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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 87 di martedì 20 novembre 2018

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FRANCESCO SCOMA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 12 novembre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Claudio Borghi, Cancelleri, Comaroli, Delrio, Gallo, Gebhard, Grimoldi, Lorefice, Lupi, Rizzo, Saltamartini, Schullian, Spadoni, Vignaroli e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,04).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario di Presidenza a dare lettura delle petizioni pervenute:

FRANCESCO SCOMA, Segretario, legge:

Fernando Branchi, da Firenze, chiede nuove norme costituzionali in materia di legge elettorale, al fine di rapportare il numero dei parlamentari al tasso di partecipazione al voto (175) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Dario Bossi, da Montegrino Valtravaglia (Varese), chiede:

la soppressione dei riferimenti alla pena di morte contenuti nel codice penale e l'inserimento dell'affidamento in prova nell'elenco delle pene previste dal medesimo codice (176) - alla II Commissione (Giustizia);

norme per garantire il rispetto della parità di genere ai fini della nomina dei componenti del Consiglio superiore della magistratura (177) - alla II Commissione (Giustizia);

che gli oneri connessi al passaggio degli autoveicoli siano stabiliti in una misura fissa inferiore a 30 euro (178) - alla IX Commissione (Trasporti);

l'introduzione del divieto di esigere diritti di segreteria per la presentazione di denunce alle autorità giudiziarie (179) - alla II Commissione (Giustizia);

Massimiliano Valdannini, da Roma, chiede:

nuove norme per contrastare l'utilizzo di apparecchi cellulari durante la guida in violazione del codice della strada (180) – alla IX Commissione (Trasporti);

l'introduzione di un sistema di voto elettronico per tutte le consultazioni elettorali (181) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

nuove norme in materia di accesso alle Forze di polizia (182) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

che sia realizzata una rotatoria all'incrocio tra le strade statali n. 2 Cassia e n. 311 Nepesina, nel comune di Monterosi (Viterbo) (183) – alla VIII Commissione (Ambiente);

norme in favore del personale di polizia laureato in scienze infermieristiche (184) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Antonio Minardi, da Rende, chiede una revisione organica della Costituzione (185) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Emiliano Strano, da Catania, chiede che le somme per lo svolgimento di missioni da parte del personale militare siano anticipate d'ufficio e non a richiesta dell'interessato (186) alla IV Commissione (Difesa);

Gabriele Ferri, da Pesaro, chiede iniziative per l'adeguamento delle condizioni contrattuali del servizio Telepass family all'andamento dell'inflazione e delle tariffe autostradali (187) alla VIII Commissione (Ambiente);

Remo Appignanesi, da Urbisaglia (Macerata), chiede l'introduzione di un sistema di monitoraggio campionario anonimo sulla diffusione delle sostanze psicoattive da effettuare in occasione della partecipazione all'esame teorico per il conseguimento della patente di guida (188) – alle Commissioni riunite IX (Trasporti) e XII (Affari sociali);

Francesco Di Pasquale, da Cancello ed Arnone (Caserta), chiede:

interventi a sostegno della coltivazione dei limoni (189) - alla XIII Commissione (Agricoltura);

misure urgenti per contrastare il fenomeno dei roghi di rifiuti e gli incendi boschivi e interventi per il rimboschimento (190) - alla VIII Commissione (Ambiente);

Simon Baraldi, da Bologna, chiede l'espulsione immediata e altre misure nei confronti dei cittadini stranieri che riportano condanne penali (191) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Teodoro Russo, da Quindici (Avellino), chiede nuove norme in materia di incompatibilità e di sospensione dall'esercizio della professione forense (192) - alla II Commissione (Giustizia);

Ivan Catalano, da Busto Arsizio (Varese), chiede modifiche alla legge n. 210 del 1992, in materia di indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati (193) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Rosanna Caceri, da Cremona, e altri cittadini chiedono la soppressione o la completa revisione degli articoli 1, 2, 12, 13 e 14 del decreto-legge n. 113 del 2018, in materia di permesso di soggiorno per motivi umanitari, di Centri di permanenza per il rimpatrio, di accoglienza e iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo e di acquisizione e revoca della cittadinanza (194) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Vincenzo Crea, da Motta San Giovanni (Reggio Calabria), chiede interventi urgenti per la messa in sicurezza di un tratto stradale sito nel territorio del comune di Motta San Giovanni (195) - alla VIII Commissione (Ambiente);

Giuseppe Fabris, da Treviso, chiede iniziative per lo svolgimento della pratica del nuoto da parte degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado (196) - alla VII Commissione (Cultura);

Salvatore Preti, da Palma di Montechiaro (Agrigento), chiede l'installazione obbligatoria sugli autoveicoli di dispostivi elettronici per il controllo del rispetto dei limiti di velocità (197) – IX Commissione (Trasporti);

Giuseppe Amerise, da Trebisacce (Cosenza), norme per il riconoscimento economico e la tutela del lavoro casalingo anche ai fini pensionistici (198) – XI Commissione (Lavoro);

Luigi Nardini, da Udine, chiede iniziative per l'introduzione di controlli antidoping nelle competizioni canore (199) - alla VII Commissione (Cultura);

Luca Cattaneo, da Gravellona Lomellina (Pavia), chiede il completamento del raddoppio della linea ferroviaria Mortara - Milano (200) - alla IX Commissione (Trasporti);

Bruno Olivieri, da Nettuno (Roma), e numerosi altri cittadini chiedono interventi per l'apertura di una casa famiglia per disabili da parte della Fondazione L'Aquilone (201) - alla XII Commissione (Affari sociali).

PRESIDENTE. Grazie al collega Scoma, che, nonostante gli imprevisti, è riuscito a leggere tutte le petizioni.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15,20.

La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,20.

Seguito della discussione del disegno di legge: Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici (A.C. 1189-A); e dell'abbinata proposta di legge: Colletti ed altri (A.C. 765).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1189-A: Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici; e dell'abbinata proposta di legge n. 765.

Ricordo che sono state presentate le questioni pregiudiziali di costituzionalità Zanettin ed altri n. 1 e Migliore ed altri n. 2 (Vedi l'allegato A).

In morte dell'onorevole Luigi Rossi di Montelera.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Luigi Rossi di Montelera, già membro della Camera dei deputati dalla VII alla X legislatura.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo, pertanto, la discussione.

(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 1189-A)

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'esame delle predette questioni pregiudiziali.

Avverto che i tempi del relativo esame sono computati nell'ambito del contingentamento relativo alla discussione sulle linee generali.

Ricordo che, ai sensi del comma 4, primo periodo, del medesimo articolo 40 del Regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 dello stesso articolo 40, potrà intervenire, oltre a uno dei proponenti, purché appartenenti a gruppi diversi, per illustrare ciascuno gli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ogni gruppo per non più di cinque minuti. Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 40, comma quarto, terzo periodo del Regolamento, a un'unica votazione sulle questioni sollevate.

Adesso, però, bisogna fare maggior silenzio e liberare anche l'Aula al centro. Cortesemente, colleghi. Ci vorrebbe un rappresentante del Governo. Il Governo è arrivato. Cortesemente colleghi, se possiamo lasciare liberi i banchi del Governo. Benissimo.

Il deputato Pierantonio Zanettin ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). La ringrazio, Presidente, per la parola. Onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, Forza Italia ha presentato questa questione pregiudiziale di costituzionalità contro una proposta normativa che riteniamo costituire un autentico scempio giuridico, un vero e proprio attentato alle libertà democratiche e al principio dell'equo processo penale. Vogliamo alzare la voce contro un provvedimento illiberale, degno di uno Stato autoritario di stampo sudamericano e non dell'Italia, considerata per secoli - e non a torto - la culla del diritto. Raramente nella storia parlamentare del nostro Paese abbiamo incontrato un testo così eversivo sul piano dei principi giuridici, che confligge in modo eclatante con lo spirito che anima e permea la nostra Costituzione repubblicana sui temi della giustizia. Le gravi censure di legittimità che andremo ad esporre attengono sia alla riforma dei reati contro la pubblica amministrazione, sia alla cosiddetta “riforma della prescrizione”.

Con un emendamento presentato all'ultimo minuto per il tramite dei relatori, il Ministro Bonafede ha infatti voluto introdurre nel testo dell'anticorruzione il principio del “fine processo mai”, che presenta una sfilza quasi infinita di criticità sul fronte costituzionale. Nelle Commissioni riunite abbiamo ascoltato il parere di avvocati, professori universitari in materia penale sostanziale e processuale, magistrati. Tutti, nessuno escluso, hanno riservato censure gravissime sul piano ordinamentale e costituzionale alla proposta dei relatori. Ho già detto ieri, nel corso della discussione sulle linee generali, che il Ministro Bonafede è riuscito a realizzare un mezzo miracolo: è riuscito a saldare, per una volta, su un tema controverso come la prescrizione, una sorta di santa alleanza tra la maggior parte dei magistrati, a prescindere dalle aree culturali di riferimento, e l'intera avvocatura. Non era facile alla vigilia. Voglio ricordare anche oggi le prese di posizione di Cristina Ornano, segretaria generale di Area, corrente progressista della magistratura: “È uno spot”; Edmondo Bruti Liberati, ex procuratore di Milano: “Risposta sbagliata”; Raffaele Cantone: “Io starei molto attento”; infine, il procuratore di Milano, Greco: “Rischia di far saltare le corti d'appello”.

I vertici della Cassazione, auditi in Commissione, si sono dimostrati freddi e perplessi e hanno pronunciato un intervento ricco soprattutto di precisazioni e distinguo. Il lavoro nelle Commissioni è stato caratterizzato da gravissime e inaccettabili forzature regolamentari. La Presidenza ha atteso ben quattro giorni prima di pronunciarsi sull'ammissibilità dell'emendamento dei relatori sul blocco della prescrizione. Ha superato la sua evidente inammissibilità per palese estraneità al testo dell'anticorruzione, stabilendo di ampliare il perimetro normativo del disegno di legge. La Presidenza, poi, ha dichiarato invece, con una decisione faziosa, inammissibili gli emendamenti di Forza Italia, che proponevano almeno dei tempi certi per le diverse fasi del procedimento e un'equa riparazione per l'imputato prosciolto. Uno schiaffo al Regolamento ed al buonsenso, che ci ha portato ad abbandonare i lavori in Commissione ma che, contemporaneamente, ha dimostrato la vostra debolezza: avete un'evidente timore di un confronto nel merito.

Intendete introdurre il principio di “fine processo mai”, in spregio al principio della ragionevole durata del processo, previsto dall'articolo 111 della Costituzione e dall'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Siamo già il Paese con la durata media dei processi penali più alta in Europa e per questo siamo stati più volte censurati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo: dove vogliamo arrivare?

Già oggi un processo per corruzione si prescrive in dodici anni e mezzo: per voi è troppo poco? Un processo per concussione si prescrive in 18 anni: anche questi per voi sono troppo pochi? Qual è il massimo termine di prescrizione che ritenete accettabile? La maggioranza gialloverde calpesta senza ritegno gli insegnamenti dei padri nobili del nostro ordinamento giuridico. Dimentica il capitolo XIX Dei Delitti e delle Pene di Cesare Beccaria, dedicato proprio alla prontezza della pena: “Quando la pena sarà più pronta e vicina al delitto commesso, ella sarà tanto più giusta e tanto più utile”. Così esordiva questo gigante del diritto che il mondo ci invidia.

È del tutto chiaro che la vostra riforma è del tutto irragionevole e si giustifica solo sul piano della propaganda social. Essa contraddice l'articolo 111 della Costituzione anche sotto il profilo del principio di legalità. Richiamo l'attenzione dell'Aula e del Governo su quanto stabilito dal comma 2 dell'articolo 111, che testualmente recita: “La legge assicura la ragionevole durata del processo”. Soffermiamo la nostra attenzione, onorevoli colleghi, sul termine “la legge”. Appare evidente che il legislatore costituzionale ha stabilito nella materia che concerne la durata del processo quella che, in termine tecnico, si definisce una riserva di legge. Il Parlamento è chiamato a disciplinare solo con la legge, atto normativo di rango primario, il termine massimo di durata dei processi. L'emendamento dei relatori Businarolo e Forciniti viola in modo frontale tale riserva di legge, consentendo invece al potere organizzativo del giudice di fissare il termine massimo, peraltro del tutto indeterminato e del tutto eventuale, di durata dei processi.

Il principio di “fine processo mai” viola il principio di non colpevolezza dell'imputato, di cui all'articolo 27, secondo comma, della Costituzione, considerato che, stando al testo normativo che proponete, un imputato, dopo essere stato giudicato in primo grado, potrebbe non ottenere mai una pronuncia definitiva.

Il vostro testo contrasta ancora con l'articolo 27, comma 3, della Costituzione, che stabilisce che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. Tuttavia, è assai chiaro che il condannato, a distanza di molti o moltissimi anni dal reato commesso, è ormai un soggetto del tutto diverso. Che senso ha allora rieducarlo? Probabilmente si è già rieducato da solo. La condanna definitiva deve giungere in un termine temporale ragionevole, altrimenti andrà perduto il disvalore della condotta incriminata.

Il vostro testo viola l'articolo 24 della Costituzione, che garantisce la difesa come diritto inviolabile del cittadino. Se il processo viene celebrato a distanza di molti anni, la difesa rischia di essere solo cartacea e tecnica, perde di genuinità, spariscono i testimoni, si deteriorano le prove materiali e i ricordi dei protagonisti si annebbiano.

La vostra normativa appare irragionevole ed in contrasto con il principio di uguaglianza. È, infatti, una disparità di trattamento del tutto irragionevole quella di chi ha ottenuto una sentenza di primo grado e, come tale, è soggetto al fine processo mai, rispetto a chi, invece, ha visto maturare la prescrizione del reato nel corso delle indagini preliminari o del giudizio di primo grado. Così come del tutto irragionevole è che sia del tutto indifferente la condizione di chi in primo grado è stato giudicato colpevole o innocente.

Il cosiddetto Daspo per i corrotti, l'incapacità perpetua a contrarre con la pubblica amministrazione, o l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, sanzioni accessorie che rendete autonome e svincolate dalla pena principale, contrastano a loro volta con il principio di cui all'articolo 27, comma 3, della Costituzione, sulla finalità rieducativa della pena. È stato acutamente segnalato da alcuni studiosi come la vostra maggioranza sta determinando una sorta di mutazione genetica del nostro diritto penale, che non pare più orientato alla misericordia e alla rieducazione, come era nelle intenzioni dei padri costituenti, ma piuttosto alla punizione e alla vendetta dello Stato e delle parti offese nei confronti del reo; un diritto penale dell'odio che trae linfa ed alimento dai social network. Insomma, questo provvedimento è letteralmente infarcito di strafalcioni costituzionali, al punto che, se sarà definitivamente votato senza significative modifiche, rappresenterà un bel grattacapo anche per il Capo dello Stato in sede di promulga. Stupisce che a farsi promotore di un così grave vulnus costituzionale siano gli stessi esponenti del MoVimento 5 Stelle, che nella scorsa legislatura si stracciavano le vesti per difendere la nostra Costituzione repubblicana, che giudicavano la più bella del mondo. Probabilmente hanno cambiato idea in fretta. Forza Italia, da questi banchi, non risparmierà le proprie energie nel denunciare la deriva “manettara” e forcaiola verso cui state trascinando il Paese, e per tenere alti i valori della civiltà giuridica, per i quali l'Italia è sempre stata considerata faro nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il deputato Ceccanti ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Migliore ed altri n. 2, di cui è cofirmatario.

STEFANO CECCANTI (PD). Presidente, vorrei ricordare anzitutto la prima violazione di metodo che è stata compiuta nei lavori di Commissione, quella dell'articolo 72, sul giusto procedimento legislativo, perché tutto è stato architettato per inserire a forza in questo provvedimento un tema estraneo, il tema della prescrizione, con forzature, inventandosi precedenti che non erano tali, creando dei precedenti pessimi che potrebbero essere purtroppo seguiti in futuro. E poi alla fine abbiamo scoperto che tutte queste forzature servivano a introdurre una norma che non dovrebbe essere immediatamente applicata ma che dovrebbe essere applicata il 1° gennaio 2020. Che cosa c'è di più irragionevole che fare delle forzature per una normativa che va in vigore il 1° gennaio 2020? Peraltro, non è stato un esponente dell'opposizione, ma un Ministro del Governo, il Ministro Bongiorno, che aveva sostenuto che ci doveva essere un legame tra questa misura singola, scorporata, della prescrizione e la modifica del processo penale, perché altrimenti sarebbe stata una bomba posta sotto il processo. Qui, invece di legarla in maniera contenutistica alla riforma del processo penale, si è avuta solo la brillante idea di legarla a una data, il 1° gennaio 2020, quando, come è noto, da qui al 1° gennaio 2020 tendenzialmente non maturerà niente di diverso, quindi un qualcosa che è incostituzionale oggi continuerà a restarlo e a dimostrarsi tale una volta applicata.

La nostra pregiudiziale dice varie cose, e ricorda vari principi costituzionali che sono colpiti da varie norme, ma soprattutto da questa sulla pratica soppressione della prescrizione. Anzitutto l'articolo 111, e ne approfitto qui per sdebitarmi con il deputato Antonio Soda, che è scomparso qualche anno fa e che fu qui relatore della riforma sul giusto processo nel 1999, una delle riforme costituzionali più condivise del secondo sistema dei partiti e che aveva l'ambizione di riparare alle condanne sempre inflitte all'Italia dalla Corte di Strasburgo per la violazione dell'articolo 6 della Convenzione. Perché, come ricordava Jeremy Bentham, una giustizia ritardata è sempre una giustizia negata. La pregiudiziale vi parla, accanto a questo, anche di altri parametri costituzionali: dell'articolo 24, sul diritto di difesa; dell'articolo 27, sulla presunzione di non colpevolezza e della funzione rieducativa della pena.

Sono tutte cose che tutti gli auditi, nessuno escluso, hanno imputato a questo provvedimento, sia che fossero costituzionalisti sia che fossero penalisti sia che fossero processual-penalisti. Ho invece la sensazione, senza qui riprendere gli argomenti specifici della pregiudiziale così come è scritta e compiuta, che a voi sia sufficiente mettere dei titoli altisonanti ai provvedimenti, quindi parole come “lotta alla corruzione” o “trasparenza”, per giudicare poi legittimo qualsiasi strumento che si infila più o meno abusivamente in questi provvedimenti. Un metodo di fare completamente sbagliato. Vorrei, concludendo, qui richiamare l'attenzione a un episodio storico, a una lettera, che ci spiega esattamente come non sia possibile giustificare mezzi sbagliati a partire da finalità condivise. Il costituzionalista Salvatore Curreri ha appena pubblicato un volume, Lezioni sui diritti fondamentali, in cui riprende una lettera di San Tommaso Moro - proclamato qualche anno fa patrono dei politici, anche se le sue convinzioni in materia di libertà religiosa non erano esattamente le nostre e che accettò qualche singola forzatura in materia di intolleranza religiosa come cancelliere del re - in cui un corteggiatore integralista della figlia gli propose di condannare a morte a priori qualunque sospetto di eresia, questa era la proposta; lui gli scrisse una lettera, in cui scrisse così: tu vuoi fare un buco nella rete del diritto per andare di là a prendere il diavolo, ma una volta che tu abbia fatto quel buco, chi ti assicura che non sia il diavolo a balzar fuori a prendere te? Ecco, opponendoci a questo provvedimento noi non vogliamo fare un buco nella rete del diritto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Valentina Corneli. Ne ha facoltà.

VALENTINA CORNELI (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, dall'esposizione dei colleghi sembra che le principali contestazioni che ci sono state rivolte sono relative al fatto che andremmo a rompere degli equilibri interni al sistema penale così come oggi lo conosciamo. In effetti questo è vero, perché quegli equilibri del sistema penale derivano da scelte di politica criminale che noi non condividiamo, che sono state fatte da precedenti Governi e che noi in effetti vogliamo cambiare, perché abbiamo tutta la legittimazione possibile per farlo. Per quanto riguarda soprattutto la prescrizione, mi sembra un esempio anche abbastanza eclatante: ricordo che quando si doveva approvare la famosa “ex Cirielli” ci fu un appello che partiva da un centinaio di studiosi di diritto penale che chiedevano a grande voce di non approvarla, perché si trattava dell'ennesima legge ad personam funzionale a garantire l'impunità dell'allora Presidente del Consiglio.

PRESIDENTE. Collega Corneli, mi scusi… Onorevole D'Ettore, onorevole Umberto Del Basso De Caro, se possiamo cortesemente… Prego, onorevole.

VALENTINA CORNELI (M5S). Queste non erano certamente le parole di un grillino, perché ai tempi non c'eravamo, non erano le parole di Marco Travaglio, erano le parole del professor Giorgio Marinucci: sui suoi libri penso tutti abbiamo studiato. Questo è un po' l'ambito, il substrato da cui dobbiamo partire. Per quanto riguarda poi la nostra riforma della prescrizione, è certamente una riforma coraggiosa, però pensiamo anche che sia una riforma necessaria. Cerco di spiegare nel ragionamento in maniera molto veloce.

Abbiamo sicuramente un processo malato, e siccome questo processo è malato da una malattia cronica, che è la lentezza, noi gli somministriamo un farmaco d'urgenza, che è la prescrizione, che però ha degli effetti collaterali gravissimi, perché, da un lato, produce negazione di giustizia, dall'altro lato, produce un ulteriore effetto patogeno, che è quello di disincentivare riti alternativi e di incentivare invece delle impugnazioni, anche pretestuose, se qualcuno ovviamente se lo può permettere di supportare questi processi così lunghi, e quindi aggrava ulteriormente il problema.

Quindi, noi sostanzialmente somministriamo un farmaco che è peggiore del male, e questo per noi è chiaramente sbagliato, e quindi dobbiamo intervenire.

Non vogliamo che sia un intervento divisivo; infatti, la nostra riforma, oltre che necessaria, a mio avviso, è anche equilibrata, perché interveniamo dopo il primo grado di giudizio. Quindi, rispetto a quella prima fase in cui - ce lo hanno ricordato i colleghi stessi - la maggior parte dei reati, quelli bagatellari, si prescrivono comunque, quindi una sorta di effetto deflattivo in qualche modo resta, però i reati più gravi non si prescriveranno più, perché il dolore di una donna stuprata non si prescrive, così come non si prescrive il dolore delle famiglie delle vittime di una strage (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, ripeto, è un intervento necessario e un intervento equilibrato; ci diamo anche un termine entro il quale tutti insieme - questo lo voglio dire a gran voce, quindi dottrina, magistratura, avvocatura, ma anche colleghi della maggioranza e dell'opposizione - dobbiamo lavorare per curare veramente il processo penale da quella malattia cronica da cui è afflitto, perché noi sappiamo che è vero che a livello europeo, come ricordavano i colleghi, siamo stati molte volte condannati proprio per questa malattia, e non riusciamo a garantire quel sacrosanto principio che è la ragionevole durata del processo, però ci hanno anche redarguito perché non riusciamo a garantire nemmeno la certezza della pena.

E qui ci dobbiamo mettere d'accordo: il fine di un processo qual è, tutelare l'imputato? No, quello è il modus operandi. Il fine di un processo è quello di garantire la giustizia, perché alla base del contratto sociale c'è un cittadino che rinuncia a parte della propria libertà, e quindi cede il monopolio della forza allo Stato, ma in cambio vuole essere protetto dallo Stato, vuole che lo Stato eserciti lo ius puniendi. E, nel momento in cui lo Stato questo non lo fa, lo Stato ha fallito; questo penso che debba essere ben chiaro e penso che sia chiaro anche a livello europeo, dove, vi ripeto, dei colleghi mi chiedevano in quali sentenze c'è stato questo ammonimento da parte della Corte di giustizia. Penso alla famosa sentenza Taricco, con tutte le conseguenze poi che ci sono state: è dovuta intervenire la Corte costituzionale. A livello di Corte EDU penso all'ancora più tristemente nota sentenza Cestaro, e lì c'erano altre implicazioni, l'articolo 3 della CEDU, una lentezza non proprio fisiologica del processo, perché c'erano stati depistaggi e tutto il resto. Però, il principio non cambia: non dobbiamo somministrare un farmaco che è peggiore del male. Concludo, Presidente: dobbiamo, secondo me…

PRESIDENTE. Dobbiamo concludere.

VALENTINA CORNELI (M5S). …fare una riflessione. Erano altri i tempi bui del processo penale. Ricordo alcuni nomi e non voglio dire altro..

PRESIDENTE. Collega, lei è già mezzo minuto oltre.

VALENTINA CORNELI (M5S). Silvio Berlusconi, Andreotti, Licio Gelli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, collega.

Ha chiesto di parlare la collega Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, l'intervento di chi mi ha preceduto è rivelatore della profonda ipocrisia con la quale la maggioranza ha pensato, immaginato, scritto e adesso si accinge ad approvare questo provvedimento. E' l'ipocrisia di chi ha la necessità impellente di segnare un punto a proprio favore nella eterna lotta che si sta consumando tra le due anime che compongono questo Governo. Però, questa volta la lotta sembra contro i cittadini, sembra una lotta per peggiorare, invece che migliorare, il sistema giustizia, che affligge migliaia di cittadini che si trovano a doversi confrontare con esso nella propria vita. Chi mi ha preceduto ha ben detto che non ci sono interventi risolutivi, che si somministra un farmaco peggiore della malattia.

Ecco, allora mi domando se davvero sia necessario somministrare questo farmaco, e non posso non pensare ai modi con cui la maggioranza ha introdotto il tema della prescrizione in questo momento storico del dibattito politico e del dibattito parlamentare. È stato un autentico colpo di mano perpetrato dal MoVimento 5 Stelle, che ha la spasmodica necessità di un effetto propaganda sulla materia della giustizia, probabilmente per nascondere gli investimenti praticamente inesistenti nella legge di bilancio nel settore giustizia o che, comunque, porteranno i primi risultati nel corso di un triennio rispetto al quale non sappiamo nemmeno se questo Governo sarà ancora in carica.

Quindi, la posizione di Fratelli d'Italia è sempre chiara, anche rispetto a quella che tanti tra il MoVimento 5 Stelle definivano “la Costituzione più bella del mondo”…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, non vorrei citare di nuovo il collega D'Ettore, che lo sa, ma pregherei tutti i colleghi di fare maggiore silenzio, anche per consentire alla nostra collega di poter concludere il suo intervento. Prego.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Tra il MoVimento 5 Stelle erano tanti quelli che gridavano all'attentato della Costituzione più bella del mondo, quando un'altra maggioranza cercava di cambiarla con dei colpi di mano.

Fratelli d'Italia non è arroccata su posizioni precostituite, però la nostra posizione in materia di giustizia è sempre stata abbastanza chiara: gli innocenti devono essere subito liberati dalla gogna del processo e i colpevoli subito assicurati alla giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, basta con gli spot, basta usare la giustizia per la propaganda. Ecco perché voteremo a favore di queste pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà. Invito a un maggiore silenzio in Aula, cortesemente.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Ci apprestiamo a discutere un disegno di legge che si pone un obiettivo importante: la lotta al fenomeno della corruzione. Un costo democratico insopportabile, è stato definito, che non viene assorbito, risolto, dissuaso nella considerazione generale dalla distinzione tra corruzione percepita e corruzione effettiva, la cui distanza certo non può essere la statistica dei processi celebrati in Italia, che, magari, al più rappresentano la differenza tra l'emerso e il sommerso del fenomeno corruttivo.

Questo obiettivo, che il legislatore si pone già da un po' di tempo, almeno dal 2012 in poi, dalla legge Severino in poi, avrebbe meritato di essere affrontato con una discussione ampia, di tipo anche culturale e sociale. Una discussione che riguardasse la parte preventiva, che non poteva non considerare, ad esempio, la necessità di una riforma della nostra pubblica amministrazione; l'intercapedine tra la norma e la sua applicazione, lì dove più alberga, lì dove più nasce il germe della corruzione; o il fenomeno della iperproduzione normativa, che ci rende un ordinamento particolarmente complesso, in cui l'interpretazione è foriera di spazi di discrezionalità ampi e, per questo, pericolosi.

Si è preferito, invece, il crinale della misura repressiva, il ricorso al diritto penale, e anche qui nulla di nuovo, Presidente. Il diritto penale, però, è extrema ratio e va maneggiato con cura, perché il suo abuso può creare distorsioni peggiori dei mali che vuole curare; e all'orizzonte c'è, non nascondiamocelo, la preoccupazione dell'uso politico della giustizia, anche fosse per la propaganda politica che mi pare avere condizionato fin troppo la fase gestazionale di questa proposta di legge.

Un confronto, quello tra il Movimento 5 Stelle e la Lega all'interno della maggioranza, che sta spingendo il dibattito oltre la misura del merito e ci vede in questa settimana soltanto votare all'inizio la legge “spazza corrotti” e, alla fine, la conversione sul decreto sicurezza, perché la settimana si concluda con un pareggio, un pareggio politico, ma certamente non di qualità nella produzione normativa.

La proposta di legge presenta i profili di illegittimità costituzionale denunciati dai colleghi, perché, come abbiamo detto, non ha avuto il tempo di riposare nei lavori della Commissione, che sono stati sacrificati alla celerità del tempo. Profili di incostituzionalità che si segnalano sotto molteplici aspetti: in primo luogo, quello della progressività trattamentale della sanzione, che con il Daspo ai corrotti, quella che era la iniziale etichetta di questa proposta di legge, vede applicabili a condanne appena superiori ai due anni l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'incapacità di contrattare perpetua con la pubblica amministrazione.

A due anni la condanna può riguardare anche fatti molto blandi, poco gravi, e, nel caso dei reati contro la pubblica amministrazione, visto il progressivo inasprimento delle sanzioni che questi reati hanno ricevuto, anche fatti accompagnati dalla concessione delle attenuanti generiche. Fissare, poi, in una forbice edittale alta, tra i cinque e i sette anni, le sanzioni accessorie temporanee significa costringere il giudice a un meccanismo molto rigido, che non consentirà la valutazione di ogni caso in ragione della sua specificità.

Per non dire della scissione, sicuramente insopportabile, tra le pene principali e le pene accessorie, la possibilità di sospendere la pena condizionale per la pena principale e non quella per la pena accessoria, come se la prognosi di non recidiva potesse essere distinta paradossalmente a favore della misura più grave e non per quella meno grave.

La riabilitazione: è possibile immaginare che un soggetto abbia rescisso ogni legame con le logiche criminali per cui è stato condannato, tanto da meritare l'estinzione della pena detentiva e non anche quella della pena accessoria? E, ancora, l'agente sotto copertura; un cavallo di Troia col quale si introduce un agente provocatore; tale è quello che non si limita ad osservare, ma partecipa al fenomeno di formazione della prova. Una violazione patente dell'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Infine, la norma sulla prescrizione; la più grave, quella che adesso rappresenta l'etichetta di questo provvedimento normativo, che si basa su un sillogismo inaccettabile, un'equazione improponibile: l'imputato è un colpevole che va impunito; è una sovversione del principio di non colpevolezza contenuto nel nostro ordinamento che scarica sul cittadino i costi del cattivo funzionamento del sistema giudiziario.

Su tutte queste norme abbiamo attrezzato una proposta emendativa qualificata che speriamo - questo è un atto di fiducia che rivolgiamo alla maggioranza - questa discussione parlamentare possa valutare per riequilibrare un testo, rispetto al quale, per questa sola ragione, non abbiamo articolato una questione di legittimità costituzionale e vedremo esprimere un voto di astensione su quelle, pure, qualitative e fondate, dei colleghi degli altri gruppi parlamentari. Speriamo che questa discussione possa rappresentare, per il Parlamento, una prova di resistenza democratica (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità.

Passiamo ai voti, cortesemente, se i colleghi prendono posto.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Zanettin ed altri n. 1 e Migliore ed altri n. 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Essendo state testé respinte le questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate, passiamo al seguito della discussione.

Ricordo che, nella seduta del 19 novembre, si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori vi hanno rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 1189-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative presentate.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazione per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

A tal fine, le componenti politiche del gruppo Misto Minoranze linguistiche e Movimento Associativo Italiani all'Astero sono state invitate a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: Costa 01.01, 01.02, 01.03, 01.04, 01.05, 01.06, 01.07, 1.276, 1.275, 3.5, 3.0150, 3.0151 e 12.05, Bartolozzi 1.281, Montaruli 3.150 e Ferro 3.01.

Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, l'emendamento Conte 1.220, non preventivamente presentato in sede referente e volto a prevedere una riduzione delle pene detentive e pecuniarie, in caso di sentenza di condanna pronunciata oltre i termini di cui all'articolo 157 del codice penale.

Al riguardo, ricordo che la presidente della Commissione giustizia, nella seduta del 14 novembre 2018, nell'individuare i criteri di ammissibilità relativi agli emendamenti presentati a seguito dell'ampliamento del perimetro alla materia della prescrizione - criteri cui la Presidenza non ritiene di doversi discostare in questa sede - ha affermato che tale ampliamento non può valere a consentire l'ammissibilità di emendamenti che incidano su altri istituti e norme incidenti sullo svolgimento del processo penale (termini, appello, riparazione per ingiusta detenzione).

Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti Potenti 1.203, 1.212, 1.255, 1.283 e 3.207 sono stati ritirati dal presentatore.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1189-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, in considerazione della particolarità del testo che abbiamo di fronte, è immaginabile e plausibile che vi possano essere delle richieste di voto segreto. Ci chiediamo se, prima dell'avvio del procedimento, vi debba essere una indicazione su quali siano gli emendamenti che potrebbero essere sottoposti a questo particolare regime.

PRESIDENTE. La questione è nota, è stata posta agli uffici. C'è una valutazione, ancora, che il Presidente deve dare. Intanto, fino a pagina venti, per essere grezzi nel nostro lavoro, i voti segreti non sono preventivabili.

ENRICO COSTA (FI). Chiedo di parlare, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Faccio riferimento, signor Presidente, alla sua dichiarazione di inammissibilità di una serie di emendamenti. Ora, io mi chiedo e le chiedo, Presidente: noi stiamo trattando un tema che attiene per definizione alla ragionevole durata dei processi, perché il Ministro ci ha detto che i processi, causa le tecniche dilatorie degli avvocati, durano troppo, vanno in prescrizione e, quindi, dobbiamo sopprimere l'istituto della prescrizione. Ora, noi presentiamo degli emendamenti volti a ridurre questo danno, perché siamo convinti che l'assenza della prescrizione allungherà a dismisura i tempi dei processi e vogliamo, allora, indicare, in questi processi, dei termini di fase, stabilire che la prima fase, il primo grado abbia una durata di tre anni, il secondo grado di due anni e il giudizio di Cassazione di un anno. Pena, che cosa? O un'azione disciplinare nei confronti dei magistrati o l'estinzione del processo per un altro emendamento…

PRESIDENTE. Onorevole Costa…

ENRICO COSTA (FI). Mi scusi, Presidente, mi faccia finire, sarò brevissimo. Ora, come si può dire che questi emendamenti sono inammissibili per estraneità di materia? Io le chiedo semplicemente di metterli in votazione, poi, sappiamo benissimo quelli che sono i numeri in quest'Aula, però è evidente che c'è una correlazione molto stretta tra quanto abbiamo scritto, per ridurre il danno, rispetto a quanto è scritto nell'emendamento dei relatori che è inserito in questo testo, sulla prescrizione.

PRESIDENTE. Grazie, collega Costa, dopo darò la parola al collega Fiano, però vorrei rispondere alla sua osservazione, non entro nel merito, naturalmente. All'articolo 86, il primo comma dice testualmente che possono essere presentati in Assemblea nuovi articoli aggiuntivi ed emendamenti - come in questo caso - e quelli respinti in Commissione, purché nell'ambito degli argomenti già considerati nel testo o negli emendamenti presentati e giudicati ammissibili in Commissione. Trattandosi di questa fattispecie, di emendamenti che ha presentato - a prima firma sua, ma vale la stessa osservazione per quelli dei colleghi Bartolozzi, Montaruli e Ferro -, trattandosi di questa fattispecie, di emendamenti già dichiarati inammissibili in sede di Commissione, la Presidenza prende atto dell'inammissibilità degli emendamenti in sede di Commissione e dell'articolo 86, comma primo, che prevede, appunto, che non possano essere presentati ove ci sia stata una inammissibilità nella Commissione preposta.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente; circa l'ordine dei lavori, in relazione alla questione appena sollevata, io vorrei segnalare a lei, perché rimanga a verbale di questa seduta, che…

PRESIDENTE. Sto ascoltando con l'orecchio giusto.

EMANUELE FIANO (PD). Grazie, io vorrei segnalare a lei, l'ho fatto ieri in sede di discussione generale, una questione che io chiedo venga messa a verbale, e cioè… Lei ovviamente ha fornito una spiegazione corrispondente al testo del Regolamento sulle inammissibilità; però, io voglio ricordare che per ammettere l'allargamento della materia che è stato effettuato in Commissione, che permette il fatto che oggi in Aula discutiamo di una materia anche differente da quella iniziale, ci si è potuto citare un unico precedente nella storia della Camera dei deputati. Il precedente riguarda la legge elettorale e la seduta di I Commissione del 16 giugno 2005. Voglio ricordare, Presidente, perché sia chiaro il precedente, che secondo me è stato contraddetto dall'azione che si è svolta, per la quale oggi quegli emendamenti non sono stati ritenuti ammissibili, secondo me sbagliando, in Commissione e, di conseguenza, in Aula.

A noi, in Commissione, è stato precluso di presentare emendamenti dopo l'allargamento della materia, se non riferiti unicamente all'unica variazione, che era stato un emendamento che inseriva la prescrizione. Il precedente però che ci è stato presentato sia in Commissione che in Conferenza dei presidenti di gruppo, siccome ho riletto il verbale con attenzione, in quel caso il collega Gianclaudio Bressa, allora deputato de La Margherita, chiese al presidente di Commissione (siccome c'è stato presentato proprio questo): ma noi potremmo emendare solamente sul tema innovato, o sul tema in generale della legge? Per non farci determinare come inammissibili gli emendamenti che dovessero riguardare la prima parte. E il presidente Bruno dice: no, certamente, dopo l'allargamento dalla materia voi potrete emendare tutto.

Lei si rende conto, sono certo, Presidente, che è stato utilizzato un precedente che dice il contrario di quello che è avvenuto: perché se in Commissione – e cioè dopo la lettera del Presidente della Camera – fosse avvenuto quello che è successo nel 2016, quegli emendamenti del collega Costa sarebbero stati resi ammissibili in Commissione e, oggi, in Aula. Io ci tengo a dirlo, perché noi abbiamo… la maggioranza ha creato un precedente assolutamente nuovo, che ha precluso a noi gran parte dello sforzo emendativo che si poteva svolgere, in Commissione ed in Aula.

PRESIDENTE. Collega Fiano, prendo atto delle sue dichiarazioni, ma siamo sempre in quest'ambito: qui non possiamo sindacare quello che è accaduto in sede di Commissione. Prendiamo atto di quanto è accaduto, e l'articolo 86, comma 1, prevede appunto che, preso atto di quanto è accaduto, delle inammissibilità espresse in quella sede, bisogna applicarle anche qui.

FEDERICO CONTE (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, solo perché rimanga anche agli atti della Camera. Il mio emendamento, 1.220 Conte, non è tra quelli dichiarati inammissibili in Commissione; viene dichiarato qui inammissibile, se non capisco male, perché il presidente della Commissione lo ritiene non pertinente alla discussione.

Premesso che si tratta di un emendamento elaborato su una delle proposte rese nell'ambito della commissione Gratteri, che si è occupata di prescrizione, vorrei che rimanesse agli atti che questo emendamento, perché l'Aula lo ricordi, prevede la possibilità che per i cittadini processati in un processo che dura più di quello che è necessario per la sua prescrizione, per effetto delle sospensioni condizionali della prescrizione disposte, possa essere previsto un meccanismo di riparazione sulla pena, cioè che possa essere ridotta la pena in una misura frazionaria rispetto alla durata del processo in eccesso, di modo che venga compensato il sacrificio del processo, che è già pena, con una minore pena. Se questo non è pertinente al tema della prescrizione, Presidente, dopo che ho sentito parlare della farmacopea della prescrizione in quest'Aula, come se si trattasse di un farmaco, evidentemente qualcosa mi è sfuggito (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Collega Conte, adesso le risponderò; però, consentitemi di salutare la delegazione dello Stato del Qatar, guidato all'emiro Tamim bin Hamad al-Thani, che, insieme al Presidente Fico, è qui con noi. Ringraziamo l'emiro per la sua presenza (Applausi).

Onorevole Conte, l'emendamento e la questione che lei pone è una questione che sta nello stesso ambito della risposta che ho dato al collega Fiano e al collega Costa. Per la valutazione dell'ammissibilità dell'emendamento… però, se non interessa neanche ai proponenti… per la valutazione di ammissibilità del suo emendamento sono stati utilizzati gli stessi criteri, analoghi, che sono stati utilizzati in sede di Commissione per la valutazione: di conseguenza, l'emendamento è stato dichiarato inammissibile.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Sisto, lei ha qualcosa da dirci di diverso dal suo collega di gruppo, collega Costa?

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Certo, Presidente: per un richiamo al Regolamento, articoli 86 e 89.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente…

PRESIDENTE. Che è, quindi, la stessa cosa che ha detto l'onorevole Costa.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Mi permetterà di dimostrarle che la richiesta è diversa.

PRESIDENTE. Sono certo che ci riuscirà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Ci provo. Illustre Presidente, il tema dell'ammissibilità è un tema che nell'Aula va denunciato con particolare attenzione, perché ci si rende conto che laddove l'ammissibilità diventasse uno sport affidato semplicemente alla discrezionalità dei presidenti, proprio il comma 1 dell'articolo 86 impedirebbe ad emendamenti chiaramente ammissibili – perché, quando si tratta di prescrizione, l'articolo 111 della Costituzione parla di ragionevole durata del processo – di varcare la soglia dell'Aula. Allora l'articolo 89 consente – e mi corregga se la mia lettura del Regolamento non è precisa – di chiedere all'Assemblea di votare in ordine a questa tipologia di emendamenti, anche dichiarati non ammissibili in Commissione, preclusi da precedenti deliberazioni, ma che siano stati, per assurdo, dichiarati estranei.

Cioè, voglio dire: se il Presidente dovesse percepire per un attimo che il presidente di Commissione ha ritenuto inammissibili degli emendamenti che sono invece chiaramente ammissibili, come in questo caso… ed è gravissimo che sia accaduto che nelle Commissioni, oltre a quell'allargamento che non oso definire, se non originale per rispetto dell'Aula, ma inconsulto dal punto di vista metodologico. Qui siamo di fronte ad elementi chiaramente ammissibili, perché riguardano…

PRESIDENTE. Onorevole Sisto…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, ho finito. Le chiedo…

PRESIDENTE. Grazie. Siamo sullo stesso piano del suo collega precedente.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). No. Le chiedo di esercitare i poteri dell'articolo 89 e di mettere in votazione l'ammissibilità di questi emendamenti, tanto chiaramente è stato frustrato il giudizio di ammissibilità con delle decisioni di presidenti di Commissioni inaccettabili. Sarà l'Assemblea a stabilire, oltre quello che hanno fatto i presidenti di Commissione, come è nei suoi poteri ai sensi dell'articolo 89, se quel giudizio di ammissibilità non possa essere uno strumento, un artificio per impedire all'Assemblea di valutare emendamenti ammissibili.

L'articolo 89 ha proprio questa funzione: restituire al Presidente della Camera il potere di sindacare il giudizio di inammissibilità, rimettendo all'Assemblea questa decisione. Qui siamo di fronte a questo: qui parliamo di diritti fondamentali, come quello della durata ragionevole del processo. Io le chiedo pertanto esercitare il potere dell'articolo 89 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Collega Sisto, ci sono due ordini di valutazione. La prima: non è vero che non c'è una forma di appello, perché rispetto alle valutazioni di inammissibilità espresse in sede di Commissione ci si può rivolgere - come d'uso e come sia lei, probabilmente, ha fatto sia io ho fatto nel passato - al Presidente della Camera, per una valutazione aggiuntiva rispetto alla valutazione delle inammissibilità effettuate in Commissione.

La seconda osservazione: collega Sisto, lei converrà che se l'ammissibilità degli emendamenti venisse rimessa ad una valutazione dell'Aula, si perderebbe la terzietà della Presidenza in questa valutazione, a tutto vantaggio della maggioranza del momento. È quindi corretto che su questo non ci sia un'espressione dell'Aula sull'ammissibilità, ma ci sia un'espressione di un soggetto terzo, che, per prassi, ha sempre impedito che ci sia una votazione sull'ammissibilità degli emendamenti. Io conserverei questa prassi, ricordando altresì che l'articolo 89 prevede delle eccezioni molto particolari, che non mi sembra siano nella fattispecie.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. A che titolo?

CRISTINA ROSSELLO (FI). Presidente, ci scusi, non abbiamo capito la sua risposta, perché arrivava a tratti e non si sentiva. Ce la può ripetere?

PRESIDENTE. E io la ripeto volentieri, collega Rossello.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Grazie.

PRESIDENTE. No, non c'è bisogno di ripetere: la terzietà della Presidenza è garanzia per le minoranze sull'ammissibilità.

Se le ammissibilità venissero votate dalla maggioranza del momento, qualsiasi essa sia, si rischia che gli emendamenti dell'opposizione siano inammissibili e quelli della maggioranza ammissibili, e quindi è fondamentale che ci sia una terzietà della Presidenza nella valutazione. In questo caso specifico, ho aggiunto anche che, per gli emendamenti dichiarati inammissibili in sede di Commissione, c'è comunque la possibilità per gli interessati ad appellarsi ad un giudizio del Presidente della Camera, rispetto al giudizio dato dalla presidenza della Commissione. In questo caso, non credo sia stato fatto e, di conseguenza, io procederei, così come necessario, invitando i relatori e poi i rappresentanti del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti all'articolo 1. Partiamo da pagina 10, perché prima ci sono emendamenti inammissibili. Non so come vogliamo procedere, è importante che lei si alzi, poi apre il microfono e poi procediamo. Prego.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Grazie, Presidente. Su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1, i pareri sono tutti contrari tranne un parere favorevole con riformulazione sull'emendamento 1.95 Ferri…

PRESIDENTE. A che pagina siamo?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Siamo a pagina 43.

PRESIDENTE. Bene, allora, per i colleghi, per poter seguire in maniera ordinata, io credo che questo sia un metodo che possiamo accettare, da pagina 10 a pagina 43, il parere è contrario su tutti gli emendamenti; dopodiché, a pagina 43, l'emendamento qual è?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. È l'emendamento 1.95 Ferri, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione, Presidente.

PRESIDENTE. Ce la vuole leggere?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Al comma 1, lettera r), capoverso «ART. 323-ter», primo comma, sostituire le parole: “dell'iscrizione a suo carico della notizia di reato nel registro di cui all'articolo 335 del codice di procedura penale o, nei casi di cui all'articolo 335, commi 2 e 3-bis, del codice di procedura penale, della conoscibilità di tale iscrizione” con le seguenti: “di avere notizia che nei suoi confronti sono svolte indagini in relazione a tali fatti”.

PRESIDENTE. Collega Ferri, accetta questa riformulazione?

COSIMO MARIA FERRI (PD). Sì, la accetto.

PRESIDENTE. Vi sono altri pareri su emendamenti riferiti all'articolo 1?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. No, Presidente, il resto sono tutti contrari.

PRESIDENTE. I pareri sono contrari anche su tutti gli articoli aggiuntivi, collega Businarolo?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Sì, Presidente.

PRESIDENTE. I relatori di minoranza? Qui dobbiamo andare con un ordine diverso.

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Mi deve aiutare, perché…

PRESIDENTE. Siamo a pagina 10, emendamento 1.1 Lucaselli.

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Chiederei anche al relatore di minoranza di Forza Italia, onorevole Costa, di esprimere direttamente il parere, così facciamo più rapidamente. Siamo a pagina 10.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Sì, posso darle l'indicazione di quelli sui quali diamo parere…

PRESIDENTE. No, mi sembra complicata essendo in due. Pagina 10, rispondete al mio appello, così facciamo veloce. Emendamento 1.1 Lucaselli?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.2 Lucaselli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.20 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.21 Costa?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento 1.22 Costa?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Emendamento 1.24 Costa?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.200 Costa e 1.201 Bazoli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.151 Costa?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.152 Costa?

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.215 Vitiello?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori. Non si capisce niente…

PRESIDENTE. Non c'è un ordine dei lavori, stiamo dando i pareri. Accomodatevi, quando li abbiamo…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Ma questa stereofonia io non la comprendo…

PRESIDENTE. Non occorre l'ordine dei lavori. Collega Bazoli, prima parla lei, dopo parlerà il collega Costa. Guardi, lo abbiamo fatto tante volte, poi l'importante è che noi che siamo qui lo capiamo. Identici emendamenti 1.153 Costa, 1.154 Lucaselli e 1.202 Bazoli. A pagina 14.

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.213 Conte?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.161 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.170 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.162 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Pagina 18, emendamento 1.163 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.167 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.166 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.168 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.169 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.171 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.126 Conte?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.165 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.172 Lucaselli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.205 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.173 Ferri?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.174 Ferri?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.175 Zucconi?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.176 Costa, 1.180 Conte e 1.181 Lucaselli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.164 Vitiello?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.177 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.179 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.178 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.182 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.183 Santelli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.184 Santelli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.185 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.186 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.187 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.188 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.127 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.29 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.37 Bordo, 1.40 Costa e 1.250 Conte?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.41 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.42 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.251 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.43 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.44 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.252 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.45 Cristina?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Mi rimetto all'Aula.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.47 Bazoli, 1.48 Costa e 1.253 Conte?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.52 Bartolozzi?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.254 Conte?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.50 Ferri?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.49 Bordo?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.56 Bartolozzi?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Poi c'è una serie a scalare: emendamenti 1.58 Bazoli e 1.59 Bordo?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il parere sull'emendamento 1.73 Vitiello?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.63 Ferri e 1.284 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Identici emendamenti 1.63 Ferri e 1.284 Costa: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.67 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.67 Costa: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.68 Conte?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.68 Conte: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.257?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.257 Bazoli: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.70 Bazoli e 1.259 Conte?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Identici emendamenti 1.70 Bazoli e 1.259 Conte: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.258 Bartolozzi?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.258 Bartolozzi: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.71 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.71 Costa: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.260 Bartolozzi?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.260 Bartolozzi: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.72 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.72 Costa: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.75 Lucaselli e 1.271 Bazoli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Identici emendamenti 1.75 Lucaselli e 1.271 Bazoli: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.76 Bazoli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.76 Bazoli: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.190 Bartolozzi?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.190 Bartolozzi: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.84 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.84 Costa: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.85 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.85 Costa: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.272 Vitiello?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.272 Vitiello: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.78 Verini?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.78 Verini: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Identici 1. 86 Vitiello, 1.87 Costa e 1.88 Bazoli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Identici 1. 86 Vitiello, 1.87 Costa e 1.88 Bazoli: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.91 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.91 Costa: mi rimetto all'Aula.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.93 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.93 Costa: mi rimetto all'Assemblea.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.94 Bordo?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.94 Bordo: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.95 Ferri?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.95 Ferri, nel testo riformulato: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.96 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.96 Costa: mi rimetto all'Aula.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.97 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.97 Costa: mi rimetto all'Aula.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.98 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.98 Costa: mi rimetto all'Aula.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.99 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.99 Costa: mi rimetto all'Aula.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.101 Conte?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.101 Conte: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.106 Ferri?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.106 Ferri: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.108 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.108 Costa: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.109 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.109 Costa: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.110 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.110 Costa: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.111 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.111 Costa: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.112 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.112 Costa: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.114 Conte?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.114 Conte: mi rimetto all'Aula.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.115 Vitiello?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.115 Vitiello: mi rimetto all'Aula.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.116 Vitiello?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.116 Vitiello: mi rimetto all'Aula.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.118 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.118 Costa: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.122 Ferro?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.122 Ferro: mi rimetto all'Aula.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Emendamento 1.191 Lucaselli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.191 Lucaselli: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.273 Bartolozzi?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.273 Bartolozzi: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.277 Bartolozzi?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.277 Bartolozzi: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.278 Bazoli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.278 Bazoli: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.279 Bazoli?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.279 Bazoli: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.280 Bordo?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.280 Bordo: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.276 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.276 Costa: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.275 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.275 Costa: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. In realtà gli emendamenti Costa 1.276 e 1.275 sono inammissibili.

Emendamento 1.274 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.274 Costa: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 1.282 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Emendamento 1.282 Costa: parere favorevole.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 1.0200 Costa?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Articolo aggiuntivo 1.0200 Costa: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 1.0201?

ALFREDO BAZOLI, Relatore di minoranza per la II Commissione. Articolo aggiuntivo 1.0201: parere contrario.

ENRICO COSTA, Relatore di minoranza per la II Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. I pareri del Governo sono conformi a quelli della relatrice di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1 Lucaselli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Iniziamo a entrare nel vivo di questo provvedimento e mi permetteranno i miei onorevoli colleghi di dire che questo capo del disegno di legge che è composto dagli articoli da 1 a 9 modifica una serie di cose: modifica il codice penale, modifica il codice di procedura penale, quello civile, l'ordinamento penitenziario, il codice della trasparenza e alcune leggi speciali, quindi diciamo che in realtà - come spesso accade in Italia - si parte da un'idea, quindi si parte dalla volontà di aggiungere e di migliorare alcune parti e poi in realtà si toccano varie materie in un modo che sicuramente avremo modo di discutere e di chiarire, più o meno condivisibile, noi non lo condividiamo, ma questo è.

L'emendamento 1.1, quindi l'emendamento che noi abbiamo presentato, tende a sopprimere la lettera a) del comma 1 perché abolisce la necessità della richiesta del Ministro della giustizia della denuncia della persona offesa per il perseguimento dei reati di corruzione e di altri delitti contro la pubblica amministrazione che siano stati commessi all'estero da cittadino italiano. Ora noi riteniamo che la procedibilità e le forme della procedibilità siano una baluardo della giustizia e della costituzionalità dell'azione penale e dell'esercizio di quell'azione penale, soprattutto quando questo investe diritti e ordinamenti anche a matrice estera.

Quindi, chiediamo che questa posizione venga rivista proprio a tutela e a garanzia della procedibilità e quindi del procedimento che poi va ad instaurarsi. Per cui, riteniamo che sia assolutamente necessario rivalutare questa posizione affinché si possa procedere nelle forme già previste nel nostro ordinamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Lucaselli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del PD e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Lucaselli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del PD e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.20 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Io ci terrei che gli amici della Lega, oltre logicamente a tutti gli altri, mi sentissero, perché, Presidente, sono questioni tecniche ma che toccano il cuore dell'impresa italiana. Presidente, con questo emendamento si aggiunge nel codice penale un articolo 32-quater e l'articolo prevede che ogni condanna, per i delitti che abbiamo visto, comporta incapacità di contrarre con la pubblica amministrazione. Che vuol dire? Presidente, vuol dire che questo riferimento generico a ogni tipo di condanna rischia di consentire l'irrogazione di una pena accessoria anche in caso di condanna non definitiva. Questo stride e… Presidente, non riesco… Presidente, grazie. Allora, questo principio stride - dicevo - ed è in evidente violazione con l'articolo 27 della Costituzione, soprattutto in relazione al principio di presunzione di innocenza. Presidente, introdurre l'interdizione e, quindi, l'incapacità di contrarre con la pubblica amministrazione e prevederla insieme all'interdizione perpetua dai pubblici uffici nei casi di condanna superiore a due anni e ancora, con l'articolo che vedremo poi, prevedere la riabilitazione della riabilitazione comporterà che ci saranno delle pene accessorie che saranno iper-resistenti e saranno più lunghe di quella che sarà la condanna definitiva.

Tra l'altro l'articolato, Presidente, è assolutamente inutile. Infatti, poiché la pena accessoria viene comminata a una persona fisica - e, quindi, si tratta solitamente di manager - l'azienda potrà facilmente sostituirla. Quindi, quello che vuole il MoVimento 5 Stelle, cioè estirpare il male e punire i corrotti, di fatto così non sarà perché con la semplice sostituzione del manager l'azienda, se è un'azienda che non si comporta bene, continuerà nel suo operato. Presidente, non sono solo cose che abbiamo rilevato noi di Forza Italia in Commissione - e, purtroppo, sono rimasti sordi i nostri colleghi - ma lo hanno ribadito tutti gli auditi durante le loro dichiarazioni. Io ne vorrei citare solo qualcuno: il professor Masucci ha detto che “l'automatismo dell'incapacità perpetua a contrarre contrasta con i principi di proporzionalità e adeguatezza e il principio di rieducazione della pena”; e, ancora, il professor Gatta, Presidente, ha ritenuto “l'automatismo in contrasto con il principio - anche qui - della proporzione della pena rispetto alla gravità del reato”; e, ancora, il Consiglio nazionale forense ha contestato l'automaticità della pena accessoria che priva il giudice di discrezionalità e viola l'articolo 3 della Costituzione.

Sarà semplice, se la relatrice o i relatori vorranno dire qualcosa, aggiungere che ci sono state altre due parti. Presidente, in Commissione ci sono stati degli auditi che hanno appoggiato questo emendamento e sono stati il procuratore nazionale antimafia e in genere tutta la procura e le forze dell'ordine. Ma, Presidente, c'è un perché: perché è come se chiediamo all'oste se gli piace il vino. E, allora, chi ha strumenti investigativi più efficaci è indubbio che dirà che queste norme sono di vantaggio. Il problema è che dimenticano che c'è una Costituzione, che ci sono i principi della Costituzione, che ci sono l'articolo 3, l'articolo 27 e l'articolo 111.

Quindi, amici della Lega votando questo emendamento e introducendo l'incapacità a contrarre perpetua nei confronti della pubblica amministrazione noi massacriamo le imprese. Come lo spieghiamo al vostro elettorato? Perché, Presidente, mi rivolgo solo a loro? Perché io sono sicura di non essere compresa dal MoVimento 5 Stelle, che ha un'ottica giustizialista fortemente preconcetta; non così la Lega, Presidente. Allora, io auspico che quel contraddittorio, che è mancato in Commissione, ci sia oggi e ci sia domani. Amici della Lega svegliatevi, perché alle imprese nel nord - e anche del Sud - dovrete ritornare voi a chiedere i voti. Sarete voi a chiedere i voti e non noi e i voti non li riprenderete se mortificherete il nostro tessuto vitale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e del Partito Democratico.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 16,37)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori. Pur portando gli occhiali, temo di aver visto correttamente: lei, poco tempo fa, in quest'Aula seduto come se fosse il padrone di quest'Aula unitamente ad un emiro, che evidentemente ha una concezione diversa della democrazia, voglio sperare e credere che lei all'emiro abbia chiesto se è lo stesso Qatar che finanzia l'integralismo islamico in Libia e in Siria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), voglio sperare che lei abbia chiesto all'emiro garanzie in ordine al finanziamento delle moschee italiane e dei centri islamici italiani che diffondono l'integralismo islamico, voglio, cioè, sperare che lei possa offrire garanzia a quest'Aula che lei ha difeso l'italianità e non ha fatto il tappetino degli emiri che finanziano l'integralismo islamico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Come sempre, non ha niente da preoccuparsi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.21 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Facciamo intervenire il collega. Deputato Sisto, prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, un antico adagio precisa che la pazienza ha un limite. Io direi che il limite della pazienza lo si raggiunge subito in questo provvedimento, perché la facilità con cui si negano principi basilari del nostro diritto, la disinvoltura con cui si ritiene di poter raggiungere un obiettivo contrario al sistema esaurisce ogni forma di pazienza subito.

Qui noi stiamo affermando, illustri colleghi, che la pena accessoria - conoscete il significato di “accessorio” rispetto a “principale”? - diventa superiore rispetto alla pena principale. Diventa eterna, perpetua. Cioè, voi non vi rendete conto di quello che noi stiamo votando. Noi stiamo votando una bestemmia giuridica, un'eresia penalistica di rara portata. È come dire che: “ho andato” è meglio di: “sono andato”. Noi stiamo votando un “ho andato” giuridico assolutamente inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Io vi prego, perché noi ne risponderemo di fronte a generazioni di giuristi. Affermiamo che la pena accessoria è eterna e vale più di quella principale. Ma voi non vi rendete conto o, meglio, non potete non rendervi conto... Qualcuno ha detto in talune sentenze, Presidente, che qualcuno non può non sapere, caro Ministro, che finalmente vediamo nella nostra Aula, ed è una gioia poterla vedere in quest'Aula e finalmente affrontare le sue - virgolette – “responsabilità” - chiuse virgolette - ma io direi le sue irresponsabilità a fronte del testo che ci propone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ma, Presidente, ne risponderemo a giuristi che hanno onorato questo Parlamento, a norme codicistiche che hanno strutturato un sistema. Ma la parola “sistema” non vi interessa, non vi interessa che noi oggi votiamo una sorta - come posso dire - di paradosso per cui a fronte di una pena principale temporanea risponde una pena accessoria perpetua. Ma sbaglio, autorevoli colleghi (e l'autorevolezza la si manifesta col voto e non soltanto con il ruolo)?

Ma sbaglio, autorevoli colleghi - e l'autorevolezza la si manifesta col voto, non soltanto col ruolo -, quando sostengo che la nostra Costituzione dà alla pena temporanea accessoria - e immagino che il Ministro stia controllando l'articolo 27 dalla Costituzione, sono sicuro che lo sta controllando in questo momento - un valore rieducativo? Ma una pena accessoria eterna, perpetua, l'ergastolo della pena accessoria, può avere mai un valore rieducativo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? La Corte Costituzionale interverrà a piedi uniti su questi provvedimenti, per forza, è indispensabile! E noi li votiamo in nome di che cosa? Si dice: ah, ma nel contratto… A parte il fatto che non mi sembra che il contratto sia la Bibbia, il Corano o se volete un libro di sacre scritture, perché il contratto, ammesso che possa avere un valore, fa i conti con quella che soltanto questa mattina - illustre Ministro, sorridente come sempre, troppo sorridente - noi abbiamo onorato in quest'Aula, l'ha detto il Presidente Mattarella più volte e lo ha ribadito oggi, con la sua presenza in Aula: la Costituzione! Che vi piaccia o non vi piaccia, la dovete rispettare, e non c'è contratto di Governo che possa legittimare questa violazione! Non esiste! La pena è rieducativa, e la pena accessoria eterna è un insulto alla rieducazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Illustre Presidente, si pretende di procedere con la forza dei numeri e con il rapporto fra provvedimenti in votazione, l'anticorruzione e il decreto sicurezza, che si rincorrono quasi giocando a rimpiattino su un consenso scambiato; certo, un voto di scambio, fatemi passare questo termine, ma che in qualche modo deve fare i conti - deve fare i conti! - con quella che è l'Aula.

Noi voteremo questo emendamento, in cui chiediamo di escludere il peculato e il traffico di influenza, ma la rivoluzione che è all'interno di ciascun giurista c'è, Presidente, è enorme, ed è difficile che in quest'Aula i numeri possano superare questo senso, questo istinto di difesa dei principi costituzionali. Noi di Forza Italia saremo sempre su questa linea: difenderemo la Costituzione e non faremo sconti a nessuno su questo punto. Voteremo questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza del Partito Democratico.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.22 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, questo emendamento punta a sopprimere il riferimento al peculato dalla gamma dei reati per i quali si applica l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. Ora, io capisco che il Governo abbia voluto fare di tutt'erba un fascio e buttare tutti i reati contro la pubblica amministrazione dentro questa pena accessoria, ma la pena accessoria dell'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione è una pena che è finalizzata a prevenire o a colpire il soggetto che contratta con la pubblica amministrazione, quindi l'imprenditore, il manager, mentre il peculato è un reato proprio del pubblico ufficiale, lo commette il pubblico ufficiale. Mi vuole spiegare, il Ministro, quale finalità ha l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione applicata ad un sindaco che magari fa l'impiegato di banca o fa un'altra cosa? È proprio un reato proprio il peculato, commesso esclusivamente dal pubblico ufficiale; altro è il reato di corruzione, che è bilaterale, dove c'è un pubblico ufficiale da una parte e un privato dall'altra, e allora il privato può essere colpito con questa specifica pena accessoria. Voler inserire il peculato in questa gamma mi sembra proprio completamente uscire dalle finalità stesse dichiarate dal provvedimento, quindi fare confusione nelle norme. Posso capire l'interdizione dai pubblici uffici che colpisce il pubblico ufficiale, è una sanzione appropriata, coerente e lineare; il peculato, invece, non c'entra assolutamente niente con l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione.

Per questo chiederei al Ministro, che è qui presente e conosce giuridicamente i passaggi, eventualmente l'accantonamento, e di fare una rivalutazione su questo emendamento. Noi abbiamo chiesto di espungere due reati: il peculato, in questa logica, e il traffico di influenze, in una logica diversa, perché il traffico di influenze è una norma totalmente confusa, è una norma sulla quale vorremmo tornare, nell'emendarla e una norma per la quale non si conosce prima ciò che è lecito e ciò che è illecito. Quindi, chiederei la possibilità di accantonare questo emendamento.

PRESIDENTE. C'è dunque una richiesta di accantonamento. Relatrice Businarolo?

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Presidente, la richiesta è respinta.

PRESIDENTE. Quindi parere contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza del Partito Democratico, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.24 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, con questo emendamento noi intendiamo escludere dal novero dei reati per i quali viene irrogata la sanzione dell'incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione in perpetuo il reato di traffico di influenze. Il reato di traffico di influenze è quello che definiamo, in termine tecnico, un reato a condotta evanescente, cioè le condotte tipiche del reato non sono così delineate dal punto di vista del loro perimetro e, quindi, si prestano a una serie di valutazioni legate all'interpretazione del singolo magistrato. È, peraltro, un reato che nell'esperienza quotidiana che abbiamo visto maturare davanti ai tribunali ha anche una carenza normativa nel suo presupposto, perché il Parlamento non ha ancora normato in modo adeguato l'attività di lobbying.

Per cui, evidentemente esiste tutta una serie di zone grigie nelle quali magari incappano dei soggetti che fanno appunto attività di lobbying ma che, evidentemente, non hanno un quadro chiaro di quella che è l'attività lecita rispetto a quella che è l'attività illecita, per cui noi riteniamo che sia assolutamente ingiusto e assolutamente incostituzionale che questo reato, che, ripeto, non è tra i più gravi, venga inserito nel novero dei reati per i quali, a seguito di una condanna che supera anche di un solo giorno i due anni, venga irrogata la sanzione della incapacità a contrarre con la pubblica amministrazione. Una sanzione che, come ricordavamo prima nel nostro intervento in materia di pregiudiziali di costituzionalità, è palesemente incostituzionale perché viola l'articolo 27, comma terzo, della Costituzione che, lo ricordiamo, Presidente, è quell'articolo della Costituzione che tende alla rieducazione del condannato.

Ora, se noi stabiliamo una pena perpetua, come quella dell'incapacità di contrarre per sempre con la pubblica amministrazione, evidentemente violiamo quel principio sacrosanto che i nostri padri costituenti hanno scritto nella Costituzione. E quindi, Presidente, noi non possiamo che chiedere che l'Aula aderisca a questa nostra proposta emendativa e voti favorevolmente questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.24 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza del Partito Democratico e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.200 Costa e 1.201 Bazoli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del Partito Democratico e di Forza Italia.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Grazie, Presidente. Dicono che sia una riforma epocale; in realtà è una riforma illiberale e che con la corruzione non c'entra affatto. Una riforma fatta di notte, senza guardare negli occhi il Paese, la gente che lavora, la gente che, magari, è impegnata in processi dai quali poi esce assolutamente pulita e assolta. È una riforma che fa cadere la presunzione di innocenza, che capovolge i cardini del nostro ordinamento e che fa sprofondare la giustizia, la nostra giustizia, quella con la lettera maiuscola, nel caos. Presidente, la domanda che viene spontanea in questi momenti è: perché si fa tutto questo?

Lei ha autorizzato le audizioni, e di questo noi la ringraziamo, ma, quando si dispongono le audizioni e le audizioni ci dicono determinate cose, ci sarebbe da aspettarsi e da auspicare che poi la politica, che il Parlamento ne faccia tesoro, e invece questo non è avvenuto. Le audizioni che noi abbiamo fatto ci hanno ribadito, quando forse non ce era neanche il caso, che questa riforma della prescrizione cozza con l'articolo 111 della Costituzione e con l'articolo 6, paragrafo 1, della CEDU, in materia di ragionevole durata del processo. E, allora, perché noi andiamo avanti? Perché noi ci attestiamo in una posizione che ci porta a scardinare questi principi? Non ce lo hanno detto quattro persone che passavano lì per caso: ce lo ha detto il presidente della Corte di cassazione Mammone, ce lo ha detto il procuratore generale della Cassazione Fuzio. Ci hanno detto, ci hanno ricordato e ci hanno confermato quello che noi stavamo dicendo, che questi principi manderanno nel caos la giustizia, manderanno nel caos i processi, perché i procedimenti davanti ai giudici saranno assolutamente ingovernabili.

E, allora, basta questo? No, ci hanno anche spiegato e confermato che i processi interminabili, di durata sterminata, metteranno anche le parti lese in una condizione di non vedersi riconosciuti i loro diritti, perché, sì, le parti lese, quando si costituiscono in un processo penale, per avere diritto al risarcimento devono attendere la pronuncia definitiva; una pronuncia definitiva che in questo caso non ci sarà mai, non ci sarà più. Non ci sarà più perché noi sappiamo che il 66 per cento dei processi si prescrivono nella fase delle indagini, ma gli altri si prescrivono nel tempo. E non bastano 18 anni per un processo di corruzione? Ma non si prescriveranno più solamente i processi per corruzione, ma non si prescriveranno più anche altri processi, i processi per reati bagatellari, quelli che impegnano la responsabilità per i quali le parti lese aspettano i loro diritti. Ci è stato detto: ma non esiste anche in altri Stati?

Sì, ma quegli altri Stati ci mettono tre o quattro anni per fare un processo, non vent'anni come da noi. E, allora, mi domando: quei cittadini che vengono rinviati a giudizio con un decreto penale di condanna e a cui viene sospesa un'autorizzazione amministrativa e di Governo, dovranno cambiare lavoro, perché quel termine andrà avanti in eterno. Allora mi rivolgo, perché il tempo si sta esaurendo, ma mi impegno a chiarire questo principio, ai colleghi leghisti: ma come faranno a uscire da questo Parlamento e a guardare negli occhi quei cittadini e quelle imprese a cui si sono rivolti?

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, non basta vergognarsi di questo provvedimento qui in Parlamento e fuori dal Parlamento; per vergognarsi e per rispondere adeguatamente a un provvedimento di questa natura, bisogna votare contro. Non bisogna dire che fa schifo solamente a microfoni spenti: bisogna avere il coraggio, bisogna avere il coraggio di votare contro in quest'Aula. Non solamente a microfoni spenti e guardando, magari di sbieco, i colleghi, uscendo tristemente da queste Aule (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Ministro Bonafede, sono molto contento di vederla qui, oggi, e la ringrazio della presenza, anche perché sono stato fra quelli che nel corso del dibattito in Commissione ha più volte invocato la sua presenza per discutere nel merito della prescrizione. Nel corso dell'attività istruttoria in Commissione abbiamo chiarito cose che in parte sapevamo già, però è stato giusto chiarirle una volta per tutte; in parte sono già state ripetute nel dibattito. Circa il 60 per cento delle prescrizioni maturano in primo grado, quindi sono fuori dalla portata della riforma che lei ha proposto; circa il 50 per cento delle prescrizioni maturano in sole quattro corti di appello: Venezia, Torino, Roma e Napoli.

In Cassazione non si prescrive pressoché nulla.

Con il presidente Canzio, che è venuto in Commissione, il quale è stato giustamente orgoglioso nel ribadire come la corte d'appello di Milano, di cui è stato indimenticato e apprezzato presidente, sia una di quelle corti d'appello assolutamente virtuose, che non lasciano prescrivere nulla, abbiamo convenuto che invece la corte di appello di Venezia, distretto al quale appartengo come ordine degli avvocati, essendo vicentino, presenta, invece, delle gravi lacune, ma andiamo a vedere perché; è un dato sul quale mi sono confrontato anche in Aula, col sottosegretario Morrone che, oggi, non vedo. Ebbene, Ministro, il numero dei fascicoli in carico a ciascun consigliere della corte d'appello di Venezia è pari a 528; la corte virtuosa di Milano prevede, invece, 165 fascicoli a carico di ciascun consigliere; la corte d'appello di Torino, confrontabile, dal punto di vista della dimensione del distretto, con quella di Venezia, ha 319 fascicoli a carico di ciascun consigliere. Su questi temi dell'organizzazione giudiziaria abbiamo accettato un confronto - glielo dico, Ministro - anche in Commissione, col sottosegretario Ferraresi; abbiamo chiesto dei dati, ma ahimè, il confronto non c'è stato, il sottosegretario ci ha portato soltanto una paginetta Excel di dati assolutamente non intellegibili; abbiamo chiesto di poterli approfondire, ci è stato detto che il Ministero non ha altri dati, cosa che non ritengo sia plausibile, e, quindi, il tema dell'organizzazione è stato assolutamente trascurato.

Ministro, io credo che veramente il tema della prescrizione si possa risolvere migliorando la organizzazione dei magistrati sul territorio, perché io le ho fatto un esempio, ma è un esempio assolutamente incontestabile, si tratta di dati ministeriali confrontati con i suoi sottosegretari; esistono corti di appello, dove si maturano prescrizioni, che non hanno un organico adeguato e bisogna adeguare l'organico, magari spostando i magistrati da altre corti d'appello, e ci sono altre corti d'appello che, invece, garantiscono i risultati della celebrazione dei processi, perché, invece, hanno organici adeguati. Questo è il tema vero, non sospendere, bloccare la prescrizione, stabilendo un principio anticostituzionale che va contro la ragionevole durata del processo. Su questo avremmo voluto un confronto con il Ministero; non ci è stato dato, ma spero che, almeno in questo nostro dialogo, qualche miglioramento possa maturare, sotto questo profilo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, anche su questo tema, noi di Fratelli d'Italia abbiamo cercato di aprire un confronto con il Governo per affrontare il vero nodo della questione prescrizione, perché il nodo della questione prescrizione non è - l'ho detto tante volte, non mi stancherò mai di ripeterlo - un atteggiamento da parte dell'Avvocatura che adotta tecniche dilatorie; il vero problema della prescrizione è un apparato, un sistema giustizia che non riesce a giungere a una sentenza in tempi ragionevoli.

Come tutti sanno, qui dentro, la prescrizione in Italia matura già abbastanza tardi nel tempo, per consentire a un Paese normale di celebrare un processo, però, vede, sorprende, Presidente - approfitto della presenza in Aula del Ministro -, che questa riforma epocale della giustizia non passi, ad esempio, dall'introdurre termini perentori per le procure che, per ora, hanno solo termini ordinatori, non passi dalla volontà di aumentare l'organico della magistratura, non passi dalla volontà di aumentare l'organico delle cancellerie, perché per questo i processi si prescrivono e allora tutto ciò è solo propaganda, sono soltanto spot. Ecco, perché Fratelli d'Italia voterà a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Riteniamo che sia assolutamente inaccettabile questa disposizione, così come è presentata, giacché appare chiaro come si intenda scaricare su colui che si trova a dover sopportare e subire quello che qualcuno ha già definito come l'ergastolo del processo una sostanziale impossibilità ad uscire dal medesimo, fino a quando, appunto, non vi sia una sentenza che lo possa giudicare come innocente, giacché solo con la sentenza di primo grado si potrebbe, di fatto, arrivare a una paresi dell'esito dell'azione giudiziale che, eventualmente, è stata promossa ai suoi danni.

Ed è per questo che riteniamo che questa disposizione violi qualsiasi principio, non solo di ragionevole durata del processo, come previsto dalla nostra Costituzione, ma, anche e soprattutto, qualsiasi principio di presunzione di innocenza che, a nostro modo di vedere, deve essere uno dei capisaldi di qualsiasi ordinamento democratico e ispirato a un reale principio di legalità.

Per queste ragioni ci schieriamo fortemente contro questa disposizione e riteniamo, al contempo, che sarebbe importante agire, piuttosto, non dalla fine del processo, ma, al contrario, da una revisione complessiva del medesimo, prima di arrivare a parlare dei temi della prescrizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, è chiaro che questa norma descrive esattamente quali sono le intenzioni del MoVimento 5 Stelle e, in particolare, del Ministro Bonafede, il quale dimostra, anche con questa disciplina, di non comprendere quali siano i presupposti fondamentali del nostro ordinamento. La prescrizione è un istituto giuridico che fa parte della tradizione giuridica di tutti gli Stati europei, in particolare, quelli delle democrazie occidentali.

È evidente che il Ministro non sa quello che fa, perché sospendere la prescrizione dopo il giudizio di primo grado fino a una sentenza irrevocabile, significa fare una vittima; la prima vittima sono le vittime del reato, le quali ad libitum dovranno rispondere e non potranno ottenere un risarcimento. Con il parlare di prescrizione, toccare questi istituti - non sono monadi nell'ordinamento, le norme dialogano fra sé -, quindi, lei dimostra che il suo cognome - parlo tramite il Presidente – è Bonafede, ma la sua è mala fides superveniens, lei la sta riportando, la malafede (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché solo la malafede può portare a trasformare un istituto che è fondamento dell'ordinamento giuridico, in particolare, penale, in questo modo. Lei non sa quello che fa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Grazie, deputato D'Ettore.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, io vorrei che i colleghi capissero cosa stiamo contribuendo a normare. Presidente, io sono preoccupata e sono preoccupata anche perché vedo molti colleghi disincantati, disinteressati, distratti; io non lo sa cosa sta succedendo dentro l'Aula ma, Presidente, i colleghi non capiscono cosa stiamo licenziando. Noi prevediamo la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado; cosa vuol dire? Che chi è assolto rimarrà attaccato - io l'ho già detto - al cappio della giustizia, fintanto che il PM si determinerà a fare appello. Cosa vuol dire, Presidente? Che le vittime dei reati che attendono un risarcimento dovranno aspettare trent'anni prima di essere risarcite; ma perché le coscienze non si scuotono, perché questo appiattimento generale? Ma come lo spieghiamo, Presidente, fuori da quest'Aula, che stiamo facendo uno scempio? È una norma scriteriata e scellerata.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, io glielo dico veramente come appello, richiami lei al senso, veramente, all'etica; vi rivolgete all'esterno per cercare… Ministro Bonafede lei si rivolge per cercare… dice che apre le porte del Ministero al confronto e alla dialettica. Non c'è confronto, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Grazie, deputata Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (FI). Presidente, questa norma, così come è scritta, pone, ovviamente chi l'ha scelta, chi l'ha pensata, fuori dalla realtà, perché se anche solo per un minuto vi foste dedicati a parlare con una persona offesa dal reato, che entra in tribunale e si trova di fronte ad aule strapiene, a situazioni decisamente imbarazzanti, a giudici che non riescono a gestire l'Aula, ma soprattutto a rinvii lunghissimi, 6, 8 o 10 mesi tra un'udienza e l'altra, quando, magari, si tratta soltanto della necessità di un breve rinvio perché il testimone non può comparire, allora, a queste persone, dovrete spiegare, il giorno dopo che entrerà in vigore la sospensione della prescrizione, che oltre a essere offese dal reato, diventeranno vittime dello Stato; sì, perché lo Stato non le tutelerà più, perché lo Stato non gli garantirà di ottenere un risarcimento congruo, giusto, nei tempi che la Costituzione gli dovrebbe garantire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, devo dire che con questa norma il Ministro è riuscito veramente in un primato: è riuscito a mettersi contro tutto il mondo della giustizia, avvocati, magistrati, accademici, tutti contrari! E perché? Perché è ovvio: perché il Ministro ha scoperto una nuova figura, l'ergastolo processuale. Dinanzi alle inefficienze e alle incapacità dello Stato a svolgere un processo in tempi brevi, noi rispondiamo con l'ergastolo processuale: fine processo, mai (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Questo state regalando agli italiani solo per una bandiera politica, per una bandierina politica che massacra il diritto. Avevo capito che dovevate massacrare la democrazia, il Parlamento, aprirlo come una scatoletta di tonno e via di seguito, ma ormai significa il massacro totale del sistema, anche delle minime regole di diritto processuale e costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, con questa norma non risolviamo i problemi: i processi devono essere celebrati, devono essere celebrati in modo veloce; tutti gli auditi ci hanno spiegato che questa non è la soluzione, ma bisogna intervenire sull'efficienza, sull'organizzazione, sulle assunzioni e su una riforma del processo penale.

Noi siamo intervenuti nella scorsa legislatura sulla prescrizione, abbiamo introdotto una riforma; tra l'altro in prima lettura il MoVimento 5 Stelle si era astenuto, quindi non ha votato contro questa riforma sulla prescrizione che abbiamo introdotto, in parte condividendola, perché il voto di astensione comunque non è un voto di contrarietà. Ci chiediamo dunque perché non monitorare gli effetti della riforma Orlando, perché non verificare, con la sospensione dei 18 mesi più 18, quindi 36 mesi, un allungamento di 3 anni,…

PRESIDENTE. Concluda.

COSIMO MARIA FERRI (PD). …al quale si aggiungono altri aumenti specifici per quanto riguarda il reato di corruzione, non si guardi quali siano gli effetti di questa riforma, per poi valutare come intervenire.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Presidente, il deputato Sisto diceva prima che per lui è una gioia vedermi qui, prendermi carico delle mie, secondo lui, irresponsabilità; dico che la gioia è tutta mia, di essere qui e portare avanti la legge che stiamo, che voi state esaminando, e che mi auguro approverete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Io rispetto tutte le critiche che sono state portate avanti; faccio però semplicemente il punto della questione dal punto di vista del Ministero. Il Ministero e la maggioranza ritengono che quando un cittadino si rivolge al servizio giustizia, il punto di partenza-base dal quale partire per giudicare quel sistema giustizia, per capire se la giustizia in Italia funziona o no, è che la giustizia dia una risposta: che sia una risposta di colpevolezza, che sia un'assoluzione, ma una risposta deve arrivare (Applausi polemici dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non è ragionevole, non è nemmeno più immaginabile che lo Stato si attivi nei confronti di una persona per accertare la verità dei fatti che vengono contestati a quella persona, e si fanno indagini e si arriva al primo grado, e si arriva alla sentenza di primo grado e poi si arriva in appello, e ad un certo punto un giudice è costretto a dire: guardate, il reato è prescritto, andiamo tutti a casa; e non si sa a quel punto qual è la verità giudiziale sui fatti che sono stati riportati in quell'aula di tribunale.

Dico allora: qualcuno potrà ritenere questa soluzione corretta, qualcuno ritiene che la soluzione non è corretta perché si pensa che si allunghino i tempi; scusate, ma la riforma a cui accennava prima il deputato Ferri del mio predecessore, che allungava i tempi, forse risolveva un problema che fosse uno sul tema della prescrizione o della ragionevole durata del processo?

Cioè dire che un processo dura, al posto di 14 anni, 16 anni o 18 anni, vuol dire salvare il processo in termini di ragionevole durata? Noi dobbiamo dirci una cosa: che il processo deve avere una durata ragionevole, e su questo non ci sono dubbi; ma la ragionevole durata del processo non viene garantita dalla prescrizione, che non è un istituto che nasce con questa ratio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

La ragionevole durata del processo viene garantita attraverso interventi di carattere infrastrutturale, che permettano al processo di avere nuove risorse; e ricordo a tutti che, nel contratto di Governo, che si può criticare o meno, però nel contratto di Governo la riforma della prescrizione è ancorata agli investimenti sulla giustizia. Nella manovra sono previsti 500 milioni proprio nel settore giustizia, che garantiranno la possibilità di avere un ampliamento della pianta organica dei magistrati che in Italia non c'è mai stato, nonché un numero di assunzioni di personale che in Italia non c'è mai stato.

Detto questo, è vero, io sono perfettamente d'accordo, e devo dire che non è una valutazione che è stata sviluppata così all'interno della maggioranza e basta, ma a seguito anche di critiche che sono arrivate dalle opposizioni, o a seguito di voci che si sono espresse in tal senso da parte degli addetti ai lavori: è stato ritenuto importante differire l'entrata in vigore della prescrizione di un anno, non solo per poter spendere i soldi che adesso sono previsti in manovra o una parte di essi, ma nello stesso tempo per avviare un percorso di riforma del processo penale in termini di eliminazione dei tempi morti, che consenta alla giustizia di avere un tempo ragionevole. Ma non si può pensare che ci sia qualcosa di ragionevole nel fatto che un processo abbia un inizio, una durata e non una fine, perché ad un certo punto lo Stato si arrende (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Permettetemi anche di sottolineare un dato politico. Se per una parte delle opposizioni non si può non parlare di coerenza di fronte alla difesa del regime della prescrizione, perché indubbiamente Forza Italia si è sempre espressa in quel senso e continua: io non lo condivido, e quindi questa legge va in una direzione esattamente opposta; c'è una parte delle opposizioni, che è quella rappresentata dal Partito Democratico, che contro la prescrizione si è espressa per circa un ventennio, e che nella scorsa legislatura portava avanti come posizione di partenza espressa nella Commissione Giustizia del Senato della Repubblica… Il punto di partenza era: vogliamo l'interruzione della prescrizione al momento del rinvio a giudizio. Mi limito a sottolinearne la contraddittorietà, pur rispettando il cambiamento di opinione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Altra cosa per me fondamentale, perdonatemi: ciascuno esprime l'opinione che vuole ed è sempre rispettabile, e nel corso di questo dibattito si effettueranno tutte le valutazioni che devono essere effettuate su una norma così importante; però non arrogatevi il diritto di avere la voce delle vittime che vanno nei tribunali, perché quella voce non la dovete né rivendicare né storpiare o strumentalizzarla per opinioni politiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Perché se voi parlate con i familiari delle vittime delle stragi che ci sono state in Italia, nessuno vi dice che la prescrizione dovrebbe avere un altro regime per avere un risarcimento più veloce: perché se vogliono il risarcimento e basta si rivolgono al tribunale civile, che è la sede deputata ad offrire un…

IVAN SCALFAROTTO (PD). Ma la strage non si prescrive…

PRESIDENTE. Per favore…

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. …che è la sede deputata a riconoscere il risarcimento del danno, ed eventualmente a condannare al risarcimento del danno.

Nel momento in cui un familiare di una vittima di un reato decide di costituirsi parte civile in un processo penale chiede che lo Stato gli dia una risposta di giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente) e siccome è già un miracolo che il familiare di una vittima di una strage, in cui spesso, parlo del crollo di scuole o parlo di incidenti ferroviari…

IVAN SCALFAROTTO (PD). Ma la strage non si prescrive…

PRESIDENTE. Deputato Scalfarotto, deputato Scalfarotto… adesso interviene anche il suo gruppo. Prego.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Io ho atteso che voi finiste i vostri interventi per poter intervenire, farete lo stesso.

Una persona che si costituisce parte civile in un processo penale, vuole che lo Stato gli dia una risposta di giustizia, punto. E lo Stato, che fino ad ora ha scaricato sul sistema in generale la sua incapacità di dare una risposta di giustizia, da ora in poi con questa legge dice: bene, mi prendo la responsabilità di dare una risposta di giustizia in tempi ragionevoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Mulè…no, non a titolo personale…

GUIDO CROSETTO (FDI). È riaperta la discussione.

PRESIDENTE. Sì, sì, è riaperta la discussione. Deputato Mulè, prego.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Mi rivolgo, per suo tramite, al Ministro e ai colleghi…

PRESIDENTE. Per favore, sta parlando il vostro collega.

GIORGIO MULE' (FI). Guardi, Presidente, noi abbiamo davanti davvero una macelleria del diritto, che in questo emendamento può avere una sua prima rivincita. Voi oggi non state riscrivendo il codice dei diritti, state stravolgendo in radice la civiltà giuridica di questo Paese. Ci volete riportare indietro al codice di Hammurabi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), volete portarci indietro a una forma di sharia che prevede l'ergastolo a vita, che prevede la morte delle imprese, che prevede la fine degli imprenditori, che prevede il mai risarcimento per le vittime (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non è il nuovo codice, non è la prescrizione che immaginate, la panacea della giustizia. Voi riportate indietro le lancette a un'epoca dell'inciviltà. La prescrizione stava già nel diritto romano, stava già scritta lì, è una norma fondante di civiltà giuridica. La vostra inciviltà giuridica fa in modo che le vittime non avranno un risarcimento e che non sarà riconosciuta l'innocenza dei cittadini.

A lei, che parla di vittime, ricordo che, dal 1992, 25 mila cittadini italiani - 25 mila! - hanno avuto risarcimenti per ingiusta detenzione, sono quelli che volete tenere a bagnomaria, senza mai dare loro giustizia, con questa riforma che bestemmia la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Signor Ministro, una sua collega di Governo ha parlato di bomba atomica sul processo, non ne abbiamo parlato noi, la bomba atomica sul processo è una bomba atomica che lei ha calato, questo Ministro qualche giorno dopo ha detto di aver disinnescato la bomba attraverso una clausola di collegamento alla riforma del processo penale. Ora nel testo non c'è nessuna clausola di collegamento, ora fortunatamente questo Ministro non fa l'artificiere, fa il ministro fa l'avvocato non fa l'artificiere, però io devo dire che queste parole sono parole sante, sono parole che dimostrano come lo Stato, attraverso questa sua riforma, si sia arreso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché lei avrebbe potuto accelerare i tempi dei processi, non cancellare il limite, se lei avesse voluto lavorare correttamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Lei si è arreso, lei ha alzato bandiera bianca. Lei pensa che ci sia il diritto, giustamente, di avere una risposta processuale. Ma, attraverso questa riforma, la risposta processuale non ci sarà più! Sarà allungata nel corso degli anni!

PRESIDENTE. Concluda.

ENRICO COSTA (FI). Le persone innocenti o le persone colpevoli che si vogliono difendere, o le parti civili non avranno più una risposta. Ecco la bomba atomica. Ecco perché questa non è stata disinnescata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Ministro, io ho seguito con grande attenzione le sue argomentazioni, ma le sue argomentazioni porterebbero a una conseguenza logica estrema: se lei dice che lo Stato non si deve mai arrendere all'impossibilità di accertare una verità processuale, siano passati dieci, venti, trenta o quaranta, allora lei avrebbe dovuto proporre l'abolizione della prescrizione. Non l'ha fatto e l'ha tenuta perché sa benissimo che un processo infinito non serve a nessuno, né alle vittime che lei utilizza strumentalmente, né all'imputato che fino a prova contrario non è un colpevole e che lo diventa per la pena del processo stesso, e non serve allo Stato, perché un processo aperto all'infinito è semplicemente il riconoscimento dell'incapacità di accertare una verità.

Lei ha annesso a questo intervento un valore salvifico, ma se ha questa funzione salvifica sul processo, questo intervento, perché lo avete posticipato di un anno? Come può essere che questo coniglio tolto dal cilindro, che dovrebbe salvare vittime sottoposte all'impossibilità di avere una verità processuale, diventi improvvisamente merce di scambio tra voi e la Lega per la tenuta del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

Come lei ha giustamente ricordato, il Partito Democratico ha preso in considerazione diverse ipotesi di sospensione della prescrizione, siamo arrivati a un punto di equilibrio che dovrebbe affrontare i temi che lei pone: se lo Stato accerta in primo grado la colpevolezza di un imputato, ha diritto ad avere un bonus di tempo ulteriore per evitare che quel processo vada nel nulla, e così anche al secondo grado. Ma lo abbiamo fatto, quel punto di equilibrio, cercandolo all'interno di una riforma complessiva del processo penale, dove si sono rafforzati i diritti della difesa, dove si sono rafforzati i meccanismi di depenalizzazione e di archiviazione per tenuità del fatto che voi volete far saltare; cioè, abbiamo detto: il processo deve essere un bene scarso utilizzato soltanto per ciò che non può essere represso o contrastato con altri strumenti. Voi, invece, avete rilanciato il panpenalismo, probabilmente metterete in discussione gli strumenti deflattivi e contemporaneamente sospendete la prescrizione: voi state facendo semplicemente saltare il processo penale. E per una semplice ragione, guardi, perché i dati di cui lei dispone le dicono che le prescrizioni in questo Paese maturano, il 60 per cento, in tre distretti di Corte d'appello; vuol dire che con le stesse norme vigenti, ancora quelle precedenti alla riforma, in molti distretti di Corte d'appello non matura neppure una prescrizione. Che cosa vuol dire questo? Che la strada da seguire è quella che abbiamo provato a seguire noi e che mi auguro continuerete voi, cioè quella di assumere dei cancellieri e andare avanti con l'informatica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e - mi auguro - anche far sì che il CSM scelga a capo degli uffici delle persone che sono in grado di dirigerli dal punto di vista organizzativo come non sempre è avvenuto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Queste sono le cose da fare.

Voi, invece, per ragioni di carattere propagandistico, inserite questa norma dentro un provvedimento che sapete benissimo non ha niente a che vedere con la prescrizione, perché se c'è un ambito di processi che non si possono più prescrivere in questo Paese sono quelli contro la pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) per l'aumento delle pene che sono state introdotte. In Italia sfido chiunque, sulla base dei nuovi minimi e massimi edittali, a individuare un processo per corruzione che possa andare in prescrizione; se non ci va dopo gli innumerevoli anni che il computo comporta, significa che davvero quella colpevolezza non può essere in alcun modo dimostrata.

Perché io sono preoccupato? Perché voi fate questo intervento fuori da una riforma complessiva del processo penale, lo state facendo soprattutto senza nessun dato a disposizione. Voi non sapete che effetti ha prodotto la riforma che è stata introdotta soltanto qualche mese fa. Perché tutto questo? Perché state usando, come nella peggiore delle stagioni della normativa penalistica in questo Paese, il diritto penale per fare propaganda e non c'è niente di peggio dell'indebolimento della tenuta dello stato di diritto che utilizzare il diritto penale come strumento simbolico e propagandistico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Voi non volete dei colpevoli, voi volete dei colpevoli a qualunque costo da esibire all'opinione pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E questo è già avvenuto in questo Paese in stagioni che con la democrazia repubblicana non avevano nulla a che fare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io prima dell'intervento del Ministro avevo il dubbio che questa maggioranza fosse in confusione su questo provvedimento di riforma. Adesso ne ho la certezza perché, Ministro, affermare che il suo Governo sta ponendo in essere il più poderoso intervento in materia di bilancio del settore giustizia significa non sapere che, per il 2019, sono previste semplicemente 903 assunzioni di Area II; significa non sapere che la magistratura ordinaria verrà implementata per un numero di unità già previsto nella legge di bilancio del 2018 e che, per il triennio 2020-2022, è di soli 200 posti; quindi, significa non sapere perché in Italia i processi si prescrivono, significa non sapere qual è il deficit di organico della magistratura e delle cancellerie e significa anche non sapere quanti processi per strage si sono prescritti in Italia. Ed io la invito, per l'autorevole tramite del Presidente della Camera, a fornire a quest'Aula i dati statistici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma quando mai in Italia si è prescritto un processo per strage se non forse per una strage del 1989? Ad oggi, con il vigente regime della prescrizione, la corruzione in atti giudiziari aggravata si prescrive in 25 anni; l'associazione di stampo mafioso di fatto non si prescrive; la violenza sessuale, in 25 anni; lo spaccio in 25 anni; ma non le sembrano tempi irragionevoli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché uno Stato pronunci una sentenza? Ma veramente dobbiamo continuare a dibattere della propaganda indecorosa che il suo Governo fa sulla vita e la libertà delle persone (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Vorrei dire, tramite lei, al Ministro: lei parla della ragione d'essere dell'istituto della prescrizione. Non è nato per contenere i tempi del processo; lei sa però, perché è avvocato e professore, che l'istituto della prescrizione è nato perché nel tempo l'esigenza della potestà statuale di affermare la responsabilità penale si va affievolendo, perché la gravità, la rilevanza dei fatti perdono significato, perché, dopo vent'anni, un uomo è un'altra persona, ha un'altra vita, può aver avuto figli, aver trovato un lavoro, essere deceduto, aver fatto scelte diverse.

La prescrizione presidia anche alla genuinità dell'acquisizione della prova che è compromessa dal tempo e, nel nostro ordinamento processuale, Ministro, la prova si forma anche in appello perché il nostro codice di rito, in coerenza con gli ordinamenti sovranazionali, prevede la possibilità che le prove si acquisiscano anche in appello per ribaltare il giudizio di primo grado. Nel tempo - sì - è divenuta anche un momento di temperamento dell'eccessiva durata dei processi italiani che hanno una sola e sola responsabilità. Ministro, lo riconosca, perché, altrimenti lei è mosso da un falso ideologico di fondo: il sistema giudiziario italiano non funziona.

Con questa scelta legislativa lei fa una cosa molto semplice: mentre i precedenti Governi, mentre noi, che proponiamo emendamenti nella stessa direzione, immaginiamo di scaricare sui cittadini solo una porzione di quel costo, sperando di riequilibrarlo nel tempo, lei immagina di scaricarlo tutto addosso ai cittadini, ma levando da ogni responsabilità l'ordinamento giudiziario.

E finiamola anche con la retorica delle vittime, Ministro: lei è avvocato e professore e sa che la presenza nel processo penale della vittima è eventuale, non è obbligatoria, l'accusa è rappresentata dallo Stato, la persona offesa ha anche altri strumenti di tutela.

La retorica della vittima, quindi, la strumentalizza lei, il suo Governo e la sua maggioranza. La parte civile può scegliere anche la via dell'azione civile, l'imputato è costretto a subire il processo, se lei lo pensa - e io spero e credo così - presuntamente innocente, non può ragionare in questi termini, ha già commesso questo errore.

Per una cosa minore, all'inizio della legislatura, per i problemi del tribunale di Bari, ci ha detto: li risolveremo e, nel frattempo, sospendiamo la prescrizione perché è necessario. Ha sospeso la prescrizione per tre mesi e i problemi non si sono risolti. Ora si gioca al “Rischiatutto” non i problemi di un distretto, ma dell'intero sistema giudiziario. Ci pensi, perché lei rischia di passare alla storia come colui che ha portato nel nostro ordinamento questa norma o, peggio, corre il rischio che questo problema lo risolverà Salvini e si intesterà a favore una battaglia che è nata dalla vostra stessa origine politica (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Ministro, io l'ho ascoltata bene ma non ho condiviso una parola di quelle che lei ha pronunciato, e glielo dico da magistrato prima che da collega. Lei ha detto che non è ragionevole, non si può attendere sine die che la verità processuale venga accertata e imputa questa cosa, questa lungaggine dei tempi al fatto che non esista questa sospensione della prescrizione.

Ministro, lei dimostra di disconoscere la ratio dell'istituto. Poco fa, il collega Orlando ha provato a ricordargliela. Allora, io gliela rammento di nuovo. La prescrizione, Ministro avrei piacere che lei mi ascoltasse invece di twittare, perché se no… il messaggio all'ANSA lo diamo dopo, avrei piacere che lei mi ascoltasse e mi guardasse, grazie.

PRESIDENTE. Continui.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Eh, no “continui”. Se scrive, non riesco ad avere un interlocutore, Presidente. Ha detto bene il collega Orlando, Ministro: la prescrizione ha due funzioni. Una è quella che un cittadino dovrebbe avere un tempo certo per sapere se è colpevole o innocente e, quindi, garantire una risposta in tempi certi; l'altra è l'interesse che lo Stato ha a perseguire quel cittadino.

Ora, diceva bene il collega Orlando: se veramente la sua idea era quella di dire che si da una risposta sine die, lei avrebbe dovuto avere quel coraggio che lei non ha dimostrato, cioè toglierla di mezzo la prescrizione, non sospenderla o interromperla. La togliamo, perché se dobbiamo dare una risposta sine die, allora togliamo la prescrizione.

PRESIDENTE. Concluda.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). L'altra cosa, Ministro, sulla quale lei dimostra di non avere coraggio: sui processi, Ministro – glielo dico da magistrato – lei, in questo modo, si ingrazia, imbonisce una parte della magistratura, i pubblici ministeri; la prescrizione matura in quella fase…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Del Basso De Caro. Ne ha facoltà.

UMBERTO DEL BASSO DE CARO (PD). Presidente, io ho soltanto sessanta secondi e non riesco ad esprimere neanche un embrione di ragionamento. Osservo che il Ministro Bonafede, senza cedere ad enfasi retorica, siede, a largo Arenula, sulla poltrona che fu di Giuseppe Zanardelli, di Arturo Rocco, di Alfredo De Marsico, del sommo Giuliano Vassalli. Ma questo è il segno dei tempi.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). E di Orlando.

PRESIDENTE. D'Ettore, per favore, si segga. Prego, deputato Del Basso De Caro.

UMBERTO DEL BASSO DE CARO (PD). Devo recuperare, naturalmente. Ma una riforma così significativa perché viene infiltrata con un emendamentuccio, alla chetichella, tipo tre carte - poi, naturalmente, è materia estranea, si ripropone un testo diverso e un titolo diverso e si dice “no, non è soltanto il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, ma è anche in tema di prescrizione dei reati”, riproponendo naturalmente il medesimo articolato - dà la dimensione di uno scambio, quello cui ha fatto riferimento il collega Orlando, ma dà riferimento anche di uno Stato di diritto che ormai è all'eclissi. Comprenderete che l'articolo 111 della Costituzione, novellato naturalmente, parliamo di ragionevole durata del processo in cui…

PRESIDENTE. Grazie, deputato Del Basso De Caro, lei deve concludere.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie, Presidente. Non condivido affatto quello che ha detto il Ministro perché, da una parte, parla di urgenza della riforma e, dall'altra, la differisce. È chiaro che, come è stato detto, era frutto di un accordo ben preciso con la Lega. Noi abbiamo vissuto in Commissione i lavori, abbiamo fatto le nottate e abbiamo visto il comportamento dei 5 Stelle e quello della Lega che quasi subiva questo comportamento, e il tempo che è stato perso.

Ma soprattutto a quelle vittime a cui lei ha fatto riferimento, signor Ministro, lei deve rispetto. Nella scorsa legislatura, in materia di tutela delle vittime noi abbiamo recepito tutte le direttive europee, con il decreto legislativo n. 24 del 2014, con il n. 212 del 2015, con la legge europea del 2016, con la stabilità del 2017 abbiamo dedicato delle norme specifiche alla tutela della vittime. Lei, oggi, dice di voler tutelare le vittime, ma, in realtà, sospende la prescrizione…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. In realtà, da cittadino italiano non riesco a comprendere il motivo per il quale, se davvero vi stava tanto a cuore la possibilità di terminare in tempi ragionevoli il processo, non avete dato corso a una riforma complessiva del processo penale fin da subito. Chiedo per quale motivo non avete assunto cancellieri, per quale motivo non avete assunto funzionari, per quale motivo non avete indetto concorsi per assumere nuovi magistrati, perché non avete introdotto un principio per il quale se un funzionario o un cancelliere o un ufficiale sbaglia la notifica ne risponde, per quale motivo non avete introdotto dei principi per i quali se si perdono dei fascicoli tutto ciò non va a carico dell'imputato che rimane esposto sine die a tante distorsioni, che lei conosce perché è professionista, che affollano i nostri tribunali. Vi chiedo, quindi, per quale motivo non avete agito non sull'effetto ma sulla causa di questo malessere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Innanzitutto, chiedo al Ministro di precisare che sicuramente è avvocato, ma professore no, altrimenti io mi dimetterei subito dal ruolo - glielo dico - e sarebbe una mia decisione immediata.

PRESIDENTE. Andiamo avanti, deputato D'Ettore.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). No, lo voglio dire, siccome è stato detto in Aula. Credo che la risposta che abbiamo avuto dimostra essenzialmente qual è la sua idea: che il decorso del tempo, ai fini della prescrizione, sia sostanzialmente un istituto inutile e non un istituto coevo a ogni ordinamento giuridico moderno, soprattutto nell'ambito dell'ordinamento penale. È evidente dalla sua risposta, anche perché lei confonde la risposta della sentenza con la prescrizione e con il tempo e mette tutto insieme. Mi pare che queste norme siano scritte, con tutto il rispetto politicamente parlando, da un avvocaticchio, il quale si è messo lì. È un tipico avvocaticchio che dice: “Più mi dura il processo e più guadagno”, perché questa è sostanzialmente l'idea di fondo.

Posso capire che venga quest'idea da chi l'ha consigliata - spero non sia lei e non mi permetterei mai di definirla “avvocaticchio” -, anche se vorrei sapere qual è la sua esperienza in materia penale che ha portato a questa “grande” riforma sulla prescrizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, ascoltando le parole del Ministro ancora di più non ho capito il senso di questa riforma. “La prescrizione - dice il Ministro - non ha nulla a che fare con la ragionevole durata del processo”. Questo l'abbiamo imparato oggi, perché è veramente un primato. È chiaro che la prescrizione è un limite affinché possa essere effettiva la ragionevole durata del processo, signor Ministro. Aggiungo - e le chiedo - che lei ha detto: “Per me è importante soprattutto la ragionevole durata del processo, tant'è vero che farò una riforma del processo penale”. Allora, facciamolo andare insieme, Ministro, se vogliamo fare qualcosa di armonico.

Ma ancora ha aggiunto: “Ma io ho messo 500 milioni di euro per la riforma del processo penale e per l'organico”. Dove sono, Ministro? Dove sono? In quale finanziaria sono? In quale bilancio sono questi soldi? Non ci sono, semplicemente non ci sono. E aggiungo - e per ultimo - una cosa delicata: lei oggi ha parlato di una …

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Nel mio precedente intervento, Ministro, l'avevo invitata a interloquire sul tema dell'organizzazione e, però, ho verificato che questo tema a lei non interessa. Pensavo che fosse - come dire - il sottosegretario che, quando abbiamo messo questo argomento sul tappeto della discussione in Commissione, non volesse affrontarlo, ma capisco che dipende anche da lei.

Io torno sullo stesso argomento. L'esperienza ci insegna - e l'abbiamo detto anche in precedenza - che la prescrizione matura in sole quattro corti di appello. Per quanto riguarda la corte d'appello di Venezia abbiamo chiarito che è tutto un problema di organici assolutamente inadeguati. Se la prescrizione funziona, invece, in tutte le altre corti d'appello e in alcune in modo eccellente è evidente che non è questione di normative: è questione di organici. È questione di organici di magistrati, è questione di organici di personale amministrativo, è questione di organici di cancellieri…

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rossello. Ne ha facoltà.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Presidente, a titolo personale. Signor Ministro, buongiorno. Sono avvocato, sono avvocato civilista da trent'anni. Sono da soli sei mesi in esperienza politica e mi pongo prima di tutto una questione. Ho lasciato parlare tutti i penalisti e ho approfondito questo tema. La ragione è che non si può avere una gioia da questo istituto che così con forza lei introduce e desidera, anche con soddisfazione, il suo ingresso con rapidità. Non si può condividere questo da un punto di vista di filosofia giuridica.

È troppo sommario questo esame ed è troppo rapido. Ed è pericoloso, signor Ministro, anche perché oggi abbiamo festeggiato un centenario importante. Abbiamo visto delle figure - e mi scusi perché arriva un rimbombo pazzesco e non si sente - e abbiamo visto delle misure particolari che prendevano giuristi storici. Un collega prima ne ha richiamati alcuni, ma pensiamo a Capograssi, pensiamo a Orlando (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ferraioli. Ne ha facoltà.

MARZIA FERRAIOLI (FI). Grazie, Presidente. Una domanda velocissima al Ministro. Il Ministro ha parlato - Ministro, grazie - di tempi ragionevoli, però la Costituzione parla di durata ragionevole del processo. La durata è un termine che involge un inizio e una fine, le pare Ministro? Se parliamo di durata ci vuole un termine iniziale e un termine finale. Il termine finale lo abbiamo abolito o, quantomeno, l'abbiamo abolito dopo il primo grado di giudizio, il che significa che il provvedimento pronunciato nel primo grado poi potrebbe essere controllato nell'appello o nel ricorso per cassazione in tempi indefiniti. Quindi, non vi è una durata ragionevole di un termine iniziale…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Signor Presidente, dopo l'intervento del Ministro Bonafede finalmente ho capito da che parte stanno gli avvocati azzeccagarbugli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Veramente ho capito, visto il modo con il quale ha trattato un tema di rilievo costituzionale che tocca le libertà fondamentali dei cittadini, in un modo improvvisato, in un modo che davvero non ha precedenti nella storia giuridica e culturale di questo Paese. È un'improvvisazione con la quale si pretende di affrontare temi come quello della prescrizione, che è un presidio costituzionale alla ragionevole durata del processo, che offende chiunque sia portatore di un minimo di cultura democratica e garantista.

Onorevole Bonafede, ma lei si è chiesto perché l'avvocatura italiana si è ribellata rispetto a questa sua iniziativa, perché la (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, io non sono avvocato, non sono professore, non sono giurista, non sono cultore della materia, non mi sono mai occupato di giustizia. Penso di rappresentare, come mi hanno insegnato questa mattina in quest'Aula, con tutti i miei limiti il popolo italiano e vorrei farle due riflessioni. Io non conosco nessuna attività umana per cui 18, 19 o 25 anni siano considerati un tempo breve per svolgere una cosa, non ne conosco nessun altra. Ma poi ho un altro pensiero: io non conosco un innocente che voglia allungare i tempi del processo e non conosco un colpevole che voglia accorciarli.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 17,50)

GUIDO CROSETTO (FDI). Non esiste un innocente che vuole tirare a lungo il giudizio, perché è innocente e ha fame di avere tempi veloci; non esiste un colpevole che voglia tempi veloci, perché il colpevole ha fame di tempi lunghi e su questo lei dovrebbe riflettere quando costruisce una cosa di questo tipo. E, poi, ce n'è un'altra…

PRESIDENTE. Grazie, collega Crosetto.

GUIDO CROSETTO (FDI). Ho finito, non era partito il minuto. La legittima durata del processo deve avere a che fare con la legittima durata della vita. Venticinque anni per un processo sono pochi magari se si guarda la giustizia come la guarda lei, ma se si guarda alla vita delle persone che quel processo devono affrontarlo sono proprio inaccettabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (FI). Grazie, signor Presidente. Pochi secondi per evidenziare alla Presidenza e ricordare a tutti gli onorevoli colleghi che agli applausi di tipo settaristico, quasi confessionale che gli onorevoli colleghi del 5 Stelle hanno rivolto al Ministro non è seguito neppure un applauso dal gruppo degli amici della Lega Nord.

È giusto evidenziarlo, e sapete perché? Perché gli amici della Lega Nord si vergognano di votare questa roba, perché il loro imprinting politico è il nostro imprinting politico.

Vorrei anche ricordare un'ultima cosa agli un po' meno amici dei Cinquestelle, Presidente, e concludo, che nel Governo siede l'avvocato storico di quello che voi avete vituperato, cioè il senatore a vita Giulio Andreotti. Questo voi lo sapete? Sapete che cosa state facendo? Siede nel vostro stesso Governo! Io vi dico: interrogatevi su quello che state facendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, prima il Ministro, rivolgendosi all'Aula, ha detto delle parole che sono francamente vergognose, perché ha detto: non arrogatevi il diritto di avere la voce delle vittime che vanno nei tribunali; le famiglie delle vittime dei reati chiedono una risposta di giustizia. Presidente, lo dico attraverso lei: nel loro contratto di Governo avevano scritto che avrebbero aumentato il fondo per le vittime dei reati violenti, ma non è avvenuto. Questo è avvenuto solamente grazie ad un emendamento del Partito Democratico in Commissione giustizia, perché il Governo si era completamente dimenticato delle vittime dei reati. Non solo. Prima il Ministro ci ha raccontato che i procedimenti vanno più veloci se ci sono giudici e se c'è personale amministrativo: vorrei ricordare al Ministro smemorato che siede in quest'Aula che ha tagliato tutte le spese di giustizia - tutte le ha tagliate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! -, per cui non so con che faccia si presenterà proprio davanti alle famiglie delle vittime dei reati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (FI). Presidente, suo tramite vorrei rimandare al mittente le accuse di strumentalizzazione al Ministro, che dice che strumentalizziamo le vittime del reato. Non è così, signor Ministro, tutt'altro. Anzi, chiederei a lei di non strumentalizzare le vittime del reato, perché quelle stesse vittime non si costituiscono nel processo penale parte civile solo ed esclusivamente per avere giustizia, lo fanno - lo fanno scientemente, spesso consigliati dagli avvocati - perché nel processo penale si può formare una prova soprattutto grazie al contributo del pubblico ministero. Questa si chiama economia processuale, si chiama risparmio dei costi, si chiama non rischiare di doversi accollare costi ingenti all'inizio di una causa civile, che, come lei ben saprà, ha costi molto elevati. La riforma del processo penale forse non è così necessaria, signor Ministro. Quello che serve oggi alla giustizia penale è un'implementazione dell'organico dei magistrati, con degli orari ((Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Grazie, collega Gagliardi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Presidente, questo dibattito sulla prescrizione dei reati, che abbiamo avuto il merito di riportare sulla scena politica e all'attenzione dell'opinione pubblica, mi riporta con la memoria a circa quindici anni fa, quando, da giovane studente di giurisprudenza, sicuramente acerbo, iniziavo comunque a maturare o quantomeno a marcare con maggiore definizione il mio spirito critico. Parliamo, per chi se lo fosse dimenticato, di quegli anni bui - che io ritengo bui, che molti di noi ritengono bui - in cui il potere politico e queste Aule erano piegate in maniera sistematica e scientifica alla volontà e a interessi soggettivi e particolari di poche persone, e la prima di queste persone incidentalmente era l'allora capo del Governo. Ho dovuto prendere appunti, perché la lunga sfilza di leggi ad personam che ha contrassegnato quella triste stagione politica è infinita (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Colleghi, lasciamo parlare il collega Forciniti.

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Dal “decreto Biondi” alla “legge ammazza rogatorie”, il legittimo sospetto, il legittimo impedimento, la “legge Pecorella”, la depenalizzazione del falso in bilancio, il “lodo Alfano” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per non parlare del “disegno di legge intercettazioni” e del processo breve, che per fortuna si arenò dopo l'approvazione al Senato, e per non parlare dei costanti tagli alla giustizia, che erano sistematici, annuali (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Colleghi, non tollero che non si lasci proseguire il nostro collega Forciniti.

FRANCESCO FORCINITI (M5S). E in questo contesto che ho appena descritto interveniva nel 2005, con una tessera di un puzzle, a incastonarsi perfettamente, la legge “ex Cirielli”, che portò il suo primo firmatario addirittura a prenderne le distanze successivamente, e da qui oggi dobbiamo definirla “ex Cirielli”, una legge che fu definita “salva Berlusconi” prima e “salva…

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Ma cosa c'entra?

PRESIDENTE. Collega Bartolozzi!

FRANCESCO FORCINITI…. poi, e, secondo me, entrambe le definizioni erano calzanti.

Ce la vendettero all'epoca come una rivoluzione copernicana, perché ci dissero che se accorciavamo i termini di prescrizione non si sarebbe più prescritto alcun processo, perché avremmo motivato i magistrati e i giudici a fare più in fretta, perché ci sarebbe stata la tagliola della prescrizione. Questo ci hanno venduto all'epoca dei fatti, io me lo ricordo, perché ero spettatore sicuramente interessato al dibattito, da aspirante futuro giurista e studente di giurisprudenza (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Colleghi! Collega Bartolozzi! Collega D'Ettore!

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Peccato però che, da quell'anno in poi, sono andati al macero circa 130 mila processi all'anno, e con quei processi, Presidente, sono andati al macero anche i sogni e le speranze di giustizia di tante vittime di reati, anche odiosi, che non hanno più avuto una risposta, che sia di assoluzione o di colpevolezza, da parte del sistema giustizia. Questo è un colpo di spugna vergognoso da parte dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E incidentalmente, per pura coincidenza, otto di questi milioni di processi prescritti riguardavano anche l'allora capo del Governo, Silvio Berlusconi, per puro caso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Colleghi, ma di che cosa stiamo parlando? Ha diritto anche lui a dire la sua! Dopo gli rispondete, dopo gli rispondete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Allora, se oggi ci sono voci disfattiste che fanno le Cassandre criticando la nostra riforma, e sono quelle stesse voci che all'epoca salutarono come un successo e come una vittoria la legge “ex Cirielli”, io sono ancora più convinto che stiamo andando nella direzione giusta in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché è finito finalmente il tempo in cui all'interno di questi palazzi si lavorava dietro all'insegna di un finto garantismo di facciata per salvare e per garantire l'impunità a poche persone. Adesso in questi palazzi si fa l'interesse dei cittadini, si fa l'interesse del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, c'è una regola essenziale. Poi posso dare un consiglio sull'incendiario e il pompiere in quest'Aula, ma c'è una regola essenziale: c'è il diritto di tutti di esprimere la loro opinione. Io difenderò il vostro diritto ma anche il diritto del collega (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Grazie, Presidente. Quindi, restituiamo credibilità al sistema Paese, e soprattutto riaffermiamo un principio molto semplice, che per me è finanche elementare: se lo Stato spende tempo e risorse per fare indagini, ascoltare testimoni, istruire un dibattimento, arrivare a una sentenza di primo grado, poi è totalmente illogico fermarsi, perché a quel punto bisogna dare una risposta alle vittime di quei reati, bisogna dare una risposta ai cittadini, bisogna restituire credibilità al Paese, certezza del diritto e certezza della pena. Poi è chiaro che in parallelo a questo provvedimento c'è già un impegno politico del Governo che io saluto con favore, di potenziare la macchina della giustizia dopo - ripeto - anni di tagli lineari, in cui c'è stato un disegno organico di smantellamento della giustizia. Ma noi, Presidente, per concludere, siamo garantisti più di loro.

PRESIDENTE. Collega Forciniti, però ha finito il tempo.

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Noi vogliamo garantire certezza del diritto, certezza della pena, giustizia alle vittime dei reati e garantire soprattutto al nostro Paese quella credibilità che chi oggi si oppone al cambiamento gli ha tolto negli anni passati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Colleghi! Collega Bond, io immagino che non fosse rivolto alla Presidenza, ma a qualche suo parente fuori il gesto che lei ha appena fatto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, il comizio a cui abbiamo appena assistito è l'esempio classico del fatto che questo sia un provvedimento di strumentale natura politica.

Purtroppo è anche un provvedimento che è un emblema dell'eterogenesi dei fini: potete raccontare ai vostri elettori che grazie alla sospensione sine die della prescrizione dopo il primo grado di giudizio perseguirete i colpevoli brutti e cattivi nell'eternità; di fatto farete saltare il sistema giudiziario di questo Paese. Di fatto, non farete funzionare il servizio che è la giustizia. Se è vero che il 60 per cento dei processi si prescrive prima del primo grado di giudizio e che il 50 per cento delle prescrizioni afferiscono a quattro corti di appello, ecco, Ministro Bonafede, fate funzionare bene la giustizia e non vi inventate norme dannose che perseguono esattamente il contrario di quello che dite.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza per la I Commissione. Presidente, con i tempi del relatore di minoranza. Ho avuto il piacere di ascoltare in sinergia il Ministro e il relatore, come se fossero due canali dello stesso impianto stereo, e devo dire che, mentre al Ministro, non me ne vorrà, perché non c'è una differenza fra le aule giudiziarie, le aule di università e le aule del Parlamento, non si può pensare che in Parlamento si possano dire fesserie come quelle che abbiamo ascoltato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È impossibile non ribellarsi ad un esame di diritto penale che meriterebbe 12, non di più!

Non è possibile che qualcuno dica che la prescrizione non serve a limitare il diritto soggettivo di punire dello Stato nell'interesse del cittadino, che è al centro del processo penale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non è lo Stato, è il cittadino! Non conoscere questa elementare, elementare, nozione: la durata del processo non è in funzione del diritto soggettivo di punire di uno Stato orwelliano; è in funzione del diritto del cittadino di vedere un processo che finisce, finisce (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Il processo eterno è una barbarie. E non lo dico io, scusate: lo dice l'articolo 111 della Costituzione. Conosce questa norma, Ministro? Conosce l'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, o la conosce come CEDU, probabilmente questo acronimo le dice qualche cosa di più?

Laddove ci sono principi fondanti che noi stiamo massacrando con una protervia che soltanto l'ignoranza può legittimare; soltanto l'ignoranza legittima il massacro dei principi costituzionali. Noi protesteremo contro questo, ma, Ministro, ho ascoltato con attenzione il suo intervento sul processo eterno, ho ascoltato con attenzione, quando lei ha usato una parola, il regime della prescrizione. Non so se lei sa quale sia il significato della prescrizione nel nostro sistema, che è una causa estintiva del reato; non so se questo tipo di nozioni appartiene alla politica del MoVimento 5 Stelle, ma l'unico regime che io qui riconosco è il vostro! Voi cercate di fare di questo Paese un Paese con un regime, questa è la verità! Voi provate, inventando degli slogan. Le vittime! Ma voi sapete benissimo che il nostro processo è diviso in due parti: c'è la possibilità della sede penale e la possibilità del processo civile, per cui le vittime sono tutelate sia nel processo penale sia nel processo civile.

Mi dovete spiegare perché legittimate i processi senza fine sulla scorta di una inesistente ragione di vittime. È un falso ideologico quello che voi proponete, è soltanto un arzigogolo, una follia. Ma, Presidente, la cosa più grave che ho ascoltato è quella di dare al diritto di difesa una dignità inesistente. La parola usata dal Ministro quando ha qualificato il legittimo esercizio del diritto di difesa come “azzeccagarbugli”, che non so manco se sa a quale fonte appartiene, credo che sia la cosa più grave. La Costituzione tutela il diritto di difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), e il Ministro dovrebbe sapere che, quando l'avvocato chiede un rinvio, c'è la sospensione dei termini di prescrizione, Quali azzeccagarbugli! Lo sa il Ministro che, se un avvocato chiede un rinvio, il termine di prescrizione è sospeso?

Se la prenda, invece, con i giustizialisti, che vedono nelle procure l'unica soluzione per i nostri processi, restituendo alle procure un potere immenso di intervento senza fine, con un diritto penale della intimidazione, un diritto penale della paura, in cui ciascuno deve avere paura di essere una persona perbene. Noi questo non lo vogliamo, non lo vogliamo! Ma, Presidente, credo che, venendo al canale destro dell'intervento di oggi, quello del relatore, io ho una sola parola: tenerezza. L'intervento del relatore mi fa tenerezza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), perché, con tutto il rispetto di un giovane professionista che cerca di vestire alcuni slogan, anche con verve, anche con passione, ma, per carità, prima di parlare di qualcuno che ha governato per vent'anni e che ha cercato, comunque, di raggiungere degli obiettivi, si deve sciacquare la bocca, si deve sciacquare la bocca (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Siamo di fronte a chi ha avuto un consenso elettorale senza precedenti, l'unico Presidente del Consiglio eletto, l'unico! È questa è la democrazia, non quella vostra degli slogan; l'unico eletto, l'unico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E voi, invece, quanti di voi hanno avuto più di 10 voti alle comunali, 50 voti, 40 voti?

PRESIDENTE. Collega Sisto, si rivolga a me, che sono interessato.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza per la I Commissione. Presidente, lei ha avuto certamente più di 40 voti, non c'è dubbio su questo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Abbastanza di più.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Relatore di minoranza per la I Commissione. Allora, Presidente, recuperando le categorie della verità che in quest'Aula devono regnare, la consapevolezza e la verità, noi siamo di fronte ad uno scempio senza pari, di cui i 5 Stelle si assumono una disinvolta responsabilità in nome dell'incompetenza e della non legittimazione. Nessuno vi legittima a questo strappo costituzionale senza pari. Noi protestiamo contro tutto questo, Presidente, e ne abbiamo ben ragione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giacomelli. Ne ha facoltà.

ANTONELLO GIACOMELLI (PD). Grazie, signor Presidente. Vorrei, per il suo tramite, rivolgermi ai colleghi del mio gruppo e anche al collega Sisto e agli altri colleghi dei gruppi di opposizione. Con l'indignazione inevitabile, inevitabile, dei nostri interventi noi stiamo solo collaborando con il compito difficile che ha il Ministro Bonafede e il MoVimento 5 Stelle; quello, cioè, di far credere all'elettorato del MoVimento 5 Stelle che questa è una vera riforma, che entra in vigore immediatamente e che cambia il Paese. Per fortuna non è così. Mi spiega il collega Migliore che la dizione esatta è che la riforma prende efficacia dal gennaio 2020. In sostanza, il MoVimento 5 Stelle ha incassato una cambiale, pagandola alla Lega con il denaro sonante del decreto sicurezza, che entra in vigore subito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E Bonafede e il MoVimento 5 Stelle hanno il timore di avere incassato un assegno a vuoto, l'ennesimo, e questo dibattito tende solo a nasconderlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI (FI). Grazie, Presidente. Dopo avere ascoltato le parole del relatore, il soliloquio del relatore, è vero che si suscita in noi un senso di tenerezza, vera tenerezza, perché voi senza Berlusconi non esistete. Voi senza Berlusconi non sapete di cosa parlare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Voi senza Berlusconi non avete un punto in comune, e deve essere difficile per voi ogni giorno far finta di impegnarvi in politica, sapendo che l'unica cosa che vi dà un'identità è attaccare Berlusconi. Peccato che questo passi sulla pelle dei cittadini, degli uomini e delle donne italiani, calpesti il diritto alla difesa, calpesti i più elementari fondamenti di civiltà giuridica, trituri la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e riduca, perché a voi degli uomini e delle donne di questo Paese non frega proprio un bel niente, vi interessa ridurli a una massa informe, senza dignità, senza lavoro, senza diritti, così la manipolate meglio, con la vostra piattaforma Rousseau (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. All'aspirante futuro giurista mi sento di dire, invece, da giurista, che è un titolo che rivendico dopo vent'anni di professione, che gli auguro di avere questa energia quando andremo a discutere tutto quel pacchetto di norme che pure sono introdotte in questo provvedimento e che serpentinamente tutelano la Casaleggio Associati, perché di questo andremo a parlare prima o poi, giusto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Quindi, gli auguro di avere la stessa la stessa energia. Sul tema principale, che non ci fosse l'accordo era chiaro a tutti: noi siamo stati in Commissione giustizia, Ministro, lei non c'era, ma siamo stati sequestrati in Commissione giustizia per ore, perché il Governo non trovava l'accordo. E, alla fine, l'accordo si è trovato su qualcosa che di giustizia non ha niente, ma ha molto di giustizialista. E, allora, per Fratelli d'Italia mi sento di dire che il problema della prescrizione non è la prescrizione in sé, ma è la durata del procedimento. Se volevate fare qualcosa di veramente rivoluzionario, allora avreste dovuto mettere mano alla durata del procedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ministro, ho sempre sostenuto, fino a questo momento, l'azione di questo Governo. Oggi, però, sulla libertà di coscienza devo dire che non condivido questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

Non lo condivido, non da avvocato, perché non sono un giurista, non sono un avvocato, ma sono un cittadino, un semplice cittadino che, di fronte a questa cosa, però, prova un senso di fortissima ansia, un'ansia che mi fa accapponare la pelle; è l'ansia dell'idea di un cittadino innocente che possa essere tenuto in giudizio per un numero infinito di anni (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Credo che sia una cosa che debba mettere ansia e timore a chiunque di noi. Certo, probabilmente, chi muove a fare una riforma di questo tipo, la fa nell'idea che a lui non possa mai capitare, lo fa nell'idea, forse, che l'imputato è solo ed esclusivamente colpevole e, quindi, vada perseguitato per anni o all'infinito.

Ebbene, io credo che non sia così, credo che un imputato possa essere anche innocente e, a questo punto, la domanda che faccio a me stesso e forse a tutti è quella di sempre e di tutti: meglio un innocente in galera o un colpevole fuori (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero e Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, mal si concilia questa illimitatezza della prescrizione con la contestualizzazione dei risarcimenti e delle possibilità di recupero di somme e indennizzi per danni, per il ristoro dei comportamenti illeciti.

Se pensiamo al Calamandrei e alle riposate forme del processo ordinario - riposate, non indeterminate -, occorre una riflessione e una revisione dell'intero sistema del processo, non solo penale, ma anche civile, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, devo dire che ho apprezzato la sincerità del collega Forciniti; l'ho apprezzata ma mi ha anche un po' preoccupato, perché il collega Forciniti ha fatto una descrizione di un prima e di un dopo. Una descrizione di un prima, abitato da una politica sporca e incapace di dare risposte al Paese, e di un dopo, quando arriva il MoVimento 5 Stelle, quando arrivano i grillini, improvvisamente, i grandi moralizzatori della vita pubblica, che mettono a posto le cose. È una visione che mi preoccupa, perché è una visione che delegittima il confronto, delegittima l'avversario ed è una visione manichea, integralista e che mi fa capire anche qual è l'approccio del MoVimento 5 Stelle.

Mi piacerebbe capire, su questa descrizione del passato, qual è l'opinione degli alleati di Governo del MoVimento 5 stelle, della Lega, che vedo stranamente silente e che, forse, su questo, potrebbe avere un'opinione leggermente diversa, visto che a quel passato ha contribuito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, l'onorevole Giacomelli diceva che la riforma entrerà in vigore nel 2020; non è così, Presidente, entrerà in vigore ad oltre diciotto anni dal 2020 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché per i reati di corruzione entrerà in vigore solo quando saranno commessi, successivamente all'approvazione della legge. Ma c'è una cosa che fa rabbrividire ed è l'impostazione data dal Ministro che, se fosse stato un esame di Giurisprudenza, non l'avrebbero neanche fatto sedere ai banchi per sostenerlo, quell'esame. Vede, un processo non può durare in eterno e la corruzione si combatte con le sentenze (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), non si combatte allungando i processi. Questo è uno scempio giuridico. La corruzione si combatte celebrando i processi e condannando i colpevoli, non allungando i processi per gli innocenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Va rilevato che l'articolo 27 della Costituzione, al secondo comma, ricorda che l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva; e il terzo comma, sempre dell'articolo 27, prevede che le pene non possono essere contrarie ai trattamenti umanitari. In questa linea, va l'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che prevede espressamente che la prescrizione sia l'istituto che permette di rispettare la impossibilità di un processo troppo lungo, assicurando da abusi del potere giudiziario. E noi, che vogliamo tutelare i diritti dell'uomo, ci troviamo con questo scempio del diritto che è fatto solo per nascondere l'incapacità organizzativa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Avrei voluto dire al Ministro Bonafede che è chiamato a una grande sfida, è chiamato alla sfida dei tempi della giustizia, ma anche nella giustizia. Una sfida che richiede un giusto coraggio, più che una cieca determinazione, ed è proprio sulla giustezza del suo coraggio, che oggi ancor più, a fronte delle dichiarazioni che pronuncia, a fronte anche della celebrazione della Giornata internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, abbiamo dei dubbi. Perché il Ministro si vanta di aver firmato un protocollo di intesa in cui dice che l'obiettivo, il primo obiettivo, sarà quello di arrivare, un domani, ad evitare che la permanenza dei bambini in carcere sia ancora una certezza. Ebbene, credo che il Ministro dovrebbe cambiare orologio; i bambini, i 62 bambini che sono nelle carceri non possono aspettare il suo domani, non possono aspettare altre 24 ore, non possono continuare a vedere la loro vita attraverso le sbarre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Credo che il Ministro su questo debba cambiare il proprio orologio, più che cambiare la nostra età.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Credo che sia un bell'esercizio di ignoranza giuridica o di malafede, in quest'Aula, dire: mai più prescrizioni per processi di strage, per processi di mafia. Non è così, solo chi è in malafede, pure attenuato dal cognome Bonafede, può venire a raccontare una così grassa e volgare ignoranza.

Ma io voglio ricordare agli amici 5 Stelle, cioè a coloro che si sciacquano la bocca con la difesa delle vittime, se sia un modello di difesa delle vittime quello di dire che se una donna riceverà una violenza sessuale quando ha 16 anni, al posto di accertarlo in sedici anni, ci metteremo settanta o ottant'anni, così la risarciremo unitamente al funerale.

Ecco, il problema non è solo difendere chi è presuntivamente innocente fino alla fine del processo, ma è anche difendere quelle vittime che non possono aspettare 72 anni per avere un accertamento giudiziale. Questo è quello che metteremo in campo, quando spiegheremo che la prescrizione non scatterà mai più (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

GENNARO MIGLIORE, Relatore di minoranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE, Relatore di minoranza per la I Commissione. Signor Presidente, vorrei dire, per suo tramite, al Ministro assente e al sottosegretario distratto, che ho ascoltato con interesse sia le argomentazioni del Ministro che quelle del collega Forciniti, relatore di questo provvedimento. E il collega Forciniti ha fatto un esercizio di memoria tipico di coloro i quali pensano che la storia inizi da loro. Ha parlato del falso in bilancio, ha parlato della legge sulla prescrizione “Cirielli”…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GENNARO MIGLIORE, Relatore di minoranza per la I Commissione. Sarei relatore veramente, Presidente…

PRESIDENTE. Non è automatico, basta dirlo prima che parla come relatore e io le do la parola come tale.

GENNARO MIGLIORE, Relatore di minoranza per la I Commissione. Sì, parlo come relatore.

PRESIDENTE. Benissimo, adesso lo sappiamo anche noi.

GENNARO MIGLIORE, Relatore di minoranza per la I Commissione. Rispetto a questi temi e a quelli legati alle leggi cosiddette ad personam, non deve rivolgersi da questo lato, ma deve rivolgersi a chi le ha votate, a chi le ha realizzate, in concorso con Forza Italia, cioè i vostri alleati di Governo attuali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e, siccome siete abituati, in alcune situazioni - scusate se uso questo termine improprio - a fare i fenomeni, almeno non fate i fenomeni con le leggi che abbiamo approvato noi, perché l'autoriciclaggio l'abbiamo introdotto noi, perché il falso in bilancio l'abbiamo reintrodotto noi, perché il pacchetto corruzione l'abbiamo introdotto noi, perché l'Autorità nazionale anticorruzione l'abbiamo introdotta noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché siamo riusciti anche a intervenire su istituti processuali che potevano avvantaggiare il corso della giustizia anche dal punto di vista materiale e anche le assunzioni sono state fatte dal nostro Governo.

Voi vi state semplicemente riferendo a una stagione politica, cioè quella nostra, che è quella che ha più investito nel contrasto alla corruzione.

Questa vostra volontà di costruire, invece, una sospensione assoluta dell'istituto della prescrizione corrisponde a un'unica volontà, quella giustizialista, di cancellare la presunzione di innocenza e di introdurre la presunzione di colpevolezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, intanto devo constatare il grande successo dell'intervento del Ministro Bonafede, che infatti se n'è andato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Volevo per il suo tramite, Presidente, esprimere la mia solidarietà al collega Forciniti, perché si è scagliato contro Forza Italia e il suo presidente, quando sono passati solo pochi giorni dal voto sul condono “Di Maio”, in cui i voti di Forza Italia non facevano più schifo e non imbarazzavano certamente. Quindi, è ormai evidente che l'unica cosa che non conosce prescrizione è l'ipocrisia del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Presidente, ho sentito in quest'Aula interventi di professori veri, di avvocati, di magistrati, di penalisti. Ricordo che questa settimana i penalisti italiani scioperano perché questa è una riforma talmente importante che scioperano gli avvocati che si occupano di giustizia, però io credo che tutto ciò sia kafkiano: è inutile parlare a Bonafede di tecnicismi, perché non è questo che conta per il MoVimento 5 Stelle. Per il MoVimento 5 Stelle conta il “tin tin” delle manette: loro devono portare in piazza dei colpevoli.

Ma questa riforma, con i 222 voti del MoVimento 5 Stelle non passerebbe. Sento che tutti i settori di questo Parlamento esprimono un “no” forte e chiaro a questa riforma. C'è solo un pezzo di questo Parlamento, di quest'Aula che oggi tace (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e siccome ha fatto la campagna elettorale con noi, con i valori di centro-destra - e siamo profondamente diversi dagli interventi del PD, del Partito Democratico - io dico che questo silenzio non può esserci. Questa riforma è un grossissimo danno per la giustizia, per gli italiani e con 224 voti non passa. Per cui, mi appello ai nostri alleati, a chi ha fatto la campagna con noi: non ci si può intestare una riforma di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è una riforma sbagliata, che ha solo le manette nelle mani dei deputati del MoVimento 5 Stelle e che non (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, volevo anch'io rivolgermi al relatore. Io non ho mai pensato che Berlusconi fosse un demone. Ho pensato che quei Governi hanno fatto delle leggi molto sbagliate e, insieme a pochi altri di quelli che sono in questo momento in Aula, noi abbiamo combattuto contro quelle leggi. Volevo dire al relatore, che si accanisce così contro quelle leggi, che quelle leggi in Aula erano votate da un partito con il quale siete al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e non solo da un partito con il quale siete al Governo, ma come c'ero io 17 anni fa, 10 anni fa, 15 anni fa, c'erano anche persone molto importanti di questo Governo, per esempio dei sottosegretari alla Presidenza del Consiglio. Quell'accanimento che rivolgete adesso verso Berlusconi, abbiate il coraggio e la faccia di rivolgerlo anche a coloro con i quali oggi governate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Presidente, i colleghi di Forza Italia che sono intervenuti prima di me hanno messo già in evidenza la nostra posizione. Mi spiace che non sia presente il Ministro Bonafede. Vorrei richiamarmi ad una sua riflessione, quando ha dato atto a Forza Italia di una coerenza (lo ha fatto con un po' di disprezzo). Noi, in realtà, siamo orgogliosi del nostro garantismo e siamo lontani dall'atteggiamento “manettaro” del MoVimento 5 Stelle; vedete, in questa battaglia - è forse la prima volta - Forza Italia non è isolata. Bisogna infatti dare atto a Bonafede che un capolavoro gli è riuscito: quello di mettere d'accordo tutti contro questa riforma. In audizione in Commissione non è stata solo Forza Italia a dire che la sospensione della prescrizione è un grave errore: voi non siete riusciti neanche a convincere il presidente dell'Anac Cantone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ma come, voi che siete i campioni dell'anticorruzione avete contro Raffaele Cantone, Edmondo Bruti Liberati? Sapete cos'ha detto il procuratore di Milano Greco, che non è un notorio berlusconiano? Che questa riforma rischia di far saltare le Corti d'appello. Poi sono intervenuti il presidente delle camere penali, Caiazza, il professor Manes, il professor Pisani, il professor Marini, Bernasconi, il presidente Canzio: grazie per averci tolto dall'isolamento! La posizione di Forza Italia è la posizione di tutti coloro che difendono la Costituzione, lo Stato di diritto e le garanzie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.200 Costa e 1.201 Bazoli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza di Forza Italia e del PD hanno espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.151 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, è stato un dibattito interessante e, devo dire, fondato sui principi costituzionali. Io voglio tornare ad alcuni dati, ad alcuni elementi che, probabilmente, sono sfuggiti al Governo: perché quando il Governo ci evidenzia - lo dichiara anche con una certa trasparenza - che a giudizio dell'estensore di questa legge l'obiettivo è quello di paralizzare le tecniche dilatorie delle difese, perché questo è quando il Ministro ha usato il termine “azzeccagarbugli”, lasciando intendere questo, egli dimentica un dato: le prescrizioni ogni anno sono oltre 1 milione, ma il 60 per cento delle prescrizioni interviene durante le indagini preliminari, quando le difese non toccano palla, quando soltanto il magistrato ha nelle mani il fascicolo. È quindi evidente che c'è un'azione da parte di alcune procure, di scegliere, di selezionare i fascicoli da far andare avanti e quelli da tenere fermi, il tutto disprezzando il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale.

Questo è un elemento importante perché su quel 60 per cento di prescrizioni questa norma non incide minimamente: si continueranno a mettere i fascicoli nel cassetto delle procure, si continuerà a decidere quale fascicolo va avanti e quale sta fermo, e le prescrizioni interverranno quando i difensori non avranno ancora avuto neanche la possibilità di conoscere gli atti.

C'è un altro elemento molto significativo. L'obiettivo del Governo è quello di limitare le impugnazioni, di limitare gli appelli. In sostanza, dice il Governo, si fanno troppi appelli, perché l'obiettivo è quello di arrivare alla prescrizione. Ma questo contrasta con un dato: forse non lo sapete, ma il 46 per cento delle sentenze in grado d'appello riformano le sentenze di primo grado. Questo significa che l'appello ha una sua funzione nel nostro Paese: ha una funzione di bilanciamento, di controllo, di ulteriore valutazione, che noi non possiamo pensare di cancellare con questa riforma, perché il pericolo di questa riforma è che venga cancellato indirettamente il giudizio di appello, cioè vengano cancellate le impugnazioni.

Queste non verranno cancellate perché hanno una loro funzione; quando l'avvocato redige un atto di appello, lo fa con riferimento, e devo dire l'ultima riforma ha cambiato anche i connotati dell'atto di appello, rendendolo più specifico, più puntuale. Quindi gli appelli continueranno ad esserci. Quale sarà l'unica differenza? È che non ci sarà più una spia, una lucina, che indica al giudice che quel procedimento sta per andare in prescrizione - toglilo dal cassetto, portalo in discussione -, senza quella lucina resterà nel cassetto per uno, due, tre, dieci anni, anche quando in primo grado la persona è stata assolta. Quindi, quale sarà la sentenza? La sentenza sarà il titolo del giornale, sarà il provvedimento di custodia cautelare, sarà l'avviso di garanzia con tanto di conferenza stampa delle procure, quella sarà la sentenza. Non ci sarà, invece, come dice il Ministro, un accertamento della verità. Quello verrà sempre posticipato di dieci, venti, trent'anni. Oggi leggevo su un quotidiano di una sentenza di assoluzione giunta a ventisette anni dal fatto contestato. Ma cosa se ne fa di una sentenza di assoluzione una persona dopo ventisette anni, che ha commesso un reato da militare e ottiene una sentenza da pensionato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.151 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.152 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.215 Vitiello, a pagina 14.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ho fatto veramente un grosso sacrificio a non intervenire prima, dopo le parole del Ministro e del collega Forciniti, sacrificio dettato dal fatto che le cose che penso di questo provvedimento le ho dette in Commissione, e anche perché la rabbia, rispetto a quello che ormai non è più un tentativo, ma è la certezza di una follia giuridica che rischia di buttare a mare 2 mila anni di storia del diritto italiano, mi rende inerme rispetto alla forza dei numeri.

Certamente non posso esimermi da una considerazione. Il Ministro prima ha detto che la ragione di questa scelta - che è criticabile anche nel metodo, perché chi le parla ha chiesto più volte che questo provvedimento sulla prescrizione avesse un contenitore ad hoc - era giustificata dal fatto che occorre dare una risposta ai cittadini. Ebbene, la risposta di cui parla il Ministro, Presidente, dimentica, il Ministro, che deve essere una risposta ragionevole, non soltanto nel merito, ma anche nei tempi.

E devo essere d'accordo con lui su una cosa: che tecnicamente, in linea teorica, la prescrizione e la ragionevole durata sono cose diverse, è vero, ma non si può non dire che rappresentano due facce della stessa medaglia nella misura in cui, dal punto di vista patologico, quando dal punto di vista processuale non si raggiunge in tempi certi una decisione, il tempo per cui lo Stato ritiene che la pretesa punitiva abbia un senso certamente deve ritenersi scaduto. E allora io mi chiedo, Presidente, nella spiegazione dell'emendamento mi deve dare giusto un attimo in più perché è importante Presidente, perché io ho fatto questo emendamento per cercare un correttivo: se è vero, come è vero - perché non ho motivo di dubitare della buona fede del Ministro, di nome e di fatto - che loro vogliono raggiungere questo risultato, quest'emendamento è giustificato dall'inutilità della proposta che loro fanno oggi e che ci sottopongono, perché abolire la prescrizione in Corte d'appello non serve.

E allora questo emendamento tira fuori un progetto, che era quello della Commissione Canzio e ancora prima della Commissione Riccio, e cerca di dare una giustificazione alla volontà di dare risposte certe in tempi ragionevoli. Perché non sospendere dal momento del rinvio a giudizio, però con un tempo certo per cui la definizione processuale deve intervenire?

PRESIDENTE. Grazie, collega Vitiello.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Tutto questo non serve, Presidente. E allora rimetto all'Aula questo emendamento, che prova a correggere il tiro e a dare una risposta che è quella che il Ministro voleva dare ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.215 Vitiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del Partito Democratico, e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.153 Costa, 1.154 Lucaselli e 1.202 Bazoli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del Partito Democratico e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.156 Ferri, 1.157 Costa e 1.213 Conte, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del Partito Democratico e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.161 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.170 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e del relatore di minoranza del PD, e il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.162 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.163 Costa.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.167 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del PD, e il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.166 Costa, con il parere contrario di Commissioni, Governo e relatore di minoranza del Partito Democratico e favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.168 Costa, con il parere contrario di Commissioni, Governo e relatore di minoranza del Partito Democratico e favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.169 Costa, con il parere contrario di Commissioni, Governo e relatore di minoranza del Partito Democratico e favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.171 Costa, con il parere contrario di Commissioni e Governo e favorevole del relatore di minoranza del Partito Democratico e del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.126 Conte.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, solo per illustrare brevemente questo emendamento che realizza lo sforzo di mediazione politica che il nostro gruppo ha provato a fare già in Commissione e oggi in quest'Aula con la speranza di interdire l'approvazione di questa norma giuridica scellerata, di cui abbiamo discusso finora. Questo emendamento introduce un nuovo termine di sospensione della prescrizione, che va a coprire l'intera fase processuale dell'istruttoria dibattimentale; inizia a decorrere con l'esercizio dell'azione penale cioè quando lo Stato manifesta seriamente l'intenzione di procedere contro un cittadino per un reato e si culmina con la sentenza di primo grado. Questa sospensione è contenuta però nel termine di tre anni, quello indicato dalle fonti europee e dalla legge Pinto come termine di ragionevole durata del processo.

È prevista, inoltre, una proroga di un anno possibile a disposizione del giudice in casi di particolare complessità desumibili dall'elevato numero di imputati o anche di persone offese.

Come dicevo prima in replica al Ministro Bonafede, è un pezzo ulteriore di costo dell'inefficienza del sistema giudiziario che ribaltiamo a carico dei cittadini, ma può essere anche un punto di mediazione, di sintesi con l'altra istanza, quella di accertamento in tempo utile dei fatti processuali sottoposti all'attenzione del giudice e questo sempre nell'ottica di una riforma complessiva del processo penale - e non solo della parte sostanziale - e di rinnovamento dell'ordinamento giudiziario che ridia efficienza a un sistema che ha in questa incapacità di procedere in un tempo ragionevole il suo maggiore deficit di democrazia, che è un deficit che riguarda l'intero sistema democratico italiano (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.126 Conte, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Partito Democratico, mentre il relatore di minoranza del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente esprime parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.165 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Partito Democratico, mentre il relatore di minoranza del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente esprime parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.172 Lucaselli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.205 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e con il parere favorevole da parte dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.173 Ferri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e con il parere favorevole da parte dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.174 Ferri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e con il parere favorevole da parte dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.175 Zucconi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, colleghi, la posizione di Fratelli d'Italia in merito al provvedimento sulla prescrizione in particolare è chiara ed è stata espunta già dai colleghi precedentemente e dunque non mi starò a ripetere. Però, abbiamo voluto presentare lo stesso questo emendamento per cercare di limitare quello che riteniamo un danno, un vulnus, quello dell'abolizione e della soppressione della prescrizione e anche per tentare di rimediare a quelli che ci sembrano errori materiali contenuti. Leggo testualmente: “all'articolo 158, il primo comma è sostituito dal seguente: il termine della prescrizione decorre, per il reato permanente o continuato, dal giorno in cui è cessata la permanenza o la continuazione”. Così si fa, in effetti, un'assimilazione tra entità giuridiche del tutto eterogenee: il reato permanente, ad esempio un sequestro di persona, è un unico fatto di reato ed è, quindi, ragionevole attendere il venir meno del sequestro per poter dire che si è avuta la consumazione del reato; viceversa, il reato continuato è costituito da una pluralità di fatti di reato, ad esempio, una serie di furti fatti tra i quali si individua un elemento di continuità fornito dall'identità del disegno criminoso, ma si tratta sempre di più fatti autonomi di reato, tant'è vero che il PM dovrà contestare i fatti di reato che si pongono in continuazione con quello originariamente contestato se vorrà che il processo possa riguardare tutti i reati in continuazione.

E, allora, pare corretto individuare un dies a quo autonomo per ciascun fatto di reato continuato, come attualmente previsto dall'articolo 158, comma 1, del codice penale. Allora, questa assimilazione fra fattispecie giuridiche, signor sottosegretario, è un fatto che rappresenta un vero errore materiale che dovreste correggere.

Con riguardo, poi, all'ipotizzata neutralizzazione dei tempi processuali successivi alla pronuncia della sentenza di primo grado, oltre a rilevare la parziale inutilità perché, come è stato fatto notare, gran parte delle prescrizioni maturano in fase di indagini preliminari, nelle quali è il PM a risultare il dominus, se comunque si intendesse operare sui momenti successivi all'emissione della sentenza di primo grado non si può fare a meno di osservare che l'equiparazione tra una sentenza di proscioglimento ed una sentenza di condanna si pone in termini di assoluta irragionevolezza.

In pratica, con questo emendamento cosa vogliamo fare? Vogliamo tentare di far sì che un'assoluzione in primo grado abbia un effetto sui termini di prescrizione, che dovrebbero continuare a correre, diversamente da una sentenza di condanna in cui potremmo accettare, ma sempre in un'ottica di limitazione del danno, che vengano di fatto soppressi e interrotti.

In tal modo si realizza una disciplina nella quale la decisione di condanna non definitiva assume rilevanza, sia pure precaria, ai fini della determinazione dei tempi di prescrizione. Questo non confligge con l'articolo 27, secondo comma, della Costituzione, in quanto nel nostro processo penale non mancano le situazioni nelle quali si riconosce una sorta di attenuazione alla presunzione di non colpevolezza sino alla condanna definitiva nel corso del processo, vedasi, ad esempio, la regolamentazione dei termini massimi di durata della custodia cautelare (articolo 303, comma 1, lettera d)), dove l'emissione della sentenza di condanna di primo grado si riflette negativamente sulle sorti dell'imputato.

Allora non è che stiamo facendo un appello, noi stiamo cercando soltanto di limitare i danni. Nei pochi momenti di confronto con i colleghi della Lega, per esempio, abbiamo visto che molti di loro sarebbero anche d'accordo nel votare una norma di questo tipo, che non contrasta completamente la proposta Bonafede ma che ne limita appunto il vulnus. Allora chiedo che veramente su questo emendamento si faccia un voto di coscienza, di coscienza individuale, per ripristinare un principio di civiltà giuridica. Dico che non dobbiamo rispondere soltanto alle Camere penali, che pure hanno la loro importanza e non possono essere sbeffeggiate come abbiamo sentito più volte in quest'Aula, ma dobbiamo rispondere a un senso di giustizia di cui l'Italia è da sempre il capofila di una civiltà giuridica europea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.175 Zucconi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.176 Costa, 1.180 Conte e 1.181 Lucaselli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.164 Vitiello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Presidente, molto, molto brevemente, è un appello che faccio; mi è piaciuto molto prima il collega Zucconi quando ha parlato di voto di coscienza, io aggiungerei la coscienza dei giuristi. Mi rivolgo alla maggioranza, ai colleghi penalisti che appartengono alla maggioranza: con quale coraggio torneranno in tribunale e diranno ai propri assistiti assolti in primo grado che dovranno aspettare per vedere la fine della loro odissea giudiziaria (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)?

Questo emendamento serve proprio a colmare questo forte vulnus, questo insormontabile vulnus, perché qui si elide la parola “assoluzione”, si aggiunge “condanna” e si fa esclusivamente riferimento a questa ipotesi. Vi prego, prego i giuristi e i penalisti della maggioranza di riflettere bene.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.164 Vitiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del Partito Democratico e il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.177 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.179 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.178 Costa. Dichiaro aperta la votazione… Chiedo scusa, Sisto ha alzato la mano. Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, con questo emendamento noi proponiamo - tutto il gruppo di Forza Italia - di sostituire l'irragionevole sospensione della prescrizione al primo grado con queste parole: “di condanna di secondo grado”, sempre che anche la sentenza di primo grado sia stata di condanna. Cioè, per cercare in qualche modo di trovare un barlume di ragione in questa folle norma che priva il singolo del diritto ad un processo di durata ragionevole, che almeno si abbia il pudore di non sospendere la prescrizione con una sentenza di assoluzione di primo grado, ma che si arrivi almeno ad una sentenza di condanna di secondo grado che sia confermativa di una sentenza di condanna di primo grado. Quindi, in qualche modo recuperare un minimo di rapporto fra la responsabilità e la sospensione del termine, perché se no qui il rischio è che la prescrizione posso andare a colpire random soggetti che invece hanno diritto di essere assolti. Voi capite bene che la durata del processo non è indifferente rispetto al principio di personalità della responsabilità, perché un processo può essere sospeso nei confronti di un soggetto non colpevole, e nel nostro sistema la presunzione di non colpevolezza è una delle poche cose certe all'interno dalla Costituzione, anche se qualcuno finge delle norme, quando deve scrivere certe norme copre con la mano certe norme della Costituzione e fa finta di non leggerle, in qualche modo chiude un occhio e guarda da un'altra parte, ma la presunzione di non colpevolezza è un principio sacrosanto.

Allora, se c'è una presunzione di non colpevolezza, come si può sospendere un processo prima che vi sia almeno un minimo di rappresentazione della responsabilità?

E, allora, questo è un emendamento che cerca un correttivo; nella irragionevolezza un barlume di ragione, nella follia incostituzionale almeno limitare i danni. E il concetto di limitare i danni non è estraneo al nostro sistema, cioè trovare delle soluzioni che, benché non eradichino la patologia, cerchino, in qualche modo, di prolungare la vita del costituzionalmente rilevante.

Allora, noi chiediamo di votare questo emendamento, per porre un argine, una sorta di linea Maginot a questa rovinosa caduta dei valori costituzionali, e insistiamo perché questo emendamento possa essere votato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.178 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.182 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.183 Santelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.184 Santelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo, pur essendo un emendamento presentato da Forza Italia sul quale abbiamo espresso un parere contrario, per spiegare, visto che stiamo anche arrivando al termine degli emendamenti che riguardano la prescrizione, intanto che il nostro voto contrario a questo emendamento, così come ad altri emendamenti di Forza Italia che avevano l'obiettivo di intervenire sulle norme del processo, non sono emendamenti contrari in linea di principio, e cioè perché noi siamo contrari alla necessità di intervenire in maniera organica e armonica sulle norme del processo, perché, anzi, noi siamo perfettamente consapevoli che è esattamente lì che occorre intervenire se si vuole risolvere il problema della durata dei processi che porta alla prescrizione dei reati.

Lo sappiamo perfettamente, ma sappiamo anche che non è questo lo strumento normativo con il quale quel problema si può risolvere, nemmeno tramite un emendamento, perché, in realtà, quel problema si risolve dentro una riforma organica del processo penale, della procedura penale, così come ha fatto il Partito Democratico nella scorsa legislatura, quando ha cercato di affrontare il tema della prescrizione dei reati, e quindi il problema dell'estinzione dei reati per prescrizione, ma lo ha fatto dentro un quadro generale, cercando di affrontare il tema della durata dei processi con norme che consentissero e cercassero di aiutare a limitare la durata dei processi, perché quello è lo strumento e quello è l'obiettivo da raggiungere.

Ora, a me dispiace che il Ministro Bonafede sia comparso per mezz'oretta, abbia fatto il suo comizietto e poi se ne sia andato. Mi dispiace perché è l'ennesima prova di come il Ministro Bonafede tiene in considerazione questa istituzione: non ha voluto partecipare a nessuna seduta in Commissione, pur discutendosi di un tema così rilevante come la prescrizione, che lui ha voluto a tutti i costi che fosse inserito in questo provvedimento; oggi è venuto, ha fatto un intervento abbastanza sconclusionato in difesa del suo provvedimento e se n'è andato senza neanche ascoltare il dibattito su una legge da lui fortemente voluta.

Ma questo testimonia, credo, un fatto abbastanza evidente: che a questo Ministro e a questa maggioranza interessa la comunicazione, interessa l'immagine, interessa la propaganda politica, e non interessa la discussione e l'approfondimento, neanche quando si parla e si discute di temi così importanti e rilevanti come la prescrizione. Infatti, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per il quale il Ministro Bonafede ha preteso e ottenuto che il tema della prescrizione venisse inserito in un provvedimento che non c'entra nulla con la durata dei processi, perché ha preteso e ottenuto che si inserisse, senza che ci fosse alcuna cognizione dei risultati e degli effetti della riforma…

PRESIDENTE. Collega Donzelli, sta comodo o vuole una Coca-Cola?

ALFREDO BAZOLI (PD). …della riforma della prescrizione che è stata introdotta pochi mesi fa, e il Governo ha ammesso che non sa quali sono gli effetti. E, allora, come si fa a intervenire su un tema su cui è appena entrata in vigore una riforma di cui si denuncia che non si sa quali sono gli effetti? Come si fa a intervenire senza sapere quali effetti ha prodotto la precedente riforma? E ancora, perché si interviene in questo modo surrettizio, con una norma infilata all'ultimo momento in un emendamento? A termine scaduto per gli emendamenti, si infila questa norma, si pretende di discuterla in una settimana e poi si inserisce un emendamento che dice che quella norma entrerà in vigore nel 2020, cioè un anno dopo l'entrata in vigore di questa legge. Perché? La domanda che volevo fare al Ministro è: perché si è voluto agire così? La risposta la do, io visto che non la dà il Ministro: perché l'unica esigenza è la comunicazione esterna, e, sulla base della comunicazione esterna e della propaganda politica, si sacrifica ogni diritto delle opposizioni, ogni discussione, ogni voglia di confronto, e si sacrificano i diritti e le garanzie del processo penale. Questa è la peggio politica, altro che il Governo del cambiamento!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.184 Santelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.185 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.186 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.187 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.188 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.127 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.29 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà.

Collega Sisto, deve intervenire? Sull'illustrazione? Prego, intervenga; per la dichiarazione di voto ha 5 minuti.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, vorrei sapere se su questo emendamento è stato chiesto, come risulta, il voto segreto.

PRESIDENTE. È stato chiesto. Al momento della votazione è stata avanzata, da parte di Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, del Regolamento, la richiesta di voto segreto sull'emendamento in questione. Tale richiesta può essere accolta in quanto la proposta emendativa, riguardando la disciplina della sospensione condizionale della pena, incide, nel senso chiarito dalla Giunta per il Regolamento, nella seduta del 7 marzo 2002, sull'articolo 13 della Costituzione. Di voti segreti ce ne sono altri.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. In un recente film con Tom Hanks si dice che un segreto è una bugia. È un film sul web e sulla libertà del web. Io dico che il voto segreto su questa legge, su questa proposta, è una verità.

Ognuno di noi diventa libero di esprimere il proprio dissenso su questo massacro della Costituzione e si può sentire libero di votare in sintonia con i principi costituzionali. In questo caso il voto segreto è liberatorio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), dà a ciascuno la possibilità di esprimersi secondo la propria coscienza e scienza, indipendentemente da lacci e lacciuoli che derivano da pseudo accordi che tendono soltanto a portare il Parlamento fuori dall'asse cartesiano del rispetto delle regole.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 19,25)

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Solo questo voglio dire, Presidente, che questo voto segreto sia la libera espressione di un Parlamento libero. Noi vogliamo sentirci liberi, votiamo a favore di questo emendamento per liberarci dall'ansia di prestazione di violare consapevolmente la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Ricordo che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.29 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere contrario del relatore di minoranza del Pd e con il parere favorevole del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.37 Bordo, 1.40. Costa e 1.250 Conte, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza del Pd e del relatore di minoranza di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.41 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.42 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.42 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.251 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza del PD e di Forza Italia ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.43 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza del PD e di Forza Italia hanno espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.44 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza del PD e di Forza Italia hanno espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

È stata avanzata, da parte dei rappresentanti del gruppo di Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, la richiesta di voto segreto sull'emendamento 1.252 Costa. Tale richiesta può essere accolta, in quanto la proposta emendativa, introducendo un procedimento giurisdizionale per la decisione sulla sospensione delle pene accessorie, incide, nel senso chiarito dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 7 marzo 2002, sull'articolo 24 della Costituzione.

Indìco dunque la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.252 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza del PD e di Forza Italia hanno espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

È stata avanzata da parte dei rappresentanti del gruppo di Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, la richiesta di voto segreto sull'emendamento 1.45 Cristina. Tale richiesta può essere accolta, in quanto la proposta emendativa, integrando la disciplina della messa alla prova, incide, nel senso chiarito dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 7 marzo 2002, sugli articoli 13 e 27 della Costituzione.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.45 Cristina, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza del PD si rimette all'Aula e il relatore di minoranza di Forza Italia ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.47 Bazoli, 1.48 Costa e 1.253 Conte.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, io intervengo perché questo è un emendamento che cerca di correggere una delle gravi sgrammaticature di questo testo e di questo disegno di legge, che riguarda il cosiddetto Daspo, cioè l'idea che un condannato per reati contro la pubblica amministrazione non possa accedere neanche alla riabilitazione per quanto riguarda le pene accessorie, e in particolare le pene accessorie perpetue. Qui c'è un'evidente sgrammaticatura perché occorre sapere che la riabilitazione è un istituto di natura generale che consente a qualunque persona che sia stata condannata, dopo un certo periodo dall'espiazione completa della sua pena, di essere riabilitato, quindi con la cancellazione di tutti gli effetti della pena, quando abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta.

Questa norma, che verrebbe introdotta, introduce questa cosa curiosa: che un condannato per reati contro la pubblica amministrazione può essere riabilitato rispetto alle pene principali, quando abbia dato prova effettiva e costante di buona condotta, ma per quanto riguarda le pene accessorie dovrà attendere un altro periodo di sette anni, dopo il quale potrà essere riabilitato e quindi potranno essere estinte anche le pene accessorie, ma a quale condizione? Che abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta: cioè la stessa condizione che consente la riabilitazione dalla pena principale e che è già stata soddisfatta sette anni prima, dovrà essere soddisfatta ulteriormente sette anni dopo per l'estinzione delle pene accessorie.

Ora, io credo che nessuna persona dotata di buonsenso, di ragionevolezza, possa ritenere che questa norma sia una norma logica, perché non ha senso che all'avverarsi della stessa condizione si debbano profilare due esiti diversi in relazione alla pena principale e alle pene accessorie. Questa è una grave sgrammaticatura, anche di natura costituzionale, perché ci è stato spiegato che probabilmente viola anche i principi di rieducazione che sono i principi dell'articolo 27 della nostra Costituzione; quindi, con questo emendamento noi chiediamo di abrogarla, perché l'abrogazione di questa norma non aggiunge né toglie nulla dalla legge “anticorruzione”, semplicemente toglie dal sistema una cosa che fa sorridere, o ridere, qualunque giurista (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.47 Bazoli, 1.48 Costa e 1.253 Conte, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre i relatori di minoranza del PD e di Forza Italia hanno espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.52 Bartolozzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo all'emendamento 1.254 Conte.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Come detto prima e detto anche molto bene da altri colleghi, la norma sulla riabilitazione viene totalmente stravolta da questa proposta di legge in una direzione non costituzionalmente orientata, perché si immagina di poter scindere la valutazione del giudice di prognosi rispetto alla condotta del reo e, soprattutto, di constatazione della sua risoluzione di ogni rapporto con i modelli criminali ai quali ha aderito, sostanzialmente sul fatto che egli abbia tenuto una condotta buona, costante, effettiva e che si sia reinserito nella società, a seconda che si valuti la pena principale, quella detentiva, o la pena accessoria, che, paradossalmente, pur essendo in linea generale la meno grave, viene trattata con un rinvio nel tempo molto lungo, per cui avremo un soggetto che, dal punto di vista della meritevolezza del carcere, viene ritenuto riabilitato, dal punto di vista della possibilità di inserirsi nuovamente nei meccanismi virtuosi dalla società, è inibito. Questo stravolgimento dell'istituto potrebbe essere ovviato con questa modalità di riforma, che prevede una mediazione, cioè, rimanendo all'interno dell'istituto, come suggeriscono gli studiosi della Cattolica di Milano, si potrebbe rigraduare la scaletta temporale che prevede l'accesso alla riabilitazione. Non sono sufficienti gli attuali tre anni? Rinnoviamo il termine aumentandolo a sei, cioè raddoppiandolo; per i recidivi portandolo da otto a dieci; per i delinquenti abituali da dieci a quindici. In questo modo renderemo più difficile e più severa la valutazione sulla riabilitazione, tanto da ricomprendere, seguendo il monito del presidente Cantone, anche i cosiddetti colletti bianchi, che con più facilità rispetto al quisque de populo accedono alla riabilitazione, mettendo loro in condizione di dare una prova che non dura solo tre anni, ma sei anni, che è un tempo molto lungo, a maggior ragione in considerazione del loro stile di vita, della loro attività, del contesto sociale dal quale provengono e nel quale operano. Rendere più difficoltosa la riabilitazione, ma rimanere nei canoni costituzionali dell'istituto, così come disciplinato finora nel codice di procedura penale. È un nuovo tentativo di mediazione, una disponibilità a mediare rispetto alle censure di incostituzionalità che sono state articolate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.254 Conte, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Passiamo all'emendamento 1.50 Ferri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Con questo emendamento vogliamo correggere uno dei tanti errori giuridici di questo provvedimento e spiegare ancora una volta in cosa consista la riabilitazione. È, infatti, irragionevole consentire di mantenere le pene accessorie, una volta intervenuta la riabilitazione. La riabilitazione rappresenta e consiste in una causa di estinzione delle pene accessorie e di ogni altro effetto penale della condanna, quindi ha una natura premiale. Nel momento in cui io riabilito e, quindi, consento un premio a chi riabilitato, estinguendo gli effetti penali della condanna, non ha senso mantenere le pene accessorie. Quindi, chiediamo di intervenire e proponiamo una soluzione anche intermedia perché suggeriamo perlomeno di guardare alla finalità rieducativa e, quindi, di ridurre almeno il termine che voi indicate in sette anni, e di portarlo a cinque (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.50 Ferri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Avverto che gli emendamenti Costa 1.67, 1.71 e 1.72 sono stati ritirati dal presentatore.

Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento 1.49 Bordo. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.49 Bordo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.56 Bartolozzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza del PD e di Forza Italia.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Passiamo ora ad una serie a scalare di tre emendamenti. Porremo in votazione il primo, 1.58 Bazoli, e l'ultimo emendamento della serie, 1.59 Bordo.

Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.58 Bazoli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.59 Bordo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

È stata avanzata richiesta, da parte del rappresentante del gruppo di Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, di voto segreto sull'emendamento Vitiello 1.73. Tale richiesta può essere ascolta.

Passiamo quindi alla votazione dell'emendamento 1.73 Vitiello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Solo una parola per questo emendamento. È la reazione, secondo me corretta, ad una forte contraddizione in termini. Si vuole, con questo disegno di legge, appiattire la dosimetria della pena, creando una sanzione quasi unica per tutte le ipotesi di corruttela. Allora, dico, probabilmente è il caso di raccogliere all'interno di un'unica fattispecie astratta tutte le ipotesi di corruzione e dare la giusta collocazione e probabilmente il giusto livello di efficienza a al codice penale. Quindi, è un emendamento lungo, corposo, ma che ha questo spirito, cioè quello di racchiudere tutte le ipotesi di corruttela e naturalmente rimandare la concussione al suo alveo naturale, che è quella dell'aggravante all'estorsione. In questi termini, chiedo all'Aula di esprimersi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Ricordo che la prossima votazione avverrà a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vitiello 1.73, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.63 Ferri e 1.284 Costa, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Ricordo che l'emendamento 1.67 è ritirato.

Passiamo, quindi alla votazione dell'emendamento 1.68 Conte. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.68 Conte, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Ricordo che l'emendamento 1.257 Bazoli è stato ritirato dal presentatore.

Passiamo, quindi, agli identici emendamenti 1.70 Bazoli e 1.259 Conte. Nessuno chiedendo di parlare, li pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.70 Bazoli e 1. 259 Conte, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.258 Bartolozzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.260 Bartolozzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

È stata avanzata richiesta da parte del rappresentante del gruppo di Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, di voto segreto sugli identici emendamenti 1.75 Lucaselli e 1.271 Bazoli. Tale richiesta può essere accolta.

Passiamo ai voti.

Ricordo, quindi, che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.75 Lucaselli e 1.271 Bazoli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

È stata avanzata, da parte dei rappresentanti dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, la richiesta di voto segreto sull'emendamento 1.76 Bazoli. Tale richiesta può essere accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.76 Bazoli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.190 Bartolozzi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Partito Democratico e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

È stata avanzata, da parte del rappresentante del gruppo Forza Italia, ai sensi articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, la richiesta di voto segreto sull'emendamento 1.84 Costa. Tale richiesta può essere accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.84 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Partito Democratico, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.85 Costa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Partito Democratico e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.272 Vitiello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Presidente, anche qui molto brevemente. È un altro emendamento per mettere a dura prova i giuristi di questo Parlamento. Il ruolo del parlamentare è anche quello di orientare l'interprete. Siccome ci sono numerose pronunce della Cassazione che, in tal senso, hanno cercato di chiarire il rapporto fra l'abuso d'ufficio e il peculato, ritengo che in questo caso nel Parlamento bisogna prendere una decisione per orientare la Cassazione e dire come la pensiamo. Questo emendamento si pronuncia in tali sensi, aggiungendo un comma 3 all'articolo 323, di cui all'abuso d'ufficio.

PRESIDENTE. È stata avanzata, da parte dei rappresentanti dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, la richiesta di voto segreto sull'emendamento 1.272 Vitiello. Tale richiesta può essere accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.272 Vitiello, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Partito Democratico e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71 – Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

FRANCESCO D'UVA (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Per favore, per favore, per favore, colleghi. Prego, deputato D'Uva.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Presidente, quello che è appena accaduto è molto grave. La maggioranza e il Governo sono andati sotto in questa votazione segreta. Quindi, chiedo una sospensione della seduta (I deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente scandiscono: Onesta, onestà!).

PRESIDENTE. Per favore. Sospendiamo adesso la seduta per quindici minuti…

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, siamo di fronte ad un fatto politico, in questa legislatura, senza precedenti. La maggioranza si divide su un argomento che ha discusso per giorni e giorni in Commissione e sul quale ha forzato la mano del Regolamento di questa Camera, creando un precedente, volendo introdurre argomenti nuovi, facendo finta di mostrarsi compatti quando compatti non sono al voto segreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Si è dimostrato, con il voto segreto, che questa maggioranza ha delle crepe molto più grandi dei punti di accordo del loro contratto! Hanno difeso, in quest'Aula di fronte al Ministro, il merito del provvedimento ma poi si dividono. Questo è il fatto politico di questa giornata. Una maggioranza debole che sta portando allo sfascio il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e sul quale episodio sono costretti a chiedere un'interruzione dei lavori che hanno chiesto di continuare ad oltranza. Questa è la fotografia della maggioranza che sta guidando oggi il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gelmini sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà. Per favore, un po' di silenzio. Prego.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Noi invece riteniamo, attraverso il voto segreto, di avere garantito la libertà di espressione e di voto di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non facciamo processi alle intenzioni. È prevalso il buonsenso, il rispetto della Carta costituzionale, le garanzie del giusto processo e lo Stato di diritto, dopo tanti giorni nei quali un giustizialismo “manettaro” ha pensato di essere il padrone dell'Italia! Se oggi quest'Aula si è espressa a favore del garantismo è nell'interesse dagli italiani, e noi rispettiamo il voto di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Un po' di silenzio, colleghi.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente!

PRESIDENTE. Deputata Morani, ha già parlato il suo collega. Dopo sospendo. Do la parola ad un deputato per gruppo. Prego deputato Fornaro.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, mi pare evidente, è sotto gli occhi di tutti, quello che è successo, ed era, se mi è consentito, già nell'aria. È del tutto evidente che stanno venendo al pettine i nodi politici che c'erano prima dell'accordo che ha dato vita a questo Governo, un accordo fondato su un contratto che ogni giorno che passa si dimostra essere un contratto solo legato al potere, mentre ci sono differenze profonde di vedute e di prospettive. Credo che su questo voto la maggioranza abbia molto da riflettere, e da questo punto di vista credo che sia stato un voto che abbia fatto chiarezza e abbia portato alla luce queste differenze e questo diverso modo di intendere il potere e la giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali – I deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente scandiscono: Libertà! Libertà!).

PRESIDENTE. Per favore, sta intervenendo un vostro collega. D'Ettore, Gelmini, Occhiuto… per favore.

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Presidente, quanto è accaduto non è un fatto grave, ma è espressione di una democrazia vissuta, pertanto non capiamo per quale motivo è stata sospesa l'Aula.

PRESIDENTE. L'Aula infatti ancora non è stata sospesa, perché sta parlando.

GUIDO CROSETTO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Presidente, lo stesso intervento: non capiamo il motivo di sospensione dell'Aula. La maggioranza convochi i parlamentari che sono assenti e proseguiamo con l'esame del provvedimento, non c'è alcun bisogno di sospensione. Andiamo avanti, succede.

PRESIDENTE. È arrivata una richiesta di sospensione, quindi sospendo l'Aula per 30 minuti. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 20,15, è ripresa alle 20,50.

ALESSIA MORANI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, il gruppo del Partito Democratico ha denunciato, durante i lavori delle Commissioni I e II riunite, il tentativo che era stato fatto, attraverso, allora, un emendamento della Lega, di salvare qualche processo in corso. Durante i lavori delle Commissioni, però, qualcuno non ha avuto il coraggio di metterci la faccia allo scoperto e quell'emendamento è stato ritirato. Sto parlando di quell'emendamento che nelle Commissioni modificava il reato di peculato, reato per cui sono in corso alcuni processi che riguardano membri importanti della maggioranza e del Governo: il capogruppo della Lega, Molinari, e il Viceministro Rixi, solo per fare qualche esempio. Il problema è che non è stata messa la faccia in Commissione ma qui dentro, nel segreto del voto, è stato fatto un accordo nella maggioranza, dove alla Lega è stata fatta ingoiare la prescrizione, che non volevano, e ai grillini è stato fatto ingoiare invece il “salva Lega”.

Allora, Presidente, siccome qua nessuno ha l'anello al naso, secondo quello che è avvenuto in quest'Aula e questo festival dell'ipocrisia che è stato portato avanti prima da Forciniti, attraverso un'invettiva contro la Seconda Repubblica in cui si facevano delle leggi ad personam, ebbene, dico che oggi questa maggioranza ha fatto una legge “ad Legam”, la voglio battezzare così (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Quando si sono riempiti la bocca, i Vicepremier in particolare, Salvini e Di Maio, che veniva inaugurata la Terza Repubblica, quella dei cittadini, in verità qua non siamo né alla seconda, né alla Prima Repubblica, ma è la Repubblica delle banane quella che abbiamo visto oggi, perché quello che è avvenuto in quest'Aula è qualche cosa di vergognoso, che il gruppo del Partito Democratico non può assolutamente tollerare. Sono state fatte, peraltro, delle dichiarazione da alcuni membri della Lega che hanno non solo rivendicato il voto per dare un segnale al MoVimento 5 Stelle, forse per anticipare un po' al decreto sicurezza, ma hanno dato la colpa anche ai cosiddetti “fichiani”, che dovrebbero essere un gruppo di deputati che, Presidente, fa riferimento a lei.

Per cui, vi prego, smettetela di prendere in giro gli italiani e dite che questo Governo e questa maggioranza è peggio di qualunque maggioranza che c'è stata in questo Paese, che si ammanta dell'ipocrisia e si riempie la bocca della parola “onestà”, non potendoselo però proprio permettere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCA BUSINAROLO, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Presidente, chiedo di chiudere i lavori dell'Aula (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia – Dai banchi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente si grida: Vergogna! - Dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia si scandisce: Onestà! Onestà!).

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente Fico, le parole della relatrice si commentano da sé, nella loro stringatezza. È arrivata una sberla alla maggioranza da un voto segreto libero di questa Assemblea, e il voto segreto è una garanzia, prevista dai Regolamenti e dalla Costituzione. Presidente, di fronte a un fatto politico, perché altro non è che non un fatto politico, normalmente, quando il Governo, quando la maggioranza va sotto, il relatore o il presidente della Commissione si alza e chiede al Presidente di sospendere i lavori per valutare l'impatto della norma approvata sul testo del provvedimento: quella è la motivazione. Invece abbiamo ascoltato il MoVimento 5 Stelle sollevare la questione di natura politica, sospendere i lavori per una questione di politica e adesso, soltanto alla ripresa, la relatrice sforzarsi in tre parole di dire di chiudere la seduta, speriamo non per sempre, visto che sono cento anni che questo Parlamento va avanti e ci auguriamo che vada avanti per altri cento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

La figura che avete fatto ve la tenete. Non faccio processi alle intenzioni. Questo è un voto libero e segreto di un'Assemblea sovrana e abbiamo assistito a tentativi di controllo del voto segreto che non fanno onore e che non hanno fatto onore a chi li ha messi in campo in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Crediamo, però, che la maggioranza debba fare le proprie riflessioni politiche, sapendo che noi non stiamo ai vostri comodi: questo sia chiaro! Avete delle questioni politiche? Telefonatevi, ma nel merito dei provvedimenti, su un voto su un provvedimento sul quale vi abbiamo messo in guardia di fronte alle difficoltà che ci sono; un linguaggio - mi pare - abbastanza chiaro da parte non degli esponenti di Forza Italia, ma di un Ministro del Governo gialloverde, quando parlava di una “bomba” sul processo penale, doveva farvi riflettere sul fatto che, probabilmente, su una materia così delicata, sulla quale i Regolamenti prevedono un voto segreto, poteva esserci una scivolata politica, e siete voluti andare a sbattere lo stesso e avete chiesto una sospensione per discutere dei vostri problemi interni della maggioranza, non per capire quale sia l'impatto di questa norma sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E già attraverso Twitter e i social dobbiamo avere la soluzione perché i vostri leader non si telefonano e non si parlano. Abbiate rispetto di questo Parlamento: questo Parlamento è il luogo della sovranità nazionale! Non è né il posto dove si consolidano i contratti tra privati, né, tanto meno, un luogo all'interno del quale si può giocare questo strano gioco per cui su alcuni provvedimenti un pezzo della maggioranza sta zitto perché un altro decide di governarlo e viceversa. Questo è un Parlamento libero, dove c'è una maggioranza e un'opposizione: se avete la maggioranza, portatela avanti, altrimenti fateci la cortesia di smetterla con queste sceneggiate, di prendere atto che ci sono materie che non valgono la campagna elettorale che quotidianamente fate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Con le bugie che raccontate ai vostri elettori, quando raccontate che perseguite la corruzione, il crimine, eccetera, state mettendo in difficoltà un sistema giudiziario per fare una campagna elettorale di qui a qualche mese.

Rendetevi conto che se c'è una trasversalità di soggetti che vi fanno presente in questa Assemblea che ci sono delle criticità importanti, probabilmente delle ragioni di fondo ci sono. Allora, utilizzate questa nottata per una riflessione seria, profonda, su ciò che state facendo e vi auguro che la notte vi porti consiglio, anche se spesso e volentieri non succede così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

GUIDO CROSETTO (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Grazie, Presidente. Intanto io volevo partire da una considerazione che va al di là della politica del voto e che riguarda la sospensione di prima, che io reputo un atto gravissimo. Qui possiamo differenziarci per idee, differenziarci per come la pensiamo, per come votiamo, ma le regole devono valere per tutti.

A quanto mi risulta, la sospensione deve essere votata e se il Presidente decide, invece, di sospendere la seduta su richiesta del presidente del gruppo che l'ha espresso, allora significa che abbiamo un precedente e la prossima volta qualunque gruppo chieda una sospensione il Presidente può dare una sospensione (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico), perché questa Assemblea funziona così, con regole chiare che non cambiano a seconda di chi chiede qualcosa e di chi è seduto dall'altra parte.

Come ragionamento di base, come funziona normalmente? Si alza il relatore, si alza il rappresentante del Governo e dice: “siccome l'emendamento approvato ha modificato il provvedimento, chiedo mezz'ora o fino al massimo di un'ora di sospensione” e il Presidente la concede. Altrimenti, su richiesta di un capogruppo si mette ai voti e la maggioranza ci sarebbe stata anche in questo caso. Ciò detto, c'è una riflessione politica che hanno fatto i miei colleghi, ma voglio aggiungere una cosa: siccome ognuno di noi, grazie al telefono, è collegato con le dichiarazioni di tutti, abbiamo visto che, come ho detto prima chiedendo di non sospendere la seduta, non esistono problemi per la maggioranza. Lo ha dichiarato Salvini, lo ha dichiarato Di Maio e quindi, siccome il provvedimento c'è, gli emendamenti ci sono, i deputati ci sono, ci siamo predisposti ad andare avanti anche tutta la notte, possiamo andare avanti su questo provvedimento e votarlo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Mi sarei augurato, come molti di noi, che questo provvedimento fosse stato modificato in qualcosa di più sostanziale e non sicuramente in questa norma; mi sarei augurato che gli interventi - che sono stati decine e decine - per spiegare che la prescrizione non è un diritto dei delinquenti ma un dovere che uno Stato deve riconoscere ai cittadini quando vanno sotto processo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente), facessero passare questo concetto. Non è passato, il provvedimento è stato modificato su un altro punto che non era neanche di nostro interesse, come non era di interesse di molti altri. Andiamo avanti, ci sono altri emendamenti, finiamo questo provvedimento. Tanto - mi metto nei panni della maggioranza - prima viene chiuso qua, prima riuscite a modificarlo al Senato (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Deputato Crosetto, apprezzando le circostanze, è nella opinione e facoltà del Presidente della Camera sospendere o meno l'Aula, a seconda delle circostanze.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Vorrei riflettere con lei e con i colleghi pubblicamente su un fatto oggettivo: noi siamo in sessione di bilancio e il calendario, evidentemente, era stato costruito in funzione della sessione di bilancio e del tempo che, come da prassi, deve essere lasciato alla Commissione bilancio per la valutazione degli emendamenti prima dell'entrata in Aula. Voglio dirlo qua pubblicamente: è evidente che, se questa sera noi non andiamo avanti e, conseguentemente, difficilmente, visto il clima, non chiudiamo nella giornata di domani, questo fa saltare di nuovo il calendario e non può essere chiesto alle opposizioni di comprimere ulteriormente i tempi della Commissione bilancio (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Cioè, per essere chiari, se la maggioranza intende, ed è nelle sue facoltà, questa sera non andare avanti, è evidente che la scelta deve essere conseguente, cioè questo provvedimento ritorna in Commissione, questo è il punto. Non ci sono i giochini di stasera, domani (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Se c'è un problema politico, se c'è una vicenda tale per cui la relatrice ha chiesto, con modalità devo dire abbastanza irrituali, la sospensione e, in questo caso, la non prosecuzione dei lavori, credo che la conseguenza politica vera e anche procedurale sia il ritorno del provvedimento in Commissione. Noi non ci stiamo, da questo punto di vista, a che i problemi della maggioranza si scarichino sulla sessione di bilancio e riducano i tempi democratici di confronto in Commissione (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Allora, ho deciso di convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 21,05, è ripresa alle 21,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. La Conferenza dei capigruppo ha deciso di riprendere la discussione sul provvedimento in esame domani mattina, con inizio alle ore 11.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Adesso provvediamo agli interventi di fine seduta, se i colleghi ci sono; diamo qualche secondo. La collega Gobbato, non la vedo. Il collega Fatuzzo, c'è sempre. Collega Fatuzzo, prego.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, finché posso ci sono sempre, naturalmente. Però non è per parlare di qualcosa di simpatico o di positivo, perché in questi ultimi due giorni è venuta a galla la notizia, riportata da tutti i quotidiani e dalle televisioni, che a Montebello della Battaglia, in provincia di Pavia, in una casa di riposo sono stati trovati, ancora una volta, dei ricoverati, non autosufficienti ed altresì inabili, maltrattati pesantemente da coloro che dovevano, invece, accudirli.

Poiché non è la prima volta, questo mi fa esclamare che sarebbe bene che si facesse di più, perché questo non accada mai più. Abbiamo approvato - e questo mi ha fatto piacere - di recente, con voto unanime, il provvedimento che dà facoltà alle case di riposo e alle istituzioni per anziani non autosufficienti o inabili di inserire delle videocamere per controllare o far sapere che si controlla tutto quello che succede. Pare che non sia sufficiente, quindi, mi auguro che in tempi brevi si passi dalla facoltà all'obbligatorietà, perché o le telecamere sono obbligatorie o tanto vale che non ci siano. Viva i pensionati, pensionati all'attacco!

PRESIDENTE. Collega Fatuzzo, lo so, però, lo dico anche per lei, guardi, mi creda…

Ha chiesto di parlare il collega Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Signor Presidente, io intervengo per parlare di un argomento che è molto sensibile. In questi ultimi anni, l'andamento della natalità in Italia ha avuto un trend negativo e non accenna a mutare, purtroppo. Nel periodo dal 2008 al 2017, da 56.659 nati siamo passati a 458.000; nel 2016 sono nati 12.342 bambini in meno rispetto all'anno 2017. Il calo, quindi, è stato di ben 15.000 bambini. Il registro nazionale della procreazione medicalmente assistita, che è stato pubblicato dall'Istituto superiore della sanità, nell'ultimo report, per l'anno 2016, ha rilevato che per l'anno 2018, l'ultimo pubblicato, circa 77.000 coppie hanno eseguito 96.600 cicli di procreazione medicalmente assistita, considerando tutte le varie tecniche.

Da queste procedure sono nati 13.582 bambini. Pertanto - è questo è il punto importante - senza il contributo delle nascite di bambini nati dalla fecondazione assistita, il calo della natalità sarebbe stato circa il doppio. In altre parole, sostanzialmente, la fecondazione assistita riesce a dimezzare il calo delle nascite. Teoricamente, il raddoppio delle procedure potrebbe azzerare il calo della natalità. Quindi, contrastare la denatalità potrebbe avere due linee: la prevenzione dell'infertilità e il supporto alle coppie, già infertili, per l'accesso alla fecondazione in vitro.

Quindi, rivolgo un invito al Governo a pensare a un'attività che vada a potenziare quella che è la procreazione medicalmente assistita (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Caso. Ne ha facoltà.

ANDREA CASO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, lo scorso 15 novembre a Marano di Napoli perdeva la vita un operaio di 55 anni di origine algerina: stava posizionando una guaina sul tetto di una scuola del luogo quando ha perso l'equilibrio finendo al suolo. È l'ennesima morte bianca dall'inizio dell'anno. Perdere la vita mentre ci si guadagna da vivere è una cosa che non dovrebbe mai accadere in nessuna parte del mondo, soprattutto in quei Paesi che hanno raggiunto un elevato grado di civiltà. Qui però c'è stato un ulteriore elemento di dolore nella tragedia: la vittima infatti prestava la propria opera di lavoro al nero. Morte bianca e lavoratore non in regola: un dramma nella tragedia. Per questo, appena appresa la notizia, ho chiesto immediatamente mediante una nota che il comune revocasse l'appalto alla ditta che stava eseguendo i lavori di quella scuola. Sono tragedie che ci scuotono come uomini e come istituzioni, come politici e cittadini: un padre che non fa più ritorno tra le mura domestiche è un dolore immenso. Oltre ad esprimere il mio cordoglio alla famiglia dell'operaio, trasferitosi in Italia certamente per trovare una vita migliore, sento di rilanciare in quest'Aula il tema delle morti bianche, sostenendo il Governo del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Aresta. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LUCA ARESTA (M5S). Presidente, da diversi anni il porto turistico di Campomarino nel comune di Maruggio, in provincia di Taranto, versa in una grave incuria ambientale e igienico-sanitaria, a detrimento di un'area dagli indubbi potenziali economico-turistici. L'area è gestita dalla Torre Moline Spa, che dovrebbe provvedere anche alla gestione di servizi pubblici portuali e turistici, alla realizzazione di opere necessarie e alle infrastrutture. Malgrado ambiziosi propositi, l'infrastruttura necessita di importanti operazioni di dragaggio per un sedimentato strato di rifiuti misti a posidonia e sabbia, che ha limitato il fondale, impedendo alle imbarcazioni le ordinarie manovre.

Nel 2016 il comune di Maruggio ha emanato un'ordinanza di chiusura dello scalo d'alaggio per preservare la pubblica incolumità, con ricadute sul turismo da diporto e sulle attività di pesca, senza poter comunque evitare emissioni maleodoranti che, ancora oggi, si propagano dall'insenatura portuale, rendendo l'aria irrespirabile. L'annoso caso è stato oggetto di specifiche interrogazioni al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, e al consiglio regionale della Puglia, perché non è chiaro chi debba prendersi carico di queste importanti operazioni di dragaggio: un rimpallo di responsabilità tra comune di Maruggio, regione Puglia e Torre Moline Spa. Una storia senza fine di degrado ambientale e igienico-sanitario, a discapito di residenti, pescherecci ed attività commerciali; un quadro di generale confusione, e anche un ricorso al TAR. È necessario allora che gli enti interessati adottino, ciascuno nell'ambito delle rispettive competenze, gli interventi utili per rendere fruibile il porto, riconsegnandolo ai cittadini pulito e funzionale. Pubblico e privato si sono rimbalzati a vicenda per troppo tempo la responsabilità, alla faccia degli interessi dei cittadini. Ci si domanda quali azioni regione, provincia e comune abbiano intrapreso o intendano intraprendere, nell'ambito delle rispettive competenze, per avviare le necessarie opere di dragaggio del fondale del porto di Campomarino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Gobbato. Ne ha facoltà.

CLAUDIA GOBBATO (LEGA). Il mio intervento è per porre all'attenzione di questa Camera la Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che come ogni anno si celebra il 20 novembre. Rappresenta un'occasione essenziale nella quale tutti, istituzioni e cittadini, devono ricordarsi quanto essere bambini sia un diritto. Non dobbiamo mai dimenticare quanto ogni piccola creatura abbia necessità di essere protetta e tutelata. Nel mondo esistono ancora troppe forme di discriminazioni, schiavitù, maltrattamenti che non sono più tollerabili. Un bambino ha bisogno d'affetto, di amore, protezione, dolcezza, ma anche dell'educazione necessaria per crescere e diventare adulto. Un bambino ha bisogno di una famiglia composta da una mamma e da un papà, nel rispetto delle diversità dei ruoli.

Una nuova vita ha diritto di essere tutelata e ha il diritto di crescere in un ambiente sereno. Le istituzioni molto possono e molto devono fare. L'attuale Governo, come il Parlamento, hanno già dimostrato la giusta e doverosa attenzione al tema, ma molto ancora bisogna mettere in campo. La giornata di oggi può sicuramente servire a porre maggiore attenzione, ricordando però che tutti i giorni dobbiamo lavorare per creare le giuste condizioni affinché tutti i bimbi possano crescere in modo felice.

La Lega ha sempre messo al primo posto della sua azione politica il rispetto e la protezione dei più piccoli, principale obiettivo anche del progetto della Giornata internazionale: un impegno concreto, sul quale io e i miei colleghi della Lega ci concentreremo anche nella Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, affinché ogni bimbo cresca. potendo sorridere alla vita (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Questa mattina le autorità di Roma Capitale hanno intrapreso un'operazione che la città attendeva da molti anni: nel quartiere Quadraro, nella periferia Est di Roma, infatti, è iniziato l'abbattimento di otto ville della famiglia Casamonica. Sulle attività di alcuni membri della famiglia Casamonica sono in corso diverse inchieste della procura della Repubblica di Roma, che da alcuni anni sta conducendo con la giusta determinazione una lotta contro la criminalità organizzata. Al di là dell'esito, però, di questa indagine, l'iniziativa di questa mattina rappresenta un segnale chiaro rivolto a tutti, rivolto ai cittadini onesti ma soprattutto rivolto a chi si è arricchito per molti anni sulle spalle dei cittadini onesti, in barba alle leggi e ai regolamenti. Infatti, gli edifici di cui stiamo parlando, come ha detto anche la sindaca di Roma Virginia Raggi, sono stati edificati in violazione di regolamenti edilizi, di vincoli paesaggistici, ferroviari ed archeologici; alcune di queste case hanno persino inglobato interi tratti dello storico Acquedotto Felice.

Nonostante queste violazioni fossero note da molti anni, nessuno prima d'ora aveva avuto il coraggio di procedere così come è stato fatto oggi. Però, al di là dell'appartenenza politica di ciascuno di noi, penso che l'azione di oggi debba essere rivendicata da tutte le istituzioni: dobbiamo essere vicini e dobbiamo stare al fianco degli amministratori, dei sindaci che combattono contro la criminalità organizzata, perché, come diceva Falcone, si muore quando si viene lasciati soli; quindi, ognuno di noi ha la propria sensibilità, ciascuno di noi appartiene ad uno schieramento politico, ma una collettività ed uno Stato esistono quando sussiste una base valoriale comune. In questo senso, confido che nell'ambito della lotta al crimine organizzato le forze di maggioranza e di opposizione, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, possano trovare un'unità di intenti nel corso dei lavori di questa legislatura per la lotta alla criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Collega Baldino, parole molto sagge.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lovecchio. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per portare all'attenzione sua e dell'Aula tutta la grave piaga della criminalità nella provincia di Foggia: solo ultimo in ordine di tempo è stato l'omicidio di un uomo, accaduto il 15 novembre scorso, stroncato a colpi di arma da fuoco all'interno di un'area di servizio lungo la Statale 673 alle porte della città di Foggia. Il fenomeno è davvero preoccupante, e sicuramente da non sottovalutare.

Dai recenti dati forniti dal Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'Interno emergono dati sconvolgenti: ogni giorno in Italia vengono commessi oltre 6.600 reati, quasi 277 ogni ora. In questo quadro già poco incoraggiante, tuttavia, la provincia di Foggia è al terzo posto in Italia come numero di omicidi compiuti dopo Vibo Valentia e Nuoro. Questi purtroppo non sono solo numeri statistici, ma vite umane spezzate a causa di violenze perpetrate a vario titolo, che abbiamo l'obbligo di contrastare. Chiediamo pertanto un rafforzamento dei controlli delle forze dell'ordine attraverso un presidio capillare del territorio, atto a scongiurare il ripetersi dei fatti criminosi citati e a garantire maggiore sicurezza a tutti i cittadini. Il mio territorio, già funestato da una grandissima crisi economica, chiede sicurezza per cercare di riprendersi e tentare di rilanciare anche il tessuto economico, da troppo tempo preda di stagnazione economica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Del Sesto. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARGHERITA DEL SESTO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, proprio in quest'Aula la settimana scorsa abbiamo discusso ampiamente e votato delle mozioni per contrastare la violenza sulle donne. Nonostante l'argomento fosse da me particolarmente sentito, in quanto donna e madre, mai avrei potuto pensare che nel giro di poche ore mi sarei trovata di fronte ad un episodio violento che avrebbe colpito persone che conoscevo direttamente, facendo materializzare davanti ai miei occhi quel dramma sociale, il femminicidio, che in Italia sta mietendo vittime quasi ogni giorno.

Giovedì scorso, appena dopo le 18, a Vairano Scalo, in provincia di Caserta, sono stati uditi vari colpi di pistola, esplosi all'interno di una cartolibreria ubicata al centro della cittadina. All'inizio si è pensato ad una rapina finita male, ma poco dopo si è scoperto che si era consumata l'ennesima tragedia familiare: un uomo ha ucciso la moglie, la cognata e ferito gravemente i due suoceri. Il destino di Antonella è stato lo stesso di quell'alta percentuale di donne che non hanno chiesto protezione e che non hanno mai lontanamente ipotizzato che il proprio partner potesse giungere ad azioni così estreme. Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ogni giorno ognuno di noi deve impegnarsi per sensibilizzare e informare su questo grave problema. Il nostro impegno non si può limitare a questa data, ogni giorno dobbiamo educare al rispetto reciproco, alla tutela dei diritti delle donne, solo in questo modo potremo evitare che la tragedia accaduta ad Antonella e Rosanna si ripeta ancora e che non ci siano mai più figli a cui venga sottratto l'amore delle proprie madri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Giordano. Ne ha facoltà. Anche lei ha un minuto, la pregherei che non diventino tre.

CONNY GIORDANO (M5S). Grazie, Presidente. Sessanta secondi sono troppo pochi per parlare del dolore, sessanta secondi sono una corsa contro il tempo, quel tempo che la Campania non ha più e che oggi piange un altro suo figlio, Antonio, originario di Frattamaggiore, aveva vent'anni. A vent'anni la morte è una prospettiva fin troppo lontana per fare paura e poi dopo un mese non ci sei più, appartieni al passato. Vorrei riuscire ad urlare in quest'Aula, a portare l'urlo di disperazione della mia città, della mia terra, forse allora capireste che la Terra dei fuochi, come giustamente sostiene il Governo, non è qualcosa su cui dividersi, ma una maledetta guerra che dovremmo combattere insieme con tutte le armi a disposizione. Tra queste, nonostante l'inspiegabile ritrosia del Governatore campano Vincenzo De Luca, vi è “Epica”, un sistema di dati raccolti dai nostri medici di base, a cui va un particolare ringraziamento, che potrebbe permetterci di svolgere una migliore prevenzione e programmazione.

Chiudo, invitandovi ad estraniarvi dalla formale liturgia di quest'Aula e pensare ad Antonio, morto a vent'anni, ad Alessia, di 11, morta due giorni fa, ed ai tanti ragazzi che continuano a morire nella nostra maledetta Terra dei fuochi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 21 novembre 2018 - Ore 11:

(ore 11 e ore 16)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici (ai sensi dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento). (C. 1189-A)

e dell'abbinata proposta di legge: COLLETTI ed altri. (C. 765)

Relatori: FORCINITI (per la I Commissione) e BUSINAROLO (per la II Commissione), per la maggioranza; SISTO e MIGLIORE (per la I Commissione) e COSTA e BAZOLI (per la II Commissione), di minoranza.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

BALDELLI ed altri: Modifica all'articolo 12 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, concernente l'esercizio di funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta da parte dei dipendenti delle società concessionarie della gestione dei parcheggi e delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone. (C. 680)

Relatore: BALDELLI.

3. Seguito della discussione delle mozioni Fiano ed altri n. 1-00072 e Fornaro ed altri n. 1-00078 recanti iniziative volte al contrasto della violenza neofascista e neonazista .

(ore 15)

4. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 21,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 2 il deputato Gubitosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 8 il deputato Fiano ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 8 i deputati Marchetti e Melicchio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 8 e 27 il deputato Nobili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 9 e 10 il deputato Angiola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 19, 61 e 63 la deputata Bubisutti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 20 i deputati Mariani e Tuzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 27 il deputato Tuzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 29 e 30 il deputato Acunzo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 35 il deputato D'Ettore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 36 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 38, 39 e 40 i deputati Bisa e Vinci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 46 e 47 i deputati Caffaratto e Zoffili hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 53 i deputati Lazzarini e Zordan hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 56 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 59 i deputati Furgiuele e Latini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 59 il deputato Casciello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 62 il deputato Adelizzi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 63 il deputato De Filippo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1189-A e ab. - quest. preg. 1,2 472 458 14 230 195 263 74 Resp.
2 Nominale Ddl 1189-A e ab. - em. 1.1 496 496 0 249 120 376 72 Resp.
3 Nominale em. 1.2 495 495 0 248 117 378 72 Resp.
4 Nominale em. 1.20 502 502 0 252 236 266 74 Resp.
5 Nominale em. 1.21 501 405 96 203 125 280 73 Resp.
6 Nominale em. 1.22 493 399 94 200 117 282 73 Resp.
7 Nominale em. 1.24 493 403 90 202 118 285 73 Resp.
8 Nominale em. 1.200, 1.201 491 491 0 246 235 256 72 Resp.
9 Nominale em. 1.151 496 496 0 249 235 261 70 Resp.
10 Nominale em. 1.152 497 497 0 249 236 261 70 Resp.
11 Nominale em. 1.215 492 478 14 240 132 346 69 Resp.
12 Nominale em. 1.153, 1.154, 1.202 491 491 0 246 236 255 69 Resp.
13 Nominale em. 1.156, 1.157, 1.213 502 479 23 240 216 263 69 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.161 504 504 0 253 240 264 69 Resp.
15 Nominale em. 1.170 505 505 0 253 124 381 69 Resp.
16 Nominale em. 1.162 504 504 0 253 237 267 69 Resp.
17 Nominale em. 1.163 508 508 0 255 122 386 69 Resp.
18 Nominale em. 1.167 506 506 0 254 127 379 69 Resp.
19 Nominale em. 1.166 505 505 0 253 125 380 68 Resp.
20 Nominale em. 1.168 505 505 0 253 127 378 68 Resp.
21 Nominale em. 1.169 510 510 0 256 127 383 68 Resp.
22 Nominale em. 1.171 503 503 0 252 239 264 68 Resp.
23 Nominale em. 1.126 511 511 0 256 145 366 68 Resp.
24 Nominale em. 1.165 506 480 26 241 101 379 68 Resp.
25 Nominale em. 1.172 503 503 0 252 237 266 68 Resp.
26 Nominale em. 1.205 501 501 0 251 235 266 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 1.173 505 500 5 251 217 283 68 Resp.
28 Nominale em. 1.174 504 500 4 251 230 270 67 Resp.
29 Nominale em. 1.175 503 501 2 251 234 267 67 Resp.
30 Nominale em. 1.176, 1.180, 1.181 503 500 3 251 231 269 67 Resp.
31 Nominale em. 1.164 511 497 14 249 136 361 67 Resp.
32 Nominale em. 1.177 505 505 0 253 242 263 67 Resp.
33 Nominale em. 1.179 510 509 1 255 240 269 67 Resp.
34 Nominale em. 1.178 502 395 107 198 126 269 67 Resp.
35 Nominale em. 1.182 499 391 108 196 122 269 67 Resp.
36 Nominale em. 1.183 507 479 28 240 98 381 66 Resp.
37 Nominale em. 1.184 512 511 1 256 133 378 64 Resp.
38 Nominale em. 1.185 508 480 28 241 213 267 64 Resp.
39 Nominale em. 1.186 506 477 29 239 96 381 64 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 1.187 509 480 29 241 99 381 64 Resp.
41 Nominale em. 1.188 506 506 0 254 236 270 64 Resp.
42 Nominale em. 1.127 504 479 25 240 104 375 64 Resp.
43 Segreta em. 1.29 512 511 1 256 198 313 62 Resp.
44 Nominale em. 1.37, 1.40, 1.250 516 516 0 259 245 271 62 Resp.
45 Nominale em. 1.41 518 517 1 259 245 272 62 Resp.
46 Nominale em. 1.42 506 504 2 253 240 264 63 Resp.
47 Nominale em. 1.251 516 515 1 258 245 270 63 Resp.
48 Nominale em. 1.43 517 516 1 259 244 272 62 Resp.
49 Nominale em. 1.44 518 517 1 259 246 271 62 Resp.
50 Segreta em. 1.252 521 521 0 261 251 270 60 Resp.
51 Segreta em. 1.45 523 523 0 262 253 270 60 Resp.
52 Nominale em. 1.47, 1.48, 1.253 495 495 0 248 239 256 62 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 1.52 499 498 1 250 237 261 61 Resp.
54 Nominale em. 1.254 502 502 0 252 233 269 61 Resp.
55 Nominale em. 1.50 511 511 0 256 240 271 61 Resp.
56 Nominale em. 1.49 505 477 28 239 209 268 61 Resp.
57 Nominale em. 1.56 498 498 0 250 231 267 61 Resp.
58 Nominale em. 1.58 513 513 0 257 239 274 60 Resp.
59 Nominale em. 1.59 511 511 0 256 240 271 60 Resp.
60 Segreta em. 1.73 522 522 0 262 62 460 59 Resp.
61 Nominale em. 1.63, 1.284 520 520 0 261 244 276 59 Resp.
62 Nominale em. 1.68 517 516 1 259 244 272 59 Resp.
63 Nominale em. 1.70, 1.259 516 486 30 244 215 271 59 Resp.
64 Nominale em. 1.258 518 517 1 259 129 388 60 Resp.
65 Nominale em. 1.260 516 516 0 259 243 273 60 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 71)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Segreta em. 1.75, 1.271 520 520 0 261 237 283 59 Resp.
67 Segreta em. 1.76 520 520 0 261 240 280 59 Resp.
68 Nominale em. 1.190 523 523 0 262 127 396 59 Resp.
69 Segreta em. 1.84 522 522 0 262 155 367 59 Resp.
70 Nominale em. 1.85 513 513 0 257 128 385 59 Resp.
71 Segreta em. 1.272 523 523 0 262 284 239 59 Appr.