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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 1 giugno 2022

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   SIRAGUSA, DORI, ROMANIELLO, PAOLO NICOLÒ ROMANO e MENGA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da recenti notizie apparse sulla stampa, si apprende che il Consiglio regionale della Lombardia il 24 maggio 2022 avrebbe approvato una proposta di legge recante «Valorizzazione della cultura e della tradizione lombarda dello spiedo bresciano di altri preparati a base di selvaggina»;

   secondo l'articolo 4 della legge approvata dal Consiglio regionale lombardo, i cacciatori potranno cedere a titolo gratuito a ristoranti e a sagre «un numero non superiore a centocinquanta capi all'anno di selvaggina selvatica piccola, legittimamente cacciata, da utilizzare per la preparazione dello spiedo bresciano e altri piatti tradizionali lombardi a base di selvaggina»;

   la cessione gratuita della selvaggina ai ristoratori, che a sua volta diventerebbe ingrediente alla base nei piatti «tipici» commercializzati dai ristoratori, aggirerebbe di fatto la direttiva 2009/147/CE «Uccelli» e le norme nazionali di recepimento, che vietano il commercio dell'avifauna, con alcune eccezioni, per evitare che la leva economica diventi ulteriore stimolo all'esercizio venatorio, con gravissime ricadute sullo stato di conservazione delle specie;

   l'immissione sul mercato delle carni di selvaggina selvatica, al pari di altri animali selvatici, stante la necessaria valutazione della prevalenza di parassiti e di altri agenti zoonotici, responsabili di trichinellosi, echinoccocosi, toxoplasmosi, brucellosi, tubercolosi ed altro, deve essere sottoposta all'osservanza di rigorose norme in materia di igiene degli alimenti di origine animale;

   la fornitura di «piccoli quantitativi» di selvaggina selvatica o di carne di selvaggina selvatica dal cacciatore direttamente al consumatore finale o agli esercizi di commercio al dettaglio o di somministrazione a livello locale, che riforniscono il consumatore finale è esclusa dall'ambito di applicazione del regolamento (CE) 853/2004 (articolo 1, paragrafo 3, lettera e) il quale comunque lascia agli Stati membri la possibilità di disciplinare tale attività;

   la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano, il 25 marzo 2021 ha siglato l'intesa ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131 concernente le «Linee guida in materia di igiene delle carni di selvaggina selvatica», mediante le quali ha disciplinato tale attività, definendo tra l'altro il «piccolo quantitativo» in unità/anno di selvaggina o di carne selvatica cedibile dal cacciatore direttamente al consumatore finale o agli esercizi di commercio al dettaglio –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza delle norme contenute nella recente legge approvata dal Consiglio regionale della Lombardia recante «Valorizzazione della cultura e della tradizione lombarda dello spiedo bresciano di altri preparati a base di selvaggina», quale sia il rapporto con le «Linee guida in materia di igiene delle carni di selvaggina selvatica» di cui all'intesa del 25 marzo 2021 e se intendano valutare la possibilità di promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Consulta per contrasto con il secondo comma, lettera s), dell'articolo 117 della Costituzione stante la riduzione in peius del livello di tutela della fauna selvatica stabilito dalla legislazione nazionale.
(3-03009)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARBUTO e GRIPPA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   Crotone rientra nel Sin Crotone-Cassano-Cerchiara, dove deve essere portata a termine senza ulteriore indugio la bonifica;

   dal 28 giugno 2018, scaduto il mandato del commissario straordinario, dottoressa Elisabetta Belli, non è stato ancora nominato il suo successore, nonostante i reiterati solleciti dell'interrogante;

   da ultimo è stata presentata l'interpellanza urgente n. 2-01418, annunciata nella seduta n. 634 dell'8 febbraio 2022, alla quale ha dato risposta, nella seduta 636 dell'11 febbraio 2022, il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, Rossano Sasso;

   in risposta all'ennesima richiesta di nomina del commissario straordinario delegato a coordinare, accelerare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel Sin di Crotone, il Sottosegretario Sasso, ha ricordato che la regione Calabria, il Ministero della transizione ecologica, la Presidenza del Consiglio dei ministri e l'Ufficio del commissario delegato per l'emergenza ambientale in Calabria, hanno agito davanti al tribunale di Milano nei confronti di Syndial Spa, oggi Eni Rewind Spa, per il risarcimento del danno ambientale nel sito di Crotone, vedendo accolte con la sentenza n. 2536, pubblicata il 28 febbraio 2012 e passata in giudicato, le richieste risarcitorie;

   l'articolo 4-ter del decreto-legge n. 145 del 2013 ha destinato le somme liquidate con la sopracitata sentenza del Tribunale di Milano per l'attuazione degli interventi di bonifica e la riparazione del danno ambientale del Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara, prevedendo la nomina di un commissario straordinario;

   tuttavia, la principale causa della mancata nomina del nuovo commissario straordinario risiederebbe negli stringenti requisiti richiesti alla figura del commissario stesso, dettati dalla normativa di riferimento, che condizionano l'individuazione del soggetto ritenuto idoneo alla carica;

   l'estensione della normativa di riferimento alla materia del Sin non ha consentito di individuare un soggetto che, per la complessità dei diversi adempimenti previsti dall'incarico, sarebbe dovuto provenire dalla pubblica amministrazione, oltre che possedere consolidate competenze in campo ambientale;

   pertanto, il Sottosegretario Sasso, nella sua risposta, annunciava che la nomina sarebbe stata effettuata senz'altro dopo la modifica dell'articolo 4-ter del decreto-legge n. 145 del 2013 operata di recente con l'articolo 17-octies, comma 6, lettera b), del decreto-legge n. 80 del 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 113 del 2021, nonché con la imminente discussione, all'epoca, nell'ambito dell'iter di conversione del decreto-legge n. 228 del 2021, cosiddetto Proroga termini, di un emendamento volto a rafforzare i poteri commissariali in materia di misure di prevenzione e per il ripristino ambientale, conforme all'Allegato 3, parte sesta, del decreto legislativo n. 152 del 2006 anche per i siti di interesse nazionale;

   in tal modo, con l'auspicato completamento del quadro giuridico di riferimento, si sarebbe potuto procedere con la massima celerità alla nomina del commissario, al fine di dare corso agli improcrastinabili interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel Sin di Crotone. Orbene, nonostante siano trascorsi ulteriori tre mesi e mezzo, ancora non è stato nominato il nuovo commissario straordinario;

   l'ormai ingiustificabile ritardo continua ad esporre l'intera popolazione a gravissimi rischi per la salute, oltre ad impedire lo sviluppo socio-economico della città di Crotone, che è a vocazione turistica e che attualmente occupa l'ultimo posto delle classifiche nazionali per prodotto interno lordo pro-capite e con un tasso di disoccupazione giovanile che supera il 50 per cento –:

   se il Governo sia a conoscenza della gravissima situazione di allarme ambientale in cui versa il Sin di Crotone e quali iniziative intenda adottare per colmare l'irragionevole ritardo accumulato nella nomina del commissario straordinario che coordini, acceleri e promuova la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale e vigili sulla gestione delle somme impiegate;

   quali iniziative intendano adottare per impedire che il territorio della provincia di Crotone e la sua popolazione, che hanno già pagato un prezzo altissimo dal punto di vista ambientale, continuino ad essere esposti al rischio di contaminazione determinato dalla presenza di sostanze tossiche e radioattive.
(5-08196)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta scritta:


   SPADONI, ELISA TRIPODI, ASCARI, VILLANI, GRIPPA, PAPIRO e MARTINCIGLIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 26 novembre 2020, con riferimento alla situazione in Polonia, il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione nella quale si sottolinea che rendere illegale l'aborto nei casi di gravi e irreversibili difetti fetali mette a rischio la salute e la vita delle donne, poiché la maggior parte degli aborti legali nel Paese viene eseguita per tali motivi. Vietare tale opzione, che ha rappresentato il 96 per cento delle interruzioni legali di gravidanza in Polonia nel 2019 (1.074 su 1.110), comporterebbe un aumento degli aborti clandestini, pericolosi per la vita;

   il 27 gennaio 2021 è entrata in vigore in Polonia una nuova normativa in materia di interruzione di gravidanza, basata su una sentenza del Tribunale costituzionale polacco del 22 ottobre 2020;

   tale disciplina vieta l'interruzione volontaria di gravidanza, salvo in caso di incesto o stupro – accertato da un giudice – oppure in caso di pericolo per la vita della madre;

   ne consegue che le cittadine polacche sono costrette a portare avanti forzatamente le gravidanze anche in presenza di feti con anomalie congenite e malformazioni gravissime, per questo esposti a una quasi certa mortalità post partum. Sono in corso di esame al Parlamento polacco proposte di legge che sanzionano penalmente l'educazione sessuale, per promuovere la fuoriuscita dalla Convenzione di Istanbul e per prevedere che le donne che abortiscono siano passibili di incriminazione per omicidio aggravato con una pena di 25 anni;

   secondo le organizzazioni per i diritti delle donne, circa 200.000 donne polacche praticano aborti illegali ogni anno o viaggiano in altri Paesi. Gli attivisti per i diritti umani temono che questo numero continui a crescere a causa di regole sempre più rigide;

   l'aborto legale in Ucraina, cosiddetto «su richiesta», è possibile fino a 12 settimane di gravidanza. In Polonia, sebbene l'aborto sia possibile per sospetto di reato, è necessario passare attraverso una procedura lunga e mentalmente estenuante, che prevede il contatto con la polizia, il superamento di una visita medica e quindi l'ottenimento del consenso della procura;

   come si apprende da notizie di stampa da quando è scoppiata la guerra le donne ucraine sono vittime di brutali stupri da parte dell'esercito russo. Lo stupro, e quindi lo stupro in guerra, può causare gravi lesioni alle sue vittime e l'impossibilità di interrompere una gravidanza indesiderata è un onere aggiuntivo;

   «Il potere distruttivo dell'esperienza dello stupro nella dimensione intrapsicologica è paragonabile al potere del trauma potenzialmente letale. Una persona emotivamente violentata affronta l'esperienza di un'esperienza di pre-morte. Quindi, per lei, è un'esperienza emotiva estremamente stressante, che spesso lascia tracce per la vita. Dopodiché, è difficile ritrovare un senso di sicurezza, la convinzione che il mondo sia un buon posto,» – ha affermato Yolanta Zboynska, presidente del Pomerania Center for Psychotraumatology;

   le organizzazioni pro-aborto come la Abortion Dream Team dal 1o marzo 2022 hanno ricevuto novantanove richieste di aiuto da parte di donne ucraine che chiedevano loro informazioni, spiegando che hanno paura di andare in Polonia proprio per le difficoltà ad abortire spesso preferiscono rimanere in Ucraina nonostante la guerra;

   per questo motivo, le donne ucraine fuggite in Polonia sono confuse e spaventate. Essendo state violentate durante la guerra, non hanno alcuna possibilità di ricevere la «conferma» che il crimine è stato commesso contro di loro. In Polonia, non hanno l'opportunità di dimostrare di aver attraversato l'inferno;

   in questi giorni, il 18 maggio, presso la Commissione esteri della Camera è stata audita la commissaria della Verkhovna Rada per i diritti umani, l'onorevole Liudmyla Denisova, la quale ha ricordato le 25 ragazze di età compresa tra i 17 e 24 anni che in 24 giorni hanno denunciato di essere state stuprate dai russi, di cui 9 erano incinte; queste giovani ragazze erano scappate in Polonia, ma, vedendosi negato il diritto ad abortire, sono state spostate in Germania –:

   in che modo l'Italia si stia adoperando, per quanto di competenza, per la popolazione ucraina, in particolare per tutelare le donne che sono rimaste incinte in seguito a violenze da parte dei russi e che ora sono scappate in Polonia dove viene loro negato il diritto all'aborto.
(4-12253)


   CORDA, LEDA VOLPI e MASSIMO ENRICO BARONI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 23 dicembre 2020 il governatore della Florida, in applicazione dell'articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, ha accolto l'istanza di Chico Forti di scontare la pena nel proprio Paese e ha apposto la firma sull'atto per il suo trasferimento in Italia;

   nello stesso giorno è arrivata la comunicazione ufficiale dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale con l'annuncio del rientro di Chico Forti in Italia;

   sono, ormai, trascorsi quasi due anni da quell'annuncio e sulla vicenda è ripiombato un silenzio preoccupante;

   Chico Forti è ancora rinchiuso in un carcere della Florida e non si hanno più notizie sullo stato del procedimento per il suo trasferimento in Italia –:

   per quali motivi, dopo tante promesse, Chico Forti sia ancora detenuto in America;

   quale sia lo stato della procedura di trasferimento di Chico Forti in Italia.
(4-12257)

DIFESA

Interrogazione a risposta orale:


   VALLASCAS e CABRAS. — Al Ministro della difesa, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   alcuni organi di stampa della Sardegna hanno dato la notizia secondo la quale il 6 maggio 2022 si è aperta l'udienza preliminare, davanti al Gup del Tribunale di Cagliari, che dovrà valutare la «richiesta di celebrare un processo [...] nei confronti dell'attuale capo del Comitato militare dell'Unione europea ed ex Capo di Stato Maggiore, Claudio Graziano (69 anni), indagato assieme ai predecessori Danilo Errico (69), Domenico Rossi (71, l'unico presente in aula), Sandro Santroni (72) e Giuseppe Valotto (76 anni)»;

   i cinque alti generali, tutti ex capi di Stato maggiore, sono accusati di «disastro ambientale nell'ambito dell'inchiesta della procura di Cagliari sugli effetti di anni di esercitazioni militari nel poligono di Capo Teulada»;

   in particolare, le indagini vertono sullo «stato di compromissione e devastazione ambientale della cosiddetta “penisola Delta, il cuore del poligono”: un angolo di costa di nemmeno tre chilometri quadrati dove nel giro di pochi anni, dal 2008 al 2016, furono sparati 860 mila colpi di addestramento, con 11.875 missili, pari a 556 tonnellate di materiale bellico»;

   secondo quanto riportava il 28 aprile 2022 il Fatto Quotidiano, «Nel capo d'imputazione si legge della “penisola (detta Delta, o anche ‘interdetta’ perché vietata dagli anni 70) utilizzata come bersaglio da terra e da mare”, dell'“elevatissimo numero di colpi – tra artiglieria pesante, razzi e missili anticarro – non inferiori, nel periodo del 2010 al settembre 2014, a complessivi 686.000 con grave impatto sulla morfologia del territorio e dispersione di metalli pesanti”; della presunta violazione degli “obblighi imposti dal decreto del Ministro della difesa datato 22 ottobre 2009, riguardanti le procedure di gestione, stoccaggio, recupero e smaltimento dei rifiuti”; degli “estesi crateri prodotti dall'impatto e dall'esplosione di missili e munizioni” e di “fenomeni di erosione idrica ed eolica sino a determinare in più punti l'affioramento roccioso del substrato con gravi ripercussioni sulla flora e sulla fauna”»;

   il pubblico ministero aveva chiesto l'archiviazione nel 2019, argomentando «circa l'inesistenza del nesso di causalità tra le possibili sostanze contaminanti e le malattie – in genere leucemie e linfomi – che hanno colpito una trentina tra civili e militari, alcuni deceduti, come sulle “difformità di lettura e di interpretazione” del decreto del 2009»;

   la richiesta di archiviazione è stata respinta dalla Gip «a seguito delle opposizioni dei legali delle vittime, ordinando l'imputazione coatta per il disastro a nuove indagini sull'ipotesi di omicidio colposo e lesioni colpose», quest'ultima accusa è stata archiviata per Graziano perché i fatti risalirebbero a prima del suo incarico allo Stato maggiore, per gli altri è stata chiesta una «superperizia, ma l'incidente probatorio non è ancora iniziato»;

   per il disastro il pubblico ministero «ha individuato le persone offese nel Ministero dell'ambiente, nella regione Sardegna e nel comune di Teulada»;

   la vicenda esposta appare di estrema gravità sia per l'ipotizzata correlazione esistente tra attività del poligono e l'insorgenza di gravi patologie tra civili e militari, sia per il danno provocato all'ambiente, tutte circostanze che richiedono un immediato chiarimento da parte dei Ministri interrogati, indipendentemente dagli esiti dell'inchiesta –:

   se il Governo sia in possesso di informazioni in merito allo stato dell'ambiente e alla salute pubblica nel territorio e tra le comunità interessate e se non intenda promuovere un'inchiesta al fine di valutare il danno ambientale e l'insorgenza di patologie in relazione all'attività nel poligono;

   se il Ministero della transizione ecologica non intenda costituirsi parte civile nel procedimento in corso a Cagliari.
(3-03010)

Interrogazione a risposta scritta:


   GOLINELLI e FERRARI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'ex Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, che ricopre la carica di generale dell'Arma dei carabinieri forestali, è pubblicamente intervenuto su una lettera che l'attuale Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha inviato al Commissario europeo per ambiente, oceani e pesca, Virginijus Sinkevičius, con la finalità di ottenere una posizione omogenea, a livello europeo, in materia di key concepts e di conservazione degli uccelli migratori;

   l'ex Ministro ha infatti commentato tale lettera su una piattaforma social esprimendo giudizi negativi sull'operato del Governo, più precisamente del Ministro Cingolani, e proponendo iniziative politiche di contrasto –:

   se il Ministro interrogato ritenga che le dichiarazioni del generale Sergio Costa, di cui in premessa, siano compatibili con il ruolo istituzionale ricoperto.
(4-12265)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CENTEMERO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 10 novembre 2021 è entrato in vigore il nuovo regolamento Ue n. 2020/1503 relativo ai fornitori europei di servizi di crowdfunding per le imprese, con l'obiettivo di armonizzare le regole di comportamento a livello europeo e aumentare sia le capacità di raccolta sul mercato dei capitali che quelle di investimento su base transfrontaliera;

   in particolare, il sopracitato regolamento modifica le regole per le piattaforme lending-crowdfunding e investment crowdfunding e introduce limiti uniformi nella raccolta di capitali pari a 5 milioni di euro, sollecitando i fornitori di servizi a una maggiore professionalità, chiarezza e trasparenza per proteggere gli investitori da possibili perdite;

   l'ambito di applicazione di tale quadro normativo riguarda esclusivamente due modelli finanziari del crowdfunding, l'equity crowdfunding e il social lending; sono esclusi i prestiti peer-to-peer ai privati;

   attualmente vige un periodo transitorio che riconosce la possibilità ai fornitori di servizi di crowdfunding di continuare, conformemente al diritto nazionale applicabile, a prestare servizi di crowdfunding che sono inclusi nell'ambito di applicazione del regolamento fino al 10 novembre 2022 o fino al rilascio di un'autorizzazione di cui all'articolo 12, se tale data è anteriore;

   nella fase di applicazione della normativa comunitaria nella legislazione nazionale, l'Italia – come tutti gli altri Stati membri – ha la notevole responsabilità di designare un'autorità nazionale, che possa concedere le autorizzazioni alle piattaforme, gestire il periodo transitorio e dettare le regole nazionali in materia di marketing e promozione delle campagne;

   tuttavia, ad oggi, a differenza di quanto accade in altri Paesi europei, come Francia e Spagna, che sono più avanti nel recepimento della normativa comunitaria, in Italia non risulta ancora assunta alcuna decisione con riferimento alla designazione di un'autorità nazionale preposta al riconoscimento delle autorizzazioni alle piattaforme del settore, con un ritardo che sta mettendo in allarme imprese e investitori e che potrebbe determinare gravi conseguenze sul mercato nazionale;

   le circa 100 piattaforme italiane di equity e lending crowdfunding, se impossibilitate a iniziare il procedimento di autorizzazione, rischiano di dover cessare la loro attività alla scadenza del periodo transitorio, fissata, per l'appunto, a fine novembre 2022, potendone conseguire uno scenario in cui operatori esteri siano autorizzati alla raccolta di capitali anche in Italia e operatori italiani siano esclusi persino dal mercato domestico –:

   entro quali tempistiche il Governo intenda procedere alla designazione di un'autorità nazionale, che possa concedere le autorizzazioni alle piattaforme di cui in premessa, in applicazione di quanto previsto dal regolamento Ue n. 2020/1503.
(5-08199)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CORDA, LEDA VOLPI e MASSIMO ENRICO BARONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, ha disposto, all'articolo 1, la rimessione in termini per la rottamazione-ter e saldo e stralcio con la possibilità del versamento delle rate da corrispondere per gli anni 2020 e 2021 ai fini delle definizioni agevolate entro il 9 dicembre 2021;

   recentemente, il decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, convertito dalla legge 25 febbraio 2022, n. 15, cosiddetto «Milleproroghe», all'articolo 2-ter, ha previsto una nuova rateizzazione delle cartelle solo per i decaduti da piani di dilazione ordinari con esclusione per i decaduti dalla pace fiscale;

   il decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, cosiddetto «decreto Sostegni-ter», convertito dalla legge 28 marzo 2022, n. 25, ha previsto la riammissione ai benefici della definizione agevolata per i contribuenti decaduti a causa del mancato, tardivo o insufficiente pagamento, entro il 9 dicembre 2021, delle rate in scadenza negli anni 2020 e 2021;

   in particolare, i contribuenti che non hanno corrisposto le rate 2020 e 2021, sono riammessi ai benefici della definizione agevolata, effettuando il pagamento delle somme dovute in un'unica soluzione;

   sono circa 550 mila i contribuenti che non sono riusciti a saldare la rate in scadenza il 9 dicembre 2021 e la possibilità di una ripresa economica, considerati i fattori di crisi, sembra quanto mai ancora lontana –:

   se intenda adottare iniziative per introdurre misure emergenziali per i contribuenti decaduti dalla pace fiscale al 9 dicembre 2021 con la possibilità di ripresentare ulteriori richieste di rateizzazione senza dover saldare in un unico versamento le rate del precedente piano non versate.
(4-12258)


   TUZI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con la legge 27 dicembre 2013, n. 147, articolo n. 1, comma 48, lettera c), è stato istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze il Fondo di garanzia mutui per la prima casa, cosiddetto Fondo prima casa che offre una garanzia pubblica, con controgaranzia dello Stato, sul mutuo per l'acquisto della prima casa;

   il decreto-legge n. 73 del 2021, all'articolo 64, ha modificato la predetta norma, incrementando le risorse del Fondo, innalzandola misura massima della garanzia statale e in ordine all'individuazione delle categorie riconosciute prioritarie nell'accesso ai benefici disposti, inserendovi tutti i giovani al di sotto dei 36 anni di età;

   con la legge 30 dicembre 2021, n. 234, i nuovi benefici sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2022;

   per accedere al Fondo è stato inoltre previsto che il tasso effettivo globale (Teg) dell'operazione non possa mai essere superiore al tasso effettivo globale medio (Tegm) sui mutui con garanzia ipotecaria pubblicato trimestralmente dal Ministero dell'economia e delle finanze, ai sensi della legge 7 marzo 1996, n. 108;

   il Tegm attuale è pari all'1,99 per cento ed è calcolato sulla base dei tassi applicati dal sistema nel secondo trimestre antecedente a quello di applicazione;

   l'evoluzione dei tassi di mercato nel corso del 2022, confermata anche dalle dinamiche rialziste delle ultime settimane, ha comportato un rialzo dei tassi d'interesse sui mercati finanziari, causando un avvicinamento dei tassi al Tegm;

   come si apprende a mezzo stampa, la tendenza delle banche va nella direzione di sospendere l'offerta agevolata –:

   se e quali iniziative intenda adottare al fine di evitare che venga compromessa la piena operatività del Fondo prima casa.
(4-12259)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   TURRI, BISA, TOMASI, MORRONE, TATEO, PAOLINI, POTENTI, MARCHETTI e DI MURO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   negli scorsi giorni, nella casa circondariale di Verona, è avvenuta l'aggressione di un detenuto nordafricano, già protagonista di numerosi precedenti eventi critici, ai danni del medico di guardia per futili motivi. Successivamente, con delle lamette, ha aggredito gli agenti di polizia penitenziaria intervenuti sul posto e, prima di essere bloccato, ferito ad un orecchio un assistente capo coordinatore che è dovuto ricorrere alle cure ospedaliere per punti di sutura;

   le carceri sono ormai una polveriera e le aggressioni al personale di polizia penitenziaria, ormai esasperato, sono all'ordine del giorno;

   l'uso del taser costituirebbe un passo importante verso la direzione della tutela dell'incolumità fisica degli agenti e del mantenimento dell'ordine e della disciplina delle carceri italiane e l'utilizzo di questo tipo di dissuasore elettrico può risolvere, sul nascere, molti eventi critici che quotidianamente si verificano negli istituti penitenziari. Si tratta di uno strumento con il quale si può fare prevenzione e, se necessario, repressione alle azioni violente dei detenuti che non rispettano le regole penitenziarie e che privilegiano la via dell'aggressione fisica, spesso con l'ausilio di armi rudimentali, nei confronti del personale di polizia penitenziaria, che deve contrastarla a mani nude;

   il Ministro della giustizia, alle interrogazioni a risposta immediata in Assemblea del gruppo Lega, (n. 3-02832) alla Camera e (n. 3-03241) al Senato, in cui si chiedeva lumi sulla dotazione di taser per gli agenti della polizia penitenziaria, ha risposto che i taser sono armi a tutti gli effetti: la polizia penitenziaria è stata esclusa dalla sperimentazione perché le armi in carcere non possono entrare. Le pistole a impulsi elettrici potrebbero essere sperimentate in casi critici, come gli interventi antisommossa;

   inoltre, per la legge dello Stato si tratta di armi a tutti gli effetti, il cui impiego deve conseguentemente sottostare al complesso delle vigenti regole in materia, in particolare a quelle relative alle cosiddette armi di reparto. Il personale della Polizia Penitenziaria riceve regolarmente in dotazione un'arma di ordinanza che, tuttavia, non può essere introdotta nelle sezioni delle carceri per ragioni di sicurezza. Al contrario, in caso di eventi critici e su specifica autorizzazione concessa dal direttore del carcere, solo in casi definiti dal Regolamento come «eccezionali», il personale in servizio può utilizzare le dotazioni di reparto, cioè manganelli, caschi e scudi protettivi e maschere antigas. Secondo il Ministro, il taser dovrebbe rientrare in questa categoria di strumenti, appunto le armi di reparto, però con tutte le garanzie del caso;

   le indicazioni del Comitato europeo per la prevenzione della tortura, riconoscono alle autorità nazionali la possibilità di dotare le loro forze dell'ordine di strumenti del genere, ma chiedono però che l'introduzione di esse sia il risultato di un ampio dibattito pubblico in sede parlamentare e nell'ambito dell'Esecutivo, poiché i criteri vengano definiti per legge e applicati secondo specifiche regolamentazioni, fissando altresì dei princìpi generali di necessità, sussidiarietà, proporzionalità, dissuasione e precauzione;

   ci si augura che si avvii rapidamente la sperimentazione dell'utilizzo del taser anche negli istituti penitenziari, dopo l'inerzia che ha contraddistinto l'azione del Dicastero della giustizia, che non si è voluto unire a quelli di cui fanno parte le altre forze di polizia, perché la polizia penitenziaria costituisce il baluardo della legalità e del contrasto alla criminalità in carcere ed esercita un ruolo fondamentale nel sistema sicurezza del Paese –:

   se il Ministro, alla luce di quanto esposto in premessa, ritenga opportuno e indifferibile adottare iniziative per inserire le armi ad impulsi elettrici nelle dotazioni di reparto e, contemporaneamente, promuovere le attività di formazione degli agenti di polizia penitenziaria, sull'utilizzo delle armi ad impulsi elettrici.
(4-12255)


   CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il Consiglio superiore della magistratura (Csm) negli ultimi due anni è stato travolto da scandali che hanno generato dubbi sull'indipendenza ed autonomia che l'organo di rilevanza costituzionale dovrebbe possedere e tutelare;

   partendo dalle dichiarazioni rese in sede giudiziaria dal dottor Luca Palamara e riportate nel suo libro «Il Sistema» fino a giungere a quelle recenti del senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva, nel suo libro «Il Mostro», continuano ad emergere sconcertanti notizie sul ruolo delle correnti all'interno del Csm e sulla commistione di poteri tra importanti esponenti dell'ordine giudiziario, politici ed imprenditori finalizzati a favorire le nomine dei più prestigiosi incarichi nell'amministrazione della giustizia;

   da ultimo, come si apprende da organi di stampa, il senatore Renzi nel suo libro «Il Mostro» nel capitolo dedicato alla «Loggia Ungheria» fa riferimento al vicepresidente del Csm dottor David Ermini ed in particolare ai noti verbali contenenti le dichiarazioni dell'avvocato Piero Amara, imputato e principale testimone nel processo di corruzione contro Eni, in cui disvelerebbe l'esistenza della predetta loggia;

   in particolare, il senatore affermerebbe che «Ermini passerà alla storia come il vicepresidente del Csm che riceve un membro del Csm, uno dei più autorevoli e visibili peraltro, Piercamillo Davigo, e brucia o distrugge il materiale ufficiale, proveniente dalla procura di Milano, che Davigo gli consegna, comprovante l'esistenza di una loggia segreta che avrebbe impattato sulla vita delle istituzioni»;

   tali dichiarazioni si aggiungono ad altre già formulate nel 2021 dal senatore Renzi nei confronti del dottor Ermini, quando, nel corso di una puntata di «Quarta Repubblica», lo stesso si disse pentito di aver fatto eleggere vicepresidente del Csm prima Giovanni Legnini e poi Davide Ermini, in quanto Ermini non si sarebbe dovuto scandalizzare per le cene di Luca Palamara con Cosimo Ferri e Luca Lotti poiché «è proprio grazie a una di quelle cene che fu scelto Ermini come vicepresidente del Csm»: quest'ultima circostanza sarebbe stata nuovamente riportata dal senatore Renzi anche in recenti dichiarazioni in cui confermerebbe la nomina a vicepresidente del Csm del dottor Ermini tramite il «metodo Palamara» non per il merito del curriculum, ma per accordi correntizi tra politici, magistrati ed imprenditori;

   il dottor Ermini avrebbe replicato al senatore sostenendo la falsità e la temerarietà delle accuse sollevate in relazione ai noti verbali, adducendo che il cartaceo mostratogli dal dottor Davigo fosse una copia informale, priva di ufficialità, di origine del tutto incerta e in quanto tale senza valore e irricevibile;

   a parere dell'interrogante, lo scambio di accuse tra Renzi ed Ermini è di una gravità inaudita, il cui merito e fondatezza verrà valutato nelle opportune sedi disciplinari e giudiziarie, ma dimostrano a parere dell'interrogante in modo incontrovertibile l'impossibilità per il Csm di poter continuare a svolgere le proprie funzioni;

   i recenti scandali giudiziari renderebbero evidente a giudizio dell'interrogante la necessità di procedere allo scioglimento del Csm poiché le dimissioni e le sospensioni di alcuni componenti avvenute negli ultimi due anni non hanno in alcun modo fatto venir meno i legittimi dubbi in ordine al corretto ed effettivo rispetto dei principi dell'autonomia e dell'indipendenza dell'organo;

   ciò che più preoccupa, inoltre, è il fatto che dallo «scandalo Palamara» sino ad oggi ci sono stati continui ricorsi e sentenze sfavorevoli da parte della giustizia amministrativa e diverse nomine importanti nell'ambito del sistema giudiziario che in quanto tali avrebbero avuto bisogno di un Csm pienamente legittimato e non di un organo su cui vi sono molteplici ombre di sospetto, in cui continuano ad esservi componenti i cui nomi sono emersi nelle conversazioni di Palamara e nei cui confronti non è stato assunto alcun provvedimento disciplinare;

   quanto sta accadendo comporta inevitabilmente ricadute anche a livello sociale generando nei cittadini sfiducia e perplessità nei confronti della giustizia –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, di carattere normativo, intenda adottare al fine di salvaguardare credibilità ed onorabilità del Consiglio superiore della magistratura.
(4-12266)


   FRATOIANNI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 12 maggio 2022 la Procura di Torino ha emesso 11 misure cautelari (tre in carcere, quattro agli arresti domiciliari e altrettanti con obblighi di firma) nei confronti di partecipanti al corteo studentesco svoltosi a Torino il 18 febbraio 2022 nell'ambito della mobilitazione nazionale studentesca contro l'alternanza scuola-lavoro e di commemorazione per i giovani Lorenzo e Giuseppe che hanno perso la vita mentre erano impegnati nei PCTO (ex alternanza scuola-lavoro), il primo schiacciato da una trave d'acciaio in una fabbrica siderurgica e il secondo a seguito di un incidente stradale mentre si trovava sul furgoncino della ditta;

   tra gennaio e febbraio 2022 si sono svolte numerose manifestazioni studentesche in molte città contro i PCTO introdotti con la «Buona scuola» e in particolare a Torino, Milano, Napoli le forze dell'ordine si sono scontrate con i manifestanti e a seguito delle cariche della Polizia sono rimasti feriti diversi studenti;

   la dura e sproporzionata reazione delle forze dell'ordine contro gli studenti alle manifestazioni del 23 e del 28 gennaio 2022 è stata stigmatizzata da più parti politiche, la stessa Ministra dell'interno nei giorni successivi giudicò «incresciose» le manganellate agli studenti e dichiarò che le immagini disponibili erano a disposizione della magistratura affinché fosse nelle piene condizioni di accertare la dinamica dei fatti e le responsabilità, anche quelle eventuali della polizia;

   durante la successiva manifestazione del 18 febbraio 2022 a Torino si sono nuovamente verificate delle tensioni davanti alla sede dell'Unione Industriale tra manifestanti e forze dell'ordine;

   agli studenti raggiunti dalle suddette misure cautelari vendono contestati dei reati riferibili a quei disordini;

   le persone raggiunte dal provvedimento di custodia cautelare si trovano private della loro libertà, alcune addirittura in carcere da settimane, per fatti accaduti 3 mesi fa;

   il 27 maggio 2022, il Tribunale del Riesame ha confermato la carcerazione preventiva per una delle persone indagate, dell'età di 20 anni, e ha disposto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e divieto di comunicazione e visite per altre due persone inizialmente sottoposte a carcerazione preventiva;

   pur rispettando l'iter giudiziario e il lavoro della magistratura che stabilirà eventuali responsabilità individuali, l'applicazione di tali misure cautelari, per di più a mesi di distanza, risulta all'interrogante totalmente sproporzionata, considerando anche che le persone colpite sono molto giovani e incensurate;

   ciò che è accaduto e continua ad accadere ai danni degli studenti e delle studentesse che hanno deciso legittimamente di manifestare per la tragica e violenta morte di loro coetanei e per chiedere di fermare i PCTO desta molta preoccupazione a causa dell'atteggiamento assunto sia dalle forze dell'ordine durante le manifestazioni di piazza, per i cui comportamenti non risulta peraltro avviato alcun procedimento disciplinare, sia da parte della magistratura che, come a Torino, ha fatto ricorso a provvedimenti di custodia cautelare apparentemente non necessari;

   gli importanti temi posti dal movimento studentesco vanno ascoltati e raccolti dalle istituzioni, non silenziati e repressi facendo apparire tali mobilitazioni come provenienti da piccole frange violente e non rappresentative;

   un tale utilizzo delle misure cautelari appare all'interrogante potenzialmente lesivo dei diritti degli indagati e l'auspicio è quello che il ricorso a tali misure venga ridotto soltanto a casi e a periodi temporali in cui la stessa appaia davvero indispensabile –:

   se la Ministra interrogata sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non intenda, per quanto di competenza e nei limiti dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura promuovere, alla luce dei fatti richiamati, al più ampia riflessione sull'istituto della custodia cautelare e sui connessi aspetti applicativi, anche al fine dell'eventuale adozione di iniziative normative al riguardo.
(4-12267)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMOLDI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito degli accordi europei per lo sviluppo delle reti ferroviarie ad alta velocità e delle infrastrutture transfrontaliere strategiche definite dalla legge 21 dicembre 2001, n. 443 («legge obiettivo»), la linea Milano-Como-Chiasso è destinata a diventare una linea ad alta velocità a prevalenza merci collegata alla galleria svizzera del Gottardo (progetto elvetico «Alptransit»);

   la galleria monzese, realizzata a metà dell'ottocento e lunga poco meno di mezzo chilometro, costituisce un perno del passaggio dei treni merci che arrivano dal nord Europa e che si dirigono verso i porti italiani con una media di 250 transiti giornalieri di convogli lunghi 750 metri, composti da carrelli porta container e porta semirimorchi, lunghi fino a 800 metri, con un ingombro di 4 metri in altezza e un carico medio che supera le 2.000 tonnellate ciascuno; si stima che nel 13 per cento dei casi il materiale trasportato sia classificato come pericoloso;

   questi treni merci transitano dentro la città di Monza, nelle zone del centro storico, a ogni ora del giorno e della notte in una galleria che conserva ad oggi caratteristiche di pericolosità molto elevate e che non rispetta i requisiti minimi di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda il transito dei treni merci che trasportano materiali pericolosi o esplodenti;

   per l'adeguamento della linea era inizialmente previsto il quadruplicamento dei binari tra Monza e Chiasso, poi sostituito, per mancanza di risorse, con il potenziamento di quelli esistenti e con la modifica degli armamenti di linea, delle stazioni e degli spazi necessari per i nuovi ingombri, ma ad oggi non risultano attuate opere di messa in sicurezza o di dirottamento del traffico merci –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di sottoporre la galleria a delle preventive e complete verifiche statiche e di sicurezza e di prevedere, come suggerito da cittadini ed esperti, il dirottamento di parte dei treni su percorsi alternativi più idonei al transito dei treni merci.
(4-12254)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   SCUTELLÀ e GRIPPA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la recrudescenza criminale nella Sibaritide ha raggiunto livelli allarmanti, considerato che quotidianamente si consumano atti di matrice delinquenziale come omicidi, tentati omicidi, atti intimidatori e incendiari, risse, rapine ed aggressioni;

   gli ultimi anni consegnano alla cronaca nera del territorio una miriade di omicidi eccellenti, tra questi l'omicidio del boss Leonardo Portoraro che nel giugno 2018 venne crivellato a colpi di kalashnikov, in pieno giorno, davanti al suo bar-ristorante di Villapiana; l'uccisione nel luglio 2019 nelle campagne di frazione Apollinara, tra Corigliano Rossano e Spezzano Albanese, a colpi di kalashnikov di Pietro Greco e Francesco Romano; nel giugno 2020 a Cassano allo Ionio, l'omicidio di Francesco Elia, ex collaboratore di giustizia e figlio del boss Alfredo Elia e, pochi mesi dopo, di Giuseppe Gaetani davanti alla sua abitazione di contrada Pantano di Cassano allo Ionio; così come nel mese di aprile del corrente anno l'uccisione di Maurizio Scorza e la sua compagna Hanene Hendhli;

   nonostante l'elevato grado di criminalità che insiste sul territorio, sono evidenti le difficoltà della Polizia di Stato di Castrovillari, come di Corigliano-Rossano, nel gestire la sequela di atti di criminalità che quotidianamente investono il territorio della Sibaritide;

   il Commissariato di P.S. di Corigliano-Rossano, ancora, in attesa che il relativo vertice sia elevato a primo dirigente, soffre un'atavica carenza di operatori di pubblica sicurezza che ne inficia l'operatività;

   il Commissariato di P.S. di Castrovillari, nonostante sia sito in una nuova e moderna struttura edilizia, resta deficitario di operatori e mezzi da oltre un decennio, tanto da non permettere, a volte, di mettere in strada neanche la sola volante a disposizione;

   non è più prorogabile un piano nuovo e rigoroso di rafforzamento che porti ad un'assegnazione delle nuove forze di polizia ai Commissariati di P.S. di Corigliano-Rossano e di Castrovillari per consentire agli operatori di pubblica sicurezza di adempiere al dovere a cui sono chiamati, quali difensori di un territorio martoriato e mortificato da continui episodi di criminalità –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra esposto;

   quali iniziative di competenza intenda adottare per superare definitivamente la carenza di personale nei commissariati indicati in premessa assicurando la presenza effettiva dello Stato sul territorio della Sibaritide.
(4-12256)


   BRESCIA, BILOTTI e TOFALO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   dall'inizio del 2022 si sono registrati numerosi casi di suicidi e di tentativi di suicidio tra gli appartenenti alle forze di polizia;

   a parere degli interroganti è importante indagare sui fattori alla base del fenomeno e, contestualmente, avviare percorsi di ascolto e supporto utili a non pregiudicare l'operatore e aiutarlo a superare il disagio senza il timore di pregiudicare le opportunità di carriera;

   con diversi atti fra cui la risoluzione n. 8-00056, approvata dalla Commissione difesa della Camera, il Movimento 5 Stelle aveva già affrontato questa problematica illustrando alcune linee di intervento –:

   quali iniziative concrete i Ministri interrogati intendano promuovere al fine di contrastare il fenomeno dei suicidi del personale di polizia.
(4-12260)


   DAVIDE AIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, ha svolto nelle giornate del 24 e 25 maggio 2022 una missione presso la prefettura della città di Trapani;

   nella giornata del 25 maggio sono stati auditi diversi rappresentanti delle logge massoniche operanti nelle città di Trapani, Marsala, Castelvetrano, Misiliscemi;

   nel corso della suddetta audizione in prefettura di quattro rappresentanti di altrettante obbedienze della massoneria locale, tra cui l'ex o uscente gran maestro della loggia Francisco Ferrer di Castelvetrano, il Presidente della Commissione, senatore Nicola Morra, si allontanava momentaneamente dall'aula chiedendo una breve sostituzione nel presiedere la seduta alla senatrice Margherita Corrado;

   per uscire dall'aula in cui si stava tenendo la predetta audizione il Presidente Morra ha tentato di aprire la porta che rispetto alla posizione in cui erano seduti gli onorevoli Commissari era presente sul lato sinistro della stanza;

   aprendo la porta il Presidente Morra trovava accostata alla stessa un soggetto che aveva certamente la possibilità di ascoltare i contenuti, anche segreti, dall'audizione in corso;

   l'uomo in questione si trovava nella sala adiacente a quella adibita dalla prefettura di Trapali allo svolgimento delle audizioni, ovvero in quella in cui erano presenti i successivi auditi ovvero i rappresentanti della massoneria locale ancora in fase di attesa;

   il soggetto in questione pare non avesse alcun titolo ad essere presente in prefettura poiché non risultava nell'elenco delle personalità convocate e da audire dalla Commissione parlamentare antimafia di cui il sottoscritto interrogante fa parte;

   a causa di tale episodio le audizioni sono state immediatamente sospese e l'intruso è stato successivamente identificato dal personale della polizia giudiziaria chiamato appositamente;

   ciò ha potuto compromettere la segretezza delle audizioni svolte fino a quel momento e quindi il lavoro stesso della Commissione parlamentare;

   va tutelato il lavoro della Commissione parlamentare d'inchiesta evitando di vanificare il lavoro svolto dal Presidente senatore Morra, dai commissari, dai consulenti e da tutta l'amministrazione che coadiuva la Commissione in questa delicata attività, finalizzata al contrasto delle organizzazioni criminali presenti sul territorio –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, sia a conoscenza dei fatti narrati in premessa;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere al fine di tutelare il lavoro e la riservatezza delle informazioni raccolte dalla Commissione parlamentare antimafia, laddove le attività della stessa siano svolte presso sedi quale quella indicata in premessa.
(4-12268)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   CALABRIA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   nel quindicesimo municipio di Roma, via Panettoni è divenuta un simbolo del degrado urbano ed emblematicamente narra come e perché si sia sviluppato anche a Roma, nei cinghiali ormai «urbanizzati», il virus della peste suina africana (Psa);

   per impedire il propagarsi della Psa sono state adottate misure di contenimento dei cinghiali. Anche in via Panettoni, per tenere lontani i cinghiali dall'immondizia in cui sono soliti rovistare per cercare cibo, sono state installate recinzioni attorno ai cassonetti dei rifiuti. Purtroppo inutilmente poiché, come i fatti di cronaca dimostrano, non hanno conseguito i risultati sperati ovvero contenere la Psa considerando che il virus si è diffuso in ulteriori località nel Lazio;

   si afferma ciò poiché un cittadino ha pubblicato su un social network un video nel quale, nonostante le protezioni, si vedono i cassonetti dell'immondizia dell'Ama collocati su via Panettoni presi d'assalto dai cinghiali per consumare gli scarti alimentari;

   il numero eccessivo di cinghiali e i disservizi di Ama, la società che dovrebbe garantire la raccolta dei rifiuti a Roma, sono divenuti problemi ancor più gravi che in passato. Il problema della proliferazione dei cinghiali non è più eludibile. C'è necessità di adottare soluzioni efficaci per garantirne la riduzione numerica. Solo in questo modo si potrà impedire la circolazione della Psa in tutta Italia;

   si ipotizza che a Roma la PSA si sia diffusa perché un cinghiale avrebbe rovistato nella spazzatura nutrendosi dei resti di un pasto contenente carne di suino proveniente dall'estero, infettando così altri cinghiali che potrebbero trasmettere la Psa ai suini allevati;

   come detto, nel mese di maggio 2023, prima a Roma poi anche nel territorio reatino, sono stati accertati focolai di Psa. Conseguentemente sono state prese le misure sanitarie previste e con una serie di ordinanze sono state delimitate le zone infette adottato, in queste zone, misure specifiche per 6 mesi, come la programmazione della macellazione immediata dei suini, il divieto di movimentazione dei sottoprodotti dei suini, delle carni fresche e i prodotti a base di carne e il divieto di movimentazione di fieno e paglia;

   per evitare i danni causati dai cinghiali, come ad esempio gli incidenti stradali, per salvaguardare le attività produttive agricole di Roma, il comune con la maggiore estensione di terreno agricolo in Europa, ad avviso dell'interrogante, si dovrebbero abbattere selettivamente i cinghiali per eradicare la Psa ed evitare il fallimento dei trentunomila allevamenti di suini presenti nel Paese, un comparto che produce 20 miliardi di euro annui e da occupazione a centomila lavoratori. Per riuscirci velocemente si potrebbe ricorrere all'intervento delle forze armate;

   la situazione degli imprenditori agricoli interessati dalle misure restrittive è preoccupante perché queste, nonostante siano necessarie, hanno prodotto ingenti danni economici. Si devono quindi garantire adeguati ristori agli imprenditori danneggiati per compensare integralmente le perdite. Inoltre, si potrebbe verificare la possibilità di modularle diversamente, nel rispetto della biosicurezza –:

   quali iniziative di competenza intendano assumere e, in particolare, se intendano stanziare ulteriori fondi necessari a garantire ristori che risarciscano interamente le perdite subite dai cittadini danneggiati, se intendano modulare diversamente le misure adottate, dopo un'attenta verifica di fattibilità, garantendo il livello di sicurezza necessario; quanti capi di cinghiali siano stati abbattuti dal giorno della scoperta della Psa sul territorio nazionale e se, per garantire la tempestività dell'azione necessaria a evitare la trasmissione della Psa ai suini allevati mediante abbattimento selettivo, intendano ricorrere anche al supporto degli appartenenti alle forze armate.
(4-12262)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   GIACHETTI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   in data 9 maggio 2022 l'Aran e le parti sindacali hanno sottoscritto in via definitiva il testo del Contratto collettivo nazionale di lavoro – comparto funzioni centrali, periodo 2019/2021;

   a seguito di tale firma, dal giorno successivo, il contratto è entrato definitivamente in vigore ed esplicherà i suoi effetti nei confronti di tutti i dipendenti rientranti nel comparto delle funzioni centrali;

   il Ccnl delle funzioni centrali dello Stato, all'articolo n. 43, comma 9, punto 2, lettera e), dispone che:

    «9. Ferma la disciplina in tema di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo, la sanzione disciplinare del licenziamento si applica: (omissis)

    2. senza preavviso per: (omissis)

     e) condanna, anche non passata in giudicato:

      per i delitti indicati dall'art. 7, comma 1, e 8, comma 1, del d.lgs. n. 235/2012;

      quando alla condanna consegua comunque l'interdizione perpetua dai pubblici uffici;

      per i delitti previsti dall'art. 3, comma 1, della legge 27 marzo 2001 n. 97;

      per gravi delitti commessi in servizio.»;

   la lettera «e» del punto 2 comma 9 dell'articolo n. 43, del Ccnl, rimanda direttamente ai delitti indicati degli articoli 7, comma 1, e 8, comma 1, del decreto legislativo n. 235 del 2012, cosiddetto «Decreto Severino», nel quale si contempla la condanna, anche non passata in giudicato, come causa di decadenza da cariche politiche di tipo elettivo e di Governo; tale decreto peraltro è oggetto di un referendum abrogativo; a parere dell'interrogante, la formulazione di tale norma contrattuale risulta primariamente censurabile laddove non abbia previsto la sospensione cautelare, ma il provvedimento interruttivo del rapporto di lavoro, a fronte di una sentenza non ancora passata in giudicato; inoltre tale formulazione violerebbe direttamente il principio di non colpevolezza previsto dall'articolo 27 della Costituzione della Repubblica italiana;

   tale principio è altresì contenuto nell'articolo n. 48 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e implica il diritto di ciascuno di non essere considerato colpevole prima di una pronuncia definitiva, a tutela della sua onorabilità, reputazione ed integrità e nell'articolo 6, paragrafi 2 e 3 della Cedu che recita:

    «2. Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente fino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata»;

   infine la formulazione dell'articolo n. 43, comma 9, punto 2, lettera e), del Ccnl sembrerebbe in contrasto con l'articolo n. 55-quater, comma 1, del decreto legislativo n. 165 del 2001 «Licenziamento disciplinare» che recita: «Ferma la disciplina in tema di licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo e salve ulteriori ipotesi previste dal contratto collettivo, si applica comunque la sanzione disciplinare del licenziamento nei seguenti casi: (omissis) f) condanna penale definitiva, in relazione alla quale è prevista l'interdizione perpetua dai pubblici uffici ovvero l'estinzione, comunque denominata, del rapporto di lavoro.», prevedendo quindi per l'applicazione del licenziamento disciplinare senza preavviso l'esistenza di una condanna penale definitiva e non una condanna «anche non passata in giudicato» –:

   se il Ministro interrogato, alla luce di quanto esposto in premessa, non ritenga opportuno adottare iniziative, anche a carattere normativo, volte a modificare le disposizioni recentemente previste dal Ccnl – comparto funzioni centrali in materia di licenziamento e superare l'eventuale contrasto con norme di rango costituzionale e di diritto europeo derivante dall'applicazione delle stesse.
(4-12264)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   GEMMATO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Piano europeo per la lotta contro il cancro, presentato nel febbraio 2021, persegue lo scopo di prevenire il cancro e garantire un'elevata qualità della vita ai pazienti oncologici, ai sopravvissuti, ai loro familiari e a chi li assiste, impegnandosi a migliorare tutti i processi afferenti all'erogazione di prestazioni sanitarie che riguardano la prevenzione, la diagnosi precoce, le terapie nonché la qualità della vita dei pazienti oncologici e dei sopravvissuti;

   in Italia, secondo quanto si evince dalle risposte del Ministro della salute a due interrogazioni del 18 maggio 2022 e del 25 maggio 2022, con decreto del 27 aprile 2021 in linea con le aree di intervento del piano europeo, è stato istituito un tavolo di lavoro con il compito di elaborare un documento di pianificazione, finalizzato a migliorare il percorso complessivo di contrasto delle patologie neoplastiche;

   secondo quanto affermato dal Ministro, il piano risultava ancora in fase di elaborazione;

   nel frattempo e secondo quanto riportato da fonti di stampa, pare che persistano lunghissime liste di attesa composte da pazienti oncologici che non possono accedere nel breve periodo alle prestazioni sanitarie;

   di fronte all'incontrovertibile ed eccessivo numero di pazienti oncologici ancora in attesa di poter accedere alle prestazioni sanitarie di cui hanno diritto, appare evidente che le misure poste in essere dal Governo, non solo nel periodo precedente la pandemia ma anche durante e a seguito della pandemia stessa, configurino una strategia di intervento di lungo periodo che evidentemente non appare in grado di soddisfare le contingenti e urgenti necessità di accesso alle cure dei pazienti oncologici né di ridurre nell'immediato le drammatiche liste di attesa;

   pur condividendo la complessità della problematica e pur prendendo atto del lavoro svolto nel 2021 dal Governo per l'elaborazione di un Piano di lungo periodo voltola migliorare i processi di prevenzione, diagnosi e presa in carico dei pazienti, che come evidenziato non è ancora operativo e risulta ancora in fase di elaborazione, sembrerebbe persistere la mancanza di misure emergenziali di breve periodo finalizzate a soddisfare nell'immediato le esigenze dei pazienti oncologici ancora drammaticamente in lista di attesa e impossibilitati ad accedere alle terapie –:

   se siano state adottate iniziative urgenti volte a ridurre drasticamente e nel breve periodo le liste di pazienti oncologici in attesa, consentendo loro di accedere nel più breve tempo possibile alle terapie;

   se nel corso della pandemia sia stata posta in essere una strategia farmaceutica volta a favorire e migliorare, laddove possibile, l'accesso ai farmaci oncologici e, conseguentemente, alle terapie per i pazienti, consentendo loro di evitare l'accesso alle strutture sanitarie pubbliche e di ottenere i farmaci necessari, laddove possibile, sfruttando la più funzionale rete delle farmacie convenzionate con il Servizio sanitario nazionale e se sussista attualmente una strategia e un indirizzo politico in tal senso volto a migliorare i processi di distribuzione dei farmaci oncologici;

   se il meccanismo della cosiddetta «distribuzione diretta del farmaco» per il tramite delle strutture sanitarie pubbliche garantisca il servizio di assistenza farmaceutica nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza ovvero la puntuale erogazione dei medicinali per le cure oncologiche attraverso tutte le strutture sanitarie pubbliche e se rappresenti uno strumento della pubblica amministrazione efficace, efficiente ed economico.
(5-08197)


   GEMMATO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   secondo fonti di stampa sembrerebbe che il dottor Andrea Stramezzi abbia guarito 5.996 pazienti affetti da COVID-19 su 6.000 curati prescrivendo una serie di farmaci che, seppur autorizzati, non rientrerebbero nelle «indicazioni del Ministero della salute in merito all'approccio curativo della COVID-19» ovvero nelle raccomandazioni oggetto della circolare ministeriale del 26 aprile 2021 in materia di gestione domiciliare dei pazienti Covid. Per questo motivo sembra che il medico sia stato sanzionato con la sospensione dall'esercizio della professione;

   dalla disamina dei provvedimenti adottati dalla Commissione medica dell'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Milano, il medico è stato sospeso per un totale di 12 mesi dall'esercizio della professione per la violazione di varie norme del Codice di deontologia medica 2006/2007;

   pare che alcune delle predette sanzioni si riferiscano a prescrizioni di farmaci, peraltro conosciuti e di cui sono noti da anni gli effetti come anti-infiammatori, antibiotici, cortisone ed eparina, e a conseguenti terapie che il medico sostiene di aver posto in essere in autonomia e sotto la propria responsabilità, così come disposto dall'articolo 13 del codice di deontologia medica, poiché in linea con le evidenze scientifiche, convenzionali e di comprovata efficacia;

   in particolare, le predette sanzioni sono state comminate dalla Commissione Omceo «per aver prescritto un elenco di farmaci, la cui assunzione contemporanea avrebbe potuto generare gravi effetti collaterali; ... così somministrando una cura non convalidata da comprovate sperimentazioni cliniche e adeguata documentazione clinico-scientifica con rischio di significativo nocumento alla salute...»;

   secondo fonti di stampa, sembrerebbe che nessun effetto collaterale grave né significativo nocumento alla salute sia stato riscontrato a seguito della somministrazione della citata terapia e che le 4 persone decedute per Covid fossero soggetti ultraottantenni, di cui tre con pregresse metastasi polmonari;

   secondo fonti di stampa sembra che l'uso dei predetti farmaci corrisponda a terapie ampiamente convalidate da studi scientifici pubblici;

   appare necessario evidenziare, inoltre, che il Consiglio di Stato, con sentenza n. 946 del 9 febbraio 2022, riportata anche nella comunicazione n. 39 del Presidente della Fnomceo, ha affermato che la circolare ministeriale del 26 aprile 2021 in materia di gestione domiciliare dei pazienti Covid non limita la libertà del medico e anzi che i medici sono liberi di prescrivere farmaci purché in linea con le evidenze scientifiche. In altri termini, le indicazioni terapeutiche pubblicate dal Ministero della salute non contengono prescrizioni vincolanti per i medici e non hanno un effetto precettivo cogente e si lascia così ai medici il compito di curare in scienza e coscienza i propri pazienti;

   pertanto, dalle fonti di stampa pare del tutto evidente che alcune delle sanzioni comminate dalla Commissione Omceo di Milano, cioè quelle riferite alle prescrizioni di farmaci e di terapie adottate dal dottor Stramezzi, siano nettamente in contrasto con la sentenza del Consiglio di Stato n. 946 del 9 febbraio 2022 e sembrerebbe, quindi, altresì evidente che il dottore fosse all'epoca legittimato a curare i pazienti in autonomia e sotto la propria responsabilità ai sensi dell'articolo 13 del codice di deontologia medica –:

   se corrisponda al vero che il medico abbia guarito 5.996 pazienti affetti da COVID-19 su 6.000 presi in carico somministrando la terapia citata in premessa;

   se corrisponda al vero che la terapia citata in premessa sia convalidata da studi scientifici pubblici e attendibili e se sia quindi efficace, sicura e appropriata e scientificamente valida per curare il COVID-19;

   alla luce del numero dei pazienti guariti dalla COVID-19 tramite la terapia citata in premessa e degli studi scientifici pubblici, se le prescrizioni di farmaci e le conseguenti terapie adottate dal dottor Stramezzi siano da considerarsi «convenzionali» e se corrispondano a specifici trattamenti di comprovata efficacia;

   se corrispondano al vero le notizie di stampa che asseriscono che le sanzioni comminate dalla Commissione Omceo di Milano discendano dalle indicazioni relative alla circolare ministeriale del 26 aprile 2021 e che, quindi, siano conseguentemente in evidente contrasto con la sentenza del Consiglio di Stato n. 946 del 9 febbraio 2022 e che il medico fosse, dunque, all'epoca legittimato a curare i pazienti in autonomia e sotto la propria responsabilità ai sensi dell'articolo 13 del codice di deontologia medica;

   se e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, alla luce del citato contrasto tra la sentenza del Consiglio di Stato n. 946 del 9 febbraio 2022 e le sanzioni comminate dalla Commissione Omceo di Milano al dottor Stramezzi riferite alle prescrizioni di farmaci e di terapie.
(5-08198)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:


   ALAIMO, GIARRIZZO, GRIPPA e PALMISANO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   il fondo a sostegno dell'impresa femminile è stato istituito dall'articolo 1, comma 97, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (recante «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023»), con una dotazione di 40 milioni di euro, al fine di promuovere e sostenere l'avvio e il rafforzamento dell'imprenditoria femminile, la diffusione dei valori dell'imprenditorialità e del lavoro tra la popolazione femminile e di massimizzare il contributo quantitativo e qualitativo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese;

   la misura dispone di una dotazione finanziaria complessiva pari a circa 200 milioni di euro, di cui 160 milioni di euro di risorse Pnrr e 40 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio 2021;

   il fondo è volto a sostenere le imprese femminili di qualsiasi dimensione, con sede legale e/o operativa ubicata su tutto il territorio nazionale, già costituite o di nuova costituzione, attraverso la concessione di agevolazioni nell'ambito di una delle due seguenti linee di azione: incentivi per la nascita e lo sviluppo delle imprese femminili, incentivi per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili;

   l'articolo 14 del decreto interministeriale del 30 settembre 2021, in merito alla procedura di accesso alle agevolazioni del fondo, ha previsto che le stesse sono concesse tramite una procedura valutativa a sportello, con presentazione delle domande esclusivamente per via elettronica utilizzando la procedura informatica messa a disposizione in un'apposita sezione del sito internet di Invitalia;

   in base all'avviso pubblicato sul sito di Invitalia, le nuove imprese, costituite da meno di 12 mesi, potevano procedere alla presentazione della domanda a partire dalle ore 10.00 alle ore 17.00 del 19 maggio 2022 mentre le imprese avviate, costituite da oltre 12 mesi, potranno presentare la domanda di agevolazione a partire dalle ore 10.00 del 7 giugno 2022;

   con avviso del 19 maggio 2022 del direttore generale della Direzione per gli incentivi alle imprese del Ministero dello sviluppo economico, a seguito dell'esaurimento delle risorse, è stata disposta, a partire dal 20 maggio 2022, la chiusura dello sportello per la presentazione delle domande relativamente alle agevolazioni per la nascita delle imprese femminili di cui al Capo II del decreto interministeriale dal 30 settembre 2021;

   secondo i dati forniti da Invitalia, in un solo giorno sono state presentate 4.985 domande, con la conseguenza che le risorse a disposizione sono andate immediatamente esaurite ed Invitalia è stata costretta a chiudere preventivamente la presentazione di nuove domande;

   l'elevato numero di richieste inviate è una dimostrazione del forte interesse verso questa misura in favore delle donne;

   il fondo impresa femminile è una grande opportunità per creare e consolidare un'impresa femminile, soprattutto in un periodo difficilissimo e prolungato di crisi nel quale proprio le donne hanno subito le maggiori perdite –:

   se sia intenzione dei Ministri interrogati prevedere ulteriori finanziamenti in favore del fondo a sostegno dell'impresa femminile al fine di consentire l'accesso alle richieste di finanziamento anche ad altre imprenditrici escluse a causa dell'esaurimento delle risorse, tenuto conto che la misura in oggetto sostiene non solo la crescita economica dei nostri territori ma deve essere considerata anche una vera spinta affinché le donne abbiano un peso ancora più rilevante nella produzione di ricchezza del nostro Paese.
(4-12261)


   SUT. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, all'articolo 8, comma 1, ha previsto che ciascuna Amministrazione centrale titolare di interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza individuasse un dirigente dell'unità di missione per l'attuazione dello stesso;

   la direttiva del Ministro dello sviluppo economico recante i criteri e le modalità per il conferimento degli incarichi dirigenziali, adottata con decreto del 25 ottobre 2021, stabiliva che alla procedura di interpello potessero partecipare i dirigenti di prima e di seconda fascia del Ministero dello sviluppo economico, i dirigenti di altre pubbliche amministrazioni e di organi costituzionali, prevedendo inoltre la possibilità di conferimento dell'incarico a figure esterne all'Amministrazione;

   nominata la Commissione di valutazione, pervenivano alla stessa 27 candidature, riconducibili a risorse sia interne che esterne all'Amministrazione;

   come riportato nella deliberazione n. SCCLEG/3/2022/PREV della Sezione centrale del controllo di legittimità sugli atti del Governo e delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, nonostante la gran parte delle manifestazioni di interesse pervenute avesse ricevuto dalla commissione «punteggi alti e meritevoli di attenzione», tali candidature sono state ritenute dal Ministro interrogato – seppur apprezzabili – «non pienamente funzionali al conseguimento degli obiettivi»;

   nella suddetta deliberazione si riportava che, non ritenendo temporalmente funzionale la riapertura dei termini dell'interpello, il Ministro procedeva a esaminare «professionalità interne al Ministero in possesso delle caratteristiche ricercate e, in tale ambito, veniva richiesta e acquisita la disponibilità a ricoprire l'incarico del dott. Simone Vellucci», dirigente di II fascia del Ministero dello sviluppo economico e Vice Capo di Gabinetto del Ministro interrogato;

   lo stesso Ministro, ritenendo che il dottor Vellucci fosse in possesso di requisiti rispondenti alla professionalità ricercata, pur non avendo Vellucci partecipato alla procedura selettiva, formulava alla Presidenza del Consiglio dei ministri la proposta di attribuzione, al dirigente del Ministero dello sviluppo economico, della posizione dirigenziale di responsabile dell'Unità di missione per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), incarico che gli veniva conferito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2022;

   su tale atto, il 4 febbraio 2022 il competente Ufficio di controllo della Corte dei conti formulava rilievo istruttorio (prot. 3969), a cui il Ministero replicava con la nota del 14 febbraio 2022, seguita dalla memoria del 9 marzo 2022;

   il 1° marzo 2022, ritenendo non superate le criticità emerse, il magistrato istruttore deferiva la pronuncia sulla legittimità dell'Atto alla suddetta Sezione centrale della Corte dei conti che l'11 marzo 2022 ricusava il visto e la conseguente registrazione dell'atto di conferimento dell'incarico al dottor Vellucci;

   nella sopracitata deliberazione della Corte si rilevava come «la nomina di un dirigente, appartenente ai ruoli del Ministero, ma non esaminato dalla apposita Commissione di valutazione per assenza della sua stessa domanda, costituisce una circostanza che espone il procedimento di selezione in esame ad evidenti profili di illegittimità» e, inoltre, che «(...) il dott. Vellucci avrebbe difficilmente conseguito un punteggio alto e meritevole di attenzione, attesa un'anzianità di servizio ed una esperienza lavorativa penalizzanti rispetto ai criteri di valutazione fissati», rammentando che «(...) in ossequio alla giurisprudenza di questa Corte secondo la quale il procedimento di conferimento di incarico dirigenziale, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001, deve essere condotto nel rispetto dei princìpi di correttezza e trasparenza»;

   il 25 marzo 2022, si apprendeva da fonte mediatica che il Ministero dello sviluppo economico intendeva procedere quanto prima all'assegnazione ad interim dell'incarico succitato;

   il 13 maggio 2022, a quanto consta all'interrogante, il Ministero dello sviluppo economico ha avviato una nuova procedura di interpello per la copertura della posizione dirigenziale sopramenzionata –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di completare tempestivamente la procedura per l'individuazione del nuovo dirigente di unità, al fine di non arrecare pregiudizio al raggiungimento dei target/obiettivi attuativi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(4-12269)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il primo intervento normativo per l'inquadramento nei ruoli dello Stato delle Accademie di belle arti non statali e delle Istituzioni di alta formazione e specializzazione artistica e musicale (Afam) non statali è stato attuato con l'articolo 22-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96;

   la procedura di statizzazione è stata definita con decreto interministeriale n. 121 del 22 febbraio 2019;

   i criteri di ripartizione delle risorse economiche sono stati stabiliti con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 2 aprile 2019;

   con decreto del Ministero dell'università e della ricerca n. 29 del 27 gennaio 2020 è stata nominata la Commissione per la valutazione delle istanze presentate;

   la legge n. 178 del 30 dicembre 2020 ha stabilito le modalità di determinazione degli organici, prevedendo il graduale passaggio del personale, docente e amministrativo, nei ruoli dello Stato. Inoltre, l'articolo 1, comma 890, primo periodo, di tale legge, ha differito l'applicazione del regolamento recante le procedure e le modalità per la programmazione e il reclutamento del personale docente e del personale amministrativo e tecnico delle istituzioni Afam dall'anno accademico 2021/2022 all'anno accademico 2022/2023;

   la fase conclusiva dell'iter di statizzazione è stata avviata con l'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 9 settembre 2021, che ha definito le dotazioni organiche;

   il 19 gennaio 2022, la Commissione esaminatrice ha concluso i propri lavori attribuendo a ciascun istituto un punteggio valutativo;

   con nota del 18 marzo 2022, il Ministero dell'università e della ricerca ha inviato alle istituzioni che hanno conseguito un punteggio sufficiente, indicativo di una valutazione positiva, gli schemi di convenzione in cui formalizzare gli accordi tra le stesse e gli enti locali coinvolti, da allegare ai decreti di statizzazione;

   nella stessa nota il Ministero dell'università e della ricerca ha affermato «la necessità di ultimare il processo di sottoscrizione non oltre il prossimo mese di giugno» al fine di consentire «l'adozione dei decreti di statizzazione entro il prossimo mese di luglio»;

   le istituzioni stanno iniziando a trasmettere al Ministero dell'università e della ricerca le convenzioni sottoscritte con gli enti locali e sono in attesa della progressiva emanazione dei singoli decreti di statizzazione;

   dopo l'emanazione dei decreti di statizzazione l'iter proseguirà ai fini della formazione delle graduatorie definitive («elenchi A e B») in funzione della effettiva immissione in servizio del personale necessario a garantire il regolare svolgimento del prossimo anno accademico;

   a fronte del significativo tempo trascorso dal 2017 ad oggi, appare condivisibile la preoccupazione manifestata in merito ad eventuali ulteriori ritardi che possano compromettere il regolare funzionamento degli istituti in vista del prossimo anno accademico e precludere al personale precario la possibilità di accedere ai ruoli dello Stato con le nuove graduatorie;

   come si apprende da fonti sindacali, a oggi, tutti gli istituti che nel 2019 hanno presentato domanda di statizzazione al Ministero dell'università e della ricerca hanno ricevuto il punteggio positivo necessario per essere statizzati ai sensi dell'articolo 22-bis del decreto-legge n. 50 del 2017 –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere per garantire l'adozione dei decreti di statizzazione entro il mese di luglio 2022, consentendo agli istituti già pronti di completare l'iter attuativo della statizzazione senza dover attendere l'esito delle procedure degli altri istituti;

   se intenda chiarire che l'efficacia dei decreti di statizzazione decorrerà dalla pubblicazione dei provvedimenti in Gazzetta Ufficiale, al fine di consentire la formazione delle graduatorie definitive e l'inserimento nelle stesse del personale docente e non docente che abbia maturato il diritto alla stabilizzazione;

   se intenda confermare che il transito nei ruoli dello Stato del personale docente e non docente utilmente inserito nelle graduatorie degli istituti che abbiano concluso l'iter di statizzazione rientrante in pianta organica avverrà a decorrere dal primo gennaio 2023.
(4-12263)


   BIGNAMI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali — Per sapere – premesso che:

   nel marzo del 2016 docenti dell'università, di Foggia, Diego Centonze e Matteo Del Nobile, presentavano una denuncia-esposto alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia riguardante la gestione dei finanziamenti disposti dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca al Dare (Distretto agroalimentare regionale) per l'attuazione di cinque progetti; inoltre nella denuncia in questione i docenti medesimi ritenevano illegittima la loro esclusione dai progetti, nei quali, inizialmente erano parte integrante;

   la Guardia di finanza, nel gennaio 2019, su disposizione della Procura di Foggia, depositava una relazione nella quale indicava e accertava che i fatti riportati nell'esposto in questione erano avvenuti proprio come i docenti medesimi avevano relazionato nella denuncia. Nel corso delle indagini si rilevava una ulteriore ipotesi di reato riguardante la possibile truffa del Dare nei confronti della Università di Foggia;

   la Guardia di finanza nel corso delle indagini avrebbe rilevato una ulteriore ipotesi di falso, infatti sarebbe stata presentata dal Dare al Ministero dell'università e della ricerca una documentazione di rendicontazione contenente costi che non sarebbero stati sostenuti;

   dalle indagini della Guardia di finanza, sarebbe emersa una ulteriore ipotesi di truffa ai danni del Miur da parte dell'Università di Foggia in merito a tre cottimi fiduciari posti in essere dall'ateneo medesimo presso alcuni caseifici per la fornitura di prodotti lattiero-caseari. Tuttavia, stante quanto emergerebbe dalla documentazione e dalle testimonianze acquisite presso le ditte casearie, tali prodotti non sarebbero mai stati forniti all'ateneo di Foggia;

   attualmente, la vicenda giudiziaria scaturita dalle relazione della Guardia di finanza alla procura della Repubblica di Foggia vede l'assoluzione dei soggetti coinvolti con recente sentenza emessa dal Gip per quanto riguarda la vicenda sopracitata della rendicontazione e della convenzione stipulata tra il Dare e l'Università di Foggia;

   pertanto, il GIP ha accolto le istanze del pm Iannone che, in sede processuale, aveva chiesto il proscioglimento per i soggetti accusati di truffa, falso e peculato;

   tuttavia, inizialmente, la pm Alessandra Fini, avvicendata in seguito dal succitato pm Iannone, aveva chiesto il rinvio a giudizio dei soggetti coinvolti nelle vicende riguardanti la stipula della convenzione tra il Dare e l'Università di Foggia e per quella relativa alla documentazione di rendicontazione sopracitata con i capi di accusa di truffa, falso e peculato;

   sempre la pm medesima ha proceduto a stralciare la questione dei cottimi fiduciari che ha avuto un filone giudiziario autonomo, conclusosi con l'archiviazione per le tre imprese casearie coinvolte nell'inchiesta;

   al di là della vicenda giudiziaria, quanto accaduto presenta aspetti meritevoli di approfondimento da parte dei Ministeri interrogati al fine di promuovere la correttezza e la trasparenza nei rispettivi ambiti della pubblica amministrazione;

   infatti, a parere dell'interrogante, la sentenza di assoluzione emessa dal Gip dottor Zeno, in merito alle succitate vicende, non spiegherebbe con dovizia di particolari la rinuncia da parte dell'ateneo di Foggia della cifra di due milioni di euro e, derubricando il reato da peculato a malversazione, non negherebbe, tuttavia, le criticità dell'intera vicenda –:

   se si intendano avviare verifiche, per quanto di competenza, anche tramite i servizi ispettivi di finanza pubblica, al fine di individuare eventuali criticità dal punto di vista amministrativo, da poter superare con intervento normativo, al fine di evitare il ripetersi di vicende simili;

   se si intendano effettuare verifiche, per quanto di competenza, anche in relazione ai cottimi fiduciari, verificando se l'Università di Foggia abbia erogato compensi senza ottenere fornitura dei prodotti.
(4-12270)

Modifica dell'ordine dei firmatari ad una mozione.

  Mozione Molinari ed altri n. 1-00639, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 4 maggio 2022, l'ordine delle firme deve intendersi così modificato: «Molinari, Viviani, Gastaldi, Liuni, Golinelli, Bubisutti, Lolini, Loss, Manzato, Andreuzza, Badole, Basini, Bazzaro, Bellachioma, Belotti, Benvenuto, Bianchi, Billi, Binelli, Bisa, Bitonci, Boldi, Boniardi, Bordonali, Claudio Borghi, Caffaratto, Cantalamessa, Caparvi, Capitanio, Carrara, Castiello, Vanessa Cattoi, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cestari, Coin, Colla, Colmellere, Comaroli, Comencini, Covolo, Andrea Crippa, Dara, De Angelis, De Martini, D'Eramo, Di Muro, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Donina, Durigon, Fantuz, Ferrari, Fiorini, Fogliani, Lorenzo Fontana, Formentini, Foscolo, Frassini, Furgiuele, Galli, Gerardi, Germanà, Giaccone, Giacometti, Giglio Vigna, Gobbato, Grimoldi, Gusmeroli, Iezzi, Invernizzi, Lucentini, Lazzarini, Legnaioli, Eva Lorenzoni, Lucchini, Maccanti, Maggioni, Marchetti, Mariani, Maturi, Micheli, Minardo, Morrone, Moschioni, Murelli, Alessandro Pagano, Panizzut, Paolin, Paolini, Parolo, Patassini, Patelli, Paternoster, Pettazzi, Piastra, Picchi, Piccolo, Potenti, Pretto, Racchella, Raffaelli, Ravetto, Ribolla, Rixi, Saltamartini, Scoma, Snider, Stefani, Sutto, Tarantino, Tateo, Tiramani, Toccalini, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Turri, Valbusa, Vallotto, Raffaele Volpi, Zanella, Zennaro, Ziello, Zoffili, Zordan».