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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 6 maggio 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:


   La Camera,

   premesso che:

    il dibattito intorno alla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, scatenato dal conflitto russo-ucraino e dal conseguente forte rialzo dei prezzi del gas, ha riportato l'attenzione anche sul tema dell'energia nucleare;

    l'Italia e l'Europa intera sono, infatti, impegnate nella ricerca di fonti di approvvigionamento energetico che consentano loro di rendersi indipendenti dalle forniture di gas russo, sempre meno affidabili nell'attuale scenario geopolitico, con la finalità di garantirsi non solo la sicurezza dell'approvvigionamento ma anche la sostenibilità dei relativi costi;

    gli Stati membri dell'Unione devono, inoltre, contribuire agli obiettivi in materia di riduzione delle emissioni inquinanti e di tutela dell'ambiente, previsti in ambito UE dal pacchetto Fit for 55, che impone il raggiungimento di obiettivi relativi alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, al risparmio di energia tramite una maggiore efficienza energetica, e a un maggiore uso delle energie rinnovabili, entro scadenze determinate;

    secondo il pacchetto Fit for 55, infatti, per il 2030, l'Unione europea dovrà aver ridotto le proprie emissioni complessive del 55 per cento rispetto ai valori del 1990;

    il tema dell'energia nucleare è di recente tornato d'attualità anche in seguito allo scontro avvenuto in ambito europeo in merito alla proposta, avanzata dalla Commissione europea, di inserire tale forma di produzione di energia nella tassonomia degli investimenti sostenibili di cui al Regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2020 relativo all'istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili e recante modifica del regolamento (UE) 2019/2088;

    le politiche di transizione energetica hanno, infatti, fatto tornare in auge questa tecnologia, in quanto non rilascia fumi climalteranti e il combustibile ha un costo molto basso, vantaggi cui si contrappongono, tuttavia, l'elevatissimo costo di realizzazione degli impianti, anche a fronte di una potenza a volte contenuta degli stessi;

    lo scontro nella UE per l'inserimento o meno del nucleare nella tassonomia verde ha visto contrapporsi due blocchi dei quali fanno parte, tra gli Stati contrari Germania, Austria, Spagna e Lussemburgo, e tra le Nazioni favorevoli Finlandia e Repubblica ceca; si è concluso lo scorso 2 febbraio con la presentazione, da parte della Commissione europea, di un «atto delegato complementare “Clima” della tassonomia, che riguarda determinate attività del settore del gas e del nucleare alla luce degli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici»;

    l'elenco delle regole che serviranno a indirizzare i flussi degli investimenti finanziari verso destinazioni dall'impatto ambientale positivo, ha quindi, incluso, tra le fonti energetiche classificate come «sostenibili» – ossia coerenti con il percorso di transizione ecologica, e dunque meritevoli di ricevere investimenti «verdi» – il gas naturale e il nucleare;

    come si legge nel comunicato stampa rilasciato dalla Commissione «Perché l'UE possa raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 servono ingenti investimenti privati. La tassonomia dell'UE è intesa a guidare gli investimenti privati verso le attività necessarie a tal fine. La classificazione della tassonomia non determina se una data tecnologia rientrerà o meno nel mix energetico degli Stati membri, ma ha lo scopo di presentare tutte le soluzioni possibili per accelerare la transizione e aiutarci a realizzare gli obiettivi climatici. Tenuto conto dei pareri scientifici e dello stato attuale della tecnologia, la Commissione ritiene che gli investimenti privati nel settore del gas e del nucleare possano svolgere un ruolo nella transizione»;

    in numeri assoluti l'energia nucleare prodotta in Europa nel 2020 è stata pari a 760 mila GWh, pari al 21,8 per cento di tutta l'energia prodotti in Europa, e al 25 per cento di quella prodotta nei soli Stati appartenenti alla UE; mentre a livello mondiale l'energia nucleare rappresenta il dieci per cento di tutta l'energia prodotta;

    secondo i dati di Eurostat, inoltre, nei tredici Stati membri nei quali sono presenti centrali nucleari la quota percentuale di energia nucleare prodotta sale al 34,3 per cento, e le percentuali più elevate riguardano la Francia, che nel 2020 ha generato oltre la metà (52 per cento) della produzione totale di energia nucleare dell'Ue, con un valore poco superiore ai 353 mila GWh, seguita da Germania e Spagna, entrambe al nove per cento, e dalla Svezia con il sette per cento;

    guardando al peso del nucleare sull'energia prodotta dai singoli Stati della Ue, l'Eurostat segnala che la Francia è rimasta lo Stato membro più dipendente dai reattori, che hanno prodotto il 67 per cento di tutta l'elettricità generata nel Paese nel 2020, e che l'unico altro Paese Ue con più della metà della propria elettricità generata nelle centrali nucleari è stata la Slovacchia (54 per cento), cui poi seguono l'Ungheria con il 46 per cento, la Bulgaria (41 per cento), il Belgio (39 per cento), la Slovenia (38 per cento), la Cechia (37 per cento), la Finlandia (34 per cento), la Svezia (30 per cento), la Spagna (22 per cento), la Romania (21 per cento), la Germania (11 per cento) e i Paesi Bassi (3 per cento);

    l'Italia è l'unica Nazione appartenente al G8 che non possiede impianti nucleari per la generazione di energia, nonostante oltre il dieci per cento dell'energia consumata in ambito nazionale derivi proprio da importazioni di energia nucleare, prevalentemente dalla Francia;

    lo stop al nucleare in Italia è stato sancito, in momenti storici differenti, da due referendum popolari: nel 1987, l'ottanta per cento dei votanti hanno abrogato le norme sulla realizzazione e gestione delle centrali nucleari, i contributi a Comuni e Regioni sedi di centrali nucleari, e sulle procedure di localizzazione delle centrali nucleari, mentre nel 2011, con il 94 per cento dei voti favorevoli, è stato cancellato il nuovo programma energetico nucleare elaborato dal Governo;

    in Italia ancora non è stato completato lo smantellamento dei siti: il 30 giugno 2020, a oltre trent'anni dalla loro chiusura, la Società di gestione degli impianti nucleari (SOGIN) ha presentato un piano per lo smantellamento del 75 per cento dei siti italiani con un costo complessivo di 2,3 miliardi di euro, e ancora non si è concretizzato neanche il deposito nazionale delle scorie nucleari, in cui dovranno essere stoccati 95 mila metri cubi di rifiuti radioattivi;

    in merito al deposito il ministro della transizione ecologica ha recentemente affermato che entro la fine del 2023 sarà individuata la località dove sorgerà l'impianto, mentre entro il 2029 è prevista l'entrata in esercizio del deposito;

    la fusione nucleare è sempre stata guardata con scetticismo per la lentezza dei suoi progressi, tuttavia negli ultimi anni ha di nuovo suscitato interesse come strumento per combattere il cambiamento climatico;

    poche settimane fa Eurofusion, un consorzio cofinanziato dalla Commissione europea cui partecipano quasi cinquemila persone tra esperti, studenti e personale in staff da tutta Europa, nel quale la partecipazione italiana è coordinata dall'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile ENEA, ha conseguito una quantità record di energia prodotta da fusione presso l'impianto europeo Joint european torus (JET);

    i progressi fatti dall'impianto JET dovrebbero alimentare i futuri esperimenti dell'International thermonuclear experimental reactor (Iter), programma cui partecipano Unione europea, Federazione Russa, Stati Uniti, Giappone, Cina, Corea del Sud e India e che prevede la costruzione di un grande impianto sperimentale a Cadarache, in Francia, per un costo di oltre venti miliardi di dollari;

    tra i partecipanti al programma Iter figura anche l'ENI, società impegnata nello sviluppo della fusione a confinamento magnetico perché «occupa un ruolo centrale nella ricerca tecnologica finalizzata al percorso di decarbonizzazione, in quanto potrà consentire all'umanità di disporre di grandi quantità di energia prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile e senza alcuna emissione di gas serra»;

    in quest'ottica ENI partecipa anche agli altri principali progetti, italiani e internazionali, per la ricerca sulla fusione a confinamento magnetico: il Commonwealth Fusion Systems (CFS), spin-out del MIT 2018; il Plasma Science and Fusion Center (PSFC) del MIT; il Divertor Tokamak Test (DTT), progetto dell'Enea a Frascati Eni ed ENEA firmano un'intesa per creare un polo scientifico-tecnologico sulla fusione DTT (Divertor Tokamak Test), da realizzare al Centro Ricerche ENEA di Frascati (Roma) 2019; le attività di ricerca del CNR «Ettore Maiorana» di Gela;

    come si legge sul sito della compagnia «Ognuno di essi sta dando un contributo importante per realizzare una rivoluzione tecnologica e industriale, uno straordinario balzo in avanti nella storia dell'umanità paragonabile alla scoperta del fuoco. Anche se lungo percorsi di ricerca differenti, l'obiettivo a cui tutto il mondo sta lavorando è realizzare la prima centrale a fusione in grado di immettere in rete energia elettrica a zero emissioni di gas climalteranti. Con qualche scostamento sulla data finale, si prevede di riuscirci nell'arco di uno o due decenni (...) Il primo traguardo è stato fissato per il 2025, quando CFS prevede di arrivare a mettere in funzione il primo reattore pilota SPARC, mentre i programmi ITER e DTT prevedono di ottenere il primo plasma nel 2027 e nel 2028»;

    di recente il Ministro della transizione ecologica tra le opzioni da valutare per decarbonizzare il settore energetico ha citato anche i mini-reattori modulari (Small modular reactors, SMR);

    per quanto riguarda la partecipazione italiana in centrali nucleari realizzate o da realizzare all'estero, ENEL S.p.A. già dal 2005 detiene una quota di proprietà della società Slovenské Elektrárne a.s., massima produttrice di elettricità in Slovacchia in parte generata da quattro reattori nucleari, e, attraverso la controllata Enel Produzione, ha recentemente siglato un accordo con la compagnia ceca Energetický a Průmyslový Holding per la concessione di un'ulteriore linea di credito per il completamento di due nuovi reattori della centrale nucleare slovacca di Mochovce;

    inoltre, ENEL, attraverso la società di energia Endesa, della quale detiene il 70 per cento, possiede al 100 per cento la centrale nucleare spagnola Ascò I, oltre ad avere quote di proprietà nelle centrali spagnole Ascó II (85 per cento), Vandellós II (72 per cento), Almaraz I (36 per cento), Almaraz II (36 per cento) e Trillo (1 per cento);

    Ansaldo Nucleare S.p.A., controllata al 100 per cento da Ansaldo Energia S.p.A., nel 2007 ha concluso la costruzione, attraverso una joint venture con la società canadese AECL, del secondo reattore della centrale rumena di Cernavodă, oltre ad avere collaborazioni in Armenia, Ucraina, Cina e Francia, e con altri costruttori per fabbricare e sperimentare componenti innovativi;

    Ansaldo Nucleare, inoltre, ha collaborato con il gruppo Toshiba-Westinghouse Electric Company nello sviluppo di reattori di terza generazione avanzata a «tecnologia passiva», è attualmente impegnata, fra le altre cose, nella progettazione del recipiente di contenimento della centrale nucleare cinese di Sanmen, e dal 2011 ha aderito alla joint venture fondata nell'agosto 2010 dalle società britanniche Nuvia e Cammell Laird per partecipare alla progettazione e alla costruzione di componenti pesanti per i reattori AP1000 ed EPR delle prossime centrali nucleari inglesi,

impegna il Governo:

1) a sostenere la ricerca sulla fusione a confinamento magnetico, lungo il solco già tracciato dai citati progetti, anche tenendo conto delle recenti valutazione dell'Unione europea sulla tassonomia del nucleare e sulla sancita possibilità per gli Stati di finanziare i progetti di ricerca in merito;

2) nel breve e medio periodo, a investire sulla produzione industriale di energia nucleare all'estero.
(1-00641) «Foti, Lollobrigida, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, De Toma, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».


   La Camera,

   premesso che:

    la peste suina africana (PSA) è una malattia virale che colpisce i suini domestici e quelli selvatici, causando livelli di mortalità fino al 100 per cento nelle popolazioni di suini colpite. La PSA è estremamente pericolosa per i suini in quanto risulta fortemente resistente nell'ambiente, così come nei prodotti contaminati;

    il virus, oltre a muoversi per contiguità, è anche capace di compiere veri e propri «balzi» e trasferire la malattia a centinaia di chilometri dal fronte endemico, come dimostrato dalle recenti analisi svolte dall'Istituto zooprofilattico sperimentate di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta e confermate dal Centro di referenza nazionale per le pesti suine dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marche;

    nel corso del 2021 la suinicoltura italiana stava gradualmente uscendo da una fase congiunturale sfavorevole. L'esplosione dei costi delle materie prime per l'alimentazione e dell'energia e gli effetti dell'emergenza sanitaria per la comparsa in Piemonte e Liguria, nel gennaio 2022, del virus della peste suina africana nella popolazione dei cinghiali, la necessità di trovare nuovi sbocchi per l'export, hanno mutato le condizioni in cui operano gli allevatori e determinato uno scenario allarmante, che rischia di mettere a rischio la prosecuzione dell'attività nei prossimi mesi di numerosi allevamenti con conseguenti ripercussioni anche sul commercio internazionale;

    dall'inizio dell'anno sono giunti i primi stop alle importazioni di carni suine e prodotti derivati made in Italy. A bloccare precauzionalmente gli acquisti dall'Italia sono stati Cina, Giappone, Taiwan, Kuwait, Cuba. Per i paesi terzi che hanno riconosciuto la regionalizzazione come USA, Canada o che non hanno formalizzato alcuna sospensione è possibile sottoscrivere certificazioni di Attestazione Sanitaria Integrativa per gli allevamenti e Certificazione export/pre-export di carni e prodotti;

    nella prima settimana di maggio 2022 i casi notificati giornalmente alla UE da parte del Ministero della salute risultano essere 76 in Piemonte e 42 in Liguria. Anche se si tratta di un'area a bassa densità suinicola la preoccupazione principale è legata alla possibile diffusione nelle regioni limitrofe. Gli effetti di una sua diffusione in altre Regioni, sarebbero devastanti in termini economici considerata l'elevata diffusione dei suini in Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana. Un comparto strategico per l'agroalimentare italiano che non può essere messo a rischio dalla minaccia della diffusione del virus della PSA;

    gli allevamenti professionali censiti nella banca Dati nazionale del Ministero della salute risultano essere 28.525, quelli aderenti ai circuiti DOP che rappresentano circa l'80 per cento della produzione nazionale sono 3.640 e quelli all'aperto e quindi più vulnerabili che conservano il patrimonio di biodiversità delle razze suine autoctone sono circa 500;

    il comparto suinicolo italiano produce un fatturato di circa 3 miliardi di euro per la fase agricola e di circa 8 miliardi di euro per quella industriale, incidendo per il 5,8 per cento sul totale agricolo e agroindustriale nazionale;

    l'ordinanza del 13 gennaio 2022 – adottata dal Ministro della salute d'intesa con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali – recante «Misure urgenti per il controllo della diffusione della Peste suina africana a seguito della presenza del virus nei selvatici», ha disposto il divieto di attività venatoria e di altre attività all'aperto in diversi comuni in Piemonte e Liguria maggiormente interessate dalla diffusione del virus della PSA. Con circolare del Ministero della salute del 18 gennaio 2022 sono state definite ulteriori misure di controllo e prevenzione della diffusione della peste suina africana;

    l'articolo 26 del decreto-legge n. 4 del 2022 ha previsto ristori per un totale di 50 milioni introducendo Fondi finalizzati a tutelare gli allevamenti suinicoli dal rischio contaminazione dal virus responsabile della peste suina africana (PSA) e ad indennizzare gli operatori della filiera suinicola danneggiati dal blocco alla movimentazione degli animali e delle esportazioni di prodotti trasformati;

    il decreto-legge 17 febbraio 2022 n. 9, convertito con modificazioni dalla legge n. 29 del 7 aprile 2022 ha stabilito ulteriori misure urgenti per arrestare la diffusione della Peste Suina Africana;

    il 29 aprile 2022, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, in seguito all'intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni, ha sottoscritto il decreto di ripartizione del «Fondo di parte capitale per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza» per il controllo della diffusione della Peste Suina Africana con un finanziamento pari a 15 milioni di euro. Il decreto oltre a stabilire i criteri per la ripartizione del Fondo di parte capitale distribuisce le risorse in Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, per arginare le gravi ripercussioni sulla salute della popolazione animale dei suini e le pesantissime perdite economiche per tutta la filiera suinicola italiana. Sono stati inoltre definiti i criteri specifici per la ripartizione dei contributi concessi come aiuti de minimis, quali la consistenza del patrimonio suinicolo e le differenti tipologie di allevamenti di suini e la classificazione dei territori interessati;

    le misure sopracitate risultano significative ma vanno ulteriormente rafforzate attraverso una maggiore sinergia tra i diversi rami dell'amministrazione pubblica, a livello nazionale, regionale e locale e le parti interessate. Per rafforzare i meccanismi di prevenzione e controllo della PSA è necessaria l'integrazione di diverse competenze professionali che fanno capo alla sanità, all'ambiente e all'agricoltura,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per stanziare ulteriori risorse a sostegno della filiera suinicola italiana;

2) ad adottare iniziative per incrementare gli stanziamenti previsti nel decreto-legge n. 9 del 2022 convertito con modificazioni dalla legge n. 29 del 7 aprile 2002 al fine di rafforzare le misure di contrasto ed eradicazione della peste suina africana;

3) ad adottare iniziative a favore delle regioni interessate affinché dispongano di risorse necessarie per realizzare le attività di controllo e prevenzione richieste;

4) ad intraprendere in sede europea iniziative tese a cofinanziare l'eradicazione della PSA;

5) a rafforzare l'attività negoziale per giungere a regole condivise con i Paesi che non riconoscono il principio di regionalizzazione;

6) ad adottare iniziative tese ad affrontare la diffusione di ungulati nel nostro Paese, in particolare del cinghiale, tenendo conto dei gravi rischi sanitari generati dalla crescente diffusione della specie Sus scrofa e delle possibili ricadute economiche negative sugli allevamenti;

7) ad adottare iniziative di competenza per attuare una politica di controllo della fauna selvatica, nel caso in cui gli interventi di prevenzione dei danni e le misure ordinarie di controllo della fauna stessa siano inefficaci a realizzare gli scopi di contenimento della medesima.
(1-00642) «Incerti, Carnevali, Avossa, Cappellani, Cenni, Critelli, Frailis, De Filippo, Ianaro, Lepri, Pini, Rizzo Nervo, Siani».

Risoluzioni in Commissione:


   La III Commissione,

   premesso che:

    con la comparsa del virus Covid-19 e la sua repentina diffusione, ogni Paese si è ritrovato, nella sua totale impreparazione, a ricercare frettolosamente diverse soluzioni e metodi di contenimento del contagio, risultate, tuttavia, spesso inefficaci e inique;

   tuttavia, esistono realtà che, in controtendenza rispetto agli altri Paesi, hanno dimostrato capacità di gestione della pandemia più che esemplari. Emblematico il caso del Taiwan: negli ultimi due anni, infatti, il numero di infezioni e di decessi in questo Paese è risultato notevolmente inferiore a quello registrato nella maggior parte delle altre nazioni, garantendo, inoltre, il proseguimento di attività di carattere culturale e commerciale senza adottare interruzioni significative;

   unitamente all'adozione di soluzioni rivelatisi efficaci, il Governo di Taiwan si è impegnato con solerzia a contribuire agli sforzi globali nel contrastare la diffusione del virus, donando forniture mediche in quantità, tra cui oltre 50 milioni di mascherine, ad oltre 80 Paesi di tutto il globo. Tale encomiabile impegno è risultato di fondamentale importanza nelle prime fasi della pandemia, periodo nel quale la domanda di dispositivi di protezione ha superato largamente la produzione delle stesse, mentre, nel mese di marzo di quest'anno, ha donato generatori di ossigeno e mascherine al Bhutan. Il Taiwan ha, inoltre, elargito numerose dosi di vaccino a Paesi quali Saint Lucia, Saint-Vincent e Grenadine e Somaliland;

   con l'aggressione della federazione Russa all'Ucraina, si è registrato un fenomeno migratorio di proporzioni macroscopiche, e la concentrazione di questa popolazione nei Paesi limitrofi comporta inevitabilmente il rischio di peggiorare la situazione legata alla diffusione del virus. A tal fine, il Governo taiwanese ha inviato 27 tonnellate di materiali di assistenza medica all'Ucraina nei primi giorni di marzo e donato più di 15 milioni di dollari ai Paesi che hanno subito maggiormente l'impatto di tale flusso migratorio, quali la Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Lituania ed Ungheria;

   al fine di sviluppare misure di contrasto più efficaci ad eventuali pandemie future, è necessario incoraggiare quanto più possibile lo scambio di esperienze e conoscenze in seno alla comunità internazionale, ma, nonostante i risultati eccellenti ottenuti dal Taiwan nella lotta contro il virus, l'OMS non ha ancora acconsentito alla sua partecipazione nei lavori dell'Assemblea Mondiale della Sanità;

   pertanto, allo scopo di far tesoro di quanto operato dal Governo taiwanese, risulta più che auspicabile garantire la presenza di questo Paese ai lavori dell'Assemblea sopracitata,

impegna il Governo:

   a richiedere all'organizzazione Mondiale della Sanità la partecipazione del Taiwan, in qualità di Paese Osservatore, alla prossima Assemblea Mondiale della Sanità prevista per il periodo 22-28 maggio 2022;

   a richiedere la regolarizzazione della partecipazione del Taiwan a tutti gli incontri futuri dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
(7-00835) «Delmastro Delle Vedove».


   L'XI Commissione,

   premesso che:

    il percorso di internalizzazione dei servizi informativi e dispositivi da erogare agli utenti dell'Inps individuato dall'articolo 5-bis del decreto-legge 3 marzo 2019, n. 101, convertito, con modificazioni dalla legge 2 novembre 2019, n. 128 e successivamente integrato dall'articolo 1, comma 728, della legge di bilancio 2022, dopo mesi di difficoltà e incertezza sembra avviato finalmente ad un suo completamento positivo per la quasi totalità dei lavoratori interessati;

    gli obiettivi di tale iniziativa legislativa, condivise da tutte le forze politiche, hanno al centro la promozione della continuità e della qualità nell'erogazione dei servizi, nonché la salvaguardia delle competenze acquisite dai lavoratori che da anni svolgono tali attività e la conseguente applicazione della clausola sociale nei confronti di tali lavoratori;

    nelle ultime fasi del confronto con i vertici di INPS, INPS Servizi S.p.A. e le organizzazioni sindacali si è acquisito che sulla base del piano industriale della nuova struttura si procederà all'emanazione di un bando di selezione per titoli che porterà all'assunzione di 3.014 lavoratori, rispetto all'attuale perimetro occupazionale impiegato per l'erogazione di tali servizi costituito da 3.319 lavoratori;

    al personale internalizzato verrà assicurato il mantenimento del regime orario vigente al giugno 2021, il livello di inquadramento, il contratto collettivo nazionale di riferimento nonché la garanzia del mantenimento degli attuali siti produttivi, con la possibilità di individuare soluzioni migliorative per le sedi disagiate;

    è di tutta evidenza che, le pur apprezzabili indicazioni prospettate non possano considerarsi esaurienti, rispetto all'obiettivo sociale della garanzia della continuità occupazionale per i lavoratori che in questi anni hanno garantito il funzionamento del servizio di contact center per l'INPS;

    i prospettati limiti di bilancio del nuovo soggetto societario rischiano di lasciare senza prospettive occupazionali circa 300 lavoratori;

    una prospettiva che appare tanto più insoddisfacente laddove si consideri che discende da scelte assunte dal più grande ente pubblico e che rischia di compromettere inoltre la qualità dei servizi all'utenza, anche tenuto conto della molteplicità delle nuove funzioni attribuite all'istituto durante il periodo emergenziale della pandemia e della conseguente crisi economica e sociale che si è abbattuta sul Paese e che potrebbe riprendere a causa della crisi internazionale a seguito dell'aggressione all'Ucraina;

    nell'immediato appare necessario individuare soluzioni che vedano il coinvolgimento di tutti gli attori sin qui coinvolti nell'erogazione di detti servizi per scongiurare la discontinuità occupazionale per i lavoratori non immediatamente coinvolti nel processo di internalizzazione,

impegna il Governo

a monitorare costantemente e a informare compiutamente il Parlamento in merito al percorso di perfezionamento dell'internalizzazione dei servizi di contact center attraverso la società INPS Servizi nonché ad adottare ogni misura utile, anche di carattere finanziario volta a superare i sopra menzionati vincoli di budget, affinché sia assicurata, entro tempi ravvicinati, la continuità lavorativa per tutti i lavoratori sin qui impegnati in detti servizi.
(7-00836) «Viscomi, Pezzopane, Mura, Gribaudo, Lacarra, Carla Cantone».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VIANELLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   con un comunicato stampa del 2 maggio 2022, l'Associazione Amici della Terra Onlus rende noto di avere scritto una lettera aperta al Ministro della transizione ecologica Cingolani per denunciare il mancato rispetto degli obblighi della comunicazione pubblica nelle procedure di Via e di Vas rappresentando nella fattispecie che:

    a) il portale VAS-VIA-AIA non funzionerebbe dal 7 aprile 2022 (a seguito di un attacco hacker), con la conseguenza di rendere impossibile (con particolare riferimento ai progetti di impianti ad energia rinnovabile) la consultazione del pubblico e la pubblicazione dell'avviso al pubblico come prescritto dall'articolo 24 del decreto legislativo n. 152 del 2006;

    b) la mancata pubblicazione del summenzionato avviso (a causa del blackout del portale) determinerebbe il conseguente blocco dei termini per l'adozione del provvedimento finale di Via che decorrono per l'appunto dalla data di pubblicazione dello stesso;

    c) nessuna informativa sarebbe apparsa sulla home page del sito, al fine di rassicurare gli utenti dell'arresto di tutte le procedure a quella data;

    d) gli uffici della direzione generale Via non risponderebbero al telefono;

   la situazione sopra indicata appare estremamente grave in quanto genera una palese violazione del principio di trasparenza che obbliga le amministrazioni a garantire la massima accessibilità alle informazioni relative alle procedure facenti capo alle stesse (a maggior ragione se ciò che deve essere portato alla conoscenza di cittadini ed utenti incide su di un bene di primaria importanza come l'ambiente);

   inoltre, si espone l'Italia al rischio di aggravare la propria responsabilità in merito all'esecuzione alla sentenza del 24 gennaio 2019, Cordella e altri c. Italia, con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo è intervenuta sul caso dell'ex Ilva di Taranto:

    a) ravvisando la violazione del diritto alla vita privata (articolo 8 Cedu) e del diritto a un ricorso effettivo (articolo 13 Cedu) di oltre centosessanta persone abitanti nelle aree limitrofe agli stabilimenti della nota acciaieria;

    b) condannando l'Italia a «versare per ciascun ricorso, entro tre mesi a decorrere dal giorno in cui la sentenza sarà divenuta definitiva conformemente all'articolo 44 § 2 della Convenzione, la somma di 5.000 EUR (cinquemila euro) ai ricorrenti interessati, più l'importo eventualmente dovuto dagli stessi a titolo di imposta, per le spese»;

   a tale scopo, si evidenzia che il Governo italiano ha trasmesso al Consiglio d'Europa due comunicazioni (la prima datata 5 luglio 2021 e la seconda del 4 aprile 2022) in ordine allo stato di attuazione dell'arresto sopra menzionato ed alla situazione ambientale del sito dell'ex Ilva di Taranto, indicando (al fine di consentire il controllo di quanto riferito nelle due missive) vari link degli enti pubblici coinvolti, i cui siti risultano però non funzionanti;

   lo stesso interrogante ha provato a connettersi inutilmente ai siti interessati (risultati non funzionanti) tramite i seguenti link (tratti, a titolo meramente esemplificativo, dalle due comunicazioni in menzione):

    https://www.isprambiente.gov.it/attivita/controlli-e-spezioniambientali/impianti-"strategiciippc-aia-di-interesse-nazionale" (link al sito dell'ISPRA);

    https://osservatorioilva.minambiente.it (link portale VAS-VIA-AIA del Ministero della transizione ecologica);

   in conclusione, la situazione sopra tratteggiata risulta estremamente grave in quanto non consente la verifica dell'esecuzione della sentenza sopra indicata (con il rischio di ulteriori sanzioni a carico del nostro Paese) –:

   se il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro interrogato siano a conoscenza delle situazioni descritte in premessa e delle ragioni che le hanno provocate e se e quali iniziative di competenza intendano adottare al fine di addivenire ad una rapida soluzione delle problematiche esposte in premessa.
(5-08044)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CUNIAL. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   già con un atto di sindacato ispettivo, il n. 4-07652, l'interrogante ha posto all'attenzione del Governo come, il 30 ottobre 2020, Andrea Tosatto, pubblicava un audio integrale di Eva Reali, referente al tavolo sanità del M5S della Toscana nel 2013-2014, che denunciava di aver ricevuto un tentativo di avvicinamento per partecipare ad un incontro sulla riforma internazionale del sistema sanitario vaccinale;

   nell'audio denuncia integrale si apprende come l'azienda McKinsey fosse la società incaricata di provvedere alla formazione dei quadri politici e funzionari ministeriali, al fine del compimento del progetto internazionale;

   il 6 marzo 2021 con una nota il Ministero dell'economia e delle finanze chiarisce che: «McKinsey, così come altre società di servizi che regolarmente supportano l'Amministrazione nell'ambito di contratti attivi da tempo e su diversi progetti in corso, non è coinvolta nella definizione dei progetti del Pnrr», ma in essere vi è un contratto di consulenza per un valore di 25 mila euro più Iva affidato ai sensi dell'articolo 36, comma 2, del Codice degli appalti, ovvero dei cosiddetti contratti diretti sotto soglia. L'On. Carlo Calenda, su Twitter, in un tentativo di chiarimento scrisse che: «Consulenti McKinsey o altro, si usano per scrivere piani strategici straordinari. Quando hai bisogno di elaborazioni veloci e verifica di fattibilità su progetti» così illustrando possibili motivi della scelta di consulenti come McKinsey;

   il 4 maggio 2022, il Senato francese pubblica un'inchiesta sul mancato pagamento delle tasse da parte della società di consulenza affermando che: «McKinsey è uno dei principali attori della consulenza, che è intervenuto su riflessioni strategiche per il nostro Paese, ad esempio durante la crisi sanitaria [...] o durante il pro bono organizzazione del vertice Tech for Good per la Presidenza della Repubblica nel 2018 e 2019». Secondo l'inchiesta del Senato, la società mediante il pagamento dei «prezzi di trasferimento» dalle entità francesi di McKinsey verso la società americana erano di importo tale da contribuire a rendere nullo o negativo il risultato fiscale in Francia, per almeno 10 anni –:

   quali siano le informazioni a disposizione del Governo sui fatti citati in premessa e quali rapporti la società di consulenza abbia con il Governo italiano, per ciascun Ministero.
(4-12011)


   CARETTA, CIABURRO e TRANCASSINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   come emerso a mezzo stampa, a Roma è stato ritrovato un caso di peste suina africana (PSA) nei primi giorni di maggio 2022;

   la presenza di un capo infetto rappresenta potenzialmente l'inizio di una ondata e dunque espansione dell'epidemia da PSA nel territorio del comune di Roma e di tutta la regione Lazio;

   la diffusione della PSA nel territorio circostante la Capitale e la regione Lazio implica eventuali chiusure, perimetrazioni e misure di contenimento suscettibili di danneggiare ulteriormente il comparto suinicolo a livello nazionale;

   una gestione consapevole e responsabile del fenomeno PSA richiede una cognizione del numero di capi infetti nel territorio e la predisposizione di adeguate misure di contenimento, da adottare con la massima urgenza onde evitare ulteriore diffusione del fenomeno e ripercussioni economiche sul comparto suinicolo;

   data la concentrazione dei focolai di peste suina africana nelle aree comprese tra Piemonte e Liguria, le ragioni dietro la diffusione della PSA nel territorio di Roma richiedono accurate indagini e controlli, anche per comprendere se sia stata contratta dall'animale dopo essersi nutrito dagli avanzi dei rifiuti presenti nei cassonetti della nettezza urbana, il che prefigurerebbe un pericoloso profilo di rischio sanitario –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative abbia intenzione di intraprendere per contenere la diffusione di PSA all'interno del territorio di Roma, della regione Lazio e in altri territori dove l'epidemia è al momento assente;

   se sia a conoscenza dell'effettivo stato di diffusione della PSA nel territorio romano;

   quali misure di prevenzione del fenomeno intenda intraprendere alla luce del mutato scenario epidemico;

   se sia a conoscenza delle ragioni che hanno portato alla diffusione della PSA nel territorio di Roma.
(4-12014)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   con la scadenza della clausola di salvaguardia successiva all'abolizione dei dazi doganali sul riso, la Commissione per il commercio internazionale del Parlamento europeo ha approvato una bozza di di revisione del regolamento sulle «preferenze tariffarie generalizzate», ovverosia l'insieme di regole doganali adottate dai Paesi avanzati nei confronti di quelli in via di sviluppo;

   la revisione in questione mira a salvaguardare la risicoltura europea, prevedendo l'introduzione di un meccanismo di attivazione automatica dei dazi doganali per questi tipi di prodotti provenienti dal Sud Est asiatico ogni qualvolta si registri una situazione di crisi per il settore e indipendentemente dalla quantità di riso importata, al fine di superare l'attuale meccanismo attivabile solamente alla luce di segnalazioni lanciate dalle associazioni, così come verificatosi nel 2018, anno in cui si è proceduto al ripristino della clausola di salvaguardia;

   la bozza di revisione, già approvata nella Commissione sopracitata con 33 voti a favore e 8 astenuti, verrà presentata dal Parlamento europeo ai negoziati informali con la Commissione e il Consiglio;

   la massiccia importazione di riso estero è stata resa possibile dal cosiddetto «dazio zero», previsto dal regime EBA (Everything But Arms) a favore dei Paesi meno sviluppati, quali Cambogia, Myanmar o anche Afghanistan, Bielorussia e Congo. Tale pratica ha danneggiato gravemente le imprese italiane, incidendo negativamente sulla concorrenza di un settore che primeggia in Europa per qualità e sicurezza del prodotto immesso nel mercato, rappresentando, inoltre, un rischio dal punto di vista sanitario. Sovente questi Paesi, in particolar modo quelli del Sud Est asiatico, risultano essere ben lontani dagli standard minimi di sicurezza richiesti e sono inoltre esenti dall'attuazione di norme presenti invece in Europa: solo nel 2016 sono state 12 le allerte da contaminazione del riso importato dai Paesi Meno Avanzati (P.M.A.), ove venne registrata la presenza di residui, antiparassitari, aflatossine cancerogene o altre tossine oltre i limiti massimi consentiti, infestazioni da insetti, presenza di metalli pesanti e di OGM proibiti in Italia e in Europa;

   giova ricordare come la nostra Nazione risulti essere la prima produttrice di riso in Europa, a cui è ricondotta la paternità di diverse varietà risicole riconosciute e apprezzate in tutto il mondo: dal Nano Vialone Veronese in Veneto, cui è riconosciuto il marchio IGP, al Carnaroli della Lombardia, seconda regione per produzione, al riso del Delta del Po, IGP dell'Emilia Romagna. In Piemonte, prima regione produttrice, viene coltivato l'unica DOP italiana del riso, il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese e da dove proviene, sempre a Baraggia, uno dei più famosi risi italiani da risotto, ossia il riso Arborio;

   nel corso degli anni si è potuto verificare come l'assenza di un regime doganale in questo settore abbia comportato enormi svantaggi ai grandi Paesi produttori, come per l'appunto l'Italia, a tutto vantaggio, invece, di altri partner del Nord Europa, quali Germania e Olanda: tale previsione, infatti, comporta grandi benefici alle industrie di trasformazione, campo in cui questi Paesi si sono impegnati con ingenti investimenti in Cambogia e Myanmar, e non alla manodopera coinvolta nella coltivazione del riso;

   da quanto sopraesposto, si evince chiaramente quanto l'attivazione di dazi doganali nei confronti dell'importazione di riso proveniente dalle nazioni del Sud Est asiatico possa garantire quella necessaria e irrinunciabile tutela a questo settore d'eccellenza già oltremodo danneggiato negli anni passati –:

   se il Ministro interrogato intenda sostenere apertamente le posizioni assunte dal Parlamento europeo in sede di negoziati con la Commissione e il Consiglio dell'Unione europea.
(4-12015)


   UNGARO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   sono giunte all'interrogante diverse segnalazioni da parte dei nostri concittadini residenti nella circoscrizione consolare di Zurigo relativamente alla difficoltà di ottenere in tempi ragionevoli alcuni servizi pubblici essenziali;

   il sito ufficiale del Consolato Generale di Zurigo ha disposto che, a causa della ridotta disponibilità di personale prevista per i prossimi mesi, il servizio «passaporti senza appuntamento» del venerdì mattina sarà temporaneamente sospeso a partire dal mese di maggio. La notifica riportata è solo un esempio della limitata capacità di accesso ai servizi consolari che devono affrontare quotidianamente i nostri concittadini residenti nella circoscrizione consolare di Zurigo a causa della carenza del personale amministrativo;

   la crisi pandemica da COVID>19 ha costretto il Consolato di Zurigo a ridurre ulteriormente la sua capacità operativa e, sommato ai continui e consistenti flussi migratori in uscita dall'Italia, ha generato una mole imponente di arretrati contribuendo a provocare ulteriori ritardi e disagi alla comunità italiana residente –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali urgenti iniziative intenda adottare per potenziare l'operatività del Consolato Generale d'Italia a Zurigo, quali per esempio l'assunzione di nuovo personale come funzionari, contrattisti o tecnici con la finalità di assicurare un servizio pubblico celere ed efficace per i nostri connazionali residenti nella Confederazione elvetica.
(4-12024)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GALLO, MANZO, CANCELLERI, GRIPPA, DEL SESTO e TORTO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   è evidente che l'istruzione pubblica debba essere al centro degli sforzi del Governo, affinché tutti gli studenti possano usufruire del diritto costituzionale di istruirsi e di prepararsi ad affrontare la vita nel modo più consono e consapevole possibile;

   la conferma è nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, laddove la Missione 4: Istruzione e ricerca, ha l'ambizione di «Puntare a colmare le carenze strutturali, quantitative e qualitative, dell'offerta di servizi di istruzione nel nostro Paese, in tutto il ciclo formativo»;

   sebbene gli enti locali stanno proponendo progettazioni di interventi strutturali e/o adeguativi, e in alcuni casi di edificazioni ex novo, ci sono dei limiti che molti comuni italiani del sud stanno affrontando;

   alcuni comuni che hanno presentato progetti e ottenute approvazioni per interventi su edifici scolastici preesistenti stanno affrontando la criticità di dover interrompere le attività didattiche durante la fase esecutiva dei lavori, per un più o meno lungo arco temporale, senza avere alternative concrete ed economicamente sostenibili per poter garantire all'intera platea di studenti iscritti il diritto allo studio tutelato dalla nostra Carta costituzionale;

   un altro aspetto su cui si desidera porre particolare attenzione e non considerato nei bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, è dato dal fatto che molti enti locali non hanno nella disponibilità dei propri beni patrimoniali, suoli o spazi demaniali su cui poter progettare e quindi edificare nuove strutture o adeguare ampliando quelle esistenti; ciò proviene particolarmente dalle alienazioni e dismissione di beni pubblici attuate negli ultimi decenni, e le difficoltà delle pubbliche amministrazioni nel reperire fondi dalle proprie voci di bilancio, sommate a quelle burocratiche, ci forniscono un quadro sconfortante;

   ciò nonostante ci sono aree urbane private o aree industriali dismesse, che potrebbero essere adoperate per lo scopo ma che attualmente non possono essere utilizzate secondo i criteri di alcuni bandi come quelli per gli asili nido –:

   se non si intenda inserire nei successivi bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza la possibilità di inserire una quota economica che sia dedicata a consentire il regolare svolgimento di tutte le attività didattiche in strutture scolastiche temporanee istallate ad hoc per la durata degli interventi del progetto esecutivo che interessa l'edificio scolastico preestistente;

   se non si ritenga necessario definire una quota economica nei bandi per garantire agli enti locali l'acquisizione di aree industriali dismesse o di aree private inutilizzate semplificando le procedure dei cambi di destinazione d'uso.
(5-08045)

Interrogazione a risposta scritta:


   D'ATTIS. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il giorno 30 marzo 2022 il consiglio comunale di Ruvo di Puglia si è riunito per votare, tra gli altri, il punto 11 della delibera n. 15, propedeutica all'approvazione del bilancio, avente ad oggetto: «Verifica quantità e qualità delle aree da destinarsi a residenza, nonché alle attività produttive e terziarie che potranno essere cedute in diritto di proprietà o concesse in diritto di superficie, ai sensi delle leggi 167/1962 - 865/71 e 457/78 per l'anno 2022»;

   dall'approvazione di tale punto, votato favorevolmente anche dal sindaco del comune di Ruvo di Puglia, è derivata una grave sperequazione nell'attribuzione del valore economico del lotto n. 16 della zona piano insediamento produttivo (PIP);

   stando a quanto dichiarato dai consiglieri comunali di opposizione, il costo di tale lotto è stato indicato solo in sede di discussione del punto in consiglio nel valore di 36,29 euro per metro quadro, diversamente da tutti i restanti lotti della zona piano insediamento produttivo, il cui costo è pari a 57,47 euro per metro quadro;

   inoltre, occorre osservare che il lotto 16 è stato aggiudicato alla ditta Guastamacchia spa a mezzo di procedura di gara gestita dal direttore area 5 urbanistica ed edilizia (settore di cui il sindaco è anche assessore) e, stando a quanto si evince dalla visura camerale, l'amministratore Unico della menzionata ditta, nonché proprietario del 75 per cento delle quote della medesima società, è il sig. Guastamacchia Gioacchino, cognato del sindaco del Comune di Ruvo di Puglia;

   come stabilito dall'articolo 78, comma 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, gli amministratori degli enti locali tra cui i sindaci «devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L'obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell'amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado.» –:

   se si intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, in particolare tramite i servizi ispettivi di finanza pubblica, in relazione agli effetti di carattere economico-finanziario che possono derivare dalla delibera in questione e dalle modalità con cui è stata assunta.
(4-12008)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   LUPI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'onorevole Marco Lucio Forzese, già deputato presso l'Assemblea regionale siciliana, è imputato dinanzi al Tribunale di Catania per una presunta ipotesi di corruzione cosiddetta «triangolare», in quanto, secondo l'assunto della Procura della Repubblica etnea, egli avrebbe promesso al direttore dell'ispettorato del lavoro di Catania utilità consistenti nel fare in modo che quest'ultimo fosse riconfermato alla guida del suo ufficio, nonché nell'appoggio prestato per la nomina del direttore quale membro della commissione degli esami di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di consulente del lavoro della regione siciliana per la sessione 2017, in cambio di presunti favori tributari per un imprenditore asseritamente vicino all'onorevole Forzese;

   in siffatto contesto in corso di giudizio di primo grado del procedimento Forzese, il coniuge della presidente del collegio del tribunale di Catania dottoressa Urso, tale dottor Salvatore Scalia, risulta essere o essere stato, in rapporti fiduciari e istituzionali proprio con la regione siciliana, essendo quest'ultimo stato nominato nel 2018 commissario straordinario per la gestione del Comune di Acireale;

   sempre nel 2018 la regione siciliana nomina lo stesso Scalia quale commissario straordinario per la riparazione e la ricostruzione degli immobili colpiti dal sisma del dicembre 2018;

   appare dunque innegabile, anche a parere dell'interrogante, un rapporto fiduciario che lega il dottor Scalia alla regione siciliana;

   ad avviso dell'interrogante, in sede processuale sussistevano ragioni di opportunità che avrebbero consigliato al Presidente del Collegio dottoressa Urso, sposata con Scalia, di astenersi dal processo, dinanzi all'espressa richiesta formulata dall'onorevole Forzese;

   quanto suesposto appare quantomeno lesivo del decoro della giustizia e del principio del giusto processo –:

   se il Ministro interrogato non ritenga necessario valutare la sussistenza dei presupposti per l'avvio di iniziative ispettive presso il Tribunale di Catania.
(4-12007)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   relativamente agli accadimenti avvenuti il 6 aprile 2020 nella Casa Circondariale «Francesco Uccella» di Santa Maria Capua Vetere, il 28 giugno 2021 sono state predisposte, dal g.i.p. Sergio Enea, misure cautelari a carico di 52 membri del Corpo di polizia penitenziaria e, per disposizioni del Ministero della giustizia, la sospensione dal servizio per altri 25 agenti e dirigenti nei primi giorni di luglio dello stesso anno;

   tuttavia, per alcuni di questi agenti è stato disposto il rigetto delle suddette misure cautelari, in quanto non è stata riscontrata prova certa della loro partecipazione ai fatti contestati. Ciononostante, nei loro confronti, la sospensione dal servizio predisposta dal Ministero permane tutt'oggi in vigore;

   sussistono, infatti, profondi dubbi circa la loro adesione agli episodi di violenza avvenuti all'interno del carcere napoletano, scaturiti da testimonianze contraddittorie rilasciate dai detenuti e che non hanno trovato riscontro effettivo negli elementi indiziari in mano agli inquirenti;

   non si comprende, pertanto, la motivazione alla base del prosieguo della sospensione dal servizio per questi membri della polizia penitenziaria, equiparandoli, di fatto, ai loro colleghi per cui non sussistono i medesimi dubbi sulla loro partecipazione ai fatti contestati, comportando, in tal modo, gravi difficoltà di carattere economico per questi agenti, privati della retribuzione da oramai nove mesi, e per i rispettivi nuclei familiari –:

   quali siano le motivazioni per cui gli agenti citati in premessa risultino tuttora fuori servizio nonostante i dubbi concreti riguardanti la loro implicazione negli accadimenti avvenuti il 6 aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
(4-12021)


   COSTA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la piena attuazione dei progetti e degli investimenti previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza passa, inevitabilmente, anche attraverso misure di sostanziale efficientamento del sistema giudiziario italiano, che consentano di smaltire il lavoro arretrato che grava sui Tribunali;

   in quest'ottica, con decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, recante «Misure per il rafforzamento delle capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e per l'efficienza della giustizia», il legislatore ha previsto alcune disposizioni relative agli addetti all'Ufficio del processo;

   nello specifico, al fine di supportare le linee di progetto ricomprese nel PNRR e garantire la piena operatività delle strutture dell'Ufficio predetto, il Ministero della giustizia è stato autorizzato ad avviare procedure di reclutamento straordinario, per il quadriennio 2021-2024 e a tempo determinato, di 16.500 funzionari, che avranno il compito di coadiuvare i Tribunali nello smaltimento dei migliaia di fascicoli rimasti ancora inevasi;

   tra gli uffici giudiziari che avrebbero dovuto beneficiare dell'ingresso di nuove leve figura, nell'ambito della Corte d'appello di Genova, anche il Tribunale di Imperia, presso il quale sarebbero dovuti arrivare 27 nuovi funzionari, risultati vincitori del concorso per addetti all'Ufficio del processo;

   tuttavia, secondo quanto si apprende da fonti stampa, sarebbero stati assegnati – su 27 attesi – appena 9 funzionari, pari a meno del 35 per cento. A questo si aggiunga che, prima di entrare pienamente in servizio, i nuovi funzionari – come fatto notare anche dai rappresentanti locali di Unsa-Confsal – dovranno completare il proprio addestramento;

   le lungaggini dell'iter di reclutamento e l'assoluta incertezza sull'effettiva operatività dei nuovi funzionari aggrava ulteriormente una situazione, come quella del Tribunale di Imperia, divenuta oramai insostenibile; stando alla pianta organica, infatti, a causa dei pensionamenti e dei mancati nuovi ingressi, mancherebbe all'appello circa il 48 per cento dei funzionari, rendendo così difficoltosa la gestione tanto del lavoro ordinario quanto della mole di arretrati accumulatisi nel corso degli anni;

   le condizioni in Procura non sono migliori: tra funzionari amministrativi e cancellieri le lacune raggiungerebbero circa il 30 per cento il che – stante la necessità di assicurare il sollecito ingresso del numero previsto di addetti all'Ufficio del processo – renderebbe assolutamente necessario bandire anche un concorso ordinario per funzionari di ruolo con contratti a tempo indeterminato;

   le croniche scoperture di organico, dai cancellieri ai funzionari amministrativi, negli uffici giudiziari costituiscono una delle cause principali della inefficienza della giustizia nel nostro Paese:-

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto e quali urgenti iniziative, anche di carattere normativo, intenda adottare per porre rimedio alla situazione di grave criticità del Tribunale di Imperia, garantendo il tempestivo ingresso di tutti gli addetti all'Ufficio del processo originariamente previsti e la loro piena operatività in tempi brevi e ragionevoli.
(4-12022)

INNOVAZIONE TECNOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   FORNARO. — Al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito delle misure M1C1 Digitalizzazione, Innovazione e sicurezza nella Pubblica amministrazione del Pnrr, si starebbe verificando un esagerato e ingiustificato aumento dei prezzi dei beni e servizi relativi agli interventi che le amministrazioni locali e le scuole dovranno realizzare a seguito della presentazione di apposite domande di accesso al finanziamento per: estensione dell'utilizzo delle piattaforme nazionali di identità digitale - SPID CIE, migrazione a cloud, adozione app IO, adozione piattaforma PagoPA, abilitazione al cloud per le PA Locali, esperienza del Cittadino nei servizi pubblici;

   mentre con l'avviso «digitalizzazione innovazione comuni italiani Fondo innovazione» un piccolo comune con un finanziamento di soli 3.500 euro poteva realizzare, come hanno fatto in molti, i primi servizi online basati sulle piattaforme SPID, PagoPA (in pratica tutti i pagamenti online al 31 dicembre 2021) e App IO, ora può addirittura rinunciare all'80 per cento di questo finanziamento e farsi rifinanziare buona parte delle attività già svolte — ampliandole ed aggiornandole certamente — con i fondi Pnrr ma con costi decuplicati –:

   se corrisponda al vero che i costi previsti di finanziamento delle singole attività siano in alcuni casi decuplicati rispetto ai prezzi di mercato;

   se la Consip sia stata coinvolta nella definizione dei costi dei singoli servizi finanziabili considerato che sono operativi contratti quadro e convenzione che potevano costituire un efficace driver di costo;

   perché i finanziamenti delle citate misure siano considerati forfettari (lump sum) e non debbano essere rendicontati, considerato che detta modalità è tutta a favore delle aziende, specie dei grandi player, non stimola e non produce innovazione ma si limita ad ampliare alcuni servizi che erano finanziati con il fondo Innovazione del 2020 e, in ogni caso, non tiene conto delle cospicue economie di scala che si ottengono in questo settore.
(4-12018)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BELOTTI, IEZZI e SNIDER. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 30, comma 14-bis, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, così come sostituito dall'articolo 51, comma 1, lettera a) del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, che prevede l'assegnazione ai comuni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti di contributi, nel limite massimo di 168 milioni di euro per l'anno 2022 per il potenziamento di investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l'abbattimento delle barriere architettoniche nonché per gli interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile;

   sulla base della citata disponibilità finanziaria, l'importo del contributo da assegnare a ciascuno dei 1.996 comuni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti è pari ad euro 84.168,33;

   i comuni beneficiari del contributo sono tenuti a iniziare l'esecuzione dei lavori entro il 15 maggio 2022 e il citato comma 14-bis dell'articolo 30 del decreto-legge n. 34 del 2019 disciplina le modalità di recupero del contributo assegnato, nei casi di mancato rispetto dello stesso termine o di parziale utilizzo, prevedendone la revoca, in tutto o in parte, entro il 15 giugno 2022;

   i contributi assegnati con il presente decreto sono erogati ai comuni beneficiari secondo le modalità e i termini previsti dal comma 110 dell'articolo 1 della legge n. 145 del 2018, nella misura del 50 per cento previa verifica dell'avvenuto inizio dell'esecuzione dei lavori, attraverso il sistema di monitoraggio di cui al comma 112 dello stesso articolo 1, e per il restante 50 per cento previa trasmissione, al Ministero dell'interno, del certificato di collaudo o del certificato di regolare esecuzione rilasciato dal direttore dei lavori, ai sensi dell'articolo 102 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50;

   i contributi sono destinati ai comuni più piccoli, che hanno personale ridottissimo e quindi spesso con maggiori difficoltà nell'espletamento delle pratiche burocratiche per la redazione dei progetti, la richiesta dei fondi e l'assegnazione degli appalti;

   nella fase post-covid, causa il boom edilizio per il Superbonus 110 per cento e l'aumento esponenziale del costo dei materiali, gli enti locali continuano a denunciare le enormi difficoltà nel trovare imprese disponibili a partecipare ad appalti per opere pubbliche e manutenzioni stradali;

   a riprova di tale situazione, sulla stampa locale di Bergamo si riporta che la locale Amministrazione provinciale per la prima volta nella sua storia ha dovuto fare i conti con due appalti per la manutenzione di due ponti andati deserti e se prima del Covid c'erano in media tra i 20 e i 30 partecipanti a ogni gara, dopo sono scesi a 10 e ora siamo a 2 o 3;

   per i piccoli comuni questi contributi sono essenziali per le opere di manutenzione e messa in sicurezza o per l'abbattimento delle barriere architettoniche o gli investimenti di efficientamento energetico;

   molti sindaci dei comuni sotto i 1.000 abitanti sono impossibilitati ad assegnare i lavori entro la scadenza prevista non avendo trovato un'impresa disponibile;

   anche l'Anci, con una nota del 26 aprile 2022, ha presentato una richiesta urgente di proroga dei termini di avvio dei lavori relativamente ai contribuiti di cui all'articolo 30, comma 14-bis del decreto-legge n. 34 del 2019 –:

   se non ritenga indispensabile prevedere, come per altro già stabilito per altri bandi, una proroga al termine di inizio lavori, ora fissata al 15 maggio 2022, di almeno 4/5 mesi in attesa di una stabilizzazione del mercato delle materie prime e di tutto il comparto edilizio.
(5-08043)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   APREA, CASCIELLO, PAOLO RUSSO, PALMIERI e SACCANI JOTTI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   la normativa vigente in materia di mobilità dei docenti ha previsto che a decorrere dalle immissioni in ruolo disposte per l'anno scolastico 2020/2021, i docenti possano avanzare richiesta di mobilità dalla sede di prima assegnazione non prima di tre anni;

   analogo vincolo è stato introdotto, a decorrere dall'anno scolastico 2022/2023, alla richiesta di mobilità per i docenti che hanno ottenuto titolarità in seguito a precedente richiesta di trasferimento;

   i docenti neoassunti in quanto vincitori di uno dei concorsi banditi nel 2016 per la scuola dell'infanzia, primaria e scuole superiori, si sono trovati a confrontarsi con una disparità di trattamento determinata dalla data di assunzione per cui sono bastati per alcuni anche solo due mesi di differenza di tale data per vedersi applicata una diversa normativa e un diverso trattamento: chi è stato assunto prima dell'anno scolastico 2020/21 non è infatti sottoposto ad alcun vincolo di mobilità;

   stessa disparità di trattamento si registra in merito alla possibilità di presentare domanda di assegnazione provvisoria e utilizzazione nell'ambito della provincia di assegnazione o di accettare incarichi annuali per altra tipologia o classe di concorso se inseriti in altre graduatorie;

   tale disparità si realizza non solo in merito alla data di assunzione per soggetti che provengono dalla stessa graduatoria ma anche per tipologia di scuola per cui i docenti della scuola dell'infanzia e della scuola primaria non hanno facoltà di presentare tali domande;

   tale disparità si applica esclusivamente ai docenti immessi in ruolo negli anni scolastici 2020/2021 e 2021/2022;

   inoltre, a detti docenti è riconosciuta la possibilità di presentare domanda per inserimento nelle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) nonché di procedere all'aggiornamento della loro posizione nelle medesime graduatorie ma non sarà loro concesso di poter accettare eventuale incarico;

   il vincolo temporale viene motivato con la necessità di garantire la continuità didattica che non viene però sempre assicurata considerato che l'assegnazione dei docenti alle classi o ai plessi, viene definita dal dirigente scolastico –:

   se non ritenga di dover adottare iniziative nel primo provvedimento legislativo utile al fine di introdurre misure volte a porre fine alla disparità di trattamento tra docenti assunti in anni scolastici diversi e a prevedere maggiore coerenza in materia di iscrizione e aggiornamento delle Gps permettendo ai docenti assunti in ruolo di accettare eventuali incarichi a valere su queste graduatorie.
(5-08041)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FERRI e FRATE. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il Segretario Generale Regionale della Federazione UIL SCUOLA RUA della Toscana ha diramato un comunicato stampa nel quale dà conto della situazione di persistente carenza degli organici assegnati all'USR Toscana, e di conseguenza all'ambito territoriale della provincia di Massa Carrara, con conseguenze sui plessi scolastici della Provincia di Massa Carrara delle scuole di ogni ordine e grado;

   in particolare, si evidenzia la disposta soppressione o la mancata concessione di molte classi nella suddetta Provincia, con ciò che ne consegue in termini di mancanza di sezioni di scuola dell'infanzia anche in presenza di disabili gravi e di scuola primaria, anche in modeste realtà, e di accorpamento nella scuola secondaria anche di classi intermedie;

   il sottodimensionamento degli organici incide sensibilmente sulla qualità del servizio scolastico concretamente offerto agli alunni e in questa provincia sembra essere una costante; è, dunque, necessario, ad avviso degli interroganti, che sia posto rimedio al quadro degli organici assegnati alle scuole di ogni ordine e grado ubicate nella Provincia di Massa Carrara così come della stessa regione Toscana –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della problematica esposta e quali iniziative intenda adottate in merito.
(4-12017)


   ROTTA. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   la pandemia globale da COVID-19 ha avuto un profondo impatto sulla salute mentale globale soprattutto in relazione agli adolescenti; assistiamo alla crescita esponenziale delle richieste di aiuto da parte di ragazzi e delle famiglie che si muovono in una condizione di sempre maggiore precarietà psicologica, con conseguenti crisi personali e relazionali;

   gli adolescenti sono risultati essere molto esposti alle regole restrittive dell'isolamento sociale soprattutto in relazione alle mancate interazioni fisiche tra pari, con il venir meno di un importante contesto di sviluppo sociale ed emotivo e l'instaurarsi di uno stato di stress correlato alla pandemia, con crisi anche importanti che a volte sfociano in atti di autolesionismo, nell'esordio di disturbi alimentari o del sonno, in dipendenze dal gioco, da droga, da psicofarmaci e da alcol. Il dato più drammatico è il numero impressionante e in crescita dei suicidi o dei tentativi di suicidio tra i ragazzi;

   i sentimenti di disagio psicologico (cioè depressione e solitudine) hanno effetti profondi sui risultati scolastici, sui comportamenti di assunzione di rischi, sulle relazioni interpersonali e sulla mortalità degli adolescenti;

   risulta quindi centrale affrontare con urgenza e in maniera incisiva questa grande emergenza sociale, sanitaria ed educativa;

   un primo passo è stato compiuto avviando un sistema di assistenza e di supporto psicologico a livello nazionale con la previsione di un bonus psicologico per i cittadini meno abbienti, ma soprattutto potenziando la medicina territoriale con l'incremento degli psicologi nelle Asl e dando risorse alle scuole per specifici servizi professionali di supporto e assistenza psicologica e pedagogica per gli studenti;

   la scuola è uno dei luoghi fondamentali nella vita dei ragazzi e delle ragazze, è il luogo in cui si può realizzare il loro desiderio di crescita, di diventare grandi, ed è da qui che deve partire la costruzione di un grande intervento di potenziamento dei fattori di protezione personali (life skills) dall'esposizione a condotte a rischio e di monitoraggio sulla sofferenza evolutiva dei ragazzi affinché si possa tempestivamente intervenire nel caso in cui essa rischi di trasformarsi in patologia;

   occorre costruire una comunità territoriale educante, con docenti e famiglie, che faccia rete con i servizi offerti dalle associazioni, dal Terzo settore e dal volontariato e che si fondi sul lavoro in équipe con educatori, pedagogisti e psicologi che nelle scuole possono dare il loro contributo, realizzando alleanze e patti educativi territoriali;

   le nostre scuole possono essere i luoghi in cui coltivare un lavoro di cura educativa fondamentale per consentire il superamento valido delle crisi di crescita in un'epoca storica in cui le nuove generazione si sono trovate a dover affrontare situazioni traumatiche che rischiano, in alcuni casi, di produrre un drammatico rischiò di disagio psichico anche grave –:

   quali siano le intenzioni del Ministro interrogato di fronte a questa drammatica emergenza, e se non intenda contenere il rischio di disagio psichico, anche dal punto di vista della prevenzione, potenziando il sostegno e lo sviluppo della comunità educante affiancando i docenti, il personale ATA e i genitori nelle relazioni con gli studenti, potenziando le reti educative con i comuni, gli enti locali, il Terzo settore e tutte le realtà che agiscono in ambiti educativi.
(4-12019)


   PAXIA e VIZZINI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   nella notte tra il 9 ed il 10 novembre 2021, a seguito di un terribile alluvione purtroppo è crollata una falda del tetto del plesso centrale del Liceo Scientifico «E. Boggio Lera» di Catania;

   a seguito dell'evento i Vigili del Fuoco ed i tecnici della Città Metropolitana hanno preso atto della fatiscenza del resto dei tetti della struttura e con nota 56895 del 10 novembre l'ente locale ha disposto prima la chiusura dell'intero edificio e successivamente quella dei locali disposti immediatamente sotto i tetti a falde e del piano terra;

   conseguentemente, ben 31 classi si sono ritrovate senza né aule né laboratori;

   per alcuni studenti si sono potute utilizzare alternativamente aule facenti parte di diverse scuole, per altri si è dovuti ricorrere allo strumento della didattica a distanza, ampiamente stigmatizzata dalle nostre istituzioni scolastiche e superata come strumento di sostegno alla didattica, a causa delle ricadute negative che ormai ben conosciamo a livello psicosociale nonché fisico sui nostri ragazzi;

   è altamente probabile inoltre che precedentemente all'alluvione i fortissimi venti dell'ottobre scorso, che hanno colpito la medesima area, oltre a scoperchiare il lucernaio, abbiano stressato in modo irreversibile le strutture principali dei tetti già deteriorate da anni di abbandono, di richieste di controllo inevase e di assenza di manutenzione;

   il dirigente scolastico, proprio per accendere l'attenzione sull'istituto in questione e per ricordare alle autorità e all'opinione pubblica la situazione in cui, ad oggi, ancora versa il liceo scientifico «E. Boggio Lera» di Catania, ha iniziato a svolgere lezioni all'aperto nelle principali piazze di Catania;

   nel ritenere che le istituzioni abbiano il dovere di intervenire per salvaguardare il diritto allo studio, in questo caso di centinaia di studenti siciliani, sarebbe quantomeno necessario garantire loro un banco a cui tornare a settembre affinché non si sentano abbandonati ma supportati e sostenuti dallo Stato;

   sarebbe dunque auspicabile portare a termine quanto prima i lavori di risistemazione dell'istituto al fine di poter rientrare nell'edificio in sicurezza e, nell'attesa, rendere disponibili spazi idonei per tutte le 31 classi rimaste letteralmente senza scuola –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione drammatica in cui versano gli studenti del liceo scientifico «E. Boggio Lera» e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di garantire:

    a) il diritto allo studio;

    b) il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti il diritto all'istruzione che deve essere attuato in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale;

    c) anche alla luce di questa vicenda, la massima attenzione alla questione dell'edilizia scolastica che al Sud, come ben si sa, necessita di importanti interventi strutturale infrastrutturali al fine di mettere in sicurezza la vita stessa dei nostri ragazzi.
(4-12020)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   FIORINI e BOLDI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da alcune settimane, in Europa, si registrano casi di epatite acuta grave nei bambini da un mese fino a 10/15 anni circa con causa ignota;

   l'allarme è scattato nel Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca e Francia con un esordio improvviso dell'infezione e sintomi acuti e gravi;

   al momento, da quanto riportato dagli organi di stampa, sono quasi 200 i casi confermati in Europa con 17 trapianti di fegato, tra cui un italiano, e un decesso;

   la preoccupazione nasce, oltre dalla gravità della malattia, soprattutto dall'incertezza delle origini della patologia. Non sapendo quali sono le cause, di conseguenza, non si può parlare di pazienti sintomatici o asintomatici, portatori sani o meno e, quindi, non è possibile fare prevenzione;

   purtroppo, tale fenomeno si sta sviluppando anche in Italia: risultano, ad oggi, 20 segnalazioni di cui 8 casi sembrerebbero rientrare nella definizione dell'Oms, con i restanti 12 in corso d'accertamento;

   lo scorso 23 aprile è stata emanata una circolare dal Ministero della salute con delle raccomandazioni a pediatri e medici di base al fine di valutare e seguire l'evolversi della situazione senza allarmismi;

   ovviamente, considerando la fase pandemica in atto, il timore di eventuali correlazioni tra le epatiti acute di origine misteriosa, il Covid-19 e i relativi vaccini preoccupa i genitori poiché pare, che le indagini in corso non stiano facendo chiarezza sulle possibili cause;

   inoltre, secondo alcuni epidemiologi i periodi di lockdown e le misure di protezione anti-Covid potrebbero avere impedito o rallentato il contatto con gli altri virus. Ora che le restrizioni attuali stanno venendo meno, di conseguenza, è ripartita la circolazione dei vari virus colpendo soprattutto i bambini che potrebbero avere un sistema immunitario meno rispondente e con una ridotta capacità di reazione –:

   se e quali iniziative di competenza siano state attivate per cercare di contenere l'insorgere dei casi di epatite acuta infantile e quali azioni si stiano mettendo in atto per indagare sulle origini delle infezioni, in particolare sull'eventuale correlazione con il Covid-19, i vaccini collegati e le misure di protezione attuate in questi anni;

   se e quali piani si stiano mettendo in campo nelle strutture sanitarie per dare supporto ai bimbi malati e alle loro famiglie;

   se siano previste iniziative per un monitoraggio e per l'istituzione di una banca dati relativa alle rilevazioni dei casi di epatite nei bambini su tutto il territorio nazionale;

   se sia stato registrato un aumento reale dei casi di epatite infantile rispetto agli anni precedenti e con quale gravità.
(4-12009)


   SIRAGUSA, DORI, ROMANIELLO, PAOLO NICOLÒ ROMANO e MENGA. — Al Ministro della salute, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   da recenti notizie apparse sulla stampa, si apprende che un focolaio di coronavirus si sarebbe verificato di recente all'interno di un allevamento di visoni nella provincia di Padova, dove duemila esemplari dovrebbero essere abbattuti per fermare la diffusione del virus;

   in precedenza un analogo episodio si sarebbe verificato nel più grande allevamento italiano, situato a Capralba (CR), dove sarebbero stati abbattuti oltre ventiseimila esemplari;

   le condizioni crudeli in cui sono costretti a vivere i visoni, una specie particolarmente suscettibile al coronavirus, favoriscono la possibilità di formazione di serbatoi del virus e delle sue mutazioni, cosa che risulta particolarmente preoccupante in relazione all'efficacia dei vaccini;

   a seguito della segnalazione di una mutazione del virus avvenuta in alcuni allevamenti del nord Europa proprio negli animali allevati per le pellicce, il Ministro della Salute il 21 novembre 2020 ha emanato una ordinanza, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 291 del 23 novembre 2020, con la quale sono state sospese le attività di allevamenti di visoni sul territorio nazionale, nel rispetto del principio di precauzione;

   il comma 980 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio 2022) dispone che «Sono vietati l'allevamento, la riproduzione in cattività, la cattura e l'uccisione di visoni (Mustela viso o Neovison vison), di volpi (Vulpes vulpes, Vulpes Lagopus o AlopexLagopus), di cani procione (Nyctereutes procyonoides), di cincillà (Chinchilla laniger) e di animali di qualsiasi specie per la finalità di ricavarne pelliccia.»;

   come denunciato da molte delle associazioni animaliste riconosciute, più di cinquemila esemplari vivono ancora negli allevamenti italiani in cattività, costretti in gabbie di dimensioni limitate e prive di arricchimenti ambientali adeguati alla specie, anche per effetto della mancata emanazione del decreto che ne regolamenta la cessione presso strutture autorizzate –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti e delle circostanze esposte in premessa, e conseguentemente quali iniziative intendano adottare affinché venga data piena attuazione alle disposizioni introdotte dalla legge di bilancio 2022, che vietano l'allevamento, la riproduzione in cattività, la cattura e l'uccisione di visoni nel nostro paese;

   se non intendano emanare quanto prima le norme regolamentari per la cessione dei visoni alle strutture organizzate a garanzia della cura e mantenimento degli animali.
(4-12010)


   CUNIAL. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 20 aprile 2022, sulla rivista Journal of Hepatology, è stato pubblicato un articolo scientifico dal titolo: «La vaccinazione SARS-CoV-2 può provocare un'epatite dominante a cellule T CD8». L'articolo descrive episodi di epatite autoimmune che sono stati riscontrati in seguito all'infezione e alla vaccinazione da SARS-CoV-2, ma la loro fisiopatologia rimane poco chiara. Qui, si riporta il caso di un maschio di 52 anni, che presenta episodi bimodali di epatite acuta, ciascuno dei quali si verifica 2-3 settimane dopo la vaccinazione con mRNA BNT162b2. Gli studiosi hanno cercato di identificare i correlati immunitari sottostanti. Il paziente ha ricevuto la prima budesonide orale, ha avuto una ricaduta, ma ha ottenuto la remissione con steroidi sistemici. I ricercatori hanno concluso una possibile correlazione tra vaccinazione ed epatite atipica;

   al 23 aprile 2022 sono due i casi di epatite acuta pediatrica di origine sconosciuta riscontrate nei bambini italiani. La circolare del Ministero della salute afferma anche che «non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti COVID-19 e un questionario somministrato ai casi, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune»;

   a parere dell'interrogante, l'affermazione perentoria di esclusa correlazione tra vaccinazione e epatite anomale, fatta all'inizio del riscontro del problema sanitario, di cui si sa ancora poco o nulla, è una affermazione del tutto non conclusiva, tempestiva e poco affidabile, considerando il fatto che uno studio pubblicato tre giorni prima descriveva una possibile correlazione tra la vaccinazione e il fenomeno;

   il 26 aprile 2022, sul quotidiano La Verità, è stata pubblicata una dichiarazione di Maurizio Federico (Iss) il quale afferma che: «La profilassi anti Covid può aver facilitato la nascita di virus mutanti, che danneggiano gli ospiti privi di immunità naturale, come i piccoli»;

   il 27 aprile 2022, su AGI appare la notizia che, secondo l'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (Ukhsa), il ceppo di adenovirus chiamato F41 è la causa più probabile delle epatiti acute che colpiscono i bimbi negli ultimi giorni;

   Ukhsa dichiara che: «Le informazioni raccolte attraverso le nostre indagini suggeriscono sempre più, che questo aumento dell'insorgenza improvvisa dell'epatite nei bambini è legato all'infezione da adenovirus. Tuttavia, stiamo indagando a fondo su altre potenziali cause». Scienziati e medici stanno ora studiando l'eventualità che ci sia stato un cambiamento nella composizione genetica del virus che potrebbe innescare più facilmente l'infiammazione del fegato. Un'altra possibile spiegazione è che le restrizioni imposte nella pandemia potrebbero aver portato i bambini piccoli a essere esposti per la prima volta all'adenovirus in un momento leggermente successivo della loro vita, portando a una risposta immunitaria «più vigorosa» in alcuni –:

   di quali informazioni disponga il Governo in merito a quanto esposto in premessa e se non intenda interrompere la campagna vaccinale anti-Covid 19 in essere anche per le fasce pediatriche.
(4-12012)


   CUNIAL. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   già con l'interrogazione n. 4-11595 l'interrogante ha posto all'attenzione del Governo come fosse stata pubblicata una mole di documentazione riguardo al vaccino Pfizer contro il COVID-19, alla sua sicurezza e i rischi salute, grazie a un cittadino americano che ha fatto ricorso tramite il Foia americano contro la Fda ottenendo una sentenza favorevole da un tribunale del Texas;

   la pubblicazione prevedeva «più di 12.000 pagine» entro il 31 gennaio 2022 e le restanti a una velocità di 55.000 pagine ogni 30 giorni, con la prima produzione prevista entro il 1° marzo 2022, fino al completamento dell'operazione;

   il 3 maggio 2022, Aaron Siri, l'avvocato che ha vinto la causa, ha pubblicato su Twitter la notizia della pubblicazione di ben oltre 90.000 pagine –:

   di quali informazioni il Governo disponga in merito a quanto esposto in premessa;

   se il Governo non intenda con urgenza adottare iniziative per interrompere la campagna vaccinale obbligatoria e volontaria, nonché per abrogare le norme concernenti l'obbligatorietà dell'uso del cosiddetto Green Pass.
(4-12013)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   i fumi dell'ILVA, oltre ad essere all'origine di numerose patologie gravi e decessi precoci, sono anche responsabili di pesanti danni all'ambiente e alle cose, nonché di gravi compressioni di diritti costituzionalmente garantiti come la proprietà, soprattutto nei quartieri più vicini agli stabilimenti;

   nel corso degli ultimi anni, molti residenti del quartiere Tamburi hanno proposto azioni risarcitorie per i danni connessi alle emissioni provenienti dallo stabilimento nei confronti di ILVA S.p.A., fondate sui danni sopportati per i maggiori costi connessi alla manutenzione degli stabili di proprietà, aggrediti dal cosiddetto «polverino» proveniente dai parchi minerali posti a ridosso del quartiere, per la riduzione delle possibilità di godimento dei propri immobili e per il deprezzamento subito sempre a causa dell'inquinamento;

   ad oggi, numerose sentenze passate in giudicato riconoscono un risarcimento in media stimato in una somma pari al 20 per cento del valore di mercato degli immobili;

   soprattutto a causa delle modifiche normative apportate negli ultimi anni all'A.S. di ILVA S.p.A., tali indennizzi non sono mai stati riconosciuti;

   con il decreto-legge n. 73 del 2021 (cosiddetto «Sostegni-bis»), si è provveduto a istituire un Fondo nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico con una dotazione di 5 milioni di euro per il 2021 e 2,5 milioni di euro per il 2022, al fine di riconoscere un indennizzo per i danni agli immobili derivanti dall'esposizione prolungata all'inquinamento degli stabilimenti siderurgici di Taranto del gruppo ILVA;

   in particolare, si è sancito il diritto dei proprietari di immobili dei quartieri della città di Taranto in favore dei quali sia stata emessa sentenza definitiva di risarcimento dei danni a carico di ILVA S.p.A. di ricevere un indennizzo nella misura massima del 20 per cento del valore di mercato dell'immobile danneggiato al momento della domanda e comunque per un ammontare non superiore a 30.000 euro per ciascuna unità abitativa;

   le condizioni e le modalità per la richiesta di accesso al Fondo e per la liquidazione dell'indennizzo sono state demandate a un decreto del Ministero dello sviluppo economico, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della suddetta legge;

   ad oggi, a distanza di quasi un anno dalla scadenza del suddetto termine il Ministero dello sviluppo economico non ha ancora adottato il necessario decreto attuativo –:

   se intenda chiarire i motivi del grave ritardo e rendere note le tempistiche dell'adozione del decreto ministeriale richiamato in premessa.
(5-08042)

Interrogazione a risposta scritta:


   FORNARO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Eni ha annunciato la chiusura dell'impianto cracking di Porto Marghera a partire da lunedì 9 maggio 2022;

   l'impianto impiega attualmente centinaia di posti di lavoro tra lavoratori diretti, dell'indotto e degli appalti;

   la chiusura dell'impianto del cracking rischia di compromettere in maniera irreversibile non solo il polo chimico di Porto Marghera, ma altresì i petrolchimici di Ferrara e Mantova; già in passato Eni aveva fatto promesse generiche per la riconversione degli impianti che, comunque, non potranno iniziare il lavoro prima del 2023 e prevedono l'insediamento di attività a basso valore aggiunto, con livelli occupazionali di scarsa qualità in una prospettiva di una vera e propria deprofessionalizzazione del sito;

   la scelta di Eni della chiusura dell'impianto cracking di Porto Marghera avviene in un'area di grave emergenza occupazionale del settore manifatturiero, chimico e metalmeccanico, come dimostra per esempio la situazione di crisi della società «Superjet» del polo aeronautico di Tessera;

   i lavoratori hanno proclamato per lunedì 9 maggio 2022, giorno di chiusura dell'impianto, un'agitazione sindacale per protestare contro la scelta di Eni –:

   quali iniziative il Governo intenda intraprendere, nell'ambito delle sue competenze, per scongiurare il definitivo depauperamento del sito industriale di Porto Marghera e per offrire ai lavoratori interessati, diretti, dell'indotto e degli appalti, garanzie concrete circa il loro futuro occupazionale.
(4-12016)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FERRARESI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il delta Po registra la presenza di oltre 300 specie di uccelli, 40 specie di mammiferi, 25 tra anfibi e rettili che vivono in forma stabile nei diversi habitat costituitisi nel tempo nelle aree allagate dal Po. Esso rappresenta il più vasto complesso di zone umide d'Italia;

   vi sono numerose criticità nella gestione del Parco del delta del Po, che possono porsi come ostacoli nel raggiungimento degli obiettivi previsti per la zona del Delta del Po dalla Convenzione di Ramsar e dall'UNESCO, attraverso il programma Mab in particolare:

    a) non è stata garantita una adeguata ed efficace tutela della biodiversità e si riscontra una scarsa dotazione di risorse economiche allocate e scarsità di personale assegnato, anche per le questioni relative al dragaggio di alcune aree;

    b) si riscontra una quantità eccessiva di consumo di suolo per supermercati e capannoni commerciali;

    c) gli adempimenti che gli enti locali e regionali hanno sottoscritto per fare parte della rete di «Riserve della biosfera MAB-UNESCO» sono stati solo parzialmente attuati;

    d) lo Statuto dell'Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità delta del Po, approvato con delibera n. 27 del 26 agosto 2013, è ancora inapplicato;

    e) le gestioni attuali del Parco (veneta ed emiliano-romagnola) differiscono sensibilmente;

    f) presenza documentata di bracconaggio faunistico venatorio e ittico (anche in zone di Rete Natura 2000) e conseguente impoverimento della varietà di specie, soprattutto dell'avifauna;

    g) livelli preoccupanti di inquinanti riscontrati (inquinamento di suolo, aria e acqua);

    h) gestione critica delle valli di Comacchio residue che pregiudicano la sua funzione di di santuario, un luogo dove poter potenzialmente aumentare lo quantità delle anguille, per evitarne l'estinzione;

    i) strage di volatili in Valle Canna (ottobre 2019);

    l) comparsa di acqua rosa nello specchio vallivo nei pressi di Boscoforte, col sospetto di uno scarico pirata dovuto alla mancanza di vigilanza (novembre 2019);

    m) abbandono della Fiera del bird watching di associazioni ambientaliste e scientifiche per la cattiva gestione nella conservazione di un gioiello naturalistico unico in Europa (febbraio 2020);

    n) l'assenso da parte dell'amministrazione comunale di Comacchio nel 2018 all'installazione di una fabbrica per polveri ceramiche ai margini della città lagunare, scongiurata da mobilitazione di comitati di cittadini che ne hanno evitato l'implementazione;

   la legge 6 dicembre 1991, n. 394, all'articolo 35, comma 4, ha stabilito che «Entro due anni (...) le Regioni interessate (Emilia Romagna e Veneto), provvedono, d'intesa con il Ministro dell'ambiente, all'istituzione del parco naturale interregionale del Delta del Po ...» e che «...Qualora l'intesa non si perfezioni nel suddetto termine, si provvede all'istituzione di un parco nazionale in tale area...». Con la legge di bilancio 2018, all'articolo 1 comma 1112, è stata prevista l'istituzione del parco del Delta del Po nei termini seguenti:

    «È istituito, d'intesa con le regioni Veneto ed Emilia-Romagna, il Parco del Delta del Po, comprendente le aree del perimetro del Parco naturale regionale del Delta del Po, istituito con la legge della regione Veneto 8 settembre 1997, n. 36, e del Parco regionale del Delta del Po, istituito con la legge della regione Emilia-Romagna 2 luglio 1988, n. 27. Il mancato raggiungimento dell'intesa preclude l'istituzione del Parco del Delta del Po. La copertura delle spese obbligatorie è assicurata a valere sulle corrispondenti risorse rese disponibili a legislazione vigente dalle regioni e dagli enti locali territorialmente interessati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

   nel 2018, si ebbe notizia dagli organi di stampa che la regione Emilia Romagna, al fine dell'istituzione del Parco, si era fatta promotrice, insieme alla regione Veneto, di una bozza d'intesa i cui contenuti non apparivano in linea con le sopra richiamate previsioni della legge di bilancio 2018, in quanto tese a promuovere l'istituzione di un parco di carattere interregionale, senza tener conto che il Ministero dell'ambiente è competente al relativo procedimento tecnico-amministrativo;

   le dichiarazioni dei presidenti delle regioni Veneto ed Emilia Romagna rilasciate in occasione di un loro incontro del 19 febbraio del 2022, sottolineano una volontà di collaborare per il potenziamento del Parco del Delta, attraverso stanziamenti del Pnrr –:

   se vi siano reali motivi ostativi, di tipo normativo o giuridico, che precludano la realizzazione di un Parco Nazionale del Delta del Po che includa territori delle regioni Veneto ed Emilia-Romagna e se sia possibile, attraverso una interlocuzione ministeriale diretta o indiretta con i presidenti delle regioni Emilia-Romagna e Veneto, constatare la volontà di istituire un Parco Unico del Delta del Po demaniale in alternativa ad un parco regionale o interregionale.
(5-08046)

Interrogazione a risposta scritta:


   BRAGA. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 152 del 2006 all'articolo 184-ter, come modificato dall'articolo 14-bis del decreto-legge n. 101 del 2019, in materia di end of waste, prevede che un rifiuto cessa di essere uno scarto quando è sottoposto ad un'operazione di recupero, incluso il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo, e soddisfa i criteri specifici, da adottare nel rispetto delle condizioni indicate dalla direttiva rifiuti in ambito UE;

   il comma 2 di tale articolo stabilisce che, in mancanza di criteri comunitari, i criteri sono adottati caso per caso per specifiche tipologie di rifiuto attraverso uno o più decreti del Ministro della transizione ecologica; in mancanza di criteri specifici, ai fini delle autorizzazioni regionali per il recupero, si applicano le condizioni previste dalla direttiva, nonché le disposizioni del decreto ministeriale 5 febbraio 1998, che, tuttavia, non comprendono i materiali innovativi e nuovi prodotti degli ultimi anni e non prevedono la possibilità di riutilizzo degli scarti dei cicli produttivi;

   il nostro Paese, pur avendo per determinati materiali percentuali di riciclo da primato, ha ancora estrema necessità di evitare il conferimento in discarica dei rifiuti per cui non è possibile il riuso. Il tentativo di ripresa post-pandemica, nonché la difficile situazione internazionale determinata dalla crisi russo-ucraina ha prodotto uno scenario estremamente critico con dirette ricadute sui mercati in tema di costi e reperimento delle materie prime. Va da sé che aumentare e facilitare la platea dei materiali mandati al riciclo permette risparmi, innovazione e tutela dell'ambiente;

   risulta perciò estremamente necessaria l'emanazione dei decreti attuativi, in materia di end of waste tra cui quello relativo agli olii vegetali, utilissimi peraltro nella produzione di biocarburanti a scarse emissioni climalteranti;

   i biocarburanti, specie in questa fase di crisi energetica e di necessaria transizione ecologica verso modelli economici e sociali più sostenibili, risultano essere strategici. Infatti, uno dei vantaggi principali derivante dall'utilizzo dei biocarburanti è che proprio la CO2 liberata nel processo sarebbe ecologicamente neutra, in quanto la CO2 utilizzata per generare la biomassa e la CO2 sprigionata coinciderebbero, e non darebbero pertanto luogo ad alcun incremento netto di biossido di carbonio –:

   quando il Ministro interrogato intenda emanare il sopraccitato decreto attuativo.
(4-12023)

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Meloni n. 1-00629, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 678 del 19 aprile 2022.

   La Camera,

   premesso che:

    la globalizzazione economica, in particolar modo dal termine della guerra fredda in poi, ha portato ad una forte crescita dei livelli di interdipendenza dell'Italia dai mercati internazionali, in particolar modo per l'approvvigionamento di materie prime ad ogni livello, anche agricolo, considerando che l'Italia è essenzialmente un Paese trasformatore di materie prime;

    una elevata dipendenza da fornitori stranieri per l'approvvigionamento di prodotti strategici come le materie prime solleva dunque numerosi profili di rischio per la sicurezza nazionale nel momento in cui tali fornitori corrispondono a Paesi stranieri al di fuori dell'Unione europea e dunque dell'ambito applicativo delle garanzie di diritto dell'Unione;

    la pandemia da COVID-19 con le misure di restrizione e contenimento, in particolar modo in riferimento alla prima metà dell'anno 2020, nonché il conseguente arresto delle attività economiche e la successiva immediata ripresa hanno dato luogo ad una cosiddetta crisi di saturazione, con elevati livelli di inflazione, costanti rincari di materie prime ed energia, ed una perturbazione delle catene di rifornimento globali, con conseguente rincaro dei costi della logistica;

    come indicato già nella prima metà dell'anno 2021 dal FAO Food Price Index (FFPI), sono stati registrati incrementi dei prezzi delle principali materie prime in agricoltura per oltre dodici mesi consecutivi, anche in virtù dell'impatto che il mercato interno cinese, particolarmente attivo nell'acquisto di materie prime agricole, ha avuto sui mercati internazionali;

    il rincaro delle materie prime agricole e dei costi della logistica, congiuntamente alla recente spirale inflattiva ed all'erosione del potere di acquisto di cittadini ed imprese, ha riversato le sue conseguenze direttamente sui consumatori finali e sulle aziende della filiera, anche per quanto attiene all'acquisto di prodotti di prima necessità;

    lo scenario economico, già abbastanza preoccupante al termine del quarto trimestre del 2021, è stato successivamente aggravato dall'invasione dell'Ucraina ad opera della Federazione russa, che ha portato all'interruzione di tutti i canali di fornitura relativi all'area strategica del Mar Nero nonché al blocco temporaneo delle esportazioni di materie prime agricole da Russia e Ucraina verso i mercati occidentali, con conseguenti difficoltà nel reperimento di numerose materie prime che vanno dal mais al grano duro ai materiali chimici per la produzione di fertilizzanti, senza contare le ripercussioni sui costi dell'energia;

    sul punto, infatti, come riportato dal Centro di ricerca politiche e bioeconomia del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea), la Russia produce il 23 per cento del gas naturale mondiale e circa il 40 per cento del gas naturale dell'Unione europea proviene dalla Russia, che è anche un importante esportatore di petrolio, il cui prezzo (brent) è salito di oltre il 60 per cento dall'inizio del 2022, portando, tra rincaro di gas e petrolio, ad aggravare l'inflazione dei prodotti alimentari;

    Russia e Ucraina rappresentano oltre il 30 per cento del commercio mondiale di frumento e orzo, il 17 per cento del mais e oltre il 50 per cento dell'olio di girasole, prodotti essenziali sia per la trasformazione alimentare che per la mangimistica che per la produzione di beni di prima necessità come pane o pasta;

    in tal senso, l'Italia importa, tra le altre, il 64 per cento del grano tenero per il pane e i biscotti, il 44 per cento di grano duro per la pasta ed il 47 per cento di mais, al punto che i rincari di tali materie incide di per sé sul 10 per cento del prezzo del prodotto finale sul consumatore, con ulteriori rincari dovuti al costo dell'energia (essenziale per alimentare i processi di trasformazione della materia prima agricola) e al maggiore costo di trasporti, imballaggi e carburante;

    secondo le elaborazioni del Crea, la variazione percentuale dei costi legati a componenti come fertilizzanti e gasolio ha superato rispettivamente il 170 per cento ed il 129 per cento, ha portato complessivamente ad un rincaro annuale dei costi correnti per le aziende agricole stimato di oltre 15.700 euro, valore che ha punte di 47.000 euro per stalle da latte e picchi di 99.000 euro per aziende che allevano granivori, come gli allevamenti di polli, con un impatto stimato dell'impennata dei costi che supera i 9 miliardi di euro;

    questo scenario vede inoltre oltre un'azienda agricola su dieci in una situazione di elevata criticità, tale da poter condurre alla cessazione dell'attività, con almeno il 30 per cento delle attività agricole nazionali costrette a lavorare in una condizione di reddito negativo, per l'aumento dei costi di produzione, mediamente di oltre il 30 per cento;

    come indicato dall'istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) pesa su questo scenario, relativamente all'approvvigionamento della materia grano duro, il crollo dei raccolti nel primo Paese mondiale per produzione di grano duro, il Canada, pari al 59,6 per cento dovuto, tra le altre alla forte siccità che ha colpito il Paese, portando ad un vuoto di offerta che ha impattato in modo rilevante sia sui mercati internazionali (con un declino delle scorte globali di oltre il 24 per cento) che sulla tenuta dell'industria molitoria;

    in relazione al mais, di cui l'Ucraina è quarto esportatore mondiale, detenendo il 15 per cento delle forniture globali, nel febbraio 2022 Ismea ha registrato un valore di picco storico, con la quotazione di 283,10 euro per tonnellata (+27 per cento su febbraio 2021), superato dall'ulteriore rialzo registrato nel mese di marzo 2022, con picchi di 375 euro a tonnellata, sollevando numerose preoccupazioni sul fronte interno sia per il calo della produzione nazionale di mais di circa il 30 per cento negli ultimi 10 anni, sia perché la quota di autoproduzione nazionale è attualmente in grado di coprire il solo 53 per cento della domanda interna, lasciando il restante 47 per cento totalmente in mano alle importazioni straniere, con particolare sensibilità alle oscillazioni di mercato e conseguenti rincari a cascata per le aziende agricole, ed in modo particolare il comparto mangimistico, il quale ha visto rincari del 90 per cento;

    il rincaro del comparto mangimistico costituisce un grave danno a tutti gli allevamenti e produzioni a monte delle filiere, che non riescono a mantenere la sostenibilità economica delle proprie attività, con il rischio della chiusura di numerose attività e potenziali scarsità, con ripercussioni su tutto il sistema alimentare nazionale;

    lo stanziamento di circa 50 milioni di euro a fronte della riserva di emergenza della Pac, anche se associabili a cofinanziamento al 200 per cento, è inadeguato a dare risposte concrete alle difficoltà che stanno subendo le aziende agricole e della pesca e gli allevamenti, costretti ad affrontare aumenti insostenibili per energia, mangimi, concimi;

    per il grano tenero, il mercato è fortemente influenzato dalle esportazioni di Russia e Ucraina che, insieme, esprimono oltre il 30 per cento delle esportazioni globali, portando a oscillazioni di mercato molto marcate, con il raggiungimento del valore di 325,63 euro a tonnellata nel dicembre 2021, con i picchi registrati nel mese di marzo 2022 di 397 euro a tonnellata per il grano tenero destinato alla panificazione e di 425 euro a tonnellata per il grano tenero «di forza» (valori più elevati dal 1993);

    per quanto attiene al grano tenero, l'Italia ne importa circa il 60 per cento per uso interno di prima e seconda trasformazione, esponendo l'industria molitoria ad una estrema vulnerabilità, nonostante le importazioni italiane provengano principalmente da Paesi dell'Unione europea;

    è in questo caso fondamentale il raggiungimento di strategie condivise in sede europea per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare a tutti i Paesi membri, considerando anche la forte attività di approvvigionamento di grano da parte della Repubblica popolare cinese;

    altre materie come orzo e soia hanno visto rincari rispettivamente del 40 per cento e del 12 per cento;

    l'inflazione alimentare ha colpito anche il settore lattiero-caseario, con un incremento dei costi di produzione di almeno il 20 per cento e conseguente rincaro per i consumatori del 30 per cento anche per via del costo medio del latte pari a 48 centesimi al litro (secondo rilevazioni di aprile 2022) e per la riduzione del numero di capi utilizzati dai produttori, necessario per contenere i costi;

    i rincari, avendo colpito a tutto tondo, anche per ragioni esterne rispetto al conflitto tra Ucraina e Russia, anche le quotazioni delle terre rare e delle produzioni tecnologiche, hanno portato ad un rincaro dei mezzi agricoli e dei prodotti ad alto livello di tecnologia, sempre più necessari per le aziende agricole;

    la Russia è il primo esportatore al mondo di fertilizzanti, detenendo oltre il 13 per cento della loro produzione mondiale, con il costo del nitrato di ammonio passato da 250 euro a 675 euro a tonnellata, dell'urea da 350 euro a 875 euro a tonnellata (con picchi di oltre 1.000 euro per tonnellata), il perfosfato minerale da 170 euro a 350 euro a tonnellata e concimi a contenuto di potassio da 450 a 850 euro a tonnellata, costringendo almeno il 30 per cento delle imprese agricole a ridurre i raccolti;

    il rincaro dei costi energetici ha portato alla riduzione degli output delle industrie produttrici di fertilizzanti in Europa, portando anche ad una prospettiva di effettiva scarsità dei fertilizzanti stessi;

    l'Italia è il secondo fornitore di prodotti agroalimentari dell'Ucraina, con una quota rilevante di esportazioni di tabacco e prodotti ad alto valore aggiunto come vino, caffè, pasta;

    tale scenario, unito al rincaro dei costi dell'energia, porta ad un generale aggravio dei costi di produzione industriale a qualsiasi livello, con particolare incidenza per l'industria agroalimentare a qualsiasi livello, con costi di utenze energetiche superiori anche del 1.500 per cento rispetto a febbraio 2020;

    nonostante le prime avvisaglie della crisi corrente fossero state sollevate ed evidenziate a più riprese nel corso del 2021, la mancata adozione di misure sistemiche a livello italiano ed europeo ha portato il sistema-Paese Italia in una situazione di enorme vulnerabilità, sia per quanto riguarda la produzione agroalimentare che l'approvvigionamento di componentistica per i macchinari industriali che per il procacciamento di materie prime agricole;

    sul piano dei costi, l'attuale contingenza internazionale ha visto un incremento dei costi su ogni livello, anche di quello logistico e degli imballaggi, con un aumento rispetto al 2021 del 30 per cento per il vetro, del 15 per cento per il TetraPak, del 35 per cento per le etichette, del 45 per cento per il cartone, del 60 per cento per i barattoli di banda stagnata, fino al 70 per cento per la plastica a cui si aggiungono rincari del trasporto su gomma superiori al 25 per cento ed aumenti dei costi di trasporto marittimo che vanno dal 400 per cento al 1.000 per cento;

    l'attuale livello di rincari e di conseguente speculazione sugli stessi è tale che, secondo varie elaborazioni sugli attuali dati di mercato, solo il 10 per cento del prezzo del prodotto finale viene riconosciuto al produttore;

    considerando che la produzione agroalimentare nazionale assorbe oltre l'11 per cento dei consumi energetici nazionali, il rincaro dell'energia e il fenomeno dell'energy crunch rappresentano un duro colpo per un sistema, quello agroalimentare, che vale oltre 570 miliardi di euro;

    l'attuale combinato disposto di rincari energetici e spirale inflattiva delle materie prime ha colpito anche il settore florovivaistico, con almeno il 15 per cento delle aziende del settore che rischiano la chiusura, con il rincaro per sementi e piantine di oltre il 134 per cento, delle torbe del 20 per cento, nonché col citato rincaro generalizzato di fertilizzanti, logistica ed imballaggi che, in un Paese dove l'85 per cento delle merci viaggia su gomma, ha un impatto non indifferente sulla tenuta di un comparto che nel 2021 ha generato valore per oltre 2,5 miliardi di euro, per 30.000 ettari di terreno coltivati, 200.000 addetti e 27.000 aziende, tuttavia in calo rispetto al 2020, anche per via delle incidenze congiunturali dovute alla pandemia da COVID-19;

    le imprese florovivaistiche, infatti, non possono interrompere le proprie attività, in quanto ciò porterebbe alla morte delle piante, rendendo inutile le attività di semina, a fronte di uno scenario in cui l'attività produttiva florovivaistica costa genericamente il 30 per cento in più;

    ulteriori danni a scapito del comparto florovivaistico italiano, con la conseguente scomparsa dei fiori italiani dai mercati rischia peraltro di favorire le acquisizioni di quote di mercato da parte di produttori stranieri, che già nel 2021 hanno visto registrare un incremento del proprio valore del 20 per cento, valore creato prevalentemente nell'ambito di produzioni di Paesi che non rispettano i diritti basilari dei lavoratori;

    il deficit logistico italiano per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci costa all'Italia oltre 13 miliardi di euro l'anno, con un gap di competitività che penalizza in modo costante il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea, con un costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante superiore a 1,12 per chilometri, molto più elevato rispetto a Francia e Germania e più caro del 200 per cento rispetto ai Paesi dell'est Europa;

    tra i vari settori colpiti figura anche in modo robusto quello ittico, colpito a più riprese sia dal costante incremento delle giornate di fermo pesca, ulteriormente incrementate nell'ambito dell'Unione europea anche nel 2022, sia dalla lenta e deficitaria erogazione dei contributi del fermo pesca così come anche dalla temporanea chiusura dei canali di distribuzione Ho.Re.Ca. nel corso della pandemia da COVID-19;

    a fronte di questo scenario fortemente negativo, su cui il Governo italiano è stato a più riprese portato ad impegnarsi per garantire la tenuta economica e la redditività del comparto, pesa il rincaro dell'energia, che ha portato non solo ad un rincaro del costo del prodotto ittico, ma anche a picchi di prezzi per il gasolio al punto che un pieno, per un'imbarcazione, arriva a costare oltre 1.300 euro;

    con costi fissi sempre crescenti e rendite sempre minori, a fronte di uno scenario restrittivo dovuto al fermo pesca in costante espansione, numerose imbarcazioni sono incentivate a non uscire dai porti per contenere i costi;

    altri Paesi europei hanno adottato, sia in sede di piano di rilancio nazionale post-pandemico, che in risposta all'attuale contingenza internazionale, strategie di rilancio delle produzioni strategiche nazionali in agricoltura, con particolare attenzione alla creazione di catene di fornitura strategiche, diversificate e con una importante quota di autoapprovvigionamento;

    ciò rende improcrastinabile l'esigenza di raggiungere una piena sovranità alimentare con la creazione di filiere nazionali che riducano la vulnerabilità del sistema industriale agroalimentare italiano dalle oscillazioni e speculazioni di mercato, in modo da garantire anche una piena sicurezza alimentare in termini di approvvigionamento nazionale e fornitura di prodotti di qualità ai cittadini italiani, considerando anche il ruolo di presidio ricoperto dal comparto agricolo nel corso della pandemia da COVID-19;

    la crisi pandemica da COVID-19, il rincaro di energia e materie prime, la contrazione della domanda di prodotti e la riduzione del potere di acquisto hanno incrementato i costi sostenuti dalle imprese nel procacciarsi i materiali da trasformare, i costi sostenuti per alimentare i processi produttivi, nonché quelli di produzione finale e trasporto, con conseguenti rincari in capo ai consumatori ed un minore guadagno per tutti;

    le politiche di transizione energetica verde sostenute a livello nazionale ed europeo hanno reso Italia ed Unione europea particolarmente fragili di fronte all'attuale scenario internazionale, creando ulteriori costi in capo a imprese e cittadini, dando luogo ad un rischio di stagflazione per tutta l'economia europea, la quale porterebbe al tracollo del secondo blocco economico mondiale;

    in tal senso, il piano REPowerEU, presentato dalla Commissione europea per prevedere una maggiore indipendenza energetica europea da fornitori quali la Federazione russa, necessita di essere integrato, così come il Piano nazionale di ripresa e resilienza e, a livello europeo, il piano Next Generation EU, in quanto l'attuale contingenza economica è estremamente aggravata, a tutti i livelli, rispetto alle premesse iniziali di elaborazione dei piani;

    numerose iniziative del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in tutti i livelli, rischiano di essere di fatto sterilizzate dal fenomeno dell'energy crunch;

    come indicato anche nel Documento di economia e finanza (Def 2022), la guerra tra Russia e Ucraina ha un fortissimo peso sulla crescita, rendendo incerti gli scenari per il 2022, con conseguenti ripercussioni anche sul 2023;

    a livello internazionale la Cina sta stoccando materia prima industriale ed agricola, arrivando oggi a detenere l'82 per cento delle scorte mondiali di rame, il 69 per cento di quelle di mais, il 49 per cento di quelle di frumento, il 45 per cento di quelle di fagioli di soia, il 26 per cento di quelle di petrolio;

    l'attuale crisi energetica e alimentare ha ripercussioni sistemiche anche sugli scenari internazionali di prossimità rispetto all'Italia, in quanto dalle esportazioni alimentari di Russia e Ucraina dipendono Paesi come Egitto, Nigeria, Tunisia, Mali e in generale tutta l'area africana;

    in tal senso l'interruzione delle forniture di prodotti alimentari nonché il rincaro di materie prime agricole possono portare sia a nuove ondate migratorie dovute alla mancanza di derrate alimentari nel continente africano sia ad una maggiore influenza nell'area da parte della Cina, che già sta imponendosi come sostituto di Russia e Ucraina per il rifornimento di materie prime in agricoltura, come da ultimo attestato da un accordo stipulato con l'Algeria per la produzione di fertilizzanti;

    la crisi dell'approvvigionamento alimentare interviene quindi in ottica interna nazionale, europea, ma anche internazionale e strategica, aprendo nuovi spiragli di rischio ed opportunità per l'Italia e l'Unione europea;

    in tal senso il superamento degli obblighi di inverdimento posti in capo alle aziende agricole, disposto con decisione di esecuzione (UE) 2022/484 della Commissione del 23 marzo 2022, relativo alle deroghe di gestione dei terreni a riposo e delle aree di interesse ecologico rappresenta una misura temporanea, ma insufficiente e parziale rispetto alle esigenze effettive espresse dal comparto, in quanto tale misura necessita di una prospettiva applicativa di medio lungo periodo per rendere i terreni effettivamente produttivi;

    l'aumento dei prezzi, ad ogni livello, ha un impatto particolarmente marcato sui ceti meno abbienti, in particolar modo famiglie e cosiddetto working poor, anche alla luce della dinamica di mancata crescita dei salari italiani a parità dei principali competitor europei, come Francia e Germania;

    il rilancio della produzione agricola nazionale può partire unicamente dall'adozione di una strategia di politica agricola di ampio respiro e lungo periodo, anche operando sullo stravolgimento dei paradigmi finora adottati,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per sostenere le filiere nazionali aumentando l'autoapprovvigionamento, attraverso una strategia di tutela del reddito degli operatori del comparto agroalimentare ed ittico, e per diversificare le fonti di approvvigionamento di materie prime agricole, con riferimento a grano duro, tenero, mais, fertilizzanti e a tutte le materie prime dove sia presente una sostanziale quota di importazioni, operando altresì per incrementare lo stoccaggio di materie prime;

2) ad adottare tutte le necessarie iniziative per sostenere la filiera ittica e dell'acquacoltura in relazione all'incremento dei costi di energia e materie prime, sia tramite interventi mirati ad efficientare la qualità tecnologica delle strumentazioni e delle imbarcazioni utilizzate, sia tramite iniziative come ulteriori sgravi contributivi nonché iniziative, in ambito europeo, per contenere e ridurre la continua espansione delle giornate di fermo pesca a danno del comparto ittico nazionale;

3) ad adottare iniziative per anticipare, nelle more dell'attuazione di altre misure di sostegno di carattere più strutturale, le somme dovute agli operatori del comparto ittico nel quadro del fermo pesca, in modo da fornire adeguata liquidità di breve periodo per continuare a garantire la sostenibilità economica delle proprie attività;

4) ad adottare le necessarie iniziative di competenza presso i competenti tavoli europei per riorganizzare gli obiettivi programmatici della Politica agricola comune (Pac) sulla base del nuovo scenario internazionale, con la finalità di sostenere la creazione di filiere agricole strategiche nazionali e garantire approvvigionamento e sovranità alimentare a livello italiano ed europeo, anche mediante iniziative strategiche per la creazione di filiere nazionali di proteine vegetali;

5) ad arrestare l'entrata in vigore delle misure contenute nella Pac con effetti riduttivi e distorsivi nei confronti delle produzioni agricole nazionali, con riferimento anche agli obblighi di semina, rotazione delle colture o messa a riposo dei terreni;

6) a richiedere alla Commissione europea l'incremento del tetto per l'erogazione degli aiuti di Stato alle attività colpite dai rincari conseguenti alla guerra tra Russia e Ucraina, con riferimento alle attività del comparto agroalimentare, ittico, dell'acquacoltura e florovivaistico;

7) a richiedere, presso i competenti tavoli europei, una proroga delle deroghe in materia di inverdimento, terreni a riposo e set-aside, in modo da permettere un effettivo utilizzo e produttività dei nuovi terreni coltivabili, anche in ragione dei maggiori sforzi necessari per incrementare la resa di terreni ad oggi non coinvolti in attività di produzione agricola;

8) ad adottare iniziative per consentire l'utilizzo delle aree ecologiche ad oggi non coltivate, nonché delle superfici coltivabili lasciate a riposo o ad altra destinazione agroalimentare, ove compatibile, con la finalità di rilanciare le produzioni agroalimentari nazionali adottando iniziative per prevedere una ridefinizione delle politiche agricole europee finalizzata ad incrementare la produttività nei Paesi membri, anche introducendo contributi per le superfici agricole utilizzate o, in ogni caso, misure compensative nei confronti dei maggiori costi di produzione;

9) ad adottare iniziative per il contrasto delle attività di speculazione in corso sui mercati delle materie prime agricole, adottando tutte le misure necessarie per garantire la redditività dei produttori a fronte dei continui rincari di mercato;

10) ad adottare con urgenza tutte le iniziative necessarie per garantire la sostenibilità economica degli allevamenti, con particolare riguardo alle attività operanti a monte delle filiere alimentari, anche facendo ricorso nel breve periodo alle risorse messe a disposizione dalla Pac, nonché prevedendo un incremento delle risorse stanziate nell'ambito della riserva di emergenza;

11) ad adottare iniziative per riformare gli strumenti di finanza agevolata a sostegno del settore agroalimentare, in riferimento sia alla ristrutturazione e rinegoziazione delle esposizioni bancarie delle imprese agricole, sia in riferimento alla concessione di credito, anche con garanzie statali e lunghi periodi di ammortamento, necessari per il lancio di nuove attività agricole ed il risanamento di stazioni di particolare esposizione ed insolvenza di attività agricole già esistenti, nonché per il sostegno dei costi legati all'approvvigionamento energetico, di macchinari e di materie prime per l'attività delle aziende agroalimentari;

12) ad adottare iniziative per prevedere come parametri di accesso per le misure di sostegno a favore dei settori economici indicati in premessa colpiti dalle ripercussioni della guerra tra Russia e Ucraina la variazione dei costi fissi in relazione all'energy crunch e la corrispondente variazione di fatturato nella fase antecedente al conflitto o, se più favorevole al beneficiario, antecedente la pandemia da COVID-19;

13) ad adottare iniziative per calmierare, nel breve periodo, il costo dei carburanti utilizzati dalle imprese agricole e dalle filiere agroalimentari per tutti i processi di lavorazione agricola almeno per l'anno 2022 o anche successivamente qualora perdurino gli aumenti dei costo del gasolio agricolo, valutando anche la revisione del regime di sussidi ambientalmente dannosi (Sad) per ridurre ulteriormente gli oneri sui carburanti usati dalle filiere;

14) ad adottare iniziative per estendere l'applicazione di tutte le misure di sostegno per l'acquisto di combustibile per qualsiasi uso, agricolo ed imprenditoriale, in riferimento anche al gasolio destinato ad attività ittica, nonché per prorogarne la durata per tutto il 2023 e comunque fino al perdurare delle condizioni di criticità conseguenti all'emergenza della guerra tra Russia e Ucraina;

15) ad aprire i necessari tavoli di confronto e di filiera tra le competenti autorità governative e le categorie imprenditoriali per la gestione degli effetti e delle ripercussioni della chiusura dei mercati di Russia e Ucraina sulle esportazioni agroalimentari nazionali, promuovendo opportune misure idonee a ridirezionare il flusso delle merci verso altri mercati;

16) ad adottare iniziative per rimuovere i vincoli di origine normativa e burocratica che rallentino la produttività delle aziende agroalimentari, erogando contributi per stimolare le produzioni agricole più strategiche e da cui si registra una maggiore dipendenza dalle importazioni straniere;

17) ad adottare iniziative per disporre una radicale semplificazione delle modalità di erogazione dei pagamenti da parte dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) anche prevedendo deroghe e rinvii rispetto ad oneri di controllo propedeutici alle erogazioni stesse;

18) a promuovere iniziative finalizzate ad incrementare le moderne tecnologie nel campo agroalimentare, includendo iniziative di formazione a beneficio dei giovani agricoltori, con la finalità di incrementare la produttività agricola e la competitività del mercato agricolo nazionale;

19) a promuovere in sede comunitaria una strategia finalizzata alla creazione, ove possibile, di una filiera di lavorazione, produzione e distribuzione dei fertilizzanti nell'Unione europea e nei Paesi membri, nonché ad adottare iniziative per diversificare le fonti di approvvigionamento di prodotti fertilizzanti, anche organici, in modo tale da ridurre la dipendenza nazionale italiana da fornitori extra-europei e dai fertilizzanti ivi prodotti in modo prevalentemente esclusivo;

20) a potenziare le filiere produttive, a fronte dell'incremento della produzione alimentare nazionale, prevedendo iniziative di contrasto allo spreco alimentare nonché potenziando le misure di sostegno agli indigenti e favorendo l'utilizzo delle biomasse come fonte energetica, privilegiandone lo sviluppo nelle aree montane;

21) a promuovere l'apertura dei necessari tavoli europei per rimodulare in modo organico le iniziative quali Next Generation EU, Green New Deal, REPowerEU e la Politica agricola Comune e, ove applicabile e necessario, la Politica comune della pesca, nell'ottica dell'incentivo alla produzione nazionale di prodotti alimentari e dell'abbandono di strategie energetiche eccessivamente dannose per i comparti industriali europei del settore agroalimentare fronteggiando le gravi ripercussioni sulle fasce di popolazione meno abbienti conseguenti alla crisi internazionale di energia e materie prime;

22) a promuovere i competenti tavoli europei per l'istituzione di una misura di ambito europeo per il rilancio dei mercati agroalimentari, della competitività della filiera, della redditività degli operatori del settore nell'alveo delle strategie europee già esistenti e della politica agricola comune (Pac);

23) a programmare, per quanto di competenza, in sede nazionale ed europea, iniziative di politica estera tali da scongiurare l'estensione dell'influenza cinese nel continente africano in conseguenza della sopravvenuta crisi alimentare e operare, anche con accordi di natura economico-politica, per sostituire, ove possibile, il ruolo della Federazione russa nelle catene di approvvigionamento alimentare nelle aree di interesse strategico nazionale.
(1-00629) (Nuova formulazione) «Meloni, Lollobrigida, Caretta, Ciaburro, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Cirielli, De Toma, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».