Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 5 luglio 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   La III e X Commissione,

   premesso che:

    dal 2021 si registra in Europa un'impennata dei prezzi dell'energia che si inserisce, a sua volta, in un contesto di forte aumento dei prezzi non solo energetici a livello globale;

    l'aggressione militare russa nei confronti dell'Ucraina, iniziata il 24 febbraio nel 2022, ha ulteriormente scosso i mercati dell'energia incrementando la pressione sui prezzi – in particolare di gas e petrolio – e suscitando timori per la capacità dell'Unione europea di garantire il proprio approvvigionamento energetico;

    negli ultimi mesi, l'ingente aumento del prezzo del gas si è inevitabilmente riflesso nelle bollette di luce e gas e nei costi dei carburanti; il caro energia traina un'inflazione galoppante che, a sua volta, causa rincari anche in altri prodotti e comparti, fermando la crescita post-Covid;

    la Russia è attualmente il principale fornitore dell'Unione europea per quanto riguarda petrolio greggio, gas naturale e combustibili fossili solidi e, in particolare, l'Europa dipende dalla Russia per circa il 40 per cento del suo fabbisogno di gas naturale;

    gli Stati dell'Unione europea, tramite il Green Deal europeo, si sono impegnati a conseguire l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 rispettando gli impegni internazionali assunti nel quadro dell'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici;

    la transizione energetica porterà l'Unione europea ad una minore dipendenza dai combustibili fossili e ad una minore dipendenza energetica: per realizzare tale obiettivo è però necessaria una trasformazione della società e dell'economia dell'Europa, che dovrà essere efficiente in termini di costi, equa e socialmente equilibrata ed affrontata con il principio della neutralità tecnologica;

    la Commissione europea, nella Comunicazione «Sicurezza dell'approvvigionamento e prezzi dell'energia accessibili: opzioni per misure immediate e in vista del prossimo inverno», presentata il 23 marzo 2022 quale risposta alle richieste dei Capi di Stato e di Governo in occasione del Vertice informale di Versailles del 10 e 11 marzo 2022, ha fornito una prima risposta alle sollecitazioni provenienti dagli Stati membri in ordine alle possibili misure da mettere in atto, sia a livello nazionale che a livello europeo, per far fronte all'eccezionale incremento dei prezzi dell'energia elettrica e del gas naturale e per promuovere un coordinamento a livello europeo degli interventi di contenimento degli effetti negativi sui consumatori;

    il contesto attuale impone dunque all'Italia di raggiungere l'indipendenza dal gas russo diversificando l'approvvigionamento energetico e promuovendo la stipula di accordi con altri Paesi; per portare a compimento il processo di costruzione della diversificazione energetica è necessario porre in essere azioni efficaci e tempestive, alcune con effetto immediato e altre strutturali: tra queste ultime rientra la realizzazione del gasdotto EastMed-Poseidon, ossia un'infrastruttura per il trasporto di gas naturale progettata dal consorzio IGI Poseidon, joint-venture tra la Public Gas Corporation greca Depa ed Edison;

    ai fini della garanzia della sicurezza, dell'economicità e della sostenibilità degli approvvigionamenti energetici, la costruzione del gasdotto EastMed-Poseidon può rappresentare un'opzione strategica: la realizzazione del nuovo corridoio meridionale, collegando le risorse del Mediterraneo orientale al sistema energetico italiano ed europeo permetterebbe, infatti, di potenziare la disponibilità delle fonti di approvvigionamento e di rispondere ad eventuali situazioni emergenziali, scongiurando interruzioni o carenze sull'intera rete;

    in particolare, il gasdotto EastMed si snoderebbe lungo un percorso di circa 1900 chilometri, in parte offshore e in parte onshore, collegando – attraverso Cipro – i giacimenti offshore israeliani alle coste della Grecia sud-orientale, per poi proseguire onshore fino alla Grecia occidentale e, da lì, tramite la connessione offshore Poseidon, approdare in Italia, a Otranto. Il solo gasdotto EastMed – senza la connessione Poseidon – avrebbe una capacità annua di 10 bcm, espandibili in futuro a 20 bcm. Il gasdotto offshore Poseidon congiungerebbe poi la costa greca a quella italiana, per una lunghezza di 216 chilometri e una capacità di 15 bcm;

    il progetto EastMed-Poseidon mira a trasformare il Mediterraneo nel nuovo hub per la sicurezza energetica europea e si propone di rafforzare la posizione dell'Italia nell'ambito della revisione dei contratti di approvvigionamento con i fornitori tradizionali, valorizzando le capacità tecnologiche dell'industria italiana e offrendo anche la possibilità di utilizzare tale infrastruttura per il futuro trasporto dell'idrogeno;

    come affermato da Fabrizio Mattana, executive vice president Gas assets di Edison, durante l'audizione nelle commissioni Esteri e Attività produttive alla Camera, il progetto è sostenibile economicamente non solo ai livelli di prezzo attuali, ma anche guardando a un mercato di medio termine e con uno scenario di prezzo più basso, vicino alla media dell'ultimo decennio; secondo Edison, inoltre, il Mediterraneo orientale offre un consistente bacino di volumi gas in grado di contribuire in modo efficace alla adeguata sostituzione dell'import russo;

    l'analisi svolta dall'Associazione europea degli operatori del trasporto del gas (Entsog) ha più volte confermato che i benefici del progetto sono ampiamente superiori ai costi;

    il progetto EastMed-Poseidon, avviato nel 2008, oltre ad aver ottenuto tutte le autorizzazioni ambientali ed i permessi necessari sia in Italia che in Grecia, è stato inserito tra i progetti di interesse comunitario (Pci), aventi il massimo livello di priorità per l'Unione europea, e ha ricevuto il sostegno della Commissione europea e degli Stati coinvolti, ossia Israele, Cipro e Grecia;

    per permettere l'esecuzione del progetto il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, tramite il decreto ministeriale del 26 marzo 2021, ha prorogato al 1° ottobre 2023 il termine per l'avvio dei lavori;

    se in passato ragioni geopolitiche avevano impedito l'effettiva costruzione del gasdotto, l'aggressione russa dell'Ucraina e la necessità per i Paesi europei di ridurre la propria dipendenza dalle importazioni di gas da Mosca rendono ora improrogabile una piena e definitiva valutazione delle infrastrutture funzionali a garantire una vera diversificazione delle forniture, tra esse l'avvio dei lavori per la realizzazione dell'EastMed-Poseidon;

impegnano il Governo:

   ad attivarsi con i Paesi aderenti al progetto del gasdotto EastMed-Poseidon per aprire un tavolo di confronto con lo scopo di monitorare lo stato di avanzamento del progetto e valutarne la prosecuzione alla luce della necessità di diversificazione degli approvvigionamenti di gas del nostro Paese;

   ad adottare iniziative per garantire, anche attraverso la nomina di commissari straordinari, la rapida realizzazione delle infrastrutture energetiche necessarie ad evitare la dipendenza da uno o un numero ristretto di paesi fornitori, ivi incluse quelle dedicate al trasporto e alla distribuzione del gas, in un'ottica di futura decarbonizzazione del Paese ma anche di attuale necessità, avendo chiaro il mix di fonti dal quale dipendono famiglie ed imprese italiane oggi.
(7-00863) «Moretto, Migliore, Mor, Librandi».


   Le Commissioni VII e XII,

   premesso che:

    il ruolo essenziale delle procedure di sanificazione e ventilazione per garantire aria salubre negli ambienti chiusi e ridurre il numero dei contagi da virus a trasmissione aerea, come il SARS-COVID2, è ormai acclarato a livello internazionale;

    la probabilità, dunque, di essere infettati da un positivo è maggiore al chiuso, in ambienti con scarsa ventilazione. Se si trascorrono, come a scuola, tempi abbastanza lunghi in una classe, il virus può accumularsi nell'aria e le persone possono infettarsi facilmente;

    è, infatti, dimostrato che tra le principali misure di prevenzione, oltre al vaccino e all'utilizzo dei dispositivi di protezione individuali, sono anche importanti le procedure di trattamento dell'aria; investire oggi sul tema della sicurezza ambientale attraverso l'attenzione alla qualità dell'aria significa avere benefici sulla pandemia, su eventuali rischi futuri, ma anche su ogni altro genere di patogeno. Significa cioè curarsi del benessere di quanti vivono la scuola;

    anche prima dell'emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19 sono diversi gli studi sull'importanza della qualità dell'aria nelle scuole in Italia e sui rischi per la salute respiratoria degli studenti;

    gli orientamenti di politica sanitaria in ambito europeo, internazionale e nazionale, hanno consolidato, negli anni, una visione della salute intesa come promozione attiva del benessere a partire dagli ambienti scolastici;

    nel marzo 2022, con la «Clean Air in Buildings Challenge» arriva, anche a livello mondiale, l'invito a seguire migliori pratiche per ridurre i rischi di virus nell'aria; lo studio avviato mette, infatti, in evidenza una serie di raccomandazioni e la necessità di investire risorse per sanificare e migliorare la ventilazione e la qualità dell'aria interna, che possono aiutare a proteggere meglio la salute e ridurre il rischio di diffusione del Covid-19;

    il tema, dunque, è stato posto all'attenzione delle politiche nazionali come strumento efficace di prevenzione e contrasto a tutela della salute dei cittadini;

    accertata ormai l'efficacia di ridurre i rischi di virus nell'aria, come evidenziato anche da un recente studio avviato dalla Società italiana di medicina ambientale (Sima), occorrono delle linee guida sull'efficacia dei diversi dispositivi offerti dal mercato per la ventilazione o sanificazione dell'aria;

    alcuni di questi dispositivi, oltre ad avere un costo eccessivo, potrebbero essere inidonei ad arginare la propagazione del Covid-19 nelle aule scolastiche;

    se alcuni studi scientifici dimostrano l'efficacia della VMC contro il Covid-19, altri, invece, si sono e si stanno orientando sui dispositivi di sanificazione a ultravioletti, la cui installazione, oltre ad essere ugualmente efficace, non richiede interventi di muratura e ha dei costi decisamente inferiori;

    l'articolo 13-bis, del decreto-legge n. 221 del 24 dicembre 2021, convertito dalla legge n. 11 del 18 febbraio 2022, aggiunge, grazie all'approvazione di un emendamento a firma del Gruppo Pd, tra le finalità cui destinare le risorse del «Fondo per l'emergenza epidemiologica da Covid-19 per l'anno scolastico 2021/2022», l'acquisto di apparecchi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell'aria degli ambienti contenenti sistemi di filtraggio delle particelle e distruzione di microrganismi presenti nell'aria;

    il comma 2 del suddetto articolo prevede che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'istruzione, da adottare entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente provvedimento, siano definite le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all'adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e gli standard minimi di qualità dell'aria negli ambienti scolastici e confinati degli stessi edifici, ai sensi della norma tecnica numero 5.3.12 di cui al decreto ministeriale del 18 dicembre 1975, pubblicato nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale del 2 febbraio 1976, n. 29, in relazione al presente quadro epidemiologico e alle conoscenze sulla dinamica dei contagi da virus aerei;

    non risultano, dalla data prevista del 20 marzo 2022, ancora emanate le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all'adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione,

impegnano il Governo:

   ad adottare le linee guida sulle specifiche tecniche in merito all'adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e gli standard minimi di qualità dell'aria negli ambienti scolastici, previste dal comma 2 del decreto-legge n. 221 del 24 dicembre 2021, convertito dalla legge n. 11 del 18 febbraio 2022;

   nella fase di adozione delle linee guida, a chiarire l'efficacia dei dispositivi proposti dal mercato per la ventilazione e sanificazione dell'aria, individuandone costi e benefici, anche in considerazione degli studi già avviati negli altri Paesi europei;

   in seguito all'adozione delle suddette linee guida, ad avviare un monitoraggio, entro l'inizio del prossimo anno scolastico, al fine di verificare l'avvenuto acquisto e la corretta installazione, presso le istituzioni scolastiche di tutto il territorio nazionale, dei dispositivi individuati;

   a fornire un compiuto quadro, presso le commissioni parlamentari competenti, circa il numero e la tipologia dei dispositivi di trattamento dell'aria già installati in ciascun istituto scolastico, diviso per area regionale, e circa l'ammontare complessivo delle risorse impiegate.
(7-00864) «Di Giorgi, Carnevali, Orfini, Piccoli Nardelli, Lattanzio, Rossi, Prestipino, Nitti, Ciampi».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della transizione ecologica, per sapere – premesso che:

   nella mattinata di domenica il crollo di un pezzo del ghiacciaio della Marmolada e costato la vita, in un bilancio non ancora definitivo, a sette persone, mentre continuano le ricerche per le 13 persone ancora disperse. La valanga di ghiaccio e roccia causata dal distacco del seracco dalla calotta sommitale ha interessato il versante di Punta Rocca e Punta Penia sfiorando il Rifugio Capanna di ghiaccio e non sono esclusi ulteriori cedimenti;

   secondo gli esperti quanto accaduto è imputabile a una condizione climatica e atmosferica di totale disequilibrio;

   dopo un inverno con scarse precipitazioni nevose, nei mesi primaverili le temperature in quota sono state molto al di sopra dei valori normali, e la nuova ondata di calore estremo avrebbe prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base del ghiacciaio, causando il cedimento del seracco;

   basti considerare che nel giorno in cui si è verificato il crollo, la temperatura massima registrata sul ghiacciaio è stata di +10,7 gradi. Tuttavia da un punto di vista glaciologico è necessario sottolineare come crolli di questo tipo risentano in maniera solo parziale delle temperature registrate a livello giornaliero, poiché la risposta dei ghiacciai a variazioni di temperature e le risposte in termini di fenomeni di questo tipo necessitano di tempi lunghi e di persistenti condizioni sfavorevoli. Come noto, condizioni del genere si stanno verificando ormai da anni. Il periodo riferito all'ultimo bimestre evidenzia temperature più calde perfino rispetto all'anno 2003 da tutti considerato l'annus horribilis per le temperature estive registrate;

   un indizio importante è inoltre l'isoterma zero, ossia l'altitudine minima alla quale la temperatura raggiunge zero gradi e che attualmente sulla Marmolada si trova circa mille metri più in alto rispetto alla vetta più elevata, a circa 3.300 metri. In altri termini il punto di congelamento si trova molto al di sopra del ghiacciaio;

   il ghiacciaio della Marmolada ha perso il 30 per cento della massa e il 22 per cento della copertura in un solo decennio, dal 2004 al 2014, e come rilevato da uno studio internazionale del 2019 (Cnr-Ismar) è destinato a sparire nel giro di 25-30 anni;

   la fusione dei ghiacciai è significativa su tutto l'arco alpino, dove si registrano tassi di assottigliamento doppi rispetto alla media globale, ed è ormai evidente che le condizioni instabili dell'alta montagna siano imputabili ad una accelerazione dei cambiamenti climatici e a uno stato di progressivo deterioramento dell'ambiente che richiede interventi urgenti volti a intensificare la protezione degli ecosistemi;

   gli studi e le analisi più recenti confermano, inoltre, che le complesse dinamiche connesse al cambiamento in atto degli ambienti alpini e allo scioglimento dei ghiacciai impongano maggior cautela nella definizione dei protocolli e delle abitudini che riguardano la sicurezza in montagna, soprattutto in considerazione del ripetersi di condizioni meteorologiche anomale, come quella in corso –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare per contrastare l'impatto del cambiamento climatico sugli ecosistemi e sugli ambienti alpini, valutando altresì di predisporre o sviluppare sistemi di monitoraggio e indici di alert ad hoc, anche al fine di garantire la sicurezza degli alpinisti e degli escursionisti;

   in che tempi intenda il Governo adottare un piano di adattamento ai cambiamenti climatici che consenta di intervenire tempestivamente e prioritariamente nei contesti ambientali più fragili e più esposti agli effetti dei cambiamenti climatici.
(2-01554) «Federico, Zolezzi, Di Lauro, Micillo, Penna, Traversi, Varrica, Buompane, Donno, Flati, Gallo, Lovecchio, Manzo, Misiti, Cancelleri, Currò, Gabriele Lorenzoni, Martinciglio, Migliorino, Zanichelli, Ascari, Cataldi, D'Orso, Giuliano, Saitta, Salafia, Sarti, Luciano Cantone, De Lorenzis, Ficara».

Interrogazione a risposta scritta:


   CLAUDIO BORGHI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il 28 giugno 2022 su «Il Foglio» è stata pubblicata una notizia che porta all'attenzione la cosiddetta «operazione bulloni»: un piano, che vede coinvolto innanzitutto il Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi per agevolare la successione in Bankitalia con un anno di anticipo, ad ottobre 2022, votare a maggio e far gestire all'attuale Governo le grandi nomine;

   in particolare, con il pretesto di irrobustire il tessuto sociale ed economico del Paese e arginare lo spettro del populismo, si tratteggia un accordo per far dimettere in anticipo il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, al fine di sostituirlo con una persona gradita e vicina al Presidente del Consiglio. Ciò implicherebbe, ovviamente, la sottrazione al prossimo Esecutivo delle nomine di alcune delle cariche più importati del Paese;

   tale piano che il Governo vorrebbe porre in essere risulterebbe, ad avviso dell'interrogante, teso a limitare la libertà di scelta degli elettori, vincolando altresì l'operato dell'esecutivo che i cittadini saranno chiamati a votare alle prossime elezioni;

   al Senato sono già state depositate proposte di legge concernenti la riforma della Governance di Bankitalia –:

   cosa ci sia di vero nella notizia riportata e quali iniziative si intendano adottare per scongiurare tale eventualità;

   se, invero, non si ritenga opportuno, al fine di scongiurare tale paventato rischio, dare urgentemente impulso, per quanto di competenza, anche tramite iniziative normative vigenti alla riforma della governance di Bankitalia secondo i migliori standard europei.
(4-12505)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SURIANO e EHM. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   a Catania l'area denominata «Purità», sulla collina di Montevergine, è parte integrante del parco archeologico greco romano di Catania, definito dalla legge regionale n. 20 del 2000 e perimetrato nel 2014, facente parte oggi del Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell'Aci, istituito nell'aprile del 2019;

   il suo regolamento, con modalità d'uso, vincoli e divieti è stato approvato il 3 agosto del 2021 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana. Esso prevede l'inedificabilità assoluta, con divieto di aumento dei volumi e modifica delle sagome sia in zona A sia in zona B1;

   l'area della Purità è stata fin dal 1996 oggetto di progetti di speculazione edilizia con l'utilizzo dei fondi del Progetto Urban, destinato al mondo universitario. Infatti, nel 2000 era stato avviato un cantiere al fine di costruire due enormi aule universitarie da 600 posti di proprietà dell'ateneo catanese destinate alla facoltà di giurisprudenza. Tali scavi hanno causato danni irreversibili al sito archeologico;

   nel 2004, a seguito di una sollevazione popolare, era intervenuta finalmente la soprintendenza ai beni culturali apponendo vincoli al fine di tutelare il sito da qualsiasi attività edilizia fermando così la cementificazione del sito medesimo che era purtroppo già stato oggetto di demolizioni e sbancamenti con la realizzazione di due grandi piattaforme in cemento;

   diverse associazioni locali, così come riportato dal quotidiano «La Sicilia» del 23 giugno 2022, segnalano un rinnovato interesse per l'area in questione e proprio l'università di Catania starebbe facendo pressioni per utilizzare fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per realizzare le due grandi aule, come da progetto originario. Tale interesse sarebbe testimoniato dalla presenza sul cantiere di tecnici, di docenti universitari e dei tecnici della soprintendenza;

   nell'area interessata gli archeologi avrebbero individuato una fornace degli agiresi risalente al II e II secolo dopo Cristo, parti di mura normanne e di una torre aragonese e una casa romana imperiale con tracce di intonaco. I geologi segnalano invece la presenza di sabbie ceneritiche di grande importanza per i ricercatori e addirittura uno strato delle cosiddette Lave di Sant'Agata del 252 dopo Cristo;

   l'area è classificata come zona A all'interno del parco archeologico e quindi ricade nei parametri di assoluta inedificabilità –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti e quali iniziative di competenza intendano intraprendere per tutelare il sito oggetto del progetto dell'università e il parco archeologico nella sua interezza;

   come sia possibile che un simile progetto possa essere finanziato con fondi del PNRR senza il controllo di tutte le autorizzazioni necessarie, anche in considerazione del fatto che la distruzione di un sito archeologico di interesse pubblico sarebbe frutto dell'operato di un'università pubblica che dovrebbe custodire il patrimonio culturale di questo Paese.
(5-08354)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   NOJA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   gli alimenti a fini medici speciali (cosiddetti Afms), attualmente disciplinati dal regolamento (UE) 2016/128, sono volti al trattamento nutrizionale di soggetti affetti da patologie che determinano difficoltà ad alimentarsi utilizzando i comuni alimenti: vanno utilizzati sotto controllo medico e consumati in ambito sanitario;

   essi vengono utilizzati principalmente nella nutrizione dei pazienti oncologici e per fronteggiare la malnutrizione e l'indebolimento muscolare dell'anziano;

   i nuovi casi di tumore diagnosticati ogni anno e la percentuale di malnutrizione in quelli considerati si aggira attorno al 52 per cento: si considerano circa 74.000 nuovi pazienti annui che potrebbero trarre beneficio dall'uso di un trattamento nutrizionale per evitare ulteriori complicanze;

   la legge di bilancio per il 2020 ha introdotto una tassa proporzionale sui prodotti in plastica monouso, Macsi, fissata a 0,45 €/kg. La tassa non si applica alla plastica compostabile, dispositivi medici o plastica utilizzata per contenere dispositivi medici e preparati medicinali: sarà obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2023, come previsto dall'ultimo rinvio disposto con legge di bilancio 2022;

   relativamente alla portata applicativa dell'imposta non è chiaro il perimetro del concetto di preparato medicinale il cui imballaggio è escluso dall'ambito di applicazione dell'imposta e, se comprenda la plastica utilizzata per contenere o proteggere gli alimenti a fini medici speciali (Afms);

   la Direttiva (UE) 2019/904 sulla plastica monouso (Sup) già esclude gli Afms;

   l'imballaggio degli Afms non rientra infatti nei requisiti specifici della disciplina europea rivolta alle plastiche monouso contenute in beni di largo consumo;

   gli Afms sono utilizzati prevalentemente nelle strutture ospedaliere o domestiche in cui il rischio di dispersione nell'ambiente del relativo imballaggio è del tutto assente e per i quali l'utilizzo di un imballaggio in plastica vergine è assolutamente indispensabile per ragioni di sicurezza alimentare, sterilità ed idoneità all'uso negli ospedali, sicurezza per i pazienti e conservazione dei nutrienti essenziali per tutto il periodo di validità –:

   se il Governo non ritenga di assumere tutte le iniziative di competenza, anche di tipo normativo, per prevedere l'esenzione dalla plastic tax per gli alimenti a fini medici speciali, che comporterebbe un eccessivo aggravio a danno dei pazienti, relativamente ai percorsi nutrizionali che sono fondamentali per la qualità di vita del paziente oncologico e dell'anziano malnutrito.
(5-08356)

Interrogazione a risposta scritta:


   MANZO e VILLANI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Casoria ha dichiarato il dissesto finanziario con la delibera consiliare n. 22/2020, con deliberazione consiliare 15/2021 il consiglio approvava l'ipotesi di bilancio stabilmente equilibrato;

   il Ministero dell'interno con decreto n. 94973 del 4 agosto 2021, ha approvato il bilancio stabilmente equilibrato formulando una serie di prescrizioni inviate all'ente in data 19 agosto 2021 prot. gen. 60874; le prescrizioni sopra indicate agli interroganti non risultano allo stato rispettate;

   l'organismo straordinario di liquidazione non ha ancora concluso il suo lavoro, individuando la massa debitoria su cui formulare le ipotesi di liquidazione;

   la giunta ed il consiglio decidevano di mettere in essere il procedimento di esternalizzazione delle entrate comunali che allo stato non si è concluso e che presenterebbe profili violativi della legge;

   sulla questione il gruppo consiliare Movimento 5 stelle al comune di Casoria ha presentato un dettagliato e documentato esposto sull'esternalizzazione del servizio di accertamento e riscossione delle entrate comunali alla presidenza dell'Anac al prefetto di Napoli ed alla procura regionale della Corte dei conti per la Campania. Nell'esposto presentato il 10 maggio 2022, il gruppo consiliare ricordava il precedente atto deliberativo n. 22 del 6 luglio 2017 che affidava la riscossione coattiva delle entrate comunali all'Agenzia delle entrate senza oneri sull'erario pubblico. Senza motivare il cambiamento della decisione, la giunta Bene e la maggioranza consiliare approvavano l'atto consiliare n. 2 nella seduta del 27 febbraio 2021. A distanza di 9 mesi dal provvedimento si avviava il procedimento di gara ricorrendo alla consulenza di una società consortile e subordinando la sottoscrizione del contratto al pagamento delle spese alla società di committenza ausiliaria. Si sarebbe in presenza di un'evidente anomalia che stride con il decreto legislativo n. 50 del 2016. Altra anomalia attiene al ricorso ad un incarico ad una società esterna che si è proposta per un supporto specialistico per la gestione delle entrate comunali che è costato alle casse comunali euro 24.339. Altra stranezza che rasenta l'illogicità è la violazione di legge, sempre nel considerare l'intero processo che ha portato all'esternalizzazione, per la nomina del dirigente che doveva mettere in essere la gara avvenuta la vigilia di Capodanno e cioè il 31 dicembre 2020 per preparare l'atto per la seduta consiliare del 27 marzo 2022. Il dirigente nominato per il settore che doveva procedere alla gara era stato assunto con procedura concorsuale per altro settore di competenza. Il procedimento messo in essere avrebbe trascurato la deliberazione dell'Anac del 30 aprile 2015, n. 32, che osservava l'illegittimità del ricorso ad aziende consortili. Anche la nomina delle commissioni di gara presenterebbe evidenti anomalie a partire dal presidente per il quale sussisterebbero profili di conflitto di interesse, mentre per un altro componente che riveste la qualifica di dirigente dello stesso comune vi sarebbero profili di incompatibilità. Nella determina di nomina della commissione si fa riferimento ad esperienze in materia giuridico-informatica ed in materia giuridico-tributaria che non si rinvengono nei componenti prescelti, come si rileva dai curricula. Altra evidente anomalia che richiede un'indagine da parte delle competenti autorità riguarda il passaggio della nota del dirigente dell'ottavo settore in cui si muovono critiche al precedente esperimento di gara che prevedeva un importo di 12 milioni e mezzo di euro a fronte degli atti di gara predisposti che fissavano un costo di 5 milioni di euro. C'è abbastanza carne a cuocere per chiedere l'intervento delle competenti autorità per fare luce sull'intricata storia dell'esternalizzazione dei tributi del comune di Casoria –:

   quali accertamenti intendano intraprendere, anche promuovendo una verifica da parte dei servizi ispettivi di finanza pubblica, per assicurare il riordino dei conti del comune di Casoria che può avvenire dando esecuzione all'atto deliberativo consiliare n. 22/2017 di affidamento della gestione dei tributi all'Agenzia delle entrate.
(4-12495)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VARCHI e MASCHIO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con nota del 30 giugno 2022 i sindacati di categoria hanno riportato all'attenzione del Ministro interrogato la perdurante situazione di stallo relativa alla progressione verticale degli ausiliari, preoccupati delle «reali possibilità di transitare in area seconda attesa la prossima immissione nei ruoli di 1200 operatori giudiziari, oggi in servizio a tempo determinato [...]. È innegabile, le preoccupazioni dei colleghi ausiliari sono comprensibili atteso che i 1.200 operatori giudiziari, dopo la stabilizzazione, occuperanno altrettanti posti in organico si rendendoli indisponibili agli ausiliari che dovranno transitare in area secondo proprio nella figura dell'operatore giudiziario»;

   come si legge nella missiva, il 29 luglio 2010, nell'ambito del Contratto collettivo nazionale integrativo del Ministero della giustizia (Ccnl), veniva sottoscritto un accordo che prevedeva il transito di 270 ausiliari in area seconda (figura professionale dell'operatore giudiziario), stanziando a tal fine la somma di circa 140.000 euro, somma che da allora è stata accantonata ogni anno senza soluzione di continuità (articolo 64, comma 1, lettera B del Ccnl);

   tale accordo, che fino al 2015 non è mai stato attuato, per effetto del previsto blocco delle retribuzioni e progressioni in carriera dei pubblici dipendenti, è stato successivamente recepito «nell'accordo sottoscritto il 26 aprile 2017 e nel decreto ministeriale del 9 novembre 2017 in tema di progressioni giuridiche ed economiche dei lavoratori dell'organizzazione giudiziaria con una importante novità: la previsione dello scorrimento delle graduatorie formate all'esito della procedura, per tale motivo mantenute aperte, e la permanenza nella medesima sede anche in posizione soprannumeraria (articolo 6 n. 1 lettera e dell'accordo 26 aprile 2017)»;

   nemmeno quest'ultimo accordo, però, sarebbe mai stato attuato, se non per la parte relativa alle progressioni economiche, e nonostante le numerose rimostranze e azioni giudiziarie promosse dai lavoratori interessati e da alcune sigle sindacali, la situazione a oggi non ha ancora trovato uno sbocco positivo;

   in trent'anni ci sono state unicamente tre progressioni economiche, di cui solo quella del 2010 è stata riconosciuta a tutti gli ausiliari;

   da ultimo, l'articolo 18 del nuovo Ccnl del comparto funzioni centrali, in applicazione dell'articolo 52, comma 1-bis, penultimo periodo, del decreto legislativo n. 165 del 2001, ha previsto (e finanziato) i passaggi di area anche in deroga al possesso del titolo di studio richiesto per l'accesso dall'esterno, da realizzarsi prima della definizione del nuovo ordinamento professionale e comunque entro il termine del 31 dicembre 2024;

   tali passaggi di area sono stati concordati proprio per realizzare il progressivo svuotamento della prima area («area degli operatori», come definita nel Ccnl) presso quelle amministrazioni, come, appunto, quella giudiziaria, ove sono ancora presenti gli ausiliari –:

   accertata la veridicità e gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere per garantire, prima della definizione del nuovo ordinamento professionale, quanto concordato in materia di riqualificazioni degli ausiliari mediante il passaggio in area seconda e realizzare successivamente le progressioni in deroga tra le aree ai sensi del citato articolo 18 del nuovo Ccnl del comparto funzioni centrali.
(5-08358)

Interrogazione a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE, DEIDDA, VINCI, MANTOVANI, BIGNAMI, PRISCO, TRANCASSINI, ROTELLI, FERRO, LUCASELLI, CIRIELLI e FOTI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la Chambre de l'instruction della Corte d'appello di Parigi in data 29 giugno 2022 ha deliberato di negare l'estradizione richiesta dall'Italia per dieci terroristi rossi e segnatamente per i seguenti criminali Giorgio Pietrostefani, Enzo Calvitti, Narciso Manenti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Maurizio Di Marzio, Raffaele Venturi, Luigi Bergamin, le motivazioni, ove possibile, sono ancor più sconcertanti della decisione stessa, facendo leva, fra l'altro, su una asserita, presunta e apoditticamente affermata incertezza in ordine al fatto che il sistema processual-penale italiano abbia garantito ai predetti e, in ogni caso, possa garantire un «equo processo»;

   non v'è chi non veda che, per la sperata ipotesi che la domanda di consegna dell'Italia sia stata confezionata correttamente, senza alcuna omissione e corredata di ogni e più ampia documentazione, tale affermazione sia gravemente lesiva, al limite del diffamatorio, della dignità nazionale e della democraticità del nostro sistema processual-penale;

   la seconda motivazione appare decisamente pretestuosa, infondata, ridicola e vergognosa: dopo aver bloccato politicamente per anni la domanda di consegna dell'Italia, ora il sistema giuridico francese, sul quale evidentemente si possono nutrire fondati dubbi, eccepisce all'Italia il lungo intervallo di tempo (40 anni) durante il quale è stata data la possibilità ai terroristi di ricostruirsi una vita, una famiglia;

   il sistema giuridico che avanza dubbi sul sistema giuridico italiano pone dunque il seguente principio giuridico: eccepire e contestare a terzi proprie manchevolezze e inefficienze o inadempienze;

   vale la pena solo ricordare che le vittime e i parenti delle vittime dei criminali terroristi in Italia ancora attendono giustizia per poter veramente e definitivamente voltare pagina e ricostruirsi una vita senza che le ombre del passato si allunghino quotidianamente nel presente;

   in ogni caso, le motivazioni aprono a parere dell'interrogante anche uno squarcio inquietante sulla domanda avanzata dall'Italia, indicando manchevolezze nella richiesta, fra cui a titolo esemplificativo, ma non esaustivo, il fatto che le autorità italiane non sarebbero state in grado di indicare se gli imputati fossero stati assistiti da un avvocato scelto elettivamente dagli stessi interessati;

   i giudici francesi hanno più volte richiamato l'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo sulla necessità di un «processo equo», come se l'Italia non assicurasse processi equi o come se l'Italia non avesse fornito, nella domanda di consegna, elementi a supporto della equità del processo –:

   quali siano le eventuali indicazioni da parte delle autorità francesi in ordine alle presunte manchevolezze nella domanda avanzata dall'Italia;

   se le autorità italiane abbiano avanzato la domanda di consegna corredata da ogni e più utile documentazione;

   se le autorità italiane abbiano fornito la documentazione utile a provare la partecipazione effettiva ai processi di molti dei 10 terroristi, fra cui certamente Giorgio Pietrostefani e, in caso positivo, quale esatta documentazione sia stata fornita alle autorità francesi sulla partecipazione effettiva dei terroristi e segnatamente del terrorista Pietrostefani al processo;

   per la sperata ipotesi che la domanda di consegna sia stata corredata di ogni e più ampia documentazione, quali iniziative si intenda intraprendere per tutelare la dignità dell'ordinamento giudiziario italiano e del sistema processual-penale italiano, vergognosamente bollato come iniquo e condannato, in contumacia, dalle autorità francesi;

   se si intenda ottenere chiarimenti e garanzie dallo Stato francese prima di procedere nella cooperazione in materia giudiziaria prevista dal cosiddetto Trattato del Quirinale, alla luce del contegno delle autorità francesi.
(4-12506)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VIII Commissione:


   BUTTI, ROTELLI e SILVESTRONI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   in vista delle Olimpiadi del 2026 è stata prevista la realizzazione di diverse opere infrastrutturali;

   la tangenziale di Tirano rientra tra queste opere da realizzare;

   presso la tangenziale di Tirano è stato aperto il cantiere per l'esecuzione dei lavori che, pur già appaltati, non sono ad oggi ancora iniziati;

   si teme che la realizzazione della tangenziale di Tirano resti indefinitamente bloccata per motivi – allo stato – incomprensibili;

   le motivazioni sottese non possono essere ricercate né nei lavori dell'assemblea generale degli artigiani di Sondrio né nell'ambito dell'attività amministrativa della Provincia, piuttosto nella opportuna sede governativa;

   occorre certezza e trasparenza in ordine all'inizio dei lavori per la realizzazione della bretella nonché ai tempi di conclusione degli stessi;

   l'importanza della realizzazione delle infrastrutture viarie della provincia è enorme e, prima fra tutte, della costruzione della tanto agognata bretella –:

   quali concrete iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre in essere per risolvere definitamente lo stallo nel quale è incappato l'inizio dei lavori, specificando anche quale sia la data programmata dell'avvio dell'opera della tangenziale di Tirano.
(5-08359)


   MAZZETTI, NOVELLI e CORTELAZZO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il cavalcavia sulla SP71, che ricade sul territorio comunale di Santa Maria la Longa (Udine) e sul comune di Bicinicco, e collega la frazione di Felettis a Palmanova, ha subito nel 2017 un intervento di riqualificazione a seguito di un pesante danneggiamento avvenuto nel 2015;

   a seguito dei suddetto danneggiamento, in questi anni la viabilità, compreso il traffico pesante, si è inevitabilmente spostata in altre aree, interessando fortemente anche il comune limitrofo di Gonarz, con un traffico anche di camion che si trova a passare accanto ad abitazioni e scuole, con effetti pesanti in termini di sicurezza e di inquinamento;

   il suddetto intervento del 2017 ha comportato la modifica della percorribilità del cavalcavia che, ancora oggi, risulta essere regolato da un impianto semaforico e percorribile a senso alternato, in quanto la carreggiata è ristretta e si può transitare solo con un veicolo per volta;

   l'impianto semaforico situato in prossimità del restringimento in cima al cavalcavia, comporta difficoltà in caso di sosta e ripartenza, tanto da costringere il traffico pesante a sostare alla base della rampa di salita in attesa di percorrere il tratto. Ne consegue una situazione di pericolo, in quanto molti automobilisti nel vedere i mezzi pesanti sostare alla base del manufatto, compiono sorpassi azzardati per portarsi a ridosso del semaforo;

   purtroppo, a distanza di cinque anni dal suo danneggiamento, la modifica della viabilità con relativo senso unico alternato, che doveva essere solo provvisorio, è l'unico intervento realizzato ad oggi sull'infrastruttura;

   nelle settimane scorse i consigli comunali di Bicinicco e di Santa Maria la Longa hanno approvato all'unanimità delle mozioni per impegnare sindaco e giunta ad adottare tutte le iniziative utili a migliorare le condizioni di percorribilità del cavalcavia sulla SP71;

   attualmente sono in corso lavori di realizzazione del nuovo svincolo stradale nel comune di Palmanova, frazione di San Marco, con la nuova viabilità che, presumibilmente dal 2023, sostituirà l'attuale svincolo con transito regolato da passaggio a livello, e tale nuovo svincolo comporterà inevitabilmente un aumento del traffico anche in direzione Felettis –:

   quali iniziative, per quanto di competenza e di concerto con gli enti territoriali, si intendano adottare al fine di prevedere la realizzazione di un nuovo cavalcavia, e comunque di individuare le migliori soluzioni progettuali volte garantire i necessari standard di sicurezza e il ripristino della viabilità dei territori interessati dal cavalcavia sulla SP71, garantendo al contempo anche il transito del traffico.
(5-08360)


   PELLICANI, GARIGLIO, BRAGA, BURATTI, MORASSUT, MORGONI, PEZZOPANE e ROTTA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la Società italiana per il traforo autostradale del Fréjus (Sitaf Spa) è stata costituita il 29 ottobre 1960 per iniziativa, nell'ambito della città di Torino, della Camera di commercio, dell'Unione industriale, della provincia, del comune, nonché di primarie compagnie di assicurazione, istituti di credito e complessi industriali;

   Sitaf spa è concessionaria per la costruzione e la gestione del traforo del Fréjus (T4) e dell'autostrada Torino-Bardonecchia (A32) fino all'anno 2050, come stabilito dalla convenzione internazionale tra Italia e Francia del 23 febbraio 1972 e successivi provvedimenti governativi;

   il 31 per cento di Sitaf è di proprietà di Anas, a sua volta controllato interamente dal gruppo Ferrovie dello Stato italiane;

   si apprende da alcuni media che l'avvocato Francesco Rizzo, già collaboratore esterno del Ministero della giustizia, sarebbe stato designato da Anas nel consiglio di amministrazione di Sitaf e ciò, nonostante non abbia avuto esperienze professionali in tale settore, né sarebbe dipendente del gruppo Ferrovie dello Stato italiane;

   ad oggi nel sito istituzionale della società tale incarico non sarebbe stato comunque ufficializzato –:

   se quanto esposto in premessa corrisponda al vero e, conseguentemente, per quale motivo e in base a quali esperienze professionali pregresse sia stato deciso di designare nel consiglio di amministrazione di Sitaf l'avvocato Francesco Rizzo.
(5-08361)


   FEDERICO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   sulla base dell'intesa in Conferenza unificata sancita nell'agosto 2017 è stato emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 febbraio 2018 con il quale sono stati trasferiti alla competenza di Anas un totale di circa 6.500 chilometri di strade ex statali, regionali e provinciali;

   in data 21 settembre 2018 nella sede della regione Molise venivano sottoscritti i verbali di consegna relativamente alla gestione delle strade ricadenti per competenza in provincia di Campobasso (circa 137 chilometri) ed in provincia di Isernia (circa 12 chilometri);

   immediatamente dopo la sottoscrizione dei verbali di consegna, la regione Molise, la provincia di Campobasso, la provincia di Isernia, la provincia di Chieti ed alcuni comuni della regione Molise ricadenti per competenze amministrative in entrambe le provincie, hanno avviato una serie di richieste di ulteriori trasferimenti di competenza in capo ad Anas per un totale di 300 chilometri aggiuntivi;

   le oggettive difficoltà di gestione e manutenzione anche ordinaria delle infrastrutture viarie di competenza delle due province molisane, considerato il carattere strategico delle strade in questione nell'ambito di un territorio frammentato e dall'orografia complessa, rendono sempre più complicata la comunicazione tra i vari centri della regione, soprattutto tra quelli situati nelle aree più interne del territorio molisano;

   un eventuale incremento della consistenza chilometrica in capo ad Anas nel Molise, potrebbe essere un importante motivo per riportare l'autonomia economica, gestionale e funzionale di Anas rendendo la struttura territoriale molisana non più accorpata all'Abruzzo –:

   quali siano le intenzioni del Ministro interrogato rispetto alla possibilità di trasferimento di ulteriori 300 chilometri di strade dalle competenze provinciali ad Anas, anche al fine di ottenere la riapertura della sede Anas sul territorio regionale.
(5-08362)


   PLANGGER e VIANELLO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo apparso sul Domani del 16 giugno 2022 menziona l'asserito tentativo del Governo Draghi di condizionare il voto dell'Europarlamento del giorno 8 giugno 2022, attraverso l'invio per e-mail agli eurodeputati italiani di schede tecniche di approfondimento del pacchetto «Fit for 55» tese a rallentare la messa al bando della vendita delle auto termiche;

   qualora le circostanze fossero confermate, si avrebbe la prova dell'indebita ingerenza nell'esercizio della sovranità del Parlamento europeo e di una certa ritrosia del Governo Draghi verso la decarbonizzazione nel settore trasporti esprimendo posizione in contrasto rispetto il «Rapporto STEMI – Decarbonizzare i trasporti» realizzato dal Ministero e presentato il 22 aprile 2022;

   inoltre, all'indirizzo politico ostile si aggiunge la critica dell'associazione Motus-E al provvedimento dell'Autorità di regolazione dei trasporti che ha prorogato dal 28 febbraio 2022 al 28 ottobre 2022 il termine per la conclusione del procedimento volto alla definizione degli schemi dei bandi relativi alle gare per ottenere le concessioni per realizzare infrastrutture di ricarica sulla rete autostradale;

   la situazione risulta particolarmente dannosa in quanto il «Rapporto STEMI» considera il trasporto come la causa «del 25,2 per cento delle emissioni di gas a effetto serra e del 30,7 per cento delle emissioni di CO2» prodotte nel nostro Paese; afferma inoltre che «la decarbonizzazione dei veicoli è uno dei fattori principali per conseguire nel modo più efficiente l'obiettivo di ridurre del 55 per cento le emissioni di gas serra entro il 2030» e che «già con il mix energetico attuale, la sostituzione dei veicoli a combustione interna con veicoli elettrici comporterebbe per l'Italia la riduzione delle emissioni del trasporto leggero su strada del 50 per cento», per cui nel rapporto si evidenzia che un «aspetto attualmente limitante è una inadeguata presenza di punti di ricarica, sia in ambito privato che pubblico» e che «risulta urgente sviluppare l'offerta di stazioni a media e bassa potenza (...) nei luoghi dove le auto sono parcheggiate per tempi lunghi (...) e di elevata potenza (...) sulla rete autostradale e sulle strade di grande comunicazione»:-

   se il Ministro interrogato, nel fornire chiarimenti circa i fatti in premessa e la posizione del Governo rispetto al pacchetto «Fit for 55» (anche in riferimento ai dossier governativi inviati agli europarlamentari in contrasto con il Rapporto STEMI), intenda indicare quali iniziative urgenti, anche di natura normativa ritenga di adottare al fine di promuovere nel minor tempo possibile, previa previsione di termini perentori, le misure atte a superare «l'inadeguata presenza di punti di ricarica, sia in ambito privato che pubblico», sulle strade di grande comunicazione e nei luoghi adibiti a parcheggio nonché per sopperire ai ritardi nella realizzazione delle infrastrutture sopra menzionate sulla rete autostradale.
(5-08363)

Interrogazioni a risposta scritta:


   ROTONDI, PEZZOPANE e D'ALESSANDRO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel corso del mese di maggio 2022 la Società Strada dei Parchi Spa ha comunicato al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili il recesso dal rapporto concessorio, prima volta che accade nel nostro Paese, relativo alle autostrade A24 e A25;

   tale atto è stato adottato a seguito di una lunga serie di criticità riscontrate nel corso degli anni nel rapporto tra concedente e concessionario;

   dal 2013, nonostante le numerose proposte avanzate dal concessionario, non è stato possibile approvare un nuovo piano economico finanziario secondo quanto previsto dalla legge n. 228 del 2012 in quanto il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili non ha completato il relativo iter approvativo, salvo l'ipotesi di Piano economico finanziario (Pef) proposta dal Ministro dell'epoca e condivisa dal Cipe del 1° agosto 2019, ipotesi non sostenuta dal successivo Ministro per il previsto parere della Commissione europea e dunque anch'essa accantonata;

   l'inerzia da parte del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili è stata riconosciuta dalla sentenza n. 5022 del 13 giugno 2019, del Consiglio di Stato, che con successiva ordinanza 2413/2020 ha nominato un commissario ad acta per l'adozione di un nuovo piano economico finanziario;

   la mancata adozione di un nuovo Piano economico finanziario ha impedito al concessionario di effettuare i previsti lavoro di messa in sicurezza antisismica previsti dalla citata legge n. 228 del 2012;

   il blocco delle tariffe dei pedaggi imposto dal concedente in via continuativa dall'anno 2015 ha comportato minori introiti per un importo di circa 145 milioni di euro a fine dell'anno 2021;

   l'adozione da parte di nuove linee guida nel 2019 per la determinazione delle priorità degli interventi di manutenzione ordinaria da eseguire ha comportato un considerevole incremento dei costi per il concessionario a fronte dell'onere di 28,1 milioni di euro annui previsto dall'impegno contrattuale con un extra costo a tutto il 2021 di euro 108 milioni circa;

   i crediti maturati dal concessionario, dovuti al complesso delle minori entrate e dai maggiori costi, ammontano, sempre alla fine dell'anno 2021, a circa 320 milioni di euro;

   anche se la convenzione stipulata tra concedente e concessionario prevede che sia in caso di rescissione/revoca da parte del concedente, sia in caso di recesso del concessionario, debba essere corrisposto un indennizzo a favore del concessionario prima della riconsegna dell'infrastruttura, a quanto sostenuto dal concessionario, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili starebbe valutando ipotesi, anche nel caso di revoca della concessione, che consentano di posticipare il pagamento dell'indennizzo previsto –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo circa le tempistiche dell'indennizzo previsto dalla convenzione tra le parti e in merito ai maggiori costi sostenuti dal concessionario di cui in premessa;

   se il Governo abbia valutato i rischi di eventuali danni erariali derivanti da azioni di revoca da parte del concedente della concessione dell'A24 e dell'A25, di cui si è avuta notizia tramite la stampa, non sostenuta da fondate motivazioni.
(4-12497)


   BIGNAMI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   a causa di una situazione di particolare difficoltà interna alla Motorizzazione civile bolognese, gli esami pratici per il conseguimento della patente di guida, a fronte di 1.400 esami al mese solitamente svolti nella sede bolognese, per il mese di luglio risultano essere circa 400, dato particolarmente grave in considerazione anche del fatto che nei mesi estivi, ovvero a scuole chiuse, i giovani sono posti nelle condizioni di poter studiare più agevolmente per il conseguimento della patente. Analogamente, a fronte di una media di 1.500 esami teorici al mese, per il mese di luglio ne sono programmati 800;

   questa situazione pare addebitabile ad una specifica carenza di personale all'interno della motorizzazione di Bologna, fatto che precluderebbe appunto lo svolgimento del numero di esami necessario a fronte della domanda del territorio;

   è dunque opportuno provvedere quanto prima alla risoluzione di tali criticità, sia con soluzioni temporanee, ipotizzando il coinvolgimento di personale delle motorizzazioni limitrofe, sia con soluzioni definitive che pongano rimedio anche all'organizzazione complessiva della motorizzazione di Bologna, che già in passato ha evidenziato problemi e carenze assai rilevanti –:

   se sia a conoscenza della situazione o se intenda acquisire elementi conoscitivi in relazione a quanto esposto in premessa;

   quali siano le ragioni che hanno determinato la situazione di cui in premessa;

   quali iniziative si intendano assumere per porre rimedio alle criticità interne alla Motorizzazione civile bolognese, eventualmente attivando ogni verifica di competenza per individuare gli eventuali responsabili di tale situazione.
(4-12504)

INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata:


   ENRICO BORGHI, QUARTAPELLE PROCOPIO, CECCANTI, CIAMPI, FIANO, GIORGIS, MAURI, POLLASTRINI, RACITI, BERLINGHIERI e LORENZIN. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che il nuovo sistema dell'accoglienza diffusa per i profughi ucraini in fuga dalla guerra, introdotto dal decreto-legge n. 21 del 2022 e dal decreto-legge n. 50 del 2022 e che fa perno sul coinvolgimento del terzo settore, sta procedendo molto a rilento per una serie di motivi, tra i quali è da annoverare senz'altro la gran mole di adempimenti burocratici che sono stati richiesti agli enti del terzo settore e che hanno spesso impedito di fatto la firma delle necessarie convenzioni e, dunque, il conseguente sblocco dei fondi;

   anche la necessità di siglare un accordo di programma con i comuni, per far partire le convenzioni, si sta rivelando un punto critico, non avendo molti comuni ancora dato il via libera a questi accordi;

   i fondi stanziati per l'accoglienza diffusa messa in campo dagli enti del terzo settore non sono stati dunque ancora erogati, mentre ci sarebbero a disposizione 318 milioni di euro, che comprendono anche le risorse per il contributo di sostentamento agli ucraini, che hanno trovato una sistemazione autonoma;

   particolarmente allarmante è poi la situazione di numerose famiglie italiane che, sulla spinta delle dichiarazioni del Governo e con grande generosità, hanno aperto le proprie case e offerto la propria ospitalità, nella convinzione che prima o poi avrebbero ricevuto un sostegno in tal senso, mentre è ormai chiaro che le famiglie, che in questi mesi hanno già accolto i profughi, facendosi carico delle spese, rimarranno fuori dal sistema dell'accoglienza diffusa;

   trascorsi più di quattro mesi dallo scoppio della guerra e anche alla luce del vertiginoso innalzamento dei prezzi, appare grave che gli enti e le associazioni del terzo settore, che tramite strutture e famiglie hanno fornito ospitalità ai rifugiati fin dalle prime settimane, non abbiano ancora ricevuto risorse –:

   quali iniziative urgenti di competenza intenda adottare per valorizzare il più possibile l'accoglienza dei profughi presso le famiglie italiane, reperendo quanto prima le risorse necessarie a sostenere queste famiglie, nonché in generale per favorire la più ampia sburocratizzazione degli adempimenti necessari alla stipula delle convenzioni.
(3-03062)


   MENGA, DORI, ROMANIELLO, PAOLO NICOLÒ ROMANO e SIRAGUSA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la brutale invasione da parte della Federazione russa in Ucraina ha innescato, oltre ad una drammatica emergenza umanitaria, una grave crisi del nostro sistema agroalimentare, con i rincari delle sementi e dei mangimi degli ultimi mesi, cui si aggiunge la drammatica conseguenza legata ai cambiamenti climatici che dopo settimane di siccità sta minacciando un terzo della produzione agricola nel Centro e Nord Italia;

   di contro destano allarme e forte preoccupazione le migliaia di lavoratori stranieri, privi di regolare permesso di soggiorno, che continuano a lavorare nei campi e a raccogliere i prodotti ortofrutticoli destinati alle nostre tavole, garantendo la sicurezza alimentare delle nostre comunità;

   come è noto da tempo, le condizioni dei braccianti agricoli sono in molti casi indegne e inumane e le baraccopoli in cui sono costretti a vivere questi lavoratori sono luoghi insalubri e indecenti, in molti casi controllati da vere e proprie organizzazioni criminali;

   secondo un censimento ministeriale la Puglia è la regione con più «ghetti» d'Italia; nonostante la sottoscrizione, presso la prefettura di Foggia il 24 maggio 2021, del protocollo d'intesa relativo al progetto di riconversione del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Borgo Mezzanone in una foresteria regionale, avente il fine di realizzare un modello sperimentale di accoglienza, nulla è cambiato;

   tale situazione espone le comunità locali a ricadute di ordine pubblico con episodi incendiari delle baraccopoli. Il 27 giugno 2022 l'ennesimo rogo divampato all'interno della baraccopoli di Torretta Antonacci, nel foggiano, ha causato la morte di Yusupha Joof, bracciante di 35 anni rimasto intrappolato nell'incendio della sua baracca;

   per denunciare questa ennesima tragedia e l'indegna condizione dei braccianti il sindacalista della Lega braccianti, Aboubakar Soumahoro, nella giornata del 4 luglio 2022 ha iniziato uno sciopero della fame e della sete incatenandosi a Piazza Montecitorio;

   100 milioni di euro della missione 5 «Inclusione e coesione» del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono stati destinati alla provincia di Foggia per smantellare gli insediamenti abusivi dei braccianti, attraverso il recupero di soluzioni alloggiative dignitose per questi lavoratori –:

   in ossequio agli impegni assunti pubblicamente dall'inizio del suo incarico di Governo, assodato il prossimo smantellamento di tutti i ghetti presenti in provincia di Foggia, quali iniziative di competenza urgenti, necessarie ed opportune intenda porre in essere per garantire ai tanti lavoratori stranieri immigrati in Italia un sistema di accoglienza e di tutele in grado di superare il diniego sistematico dei diritti umani e per contrastare il fenomeno del caporalato.
(3-03063)


   TONELLI, MOLINARI, IEZZI, FIORINI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, ROMANÒ, SALTAMARTINI, SCOMA, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   le cronache riportano, ormai quotidianamente, una situazione molto allarmante dovuta all'aumento esponenziale del tasso di criminalità tra le fasce dei più giovani: i gravissimi e già noti fatti accaduti a Peschiera del Garda il 2 giugno 2022 non rappresentano, purtroppo, un caso isolato, ma ormai un preoccupante fenomeno di grave allarme sociale che sta interessando grandi città come piccoli centri del nostro Paese;

   stando ai dati, nel biennio 2020-2021 le segnalazioni riferite ai minori denunciati o arrestati in Italia sono cresciute del 14,22 per cento e il 45,71 per cento dei minori denunciati o arrestati è di origine straniera, immigrati di seconda generazione, un dato che in Lombardia sale addirittura al 53 per cento;

   i più recenti dati Istat a disposizione, reperibili nel rapporto rilasciato il 21 ottobre 2021, indicano che in Italia ci sono 3.373.876 cittadini non comunitari regolarmente presenti nel nostro Paese e, per la fascia di età tra i 14 e i 17 anni, rappresentano il 9,6 per cento dell'intera popolazione, che però commette, tra le altre cose, il 65 per cento degli scippi e il 47,7 per cento delle violenze sessuali;

   i numeri sopra riportati devono far sicuramente riflettere: le baby gang sono diventate un fenomeno molto diffuso, sono composte prevalentemente da giovanissimi di seconda ed anche terza generazione, come confermato dallo stesso Ministro interrogato ai giornali, che frequentano le scuole italiane;

   questo fenomeno, che ormai sta dilagando senza freni nelle nostre città nonostante il grande impegno e la professionalità delle forze dell'ordine e sta creando grande preoccupazione nelle nostre comunità, è frutto di una serie di politiche del passato (ed anche più di recente con ormai 28.405 arrivi via mare rispetto ai 7.314 del 2020) di un'accoglienza senza freni nel nostro Paese e della mancanza di un percorso effettivo di integrazione, che non può essere certo sostituito dal riconoscimento di un diritto all'acquisto automatico della cittadinanza italiana, la quale rappresenta invece il punto di arrivo di tale percorso –:

   quali iniziative immediate intenda assumere al fine di contrastare il gravissimo e allarmante fenomeno delle baby gang illustrato in premessa.
(3-03064)


   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da quando le condizioni del mare si sono stabilizzate con la bella stagione, l'ondata di sbarchi irregolari verso l'Italia è inarrestabile;

   dal 21 giugno 2022, in una sola settimana sono approdati sulle coste italiane oltre duemila migranti, che fanno salire a quota 27 mila il numero complessivo degli arrivi dall'inizio del 2022;

   il dato è allarmante, se si considera che, stando ai dati dichiarati dal Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno riferiti all'ultimo quadriennio (dati aggiornati al 27 giugno di ogni anno) risulta un incremento esponenziale, che vede balzare il dato che nel 2019 si attestava a 2.144 immigrati arrivati illegalmente, nel 2020 a 6.614, per poi raggiungere le soglie di 19.749 nel 2021 e 26.652 del 2022;

   questi numeri sono destinati ad aumentare; la crisi economica e alimentare derivata dal conflitto in Ucraina, infatti, sta amplificando le condizioni già precarie di molti Paesi, soprattutto nordafricani, sull'orlo della carestia e, di conseguenza, innescando nuove ondate migratorie;

   per questo motivo è sempre più urgente rivedere il modello dell'accoglienza in Italia, predisponendo un adeguato sistema di controllo del flusso dei migranti rivolto a garantire la sicurezza delle frontiere esterne, seriamente compromessa, invece, dalle immigrazioni irregolari;

   al contrario, il Ministro interrogato secondo gli interroganti non agisce, permettendo in sostanza che nella nostra nazione imperversi un fenomeno che, fuori controllo, compromette sicurezza pubblica e stabilità politica e sociale –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere, sia sul versante nazionale che sul versante europeo, per intervenire concretamente e tempestivamente sulle politiche di gestione dei flussi migratori, specie alla luce delle previste nuove ondate connesse al perdurante conflitto russo-ucraino.
(3-03065)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MONTARULI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da anni il comune di Ponsacco sta subendo un preoccupante aumento di episodi significativi che compromettono la sicurezza dei cittadini e l'ordine pubblico; nella cittadina di circa 15 mila abitanti sono state, infatti, innumerevoli le vicende che destano preoccupazione sotto questo profilo meritando attenzione e interventi;

   solo per citarne alcuni: nel gennaio 2021 il quotidiano La Nazione riporta la notizia di due bambine picchiate da ragazzini (sabato 23 gennaio 2021, pagina 17); pochi mesi dopo sarebbe avvenuto il pestaggio del titolare di un nightclub ponsacchino e di sua moglie: il loro locale sarebbe stato devastato da parte di un gruppo di macedoni che, una volta cacciati, sarebbero tornati in massa alle quattro del mattino scatenando una guerriglia urbana fino all'intervento delle forze dell'ordine (La Nazione, 20 luglio 2021);

   nel dicembre 2021 un ragazzino che avrebbe difeso una coetanea da molestie sessuali, a distanza di alcuni giorni da questo episodio sarebbe stato pestato sullo scuolabus riportando una costola fratturata e lesioni alla milza (La Nazione, 18 dicembre 2021);

   numerosi sono i furti registrati in supermercati, attività commerciali, appartamenti;

   un edificio sito in Via Rospicciano è da tempo abitato non solo da «morosi» ma alcuni appartamenti risultano essere abusivamente occupati anche da persone che non ne hanno titolo; detto edificio versa in stato di estremo degrado; a seguito di un esposto diretto al sindaco Brogi, al comandante della Polizia municipale di Ponsacco, al comando provinciale dei Vigili del fuoco, al Genio civile, alla Asl e per conoscenza alla Procura, è stata effettuata la bonifica del seminterrato. Attualmente risulta alla interrogante che numerose persone precedentemente stanziatesi in campi nomadi continuano ad occupare gli appartamenti;

   peraltro, nel marzo 2021 Ponsacco è diventata un caso nazionale per il focolaio da Covid-19 scoppiato nell'edificio di via Rospicciano: oltre cinquanta macedoni sono risultati positivi sugli oltre duecento residenti (il fatto è stato ripreso da Rai Uno e dal quotidiano La Nazione di giovedì 18 marzo 2021;

   ormai gli atti di violenza, di vandalismo, di microcriminalità e di inciviltà sono diventati endemici e la cittadinanza è da tempo esasperata; la convivenza con una comunità di persone nomadi o precedentemente nomadi di origine macedone o rom così numerosa sta diventando complessa e preoccupante –:

   quali urgenti iniziative di competenza si intendano adottare per impedire che vi sia un aumento dei casi di illegalità nel suddetto comune;

   se non si intendano adottare le iniziative di competenza per procedere allo sgombero degli appartamenti occupati senza titolo nello stabile di Via Rossicciano;

   se non s'intenda provvedere a ricollocare gli appartenenti alla comunità nomade ormai diventata stanziale in altri centri e, in caso contrario, quali altre soluzioni intenda mettere in campo il Ministero dell'interno con le autorità locali.
(4-12494)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'emergenza incendi che nei giorni scorsi ha interessato Roma ha mostrato come i vigili del fuoco della Capitale non abbiano uomini e mezzi a sufficienza per garantire soccorsi immediati ed efficienti specialmente quando occorre affrontare più emergenze contemporaneamente;

   tali difficoltà sono emerse dalle inchieste giornalistiche condotte dalla cronaca romana del quotidiano la Repubblica;

   come denunciato dal segretario generale del sindacato Conapo dei vigili del fuoco il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco di Roma in quei giorni è entrato in crisi tanto che a loro supporto sono dovute intervenire le squadre dei comandi di L'Aquila, Macerata, Isernia, Napoli, Perugia e Firenze per fronteggiare i quattrocento incendi verificatisi in 48 ore a Roma;

   l'allarme sulla carenza di personale lanciato dalle organizzazioni sindacali già da mesi, è stato sistematicamente ignorato; il comando dei vigili del fuoco di Roma è già carente di circa 300 unità rispetto alla pianta organica, che oltretutto andrebbe aggiornata considerati gli eventi imputabili ai cambiamenti climatici;

   assumere più vigili del fuoco non dovrebbe rappresentare un esercizio ragionieristico ma un investimento per adeguare la principale struttura di soccorso pubblico di Roma alle mutate esigenze sul rischio di incendi, così da evitare crisi quando si verificano più emergenze in contemporanea, come è accaduto a Roma nei giorni scorsi;

   nel tentativo di estinguere il maxi-rogo al deposito delle merci del mercato rionale a Casalotti, in via Borgosesia, a Roma Nord, i vigili del fuoco hanno addirittura terminato l'acqua, così come è accaduto anche sul rogo che è divampato all'Enea sull'Anguillarese;

   a Casalotti sono intervenute solo due Aps, con una portata di 2.550 litri di acqua, perché le autobotti, che hanno una portata di ottomila litri, mancano di autisti in grado di guidarle;

   a Roma, infatti, secondo le organizzazioni sindacali c'è un deficit di 90 autisti nella pianta organica che si cerca di tamponare richiamando le persone che terminano il proprio turno di lavoro o facendo guidare i capi squadra;

   a distanza di qualche ora dal rogo a Casalotti, hanno rischiato di bruciare il porto di Ostia e l'idroscalo, con i cittadini che, chiamando i vigili del fuoco della caserma di zona, hanno scoperto che i mezzi erano tutti impegnati su un intervento ad Ardea; non c'erano ulteriori unità disponibili per fronteggiare l'incendio all'idroscalo e si è dovuto attendere l'arrivo dei mezzi impiegati per garantire la sicurezza anti-incendio all'aeroporto di Fiumicino per assicurare un primo intervento;

   inoltre, ad inizio della settimana scorsa non si sono potuti approntare alcuni interventi per assenza di risorse disponibili;

   queste difficoltà purtroppo si riscontrano e si ripetono in tutta Italia a dimostrazione di come si sia andati ben oltre ogni limite e occorra individuare immediate soluzioni per porre fine alla situazione emergenziale in cui versa il Corpo nazionale dei vigili del fuoco;

   gli italiani sono grati e riconoscenti verso i vigili del fuoco del nostro Paese, sempre all'opera in qualunque situazione di emergenza, dai terremoti alle alluvioni, agli incendi con generosità e professionalità e proprio per questo occorre rispondere concretamente al grido d'allarme lanciato da più organizzazioni sindacali rispetto alla grave carenza di personale, di automezzi, di attrezzature –:

   quali iniziative urgenti intenda assumere la Ministra interrogata al fine di garantire nuove assunzioni di personale e la fornitura di maggiori mezzi ed attrezzature moderne ed efficienti, così da colmare i deficit denunciati da numerose organizzazioni sindacali di categoria, garantendo maggiore sicurezza per il personale dei vigili del fuoco e per i cittadini, visto anche l'intensificarsi dei fenomeni meteorologici estremi che interessano il nostro Paese.
(4-12498)


   GIACCONE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   già con precedente atto di sindacato ispettivo n. 4-11773, tuttora privo di risposta, l'odierno interrogante richiamava l'attenzione del Governo sull'annoso problema dei roghi abusivi di rifiuti accesi attorno al campo nomadi nella zona di via Guerra ad Asti;

   in queste ore, come riportato dalla stampa locale, è scoppiato l'ennesimo incendio di immondizia e materiale vario nei pressi del medesimo campo nomadi di via Guerra con le squadre dei vigili del fuoco impegnate per tutta la notte e fino alle prime luci del mattino per domare il rogo;

   a causa del propagarsi delle fiamme l'aria è divenuta irrespirabile ed un denso fumo nero ha avvolto numerose vie della città;

   da quanto appreso dagli organi di informazione, per domare l'incendio sono stati impiegati oltre duecentomila litri di acqua;

   come dianzi esposto, la struttura non è nuova a episodi di questa natura, il più recente si è registrato nel maggio di quest'anno quando i rifiuti stoccati all'interno dell'area hanno preso fuoco;

   la questione nomadi ad Asti è particolarmente sentita da anni e permane la gravità del fatto, su cui gli inquirenti dovranno fare luce: modalità, cause, eventuali moventi e ragioni di contesto;

   tali eventi richiedono comunque la massima allerta di tutte le istituzioni;

   purtroppo, nonostante il controllo messo in campo dall'amministrazione comunale e dalla polizia locale in sinergia con le altre forze dell'ordine, la criticità persiste;

   gli incendi e vari eventi gettano ombre e sollevano interrogativi, rispetto a un'area dove sono già molte le preoccupazioni per una situazione ambientale di allarme sociale;

   ferme restando le opportune indagini delle autorità preposte, gli abitanti delle zone circostanti, pretendono chiarezza sugli episodi del passato e del presente per capire cosa ne sarà del campo nomadi nell'immediato futuro. Soprattutto pretendono di approfondire eventuali responsabilità –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per addivenire allo sgombero dell'area di via Guerra ad Asti e porre fine ad una perdurante ed annosa situazione di illegalità;

   in particolare, quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per garantire un sistematico controllo del campo al fine di impedire l'azione di quanti periodicamente avvelenano la zona con roghi di sostanze tossiche.
(4-12503)

ISTRUZIONE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, per sapere – premesso che:

   nel corso della recente campagna elettorale per le elezioni amministrative l'ex premier, Giuseppe Conte, si è recato in Puglia a sostegno di alcune candidature di sindaci locali. Tappa del giro elettorale anche Canosa, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, dove era candidato Roberto Morra per la riconferma a sindaco della cittadina;

   nella lista del candidato Morra, risulterebbe anche una maestra dell'istituto Carella, i cui piccoli alunni, secondo notizie di stampa, sarebbero stati condotti proprio nella piazza dove si teneva il comizio di chiusura dell'ex Presidente del Consiglio;

   nel corso del comizio finale, infatti, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte avrebbe tenuto un breve discorso sui temi dell'economia, dell'ecologia e dell'agricoltura, al termine del quale i bimbi sarebbero stati fatti salire sul palco per lanciare dei palloncini contenenti «pensierini contro la guerra», un pretesto utilizzato da una delle insegnanti, collega della candidata, per giustificare la presenza dei piccoli alunni sul palco;

   un ultimo giorno di scuola davvero particolare, tra lo sconcerto delle mamme che ovviamente non erano state informate dell'inedita passeggiata in pieno orario scolastico –:

   se le informazioni riportate in premessa corrispondano al vero;

   se non ritenga, per quanto di competenza, di dover inviare un'ispezione ministeriale per verificare lo svolgimento dei fatti e individuare le responsabilità e, all'esito della stessa, quali eventuali iniziative intenda adottare con riguardo al personale scolastico che si è contraddistinto in tale inedito comportamento che ha coinvolto i piccoli alunni durante l'orario scolastico
(2-01556) «Boschi, Toccafondi, Ungaro».

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 62 del 10 marzo 2000 ha riconosciuto il ruolo pubblico fondamentale della scuola non statale nel contesto educativo, prevedendo che il sistema nazionale di istruzione è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali, fermo restando quanto previsto dall'articolo 33, secondo comma, della Costituzione;

   la sopra citata legge definisce le scuole paritarie le «istituzioni scolastiche non statali, comprese quelle degli enti locali, che a partire dalla scuola per l'infanzia, corrispondono agli ordinamenti generali dell'istruzione, in particolare per quanto riguarda l'abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi valore legale»;

   alle scuole paritarie viene riconosciuta la parità in termini di allineamento ai parametri posseduti dalle scuole statali, riguardanti l'offerta formativa e il rilascio dei titoli di studio equipollenti;

   il programma operativo nazionale del Ministero dell'istruzione intitolato «per la Scuola – competenze e ambienti per l'apprendimento», finanziato dai fondi strutturali europei, contiene le priorità strategiche del settore dell'istruzione e ha una durata settennale, dal 2014 al 2020;

   la partecipazione ai bandi inizialmente era preclusa alle scuole paritarie;

   la legge 11 dicembre 2016, n. 232, all'articolo 1, comma 313 (legge di stabilità 2017), ha modificato la normativa, prevedendo la possibilità per le scuole prima escluse, di accedere ai fondi del programma operativo nazionale (Pon Istruzione). In attuazione della nuova disposizione normativa adottata dal Parlamento e per superare il problema dei cosiddetti aiuti di Stato, l'Italia ha avviato l'iter volto alla modifica dell'accordo di partenariato in sede europea;

   la Commissione europea, in data 8 febbraio 2018, ha adottato la modifica dell'Accordo di partenariato, prevedendo che il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di sviluppo regionale interverranno nel sistema nazionale di istruzione, ponendo fine alla pregressa discriminazione nell'accesso ai fondi dell'Unione europea di una parte rilevante del sistema d'istruzione nazionale italiano;

   a fronte delle modifiche sopracitate, alcuni avvisi pubblici ministeriali riguardanti i fondi del programma operativo nazionale della scuola, escludono le scuole paritarie, prevedendo esplicitamente tra i beneficiari di essi le istituzioni scolastiche statali –:

   se sia a conoscenza che vi sono avvisi pubblici, emanati dal Ministero dell'istruzione, riguardanti i fondi strutturali europei, rientranti nel Programma operativo nazionale «Per la scuola, competenze e ambienti per l'apprendimento», che escludono le scuole paritarie nonostante le modifiche introdotte nel 2016, ovvero quali siano i criteri con i quali vengono individuate le istituzioni scolastiche beneficiarie degli avvisi pubblici ministeriali;

   se non ritenga necessaria ed opportuna un'iniziativa che consenta di uniformare l'accesso ai fondi del programma operativo nazionale della scuola anche per le scuole paritarie, considerato il fondamentale contributo che quest'ultime apportano al sistema nazionale d'istruzione.
(4-12502)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, per sapere – premesso che:

   la storia di Cloe Bianco, insegnante transgender che si è tolta la vita l'11 giugno 2022 in provincia di Belluno è una vicenda dolorosa, una ferita per lo Stato di diritto. «Oggi la mia libera morte, così termina tutto ciò che mi riguarda» è la frase lasciata dalla professoressa sul suo blog, una frase che anela la libertà. Libertà individuale che evidentemente non è stata trovata nella vita, perché lo Stato italiano non è stato in grado di garantirla;

   giugno è stato il mese del Pride, che ha visto riunirsi la comunità LGBTQ+ per protestare e chiedere il riconoscimento dei propri diritti, diritti che mancano e che possono costituire un argine a forme di discriminazione e fenomeni di omolesbotransfobia come quelli vissuti da Cloe;

   l'ultimo rapporto Istat-Unar 2020-2021 riporta dati agghiaccianti che riguardano il mondo del lavoro: una persona su tre, tra omosessuali e bisessuali, è stata discriminata sul posto di lavoro. In complesso, il 26 per cento delle persone occupate o ex-occupate dichiara che essere omosessuale o bisessuale ha rappresentato uno svantaggio nel corso della propria vita lavorativa in almeno uno dei tre ambiti considerati (carriera e crescita professionale, riconoscimento e apprezzamento, reddito e retribuzione). Il 32,2 per cento afferma che sia capitato che un collega, una persona di grado superiore o inferiore, un cliente o un'altra persona dell'ambiente lavorativo rivelasse ad altri il suo orientamento sessuale senza aver dato il consenso;

   sempre secondo il medesimo rapporto, il fenomeno più diffuso tra dipendenti o ex-dipendenti che hanno vissuto un clima ostile a lavoro riguarda più spesso l'essere stati calunniati, derisi o aver subito scherzi pesanti (46,5 per cento), l'essere stati umiliati o presi a parolacce (43,9 per cento). L'episodio maggiormente segnalato dai non dipendenti è invece l'aver ricevuto offese, incluse quelle di tipo sessuale (45,6 per cento). Inoltre, il 23,1 per cento delle persone omosessuali o bisessuali, circa una persona su quattro, dichiara di essere stato minacciato in forma verbale o scritta, e il 5,3 per cento di aver subito un'aggressione fisica, con incidenze più alte tra gli uomini –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare per contrastare l'omolesbotransfobia nei luoghi di lavoro e promuovere reali forme di inclusione sociale.
(2-01555) «Barzotti, Davide Aiello, Ciprini, Cominardi, Cubeddu, Invidia, Segneri, Tucci, Bella, Bonafede, Carbonaro, Cimino, Melicchio, Orrico, Tuzi, Buffagni, Emiliozzi, Ferraresi, Olgiati, Palmisano, Tripiedi, Del Monaco, Grillo, Roberto Rossini, Scutellà, Gubitosa, Tofalo, Torto, Carabetta, Chiazzese».

Interrogazione a risposta scritta:


   CARNEVALI, CIAGÀ e VISCOMI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la Maier Cromoplastica è un'azienda localizzata nel comune di Verdellino (Bergamo) che attualmente occupa 92 lavoratori, prevalentemente donne. La Maier si occupa di stampaggio e cromatura di componenti plastici per le automotive;

   nel 2012 la multinazionale spagnola Maier, parte del gruppo cooperativo Mondragon, ha acquistato il 50 per cento delle quote dalla vecchia proprietà. Dall'inizio del 2022 ha acquisito il 100 per cento;

   la Maier ha stabilimenti in Spagna, Regno Unito, Messico, India, Repubblica Ceca e Italia;

   nel pomeriggio di sabato 18 giugno – a fabbrica chiusa e senza alcuna comunicazione alla Rsu o alle organizzazioni sindacali – la società ha prelevato 5 stampi, che rappresentano il 23 per cento degli attuali volumi produttivi;

   nell'incontro chiesto dalla Rsu per avere delucidazioni su quanto accaduto, l'azienda ha fornito risposte vaghe. Di fatto, buona parte degli stampi (e quindi dei volumi produttivi) sono stati spostati in altri stabilimenti del gruppo;

   dal 23 giugno 2022 le lavoratrici e i lavoratori di Verdellino sono in sciopero ad oltranza, con un presidio permanente per chiedere la continuità produttiva dell'azienda;

   il 4 luglio si è tenuto un incontro in Provincia di Bergamo, a cui la proprietà non si è presentata;

   il 6 luglio è programmato il consiglio d'amministrazione del gruppo spagnolo, in cui si deciderà il futuro dello stabilimento di Verdellino, la cui chiusura è una delle opzioni possibili;

   ad oggi la proprietà non ha dichiarato lo stato di crisi né ha richiesto di ricorrere agli ammortizzatori sociali –:

   quali iniziative si intendano assumere per salvaguardare la continuità produttiva e tutelare le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento Maier di Verdellino.
(4-12496)

PARI OPPORTUNITÀ E FAMIGLIA

Interrogazioni a risposta immediata:


   MARCO DI MAIO, COLANINNO, FREGOLENT, UNGARO, VITIELLO e OCCHIONERO. — Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   l'emergenza sanitaria derivata dalla diffusione epidemica del COVID-19 ha reso necessari provvedimenti di protezione che hanno limitato fortemente la possibilità di svolgere esperienze al di fuori del contesto domestico e familiare;

   dalle limitazioni alla mobilità alla chiusura delle scuole, bambini e adolescenti hanno sofferto particolarmente gli effetti di queste misure: lo stress prolungato, l'incertezza e l'isolamento sociale possono portare ad ansia, aggressività, introversione o persino depressione e autolesionismo. Questi alti livelli di stress hanno spesso influenzato lo sviluppo psicofisico di bambini e adolescenti, soprattutto nelle famiglie a basso reddito e in condizioni di povertà sociale ed educativa;

   per questa ragione, a partire dal maggio 2020 (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 maggio 2020), sono state previste specifiche misure applicative per consentire lo svolgimento, in sicurezza, delle attività ludico-ricreative dei bambini e degli adolescenti, anche non formali, al chiuso o all'aria aperta, con l'ausilio di operatori cui affidarli in custodia e con obbligo di adottare appositi protocolli di sicurezza predisposti in conformità delle linee guida elaborate dal Dipartimento per le politiche della famiglia;

   sono state, altresì, stanziate risorse aggiuntive destinate a finanziare, in collaborazione con enti pubblici e privati, interventi per il potenziamento dei centri estivi diurni, dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa;

   anche nel 2022, con il decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, è stato istituito un fondo al fine di sostenere le famiglie anche mediante l'offerta di opportunità educative rivolte al benessere dei figli, con una dotazione di 58 milioni di euro per l'anno 2022, destinato al finanziamento delle iniziative dei comuni da attuare nel periodo 1° giugno-31 dicembre 2022, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, di promozione e di potenziamento di attività, incluse quelle rivolte a contrastare e favorire il recupero rispetto alle criticità emerse per l'impatto dello stress pandemico sul benessere psico-fisico e sui percorsi di sviluppo e crescita dei minori, nonché quelle finalizzate alla promozione, tra i bambini e le bambine, dello studio delle materie Stem, da svolgere presso i centri estivi, i servizi socioeducativi territoriali e i centri con funzione educativa e ricreativa per i minori;

   attualmente i comuni hanno già avviato le attività dei centri estivi, utilizzando risorse proprie –:

   quali siano le modalità e le tempistiche previste per l'assegnazione delle risorse ai comuni e le possibilità per il loro impiego e se sia volontà del Governo arrivare a una stabilizzazione di questi fondi.
(3-03069)


   POLIDORI. — Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   nel 2021 in Italia sono state uccise 118 sono donne, di cui 102 assassinate in ambito familiare/affettivo e 70 per mano del partner o ex partner. Da gennaio al 25 giugno del 2022 sono 58 le donne uccise in Italia, secondo i dati del Ministro dell'interno;

   malgrado le iniziative del Governo, il nostro Paese è ancora attraversato da gravi divari di genere; le donne sperimentano forti svantaggi rispetto agli uomini anzitutto in ambito lavorativo: il livello di occupazione femminile in Italia si attesta attorno al 50 per cento;

   la debolezza economica delle donne è alla base delle diverse forme di violenza, cui le stesse sono sottoposte;

   il carico di lavoro familiare continua a gravare in misura preponderante sulle donne, in assenza di un welfare adeguato tanto per i minori, quanto per gli anziani e i disabili, dei quali sono le donne ad occuparsi;

   l'aiuto alle donne, la compiuta realizzazione della parità, l'uguaglianza delle possibilità tra donne e uomini, nonché il benessere delle famiglie, e quindi del corpo sociale, non può prescindere dal potenziamento del welfare, particolarmente rivolto a bambini, anziani e disabili;

   soltanto quando si potrà fare affidamento su una rete moderna ed efficiente di servizi alla persona, le donne potranno effettivamente coniugare la professione ai carichi ed alle cure domestiche e sarà realizzato il work-life balance;

   considerato che l'azzeramento del divario di genere è indicato come una priorità strategica e trasversale del Piano nazionale di ripresa e resilienza, forse le risorse destinate a tali aspetti possono ritenersi ancora oggi non sufficienti;

   ad eccezione del Meridione, dove vi è stato un forte potenziamento, per gli asili nido il piano prevede 3,6 miliardi di euro, forse troppo poco rispetto agli oltre 200 miliardi di euro arrivati dall'Unione europea;

   è necessario garantire con riforme, istruzione e investimenti le stesse opportunità economiche e sociali tra uomini e donne in un'ottica di gender mainstreaming;

   nel 2020 in Europa il divario fra le donne con figli occupate è del 71,2 per cento, mentre il tasso di occupazione per gli uomini sale all'89,1 per cento. Un gap che quindi passa da meno di 3 (in assenza di figli) a quasi 18 punti di differenza. Questa dinamica è ancora più evidente nel nostro Paese, con il 28,3 per cento di divario tra occupazione maschile e femminile in presenza di un almeno un figlio –:

   quali iniziative il Governo intenda intraprendere per fronteggiare e risolvere le problematiche di cui in premessa.
(3-03070)

SALUTE

Interrogazioni a risposta immediata:


   SPORTIELLO, RUGGIERO, D'ARRANDO, LOREFICE, MAMMÌ, MISITI, NAPPI, PENNA, PROVENZA, VILLANI, ALEMANNO, BARBUTO, TUZI, GRIPPA e LIUZZI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la pandemia da COVID-19 ha comportato un gradissimo impegno professionale ed umano da parte della classe medica, che ha dovuto affrontare con grande spirito di sacrificio ed abnegazione la lotta contro un virus sconosciuto e mortale;

   in questa lotta si sono distinti, oltre ai medici ospedalieri, i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, che hanno esercitato i propri compiti di assistenza sanitaria, soprattutto territoriale, fungendo da prima barriera contro il virus. Molti di loro hanno pagato con la vita la loro abnegazione all'adempimento del proprio dovere di assistenza e cura;

   il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, all'articolo 22-bis istituisce un fondo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri con una dotazione di 10 milioni di euro, destinato «all'adozione di iniziative di solidarietà» a favore dei famigliari di medici, personale infermieristico e operatori socio-sanitari, impegnati nelle azioni di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, che durante lo stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri, il 31 gennaio 2020, abbiano contratto, in conseguenza dell'attività di servizio prestata, una patologia alla quale sia conseguita la morte per effetto diretto o «come concausa» del contagio da COVID-19, disponendo altresì al comma 2 l'individuazione di tutte le modalità di attuazione di quanto previsto dal comma 1, mediante decreto adottato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri;

   l'articolo 31 del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, incrementa di 15 milioni di euro per l'anno 2022 il sopra citato fondo, destinandolo alla corresponsione di speciali elargizioni a favore dei coniugi e dei figli o, in mancanza, dei genitori dei medici, personale infermieristico e operatori socio-sanitari deceduti per COVID;

   tale misura intende far fronte alla necessità di fornire un doveroso indennizzo ai figli e ai coniugi di tutte le categorie di medici non soggetti a contratto di lavoro subordinato. Ad oggi tali indennizzi non sono mai stati erogati; inoltre, è di tutta evidenza che il fondo destinato a tale scopo appare insufficiente per un congruo indennizzo a favore delle famiglie coinvolte, pertanto sarebbe auspicabile un necessario ulteriore incremento del fondo stesso –:

   quali siano i tempi e le modalità di erogazione di tali ristori a favore dei figli e coniugi, in particolare, dei medici di medicina generale, che contano il numero più alto di deceduti nel corso della pandemia e che attendono una risposta da oltre due anni.
(3-03067)


   GRANDE. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nella legge di bilancio per il 2022, all'articolo 1, commi 687 e 688, viene istituito il fondo per il contrasto dei disturbi dell'alimentazione e della nutrizione presso il Ministero della salute;

   per l'anno 2022 il fondo è finanziato con 15 milioni di euro, mentre per il 2023 lo sarà con 10 milioni –:

   quali iniziative siano state intraprese da parte del Ministro interrogato per far sì che le risorse vengano allocate, ripartite ed utilizzate.
(3-03068)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   NOJA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   ad oggi si conoscono più di 200 tipi diversi di cancro, di cui quasi il 50 per cento rientra nelle categorie meno comuni o rare. L'innovazione tecnologica, nell'ambito della medicina di precisione, ha reso disponibili per i pazienti oncologici nuove opportunità diagnostiche e terapeutiche in grado di ottimizzare il percorso di cura;

   i test Next-Generation Sequencing (Ngs) per la probazione genetica sono in grado di analizzare fino ad oltre 300 mutazioni geniche e così di meglio identificare le potenziali terapie efficaci per le specifiche alterazioni molecolari e, in alcuni casi, consentono di utilizzare approcci di terapia di precisione nella cura dei tumori. L'esecuzione di tali test permetterebbe, infatti, ai pazienti di accedere a delle terapie mirate verso la mutazione riscontrata, ottenendo quindi un beneficio clinico significativo;

   l'articolo 19-octies del decreto-legge n. 137 del 2020 (cosiddetto decreto Ristori) convertito, con modificazioni, dalla legge n. 176 del 2020, ha autorizzato per l'anno 2021 la spesa di 5 milioni di euro da destinare per il potenziamento dei test Ngs di profilazione genomica dei tumori;

   il comma 2 del medesimo articolo ha impegnato il Ministero della salute ad adottare, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, un decreto attuativo, con riguardo alla destinazione e alla distribuzione delle risorse allocate, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della norma;

   tuttavia, ad oggi, secondo le informazioni fornite dal sottosegretario per la salute nella risposta fornita all'interrogazione n. 5-08026 del 4 maggio 2022, tale decreto sarà inoltrato alla Conferenza Stato-regioni per acquisire il relativo parere;

   inoltre, l'articolo 1, comma 684, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, ha istituito, nello stato di previsione del Ministero della salute, un fondo, denominato Fondo per i test di Next-Generation Sequencing, con una dotazione pari a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, volto al potenziamento di tali test;

   in Italia sussistono forti difformità territoriali che nel tempo hanno portato a sviluppare grosse disuguaglianze tra cittadini nella fruizione di prestazioni e servizi accessibili e di qualità. Nell'ambito dell'accessibilità ai test Ngs sono poche le regioni che ne garantiscano l'erogazione; in altre, che non hanno previsto l'inserimento nei Lea regionali, i pazienti di fatto non possono usufruirne, se non a pagamento. Di conseguenza, l'accesso a terapie mirate risulta in parte compromesso;

   inoltre, alla luce delle innovazioni terapeutiche in arrivo, capaci di contribuire all'ampliamento del settore della medicina di precisione, il Sistema sanitario nazionale, in un'ottica di programmazione, ha la necessità di anticipare la messa a terra e recepimento di tali innovazioni –:

   nelle more dell'acquisizione del parere da parte della Conferenza Stato-regioni, se il Governo non ritenga opportuno istituire un gruppo di lavoro finalizzato a valutare i più opportuni investimenti e le principali innovazioni tecnologiche in tema di medicina di precisione, al fine di anticipare e individuare le misure possibili per assicurare la capacità del sistema sanitario nazionale di recepire e utilizzare i nuovi trattamenti in arrivo nei prossimi anni, assicurandone la sostenibilità.
(5-08357)

Interrogazione a risposta scritta:


   TIMBRO. — Al Ministro della salute, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da organi di stampa che nella provincia di Messina è, oggi, di fatto, impossibile praticare l'interruzione volontaria di gravidanza così come prevista dalla legge n. 194 del 1978, stante il fatto che la quasi totalità dei medici locali ha scelto di appellarsi alla coscienza ed è, dunque, un medico obiettore;

   52 su 53 sono i ginecologi obiettori di coscienza a Messina e provincia, il 98,2 per cento dei medici secondo una statistica che relega la provincia peloritana all'ultimo posto tra i capoluoghi siciliani (più precisamente i medici obiettori sono 14 su 14 presso l'ospedale Papardo, 22 su 23 presso il Policlinico; 10 su 10 a Milazzo; 8 su 8 a Santa Teresa; 10 su 10 a Taormina; 10 su 10, questo secondo i dati forniti ufficialmente dalle stesse strutture sanitarie nell'ottobre 2021);

   analoga è la situazione per i medici anestesisti: su 90 professionisti solo 10, in tutta la provincia di Messina, si dichiarano non obiettori;

   la legge 22 maggio 1978, n. 194 («Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza»), ha riconosciuto il diritto all'interruzione volontaria della gravidanza, nonché la facoltà, per il personale sanitario, di sollevare obiezione di coscienza e quindi di non prendere parte alle procedure finalizzate all'interruzione di gravidanza;

   la decisione del 10 settembre 2013 del Comitato europeo dei diritti sociali (Ceds) sul reclamo n. 87 del 2012 (caso International Planned Parenthood FederationEuropean Network – IPPF EN – v. Italy), avente ad oggetto l'applicazione, in Italia, della legge in materia di interruzione di gravidanza, ha precisato che l'articolo 9, comma 4, della legge n. 194 del 1978 stabilisce un giusto equilibrio per risolvere il conflitto tra il diritto individuale all'obiezione di coscienza e il dovere delle strutture sanitarie di assicurare «in ogni caso» la soddisfazione del diritto all'interruzione di gravidanza;

   il Comitato europeo dei diritti sociali, con decisione pubblicata in data 11 aprile 2016, ha condannato l'Italia per la violazione di numerose disposizioni della Carta sociale europea, poiché l'alta percentuale di obiezione di coscienza all'interruzione volontaria di gravidanza del personale sanitario e la mancata adozione delle necessarie misure da parte delle competenti autorità statali e regionali per rendere effettiva l'applicazione della legge violano il diritto alla salute della donna;

   il Comitato ha ritenuto, nella decisione sopra menzionata, che la disparità nelle possibilità di accedere ai servizi abortivi per le donne e la necessità di spostarsi sul territorio nazionale per interrompere la gravidanza comporta una discriminazione ingiustificata con conseguente violazione del combinato disposto tra diritto alla salute e divieto di discriminazione previsto dall'articolo 11 della Carta sociale europea e dell'articolo E della medesima –:

   quali urgenti iniziative di competenza intendano assumere per garantire alle donne di accedere al servizio di interruzione volontaria di gravidanza in ogni struttura e su tutto il territorio nazionale, ivi compreso il territorio siciliano e la provincia di Messina, nella piena applicazione della legge n. 194 del 1978, nonché per favorire il potenziamento dell'azione di contrasto del fenomeno degli aborti clandestini, soprattutto tra le donne di origine straniera e tra le giovani;

   se i Ministri interrogati non ritengano di assumere tutte le iniziative di competenza, in raccordo con la Regione Siciliana, al fine di evitare che un diritto di siffatta importanza venga negato nei fatti.
(4-12500)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta immediata:


   TIMBRO, FORNARO e DE LORENZO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   desta molta preoccupazione la situazione al polo petrolchimico di Siracusa, dove il colosso dell'energia russo Lukoil raffina il 22 per cento del greggio che arriva via mare dalla Russia;

   la Regione siciliana, assieme alle organizzazioni sindacali e alle imprese, ha chiesto al Governo il riconoscimento di area di crisi complessa. I sindacati hanno organizzato il 10 giugno 2022 una partecipata manifestazione davanti alla raffineria Lukoil per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla gravità della situazione e sui rischi occupazionali per il territorio;

   analoga situazione problematica, sempre nell'ambito della chimica, è presente a Porto Marghera, dove già nel 2001 Eni ha annunciato, in maniera unilaterale, l'intenzione di chiudere l'impianto di cracking gestito da Versalis. La decisione, che rientra per Eni all'interno della strategia di decarbonizzazione e di transizione ecologica, non è stata accompagnata però da nessun piano credibile di riconversione strategica per la chimica italiana, né di garanzia sulla continuità delle produzioni e degli approvvigionamenti per i siti produttivi legati agli stabilimenti di Porto Marghera, né rispetto al mantenimento dei livelli occupazionali;

   il settore della chimica rappresenta un asset strategico per il Paese sia da un punto di vista di politiche industriali volte alla trasformazione ecologica della produzione e di transizione energetica, sia per l'importante peso occupazionale ed economico;

   la chimica italiana è un settore produttivo fondamentale per la nostra economia: nel Paese rappresenta il quarto settore industriale con un valore del 6 per cento del fatturato dell'industria nazionale; in Europa è il terzo produttore, con una quota di mercato del 9,5 per cento, e il dodicesimo al mondo;

   il settore della chimica non è rappresentato solo dai grandi stabilimenti, ma è caratterizzato da un ampio indotto di piccole e medie imprese che contano il 68 per cento dell'occupazione totale;

   l'Italia da anni non si è dotata di un'adeguata politica industriale per la chimica e non si comprende quale ruolo intenda assumere Eni, di cui lo Stato detiene una partecipazione strategica;

   l'indispensabile strategia di riconversione ecologica della chimica italiana deve prevedere la riqualificazione e la riconversione degli impianti che rappresentano un patrimonio fondamentale per il Paese –:

   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda intraprendere per affrontare la crisi della chimica italiana, aggravata dalla situazione prodotta della guerra in Ucraina, nell'ambito delle politiche di riconversione ecologica, con particolare attenzione alle sopra citate situazioni di Siracusa e Porto Marghera.
(3-03066)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ENRICO BORGHI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il «digital divide» nel nostro Paese continua a crescere, con effetti sull'andamento della popolazione e sullo spopolamento delle zone rurali e interne;

   sono 1500 comuni italiani che registrano difficoltà sulle reti mobili e oltre 2000 i comuni che attendono gli interventi per la banda ultralarga;

   dal 1970 a oggi, il servizio radio-televisivo è sempre stato garantito nei territori montani, grazie a investimenti realizzati direttamente dagli enti locali, che nelle Alpi e negli Appennini hanno acquistato, in accordo con Ministero dello sviluppo economico, Ispettorati delle telecomunicazioni e regioni, anche a livello di Comunità montana una serie di ripetitori televisivi, per garantire il segnale alle frazioni e alle «case sparse»;

   lo «switch off» del digitale terrestre è stato affrontato, dieci anni fa, con investimenti dello Stato e delle regioni per l'adeguamento dei ripetitori degli enti locali;

   il cambio delle frequenze in corso, per lasciare spazio al 5G e alla necessità di opportuna banda per questa nuova tecnologia, ha imposto una modifica tecnologica per molti ripetitori televisivi, di proprietà anche degli enti locali;

   le regioni e il Ministero dello sviluppo economico non hanno previsto risorse economiche per accompagnare la transizione e le modifiche tecnologiche;

   nei territori montani, ove non sono presenti ripetitori di proprietà Rai, attraverso la società Raiway, gli enti locali hanno dovuto negli ultimi sei mesi procedere ad adeguamenti tecnologici dei ripetitori televisivi di loro proprietà, non senza molteplici difficoltà nello scambio di informazioni con Ministero e regioni;

   i cittadini residenti nei territori montani hanno riscontrato difficoltà nella ricezione del bouquet televisivo, non risolvibili con la risintonizzazione dei loro apparecchi e neppure con l'acquisto di ulteriori decoder;

   l'operatore delle torri el towers, per Mediaset, avrebbe spento, nei giorni scorsi, senza preavviso per gli amministratori locali e per gli utenti, gli impianti di trasmissione radiotelevisiva del Paese che coprano meno di 500 utenti;

   i sindaci non hanno ricevuto nessuna informazione dal Ministero dello sviluppo economico circa le azioni da attivare per l'adeguamento dei ripetitori televisivi di loro proprietà, nonché le informazioni da dare a cittadini residenti e ai numerosi possessori di «seconde case» nei territori montani, che restano sprovvisti di segnale televisivo e dunque di servizio –:

   alla luce dei fatti esposti in premessa, quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre in atto a supporto degli enti locali proprietari di impianti di trasmissione radiotelevisiva, per affrontare il cambio di frequenze e le modifiche tecnologiche imposte dai nuovi standard statali, così da evitare lo spegnimento dei ripetitori di proprietà el Towers come avvenuto nei giorni scorsi nelle aree appenniniche e alpine.
(5-08355)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRATOIANNI e DORI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Maier Cromoplastica è un'azienda che attualmente occupa 92 lavoratori, prevalentemente donne e si occupa di stampaggio e cromatura di componenti plastici per l'automotive;

   nel 2012 la multinazionale spagnola Maier, con sede nei Paesi baschi, ha acquistato il 50 per cento delle quote dalla vecchia proprietà e dall'inizio del 2022 ha acquisito il 100 per cento;

   la Maier ha stabilimenti in Spagna, Inghilterra, Messico, India, Repubblica Ceca e in Italia a Verdellino Bergamo, in provincia di Bergamo;

   nel pomeriggio di sabato 18 giugno 2022, mentre la fabbrica era chiusa e senza alcuna comunicazione alla Rsu o alle organizzazioni sindacali, la società ha prelevato 5 stampi che rappresentano il 23 per cento degli attuali volumi produttivi;

   nell'incontro, chiesto dalla Rsu per avere delucidazioni su quanto accaduto, l'azienda ha fornito vaghe risposte che peraltro si sono poi rilevate non veritiere; di fatto, buona parte degli stampi e quindi dei volumi da produrre sono stati inviati in altri stabilimenti del gruppo;

   successivamente è stato comunicato che il 6 luglio 2022 si terrà il consiglio di amministrazione del gruppo spagnolo in cui non è escluso che si discuta della chiusura del sito di Verdellino;

   dal 23 giugno 2022 le lavoratrici e i lavoratori sono in sciopero ad oltranza con presidio permanente per chiedere la continuità dell'attività;

   dopo oltre una settimana di sciopero ad oggi da parte della società non è pervenuto alcun segnale;

   il 7 luglio 2022, quindi dopo il consiglio di amministrazione fissato per il giorno precedente, è previsto un incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali;

   le organizzazioni sindacali stanno attivando ogni interlocuzione con le istituzioni, come l'incontro del 4 luglio alla provincia di Bergamo a cui l'azienda ha preventivamente comunicato la sua assenza;

   ad oggi non ci sono richieste di ricorso agli ammortizzatori sociali, l'ultima richiesta di cassa ordinaria risale a fine del 2021, ma di fatto non è stata utilizzata e a giugno dello stesso anno l'azienda ha operato un licenziamento collettivo su base volontaria con uscita di 16 lavoratori;

   a parere degli interroganti è necessario che il Governo induca l'azienda, che fino ad ora è stata completamente assente, a rendersi disponibile ad incontrare le organizzazioni sindacali per individuare soluzioni a questa complicata vicenda, affinché l'azienda resti sul territorio e continui a garantire il futuro di 92 famiglie e la situazione non si traduca invece in licenziamenti, ridimensionamenti, delocalizzazione della produzione, chiusura totale o parziale dello stabilimento di Verdellino Bergamo;

   ancora una volta ci si trova di fronte ad un'azienda che ha tradito la fiducia delle lavoratrici e dei lavoratori e del nostro Paese, promettendo investimenti prima e trasferendo i beni di produzione ad azienda chiusa poi, delocalizzando di fatto la produzione –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere affinché la multinazionale Maier interrompa quello che di fatto appare come un tentativo di delocalizzazione all'estero della produzione ad oggi in capo allo stabilimento Maier Cromoplastica di Verdellino Bergamo e avvii una seria interlocuzione con le organizzazioni sindacali, affinché vengano individuate le soluzioni più idonee a garantire la permanenza dell'azienda nel territorio, il rilancio della produzione e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali.
(4-12499)


   BIGNAMI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   gli uffici postali costituiscono un punto di riferimento per il territorio, erogando numerosi servizi per famiglie e imprese;

   pertanto, la piena operatività dei servizi postali è un elemento di primaria importanza per una comunità in quanto costituisce una attività essenziale per i cittadini;

   stante quanto emerge da alcune segnalazioni, in data 27 giugno 2022, vi sarebbero stati disservizi presso l'ufficio postale ubicato in Via Bombicci 6 a Bologna (Quartiere Savena) e, ciò avrebbe causato, oltretutto in una giornata particolarmente afosa, code e attese dalla durata di oltre un'ora e mezza con relativi disagi, soprattutto, per le persone anziane ed affette da invalidità;

   nell'ufficio postale sopracitato, non sarebbe la prima volta che si verificano disagi e disservizi per gli utenti poiché spesso non vi sarebbe la piena operatività di tutti e quattro gli sportelli con conseguente formazione di code ed allungamento dei tempi di attesa;

   in tale ufficio postale, la fila si farebbe all'esterno ed i lunghi tempi di attesa arrecherebbero molti disagi agli utenti, specialmente anziani e portatori di handicap, nei mesi invernali ed estivi esponendoli a temperature rigide oppure al caldo afoso con rischi per l'incolumità e la salute personale;

   quello citato è solo un esempio di disservizio e, a parere dell'interrogante, sarebbe opportuno effettuare verifiche e controlli periodici sui servizi postali per valutarne l'efficienza e il gradimento del servizio da parte degli utenti –:

   se ed entro quali termini intenda attivarsi, per quanto di competenza, al fine di porre in essere iniziative volte al miglioramento del servizio postale nella zona in questione;

   se, in linea generale, sia in programma un piano di potenziamento degli uffici postali nell'area del Comune di Bologna.
(4-12501)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Bella e altri n. 5-08323, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 giugno 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Villarosa.

  L'interrogazione a risposta in Commissione La Marca n. 5-08346, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 giugno 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Gariglio.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della risoluzione in Commissione Federico n. 7-00858, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 713 del 23 giugno 2022.

   Le Commissioni VIII e XIII,

   premesso che:

    il 17 giugno 2022 è stata celebrata la giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità; i dati del rapporto delle Nazioni Unite sulla Convenzione per combattere la desertificazione riportano che nel 2022 più di 2,3 miliardi di persone stanno affrontando i problemi legati alla grave mancanza di acqua, quasi 160 milioni di bambini sono esposti a siccità grave e prolungata e sempre secondo l'Onu, a meno che non si intervenga prontamente, si stima che entro il 2030, circa 700 milioni di persone corrono il rischio di essere sfollate a causa della siccità e conseguente desertificazione;

    come noto e rilevato da tutte le categorie di settore e dalle istituzioni competenti per materia i cambiamenti climatici stanno avendo un pesante impatto sulla disponibilità di risorse idriche anche nel nostro Paese;

    la scarsità di precipitazioni piovose e nevose dello scorso inverno e un'estate che si preannuncia molto calda, con temperature già a maggio ben al di sopra della media, destano preoccupazione e preannunciano una situazione particolarmente critica per diversi bacini idrici, dal nord al sud Italia, con un forte impatto sulle attività produttive agricole e non solo;

    in Lombardia, ad esempio, i dati sul riempimento dei laghi mostrano al 1° maggio un confronto con la media 2006-2020 di analogo periodo pesantemente negativo (-43,1 per cento) e, riguardo più in generale lo stato delle riserve idriche, il dato peggiore rimane quello del manto nevoso (Snow Water Equivalent – SWE) che, alla stessa data, registra -63,7 per cento rispetto alla media. Complessivamente, il totale della riserva idrica (laghi + invasi + SWE) si attesta al 55 per cento sotto la media del periodo di riferimento. Rispetto quindi ai quasi 3 miliardi di metri cubi di acqua solitamente accumulati in questa fase dell'anno il dato attuale è di soli 1,3 miliardi (dati Arpa Lombardia);

    la Società meteorologica italiana (Nimbus Web) ha rilevato che nel territorio piemontese è stato registrato il secondo periodo – riferito ai mesi dicembre-aprile – più secco della serie iniziata a partire dal 1802, con 37 millimetri di piogge (dati di Arpa Piemonte), pari a solo il 15 per cento di quanto avvenuto nella media, sostanzialmente eguagliando il record negativo del biennio 1843-44, in cui, nello stesso periodo, si registrarono 36,4 millimetri di piogge cadute. La situazione è resa oggi ancora più problematica dalle temperature medie di 2,5 gradi più rispetto a quelle di metà Ottocento;

    si rileva poi che, oltre ai periodi di deficit pluviometrici estremi, come l'attuale, che impoveriscono il suolo e più in generale tutto il territorio, con un forte rischio legato anche al fenomeno degli incendi soprattutto in estate, per effetto dei cambiamenti climatici si assiste anche a fenomeni di segno diametralmente opposto, come lo scatenarsi di violenti nubifragi che comportano erosione del suolo, rischio di frane, mareggiate intense, trombe d'aria e sbalzi termici, che vanno ad aggravare il già precario equilibrio del territorio, compromettendolo ulteriormente e provocando frequenti e ingenti danni al sistema produttivo;

    oltre che per gli aspetti quantitativi legati all'approvvigionamento, il fenomeno della siccità comporta un decadimento della qualità della risorsa idrica e ciò rappresenta una grave criticità soprattutto per il settore agricolo. Si tratta del così detto fenomeno dell'intrusione del cuneo salino per il quale la progressiva diffusione di acqua salata nelle acque di falda determina un inquinamento dei pozzi con cui vengono irrigate le colture che risultano così irrimediabilmente danneggiate;

    la Coldiretti ha inoltre rilevato che ai problemi determinati della scarsità di risorse idriche si sono aggiunti, anche a causa della guerra in Ucraina, altri fattori di preoccupazione per il settore come gli incrementi fino al 170 per cento del prezzo dei concimi e fino al 129 per cento di quello del gasolio;

    a seguito di altre annate particolarmente critiche, come quelle del 2012, del 2014 e del 2017 con la risoluzione n. 7-01287 sono state segnalate le possibili cause della crisi e prospettate possibili soluzioni, alcune delle quali in seguito effettivamente messe in atto. A seguito delle presentazioni di tale risoluzione è stata svolta una indagine conoscitiva sull'emergenza idrica e sulle misure necessarie per affrontarla;

    a seguito dell'indagine conoscitiva è proseguito il lavoro, tutt'ora fondamentale e che andrebbe potenziato, degli osservatori permanenti sugli utilizzi idrici, ed è stato istituito il Piano nazionale di interventi per il settore idrico di cui ai commi 516-525 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2018 (legge n. 205 del 2017), inizialmente suddiviso in piano invasi e piano acquedotti. Anche tra le milestone del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono state inserite misure importanti per affrontare gli effetti di cambiamenti climatici sulle risorse idriche. Si fa riferimento alla Missione M2C4 che prevede «Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico» e, in particolare, all'investimento 1.1 «volto ad azioni di monitoraggio e prevenzione dei rischi naturali ed indotti sul territorio italiano, sfruttando le conoscenze e le tecnologie esistenti ed all'avanguardia, al fine di garantire l'elaborazione e l'attuazione di piani di prevenzione e resilienza adeguati al territorio e le infrastrutture, a difesa e protezione delle risorse nazionali esistenti e future»;

    con l'ordinanza n. 37 del 2022 a firma del Presidente della regione Veneto è stato dichiarato lo stato di crisi idrica nel territorio regionale. L'ordinanza, valida dal 3 maggio 2022 e con riserva di modifica dei contenuti in relazione all'andamento meteorologico, individua le misure necessarie a fronteggiare la situazione di deficit idrico;

    vanno considerati gli effetti dei cambiamenti climatici sul ciclo idrologico e sulla capacità di ricarica delle falde, con la conseguente necessità di monitorare costantemente il bilancio idrologico; inoltre anche per quanto riguarda le concessioni per la ricerca e la coltivazione delle acque minerali, è previsto il rispetto delle prescrizioni di tutela ambientale, così come previste dagli articoli 56, 95, 97 e 121 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;

    l'impronta idrica della produzione zootecnica in Italia ammonta a circa 70 miliardi di metri cubi. Le infrazioni per la presenza di nitrati in falda permangono in molte zone d'Italia e gli indici di eutrofizzazione peggiorano lo stato di molti corpi idrici, con la conseguenza che la diminuzione dell'acqua in falda non può che aggravare l'effetto dei nitrati e di altri inquinanti chimici nelle acque;

    secondo il Rapporto del Ministero dell'economia e delle finanze sulle acque minerali, in annate complesse, come quelle tra il 2014 e il 2017, i produttori di acque minerali, nei territori soggetti a crisi idrica, hanno estratto rilevanti quantitativi di acqua (2 milioni e mezzo di metri cubi di acqua in Veneto e 3 milioni di metri cubi in Piemonte) senza che siano state previste limitazioni nei periodi di più grave carenza idrica,

impegnano il Governo:

   ad assumere iniziative finalizzate ad aumentare gli investimenti nella ricerca sulle tecnologie volte a migliorare lo stoccaggio e il risparmio idrico, in infrastrutture per l'irrigazione sotterranee e di precisione, in tecniche di irrigazione, attraverso condotte che consentano di regolare le portate, e in nuovi bacini di stoccaggio nelle cave dismesse;

   ad adottare iniziative per attivare misure di sostegno per i settori maggiormente colpiti, in particolare per tutto il settore agricolo, e per definire una gestione efficace della crisi idrica a livello sovraregionale;

   a valutare la possibilità di adottare iniziative, in particolar modo nel comparto agricolo, per prevedere incentivi anche di tipo economico all'uso di software di consumo irriguo che indichino come procedere all'irrigazione, consentendo contestualmente di ridurre l'inutile spreco delle risorse idriche, tenendo conto delle precipitazioni e dei livelli di falda ed evitando così, oltre che possibili sprechi in relazione all'uso della risorsa idrica, sprechi dal punto di vista delle dispersioni della rete;

   a fornire elementi in merito allo stato delle attività di rinaturazione dei corsi d'acqua previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   a valutare l'introduzione, mediante apposite iniziative normative, dell'obbligo di pubblicazione della concentrazione dei nitrati nelle acque potabili erogate, e il monitoraggio dei possibili effetti della bacinizzazione e della minore diluizione sulla concentrazione di nitrati e altri inquinanti;

   a valutare la possibilità di adottare iniziative per prevedere una riduzione di prelievi e captazioni da parte dei concessionari delle acque minerali nelle aree in cui la crisi idrica si presenti critica;

   a valutare la possibilità di predisporre idonee iniziative normative, in raccordo con gli enti territoriali competenti finalizzate alla gestione della crisi idrica da parte delle regioni in una fase precedente la dichiarazione dello stato di emergenza, mediante ordinanze che abbiano la finalità di ridurre o sospendere i prelievi idrici e di ottimizzare l'invasamento di acqua;

   ad assumere iniziative finalizzate alla semplificazione delle procedure necessarie all'attuazione degli interventi previsti e finanziati dalla Missione M2C4 – «Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico», nonché di quelli previsti dal Primo stralcio del piano nazionale di interventi nel settore idrico e del secondo stralcio per cui sono già stati stanziati 2 miliardi di euro tra il 2018 e il 2033;

   a valutare la possibilità di adottare iniziative per istituire uno strumento finanziario complementare a quelli previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, per la definizione di un piano per la realizzazione di piccoli invasi per la raccolta di acqua piovana, diffusi sul territorio, da destinare sia all'uso irriguo che al servizio antincendio;

   a promuovere campagne di sensibilizzazione volte a condividere in modo solidaristico e secondo principi di proporzionalità la necessità di riduzione dei prelievi da aste fluviali e bacini da parte di tutti i soggetti derivatori;

   a promuovere l'attivazione di misure e progetti con la finalità di ampliare la capacità di depurazione e riutilizzo delle acque reflue;

   a valutare l'opportunità di adottare iniziative per potenziare, nell'ambito dei piani di bacino dei distretti idrografici, gli strumenti e le regole di esercizio volte ad assicurare l'equilibrio del bilancio idrico, garantendo un'equa riparazione della risorsa tra territori regionali contigui, con particolare attenzione per le deficienze idriche connesse ai periodi di siccità e scarsità della risorsa;

   a promuovere il potenziamento del Comitato di coordinamento nazionale degli osservatori in un'ottica di efficacia ed efficienza dell'utilizzo delle risorse economiche già stanziate o da stanziare di una migliore programmazione e realizzazione degli investimenti, in linea, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   a valutare l'opportunità di rafforzare le misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza mettendo a disposizione ulteriori fondi sulla base delle necessità che sono state evidenziate.
(7-00858) «Federico, Di Lauro, Gallo, Micillo, Salafia, Scerra, Sportiello, Traversi, Tuzi, Varrica, Zolezzi, Pignatone».

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Novelli n. 4-12123 del 18 maggio 2022;

   interpellanza urgente Torromino n. 2-01550 del 28 giugno 2022.