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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 15 settembre 2022

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   CASCIELLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il maltempo che ha investito le regioni meridionali ha presentato un meteo particolarmente avverso in Campania dove si sono susseguiti temporali di particolare violenza nel corso di martedì 9 agosto 2022. Ne sono conseguiti nubifragi, grandinate, frane e allagamenti;

   fra le situazioni più critiche spicca quanto avvenuto in Irpinia, con un violentissimo nubifragio che si è abbattuto nella zona di Monteforte Irpino. Un diluvio impressionante ha fatto cadere in breve tempo circa 100 millimetri di pioggia;

   un fiume di acqua e fango ha investito il paese, trasformando le strade in torrenti e travolgendo le auto, trascinate anche per centinaia di metri come birilli. Ingenti i danni, ogni cosa è stata spazzata via dalla violenza dell'acqua;

   le immagini che circolano sui social e sul web di Monteforte Irpino, comune alle porte di Avellino, devastato nel pomeriggio, sono eloquenti e dimostrano quale sia stata la furia delle violente precipitazioni;

   fiumi di fango che trascinano con sé le auto sono scene già viste a Monteforte Irpino, che oggi come due anni fa (era il settembre 2020), è in ginocchio per un'alluvione;

   è molto grave il bilancio della forza devastante della natura sulla cittadinanza e sulle attività commerciali;

   il rischio è sempre stato presente, ma negli ultimi anni si è particolarmente aggravato a causa delle mutazioni climatiche che hanno determinato una particolare violenza dei fenomeni meteorologici è ormai improcrastinabile l'attuazione di un piano nazionale che stanzi misure straordinarie per evitare il ripetersi di questi danni –:

   nell'ambito delle proprie competenze, quali iniziative il Governo intenda mettere in atto perché venga riconosciuto lo stato di emergenza per calamità naturale e quali iniziative si intendano adottare per l'implementazione di adeguate misure di protezione e prevenzione, anche attraverso l'istituzione di un tavolo permanente fra organi e strutture del Governo competenti, comune, provincia, regione;

   ed ancora, quali iniziative ritengano di assumere per sostenere quanti siano stati danneggiati dalla terribile alluvione abbattutasi sul comune di Monteforte Irpino.
(4-12736)


   DALL'OSSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   il 13 agosto 2022 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 104 del 27 giugno 2022, per recepire gli ulteriori obiettivi posti dalla direttiva dell'Unione europea n. 2019/1152 in materia di condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili;

   il provvedimento contiene norme che appaiono all'interrogante in contrasto con quelle sulla legge n. 104 del 1992 per la tutela le persone con disabilità e persone con particolari fragilità;

   l'Ue intende rendere più chiari i contratti a beneficio dei lavoratori, ma il decreto legislativo citato espone, al contrario, i lavoratori più fragili a rischio di licenziamento se nei sei mesi di prova usufruiranno di permessi e benefìci previsti dalla legge 104 del 1992;

   inoltre, ad avviso dell'interrogante, ci si trova innanzi a un caso di discriminazione perché la nuova normativa statale lede i princìpi della Convenzione Onu sui diritti dei disabili. Sostituendo le norme sugli obblighi di informazione e comunicazione a carico dei datori di lavoro all'atto della stipula di un contratto con altre, meno chiare, ha reso l'interpretazione sistematica incerta e con essa i diritti che si dovrebbero garantire. Si sono tolte certezze alla più fragile delle categorie di lavoratori, quelli portatori di disabilità, i malati gravi, i caregiver, quindi ai beneficiari degli istituti di tutela previsti dalla legge n. 104 del 1992;

   la nuova disciplina del «periodo di prova» ribadisce correttamente la durata, pari a sei mesi massimo, non rinnovabili in caso di impieghi con le medesime/ mansioni. Il problema sta nelle nuove indicazioni degli eventi che interrompono i termini del «periodo di prova», limitati a sole quattro circostanze: malattia, infortunio, congedo di maternità/paternità obbligatori, a fronte dei quali «il periodo di prova è prolungato in misura corrispondente alla durata dell'assenza». Manca l'indicazione degli eventi tipici della categoria di lavoratori tutelati dalla legge n. 104 del 1992, le categorie protette che ricomprendono i malati gravi e i familiari che li accudiscono. In tal modo i neoassunti che necessitassero di una terapia o quelli che dovessero chiedere un congedo per assistere un congiunto malato rischiano il licenziamento, perché quei giorni di assenza non verranno scomputati dal periodo di prova, consentendo al datore di non confermare l'assunzione, penalizzando le persone con disabilità, le persone fragili e le persone che li assistono, ledendo le garanzie assicurate dalla Convenzione Onu sui diritti fondamentali delle persone con disabilità o fragili, discriminando categorie che già hanno grandi forti problemi per ottenere un impiego e che ora aumenteranno;

   la direttiva Ue detta il principio generale per cui «i periodi di prova dovrebbero inoltre poter essere prorogati in misura corrispondente qualora il lavoratore sia stato assente dal lavoro durante il periodo di prova, ad esempio a causa di malattia o congedo, per consentire al datore di lavoro di verificare l'idoneità del lavoratore al compito in questione», non prevedendo quanto adottato in Italia. Eppure è accaduto e si assiste all'ennesimo conflitto tra tutela del diritto al lavoro e tutela del diritto alla salute, fatto che penalizza i lavoratori più deboli –:

   se i Ministri interrogati siamo a conoscenza di quanto esposto e quali urgenti iniziative normative intendano assumere per tutelare i diritti dei lavoratori con particolari fragilità, diritti garantiti dalla legge n. 104 del 1992.
(4-12740)


   MOLLICONE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   come apparso il 21 agosto 2022 su Startmag e il 22 agosto su La Verità in un articolo di Alessandro Da Rold, il 12 luglio 2022 un decreto del Presidente del Consiglio «Ordinamento delle strutture generali della Presidenza del Consiglio», ha formalizzato «l'organizzazione» di un Ufficio per le politiche aerospaziali, eludendo la creazione del Dipartimento che non poteva realizzarsi in regime di normale amministrazione;

   il decreto prevede anche la creazione dell'Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità mescolando insieme i due temi;

   come riporta Startmag, «il governo nonostante tutto continua ad operare ed ecco allora che si concretizza anche la nomina della Direttrice per le Politiche Aerospaziali: è di pochi giorni fa la notizia non ancora pubblicizzata che la prescelta, senza mai aver minimamente aperto un bando pubblico al riguardo, è Elena Grifoni, Capo di Gabinetto dell'attuale DG dell'ESA e nella stessa funzione sin dalla gestione precedente del tedesco Jan Wörner. La dottoressa (...) dovrebbe cessare dalle funzioni in ESA a Parigi il 31 agosto se nel frattempo la sua nomina in Italia si concretizzerà velocemente come sarebbe stato concordato con i vertici MITD in una. riunione del 10 Giugno scorso tra i tre»;

   «la posizione, comunque sia, nasce ad un mese dalle elezioni e pertanto dovrebbe essere sottoposta a spoil system da parte del nuovo governo»;

   a parere dell'interrogante sarebbe poi opportuno che tale tipo di nomina fosse sottoposta al vaglio del Parlamento, prevedendo al tal fine apposite disposizioni –:

   se il Governo non ritenga che le procedure di nomina, come descritte in premessa, siano fuori del perimetro della ordinaria amministrazione.
(4-12741)


   BELLUCCI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   continua la corsa del dimissionario Governo Draghi alle nomine dell'ultimo minuto: è il caso di Mattia Peradotto, una laurea in Ingegneria gestionale, un master all'estero e tre anni in aziende private, ex tesoriere di Italia Viva, di cui ha firmato il bilancio nel 2020, organizzatore dell'ultima Leopolda a Firenze e fino a ieri segretario particolare della Ministra Bonetti, diventato, su proposta della stessa Ministra coordinatore dell'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del Governo;

   il curriculum di Peradotto, che nulla ha a che vedere con le tematiche delle discriminazioni razziali, è stato ritenuto sufficiente per preferirlo ai dirigenti interni della Presidenza del Consiglio che si erano candidati per l'incarico e allo stesso direttore uscente Loukarelis che aveva dato la disponibilità al rinnovo dell'incarico, «a beneficio della continuità del lavoro di un Ufficio dove il passaggio di testimone rischia di compromettere milioni di euro delle Politiche per l'antidiscriminazione»;

   appare difficile da credere che nell'interpello prodromico alla nomina, nessun dirigente dei ruoli dello Stato e della stessa Presidenza abbia dimostrato di possedere i necessari requisiti, anche alla luce dell'estrema eterogeneità dei titoli dell'estraneo all'amministrazione, poi prescelto, rispetto alla funzione dell'Ufficio;

   l'Unar è una struttura che opera all'interno del dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, da sempre sotto osservazione delle istituzioni europee per la scarsa indipendenza dalla politica, come ribadito nell'ultimo rapporto della Commissione contro il razzismo e l'intolleranza (Ecri);

   la nomina di Peradotto è ora al vaglio della Corte dei conti, che valuterà se il segretario particolare della Ministra Bonetti abbia tutti i requisiti per ricoprire l'importante incarico e, soprattutto, se sia all'altezza di un organismo che l'Unione europea, con la direttiva n. 43/2000, vorrebbe, appunto, indipendente nello svolgimento delle sue funzioni;

   scelte come questa, che già in tempi «normali» avrebbero denotato una scarsa sensibilità istituzionale e una visione della pubblica amministrazione quale strumento «di parte» anziché al servizio della Nazione, come peraltro costituzionalmente imposto, rivestono una gravità inaudita se reiterati nel corrente momento politico;

   ciò che è accaduto con l'Unar e che sta accadendo con le numerose nomine ad incarichi apicali nei vari Ministeri, infatti, non ha nulla a che vedere con il «disbrigo di affari correnti» e rappresenta certamente l'ennesimo schiaffo a una materia delicata, quale dovrebbe essere la lotta a tutte le discriminazioni;

   non è la prima volta che viene denunciata la prassi nefasta e progressivamente crescente nei tre Governi che si sono succeduti nella legislatura giunta ormai a scadenza: tendente all'aggiramento sistematico delle regole che vogliono i dirigenti pubblici scelti, in via prioritaria, tra quelli di ruolo, preferendo nomine fiduciarie –:

   considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere in merito e, in particolare, se non ritenga la nomina di Mattia Peradotto a coordinatore dell'Unar irrispettosa delle regole, sia giuridiche che di correttezza istituzionale, attuando una maggior vigilanza nei confronti dei Ministeri e delle strutture del Governo.
(4-12742)


   RAMPELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   a meno di un mese dalle elezioni, nel turbinio della campagna elettorale, con un Governo dimissionario obbligato al solo «disbrigo degli affari correnti», si sono registrate una serie di manovre nell'amministrazione italiana dello spazio, per le quali, se non si interverrà tempestivamente, si assicurerà la continuità di quella che, a parere dell'interrogante, e non solo, si è rivelata una conduzione disastrosa della politica spaziale nazionale degli ultimi anni;

   già lo scorso novembre il Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (Comint) aveva deciso all'unanimità di affidare all'Agenzia spaziale europea (Esa) 1,3 miliardi di euro di fondi del Pnrr per lo spazio destinati all'Italia: una decisione che, lo si voglia o no, riveste un significato politico chiaro che certifica una scarsa credibilità professionale dell'Asi e del suo management agli occhi dell'allora Governo Draghi;

   in particolare, l'accordo comportava che l'Asi individuasse e assumesse, anche con contratto temporaneo a progetto, 50 ingegneri che avrebbero lavorato in squadra con i professionisti dell'Esa per realizzare i programmi definiti tra le due agenzie spaziali;

   ad oggi, però, queste figure non sono state ancora individuate, né tantomeno assunte, al punto che, per salvare il programma finanziamenti europei, Esa dovrà rapidamente individuare i 50 ingegneri caricando sull'Asi i costi delle assunzioni;

   ma non è tutto; con un decreto del Presidente del Consiglio i poteri di indirizzo, coordinamento, programmazione e vigilanza dell'Asi sono stati spostati all'Ufficio per le politiche spaziali, incardinato presso la Presidenza del Consiglio, creando così una struttura verticistica e autoreferenziale, della quale non è ancora chiaro quali saranno i compiti, ma probabilmente mirata ad abbattere i poteri afferenti all'Asi, la cui guida, come detto, da anni sta languendo in un guado di inefficienza per un comparto che rappresenta una leva strategica dell'Italia;

   come si apprende da fonti di stampa, alla guida di questo ufficio è stata scelta Elena Grifoni Winters, capo di gabinetto dell'attuale Direttore generale dell'Esa una figura altamente referenziata ma priva delle necessarie competenze tecnico-manageriali di alto livello;

   dal 2001, peraltro, la dott.ssa Grifoni è «membro indipendente» del consiglio di amministrazione della società ERG, società storicamente legata al petrolio e alla raffinazione ma oggi «primario operatore indipendente di energia pulita da fonti rinnovabili, presente in nove paesi a livello europeo»;

   lavorando in Esa Grifoni è, però, un funzionario internazionale, status che, come noto, non consente attività in altri settori rispetto a quello dell'ente in cui si lavora e soprattutto in settori, come appunto il caso di Erg finalizzati alla vendita di servizi e, quindi, al profitto;

   questa scelta, a prima vista apparentemente incongrua e irrazionale, ha una chiara valenza politica: la direzione dell'Ufficio per le politiche spaziali passa alla nuova segretaria del Comint e viene «sfilata» al Consigliere militare del Presidente del Consiglio;

   al di là dei profili di legittimità e opportunità, si tratta, in ogni caso, dell'ennesima scelta assunta in assenza di una visione prima di tutto impostata sugli interessi nazionali –:

   accertata la veridicità e gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere a riguardo, con particolare riferimento alla legittimità e opportunità della nomina della dottoressa Elena Grifoni Winters a responsabile dell'Ufficio per le politiche spaziali.
(4-12743)


   LOLLOBRIGIDA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   la circolare del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 luglio 2022 in materia di disbrigo degli affari correnti, ha delineato con chiarezza il perimetro delle limitate attività che è possibile eseguire, da parte del Governo in carica, durante la competizione elettorale e prima dell'insediamento del nuovo Governo;

   in particolare, al punto «4.» la circolare detta le regole per le nomine, chiarendo che «potrà procedersi soltanto a nomine, designazioni e proposte strettamente necessarie perché vincolate nei tempi da leggi o regolamenti, ovvero derivanti da esigenze funzionali non procrastinabili oltre i termini di soluzione della crisi, per assicurare pienezza e continuità all'azione amministrativa. Ogni nuova iniziativa in merito dovrà essere preventivamente sottoposta all'assenso del Presidente del Consiglio al fine di assicurare uniformità di comportamenti. Ciascun Ministro dovrà curare che enti, aziende e società dipendenti, vigilati o direttamente controllati, si attengano agli anzidetti criteri, anche per quanto riguarda le procedure»;

   è evidente, quindi, a parere dell'interrogante, come non si possa, in regime di prorogatio, procedere con le nomine con procedura selettiva e comparativa, ivi comprese le procedure di interpello dirigenziale;

   ciononostante, nelle ultime settimane molti Ministeri stanno procedendo a nomine che appaiono in violazione delle citate disposizioni: tra questi figurano l'attribuzione di tre incarichi di direttore generale da parte del Ministro Brunetta presso il «Dipartimento della Funzione Pubblica», e uno da parte del sottosegretario Amendola in quello delle «Politiche Europee»; il Ministro della salute, a poche settimane dal voto, ha nominato il nuovo direttore generale della programmazione del Ministero della salute, Stefano Lorusso, già capo della Segreteria tecnica del Ministro della salute e poi da novembre 2021 direttore generale dell'Unità di missione per l'attuazione del Pnrr; il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il 5 settembre 2022, ha indetto un avviso pubblico per il conferimento dell'incarico di direttore dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura; il Ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi, invece, ha nominato una componente del proprio staff di segreteria a Presidente del Consiglio d'amministrazione di Indire; il segretario particolare del Ministro per le pari opportunità Elena Bonetti è stato «promosso» a coordinatore dell'Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali del Governo; al Ministero dell'innovazione tecnologica, come riportato dalla Verità e da Starmag, il capo di gabinetto dell'attuale direttore generale dell'European space agency (ESA) Elena Grifo è stata posta a capo dell'Ufficio per le politiche aerospaziali, creato con un decreto del 12 luglio 2022 del Presidente del Consiglio; il Ministro della cultura ha operato una rivisitazione dell'intera pianta organica del dicastero da lui guidato e al contempo avallato il doppio incarico del Segretario generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Salvatore Nastasi, a presidente del consiglio di gestione della Siae –:

   quante e quali siano le nomine dirigenziali effettuate nel periodo di prorogatio attualmente in corso, in violazione delle prescrizioni contenute nella citata circolare del Presidente del Consiglio e se non si intenda provvedere anche alla revoca, al fine di tutelare una dirigenza imparziale, rispettando i criteri di legge e di contratto collettivo nel conferimento degli incarichi dirigenziali.
(4-12744)


   RAMPELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il Governo dei migliori sembrerebbe destinato a finire nel peggiore dei modi, tra promozioni e nuove assunzioni a ridosso delle elezioni;

   dopo le procedure per la copertura di tre incarichi di vertice aperte dal dimissionario Ministro della pubblica amministrazione; l'interpello indetto dal Ministro Bonetti per scegliere un dirigente preposto al monitoraggio delle politiche della famiglia; il posto di coordinatore dell'ufficio mercato interno del dipartimento delle politiche europee ipotecato dal sottosegretario Amendola; il decreto del 21 luglio 2022 firmato dal Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani per ingaggiare come esperto in materia energetica il professor Ennio Macchi e molto altro, l'ultima mossa nota è stata quella del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con la pubblicazione del decreto ministeriale prot. n. 391995 del 5 settembre 2022, recante avviso pubblico per l'acquisizione di manifestazioni di interesse al conferimento dell'incarico di Direttore dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura – Agea, ente pubblico non economico vigilato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali;

   l'Agea ha un compito strategico nel sostegno alla filiera agricola, vigilando e coordinando l'erogazione di aiuti, contributi e premi e interventi comunitari;

   nonostante la circolare di Draghi abbia chiarito cosa si possa fare e cosa no per un Governo dimissionario preposto al disbrigo degli affari correnti, i Ministri uscenti continuano indisturbati a conferire incarichi apicali, a giudizio dell'interrogante illegittimi, ancora prima che inopportuni –:

   considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere al riguardo, garantendo il ritiro degli interpelli pubblicati dopo le dimissioni del Presidente del Consiglio e assicurando la necessaria vigilanza presso tutte le pubbliche amministrazioni affinché non si ripetano simili episodi di evidente lesione dei principi di buon andamento e imparzialità delle pubbliche amministrazioni stabiliti dall'articolo 97 della Costituzione.
(4-12746)


   MOLLICONE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 31 luglio 2022 è apparso su reggioreport l'articolo a firma di Pelizzaro e Paradisi dal titolo «La mia vita da infiltrato»;

   parla Paolo Bellini: intervista video, l'anticipazione «Non sono uno stragista, a Bologna il 2 agosto non c'ero. Non farò il coperchio di questo sarcofago»;

   come riporta l'articolo, «Per la prima volta, la cosiddetta ex “primula nera”, il killer reggiano o l'ex estremista di Avanguardia nazionale (così è descritto nelle cronache giudiziarie) apre il misterioso libro della sua vita e racconta ciò che ha tenuto segreto per oltre quattro decenni;

   in particolare, Bellini parla dei suoi rapporti con l'allora procuratore di Bologna Ugo Sisti e svela il suo ruolo all'interno di un gruppo ristretto e super segreto di persone collegate all'allora segretario nazionale della Democrazia cristiana, Flaminio Piccoli. E spiega il motivo della sua compresenza all'Hotel Lembo di Bologna – dal 21 al 23 febbraio 1980 – insieme all'estremista tedesco membro del gruppo Carlos, Thomas Kram.»;

   tra gli aspetti mai chiariti della strage del 2 agosto figura anche quello della presenza a Bologna dei terroristi delle Cellule Rivoluzionarie Thomas Kram e Christa-Margot Fröhlich, appurata nel corso della prima inchiesta sulla strage e ribadita da un articolo pubblicato su Il Giornale del 6 settembre 2012, a firma del giornalista Gianmarco Chiocci;

   la prova dei Dna sui resti attribuiti a Maria Fresu, disposta nel recente dibattimento del processo a carico di Gilberto Cavallini, ha dimostrato che quei poveri resti non erano della Fresu, ma appartengono a persona giovane e di sesso femminile, che si trovava vicinissima alla fonte dell'esplosione, persona mai reclamata da alcun familiare e tutt'ora sconosciuta;

   il corpo della Fresu risulta dunque scomparso e il reperto facciale a costei attribuito appartiene a persona ignota, non essendo attribuibile per le sue caratteristiche ad alcuna vittima conosciuta, come dimostrato dai verbali espletati dall'istituto di medicina legale dell'università di Bologna;

   nell'agosto 1980 l'autorità giudiziaria di Bologna, nell'ambito dell'inchiesta sulla strage, chiese agli organi di polizia giudiziaria di effettuare accertamenti sui cittadini italiani e stranieri registrati negli alberghi del capoluogo emiliano nei giorni antecedenti il 2 agosto 1980;

   nel medesimo mese di agosto 1980 la polizia segnalò la presenza, nella notte fra il 1° il 2 agosto, all'albergo Centrale di Bologna, di Thomas Kram, estremista tedesco di sinistra appartenente alle Cellule Rivoluzionarie e legato a Carlos;

   il 20 febbraio 1981 il Capo della polizia comunicò per iscritto al questore di Bologna e al direttore del Centro Nazionale Criminalpol-direzione Interpol che i «servizi collegati» avevano accertato che «gli estremi di cui Iaramillo, Juanita e Quintana Maria erano in possesso sono stati alterati dagli stessi possessori o da altre persone»;

   il 3 agosto 1981 la Digos di Bologna trasmise al giudice istruttore Aldo Gentile una informativa dell'Ucigos che riferiva gli esiti degli accertamenti svolti sulla sedicente Iaramillo condotti tramite l'Interpol, da cui risultava che gli estremi del passaporto utilizzato dalla suddetta corrispondevano in realtà a un uomo chiamato Francisco Ignacio Jordan;

   il 25 luglio 2020 su «Reggio Report» è stata pubblicata la notizia che Aldo Gentile, primo giudice istruttore titolare delle indagini sulla strage di Bologna, in un verbale di sommarie informazioni reso nel novembre 2012, dichiarò di conoscere Abu Anzeh Saleh, il cittadino giordano di origini palestinesi responsabile dell'organizzazione clandestina del Fronte popolare per la liberazione della Palestina in Italia;

   dalla documentazione giudiziale non è dato conoscere se furono condotte attività investigative finalizzate a verificare la legittimità della condotta di Gentile;

   la poca considerazione, a giudizio dell'interrogante dedicata sinora dal pool giudiziario bolognese alla evidente presenza di piste alternative, rende auspicabile il trasferimento a Roma da Bologna della sede processuale sulla strage –:

   di quali elementi disponga, per quanto di competenza, in relazione alle vicende richiamate in premessa, con particolare riguardo ad attività poste in essere dei servizi di informazione per la sicurezza della Repubblica, al fine di contribuire a fare piena chiarezza su una delle pagine più tragiche della storia del nostro Paese.
(4-12747)


   CUNIAL. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   lo scorso luglio le Commissioni riunite esteri e difesa, a Camere già sciolte, hanno autorizzato la proroga e un aumento dell'investimento per la missione in Libia, a sostegno della Guardia costiera libica: il fabbisogno complessivo della missione per l'anno 2022 è passato da 10,48 milioni a 11,848 milioni di euro;

   in Libia, diverse voci autorevoli denunciano come i fondi inviati dall'Italia non siano spesi dal governo di Tripoli per gli obiettivi ufficialmente stabiliti. Lo ha denunciato, ad esempio, Breka Beltamar, capo della Commissione per la società civile libica, e lo ha ribadito recentemente Yousef Al-Aquory, capo, della Commissione affari esteri del parlamento di Tobruk: «Il governo di Tripoli è un governo de facto — afferma quest'ultimo —, non è soggetto all'autorità del parlamento e quindi non c'è alcun controllo su di esso, e non c'è alcuna garanzia che questi fondi vengano destinati agli obiettivi per i quali sono stati stanziati, ed è molto probabile che questi stanziamenti finiscano a partiti e gruppi armati sospetti»;

   in poche parole, il governo insediato a Tripoli, privo della fiducia del parlamento e quindi di legittimità, riceve fondi da governi occidentali che poi non spende secondo quanto dichiarato, ma li reinveste in armi e milizie per difendere militarmente la capitale, il cui controllo è essenziale per gestire la Banca centrale libica e lo sfruttamento dei pozzi di petrolio;

   le testimonianze sopraccitate, andate in onda martedì 13 settembre 2022 alle ore 20.30 su Byoblu (canale TV nazionale) nella rubrica «Pangea Grandangolo — Dentro la Notizia», sono state raccolte da Michelangelo Severgnini, regista e scrittore, autore del film «L'Urlo», ora diventato anche un libro pubblicato da LAD Gruppo Editoriale;

   questa denuncia, che smaschera dieci anni di politiche di guerra italiane in Libia, indica nei fondi per la Guardia costiera libica, e più in generale per il contrasto alla migrazione, i canali attraverso cui i Governi italiani hanno finanziato la guerra in Libia al fine di sfruttarne le risorse. Il libro «L'urlo» è il risultato di una ricerca lunga quattro anni, documentata attraverso decine di interviste a libici e migranti schiavi in Libia, a disposizione anche nella versione originale attraverso codici OR presenti nel libro –:

   se e come il Governo abbia monitorato l'utilizzo degli 11 milioni 848 mila euro stanziati per la Guardia costiera libica.
(4-12750)


   LICATINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro dello sviluppo economico — Per sapere – premesso che:

   l'emergenza pandemica ha portato con sé notevoli conseguenze, che hanno inciso tanto sul settore sanitario quanto su quello economico, sociale, ambientale; tra i soggetti maggiormente colpiti vi sono le donne e i giovani;

   basti infatti pensare che il nostro Paese è quello con il più alto tasso di ragazzi tra i 15 e i 29 anni non impegnati nello studio, nella formazione o nel lavoro (Neet) nell'Unione europea; inoltre, il tasso di partecipazione delle donne al lavoro è solo il 53,8 per cento, rispetto al 67,3 per cento delle media europea;

   per affrontare la grave crisi mondiale, l'Unione europea ha elaborato una risposta concreta tramite un programma che preveda investimenti e riforme anche su questo settore (il Next Generation EU), a cui l'Italia ha aderito presentando, a sua volta, un pacchetto chiamato Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   le sei Missioni previste all'interno del Pnrr prevedono priorità trasversali, relative alle pari opportunità generazionali, di genere e territoriali; in particolare, per raggiungere tali obiettivi, avrebbero dovuto essere inserite, nei progetti per le imprese che parteciperanno a quelli finanziati dal Pnrr, delle previsioni volte a condizionarne l'esecuzione all'assunzione di giovani e donne, anche attraverso contratti di formazione o specializzazione;

   per fare ciò, sono stati posti in essere degli interventi normativi al fine di prevedere l'inserimento nei bandi di gara di tali clausole generazionali e di genere, sotto forma di criteri e requisiti anche in considerazione dell'oggetto del contratto, della tipologia, e altro;

   l'articolo 47 del Pnrr prevede, infatti, che dovranno applicarsi le disposizioni ivi indicate in relazione alle procedure afferenti agli investimenti pubblici finanziati dai regolamenti dell'Unione europea, appositamente previsti «per perseguire le finalità relative alle pari opportunità, generazionali e di genere e per promuovere l'inclusione lavorativa delle persone disabili»;

   sulla scia di tale disposizione, sono state adottate le linee guida volte a favorire la pari opportunità di genere e generazionali, nonché l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità nei contratti pubblici finanziati con le risorse del Pnrr e del Pnc di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, Dipartimento delle pari opportunità del 7 dicembre 2021;

   il Pnrr aveva previsto delle stime in crescita relativamente al tasso occupazionale femminile e giovanile, anche in riferimento al Sud; tuttavia, sarebbe opportuno precisare quali sono le modalità di controllo da effettuare ex post e in concreto al fine di verificare urgentemente, in relazione alle scadenze del Pnrr, l'effettivo impiego di tali risorse umane nel mondo del lavoro da parte di quelle imprese che hanno partecipato ai progetti del Pnrr;

   se, alla luce di tali considerazioni, il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri interrogati intendano indicare, per quanto di loro rispettiva competenza, le misure e le modalità attraverso le quali monitorare l'effettivo impiego di giovani e donne a seguito dell'ottenimento delle risorse finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, considerato l'approssimarsi delle relative scadenze.
(4-12751)


   SAPIA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 117, secondo e terzo comma della Costituzione, nella novella legislativa recata dalla legge costituzionale n. 3/2001, detta le norme ordinamentali in materia sanitaria e di potestà legislativa concorrente tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano;

   fatta salva la potestà legislativa dello Stato in relazione agli aspetti di natura ordinamentale disciplinati dall'articolo 117, secondo comma, lettere «m» e «q», della Costituzione, vige, per quanto riguarda la tutela della salute, il principio della legislazione concorrente tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, ai sensi dell'articolo 117, terzo comma, della Costituzione;

   ai sensi dell'articolo 117, quarto comma, della Costituzione, la potestà legislativa spetta alle Regioni in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione statale;

   ai sensi dell'articolo 117, sesto comma, primo periodo, della Costituzione, la potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, salva delega alle Regioni;

   ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 19 luglio 1995, n. 502, come modificato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 31 maggio 2001, n. 319, è determinato, nella misura massima, il trattamento economico dei Direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere, ridotto del 20 per cento, in ottemperanza a quanto disposto dall'articolo 61, comma 14, della legge 6 agosto 2008, n. 133;

   la regione Calabria, con l'articolo 65, comma 1, della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19, ha determinato il trattamento economico dei Direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere, recependo la normativa dettata dall'articolo 61, comma 14, della legge 6 agosto 2008, n. 133, e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 19 luglio 1995, n. 502, per come modificato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 31 maggio 2001, n. 319;

   la regione Calabria, con la legge regionale 4 agosto 2022, n. 28 (BURC n. 166 del 4 agosto 2022), ha abrogato l'articolo 65, comma 1, della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19, con specifico riferimento alla riduzione del 20 per cento della misura massima del trattamento determinato in favore dei Direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere, ai sensi dell'articolo 61, comma 14, della legge 6 agosto 2008, n. 133, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 502 del 1995, come modificato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 319 del 2001;

   ai sensi dell'articolo 2 della legge regionale della Calabria n. 28/2022, gli oneri derivanti dall'attuazione della stessa legge, quantificati in 408.415,35 euro per l'annualità 2022 e in 980.196,83 euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2023 e 2024, gravano sul finanziamento di parte corrente per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza 2022-2024;

   in regime di piano di rientro e di commissariamento del Ssr, come nel caso della regione Calabria, compete al Commissario ad acta proporre al Consiglio regionale la modifica o l'abrogazione di provvedimenti legislativi ritenuti in contrasto con gli obiettivi attribuiti dal Governo al medesimo Commissario ad acta, ai sensi dell'articolo 2, comma 80, della legge n. 191 del 2009;

   per quanto precede, a giudizio dell'interrogante, la legge regionale della Calabria n. 28/2022 palesa evidenti vizi di legittimità costituzionale e, pertanto, il Consiglio dei ministri dovrebbe valutarne l'impugnazione innanzi alla Corte costituzionale –:

   se il Governo non ritenga indispensabile ed indifferibile valutare la sussistenza dei presupposti per promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale della legge della regione Calabria 4 agosto 2022, n. 28, alla luce dei parametri segnalati in premessa.
(4-12754)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   PRISCO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in vista delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre 2022 si stanno registrando da più Stati esteri segnalazioni circa presunte o accertate irregolarità nelle procedure elettorali che dovrebbero consentire l'espressione del voto da parte dei nostri connazionali residenti all'estero;

   in particolare, nella circoscrizione Europa, e segnatamente in Spagna, nel materiale spedito ad alcuni elettori residenti a Barcellona per poter esprimere il proprio voto, il tagliando elettorale riporta nella parte altra la dizione «Certificato elettorale per la partecipazione alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 – Circoscrizione Estero», ma nella parte inferiore, laddove si trova il tagliando elettorale da restituire con le schede votate, la dizione è «Referendum abrogativi 12 giugno 2022»;

   la restituzione di un tagliando elettorale che fa riferimento al voto per i referendum costituisce un'irregolarità tale da invalidare tutte le schede che riportano tale errore, impedendo a tutti quegli elettori la possibilità di realizzare il proprio diritto di partecipazione al voto;

   altre segnalazioni, riportate dagli organi di informazione, hanno riguardato la composizione delle liste degli elettori o il recapito dei plichi per il voto –:

   quali urgenti iniziative intendano adottare al fine di porre rimedio al clamoroso caso di Barcellona e a garantire la regolarità delle procedure elettorali per tutti i cittadini residenti all'estero.
(4-12732)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:


   CECCANTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   con la Circolare n. 5/E del 2016, l'Agenzia delle entrate ha fornito chiarimenti per la corretta individuazione dei criteri che, in generale, rilevano ai fini dell'ammissibilità al credito d'imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo, di cui all'articolo 3 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, come modificato dal comma 35 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n. 19 (legge di stabilità 2015);

   in particolare l'Agenzia delle entrate conferma che le indicazioni fornite dal Ministero per lo sviluppo economico nella circolare n. 46586 del 16 aprile 2009, in occasione della precedente disciplina agevolativa introdotta per i| triennio 2007-2009 dall'articolo 1, commi 280-284, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) possono considerarsi valide anche agli effetti della disciplina agevolativa in vigore dal 2014;

   il Ministero dello sviluppo economico con Faq 10 ottobre 2017, aveva ripreso quanto specificato nella citata circolare n. 46586 del 2009 considerando ammissibili al credito le attività riconducibili alla a) «ricerca ed ideazione estetica» e alla b) «realizzazione dei prototipi» del settore tessile e moda e degli altri settori creativi esemplificati (ceramica, occhiali, gioielleria, e altro) quali attività dirette alla realizzazione di un prodotto nuovo o migliorato, al quale collegare l'agevolazione che premia lo sforzo innovativo dell'imprenditore;

   con Risoluzione n. 41 del 26 luglio 2022, l'Agenzia delle entrate, richiamando anche la risoluzione n. 40/E del 2 aprile 2019, ha stabilito che nel campo di applicazione del credito d'imposta non rientrano automaticamente tutte le attività che l'impresa intraprende nel suo processo di innovazione, ma esclusivamente quelle che si caratterizzano per la presenza di reali contenuti di ricerca e sviluppo secondo i criteri di classificazione e qualificazione, chiarendo che sarebbero ammissibili solo le attività che «si rendano necessarie per il superamento di un problema o di un'incertezza scientifica o tecnologica» con esclusione delle attività che, pur dando luogo a un ampliamento del livello delle conoscenze o delle capacità della singola impresa, derivino essenzialmente dall'effettuazione di investimenti volti all'introduzione da parte della stessa di tecnologie e conoscenze già note e diffuse nell'ambito del settore di appartenenza, come il caso delle attività attinenti al design e all'ideazione estetica;

   la medesima risoluzione ricorda inoltre che la nuova disciplina del credito d'imposta, introdotta dall'articolo 1, commi 198 e seguenti, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio 2020), ha ampliato la tipologia delle attività ammissibili al beneficio anche alle attività di e ideazione estetica, nell'ambito delle quali, tenendo presente il carattere di misura generale del credito d'imposta, potrebbero in linea di principio rientrare, pur sempre verificandosi il requisito della novità e della significatività (e della «non ripetitività») alcune attività di carattere creativo;

   il provvedimento dell'amministrazione finanziaria dello scorso luglio, rischia di penalizzare in maniera retroattiva le imprese che hanno effettuato investimenti in attività finalizzate alla modifica dell'estetica dei prodotti e al lancio di nuove tendenze di moda, conformandosi, sulla base del legittimo affidamento, a quanto in precedenza indicato dall'Agenzia nella circolare del 2016 –:

   come intendano garantire il principio di legittimo affidamento sulla base del quale le imprese hanno effettuato investimenti in attività di ricerca e sviluppo nel periodo dal 2015 al 2019 conformandosi alle circolari emanate dall'Agenzia delle entrate e dal Ministero dello sviluppo economico in applicazione dell'articolo 3 del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, come modificato dal comma 35 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
(4-12725)


   SANI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   Sogesid Spa è la società di ingegneria «in house providing» del Ministero della transizione ecologica Mite e del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims). Il suo capitale sociale è interamente detenuto dal Ministero dell'economia e delle finanze (Mef);

   come riferito nel sito aziendale Sogesid Spa è in grado di fornire tutte le sue professionalità e il suo «know-how» ingegneristico per rispondere alla domanda di un ambiente più sano che possa essere fonte di sviluppo economico, anche attraverso una nuova e avanzata infrastrutturazione rivolta alla sicurezza delle comunità nazionali;

   da quanto si apprende da fonti giornalistiche del 12 settembre 2022, la Sogesid nella pubblicazione recentemente avvenuta del bilancio 2021 evidenzia che il valore della produzione passa da 37.511.041 euro del 2020 a 47.145.784 euro del 2021 e che contestualmente i costi della produzione passano da 45.721.016 del 2020 a 50.052,741 del 2021, mentre i debiti passano da 88.062.257 euro del 2020 a 107.689.034 a euro del 2021 a fronte dei 73 milioni del 2019;

   nel corso del 2021 le consulenze personali sono passate da 480 ad oltre 524 di cui 320 come collaboratori esterni e il costo del personale è aumentato di quasi tre milioni di euro passando da 23 ad oltre 26 milioni –:

   quali siano le ragioni dell'aumento del debito di Sogesid peraltro in costante crescita;

   quale siano le motivazioni che hanno portato all'aumento di personale e collaborazioni esterne da parte di Sogesid;

   se il ruolo di vigilanza e controllo da parte del Governo nei confronti di Sogesid sia stato condotto in modo costante ed efficace.
(4-12748)


   PAOLIN. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   da circa due anni e mezzo si sta abbattendo sulle Rsa una tempesta perfetta, prima con il dramma del Covid-19, seguito dalla carenza di infermieri e di operatori socio sanitari — questione lungi dall'essere risolta — e oggi con la drammatica emergenza del caro energia che, se non contrastata tempestivamente, rischia di trasformarsi in emergenza sociale;

   come ben spiegato da Roberto Volpe, Presidente dell'Unione regionale istituti per anziani della regione Veneto, se il Governo non andrà a sostenere le realtà delle Rsa, ma anche quelle degli asili nido e delle scuole per l'infanzia paritarie, queste strutture si vedranno costrette, loro malgrado, a dover scaricare gli aumenti dei costi dell'energia elettrica e del gas sulle rette a carico degli utenti o delle loro famiglie;

   per rendere più chiaro l'assunto si sottolinea come, nel giro di un anno, il costo dell'energia elettrica sia aumentato del 62,7 per cento mentre quello del gas è arrivato al 66,13 per cento. Tutto questo, se non interverrà il Governo, inevitabilmente comporterà aumenti mensili delle rette nelle Rsa di 400 euro al mese, mentre l'aumento per i servizi dedicati all'infanzia si aggirerà sui 18/20 euro al mese (calcoli sempre effettuati dal presidente di Uripa);

   a parere dell'interrogante, i costi aggiuntivi sopraccitati sono oggettivamente insostenibili da parte delle famiglie, vista l'attuale congiuntura economica, con l'inevitabile ripercussione negativa sui bilanci comunali, stante che, inevitabilmente, tali famiglie andranno a chiedere un sostegno economico ai Comuni –:

   se i Ministri ritengano di dare risposta a questa grave emergenza sociale, anche in vista dell'imminente adozione di un provvedimento d'urgenza in materia.
(4-12755)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   Casale Monferrato è sede di un ufficio del territorio e di una sezione staccata dei servizi di pubblicità immobiliare;

   la sezione staccata dei servizi di pubblicità immobiliare di Casale Monferrato costituisce un efficiente sistema dei registri immobiliari incarnato nella sua conservatoria;

   si tratta di una struttura risalente alla seconda metà del 1800 (di proprietà del demanio e pertanto utilizzata a titolo gratuito) che contiene oltre 10 mila volumi di documenti;

   il servizio prestato dall'ufficio della conservatoria di Casale Monferrato si concretizza annualmente in circa 7.000 formalità annue espletate e 20.000 ispezioni annue eseguite, con un volume di attività secondo solo a quello della conservatoria di Alessandria, ma di gran lunga superiore a quello delle altre sezioni staccate della provincia di Alessandria (Novi Ligure, Acqui e Tortona);

   l'importanza economica della città di Casale Monferrato trova conferma nel fatto che, nell'ambito della provincia di Alessandria, è possibile effettuare la registrazione degli atti solo presso l'Ufficio dell'Agenzia delle entrate di Casale Monferrato, oltre che presso quello di Alessandria, città-capoluogo;

   per le altre città della provincia (Novi Ligure, Acqui e Tortona) la registrazione degli atti deve essere effettuata presso l'Agenzia delle entrate di Alessandria:

    da fonti giornalistiche, nello specifico dal quotidiano Il Piccolo, si apprende di come il capo area servizi di pubblicità immobiliare sia andato in pensione dalla fine di luglio 2022 e, in assenza della nomina di un suo successore, dal primo di agosto si prospetta come imminente la chiusura della predetta sezione staccata dei servizi di pubblicità immobiliare di Casale Monferrato in forza dell'articolo 64 della legge n. 69 del 2009;

   tale normativa prevede la possibilità di un trasferimento della sede di servizio da Casale Monferrato ad Alessandria «con uno o più provvedimenti del Direttore dell'Agenzia del Territorio, di concerto con, il Capo del Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della Giustizia»;

   già nel 2014 la città di Casale Monferrato ha subito l'accorpamento del suo tribunale con quello di Vercelli, con tutte le inevitabili conseguenze negative economiche e sociali;

   l'adozione di un eventuale provvedimento di trasferimento dei servizi di pubblicità immobiliare ad Alessandria rappresenterebbe l'ennesimo pregiudizio per la città e per la sua popolazione, nonché per i professionisti della zona (avvocati, notai e commercialisti) costretti a fare riferimento alla sede di Alessandria;

   senza contare il pregiudizio e l'incongruenza derivanti dal fatto che detti professionisti continuerebbero a fare riferimento al tribunale di Vercelli competente per tutte le altre attività (a esempio per quelle relative le esecuzioni immobiliari) –:

   quali urgenti azioni intenda assumere il Governo per evitare la chiusura della sezione staccata dei servizi di pubblicità immobiliare di Casale Monferrato e il trasferimento della sede di servizio da Casale Monferrato ad Alessandria.
(4-12757)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nella giornata del 9 agosto 2022, all'interno del carcere di Torino, si è verificato un nuovo vile atto di aggressione contro un agente in servizio;

   un detenuto, nel momento della chiusura delle celle, ha sferrato una violenta testata in pieno volto ad un poliziotto penitenziario senza alcun motivo. Trasportato presso il pronto soccorso dell'ospedale Maria Vittoria, verrà dimesso con una prognosi di 7 giorni per trauma cranico;

   la notizia viene riportata da una nota congiunta delle organizzazioni sindacali, le quali lamentano di come il lavoro nel penitenziario torinese sia diventato «un vero e proprio inferno», con i lavoratori costantemente preoccupati per la propria incolumità in quanto i detenuti, in modo del tutto impunito, persistono con continui atti di aggressione che oramai si verificano quasi quotidianamente;

   a parere dell'interrogante è fatto noto come i membri della polizia penitenziaria siano vittime di un sistema penitenziario completamente disastrato il quale, evitando irresponsabilmente di emanare qualsiasi direttiva atta a stabilire i metodi di intervento, lascia, di fatto, il personale di servizio in completa balìa dei comportamenti irrispettosi e spesso violenti dei detenuti;

   inoltre, come già attenzionato dalle sigle sindacali e dallo stesso interrogante numerose volte in passato, gli agenti sono costretti ad intervenire senza alcuno strumento utile che possa permetter loro di salvaguardare la propria incolumità e che li aiuti a riportare l'ordine negli istituti in modo rapido ed efficace;

   giova inoltre ricordare che la salvaguardia dell'incolumità psicofisica degli agenti penitenziari sia un obbligo giuridico posto a capo dell'amministrazione penitenziaria la quale, con la sua irragionevole e irresponsabile inazione, oltre a non adempiere al proprio dovere, rende possibile il continuo verificarsi di situazioni come quella sopra descritta;

   alla luce dell'ennesimo e gravissimo caso di disordine all'interno degli istituti di pena, si richiede l'adozione di disposizioni finalizzate alla salvaguardia dell'incolumità psicofisica e della dignità professionale dei poliziotti penitenziari –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di far cessare i continui casi di aggressione ai danni degli agenti penitenziari negli istituti di pena italiani;

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di garantire agli agenti penitenziari gli strumenti necessari alla difesa della propria incolumità fisica e al mantenimento dell'ordine interno nelle carceri italiane.
(4-12714)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   è giunta all'attenzione dell'interrogante la notizia di un nuovo caso di disordini avvenuto all'interno del carcere di Torino;

   con una nota congiunta delle sigle sindacali diffusa l'98 agosto 2022, si apprende di come un detenuto ergastolano ristretto presso il Padiglione Arcobaleno, ossia quello a sicurezza limitata, abbia dapprima chiamato un agente penitenziario, per poi tentare di bloccarlo afferrandolo attraverso il cancello con lo scopo di sottrargli le chiavi della cella;

   il poliziotto è riuscito a divincolarsi, riportando tuttavia varie escoriazioni alle mani e al polso;

   come riportato nel comunicato sindacale, da diverso tempo il detenuto si è reso noto per i numerosi disordini creati all'interno del penitenziario, rendendo, di fatto, assolutamente incomprensibile la scelta di detenerlo all'interno del padiglione a vigilanza attenuata, così come risultano incomprensibili i motivi per cui, dopo esser stato spostato in tutti i padiglioni detentivi del carcere a causa dei suoi comportamenti, il detenuto si ritrovi tuttora nel penitenziario torinese, laddove il Dap, tramite una circolare ministeriale, ha stabilito l'immediato allontanamento di tutti i soggetti rei di casi di aggressione a danno dei membri della polizia penitenziaria;

   l'ambiente lavorativo all'interno delle carceri italiane rappresenta ormai una vera e propria tortura psicofisica per il personale penitenziario e l'adozione di misure incisive e mirate alla loro salvaguardia da parte del Ministero e del Dap è oltremodo urgente, oltre che doverosa e necessaria al fine di dimostrare loro la vicinanza delle istituzioni –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di porre rimedio alle gravi criticità che affliggono le carceri italiane;

   quali immediate misure intenda adottare il Governo al fine di spostare i detenuti problematici e violenti in strutture idonee.
(4-12716)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da diversi articoli pubblicati l'11 agosto 2022 su più di un quotidiano online, si apprende di una rivolta scoppiata all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere;

   nel corso della notte, un gruppo di detenuti ha tentato il linciaggio di un altro ristretto affetto da problemi di natura psichiatrica. Gli stessi si sono poi addentrati all'interno del Reparto Tevere, devastandolo completamente con violenza inaudita, aggredendo poi gli agenti in servizio con il lancio di bottiglie contenenti ghiaccio le quali, gettate anche dalle finestre del carcere, hanno danneggiato i veicoli di servizio ivi parcheggiati;

   oltre all'episodio appena esposto, stando alle dichiarazioni del Sappe (sindacato autonomo polizia penitenziaria), a rendere maggiormente grave la situazione interna al carcere in questione vi è la totale inadeguatezza operativa ed organizzativa del comandante di reparto;

   inoltre, nonostante le disposizioni stabiliscano che la sua presenza debba essere garantita in alternanza con quella del direttore, risulta che nell'istituto siano assenti entrambi;

   secondo quanto riportato negli articoli sopracitati, il fatto in questione era già stato preannunciato dal Sappe, il quale torna a porre l'attenzione sulla grave carenza di organico che insiste nell'istituto e sull'inadeguatezza complessiva della struttura del penitenziario, oltre alla completa assenza di provvedimenti che possano contrastare le gravissime e ripetute violenze che gli agenti penitenziari sono costretti a subire quotidianamente;

   alla luce dei nuovi fatti riguardanti disordini all'interno di un carcere, l'intervento del Ministero e del Dap finalizzato a garantire tutti gli strumenti necessari al personale penitenziario per lo svolgimento delle proprie funzioni risulta oramai assolutamente indifferibile ed urgente, anche al fine di garantire la salvaguardia dell'incolumità fisica e della dignità professionale di questi ultimi; –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di risolvere le gravi criticità espresse in premessa.
(4-12717)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da fonti giornalistiche si apprende di un gravissimo tentativo di rivolta avvenuto nel carcere romano di Rebibbia nella giornata dell'8 agosto 2022;

   verso le 4 del mattino, alcuni detenuti ristretti nel reparto detentivo G6 hanno dapprima iniziato a gridare e a fare ogni genere di rumore, per poi compiere atti autolesivi;

   dopo il pronto intervento del personale penitenziario, i ristretti hanno dato fuoco simultaneamente a materassi e lenzuola in più celle detentive, generando un pericolosissimo incendio in tutto il reparto;

   i tentativi di ristabilire l'ordine si sono resi tanto difficoltosi da richiedere l'intervento anche degli agenti penitenziari negli alloggi di servizio e degli agenti che si trovavano oramai a casa propria. Solamente grazie alla prontezza e alla professionalità del personale penitenziario, non si sono registrati feriti di alcun tipo;

   a rendere ancor più difficoltosi i lavori di mantenimento dell'ordine e della sicurezza all'interno dell'istituto è stato il numero assolutamente esiguo del personale in servizio: soli 11 agenti a fronte di 1.400 detenuti, fatto che pone nuovamente l'accento sull'endemico problema della carenza di organico all'interno degli istituti di pena italiani, costringendo gli agenti a porre continuamente a repentaglio la propria incolumità fisica durante gli orari di servizio i quali, fin troppo spesso, vanno ben oltre il normale ammontare di ore giornaliere. Inoltre, giova ricordare come, nel carcere in questione, vi siano diversi detenuti con patologie psichiatriche o conosciuti per la loro aggressività, i quali avrebbero potuto compiere atti violenti nei confronti degli agenti nel momento dell'evacuazione;

   episodi come quello avvenuto nel carcere romano si verificano con una frequenza sempre maggiore, grazie, a parere dell'interrogante, a politiche adottate dall'amministrazione penitenziaria dimostratesi completamente inique, dannose e umilianti per i membri della polizia penitenziaria, i quali, oramai da tempo, richiedono a gran voce l'adozione di disposizioni atte a garantir loro un ambiente lavorativo dignitoso e consono ad un Paese civile;

   come segnalato dall'interrogante in numerosissime occasioni passate, si richiede l'immediato e incondizionato intervento del Ministero e del Dap al fine di dare al personale penitenziario la possibilità di vivere in un ambiente lavorativo dignitoso e che permetta loro di svolgere il proprio dovere senza che vi sia il costante pericolo di mettere a repentaglio la propria incolumità –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di risolvere le criticità espresse in premessa.
(4-12718)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti giornalistiche di un nuovo gravissimo caso di aggressione contro gli agenti della polizia penitenziaria avvenuto a Salerno, fatto denunciato anche dalla sigla sindacale Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria);

   nella giornata del 10 agosto 2022, un detenuto ristretto nella casa circondariale di Salerno, dopo aver ingerito della candeggina, è stato repentinamente trasportato nell'ospedale cittadino;

   giunto al pronto soccorso, una volta tolte le manette per le visite di routine, quest'ultimo ha vanamente tentato la fuga, venendo bloccato e poi portato nel reparto detentivo dell'ospedale;

   tuttavia, nel tentativo di fermare il detenuto fuggiasco, un assistente capo è rimasto contuso. Assistito dai sanitari del pronto soccorso, gli verrà rilasciata una prognosi di 15 giorni;

   la mattina seguente, mentre veniva accompagnato verso i servizi sanitari, il ristretto ha aggredito con inaudita violenza i due agenti ivi operanti i quali, nonostante le percosse, riuscivano a riportare la situazione sotto controllo, subendo però varie contusioni a cui è seguito il riconoscimento di 25 giorni di prognosi per un poliziotto e di 7 giorni per il secondo;

   trattasi di un nuovo caso di violenza contro il personale penitenziario operato da detenuti aggressivi e problematici, il quale va tristemente ad aggiungersi agli innumerevoli episodi analoghi che oramai si verificano con una frequenza quanto mai allarmante, con notizie di agenti portati in pronto soccorso a causa delle percosse subite a cadenza quasi quotidiana;

   l'episodio in questione certifica ulteriormente la salute precaria del nostro sistema penitenziario, con i nostri uomini e le nostre donne in divisa abbandonati alla mercé degli umori di detenuti aggressivi e spesso affetti da problemi di natura psichiatrica, i quali dimostrano senza remore il proprio senso di impunità tramite i numerosissimi e sempre più frequenti comportamenti violenti a danno del personale di servizio;

   inoltre, il sindacato lamenta di come ancora non si sia proceduto con l'assegnazione di un comandante di reparto titolare in pianta stabile, il quale possa fungere da punto di riferimento per una linea di comando interna ad oggi assente;

   alla luce di quanto esposto, si richiede l'immediato intervento del Ministero e del Dap al fine di adottare tutte quelle misure atte a tutelare la salute psicofisica degli agenti penitenziari e a permettere loro di svolgere le proprie funzioni in un luogo di lavoro sicuro e dignitoso –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di porre rimedio alle gravi criticità espresse in premessa.
(4-12719)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con una nota congiunta del 16 agosto 2022, diverse sigle sindacali della polizia penitenziaria hanno manifestato la propria volontà di incontrare il prefetto al fine di segnalare la situazione assolutamente ingestibile che regna all'interno della casa circondariale di Lucca;

   nella nota viene posto l'accento sulla grave carenza di personale e delle condizioni assolutamente inadeguate della struttura penitenziaria, fattori che contribuiscono a pregiudicare l'ordine e la sicurezza del luogo di lavoro in cui il personale opera;

   tali carenze, infatti, rendono impossibile il mantenimento dell'ordine interno e una sorveglianza efficace di quei detenuti che si sono resi protagonisti di comportamenti problematici;

   il personale in servizio risulta stremato da turni di lavoro dalla durata che riesce a superare anche le 12 ore consecutive, da continui richiami dal riposo estivo e dalle numerose assenze dovute ai fatti violenti contro lo stesso. I turni di lavoro, infatti, si concludono puntualmente con un episodio di violenza verbale o fisica nei confronti del personale di servizio;

   l'ultimo in ordine cronologico, ampiamente prevedibile secondo le organizzazioni sindacali, ha visto un detenuto con problemi psichiatrici, già allontanato dalle carceri di Firenze e di Pisa per i continui comportamenti violenti, aggredire a pugni e a morsi alcuni agenti, i quali hanno dovuto far ricorso a cure mediche. Uno di essi si è dovuto sottoporre a profilassi al fine di prevenire malattie infettive;

   quanto accade all'interno delle carceri italiane non può in alcun modo essere accettato all'interno dei confini di un Paese civile guidato da uno Stato che dovrebbe avere a cuore gli interessi dei suoi rappresentanti, secondo l'interrogante abbandonati in sostanza completamente alle sevizie dei detenuti i quali, forti della sistematica assenza di misure disciplinari poste a loro carico, persistono con ignobili comportamenti profondamente lesivi della dignità e dell'onorabilità degli agenti di polizia penitenziaria;

   al fine di risolvere la gravissima situazione che affligge le patrie galere, nonché al fine di evitare di dover nuovamente assistere a casi come quello suesposto, si richiede l'intervento urgente e repentino del Ministero della giustizia e del Dap tramite l'adozione di misure incisive e mirate –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di garantire un numero di agenti penitenziari adeguato alle esigenze degli istituti di pena italiani;

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di far fronte ai continui casi di aggressione contro gli agenti in servizio presso le carceri italiane.
(4-12720)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nel carcere «Don Bosco» di Pisa, si è consumato l'ennesimo caso di aggressione verso un poliziotto penitenziario, l'ultimo di una lunga serie di episodi analoghi, puntualmente attenzionati dalle sigle sindacali e dall'interrogante senza che vi sia stato il benché minimo intervento ministeriale finalizzato a tutelare gli agenti in servizio;

   da un articolo apparso sul quotidiano «Il Tirreno» del 18 agosto 2022, si apprende di come due detenuti georgiani, già noti per i loro comportamenti problematici, si siano avventati contro gli agenti in servizio;

   due dei quattro agenti aggrediti sono stati trasportati al pronto soccorso dopo le percosse subite, dove ricevono una prognosi di 7 giorni ciascuno;

   giova notare come nel reparto giudiziario fossero in servizio solamente i quattro agenti aggrediti, un numero assolutamente inadeguato al fine del mantenimento dell'ordine carcerario, come l'ignobile episodio ha potuto certificare;

   nonostante il problema dell'endemica carenza di organico sia stato portato all'attenzione del Ministero innumerevoli volte, tale criticità continua a persistere. Tale inaccettabile e incomprensibile inerzia istituzionale, infatti, ha come unica conseguenza quella di mettere a rischio l'incolumità degli agenti penitenziari, i quali troppo spesso si ritrovano a dover gestire un numero di detenuti ben oltre le umane possibilità;

   infine, giova ricordare come quella della tutela del personale penitenziario rappresenti un obbligo giuridico posto a carico dell'amministrazione penitenziaria;

   alla luce di quanto anzidetto, si richiede l'emanazione immediata di misure atte a tutelare l'incolumità e la dignità lavorativa degli agenti penitenziari –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di risolvere il duplice problema della carenza di organico e delle continue aggressioni contro gli agenti in servizio presso gli istituti di pena.
(4-12721)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da un comunicato rilasciato dal Sinappe (sindacato nazionale autonomo polizia penitenziaria) si apprende di un nuovo gravissimo caso di violenza avvenuto a discapito di un agente penitenziario della casa circondariale di Ferrara;

   nel pomeriggio del 16 agosto 2022, un recluso nordafricano, dopo il rifiuto di rientrare in cella al termine dell'orario di socialità e ignorando l'invito dell'agente, avrebbe dapprima spintonato quest'ultimo, per poi colpirlo ripetutamente e con violenza al volto e minacciandolo di sfigurarlo con una lama rudimentale;

   la vicenda non è sfociata in tragedia grazie unicamente alla professionalità e al sangue freddo dimostrati dall'agente aggredito, il quale è riuscito a dissuadere il detenuto e a farlo rientrare nella propria cella detentiva;

   trasportato presso l'ospedale cittadino, verrà rilasciato con una prognosi iniziale di 11 giorni e con ulteriori esami da dover espletare al fine di accertarsi della sua condizione;

   l'attuale situazione interna alle carceri italiane diviene ogni giorno più ingestibile, così come lamentato dal sindacato, il quale denuncia di come questo episodio si sarebbe potuto risolvere senza particolari difficoltà se solamente il numero degli agenti in servizio nel penitenziario fosse stato adeguato alle reali esigenze dello stesso;

   la grave carenza di organico che affligge le patrie galere è oramai fatto ben noto, così come lo stesso interrogante ha denunciato in numerose occasioni passate. Tuttavia, ad oggi non risulta essere stata adottata alcuna disposizione mirata ed efficace da parte del Ministero e del Dap, i quali persistono in modo del tutto ingiustificato con la propria inazione a discapito dei membri del corpo di polizia penitenziaria;

   di fronte all'ennesimo episodio violento causato dall'aggressività di detenuti impuniti e dalla scarsità di personale penitenziario, sono necessarie misure urgenti ed immediate al fine di garantire a quest'ultimo un luogo di lavoro dignitoso e sicuro –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di risolvere le criticità espresse in premessa.
(4-12722)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   tramite un articolo apparso sull'edizione bolognese del «Corriere» il 16 agosto 2022, si apprende di un episodio di inaudita gravità, il quale richiede l'immediato e incondizionato intervento delle istituzioni;

   nella notte tra il 14 e il 15 agosto, è stata incendiata la vettura appartenente al vice comandante del carcere bolognese «Rocco D'Amato» Paolo Limerzi di fronte alla sua stessa abitazione;

   secondo gli investigatori, l'atto criminoso rappresenterebbe un gesto dimostrativo e intimidatorio nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria. Solamente il 3 agosto, nello stesso carcere, sono stati sequestrati 9 mini cellulari, nascosti nei sacchi di farina e destinati alla sezione di alta sicurezza, dove sono reclusi alcuni esponenti della ’Ndrangheta;

   inoltre, secondo le testimonianze dei colleghi, il vice comandante è conosciuto per il suo encomiabile impegno e dedizione nel mantenimento dell'ordine e della sicurezza all'interno del penitenziario, elementi che potrebbero aver ulteriormente alimentato i nervosismi dei detenuti ivi reclusi;

   quanto accaduto certifica inequivocabilmente quanto denunciato dalle organizzazioni sindacali e dallo stesso interrogante, ovverosia che l'attuale sistema penitenziario italiano pone in concreto rischio l'incolumità psicofisica degli agenti in servizio e che le conseguenze delle politiche inique e completamente inefficaci dell'attuale amministrazione penitenziaria ricadono completamente sulle spalle di un personale penitenziario oramai allo stremo delle forze, in quanto hanno reso possibile l'aumento esponenziale di comportamenti aggressivi e violenti dei detenuti i quali, oramai, dimostrano senza remore il proprio senso di impunità;

   le gravissime criticità presenti nelle patrie galere sono infatti ben note: un numero assolutamente inadeguato di agenti in rapporto ai detenuti, il quale comporta la disposizione di turni di servizio con orari estenuanti, strutture fatiscenti, continue aggressioni verso le quali gli agenti non dispongono delle strumentazioni necessarie con cui potersi difendere;

   alla luce di quanto suesposto, sono necessarie immediate e concrete misure da parte del Ministero della giustizia al fine di far fronte alla disastrosa gestione del sistema carcerario italiano, in modo tale da tutelare l'incolumità psicofisica, la professionalità e l'onorabilità degli agenti penitenziari i quali, con spirito di abnegazione e innegabile senso del dovere, mantengono la legalità all'interno degli istituti penitenziari nonostante le quotidiane problematiche che rendono l'ambiente lavorativo indegno, indecoroso e assolutamente invivibile –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di salvaguardare gli agenti penitenziari in servizio dalle numerose e gravi criticità che affliggono le patrie galere.
(4-12723)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da un articolo apparso su «La Stampa» nella giornata del 26 agosto 2022, si apprende di un nuovo episodio in cui gli agenti di polizia penitenziaria sono stati vittime di comportamenti violenti da parte di un detenuto;

   un ragazzo di 18 anni, portato nel reparto detenuti dell'ospedale torinese di Molinette, in uno scatto d'ira ha aggredito e spintonato gli agenti che lo accompagnavano, rendendo necessario l'intervento del personale ospedaliero per uno di essi. Una volta medicato, ha ricevuto una prognosi di 4 giorni; le organizzazioni sindacali del comparto sicurezza (Sappe, Osapp, Uil Pa. P.P., Sinappe) Fns-Cisl, Cgil P.P. e Fsa Cnpp), nel dare la notizia dell'accaduto, tornano a lamentare di come la situazione stia diventando sempre più seria e incontrollabile e di come gli agenti penitenziari siano completamente privi di strumenti e di mezzi con cui poter difendere la propria incolumità nei momenti più critici dei turni di servizio, eventi che si verificano con frequenza sempre maggiore; i sindacati, infatti, affermano di come la situazione nell'ospedale torinese non sia degenerata grazie unicamente alla professionalità e alla preparazione degli agenti, i quali hanno dovuto improvvisare l'intervento operativo al fine di contenere la furia del soggetto;

   l'assenza di strumentazione atta a permettere agli agenti di poter far fronte con efficacia ai casi come quello suesposto durante i turni di servizio è un fatto denunciato da tempo dalle associazioni sindacali e dallo stesso interrogante. I continui casi di aggressione e i conseguenti ricoveri degli agenti, infatti, non sono che la rappresentazione cristallina di quanto lo stato di salute del nostro sistema penitenziario sia a livelli assolutamente critici;

   infine, quanto avvenuto pone in risalto anche il problema legato alla presenza di reclusi con problemi psichiatrici all'interno di strutture non idonee alla loro detenzione, dove anche gli agenti risultano privi delle competenze necessarie al loro mantenimento, aggravando così ulteriormente le condizioni in cui questi ultimi sono costretti ad operare;

   pertanto, si richiede l'immediato intervento del Ministero e del Dap al fine di porre rimedio alle costanti criticità che oramai caratterizzano il sistema penitenziario italiano, dimostrando in tal modo la vicinanza delle istituzioni ai membri del Corpo di polizia penitenziaria, i quali continuano a svolgere le proprie funzioni con spirito di abnegazione e impeccabile professionalità nonostante gli innumerevoli problemi che devono affrontare giornalmente a causa dell'inazione ministeriale –:

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di destinare i detenuti con problemi di natura psichiatrica in strutture idonee al loro mantenimento;

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di dotare gli agenti penitenziari di strumentazioni adeguate finalizzate al mantenimento dell'ordine e della sicurezza durante i turni di servizio, nonché al fine di poter salvaguardare la propria incolumità fisica dai numerosi casi di aggressione operati dai detenuti violenti.
(4-12724)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da un articolo apparso sul quotidiano online «TorinoToday» nella giornata del 12 settembre 2022, si viene a conoscenza di nuovi episodi violenti commessi dai detenuti all'interno del carcere di Torino a danno degli agenti in servizio;

   all'interno dell'articolo, i sindacati di polizia penitenziaria lamentano di come questi accadimenti si presentino oramai a cadenza quotidiana, con incendi, risse e aggressioni verso il personale, il quale subisce costantemente invettive e violenze gratuite da parte dei ristretti. Nonostante tali condotte inaccettabili, questi ultimi incredibilmente non vengono puniti per i loro comportamenti tramite misure disciplinari né vengono allontanati dalle strutture in cui perpetrano questi vili atti, vedendo in tal modo disapplicata la disposizione del Dap con cui viene disposto l'immediato trasferimento in altri istituti penitenziari dei detenuti che causano problemi dal punto di vista dell'ordine e della legalità interna, i quali – come denunciato dalle richiamate organizzazioni sindacali – risultano essere quasi sempre di origine straniera o con problematiche di natura psichiatrica;

   a fini puramente esemplificativi, verso la fine del mese di agosto, un assistente capo coordinatore è stato colpito con violenza inaudita in pieno volto, dovendo successivamente ricorrere ad un intervento chirurgico per i danni riportati al naso. Un altro episodio ha visto i detenuti evacuati in tarda notte poiché altri ristretti avevano incendiato le sezioni detentive, mentre, in un caso ulteriore, si vede una detenuta continuare a causare numerosi problemi di sicurezza all'interno della sezione Icam (Istituto a custodia attenuata per detenute madri), mettendo a repentaglio l'incolumità del personale penitenziario senza che, tuttavia, a suo carico vengano emesse sanzioni disciplinari, con la conseguenza di veder alimentare il grande senso di frustrazione e di abbandono provato dagli agenti in servizio;

   nella giornata dell'11 settembre 2022, invece, si è verificato l'ultimo episodio critico in ordine temporale: tre poliziotti penitenziari vengono aggrediti e trasportati nel nosocomio torinese del Maria Vittoria, dove sono stati dimessi con prognosi che variano dai 4 ai 10 giorni salvo complicazioni a causa delle ferite riportate;

   quanto si registra all'interno del penitenziario torinese rappresenta una criticità denunciata già da tempo sia dalle organizzazioni sindacali che dallo stesso interrogante, senza che venissero adottate, da parte del capo del Dap, il quale risulta aver visitato l'istituto di Torino nel giorno del 12 settembre 2022, le dovute misure atte a sostenere gli agenti penitenziari i quali, con altissimo senso di professionalità e assoluto senso del dovere, continuano a mantenere l'ordine e la legalità all'interno delle carceri italiane nonostante la critica carenza di mezzi e personale;

   alla luce dei gravissimi e intollerabili fatti suesposti, è necessario l'intervento immediato del Dap e del Ministero della giustizia al fine della loro prevenzione –:

   se il capo del Dap, conclusa la visita nel carcere di Torino, abbia potuto appurare quanto da tempo denunciato dalle organizzazioni sindacali e, conseguentemente, quali urgenti misure intenda adottare il Governo al fine di tutelare i membri del corpo di polizia penitenziaria in servizio presso le stesse.
(4-12726)


   BILOTTI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il servizio sanitario è chiamato a garantire alle persone in stato di detenzione lo stesso diritto alla salute al pari dei cittadini in stato di libertà. Considerato che nei detenuti sono frequenti le ospedalizzazioni a causa di cattive condizioni igieniche, violenze, malattie croniche ed ancor più di una serie di importanti malattie infettive contagiose, come per esempio epatiti virali e tubercolosi, l'assistenza sanitaria penitenziaria si caratterizza per una forte specificità e complessità;

   il carcere di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta accoglie circa 900 detenuti che vivono in condizioni igienico-sanitarie precarie come documentato dalle ripetute denunce formulate dal Garante provinciale per i diritti delle persone private della libertà;

   la mancanza di acqua potabile, la carenza di percorsi terapeutici talvolta indispensabili, le visite esterne spesso rimandate per carenze organizzative sono solo alcune delle gravissime criticità denunciate che precludono il diritto alla salute per centinaia di detenuti;

   sarebbe del 28 luglio 2022 il caso di un detenuto che a seguito di violenza sessuale sarebbe stato sottoposto ad una visita medica di routine incompatibile con il rigoroso protocollo che dovrebbe essere praticato in questi casi; nessuna traduzione al pronto soccorso, nessuna visita medico legale, nessun esame per epatite e HIV –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione descritta in premessa;

   se e quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare al fine di garantire un livello di assistenza alla popolazione reclusa conforme alle leggi dello Stato e, soprattutto, a quanto previsto dagli articoli 3, 13 (quarto comma), 27 (terzo comma), 32 della Costituzione.
(4-12727)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   sono giunte all'attenzione dell'interrogante notizie sconcertanti che interessano il carcere di Lucca;

   da una recente nota del sindacato Osapp (organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria), si apprende di diversi gravissimi episodi accaduti nell'arco di soli 4 giorni, i quali hanno messo in seria difficoltà gli agenti di polizia penitenziaria in servizio presso l'istituto;

   il primo caso riguarda un detenuto che è stato urgentemente ricoverato in ospedale in stato di overdose a causa dell'assunzione eccessiva di farmaci;

   si è poi verificata l'aggressione del personale penitenziario da parte di due detenuti e l'interruzione dell'energia elettrica da parte di un altro ristretto, causando numerosi problemi alla restante popolazione detenuta;

   l'ultimo episodio in ordine cronologico è stata una rissa scoppiata tra i detenuti, probabilmente a causa della frustrazione di alcuni reclusi nei confronti dei comportamenti aggressivi e prepotenti di altri ristretti. Nel tentativo di ristabilire l'ordine, gli agenti penitenziari intervenuti sono rimasti feriti;

   nonostante la segnalazione delle varie difficoltà causate dai detenuti problematici, l'ufficio III del Prap di Firenze persiste incomprensibilmente con l'assegnare questo tipo di ristretti ad una struttura inidonea alla loro detenzione quale l'istituto di Lucca, costringendo il personale a turni massacranti e congestionando ulteriormente l'ospedale già impegnato al ricovero dei cittadini coinvolti nel nubifragio avvenuto sulla Versilia, dovendovi trasportare le vittime dei disordini che insistono all'interno del carcere;

   data l'evidente difficoltà in cui versa l'istituto penitenziario lucchese, quindi, non si comprendono i motivi delle continue assegnazioni di detenuti aggressivi, le quali contribuiscono unicamente a peggiorare la già difficoltosa realtà in cui gli agenti della polizia penitenziaria devono lavorare quotidianamente;

   inoltre, data la nomina del provveditore sopracitato a reggente del provveditorato del Lazio, Abruzzo e del Molise, la situazione rischia di complicarsi ulteriormente;

   alla luce di quanto anzidetto, risulta necessario sospendere queste assegnazioni al fine di permettere il ritorno ad una situazione di normalità all'interno del penitenziario di Lucca –:

   se il Ministro interrogato intenda sospendere l'invio di ulteriori detenuti presso il carcere di Lucca fino al ripristino delle normali funzioni del carcere.
(4-12728)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con una richiesta congiunta indirizzata al provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, al Ministero della giustizia, ai garanti dei detenuti regionale e comunale, al sindaco di Torino e allo stesso direttore del carcere, 8 sigle sindacali della polizia penitenziaria hanno recentemente richiesto un'urgente verifica delle ignominiose condizioni igienico-sanitarie del penitenziario torinese «Lorusso e Cutugno» le quali, tenuto conto anche del grave sovraffollamento che interessa l'istituto, essendovi il 35 per cento di detenuti in più rispetto alla capienza dello stesso, risultano essere tanto critiche da rischiare il verificarsi di epidemie non controllabili;

   viene denunciata, inoltre, la presenza di cavi pendenti, numerose infiltrazioni e muffa all'interno della struttura;

   gli elementi critici che caratterizzano oramai da anni il nostro sistema penitenziario sono noti già da tempo, tanto da rendere ancor più inaccettabile le persistenza di situazioni come quella anzidetta, dove la popolazione carceraria è costretta a vivere in un luogo che può potenzialmente mettere a repentaglio la propria salute;

   inoltre, se si tiene conto della costante carenza di personale e dell'assenza di strumenti utili alla tutela della propria incolumità fisica dai continui casi di aggressione dei detenuti, fattori già attenzionati dall'interrogante in diverse occasioni, la vicenda si rende ancor più oltraggiosa della dignità umana e professionale degli agenti penitenziari, considerato l'ingiustificabile disinteresse con cui l'Amministrazione penitenziaria affronta il tema dell'ordine e della sicurezza delle carceri, persistendo con la mancata adozione di misure atte a risolvere l'attuale gravissima situazione che caratterizza il sistema penitenziario italiano;

   si richiede, quindi, l'intervento immediato e urgente del Ministero competente al fine di garantire a tutta la popolazione carceraria la possibilità di poter vivere in un luogo salubre –:

   se il Ministro interrogato intenda procedere con una verifica della situazione igienico-sanitaria del carcere di Torino;

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di risolvere il problema del sovraffollamento.
(4-12729)


   BELLUCCI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la drammatica lista di detenuti suicidi in carcere continua ad allungarsi con la notizia della morte di Francesco Iovino, il quarto detenuto a togliersi la vita in un carcere campano dall'inizio dell'anno, il 48° a livello nazionale: una strage silenziosa, che sembra avere avuto un'allarmante accelerazione nelle ultime settimane;

   Francesco era ristretto a Poggioreale dal 2021 per piccoli reati e avrebbe finito di scontare la pena nel 2024, ma si è tolto la vita a inizio agosto 2022 nel reparto Sai (Servizio sanitario integrato) dell'istituto penale;

   in una nota congiunta del Garante dei detenuti campano Samuele Ciambriello e del Garante di Napoli Pietro Ioia, si legge che Francesco Iovino «Era anoressico, pesava 43 kg. Durante la sua permanenza più di una volta era stato portato per visite specialistiche al Cardarelli. Rifiutava spesso la nutrizione parenterale. Questo drammatico evento ci ricorda che il carcere è lo specchio della società. Ogni suicidio in carcere è una nostra sconfitta, una sconfitta della società e delle istituzioni a vari livelli. Occorre prevenire, intervenire prima, rilevare eventuali segnali di disagio e sofferenza emotiva in correlazione con un rischio suicidario»;

   non lasciano dubbi di interpretazione le parole dei due garanti: «In una Regione che conta 6.660 detenuti, di cui ben 2.181 sono a Poggioreale, la mancanza di educatori (in Regione ce ne vorrebbero 105 ma ce ne sono solo 70 e a Poggioreale ne sono previsti 19 ma ce ne sono solo 9), si affianca alla mancanza di medici di reparto, di figure sociali di psicologi e psichiatri. Oggi a Poggioreale per più di 2.000 persone era presente un solo psichiatra. Questo dimostra che il Ministero della Giustizia ed il dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, vivono la “politica dello struzzo” [...]»;

   questo ennesimo suicidio evidenzia, se mai ce ne fosse stato bisogno, la cronica mancanza di figure professionali idonee a seguire i detenuti a rischio suicidario; le nostre carceri, come analizzato anche dal presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi, David Lazzari, non riescono in tempi utili a intercettare il rischio suicidario e a mettere in atto tempestivamente azioni di prevenzione e cura, soprattutto per la grave carenza di professionisti della salute mentale;

   come denunciato da Lazzari, «Chi c'è fa del suo meglio ma spesso né il numero di ore né gli strumenti forniti sono completamente adeguati. In più gli psicologi esperti ex art. 80 hanno un numero di ore così esiguo che non resta tempo per lavorare sul trattamento oltre che sull'osservazione e spesso nemmeno per lavorare in maniera integrata con i colleghi dei servizi sanitari», suggerendo di rivedere il ruolo dello psicologo nell'ordinamento penitenziario, quale parte integrante dello staff, in grado di lavorare sul benessere della comunità carceraria –:

   considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere in merito, con particolare riguardo alla necessità di un adeguato potenziamento del personale che si occupa della rieducazione e del benessere psicologico dei detenuti e della popolazione carceraria tutta, dotando soprattutto i presidi sanitari nelle carceri di professionisti della salute mentale.
(4-12730)


   COSTA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con un provvedimento adottato l'11 agosto 2022 il Presidente del Tribunale di Roma Roberto Reali «sospende a decorrere dal 15 ottobre 2022 per sei mesi l'assegnazione dei processi di competenza collegiale provenienti dall'udienza preliminare»;

   una paralisi di sei mesi per i processi sui reati più gravi — come i delitti di criminalità organizzata, contro la Pubblica amministrazione, di violenza sessuale — a detrimento dei diritti degli imputati e delle vittime;

   alla base della sua decisione il Presidente Reali adduce la situazione problematica del Tribunale di Roma in termini di organico; su un totale di 373 magistrati ordinari previsti, essi sarebbero attualmente 322, di cui 5 prossimi alla quiescenza e 11 al trasferimento; ancora più grave la situazione dei giudici onorari, dei quali sui 197 previsti sarebbero in servizio solo 102;

   tali problematiche non possono tuttavia giustificare un simile provvedimento, che, ad avviso dell'interrogante, si pone in aperto contrasto con il principio costituzionale della ragionevole durata del processo, oltre che con l'impegno assunto dall'Italia a livello europeo di ridurre la durata media dei processi penali del 25 per cento entro il 2026 –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare, in considerazione del citato provvedimento del Presidente del Tribunale di Roma, al fine di assicurare la ragionevole durata del processo su tutto il territorio nazionale e di rispettare gli impegni assunti con l'Unione europea in tale ambito.
(4-12737)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   è giunta all'attenzione dell'interrogante la notizia secondo la quale, il 12 settembre 2022 e con scadenza fissata per il 27 dello stesso mese, dal Ministero della giustizia sono stati diramati due interpelli finalizzati all'attribuzione di incarichi dirigenziali di prima fascia nella Direzione generale del personale e nella Direzione generale per la gestione dei beni, dei servizi e degli interventi in materia di edilizia penitenziaria presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria;

   com'è noto, tuttavia, con la circolare del Presidente del Consiglio uscente del 21 luglio 2022 relativa al disbrigo di affari correnti, è stato predisposto il limite entro cui poter procedere con tali nomine data la competizione elettorale che si sarebbe aperta entro brevissimo tempo, circoscrivendole a quelle strettamente legate a leggi o regolamenti che ne stabiliscono le tempistiche, oppure rese necessarie da esigenze funzionali non rimandabili;

   tra le operazioni escluse dalla suddetta circolare, infatti, vengono espressamente citate nuove nomine e designazioni non rientranti nei casi anzidetti, in quanto queste entrerebbero in vigore nel momento in cui il nuovo Governo verrebbe a formarsi, facendo sì che quest'ultimo si ritrovi con una dirigenza completamente disegnata dal Governo uscente;

   a parere dell'interrogante, il fatto in questione sembrerebbe rappresentare uno degli ultimi e assolutamente inopportuni tentativi dell'attuale Governo di posizionare in luoghi chiave dell'amministrazione personaggi vicini ideologicamente alle varie forze politiche che compongono lo stesso, con l'inverecondo obiettivo di influenzare negativamente l'attività del prossimo esecutivo;

   a fronte di quanto suesposto, e data l'importanza del tema in oggetto, si richiedono le dovute delucidazioni in merito all'ulteriore vicenda di nomine dirigenziali operate dal Governo uscente –:

   se il Governo intenda procedere con l'operazione di nomine in costanza di trasloco per gli incarichi di direttore generale del personale e direttore generale beni e servizi presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria nonostante tale procedimento si ritrovi in contrasto con la circolare del Presidente del Consiglio tramite la quale vengono espressamente esclusi gli atti di nomina che non sono caratterizzati da esigenze funzionali e non procrastinabili.
(4-12745)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   le aggressioni a danno della polizia penitenziaria continuano a verificarsi imperterrite all'interno del carcere minorile «Ferrante Aporti» di Torino;

   da un articolo apparso sul quotidiano online «Torino Oggi», si apprende che in data 14 settembre 2022, verso le ore 11.30, 3 detenuti extracomunitari hanno dato vita ad una rissa per futili motivi, richiedendo l'intervento del vice sovrintendente il quale, nel tentativo di separare i ristretti, viene strattonato e spinto contro il muro. L'agente aggredito, nel tentativo di non battere la testa su di uno spigolo, si è riparato con la mano destra, tranciandosi una falange;

   verrà quindi trasportato d'urgenza presso il nosocomio cittadino per le cure necessarie, mentre la falange verrà recuperata per essere conservata in un contenitore medico nella speranza di poter essere ricucita in futuro;

   l'episodio de quo rappresenta solamente un ulteriore e triste esempio delle condizioni in cui versa l'istituto «Ferrante Aporti». Solamente 20 giorni prima, infatti, si è registrata un'altra aggressione contro un agente in servizio da parte di due detenuti stranieri, i quali gli hanno causato lesioni considerate guaribili in 21 giorni, oltre all'utilizzo del collare cervicale per almeno 15;

   le organizzazioni sindacali Sappe, Osapp, Uil Pa P.p., Sinappe, Fns Cisl, Fsa Cnpp e Cgil P.p. denunciano di come la situazione dell'istituto penale minorile sia oramai completamente fuori controllo, poiché i detenuti che vengono trasportati presso lo stesso risultano spesso violenti in quanto assuntori di sostanze stupefacenti o con condizioni personali o psichiatriche complicate;

   gli stessi sindacati, inoltre, affermano di come i detenuti continuino ad aumentare giornalmente, essendo l'istituto torinese costretto ad ospitare anche i reclusi provenienti dal reparti Cpa milanese in quanto in ristrutturazione da oltre 2 anni, a cui va aggiunta l'assenza del comandante titolare da diversi mesi, nei confronti della quale non si è ancora posto rimedio tramite la sua sostituzione, mentre il direttore risulta essere stato inviato in missione a Bari, potendo così recarsi a Torino solamente una volta al mese. Tale situazione fa sì che il penitenziario e il personale ivi in servizio risulti completamente abbandonato a sé stesso, alimentando in questi ultimi più che ragionevoli timori per la propria incolumità;

   quanto accaduto rappresenta quanto di più lontano da un modello di amministrazione penitenziaria attenta alle esigenze dei propri agenti impegnati nel mantenimento della legalità e dell'ordine all'interno delle strutture di pena, i quali persistono con mirabile professionalità e senso delle istituzioni nello svolgere le proprie funzioni istituzionali pur consapevoli di mettere costantemente a repentaglio la propria persona;

   si ravvisa, pertanto, la necessità di un intervento immediato del Ministero della giustizia al fine di predisporre tutte quelle misure necessarie a garantire, per i nostri agenti in divisa, un ambiente lavorativo dignitoso e scevro da rischi per la propria integrità fisica –:

   quelli iniziative intenda adottare il Governo al fine di ristabilire legalità e ordine all'interno dell'istituto penale minorile «Ferrante Aporti» di Torino e per garantire condizioni di lavoro dignitose e sicurezza per la propria incolumità al personale di polizia penitenziaria in servizio presso lo stesso.
(4-12749)


   MOLLICONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   Paolo Bellini ha rilasciato, il 31 luglio 2022, una lunga intervista di 12 ore sul sito Reggio Report e sul canale Youtube Ragion di Stato, rilasciata a Gian Paolo Pelizzaro, Gabriele Paradisi e Pierluigi Ghiggini;

   come indicato dal Resto del Carlino del 7 settembre 2022, tale intervista ha causato le proteste di alcune delle associazioni delle vittime della strage di Bologna, portando alla richiesta di un intervento del Csm: con una lettera indirizzata al vice presidente David Ermini, si sollecita un intervento per «chiarire se Bellini potesse essere autorizzato dal giudice di sorveglianza a rilasciare quelle parole»;

   su Reggio Report è stato poi pubblicato un pezzo di chiarimento sul tema:

    «Noi – conoscendo la delicatezza del caso – dopo essere stati contattati da Paolo Bellini già nel mese di aprile scorso, abbiamo appreso dal diretto interessato della sua esigenza di essere intervistato per poter raccontare la sua versione dei fatti circa oltre 40 anni di accuse e inchieste. Una esigenza, quella di Bellini, maturata dopo la sua condanna all'ergastolo per concorso in strage del 6 aprile 2022 e che sente come una enorme e insostenibile ingiustizia. Sapendo che Bellini, come collaboratore di giustizia, era ed è in un particolare regime detentivo, prima di procedere all'intervista (cosa che, in quanto giornalisti, avremmo potuto fare senza chiedere alcuna autorizzazione), abbiamo sentito l'esigenza di rispettare i comprensibili timori dello stesso Bellini e di richiedere, formalmente, una autorizzazione al Tribunale di Sorveglianza. Questo è stato fatto il 1° giugno 2022 con una istanza motivata indirizzata al presidente del Tribunale di sorveglianza di Roma in cui, fra l'altro, si rendeva noto che l'intervista poteva essere videoregistrata a distanza. Il 2 giugno 2022, abbiamo reinoltrato l'istanza, modificata secondo le indicazioni ricevute e abbiamo allegato i nostri documenti di riconoscimento. Dopo una serie di ulteriori interlocuzioni con il magistrato delegato, abbiamo appreso che la nostra istanza per poter essere esaminata doveva essere corredata da una richiesta scritta specifica firmata dal diretto interessato (e cioè da Paolo Bellini) in cui lui stesso doveva, nero su bianco, chiedere al Tribunale di sorveglianza di poter essere intervistato da noi, così come da istanza del 1° giugno 2022. Questa integrazione con la richiesta scritta firmata da Paolo Bellini corredata dal suo documento di riconoscimento è stata inviata al Tribunale di sorveglianza di Roma martedì 21 giugno 2022, alle ore 10:51. Il 23 giugno 2022, il magistrato competente firmava in calce alla nostra email del 21 giugno e autorizzava quanto richiesto con le seguenti prescrizioni: divieto di divulgare l'immagine (cioè il volto) di Paolo Bellini e divieto di svelare il suo domicilio. Lo stesso giorno venivamo informati per le vie brevi che noi eravamo, ma soprattutto Paolo Bellini, autorizzati a fare l'intervista videoregistrata a distanza con il divieto di mostrare il volto dell'intervistato (per motivi di sicurezza) e il divieto di svelare il suo domicilio. L'autorizzazione formale, va detto in modo chiaro, non è stata notificata a noi in quanto giornalisti, ma al diretto interessato e cioè a Paolo Bellini tramite la polizia giudiziaria. Ciò è stato fatto il 27 giugno 2022.» –:

   di quali elementi disponga, per quanto di competenza, circa le vicende segnalate in premessa.
(4-12752)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   all'interno del carcere di Torino, continuano a verificarsi senza tregua episodi di violenza dei detenuti contro i poliziotti penitenziari;

   come riportato dal quotidiano online «CronacaQui» in data 15 settembre 2022, nella sola giornata del 12 settembre, un detenuto straniero ha preteso di farsi tagliare i capelli al termine dell'orario di lavoro. Sentendosi rispondere dall'assistente capo ordinatore che l'orario di lavoro fosse terminato e che avrebbe potuto richiedere tale servizio il giorno seguente, ha sferrato un violento pugno sull'orecchio di quest'ultimo, il quale ha dovuto ricorrere all'assistenza medica dell'ospedale Maria Vittoria, dove ne uscirà con una prognosi di 7 giorni salvo complicazioni;

   nel pomeriggio del medesimo giorno, un altro detenuto di origine straniera ha innescato dei tafferugli mettendo in pericolo l'ordine e la sicurezza di un altro padiglione, in quanto si trovava in probabile stato di ubriachezza dovuta al consumo di sostanze alcoliche prodotte di nascosto all'interno della propria cella con della frutta messa a macerare e con del lievito di birra;

   nella mattinata del 15 settembre, invece, un detenuto del Padiglione A, al termine della visita medica, ha aggredito per futili motivi due Assistenti capo con strattoni e graffi, strappandogli la maglia della divisa. Entrambi gli aggrediti sono stati inviati al pronto soccorso dell'ospedale torinese per le cure necessarie;

   a fronte delle ennesime aggressioni avvenute nel carcere di Torino, le organizzazioni sindacali Sappe, Osapp, Uil Pa.p.p., Sinappe, Fns Cisl, Fsa Cnpp, Cgil Pp tornano nuovamente a richiedere l'intervento dello Stato al fine di ristabilire l'ordine oramai ingestibile del penitenziario, in quanto il personale, oltre ad essere abbandonato a se stesso data la mancanza di disposizioni e direttive precise, risulta completamente stremato da una situazione che lo vede costantemente vittima di azioni violente perpetrate da detenuti problematici nei confronti dei quali si ravvisa la sistematica e ingiustificata assenza di misure disciplinari. A tal proposito, i sindacati richiedono l'applicazione dell'inattuato regime previsto dall'articolo 14-bis dell'ordinamento penitenziario attraverso il quale viene predisposta l'assegnazione dei detenuti violenti in sezioni chiuse (cosiddette cautelari), in quanto tale disapplicazione contribuisce a far sì che tali ignobili episodi si ripetano continuamente in maniera del tutto indiscriminata –:

   quali misure intenda adottare il Governo al fine di ristabilire l'ordine e la sicurezza all'interno del carcere di Torino;

   se il Governo intenda dare applicazione al regime previsto dall'articolo 14-bis dell'Ordinamento penitenziario nei confronti dei detenuti violenti;

   quali misure intenda adottare il Governo al fine di dotare gli agenti penitenziari dei necessari strumenti utili alla propria sicurezza personale.
(4-12760)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   MAGI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a quanto si apprende da un esposto in possesso dell'interrogante, il 25 luglio 2022 mattina H., sordomuto, si trovava nella sua abitazione a Roma con sua sorella S., disabile, mentre i genitori e la sorella E. erano fuori casa, quando presso l'abitazione si recano quattro agenti della polizia in borghese;

   il giorno precedente, la sorella E. era stata avvicinata dal proprietario di un bar della zona che le aveva riferito che stava girando su Facebook un post «perché H. ha importunato alcune ragazze del quartiere e lo vogliono mandare all'ospedale», chiedendo di vedersi anche con H. il giorno dopo per parlarne;

   il post sarebbe stato rimosso, ma i familiari sono in possesso di uno screenshot allegato agli atti; il testo, accompagnato dalla foto del ragazzo, recitava: «FATE ATTENZIONE a questa specie di essere, perché importuna tutte le ragazze bisogna prendere provvedimenti»;

   alle 13.12 del 25 luglio la sorella E. riceveva una telefonata della vicina che li invitava a tornare immediatamente a casa e che passava il cellulare a un agente, il quale li avvisava che H. era ferito e si trovava all'ospedale; rientrati a casa, alcuni agenti in borghese li rassicuravano circa le condizioni del figlio, che «aveva solo un braccio rotto»; in realtà H. era ricoverato al Gemelli in rianimazione con prognosi riservata; tuttora è polifratturato, ha subito un intervento chirurgico al volto e si trova in uno stato di coma vigile, tanto che non è gli è possibile comunicare;

   sempre secondo quanto riportato nell'esposto, nei giorni successivi un agente del commissariato di Primavalle avrebbe riferito informalmente ai familiari che H. avrebbe «infastidito molestandole alcune ragazze del quartiere», per cui gli agenti si sarebbero recati nella sua abitazione per chiedere l'esibizione dei documenti; secondo il racconto dell'agente, H. sarebbe rimasto tranquillo, tanto che gli stessi gli avevano scattato delle foto, ma mentre stavano andando via, avrebbero sentito alzare la tapparella della finestra della camera da dove H. si sarebbe buttato;

   la sorella S., unica testimone oculare della vicenda, pur essendo affetta da disabilità ha raccontato in modo chiaro sia ai genitori che all'amministratore di sostegno: «ho sentito suonare e ho aperto la porta...una donna con degli uomini vestiti normalmente sono entrati in casa...la donna ha chiuso la serranda della finestra del salone...hanno chiesto i documenti di H....hanno fatto le foto...lo hanno picchiato con il bastone, H. è caduto e hanno iniziato a dargli i calci...è scappato in camera e si è chiuso...loro hanno rotto la porta...loro gli hanno dato pugni e calci...lo hanno preso dai piedi e lo hanno buttato giù»;

   nell'esposto i familiari riferiscono, allegando le foto, che la serratura della porta di ingresso della camera di H. è completamente divelta, la tubatura esterna del termosifone sradicata dal muro, il rinvenimento del bastone di una scopa spezzato e di sangue sul lenzuolo;

   non è chiaro il motivo per cui la polizia sia entrata nell'abitazione e abbia richiesto ad H. i documenti né perché gli siano state fatte delle fotografie; i familiari non sono a conoscenza di eventuali verbali a suo carico né di alcuna attività di indagine specifica svolta dalla polizia giudiziaria (rilievi, fotografie), né al loro arrivo sul posto né successivamente –:

   se sia a conoscenza della vicenda riportata in premessa e se, fatti salvi i profili di competenza dell'autorità giudiziaria, non ritenga di avviare con la massima urgenza un'indagine interna per fare luce sugli obiettivi e le modalità dell'intervento della polizia di Stato e su eventuali violazioni anche disciplinari poste in essere, se vi sia un rapporto di servizio sull'intervento e quale sia il contenuto dello stesso.
(4-12738)


   ALESSANDRO PAGANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   con atto di sindacato ispettivo n. 4-06134, tuttora privo di risposta, l'interrogante richiamava l'attenzione del Ministro interrogato sulla gestione dello Sprar «La mano di Francesco» (il centro d'accoglienza che da qualche anno ospita una trentina di migranti tra i quali giovani donne e bambini), ubicato a Roccamena, un piccolo paese in provincia di Palermo, dove una donna ha presentato alla prefettura un esposto per un presunto caso di parentopoli;

   la donna, che abita nel paesino del palermitano, è vedova ed ha un figlio disoccupato che, in base ai titoli, era uno dei pochi nel paese a poter lavorare nello Sprar in quanto, a quanto consta dell'interrogante, è un mediatore interculturale;

   la signora D.P., esasperata, aveva denunciato che all'interno dello Sprar venivano assunti soltanto parenti degli allora amministratori comunali, assessori e consiglieri, oltreché la signora Monica Torregrossa, moglie dell'ex comandante della stazione locale dei Carabinieri, Fabio Caravello, trasferito successivamente a Camporeale e poi ad Alcamo;

   si era fatta richiesta al comune dei criteri di assunzione precisamente della moglie del comandante Caravello senza avere mai ricevuto una risposta da parte del sindaco pro tempore, Tommaso Ciaccio, oggi presidente consiglio comunale e indagato per istigazione alla corruzione;

   a distanza di due anni, un'indagine di sfruttamento dell'immigrazione ha portato recentemente all'arresto della signora Torregrossa Monica, divenuta responsabile della Coop «La mano di Francesco» successivamente scarcerata dopo l'interrogatorio di garanzia i primi di agosto 2022 –:

   se sia a conoscenza dei fatti illustraci in premessa e se possa chiarire, per quanto di competenza, cosa sia accaduto nella gestione dello Sprar in provincia di Palermo, anche con riferimento alla stazione locale dei Carabinieri e alla prefettura di Palermo, in relazione ai fatti denunciati in premessa.
(4-12756)

ISTRUZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:


   BELOTTI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi il Ministero dell'istruzione ha comunicato agli Uffici scolastici regionali quali sono le domande sbagliate relative alla prova scritta del concorso ordinario per docenti di scuola secondaria tenutosi a marzo;

   i test a risposta multipla somministrati ai candidati durante la procedura concorsuale contenevano infatti alcuni quesiti errati per i quali il Ministero sta procedendo al ricalcolo del punteggio per alcune classi di concorso (in particolare le classi A017, A040, A042, B003, B015, ADMM, AK55, A060, A059, A008, A037, AD24, AM56, B020, A055, AL55, A045, A013, A022, A041, AJ55, B011, B018, AB55, AG56, AM55, AN56, AW55, AB24, AB25, A028, A026, A052, A010, A01, A057);

   i ricorsi da parte dei bocciati al concorso sono stati centinaia;

   mentre i risultati di alcuni partecipanti sono già stati rettificati, altre classi sono ancora in attesa di verifica, tra cui quelli di strumenti musicali di scuola secondaria di primo grado (AD56-AL77);

   secondo un calcolo approssimativo pare che circa il 25-30 per cento dei partecipanti attualmente esclusi dal seguente esame orale (o pratico) potrebbe essere riammesso dalla revisione dei conteggi della prova scritta;

   nei riconteggi altri sono stati esclusi dopo essere stati ammessi ed hanno già annunciato ricorso –:

   se non ritenga opportuno adottare iniziative per prevedere una sessione supplementare di esami orali (o di pratica) per tutti coloro che verranno riammessi dal riconteggio o grazie all'accoglimento dei numerosi ricorsi già annunciati.
(4-12715)


   RUFFINO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   le graduatorie provinciali di supplenza Gps sono utilizzate per supplenze annuali e sino al termine delle attività didattiche e sono divise in due fasce: la prima per i docenti abilitati, la seconda per i non abilitati; il sistema di reclutamento introdotto lo scorso anno che affida a un algoritmo l'assegnazione degli incarichi di supplenza ai docenti precari iscritti nelle Gps;

   al momento della pubblicazione delle graduatorie, all'inizio di agosto, gli errori segnalati sono stati tantissimi, e sono emersi tutti i limiti dell'algoritmo utilizzato, che crea disparità e un sistema di reclutamento non trasparente;

   come segnalato dai docenti, l'aspirante che al proprio turno di nomina non viene soddisfatto in merito alle preferenze espresse viene considerato rinunciatario con riferimento alle sedi e alle classi di concorso o tipologie di posto non indicate nella domanda; la mancata presa di servizio comporta l'esclusione per il rinunciatario delle fasi di attribuzione delle supplenze, per tutte le graduatorie cui ha titolo, per l'anno scolastico di riferimento;

   in alcuni casi si sono segnalati veri e propri errori nelle nomine, con cattedre o spezzoni orari di fatto risultati inesistenti al momento della presa di servizio, o doppie assegnazioni di cattedre ad uno stesso docente, per ruolo e per graduatorie provinciali di supplenza; questo penalizza gravemente il docente a cui non viene assegnata la cattedra in graduatoria in quanto, a correzione effettuata nel successivo turno di nomina, l'algoritmo procede a scavalco;

   inoltre l'errata interpretazione del termine «rinunciatari» fa sì che esso venga riferito ad un'intera classe di concorso anziché a una singola cattedra; spesso ciò avviene perché i docenti non indicano tra le «preferenze» una scuola di cui non conoscevano l'esistenza a causa della mancata o tardiva pubblicazione delle disponibilità da parte degli Uffici scolastici territoriali; i candidati in sede di presentazione dell'istanza, entro il 16 agosto, si sono dunque trovati spesso ad indicare 150 preferenze «alla cieca», pena l'essere considerati rinunciatari per tutto l'anno di supplenze dalle graduatorie provinciali dei supplenti anche per disponibilità sopraggiunte;

   i docenti segnalano inoltre il mancato diritto al completamento per i docenti nominati su spezzone orario, in mancanza di disponibilità nel turno di nomina, di spezzoni compatibili che vengono rimessi in gioco nella tornata successiva, ma assegnati a colleghi con punteggio inferiore sempre a causa del funzionamento dell'algoritmo;

   un altro problema riguarda i docenti specializzati sul sostegno, poiché la penalizzazione di quelli che non hanno espresso tra le preferenze tutte le tipologie di contratto possibili (fino al termine delle attività didattiche, annuale, spezzone) determina di fatto l'interruzione del diritto alla continuità dell'istruzione degli alunni con disabilità;

   i docenti propongono un iter di reclutamento che segua un ordine inverso rispetto a quello attuale, partendo dalla pubblicazione delle disponibilità «totali» sul sito dell'ufficio scolastico territoriale, cui segua la presentazione dell'istanza e un unico turno di convocazioni per tutti i docenti –:

   quali iniziative intenda intraprendere, nell'immediato, per risolvere le criticità evidenziate, e in generale se ritenga che, alla luce dell'esperienza di quest'anno, l'attuale sistema informatizzato possa essere migliorato al fine di rendere l'algoritmo uno strumento capace di valutare correttamente tutte le necessarie variabili per la determinazione degli incarichi.
(4-12735)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   a distanza di due anni dalla determinazione del Pnrr relativo al programma dell'Unione europea Next Generation e a più di un anno dall'insediamento del sedicente «Governo dei Migliori», non v'è traccia di provvedimenti relativi all'allocazione dei previsti 1,5 miliardi del Pnrr e destinati alla riforma degli Its;

   non difformemente, le già scarse risorse ministeriali previste nella legge sul sistema di istruzione e formazione tecnica superiore non sono ancora state allocate;

   nonostante i roboanti e altisonanti proclami del Presidente del Consiglio Mario Draghi fin dal suo discorso di insediamento, la situazione di incertezza sopra descritta sta creando problemi non solo alle regioni, cofinanziatrici fondamentali dell'azione tramite i Por Fse, ma anche agli operatori e alle imprese che sostengono convintamente il sistema Its;

   evidentemente la situazione sopra descritta preclude ai giovani l'accesso ad un canale di istruzione di elevata performance formativa e occupazionale;

   in data 26 agosto 2022, il Ministro dell'istruzione Bianchi ha firmato il decreto di riparto delle risorse destinate agli Its per l'anno formativo 2022/2023, pari a 48.355.436,00 euro. Ad oggi, tuttavia, si deve ancora procedere con la stesura dei decreti attuativi atteso che, allo scrivente, non consta che sia stato aperto il necessario confronto con le associazioni di rappresentanza degli Its e le regioni;

   la stesura dei decreti attuativi e le linee d'intervento del Pnrr dovrebbero, quindi, coinvolgere in via preliminare e conoscitiva regioni e fondazioni Its, anche al fine di un razionale impiego delle risorse per la definizione di strutture complesse fatte di plessi, laboratori, macchinari e strumenti gestionali, al fine di raggiungere il prefissato e ambizioso obiettivo di raddoppiare gli attuali iscritti –:

   quali siano gli intendimenti del Ministro competente circa il coinvolgimento delle regioni e delle fondazioni Its in fase preliminare alla predisposizione dei decreti attuativi;

   quali siano le tempistiche previste per la predisposizione dei decreti attuativi mancanti;

   quali siano gli investimenti infrastrutturali necessariamente previsti e su cui potranno fare affidamento le fondazioni Its;

   quali risorse siano destinate al percorso di orientamento verso gli ITS;

   come si intenda strutturare il settore Its in seno al Ministero dell'istruzione, in termini quantitativi, gerarchici e funzionali.
(4-12753)


   MORANI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa si apprendono le parole del direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per le Marche, Marco Ugo Filisetti, indirizzate agli studenti marchigiani in occasione dell'avvio del nuovo anno scolastico;

   nei passaggi riportati si evoca chiaramente il regime fascista quando il direttore generale dell'ufficio scolastico regionale per le Marche ricorda agli studenti «l'importanza di fondare il vostro impegno sull'adempimento del dovere con fede, onore e disciplina: fare ciò che deve esser fatto, agire semplicemente perché è "giusto",» e ancora quando scrive (...) «Potranno capitare momenti in cui tutto attorno sembra rovinare, tutto sembra buio, sappiate che in quei momenti c'è su tutto un dovere da esercitare: quello di non arrendersi, non spegnere la luce di cui ciascuno è portatore, se non altro perché nel tempo a venire i vostri bisnipoti sappiano almeno che ci fu chi non alzò le braccia ma continuò a battersi»;

   è, inoltre, documentabile sul sito internet http://www.beppeniccolai.org/ che le parole suddette siano state estrapolate dalla mozione presentata al XIV congresso nazionale del Msi dall'esponente fascista, onorevole Beppe Niccolai;

   gli stessi toni, nostalgici e militareschi degni del Ventennio, erano già stati usati negli anni precedenti, in occasione della Giornata dell'unità nazionale e delle forze armate in cui Filisetti riprendeva una parte del discorso di Benito Mussolini, per le quali parole gli esponenti del Pd, con diverse interrogazioni indirizzate al Ministro competente, chiedevano di prendere provvedimenti; i termini che evocano il regime fascista dovrebbero entrare a scuola solo nei libri di storia e non certamente negli auguri di buon inizio di anno rivolti agli studenti;

   in questi ultimi anni, caratterizzati dall'emergenza COVID-19, i messaggi educativi assumono un ruolo particolarmente importante nell'affrontare le incertezze, le difficoltà e le sfide che la scuola e gli alunni si trovano ad affrontare;

   i nostri giovani studenti, costretti a superare le difficoltà derivate dalle restrizioni, in questa fase delicata di ripresa, dovrebbero essere tutelati da messaggi diseducativi e guidati, invece, alla responsabilità verso gli altri, la società e i compiti di cittadino per costruire una convivenza più avanzata –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare in seguito ai fatti suesposti, anche valutando di promuovere l'eventuale rimozione dall'incarico del direttore scolastico per aver violato quei principi democratici su cui si basa il nostro sistema nazionale di istruzione e formazione e – altresì – come intenda intervenire al fine di evitare messaggi diseducativi e la diffusione di una visione politicizzata dei fatti storici e garantire ai nostri studenti una conoscenza critica della storia nazionale e delle nostre radici.
(4-12759)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   SURIANO e EHM. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   i liquidatori della «Maier Cromoplastica» di Verdellino in provincia di Bergamo, fabbrica di proprietà del gruppo spagnolo «Mondragon» che opera nel settore dell'automotive, nel mese di luglio 2022 hanno avviato la procedura di liquidazione dell'azienda che si conclude in 75 giorni con il successivo licenziamento dei dipendenti;

   a parole l'azienda sembrerebbe interessata a valutare l'ipotesi di acquisizione del sito di Verdellino da parte di potenziali acquirenti, ma nei fatti fa di tutto per evitare una tale soluzione che salverebbe il lavoro dei 92 lavoratori e lavoratrici del sito di Verdellino;

   infatti, l'avvio della procedura di liquidazione già da luglio ha reso difficile la possibilità da parte di possibili acquirenti di rilevare il sito a causa dei tempi troppo stretti;

   i sindacati e la Rsu hanno sollecitato i liquidatori a chiedere la cassa integrazione straordinaria che permetterebbe tempi più lunghi favorendo così l'interessamento di eventuali acquirenti;

   i liquidatori hanno espresso, anche nell'ultimo incontro con la parte sindacale e la Rsu del 26 agosto 2022, l'indisponibilità a richiedere la cassa integrazione straordinaria;

   tale azienda in passato ha ricevuto contributi pubblici da parte della regione Lombardia ma oggi sta dimostrando disinteresse nei confronti dei lavoratori –:

   se il Ministro interrogato intenda, di concerto con la regione Lombardia, incontrare i liquidatori dell'azienda affinché venga richiesta la cassa integrazione straordinaria per le lavoratrici e i lavoratori della «Maier Cromoplastica», favorendo così l'interessamento di eventuali acquirenti.
(4-12739)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   VALLASCAS. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi mesi, gli organi di stampa della Sardegna hanno dato ampio risalto alla grave carenza di personale medico con particolare riguardo ai territori del centro dell'isola;

   l'edizione del 7 settembre 2022 dell'Unione Sarda ha segnalato l'allarme lanciato da sindaci e amministratori locali dei territori del Nuorese e dell'Ogliastra secondo i quali «Nelle Asl di Nuoro e Lanusei mancano 225 medici in organico. Tanto che il Nuorese e l'Ogliastra rischiano di diventare una polveriera sociale»;

   secondo il quotidiano, questa situazione sarebbe stata illustrata nel dettaglio dalla «Conferenza territoriale sociosanitaria convocata nella sede della provincia di Nuoro dall'amministratore straordinario Costantino Tidu e alla quale hanno partecipato i direttori generali delle Asl di Nuoro e Ogliastra, i sindaci del capoluogo e dei centri più grandi come Nuoro, Oliena, Lanusei e Tortoli, Sarule»;

   nel corso della seduta della Conferenza i presenti avrebbero manifestato preoccupazione per i risvolti anche sociali che il grave sottodimensionamento degli organici nella sanità potrebbero comportare in territori già colpiti da crisi economica e sociale;

   secondo quanto è stato dichiarato, infatti, «Dobbiamo arrivare a un rapporto sinergico con Giunta, assessorato e chiedere al presidente Solinas di occuparsi in prima persona di un problema sociale diventato esplosivo», perché «Quando c'è un problema di disperazione se si aggiungono difficoltà economiche e sociali prima o poi si rischia di vedere esplodere fa rabbia sociale»;

   i disagi sarebbero numerosi e diffusi un po' in tutto il territorio: «il centro vaccini a Oliena non ha aperto, la gente è in fila perché il personale è allocato altrove», mentre ad «Aritzo qualche giorno fa un cittadino vittima di un incidente ha scelto di correre con i propri mezzi al Brotzu (Cagliari) anziché chiamare il 118 che lo avrebbe portato al San Francesco (Nuoro) [...] A Sorgono (Nuoro) ci sono i macchinari, ma nessuno li utilizza»;

   secondo il quotidiano «Dall'assemblea si punta il dito su Ares che con oltre mille amministrativi fatica a stare dietro alle esigenze dei territori» circostanza che avrebbe spinto gli amministratori a chiedere «Più volte [...] una riallocazione del personale. C'è una responsabilità politica quando lasci 25 reparti su 29 di un ospedale senza direttore».

   Secondo la Conferenza socio-sanitaria mancherebbe soprattutto un'adeguata programmazione delle politiche sanitarie che consenta una più equilibrata distribuzione sul territorio del personale medico;

   secondo il quotidiano, infatti, «la Sardegna è la regione italiana con il più alto rapporto medici/cittadini, uno ogni 432» rapporto che, proprio a causa della mancata programmazione, si traduce in uno scompenso tra territori, con la conseguenza che nelle aree del Nuorese e dell'Ogliastra, come detto, mancherebbero almeno 225 medici in organico;

   questa situazione limiterebbe pericolosamente l'accesso di migliaia di cittadini sardi ai servizi socio-sanitari, con grave compromissione dei principi fondamentali di salvaguardia della salute, così come ricorda il quotidiano che ha affermato che «La sanità, come istruzione e mobilità, sono diritti primari che vanno garantiti in egual misura a tutti i cittadini, anche a quelli del centro Sardegna, dove per via della situazione attuale di crisi tutto è invece in discussione» –:

   quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, anche di natura normativa, per garantire l'accesso ai servizi socio-sanitari dei residenti del centro Sardegna e se non ritenga opportuno promuovere un'interlocuzione con la Regione Sardegna al fine di ottenere un'equa distribuzione del personale medico in tutti i territori dell'isola.
(4-12733)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   SURIANO e EHM. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   consultando i siti regionali Corecom, si apprende che in molte regioni sarebbero esauriti i fondi Mise – sembra perché già tutti utilizzati per i referendum e le amministrative 2022 – previsti per garantire la par condicio nelle trasmissioni delle emittenti private radiotelevisive, attraverso il rimborso della diffusione dei messaggi autogestiti da parte delle emittenti stesse, in redazione alla campagna elettorale per l'elezione della Camera e del Senato il 25 settembre 2022;

   la legge n. 28 del 22 febbraio 2000 (par condicio) «promuove e disciplina, al fine di garantire la parità di trattamento e l'imparzialità rispetto a tutti i soggetti politici, l'accesso ai mezzi di informazione per la comunicazione... durante le campagne per l'elezione al Parlamento europeo, per le elezioni politiche, regionali e amministrative e per ogni referendum» «(articolo 1); e stabilisce che “le emittenti radiotelevisive devono assicurare a tutti i soggetti politici con imparzialità ed equità l'accesso all'informazione e alla comunicazione politica”» (articolo 2);

   l'articolo 4, comma 5, della legge citata prevede che un decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, determini, su base annuale, lo stanziamento a favore delle emittenti radiotelevisive che accettano di trasmettere messaggi autogestiti a titolo gratuito nelle campagne elettorali o referendarie;

   l'eventuale mancanza di fondi per i messaggi autogestiti, come comunicato da alcuni Corecom, penalizzerebbe prevalentemente i nuovi soggetti politici, privi di adeguate risorse economiche;

   l'eventuale disapplicazione della legge n. 28 del 2000 si configurerebbe come un vulnus del principio costituzionale della libertà di voto per tutte/i le/i cittadine/i –:

   quali urgenti ed indifferibili iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere per garantire, in particolare per l'aspetto del finanziamento segnalato in premessa, la par condicio fra tutti i soggetti che ne hanno i requisiti (delibera Agcom 299/22) anche nella campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre 2022.
(4-12758)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   VALLASCAS. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi, alcuni organi di stampa hanno pubblicato i risultati di uno studio condotto a livello nazionale dalla Camera di commercio di Mestre, sulla base degli ultimi dati disponibili del rapporto dell'Osservatorio italiano sulla povertà energetica, in merito alle difficoltà delle famiglie italiane a fare fronte al forte rincaro di prodotti energetici;

   in particolare, l'Unione Sarda del 6 settembre 2022 ha sottolineato che «La fila di chi non riesce a pagare le bollette si ingrossa sempre più. Tanto che in Italia hanno sfondato quota 4 milioni le famiglie a rischio povertà energetica»;

   secondo la Cgia di Mestre, la povertà energetica potrebbe significare, per milioni di famiglie, «non riuscire a utilizzare con regolarità l'impianto di riscaldamento o il condizionatore» a causa delle precarie condizioni economiche, o non disporre o usare saltuariamente «a causa delle precarie condizioni economiche, o non disporre o usare saltuariamente gli elettrodomestici ad elevato consumo di energia»;

   dall'analisi dei dati, emergerebbe che «Tra le regioni più colpite la Sardegna dove si stima che siano 170 mila le famiglie in povertà energetica, una ogni quattro»;

   i soggetti più colpiti sarebbero le famiglie numerose «che risiedono in alloggi in cattivo stato di conservazione, con il capofamiglia giovane, spesso inoccupato e/o immigrato» mentre «a livello geografico [...] la situazione più critica si registra nel Mezzogiorno: in questa macro area la frequenza della povertà energetica è la più elevata d'Italia e interessa tra il 24 e il 36 per cento delle famiglie residenti»;

   tra le regioni maggiormente interessate, la Campania è la regione maggiormente in difficoltà, seguono la Sicilia, la Calabria e la Sardegna che rientra nella fascia di «vulnerabilità» energetica medio-alta con 174 mila famiglie colpite;

   secondo Adiconsum Sardegna «oggi una famiglia media della Sardegna spende il 59,4 per cento in più per le forniture energetiche» e di recente è stato «calcolato che un nucleo familiare sardo subisce una stangata pari a +2.367 euro annui a causa dell'aumento di prezzi e tariffe»;

   la crisi energetica non ha comportato unicamente maggiori costi per famiglie e imprese, ma ha consentito a molte aziende energetiche, tra le quali alcune controllate dallo Stato, di conseguire un incremento, anche considerevole, di profitti e utili;

   in particolare, il quotidiano Il Giornale del 1o settembre 2022 ha sottolineato che «per fare esempi legati alle due maggiori major, Enel nel primo semestre 2022 ha registrato un aumento dei ricavi del +85,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021 mentre Eni ha chiuso un semestre molto positivo, con un utile netto rettificato che è salito di oltre sei volte (a 7,08 miliardi di euro) rispetto al primo semestre del 2021»;

   è il caso di osservare che, secondo alcuni osservatori, la cosiddetta tassa sugli extra profitti non avrebbe sortito effetti positivi, mentre alcuni analisti, in considerazione della partecipazione pubblica di alcune società energetiche, come Enel ed Eni, sosterrebbero che «lo Stato dovrebbe utilizzare le imprese di cui è azionista di maggioranza relativa come braccio della politica economica ed energetica. ENI ed ENEL, essendo imprese price leader, possono stabilire i prezzi di vendita della benzina, del gas e dell'elettricità influenzando i comportamenti delle altre imprese e quindi i prezzi al consumo» –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare, anche di natura normativa, per sostenere famiglie e imprese a fare fronte al rincaro dei prodotti energetici;

   se non ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, anche di natura normativa, per favorire il reimpiego di parte degli extra-profitti delle aziende energetiche partecipate dallo Stato per contenere gli effetti della crisi ovvero, attraverso le aziende controllate, calmierare i prezzi di benzina, gas ed elettricità.
(4-12734)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   CIMINO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 264 del 1999 dispone che il Ministero dell'università e della ricerca decreta il numero dei posti disponibili a livello nazionale per l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, veterinaria, odontoiatria e protesi dentaria per l'anno accademico 2022/2023, «sulla base della valutazione dell'offerta potenziale del sistema universitario, tenendo anche conto del fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo»;

   il decreto legislativo n. 281 del 1997 affida alla Conferenza Stato-regioni di promuovere e sancire «accordi» tra Governo, regioni e province autonome «al fine di coordinare l'esercizio delle rispettive competenze e svolgere attività di interesse comune»;

   dall'accordo sancito in data 6 luglio 2022, ai sensi dell'articolo 4, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, è stato determinato il fabbisogno per l'anno accademico 2022-2023 dei laureati magistrali a ciclo unico, dei laureati delle professioni sanitarie e dei laureati magistrali farmacista, biologo, chimico, fisico, psicologo, ai sensi dell'articolo 6-ter del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modificazioni;

   dall'accordo della Conferenza Stato-Regioni, di cui sopra, si evince che il fabbisogno di medici e odontoiatri per il 2022 è di 18.095 unità. Questo significa che devono essere formati necessariamente almeno 18 mila nuovi medici e odontoiatri. Pertanto il Ministero avrebbe dovuto bandire altrettanti posti per il test d'accesso al corso di laurea in medicina e odontoiatria 2022. In realtà, come si evince dai due decreti del Ministero dell'università e della ricerca n. 1054 e n. 1055 del 3 settembre 2022, sono stati banditi solo 17.206 posti, quasi mille posti in meno. Inoltre, se si considera, che lo scorso anno, a fronte di 18.397 borse bandite per le SSM, sono rimasti vacanti 2.748 posti, quest'anno ne rimarrebbero vacanti quasi tremila per mancanza di medici da formare. A tal proposito, l'ultimo report Ansa stima che entro il 2028 il sistema sanitario nazionale si troverà con ben 80.000 medici in meno, questa situazione determinerebbe un enorme pregiudizio per il diritto alla salute di tutti i cittadini del territorio nazionale;

   per quanto riguarda il personale infermieristico, invece, la situazione risulta ancora più grave, in quanto il fabbisogno rilevato dall'accordo della Conferenza Stato-Regioni è pari a 24.352 unità, contro le 29.064 richieste dagli ordini professionali, ma il Ministero, con decreto ministeriale n. 1113 del 1o luglio 2022, ha bandito appena 17.997 posti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra esposto;

   se e quali misure intenda adottare per evitare che la situazione di cui sopra determini un grave e irreparabile pregiudizio per il diritto alla salute di tutti i cittadini.
(4-12731)

INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA


   FERRO, LOLLOBRIGIDA, GIOVANNI RUSSO, GALANTINO e DEIDDA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1085, comma 3 del decreto legislativo n. 66 del 2010 disciplina la cessazione delle cause impeditive della valutazione o della promozione degli ufficiali, prevedendo che agli ufficiali, imputati in un procedimento penale, assolti con sentenza definitiva, è riconosciuto il diritto ad essere valutati entro il termine di sei mesi e ad una valutazione retroattiva;

   la materia, prima del citato decreto legislativo, era disciplinata dall'articolo 49 della legge n. 1137 del 1955 secondo cui l'ufficiale imputato in un procedimento penale, qualora avesse visto concludersi la vicenda processuale «in senso [a lui] favorevole», sarebbe stato titolare di un diritto ad essere valutato in base a modalità parzialmente coincidenti con quelle di cui al vigente articolo 1090, con effetti quindi retroattivi, in caso di pronuncia liberatoria indifferentemente sia di rito sia di merito;

   l'avvocatura di Stato, in un parere in materia di avanzamento, ha ritenuto che la ricostruzione retroattiva per coloro a cui sia stato sospeso l'avanzamento perché sottoposti a procedimento penale sia possibile solo se assolti con formula piena ai sensi dell'articolo 530 del codice di procedura penale, propendendo, quindi, per una interpretazione restrittiva della locuzione «assolti con sentenza definitiva» ed escludendo dall'ambito di applicazione della norma i casi di proscioglimento ai sensi degli articoli 529 e 530 del codice di procedura penale per i quali si applicherà l'articolo 1051, comma 7, del codice dell'ordinamento militare con efficacia ex nunc;

   a parere degli interroganti tale interpretazione viola gli obblighi e i principi di cui alla delega dell'articolo 14, comma 15, della legge n. 246 del 2005, per cui il Governo doveva effettuare semplificazioni e abrogazioni solo per esigenze di coordinamento «garantendo la coerenza giuridica, logica e sistematica della normativa»: ritenere corretta una tale interpretazione, che muta radicalmente il senso della norma, non solo si porrebbe in discontinuità con la previgente normativa di cui all'articolo 49 che, invece, si riferiva alle sentenze di assoluzione di rito e di merito, ma costituirebbe altresì un chiaro eccesso di delega da parte del Governo che avrebbe disatteso i principi della delega ricevuta, poiché abrogherebbe una norma novellandola addirittura con una più sfavorevole per il militare;

   a favore di una interpretazione estensiva della locuzione «assolti con sentenza definitiva» concorre anche la valutazione di casi analoghi o simili; nel Codice, infatti, nei casi in cui il legislatore voleva richiamare la sentenza di assoluzione con formula piena, l'ha fatto con chiarezza riferendosi all'articolo 530 del codice di procedura penale ovvero in altri casi alla stessa locuzione «assoluzione con formula piena», come si evince, a titolo non esaustivo, dagli articoli 635 comma 2-bis, 1393, comma 2 e 1394, comma 1, lettera d);

   di conseguenza, laddove il legislatore avesse voluto modificare radicalmente l'ambito di applicazione dell'articolo 1085, comma 3, avrebbe – come accaduto in altre disposizioni – provveduto ad inserire specifici e determinati riferimenti; nella norma, invece, si fa genericamente riferimento alla categoria generale delle sentenze di assoluzione; inoltre, sempre in materia di «impedimenti e sospensioni», all'articolo 1687, comma 2, il legislatore fa sempre riferimento all'esito «favorevole del procedimento penale» e il ricorso a tale ultima locuzione nell'ambito della medesima materia conferma la volontà del legislatore di propendere per criteri estensivi delle norme per non prevedere conseguenze negative derivanti da provvedimenti cautelari;

   un'interpretazione restrittiva provocherebbe, infatti, una condizione punitiva nei riguardi del militare che prescinderebbe dall'accertamento dei fatti contestati, in violazione del principio costituzionale di presunzione di innocenza –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda adottare iniziative normative per un'interpretazione univoca dell'ambito di applicazione dell'articolo 1085, comma 3, del decreto legislativo n. 66 del 2010, al fine di fugare ogni dubbio e non pregiudicare gli interessi del personale militare a veder riconosciuto l'avanzamento e la progressione di carriera, in assenza di una sentenza di condanna, bloccati da un semplice provvedimento cautelare.
(4-11811)

  Risposta. — Con l'interrogazione in esame l'interrogante pone uno specifico quesito al Ministro della difesa, chiedendo «se intenda adottare iniziative normative per un'interpretazione univoca dell'ambito di applicazione dell'articolo 1085, comma 3, del decreto legislativo n. 66 del 2010, al fine di fugare ogni dubbio e non pregiudicare gli interessi del personale militare a veder riconosciuto l'avanzamento e la progressione di carriera, in assenza di una sentenza di condanna, bloccati da un semplice provvedimento cautelare».
  Al riguardo, per una corretta disamina della questione posta, occorre ricordare, in premessa, che l'articolo 1085 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, riguardante la «cessazione delle cause impeditive della valutazione o della promozione degli ufficiali», prevede che l'ufficiale non valutato o non promosso, perché sottoposto a procedimento disciplinare o perché sospeso dall'impiego o perché in aspettativa per infermità, è valutato o nuovamente valutato per l'avanzamento, cessata la causa impeditiva della valutazione o della promozione.
  Il secondo comma del citato articolo dispone, inoltre, nei riguardi dell'ufficiale il cui il procedimento disciplinare si sia concluso in senso favorevole o per il quale sia stata revocata la sospensione dall'impiego di carattere precauzionale, che lo stesso sia promosso, anche se non esiste vacanza nel grado superiore, con l'anzianità che sarebbe spettata se la promozione avesse avuto luogo a suo tempo.
  In maniera sistematica, il successivo terzo comma del citato articolo 1085 dispone che siano applicate, nei riguardi degli ufficiali imputati in procedimento penale che siano stati assolti con sentenza definitiva, fatta salva la definizione dell'eventuale procedimento disciplinare, le disposizioni di cui all'articolo 1090, commi 1, 2 e 3, ossia il ripristino delle condizioni sussistenti all'insorgere della causa impeditiva. In tal caso, l'ufficiale interessato viene valutato entro sei mesi ed eventualmente promosso al grado superiore con la medesima anzianità che gli sarebbe spettata se la promozione avesse avuto luogo a suo tempo.
  Tanto rappresentato, si prende atto delle manifestate criticità in sede applicativa e si assicura che la questione verrà approfondita, allo scopo di trovare soluzioni che possano andare incontro alle aspettative degli interessati, anche ipotizzando l'adozione di provvedimenti
ad hoc.
Il Ministro della difesa: Lorenzo Guerini.