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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 13 aprile 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La XIII Commissione,

   premesso che:

    l'attuale scenario internazionale, preceduto dalla pandemia che ha travolto tutti i Paesi, ha provocato l'aumento generalizzato di quasi tutte le materie prime e dei costi energetici e sta progressivamente erodendo la redditività dell'attività economica;

    i rincari stanno mettendo in seria difficoltà anche i settori dell'agricoltura, della pesca e dell'acquacoltura; si sta assistendo ad un aumento del gasolio agricolo del 40 per cento da febbraio del 2021;

    le quotazioni da Nord a Sud sono varie, ma hanno abbondantemente superato quota 1 euro al litro (in Sicilia il prezzo è superiore a 1,5 euro), quando un anno fa si poteva acquistare per meno di 0,60 euro. Essendo il gasolio agricolo imprescindibile per le attività agricole, silvicolturali, di allevamento e ittiche, questo rincaro sta mettendo in ginocchio le attività che utilizzano macchinari e mezzi;

    la differenza tra gasolio agricolo e normale non esiste. L'unica differenza è il colore, ininfluente per l'utilizzo. Il gasolio agricolo ha un prezzo al litro inferiore, grazie ad una agevolazione fiscale che spetta solamente ai proprietari delle aziende agricole, della pesca e dell'acquacoltura;

    il settore ittico, già provato duramente dagli effetti della pandemia, si trova oggi a dover fare i conti con questo nuovo ostacolo, l'aumento del gasolio agricolo che impatta pesantemente sui bilanci delle aziende, dove la voce «carburante», che prima incideva per il 40 per cento ora supera il 70 per cento; in media, il pieno di gasolio di un peschereccio è passato da circa 700 a oltre 1.300 euro, a fronte di entrate economiche sempre più esigue;

    il settore della pesca conta complessivamente 12.000 imprese e 28.000 lavoratori, con un vasto indotto ad essa collegato;

    dal 7 al 13 marzo 2022 i pescherecci delle marinerie italiane hanno deciso di sospendere l'attività per protesta contro il «caro gasolio» che non permette più di sostenere l'attività in quanto le spese sono ormai superiori ai guadagni; in alcune zone il prezzo medio del gasolio per la pesca e l'acquacoltura è cinque volte superiore rispetto al 2021, da 0,34 euro si è passati a 1,60 euro, con una media nazionale di 1,20 euro;

    lo sciopero generale dei pescherecci è l'ultima di una serie di iniziative prese dalle categorie di imprese e lavoratori più colpite dall'aumento vertiginoso delle bollette di gas e luce, dei prezzi del carburante e delle materie prime;

    il Governo ha varato alcuni provvedimenti volti a sostenere gli agricoltori e pescatori italiani, quali, ad esempio, la previsione di un credito d'imposta del 20 per cento della spesa per l'acquisto di gasolio sostenuta dai pescherecci, costretti, nelle ultime settimane, a restare spesso nei porti per i costi del carburante;

    nelle marinerie italiane esiste un rilevante problema legato al prezzo del petrolio, le cui quotazioni rincarano del 5-6 per cento ogni giorno; nonostante negli ultimi giorni, però, le quotazioni del petrolio sembrano essere scese, i prezzi alla pompa per il gasolio per i pescatori rimangono pressoché invariati; questo fa pensare che, sull'onda dell'aumento dei prezzi energetici, si possano celare delle manovre speculative;

    con il gasolio per la pesca l'acquacoltura, arrivato a costare mediamente 1,20 euro al litro, nonostante sia già esente di accise e Iva, per le imprese della pesca e dell'acquacoltura si producono costi insostenibili, per i quali risulta non essere più conveniente e remunerativo andare in mare;

    con la riduzione, annunciata dal Governo, delle accise sulla benzina e sul gasolio di 25 centesimi e altre misure previste, si va incontro ad un paradosso, ovvero che il prezzo del gasolio, diverso da quello agricolo, possa avere un prezzo uguale o poco superiore a quello pagato dai pescatori;

    oltre al caro gasolio, negli anni, la pesca ha dovuto subire una progressiva riduzione dello sforzo di pesca; i regolamenti dell'Unione europea hanno introdotto nuovi modelli di gestione che impongono l'obbiettivo del cosiddetto massimo rendimento sostenibile, attraverso progressive riduzioni dei giorni di pesca e della capacità delle flotte;

    nel 2022 le imprese del settore sono state costrette a ridurre ulteriormente le giornate di pesca, arrivando a diminuire le uscite in mare a 120-130 giorni – a seconda delle dimensioni delle imbarcazioni – andando, di fatto, al di sotto della soglia di sostenibilità economica (che le associazioni di categoria quantificano in 130 giorni) e facendo registrare un meno 20 per cento di fatturato; con meno giornate di pesca e costi superiori ai ricavi si va incontro ad un danno irrecuperabile al settore, con 8 imprese su 10 che rischiano la chiusura della loro attività;

    questo comporterà un danno anche per i consumatori che vedranno sparire dai banchi del mercato il prodotto nostrano, sostituito con quello straniero, in un momento in cui il fabbisogno di pesce continua a crescere, mentre, a livello internazionale, si promuovono, invece, provvedimenti che indeboliscono il settore ittico;

    il regolamento (UE) n. 2019/1022 (cosiddetto WestMed) istituisce un piano pluriennale per le attività di pesca che sfruttano gli stock demersali nel Mar Mediterraneo occidentale, stabilendo, tra le altre cose, una riduzione rilevante dello sforzo di pesca per le Gsa interessate;

    già negli ultimi due anni, le marinerie hanno dovuto subire una riduzione dello sforzo di pesca pari al 10 per cento, misura da esse accettata responsabilmente; con questi provvedimenti si continua a prestare attenzione solo all'aspetto ambientale, tralasciando quello economico e ancor più trascurando il fatto che i pescatori sono i primi ad essere attenti alla qualità dell'ambiente marino ed alla salute degli stock ittici da cui integralmente dipendono;

    ridurre l'attività della pesca a favore della sostenibilità è per i firmatari del presente atto un errore di ragionamento e di metodo;

    le attività di salvaguardare le risorse ittiche e applicare ciecamente il principio dello sviluppo sostenibile non possono essere attuate soltanto attraverso una progressiva e costante riduzione delle giornate di pesca; le decisioni europee sono orientate a tagli drastici alle uscite in mare, con l'obiettivo di diminuire al 2026 del 40 per cento lo sforzo di pesca nel Mediterraneo;

    non servono politiche restrittive, ma politiche di sostegno alla pesca, settore strategico per l'economia nazionale;

    a favore del settore della pesca e dell'acquacoltura è stato emanato il decreto ministeriale 11 agosto 2021, recante «Criteri e modalità di utilizzazione del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura», che destina complessivamente 20 milioni di euro del suddetto fondo, per il 2021, in favore delle imprese della pesca e dell'acquacoltura, che verranno concesse attraverso sovvenzioni dirette agli operatori dei settori;

    la Commissione europea, considerando la situazione attuale di crisi, ha deciso di attivare il meccanismo di crisi, di cui all'articolo 26, paragrafo 2, del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura Faempa, mediante una decisione di esecuzione della Commissione. Ciò consente di fornire un sostegno immediato agli operatori dei settori della pesca, dell'acquacoltura e della trasformazione idei prodotti ittici, consentendo agli Stati membri di utilizzare la propria dotazione Feampa per concedere una compensazione finanziaria per le perdite economiche e per i costi aggiuntivi connessi alle perturbazioni del mercato causate dalla crisi. Il meccanismo avrà validità retroattiva dalla data del 24 febbraio 2022, fino alla fine dell'anno; inoltre, per fornire ulteriore sostegno, la Commissione ha inoltre adottato un quadro temporaneo di crisi che copre anche i settori della pesca e dell'acquacoltura. Una delle misure disponibili riguarda gli aiuti di importo limitato che permettono ai settori della pesca e dell'acquacoltura di beneficiare di aiuti di Stato fino a 35.000 euro,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative per porre in essere ulteriori misure di sgravio o di calmieramento e contenimento dei prezzi del gasolio agricolo utilizzato dal comparto ittico per lo svolgimento delle proprie attività, per sostenere le marinerie italiane dagli effetti degli aumenti dei costi fissi dovuti dal rincaro del prezzo del gasolio, al fine di evitare il blocco del settore, fondamentale per l'economia nazionale;

   ad adottare iniziative volte ad effettuare i dovuti e necessari controlli capillari sui prezzi applicati dai distributori di gasolio ad uso agricolo e per la pesca e acquacoltura affinché vengano arginati e bloccati eventuali fenomeni speculativi che si possano venire a creare, ai danni dei pescatori, in occasione delle variazioni dei prezzi determinate dall'andamento del mercato;

   ad adottare iniziative, anche nelle opportune sedi europee, per rivedere il meccanismo di gestione della pesca, orientato prevalentemente a comprimere l'attività degli operatori, in carenza di evidenze scientifiche aggiornate che dimostrino come la riduzione dello sforzo di pesca consenta, realmente, di tutelare maggiormente la fauna marina, al fine di ristabilire un equilibrio maggiore tra le tre componenti della sostenibilità (economica, sociale ed ambientale), difendendo così il diritto al lavoro dei pescatori e degli armatori italiani;

   ad intraprendere iniziative, nelle opportune sedi europee, affinché siano modificati i regolamenti europei, tenendo in debito conto le istanze del comparto ittico nazionale, in quanto la riduzione costante delle giornate di pesca risulta incoerente con la redditività delle singole imprese di pesca, anche alla luce dei rincari dei costi dell'energia;

   ad adottare iniziative urgenti e straordinarie per far fronte alle difficoltà delle marinerie italiane, ricompensando i costi aggiuntivi causati dall'aumento del prezzo dell'energia e del carburante e proteggendo il settore della pesca e dell'acquacoltura dall'instabilità dei mercati, prevedendo l'apposito uso del Feampa e l'adattamento degli orientamenti sugli aiuti di Stato per fornire ulteriore sostegno agli operatori ittici.
(7-00824) «Viviani, Manzato, Bubisutti, Gastaldi, Germanà, Golinelli, Liuni, Lolini, Loss».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   DEIDDA, VINCI, FERRO, MANTOVANI, RACHELE SILVESTRI, CARETTA, BELLUCCI e CIABURRO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la continuità territoriale, intesa come capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi cittadini residenti in territori meno favoriti, rappresenta un'esplicazione del principio costituzionale di uguaglianza sostanziale e di coesione economica e sociale di derivazione europea;

   il trasporto, infatti, se da un lato, si configura come attività di carattere economico, dall'altro rappresenta un elemento essenziale per garantire il diritto alla mobilità: conseguentemente, per tale finalità sociale può essere definito quale servizio di interesse economico generale, tale da dover essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro collocazione geografica;

   fin dal 1999, in attuazione di diversi atti normativi, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha conferito al presidente della regione – per quanto attiene ai collegamenti aerei da e per la Sardegna – la delega ad indire la conferenza dei servizi per l'individuazione degli oneri di servizio pubblico finalizzati a garantire la continuità territoriale della regione: conferenza di servizi che, in sintesi, ha imposto, fin da subito, oneri obbligatori sulle rotte per Roma e Milano dagli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero, demandando per le altre rotte ad un successivo decreto la data di inizio;

   con la Deliberazione n. 41/20 del 19 ottobre 2021 della giunta regionale della Sardegna, sono stati equiparate, ai residenti in Sardegna, le seguenti categorie: i disabili, gli studenti universitari fino al compimento del 27° anno d'età, i giovani dai 2 ai 21 anni e gli anziani al di sopra dei 70 anni, mentre i bambini al di sotto dei 2 anni viaggiano gratuitamente se non occupano il posto a sedere;

   inoltre, la medesima delibera specifica che: a) devono ritenersi equiparati ai passeggeri residenti, per la sola stagione Iata Winter, anche i non residenti che viaggiano sulle rotte in esame, purché ciò avvenga per motivi di lavoro; b) per tutte le altre categorie di viaggiatori, anche nella stagione invernale, la tariffa è affidata al libero mercato; c) nel corso della stagione Iata Summer, la tariffa è affidata alle regole del libero mercato per tutti i passeggeri non residenti in Sardegna;

   a fronte di ciò, dagli organi di stampa, si apprende dell'esistenza di prezzi spropositati per i soggetti non residenti in Sardegna, non rientranti tra gli equiparati ai residenti: condizione, quest'ultima, che determina un serio pregiudizio per il diritto alla mobilità, nonché una grave crisi per il settore dei trasporti e turistico, già penalizzato dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e dalla condizione di insularità;

   l'insularità impone, evidentemente per tutti, l'uso del vettore aereo, a prescindere dal luogo di residenza e appare assurda, quindi, l'applicazione di tariffe inferiori per gli Stati Uniti rispetto a quelle previste per la tratta Milano-Cagliari;

   se pur appare corretto differenziare, come fatto dalla regione Sardegna, la tariffa per residenti e non, purtroppo, in ragione delle crisi suindicate, appare necessario prevedere un limite massimo del prezzo, o, comunque, limitare la differenza con la tariffa applicata ai residenti: in altre parole, dovrebbe essere prevista l'equiparazione ai residenti anche per gli emigrati sardi, ma, più in generale, sarebbe opportuno prevedere una tariffazione scontata per tutti, mediante misure in favore di tutte le compagnie che intenderanno operare da e per la Sardegna –:

   se il governo sia a conoscenza di quanto sopra esposto e quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, anche in sede di Unione europea, al fine di favorire l'applicazione di una tariffa equa per coloro che intendano viaggiare in aereo da e per la Sardegna, nel pieno rispetto del diritto alla mobilità e a compensazione della condizione di insularità.
(3-02893)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono, nella «retorica governativa», lo strumento con il quale l'Italia si rialzerà dopo la pandemia;

   trattandosi di fondi a prestito dall'Europa, a maggior ragione è necessario distribuire le risorse secondo principi di efficacia, di efficienza e di trasparenza;

   in data 13 aprile 2022 il quotidiano «Libero» riporta la notizia di una delibera del comune di Napoli, sotto il mandato del sindaco del PD Gaetano Manfredi, che destina 16 milioni di euro dei fondi del Pnrr per la riqualificazione dell'ex ospedale psichiatrico giudiziario, da anni occupato e trasformato nel famigerato centro sociale «Ex Opg - Je so pazzo»;

   all'interrogante appare sorprendente, per non dire vergognosa, la decisione di provvedere alla ristrutturazione, pur precisando che «i lavori saranno fatti, ma l'esperienza dell'ex Opg non è in discussione», come riferisce il consigliere di maggioranza Sergio D'Angelo;

   sempre il predetto consigliere D'Angelo, secondo l'interrogante «strizzando l'occhio» agli occupanti già improvvidamente legalizzati nel corso dell'infausta parentesi amministrativa di De Magistris, assicura che «ovviamente le opere dovranno essere eseguite in sicurezza e bisognerà studiare un sistema per tenere aperto il cantiere senza sgomberare la struttura»;

   a ciò si aggiunga che, sempre nel predetto centro sociale, secondo fonti di stampa, vi sarebbe la sede del partito di estrema sinistra «Potere al Popolo», con ciò sconfinando, tutta l'operazione, secondo l'interrogante nel cono d'ombra del finanziamento indiretto di partito –:

   se il Governo intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per verificare la congrua destinazione dei fondi del Pnrr per la riqualificazione di un centro sociale;

   se più generalmente il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative per istituire una cabina di regia con gli enti locali al fine di svolgere i migliori e più tempestivi controlli per scongiurare la dispersione dei fondi del Pnrr in opere altamente discutibili ed, in ogni caso, per scongiurare operazioni poco trasparenti.
(4-11830)


   MAGI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il Governo ha recepito la decisione di esecuzione 2022/382 del Consiglio dell'Unione europea, che garantisce ai profughi provenienti dall'Ucraina un permesso di soggiorno temporaneo, che può essere richiesto in questura e dà l'accesso all'assistenza sanitaria, al mercato del lavoro e allo studio;

   con l'articolo 31, comma 2, decreto-legge n. 21 del 21 marzo 2022 il Governo ha incaricato la Protezione Civile di provvedere alla disciplina delle diverse forme di supporto all'accoglienza, tramite l'emanazione un'ordinanza. L'Ocdpc n. 881 del 29 marzo 2022, successivamente, ha previsto l'esborso di contributo di sostentamento una tantum pari a 300 euro mensili pro capite per i profughi ucraini la cui attivazione deve però risultare tempestiva, per permettere ai beneficiari di far fronte ai loro bisogni immediati;

   al fine di poter accedere al contributo, i richiedenti devono esibire (ex articolo 2, comma 2, lettera d) dell'Ocdpc n. 881, 29 marzo 2022), assieme ad un documento di identità valido, la ricevuta che attesti la presentazione della richiesta di permesso di soggiorno temporaneo, che deve essere rilasciata dalla questura competente;

   una famiglia italiana ha ospitato a Roma a titolo gratuito presso un appartamento di sua proprietà una famiglia di profughi ucraini, composta da tre adulti e un minore; a quanto consta all'interrogante, il 31 marzo 2022 presso l'Ufficio immigrazione della questura di Roma i cittadini ucraini in questione, hanno richiesto l'appuntamento per presentare la domanda di permesso di soggiorno temporaneo che è stato fissato per il 24 maggio 2022, quasi due mesi dopo la richiesta;

   il caso illustrato sembra dimostrare l'affanno degli uffici immigrazione delle questure, in particolare nei centri più grandi, dove non sembrerebbero in grado di fare fronte in tempi celeri al gran numero di richieste; di conseguenza, per quanto concerne il contributo di sostentamento, prevedere che i richiedenti presentino la ricevuta attestante la richiesta di permesso di soggiorno temporaneo e non, semplicemente, la ricevuta che attesta la prenotazione dell'appuntamento, rischia di allungare i tempi per l'esborso e di conseguenza non rispondere allo scopo per il quale è stato varato il provvedimento di urgenza previsto dal Governo;

   la situazione continua di conflitto in Ucraina, inoltre, comporterà nelle prossime settimane un ulteriore massiccio arrivo di profughi, che rischieranno di bloccare ulteriormente i meccanismi delle questure –:

   se il Governo non ritenga di adottare le opportune iniziative di competenza al fine di abbreviare i tempi di attesa, che pregiudicano la rapidità e necessaria urgenza alla base dell'ordinanza;

   se a tal fine non si ritenga necessario potenziare la dotazione di personale delle questure per far fronte alle difficoltà dovute all'afflusso di un gran numero di profughi;

   se non si ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza per permettere di inviare la domanda di contributo di sostentamento presentando, oltre al passaporto, solamente la ricevuta che attesta la prenotazione dell'appuntamento presso l'ufficio immigrazione della questura.
(4-11834)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa riportano la notizia secondo cui vi sarebbe una malcelata ostilità da parte delle autorità libiche nei confronti dei militari italiani impegnati nella missione «Miasit»;

   fonti interne alla missione parlerebbero di ritardi nel rilascio dei visti d'ingresso da parte dell'ambasciata libica a Roma causando così un costante ritardo del cambio di contingente, bloccando spesso i soldati italiani in Libia oltre il tempo massimo della missione di 180 giorni;

   se quanto detto non fosse già sufficientemente inaccettabile, i militari in missione in Libia riferiscono di diversi episodi in cui i container con viveri per il contingente trasportarti dall'Italia fino a Misurata, molte volte verrebbero bloccati, così che il cibo nella base inizierebbe a scarseggiare e perfino le riserve d'acqua potabile si abbasserebbero drasticamente;

   tale situazione era già stata denunciata dal sottoscritto con l'interrogazione a risposta scritta n. 4-09481, a cui il Ministro della difesa rispondeva affermando la temporaneità dell'interruzione del rilascio dei visti;

   nella stessa risposta il Ministro affermava anche il riavvio del regolare sdoganamento dei containers contenenti i rifornimenti quale esito di un lavoro positivo condotto congiuntamente con il Ministro degli affari esteri e con le autorità libiche;

   è evidente, invece, come tali problematiche sarebbero più attuali che mai stando ai racconti dei militari presenti a Misurata i quali parlerebbero addirittura di trattative del personale per ottenere lo sblocco dei viveri;

   la situazione dei militari italiani sarebbe poi aggravata da una recente e forte influenza del governo turco nell'area del porto di Misurata come conferma anche uno studio del 2022 del Bti trasformation index, un gruppo di lavoro composto da esperti di geopolitica;

   a conferma di ciò, nell'estate 2020 ci sarebbe stato un incontro tra il governo di accordo nazionale libico e membri della difesa turca e del Qatar per raggiungere un accordo di creare una base militare a Misurata;

   ciò si ripercuoterebbe anche sull'incolumità dei soldati italiani in quanto la presenza di questi è vista come un'intrusione, fastidiosa, nel controllo completo dell'area –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare ai fini di garantire il regolare rilascio dei passaporti ai militari italiani, tutelare i rifornimenti inviati dalla madrepatria e permetterne l'immediato recupero, nonché garantire la sicurezza dei militari presenti in missione.
(4-11836)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   TATEO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   con delibera Cipe n. 3/2016, recante «Fondo sviluppo e coesione 2014-2020: Piano stralcio cultura e turismo (articolo 1, comma 703, lettera d), legge n. 190/2014)», è stato approvato e finanziato il Piano stralcio «Cultura e Turismo» e, nell'ambito dello stesso, è stato assegnato al comune Isole Tremiti (Foggia) un finanziamento di 20 milioni di euro;

   l'isola di San Nicola è il centro nevralgico della storia e la cultura delle Isole Tremiti, con il castello e la sua fortezza che costituiscono il vero simbolo di questo piccolo arcipelago; pertanto, i suddetti fondi furono destinati alla riqualificazione e al rilancio di 5 macroaree relative dell'isola: l'area portuale; il borgo; il complesso abbaziale; il contesto paesaggistico; le aree cimiteriali;

   quando è stato annunciato l'investimento per il Ministro interrogato si trattava di «un intervento strategico» e per il sindaco delle Isole Tremiti «questi finanziamenti serviranno per rendere attrattive le “perle dell'Adriatico” tutto l'anno, e non solo i tre mesi dell'estate», ovvero si immaginava che le isole tornassero al loro antico splendore;

   le opere dovevano garantire la piena fruibilità dei beni culturali dell'isola affinché torni a rappresentare il vero fulcro culturale delle Tremiti, mentre, per quello che è dato sapere dalla stampa locale, i progetti approvati sembrerebbero essere lontani dagli scopi perseguiti dal Ministero della cultura e «strizzare l'occhio» ad opportunità di business da affidare a privati;

   un gruppo di cittadini ha sottoscritto una petizione sulla piattaforma «change.org» per chiedere alle autorità competenti una attenta verifica dello stato dei luoghi, degli interventi già in corso di realizzazione e di quelli ancora da cantierizzare, al fine di escludere il rischio che lo sforzo si concentri esclusivamente su progetti che generano profitti a discapito dei simboli culturali che versano in un preoccupante stato di incuria e che si incorra nell'ennesimo spreco di denaro pubblico –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, sia a conoscenza degli interventi previsti sull'isola di San Nicola, con particolare riguardo al restauro del complesso abaziale e se intenda fornire elementi in merito;

   quali iniziative di competenza intenda adottare per verificare che gli interventi previsti e la realizzazione degli stessi siano coerenti con le finalità previste dal Piano stralcio «Cultura e Turismo» del 2016.
(4-11832)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   COLLETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Bologna, con delibera del 5 marzo 2007, successivamente integrata nell'adunanza del 15 ottobre 2012, ha stabilito che per il rilascio dell'attestazione dell'effettività dell'esercizio della professione forense – necessaria per procedere alla richiesta al Consiglio nazionale forense di iscrizione nell'Albo Speciale degli Avvocati ammessi al patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione – gli Avvocati debbano presentare un'autocertificazione dalla quale risulti l'iscrizione a ruolo di almeno sessanta procedimenti nei dodici anni successivi all'iscrizione all'Ordine, corredata dalla certificazione di cancelleria;

   la delibera del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Bologna risulta diversa rispetto alle norme di legge che disciplinano le modalità di iscrizione all'Albo speciale degli Avvocati cassazionisti ed impone un regime differente rispetto agli altri ordini circondariali che non richiedono tale autocertificazione per il rilascio dell'attestazione;

   in assenza di normativa al riguardo ciascun Ordine provvede a rilasciare l'attestazione richiesta dal Consiglio nazionale forense secondo criteri e requisiti differenti, più o meno gravosi, facendo emergere una disparità di trattamento ingiustificata tra medesimi professionisti iscritti ad Ordini circondariali diversi –:

   se il Ministro della giustizia sia a conoscenza di elementi riguardanti i fatti esposti in premessa e/o di situazioni analoghe, e se intenda promuovere iniziative di competenza in relazione a quanto evidenziato, nel rispetto della parità di trattamento e dei principi costituzionali;

   se intenda adottare conseguentemente, le iniziative di competenza anche interpretative, necessarie per porvi rimedio
(5-07883)


   VITIELLO, ANNIBALI e FERRI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   recentemente numerosi avvocati sono stati destinatari di una comunicazione da parte degli Uffici giudiziari avente ad oggetto le modalità di pagamento del contributo unificato ai sensi dell'articolo 221, comma 3, decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 in cui si rende noto che gli obblighi di pagamento del contributo unificato e della anticipazione forfettaria sono assolti esclusivamente con i sistemi telematici;

   il pagamento di entrambe le imposte assolto mediante marca da bollo non potrà ritenersi validamente eseguito e dovrà essere nuovamente regolarizzato con modalità telematica con conseguente invito a depositare nel fascicolo telematico apposita istanza di rimborso, previa «bruciatura» dei tributi assolti con marca Lottomatica;

   vari Consigli dell'Ordine degli Avvocati, in particolare quello di Torre Annunziata, con nota prot. 981/2022, facendo proprie le rimostranze degli iscritti, hanno già contestato tale orientamento evidenziando che la circolare ministeriale del 28 febbraio 2022 ingenererà disagi e danni per cittadini e per l'Avvocatura;

   l'interpretazione restrittiva che emerge dalla circolare si scontra con il dato testuale previsto dall'articolo 221 comma 3 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, il quale prevede che gli atti e documenti di cui all'articolo 16-bis, comma 1-bis, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 «sono depositati esclusivamente con le modalità previste dal comma 1 del medesimo articolo», un'esclusività, tuttavia, non richiesta per il pagamento del contributo unificato e dell'anticipazione forfettaria;

   è evidente che la norma non statuisca alcun obbligo di effettuare il pagamento dei tributi esclusivamente con modalità telematica, obbligo, invece, espressamente prescritto per il deposito di atti e documenti;

   occorre denunciare, altresì, che la domanda di restituzione dei tributi richiamati, in mancanza di disposizioni specifiche, non può essere presentata dopo due anni dal pagamento, ovvero, se posteriore, dal giorno in cui si è verificato il presupposto per la restituzione, dunque, in mancanza di espressa previsione normativa che configuri la contestata interpretazione quale nuovo presupposto, coloro che abbiano effettuato il versamento del contributo unificato e/o della marca da bollo nell'anno 2020 vedrebbero irrimediabilmente rigettata la istanza di rimborso formulata;

   risulterebbe certamente più ragionevole verificare d'ufficio quali versamenti sono già stati effettuati ed evitare un inutile aggravio del procedimento amministrativo oltre che disagi per gli operatori del diritto e per i cittadini;

   con l'ordine del giorno 9/3289-3 Gadda del 24 novembre 2021 in occasione dell'approvazione del disegno di legge di delega per la riforma del processo civile, il Governo accoglieva come raccomandazione la richiesta di impegnarsi a prevedere la gratuità delle commissioni per l'acquisto di marche da bollo telematiche –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di rendere più agevole e meno oneroso il pagamento del contributo unificato e favorire la semplificazione amministrativa anche attraverso l'accettazione dei pagamenti già effettuati con il circuito Lottomatica.
(5-07886)

Interrogazione a risposta scritta:


   CONTE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il tribunale di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, dopo la riforma delle circoscrizioni giudiziarie attuata con l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 155 del 2012, con l'accorpamento di due sezioni distaccate (Cava de' Tirreni e Mercato San Severino), ha visto passare il mandamento dagli originari 251.137 abitanti agli attuali 397.107, con un incremento del 36,7 per cento;

   il tribunale vive una gravissima situazione di carenza di organico, con una scopertura drammatica nei ruoli dirigenziali e amministrativi;

   in particolare preoccupa la situazione dell'Ufficio del Giudice di pace che in una lettera inviata lo scorso marzo, dai presidente del Tribunale, Robustella, tra gli altri, al presidente della Corte di appello di Salerno e al Ministero della giustizia, viene definita «al limite del collasso»;

   nella stessa si segnala che la pianta organica prevede, per il settore amministrativo, tredici unità mentre sono in servizio appena sei persone, di cui una andrà in pensione il prossimo maggio – e sta già usufruendo di ferie e permessi arretrati – e un'altra è assente per maternità;

   per tutti i servizi che riguardano la gestione dei ruoli civili e penali di dieci Giudici di pace operano, in definitiva, solo cinque dipendenti e un ausiliario;

   per fare fronte a tale situazione, il presidente del Tribunale ha chiesto l'assegnazione di almeno un cancelliere esperto, due assistenti e due operatori per un periodo di almeno sei mesi;

   sono mobilitati, per chiedere maggiore attenzione sul Tribunale, anche le organizzazioni sindacali e di categoria, unitamente al Consiglio dell'Ordine degli avvocati;

   intanto, il presidente del Tribunale, con proprio decreto, si è visto costretto a ridurre l'orario di apertura della cancelleria civile e a disporre che i giudici di pace, a ogni udienza civile, tratteranno massimo venti cause, rinviando le altre;

   in data 12 aprile 2022, il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Nocera Inferiore ha chiesto al Presidente del Tribunale la revoca della disposizione di cui al punto precedente, proclamando uno stato di agitazione in ragione del fatto che le carenze di organico scaricano sull'utenza e sull'avvocatura il peso di un disagio non più tollerabile;

   il sottoscritto, già in data 19 novembre 2019, con l'interrogazione a risposta immediata in Assemblea n. 3-01128, segnalava la grave situazione di difficoltà, per gravi carenze di organico, presso il Tribunale di Nocera Inferiore; la Ministra, in data 16 giugno 2021, rispondendo a un altro atto di sindacato ispettivo in Senato, segnalava lo sforzo compiuto, anche in ragione delle sollecitazioni del Parlamento, per l'incremento della dotazione organica dei giudici (+10 per cento Nocera Inferiore) mentre nulla si è mosso sul tema del personale amministrativo;

   la zona a nord di Salerno, l'Agro nocerino-sarnese, è quella più popolosa della provincia di Salerno: molto dinamica economicamente ma anche molto esposta agli insediamenti criminali; in tutta l'area il Tribunale è un presidio di legalità e di democrazia irrinunciabile, su cui va concentrata da parte del Governo un'attenzione speciale, come richiesto dal Consiglio dell'Ordine degli avvocati, da associazioni come la Libera associazione forense e dai cittadini –:

   quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per incrementare l'organico, nei ruoli amministrativi e dirigenziali, del Tribunale di Nocera Inferiore, al fine di consentire allo stesso di svolgere adeguatamente le sue funzioni, garantendo almeno livelli minimi di funzionalità ed efficienza, oggi negati a tutto il territorio.
(4-11839)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta scritta:


   TIMBRO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, del 16 aprile 2021, il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare della Sicilia occidentale, dottor Pasqualino Monti, è stato nominato Commissario per la realizzazione del rilancio del polo della cantieristica navale del porto di Palermo al fine di garantire: la funzionalità al bacino di carenaggio, la sicurezza delle operazioni di varo e la realizzazione del sistema di interfaccia Porto/Città;

   la realizzazione delle necessarie opere sono finanziate, tra l'altro, con le risorse del Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, previsto dalla legge di bilancio 2017; in particolare, il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 13 agosto 2020 destina all'autorità di sistema portuale e della logistica del mare della Sicilia Occidentale 81.000.000 euro per il porto di Palermo – rilancio del polo della cantieristica navale nel porto di Palermo e 25.500.000 euro per il porto di Palermo – riqualificazione molo trapezoidale;

   le modalità di erogazione Fondo Infrastrutture 2020 sono però previste in più annualità sino al 2033;

   la modalità di erogazione in più annualità non si conciliano con le necessità economiche e finanziarie dell'Autorità portuale al fine di procedere alla esecuzione delle opere tramite le procedure di affidamento, anche in considerazione dell'impossibilità da parte della stessa Autorità portuale di poter accedere al credito bancario per anticipazioni sul finanziamento del Fondo infrastrutture sociali stante la sua situazione patrimoniale ed economica;

   l'Autorità del sistema portuale del mare della Sicilia occidentale nel corso di 4 anni, a quanto risulta all'interrogante, ha già realizzato e collaudato progetti per 480 milioni di euro e ad oggi, risulta che sono in fase di realizzazione opere per altri 350 milioni di euro; l'avvio e il completamente delle opere previste dal Fondo sopra citato permetterebbe quindi il completamento e la piena funzionalità del sistema portuale di Palermo e il suo raccordo con la città, garantendo anche concrete opportunità occupazionali oltre che di sviluppo per Palermo e l'intera Sicilia –:

   quali urgenti iniziative di competenza, anche normative, i Ministri interrogati intendano assumere al fine di consentire la realizzazione delle opere da parte dell'Autorità di sistema portuale a del mare della Sicilia Occidentale previste dal Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, anche tramite la possibilità del rilascio di garanzie in favore di detta Autorità per accedere ad anticipazioni sui finanziamenti previsti dal citato decreto ministeriale del 13 agosto 2020
(4-11833)


   MAGI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il 6 aprile la Commissione europea ha inviato una lettera complementare di costituzione in mora alle autorità italiane con la quale, stando al comunicato diramato dall'esecutivo comunitario, è stato fatto rilevare che «Alcune delle nuove norme italiane, come le disposizioni sulle procedure negoziate senza gara d'appalto, non sono conformi alla legislazione dell'UE in materia di appalti pubblici»;

   risultano, dunque, finite sotto esame da parte della Commissione europea quelle modifiche al codice dei contratti introdotte in sede di adozione e conversione in legge del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante «Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici», rispetto alle quali l'interrogante aveva presentato l'interrogazione a risposta scritta n. 4-03155 pubblicata in allegato al resoconto della seduta del 24 giugno 2019;

   come fatto rilevare nella citata interrogazione a risposta scritta – contrariamente a quanto stabilito della direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici in base alla quale, per ridurre effetti pregiudizievoli sulla concorrenza indotti dalle procedure negoziate senza previa pubblicazione di un bando di gara, gli Stati membri possono prevedere che le amministrazioni aggiudicatrici ricorrano a una procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara nei casi e nelle circostanze specifici espressamente previsti all'articolo 32 della medesima Direttiva, e non possono consentire il ricorso ad essa in casi diversi – per effetto delle modifiche richiamate, nell'ordinamento italiano è stata introdotta la possibilità di ricorrere alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara non soltanto nei casi e nelle circostanze specificati nell'articolo 63 – la disposizione con la quale sono stati recepiti l'articolo 26, comma 6, e l'articolo 32 della direttiva 2014/24/UE – ma nelle fattispecie giuridiche indicate nel novellato articolo 36 comma 2 del Codice dei Contratti;

   come previsto dall'ordinamento comunitario le autorità nazionali sono tenute a rispondere alla lettera di costituzione in mora inviata dalla Commissione europea fornendo le proprie deduzioni e/o dando conto delle iniziative che hanno adottato per rimuovere la situazione di conflitto tra gli atti e le disposizioni normative contestate e la legislazione dell'Unione europea, prevenendo in questo modo l'apertura di una procedura di infrazione comunitaria –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per risolvere la situazione di conflitto tra le disposizioni normative presenti nel nostro ordinamento in materia di ricorso alla procedura negoziata senza pubblicazione del bando di gara e la legislazione dell'Unione europea in materia di appalti pubblici, per prevenire il rischio che la Commissione europea avvii nei confronti delle autorità italiane una nuova procedura di infrazione;

   se il Governo intenda adottare iniziative per acquisire dalle amministrazioni aggiudicatrici informazioni circostanziate in merito al numero, agli importi complessivi e/o alle tipologie di appalti di lavori servizi e forniture aggiudicati con la procedura negoziata senza preventiva pubblicazione del bando di gara, ai sensi dell'articolo 36, comma 2, del codice dei contratti.
(4-11835)


   COVOLO, PRETTO e RACCHELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili — Per sapere – premesso che:

   i cambiamenti climatici in atto ci spingono a trovare alternative ecologiche per il trasporto di persone e di merci e il treno rappresenta un esempio di trasporto sostenibile con un basso impatto ambientale e dalle ridotte emissioni di CO2;

   molte regioni hanno intrapreso la complessa redazione di nuovi piani di tutela e risanamento della qualità dell'aria, come normati dal decreto legislativo n. 155 del 2010, assumendo come riferimento il piano della Regione Veneto per limitare il più possibile, anche nell'ambito degli spostamenti dei pendolari, le emissioni di sostanze inquinanti;

   continuamente viene invitata la cittadinanza a utilizzare il trasporto pubblico per i propri spostamenti, sia a breve che a lunga percorrenza, ma nonostante questo si è appreso attraverso la stampa che è stato soppresso il treno diretto alta velocità che collegava la città di Vicenza con Roma, con partenza alle 11.24 ed arrivo alle 14.50, nonché il treno di ritorno Roma-Vicenza delle 14.45, con arrivo nel capoluogo berico alle 18.11, entrambi introdotti nel 2018;

   ad oggi sulla tratta ferroviaria Vicenza-Roma si trovano soltanto soluzioni con cambio di treni, che allungano di molto i tempi di percorrenza e peggiorano il comfort di viaggio per i pendolari;

   aumentano quindi i disagi per studenti e lavoratori che regolarmente devono spostarsi sulla tratta, disincentivando così l'utilizzo del trasporto ferroviario;

   l'emergenza COVID-19 ha mostrato come le tratte ferroviarie possano assicurare un trasporto rapido di beni essenziali come cibo, medicine e carburante in circostanze eccezionali;

   il collegamento diretto con Roma incentiva notevolmente l'attrazione turistica per la città di Vicenza (dove tra l'altro si svolgono annualmente importanti manifestazioni fieristiche come la Fiera dell'Oro) e per tutto il territorio del Vicentino e deve essere per questo ristabilito nel minor tempo possibile –:

   se il Ministro interrogato non ritenga che la soppressione dei treni esposta in premessa vada contro l'obiettivo di incentivare il trasporto ferroviario sulla tratta a lunga percorrenza Vicenza-Roma come alternativa al trasporto su gomma, e se, e con quali tempi, intenda porre rimedio a questa incresciosa decisione che ha portato solo disagi a centinaia di pendolari vicentini e turisti.
(4-11838)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il sito del Ministro dell'interno ha riportato la notizia di un incontro al Viminale tra il Ministro interrogato e il suo omologo argentino Eduardo de Pedro per discutere di questioni relative alla doppia cittadinanza italo-argentina e per facilitare il riconoscimento della cittadinanza italiana per gli argentini; nello specifico l'accordo è orientato a risolvere il problema riguardante la legalizzazione dei certificati di stato civile in formato digitale presentati dai cittadini argentini nei comuni italiani;

   si legge, sempre sul sito del Ministero dell'interno, che è stata «concordata l'istituzione di un tavolo tecnico» per individuare «soluzioni compatibili con il nostro ordinamento giuridico», con ciò dimostrando un'ampia disponibilità a riconoscere e risolvere le difficoltà che i cittadini argentini di origine italiana incontrano nel loro processo di acquisizione della cittadinanza;

   questa iniziativa, senz'altro di per sé meritoria, rende ancor più paradossale quello che appare all'interrogante l'atteggiamento ostruzionistico adottato dal Ministero nei confronti degli italiani che vivono in Brasile e che vogliono rientrare in possesso della cittadinanza dei loro avi;

   già con numerosi precedenti atti di sindacato ispettivo (da ultime le interrogazioni n. 4-11417 e n. 4-10505), l'interrogante aveva censurato il tentativo del Ministero, attraverso la sua circolare prot. 64525 del 2021, di rallentare le pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis a cittadini brasiliani di ceppo italiano interessati dalla cosiddetta Grande naturalizzazione del 1889;

   le attuali dichiarazioni del Ministro interrogato e il suo impegno a facilitare le pratiche di acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei cittadini argentini, stante la linea di chiusura adottata nei confronti di alcuni brasiliani di origine italiana, rischiano di rappresentare una condotta irragionevole e illogica, così come di creare una disparità di trattamento rispetto ai cittadini brasiliani –:

   se il Ministro interrogato, anche alla luce del recente incontro con il suo omologo argentino, e agli sviluppi della questione riportati in premessa, intenda rivedere la propria posizione con riferimento al tema di riconsiderare l'ordine di trattazione delle pratiche di cittadinanza iure sanguinis che riguardano i discendenti di emigrati italiani interessati dalla cosiddetta grande naturalizzazione brasiliana del 1889;

   se, a tal fine, intenda considerare l'opportunità di adottare iniziative per stabilire un tavolo tecnico per individuare soluzioni compatibili con il nostro ordinamento giuridico, anche con riferimento al processo di acquisizione della cittadinanza da parte di brasiliani di origine italiana;

   se, per evitare ulteriori disparità di trattamento, intenda attivarsi con il suo omologo brasiliano per prevedere anche per gli italo-brasiliani le facilitazioni circa la presentazione degli atti civili che si vanno profilando per quelli argentini, consentendo, laddove possibile, anche l'invio telematico dei medesimi atti con firma digitale.
(4-11827)


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa riportano la notizia dell'esplosione di un colpo di pistola in un vetro di un escavatore impiegato per dei lavori a via Napoli a Nocera Inferiore;

   in particolare, come riportato dalle cronache locali, il mezzo sarebbe stato parcheggiato nel cantiere che starebbe eseguendo i lavori per la pista ciclabile;

   sull'episodio starebbero indagando i carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore, che avrebbero ascoltato i titolari della ditta esecutrice dei lavori e proprietaria del mezzo; questi non avrebbero fornito, però, alcun elemento utile ai fini dell'indagine;

   i carabinieri non sarebbero ancora in grado di stabilire l'orario in cui è avvenuto «l'attentato», tantomeno sono riusciti a ricostruire se l'intimidazione fosse diretta alla ditta proprietaria del mezzo o a chi stesse compiendo l'opera;

   tale episodio non è un episodio isolato, infatti le cronache locali, da inizio anno, hanno più volte raccontato, di altri episodi delinquenziali che hanno interessato il territorio in parola, come segnalato anche dall'interrogante nell'interrogazione n. 4-11393;

   la ripetitività di tali episodi di criminalità confermano l'esistenza di una emergenza sicurezza nella zona in questione;

   occorre, pertanto, una risposta tempestiva ed efficace da parte di tutte le autorità competenti, per ripristinare la legalità, anche mediante un potenziamento del presidio delle forze dell'ordine al fine di far fronte all'incremento della criminalità;

   occorre, inoltre, una risposta anche dal punto di vista giudiziario e normativo, prevedendo un inasprimento delle pene per episodi simili e, contemporaneamente, una restrizione dei benefici carcerari nei confronti dei delinquenti recidivi;

   tali interventi avrebbero, non solo, una efficacia repressiva, ma anche un concreto risvolto dissuado ed al contempo garantirebbero maggiore sicurezza della cittadinanza –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda adottare al fine di ripristinare la massima sicurezza nella città di Nocera Inferiore, e in tutto l'Agro-Nocerino-Sarnese, così come nel resto d'Italia; se non intenda potenziare i presidi delle forze dell'ordine della predetta area, al fine di garantire la sicurezza e l'incolumità dei cittadini della zona.
(4-11829)


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa riportano la notizia secondo cui nella serata del 28 marzo 2022 intorno alle ore 19 un 31enne di origine marocchina con regolare permesso di soggiorno si sarebbe introdotto all'interno di uno noto negozio di alimentari situato a Pontecagnano Faiano in provincia di Salerno, in evidente stato di ubriachezza molesta per acquistare ulteriori alcolici;

   a seguito dell'invito della titolare e degli altri clienti presenti nella macelleria-alimentari di allontanarsi, il marocchino sarebbe andato in escandescenza aggredendo la proprietaria e i clienti, nonché altri commercianti dei negozi vicini accorsi sul luogo;

   la proprietaria e altre due persone sarebbero state trasportate al pronto soccorso per lesioni personali in seguito all'aggressione;

   solo l'intervento di una pattuglia dei carabinieri presente in zona ha evitato uno sviluppo peggiore dell'aggressione, bloccando il reo e consentendone l'arresto;

   lo straniero, è stato giudicato con rito direttissimo e incredibilmente sottoposto agli arresti domiciliari per i reati di lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale;

   secondo quanto dichiarato dagli inquirenti il soggetto sembrerebbe avere altri precedenti di polizia per fatti analoghi;

   ciò che tra l'altro desta maggiori preoccupazioni ed allarme è la circostanza per cui, nonostante il soggetto fosse già noto alle forze dell'ordine non sarebbe stato attuato nessun provvedimento nei suoi confronti;

   l'episodio in parola rappresenta solo l'ennesimo di una sequela di accadimenti simili che si sono verificati negli ultimi tempi che dimostra incontrovertibilmente l'inefficacia della politica dell'accoglienza indiscriminata e dei permessi di soggiorno facili posta da questo Governo;

   appare per tanto doveroso che il Governo ponga in essere una inversione di tendenza rispetto alle politiche gestionali dei flussi migratori sino ad ora adottate –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per rafforzare la gestione e il controllo del fenomeno dell'immigrazione irregolare, al fine di garantire la maggiore sicurezza dei cittadini, nonché di evitare il ripetersi di episodi come quelli sopra richiamati e se non intenda adottare le iniziative di competenza per procedere alla immediata espulsione dello straniero in parola in virtù della sua conclamata pericolosità sociale.
(4-11837)

ISTRUZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:


   PIGNATONE. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   a breve si avvierà l'aggiornamento delle graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) 2022 per il biennio 2022/2024, tuttavia residuano alcuni dubbi in ordine alla valutazione del servizio effettuato dal personale educativo – classe concorso PPPP – in relazione al computo di un intero anno di servizio svolto;

   ed invero la normativa in materia stabilisce che il servizio prestato dal personale docente con contratto a tempo determinato è valutato come anno scolastico intero, se ha avuto la durata di 180 giorni, oppure se il servizio è stato prestato ininterrottamente dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale;

   dunque, il Legislatore ha ritenuto, quale elemento fondamentale, volto a riconoscere l'intero anno scolastico, la continuità del servizio prestato, appunto dal 1° febbraio sino al termine delle attività;

   in particolare, per ciò che attiene al termine di attività, si è valutato l'ultimo giorno degli scrutini per il personale docente tenuto a svolgerli, e l'ultimo giorno di lezione per i docenti, specificatamente quelli dell'infanzia, per cui non è previsto lo svolgimento degli scrutini, così come indicato dal Ministero dell'istruzione, con apposita nota del 24 luglio 2014, al punto 11, che ha chiarito l'estensione della disciplina anche ai docenti della scuola dell'infanzia, con gli opportuni correttivi e cioè fino al termine delle attività, stante la mancanza per gli stessi dello scrutinio finale;

   orbene, il personale educativo non effettua gli scrutini, pertanto, sarebbe auspicabile una nota di chiarimento in questo senso, in quanto il personale educativo, non svolgendo attività di scrutinio, avrebbe in ogni caso un contratto di supplenza solo fino al termine delle lezioni, con contestuale impossibilità, per un educatore a tempo determinato in servizio dal 1° febbraio fino al termine delle lezioni di vedersi riconosciuto il servizio per l'intero anno scolastico –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda adottare, al riguardo.
(4-11823)


   LOLLOBRIGIDA, FRASSINETTI, BUCALO, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MELONI, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   destano sconcerto le parole d'odio contro la leader dell'unico partito di opposizione pronunciate, come risulta evidente dai video pubblicati e dalle notizie della stampa locale e nazionale, nel corso di un incontro tenuto nel liceo scientifico Enrico Fermi di Bari, dal professore Luciano Canfora che ha definito Giorgia Meloni: «La temibilissima leader di Fratelli d'Italia trattata come una mentecatta pericolosissima, essendo neonazista nell'anima si è subito schierata con i neonazisti ucraini. È diventata una statista importante ed è contenta di questo ruolo»;

   le sopracitate parole, gravemente offensive e di odio, sono state pronunciate dal filosofo e professore emerito di filologia classica Luciano Canfora all'interno di un dibattito, relativo alla guerra ucraina, svoltosi nel liceo scientifico Enrico Fermi di Bari;

   nel medesimo intervento sono stati insultati anche giornalisti iscritti all'ordine;

   si tratta, purtroppo di episodi, non isolati, di professori o comunque di personalità invitate nel corso di dibattiti nelle scuole che, interloquendo con gli studenti, ne approfittano per insultare ed offendere personaggi politici ed in particolare, come è già accaduto in altre occasioni, la leader dell'opposizione e onorevole Giorgia Meloni –:

   quale iniziative il Governo intenda adottare per garantire che nei dibattiti all'interno delle strutture scolastiche non vengano consentite, anche attraverso un controllo più stringente sui soggetti invitati a parteciparvi, le denigrazioni e le offese verso nessuno;

   quali iniziative intenda assumere per garantire il pluralismo delle idee nei dibattiti all'interno delle scuole italiane di ogni ordine e grado;

   quali iniziative di competenza si intendano adottare nei confronti dei dirigenti scolastici che permettano nei loro istituti agli ospiti invitati di insultare ed offendere;

   quali iniziative intenda promuovere per acquisire approfonditi chiarimenti su quanto accaduto nel liceo Fermi di Bari dove si è svolto l'incontro in cui l'ospite ha pesantemente offeso la Presidente Giorgia Meloni;

   se siano state assunte iniziative sul piano disciplinare nei confronti del dirigente scolastico del liceo scientifico Enrico Fermi di Bari che ha invitato il professor Canfora all'incontro consentendogli di offendere pesantemente, davanti agli studenti, la Presidente Giorgia Meloni, leader dell'unico partito dell'opposizione votato da milioni di cittadini italiani.
(4-11831)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:


   TIMBRO e DE LORENZO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 30 aprile 2022 scadrà il contratto dei cosiddetti «navigator», contrattualizzati nel luglio 2019 da Anpal Servizi Spa, società in totale controllo pubblico che opera nel campo delle politiche attive del lavoro, attraverso una selezione di evidenza pubblica con il compito di aiutare i percettori del Reddito di Cittadinanza a trovare un impiego: dopo due proroghe, il 30 aprile scadranno i loro contratti di collaborazione; nel 2019 erano quasi 3.000, oggi sono 1884;

   i sindacati confederali, dopo aver aspettato la convocazione da parte del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, annunciano una protesta a oltranza fino a che non si troverà una soluzione;

   Chiara Saraceno, Presidente del comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza, in un articolo su Repubblica, il 23 novembre 2021, scriveva: «I navigator rischiano di essere il capro espiatorio di ciò che non funziona nelle politiche attive del lavoro in Italia, non solo per i percettori del Reddito di cittadinanza teoricamente “occupabili”, ma in generale, oltre che del non risolto rapporto tra Centri per l'impiego e Anpal. (....) Invece di essere percepiti come un'utile e necessaria integrazione dei Centri per l'impiego ed uno stimolo al ripensamento del modo in cui questi – o gran parte di loro – concorrono alle politiche attive, i navigator sono stati da subito elemento di conflitto nel rapporto Stato-regioni, Anpal (il cui ruolo e statuto sono rimasti incerti dopo la mancata riforma costituzionale) e Centri per l'impiego. Il loro ingresso nei Centri in alcune regioni è stato oggetto di scontro. Nelle situazioni più virtuose hanno operato in affiancamento ai Cpi, nelle altre sono stati lasciati in totale isolamento»;

   dopo 34 mesi e due proroghe, i 1.884 navigator e le loro famiglie auspicano una soluzione strutturale che tenga conto dell'esperienza maturata e della professionalità acquisita; come espresso più volte dai sindacati, la soluzione proposta è l'assunzione in via definitiva in Anpal Servizi Spa, e la loro partecipazione al programma Gol, Garanzia di occupabilità dei lavoratori, che si inserisce nell'ambito della Missione 5, Componente 1, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la sezione del Piano dedicata alle politiche del lavoro –:

   se non ritenga urgente convocare un tavolo istituzionale con le organizzazioni sindacali al fine di individuare una soluzione che consenta di non disperdere l'esperienza accumulata in questi anni dai 1884 lavoratori nel settore delle politiche attive, anche verificando l'ipotesi di impiegare i navigator nel programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori.
(4-11824)


   TRAVERSI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi mesi si è assistito a numerose manifestazioni di protesta delle lavoratrici e dei lavoratori del trasporto pubblico locale, attraverso l'effettuazione di cinque scioperi ed alla convocazione del prossimo nella giornata del 30 maggio 2022, per richiedere il rinnovo del contratto nazionale;

   il Ccnl autoferrotranvieri-internavigatori (Mobilità/TPL) è scaduto a dicembre 2017 e il 17 giugno 2021 è stato sottoscritto tra le parti sociali un accordo ponte che ha riconosciuto una somma a titolo di una tantum di 680 euro al livello medio, per il triennio 2018-2020, che non ha effetti previdenziali e salariali a regime, ma che ha costituito una forma di ristoro alla categoria in piena emergenza sanitaria; le associazioni sindacali sottolineano il rifiuto delle associazioni datoriali di entrare nel merito di una reale trattativa, lasciando di fatto a carico del sindacato una vertenza contrattuale sovraccaricata da pesanti fattori esterni (gli effetti dell'emergenza sanitaria sul settore trasporti, incertezza sul quadro regolatorio e sulle risorse nei vari decreti-legge ristori) e lasciando sfumare una concreta occasione di rilancio di un settore strategico, ma nel contempo sofferente dopo la grave crisi causata dalla pandemia;

   il 9 giugno 2021 il Governo si era impegnato, accogliendo un ordine del giorno riferito al disegno di legge recante «Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52 recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19», a valutare l'opportunità di promuovere ogni iniziativa, anche individuando le risorse finanziarie necessarie, che potessero favorire il rinnovo del Ccnl degli autoferrotranvieri, dando riscontro alle legittime aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori del trasporto pubblico locale;

   nonostante l'impegno dichiarato non risulta avviata alcuna attività negoziale da parte del Governo per favorire il rinnovo del contratto;

   inoltre, a quanto si apprende dalla stampa, sembra siano ultimati anche i fondi per i servizi aggiuntivi del trasporto scolastico, quindi, le scuole dovranno riprogrammare l'entrata ad orario unico in assenza di Fondi integrativi delle regioni; il Governo aveva dichiarato alla conferenza Stato-regioni che sarebbe intervenuto, ma fino ad oggi non risultano esserci le coperture per il trasporto scolastico dopo il 13 aprile;

   così dal 13 aprile i presidi devono riprogrammare gli orari di entrata degli Istituti superiori in una fascia unica non tenendo conto di tutte le normative anti-Covid che dovevano essere mantenute nonostante la fine dello stato di emergenza –:

   quali iniziative intendano mettere in atto, per quanto di competenza, per favorire la ripresa delle trattative volte alla definizione del Ccnl degli autoferrotranvieri;

   quali iniziative di competenza intendano assumere per destinare le risorse necessarie alle regioni in modo da garantire il proseguimento dei servizi aggiuntivi per il trasporto scolastico.
(4-11825)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   TRANO e SPESSOTTO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma emanava a febbraio scorso un avviso pubblico per conferire l'incarico dirigenziale a tempo determinato per i prossimi cinque anni, per la figura professionale di capo ufficio stampa, senza inserire tra i requisiti quello dell'iscrizione all'albo dei giornalisti;

   per accedere all'avviso pubblico bisognava essere in possesso di una laurea magistrale o specialistica, una comprovata esperienza professionale in comunicazione presso l'amministrazione pubblica da almeno cinque anni, ma non, fatto alquanto singolare, la qualifica di giornalista;

   i candidati presentatisi per la selezione sono stati 12, ma gli ammessi sono stati 9 e tra questi soltanto uno non aveva il titolo di giornalista, ossia l'attuale social manager dell'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio Amato, che sarebbe risultato vincitore dell'avviso pubblico;

   per la selezione la commissione esaminatrice avrebbe assegnato 60 punti in base alla qualità del colloquio e 40 punti per i titoli: 10 per quelli inerenti alla carriera, 12 per quelli accademici e di studio, 4 per le pubblicazioni e le attività di docenza presso università pubbliche o private, 14 per il curriculum formativo e professionale;

   risulta agli interroganti, che la commissione non si sia mai riunita, nonostante i nove ammessi e invitati a partecipare alla selezione, salvo poi ricevere disdetta della convocazione per il colloquio, fissato per il 28 marzo ultimo scorso, dalla stessa azienda ospedaliera;

   la sospensione della selezione è stata determinata dopo che l'Associazione Stampa romana, inviava una nota di protesta all'azienda ospedaliera facendo notare l'assenza del requisito più importante, ossia l'iscrizione all'albo dei giornalisti –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto descritto in premessa;

   se non si ritenga opportuno e necessario valutare la sussistenza dei presupposti per l'avvio di verifiche, ai sensi dell'articolo 60, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, da parte dell'Ispettorato per la funzione pubblica e dei servizi ispettivi di finanza pubblica riguardo agli atti amministrativi posti in essere dall'azienda ospedaliera San Camillo Forlanini e, all'eventuale nocumento economico e di immagine all'azienda stessa.
(4-11840)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro interrogato ha di recente annunciato la necessità di somministrare una quarta dose per alcune fasce generazionali di soggetti immunocompromessi e fragili che la Commissione europea provvederà a individuare;

   da un approfondimento giornalistico condotto dal quotidiano «La Verità» si apprende dell'esistenza di una relazione ufficiale redatta dalla casa farmaceutica Pfizer-BionTech, alla quale la suddetta testata ha avuto accesso nonostante si trattasse di un documento coperto da segretezza;

   nello specifico nel documento, che risale al maggio del 2021, viene spiegato che, in base ad alcune valutazioni di laboratorio, si è rilevato che l'aumento delle dosi del vaccino Pfizer comporterebbe un calo temporaneo dei linfociti, osservato in tutti i gruppi di età e di dose, il quale si risolverebbe entro circa una settimana dall'inoculazione;

   l'approfondimento giornalistico sottolinea, quindi, come sarebbe più facile il contagio da infezione COVID-19 subito dopo l'iniezione delle successive dosi di vaccino, in quanto essa provocherebbe un calo dei globuli bianchi – le cellule presenti nel sistema immunitario;

   considerato poi che la maggioranza della popolazione avrebbe già completato il ciclo vaccinale fino alla dose Booster e visto il picco dei contagi registratosi negli ultimi tempi, sembrerebbe esserci una relazione di causa-effetto tra la somministrazione della terza dose e l'impennata del numero dei positivi, in linea con quanto si sosterrebbe nell'approfondimento del quotidiano sulla base del documento della Pfizer –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda approfondire, per quanto di competenza, se e quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di consentire una giusta e corretta divulgazione sull'efficacia e gli effetti del vaccino Pfizer-BionTech e in particolare della terza e quarta dose dello stesso.
(4-11826)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   FORNARO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il polo aeronautico di Tessera-Venezia è contraddistinto dalla presenza della società «Superjet International» che occupa circa 140 dipendenti e da due divisioni di Leonardo, Velivoli ed Elicotteri, con una presenza di circa, rispettivamente, 170 e 280 dipendenti;

   queste realtà produttive sono insediate da anni nel territorio veneziano e operano in un settore ad alto contenuto professionale e tecnologico, i cui lavoratori hanno elevate professionalità formate nel tempo;

   Superjet International, inizialmente controllata di Leonardo (ex Finmeccanica) col 51 per cento del capitale e ora «solo» una partecipata con una quota minima del 10 per cento attualmente, svolge attività di manutenzione, customer support, training e commercializzazione del velivolo Superjet 100, progettato e costruito dalla controllante russa Irkut Corporation;

   la guerra in Ucraina e le conseguenti sanzioni alla Russia hanno causato una pesante situazione di crisi, a cominciare dalla liquidità, che ha indotto le organizzazioni sindacali a sottoscrivere un accordo di solidarietà con inevitabili ripercussioni sul salario dei lavoratori;

   la divisione Elicotteri (ex Agusta Westland) è il principale Hub per l'allestimento/montaggio dell'NH90, un elicottero progettato e sviluppato dal consorzio NH Industries. Essa ha potuto contare, fin dall'inizio dello sviluppo dell'apparecchio, su importanti ordinativi per le forze armate olandese, norvegese e italiana; quest'ultima ha un numero cospicuo di macchine (104); cui si è aggiunta nel corso del 2019, una rilevante commessa per il Qatar. Nonostante ciò, già da quest'anno, ci si potrebbe trovare ad affrontare un cospicuo calo delle ore di lavoro, che impatterà inevitabilmente sui lavoratori se non si interverrà per implementare le attività;

   la divisione Velivoli, dopo un periodo nel 2010 che ha visto i lavoratori coinvolti con cassa integrazione e trasferte presso altri siti Leonardo, negli ultimi anni, ha ripreso appieno le attività di manutenzione e revisione, addirittura incrementando l'organico e assorbendo una sessantina di dipendenti da Superjet per far fronte alle commesse acquisite (Awacs, C130, C27J). Infatti, a oggi i dipendenti della divisione Velivoli possono contare su una commessa di 10 anni con la Nato per la revisione del velivolo Awacs e su quella relativa alla manutenzione dei C130 per l'Aeronautica militare italiana. Attualmente, nella divisione Velivoli ci sono questioni che meritano la dovuta attenzione: la prima, nell'immediato, riguarda la mancanza di spazi/baie per il ricovero dei velivoli interessati e la seconda, nel medio periodo, relativa al progressivo invecchiamento delle maestranze senza che ci siano, allo stato attuale, adeguate politiche di ricambio generazionale;

   il polo aeronautico di Tessera-Venezia, pur nelle diversità delle problematiche, merita quindi la necessaria attenzione per evitare che venga dispersa l'eccellente professionalità ereditata dalle vecchie Oan (Officine aeronavali), con pesanti conseguenze occupazionali e sul tessuto produttivo veneziano –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare, per quanto di competenza, affinché si garantisca il rilancio di uno dei principali settori strategici per il Paese, qual è quello aeronautico e aerospaziale, assicurando in particolare la continuità lavorativa e occupazionale del polo veneziano.
(4-11828)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   ZOLEZZI e NAPPI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la crisi bellica in Ucraina ha esacerbato gli effetti della «pandemia energetica» e della crisi ambientale e pandemica;

   fra le strategie di pace e di resilienza si tenta anche di ridurre la dipendenza da fonti fossili sia per ridurre l'acquisto di idrocarburi da nazioni belligeranti, che per migliorare la sovranità energetica e per ridurre le emissioni in atmosfera;

   secondo l'agenzia internazionale per l'energia (Iea), fra i provvedimenti più efficaci a ridurre il consumo petrolifero, ci sono la riduzione dei limiti massimi di velocità di 10 chilometri/orari con 430 mila barili di petrolio in meno al giorno (290 per le auto e 140 per i mezzi pesanti);

   i consumi petroliferi sono esponenziali con l'incremento della velocità per molti veicoli in base alla resistenza dell'aria, alla potenza da sviluppare e ad altri fattori;

   altre misure analizzate e suggerite da Iea sono lo smart working per 3 giorni alla settimana (500 mila barili di petrolio al giorno nel breve termine) e le domeniche senz'auto nelle principali città (380 mila barili di petrolio al giorno); viene suggerita anche la riduzione dei prezzi del trasporto pubblico locale;

   nel bacino Padano, dove sono presenti le principali zone in infrazione per la qualità dell'aria in Italia, la speciazione Ispra relativa al 2019 stima che il 34 per cento del particolato sottile dipenda dai trasporti privati e commerciali;

   la diminuzione della velocità massima non dovrebbe ridurre in maniera significativa i tempi di percorrenza, mentre riduce l'incidentalità e la mortalità, il 10 per cento di riduzione nella velocità media del traffico porta ad una riduzione del 20 per cento di incidenti con feriti, del 30 per cento di feriti e morti sulle strade e una riduzione del 40 per cento dei soli incidenti mortali secondo l'international transport forum –:

   se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative per stabilire la riduzione a 110 chilometri/orari del limite di velocità massimo nelle autostrade italiane, monitorando gli effetti in termini di emissioni e sul piano ambientale;

   quali altre strategie intendano mettere in campo per ridurre il consumo di fonti fossili e l'inquinamento e perseguire la sovranità energetica.
(5-07884)


   VILLAROSA. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di dicembre 2019 delle forti mareggiate hanno colpito la costa tirrenica siciliana provocando numerosi danni al territorio e facendo venir fuori una vecchia discarica abusiva creata verosimilmente negli anni ‘80 proprio sulle coste demaniali del comune di Milazzo;

   a seguito del ritrovamento tutta l'area veniva interdetta e sequestrata dalla procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto;

   nel gennaio 2020 il Ministero inviava sul posto per una verifica ispettiva il capo del Reparto ambientale marino, l'ammiraglio Aurelio Caligiore, affiancato dal suo staff per accertamenti sul caso definendo la situazione «delicata dal punto di vista ambientale e sanitario»;

   con delibera del Consiglio di ministri del 22 ottobre 2020 è stato dichiarato lo stato di emergenza in conseguenza degli eventi meteorologici verificatisi nel mese di dicembre 2019 nel territorio della provincia di Messina stanziando circa due milioni di euro, utilizzati solo in parte per la messa in sicurezza della discarica attraverso il posizionamento di reti metalliche di protezione; lo stato d'emergenza è stato poi ulteriormente prorogato, il 29 dicembre 2021, di dodici mesi;

   con decreto del 29 dicembre 2020 (Programma nazionale di finanziamento degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti orfani) e con il PNRR (misura M2C4, investimento 3.4) venivano destinate a regioni e province autonome importanti risorse per interventi su siti orfani;

   con decreto del Ministro dell'ambiente del 29 dicembre 2020, in attuazione della legge finanziaria per il 2019, venivano destinati 105.589.294,00 euro per la bonifica dei siti orfani e ciascuna regione e provincia autonoma hanno provveduto all'individuazione di tali siti che risultavano prioritari in riferimento al rischio ambientale e sanitario connesso;

   con decreto n. 222 del 22 novembre 2021 del Ministero della transizione ecologica è stato approvato un ulteriore elenco di siti orfani da riqualificare grazie all'investimento 3.4 del Pnrr che destinava 500 milioni di euro alla bonifica di tali specifici siti;

   in tali elenchi però non risulta esserci alcun richiamo alla discarica sita nel comune di Milazzo;

   la presenza di un lungo tratto di costa interdetto e posto sotto sequestro in quanto interessato da questa discarica reca un grave nocumento ai cittadini del comune di Milazzo che possiede una forte vocazione turistica –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare affinché si possa intervenire rapidamente per la bonifica del sito in questione.
(5-07885)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Claudio Borghi n. 4-11771, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 6 aprile 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: Colla.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Cillis n. 1-00609, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 660 del 18 marzo 2022.

   La Camera,

   premesso che:

    negli ultimi anni, l'evolversi di un'economia sempre più interconnessa ha stimolato la crescita esponenziale di un mercato globalizzato, contribuendo a rendere l'Italia un Paese principalmente trasformatore, con la necessità di importare – soprattutto dall'Oriente – le materie prime da lavorare e che costituiscono una risorsa imprescindibile per le fabbriche e le aziende operanti nel Paese;

    a seguito dell'avvento della pandemia COVID-19 e dell'arresto subito dall'intero pianeta, l'approvvigionamento di materie prime è divenuto sempre più complesso, e soprattutto oneroso, e la conseguenza è quella evidente dell'aumento dei prezzi dei prodotti finiti;

    ciò interessa tutti i settori merceologici, ma in maniera ancora più diretta il settore agroalimentare, poiché le conseguenze di tale rincaro colpiscono direttamente, oltre alle imprese, i cittadini italiani, trattandosi il più delle volte di prodotti di prima necessità;

    nelle ultime settimane, a questa già complessa situazione si è affiancato il dramma dello scoppio della guerra tra Ucraina e Russia che, oltre all'indicibile tragedia umanitaria, sta avendo strascichi commerciali ed economici, sia diretti che indiretti, per la difficoltà di reperimento di alcune materie prime agricole provenienti da quei territori (per l'Italia, soprattutto, mais e grano tenero) o per l'incancrenirsi delle difficoltà di importazione da altri Paesi (si veda la situazione del grano duro importato dal Canada, il cui blocco commerciale ha già portato ad un rialzo massimo del prezzo del grano nel dicembre del 2021);

    in relazione all'approvvigionamento di grano duro, secondo Ismea l'instabilità del mercato deriva soprattutto dal vuoto d'offerta determinato dal calo della produzione mondiale, nel 2021, del 9,1 per cento rispetto al 2020 e dall'assottigliamento delle scorte globali (-24,5 per cento). All'origine della riduzione produttiva è stato il crollo del 59,6 per cento dei raccolti in Canada, principale esportatore mondiale, a causa dell'eccezionale siccità che ha colpito una vasta area del Paese;

    relativamente al mais, ad esempio, i listini hanno registrato una decisa tendenza al rialzo a partire da ottobre 2020, raggiungendo il picco nelle prime tre settimane di febbraio 2022, con valori mai rilevati nelle fasi più acute delle crisi dei prezzi tra il 2007 e il 2008; si tratta di una situazione che suscita qualche preoccupazione, vista la consistente riduzione della produzione interna di mais (-30 per cento negli ultimi 10 anni) e l'ormai strutturale dipendenza delle imprese zootecniche dal prodotto di provenienza estera (tasso di autoapprovvigionamento italiano pari al 53 per cento contro il 79 per cento nel 2011);

    tra gli effetti indiretti del conflitto russo-ucraino si segnala che dal 5 marzo 2022 l'Ungheria aveva deciso di bloccare le esportazioni dei cereali, proprio per il timore del Governo locale che il conflitto tra Russia e Ucraina potesse causare carenze significative nell'approvvigionamento nazionale e una conseguente impennata dei prezzi a livello mondiale; ciò sarebbe gravissimo per il nostro Paese in quanto è un grande importatore di grano tenero, mais e semi di girasole proprio dall'Ungheria;

    nel dettaglio tra i nostri fornitori, l'Ucraina, nel 2021, ha fornito il 3 per cento delle importazioni di frumento tenero e il 13 per cento di mais, mentre la quota dell'Ungheria è, rispettivamente, del 23 per cento e del 32 per cento;

    a questa situazione si aggiunge, ad esempio, l'aumento del costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, che ha raggiunto i 46 centesimi al litro, un costo molto superiore rispetto al prezzo di 38 centesimi riconosciuto a una larga fascia di allevatori;

    ad aumentare sono anche i costi dei mezzi agricoli, dei fitosanitari e dei fertilizzanti che arrivano anche a triplicare; a tal proposito, l'Ucraina ha bloccato le esportazioni di concimi e, dopo il blocco della Russia e della Bielorussia, il nostro Paese ha perso il 15 per cento delle importazioni totali di fertilizzante;

    a ciò si somma una crisi energetica importante, che, aggravata dalla pandemia prima e dalle conseguenze del conflitto oggi, sta evidenziando quanto sia necessario un maggiore e più importarne progresso dal punto di vista energetico, sia per ciò che concerne la vera e propria produzione (si vedano la necessità di diversificazione degli approvvigionamenti e la rimozione degli ostacoli per la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili), sia per ciò che attiene all'acquisto dei componenti degli impianti, per i quali l'Italia è completamente dipendente dall'estero (Russia, Cina e altri Paesi);

    tale «pandemia energetica» si sta riverberando su tutto il settore agroalimentare, paralizzando la spinta verso il futuro, bloccando lo sviluppo e spesso paralizzando la produzione, in un'ottica in cui le spese sostenute da imprese e aziende sono necessarie quasi esclusivamente per poter fronteggiare la normale produzione e non certo per implementarla;

    le imprese italiane si trovano, quindi, ad affrontare esborsi cospicui per l'acquisto delle materie prime necessarie, aggravati dall'aumento del loro prezzo, del costo di produzione e dell'onerosità del loro trasporto (si veda anche il caro carburante, anche esso inasprito dal recente cambiamento della situazione geopolitica europea) e inoltre dai costi connessi alla transizione green, energetica e digitale attualmente in atto nel sistema produttivo italiano;

    un tale contesto sta portando ad un rialzo, anche importante, dei prezzi dei prodotti finiti, spesso prodotti di prima necessità, e ad un lento ma inesorabile rallentamento dei consumi che, in questa fase di ripresa economica post pandemica, il nostro Paese non può permettersi;

    in una fase particolare come quella che si sta vivendo si corre, inoltre, il rischio di speculazione sui prezzi e tutto ciò è sufficiente a delineare un quadro generale molto complesso che rende ancora più evidente – più di quanto già valutato nel pieno della pandemia da COVID-19 – quanto sia importante per il nostro Paese raggiungere una maggiore autonomia produttiva da un punto di vista agricolo ed agroalimentare;

    in questo momento essere autonomi nella produzione agricola e agroalimentare è fondamentale per garantire la sopravvivenza di un settore che si è rivelato fondamentale nel nostro Paese nei giorni più bui della pandemia, non facendo mai mancare, nonostante le difficoltà, i beni di prima necessità alle famiglie;

    per avviare questo percorso di resilienza è necessario intervenire su molti aspetti dell'attuale politica agricola nazionale e delle restrizioni, spesso burocratiche, al fine di garantire nuovi orizzonti agli agricoltori;

    alla luce di tutto quanto sopra esposto, è necessario garantire una sempre maggiore autonomia al sistema produttivo agricolo e alimentare italiano, sia in funzione dell'attuale emergenza sia in modo strutturale,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative di competenza per avviare un percorso concreto di rivalutazione dell'impostazione della politica agricola comune, tenendo conto dell'esigenza di orientare in maniera diversa e più efficace gli strumenti a disposizione per sostenere le produzioni più strategiche, in particolare:

   a) posticipare l'entrata in vigore delle misure introdotte nella politica agricola comune volte a limitare la produzione e rivedere alcuni adempimenti previsti, quali gli obblighi di semina, di rotazione delle colture e altro, nonché consentire l'utilizzo, a fini produttivi, delle aree ecologiche oggi non coltivabili, delle superfici lasciate a riposo e di tutti i pascoli, anche se parzialmente occupati da vegetazione arbustiva spontanea;

   b) incrementare la percentuale dei pagamenti accoppiati per le produzioni più strategiche e per le quali l'Unione europea non è autosufficiente (proteine vegetali, cereali e altro);

   c) introdurre un contributo per tutte le superfici agricole utilizzate, per ammortizzare l'incremento dei costi di produzione;

   d) rimuovere il vincolo del non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare;

2) ad adottare iniziative per prevedere misure di semplificazione dei pagamenti da parte di Agea, ad esempio permettendo la possibilità di ricevere l'erogazione di aiuti, benefici e contributi finanziari a carico delle risorse pubbliche, rinviando l'adempimento delle disposizioni di cui ai commi 1-quater e 1-quinquies dell'articolo 78 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27;

3) a promuovere la diversificazione dei mercati di approvvigionamento delle materie prime agricole, tra cui frumento tenero, mais, olio di girasole, ma anche dei concimi, sui quali il nostro Paese negli ultimi anni ha rafforzato la dipendenza dall'estero, ma anche, al contempo, ad adottare iniziative per prevedere la possibilità di uno stoccaggio agevolato per alcuni prodotti in relazione alle esportazioni, nonché a promuovere lo sviluppo di nuove infrastrutture per lo stoccaggio;

4) ad adottare iniziative per prevedere immediati interventi in ambito nazionale a sostegno del settore agroalimentare, quali il potenziamento degli strumenti di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole, anche attraverso una deroga alle norme sugli aiuti di Stato, la garanzia di una moratoria alle scadenze dei termini relativi all'indebitamento in essere con istituti di credito o altri operatori, l'adozione di misure per sostenere la domanda all'interno del mercato agroalimentare e il finanziamento di specifiche misure di sostegno alle filiere più esposte alla crisi (zootecnia, florovivaismo e altro), anche attraverso la sospensione degli oneri previdenziali a carico dei datori di lavoro;

5) a promuovere la ricerca di nuovi mercati per l'approvvigionamento di prodotti fertilizzanti utili alla concimazione e alla lavorazione del terreno da preparare alle semine;

6) ad avviare un confronto in ambito europeo finalizzato ad affrontare la creazione di un Energy Recovery fund, finanziato dal debito pubblico europeo comune sul modello di quanto avvenuto per contrastare le drammatiche conseguenze di carattere economico e sociale derivanti dal diffondersi della pandemia da COVID-19;

7) a valutare la possibilità di adottare iniziative per calmierare ulteriormente il prezzo gasolio agricolo agevolato;

8) ad adottare iniziative per sviluppare, promuovere ed incentivare tecnologie di coltivazione fuori suolo, nonché nuove tecnologie applicabili in agricoltura per il miglioramento genetico basate, ad esempio, su cisgenesi e genome editing, consentendo la ricerca in pieno campo a sostegno dello sviluppo futuro del settore agricolo e agroalimentare;

9) ad adottare iniziative volte a programmare, attraverso un accordo con tutti i Ministeri di competenza, nonché con i soggetti che operano nel settore della cooperazione allo sviluppo, un'organica iniziativa di sostegno alla ripresa e allo sviluppo del settore agricolo in Ucraina, in conseguenza delle distruzioni subite dall'aggressione bellica della Russia, attivando tutte le iniziative possibili, anche nell'ambito del sistema della cooperazione italiana, e avviando misure di sostegno atte a consentire la ripresa e la continuità della piena capacità di produzione agricola dell'Ucraina.
(1-00609) (Nuova formulazione) «Cillis, Gagnarli, Gallinella, Cadeddu, Cassese, Bilotti, L'Abbate, Maglione, Marzana, Alberto Manca, Parentela, Pignatone».