dei migranti senza predisporre piani concreti ed efficienti per garantire loro condizioni dignitose. Persone lasciate a se stesse, soldi presi per poi non essere spesi a beneficio di tutta la collettività. Buzzi, di Mafia capitale, lo diceva: si fanno più soldi con l'accoglienza che con il narcotraffico. Ebbene, ciò non accadrà più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Il MoVimento 5 Stelle ha sempre creduto nel sistema SPRAR; dobbiamo tuttavia constatare che l'efficienza del servizio presentava delle criticità che erano sotto gli occhi di tutti. Sicuramente avremmo preferito intervenire in altre maniere, con una diversa sensibilità, ma riconosciamo in questo decreto l'intenzione di razionalizzare l'accesso al sistema, che non viene abolito ma viene destinato a chi ha già ottenuto protezione internazionale e ai minori non accompagnati.

È ovvio che l'intero decreto regge se supportato dal calo degli arrivi e dall'aumento dei rimpatri. È questa la grande sfida che il Governo, il Ministero dell'Interno, dovrà affrontare nell'immediato futuro.

Presidente, con questo decreto il Governo si impegna anche per contrastare il terrorismo. Ci sono immagini che purtroppo non dimenticheremo mai, ma possiamo usare l'arma della prevenzione per impedire che simili episodi possano verificarsi di nuovo. Vengono disposti, quindi, maggiori controlli per chi richiede il noleggio di autoveicoli, per esempio i furgoni, che potrebbero essere utilizzati per attentati terroristici, ma c'è anche l'estensione del Daspo per le manifestazioni sportive ai condannati per reati di allarme sociale e mafia, e di quello urbano per i reati commessi in occasione di gravi disordini in luoghi pubblici, come i mercati e le fiere. Viene rivista anche la sicurezza delle carceri italiane: si prevede la spesa di 2 milioni di euro nel 2018, 15 milioni di euro nel 2019 e 25 milioni di euro all'anno dal 2020 al 2026, da destinare ad edifici e ai sistemi di sicurezza della polizia penitenziaria. Ma quando si parla di sicurezza ci rivolgiamo anche ai detenuti; per questo sarà possibile introdurre ispezioni di verifica nei centri da parte del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute.

Inoltre, per evitare tragedie come quelle verificatesi nel carcere di Rebibbia a Roma, gli istituti penitenziari e quelli a custodia attenuata riservati alle detenute madri, manderanno, ogni sei mesi, al procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni, l'elenco di tutti i bambini presenti nelle strutture, con dettagli sui rapporti con la famiglia e sulle condizioni psicofisiche. In caso di condizioni di abbandono, il procuratore potrà disporre ispezioni negli istituti e chiedere di rendere adottabili i bambini valutati in condizioni di abbandono.

Il “decreto sicurezza” dice anche basta alle occupazioni abusive, con l'inasprimento delle sanzioni nei confronti di coloro che promuovono o organizzano l'occupazione di terreni o edifici, e si prevede anche la possibilità dell'utilizzo dello strumento investigativo delle intercettazioni telefoniche per coloro che commettono questo reato, che molto spesso, come è stato dimostrato, diventa vero e proprio racket ai danni dei cittadini onesti.

Anche la lotta alle mafie non è stata dimenticata in questo decreto, perché liberalizzare la vendita dei beni sequestrati alle mafie significa dare a tutti la possibilità di usufruire, sempre all'interno di un circuito di legalità, dei beni appartenenti a chi, con i suoi interessi criminali, sottrae ogni giorno libertà e la speranza a questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Inoltre, abbiamo disposto per gli amministratori responsabili degli enti sciolti per mafia l'ipotesi di incandidabilità ad ogni competizione elettorale per i due turni successivi allo scioglimento stesso: questo è veramente importante (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Presidente, per cambiare ci vuole coraggio, ma soprattutto la schiena dritta per assumersi le proprie responsabilità davanti ai cittadini italiani, perché sono loro che ci indirizzano, sono loro il termometro che misura gli umori del nostro Paese e per troppo tempo sono stati ignorati da una politica miope e lontana dal mondo. Per tutti questi motivi, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Laura Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghi e colleghe, abbiamo votato contro la fiducia, una fiducia che è stata posta per mettere a tacere non solo noi dell'opposizione ma anche quei deputati del MoVimento 5 Stelle che avevano osato esprimere delle riserve sul merito di questo decreto. Infatti il loro silenzio per tutta la giornata è stato rotto solo ora dalla dichiarazione di voto e questa è l'ennesima dimostrazione di subalternità nei confronti della Lega, che ormai detta incontrastata dell'agenda del Governo (l'abbiamo visto anche oggi sul migration compact).

Votiamo contro, ora, nel merito di questo decreto che, a nostro avviso, non soltanto non garantirà quella sicurezza che viene promessa ma contiene norme che non esito a definire pericolose. Le organizzazioni mafiose si sono trasformate - sarebbe quasi inutile ricordarlo - in grandi holding finanziarie, che fanno affari in tutto il territorio italiano e anche in molti Paesi europei, dunque la confisca dei loro beni, dei beni appartenenti ai mafiosi, si è dimostrata un'arma formidabile di contrasto verso le organizzazioni criminali perché le colpisce proprio nel loro interesse economico e patrimoniale. Tuttavia, con questo decreto voi liberalizzate la vendita di quei beni: quei beni vengono messi all'asta, con il rischio concreto che, attraverso prestanomi, tornino nelle mani dei mafiosi. Non ci vuole molto a capirlo: alla faccia della sicurezza e della legalità! Poi, questo decreto è pericoloso perché vìola apertamente princìpi fondamentali della nostra Costituzione. Forse non l'avete preso in considerazione, allora ripeto in quest'Aula quali articoli della Costituzione vìola: l'articolo 10, sul diritto d'asilo, ma anche l'articolo 2, sui diritti umani inviolabili e sul dovere inderogabile di solidarietà; l'articolo 3, che dice che tutti siamo uguali davanti alla legge; l'articolo 27, sulla presunzione di non colpevolezza fino a condanna definitiva; l'articolo 13, che dice che non è consentita una restrizione della libertà personale se non per atto motivato dalle autorità giudiziarie. Vìola, inoltre, principi cardine della Dichiarazione dei diritti umani, della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e la Convenzione di Ginevra del 1951, articolo 31, che vieta sanzioni penali verso chi arriva irregolarmente e fugge da persecuzioni, nonché l'articolo 33, che contiene il principio del non-refoulement, il non respingimento.

Questo decreto, che sta per essere convertito in legge, sta iniziando già a produrre degli affetti e diversi organi di stampa ne stanno dando notizia. L'effetto già visibile è quello di produrre altri irregolari: è una fabbrica di irregolari. L'ANCI stima che ce ne saranno almeno 120.000 in aggiunta ai 600.000 che già c'erano: non gli bastava al Ministro Salvini, ne doveva di produrre di più. Sono quelli che il Ministro Salvini, tradendo le sue promesse elettorali - ne caccerò cento al giorno, aveva dichiarato - non riesce ad espellere perché non sta facendo accordi di riammissione con i Paesi d'origine. Egli fa dirette Facebook, ma non si occupa degli accordi di riammissione.

Io ho citato l'ANCI perché i sindaci, a differenza di quanto è stato detto, stanno esprimendo preoccupazione e lo stanno facendo pubblicamente, anche i sindaci del MoVimento 5 Stelle, ai quali purtroppo i parlamentari della loro parte politica non stanno dando ascolto. Sono preoccupati i sindaci, perché sui loro territori si scaricheranno i costi sociali ed economici di una crescita del numero di persone che prima erano inserite in programmi di formazione, prima erano inserite in programmi di insegnamento della lingua italiana, prima erano inserite in programmi di avviamento al lavoro, ma ora saranno costrette all'inattività, alla passività, con il rischio di venire attratte da attività criminali e dallo sfruttamento.

Poi, i sindaci sono giustamente preoccupati per il fatto che viene ridotto il sistema SPRAR, da loro apprezzato perché ha un impatto non invasivo sul territorio, mentre vengono invece privilegiati i grandi centri, quelli sovraffollati, nei quali le persone vengono abbandonate a loro stesse, senza poter svolgere alcun tipo di attività.

Vorrei dirlo anche all'onorevole Bignami, che questa mattina polemizzava, perché dimostra appunto di non avere conoscenza della realtà, perché sono stati proprio i grandi centri sovraffollati, non gli SPRAR, caro collega, quelli sui quali si è costruito il malaffare e il business, quelli che oggi vengono privilegiati da questo decreto. È la strategia del caos, quella che ha ispirato questo decreto, il caos funzionale ad una propaganda strumentale e discriminatoria, che peserà non solo sui migranti, ma anche sulle comunità locali. Allora, abolizione della protezione umanitaria, riduzione del sistema dello SPRAR, destino incerto per i minori non accompagnati e, da ultimo, come se non bastasse, l'annullamento del diritto all'iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo: tutto questo genererà una moltitudine di persone, prive di documenti, relegate ai margini della vita sociale, esposte allo sfruttamento lavorativo e anche al richiamo dell'attività criminale. E voi avete il coraggio di chiamare tutto questo sicurezza? Aumenta la sicurezza quando un comune, per il divieto di iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, che voi avete introdotto, non avrà più contezza del numero di persone regolarmente presenti nel territorio? C'è più sicurezza quando persone, che prima erano inserite nel programma di integrazione, verranno lasciate inattive per lunghi periodi, non impareranno l'italiano e vivranno in condizione di isolamento? È sicurezza questa? No, non è sicurezza, è soltanto propaganda, propaganda buona per fare i tweet, ma si governa con i fatti non con i tweet e di fatti, di fatti positivi, quelli che cambiano in meglio la vita delle persone, questo Governo non ne sta facendo.

La sicurezza, di cui sentono la mancanza gli italiani, è qualcosa di molto più ampio rispetto a quanto viene comunicato da questo Governo, perché gli italiani temono le infiltrazioni mafiose nella vita produttiva del nostro Paese, gli italiani temono di perdere il lavoro, di avere un'occupazione precaria, di non avere i mezzi per le cure mediche, temono di far studiare i propri figli in scuole pericolanti, temono anche di subire incidenti sul lavoro: 945 morti sul lavoro, nei primi dieci mesi dell'anno – 945! – e spesso sono vittime del lavoro nero. O quello del lavoro nero, viste certe notizie di questi giorni, non lo considerate più un male da combattere? Bene, questa è la sicurezza che un Governo serio deve impegnarsi a garantire, ma voi non ve ne preoccupate, voi create altre paure, altri capri espiatori solo per strumentalizzarli a fini elettorali, ma verrà il giorno in cui gli italiani vi chiederanno non più quello che avevate promesso di fare, ma quello che avete fatto concretamente per il loro bene, e non sarà per voi una buona giornata, grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie Presidente, i toni del dibattito odierno sono stati toni di un'infinita campagna elettorale e, purtroppo, devo dire che, in buona parte di questo Parlamento, si è sdoganato un linguaggio razzista e xenofobo; si è arrivati ad aizzare l'odio contro cittadini italiani impegnati nella solidarietà, come è successo nel caso, particolarmente spiacevole, di Don Biancalani, utilizzando le prerogative dei parlamentari per diffamare pubblicamente le persone (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…Capisco che non fa piacere…

TOMMASO FOTI (FDI). È indagato!

PRESIDENTE. Occorre fare silenzio. Deputato Foti, se vuole parlare, si prenoti.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Anche molti altri in questo Parlamento…

PRESIDENTE. Rimanga in silenzio ad ascoltare gli interventi degli altri, altrimenti può anche andare fuori dall'aula. Prego, deputato Palazzotto.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie Presidente, questo decreto, come è stato più volte ricordato nel corso di questo dibattito, calpesta la civiltà giuridica di questo Paese, calpesta alcuni dei principi e dei valori fondamentali scritti nella nostra Costituzione, limita il diritto d'asilo, cancella uno dei principi fondamentali, ovvero l'idea che i cittadini, tutti, non solo quelli di questo Paese, sono uguali davanti alla legge, e che il nostro sistema giuridico presuppone l'innocenza dell'imputato fino al terzo grado di giudizio, ma soprattutto non affronta realmente i problemi che riguardano il fenomeno migratorio, che avete erroneamente collegato a un decreto che si chiama sicurezza. L'ho detto più volte nel corso di questo dibattito e ci tengo a ripeterlo: collegare l'immigrazione alla sicurezza è un errore non solo di carattere semantico, ma fa parte di una strategia ben precisa, che tende a criminalizzare indistintamente tutte le persone migranti, a prescindere dal fatto che siano responsabili o meno di qualunque delitto.

Questo è un tema che di cui è pervasa tutta la politica migratoria che questo Governo sta mettendo in campo. Allora, io vorrei provare, invece, veramente, uscendo fuori da un dibattito che è stato molto spiacevole, ad affrontare alcune questioni e alcuni nodi politici che, invece, rimangono tutti sul tappeto. Nella scorsa legislatura, con molti colleghi, soprattutto del MoVimento 5 Stelle, abbiamo condiviso una relazione conclusiva della Commissione d'inchiesta sul sistema d'accoglienza che - testuali parole - recitava: “Si auspica che ci sia un sistema d'accoglienza diffuso, superando la logica dei grandi centri, che andrebbero chiusi, e investendo in particolar modo sul sistema SPRAR”. Adesso, mi piacerebbe che i deputati del MoVimento 5 Stelle che hanno sottoscritto e votato quella relazione ci spiegassero come si coniuga quell'auspicio con un decreto che va a limitare fortemente l'accesso al sistema SPRAR per i richiedenti asilo.

Vede, il sistema SPRAR ha una caratteristica. Adesso il tema non è che i sindaci sono disperati perché non c'è più lo SPRAR; il sistema SPRAR ha una caratteristica, che è quella di coinvolgere l'ente locale e la comunità locale nella gestione dell'accoglienza delle persone sul territorio: tutto il contrario di quello che è stato fatto in questi anni e tutto il contrario di quello che questo Governo ancora oggi propone, investendo sui cosiddetti CAS, che, come dice il nome stesso, sono centri di accoglienza straordinaria. Continuiamo a investire su un sistema d'accoglienza basato sull'emergenza, dopo sei anni che ci troviamo a gestire, invece, un fenomeno, quello migratorio, che è strutturale del tempo in cui viviamo, e non investiamo, invece, su un modello di accoglienza virtuoso, che in questi anni ha prodotto risultati straordinari non solo in termini di accoglienza, ma anche di controllo qualitativo nella gestione delle risorse e di integrazione, e quindi di benefici prodotti sul territorio.

Guardate, anche qui, il tema dell'integrazione non è un tema che riguarda solo le persone migranti che arrivano nel nostro Paese, riguarda anche le comunità. Il coinvolgimento delle comunità locali nella gestione dell'accoglienza produce un meccanismo virtuoso di co-integrazione che limita i conflitti sociali ed evita esclusione e marginalità sociali delle persone che accogliamo: tutto il contrario di quello che avviene nei grandi centri.

Adesso il Ministro Salvini si è allontanato, ma c'è una battaglia che, per ragioni diverse, abbiamo condiviso nella scorsa legislatura, ma che come sempre accade quando la politica lascia lo spazio alla propaganda, si dimentica nel momento in cui si assumono responsabilità di governo. Quella battaglia era la battaglia per la chiusura del CARA di Mineo, il più grande centro di accoglienza d'Europa, il più grande centro di speculazione e malaffare che in Europa è stato costruito sull'accoglienza.

Ecco, cari colleghi del Movimento 5 Stelle, caro collega D'Uva, se oggi ci può spiegare quando questa maggioranza di Governo vorrà chiudere il CARA di Mineo, noi saremmo grati a questa maggioranza per avere finalmente dato seguito a delle promesse fatte in campagna elettorale. Invece, il CARA di Mineo resta ancora lì, con la responsabilità dei Governi che vi hanno preceduto e con la vostra responsabilità, per cui oggi state continuando a legittimare un sistema d'accoglienza che è utile e funzionale solo ad una speculazione economica. Nessuna logica razionale può motivare che un centro d'accoglienza che arriva ad avere fino a 4 mila ospiti, possa trovarsi nel mezzo della campagna, a pochi chilometri da un centro abitato di 4 mila persone: quella non è accoglienza, quella è la costruzione di un ghetto che produce naturalmente fenomeni di disagio sociale, di marginalità sociale e problemi di sicurezza per le persone che vivono dentro.

Ci sono diversi rapporti, testimoniati anche dal lavoro di quella Commissione e della magistratura, che dicono come dentro quel centro ci siano anche fenomeni legati allo sfruttamento della prostituzione, allo spaccio e ad altre attività criminali, ma si produce un problema di sicurezza anche per i cittadini italiani, che si trovano a dover convivere con un ghetto che produce marginalità sociale.

Questo decreto produce la stessa cosa su vasta scala, cioè si va a investire su un modello di accoglienza che, nel combinato disposto tra la limitazione dell'accesso all'accoglienza, la limitazione a forme di protezione e di titoli legali di residenza nel nostro Paese, va a produrre un'enorme sacca di marginalità sociale.

Non lo risolvete il problema rendendo illegali le persone. Non lo risolverete perché la retorica delle espulsioni, che pure noi contrastiamo, è una retorica finta e vuota perché non ci sono gli accordi bilaterali di rimpatrio e perché, la maggior parte delle volte (questo chi sta al Governo dovrebbe saperlo), se si va a guardare quali sono i Paesi di origine della maggior parte dei flussi migratori nel nostro Paese, sono quasi tutte persone che vengono da Paesi soprattutto che hanno diritto a forme di protezione internazionale, che voi invece state limitando.

Allora, rispetto a questo, Presidente, noi continuiamo invece ad investire su un'idea e su un modello di accoglienza che continua a produrre insicurezza, perché è evidente che se noi lasciamo per strada migliaia di persone che non hanno titolo di soggiorno e che, quindi, non hanno alcun diritto, né hanno alcuna forma di sussistenza e di mantenimento in questo Paese, quelle persone si andranno ad aggiungere ad altri cittadini italiani che vivono in quella condizione e a creare una bomba ad orologeria, soprattutto nelle periferie delle grandi città italiane. Questo è quello che questo Governo sta facendo.

Ora, nasce il sospetto che tutto questo avvenga perché attraverso quella condizione si possa continuare a raccogliere consenso sulla paura dei cittadini, ma state sicuri che nel momento in cui quella cosa esploderà, travolgerà anche voi perché non potete continuare a dire che tutto questo è frutto di chi vi ha preceduto, che pure ha grandi responsabilità.

Questo ve lo dice chi, nella scorsa legislatura, sul terreno dell'accoglienza ha fatto un'opposizione a viso aperto, come la stiamo facendo adesso a voi, anche al Governo che vi ha preceduto. È indiscutibile che le ragioni che oggi vi hanno portato a godere di tutto questo consenso risiedono, in primo luogo, nell'incapacità del Governo che vi ha preceduto e soprattutto di tutti i Governi europei, che non hanno saputo avere una politica lungimirante rispetto all'immigrazione, alla regolazione dei flussi e all'accoglienza, producendo un disastro in termini di conflittualità sociale, che oggi pagano i cittadini europei e pagano le persone che sono arrivate nel nostro Paese, e che purtroppo premiano voi, in termini di consenso, che però peggiorerete soltanto la situazione.

Ecco, io questo lo voglio dire, perché nel dibattito di oggi - e concludo, Presidente - sono state dette tante cose. Però, c'è una cosa che nessuno ha voluto dire fino in fondo, cioè che oggi, qui ed ora, noi stiamo calpestando la nostra civiltà giuridica, la civiltà giuridica europea e su questo terreno ci stiamo giocando il nostro futuro.

PRESIDENTE. Concluda per favore.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Quindi, Presidente, noi voteremo convintamente contro questo decreto e continueremo la nostra battaglia per difendere quei valori fondamentali su cui è imperniata la nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicola Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito di questo decreto, io voglio dire al sottosegretario che ha seguito i lavori, il sottosegretario Molteni, il quale oggi, aprendo la discussione, ha detto di un rapporto di amicizia vero - che io ricambio - che si è costruito in cinque anni nei banchi su fronti diversi, che sono rimasti fronti diversi e che, nonostante l'amicizia, vivaddio, non c'è condivisione politica. È questa la differenza, infatti, fra chi siede di là - ed è la destra e rappresenta la destra in questo Paese - e chi siede di qua, e vuole rappresentare e rappresenta la sinistra di questo Paese.

Non c'è condivisione politica non perché c'è qualcuno che fa il buonista, ma perché qui, semplicemente, noi contestiamo che questo decreto peggiorerà la situazione e non la migliorerà, che state soltanto provando a dare qualche vaga risposta alle promesse che avete fatto ma che non ci saranno miglioramenti nelle condizioni della vita. Questo lo dicono le cose che stanno succedendo e lo dice anche quello che sta avvenendo in questo Parlamento.

Avete fatto un passo avanti e avete compattato la destra, come ha ammesso prima, Presidente, il deputato di Forza Italia. State mettendo nell'angolo i 5 Stelle e non so, se come dice il rappresentante della Lega, stia venendo fuori la voglia di andare al voto e di cambiare maggioranza, perché questo lo vedrete e lo deciderete voi giacché siete la maggioranza, però sicuramente c'è una cosa che bisogna dire. Oggi un esponente di Forza Italia ha detto che con le parole della sinistra anche i moderati cambiano opinione. Volevo rassicurarlo: i moderati in questo Paese sono quelli che rispettano le regole, non sono quelli che dicono che non pagare le tasse è un buon esempio. I moderati sono quelli, per dirla con un esempio classico, che entrano su un autobus con un biglietto, pagano il biglietto dell'autobus e quando qualcuno non li fa scendere perché prova a salire dalla porta centrale, si arrabbiano. Non sono quelli che fanno il contrario: quegli altri si chiamano qualunquisti. Sono quelli per cui, per dirla in un modo popolare, Francia o Spagna, senza aggiungere il resto, hanno riempito le fila, diciamo, di tanti rappresentanti, ma non è così che io penso si possa rappresentare questa vicenda.

In queste norme voi avete scritto molte cose che io non condivido e lo hanno detto i miei colleghi, però ce n'è una che più di tutte non riguarda l'immigrazione, bensì i beni sequestrati alla mafia, che penso creerà molti problemi. Consentire la cessione anche ai privati non è un modo per fare cassa: è un modo per creare problemi a quei privati che proveranno magari a prendere quei beni. State attenti quando fate le cose perché queste sono cose che creeranno problemi nel Paese, non li risolveranno.

Quando parlate di sicurezza, state attenti a quello che fate. Avevate promesso di tutto: 600 mila rimpatri e queste cose non le fate. Mi sembra di vivere nel mondo alla rovescia. È come se questi banchi fossero i banchi dell'opposizione e non del Governo. Siete qui e ci continuate a raccontare cose come se foste all'opposizione. Ricordatevi che siete al Governo e quando succedono le tragedie in questo Paese, la responsabilità è di chi governa e non di chi governava prima. Per inciso, anche quando si racconta - per cercare di tutelare le posizioni che si prendono - e quando si cita Buzzi, bisogna ricordare che il suo socio in affari si chiamava Massimo Carminati, esponente del Movimento Sociale, dei NAR, della Banda della Magliana, che faceva da garante con la giunta di destra a Roma su quegli affari.

Bisogna chiuderla la storia delle menzogne e delle fake news che sono state fatte in quest'Aula e fuori da quest'Aula sui siti. Bisogna ricordare, a chi oggi fa finta di non sapere tutto questo, che non si è costruita la politica per raccontare le bugie e che non si rappresentano i cittadini per imbrogliarli.

Noi voteremo contro su questo decreto soltanto per una ragione, perché pensiamo che peggiorerà la vita degli italiani e dei cittadini stranieri che scappano da alcuni posti per cercare un mondo migliore. Quando oggi - lo dico con estrema franchezza - ho letto della morte di un uomo di 29 anni che stava commettendo un reato e ho sentito dire da quale parte si sta, senza stare dalla parte di una persona che è morta, penso che “pietà l'è morta davvero” (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefano Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Siamo nella fase finale di giornate di discussione complicate; nonostante tante valutazioni che ho sentito, tante affermazioni che ho sentito e che richiederebbero di mettere l'elmetto e provare a contrastare con analoga semplificazione, con analoghe caricature, con analoga violenza verbale, proverò a fare un discorso equilibrato; non so se riuscirò in questo obiettivo complicato, non so, soprattutto, se sarà utile alla nostra discussione e, soprattutto, alle soluzioni che dobbiamo trovare per i cittadini italiani.

La maggioranza, in particolare la Lega, ha voluto uno scontro frontale con una parte dell'opposizione, ha voluto uno scontro frontale, ha voluto caricature, ha voluto provocazioni, perché l'obiettivo non è risolvere il problema, l'obiettivo, in questo passaggio in Aula, è quello di dimostrare che la cosiddetta sinistra è per la clandestinità, è per l'illegalità, è anti-italiana, lo ripeto, è anti-italiana, perché prova a ricordare la nostra Costituzione, innanzitutto. E, purtroppo, temo che in qualche passaggio la strategia di scontro frontale abbia pagato.

Ecco, io vorrei, invece, partire dai problemi veri, perché credo che ci siano problemi veri e non solo propaganda, che ci siano problemi veri da affrontare e che questo decreto, che oggi convertiamo, avrebbe potuto affrontare. È un problema vero, quello della sicurezza, è un problema vero in tante periferie delle nostre città; è un problema vero, è legato a fenomeni di immigrazione, è legato a fenomeni di occupazioni abusive, non sono problemi inventati. Ci sono condizioni difficili, condizioni economiche e sociali difficili nel nostro Paese, rispetto alle quali ulteriori sfide sul piano dell'integrazione pesano e, in particolare, pesano per quelle fasce sociali che sono più in difficoltà.

E, allora, noi abbiamo il dovere di affrontare problemi come quelli che danno il titolo a questo decreto, perché c'è un nesso stretto tra accoglienza e integrazione e l'integrazione è un percorso complicato, è un percorso che ha una dimensione umanitaria, che ha una dimensione culturale, che ha una dimensione sociale, che ha una dimensione economica.

Quindi, siamo di fronte a sfide vere e a problemi veri. Il punto qual è? Qual è il punto divisivo, al di là dello scontro frontale e delle caricature, al di là di chi è per gli italiani e di chi è contro gli italiani? Qual è il punto divisivo? Il punto divisivo, l'ho detto anche ieri, è che non si può affrontare ogni problema come un problema di ordine pubblico; per fare sicurezza, per promuovere sicurezza c'è bisogno di mettere insieme tutta una serie di politiche, e non solo la repressione, non solo la negazione dei diritti, che generano il risultato opposto. Questo è il punto divisivo tra di noi. Ho sentito parlare, come un ritornello, delle cooperative; qui ciascuno si deve assumere la propria responsabilità; avete usato questo tema come scudo per fare operazioni rispetto alle quali questo tema non c'entra nulla. Vi è stato spiegato, da chi ne sa decisamente più di me, che quel problema di malaffare che è esistito ha riguardato prevalentemente i grandi centri che qui vengono potenziati; lo avete usato in modo strumentale, lo dico in particolare ai colleghi dei 5 Stelle che giustificano interventi inaccettabili sulla base di questo tema che, lo ripeto, è un tema vero. Avete introdotto dei dispositivi assurdi.

L'articolo 13 è stato richiamato; ma perché bisogna negare l'iscrizione anagrafica a chi ha un permesso di soggiorno ed è in attesa per la richiesta di asilo?

Perché? Ma quale miglioramento della sicurezza si avrà se tu neghi l'iscrizione anagrafica, quindi, la residenza? Generi clandestinità; non è un'opinione, è un fatto, impedisci a dei bambini di andare a scuola e di avere un percorso di integrazione. Sono casi veri, non è propaganda, non è buonismo. Questa è stupidità.

In questo elenco si potrebbe andare avanti, ma è tutto l'impianto. Gli articoli 30, 31, 31-bis e 31-ter, le occupazioni illegali. Ci sono le occupazioni illegali, e non vanno normalizzate, c'è il racket delle occupazioni illegali, e va contrastato duramente. Ma vorrei sottolineare, anche qui, che l'aspetto dell'ordine pubblico è assolutamente marginale. L'80 per cento di quelli che occupano le case è gente che ha perso il lavoro, che è stata sfrattata per morosità incolpevole, è un problema sociale, e la sicurezza non la migliori se li butti in mezzo alla strada, come sta avvenendo. Ti fai i titoli sui telegiornali, ma il problema della sicurezza si aggrava, si aggrava ogni giorno. Quindi, è questo l'elemento divisivo, non tra chi vuole la sicurezza e chi, invece, vuole l'illegalità, tra chi è con i cittadini italiani e chi è contro gli italiani, è una caricatura che, alla fine, sarà dannosa per tutti.

Ecco, a me pare – e vado a chiudere, Presidente – che questa maggioranza stia scivolando piano piano in quella sorta di impotenza sulle questioni vere, di sfida, di sconfitta, di abbassamento della testa sulle questioni vere che riguardano gli interessi forti, e si rifaccia sul terreno facile dei diritti civili, delle libertà, per provare a recuperare.

Oggi, in Aula, al Senato, il senatore Monti ha votato a favore della risoluzione a conclusione del dibattito dopo le comunicazioni del Ministro Tria. Voi abbassate la testa rispetto agli obiettivi, agli interessi forti che condizionano quelle situazioni sociali e vi rifate nei confronti dei più deboli. Questa è la strategia, provate a coprire l'arretramento e l'abbassamento della testa di fronte agli interessi forti che, a livello europeo, vi stanno facendo tornare indietro, e ve la prendete con i più deboli.

Infine, Presidente, è un punto che credo meriti l'attenzione di tutti; ho sentito tante cose che non ho condiviso, ma ce n'è una che mi ha preoccupato più delle altre e l'ha detta, prima, l'onorevole Morelli, nel suo intervento. Vorrei dire all'onorevole Morelli che c'è chi fa politica per affermare principi, anche quando quei principi vanno in controtendenza. Farà fatica a crederci, ma c'è chi fa politica anche quando affermare determinate verità non porta voti e, comunque, gli vorrei ricordare che c'è un articolo 1 della nostra Costituzione che dice che il popolo è sovrano, ma è sovrano nei limiti della Costituzione. Il suo appello al popolo per delegittimare gli argomenti di chi ha criticato il decreto sono assolutamente pericolosi. L'appello al popolo è un appello che rischia di essere davvero un problema per questo Paese. Ricordatevi l'articolo 1, ricordatevi che la sovranità appartiene al popolo, ma che la esercita nei limiti della Costituzione, quelli li dobbiamo rispettare tutti (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giuseppina Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signori del Governo, poche ore fa, abbiamo assistito a un'importante audizione del capo negoziatore europeo Barnier ed è stata un'audizione particolarmente importante, perché secondo me ha messo in luce una grande contraddizione in cui sono caduti i colleghi della Lega, che se, da un lato, hanno richiamato l'attenzione di Barnier sulla sacralità del voto popolare, espresso dal Regno Unito per uscire fuori dall'Unione europea, e quindi richiamandosi all'importanza della sovranità britannica, dall'altro lato, poi, hanno chiesto la tutela del made in Italy e la garanzia dei diritti di tanti nostri connazionali residenti in Gran Bretagna, capendo, quindi, che effettivamente quel voto sacro è stato un danno per i nostri connazionali. E, allora, il punto qual è? Il punto è questo, che la xenofobia, il razzismo, il nazionalismo, il sovranismo non sono mai un buon affare, mai. Sono degli pseudo valori che per noi generano solamente danno. E il danno è tanto più grave oggi, perché genera in noi un senso di profonda tristezza. Tristezza, sì, Presidente, perché stiamo assistendo alla celebrazione del funerale dei diritti; diritti completamente schiacciati da chi, con un decreto che è stato convertito in legge e che per noi non si chiama decreto sicurezza, ma decreto insicurezza, non fa altro che seminare il germe della paura e della cattiveria, trasformando l'Italia in un Paese più cattivo.

E lo fa attraverso un'equazione, che per noi è incomprensibile, per la quale un rifugiato, un richiedente asilo diventa automaticamente un colpevole. Un nero, solo perché il suo colore della pelle è diverso dal nostro, per questo Governo è colpevole; e questo in totale spregio dell'articolo 27, secondo comma, della Costituzione. Ebbene sì, perché noi siamo profondamente contrari a questo provvedimento, che calpesta indegnamente la nostra Carta costituzionale e che infligge un duro colpo alle conquiste di libertà, di uguaglianza, di civiltà giuridica.

PRESIDENTE. Deputata Occhionero, se può pazientare qualche minuto, arrestiamo il cronometro. Colleghi, dovreste cercare di essere più attenti e silenziosi. Mancano pochi interventi prima del voto finale: cerchiamo di ascoltare i colleghi deputati che stanno facendo le loro dichiarazioni di voto. Prego.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Grazie, Presidente. E questo provvedimento è un guazzabuglio che legifera su diverse materie: l'accoglienza ai richiedenti asilo, le regole per la cittadinanza, la pubblica sicurezza. Ma lo fa non attraverso la risoluzione di problemi, ma piuttosto cercando dei capri espiatori e una popolarità a buon mercato. E, infatti, per noi il Ministro Salvini diventa non il Ministro dell'ordine pubblico, ma il Ministro del disordine, che con questo provvedimento ha creato la fabbrica dei fantasmi, che sono cittadini privi di diritti ed esclusi dai servizi, che presumibilmente favoriranno le organizzazioni criminali, diventandone vittime o, in alcuni casi, manovalanza. E, allora, noi ci saremmo aspettati delle soluzioni, dei rimedi, attraverso, magari, l'individuazione di canali regolari di ingresso di cittadini stranieri, o, comunque, attraverso la regolarizzazione di coloro che sono già inseriti in un buon piano di integrazione. Invece no, questa maggioranza smantella gli SPRAR, è stato detto più volte, cancellando anche quelle forme di lavoro regolare e facendo sì che anche quelle forme di crescita economica e sociale del nostro Paese, modelli perfetti di integrazione e di accoglienza, si perdano.

E così mette mano, anche in maniera disorganica e piuttosto isterica, alle norme sulla cittadinanza, rendendole ancora più difficili anche per coloro che sono sposati con i nostri connazionali. E allora concludo, Presidente, dicendo questo al nostro Governo, alla nostra maggioranza di Governo: adesso state seminando vento, un vento, sì, che piace, ma ricordate che prima o poi raccoglierete tempesta (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi…

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo silenzio, per favore.

FEDERICO FORNARO (LEU). …il nostro gruppo avrebbe preferito non esercitare quella che è l'extrema ratio delle opposizioni, cioè l'ostruzionismo, perché riteniamo, lo abbiamo detto molte volte in questo inizio di legislatura, sacro questo luogo, e quindi l'ostruzionismo va esercitato soltanto in occasioni eccezionali. Questa è una di queste, ma ci avete costretto, lo vorrei ribadire a chi ci ascolta più ancora che a voi. Ci avete costretto perché in Commissione ci eravamo dichiarati disponibili con il collega Speranza a ridurre il numero di emendamenti, abbiamo chiesto, abbiamo supplicato di poter restituire all'Aula il suo compito, che è quello di essere il luogo dell'ascolto, della discussione.

Siamo abbastanza esperti per sapere che voi non potevate, anche per ragioni di tempo, modificare questo documento dopo la prima lettura al Senato, ma, da questo punto di vista, credo che su temi così importanti, su questioni epocali come quelle della sicurezza e dell'immigrazione, ci sia sempre bisogno di un confronto serio, duro, aspro anche nei toni tra maggioranza e opposizione, perché sono temi che non appartengono a una parte politica, sono temi che non appartengono alla quotidianità, sono temi, cari colleghi e care colleghe, che ci accompagneranno per lungo tempo. Le questioni delle migrazioni sono fenomeni epocali, ricorrenti nella storia dell'uomo.

Ma la discussione di oggi, il fatto…

PRESIDENTE. Deputati, dovreste cercare di ascoltare l'intervento, tutti. Anche i deputati che hanno cambiato improvvisamente posizione e sono passati dalla sinistra alla destra dovrebbero fare attenzione e consentire al deputato Fornaro di svolgere il suo intervento.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Siamo tutti stanchi, per l'amor di Dio, ma credo che, però, questa scelta dell'ostruzionismo, che abbiamo condiviso anche con il Partito Democratico, qualche elemento positivo l'abbia portato, credo anche di chiarezza. Vedete, per chi ha un po' di dimestichezza con la storia contemporanea, se fosse capitato nella Prima Repubblica quello che è successo e abbiamo vissuto in diretta, ci sarebbe stata una crisi di Governo. Un Ministro dell'interno che smentisce pubblicamente le dichiarazioni fatte alcune settimane fa all'ONU dal Presidente del Consiglio e quelle fatte dal Ministro degli esteri pochi giorni fa.

Sul tema del Global compact abbiamo vissuto in diretta chi è il capo di questo Governo, chi detiene la maggioranza relativa di questo contratto; e credo che, da questo punto di vista, ci sia più di un motivo di riflessione, non solo per gli italiani, ma credo per quelli che hanno votato il MoVimento 5 Stelle, pensando a ben altro. E il secondo elemento, lo dico per il suo tramite ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, è proprio il loro silenzio: guardate, in tutte queste ore il vostro silenzio è stato assordante.

Voi rappresentate un italiano su tre, che oggi in quest'Aula non ha avuto rappresentanza; e lo dico amaramente, perché il confronto credo che sia giusto, e non mi scandalizza neppure che alla fine si arrivi a una mediazione sui contenuti. I Governi di coalizione si reggono sulle mediazioni, ma voi avete innovato in negativo, avete innovato con una mediazione che è sostanzialmente una divisione delle aree di influenza tra due grandi partiti che formano questo Governo. E, quindi, oggi vi siete spartiti prima l'anticorruzione per voi e la sicurezza per la Lega: non si governa così, non è questo il modo di fare mediazione, perché oggi voi votate un documento che in larga parte smentisce le vostre ragioni fondanti e il vostro programma elettorale. E anche, vorrei dirlo anche qui amaramente, dal dibattito di oggi, dall'ascolto di alcuni interventi dei colleghi di Forza Italia, dobbiamo amaramente osservare la scomparsa della cultura liberale dal fronte di Forza Italia.

Oggi abbiamo sentito da quei banchi, dai vostri banchi, temi, insulti, propaganda anni Cinquanta, che a fatica si distinguevano non da quelli di Fratelli d'Italia, ma si faceva fatica a distinguerli da quelli di CasaPound e Forza Nuova (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

Dov'è finita la cultura liberale, che aveva dato origine al vostro partito? E infine, concludo, signor Presidente, per non abusare anche della pazienza dei colleghi. Nel merito hanno detto i colleghi del nostro gruppo che sono intervenuti, ma alla fine c'è un dato, credo indiscutibile: la Corte costituzionale smonterà pezzo dopo pezzo questo decreto-legge. E il problema è che voi lo sapete, i vostri uffici legislativi vi hanno avvertito, ma a voi questo non interessa: vi interessa la propaganda, vi interessa solleticare una parte dell'opinione pubblica del nostro Paese. Ma guardate, lo dico con tristezza, con la propaganda non si governa un Paese, non si governa un grande Paese di nome Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Silvia Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-MAIE). Presidente, cosa dire di questo decreto-legge? Al di là dei profili di incostituzionalità già rilevati dal Consiglio superiore della magistratura, che il Governo non si è proprio posto il problema di valutare, viene disconosciuto il sistema SPRAR, uno dei pochi elementi sensati della legge cosiddetta Bossi-Fini. La gestione intelligente dell'immigrazione si fa con progetti pubblici e ben distribuiti sul territorio italiano, come anche sottolineato da tanti sindaci, e non si fa con i ghetti che non garantiscono condizioni di vita dignitose e proprio per questo alimentano l'insicurezza che dite di voler combattere.

Questa ossessione della Lega sull'immigrazione è da irresponsabili: avete alimentato una percezione distorta del fenomeno, il 73 per cento dei cittadini italiani sovrastima le presenze di immigrati in Italia. Non vorrei che andasse a finire come con le quote latte: voi della Lega avete raccontato agli agricoltori che potevano non rispettarle e che non ci sarebbero state conseguenze; poi però vi siete scontrati con la realtà: le sanzioni sono arrivate e quando è stato il momento di pagare avete abbandonato gli agricoltori a se stessi. Trovo che sia meschino fare politica, manipolando i cittadini, e per questi motivi voterò contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e Misto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1346)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1346:

S. 840. - “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell'interno e l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione) (Il deputato Nobili indossa una maschera di colore bianco).

PRESIDENTE. Il deputato Nobili deve togliere la maschera. Deputato Nobili…

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56) (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - I deputati del gruppo Lega-Salvini Premier scandiscono: Matteo, Matteo!).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Colleghi, la seduta non è ancora finita: abbiamo come sapete gli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Carlo Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, partendo da Stradella, provincia di Pavia, per venire in Parlamento in questa tornata che si è appena conclusa, ho incontrato il signor Marco (non dico il nome e cognome per la privacy), che stava osservando dei lavori in corso, come fanno di solito i pensionati. Ho proseguito nella mia passeggiata quotidiana, che mi tiene in forma, in attesa dei balli della sera, e ho trovato un altro pensionato: anche lui stava guardando degli altri lavori in corso; però mi ha riconosciuto e mi ha detto: onorevole Fatuzzo, lei che è alla Camera dei deputati, non riesce a farci ritornare a visitare i musei gratuitamente? Perché noi con la pensione minima di 508 euro al mese non possiamo passare tutte le giornate a guardare i lavori in corso, dobbiamo avere il diritto di vedere le bellezze che i nostri avi ci hanno lasciato qui in Italia, che tutti ci invidiano, senza dover pagare, come si è sempre fatto. Io, quindi, riferisco a lei, signor Presidente, perché lo faccia presente a chi di dovere, perché venga ripristinato il diritto dei pensionati di entrare gratis nei musei in tutta Italia. Viva i pensionati! Viva il Partito Pensionati! Pensionati, all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sara Foscolo. Ne ha facoltà.

SARA FOSCOLO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, ho chiesto di intervenire perché vorrei esprimere la mia piena solidarietà a Stefania Pucciarelli, senatrice della Lega, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani di Palazzo Madama, negli ultimi giorni bersaglio di minacce, intimidazioni e insulti sul web. “Dai che tra poco ti tocca”, scritto a corredo dell'immagine di una fascista rasata a zero del dopoguerra, “Prima o poi finirai a penzolare come Mussolini, traditore infame”, “La prendo io la ruspa e ti vengo a buttare giù la casa”: sono solo alcuni esempi che, per rispetto a quest'Aula, ho voluto edulcorare, omettendo il turpiloquio dei tanti messaggi inqualificabili ed inaccettabili che sono stati indirizzati alla senatrice Pucciarelli, alla quale va la mia vicinanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Le minacce, gli insulti, i messaggi intimidatori e violenti mai trovano giustificazione, e spesso sono sintomo di mancanza di idee e di argomentazioni; e spiace che vi siano esponenti di forze politiche delle minoranze, come per esempio il Partito Democratico, che, anziché prendere le difese della senatrice Pucciarelli, proprio nella settimana in cui si è appena celebrata la Giornata contro la violenza sulle donne, abbiano, negli ultimi due giorni, gettato benzina sul fuoco, portato avanti accese polemiche pretestuose con toni quasi apocalittici. Ho il piacere di conoscere la senatrice Pucciarelli, e di aver condiviso con lei molte battaglie sul territorio, e sono certa che non si farà intimidire dalle parole sconsiderate di qualche leone da tastiera, ma anzi proseguirà la propria attività politica e parlamentare con ancor più forza e spirito combattivo. Se qualcuno pensa di fermare la Lega ed i suoi esponenti con questi metodi, si sbaglia di grosso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Guido De Martini. Ne ha facoltà.

GUIDO DE MARTINI (LEGA). Oggi in Sardegna i NOCS hanno arrestato un terrorista che stava preparando un attentato con dei veleni nell'acqua. La Lega per questo motivo ringrazia le forze dell'ordine, e si prepara con il decreto-legge “Salvini” ad andare ancora avanti e cacciare via tutti i terroristi che possano mettere a rischio la nostra vita.

Oggi è un giorno felice per noi, perché finalmente raccogliamo i frutti del nostro lavoro e quello del nostro comandante Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Presidente, intervengo per stigmatizzare una dichiarazione politica gravissima avvenuta dal parte del MoVimento 5 Stelle oggi. La premessa: pochi giorni fa il Vice Premier, Luigi Di Maio, capo politico di quel movimento, nel corso di un confronto televisivo con Mario Calabresi, direttore di la Repubblica, è stato non criticato ma colto in castagna, perché Mario Calabresi ha ricordato che una querela mossa dallo stesso Luigi Di Maio contro Calabresi era stata sbagliata. Dov'era sbagliata? Nell'intestatario, nel destinatario di quella querela: Luigi Di Maio, invece di querelare Mario Calabresi, aveva querelato Luigi Calabresi, padre di Mario Calabresi, ucciso, ricordiamolo, nel 1972 da terroristi, Medaglia d'Oro al Valore civile. Un errore che può capitare, usato da Mario Calabresi per sottolineare l'impreparazione, secondo lui - e secondo noi, aggiungiamo -, di molte azioni del Governo da parte dei Cinquestelle. Cos'è che vogliamo stigmatizzare? Che oggi, il MoVimento 5 Stelle, invece di riconoscere l'errore, che può capitare, ha attaccato Mario Calabresi con parole infami e inaccettabili che voglio ricordare in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Le parole del MoVimento 5 Stelle - e invito i colleghi dei Cinquestelle ad ascoltarle queste parole, perché se ne dovrebbero vergognare - sono queste: l'unico approssimativo, privo ormai di qualsiasi credibilità, onestà intellettuale e lontano dai principi deontologici è solo il signor Mario Calabresi, che pur di infangare Luigi Di Maio è disposto a strumentalizzare addirittura il nome del padre defunto.

Credo, noi crediamo, che si sia superato qualunque limite di civiltà, non solo politica, ma qualunque norma di civiltà della nostra comunità, perché attaccare un giornalista accusandolo di abusare del nome del padre defunto, un padre ucciso in quelle circostanze, rappresenta non solo l'incapacità di un movimento politico di accettare i propri errori ma il suo essere fondato sull'infamia e sulla denigrazione sistematica, non solo degli avversari politici ma di chiunque abbia l'ardire di criticare quel movimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 29 novembre 2018 - Ore 16:

1. Comunicazioni del Presidente.

La seduta termina alle 20,25.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 il deputato Di Giorgi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 4 la deputata Elisa Tripodi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 4, 13 e 26 il deputato Nobili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 4, 5, 47 e 53 il deputato Varrica ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 5, 11 e 12 la deputata Piera Aiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 6 la deputata Andreuzza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 7 e 8 la deputata Ermellino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 11 il deputato Tabacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 11 alla n. 13 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 11 alla n. 13 e dalla 26 alla n. 35 il deputato Paolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 12 alla n. 14, dalla n. 17 alla n. 19 e nn. 26, 27 e 48 il deputato Potenti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 13 i deputati Rossello e Mulè hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 17 la deputata Ravetto ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nelle votazioni dalla n. 20 alla n. 40 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 21 il deputato Melilli ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 23 il deputato Bignami ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 25 la deputata Flati ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 25 alla n. 28 e n. 50 il deputato Bellachioma ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 26 i deputati Tombolato, Giacometti, Colmellere, Moschioni e Zangrillo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 26 i deputati D'Ettore, Mandelli e Bartolozzi hanno segnalato che non sono riusciti ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 26 il deputato Boniardi ha segnalato che non è riuscito a votare;

nelle votazioni nn. 26 e 27 i deputati Eva Lorenzoni, Frassini, Golinelli, Vanessa Cattoi hanno segnalato che non sono riusciti a votare;

nelle votazione nn. 26 e 27 i deputati Cestari, Misiti, Ribolla, e Tateo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 26 alla n. 28 il deputato Pretto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 27 le deputate Tomasi e Bellucci hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 30 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 32 la deputata Murelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 33 la deputata Gerardi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 38 il deputato Massimo Enrico Baroni ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nelle votazioni n. 38 e n. 39 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 39 il deputato Massimo Enrico Baroni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 41 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 44 la deputata Licatini ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 47 la deputata Maccanti ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 50 il deputato Trizzino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 51 il deputato Acunzo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 53 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 53 il deputato Furgiuele ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 54 la deputata Cavandoli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 56 la deputata Biancofiore ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1346 - odg 9/2 493 468 25 235 171 297 51 Resp.
2 Nominale odg 9/1346/3 490 407 83 204 90 317 51 Resp.
3 Nominale odg 9/1346/4 495 415 80 208 119 296 50 Resp.
4 Nominale odg 9/1346/5 484 413 71 207 96 317 49 Resp.
5 Nominale odg 9/1346/6 502 502 0 252 100 402 48 Resp.
6 Nominale odg 9/1346/7 504 393 111 197 98 295 47 Resp.
7 Nominale odg 9/1346/8 504 502 2 252 101 401 47 Resp.
8 Nominale odg 9/1346/9 500 499 1 250 98 401 47 Resp.
9 Nominale odg 9/1346/11 505 505 0 253 99 406 47 Resp.
10 Nominale odg 9/1346/12 507 421 86 211 17 404 47 Resp.
11 Nominale odg 9/1346/14 501 501 0 251 103 398 47 Resp.
12 Nominale odg 9/1346/15 497 497 0 249 102 395 47 Resp.
13 Nominale odg 9/1346/16 497 476 21 239 101 375 47 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/1346/20 rif. 518 518 0 260 415 103 47 Appr.
15 Nominale odg 9/1346/23 rif. 522 522 0 262 417 105 47 Appr.
16 Nominale odg 9/1346/39 514 514 0 258 115 399 47 Resp.
17 Nominale odg 9/1346/46 517 488 29 245 107 381 47 Resp.
18 Nominale odg 9/1346/49 514 514 0 258 103 411 47 Resp.
19 Nominale odg 9/1346/50 511 511 0 256 100 411 47 Resp.
20 Nominale odg 9/1346/51 508 508 0 255 97 411 47 Resp.
21 Nominale odg 9/1346/52 503 502 1 252 96 406 47 Resp.
22 Nominale odg 9/1346/53 499 499 0 250 97 402 47 Resp.
23 Nominale odg 9/1346/54 493 493 0 247 98 395 47 Resp.
24 Nominale odg 9/1346/55 481 481 0 241 95 386 47 Resp.
25 Nominale odg 9/1346/57 430 430 0 216 81 349 47 Resp.
26 Nominale odg 9/1346/58 405 405 0 203 84 321 60 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/1346/59 450 450 0 226 89 361 60 Resp.
28 Nominale odg 9/1346/60 470 470 0 236 92 378 59 Resp.
29 Nominale odg 9/1346/61 480 399 81 200 95 304 57 Resp.
30 Nominale odg 9/1346/62 497 419 78 210 104 315 55 Resp.
31 Nominale odg 9/1346/63 503 410 93 206 101 309 56 Resp.
32 Nominale odg 9/1346/64 503 419 84 210 101 318 55 Resp.
33 Nominale odg 9/1346/65 509 423 86 212 106 317 55 Resp.
34 Nominale odg 9/1346/66 514 420 94 211 108 312 55 Resp.
35 Nominale odg 9/1346/67 512 423 89 212 108 315 55 Resp.
36 Nominale odg 9/1346/68 512 420 92 211 104 316 55 Resp.
37 Nominale odg 9/1346/69 518 426 92 214 106 320 55 Resp.
38 Nominale odg 9/1346/70 511 425 86 213 107 318 55 Resp.
39 Nominale odg 9/1346/71 507 496 11 249 95 401 55 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/1346/72 511 511 0 256 107 404 55 Resp.
41 Nominale odg 9/1346/73 515 514 1 258 108 406 55 Resp.
42 Nominale odg 9/1346/74 512 512 0 257 109 403 54 Resp.
43 Nominale odg 9/1346/75 511 510 1 256 109 401 54 Resp.
44 Nominale odg 9/1346/76 514 514 0 258 108 406 54 Resp.
45 Nominale odg 9/1346/77 507 507 0 254 101 406 54 Resp.
46 Nominale odg 9/1346/78 519 519 0 260 108 411 54 Resp.
47 Nominale odg 9/1346/79 513 509 4 255 110 399 54 Resp.
48 Nominale odg 9/1346/80 494 492 2 247 102 390 53 Resp.
49 Nominale odg 9/1346/81 496 494 2 248 103 391 52 Resp.
50 Nominale odg 9/1346/82 500 500 0 251 110 390 51 Resp.
51 Nominale odg 9/1346/83 502 502 0 252 111 391 51 Resp.
52 Nominale odg 9/1346/84 507 505 2 253 109 396 51 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 56)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale odg 9/1346/85 497 496 1 249 106 390 51 Resp.
54 Nominale odg 9/1346/86 494 494 0 248 105 389 51 Resp.
55 Nominale odg 9/1346/122 488 488 0 245 100 388 51 Resp.
56 Nominale ddl 1346 - voto finale 495 495 0 248 396 99 34 Appr.