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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 31 maggio 2019

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 31 maggio 2019.

  Amitrano, Battelli, Benvenuto, Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Campana, Castelli, Castiello, Cirielli, Cominardi, Davide Crippa, D'Uva, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Frusone, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Invernizzi, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Maniero, Manzato, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Orsini, Picchi, Rampelli, Rixi, Rizzo, Rosato, Ruocco, Saltamartini, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Spessotto, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi, Zóffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 30 maggio 2019 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   PANIZZUT: «Modifica all'articolo 5 della legge 3 marzo 1951, n. 178, in materia di revoca delle onorificenze dell'Ordine al merito della Repubblica italiana» (1874);
   SARLI ed altri: «Disposizioni in materia di suicidio medicalmente assistito e di trattamento eutanasico» (1875);
   PENNA: «Disposizioni in materia di assistenza all'emotività, all'affettività, alla corporeità e alla sessualità per le persone con disabilità» (1876);
   PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE PETTARIN: «Modifica all'articolo 12 dello Statuto speciale della regione Friuli Venezia Giulia, concernente l'assegnazione di un seggio nel consiglio regionale ad un rappresentante della minoranza slovena» (1877);
   PETTARIN: «Disposizioni in materia di compensi per l'attività svolta da pubblici dipendenti relativamente alla partecipazione a progetti finanziati dall'Unione europea o da organizzazioni internazionali o sovranazionali, nonché di cumulabilità di tali compensi con redditi di stipendio e trattamenti di quiescenza» (1878).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge DEIDDA ed altri: «Modifica all'articolo 9 della legge 23 marzo 1983, n. 78, in materia di indennità supplementare per gli incursori e gli operatori subacquei» (1255) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Prisco.

  La proposta di legge SERRACCHIANI: «Disposizioni in favore del personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco che è stato o è esposto all'amianto» (1445) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Pagani.

  La proposta di legge MOLLICONE ed altri: «Disposizioni per sostenere l'innovazione tecnologica delle imprese editoriali e l'editoria digitale scolastica nonché per la promozione della lettura» (1516) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Prisco.

  La proposta di legge CENNI ed altri: «Disposizioni concernenti l'etichettatura, la tracciabilità e il divieto della vendita sottocosto dei prodotti agricoli e agroalimentari, nonché delega al Governo per la disciplina e il sostegno delle filiere etiche di produzione» (1549) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Siani.

  La proposta di legge FRASSINETTI ed altri: «Disposizioni per la promozione della lettura di opere letterarie italiane da parte degli studenti» (1614) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Prisco.

  La proposta di legge LEDA VOLPI: «Modifiche alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e alla legge 3 aprile 2001, n. 120, per la promozione della diffusione e dell'impiego dei defibrillatori semiautomatici e automatici» (1836) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Cataldi.

Assegnazione di disegno di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente disegno di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  «Deleghe al Governo in materia di semplificazione e codificazione» (1812) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), IX, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal Presidente del Senato.

  Il Presidente del Senato, con lettera in data 29 maggio 2019, ha comunicato che la 6a Commissione (Finanze) del Senato ha approvato, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento del Senato, una risoluzione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai gestori di crediti, agli acquirenti di crediti e al recupero delle garanzie reali (COM(2018) 135 final) (atto Senato Doc. XVIII, n. 14).

  Questa risoluzione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia), alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal Ministro della salute.

  Il Ministro della salute, con lettera in data 28 maggio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 68, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, la relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero della salute, riferita all'anno 2018 (Doc. CLXIV, n. 10).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 30 maggio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto e della direttiva 2008/118/CE relativa al regime generale delle accise per quanto riguarda lo sforzo di difesa nell'ambito dell'Unione (COM(2019) 192 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti.

  Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 30 maggio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
  Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sulla relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Riesame dei progressi compiuti nell'attuazione della strategia dell'Unione europea per le infrastrutture verdi (COM(2019) 236 final), già trasmessa ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento dalla Commissione europea e assegnata alla VIII Commissione (Ambiente), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dall'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente.

  Il Presidente dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, con lettera in data 29 maggio 2019, ha trasmesso una segnalazione, adottata ai sensi dell'articolo 2, comma 6, della legge 14 novembre 1995, n. 481, relativamente all'utilizzo delle disponibilità finanziare dei conti gestiti dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali stabilito dal decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi (atto Camera n. 1807).

  Questa segnalazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio), alla VI Commissione (Finanze) e alla X Commissione (Attività produttive).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Chiarimenti in merito allo sgombero del campo rom sito nel comune di Giugliano (Napoli), anche alla luce della Strategia di inclusione/integrazione dei Rom, Sinti e dei Caminanti 2012/2020, e iniziative di competenza volte a fornire un alloggio adeguato per le famiglie sgomberate – 2-00395

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   la questura di Caserta in una comunicazione dell'ufficio di gabinetto del 9 maggio 2019, dall'oggetto «Intensificazione dei servizi di controllo nel comune di Parete e nei comprensori contigui (...)», scrive: «Si è appreso che nella mattinata di domani, venerdì 10 maggio 2019, il campo nomadi sito nel territorio del comune di Giugliano in Campania sarà oggetto di sgombero»;
   400 persone erano insediate nel campo rom allestito nell'area dell'ex fabbrica di fuochi «Schiattarella» dall'estate del 2016, quando avevano lasciato le baracche precedentemente costruite nel campo di Masseria del Pozzo, in zona Tre Ponti, sempre a Giugliano;
   il sito Fanpage.it del 10 maggio 2019 scrive: «Questa mattina, venerdì 10 maggio, le forze dell'ordine hanno sgomberato il campo rom di Giugliano in Campania – nella provincia di Napoli – che sorge nell'area dell'ex fabbrica di fuochi Schiattarella. Gli uomini delle forze dell'ordine hanno dato esecuzione a un'ordinanza del sindaco di Giugliano Antonio Poziello emanata a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie in cui versa il campo nomadi. (...) Circa 400 persone, tra cui ci sono molte donne e minori, si trovano adesso per strada. Gli abitanti del campo rom, durante lo sgombero, si sono spostati in un'area vicina e adesso sono in attesa di sistemazione»;
   il Corriere del Mezzogiorno del 16 maggio 2019 riporta la notizia di una conferenza stampa tenutasi a Roma presso la Camera dei deputati sulla vicenda dello sgombero del campo rom di Giugliano; in particolare, riporta la circostanza che l'allontanamento dei rom sarebbe avvenuto sotto le minacce sia della cancellazione della residenza anagrafica da parte del comune e sia della sottrazione dei minori;
   nel documento «Rapporto sullo stato della Comunità Rom residente in località Masseria del Pozzo nel Comune di Giugliano in Campania (Napoli)», consegnato nel febbraio 2014 alla Commissione diritti umani del Senato della Repubblica è scritto «Il campo Rom di Masseria del Pozzo è sorto nella primavera del 2013 nel comune di Giugliano in Campania in base alla deliberazione del Commissario prefettizio – insediatosi in luogo dell'amministrazione comunale – n. 10 del 6 dicembre 2012. Le persone Rom che vi abitano, 384 di cui 218 minori, sono assegnatarie di piazzole ove hanno sistemato roulotte di loro proprietà. Il campo è anche dotato di alcuni container adibiti a toilette. I fondi per la sua predisposizione derivano da un finanziamento del Ministero dell'interno erogato in base ad un progetto presentato dal Commissario stesso»;
   un altro documento pubblico richiamato nel rapporto sullo stato della comunità rom residente in località Masseria del Pozzo nel comune di Giugliano in Campania (Napoli) e ossia il «Rapporto» stilato dal geologo toscano Giovanni Balestri ha come oggetto l'Area Vasta di Giugliano e nel presentare le risultanze delle indagini scientifiche condotte su incarico della magistratura relativa all'area di Masseria del Pozzo, conclude: «(...) lo scenario che se ne ricava dalla gestione dell'Area di Masseria del Pozzo è di disastro ambientale, unitamente all'avvelenamento delle acque»;
   la strategia di inclusione/integrazione dei Rom, Sinti e dei Caminanti 2012/2020 in attuazione della comunicazione della Commissione europea n. 173/2011 e depositata presso la Presidenza del Consiglio dei ministri prevede 10 princìpi fondamentali che sono: politiche costruttive, pragmatiche e non discriminatorie; approccio mirato, esplicito, ma non esclusivo; approccio interculturale; integrazione generale; consapevolezza della dimensione di genere; divulgazione di politiche basate su dati comprovati; uso di strumenti comunitari; coinvolgimento degli Enti regionali e locali; coinvolgimento della società civile; partecipazione attiva dei RSC (Rom, Sinti e Caminanti);
   la Strategia di inclusione/integrazione dei Rom, Sinti e dei Caminanti 2012/2020 prevede, inoltre, che le esperienze dei territori dimostrano la necessità di una politica nazionale costruita sulla base di strategie locali integrate e che risponda agli specifici bisogni dei territori, una politica quindi non emergenziale e adeguata alle diverse condizioni di Rom, Sinti e Caminanti (RSC);
   il sito dell'associazione 21 luglio riporta la notizia che la Corte europea dei diritti dell'uomo, con sede a Strasburgo, avrebbe imposto al Governo italiano di fornire un alloggio adeguato alle famiglie rom che, dopo lo sgombero forzato avvenuto a Giugliano, nei giorni scorsi, supportati da Associazione 21 luglio e da European Roma Rights Centre, avevano presentato ricorso;
   il decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018 stabilisce le norme del codice della protezione civile –:
   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Governo, in sinergia con il comune di Giugliano, per assicurare una sistemazione definitiva ai 400 rom che sono per strada dopo lo sgombero del campo rom sito nell'area dell'ex fabbrica di fuochi Schiattarella del comune di Giugliano, anche tenuto conto delle misure previste nella Strategia di inclusione/integrazione dei Rom, Sinti e dei Caminanti 2012/2020 in attuazione della comunicazione della Commissione europea n. 173 del 2011;
   se sia a conoscenza dell'ammontare di eventuali fondi utilizzati negli ultimi anni per la comunità Rom di Giugliano, nell'ambito della Strategia di inclusione/integrazione dei Rom, Sinti e dei Caminanti e se vi siano ulteriori risorse destinate a tale scopo e attualmente inutilizzate;
   se sia a conoscenza di eventuali comportamenti impropri da parte del personale del comune di Giugliano verso i rom, posto che, in particolare, secondo quanto riportato dalla stampa, sarebbe stata addirittura minacciata la cancellazione della residenza anagrafica e la sottrazione dei minori;
   di quali elementi disponga, per quanto di competenza, circa qualche progetto del comune di Giugliano riguardante la sistemazione abitativa dei rom e i percorsi di inclusione e integrazione;
   se trovi conferma la notizia riguardante una decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo che inviterebbe il Governo italiano a fornire un alloggio adeguato alle famiglie rom del campo di Giugliano;
   se non ritenga di valutare un intervento della Protezione civile finalizzato ad assicurare i bisogni primari (acqua, elettricità, servizi igienici) della comunità rom di Giugliano.
(2-00395) «Sarli, Sportiello, D'Arrando, Papiro, Parentela, Parisse, Paxia, Penna, Perantoni, Perconti, Pignatone, Raduzzi, Raffa, Rizzo, Romaniello, Paolo Nicolò Romano, Roberto Rossini, Ruggiero, Ruocco, Giovanni Russo, Saitta, Salafia, Scagliusi, Scanu, Scerra, Scutellà, Segneri, Serritella, Francesco Silvestri, Siragusa, Sodano, Spadoni, Spessotto, Sut, Magi».


Iniziative volte alla convocazione di un tavolo istituzionale con l'Anas per il finanziamento di interventi per la messa in sicurezza della strada statale 36, anche in considerazione dei rilevanti volumi di traffico – 2-00376

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   a seguito delle recenti avversità atmosferiche, la viabilità della strada statale 36 ha visto notevolmente accentuarsi le già note criticità per via di smottamenti e frane che hanno interessato la carreggiata in entrambe le direzioni, con la chiusura al traffico di alcuni tratti in particolare all'altezza del comune di Lierna, in provincia di Lecco;
   sono stati effettuati controlli da parte di Anas e uffici tecnici territorialmente competenti per mettere in sicurezza la strada;
   questa condizione ha fatto sì che l'intero sistema viario comprensoriale subisse le conseguenze di un aumento di traffico e di tempi di percorrenza per cittadini e imprese;
   questo è solo l'ultimo episodio che riguarda questa strategica arteria che interessa questo territorio; sulla base di uno specifico studio realizzato dall'Aci, che analizza la localizzazione di oltre 36 mila incidenti stradali avvenuti in Italia lo scorso anno, è risultato che la strada statale 36 del lago di Como e dello Spluga sia la strada extraurbana più pericolosa del Paese;
   sono stati ben 311 gli incidenti nel solo nel 2017, su un'arteria lunga complessivamente 141 chilometri e che attraversa le province di Lecco e di Monza-Brianza;
   di questi, 180 incidenti si sono registrati negli appena 23 chilometri del tratto della provincia brianzola;
   si tratta di una strada molto frequentata dai pendolari anche per raggiungere le località sciistiche della Valtellina, di Bormio e Livigno, tra l'altro in corsa per le Olimpiadi del 2026;
   secondo l'Anas, la strada statale 36 è una delle più trafficate di tutto il nord Italia, con punte anche di 78 mila transiti al giorno;
   vanno considerate la rilevanza della strada statale in questione e la preoccupazione di istituzioni locali, cittadini, associazioni, organizzazioni sociali, per l'evidente criticità in termini di sicurezza;
   occorrono pertanto investimenti per la messa in sicurezza dell'arteria sia per questioni morfologiche sia per questioni attinenti strettamente alla sicurezza stradale, nonché per il suo adeguamento agli attuali volumi di traffico divenuti ormai insostenibili –:
   in relazione a quanto esposto in premessa, quali iniziative intenda assumere il Governo al fine di convocare, in tempi rapidissimi, un tavolo istituzionale con l'Anas, con la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali interessati – in particolare prefetture e province di Monza e Brianza, Lecco, Sondrio – e non, comprese le parti sociali, per finanziare interventi per la messa in sicurezza dell'arteria e per il suo adeguamento ai rilevanti volumi di traffico, con l'obiettivo di innalzarne gli standard di sicurezza soprattutto nei tratti più pericolosi, adottando anche strumenti tecnologici innovativi lungo il tracciato rafforzando la presenza della Polstrada e avendo come obiettivo la riduzione dei sinistri e una effettiva sicurezza per chi è chiamato a percorrerla quotidianamente.
(2-00376) «Fragomeli, Ubaldo Pagano, Pagani, Losacco, Annibali, Raciti, Gavino Manca, Pizzetti, Del Barba, Buratti, Prestipino, Pellicani, Carla Cantone, Frailis, Carè, Di Giorgi, Librandi, Moretto, Piccoli Nardelli, Scalfarotto, Benamati, Mor, D'Alessandro, Ciampi, Colaninno, Siani, Mura, Ceccanti, Cenni, Bruno Bossio, Nardi, Ferri».


Chiarimenti circa la programmazione dei lavori per il ripristino del funzionamento in sicurezza e l'adeguamento degli impianti delle linee metropolitane A e B di Roma e iniziative di competenza per il sostegno di imprese e lavoratori danneggiati dalla prolungata chiusura degli impianti – 2-00389

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   il 7 maggio 2019, dopo un mese e mezzo di chiusura, la sola fermata Spagna della linea A, metropolitana di Roma, è stata riaperta a seguito delle verifiche di sicurezza sulle scale mobili svolte dall'Ufficio speciale trasporti a impianti fissi (Ustif) del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
   le fermate Repubblica e Barberini, chiuse per incidenti rispettivamente a ottobre 2018 e a marzo 2019, restano quindi ancora chiuse. Repubblica dovrà attendere ancora almeno 8 settimane, secondo quando comunicato da Otis – impresa che se ne occuperà fino al 30 giugno prossimo e che sarà sostituita, come affermato da Atac, dalla Schindler –, mentre per Barberini, che è ancora sotto sequestro, non si ha idea. Va considerato, altresì, che Atac e comune hanno già più volte annunciato la imminente riapertura delle fermate della linea A, disattendendo le previsioni;
   il 9 maggio 2019, dopo appena 36 ore dalla riapertura della fermata Spagna, proprio per una delle scale mobili di recentissima verifica veniva chiusa per circa un'ora;
   l'insicurezza delle strutture, in particolar modo delle scale mobili, la sostanziale immobilità nei lavori di riparazione e le conseguenti difficoltà e i gravi disagi arrecati alla cittadinanza, ai pendolari e alle imprese di Roma, in particolar modo del centro storico della capitale, sono già state oggetto di un atto di sindacato ispettivo della prima firmataria del presente atto (2-00320, 29 marzo 2019);
   in quell'occasione il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio delegato a rispondere, peraltro intervenuto in un ambito di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, richiamando il decreto del Presidente della Repubblica n. 753 del 1980, sottolineava che «la regolarità dell'esercizio è di competenza dell'ente concedente, quindi il comune di Roma, e la regolare manutenzione e il mantenimento dell'efficienza degli impianti sono a carico dell'azienda esercente, quindi ATAC», pertanto il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti «in conformità del citato decreto del Presidente della Repubblica, ha competenza esclusivamente sulla sicurezza degli impianti espletata in occasione del rilascio del nullaosta tecnico sui progetti, sull'apertura all'esercizio e durante la visita tecnica degli impianti stessi, attraverso verifiche effettuate dagli uffici competenti sul territorio», sostenendo quindi che «non può promuovere alcuna iniziativa per favorire l'avvio immediato e necessario dei lavori per il ripristino della regolare erogazione dei servizi di trasporto pubblico e la conseguente riapertura delle fermate oggi chiuse»;
   mentre il Governo si dice solo limitatamente competente, da mesi gli esercenti dei quartieri interessati dall'isolamento lanciano allarmi, da ultimo quello del 9 maggio 2019, in cui Angelo Mantini, presidente del comitato Riapriamo Repubblica, e Cristina Barletta, farmacista di piazza della Repubblica, dichiaravano: «In tutti questi mesi non siamo mai riusciti ad avere informazioni. Perché, visto che si tratta delle stesse scale e Spagna è stata riaperta, Repubblica dopo l'incidente del 23 ottobre poi dall'8 dicembre non ha riaperto con le scale funzionanti, visto che sono dello stesso tipo e altre stazioni hanno lavorato con alcune scale non funzionanti ? Perché i pezzi sono stati riordinati solo l'11 febbraio, ovvero due mesi dopo ? Stiamo cercando di resistere, ma rischiamo seriamente di dover licenziare dipendenti»;
   il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti richiamava inoltre l'assegnazione al comune di Roma di risorse per circa 380 milioni di euro per l'adeguamento delle linee metropolitane A e B per attività manutentiva dei rotabili e degli impianti ferroviari, confermando inoltre che «per l'utilizzo di tali risorse sono già state attivate le necessarie procedure con i competenti uffici del comune»; ciononostante alla data odierna non risultano progressi tangibili nei lavori;
   secondo Franco Middei, responsabile acquisti, contratti e servizi generali di Atac: «Sulla riapertura delle stazioni metro di Roma chiuse per i recenti incidenti, Repubblica lo scorso ottobre e Barberini a marzo, non decide Atac, [...]. Il ruolo di Atac in questa vicenda è limitato: l'azienda sta guidando attività manutentive, ma per il tema della sicurezza di esercizio e su tutte le altre decisioni in merito alla riapertura delle stazioni chiuse, Atac deve confrontarsi con altri enti: tra gli altri, principalmente il Ministero dei Trasporti sul tema sicurezza, tramite l'Ustif (ufficio speciale trasporti a impianti fissi), e l'Autorità giudiziaria»;
   al di là del palese scaricabarile e rimpallo di responsabilità, l'atteggiamento del comune, di Atac e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti desta sempre più perplessità e preoccupazioni che si sommano quotidianamente alle già pesanti difficoltà che i residenti, i cittadini, i turisti, le imprese delle aree interessate e in generale ogni utente dei servizi di trasporto pubblico debbono affrontare per poter godere del diritto alla mobilità e alla sicurezza e incolumità che le autorità e le istituzioni debbono garantire e tutelare –:
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza della programmazione dei lavori per il ripristino del funzionamento in sicurezza degli impianti da parte di Atac e di attività di verifica e controllo da parte dell'Ustif riguardo alle fermate Repubblica e Barberini, cosa preveda tale programmazione e a che punto si trovi la sua attuazione;
   se il Ministro sia a conoscenza della data in cui Otis ha ricevuto da Atac l'incarico di effettuare le verifiche tecniche sulle scale mobili installate presso la fermata Repubblica e quando queste siano state ultimate nonché regolarmente comunicate ad Atac con l'indicazione, eventuale, delle lavorazioni necessarie al fine del ripristino del funzionamento degli impianti;
   se, in considerazione delle risorse destinate appositamente per l'attività manutentiva dei rotabili e degli impianti ferroviari di cui in premessa, il Governo non intenda avviare, per quanto di competenza, una puntuale verifica delle modalità e dell'ammontare delle risorse finora programmate e impiegate a tale scopo da parte dell'amministrazione comunale, al fine di garantire la massima trasparenza ai cittadini di Roma;
   fermo restando che si sono già registrati casi di annunci di riapertura poi disattesi, se trovino conferma le previsioni temporali per il ripristino della regolare erogazione dei servizi di trasporto pubblico della metropolitana di Roma, linea A, per le fermate Barberini e Repubblica, che dovrebbe avvenire in otto settimane, come richiamato in premessa;
   se il Governo non intenda assumere iniziative urgenti, di natura normativa, per riconoscere una misura di sostegno al reddito alle imprese e ai lavoratori danneggiati dalla prolungata chiusura delle soprarichiamate fermate della linea A della metropolitana di Roma.
(2-00389) «Spena, Angelucci, Barelli, Battilocchio, Calabria, Giacomoni, Marrocco, Polverini, Ruggieri, Baldelli, Bergamini, Germanà, Pentangelo, Rosso, Aprea, Bagnasco, Baratto, Anna Lisa Baroni, Bendinelli, Benigni, Biancofiore, Bignami, Brambilla, Brunetta, Cannatelli, Cappellacci, Pella, Carrara, Cortelazzo, Dall'Osso».


Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a introdurre l'obbligo del preavviso di notifica per l'accertamento delle violazioni del codice della strada, con particolare riferimento al divieto di sosta – 2-00394

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   il sempre maggiore ricorso alla pratica delle «multe a strascico» attraverso l'impiego massivo dei dispositivi elettronici di rilevazione a distanza per l'accertamento delle violazioni del codice della strada, in particolar modo nel caso dei divieti di sosta, sta ridimensionando drasticamente la virtuosa consuetudine a rilasciare comunicazioni immediate ai trasgressori per mezzo dei preavvisi apposti direttamente sul mezzo;
   tale situazione ha tre effetti negativi interrelati: a) si fa venir meno una chiara e diretta forma di avviso e comunicazione ai cittadini; b) si esclude un valido strumento di prevenzione utile a evitare la reiterazione della violazione, poiché l'utente nei tempi della notifica può comunque ripetere il medesimo errore, ed essere avvisato della irregolarità solo dopo diverse violazioni; c) il trasgressore non ha più la possibilità di evitare la spesa di notifica, con un evidente aggravio economico, che, in caso di mancato pagamento, ricade in capo all'amministrazione –:
   se il Ministro interpellato non intenda assumere iniziative di competenza, anche di carattere normativo, per imporre l'obbligo del preavviso di notifica almeno per l'accertamento della violazione del divieto di sosta, dando così rilievo al fattore di prevenzione e di deterrenza della sanzione, e riducendo l'aggravio dei costi di notifica per cittadini e amministrazioni.
(2-00394) «Baldelli, Gelmini, Bergamini, Mulè, Germanà, Zanella, Sozzani, Rosso, Pentangelo, Bond, Caon, Della Frera, Fiorini, Fitzgerald Nissoli, Gregorio Fontana, Gagliardi, Giacometto, Mandelli, Mazzetti, Mugnai, Musella, Napoli, Nevi, Novelli, Orsini, Palmieri, Pedrazzini, Perego Di Cremnago, Pettarin, Porchietto, Ravetto, Ripani, Rossello, Rotondi, Ruffino, Saccani Jotti, Sarro, Sandra Savino, Zangrillo».


Iniziative di competenza volte a contenere la diffusione del fungo «macchia nera», anche tramite la limitazione dell'importazione di arance dalla Tunisia – 2-00393

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, per sapere – premesso che:
   il 10 maggio 2019 alcune note testate giornalistiche nazionali lanciavano l'allarme per il probabile rischio di contaminazione degli agrumi italiani da parte di un agente patogeno conosciuto con il nome di «fungo macchia nera»;
   tale patogeno, che attacca la buccia degli agrumi provocandone appunto delle vistose macchie nere che ne impediscono la vendita, è stato individuato dalle competenti autorità fitosanitarie in alcune partite di arance provenienti da Paesi africani, in particolare dalla Tunisia;
   un primo allarme era stato lanciato dalle associazioni dei produttori agrumicoli spagnoli i quali, a ragione, paventavano il rischio che il pericolosissimo «fungo» potesse raggiungere gli Stati europei affacciati sul Mediterraneo specie a seguito della constatazione che le rassicurazioni offerte da alcuni Paesi africani circa la non adattabilità del suddetto fungo alle aree mediterranee si sono rivelate infondate;
   successivamente alle segnalazioni delle associazioni di categoria ed al ritrovamento di lotti di prodotto infetto dal fungo in parola, diversi Stati, come il Sudafrica, l'Argentina, l'Uruguay ed il Brasile, hanno adottato il blocco delle importazioni delle arance tunisine;
   le associazioni di categoria italiane hanno chiesto lo stop immediato alle importazioni di prodotto dalla Tunisia anche alla luce delle criticità del sistema agricolo nazionale dopo l'emergenza Xylella fastidiosa, il virus «tristeza», il moscerino killer e il cinipide del castagno per cui un nuovo contagio sarebbe insostenibile per le aziende agricole –:
   quali iniziative di competenza intenda attivare con urgenza al fine di contenere la diffusione del fungo «macchia nera» anche attraverso la limitazione delle importazioni di arance tunisine, posto che l'Italia nell'ultimo anno ne ha importate oltre 162 mila chilogrammi.
(2-00393) «Cillis, Cadeddu, Cassese, Cimino, Del Sesto, Gagnarli, Gallinella, L'Abbate, Lombardo, Maglione, Alberto Manca, Marzana, Parentela, Pignatone, D'Uva».


Iniziative volte a garantire trasparenza e correttezza nell'operato dell'Ispettorato nazionale del lavoro, con particolare riferimento a recenti vicende relative al capo dell'ispettorato interregionale di Napoli – 2-00392

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   con il decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, è stata istituita l'agenzia governativa denominata «Ispettorato Nazionale del Lavoro» che, sotto il diretto controllo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha come scopo istituzionale la tutela e la sicurezza dei lavoratori;
   a seguito di un'ordinanza del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avellino, dottor Fabrizio Ciccone, del 7 novembre 2018, l'Arma dei Carabinieri ha prelevato dal suo ufficio e condotto agli arresti domiciliari l'ingegner Renato Pingue, capo dell'ispettorato interregionale di Napoli, da cui – è bene ricordare – dipendono tutti gli ispettorati territoriali delle regioni Campania, Molise, Basilicata, Puglia e Calabria;
   le ragioni del suddetto provvedimento restrittivo, cui si aggiungeva la sospensione cautelare dai pubblici uffici, erano ravvisate nei comportamenti tenuti dal medesimo dirigente, nel ruolo di direttore ad interim dell'allora direzione territoriale del lavoro di Avellino, in ordine ad una vicenda che vedeva lo stesso tutelare indebitamente gli interessi di un'azienda di rilevanti dimensioni del territorio irpino, il tutto in danno di numerosi lavoratori ai quali, per oltre un decennio, sarebbe stato impedito di esercitare pienamente i loro diritti;
   le suddette ragioni inducevano il generale Leonardo Alestra, capo dell'Ispettorato nazionale del lavoro, a rimuovere tempestivamente l'ingegner Renato Pingue da tutti gli incarichi ricoperti;
   mentre il procedimento penale, che vede imputato tra gli altri l'ingegner Renato Pingue, resta pendente presso il tribunale di Avellino, su istanza degli avvocati difensori dell'imputato, il tribunale del riesame di Napoli, sezione 10, con provvedimento del 18 gennaio 2019 stabiliva la revoca della misura interdittiva;
   sulla base di questo provvedimento di mera revoca della misura interdittiva, motivato prendendo ad esame un elemento parziale se non marginale del complesso degli addebiti all'origine della misura cautelare, il dottor Giuseppe Diana, direttore centrale delle risorse umane, finanziarie e logistica dell'Ispettorato nazionale del lavoro, estendendo, a giudizio degli interpellanti indebitamente, il senso e la lettera del provvedimento del tribunale del riesame di Napoli, con decreto n. 122 del 3 aprile 2019 ha reintegrato dal 22 aprile al 22 gennaio 2020, ovvero sino alla scadenza naturale dell'incarico a suo tempo ricevuto, l'ingegner Renato Pingue nell'incarico di capo dell'ispettorato interregionale di Napoli;
   benché la gravità della condotta del dirigente, ricostruita con dovizia di particolari nel provvedimento del Gip del tribunale di Avellino, non possa né debba essere confusa con una sentenza di colpevolezza, allo stesso modo il pronunciamento di revoca della misura cautelare da parte del tribunale del riesame non potrebbe né dovrebbe essere assunto come una sentenza di assoluzione –:
   se non ritenga, per quanto di competenza, inopportuno, improvvido e contrario ai doveri di trasparenza e correttezza della pubblica amministrazione che il dirigente in questione sia stato reintegrato proprio nel ruolo e nell'ufficio da cui era stato rimosso e dal quale dipende anche l'ispettorato territoriale di Avellino;
   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere in relazione alle problematiche rappresentate, considerato che quanto esposto in premessa costituisce un pessimo segnale per quelle decine di migliaia di lavoratori loro malgrado coinvolti nel sempre più pervasivo fenomeno dell'interposizione irregolare di manodopera che, a partire dalla logistica, si sta estendendo a macchia d'olio, devastando il tessuto produttivo dell'intero Paese e le reali condizioni di vita e di lavoro delle persone;
   se il Ministro non ritenga di dover assumere iniziative affinché l'Ispettorato nazionale del lavoro operi secondo trasparenza e correttezza, non solo auspicabile in sede di rappresentanza politica, ma anche nell'ambito delle istituzioni e dei funzionari pubblici, affinché l'ingegner Pingue sia rimosso dall'incarico di capo dell'ispettorato di Napoli.
(2-00392) «Fassina, Fornaro, Epifani».


Iniziative volte a salvaguardare i livelli produttivi ed occupazionali di Alitalia Maintenance Systems – 2-00289

G)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   Alitalia Maintenance Systems (Ams) era una società creata da Alitalia nel 2003, esternalizzando l'attività di manutenzione e revisione dei propri motori e fallita il 30 settembre 2015. Tale azienda, al momento della costituzione, occupava oltre 400 tecnici specializzati già dipendenti di Alitalia, un'azienda pubblica;
   gli asset aziendali della ex Ams sono stati acquistati a seguito di asta pubblica dalla International Aerospace Group (Iag), che aveva formalizzato la previsione di un sostanziale rilancio degli investimenti dell'attività aziendale, nel maggio 2016;
   nonostante le promesse e i propositi espressi da Iag, non è seguito alcun significativo incremento degli investimenti, né la salvaguardia dei livelli occupazionali, dato che i dipendenti sono ridotti a una settantina, dopo aver toccato il livello di oltre 400 alla nascita dell'azienda e di 240 al momento del fallimento, dipendenti di un'azienda che era eccellenza nel settore motoristico aeronautico;
   sembrerebbe che la Iag continui a non pagare affitti di locazione ai Commissari della vecchia Alitalia Lai da oltre due anni, risorse che dovrebbero andare ai creditori della vecchia Alitalia linee aeree italiane;
   il 14 aprile 2019 terminerà anche l'erogazione a carico del fondo speciale del trasporto aereo, l'ultima forma di ammortizzatore sociale per il centinaio di dipendenti ancora da ricollocare e, pertanto, dopo tale data, circa 100 famiglie si troveranno senza alcuna fonte di reddito –:
   quali urgenti iniziativa intenda assumere il Governo per evitare le gravi ed immediate conseguenze economiche per gli ex lavoratori di Ams e le loro famiglie, alla luce di quanto esposto in premessa;
   quali iniziative, in prospettiva, intendano intraprendere, anche alla luce delle trattative per la costituzione della nuova Alitalia e della possibile reinternalizzazione di funzioni centrali, quali la manutenzione, e se sia prevista quella dei motori, per ricollocare adeguatamente questi ex dipendenti di un'azienda pubblica, con elevata capacità professionale, che chiedono unicamente la possibilità di lavorare e di essere reimmessi nel ciclo produttivo del Paese.
(2-00289) «Rampelli, Lollobrigida, Mollicone».


Iniziative volte a risolvere le criticità relative ai redigendi provvedimenti ministeriali riguardanti l'accesso alla riabilitazione, anche ospedaliera, dei pazienti affetti da malattie neurodegenerative e croniche – 2-00349

H)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   le scorse settimane sono state caratterizzate da aspre polemiche sui nuovi criteri di appropriatezza dell'accesso ai ricoveri di riabilitazione ospedaliera per le persone con malattie neurodegenerative e croniche come la sclerosi multipla;
   con l’hashtag #difendiundiritto del 15 marzo 2019, l'Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) ha manifestato forti preoccupazioni per l'impatto che potrebbero avere due nuovi provvedimenti ministeriali sulla vita delle 118.000 persone con sclerosi multipla in Italia;
   i due succitati provvedimenti in corso di approvazione «Criteri di appropriatezza dell'accesso ai ricoveri di riabilitazione ospedaliera» e «Individuazione di percorsi appropriati nella rete di riabilitazione» sembrano ostacolare l'accesso alla riabilitazione per le persone con sclerosi multipla e con malattie neurodegenerative e croniche;
   il primo documento prevedrebbe l'esclusione delle persone con sclerosi multipla e altre patologie neurodegenerative e croniche dalla fruizione dei ricoveri di alta specialità in neuroriabilitazione; il secondo, invece, aggiungerebbe ulteriori limitazioni per l'accesso ai ricoveri ordinari per la riabilitazione intensiva, configurando una seria difficoltà di accesso alle prestazioni di riabilitazione territoriale, sia ambulatoriale che domiciliare, che non risulterebbero adeguatamente raccordate al percorso complessivo di presa in carico;
   il 1o aprile 2019, si è svolto un incontro tra l'Aism ed il Ministro della salute per un chiarimento in merito all'accesso alla riabilitazione, anche ospedaliera, per le persone affette da patologie neurovegetative in tutte le fasi della malattia, anche gravi e gravissime;
   l'accesso alla riabilitazione in Italia varia da regione a regione, ma soprattutto si tende a somministrare cicli di sedute fisioterapiche standardizzate invece che predisporre un percorso riabilitativo individuale in grado di conservare le abilità dei pazienti;
   nel succitato incontro si è condivisa l'importanza di avviare per la realtà della sclerosi multipla un registro di malattia nazionale, con lo scopo di valorizzare anche ai fini di sanità pubblica la progettualità di raccolta dati per finalità di ricerca, sviluppate in questi anni dalla Fondazione italiana sclerosi multipla;
   la riabilitazione è citata espressamente nel primo punto della Carta dei diritti delle persone con sclerosi multipla, ed è anche una delle priorità dell'Agenda della sclerosi multipla 2020 intesa come un percorso di azioni concrete da realizzare per migliorare la qualità di vita di tutte le persone con tale patologia;
   il Ministro della salute, in una nota, oltre ad esprimere la propria vicinanza tangibile alla realtà delle persone con sclerosi multipla e dei loro familiari che ogni giorno convivono con questa complessa condizione, ha condiviso «l'importanza di assicurare percorsi uniformi di presa in carico sull'intero territorio nazionale, arrivando ad un PDTA nazionale per la sclerosi multipla, a partire dalle valide esperienze sviluppate in questi anni dalle Regioni»;
   in Italia si contano migliaia di uomini e donne con patologia neurodegenerativa e cronica come fa sclerosi multipla, che devono convivere ogni giorno con i sintomi di una malattia che induce disabilità progressiva, ma anche con le difficoltà legate ai servizi sanitari e assistenziali;
   la letteratura scientifica evidenzia che la riabilitazione interdisciplinare è efficace nel migliorare la capacità di effettuare le varie attività quotidiane (riduzione della disabilità) e nel migliorare la partecipazione sociale;
   la bozza del decreto relativo ai «Criteri di appropriatezza dell'accesso ai ricoveri di riabilitazione ospedaliera» sembrerebbe ostacolare l'accesso alla riabilitazione per alcune categorie di pazienti;
   il testo del decreto relativo all’«individuazione di percorsi appropriati nella rete di riabilitazione» sembrerebbe limitare l'accesso alla riabilitazione in regime di ricovero ai pazienti provenienti da domicilio –:
   quali iniziative il Ministro interpellato intenda porre in essere per affrontare e risolvere le criticità emerse dalla lettura dei due redigendi provvedimenti ministeriali riguardanti la riabilitazione dei pazienti affetti da malattie neurodegenerative e croniche, per garantire uguali diritti a tutti i pazienti che necessitano di percorsi riabilitativi;
   quali proposte intenda avanzare per evitare eventuali limitazioni alle prestazioni riabilitative per i pazienti affetti da malattie neurodegenerative e croniche, alla luce dei colloqui intercorsi con le associazioni nazionali maggiormente rappresentative.
(2-00349) «Mammì, D'Arrando, Massimo Enrico Baroni, Bologna, Lapia, Lorefice, Menga, Nappi, Nesci, Provenza, Sapia, Sarli, Sportiello, Trizzino, Troiano, Leda Volpi, D'Uva».


Chiarimenti circa le attività del «Tavolo tecnico permanente sui Regi Lagni», in Campania, e circa lo stato delle bonifiche delle relative aree fluviali e demaniali – 2-00396

I)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   i Regi Lagni sono un reticolo di canali rettilinei, per lo più artificiali, il cui bacino si estende in un'area di 1.095 chilometri quadrati in 99 comuni della città metropolitana di Napoli e delle province di Caserta, Avellino e Benevento;
   il comune di Nola, facente parte della Città metropolitana di Napoli, nella frazione Piazzolla (al confine col comune di Palma Campania) è attraversato da un tratto dei Regi Lagni posizionato sul tracciato che fa parte del bacino del Lagno di Quindici. Da molti anni i residenti dei comuni di quella area soffrono del fenomeno delle esondazioni, in particolare in occasione di piogge copiose a causa della assenza di manutenzione agli alvei i quali risultano ostruiti da detriti e rifiuti vari trascinati dalle acque;
   per arginare tali problematiche il piano di gestione di bacino della Autorità di distretto Appennino meridionale ha previsto degli interventi di sistemazione idraulica dei Regi Lagni necessari per la prevenzione dalle alluvioni: regimazione con creazione di vasche di laminazione, interventi straordinari di pulizia dell'alveo, interventi di ripristino della regolare funzionalità idraulica dei canali con eliminazione, ad esempio, delle tombature degli stessi, che, tuttavia, determinano la loro ostruzione e conseguente alluvionamento in condizioni di piena;
   la regione Campania, sulla base del piano di gestione di bacino redatto dall'Autorità di distretto idrografico, ha adottato le conseguenti misure, da applicare con il «piano regionale di tutela delle acque». In tale piano è previsto il finanziamento del progetto pilota per la sistemazione idraulica dei Regi Lagni per 2 milioni di euro. Da fonti di stampa si è appreso che, per l'attuazione degli interventi previsti dal suddetto progetto pilota, è stato stipulato nei mesi scorsi un protocollo di intesa tra i comuni interessati (Marigliano, Nola, San Paolo Belsito, Tufino, Cicciano, Camposano, Scisciano, San Vitaliano, Casamarciano) e la regione Campania. I suddetti comuni hanno anche affidato la progettazione dell'opera all'Agenzia locale di Sviluppo, che però, pare, si sia limitata solo ad un programma di fattibilità complessivo. Soltanto il comune di Casamarciano è riuscito ad ottenere 600.000 euro di finanziamenti a seguito della presentazione dei progetti esecutivi per la manutenzione del tratto degli alvei di sua competenza;
   il neonato «Tavolo tecnico permanente sui Regi Lagni» aperto a tutti i Comuni della città metropolitana di Napoli e della provincia di Caserta, istituito presso il Ministero dell'ambiente, evidenzia la volontà di creare le condizioni per un'azione di sistema che permetta di agire nell'immediato e al contempo di individuare una filiera d'azione che possa procedere nel medio e lungo termine, realizzando una pianificazione territoriale partendo da un territorio in difficoltà;
   ad oggi con la delibera di giunta regionale n. 582 del 18 settembre 2018 avente ad oggetto: «Patto per lo sviluppo della regione Campania» sono stati stipulati degli accordi fra regione e Invitalia per l'attuazione dell'intervento strategico del «Piano regionale di Bonifica» compreso nell'asse tematico «Ambiente». All'interno del piano circa 30 milioni di euro sono stati previsti per l'esecuzione del piano di caratterizzazione elaborato da Arpac per le aree fluviali e demaniali dei Regi Lagni –:
   se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare possa fornire chiarimenti sulle attività del neonato «Tavolo tecnico permanente sui Regi Lagni», istituito presso il Ministero dell'ambiente e quali siano i tempi d'intervento per far fronte alla sopradescritta situazione ambientale;
   quale sia la situazione delle bonifiche delle aree fluviali e demaniali dei Regi Lagni.
(2-00396) «Iovino, Ilaria Fontana, Daga, Deiana, D'Ippolito, Federico, Licatini, Alberto Manca, Maraia, Ricciardi, Rospi, Terzoni, Traversi, Varrica, Vianello, Vignaroli, Zolezzi, D'Uva».