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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 9 di martedì 8 maggio 2018

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Fusacchia, Galizia, Grillo, Lorenzin, Madia, Migliore, Rosato e Scalfarotto sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ventotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,04).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15,25.

La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 15,25.

PRESIDENTE. Colleghi, è in visita presso la Camera dei deputati, e sta assistendo - quindi chiedo un po' di silenzio - ai nostri lavori dalle tribune una delegazione dei rappresentanti del Regno di Giordania e del Regno del Marocco che sta svolgendo una visita di studi in Italia organizzata dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Rivolgo alla delegazione, anche a nome dell'Assemblea, un caloroso saluto (Applausi).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 10 aprile 2018, n. 30, recante misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) (A.C. 484-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 484-A: Conversione in legge del decreto-legge 10 aprile 2018, n. 30, recante misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA).

Ricordo che, nella seduta di ieri, 7 maggio, si è conclusa la discussione generale e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 484-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, non previamente presentate in Commissione, recanti un contenuto del tutto estraneo alla materia del provvedimento, circoscritta alla proroga dei componenti dell'ARERA: 1.21 Daga, avente carattere ordinamentale e volta a trasferire le funzioni dell'ARERA al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, a tal fine prevedendo l'istituzione di un apposito ufficio; 1.01 Rampelli, volta a disciplinare una procedura di stabilizzazione per il personale non dirigenziale a tempo determinato in servizio presso l'ARERA, con conseguente rideterminazione da sessanta a dieci unità della dotazione di tale personale (si ricorda che, in sede referente, sono state dichiarate inammissibili due identiche proposte emendative in materia di proroga di graduatorie per l'assunzione di personale).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 1.20 Rampelli.

DARIO GALLI, Relatore. Grazie Presidente, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il parere è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.20 Rampelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Pur comprendendo il lodevole intento di questo emendamento - che per la verità ha trovato già eco nei lavori della Commissione con la modificazione apportata, leggibile a pagina 3 del fascicoletto, nell'allegato all'articolo 1, cioè la individuazione di una data specifica che consenta di leggere pragmaticamente quel non oltre il novantesimo giorno dal giuramento del primo Governo - quella data del 30 settembre 2018, come apposta dalla Commissione, troverebbe identico spirito nell'emendamento in discussione.

Tuttavia, Forza Italia ritiene che la data del 31 luglio sia eccessivamente penalizzante dal punto di vista del range temporale che viene sottoposto all'attenzione dell'Aula e, quindi, proprio per consentire un corretto equilibrio fra i 90 giorni dal giuramento del primo Governo formato successivamente e il 30 settembre 2018, noi ci asterremo su questo emendamento. Ne apprezziamo lo spirito, ma riteniamo di scarsa praticabilità la data, così come individuata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Onorevole Presidente, deputate e deputati, nell'illustrare l'emendamento proposto da Fratelli d'Italia al disegno di legge e dando per acquisite le considerazioni svolte ieri in sede di discussione generale sulle criticità dell'Autorità ARERA, sottolineiamo che, nella relazione tecnica, sia la legge costitutiva di ARERA stessa, la n. 481 del 1995, sia il parere del Consiglio di Stato n. 5388 del 2010, sia la sentenza della Corte costituzionale n. 208, in merito alla possibilità di prorogatio, indicano praticamente che la prorogatio può essere ammissibile soltanto se risponde a due criteri precisi: essere di ragionevole durata e, comunque, non eccedere i 60 giorni (cosa ribadita anche dalla legge n. 23 del 2014) e prevedere che, in regime di prorogatio, l'attività dei collegi sia limitata all'ordinaria amministrazione.

Cito testualmente in merito: “il prolungarsi della prorogatio oltre un termine prestabilito e ragionevolmente ristretto rende illusoria quella limitazione dei poteri, che pure va considerata un connotato immancabile della prorogatio”; e ancora: “una prorogatio senza limiti prefissati di tempo, e comunque eccedente un periodo necessariamente breve, costituirebbe una forma surrettizia di conferma nell'incarico, in aperta violazione di legge. E per di più in contrasto con lo spirito della legge che ha voluto obbligare l'Esecutivo a coinvolgere nelle nomine anche l'opposizione”. Ricorderete, infatti, che le Commissioni parlamentari, in merito alla nomina del collegio di ARERA, devono essere a maggioranza qualificata dei due terzi.

E allora, nel disegno di legge si ipotizza, invece ed in effetti, una proroga contra legem, a nostro avviso. Il collegio di ARERA è scaduto l'11 febbraio 2018 e prevedendosene la proroga fino al 30 settembre, in pratica verrebbe di fatto ad essere prorogato per ben più di sette mesi, con la conseguenza di un vulnus alle norme di sistema decisamente eccessivo, e il disegno di legge in aperto contrasto con i pareri, le sentenze e la stessa legge n. 481 del 1995.

Ecco perché Fratelli d'Italia ha proposto un emendamento che fissa, invece, in 30 giorni e comunque non oltre il 31 luglio la durata della proroga: emendamento che, per i motivi suddetti, chiediamo che sia approvato dalla Camera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Solo per motivare il voto contrario del MoVimento 5 Stelle a questo emendamento, perché riteniamo che, innanzitutto, i 60 giorni che vengono menzionati, rispetto a quello che dovrebbe essere un iter di prorogatio, esulano da quello che è un atto normativo successivo.

Per cui, nel momento in cui oggi viene portato all'esame di quest'Aula un atto normativo che preveda un'ulteriore proroga, non possono essere considerati, quelli citati poco fa, i 60 giorni, come un rischio di una legiferazione contro legge, di fatto.

Per cui, quello che secondo noi è importante segnalare è che, come auspicava poco fa il collega di Fratelli d'Italia, se si vuole un coinvolgimento del Parlamento reale nella scelta dei componenti dell'Autorità - che ricordo devono essere votati con i due terzi della maggioranza dei componenti delle Commissioni -, evidentemente 30 giorni da un insediamento di un nuovo Governo è un qualcosa che stride un po' con il tentativo di riuscire a mettere d'accordo una gran parte, circa più del 66 per cento, dei gruppi parlamentari, da un punto di vista numerico, in Commissione. Quindi, per noi è una motivazione di voto contrario nel merito delle tempistiche troppo ristrette. Siamo convinti che quello che è stato inserito all'interno del testo in Commissione sia, invece, un qualcosa di un po' più concreto e che possa permettere un confronto schietto tra i gruppi parlamentari per individuare quali siano i migliori componenti per l'Autorità da inserire e da valutare con dei tempi opportunamente congrui.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI (PD). Grazie, Presidente. Anch'io per motivare il voto contrario del gruppo del Partito Democratico, rifacendomi in parte anche alle considerazioni del collega che mi ha preceduto. Questo decreto-legge - e lo richiamo brevemente - si è reso necessario perché nell'applicazione delle procedure previste all'articolo 2, commi 7 e 8, della legge n. 481 del 1995 sulle Autorità indipendenti, l'Autorità di regolazione per l'energia, le reti e l'ambiente (ARERA) è scaduta all'inizio di febbraio. Da quel termine, decorsi i 60 giorni di proroga considerati normali su sentenza del Consiglio di Stato, si è reso necessario un decreto-legge per garantire la non decadenza del collegio dell'Autorità.

Da questo punto di vista, in Commissione - e qui si sostanzia il nostro voto negativo - abbiamo affrontato il tema dei tempi e delle modalità dei momenti dai quali questi tempi iniziano ad essere considerati. Abbiamo modificato, grazie a un emendamento del relatore che ha recepito una serie di emendamenti dei diversi gruppi politici, una data certa di inizio del calcolo dei 90 giorni dalla data di giuramento del nuovo Governo e si è stabilito che in mancanza - cosa che, peraltro, in questi giorni è di ampia discussione in queste Aule e sulla stampa - di un nuovo Esecutivo, comunque entro il 30 di settembre si ha la decadenza del collegio e, quindi, bisogna provvedere ai necessari adempimenti, che, come richiamava il collega Crippa, sono una proposta del Governo, sentiti e proposti i nomi dal Ministro competente, e il voto delle Commissioni parlamentari con la maggioranza dei due terzi.

Per questo, le due valutazioni - che abbiamo inserito nell'articolato emendato - di 90 giorni dalla data di giuramento e il limite del 30 settembre ci sembrano congrue per lo svolgimento di questo articolato e complesso procedimento di nomina.

PRESIDENTE. Saluto anche a nome dell'Assemblea gli insegnanti e gli studenti del liceo classico e linguistico “Settimo” di Caltanissetta, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

DARIO GALLI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO GALLI, Relatore. Grazie, Presidente. Molto velocemente, perché i colleghi che mi hanno preceduto hanno già ben argomentato. In particolare, sono d'accordo con il collega Crippa sulla questione che, in linea di massima, valgono le considerazioni fatte dai presentanti l'emendamento, però noi in realtà stiamo facendo un provvedimento di legge, che di fatto va al di là di quella che è la prassi consolidata in assenza di provvedimenti di legge. Tuttavia, nel merito, ci tenevo semplicemente a chiarire la posizione: noi siamo assolutamente d'accordo con i colleghi presentanti sul fatto di ridurre al minimo il tempo necessario per la costituzione del nuovo CdA di ARERA, ma la questione è che rischiamo veramente, proprio visti i tempi ristretti e la ricerca non semplicissima, a questo punto di personaggi con adeguato curriculum personale, di arrivare magari a poche settimane dalla scadenza eventuale del 31 luglio che, a questo punto, sostituirebbe il 30 settembre, dicevo la necessità a poche settimane di rifare un altro provvedimento di nuovo per prorogare la scadenza. Credo che il 30 settembre sia il miglior compromesso - in questo caso il termine “compromesso” ha un'accezione positiva – e sia ragionevolmente il termine più opportuno per quanto stiamo facendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. I colleghi che mi hanno preceduto e da ultimo il relatore hanno sottolineato le ragioni di un equilibrio che a noi sembra molto sensato. Volevo aggiungere un punto che mi pare non sia stato sottolineato abbastanza, ossia che stiamo parlando della proroga di un'autorità che non avrà le competenze piene ma avrà competenze per quanto riguarda l'ordinaria amministrazione e atti indifferibili e urgenti. Quindi, quel 30 settembre, che si vorrebbe anticipare con l'emendamento al 31 luglio, in realtà è un termine che prevede una riduzione del raggio d'azione dell'Autorità e al tempo stesso, come detto nel comma 1-bis che è stato aggiunto nei lavori in Commissione, l'Autorità ogni quarantacinque giorni farà un report per informare il Parlamento delle attività che ha svolto. Quindi, a noi pare che quella trovata in Commissione sia una soluzione equilibrata e per questo voteremo no all'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 1.20, con il parere contrario del relatore e del rappresentante del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 484-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estranei alla materia del provvedimento, circoscritta alla proroga dei componenti dell'ARERA, i seguenti ordini del giorno, che riproducono il contenuto di proposte emendative dichiarate inammissibili: Bellucci n. 9/484-A/3 che interviene in materia di proroga di graduatorie per l'assunzione di personale; Gemmato n. 9/484-A/4 relativo ad una procedura di stabilizzazione per il personale non dirigenziale a tempo determinato in servizio presso l'ARERA; Mollicone n. 9/484-A/5 e Ciaburro n. 9/484-A/6 entrambi limitatamente all'ultimo impegno relativo al trasferimento al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare delle competenze dell'ARERA. Tale impegno peraltro si pone in contrasto con il testo del provvedimento, laddove, invece, ai sensi dell'articolo 88, comma 1, del Regolamento gli ordini del giorno devono recare “istruzioni al Governo in relazione alla legge in esame”.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Presidente, il Governo si rimette all'Aula sugli ordini del giorno presentati.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

FRANCESCO D'UVA (M5S). Presidente, per dichiarazione di voto. Presidente, per quanto ci riguarda gli ordini del giorno - anzi questa è la regola - sono legati a un Governo. Di fatto, se il Governo decade, gli ordini del giorno decadono anch'essi. Pertanto decidiamo di astenerci su tutti gli ordini del giorno anche se alcuni possono essere meritevoli nell'impegno e nella sostanza ma non è questo lo strumento perché sappiamo che, nel momento in cui il Governo se ne andrà, questo stesso atto non servirà a nulla. Pertanto dichiaro l'astensione su questo e su tutti gli ordini del giorno che verranno posti in votazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/484-A/1 Guidesi, sul quale il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/484-A/2 Boldi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/484-A/5 Mollicone, limitatamente alla parte ammissibile. Il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/484-A/6 Ciaburro, limitatamente alla parte ammissibile. Il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Prima di passare alle dichiarazioni di voto finale, colleghi ho il piacere di annunciarvi che il nostro collega Alvise Maniero è diventato papà del piccolo Ludovico (Applausi). I migliori auguri dalla Presidenza e da tutta l'Assemblea al papà, alla mamma e alla nuova arrivata.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 484-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ale Colucci. Ne ha facoltà.

ALE COLUCCI (MISTO-NCI). Grazie. Presidente, onorevoli colleghi, Governo, nel preannunciare il voto favorevole della componente Noi con l'Italia del gruppo Misto sul decreto-legge che proroga le funzioni del consiglio dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, meglio conosciuta come ARERA, è opportuno evidenziare alcuni elementi che hanno rafforzato il nostro orientamento favorevole.

Innanzitutto, va sottolineata la correttezza dell'Esecutivo che non ha ritenuto opportuno privare il prossimo Governo del potere di nomina dei membri dell'Autorità.

Avrebbe potuto farlo. Il Consiglio di Stato consente al Parlamento, dal 2010 e con un suo parere, di poter votare - in caso il Parlamento non sia d'accordo sulle nomine - in modo contrario, ma questo avrebbe creato un'inutile tensione, in particolar modo nel momento storico, politico e istituzionale che stiamo vivendo.

In secondo luogo, ci ha convinto anche il lavoro della Commissione speciale, perché in Commissione ci sono state delle migliorie che hanno visto il voto favorevole da parte di tutti i colleghi. In particolar modo, è stato stabilito il modo con cui l'Autorità potrà esercitare le proprie funzioni; è stata definita l'attività dell'Autorità nel periodo di prorogatio e proprio all'interno di questa funzione sono stati individuati quali sono gli atti che vengono qualificati di ordinaria amministrazione e quali quelli indifferibili ed urgenti.

Per venire, invece, a delle valutazioni più generali, noi crediamo che questa Autorità abbia un ruolo molto importante sulla fornitura di servizi essenziali per i cittadini e anche sulla necessità di coniugare efficacemente l'attività dell'Autorità con quella svolta dal Parlamento e dal Governo. Nel corso degli anni quella che era originariamente l'Autorità per l'energia elettrica ed il gas, meglio conosciuta come AEEG, ha ampliato le sue funzioni incorporando sia il controllo sui servizi idrici sia successivamente, con l'ultima legge di bilancio, le competenze sul ciclo dei rifiuti. Inoltre, le leggi europee del 2014, 2015 e 2016 hanno specificato ulteriormente le funzioni dell'Autorità e la sua posizione di autonomia rispetto al Ministero dello sviluppo economico. Tra queste funzioni di primaria importanza vi è quella che concerne la promozione della concorrenza e dell'efficienza nel settore dei servizi di pubblica utilità, quali gas ed energia elettrica, al fine di tutelare gli interessi dei consumatori attraverso l'attività di regolazione e di controllo, tenuto conto della normativa europea in materia e degli indirizzi di politica generale formulati dal Governo.

Come tutti sappiamo, nel cosiddetto “Collegato concorrenza”, approvato non senza difficoltà e dopo un iter durato due anni, è stato previsto, a far data dal luglio 2019, la fine del mercato tutelato nel settore della fornitura di luce e gas attualmente vigente per le utenze domestiche. Si tratta di un passaggio di estrema delicatezza sulla cui importanza voglio richiamare l'attenzione dei colleghi perché incide sulla vita di milioni di cittadini. Il “Collegato concorrenza” fissa tutta una serie di paletti e di poteri in capo all'Autorità, il cui ruolo in questo passaggio è di estrema importanza. Questo perché la fine del mercato tutelato per le piccole e medie imprese, avvenuta nella scorsa legislatura, non ha dato i risultati di riduzione del costo delle bollette energetiche che si auspicavano. Sarà opportuno che il Parlamento e, quindi, il prossimo Governo vigilino affinché la fine del mercato tutelato non generi maggiori oneri a carico dei cittadini. Ma per fare questo, cari colleghi, occorre che le decisioni e i poteri dell'ARERA siano messi nelle mani di un consiglio autorevole e competente e certamente questo decreto ci consente di lavorare in questa direzione. Quindi, concludendo ringrazio i colleghi e confermo il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossella Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Il decreto sul quale l'Aula è oggi chiamata ad esprimersi serve per assicurare all'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente la continuità delle funzioni attraverso la proroga della durata in carica dei componenti del collegio.

Vorrei in questa sede ribadire brevemente quanto ho già descritto nell'ambito della discussione sulle linee generali. Questo provvedimento è nella forma un atto dovuto che ben descrive, se vi fosse necessità di cercare ulteriori esempi, l'urgenza di dare un Governo nella pienezza dei poteri di indirizzo politico al nostro Paese. Se il decreto non venisse approvato, infatti, ci sarebbero forti rischi di lasciare il Paese in balia di un mercato che già oggi non è regolamentato in maniera adeguata. Questo stato di cose non deve però in alcuna misura diminuire l'attenzione sul futuro stesso dell'ARERA, considerando che l'Autorità ha, in ragione delle sue molteplici funzioni, un ruolo essenziale nel favorire o rallentare ulteriormente il percorso di modernizzazione del nostro Paese. Sono temi di economia industriale, di posti di lavoro; pensiamo ai temi dell'economia circolare, dell'efficienza e dell'autoproduzione energetica, della tutela della risorsa idrica.

Appare dunque chiaro che, pur essendo un decreto-legge di proroga, rimangono importanti i suoi risvolti in relazione alle funzioni dell'Autorità e al profilo che dovranno avere, in futuro, i commissari e il o la presidente, un profilo innovativo, moderno e assolutamente preparato e consapevole sul piano della sostenibilità ambientale e sociale delle misure attuate.

Noi di Liberi e Uguali, quando ci occupiamo di temi così vicini alle esigenze di milioni di famiglie, teniamo conto di molti elementi, ma pensiamo, prima di tutto, ai cittadini e alle cittadine. Per queste ragioni, seppur con tutte le perplessità e le osservazioni che abbiamo descritto in discussione generale, diamo il nostro voto favorevole a questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente e colleghi, il gruppo di Fratelli d'Italia voterà in modo contrario a questa conversione del decreto-legge e lo fa per ragioni di merito e di metodo. Quanto al merito, già ieri, nella discussione generale, abbiamo messo in risalto come l'iter che è stato seguito rappresenti un'anomalia sotto il profilo del diritto e anche sotto il profilo politico. Oggi, come primo atto di legislatura, abbiamo la conversione in legge di un decreto di prorogatio. Evidentemente è una moda che si sta creando, quella della prorogatio; abbiamo di qui a poco, magari, la proposta di un Governo che rappresenterà la prorogatio del Governo Monti e, per non sbagliare, abbiamo la prorogatio di un'agenzia che nel suo consiglio di amministrazione è composta di alcuni membri che durano in carica da sette anni, perché così prevede la legge. È un'agenzia che ha la stessa durata del mandato del Presidente della Repubblica. E, allora, viene spontaneo e ovvio chiedersi che necessità c'era di prevedere addirittura un termine così ampio, come è stato previsto in sede di Commissione, rispetto a quello del 31 luglio da noi indicato come limite invalicabile e di ragionevolezza.

Ma vi sono anche ragioni di diritto rispetto a quest'atto, perché dopo che l'Agenzia si era valsa del parere del Consiglio di Stato per potere autogenerarsi per altri 60 giorni nella sua funzionalità, oggi, siamo in presenza di un decreto-legge che assomma e proroga la proroga, un fatto giuridicamente censurabile e che la Corte costituzionale, da subito, aveva giustamente rilevato come non possibile, tant'è che la regola che la Corte costituzionale indica come strada maestra, fin dalla sentenza n. 208 del 1992, è quella che non si fanno le proroghe; è l'eccezione la proroga. Noi, oggi, invece, siamo qui a ritenere e voi siete qui a sostenere che questa proroga è un atto legislativo conforme ai principi generali di uno Stato di diritto. Ma, evidentemente, è talmente fallace questa giustificazione che già la Corte costituzionale - come, ripeto, nel secolo precedente - ne aveva decretato la non giustezza. Faccio un'ulteriore considerazione; ma se questa Agenzia è così importante, è mai possibile che si faccia una proroga per mantenerla al minimo della sua funzionalità?

Perché la stessa Agenzia può intervenire, soltanto, oggi, per atti urgenti o per atti di ordinaria amministrazione, quindi, è un'Agenzia che opera al minimo, contrariamente a quello che prima è stato sostenuto dai colleghi che sono intervenuti, ma con un'aggravante, che da pochi mesi, esattamente dalla legge di bilancio, a questa Agenzia sono stati dilatati anche i poteri, tant'è vero che la stessa si occupa del ciclo dei rifiuti, che prima non era materia di sua competenza. Allora, in una situazione di questo tipo, dall'originaria Agenzia per l'energia elettrica ed il gas si è passati ad un insieme di dilatazioni di poteri di controllo e di verifica dell'Agenzia stessa, quasi a farla diventare una specie di Ministero, a tal punto che si è dovuto, necessariamente, introdurre un principio, anche giuridico, di separazione netta di funzioni tra quella che è l'Agenzia e quello che è il Ministero dello sviluppo economico; ebbene, in una tale situazione noi riteniamo che vi fossero i tempi tecnici per poter procedere, entro il 31 luglio, al rinnovo del consiglio dell'ARERA.

Aggiungo una considerazione sotto questo profilo; è evidente che non esiste una possibilità unica che il Consiglio dei ministri indichi dei nomi che già a priori possono ottenere i due terzi dei voti favorevoli delle Commissioni parlamentari. Chiunque sappia la natura di quest'atto di nomina sa che è la natura di un atto complesso, che parte con una designazione da parte del Consiglio dei ministri e che trova la sua approvazione concreta negli atti delle Commissioni competenti parlamentari, purché si raggiunga il consenso dei due terzi del plenum. È questa, quindi, la vera strada che andava seguita, nulla rilevando quando si porrà il limite di questo intervento legislativo, perché è evidente che se non vi saranno, poi, i due terzi dei voti nelle Commissioni parlamentari, beh, se non ci sono oggi o non ci sono fra quattro mesi, poco rileva, perché la nomina non potrà essere ritenuta tale. Queste sono le ragioni politiche per le quali il gruppo di Fratelli d'Italia, allergico a un regime parlamentare di natura conciliare, esprime il suo voto contrario, rispetto alla conversione in legge del decreto in esame (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Renata Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Forza Italia voterà a favore di questo provvedimento che si presenta quasi come un atto dovuto se ci limitiamo, ovviamente, ad avere riguardo al contenuto proprio del decreto-legge che reca la proroga dei componenti di un organismo collegiale indipendente, quale quello dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente , cioè ARERA. Ma, allo stesso tempo, riguarda un'esigenza cruciale per il nostro Paese che è quella di garantire la continuità e operatività della stessa Autorità, seppur limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione e a quelli indifferibili e urgenti, nell'interesse dei cittadini consumatori, visto che le questioni inerenti la regolazione e il controllo dei settori dell'energia elettrica, del gas, del sistema idrico e dei rifiuti riguardano argomenti centrali, da cui dipende la fruizione di servizi fondamentali da parte delle persone. Già in sede di dibattito parlamentare, il mio gruppo ha evidenziato come ogni questione industriale che si rifletta sul consumo dei cittadini singoli debba partire dal presupposto di assicurare una reale tutela degli utenti, garantendo la diffusione di servizi in modo omogeneo sull'intero territorio nazionale, con adeguati livelli di qualità e, soprattutto, sistemi tariffari certi e trasparenti. Diversamente, diventa inevitabile l'alienazione del cittadino utente che subisce le variazioni tariffarie o altre impostazioni tecniche di diversa natura, ne sono un esempio i misuratori da posizionare in tempi assai celeri anche in zone montane soggette a pericolo di gelo, senza adeguata compressione, in uno stato di crescente malcontento che finisce con l'incrementare maggiormente il divario tra il cittadino e le istituzioni.

Per tali ragioni, Forza Italia ribadisce con forza il proprio sostegno nei confronti di un provvedimento teso a garantire la funzionalità di un organismo che ha tra i propri fondamentali obiettivi la tutela dei cittadini su temi che coinvolgono la vita quotidiana di tutti i consumatori, auspicando l'adozione da parte della stessa Autorità di iniziative volte a garantire un sempre maggiore coinvolgimento delle associazioni dei consumatori e degli enti di governo d'ambito nel rivedere norme di sempre maggiore complessità e di difficile comprensione da parte dei non addetti ai lavori, e soprattutto al fine di recepire al meglio le importanti peculiarità dei territori.

Allo stesso modo, il nostro gruppo parlamentare sollecita l'Autorità all'emanazione di una necessaria deliberazione per far inserire in bolletta le informazioni sulla riduzione della prescrizione dei consumi da cinque a due anni. È infatti di assoluta importanza, grazie alla battaglia portata avanti e vinta da Forza Italia in Parlamento durante la scorsa legislatura, grazie soprattutto al lavoro profuso da Simone Baldelli, che i consumatori siano messi a conoscenza di una norma che ha posto fine all'odiosa prassi dei maxi-conguagli, rispetto alla quale l'ARERA è chiamata ad agire nell'interesse dei consumatori, garantendo loro piena informazione e trasparenza. Si tratta dei ben noti bollettini relativi all'utenza dei diversi servizi essenziali, in ragione dei quali i cittadini si vedono costretti a corrispondere sostanziosi conguagli. In molti casi i conguagli ricevuti dagli utenti non sono altro che il frutto di anni di addebiti dovuti a conteggi di consumo meramente stimati, ma non effettivi. Ciò è accaduto con particolare frequenza perché le aziende erogatrici di tali servizi non tengono conto delle periodiche letture dei contatori, oppure in seguito ad errori di valutazione o comunque a causa di fatturazioni incongrue, certamente non imputabili agli utenti. Molti consumatori infatti, non avendo gli strumenti idonei per difendersi e far valere i propri diritti, o più semplicemente per non dover entrare nel complesso e oneroso meccanismo per l'accertamento della verità per via amministrativa o giudiziaria, rischiano di trovarsi di fatto costretti a pagare somme ingenti, anche di alcune migliaia di euro, per evitare il distacco dell'utenza domestica. Da qui l'urgenza dell'azione essenziale che l'ARERA deve svolgere con la sua attività nell'interesse delle persone.

Nel corso dell'esame in Commissione speciale, Forza Italia ha inoltre evidenziato la necessità che la stessa Autorità dia seguito a quanto chiesto dai cittadini italiani con il voto favorevole al referendum abrogativo della norma contenuta nel decreto legislativo n. 152 del 2006, in particolare nella parte in cui prevedeva che la tariffa per l'erogazione dell'acqua includesse anche la remunerazione del capitale investito dal gestore. Anche sotto tale profilo, appare certamente rilevante che nelle linee guida che saranno adottate dall'ARERA si dia conto anche della necessità di intervenire nel settore idrico, rispettando comunque l'esito della consultazione referendaria.

In ogni caso, nelle more della costituzione del prossimo Governo e avendo riguardo all'importanza delle attività cosiddette originarie che svolge l'Autorità, abbiamo condiviso il lavoro del relatore di modificare il testo che ci apprestiamo a votare, nel senso di meglio circoscrivere e definire in modo temporale la necessaria proroga dei vertici aziendali, e conseguentemente lo svolgimento delle loro attività e funzioni. Come pure abbiamo apprezzato l'introduzione della disposizione in forza della quale l'ARERA, durante il periodo di prorogatio, trasmetta alle Camere ogni 45 giorni, a decorrere dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge, una relazione concernente gli atti di ordinaria amministrazione e quelli indifferibili e urgenti adottati con l'introduzione dei presupposti e delle motivazioni, dando altresì conto nella prima relazione degli atti adottati nel periodo intercorrente tra la data di entrata in vigore del decreto-legge e quella di entrata in vigore della legge di conversione, nonché delle linee guida eventualmente adottate dalla predetta Autorità da considerare di ordinaria amministrazione, ovvero indifferibili e urgenti. Una disposizione che Forza Italia saluta senz'altro con favore per meglio monitorare il lavoro dell'Autorità, in questo particolare momento storico in cui l'esigenza di condivisione e trasparenza è sempre più avvertita dai cittadini e dai loro rappresentanti nazionali; anche in prospettiva delle future delicatissime attività che l'ARERA, nel pieno dei suoi poteri, dovrà affrontare in relazione al prossimo passaggio al libero mercato dell'energia previsto dalla legge annuale sulla concorrenza per il prossimo 1° luglio 2019.

Dovrà essere fatto dunque un grosso lavoro, le cui basi dovranno cementificare anche soprattutto in questo periodo di prorogatio con il contributo e il massimo coinvolgimento da parte di tutti, e innanzitutto da parte del Parlamento che in questo momento ripone fiducia nel lavoro svolto da parte dei membri dell'ARERA; augurandoci ovviamente che questa Autorità possa operare quanto prima con pieni poteri per dare risposte immediate e concrete al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI (PD). Presidente, anch'io riparto dall'inizio di questa storia: noi stiamo convertendo il decreto-legge n. 30 del 2018, che riguarda la proroga del collegio dell'Autorità (quindi non l'agenzia, non facciamo confusioni su questo) di regolazione per l'energia, le reti e l'ambiente denominata ARERA. Questa Autorità trova le ragioni della sua esistenza - lo dico perché ho sentito un dibattito in quest'Aula molto interessante - nella legge n. 481 del 1995, che istituisce in questo Paese le Autorità indipendenti come elemento di regolazione in coniugazione con il Parlamento e il Governo; Autorità indipendenti che hanno degli scopi specifici e precipui, e venivano indicati nel senso della regolazione della tariffazione e del controllo degli investimenti.

Noi ci siamo trovati in un caso di specie particolare, Presidente: il collegio di questa Autorità, che ha una durata come si diceva settennale e non può essere rinnovato negli stessi membri, è venuto a scadere l'11 febbraio 2018. In questa situazione - è già stato richiamato nel dibattito generale in alcuni interventi sugli emendamenti - le procedure per la nuova nomina del collegio prevedono un processo binario che vede il coinvolgimento del Governo e del Parlamento, data la natura stessa dell'Autorità. Il sistema è regolato anche qui dalla legge n. 481, all'articolo 2, commi 7 e 8, con l'aggiunta di quello che è stato l'articolo 1, comma 528 della legge di stabilità di quest'anno, 2017 per il 2018, che ha visto l'inserimento delle reti ambientali all'interno dell'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico integrato. Qui la nomina avviene su proposta del Ministro competente, formalizzata dal Governo previa l'approvazione delle Commissioni parlamentari competenti con un quorum dei due terzi dei votanti: quindi un processo pesante, lungo, di qualità, per garantire che il profilo dei nominati sia di riconosciuta professionalità e competenza, come chiede la legge, data l'importanza di questo collegio e di questa Autorità. Proprio il fatto che la scadenza del settennato coincidesse con un periodo in cui le Camere erano sciolte, ha portato il Governo Gentiloni, Governo della Repubblica, a non procedere alle nomine per un rispetto istituzionale verso il nuovo Parlamento e il nuovo Esecutivo che si sarebbe andato a formare.

C'è stata una discussione, c'è stato un dibattito, signor Presidente (io ero presente su questi banchi la scorsa legislatura), se questa fosse la soluzione migliore; devo dire che era una soluzione istituzionalmente corretta. L'Autorità ha avuto 60 giorni, ha utilizzato 60 giorni di proroga delle sue attività, comunque a regime ridotto, atti di ordinaria amministrazione e solo atti indifferibili e urgenti di carattere straordinario; alla fine di questo periodo, all'inizio di aprile, il 12 aprile ci saremmo trovati con la decadenza del collegio. Da qui nasce l'intervento straordinario del Governo per una proroga del collegio: una proroga che, come si diceva prima in dibattito, ha una scadenza. La prima è 90 giorni dalla data di giuramento del nuovo Governo: il nuovo Esecutivo potrà procedere, secondo la legge, a queste nomine, e a 90 giorni dal suo insediamento quel collegio scadrà.

Abbiamo detto che nel lavoro di Commissione, e mi auguro nel voto finale positivo, verrà confermata anche una data ultima di scadenza di questo collegio, che è il 30 settembre, e io credo che stiamo operando in maniera molto corretta tutti assieme in quest'Aula per garantire la funzionalità di un'Autorità importante, fondamentale per la gestione dei sistemi del nostro Paese, i sistemi energetici, i sistemi idrici e anche quelli ambientali, nell'ambito dei mercati e della loro regolazione. In Commissione, signor Presidente, c'è stato un lavoro proficuo, le modifiche le abbiamo viste precedentemente, ma c'è stato anche un dibattito che ha riguardato l'ampliamento delle competenze dell'Autorità, le reti ambientali. Il mio gruppo ha votato contrariamente all'ordine del giorno n. 1, che chiedeva lo stralcio delle reti ambientali dalle competenze di ARERA, perché noi, nella legge di stabilità di quest'anno, votata l'anno scorso, abbiamo ritenuto che quello fosse un passaggio importante per garantire qualità dei servizi simile in tutte le aree del Paese.

Abbiamo discusso molto sulle attività che l'Autorità ha svolto in questo periodo, della riforma degli oneri di rete, della riforma degli oneri generali, sul tema degli energivori, abbiamo riflettuto molto sulla necessità che la legge n. 481 sia revisionata dopo più di vent'anni dalla sua editazione, sia rivista nei rapporti fra le autorità indipendenti e il Parlamento, nei rapporti con il Governo, nella loro capacità finanziaria di sussistenza, e quindi di indipendenza. Questi sono temi veri che trovano riscontro, sono stati citati i temi delle bollette, la chiarezza delle bollette elettriche, ma direi anche idriche, dove sento certe cose in quest'Aula. Nelle bollette idriche, sostanzialmente, vengono remunerati gli investimenti effettuati a pro del cittadino e del cliente e non vi è altra forfettarizzazione di natura diversa, ma abbiamo avuto anche temi particolari, e mi piacerebbe poi riflettere sul funzionamento delle autorità.

In questa campagna elettorale abbiamo discusso molto degli aumenti dell'energia elettrica. Alla fine di dicembre l'Autorità, nelle sue valutazioni, ha aumentato di circa il 5,6 per cento le previsioni del costo dell'energia elettrica per le famiglie in maggior tutela, con una serie di valutazioni su aumenti; 90 giorni dopo l'ha abbassata dell'8 per cento, con un delta del 13 per cento, più di 50 euro per famiglia su base annua, e magari anche qui una visione e un lavoro di raccordo sarebbe auspicabile. Così come il tema anche della rivalsa degli oneri non riscossi; non solo, naturalmente, quelli di trasporto, ma degli oneri generali. Anche qui c'è stato un dibattito nel Paese: per esempio, gli oneri generali sulla corrente elettrica che non vengono riscossi dal venditore e dal distributore se debbano ricadere sulla collettività o meno. In principio l'Autorità aveva immaginato, con delibere ad hoc, per esempio, la tutela da insolvenza di venditori e da qualsiasi altra situazione con polizze assicurative che avrebbero coperto questa situazione. Il TAR ha dato una sentenza avversa a questa lettura; probabilmente, servirà un intervento legislativo. Ci attendiamo e ci attenderemmo dall'Autorità una segnalazione al Parlamento precisa perché le persone che pagano regolarmente non siano chiamate a supplire i difetti e le manchevolezze di coloro che non pagano.

Questi sono temi importanti, come le dicevo, Presidente, che riguardano il rapporto - sono alcuni esempi - fra un'Autorità certamente importante e fondamentale per il funzionamento dei mercati di settore e la politica, il Parlamento, le istituzioni e il Governo della Repubblica. Concludo annunciando naturalmente il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico a questa conversione, che mi pare raccolga in quest'Aula un consenso molto ampio. Lo dico da persona che probabilmente avrebbe preferito una nomina prima della scadenza termini, ma riconosco e voglio condividere il buon lavoro in questo senso, l'alto profilo istituzionale del Governo Gentiloni con questo decreto e con questa scelta.

Debbo dire, signor Presidente, in conclusione, che, ascoltando anche gli interventi dei colleghi, credo che, se questa XVIII legislatura, che si trova in questo momento in una fase di decollo così difficile, riuscirà ad operare positivamente nell'interesse degli italiani, quindi ad iniziare i suoi lavori, il tema della riforma della legge n. 481 sulle autorità indipendenti non potrà non essere un tema importante da trattare durante le attività della legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dario Galli. Ne ha facoltà.

DARIO GALLI (LEGA). Grazie, Presidente. Anticipo il voto favorevole del gruppo della Lega al provvedimento per le ragioni che sia ieri in discussione sulle linee generali che oggi nei vari interventi sono state un po' da tutti i colleghi ricordate. Quindi, non entro di nuovo nel merito di cose già dette, ma mi limito ai passaggi essenziali. Oggi, in realtà, facciamo un qualcosa che riguarda esclusivamente la proroga tecnica dei tempi per la costituzione del nuovo consiglio di ARERA proprio per le ragioni appena esposte. È finito il suo ciclo naturale nel febbraio scorso, il Governo precedente dal punto di vista complessivo, anche se è ancora attualmente in Aula, ha ritenuto di non sostituire i componenti prima della fine della legislatura, e quindi ci troviamo nella situazione in cui la sostituzione dei componenti stessi è un procedimento non semplicissimo da tutti i punti di vista, e quindi richiede un minimo di tempo per la valutazione adeguata delle persone da destinare a questo impegno, sicuramente molto importante, con i passaggi in Commissione e in altri luoghi parlamentari, per arrivare alla conclusione dell'iter, così come previsto dalla legge.

Quindi, prorogare questi tempi, pur con dei paletti, credo, essenziali, ma individuati in maniera adeguata negli emendamenti che hanno cambiato il testo originale, va assolutamente nella direzione giusta. Il 30 settembre, pur comprendendo le ragioni dei colleghi Fratelli d'Italia che volevano anticipare questo termine, ci è sembrato il più ragionevole per permettere lo svolgimento dell'iter in maniera adeguata, senza, peraltro, prevedere un termine esageratamente al di là nel tempo; peraltro, non sarà nemmeno facilissimo rispettare questo termine che abbiamo messo oggi. Altra cosa, invece, sono tutte le altre considerazioni che, sia nella discussione in Commissione che nei vari interventi in Aula, sono state fatte su quella che è l'attività vera e propria di ARERA, quella originaria e quella che negli anni è stata ampliata soprattutto con il passaggio anche della gestione del ciclo idrico, dell'acqua, e soprattutto dei rifiuti. Su questo anche il nostro gruppo ha, più che delle perplessità, delle contrarietà, nel senso che, finché si parla di energia elettrica e di gas, il tutto ha un certo significato, perché, ovviamente, la rete di distribuzione dell'energia elettrica non può che avere un carattere nazionale, soprattutto la produzione di energia elettrica nazionale e quella importata dall'estero non può che essere gestita a livello di Paese. Lo stesso dicasi per il gas, perché, a parte quel poco che abbiamo nel nostro Paese, la gran parte arriva dall'estero, e quindi è evidente che approvvigionamenti, distribuzione, garanzia di servizio sono qualcosa che possono essere gestiti esclusivamente a livello nazionale.

Altra cosa sono, appunto, la gestione dell'acqua e la gestione dei rifiuti. La gestione dell'acqua, per ovvie ragioni, è un qualcosa che esisteva ben prima di ARERA. Gran parte del territorio nazionale si gestiva tranquillamente questa questione senza problemi particolari, ovviamente dipendendo anche molto dalla posizione geografica. Ogni amministrazione locale pubblica ha sempre cercato, per ovvie ragioni, di gestire al meglio questo servizio assolutamente indispensabile per le famiglie e per i cittadini. Questo è quindi il caso classico in cui il nostro gruppo ritiene che l'eccessiva centralizzazione del servizio e della gestione, con, probabilmente, sovracosti di struttura assolutamente non giustificati, siano esattamente le cose che non devono essere fatte, nel senso che non è che l'economia di scala deve essere qualcosa da ottenere a prescindere. Con il buonsenso di chi è abituato a lavorare, si sa che vi sono situazioni, materiali, servizi che, aumentando la quantità e il numero, danno comunque dei vantaggi, e vi sono altre situazioni in cui questo non si verifica. E quindi va visto di volta in volta. Stessa cosa per i rifiuti, dove un indirizzo nazionale potrebbe essere utile per “obbligare”, lo dico tra virgolette, quei territori e quelle amministrazioni reticenti in materia a gestire la stessa in maniera adeguata. Però vi sono territori, come gran parte della parte settentrionale del Paese, dove la questione è stata affrontata da tempo e in maniera assolutamente adeguata, tant'è che, non da adesso, ma già da parecchi anni, gli obiettivi che anche a livello europeo sono stati fissati per il nostro Paese sono già stati raggiunti e abbondantemente superati.

In questo caso, riportare ad una gestione centrale, unitaria, una gestione che, in gran parte del Paese, funziona già bene, darebbe a questa parte del Paese ben pochi vantaggi - diciamo nessuno - e al resto del Paese probabilmente altrettanto. Quindi, su queste questioni noi abbiamo una posizione ben differente da quella che è l'attuale gestione da parte di ARERA. Peraltro, noi oggi stiamo facendo un'altra cosa, che è esclusivamente affrontare l'approvazione del decreto e quindi la proroga per i prossimi mesi, per mantenere il funzionamento di un ente che comunque oggi, in questo momento, non è sostituibile da nient'altro, nella logica di affrontare, appena possibile, quindi con un Governo effettivamente sostenuto da una maggioranza politica vera, di nuovo il merito del contenuto di ARERA e rivederlo in base a quello che il futuro Governo e la futura maggioranza riterranno opportuno di fare.

Quindi, per concludere e in qualche modo certificare il nostro voto favorevole, precisiamo che il voto favorevole stesso è proprio strettamente tecnico e relativo alla situazione che stiamo discutendo; non entra nel merito del contenuto dell'attuale attività dell'Agenzia, che ci riserviamo ovviamente nel prossimo futuro di rivedere ed eventualmente modificare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Davide Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA (M5S). Presidente, colleghi, il provvedimento che ci accingiamo a votare rappresenta una proroga funzionale dei componenti dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, misura che oggi si delinea come indifferibile e urgente per non privare il Paese di un organismo regolatore e sanzionatorio; situazione questa che porterebbe i consumatori italiani ad essere ulteriormente vessati e tassati. Ma questa situazione era davvero imprevedibile? La data di scadenza dell'Autorità era ben nota e fissata da solo sette anni. Le elezioni del 4 marzo 2018 non sono certo state indette all'insaputa del Governo Gentiloni, quindi è evidente come la maggioranza di allora, a guida Partito Democratico, abbia delle responsabilità enormi nel non aver ascoltato operatori di settore e minoranze nel merito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Questa modifica poteva e doveva essere inserita all'interno della legge di stabilità approvata a dicembre 2017. Come mai non è stato fatto? Forse perché si è provato, fino all'ultimo giorno prima delle elezioni, a compiere un blitz sulle nomine, ma non avendo raggiunto l'accordo interno tutto è naufragato. Dalla scadenza di febbraio 2018 all'11 aprile 2018, durante i 60 giorni già previsti per legge, cos'è però accaduto? L'Autorità ha legiferato come non mai, con un incremento del 27 per cento rispetto al 2017, in cui oltretutto vigeva un regime di non prorogatio, con un incredibile risultato di 188 delibere dal 15 febbraio all'11 aprile 2018, di cui la giornata più produttiva - sarà sicuramente un caso - è stata quella dell'11 aprile 2018, ultima seduta utile prima della scadenza della proroga prevista per legge, con la bellezza di 41 delibere approvate!

Giusto per evitare incomprensioni: i nuovi compiti in materia di rifiuti assegnati dalla legge di stabilità approvata lo scorso dicembre sono stati oggetto di solo cinque delibere. Cosa ha portato ad una così importante produzione deliberativa? Certo, non passano inosservati i 17 atti sull'amministrazione interna, che riguardano correttamente la valutazione del personale nell'arco dell'anno 2017, ma da cui ne scaturiscono riorganizzazioni interne con gratifiche economiche, con progressioni di incarichi apicali che sembrano un po' inopportuni in regime di prorogatio.

Riteniamo opportuno precisare che sarebbe quanto meno il caso che tali delibere venissero rese pubbliche e accessibili a tutti; un auspicio nostro che non trova però riscontro nelle delibere attuali sul personale ARERA, tanto da vederci costretti ad un accesso agli atti, visto che, trattandosi dei soldi dei consumatori italiani, crediamo sia doveroso garantirne la trasparenza. È importante inoltre sottolineare, colleghi, come sembri paradossale una simile velocità di deliberazione per quanto riguarda le questioni interne all'Autorità stessa, come gratifiche e progressioni, specie considerando, invece, la sua incapacità di restare al passo con impegni puramente di contenuto. Un esempio su tutti, visto che la vicenda ci ha visti attori attivi nella scorsa legislatura e in particolare dal 2014, con diversi emendamenti, è quello riguardante l'individuazione dei criteri per la remunerazione per la produzione di energia da fonti rinnovabili per il fabbisogno delle isole minori non interconnesse alla rete: l'Autorità per l'energia avrebbe dovuto approvare una delibera in merito entro maggio 2017, mentre di fatto la delibera in questione è stata pubblicata nel marzo 2018. Un ritardo incomprensibile, specie considerando che il costo di questo ritardo, pagato da tutti gli utenti italiani sulla bolletta elettrica nella componente UC4, è stato quantificato in circa 80 milioni all'anno. È una questione, come molte altre riguardanti l'Autorità, che ci ha visti negli anni passati ingiustamente accusati di voler minare l'indipendenza degli enti e la separazione dei poteri, ma che è degenerata, come ampiamente previsto dal MoVimento 5 Stelle. Una lentezza burocratica simile può essere compatibile con premi di produzione, gratificazioni e promozioni professionali? Crediamo proprio di no.

Passando oltre, Presidente - lo avevamo già annunciato ieri in sede di discussione generale -, il MoVimento 5 Stelle aveva presentato un emendamento, a prima firma Daga, dichiarato inammissibile per estraneità di materia, che andava a trasferire i compiti di gestione idrica, oggi attribuiti all'Autorità, interamente al Ministero dell'ambiente. Comprendiamo la scelta tecnica, ma mi permetto di segnalare come oggi di fatto la gestione dell'acqua sia un monopolio naturale che ha aggirato l'esito referendario, dove 27 milioni di cittadini si sono espressi in maniera chiara, specificando la volontà di tenere l'acqua fuori dal mercato e fuori da una concezione di profitto. Sino ad oggi ARERA ha disatteso il referendum e il volere del popolo italiano con il consueto giochino lessicale. Infatti, non si parla più di “remunerazione del capitale investito”, ma ecco comparire magicamente: “oneri finanziari”. Cosa cambia di fatto? A nostro parere nulla. Dopo 7 anni, ARERA non ha garantito la copertura del servizio per morosi incolpevoli e la qualità del servizio erogato dai gestori è peggiorato; non ha portato alla riduzione delle perdite idriche e i costi sono destinati a salire sempre di più. Auspico che il Parlamento possa trovare il più in fretta possibile uno spazio di discussione e confronto sul tema della gestione idrica.

Il MoVimento 5 Stelle ha contribuito con le proprie proposte emendative a migliorare il testo presentato, garantendo un percorso di trasparenza e di informazione al Parlamento circa le modalità operative adottate in regime di prorogatio. Il MoVimento ha deciso di sostenere questa proroga temporale perché non vogliamo lasciar spazio a scorribande speculative di soggetti prenditori che potrebbero trovare un terreno fertile in un periodo di deregulation che vedrebbe sicuramente soccombere il consumatore. Venditori e distributori agirebbero senza regole né sanzioni: una situazione francamente insostenibile.

Questo vuol dire che non abbiamo nulla da eccepire rispetto al comportamento di questi anni dell'Autorità? No, certo che no. Vi riporto un caso esemplificativo. Durante la campagna elettorale, circa due mesi fa, è stato deciso che gli oneri dei servizi energetici non pagati dai venditori di energia al distributore venissero spalmati su tutti i consumatori. I giornali titolarono: le bollette dei morosi le pagano tutti i cittadini! La situazione ha delineato nell'opinione pubblica l'idea che a saldare la bolletta del vicino di casa moroso toccasse alla signora Maria. Non è così. È molto peggio! Non stiamo parlando di cittadini morosi bensì di venditori di energia che non hanno pagato i distributori di energia; venditori vincitori, come nel caso di Gala, di dieci gare Consip a prezzi stracciatissimi. Per non dimenticare e fare un po' di memoria storica voglio ricordare che questi prezzi stracciati sono arrivati grazie al solito aiutino della politica, in particolare della deputata Simoni, ieri al PD e oggi a LEU. Ma nonostante questo, per esempio, Gala non ha pagato i distributori di energia, e ad oggi 200 milioni di euro sono stati caricati sulle bollette dei cittadini.

In quest'ottica rimane quindi inspiegabile come il patron di Gala, Filippo Tortoriello, sia ancora presidente di Unindustria. Potremmo proseguire sul fronte dell'assenza di un'analisi costi-benefici del piano di sostituzione dei contatori 2.0 o potremmo parlare della riforma delle tariffe, così come di molti altri problemi rilevati negli ultimi anni. Insomma, in questi anni, l'Autorità ha spesso portato avanti linee programmatiche che la politica non ha saputo prendere in mano e governare. Ad oggi, Presidente, siamo davanti a un bivio: aprirsi ad un'ARERA in grado di cogliere le sfide tecnologiche, garantendo percorsi di sperimentazioni rapidi al pari di altri Paesi europei, soprattutto per consentire al nostro tessuto industriale di sperimentare e di lavorare sugli accumuli, sulle tecnologie in grado di favorire e gestire la produzione energetica da fonti rinnovabili, oppure rimanere, come ora, a inseguire gli altri Paesi europei da un punto di vista normativo, sperimentale, rimanendo legati alle produzioni energetiche tradizionali.

La sfida credo sia chiara a tutti per cui auspico che a breve si possano trovare nuovi membri per il collegio dell'Autorità in grado di percepire e di anticipare questa necessità energetica che è anche una necessità industriale e di visione occupazionale, oltre che di sviluppo virtuoso del Paese. Per questi motivi, Presidente, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Coordinamento formale - A.C. 484-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 484-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 484-A:

"Conversione in legge del decreto-legge 10 aprile 2018, n. 30, recante misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA)".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Massimiliano Fedriga.

PRESIDENTE. Comunico che in data 4 maggio 2018 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera del deputato Massimiliano Fedriga: “In ottemperanza a quanto previsto dallo Statuto speciale, adottato con legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 e dal disposto costituzionale, a seguito della proclamazione a presidente della regione autonoma Friuli Venezia Giulia, avvenuta in data 3 maggio 2018 in base alle risultanze delle elezioni del 29 aprile, con la presente rassegno le mie immediate e irrevocabili dimissioni dalla carica di deputato al Parlamento della Repubblica italiana.

Dalla medesima data dichiaro inoltre di astenermi da ogni atto inerente alla carica di parlamentare e di cessare quindi dall'esercizio delle relative funzioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier)”.

Trattandosi di un caso di incompatibilità, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Massimiliano Fedriga dal mandato parlamentare.

Avverto che l'accertamento del candidato subentrante, ai fini della sua proclamazione a deputato, sarà effettuato dalla Giunta delle elezioni una volta che questa sarà stata costituita (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier)”.

In morte del deputato Giovanni Galloni.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Giovanni Galloni, già membro della Camera dei deputati dalla V alla X legislatura.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Su un lutto dell'onorevole Camillo D'Alessandro.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Camillo D'Alessandro è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre. Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

In morte del deputato Tarcisio Gitti.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Tarcisio Gitti, già membro della Camera dei deputati dalla VIII alla XI legislatura, nonché Vicepresidente nella XI legislatura.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea, in particolare al figlio Gregorio, deputato nella scorsa legislatura.

Interventi di fine seduta (ore 16,47).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie Presidente. Nella notte tra sabato e domenica si è spento a Brescia Ciso Gitti esponente di spicco della Democrazia Cristiana. È stato negli anni Settanta presidente della provincia di Brescia, segretario provinciale della Democrazia Cristiana e poi deputato dal 1979 al 1994. Da parlamentare fu tra le altre cose membro e segretario della Commissione Bozzi per la riforma della Costituzione, sottosegretario al Tesoro e Vicepresidente della Camera. Gitti è stato uno degli esponenti di punta, insieme a Mino Martinazzoli, a Franco Salvi e a Pietro Padula, della sinistra di base della DC bresciana, uno dei punti di riferimento di una storia politica che ha lasciato una traccia indelebile nella vita pubblica nazionale. Una peculiare storia politica contraddistinta da virtù e attitudini oggi scarsamente frequentate: altissima competenza e preparazione, figlia di una solida cultura giuridica, rigore e integrità morali indiscusse, grande capacità di visione politica che si nutriva di attitudine al confronto, al dialogo, sempre nel rispetto degli interlocutori, misura e sobrietà di costumi che si rifletteva anche nell'uso attento delle parole, e poi quel senso del limite della politica che era certo una passione inesauribile e invincibile, ma sempre consapevole che, come diceva Martinazzoli, la politica conta, ma la vita conta di più.

Quella misura e quella sobrietà che consentivano a Gitti, al termine di una parabola politica che gli aveva visto assumere incarichi di prestigio, di uscire dalla vita pubblica senza lamenti, senza recriminazioni, con compostezza, tornando a svolgere la sua professione di avvocato nello studio di Brescia. Credo che la politica italiana, soprattutto oggi, avrebbe molto da imparare da biografie come quella di Ciso Gitti. Mancherà ai famigliari, agli amici e a tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e di frequentarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie Presidente. Due giorni fa un quotidiano nazionale ha svelato un incredibile episodio di violenza mafiosa nel quartiere della Romanina, a Roma. I fatti sono noti; riguardano i clan criminali Casamonica, Di Silvio e altri, da sempre insediati in quel territorio e che già tre anni fa conquistarono le cronache nazionali in occasione del funerale di un loro capofamiglia. Nel quartiere della Romanina la presenza di questi gruppi criminali rappresenta una minaccia quotidiana alla quiete pubblica e alla libertà di movimento delle persone e delle famiglie. L'episodio non è un caso isolato, ma si inserisce in un contesto consuetudinario, stabile, nel quale il controllo del territorio è sottratto alle istituzioni e alla forza pubblica. Quanto accaduto appare ancora più inquietante se si considera che a 500 metri dal luogo dei fatti sorge da anni la sede nazionale della DDA.

Nell'esprimere la più ferma condanna e apprezzando il tempismo del Ministro Minniti e del Capo della polizia Gabrielli, oggi riconfermato, che hanno immediatamente assicurato alla giustizia i responsabili di questa aggressione, vorrei avanzare una richiesta. La richiesta è di verificare con le autorità competenti la possibilità di una immediata convocazione del Comitato metropolitano per l'ordine e la sicurezza, presieduto dal sindaco della città metropolitana di Roma e dal prefetto di Roma, affinché si dispongano iniziative per una stabile presenza di sicurezza e controllo di quel territorio: ormai da anni sottratto alla libera e civile convivenza, è diventato un mondo a sé, con regole, gerarchie, leggi e comportamenti lesivi della libertà individuale quotidiana. Tali misure - credo - possono giustificarsi normativamente con il carattere chiaramente mafioso di simili comportamenti, come confermato peraltro dalle espressioni del Gip allegate all'ordine di custodia cautelare. E tutti noi non possiamo più accettare, a Roma e nel Paese, tutto questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Cari colleghi, in venti anni la Fondazione Monte dei Paschi di Siena ha elargito 2 miliardi di euro. Oggi la Fondazione non è più proprietaria della banca, ma comunque ogni anno elargisce milioni di euro e consideriamo che, nell'ultimo esercizio, si tratta comunque di 10,25 milioni di euro. Il presidente dell'Associazione delle fondazioni bancarie, Giuseppe Guzzetti, aveva lanciato un appello pubblico, volto a chiedere alla Deputazione del Monte dei Paschi di non rinnovare le nomine fintanto che non si fossero svolte le elezioni comunali, perché ovviamente le nomine sono di competenza pubblica a Siena e con le elezioni a breve, a giugno, con un possibile cambio di maggioranza politica, era folle andare a rinnovare le nomine della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena.

Purtroppo, invece, dopo che il sindaco di Siena, Bruno Valentini, noto per aver mostrato a tutti un SMS a Renzi in cui chiedeva il permesso di fare le nomine a Monte dei Paschi, quella guida politica ha rinnovato e modificato i vertici della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena. Tra i nuovi vertici troviamo: Grazia Baiocchi, già nominata dal comune a guida PD vicepresidente di Siena Casa, Gian Bruno Ravenni, segretario del PD di Bagno a Ripoli, e a presidente della Fondazione Monte dei Paschi, Carlo Rossi, vice sindaco di Siena per il PD dal 2001 al 2006.

Ma non vi basta, non vi è bastata l'ingordigia arrogante con cui avete distrutto la banca senese e il territorio toscano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale), fatto spendere soldi ai cittadini italiani e risparmiatori. La decenza a che punto è arrivata? Ci penseranno i cittadini a cambiare i vertici della città di Siena. Mi auguro che i nuovi nominati, il giorno dopo l'elezione, avranno la dignità di dimettersi e di permettere un nuovo corso anche nella Fondazione del Monte dei Paschi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pezzopane Stefania. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. In questi giorni, in queste settimane, i territori colpiti dal terremoto del 2009 vivono un'angoscia ed una preoccupazione molto, molto forte. Faccio, quindi, appello a lei, Presidente, perché possa, pur nella delicata e difficile situazione politica, intervenire presso il Governo, perché si dia una svolta, una soluzione ad una situazione incresciosa, creatasi all'indomani del terremoto del 2009, quando furono sospese le imposte e fu deciso con legge dello Stato che cittadini e imprese potessero restituirle in rate al 40 per cento.

Una legge dello Stato vale per tutti e tutti i cittadini terremotati hanno adempiuto. In queste settimane, però, è stato nominato un commissario affinché ottenga dalle aziende - che con legge si erano viste la sospensione delle tasse e il provvedimento della restituzione al 40 per cento - una restituzione immediata al 100 per cento. Questo significa che le aziende chiuderanno i battenti, che tutto lo sforzo immane che questo Paese ha fatto verrà in qualche modo sminuito e impoverito.

C'è la soluzione: la soluzione è riaprire con la Commissione europea la trattativa, la soluzione è far rientrare anche il terremoto del 2009, come altre calamità naturali, nella disciplina del Temporary framework, nella quale il caso di specie rientra a pieno titolo. La Commissione europea ritiene quella sospensione delle tasse un aiuto di Stato e una violazione della concorrenza. Non fu questo, fu solo uno strumento per impedire la morte di un territorio.

A distanza di nove anni, gli errori fatti dai Governi di allora non possono essere pagati da cittadini che faticosamente, anche grazie allo sforzo dell'Italia intera, stanno facendo per ricostruire e per rinascere.

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Chiedo, quindi, anche in questa condizione difficile dal punto di vista politico, che ci sia una presa di posizione da parte delle istituzioni tutte e che si trovi una rapida soluzione nei tempi dati da un decreto governativo, che, fortunatamente, ha dato un po' più di giorni rispetto ai trenta tassativi del provvedimento del commissario. Confido in tutti voi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Monica Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è notizia di questi giorni questa di continui e ripetuti licenziamenti e depennamenti degli insegnanti con diploma magistrale abilitante dalle nostre scuole, nonostante alcuni di essi abbiano superato l'anno di prova o altri siano stati assunti a tempo indeterminato, per via di sentenze passate in giudicato. Quattro scioperi - l'ultimo, della fame, è ancora in corso da molti giorni - hanno posto tale problema al centro dell'opinione pubblica: un problema a cui dobbiamo dare una risposta immediata.

Noi, come Fratelli d'Italia, chiediamo che l'attuale Governo emetta un decreto-legge urgente per scongiurare il licenziamento di migliaia di maestre e maestri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e garantire la continuità didattica, risolvendo il problema del precariato.

Chiediamo a tutte le altre forze politiche presenti in questo Parlamento di mobilitarsi per dare una soluzione politica alle conseguenze della recente sentenza del Consiglio di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carlo Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Prendo la parola molto volentieri in questo tardo pomeriggio, perché la pensionata R.P., abitante a Reana del Rojale, in provincia di Udine, mi ha chiesto: ma quando abrogate la legge Fornero? Io sono qui, come rappresentante del Partito Pensionati, eletto in Forza Italia, da sempre contrario alla legge Fornero, dal primo giorno che è stata approvata poco più di cinque anni addietro, ma so che anche altri gruppi sono fortemente e decisamente convinti di abrogare la legge Fornero, quasi tutti, in particolare la Lega Nord, Forza Italia e gli stessi Cinque Stelle.

E dico: ora che il Presidente ci ha detto che possiamo costituire le Commissioni, anche se non c'è maggioranza, né opposizione, che sembra che nasca per la prima volta in Italia un Governo senza opposizione e senza maggioranza, non politico, per la prima volta, si faccia subito, questo è quello che chiedo io personalmente, il Partito Pensionati e tutti coloro che vogliono veramente e non a parole soltanto, cancellare la legge Fornero, sia per chi ne ha avuto un danno perché stava per avere la pensione e ha dovuto attendere oltre sette anni, in qualche caso anche dieci anni, per averla, sia per coloro a cui è stata bloccata la pensione senza l'adeguamento al costo della vita, pur percependo solamente 1.200-1.300 euro netti al mese. Lo possiamo fare subito e immediatamente, anche senza un nuovo Governo e mi auguro che lo si faccia e cercherò di fare il possibile - mi auguro di avere il conforto di tutti i colleghi - per abrogare la legge Fornero. Viva i pensionati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cantone. Ne ha facoltà.

LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, vengo da Misterbianco, un comune in provincia di Catania. Come sappiamo, in Sicilia non esiste un piano regionale dei rifiuti. Colgo l'occasione per portare alla vostra attenzione il caso emblematico delle discariche al confine tra i comuni di Motta Sant'Anastasia e di Misterbianco, la cui distanza dal centro abitato è di soli 500 metri e che accolgono i rifiuti di diciannove comuni e sono tenute aperte dal 1992 in nome dell'emergenza, ignorando il grido di aiuto degli abitanti che vedono morire sempre più spesso familiari per tumori o linfomi.

Gentile Presidente, il mio richiamo è all'attenzione per un territorio in cui la gente continua ad ammalarsi e dove le analisi rilevate dall'Università di Catania mostrano che le emissioni di metano arrivano a valori anche di dieci volte superiori ai valori medi del fondo naturale. Si tratta di un sistema formalmente legale, sebbene l'irregolarità sia sotto gli occhi di tutti. Per gli abitanti di questo territorio vivere respirando questi miasmi è diventato impossibile. La nostra, signor Presidente, è una richiesta affinché le istituzioni si mobilitino per promuovere un'indagine epidemiologica sulla zona e interventi repentini per verificare il grado di alterazione ambientale dell'aria. Concludo, signor Presidente, dicendo che ai cittadini delle comunità di Misterbianco e Motta Sant'Anastasia è stato negato il diritto alla salute e ad un ambiente salubre così come sancito dal comma 1 dell'articolo 32 della Costituzione. Aggiungo anche che nel 2018 in questo Paese non si può morire per discarica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maraia. Ne ha facoltà.

GENEROSO MARAIA (M5S). Grazie, Presidente e colleghi, le ultime notizie di cronaca presentano un quadro allarmante della situazione ambientale in Irpinia. La provincia di Avellino, come le province di Napoli e Caserta, è stata oggetto di sversamenti illeciti di rifiuti. Nella giornata di ieri sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza per cause legate all'inquinamento i siti della ex SMAE nel comune di Ariano Irpino e ben due discariche abusive nel comune di Prata di Principato Ultra in cui sono state ritrovate ben 4.200 tonnellate di rifiuti speciali di cui 50 tonnellate costituite da amianto abbandonato tra la vegetazione. In riferimento alla direttiva ministeriale del 23 dicembre 2013, credo sia necessario inserire anche la provincia di Avellino tra i siti in cui svolgere indagini e mappature al fine di accertare l'eventuale esistenza di effetti contaminanti a causa di sversamenti e smaltimenti abusivi. In particolare necessitano di un monitoraggio i comuni di Avellino e di Ariano Irpino. La prima realtà, Ariano, è stata interessata negli anni Ottanta dall'attività di incenerimento e di interramento di rifiuti tossici della SMAE Unicem di proprietà allora della famiglia Agnelli. Nella seconda area, negli anni Novanta, è stata realizzata una discarica di rifiuti, poi chiusa per inquinamento ambientale nel 2008 e mai bonificata. La seconda realtà, Avellino e le zone confinanti di Sperone e Avella, è stata condizionata dall'attività dell'isochimica, di scoibentazione e interramento dell'amianto rimosso dalle carrozze ferroviarie delle Ferrovie dello Stato. Pensiamo che anche la provincia di Avellino debba rientrare nelle azioni previste dal decreto-legge denominato Terra dei fuochi. Ciò permetterebbe il controllo sanitario della popolazione, l'esenzione dai ticket sanitari e gli accertamenti igienico-sanitari dell'ambiente da parte dell'Istituto superiore di sanità.

Inoltre presentano evidenti problematiche ambientali anche ulteriori comuni della provincia di Avellino come quelli afferenti alla Valle del Sabato e alla Solofrana. Anche la provincia di Avellino, come quelle di Napoli e Caserta, necessitano di un intervento forte e decisivo dello Stato a tutela dell'ambiente, della salute e dell'agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Grazie Presidente, quarant'anni fa la mafia uccideva a Cinisi, in Sicilia, Peppino Impastato. Lo vogliamo ricordare anche in quest'Aula come simbolo di una generazione che non si è piegata al predominio delle cosche alla mafia di Tano Badalamenti che ne ordinò la soppressione. È giusto ricordarlo per tenere vivo il suo impegno politico e sociale, il suo coraggio giornalistico e civile. È anche grazie a persone come lui che negli anni successivi lo Stato ha assestato colpi durissimi alle mafie; è anche grazie al sacrificio di persone come lui che quest'Aula recentemente, negli scorsi mesi, ha potuto approvare un'importante riforma del codice antimafia e dei beni confiscati. Ma l'impegno contro le mafie e i poteri criminali e per la legalità non è certo concluso. Le mafie operano ogni giorno, minacciano anche persone come Giuseppe Antoci, giornalisti come Paolo Borrometi a Siracusa o Federica Angeli a Ostia. È per questo che, quarant'anni dopo, ricordiamo Peppino Impastato: il suo coraggio e il suo sacrificio sono ancora oggi un esempio da seguire ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppiMoVimento 5 Stelle, Lega-SalviniPremier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente solo per informare lei e tutta l'Aula di avere provveduto ad inviare una lettera alla dottoressa Maggioni, presidente della RAI. È una lettera che evidentemente avrei inviato alla Commissione di vigilanza sulla Rai ma, non essendo ancora stata costituita, l'ho inviata direttamente alla dottoressa Maggioni. Volevo che rimanesse agli atti che si tratta di una lettera in cui illustro imprecisioni secondo me molto gravi che sono state dette nella trasmissione Rai Storia sulla strage delle Fosse Ardeatine nella puntata dello scorso 27 marzo. Quindi volevo che ciò rimanesse agli atti di quest'Aula in quanto credo che sia una necessità imprescindibile quella di non alterare la storia e di conservarne intatto il ricordo e la memoria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. Dire alla vigilia del 9 maggio, a quarant'anni di distanza, qualche breve parola su Aldo Moro deputato, mentre pensiamo ancora alle zone grigie da rimuovere sulla tragica vicenda di quei cinquantacinque giorni, è come, secondo una nota metafora, porsi come nani sulle spalle dei giganti. Mi limiterò a richiamare un passaggio di un suo intervento in Aula il 15 febbraio 1977 come relatore della legge sull'elezione diretta del Parlamento europeo. Diceva Aldo Moro. “È importante che … siamo concordi nel ritenere che l'Europa sia necessariamente il luogo nel quale il dibatto politico dovrà svilupparsi; il luogo nel quale trasferire le nostre opinioni e i nostri confronti… In Italia, a differenza di altri Paesi, siamo tutti - o quasi tutti - solidali sull'opportunità di far progredire l'integrazione europea… Forse perché siamo meno potenti, meno importanti di altri paesi che, pervenuti prima di noi all'unità, dotati di maggiori ricchezze ed esperienze, hanno giocato nella politica mondiale un ruolo più importante che non sia stato il ruolo nazionale dell'Italia”. Nulla si ripete in modo uguale e i contesti sono certo diversi, però se non ricordiamo bene i giganti resteremo solo come nani come persone, come deputati, come forze politiche, come Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Casa Vittoria. Prego.

VITTORIA CASA (M5S). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, oggi come MoVimento 5 Stelle vogliamo ricordare la figura di Aldo Moro, ucciso barbaramente 40 anni fa dalle Brigate Rosse. Uomo politico, padre costituente, docente universitario, uomo di cultura, grande appassionato di diritto e di storia. Il ricordo di Aldo Moro e dei valori che ne hanno connotato l'impegno politico e accademico, il suo rigore morale, il primato delle persone e della politica rispetto agli interessi e alle economie, la concezione del potere come strumento per realizzare il bene comune, il rispetto delle idee altrui, l'amore per la libertà, non possono che costituire per noi, donne e uomini delle istituzioni, un esempio a cui ispirarci per la costruzione di quella società più umana in cui ognuno possa essere se stesso e a cui Aldo Moro dedicò l'intera esistenza.

Vogliamo ricordare altresì la figura di Peppino Impastato, ucciso barbaramente dalla mafia con coperture purtroppo notevoli che hanno portato per tanti anni a dar seguito a veri e propri depistaggi di Stato. La memoria per non dimenticare (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-SalviniPremier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sisto Francesco Paolo. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, liberare Aldo Moro, di cui sia pur per poco sono stato allievo, essendo stato allievo poi del suo diretto discepolo Renato Dell'Andro, dall'immagine della Renault e dalle Brigate Rosse a me sembra fondamentale. In una giornata come questa occorre non soltanto ricordare la tragedia ma ricordare l'importanza di quelle parole e di quel modo di insegnare, apparentemente involuto ma sostanzialmente chiarissimo nelle idee e proprio per questo capace di un linguaggio assolutamente speciale, non dico forbito ma proprio speciale, perché le parole che Moro utilizzava nei suoi discorsi erano destinate a lasciare il segno nella storia delle istituzioni. A me piace ricordare in un momento come questo, proprio per attualizzare quelli che sono stati alcuni dei messaggi più significativi di questo immenso statista pugliese, che per Aldo Moro la parola dialogo significava inclusione, dovere significava adempimento, parlare all'avversario era uno sport quotidiano. Probabilmente dovremmo trarre qualche insegnamento da questo modo di intendere le cose: evitare di essere cristallizzati nelle idee e ideologie, ammesso che si possano chiamare ancora così, delle nostre bandiere e provare ad aprire a quello che troppo spesso ingiustamente viene ritenuto un avversario, perché quando Moro dice che un milione di voti non vale un atomo di verità probabilmente centra la vera dimensione della politica, che è la capacità di vincere non soltanto con i voti ma anche con il proprio modo di comportarsi, perché poi si può anche vincere con i voti ma sostanzialmente, come credo l'attualità dimostri, perdere dal punto di vista della democrazia.

E se questo straordinario uomo, che dal 1946 ha fatto parte della Costituente fino a immolarsi nel 1978, parlava della necessità di intercettare il moto indipendente della società noi dovremmo tutti riflettere: qual è oggi il moto indipendente della società rispetto al nostro compito e al nostro ruolo? É quello di assistere ad una lotta intestina che, in qualche modo, non ci consente di dare attuazione ad una democrazia che il 4 marzo ha sancito comunque un Parlamento o il moto indipendente dalla società è quello che noi dobbiamo recepire per tesaurizzare quei segnali, quella necessità di dare a questo Parlamento un significato? Credo che in questo il messaggio di Aldo Moro sia di un'attualità sconcertante, addirittura imbarazzante per come piomba in quest'Aula in un momento così difficile del nostro percorso.

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Certo, Presidente. La “Commissione Fioroni” ha avuto un compito - e io ho partecipato a quei lavori - cioè di affiancare al distacco intellettuale così utile di Aldo Moro alcuni interrogativi, palestinesi ed israeliani, il memoriale di comodo di Morucci, una verità che ha consentito alle Brigate Rosse di santificare quasi il proprio ruolo.

Io credo che tutto questo vada messo da parte e che se noi oggi vogliamo effettivamente celebrare la persona di Aldo Moro dobbiamo celebrarne la parola, gli insegnamenti e, soprattutto, attuarne il messaggio (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli Edmondo. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI (FDI). Grazie, Presidente, grazie, colleghi. Domani saranno quarant'anni che la vicenda tragica del caso Moro raggiunge il suo epilogo. Lo ricordo: è una vicenda iniziata il 16 marzo con il barbaro assassinio di cinque appartenenti alle forze dell'ordine, due carabinieri, Oreste Leonardi e Domenico Ricci, e tre poliziotti, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi, che credo sia giusto ricordare parimenti in questa giornata (Applausi).

L'attacco al cuore dello Stato di quell'episodio scosse tutti coloro che c'erano, ma è giusto fare in modo che oggi sia ancora tramandato il dolore di quella tragedia, tramandato ai giovani, ricordato che un gruppo di terroristi dell'estrema sinistra, probabilmente reclutati e finanziati in Unione Sovietica, in quegli anni sparsero il terrore in Italia e una grande unità politica parlamentare, dall'allora Partito Comunista fino al Movimento Sociale, passando per tutti i partiti della repubblica, in quel momento, seppe mostrare grande unità, grande fermezza, grande coraggio nel respingere e condannare il terrorismo, superando anche un periodo di grandi contrasti politici.

Credo che anche questa vicenda vada ricordata come un momento fondante della nostra nuova Repubblica, con la speranza che mai più nel futuro dovremo passare simili tragedie. Il nostro gruppo intende in questo senso dare un significato pieno a quel sacrificio dello statista e a quello dei suoi uomini della scorta (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi Maurizio. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI). Grazie, signor Presidente. Anche noi vogliamo ricordare, alla vigilia dei quarant'anni dalla morte Aldo Moro, Aldo Moro come uomo di Stato, di fede e di cultura. Stato, fede e cultura; quante riflessioni attuali dovremmo avere di fronte alla testimonianza di Aldo Moro in un momento come quello che stiamo vivendo oggi, nel 2018, a distanza di quarant'anni. Noi lo vogliamo ricordare con due brevissimi interventi che Aldo Moro fece, tra l'altro, esattamente in un momento di attualità drammatica come quella che stiamo vivendo. Il 28 febbraio 1978 Aldo Moro fece l'ultimo discorso alla Democrazia Cristiana, al suo partito, al suo gruppo parlamentare, e in quell'occasione Aldo Moro disse: “Se fosse possibile dire: saltiamo questo tempo e andiamo direttamente a questo domani, credo che tutti accetteremmo di farlo. Ma, cari amici, non è possibile; oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere coraggiosi e fiduciosi al tempo stesso, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà. Camminiamo insieme perché l'avvenire appartiene in larga misura ancora a noi”.

Di questa coscienza del compito dobbiamo essere responsabili anche noi oggi se il sacrificio di Aldo Moro ha un senso, di questa coerenza con l'impegno assunto di fronte agli elettori, alla politica - quella con la “P” maiuscola - noi dobbiamo avere la coerenza. Aldo Moro - e concludo - lo disse in modo ancora più netto e drammatico, chiaro e inequivocabile, in una delle sue lettere dalla prigionia, quando scrisse a Benigno Zaccagnini: “Siate indipendenti. Non guardate al domani ma al dopo domani”. Se vogliamo non dico essere all'altezza di Aldo Moro, che tanto ci sovrasta, ma almeno non tradire la sua memoria, teniamo presente, nel nostro agire politico, questa vera definizione di bene comune (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie. La Camera sarà convocata a domicilio.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle 17,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 1 il deputato Davide Crippa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 6 i deputati Gabriele Lorenzoni, Rachele Silvestri, Terzoni e Ungaro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 6)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 484-A - em. 1.20 556 463 93 232 32 431 15 Resp.
2 Nominale odg 9/484-A/1 559 335 224 168 240 95 15 Appr.
3 Nominale odg 9/484-A/2 558 334 224 168 334 0 15 Appr.
4 Nominale odg 9/484-A/5 558 333 225 167 124 209 15 Resp.
5 Nominale odg 9/484-A/6 555 331 224 166 122 209 15 Resp.
6 Nominale Ddl 484-A - voto finale 547 546 1 274 517 29 15 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.