Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 7 luglio 2022

ATTI DI CONTROLLO

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   CASCIELLO. — Al Ministro della cultura, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   sta destando molta preoccupazione la notizia pubblicata sul quotidiano la Repubblica, il giorno 6 luglio 2022, e ripresa dalle principali agenzie e quotidiani on-line, afferente lo scempio costituito da una struttura di un istituto religioso, che veniva utilizzata dalla Diocesi di Vallo della Lucania per accogliere studenti e gruppi di preghiera, che diventerà un resort turistico di lusso sulla splendida spiaggia della costa di Ascea in Cilento, ai piedi della celebre Torre di Velia e dell'area archeologica dell'antica colonia greca di Elea;

   si legge sul quotidiano: «ma ora questo paradiso potrebbe essere un po' meno incontaminato per via di un progetto di riqualificazione che prevede di trasformare il complesso religioso, costruito negli anni 60 per volontà del vescovo Biagio D'Agostino, in un enorme resort turistico con 149 camere, un parco giochi, un campo di calcetto e un campo da paddle» e ancora «a guardarlo dal mare è un pugno nello stomaco, uno scempio in un'area che andrebbe riqualificata e resa fruibile a tutti. E a poco serve sapere che le autorizzazioni ci sono tutte. Il Comune di Ascea ha dato il via libera al progetto già nel 2019. E la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Salerno che da queste parti è sempre stata particolarmente zelante, dopo un primo diniego ha rilasciato anch'essa il parere favorevole alla diocesi»;

   si afferma ancora nell'articolo: «Un miracolo. Soprattutto se si pensa che nella zona in questione è vietato realizzare qualsiasi opera edilizia e apportare modifiche all'assetto del territorio, così come previsto dalla “Legge Velia”, nata nel 2005 per assicurare un adeguato decoro dell'area che circonda il parco archeologico, vincoli che il comune di Ascea è riuscito però ad aggirare con una delibera di consiglio comunale, votato favorevolmente anche da un consigliere di minoranza, con la quale ha riconosciuto il progetto presentato dalla diocesi di interesse pubblico e quindi realizzabile anche a pochi passi dagli scavi», si legge, inoltre, «la struttura ricade anche in area vincolata dal Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni e in una zona dichiarata a rischio erosione»;

   nonostante dal comune il sindaco ribadisca che non è stato fatto nulla di illegale e rivendichi la bontà e la correttezza dell'iter autorizzatorio, tutte le forze sane della società civile, rappresentanti delle istituzioni, associazioni e comitati sono indignati e preoccupati per dover assistere impotenti alla realizzazione di un ecomostro di cemento che crea un incalcolabile danno ambientale ad un territorio, grande polo culturale dell'antichità, dove Parmenide e Zenone fondarono la scuola eleatica e dove il verde della macchia mediterranea diventa tutt'uno con la spiaggia dorata e con l'azzurro del mare –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere per garantire e preservare un territorio di eccellenza, che costituisce un patrimonio naturalistico ed archeologico per la provincia di Salerno e per tutto il nostro Paese, assicurando che la trasformazione di un complesso religioso in resort di lusso proprio sulla spiaggia ai piedi della celebre torre di Velia, area vincolata dal Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, sia effettuata nel rispetto delle regole e a norma di legge.
(4-12524)

GIUSTIZIA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:

   desta sconcerto la notizia, passata clamorosamente in sordina, di presunte pressioni esercitate da Maria Cristina Messa, all'epoca dei fatti rettore dell'Università Bicocca di Milano, oggi Ministro di tutte le università d'Italia alle prese con materie delicate come i concorsi e le carriere dei docenti, per «promuovere le ex consoli di Ecuador e Bolivia e una funzionaria»;

   secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, «Il 19 marzo 2018 la professoressa Silvia Buzzelli entra in punta di piedi e di fronte c'è lei, Maria Cristina Messa, all'epoca al vertice dell'Università (...). La docente è stata convocata in qualità di responsabile di un Master in Diritti Umani e Sicurezza che si è concluso il 23 febbraio con 11 bocciati, tre dei quali stanno particolarmente a cuore alla rettrice»; una di loro, che «ha presentato la tesi con due settimane di ritardo», era il console Generale della Repubblica dell'Ecuador a Milano; l'altra era la ex console della Bolivia a Milano, «che attaccava fogli già scritti per superare gli esami» e, poi, «un'impiegata contabile nelle istituzioni di governo messicane che agli esami neppure si presentava [...]»;

   secondo quanto ricostruito sul quotidiano, l'incontro era dovuto al fatto «che per promuoverle bisogna che recuperino i giudizi di scarso rendimento e frequenza che le avevano fatte bocciare, ma per fare tutto questo serve una proroga del master e due membri del Comitato di Coordinamento si son messi di traverso»;

   ad avere impedito la proroga ad personam del master sono stati, infatti, professori e avvocati, che non si sono piegati alla richiesta di regalare titoli accademici, a scapito di chi li aveva meritoriamente acquisiti;

   le pressioni della rettrice sono riportate nei verbali del Comitato e confermate da una mail del 2 aprile 2018 della direttrice del Master ai colleghi: «Il 19 marzo ho incontrato, sollecitata con urgenza, il Rettore che mi ha chiesto di attivarmi in relazione a Basurto (dovrebbe rifare la tesi), Chuquimia (2 esami mancanti), Tirado Paz (3 esami mancanti)»;

   il 10 aprile 2018, la direttrice scrive a Messa, mettendo in copia i coordinatori: «Comprendo la delicatezza della situazione e, per questo, assumendomi ogni responsabilità tenterò comunque di trovare una soluzione ragionevole», che, fortunatamente, non è stata trovata perché per statuto e regolamento l'unico organo dell'ateneo che può richiedere proroghe è il Comitato, organo autonomo rispetto al rettore che, sempre da statuto, è il «garante dei diritti degli studenti»;

   nonostante le insistenze della professoressa Buzzelli che, a suo dire, deve pur sempre «obbedire agli ordini del Rettore, cui non ho alcuna intenzione di fare la guerra: mi taglio i rapporti, tutto, e io in questa università lavoro e devo restarci per degli anni», i membri del Comitato non desistono;

   il 24 aprile 2018, a più di due mesi dalla chiusura del master, l'amministrazione comunica ai docenti che non può chiudere il ciclo di studi perché non trova la documentazione degli esami, benché regolarmente spedita per posta interna il 23 febbraio 2018; tre giorni prima, peraltro, la stessa amministrazione aveva scritto alle tre studentesse prescelte che «l'Ateneo è disponibile ad attivare un ultimo appello di recupero per gli esami mancanti, così da poterla ammettere a sostenere la prova finale»;

   la vicenda è arrivata anche in Tribunale: il 5 maggio 2018 uno dei docenti ha depositato un esposto presso la Procura di Milano per abuso d'ufficio e traffico d'influenze;

   si legge nell'atto, «Il Rettore Messa asseriva che a prescindere dal loro rendimento accademico e dal comportamento tenuto, le studentesse avrebbero dovuto ottenere il titolo di Master, altrimenti l'immagine dell'università sarebbe stata danneggiata», non solo discriminando, ma penalizzando gli altri studenti perché «l'assenza dei titoli di master ha impedito loro di iscriversi ad altre carriere accademiche di più alto livello»;

   al Tribunale di Milano, però, il fascicolo con i suoi 26 allegati non si trova, ma si sa che è stato archiviato, dopo tre anni, il 23 febbraio 2021, una settimana dopo il giuramento di Messa; eppure, chi ha denunciato la rettrice non è mai stato convocato, pur avendolo richiesto, né lo sono stati i testi indicati; né l'archiviazione gli è mai stata notificata, impedendo alla parte lesa di opporsi alla decisione nei termini previsti dalla legge, cosa che sarebbe, comunque, intenzionato a fare, a costo di portare il caso alla Corte europea dei diritti dell'uomo e alle Nazioni Unite;

   al di là di ogni considerazione, quella denunciata da Il Fatto Quotidiano e, ancora prima, da chi ha deciso di stare dalla parte degli studenti, resta una storia delicata e complessa che squarcia il velo sulle dinamiche interne agli atenei, tanto radicate e profonde da sfuggire a chi sta fuori e da impedire a chi volesse farlo di domarle –:

   se e quali immediate iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, il Governo intenda assumere per fare chiarezza sulla grave vicenda di cui in premessa.
(2-01557) «Rampelli».

Interrogazione a risposta orale:


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 29 giugno 2022 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 29 giugno 2022 n. 79, di conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante norme per velocizzare l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

   in particolare, il comma 1 dell'articolo 17-ter, recante «Misure per la funzionalità dell'amministrazione della giustizia», prevede che «Ministero della giustizia, al fine di ridurre il ricorso ai contratti a termine e valorizzare la professionalità acquisita dal personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, nonché di garantire la piena funzionalità degli uffici giudiziari, anche per quanto concerne il rispetto degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, e di far fronte alle gravi scoperture di organico, può, fino al 31 dicembre 2023, assumere con contratto a tempo indeterminato in numero non superiore a 1.200 unità complessive, personale non dirigenziale, da inquadrare nei ruoli dell'amministrazione giudiziaria, Area funzionale II, posizione economica F1», stabilendo anche i requisiti al fine rientrare in quella previsione;

   l'articolo 17-ter, come formulato, esclude di fatto dalla stabilizzazione oltre 300 operatori giudiziari del pari già in servizio presso il Ministero della giustizia quali vincitori dello stesso bando, con contratto a tempo determinato, medesima qualifica e mansione;

   tale esclusione crea, di fatto, un'ingiustificata disparità di trattamento;

   con ordine del giorno n. 9/03656/073 del 29 giugno 2022, l'interrogante ha evidenziato come «dal processo di stabilizzazione rimarrebbero esclusi oltre 300 operatori giudiziari, ex militari in ferma breve e ferma prefissata delle Forze armate congedati senza demerito o nel corso di ulteriore rafferma, ufficiali di complemento che hanno completato senza demerito la ferma biennale, la ferma prefissata o la ferma contratta, per i quali non verrebbero riconosciuti alcuni requisiti, peraltro previsti nel bando di concorso pubblico per la copertura di complessive mille unità di personale non dirigenziale, a tempo determinato della durata di ventiquattro mesi, per il profilo di operatore giudiziario, area funzionale seconda, fascia economica F1, nei ruoli del personale del Ministero della giustizia del 15 settembre 2020»;

   l'ordine del giorno, accolto, prevede l'impegno per il Governo di «valutare l'opportunità di prevedere nel primo provvedimento utile, vista la carenza di organico dovuta anche agli imminenti pensionamenti e per evitare la dispersione delle competenze acquisite, norme per includere nel processo di stabilizzazione del personale in servizio gli oltre 300 operatori giudiziari, ex militari in ferma breve e ferma prefissata delle Forze armate, congedati senza demerito o nel corso di ulteriore rafferma, ufficiali di complemento che hanno completato senza demerito la ferma biennale, la ferma prefissata o la ferma contratta, utilizzando il periodo di servizio come operatori ai fini del raggiungimento del requisito»;

   nell'impegno sono citate espressamente solo alcune «categorie» di operatori giudiziari esclusi, ma è di tutta evidenza che si debbano ritenere inclusi tutti gli operatori giudiziari esclusi, in quanto la formula «oltre 300 operatori giudiziari» li ricomprende tutti;

   l'elenco infatti ha natura meramente esemplificativa e non esaustiva delle professionalità non contemplate ai fini dell'assunzione a tempo indeterminato, tra le quali figurano anche i tirocinanti –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere per dare attuazione all'ordine del giorno n. 9/03656/073 del 29 giugno 2022 a prima firma dell'interrogante relativamente alla stabilizzazione di tutti gli operatori giudiziari esclusi dal piano di assunzione a tempo indeterminato di cui all'articolo 17-ter della legge n. 79 del 2022.
(3-03072)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MAGGIONI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   già con precedenti atti di sindacato ispettivo, tuttora privi di risposta, (v. ultimo atto n. 4-12441) l'interrogante denunciava la grave situazione in cui si trova ad operare la polizia penitenziaria nel carcere di Vigevano;

   il 16 giugno 2022 si è registrata l'ennesima aggressione ai danni della polizia penitenziaria;

   un detenuto, ha picchiato 3 agenti, evidentemente inermi che hanno subito una serie di colpi, al punto di dover ricorrere alle cure ospedaliere ed hanno riportato prognosi di guarigione tra gli 8 e i 10 giorni. La notizia è stata diffusa dalla segreteria locale dell'Uspp (Unione sindacati polizia penitenziaria) di Vigevano sottolineando che «solo alcuni giorni fa, avevamo denunciato l'aggressione di una agente di polizia penitenziaria nel reparto femminile della casa di reclusione: episodio che si aggiunge ai molti altri»;

   l'aggressione risulta essere accaduta «durante una normale attività di perquisizione ordinaria» quando un detenuto «probabilmente infastidito di dover rispettare alcune regole di sicurezza, si è scagliato contro tre agenti, evidentemente inermi che hanno subito una serie di colpi, al punto di dover ricorrere alle cure ospedaliere»;

   il segretario regionale dell'Uspp in una nota evidenzia «il fallimento del sistema custodiale e l'anticostituzionalità di molti dei nostri penitenziari». «Perché mi sembra fin troppo banale affermare che se le statistiche degli eventi critici e delle aggressioni sono in costante aumento. Ci troviamo di fronte a un sistema fallimentare, che non risponde alle esigenze di sicurezza di un paese civile e neanche ai dettami costituzionali. Oggi il carcere, fatta qualche rarissima eccezione, non offre nulla ai detenuti. Altro che i principi previsti dalla Costituzione e dall'Ordinamento Penitenziario. Se non esistono attività non possono esserci trattamento e rieducazione. Nel frattempo – conclude – la polizia penitenziaria continua a subire aggressioni, con numeri sempre più esponenziali» –:

   quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda intraprendere il Ministro interrogato al fine di salvaguardare il personale della polizia penitenziaria della casa circondariale di Vigevano;

   se e quali urgenti iniziative il Ministro intenda adottare per contrastare i gravi episodi di aggressioni verificatisi in tutte le carceri italiane, inclusa l'ipotesi di limitare la custodia aperta ai soli detenuti meritevoli;

   se non convenga sull'adozione urgente ed improcrastinabile di iniziative normative volte all'inasprimento delle pene per chi si macchi di reati violenti contro la polizia penitenziaria all'interno delle carceri.
(4-12526)


   DEIDDA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 7 luglio 2022 è stata data notizia, tramite i giornali, da parte dei sindacati della polizia penitenziaria, dell'aggressione da parte di un detenuto, recluso nel penitenziario mandamentale di Uta (Cagliari) ai danni di una infermiera che stava effettuando le somministrazioni di medicinali ai detenuti e di un agente intervenuto nel tentativo di bloccare l'aggressore;

   l'infermiera avrebbe riportato la rottura di un dente e una profonda tumefazione e anche l'agente è stato costretto ad essere soccorso dai sanitari dell'istituto penitenziario; entrambi sono stati trasportati al pronto soccorso di un ospedale di Cagliari;

   è l'ennesimo episodio che prova la grave condizione di lavoro degli agenti della polizia penitenziaria e del personale sanitario all'interno degli istituti penitenziari sardi ma non solo;

   in più di una occasione, con precedenti atti di sindacato ispettivo, l'interrogante ha sottolineato la carenza di personale sia nel ruolo direttivo sia in qualunque grado degli agenti di polizia penitenziaria, problematiche mai risolte e perduranti da almeno 4 anni;

   lo stesso corpo di polizia penitenziaria, non solo, ha ormai un'età media elevata tra i suoi componenti, ma denuncia, attraverso la rappresentanza sindacale, una preoccupante assenza di attenzione per quanto riguarda le regole d'ingaggio e gli utili strumenti di prevenzione di atti violenti e difesa personale;

   il 22 marzo 2022 il Garante nazionale delle persone private della libertà ha reso noto che attualmente, in Sardegna, a fronte di undici istituti penitenziari sono in servizio solo tre direttori, ai quali sono stati affiancati per alcuni giorni alla settimana due direttori in missione –:

   se sia a conoscenza di quanto sopra esposto, se intenda stigmatizzare pubblicamente le continue aggressioni ai danni del personale della polizia penitenziaria e del personale sanitario e le gravi condizioni degli istituti penitenziari sardi e quali iniziative urgenti intenda adottare per risolvere le problematiche elencate in premessa e più volte denunciate.
(4-12528)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta scritta:


   DEIDDA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   più volte è stato segnalato, tramite atti di sindacato ispettivo e articoli sulla stampa locale, la grave condizione di carenza di personale negli Uffici motorizzazione civile (U.M.C.) di Cagliari con conseguente perdurante insoddisfazione dei cittadini costretti a lunghe attese e/o non risposte;

   le molteplici competenze dei suddetti uffici, comprendenti i territori della provincia di Cagliari, dove risiedono più di un terzo dei residenti della regione Sardegna, costituiscono un onere gravoso per i pochi dipendenti assegnati;

   ad oggi è chiaro che i giorni e gli orari stabiliti per l'apertura al pubblico non sono sufficienti;

   è stato più volte verificato della totale assenza di sistema di prenotazione di appuntamento o, come in qualunque ufficio pubblico o privato, un sistema elimina code, ma gli utenti si organizzano autonomamente, dalle prime ore del mattino, sul «chi prima arriva» e ricevere un numero in ordine poi crescente;

   sono evidenti le gravi ripercussioni economiche e sociali dovute alla mancanza di personale, totale mancanza di sensibilità alle continue lamentele dell'utenza per la disorganizzazione evidente e si ritiene intollerabile la totale mancanza di risposte;

   occorrerebbero procedure di mobilità del personale da altri enti o istituzioni dello Stato, come ad esempio il Ministero della difesa e il personale in ausiliaria o i volontari a fine mandato;

   il 26 maggio 2022, la competente commissione parlamentare ha sentito in audizione il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, con oggetto i disservizi delle motorizzazioni civili;

   lo stesso Ministro ha dichiarato testualmente: «Ci sono diverse criticità riscontrate dall'utenza, è piuttosto evidente. Queste criticità, in particolare, sono state legate alle tempistiche necessarie all'ottenimento delle prestazioni richieste. La pandemia da Covid-19 ha imposto la necessità di limitare il numero di dipendenti, ma anche di utenti presenti presso gli uffici, e così sono stati prorogati i termini di alcuni adempimenti, per esempio il rinnovo delle patenti e le revisioni. Accanto a questo, però, vi sono degli elementi di debolezza strutturale delle motorizzazioni; per questo fin dall'anno scorso abbiamo svolto, con l'aiuto di una società specializzata, un'analisi dettagliata del modo di funzionamento delle diverse motorizzazioni e anche un'analisi della quantità e qualità delle risorse umane disponibili. La progressiva riduzione degli organici – vorrei ricordare che le motorizzazioni hanno perso circa il 50 per cento del personale negli ultimi venti anni – è un problema molto serio, unito alla distribuzione non ottimale delle risorse sul territorio, perché, in parte, abbiamo delle scoperture, degli organici molto differenziati. Ma anche al netto di questo, sono emersi dei modelli di lavoro troppo tradizionali e un'obsolescenza dell'infrastruttura tecnologica»;

   lo stesso Ministro interrogato ha poi continuato annunciando ulteriori interventi, anche in sede europea, prevedendo l'autunno come tempistica;

   va sottolineato che i disservizi, l'arretratezza del servizio, la carenza del personale, non sono iniziate con la pandemia Covid-19;

   quali iniziative, precisamente, intenda adottare al fine di mettere fine alla carenza di servizio e alla evidente inadeguatezza del servizio offerto dagli uffici della motorizzazione civile, in particolare quella di Cagliari.
(4-12527)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   TOCCAFONDI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa e da una «lettera aperta» del comitato dei genitori, cui ancora non è stata data risposta, si è appreso che l'Ufficio scolastico provinciale di Firenze ha deciso di ridurre da otto a sette il numero della classi prime della scuola secondaria di primo grado «Cavalcanti» dell'istituto comprensivo «Gino Strada» di Sesto Fiorentino per il prossimo anno scolastico;

   tenuto conto delle iscrizioni, ciò comporterà inevitabilmente l'aumento del numero degli alunni per classe, che passa da 21 a 27;

   con questa scelta si rischia di creare problemi di sovraffollamento che danneggiano la qualità delle attività didattiche ed educative a discapito dei singoli, in particolare dei più fragili, nonché problemi di assembramento, in contrasto con l'ancora attuale esigenza di contrastare la diffusione del Covid-19;

   la riforma 1.3 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) consente di ripensare l'organizzazione del sistema scolastico e far fronte a storiche problematiche che ne ostacolano il corretto funzionamento; in particolare, prevede esplicitamente la riduzione del numero delle studentesse e degli studenti per classe, anche alla luce degli effetti dovuti all'alta denatalità; le linee programmatiche più volte ribadite dal Ministro Bianchi, richiamano l'intera «comunità educante» a supportare gli studenti e a garantire loro il diritto ad uno studio di qualità, tutelando le fragilità, risolvendo le criticità e riducendo la dispersione;

   il Ministro dell'istruzione, intervenuto in audizione il 25 maggio 2022 al Senato della Repubblica, presso le Commissioni 1a (Affari Costituzionali) e 7a (Istruzione pubblica, beni culturali), sul disegno di legge di conversione del decreto-legge recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per i profili di sua competenza, ha espresso la volontà di ridurre il numero medio di alunni per classe;

   il decreto-legge 29 aprile 2022, n. 36 prevede un incomprensibile e deprecabile ulteriore taglio degli organici per circa 12.000 cattedre, al fine di finanziare le misure ivi previste, in aperto contrasto con l'impegno a non distogliere risorse dal comparto istruzione –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione determinatasi a Sesto Fiorentino e se questa rappresenti un caso isolato oppure una tendenza consolidata in tutte le grandi città, in particolare del Centro-nord, se non reputi necessario adottare iniziative per evitare l'ulteriore taglio di organico richiamato in premessa, visto che la spesa per l'istruzione non rappresenta un costo, ma un investimento per l'intera comunità, e in particolare quali iniziative intenda adottare al fine di confermare le otto prime classi della suddetta scuola.
(4-12530)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:


   SARLI, BENEDETTI, EHM e SURIANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   l'Assegno unico è il nuovo strumento che ha sostituito tutte le forme di sostegno economico alle famiglie con figli: il contributo viene erogato non più direttamente in busta paga, ma tramite bonifico bancario sul conto corrente dell'interessato e va da un minimo di 25 a un massimo di 175 euro a figlio (in base all'Isee);

   tale beneficio economico spetta ai lavoratori dipendenti pubblici, privati, autonomi, iscritti alla gestione separata, disoccupati o incapienti;

   esso viene erogato ogni mese direttamente da Inps per ogni figlio a carico, dal 7° mese di gravidanza al ventunesimo anno di età, se il figlio frequenta un corso di formazione, anche universitario, se è disoccupato o svolge un tirocinio o il servizio civile; con disabilità, senza limiti di età;

   al 10 maggio 2022 nella provincia di Belluno, secondo i dati diffusi da Inps, ammontavano a 13.566 le domande presentate dal 1° marzo 2022: di queste, 4.735 autonomamente dai cittadini dotati di SPID, e 8.831 attraverso l'intermediazione di uno dei patronati;

   tuttavia, dopo quattro mesi dall'introduzione dell'agevolazione, oltre il 60 per cento delle pratiche non sono totalmente evase – e di queste il 20 per cento degli aventi diritto non ha ancora percepito nulla;

   oltre il 90 per cento delle richieste proviene da lavoratori che fino a febbraio percepivano regolarmente gli assegni familiari;

   le pratiche inevase risultano «in evidenza», senza alcuna comunicazione in merito da parte dell'Inps, il quale non provvede più a rispondere a fronte delle sollecitazioni dei patronati incaricati di inoltrare le pratiche;

   tale inefficienza è resa ancor più grave a causa della gestione della procedura di elaborazione delle domande e di pagamento in capo alla sede centrale di Roma, contattabile dal cittadino solo attraverso un numero verde e fonte di informazioni vaghe, contraddittorie e inattendibili;

   le pratiche risultano bloccate per motivi ancora sconosciuti, le responsabilità sono costantemente scaricate da un ufficio all'altro, provocando sui cittadini coinvolti grave pregiudizio economico, a causa dell'attesa che dura da mesi, confusione, rabbia, incertezza;

   la maggioranza degli aventi diritto che ne hanno fatto richiesta sono famiglie con minori, alle prese, al pari di tutte le famiglie italiane, con il caro bollette e con una crescita dei prezzi al consumo costante e drammatica –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano intraprendere i Ministri interrogati al fine di fare luce sulle cause che ostacolano l'erogazione dei benefici previsti, anche interpellando i patronati competenti, e al fine di processare e liquidare immediatamente tutte le pratiche in sospeso, con i relativi arretrati.
(4-12525)


   EHM, BENEDETTI, SARLI e SURIANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nel maggio scorso, la città di Torino è stata teatro di due manifestazioni internazionali: l'Eurovision Song Contest e il Consiglio d'Europa;

   dal 10 al 14 maggio, si è tenuto il primo dei due eventi, l'Eurovision Song Contest, una kermesse musicale internazionale: in vista della sua realizzazione, il comune di Torino ha pubblicato un bando volto a reclutare personale da impiegare – a puro titolo di volontariato – in diverse mansioni collegate all'evento;

   i ragazzi e le ragazze che hanno aderito alla campagna di reclutamento erano chiamati a svolgere nello specifico: la gestione dei flussi delle migliaia di utenti, le informazioni sui servizi al pubblico, l'accoglienza delle delegazioni, i presidi della sala stampa, gli accrediti, i trasporti dei partecipanti:

   pochi giorni prima del festival, gli organizzatori inviavano al personale volontario – per mezzo di posta elettronica – le indicazioni di portarsi il pranzo da casa e di consumarlo all'esterno del Lounge: «Cari volontari (...) vi informiamo che nei giorni in cui presterete servizio nella Vip Lounge (10-12-14 maggio) sarà presente un servizio di catering a solo uso degli invitati. (...) Non avrete la possibilità della consumazione a buffet. Vi chiediamo di organizzarvi sul momento per poter fare una pausa ed uscire dalla lounge solo se vi siete portati da mangiare e/o bere.»;

   tutto ciò nonostante il fatto che, nel bando, fosse espressamente previsto per i volontari un buono pasto, oltre all'uniforme e al biglietto dei mezzi pubblici;

   diversi esponenti politici della città sono intervenuti su tale vicenda: Andrea Russi, capogruppo del Movimento 5 Stelle, ha denunciato l'umiliazione a cui sono stati sottoposti i volontari; Giuseppe Iannò, consigliere comunale di Torino Bellissima, ha sottolineato quanto fosse «una vergogna che vengano reclutati giovani volontari/e non retribuiti (...), vittime di una discriminazione nei confronti di tutti gli altri presenti»;

   tali esempi rappresentano perfettamente il modello di sviluppo di riferimento dell'attuale società italiana, sotteso alla logica della realizzazione del grande evento e non intenzionato ad avviare una promozione territoriale durevole nel tempo, e basandosi, ancora, sulla considerazione del lavoratore come mero capitale umano senza diritti, e sull'estrazione di valore da attività gratuite, per lo più prestate da donne, giovani, precari, immigrati;

   l'articolo 35 della Costituzione stabilisce che «La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni», dopo aver sancito, nell'articolo 1 e nell'articolo 4, il primato del lavoro, principio fondante dello Stato democratico italiano;

   il Parlamento europeo è intervenuto attraverso una risoluzione dal titolo «Rafforzare il ruolo dei giovani europei: occupazione e ripresa sociale dopo la pandemia», approvata lo scorso 17 febbraio 2022 con 580 voti favorevoli, 57 contrari e 55 astensioni, fermamente contraria alla prassi dei tirocini gratuiti, sottolineando la necessità di porvi fine;

   contestualmente, sono stati presentati due emendamenti – respinti con 293 voti favorevoli, 377 contrari e 26 astensioni il primo a firma dei Onorevoli Alicia Homs Ginel, Agnes Jongerius, Brando Benifei, membri del gruppo politico «Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici», per la messa al bando dei tirocini senza rimborso spese; il secondo, identico, presentato dal gruppo politico dei Verdi, che chiedevano di «vietare in modo effettivo e applicabile i tirocini e gli apprendistati non remunerati» –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, anche di carattere normativo intenda intraprendere il Ministro interrogato, al fine di vietare e sanzionare la prassi dei tirocini e delle prestazioni lavorative non retribuite, ed avviare un'azione riformatrice volta a tutelare e valorizzare il lavoro, elemento fondante della dignità e dello sviluppo della persona umana.
(4-12531)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   BUBISUTTI, VIVIANI, GASTALDI, LIUNI, LOLINI, LOSS, ROMANÒ. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali n. 12390 del 5 dicembre 2019, in materia di controlli e valutazioni dei tipi genetici di suini ibridi ai fini dell'inclusione delle DOP/IGP, prevede il coinvolgimento dell'Associazione nazionale allevatori suini (Anas) e del Centro di ricerca zootecnia e acquacoltura del Consiglio di ricerca in agricoltura e l'analisi dell'Economia Agraria (Crea-Za) nell'iter di valutazione dei tipi genetici di suini, diversi dalle razze del Libro genealogico italiano (LGI) ai fini dell'inclusione nella «lista degli altri tipi genetici» idonei ai fini DOP/IGP;

   l'Anas è un ente senza fini di lucro i cui soci sono le associazioni di allevatori di primo grado, gli enti e Associazioni i cui compiti rientrano nelle finalità di Anas e le organizzazioni di produttori ufficialmente riconosciute; Crea-Za è un ente di ricerca pubblico, vigilato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che si occupa dell'allevamento e delle produzioni di tutte le specie zootecniche con attività prevalente nei settori della genomica, alimentazione, fisiologia, benessere animale, produzione e trasformazione di carne e latte;

   l'Autorità garante della concorrenza e del Mercato, nel bollettino n. 20 del 30 maggio 2022, si è rivolta al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, esponendo alcune osservazioni circa una distorsione della concorrenza e contestando sia la posizione di Anas che quella del Crea-Za, derivante dalle disposizioni del decreto ministeriale n. 12390;

   l'Agcm è ritornata sull'argomento dopo le osservazioni fatte nel 2013, nelle quali, contestando la legge n. 30 del 1991, con preciso riferimento al settore suinicolo, evidenziava l'opportunità della scelta di attribuire compiti di natura pubblicistica ad associazioni rappresentative degli interessi degli operatori, in quanto causa di conseguenze anticoncorrenziali sul mercato della commercializzazione dei prodotti di allevamento; l'autorità evidenziava, quindi, il duplice ruolo svolto dall'Anas, di «ente controllore» e di «operatore controllato»;

   con il citato decreto ministeriale, le osservazioni dell'Agcm del 2013 sono state disattese, in quanto viene confermato il ruolo di Anas e attribuisce anche al Crea-Za i compiti di giudicare l'ammissibilità delle genetiche da impiegare nei prodotti DOP e IGP;

   ad Anas viene, infatti, attribuita l'istituzione e la tenuta dei libri genealogici e dell'Albo dei registri dei suini riproduttori ibridi; ma l'ente non si limita a svolgere in via esclusiva questa funzione di natura pubblicistica, opera anche sul mercato dello sviluppo e della commercializzazione di linee genetiche suine, attraverso una propria società controllata, GEN.I, in concorrenza con gli altri operatori, ponendo, quindi, l'ente in una situazione di conflitto di interessi;

   alla concorrenza sleale si aggiunge una grave distorsione del mercato che danneggia suinicoltori, macelli e industria dei salumi, oltre all'intero sistema delle DOP/IGP relativamente alle carni suine; il citato decreto ministeriale rivede anche il sistema di verifica dei tipi genetici suini da impiegare nella produzione di DOP/IGP, introducendo un nuovo iter di ammissione dei tipi genetici; nel corso del 2020 diverse case genetiche operanti in Italia hanno presentato istanza di ammissione alla «Lista degli altri tipi genetici» per essere autorizzate alle produzioni DOP/IGR, e, su un totale di 29 linee genetiche sottoposte a valutazione, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ne ha rigettate ben 25, ossia la quasi totalità, a seguito del parere negativo del Crea-Za;

   l'unica casa genetica non soggetta al nuovo iter previsto è proprio Anas poiché i tipi genetici di cui al Lgi della specie suina sono considerati idonei a priori dai disciplinari delle DOP/IGP;

   alla luce delle considerazioni espresse dall'Agcm, se non intenda adottare iniziative volte a rivedere l'attuale regolamentazione dettata dal decreto ministeriale N. 12390 del 5 dicembre 2019, in modo da consentire un corretto e imparziale esercizio delle funzioni di natura pubblicistica.
(4-12523)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   FRAILIS, MURA e GAVINO MANCA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la direzione generale centrale regionale di committenza il 24 aprile 2022 ha indetto una procedura negoziata per l'affidamento di medicinali esclusivi cosiddetti «edizione15» autorizzati alla commercializzazione in Italia da parte dell'Aifa ed approvati dalla commissione regionale per il prontuario nel periodo 2021-2022, destinati alle aziende sanitarie della regione Sardegna;

   si tratta di medicinali di particolare rilievo terapeutico destinati al trattamento, tra le altre, di patologie oncologiche, oncoematologiche, malattie immunomediate e patologie rare;

   il 14 giugno 2022 la regione assume la determina 293 che dispone l'aggiudicazione della procedura negoziata e autorizza l'esecuzione anticipata per le sole convenzioni lotti 20 e 60;

   qualche giorno dopo, il 24 giugno 2022, la stessa dispone con successiva determina 311 l'autorizzazione all'esecuzione anticipata, alle convenzioni ed ai relativi ordinativi di fornitura per tutti i lotti della procedura al fine di scongiurare, in particolare, eventuali situazioni di pericolo per l'igiene e la salute pubblica;

   questi provvedimenti, specie l'adozione delle esecuzioni anticipate, rappresentano la giusta direzione, in raccordo con le aziende sanitarie della regione Sardegna, per dimostrare maggiore vicinanza a chi ha bisogno delle cure ma anche una più veloce erogazione di questi farmaci;

   a fronte della confermata volontà e della rilevanza degli atti in premessa, si ricevono segnalazioni da diverse parti dal territorio regionale, circa la mancata erogazione di questi farmaci ai pazienti con rinvii a date imprecisate, questo di fatto pare sia una sostanziale inapplicazione di ogni recepimento così come disposto dai provvedimenti adottati –:

   alla luce dei fatti esposti in premessa, quali iniziative il Ministro interrogato, per quanto di competenza, in collaborazione con la regione, intenda assumere per:

    a) avviare un monitoraggio delle criticità connesse all'accesso ed alla disponibilità delle terapie farmaceutiche più adeguate per tutti pazienti sardi;

    b) garantire che i clinici possano disporre ed avviare trattamenti mirati che tengano conto della storia clinica di ogni paziente, potendo contare sul piano terapeutico reso disponibile sul territorio nazionale dall'agenzia regolatoria nazionale (Aifa);

    c) infine, garantire che le criticità, sopra citate, non continuino ad impattare sul mancato rispetto dei livelli essenziali di assistenza.
(5-08373)


   GEMMATO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato da organi di informazione in data 6 luglio 2022, sembrerebbe che ad un paziente affetto da una grave malattia polmonare, ovvero la fibrosi interstiziale bronchiolocentrica causata dall'inalazione di polveri durante gli anni di lavoro in cantiere, sia stato prescritto un trapianto polmonare e successivamente sembra che lo stesso trapianto sia stato negato perché il paziente non si sarebbe sottoposto a vaccinazione anti Sars-Cov-2;

   le fonti di informazione riferiscono che il paziente «Ad aprile 2022, ... viene ricoverato e sottoposto ad una serie di accertamenti necessari per stabilire se è un soggetto idoneo all'inserimento nella lista trapianto di polmoni. Viene sottoposto, ad un esame microbiologico, un Rx, un ecocolordoppler, una broncoscopia, la scintigrafia, una visita cardiologica, una consulenza dietistica, una visita fisiatrica...e anche ad una consulenza psichiatrica ed una psicologica...»;

   successivamente, gli organi di informazione sostengono che il paziente sarebbe stato dichiarato non idoneo al trapianto per alcune motivazioni specificamente espresse nella lettera di dimissioni del 30 aprile scritta dall'unità operativa di pneumologia dell'Azienda ospedaliera universitaria di Padova;

   in particolare, si riportano alcuni estratti della predetta lettera di dimissioni del paziente e nella quale ci sarebbe scritto quanto segue: «Il paziente è stato sottoposto agli esami clinico-laboratoristici e strumentali necessari per la valutazione per inserimento in lista trapianto polmonare dai quali non sono emerse controindicazioni maggiori seppur presentando tratti paranoici legati alla vaccinazione COVID, che, per quanto circoscritti potrebbero influenzare l'iter trapiantologico in un'ottica di accettazione e adattamento all'organo ricevuto»;

   il commento al predetto estratto della lettera di dimissioni da parte della stampa sarebbe stato il seguente: «Dunque, nonostante il paziente fosse un candidato preferenziale al trapianto, come dimostrano tutti gli accertamenti, sulla base di questi presunti “tratti paranoici” è stato dichiarato non idoneo. Si legge che il paziente: “presentava tratti paranoici legati alla vaccinazione COVID”. Eppure entrambe le visite, quella psichiatrica e quella psicologica, hanno dimostrato come “il paziente non presenta aspetti di psicopatologia in atto...”. Quindi per entrambi gli specialisti l'anamnesi era negativa...»;

   nell'articolo si riportano anche alcune affermazioni e osservazioni sulla vicenda rese da professionisti sanitari definiti «esperti» della materia e in particolare si legge quanto segue: «La domanda che ci poniamo è la stessa che si fa anche lo psichiatra e psicologo il dottor Tullio Franceschini, interpellato nel corso della nostra inchiesta: “Chi stabilisce che le idee diverse dalle dominanti sono paranoidee?”. “Chi un tempo si rifiutava di salassare i propri pazienti – prosegue il dottor Franceschini – anticipandone, nella maggior parte dei casi, il decesso aveva ragione o era un paranoide?”. E la lista degli esempi è lunga. Anche se il signor Tollardo fosse un paranoico, come lo vogliono descrivere, avrebbe pieno diritto alle cure! Chi si rifiuta, legittimamente, di sottoporsi al vaccino COVID-19 non può non avere gli stessi diritti delle altre persone. Con la comunicazione di non idoneità e il trapianto negato, la vita del signor Tollardo adesso è seriamente a rischio, copie ha sottolineato lo pneumologo Francesco Oliviero...» –:

   di quali elementi specifici disponga in merito alla vicenda descritta in premessa e se, per quanto di competenza, i fatti esposti in premessa corrispondano al vero;

   se tutti i fatti esposti in premessa dovessero corrispondere al vero, quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di garantire e tutelare il diritto alla salute e alle prestazioni sanitarie al paziente citato in premessa e ad eventuali altri in analoghe condizioni.
(5-08374)

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Pubblica assistenza del litorale pisano (Palp) è l'unico presidio di primo soccorso presente da Calambrone a Tirrenia e Marina di Pisa (ma esteso anche al quartiere periferico di Barbaricina) ed essenziale per la popolazione, in particolare durante la stagione estiva, quando crescono le esigenze per chi vi trascorre le ferie e come soccorso dagli infortuni in mare;

   la Palp offre servizi sanitari, medici, ambulatoriali, infermieristici, sociali e assistenziali;

   durante la pandemia sono calati in modo esponenziale gli introiti derivanti dai servizi interni all'Ospedale e la Pubblica assistenza ha dovuto confrontarsi con una carenza di risorse che la mettono adesso a rischio di immediata chiusura con blocco dei servizi, anche di emergenza e licenziamento dei propri dipendenti, i quali però sono stati, a rischio della propria salute, in prima linea contro la pandemia e nell'assistenza ai contagiati;

   a prova della drammaticità della situazione, l'intero consiglio comunale della città di Pisa ha votato all'unanimità una mozione nella quale definisce la Palp «un presidio fondamentale che va tutelato e preservato», si indicano le necessità e le possibilità di soluzione e si impegnano Sindaco e Giunta affinché la sede attuale della Palp possa continuare ad essere messa a disposizione, anche con un comodato d'uso gratuito, per consentire la prosecuzione di questa realtà, valorizzandola e sostenendola;

   è stata inoltre lanciata una pubblica sottoscrizione a sostegno della Palp, a riprova del forte legame instauratosi tra questa associazione sanitaria e il territorio nel quale ha operato per oltre 100 anni;

   si rende dunque necessario un intervento, anche transitorio, di emergenza che assicuri la funzionalità dei servizi, mentre, nel frattempo, si giunga alla costituzione di una nuova associazione;

   la vicenda Palp va inquadrata in un contesto nel quale le organizzazioni di volontariato, i loro dipendenti, i volontari stessi, attraversano una crisi molto grave, come anche denunciato in una assemblea di oltre 40 associazioni il 19 maggio scorso a Pisa;

   rimane fermo il rimborso per l'intervento, ma aumentano i costi del carburante delle ambulanze, dei dispositivi di protezione individuale, dell'amministrazione e le file d'accesso ai pronto soccorso tengono impegnate le ambulanze molto più di prima, sottraendole alle ulteriori necessità;

   ciò che è accaduto alla Palp è emblematico delle enormi difficoltà che attraversa oggi il sistema del volontariato, che molto spesso sostituisce la pubblica amministrazione nell'erogazione di servizi pubblici essenziali per le comunità territoriali di riferimento, senza però trovare adeguate forme di riconoscimento di tipo economico o di semplificazione organizzativa;

   ferme restando le competenze della Regione Toscana in materia che purtroppo sono da anni segnate da una improvvida massiccia riduzione della spesa sanitaria, che ora in ultimo ha portato alla totale soppressione della presenza del medico sui mezzi di soccorso, sarebbe auspicabile un intervento dei Ministri interrogati, in raccordo con regione ed enti locali, al fine di individuare quelle opportune soluzioni volte a garantire un presidio sociale e sanitario indispensabile per la popolazione non solo del Litorale ma di tutto il territorio della zona pisana –:

   quali iniziative di competenza intendano assumere – in raccordo con la Regione Toscana e gli enti locali interessati – al fine di individuare quelle opportune soluzioni che possano garantire il mantenimento di un presidio sociale e sanitario indispensabile per la popolazione.
(4-12529)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da un articolo pubblicato su la Repubblica di Firenze il 4 luglio 2022, l'Università di Firenze ha dovuto rivedere la convenzione per l'utilizzo dei mezzi di trasporto da parte degli iscritti all'università di Firenze sottoscritto quattro anni fa con l'azienda Ataf, a causa del passaggio della gestione del trasporto pubblico da quest'ultima ad Autolinee Toscane;

   secondo quanto denunciato dagli stessi studenti i termini della convenzione sarebbero stati modificati in senso fortemente peggiorativo;

   la vecchia convenzione prevedeva, infatti, un costo di 48 euro l'anno da versare insieme alle tasse universitarie per poter usufruire dei mezzi pubblici per recarsi a frequentare i corsi di laurea, mentre i nuovi termini dell'accordo prevedono una durata dell'abbonamento di 10 mesi e non più 12, un aumento dei costi fino ai 75 euro l'anno a seconda dell'Isee e l'introduzione dell'obbligatorietà del servizio e quindi a versare la quota non saranno più soltanto coloro che sceglieranno di utilizzare i mezzi pubblici ma tutti gli studenti;

   l'agevolazione sottoscritta quattro anni fa ha aiutato in maniera considerevole chi non poteva permettersi un abbonamento annuale che costava tra i 210 e i 252 euro e rappresentava una innovazione importante;

   gli studenti lamentano anche il mancato coinvolgimento da parte dell'università che li ha di fatto obbligati a scegliere tra poche opzioni già definite, pena, la cessazione di qualsiasi agevolazione;

   il nuovo abbonamento coprirebbe, tra l'altro, solo le aree urbane di Firenze e quindi lo stesso non sarebbe valido per le sedi distaccate di Empoli, Borgo San Lorenzo o Prato, dove si tengono lezioni universitarie, che gli studenti dovranno raggiungere affrontando ulteriori spese, pur avendo pagato per una convenzione dei cui benefici non usufruiranno;

   a parere dell'interrogante è opportuno che ateneo, enti locali e società di trasporto trovino urgentemente una diversa soluzione che non peggiori le condizioni materiali di vita degli studenti e delle studentesse e delle loro famiglie, dal momento che il costo dell'abbonamento per bus e tramvia con la nuova convenzione con Autolinee Toscane aumenta significativamente e ha pure una durata inferiore rispetto al passato –:

   quali iniziative di concerto intendano assumere i Ministri interrogati, per quanto di competenza e in raccordo con le università, le regioni e gli enti locali – al fine di permettere l'accesso ai mezzi di trasporto pubblico da parte degli studenti universitari a costi realmente contenuti e vantaggiosi così da incentivarne l'utilizzo a discapito dei mezzi di trasporto privato e, al contempo rendere effettivo sia il diritto allo studio che quello alla mobilità e, in particolare, a quella sostenibile.
(4-12532)