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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 12 aprile 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   La III Commissione,

   premesso che:

    in data venerdì 3 dicembre 2021, Davide Giri, ricercatore italiano di origini piemontesi di trent'anni, dottorando in ingegneria presso la Columbia University, è stato ucciso a coltellate da Vincent Pinkney, venticinquenne pregiudicato, con oltre dieci arresti per rapine ed altri reati gravi, membro di una gang criminale newyorkese, più recentemente condannato a quattro anni di carcere nel 2018 per una feroce aggressione di branco e scarcerato dopo due anni;

   contestualmente all'omicidio di Davide Giri, l'aggressore ha inoltre accoltellato un altro ricercatore italiano, Roberto Malaspina, ventisettenne, il quale è invece sopravvissuto all'assalto;

   l'episodio ed i dettagli dell'aggressore hanno trovato scarso spazio nella cronaca giornalistica newyorkese, anche a seguito della reticenza con cui viene dato spazio ai reportage di omicidi e reati da parte di cittadini afroamericani;

   sono numerosi gli episodi in cui studenti, ricercatori e giovani lavoratori e stagisti italiani all'estero sono stati vittime di aggressioni, spesso culminanti in omicidio;

   il 15 luglio 2020, il ricercatore italiano, nonché volontario dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu), Mario Paciolla è stato ritrovato impiccato nel proprio appartamento in Colombia;

   in data 11 dicembre 2018, il giovane giornalista italiano Antonio Megalizzi è stato vittima di un feroce attentato di matrice islamica nei mercatini di Natale di Strasburgo (Francia);

   sempre in Francia, nell'attentato di matrice islamica, condotto da terroristi appartenenti all'organizzazione terroristica Daesh del 13 novembre 2015 al Bataclan, ha perso la vita Valeria Solesin, ventottenne, studentessa presso la Sorbona di Parigi;

   il 26 ottobre 2005, la giovane imprenditrice italiana Raffaella Becagli è stata trovata morta a Bali (Indonesia) a seguito di una forte contusione alla testa, caso ad oggi mai risolto;

   sono numerosi i casi di aggressioni subiti da giovani ricercatori, studenti e lavoratori italiani all'estero, ma scarse sono le tutele ed i margini di sicurezza offerti dai Paesi dove questi si recano per svolgere le proprie attività;

   l'Unità di crisi è la struttura del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale che ha il compito di tutelare gli interessi italiani e la sicurezza degli italiani all'estero in situazioni di emergenza;

   nello svolgimento delle proprie attività di tutela, l'Unità di crisi pone particolare enfasi sugli strumenti di prevenzione;

   le attività di promozione e tutela degli italiani all'estero sono prevalentemente basate su iniziative di tipo culturale e sul supporto amministrativo offerto ai cittadini;

   manca, nell'ambito delle predette attività di tutela, il novero di specifiche misure per garantire, in modo particolare, la sicurezza dei più giovani, studenti, ricercatori, tirocinanti e lavoratori;

   è dovere dello Stato proteggere i cittadini italiani ovunque essi siano, nonché assumere ogni iniziativa necessaria ad abbattere e rimuovere le barriere che costituiscano un ostacolo a tale protezione,

impegna il Governo:

   a potenziare, anche attingendo alle esperienze e professionalità di cui all'Unità di crisi del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, le iniziative di tutela dell'incolumità dei cittadini italiani all'estero, con particolare riguardo ai giovani studenti, ricercatori, tirocinanti e lavoratori;

   ad adottare iniziative presso tutti i tavoli internazionali di competenza per l'attuazione delle necessarie misure di coordinamento ed armonizzazione, tali da poter garantire un più efficace intervento a tutela dei cittadini italiani all'estero, anche alla luce degli eventi di cui in premessa;

   ad adottare iniziative per richiedere, nell'ambito di accordi internazionali, una maggiore cooperazione in ambito giudiziario tale da poter garantire la certezza del diritto a tutela dei danni e delle aggressioni subite dai cittadini italiani all'estero, con particolare riguardo agli eventi di cui in premessa;

   ad adottare iniziative volte ad istituire un tavolo di lavoro tra il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministero dell'istruzione e il Ministero dell'università e della ricerca, ai fini di garantire un più efficace monitoraggio e una maggiore tutela degli studenti e dei ricercatori italiani all'estero.
(7-00822) «Delmastro Delle Vedove, Frassinetti».


   La VII Commissione,

   premesso che:

    l'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa rappresenta una violazione di princìpi e norme che regolano la vita della comunità internazionale e, in particolare, il rispetto della indipendenza, sovranità e integrità territoriale di ogni Stato;

    la guerra in Ucraina ha costretto milioni di persone a fuggire e circa la metà degli sfollati sono bambini. Secondo le recenti stime del Ministero dell'interno, sarebbero oltre 81 mila i profughi arrivati in Italia di cui 42.181 donne, 8.285 uomini e 31.273 minori;

    in quella che in Europa è la crisi dei rifugiati in più rapida crescita dalla 2a Guerra Mondiale, i drammatici dati, anche secondo l'ultima relazione dell'Unicef, riportano che i bambini sono le prime vittime della guerra: almeno 131 i bambini uccisi e 191 feriti al 6 aprile, con il numero reale probabilmente drammaticamente più alto, data l'entità di vittime civili nelle aree accessibili;

    le scuole italiane sono da tempo impegnate ad assicurare ai minori stranieri l'assolvimento dell'obbligo formativo, mediante l'applicazione, anche nei loro confronti, degli istituti e delle garanzie in materia di diritto all'istruzione, di accesso ai servizi educativi, di partecipazione alla vita delle comunità scolastiche;

    il testo unico sull'immigrazione (articolo 38 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286) garantisce il diritto allo studio ai minori stranieri presenti sul territorio italiano e prevede per costoro l'applicazione delle disposizioni nazionali in materia. La medesima tutela è garantita ai minori richiedenti protezione internazionale e ai minori figli di richiedenti protezione internazionale (articolo 21 del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142), nonché ai minori stranieri non accompagnati per i quali è prevista la predisposizione di progetti specifici che si avvalgano del ricorso o del coordinamento di mediatori culturali (articolo 14 della legge 7 aprile 2017, n. 47);

    il 7 aprile 2022 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione per richiedere diverse misure per proteggere i minori e i giovani in fuga dalla violenza e per facilitare la loro integrazione nelle comunità del Paese ospitante. Tra i diversi impegni vi è quello di garantire l'accesso all'istruzione e alla sanità per i minori in fuga dall'Ucraina alle stesse condizioni previste per i bambini nei Paesi ospitanti;

    la garanzia europea per l'infanzia è uno strumento dell'Unione europea che mira a prevenire e combattere la povertà e l'esclusione sociale, garantendo ai minori bisognosi l'accesso gratuito ed effettivo a servizi fondamentali quali l'educazione e la cura della prima infanzia, attività educative e scolastiche, l'assistenza sanitaria e almeno un pasto sano per giornata scolastica nonché l'accesso effettivo per tutti i bambini bisognosi a un'alimentazione sana e a un alloggio adeguato; gli obiettivi della garanzia per l'infanzia dovrebbero applicarsi a tutti i minori nell'Unione;

    i figli dei migranti e dei rifugiati rientrano spesso tra le lacune della legislazione nazionale, con la conseguenza che i minori sono lasciati indietro, il che può aggravare il loro sottosviluppo sociale e comportare una precarietà, nonché un maggiore rischio di essere emarginati, maltrattati e vittime di abusi;

    oggi 378 istituti di istruzione secondaria e superiore sono stati distrutti in Ucraina dai bombardamenti russi;

    garantire l'integrazione dei bambini e dei giovani nelle strutture di assistenza e apprendimento dovrebbe rimanere una priorità per l'Unione europea e i suoi Stati membri;

    l'Unione europea e tutti gli Stati membri hanno ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo e sono quindi tenuti a rispettare, proteggere e garantire i diritti ivi sanciti;

    ogni Paese è tenuto ad assumere l'impegno di trattare ogni minore richiedente asilo innanzitutto come un bambino, a prescindere dalla sua origine sociale o etnica, dal genere, dall'orientamento sessuale, dall'abilità, dalla nazionalità o dallo status di migrante;

    si condivide, come anticipato dal Ministro Bianchi in sede di audizione in Commissione Cultura, l'urgenza di avviare azioni di integrazione scolastica degli studenti in fuga dalla guerra, al fine di evitare ogni forma di isolamento e facilitare il percorso di integrazione, tenendo conto della particolare condizione di fragilità dei minori accolti;

    nell'accogliere i bambini e i ragazzi a scuola si dovrà fare riferimento alle molteplici esperienze di peer education e peer tutoring, in particolare nelle fasi iniziali di approccio, come anche all'utilizzo sperimentato di materiali didattici bilingue o nella lingua madre;

    la gravità degli eventi non possono non aver determinato, soprattutto sui più piccoli, ricadute traumatiche che necessitano di adeguato supporto psicologico;

    la barriera linguistica costituisce il primo ostacolo all'azione educativa che la scuola è chiamata a svolgere in particolare nella fase di accoglienza, supporto e socializzazione;

    si apprezza l'impegno dell'Esecutivo di avviare progetti finalizzati ad affiancare il personale scolastico da mediatori linguistici e culturali che favoriscano l'interazione e la comunicazione interpersonale;

    quale primo sostegno alle istituzioni scolastiche nel delicato compito di accoglienza ed integrazione, risulta già reperito, in via d'urgenza, un primo stanziamento pari ad euro 1.000.000 da destinare alle istituzioni scolastiche coinvolte in attività di accoglienza;

    da dichiarazioni ufficiali si apprende dell'attuazione di un «Piano estate» ad hoc, che consentirà una proposta educativa di consolidamento dell'apprendimento della lingua italiana L2 in un percorso condiviso con i pari, nonché attività di socializzazione, culturali, artistiche e sportive;

    si ritiene al contempo urgente l'avvio di programmi di formazione per il personale scolastico necessario già per l'anno scolastico in corso, per i programmi del piano estate e per la programmazione dell'avvio del nuovo anno,

impegna il Governo:

   a mettere in campo ogni utile iniziativa, reperendo risorse adeguate, finalizzate all'avvio già dall'anno scolastico in corso di progetti di accoglienza, di consolidamento dell'apprendimento della lingua italiana, di attività di socializzazione, culturali, artistiche e sportive, a sostegno dei bambini profughi ucraini, da destinare, altresì, ad ulteriori interventi concernenti il «Piano estate 2022»;

   nell'avvio dei progetti di accoglienza scolastica, ad adottare iniziative per dare rilievo alla collaborazione attiva tra istituzioni scolastiche, società civile e gli enti del terzo settore già impegnati sul territorio;

   ad adottare iniziative volte a reperire risorse aggiuntive, anche attraverso l'incremento del fondo di cui all'articolo 1, comma 697, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, al fine di gestire e supportare la sfera emotivo-affettiva degli alunni ucraini accolti nelle scuole, provvedendo all'attivazione, anche in collaborazione con enti e associazioni competenti, di servizi professionali per l'assistenza e il supporto psicologico in relazione alla prevenzione e al trattamento dei disagi e delle conseguenze derivanti dalla guerra;

   a monitorare affinché le iniziative messe in campo, anche economiche, vengano realizzate sulla base delle esigenze rappresentate dagli uffici scolastici territoriali, in ragione delle concrete necessità correlate all'accoglienza scolare e all'alfabetizzazione degli studenti in arrivo dall'Ucraina;

   ad adottare iniziative per integrare rapidamente i minori accolti di qualsiasi età nei principali programmi di apprendimento formale, informale e non formale e per fornire sostegno educativo specializzato a coloro che hanno esigenze supplementari, anche attraverso il sostegno di corsi di lingua specifici e altri programmi speciali per l'assunzione di insegnanti ucraini, nonché di insegnanti che parlano l'ucraino e/o lingue minoritarie pertinenti;

   ad adottare iniziative per destinare risorse adeguate ad avviare percorsi di formazione per i docenti coinvolti dell'accoglienza dei minori;

   ad adottare iniziative per censire le professionalità dei profughi adulti beneficiari del sistema di accoglienza, al fine di individuare figure con competenze socio-educative da coinvolgere a supporto dei docenti italiani nei piani di integrazione scolastica;

   come già sancito in occasione dell'emergenza sanitaria, a considerare ai fini dell'integrazione scolastica, i libri quali beni di prima necessità, anche attraverso il coinvolgimento della filiera editoriale, altresì, a adottare, entro l'avvio del prossimo anno scolastico, per i minori accolti, i testi scolastici anche in lingua ucraina;

   a predisporre e fornire, anche avvalendosi di progetti pilota costruiti da realtà del terzo settore quali ad esempio Unicef e Save the children, kit di benvenuto educativo;

   a prevedere un coinvolgimento del Ministero ucraino competente, al fine di offrire ai minori accolti presso i nostri istituti scolastici un programma scolastico coerente con i programmi da loro già svolti e una continuità didattica;

   a valutare l'opportunità di creare un database ministeriale con le buone pratiche di accoglienza educativa e mediazione culturale sviluppate dalle scuole e dal privato sociale con riferimento esplicito all'accoglienza dei bambini ucraini;

   al fine di migliorare il benessere mentale e a instaurare legami con le comunità di accoglienza, ad avviare iniziative volte a porre il ruolo dello sport e della musica nel processo di integrazione dei bambini e dei giovani ucraini, agevolando l'accesso alle attività e alle manifestazioni sportive nonché a quelle musicali;

   a predisporre un monitoraggio settimanale dei minori accolti nelle nostre istituzioni scolastiche, al fine di garantire un adeguato supporto in ragione delle concrete esigenze che possono variare in base al numero delle accoglienze.
(7-00823) «Lattanzio, Di Giorgi, Piccoli Nardelli, Prestipino, Nitti, Rossi, Orfini, Ciampi».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   BALDINI e FERRI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la sconfitta della nazionale italiana di calcio del 24 marzo 2022, contro la Macedonia del Nord, ha comportato la mancata qualificazione dell'Italia al Campionato mondiale di calcio 2022, che si svolgerà tra novembre e dicembre di quest'anno in Qatar;

   l'assenza dell'Italia dal mondiale colpisce profondamente il morale e l'orgoglio dei cittadini, ma peserà anche sui conti della Federazione italiana giuoco calcio (FIGC), del sistema calcistico italiano in generale e del sistema mediatico e imprenditoriale che ruota attorno ad esso;

   il 25 per cento del fatturato della Figc risulta ora a rischio, con una perdita – anche solo in termini di gettone di partecipazione al torneo – che si aggira intorno ai 20 milioni di euro, senza contare le diverse voci economiche da rivalutare al ribasso, come quelle legate agli sponsor e all'indotto;

   la Rai si è aggiudicata i diritti televisivi in esclusiva per il predetto mondiale per un importo di circa 170 milioni di euro, con un esborso pari a più del doppio delle risorse utilizzate per i diritti tv del mondiale Russia 2018, contando di rientrare da questo investimento proprio attraverso il valore aggiunto dovuto alla presenza della nostra nazionale a un evento di grande impatto mediatico;

   a distanza di circa sette mesi dall'inizio del mondiale il servizio televisivo pubblico sta vagliando una strategia per cedere parte dei diritti televisivi alle emittenti private, sì da poter compensare – anche solo parzialmente – le perdite che si registreranno per la probabile riduzione degli introiti pubblicitari dovuti alla mancata qualificazione della nazionale, attraverso un'operazione che rischia di penalizzare fortemente i cittadini: chiamati a pagare, oltre al canone Rai, anche l'abbonamento previsto da dette emittenti per vedere le partite di un mondiale già «anomalo» per l'assenza degli azzurri;

   nonostante il periodo di espletamento dei Mondiali coincida con quello natalizio e, dunque, con una fase in cui il commercial advertising è tradizionalmente molto denso, appare plausibile un riflesso negativo della mancata partecipazione dell'Italia sul bilancio della Rai, con possibili ripercussioni su tutta l'organizzazione del palinsesto anche in vista della successiva annualità;

   un possibile rimedio per scongiurare detto pericolo potrebbe essere l'aumento, anche solo temporaneo, dei tetti pubblicitari previsti per la Rai nel periodo in questione, così da assicurare al servizio radiotelevisivo pubblico la possibilità di compensare, attraverso detta deroga, agli effetti economici negativi riconducibili alla mancata partecipazione dell'Italia al mondiale 2022;

   appare prioritario, in ogni caso, valutare iniziative atte ad assicurare la partecipazione della nostra nazionale di calcio ai prossimi mondiali, garantendo la massima valorizzazione di una delle massime espressioni del nostro Paese, i cui elevati livelli qualitativi, come la sua storia, rappresentano e devono continuare a rappresentare motivo di orgoglio e riconoscimento a livello internazionale;

   occorrerebbe chiarire se negli accordi di aggiudicazione in esclusiva dei diritti televisivi per il mondiale Qatar 2022 siano state previste clausole atte a compensare le perdite derivanti dall'esclusione della nazionale di calcio italiana dal torneo e a quanto ammontino – in termini di mancati introiti pubblicitari, sponsorizzazioni e indotto – le perdite economiche derivanti dalla mancata qualificazione dell'Italia –:

   se e quali iniziative il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, per verificare la correttezza della gestione economico-finanziaria in relazione alla vicenda di cui in premessa, alla luce dei criteri di efficienza e di economicità cui deve essere informata l'attività della concessionaria secondo quanto stabilito dal contratto di servizio.
(4-11820)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BOLDRINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nell'aprile del 2022 il Consiglio d'Europa ha adottato, su iniziativa della Commissaria per i diritti umani Dunja Mijatović, un'importante Raccomandazione rivolta ai Governi e ai Parlamenti degli Stati membri relativa ai casi di respingimento dei migranti e richiedenti asilo, e alle violazioni dei diritti umani che si sono verificate alle frontiere terrestri e marittime;

   come dichiarato dalla stessa commissaria, questa raccomandazione «arriva in un momento di grande sfida per la protezione dei diritti umani in Europa; la guerra in Ucraina ha causato morte e distruzione e ha costretto più di 4 milioni di persone a lasciare il Paese. La risposta immediata dei Paesi europei mostra che è possibile porre la tutela della dignità umana e l'osservanza degli obblighi internazionali al centro dell'azione dello Stato»;

   la raccomandazione ha messo in luce tuttavia come in molti Stati membri del Consiglio d'Europa si siano verificati respingimenti in violazione dei principali obblighi internazionali in materia;

   viene citata tra le altre la situazione della «rotta balcanica», in cui si contano i casi di migliaia di persone intercettate sul territorio croato, portate vicino al confine, lasciate nei boschi e costrette con «l'uso di minacce e abusi a camminare oltre il confine di nuovo in Bosnia-Erzegovina»;

   quanto all'Italia nella raccomandazione si afferma che «tra maggio e dicembre 2020, l'Italia avrebbe inviato almeno 1.300 persone in Slovenia, sulla base di una procedura di riammissione informale senza valutazioni individuali»;

   si afferma inoltre che «lungo la costa adriatica, l'Italia sta ancora inviando persone in Grecia, nonostante la sentenza Sharifi della Corte europea dei diritti dell'uomo»: si è trattato, fra gennaio e metà aprile 2020, «di circa 400 respingimenti». Altri sarebbero stati «registrati anche dall'Italia alla Croazia e all'Albania», oltre a quelli nel Mediterraneo e in particolare verso la Libia «resi possibili grazie al sostegno italiano»;

   la raccomandazione individua quattro aree chiave di intervento necessarie per arrestare il fenomeno: tra queste, in particolare, gli Stati dovrebbero garantire l'attuazione in buona fede dei loro obblighi in materia di diritti umani, anche ai sensi della Convenzione europea dei diritti dell'uomo; dovrebbero incrementare la trasparenza e la responsabilità, anche rafforzando i meccanismi indipendenti di monitoraggio delle frontiere, che sono fondamentali per prevenire i respingimenti, portare alla luce le violazioni e combattere l'impunità; tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa dovrebbero riconoscere i respingimenti come un grave problema paneuropeo; in particolare, la commissaria ha ricordato che i respingimenti non dovrebbero avere «posto in Europa», tanto meno in questo momento, mentre ha sottolineato come alcune autorità degli Stati membri del Consiglio d'Europa usano attualmente «l'arrivo di persone in fuga dall'Ucraina per giustificare la continuazione dei loro respingimenti illegali di altri rifugiati, richiedenti asilo e migranti». Secondo quanto dichiarato dalla Commissaria, non ci dovrebbero soprattutto essere «doppi standard» poiché i diritti umani «valgono per tutti» –:

   quali iniziative ritengano di adottare affinché il Governo tenga fede concretamente al principio di non respingimento, in particolare al confine con la Slovenia, nelle regioni adriatiche e nel Mediterraneo;

   quali iniziative urgenti intendano adottare, sul piano europeo ed internazionale, per garantire che tutte le politiche in materia di protezione dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti, più in generale, siano condotte nel pieno rispetto degli obblighi internazionali in materia, nonché per favorire la massima convergenza possibile, anche nelle opportune sedi internazionali, per dare piena attuazione a quanto previsto dalla raccomandazione citata.
(5-07872)

Interrogazione a risposta scritta:


   SERRACCHIANI e BRAGA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   la centrale nucleare Jedrska Elektrarna Krško, si trova in Vrbina, nel Comune di Krško, in Slovenia. L'impianto è stato collegato alla rete elettrica il 2 ottobre 1981 ed entrato in esercizio commerciale il 15 gennaio 1983, è stato costruito in joint venture tra Slovenia e Croazia, che al tempo della realizzazione erano entrambe parte della Jugoslavia;

   attualmente lo Stato sloveno è comproprietario del reattore insieme alla Croazia sulla base di una soluzione perfezionata nel 2003 con un accordo bilaterale tra Zagabria e Lubiana; in base ad esso, la Centrale viene gestita su base paritaria e col consenso delle autorità dei due Paesi;

   la centrale nucleare di Krško è da considerare, tra le 26 centrali frontaliere, una delle più vicine al confine nazionale, distando da esso meno di 130 km; la zona di Krško presenta particolari condizioni orografiche (assenza di rilievi superiori ai 600-700 metri sino alla zona di Trieste) ed anemometriche (condizioni di sopravvento rispetto ai venti dominanti di cui una quota parte spira in direzione di Trieste);

   la centrale di Krško è considerata come uno dei reattori frontalieri maggiormente impattanti sull'Italia in caso di incidente severo (Analisi statistica delle conseguenze sul territorio nazionale di un ipotetico incidente alla centrale nucleare slovena di Krško, Enea, 2017);

   progettata negli anni '70, dopo 40 anni di attività, risulta essere un impianto obsoleto ma le criticità della centrale sono legate anche allo smaltimento delle scorie radioattive; l'impianto attualmente conserva i rifiuti nucleari nella piscina di raffreddamento ed è in corso di costruzione un «deposito asciutto per combustibile esausto» (SFDS Spent Fuel Dry Storage) con completamento previsto nella seconda metà del 2022;

   un ulteriore motivo di preoccupazione è legato al fatto di sorgere in una delle zone più sismiche della Slovenia; difatti, il sito è stato in passato epicentro di diversi terremoti;

   la centrale di Krško è stata oggetto di diverse interrogazioni e interpellanze, con riferimento non solo alla sicurezza dell'impianto ma anche al prolungamento della sua attività fino al 2043 e alla costruzione di un secondo reattore, nel merito il Governo ha risposto che: «Le sorti del reattore di Krško, situato in linea d'aria a circa 100 chilometri da Trieste, sono di naturale interesse per il nostro Paese...». Per queste ragioni: «il Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale segue da sempre la questione, anche tramite l'Ambasciata a Lubiana. Il tema continuerà ad essere oggetto di dialogo con le controparti slovene tanto in sede di comitato congiunto regione Friuli Venezia Giulia-Slovenia quanto a livello governativo nel comitato di coordinamento dei Ministri tra Italia e Slovenia, al quale partecipano anche i rispettivi Ministri dell'ambiente»;

   è in corso la fase di consultazione pubblica per la Valutazione ambientale strategica (VAS) in ambito transfrontaliero per l'estensione del ciclo di vita della centrale nucleare di Krško fino al 2043, in applicazione della Convenzione di Espoo –:

   quali informazioni aggiornate abbia il Governo sulla centrale nucleare di Krško, sui progetti di ammodernamento e di estensione dell'impianto e sulle misure di sicurezza adottate.
(4-11818)

CULTURA

Interrogazione a risposta orale:


   DORI. — Al Ministro della cultura, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   per la realizzazione del collegamento ferroviario tra l'Aeroporto di Orio al Serio e la città di Bergamo, nel giugno 2020 Rete ferroviaria italiana s.p.a. (Rfi) ha commissionato ad Italferr s.p.a. l'esecuzione del «Progetto definitivo del nuovo collegamento ferroviario Stazione di Bergamo-Aeroporto Orio al Serio»;

   il costo e le risorse per la realizzazione del progetto sono pari a 170 milioni di euro a valere su fondi statali. Tuttavia, l'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime potrebbe far lievitare notevolmente i costi, con la necessità di reperire nuove risorse;

   la nuova linea ferroviaria attraverserebbe il quartiere di Boccaleone, con un significativo impatto sulla qualità della vita dei cittadini;

   il 15 ottobre 2020 Rfi ha inoltrato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare istanza per l'avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale (Via) del progetto;

   la procedura di Via è stata attivata il 19 ottobre 2020 e il successivo 22 ottobre il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha avviato la fase della consultazione pubblica, nell'ambito della quale numerosi cittadini, associazioni e comitati hanno presentato le proprie osservazioni;

   il 31 marzo 2021 l'interrogante presentava l'interrogazione n. 4-08774 al Ministero della transizione ecologica e al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili chiedendo di «quantificare i costi e i tempi necessari per realizzare il semi-interramento di una parte del tracciato ferroviario»;

   la proposta del semi-interramento era stata elaborata dal Comitato del quartiere di Boccaleone nell'ambito di un progetto denominato «Ricuciamo Bergamo», che offriva, rispetto al progetto di Rfi, alcune modifiche volte a salvaguardare il quartiere e garantire la compatibilità ambientale della nuova linea ferroviaria;

   nel corso dei mesi sono emerse ulteriori proposte e possibili soluzioni, che sono state oggetto anche di discussione in seno al consiglio comunale di Bergamo;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 agosto 2021 veniva nominata la dottoressa Vera Fiorani, amministratrice delegata di Rfi, commissaria straordinaria per gli interventi del collegamento ferroviario;

   il 21 novembre 2021 la direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero della cultura esprimeva il proprio parere tecnico nell'ambito della procedura di Via, vincolando il proprio parere favorevole al rispetto di tre condizioni, tra cui: «il tratto, in direzione Aeroporto, compreso tra l'inizio del sovrappasso progettato a scavalco della via Lunga e la galleria già prevista nel progetto in valutazione, dovrà essere interrato, anche al fine di eliminare il sovrappasso medesimo»;

   con ordinanza n. 2 del 23 dicembre 2021 la commissaria ha indetto la conferenza di servizi per l'approvazione del progetto definitivo;

   la prima riunione della Conferenza si è svolta il 18 gennaio 2022;

   come appreso da notizie di stampa, l'8 aprile 2022 Rfi avrebbe comunicato la conclusioni dei lavori della Conferenza di servizi, in assenza del progetto definitivo, prevedendo alcune modifiche al progetto e annunciando che «a breve verrà avviato, con apposita Ordinanza della Commissaria, l'iter autorizzativo del progetto comprensivo della suddetta modifica progettuale»;

   nel comunicato non si farebbe riferimento alla Via del Ministero della transizione ecologica che, pertanto, alla chiusura dei lavori della Conferenza non sarebbe ancora giunta;

   nonostante nel comunicato di Rfi si legga che il progetto «soddisfa le richieste del territorio», si rileva che le annunciate modifiche non paiono corrispondere alle proposte avanzate dal Comitato di Boccaleone, da Italia Nostra onlus e da Legambiente Bergamo –:

   se i Ministri interrogati siano al corrente dei fatti esposti in premessa; in quali tempi il Ministero della transizione ecologica intenda pronunciarsi sulla compatibilità ambientale del progetto;

   se il Ministero della transizione ecologica intenda elaborare la valutazione di impatto ambientale sul progetto originario oppure su quello definitivo;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano porre in essere qualora l'iter autorizzativo del progetto dovesse proseguire in assenza della valutazione di impatto ambientale del Ministero della transizione ecologica e qualora i costi complessivi dell'opera si rilevassero superiori a quelli annunciati.
(3-02883)

Interrogazione a risposta scritta:


   TRANO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   con nota prot. 27453 del 18 maggio 2018 il comune di Gaeta faceva istanza di autorizzazione paesaggistica alla soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti al fine della realizzazione di un parcheggio in piazza Risorgimento, nello storico quartiere di Gaeta Medioevale;

   nel quartiere di Gaeta Medioevale si concentrano una serie di monumenti di rilevanza nazionale, in particolare immobili eretti in epoca medioevale afferenti al periodo del ducato di Gaeta, fino ai palazzi reali di epoca borbonica;

   con nota prot. 8018 del 22 giugno 2018 CI 34.19.04/101.5 la Soprintendenza restituiva la suddetta pratica adducendo l'improcedibilità della procedura «semplificata» prescelta dal comune di Gaeta, in quanto «le opere previste non possono essere oggetto di procedura semplificata ex dpr 31/2017 in quanto non si connotano tra quelle ricomprese nelle opere di cui all'allegato B, punto 11»;

   con nota prot. n. 36388 del 29 giugno 2018 il comune di Gaeta formulava una serie di precisazioni ed invocava la formazione del silenzio assenso per cui decideva di andare avanti ugualmente nella procedura;

   a quanto consta all'interrogante, da un accesso agli atti non risultano eventuali altri pareri/autorizzazioni rilasciati precedentemente o successivamente in merito alla stessa area dalla medesima soprintendenza –:

   di quali informazioni disponga il Ministero interrogato al riguardo;

   se, considerando l'accaduto, il Ministro interrogato non ritenga utile promuovere per quanto di competenza, una ispezione per verificare i lavori riguardanti la realizzazione dell'opera di cui in premessa.
(4-11819)

DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DEIDDA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il 23 febbraio 2022 si è tenuta, nel comune di La Maddalena, una importante quanto significativa celebrazione delle gesta del nocchiere della Regia Marina Sarda, Domenico Millelire, considerato la prima medaglia d'oro delle Forze Armate Italiane;

   l'iniziativa, promossa dalla stessa amministrazione comunale maddalenina, finalizzata all'inaugurazione della piazza per la vittoria del 23 febbraio 1793, ha avuto il merito di tramandare alle giovani generazioni, ai tanti intervenuti, la storia di una significativa battaglia e le capacità di chi ha contribuito alla formazione e crescita della nostra Patria e delle stesse Forze Armate;

   il Nocchiere della Reale Marina Sarda Domenico Millelire, storicamente il 23 febbraio 1793 condusse una eroica operazione contro la flotta della Repubblica Francese sventando la missione volta a conquistare le isole intermedie dell'arcipelago di La Maddalena. Il tiro, con palle del nocchiere Millelire, causò sgomento sull'unità francese «Fauvette», costringendola ad abbandonare la propria postazione. Non diede tregua al nemico e seguì lo sconfitto Luogotenente Bonaparte fin quasi in Corsica;

   accertato che con Regio decreto del 6 aprile 1793 il sardo Domenico Millelire è stato insignito della prima medaglia d'oro al valor militare della storia con la seguente motivazione: «per aver ripreso al nemico l'isola di Santo Stefano e per la valorosa difesa dell'isola di La Maddalena contro gli attacchi della squadra navale della Repubblica francese»;

   il maddalenino Domenico Millelire, per indomito amore, non volendo che le Isole dell'Arcipelago di La Maddalena diventassero terra straniera, ruppe l'assedio e fugò il nemico futuro, quel Napoleone Bonaparte I che avrebbe conquistato poi l'Europa;

   la storia d'Italia andrebbe valorizzata e raccontata attraverso le gesta e le imprese dei nostri eroi, ad esempio della Marina Militare, con programmi, film, serie TV, iniziative pubbliche come quelle organizzate dall'Amministrazione comunale di La Maddalena alla quale hanno preso parte i massimi vertici della Marina Militare, le massime Autorità civili e militari locali ma soprattutto tanti cittadini,

   se sia a conoscenza di quanto sopra esposto e quali iniziative intenda adottare per rendere omaggio alle grandi gesta dell'eroe Domenico Millelire, compresa l'intitolazione di una prossima unità navale della Marina Militare.
(5-07874)

Interrogazione a risposta scritta:


   STUMPO. — Al Ministro della difesa, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il Governo, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 gennaio 2022, ha stabilito di realizzare a Coltano, frazione del comune di Pisa, la sede del Gruppo di intervento speciale del 1o Reggimento paracadutisti «Tuscania» e del Centro cinofili;

   tali strutture ospiteranno dei centri di eccellenza dell'Arma dei carabinieri, impegnati nell'attività antiterrorismo e nella sicurezza delle rappresentanze diplomatiche a rischio, nonché alle attività delle forze speciali e delle forze per operazioni speciali delle Forze armate;

   si tratta di opere destinate alla difesa nazionale e considerate strategiche, alle quali si applicano le misure di semplificazione procedurale previste del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, recante «governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure», convertito dalla legge 29 luglio 2021, n. 108;

   gli interventi saranno finanziati attraverso i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e con procedure semplificate ed eccezionali che scavalcano i livelli decisionali territoriali, derogano a talune norme e cancellano ogni forma di partecipazione dei cittadini;

   la frazione di Coltano si trova all'interno del perimetro del Parco nazionale di San Rossore, un'area protetta da stringenti vincoli ambientali e paesaggistici, parte della quale verrà sacrificata per realizzare le strutture militari;

   l'intervento prevede 440 mila metri cubi di nuove edificazioni da costruire all'interno di un Parco protetto, su una area complessiva di 730 mila metri quadrati, con alloggi, poligoni di tiro, edifici di servizio, infrastrutture per gli addestramenti, eliporto, magazzini, capannoni, uffici, autolavaggi;

   ad oggi non si è a conoscenza dell'ammontare complessivo della spesa né di quanta superficie del Parco verrà sottratta alla sua vocazione naturale per la realizzazione delle strutture previste;

   il territorio tra Livorno e Pisa è già gravato dalla presenza di importanti e numerose aree militari, quali la base statunitense di Camp Darby, quella del Comfose (Comando delle forze speciali dell'esercito), il Cisam (Centro interforze studi per le applicazioni militari), già sede di reattore nucleare, l'aeroporto militare Arturo Dell'Oro, la caserma Bechi Luserna –:

   se il Governo non intenda rivedere la scelta di realizzare una nuova base militare in un'area che, oltre a sostenere già una rilevante presenza di diverse servitù militari, vedrebbe compromesso il suo grande valore ambientale, in particolare nel territorio tutelato del Parco di San Rossore.
(4-11816)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CENNI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   è attiva dal mese di novembre 1991, in località Ciuciano - Ranza nel comune di San Gimignano (Siena), una casa di reclusione maschile; si tratta del carcere più grande dell'intera provincia;

   da anni la struttura, perennemente con detenuti in sovraffollamento (anche in regime di alta sicurezza) e carenza di agenti di polizia, presenta gravi ed evidenti criticità strutturali dovuti soprattutto alla dislocazione logistica. Tali criticità riguardano soprattutto l'approvvigionamento idrico e il riscaldamento; problemi spesso all'origine di episodi di tensione e violenza all'interno del carcere;

   pur non rientrando tra le proprie strette competenze l'amministrazione comunale di San Gimignano ha dato piena disponibilità per contribuire alla soluzione dei problemi emersi;

   la stretta collaborazione instaurata nel corso degli anni tra il comune di San Gimignano e la casa di reclusione di Ranza ha promosso iniziative e progetti condivisi;

   l'amministrazione comunale di San Gimignano, in sinergia con la direzione della casa di reclusione, ha fatto predisporre un progetto preliminare per l'estensione della rete gas metano e dell'acquedotto a servizio della struttura carceraria, per risolvere definitivamente queste due croniche carenze presenti fin dalla sua realizzazione;

   grazie alla collaborazione tra comune e gestori territoriali dei due servizi, si è arrivati alla redazione di un progetto organico di allacciamento alla rete gas e idrica, tale progetto è stato redatto, in particolare, dalla società Centria Srl con il contributo della società Acque SpA ed il supporto dell'Autorità Idrica Toscana: si tratta un progetto di fattibilità tecnico-economica per la realizzazione delle reti di adduzione gas metano e del potenziamento della rete idrica attualmente esistente;

   il progetto di fattibilità tecnico-economica, costituito da una relazione tecnica, dal computo metrico estimativo relativo a due ipotesi progettuali e comprensivo di quadro economico e da un cronoprogramma dei soli lavori, è stato inviato alla direzione della casa di reclusione in data 9 luglio 2020;

   al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - Direzione della casa di reclusione è stata inoltre consegnata una bozza di «Convenzione per la realizzazione dell'adduzione della rete idrica e del gas metano in favore della casa di reclusione in località Ranza/Ciuciano nel comune di San Gimignano», tale documento, redatto sulla base di incontri tra le parti, prevede un accordo tra Centria Srl, Acque SpA, comune di San Gimignano, Autorità Idrica Toscana e Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - Direzione della casa di reclusione, specificando tra l'altro che il 10 per cento delle spese per realizzare l'opera saranno a carico di Acque SpA e Centria Srl mentre il rimanente 90 per cento a carico del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria;

   in data 18 novembre 2021 è stata inviata una ulteriore missiva alla direzione della casa di reclusione (e per conoscenza al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - Direzione generale del personale e delle risorse Ufficio VII - Coordinamento tecnico e gestione dei beni immobili, ed al provveditorato interregionale amministrazione penitenziaria Toscana-Umbria) da parte del sindaco del comune di San Gimignano, dell'Amministratore Delegato di Estra SpA, del Direttore Generale di Centria Srl, del Dirigente Area Pianificazione e Controllo dell'Autorità Idrica Toscana, del Direttore Gestione Operativa di Acque SpA: nella lettera sono chiariti alcuni aspetti relativi alla proposta di convenzione su cui erano state richieste delucidazioni;

   ad oggi, dopo oltre 4 mesi, non è però pervenuta alcuna risposta ufficiale da parte del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria sulla stipula della convenzione;

   tali ingiustificati ritardi rischiano di rallentare la realizzazione di un'infrastruttura necessaria per assicurare acqua e riscaldamento adeguati al carcere di San Gimignano e mettono in dubbio la reale volontà del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria di risolvere queste gravi criticità, rischiando peraltro di vanificare un lavoro meritorio svolto sul territorio dall'amministrazione comunale grazie alla piena disponibilità dei soggetti citati a dare un significativo contributo alla risoluzione di criticità decennali, con l'obiettivo della vivibilità della struttura per il personale dipendente e per la popolazione carceraria –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   se il Ministero della giustizia per il tramite del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria intenda procedere alla stipula della sopracitata convenzione, dando così seguito alla risoluzione dei problemi con adeguati investimenti;

   quali iniziative urgenti intenda comunque assumere per garantire finalmente alla Casa di reclusione di San Gimignano un approvvigionamento idrico ed energetico realmente compatibile con le esigenze della struttura.
(5-07875)

Interrogazioni a risposta scritta:


   POTENTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   venerdì 1o aprile 2022 un detenuto del reparto C della casa di reclusione di Massa ha dapprima aggredito verbalmente una agente della Polizia penitenziaria per poi prendersela con il comandante del reparto;

   a seguito di quest'episodio, le unioni sindacali del settore hanno proclamato una protesta consistente nell'astensione dalla fruizione della mensa di servizio dal 4 al 10 aprile 2022;

   l'aggressione verbale del 1o aprile è solo l'ultimo degli episodi di cui sono finite vittime agenti della Polizia penitenziaria a Massa negli ultimi anni;

   in passato era già stato segnalato dai rappresentanti sindacali della Polizia penitenziaria che lamentavano la presenza di detenuti psichiatrici nonostante la struttura non sia adeguata alla loro gestione;

   le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria, a fronte di problemi endemici nel numero di organico a Massa, lamentano le conseguenze dell'adozione eccessiva del regime penitenziario cosiddetto «aperto», che sembrerebbe favorire il verificarsi di episodi come quelli denunciati –:

   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato su quanto enunciato in premessa;

   se non ritenga necessario dotare il carcere di Massa degli strumenti tesi a migliorare le condizioni di lavoro degli agenti della Polizia penitenziaria, in modo da prevenire gli episodi di aggressione verbale e fisica per mano di detenuti che si sono verificati con un ritmo preoccupante.
(4-11817)


   GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la Corte europea dei diritti dell'uomo CEDU, (sentenza 7 aprile 2022), ha condannato l'Italia per violazione dell'articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, stabilendo un risarcimento di 32 mila euro in favore di A. L. per i danni morali subiti;

   la sentenza giunge a conclusione di un ricorso presentato nel 2019 dalla donna a seguito dei tragici fatti accaduti il 14 settembre 2018 a Scarperia (Firenze), quando il suo compagno, N.P. uccise a coltellate il loro figlio di un anno, ferendo in modo grave lei e cercando di uccidere anche l'altra loro figlia di 7 anni;

   il ricorso si basava sulla circostanza che lo Stato italiano avesse violato il diritto alla vita della donna e quello dei figli;

   precedentemente al tragico evento mortale, la donna era stata già aggredita tre volte dal compagno (2015, 2017, 2018), presentando diverse denunce;

   i giudici della Corte hanno evidenziato che: «i pubblici ministeri, da parte loro, più volte informati dai carabinieri, sono rimasti inerti. A seguito del deposito della prima denuncia nel 2015 e nonostante l'apertura di un procedimento penale per molestie, per quattro mesi non è stata svolta alcuna indagine: la ricorrente non è mai stata sentita, non è stata chiesta tutela al giudice, nonostante la motivata richiesta che i carabinieri testimoni delle minacce di morte, avevano inoltrato al procuratore». Proseguono: «La Corte rileva inoltre che nel settembre 2017, dopo una nuova aggressione alla ricorrente e l'invio da parte dei carabinieri di un rapporto aggiornato sulla situazione della ricorrente in cui il comportamento pericoloso di N.P., che soffriva di gravi problemi di salute mentale, era stato messo in evidenza, non è stata svolta alcuna indagine da parte del pubblico ministero e non è stata intrapresa alcuna azione». Ed infine: «Nel 2018, dopo l'aggressione subita dalla ricorrente e il breve ricovero di N.P. in un centro di salute mentale, i carabinieri hanno inviato una nuova comunicazione ai Pubblici ministeri in cui sottolineavano la pericolosità di N.P., i suoi problemi di salute e la sua fedina penale, hanno ricordato i vari interventi effettuati presso il domicilio della ricorrente e hanno chiesto l'adozione di una misura privativa della libertà a tutela della ricorrente e dei suoi figli. La Corte rileva che, sebbene sia stata aperta un'indagine da parte del pubblico ministero per il reato di maltrattamento e sia stata richiesta una perizia sullo stato psicologico di N.P., la ricorrente non è mai stata ascoltata e non è stata adottata alcuna misura cautelare»;

   la Corte conclude: «Le autorità sapevano o avrebbero dovuto sapere che esisteva un rischio reale e immediato per la vita della ricorrente e dei suoi figli (...)», ma sono rimaste passive e le stesse, «con la loro inerzia, hanno consentito all'uomo di continuare a minacciarla, molestarla, e aggredirla senza ostacoli e impunemente», ha poi evidenziato che: «le autorità non hanno messo in atto misure di protezione, anche se era stato richiesto dai Carabinieri. I rischi di violenza ricorrente non sono stati adeguatamente valutati o presi in considerazione». La Corte rileva altresì che le autorità nazionali avevano l'obbligo di valutare il rischio, di reiterazione dei reati e di adottare misure adeguate per la protezione della ricorrente e dei suoi figli;

   di fatto, secondo una prassi ormai consolidata, i singoli procuratori capo della Repubblica stabiliscono in autonomia i criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale mediante l'emanazione di direttive interne volte ad orientare l'operato dei pubblici ministeri –:

   se il Ministro, a fronte di quanto esposto in premessa, non ritenga di dover procedere, nell'ambito delle sue competenze, ad attivare i propri poteri ispettivi in relazione alle irregolarità, anomalie e/o omissioni degli uffici giudiziari coinvolti come evidenziate nella sopraccitata sentenza, anche con riferimento alle competenze organizzative del procuratore capo della procura di Firenze.
(4-11822)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   CASU, GARIGLIO, BRUNO BOSSIO, PIZZETTI, ANDREA ROMANO, CANTINI e DEL BASSO DE CARO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   ai fini del contenimento della diffusione del virus Sars-COV-2, le attività relative al trasporto non di linea sono state per mesi svolte nel rigoroso rispetto dei princìpi contenuti nel «Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del COVID-19 nel settore del trasporto e della logistica»;

   ai sensi dell'articolo 10-bis del decreto-legge n. 52 del 2021, convertito dalla legge n. 87 del 2021, detto Protocollo, emanato con ordinanza 11 novembre 2021 dal Ministro della salute di concerto con il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, ha aggiornato e sostituito il Protocollo di cui all'allegato 14 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 marzo 2021;

   nel vigore del Protocollo del novembre 2021 e con esclusivo riferimento al trasporto di persone effettuato mediante autoservizi pubblici non di linea: a) ha avuto efficacia la raccomandazione di non occupare il posto passeggero disponibile vicino al conducente; b) ha trovato applicazione il divieto di non trasportare più di due passeggeri sui sedili posteriori, fatta eccezione per i componenti del medesimo nucleo familiare;

   lo stato di emergenza dichiarato con deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 e da ultimo prorogato con l'articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 221 del 2021, convertito dalla legge n. 11 del 2022, fino al 31 marzo 2022, non è stato ulteriormente rinnovato, con conseguente cessazione dello stesso e introduzione nell'ordinamento di nuove disposizioni ai fini del superamento delle misure di contrasto alla diffusione della pandemia (decreto-legge n. 24 del 2022);

   in ragione del nuovo assetto regolatorio, con ordinanza 1° aprile 2022 del Ministro della salute di concerto con il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, sono state adottate le «Linee guida per l'informazione agli utenti e le modalità organizzative per il contenimento della diffusione del COVID-19 nel trasporto pubblico», superando, a rigore, le precedenti limitazioni di capienza in tema di trasporto pubblico non di linea –:

   se, ferma restando la necessità di garantire in primis elevati parametri di tutela collettiva della salute, non si ritenga necessario chiarire se a decorrere dal 1° aprile 2022 le richiamate linee guida debbano considerarsi, in concreto, interamente sostitutive degli indirizzi operativi forniti dal Protocollo del mese di novembre 2021, attesa l'incertezza applicativa ingeneratasi fra le autorità preposte agli accertamenti quanto al permanere o meno dei limiti di capienza ai fini della corretta effettuazione degli autoservizi pubblici non di linea.
(5-07876)


   SERRITELLA, GRIPPA, LIUZZI, BARBUTO, LUCIANO CANTONE, CARINELLI, DE LORENZIS, FICARA, RAFFA, SCAGLIUSI e TRAVERSI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il trasporto marittimo rappresenta un asset fondamentale per l'economia globale ed i lavoratori marittimi sono l'asse portante del sistema;

   l'istruttore marittimo è la figura centrale nello sviluppo delle competenze dei marittimi e i requisiti richiesti dall'amministrazione sono stringenti e molto complessi;

   l'istruttore marittimo è sempre stato il contatto diretto con chi è obbligato alla formazione nel settore dello shipping, anche se manca totalmente la tutela di questa figura da un punto di vista normativo e regolamentare;

   il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili – Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto ha avviato il «Censimento corpo Istruttori accreditati nell'ambito del corsi di addestramento per il personale marittimo»;

   con il suddetto, l'Amministrazione con «l'obiettivo di uniformare le modalità di accreditamento dei docenti del corsi erogati da codesti centri di addestramento» richiede di inviare «entro il 31 marzo 2022, per ogni singolo corso autorizzato, l'elenco dei docenti, dei direttori e dei vicedirettori effettivamente parte del corpo istruttori, allegando per ciascuno di essi la rispettivo lettera di accreditamento nell'ambito dello specifico corso»;

   nella lettera inviata dal Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto, si fa presente che «per i corsi riconosciuti ai sensi del decreto 2 maggio 2017 “istituzione del corso di sopravvivenza e salvataggio per il personale marittimo” e del decreto 15 maggio 2017 “istituzione dei corsi antincendio di base e antincendio avanzato per il personale marittimo, inclusa l'organizzazione antincendio a bordo delle navi petroliere, chimichiere e gasiere” l'accreditamento del docenti ha una validità non superiore ai 5 anni. Per tali Istruttori, pertanto, alla scadenza quinquennale del rispettivo periodo di accreditamento, ogni centro dovrà produrre una nuova istanza per ciascun docente inserito nel corpo istruttori, allegando la pertinente documentazione che attesti il mantenimento del requisiti specifici previsti dai suddetti decreti»;

   l'avvio della suddetta procedura di censimento ha generato forte preoccupazione tra gli operatori del settore, in quanto molti centri di formazione potrebbero ritrovarsi senza personale qualificato;

   nel nostro Paese non esiste un albo professionale degli Istruttori marittimi, il quale potrebbe garantire una maggiore tutela –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suddetti e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda porre in essere al fine di procedere con il riconoscimento giuridico dell'istruttore marittimo.
(5-07877)


   TOMBOLATO, CAPITANIO, DONINA, MACCANTI, RIXI, FOGLIANI, FURGIUELE, GIACOMETTI e ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   i veicoli e i motoveicoli d'epoca e di interesse storico e collezionistico rappresentano un autentico patrimonio storico e culturale che viene preservato e tramandato di generazione in generazione anche grazie a moltissimi appassionati e collezionisti presenti in tutto il mondo;

   in base all'articolo 60 del codice della strada sono classificati d'interesse storico o collezionistico i motoveicoli e gli autoveicoli iscritti in uno dei registri ASI, Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo e da questo dotati della certificazione attestante la rispettiva data di costruzione nonché le caratteristiche tecniche;

   il parco dei veicoli di interesse storico e collezionistico ha al suo interno una notevole percentuale di veicoli reimmatricolati; si stima possano essere non meno di 5000 le richieste di targhe originali avanzate annualmente alla motorizzazione civile;

   grazie a un emendamento alla legge 30 dicembre 2020, n. 178, presentato dagli interroganti, è stata introdotta un'espressa modifica all'articolo 93 del codice della strada che prevede, in caso di nuova immatricolazione di veicoli già precedentemente iscritti al Pubblico registro automobilistico (Pra) cancellati d'ufficio o su richiesta di un precedente proprietario la facoltà per il richiedente di ottenere le targhe e il libretto di circolazione della prima iscrizione al Pra ovvero di ottenere una targa del periodo storico di costruzione o di circolazione del veicolo, in entrambi i casi conformi alla grafica originale a condizione che la sigla alfanumerica prescelta non sia già presente nel sistema meccanografico del centro elaborazione dati della motorizzazione civile e riferita a un altro veicolo ancora circolante;

   la norma assoggetta altresì il rilascio della targa e del libretto di circolazione della prima Iscrizione al Pra e il rilascio di una targa del periodo storico di costruzione o di circolazione del veicolo al pagamento di un contributo, il cui importo e i cui criteri e modalità di versamento sono stabiliti con decreto dirigenziale del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili;

   tuttavia, a distanza di oltre un anno dall'entrata in vigore della legge, il decreto dirigenziale non risulta ancora adottato;

   dall'applicazione della norma deriverebbero entrate per l'erario in grado di concorrere al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica –:

   quali siano le ragioni di un siffatto ritardo e se non ritenga opportuno adottare ulteriori iniziative di competenza al fine di velocizzare l'iter di adozione del decreto citato in premessa.
(5-07878)


   TASSO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la strada statale 89 (Garganica) è una via di comunicazione in gestione all'Anas spa, che, attraversando il Parco nazionale del Gargano, percorre il periplo dell'omonimo promontorio collegando San Severo a Foggia;

   gli ultimi 40 chilometri di tale infrastruttura, da Manfredonia a Foggia, sono impostati come una superstrada a 4 corsie;

   essa è, infatti, la principale via di collegamento tra l'autostrada A14-Adriatica l'aeroporto militare Amendola e l'area industriale della città di Manfredonia che costituisce il principale accesso a una delle zone turisticamente ed economicamente più rilevanti della Capitanata: il Gargano;

   inoltre, su questa via di collegamento tra il capoluogo e la città di Manfredonia viene registrato un livello di traffico molto elevato sia per gli spostamenti di persone sia per la movimentazione delle merci;

   numerosi e spesso mortali sono gli incidenti stradali, soprattutto nei tratti di codesta arteria non dotati di barriere e/o guard-rail spartitraffico centrali di sicurezza, che ne regolerebbero oltremodo il flusso veicolare;

   nella seduta del 31 marzo 2021 della IX Commissione, in risposta a una interrogazione, l'ANAS, per il tramite del sottosegretario Cancellerà comunicò che il progetto di potenziamento, che va dal km 172 della piattaforma stradale fino al km 186, era stato inserito nel Contratto di programma 2016/2020 per un investimento complessivo di circa sessantotto milioni di euro con finanziamento a valere sul Fondo di Sviluppo e Coesione e appaltabilità entro il 2021;

   in quella occasione il sottosegretario Cancellerà a completamento della risposta, aggiunse che l'appaltabilità entro l'anno 2021 sarebbe stata verificata per farla diventare una realtà, assumendo quindi un impegno in tal senso;

   sul sito «opencoesione» è indicato che l'intervento di adeguamento in sede a categoria b del decreto ministeriale 5 del novembre 2001 dell'attuale strada statale 89 — già a due corsie per senso di marcia, nel tratto che va dall'aeroporto militare di Amendola fino allo svincolo di Manfredonia, per una estesa complessiva di circa 14,5 chilometri – prevede l'inizio dei lavori per il 1° dicembre 2022 e la fine lavori il 31 maggio 2025;

   quale sia lo stato effettivo della situazione e quali iniziative si intendano adottare per risolvere i problemi della sicurezza stradale, considerando quanto illustrato nella presente interrogazione e l'enorme attesa del territorio interessato.
(5-07879)


   ROTELLI e SILVESTRONI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 9 del decreto 15 novembre 2021 del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili recante «Aggiornamento della disciplina relativa alla revisione dei veicoli pesanti», detta disposizioni in materia di dotazioni tecniche minime degli operatori autorizzati, stabilendo che, ai fini del rilascio dell'autorizzazione per le attività di revisione dei veicoli pesanti, i locali, oltre a possedere le prescritte autorizzazioni amministrative, debbano avere, tra gli altri requisiti, una superficie totale, ivi compresi quelli per uso ufficio, destinati alle prove di revisione non inferiore a 600 metri quadrati;

   il decreto, inoltre, detta una serie di requisiti economici ed organizzativi gravosi per tutti gli operatori che vorranno ottenere la relativa autorizzazione, alternativa allo svolgimento delle sedute esterne di cui alla legge n. 870 del 1986 dove è possibile per la motorizzazione procedere alla revisione dei veicoli pesanti;

   è di tutta evidenza che il rispetto dei requisiti previsti dal citato decreto ministeriale comporterebbe l'impossibilità oggettiva per la quasi totalità degli operatori al momento presenti sul mercato di ottenere l'autorizzazione in commento;

   così procedendo si arrecherebbe un danno economico a tutti i soggetti, diversi dalla motorizzazione, che finora si trovano nelle condizioni di poter operare nell'ambito dell'attività di revisione dei veicoli;

   con circolare del 29 marzo 2022, lo stesso Direttore Generale della Motorizzazione ha delineato un preciso processo autorizzativo alla luce della normativa definita dal decreto ministeriale 5 novembre 2021, del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, precisando, peraltro, che i centri autorizzati per la revisione dei veicoli pesanti «se ancora non conformi a tutti i requisiti richiesti dal decreto ministeriale n. 446 del 2021 hanno tempo fino al 22 novembre 2023 per adeguarsi a detti requisiti, in caso contrario in detta data l'autorizzazione decade»;

   una proroga della piena entrata in vigore delle nuove disposizioni consentirebbe sia agli operatori esterni agli uffici e sedi della motorizzazione di continuare nelle rispettive attività, sia alla motorizzazione stessa di evitare una naturale e conseguente saturazione delle sedi a ciò preposte –:

   se non ritenga di adottare iniziative per prorogare il termine entro il quale gli operatori sono tenuti ad adeguarsi ai requisiti previsti dal decreto ministeriale 15 novembre 2021, ovvero per introdurre novità normative volte a consentire ai soggetti attivi nel settore della revisione dei veicoli pesanti, diversi dalla motorizzazione, di non vedere pregiudicata la loro attuale operatività.
(5-07880)


   NOBILI e MORETTO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   con l'approvazione del cosiddetto decreto-legge «Semplificazione» (n. 76 del 2020) sono state modificate diverse disposizioni previste dal Codice della strada. Tra queste modifiche, vi è anche l'articolo 180 comma 4, che estende, anche per l'acquisto in leasing, la possibilità che la carta di circolazione sia sostituita da fotocopia autenticata dallo stesso proprietario con sottoscrizione del medesimo;

   la nuova normativa consiste nell'autenticazione della fotocopia del documento di circolazione (Duc) tramite produzione di una copia conforme del documento, al fine di sostituire l'originale presente a bordo del veicolo, con una fotocopia autenticata del medesimo documento di circolazione;

   l'esplicito riferimento nell'articolo 180, comma 4, al solo «proprietario» non tiene in considerazione la circostanza che nella prassi operativa consolidata le società di leasing quali persone giuridiche nonché quali intermediari finanziari, non dispongono materialmente né del veicolo né del documento di circolazione originale che deve obbligatoriamente, trovarsi a bordo del veicolo;

   il veicolo e il relativo documento di circolazione sono infatti nella disponibilità materiale del locatario per tutta la durata del rapporto contrattuale, dalla immatricolazione sino al riscatto o cessione a terzi;

   il documento unico di circolazione (Duc) include in sé «circolazione e proprietà» e pertanto è necessario che l'originale, al pari di quanto avvenuto storicamente per i certificati di proprietà dei veicoli in leasing, sia custodito dalla società di leasing proprietaria –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della menzionata fattispecie, e se intenda adottare iniziative per prevedere, nel primo provvedimento utile, la possibilità che, oltre alla carta di circolazione, anche il nuovo documento unico di circolazione (Duc) sia sostituito da fotocopia autenticata, estendendo altresì tale facoltà anche al locatore in leasing.
(5-07881)


   BALDELLI, PENTANGELO e ROSSO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   il dicembre 2021 il Governo, dando risposta all'atto di sindacato ispettivo n. 5-07271 del primo firmatario del presente atto ha comunicato che il decreto sulle modalità di utilizzo dei dispositivi per il rilevamento delle infrazioni ai limiti di velocità, previsto dall'articolo 25, comma 2, della legge n. 120 del 2010, stesse per essere finalizzato da parte dei dicasteri competenti e che nei primi mesi dell'anno 2022 sarebbe stato sottoposto alla valutazione della Conferenza Stato-città e autonomie locali –:

   quale sia lo stato dell'iter di adozione del decreto e quando il Governo ritenga di procedere alla sua emanazione, regolando finalmente, dopo circa dodici anni di attesa, le modalità di utilizzo degli autovelox.
(5-07882)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GARIGLIO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   la stazione ferroviaria di Torino Porta Susa è una struttura moderna e funzionale inaugurata nel 2012: è stata realizzata con le moderne tecnologie di sostenibilità e comfort ambientale ricevendo per questo il premio europeo Solare 2012;

   la stazione, che rappresenta lo snodo principale del servizio pubblico del capoluogo piemontese insieme allo scalo di Porta Nuova, ha un'utenza annua superiore ai 5,4 milioni di unità;

   nonostante queste caratteristiche e volumi di passeggeri, si apprende dalla stampa che sussistono da tempo nella stazione gravissime criticità relative all'accessibilità dei passeggeri disabili, in particolare alcuni ascensori sarebbe guasto da mesi, sarebbero inoltre «undici – sempre secondo i media – le scale mobili fuori uso, bloccate da nastri bianchi e rossi oppure da transenne. Undici delle ventiquattro presenti lungo i quattro corridoi di ingresso, dunque il 45 per cento»;

   queste problematiche, nonostante fossero state segnalate, si sarebbero addirittura aggravate: «il numero delle scale mobili fuori servizio è cresciuto rispetto a sei mesi fa. Lo scorso settembre quelle ferme erano dieci, una in meno di oggi»;

   a nulla sono valse, fino ad oggi, le numerose proteste degli utenti, alle quali Rfi, sempre secondo la stampa, avrebbe risposto in maniera vaga e senza prendere impegni sui tempi di effettiva risoluzione delle problematiche presenti;

   la città di Torino, dopo anni di crisi aggravate dalla pandemia, sta cercando di risollevarsi anche attraverso la promozione del turismo, ma le condizioni della stazione di Porta Susa potrebbero disincentivare alcuni flussi di viaggiatori oltre ad incidere negativamente sull'immagine della città in Italia e all'estero –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti intenda assumere, per quanto di competenza, per risolvere le gravissime criticità presenti da tempo nella stazione ferroviaria di Torino Porta Susa che impediscono alle persone con handicap di esercitare il loro diritto alla mobilità.
(5-07873)

Interrogazione a risposta scritta:


   POTENTI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   si apprende che nel «progetto della rete razionalizzata» di Autolinee Toscane, soggetto unico gestore dal 1o novembre 2021 del trasporto pubblico locale della Toscana, vengono previsti dei tagli rilevanti alle corse e alle tratte della provincia di Grosseto;

   nell'ultimo mese si sono registrate carenze ripetute nella fornitura del servizio garantito dai treni Frecciabianca n. 8626, 8601 e 8613 sulla tratta Roma-Genova, con forti ripercussioni per i pendolari residenti a Grosseto, Livorno e nella Maremma;

   le difficoltà nei trasporti su rotaia e su gomma si aggiungono alla cronica situazione legata alla mancata realizzazione del Corridoio tirrenico;

   questi disservizi recano ampio disagio al territorio e non agevolano i flussi di visitatori nella stagione estiva durante la quale la costa tirrenica e la Maremma diventano meta di turismo di massa e servirebbe, dunque, un utilizzo massiccio dei collegamenti ferroviari e stradali –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda promuovere, per quanto di competenza, per favorire il mantenimento funzionale dei collegamenti da e per le province di Grosseto e di Livorno;

   se non ritenga necessario adottare ogni iniziativa di competenza per evitare che ci sia un ridimensionamento dei collegamenti in territori già così isolati, nonostante siano meta di turismo di massa.
(4-11815)

INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata:


   CAPPELLACCI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 29 marzo 2022, grazie ad un'iniziativa dell'Unione interparlamentare, sono giunti in Sardegna circa 100 profughi in fuga dalla guerra in Ucraina;

   inizialmente sono stati accolti presso un hotel nel litorale del comune di Quartu Sant'Elena: si tratta di una settantina di bambini provenienti dalle case famiglia, con le mamme adottive, e una trentina di mogli e figli di funzionari addetti alla sicurezza;

   questi ultimi sono stati spostati dall'hotel al centro in località di Sinnai;

   i locali che ora ospitano i profughi ucraini, a quanto consta all'interrogante, versano in gravissime condizioni igieniche, in evidente stato di abbandono e di degrado, e incompatibili con la dignità di chiunque venga ospitato, a prescindere dalla nazionalità;

   ci si chiede se sia lo stesso centro che già nel 2016 era utilizzato per i migranti provenienti dall'Africa ed era stato chiuso dall'allora prefetto, Giuliana Perrotta, per numerose e gravi irregolarità –:

   quali iniziative intenda porre in essere per l'immediata chiusura del centro di accoglienza ubicato nel comune di Sinnai e il trasferimento urgente dei profughi in un'altra struttura.
(3-02884)


   CECCANTI, MAURI, LATTANZIO, CIAMPI, DI GIORGI, FIANO, GIORGIS, POLLASTRINI, RACITI, SIANI, BERLINGHIERI e LORENZIN. Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 28 marzo 2022 il Presidente del Consiglio dei ministri ha firmato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per attuare la decisione europea 2022/382 del 4 marzo 2022, con cui il Consiglio dell'Unione europea ha attivato per la prima volta lo strumento della protezione temporanea, previsto oltre venti anni fa dalla direttiva 2001/55/CE, per far fronte all'emergenza derivante dal conflitto in Ucraina;

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, conformemente a quanto stabilito dalla direttiva, prevede la concessione di un permesso di soggiorno della durata di un anno, prorogabile di sei mesi più altri sei, per un massimo di un altro anno, che può essere richiesto in questura e che consente a coloro cui è rilasciato di permanere in modo regolare sul territorio italiano e di avere accesso immediato all'assistenza sanitaria, al mercato del lavoro e allo studio;

   la protezione temporanea è una procedura di carattere eccezionale che garantisce, nei casi di afflusso massiccio (o di imminente afflusso massiccio) di sfollati provenienti da Paesi terzi che non possono rientrare nel loro Paese d'origine, una tutela immediata e temporanea;

   in questo quadro particolarmente delicata è la situazione dei minori non accompagnati che in base alla legge italiana devono essere segnalati alla polizia e al tribunale dei minori affinché sia loro assegnato un tutore legale;

   da notizie a mezzo stampa si è appreso che molti di questi minori giungono in Italia senza nessuna figura parentale di riferimento, mentre altri sarebbero giunti nel nostro Paese senza un genitore o un adulto legalmente responsabile, ma al seguito di nonni e zii, e dunque in compagnia di adulti le cui relazioni affettive andrebbero comunque tutelate pur in assenza di una responsabilità legale nei confronti di questi minori –:

   quanti siano finora gli ucraini giunti nel nostro Paese e come siano stati alloggiati sia presso le strutture pubbliche che quelle private, nonché quali specifiche iniziative di competenza intenda adottare per tutelare tutti i minori non accompagnati arrivati in Italia, sia in assenza di figure parentali di riferimento sia nelle ipotesi in cui tali figure, fondamentali sul piano affettivo, non abbiano alcuna responsabilità legale nei confronti di questi minori.
(3-02885)


   IEZZI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SCOMA, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi si è registrata una recrudescenza degli arrivi di migranti irregolari in Sicilia; 829 persone sarebbero sbarcate nell'isola in poco più di quarantott'ore;

   si tratta di un fenomeno che, come dimostrano le statistiche del Ministero dell'interno, coinvolge in larga parte persone a cui viene respinta la domanda di accoglimento dell'asilo;

   con l'arrivo della stagione estiva, favorito dalle buone condizioni del mare, questo tipo di arrivi è destinato irrimediabilmente ad aumentare e, forse, a raggiungere i numeri, impressionanti e del tutto fuori controllo, degli ultimi due anni e mezzo;

   vale la pena ricordare che, stando al cruscotto statistico del Ministero dell'interno, la comparazione dei migranti sbarcati negli anni 2019/2020/2021 e inizio 2022 mostra che gli arrivi dell'ultimo anno sono sensibilmente maggiori non solo rispetto al medesimo periodo del 2020/2021, ma anche – e soprattutto – rispetto al 2019/2020, con ciò rivelando l'assoluta incapacità di controllare gli sbarchi;

   l'Italia si è impegnata ad accogliere nei prossimi mesi numerosi profughi ucraini in fuga dalla guerra; per questa ragione, gli interroganti dubitano che il nostro Paese possa trovare le risorse per continuare a portare avanti una politica indiscriminata di accoglienza, senza distinguere coloro che avrebbero il diritto goderne, in quanto profughi, da quelli che invece cercano solo migliori occasioni lavorative;

   il peso dell'accoglienza dei profughi ucraini grava al momento soprattutto sui comuni, che stanno incontrando difficoltà ad anticiparne i costi, per alcuni di essi già troppo gravosi; il Ministero dell'interno aveva promesso lo stanziamento di specifiche risorse finanziarie a favore di tali amministrazioni, che però non sono ancora arrivate;

   data la massiccia presenza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra, proseguire con la linea lassista nei confronti dei migranti economici (e non per reale necessità) che arrivano dal Mar Mediterraneo rappresenterebbe, a parere degli interroganti, ora più che mai un ulteriore schiaffo alla capacità di funzionamento del sistema di accoglienza nel suo complesso e aumenterebbe l'insicurezza del Paese, stante l'aumento di criminalità che si accompagna a questo tipo di immigrazione –:

   quali iniziative intenda adottare per fermare o quantomeno frenare gli sbarchi sulle coste italiane che comportano, tra l'altro, costi sanitari e costi economici sia in termini di accoglienza che di sicurezza.
(3-02886)


   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'ondata di sbarchi irregolari verso l'Italia continua, rallentata solo per una breve pausa dalle condizioni meteomarine non agevoli nel Mediterraneo centrale che hanno causato una diminuzione degli sbarchi autonomi di carrette del mare provenienti dal Nord Africa. Tuttavia, con il miglioramento del tempo, sono bastate solo 48 ore per riportare l'hotspot di Lampedusa in condizioni di emergenza;

   nelle ultime settimane, infatti, gli sbarchi si sono susseguiti senza sosta sulla più grande isola delle Pelagie, dove sono arrivati oltre 800 migranti, che hanno messo alla prova la macchina dell'assistenza;

   i migranti soccorsi proverrebbero da Egitto, Siria, Sudan, Somalia, Niger ed Eritrea. Anche loro, come tutti gli altri, sono stati portati nell'hotspot dell'isola, che per settimane è rimasto vuoto per poi riempirsi in poche ore ben oltre la sua capienza massima, che è di 250 persone;

   tutto ciò rappresenta solo un prologo di quello che potrà accadere, quando le condizioni del mare si stabilizzeranno con l'avvento della bella stagione, dopo l'ondata straordinaria dell'ultimo anno. Anche le navi delle organizzazioni non governative hanno ripreso a lavorare e si preannunciano nuove richieste di porto sicuro all'Italia;

   al netto di tutto ciò occorre non trascurare l'emergenza della guerra in Ucraina, che rende sempre più urgente rivedere il modello dell'accoglienza in Italia. Stando ai dati del Ministero dell'interno, aggiornati a lunedì 11 aprile 2022, sarebbero 89.920 i cittadini ucraini arrivati in Italia in fuga dal conflitto (46.491 donne, 9.984 uomini e 33.445 minori);

   non si ha contezza degli arrivi effettivi anche perché le modalità e i punti di ingresso delle persone provenienti dall'Ucraina sono i più disparati. La crisi ucraina dovrebbe rappresentare un'occasione per la revisione complessiva della normativa sugli sbarchi al fine di garantire una reale accoglienza a chi, in regola con la giustizia e le istituzioni, necessita di sostegno;

   a maggior ragione in questo periodo di emergenza occorre porre un freno ai clandestini che sbarcano illegalmente sulle coste italiane e negli ultimi anni non ci sono state iniziative incisive in grado di porvi rimedio –:

   quali urgenti iniziative siano previste per arrestare il fenomeno dell'immigrazione clandestina verso l'Italia, con sbarchi che aumentano di giorno in giorno con l'avvento della bella stagione, anche in considerazione del sovraccarico delle strutture di accoglienza dovuto all'emergenza ucraina.
(3-02887)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   NOJA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 19-octies del decreto-legge n. 137 del 2020 («Ristori»), convertito dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, ha allocato 5 milioni di euro per l'anno 2021 destinati al potenziamento dei test di Next-Generation Sequencing (Ngs), innovativi strumenti di prevenzione che, individuando le alterazioni molecolari all'origine dei tumori, garantiscono una diagnosi precoce;

   il comma 2 dell'articolo 19-octies del decreto-legge n. 137 del 2020 prevedeva l'emanazione, da parte del Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione, del decreto attuativo per stabilire le modalità di destinazione e distribuzione delle risorse stanziate;

   in risposta all'atto di sindacato ispettivo n. 5-07239 del 10 dicembre 2020, volto a sollecitare l'emanazione di tale decreto, il Sottosegretario per la salute delegato informava che, nella fase di predisposizione del decreto attuativo, erano «emerse talune criticità che [...] hanno reso necessario, ad avviso del Ministero della salute, definire con precisione taluni ambiti», allo scopo di individuare il novero delle patologie scandagliabili attraverso tale tecnologia, elaborando pertanto una richiesta di parere «trasmessa al Consiglio Superiore di Sanità il 19 novembre 2021»;

   successivamente, l'articolo 1, commi 684-686, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Bilancio 2022) ha istituito nello stato di previsione del Ministero della salute un nuovo «Fondo per i test di Next-Generation Sequencing», con una dotazione pari a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, rimandando ad un ulteriore decreto del Ministro della salute, da adottarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, la definizione dei criteri e le modalità di riparto del Fondo, nonché il sistema di monitoraggio dell'impiego delle somme;

   a fronte delle risorse fin qui stanziate, sono scaduti i termini fissati per legge per l'emanazione di entrambi i decreti attuativi –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo, anche nell'ottica della semplificazione normativa, per garantire la piena attuazione delle norme citate in premessa e l'utilizzo delle risorse già stanziate, assicurando la necessaria erogazione dei test diagnostici Ngs.
(5-07871)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta immediata:


   DE LORENZO, TIMBRO e FORNARO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   è noto che il gruppo Pfizer abbia goduto, anche grazie alla produzione del vaccino anti-COVID, sviluppato insieme all'azienda tedesca BioNtech, di un forte incremento dei ricavi e dei profitti, registrando nei primi tre trimestri del 2021 introiti per 50 miliardi di euro, pari al 91 per cento in più dello stesso periodo del 2020;

   da mesi ormai è pendente una vertenza relativa al piano di 130 esuberi che il gruppo Pfizer ha avviato presso lo stabilimento di Catania, una delle due sedi operative in Italia assieme a quella di Ascoli Piceno;

   il 18 marzo 2022 è stato aperto il tavolo di crisi regionale, con la presenza dei sindacati, del sindaco, del prefetto e dell'assessore regionale al lavoro, nel corso del quale è stato chiesto un tavolo nazionale presso il Ministero dello sviluppo economico per una dettagliata verifica del piano industriale e la conferma della continuità produttiva. Il Ministero dello sviluppo economico con una nota ha fatto sapere che il Ministero «segue con attenzione, ma al momento non ci sono le condizioni per un suo coinvolgimento essendo la questione di competenza regionale»;

   questa posizione è stata ribadita dal Governo anche in occasione delle risposte date ad alcuni atti di sindacato ispettivo sulla stessa vicenda, ma a parere degli interroganti è necessario convocare un tavolo nazionale perché la portata della decisione sul sito siciliano operata dall'azienda fa pensare che gli esuberi siano solo l'inizio di un percorso di disimpegno della stessa dall'Italia, dunque non solo una questione regionale, e perché la richiesta giunge dalle principali organizzazioni sindacali. Inoltre, il tavolo regionale sta proseguendo senza risultati e stanno per scadere i 17 giorni di proroga concessi dal centro per l'impiego di Catania per la procedura amministrativa relativa ai licenziamenti collettivi;

   nella fase emergenziale che sta vivendo il nostro Paese, segnato prima dalla pandemia e ora dal conflitto russo-ucraino, è inoltre necessario chiedere alle aziende, soprattutto a quelle che in questi anni hanno ottenuto forti incrementi dei fatturati e dei profitti, di promuovere progetti di welfare aziendale e responsabilità sociale –:

   se non ritenga urgente cambiare orientamento e aprire presso il Ministero dello sviluppo economico un tavolo nazionale di confronto su un piano di esuberi che rischia di segnare un contesto socio-economico già depresso, per valutare assieme all'azienda uno sviluppo del sito siciliano anche tramite una diversificazione della produzione, rilanciando un settore che, ora più che mai, dovrebbe godere di investimenti pubblici e privati e non di ridimensionamenti.
(3-02888)


   VALLASCAS e VIANELLO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'aumento dei prezzi di materie prime ed energia, i cui effetti sono accresciuti enormemente per effetto della guerra in Ucraina, sta producendo conseguenze devastanti per il tessuto produttivo del Paese;

   secondo i dati forniti da Confindustria, il 16 per cento delle imprese italiane ha ridotto o addirittura sospeso la produzione, mentre un altro 30 per cento potrebbe fare lo stesso se la situazione dovesse degenerare anche con un eventuale blocco delle forniture di gas e petrolio russi;

   Censis e Confcooperative stimano in 184 mila le imprese italiane a rischio, per un totale di 1,4 milioni di lavoratori;

   questa situazione rischia di compromettere numerose filiere produttive in un contesto nel quale le imprese italiane sono state già fortemente indebolite da due anni di restrizioni a seguito della pandemia di COVID-19;

   a fronte di questa situazione, secondo alcune stime di Confindustria, le misure adottate dal Governo non sono apparse sufficienti ad arginare la crisi che, nel caso dovesse degenerare, potrebbe compromettere gravemente il tessuto produttivo del Paese, che, tra le altre cose, si caratterizza proprio per l'altissima percentuale di micro, piccole e medie imprese, spesso meno attrezzate a sostenere periodi di crisi –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare, anche di natura normativa, a salvaguardia del tessuto produttivo del Paese, delle produzioni e dell'occupazione, al fine di scongiurare la compromissione di numerose filiere produttive, anche in considerazione del fatto che le misure adottate dal Governo non sono apparse sufficienti ad arginare la crisi.
(3-02889)


   CHIAZZESE, SUT, MASI, DAVIDE CRIPPA, ALEMANNO, CARABETTA, FRACCARO, GIARRIZZO, ORRICO, PALMISANO, PERCONTI e SCANU. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'ecobonus auto, più volte rifinanziato nell'ultimo triennio e la cui operatività si è esaurita il 31 dicembre 2021, è stato introdotto dalla legge di bilancio per il 2019 per agevolare l'acquisto di auto elettriche e ibride plug-in, includendo, durante il periodo pandemico, anche vetture ad alimentazione tradizionale;

   l'articolo 22 del decreto-legge n. 17 del 2022 istituisce, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, un fondo con una dotazione di 700 milioni di euro per l'anno 2022 e 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030, volto, inter alia, al riconoscimento di incentivi all'acquisto di veicoli non inquinanti;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 aprile 2022 sono stati individuati i criteri di incentivazione e riparto di parte delle risorse del sopra citato fondo;

   pur richiamando la definizione di veicoli «non inquinanti» già inserita nel citato «decreto energia», il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha previsto anche l'incentivazione di veicoli con emissioni nocive per l'ambiente;

   il decreto di recepimento della direttiva 2019/1161 sulla «promozione di veicoli puliti e a basso consumo energetico nel trasporto su strada» fornisce la definizione di «veicoli puliti» relativamente al particolato e all'ossido di azoto e fissa il limite emissivo di 50 grammi di anidride carbonica per chilometro;

   il richiamato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, invece, individua una fascia emissiva, riferibile ad auto a combustione interna o ibride, con limiti di anidride carbonica ben al di sopra di quelli fissati dall'Unione europea per i «veicoli puliti». Inoltre, l'assenza di richiami alla reintroduzione della cosiddetta «ecotassa», terminata il 31 dicembre 2021, costituisce anch'essa una carenza rispetto agli obiettivi di progressivo abbattimento delle emissioni al centro dell'agenda europea, in linea con quanto richiesto dalla Camera dei deputati con l'approvazione della mozione n. 1-00572, in data 29 marzo 2022;

   da ultimo, si sottolinea l'incongruenza del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri anche nella parte in cui incentiva le auto elettriche con un prezzo di listino massimo pari a 35.000 euro esclusa Iva; si tratta di vetture spesso non idonee alla ricarica attraverso colonnine di tipo fast e ultrafast, la cui rete infrastrutturale è in fase di potenziamento tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza alla missione 2 –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere per sanare le incongruenze citate e rendere il citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri coerente con gli obiettivi di progressivo abbattimento delle emissioni inquinanti al centro dell'agenda europea, anche attraverso l'incentivazione all'acquisto di veicoli non inquinanti.
(3-02890)


   D'ALESSANDRO, MOR, LIBRANDI, FREGOLENT, UNGARO, MARCO DI MAIO, OCCHIONERO e VITIELLO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   dalla fine di febbraio 2022 il conflitto Ucraina-Russia, oltre che il conseguente aumento dei costi dell'energia, ha accentuato l'impatto di fattori che già da prima ostacolavano l'attività economica e produttiva del nostro Paese: i rincari delle materie prime e la scarsità di materiali. La produzione industriale a marzo 2022 si è contratta dell'1,5 per cento e il primo trimestre si è archiviato a –2,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021, con ripercussioni negative sulla dinamica del prodotto interno lordo;

   secondo dati pubblicati da Confindustria 8 imprese su 10 lamentano difficoltà di approvvigionamento e al momento il 16,4 per cento delle imprese del campione ha ridotto sensibilmente la produzione per mancanza di materie prime: rottami, argilla, ghisa, nichel, grano e mais i prodotti maggiormente colpiti;

   particolarmente rilevante è la carenza di semiconduttori e componenti elettronici, indispensabili per molti settori, in particolare per quelli tecnologicamente più avanzati. Le grandi aziende a capitale pubblico, italiane ed europee, inoltre, stanno applicando aumenti che impattano sugli approvvigionamenti delle piccole e medie imprese, che non riescono a far fronte a un così rilevante aumento dei costi di produzione;

   l'elenco delle aziende, secondo dati della Fim Cisl, costrette allo stop della produzione colpisce oltre 26 mila lavoratori. La mancanza di microchip si moltiplica nell'automotive: a Sant'Agata Bolognese la linea produttiva della Lamborghini Huracan si è fermata per la carenza di cablaggi che arrivavano dall'Ucraina, così come la Automotive Lighting di Tolmezzo;

   nel settore della siderurgia per l'insufficienza di rottame si fermano la Ferriera Valsider, Acciaierie Venete, gruppo Pittini, Abs. In Umbria, la Tifast Titanium, che produce barre, vergelle e bilette di titanio, dove la spugna di titanio arriva dall'Ucraina, ha bloccato la produzione. Nel distretto orafo di Arezzo 4.000 lavoratori sono in difficoltà;

   si tratta di migliaia di lavoratori e centinaia di aziende sulle quali è necessario intervenire, sia dal punto di vista dell'immediata tutela del lavoro che sulla diversificazione delle filiere. Al momento, e con la massima urgenza, sarà necessario un intervento immediato con aiuti straordinari che superino anche le attuali limitazioni imposte dai Trattati dell'Unione europea in termini di aiuti alle imprese –:

   quali iniziative intenda adottare, anche in sede europea, a fronte delle problematiche esposte in premessa, con particolare riguardo alla crisi dei componenti e dei semiconduttori, al fine di sostenere le imprese costrette al blocco della produzione a causa della difficoltà degli approvvigionamenti e del reperimento delle materie prime, fattori che rischiano di avere pesanti ripercussioni sulla produzione industriale del nostro Paese.
(3-02891)


   D'ETTORE. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il nostro Governo ha adottato, a novembre 2021, il Programma strategico per l'intelligenza artificiale 2022-2024, definendo le ventiquattro politiche da implementare nei prossimi tre anni al fine di potenziare il sistema di intelligenza artificiale;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza per la ricerca applicata prevede il Fondo per la crescita sostenibile (73 milioni di euro), destinato a finanziare progetti sulle dinamiche dell'intelligenza artificiale e della block-chain, e il Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale (15 milioni di euro), oltre al cofinanziamento nazionale degli European digital innovation hub;

   relativamente alle modalità di gestione del rapporto tra intelligenza artificiale e le imprese ci si chiede se sia accettabile che un robot segga all'interno di un consiglio di amministrazione, come è accaduto con la nomina, da parte della Deep knowledge ventures di Hong Kong, società d'investimento in capitale di rischio interessata alle biotecnologie, di un programma di intelligenza artificiale come consigliere, con diritto di voto;

   nel campo sanitario alcuni pacemaker funzionano senza l'azione del medico e il 50 per cento delle transazioni finanziarie viene svolto tramite algoritmi utilizzati da coloro che le controllano (Banca d'Italia e Consob);

   nel settore della giustizia, tramite le tecnologie di intelligenza artificiale, il corpus giurisprudenziale e normativo sarà «trattato» con algoritmi che potranno prevedere gli esiti di un giudizio, estrarre le argomentazioni giuridiche e semplificare la redazione delle massime giurisprudenziali;

   è sempre più rilevante valutare l'eventuale responsabilità civile dei sistemi di intelligenza artificiale per stabilire, qualora un funzionario adotti una decisione sulla base di un algoritmo, chi ne risponda poiché quest'ultimo «deve limitarsi a fornire un elemento per la decisione umana, ma non può prenderne il posto» (A. Simoncini);

   la Commissione europea ha proposto un regolamento sull'intelligenza artificiale che classifica i prodotti, che utilizzano completamente o parzialmente il software di intelligenza artificiale, circa il rischio di impatto negativo su diritti fondamentali;

   è fondamentale considerare la possibilità che l'impiego del potere tecnologico violi diritti e libertà costituzionalmente garantiti;

   il diritto d'impresa dovrà affrontare il problema del rapporto con l'intelligenza artificiale sia per fornire un quadro giuridico diretto a disciplinarlo, sia per consentire alle imprese nazionali di mantenere un alto grado di competizione nel settore digitale –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per promuovere una normativa diretta a disciplinare il rapporto tra intelligenza artificiale e imprese per garantire l'affidabilità dei sistemi, l'equità, la sicurezza degli stessi, la responsabilità e il rispetto dei diritti fondamentali.
(3-02892)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   TRANO. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   le linee guida sulla qualità dell'aria redatte dall'agenzia Onu nel 2005, così come modificate nel 2021, introducono nuovi limiti per le PM10 che passa da 20 a 15 μg/m3 nel corso delle 24 ore considerate;

   lo stato della qualità dell'aria è tutelato dalla legge italiana con il decreto legislativo n. 195 del 2005; la direttiva 2003/4/CE, rende totalmente disponibili al pubblico le misure, le elaborazioni e le valutazioni; in particolare il decreto legislativo n. 155 del 2010, prevede, a protezione della salute umana, valori giornalieri soglia di PM10 di 50 μg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile; tali valori non possono superare i 40 μg/m3 nell'intero anno civile;

   l'Arpa Lazio, come risulta dal proprio sito internet, «supporta la regione Lazio nelle attività di monitoraggio della qualità dell'aria, con la gestione della rete regionale di centraline di rilevamento fisse», nonché «garantisce la valutazione della qualità dell'aria sull'intero territorio regionale e la previsione a cinque giorni della stessa»; informa i cittadini attraverso la gestione del Centro regionale della qualità dell'aria;

   il 6 febbraio 2022, per il sesto giorno consecutivo, i dati dei PM10 della centralina dell'Arpa Lazio che doveva certificare la qualità dell'aria ad Aprilia il 6 febbraio 2022 sono risultati indisponibili, altri molto al di sopra dei valori consigliati dall'Oms e vicinissimi al limite fissato dalla legge italiana;

   martedì 8 marzo 2022 i dati della centralina di Gaeta dell'Arpa Lazio non erano disponibili, per il ventitreesimo giorno consecutivo per quanto riguarda i valori del PM10 – polveri sottili, e per il ventiduesimo giorno consecutivo per quanto riguarda O3 ed NO2;

   la mancanza di quest'ultima serie di dati è particolarmente grave in quanto giovedì 10 febbraio 2022 la centralina di Gaeta aveva già toccato il limite di 50 PM10 μg/m3 Cmed 24 ore; inoltre, nel corso dell'anno ci sarebbero già stati n. 4 superamenti giornalieri, sempre per la centralina di Gaeta;

   la centralina dell'Arpa di Gaeta si trova in zona porto, nei pressi del nuovo centro commerciale aperto in località «La Piaia», dove centinaia di persone si recano ogni giorno a compiere acquisti o a lavorare nella struttura, senza contare i lavoratori addetti al trasporto delle merci che avviene tramite l'attraversamento di area demaniale, proprio dov'è ubicata la centralina; si trova inoltre a poche decine di metri da un agglomerato urbano con centinaia di appartamenti abitati, per cui è uno specchio abbastanza fedele della qualità dell'aria respirata, ormai purtroppo abitualmente, da residenti del quartiere e turisti;

   in data 10 marzo 2022 l'interrogante ha provveduto a depositare al Comando dei Carabinieri per la tutela ambientale e la transizione ecologica – Nucleo operativo ecologico di Roma, formale esposto al fine di vagliare se quanto accaduto sia frutto di condotte commissive od omissive che integrino responsabilità penali, sia dirette che per «culpa in vigilando» da parte dei soggetti preposti –:

   di quali elementi dispongano i Ministri interrogati circa i fatti esposti in premessa;

   se non intendano, ai fini di preservare la pubblica salute e la tutela dell'ambiente, adottare iniziative, per quanto di competenza, anche per il tramite del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, per verificare lo stato di inquinamento dell'aria nella zona di cui in premessa, considerate anche le gravi criticità sotto il profilo della mancanza di disponibilità di dati circa le rilevazioni provenienti dalle centraline.
(4-11821)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta orale Frate n. 3-00591, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 6 marzo 2019, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Ferri.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Frate n. 5-06737, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 settembre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Ferri.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Gallo n. 1-00206, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 195 del 24 giugno 2019.

   La Camera,

   premesso che:

    la criminalità minorile è un fenomeno in costante crescita che spesso si traduce in episodi di aggressione di bande di minori nei confronti di adolescenti. L'aggregazione giovanile in bande o in organizzazioni criminali è spesso legata a una situazione di disagio personale e familiare. Dalla relazione della direzione investigativa antimafia emerge un dato alquanto preoccupante che riguarda l'interesse sempre più forte ed esteso delle nuove generazioni all'interno dei clan camorristici. «Particolare attenzione merita il rapido diffondersi di episodi riprovevoli e violenti commessi dalle cosiddette baby gang, espressione di una vera e propria deriva socio-criminale» scrivono gli analisti. Questi sono gruppi composti spesso da «ragazzi considerati a rischio di devianza per problematiche familiari o perché cresciuti in contesti che non offrono momenti di aggregazione sociale: fattori che concorrono ad un percorso di arruolamento nelle fila delle consorterie criminali. I minori, infatti, rappresentano un “esercito”, di riserva per la criminalità, da impiegare, in particolare, nelle attività di spaccio delle sostanze stupefacenti ove, come più volte emerso dalle attività investigative, partecipano persino i bambini» che vengono impiegati come «pony express» per le consegne a domicilio. Le azioni delle baby gang «spesso sfociano in episodi di bullismo metropolitano e vandalismo connotati da una violenza ingiustificata»;

    sono sempre più frequenti episodi di cronaca che riguardano atti di criminalità commessi da adolescenti, che si consumano nel contesto scolastico o vicino ad esso, interessando aree sia delle periferie, sia del centro cittadino. Si pensi a quanto avvenuto nel quartiere di San Giovanni a Teduccio (Na), dove un uomo è stato atrocemente ucciso a pochi metri dall'istituto comprensivo statale «Vittorino da Feltre», in presenza del nipote di soli tre anni ed avanti agli occhi dei piccoli alunni della scuola. Un altro triste episodio si è verificato nel comune di Manduria (Taranto), dove otto persone tra cui sei minorenni, hanno aggredito, nella propria abitazione, un pensionato di 65 anni, deceduto il 23 aprile 2019 dopo essere stato picchiato e seviziato. I ragazzi sono stati sottoposti a fermo con le accuse di tortura, danneggiamento, violazione di domicilio e sequestro di persona aggravati dalla crudeltà. Altro preoccupante avvenimento si è registrato a Milano, nell'area dell'Arco della Pace, dove numerose vittime, nella maggior parte dei casi minorenni, hanno subito atti di violenza e minacce con l'uso della forza e di armi, da parte di una baby gang criminale, composta da ragazzi tra i 15 ed i 20 anni provenienti da diverse zone della provincia, oltre che dalla stessa città di Milano. Infine, si consideri quanto avvenuto nel piccolo comune di Macomer (Nuoro), dove un giovane diciottenne, Manuel Careddu, è stato ucciso da cinque suoi coetanei per un debito di pochi euro, e poi gettato in un lago. Quest'ultimo episodio evidenzia che tali fenomeni non siano riferibili alle sole realtà metropolitane o periferiche, ma anche a piccoli paesi caratterizzati da zone rurali;

    strettamente interconnesso alla criminalità minorile è il fenomeno dell'abbandono scolastico che, anche se con caratteristiche diverse, accomuna tutte le regioni italiane e che si interseca con il fenomeno dei «neet»: i giovani non impiegati né nello studio né nel lavoro che in Italia sono 3,3 milioni e hanno un costo annuale di 32 miliardi secondo il rapporto giovani 2019 dell'istituto Giuseppe Toniolo;

    dai dati dell'edizione 2019 del rapporto sui giovani dell'istituto Giuseppe Toniolo emerge la forte incidenza del capitale culturale delle famiglie di origine sulla carriera scolastica dei giovani. In pratica, la scuola in questi anni non è riuscita a compensare il gap di dotazione culturale delle famiglie. Il rischio è quello che la spirale della povertà educativa si perpetui dai padri ai figli, traducendosi per i giovani in un rischio di marginalità lavorativa e sociale e in alcuni casi criminale;

    la fiducia nelle istituzioni e la propensione verso le attività sociali, come il volontariato, tendono progressivamente a crescere in rapporto con i titoli di studio più alti. Solo il 5,7 per cento dei giovani dichiara di essere impegnato nel volontariato, e questa percentuale si abbassa fino all'1,4 per cento nel gruppo dei giovani che non hanno un titolo di studio secondario superiore;

    per arginare la dispersione scolastica è necessario intervenire sugli aspetti connessi alla formazione, fornendo agli studenti maggiori strumenti di consapevolezza di sé e del proprio ruolo nella società, quanto su quelli legati alle dinamiche sociali, coinvolgendo attivamente le famiglie nella strategia dell'inclusione;

    è necessario concentrare le azioni di contrasto alla dispersione scolastica sulle aree del Paese che presentano maggiori criticità, ponendo attenzione agli studenti caratterizzati da particolare fragilità o contraddistinti da esigenze specifiche;

    la scuola è da intendersi quale polo di aggregazione per la comunità sociale che si estende nel quartiere di riferimento, al fine di puntare al ridimensionamento dei fenomeni di abbandono, rappresentando allo stesso tempo un luogo di utilità sociale al servizio della comunità, in grado di favorire l'integrazione dei gruppi più deboli e la promozione dell'economia sociale. Tale scopo può essere raggiunto, inoltre, attraverso l'importante contributo dei gruppi già attivi sul territorio, come enti pubblici, soggetti del terzo settore e privati;

    all'interno del documento di economia e finanza (Def), approvato alla Camera dei deputati in data 18 aprile 2019, si afferma che la lotta alla dispersione scolastica ed alla criminalità minorile passa anche per un incremento delle opportunità formative sul territorio. In questo senso sono state avviate, per il tramite dei fondi europei, una serie di misure per il potenziamento delle competenze di base e per la lotta alla dispersione anche attraverso offerte formative in spazi e tempi ulteriori rispetto alle ordinarie attività didattiche. L'Italia è riuscita a ridurre il tasso di abbandono scolastico negli ultimi anni, passando dal 25,1 per cento degli under 24 nel 2000 al 14 per cento nel 2017. Comunque, ancora distante dall'obiettivo fissato nell'ambito di Europa 2020 di arrivare sotto il 10 per cento. A tal fine, la legge di bilancio per il 2019 ha incrementato il tempo pieno e prolungato, prevedendo 2.000 posti aggiuntivi nella scuola primaria. Con particolare riguardo agli strumenti per una educazione inclusiva e di qualità per tutti, sono allo studio diverse misure per garantire le prestazioni e i servizi necessari per raggiungere la piena inclusione scolastica e assicurare il diritto allo studio agli studenti diversamente abili o con bisogni educativi speciali. In funzione di questo sarà anche rafforzata la formazione iniziale dei docenti di sostegno, definendo degli indicatori per misurare la qualità dei processi di inclusione in ogni scuola anche al fine di ottimizzare le risorse e ridurre le disparità regionali, nell'ottica dell'armonizzazione del servizio su tutto il territorio nazionale;

    a gennaio 2019 sono state individuate le 60 scuole situate in aree a rischio alle quali saranno destinati 2 milioni per la creazione di ambienti digitali di apprendimento. Tale misura contribuirà a contrastare la dispersione scolastica, grazie al fatto che le scuole beneficiarie sono state individuate tra quelle con i più alti indici di disagio negli apprendimenti, di status socio-economico familiare, di deprivazione territoriale e di abbandono scolastico;

    sempre in tema di minori, di infanzia e di adolescenza, a valere sul fondo «per la solidarietà alle vittime di crimini domestici», potranno essere previsti interventi a tutela di situazioni di vulnerabilità socioeconomica, con particolare attenzione al disagio minorile, anche con riferimento al contrasto del cyberbullismo, a favore del quale è stata avviata una campagna istituzionale di sensibilizzazione. Ulteriori risorse pari a 55 milioni annui per il triennio 2019-2021 sono state altresì destinate al rifinanziamento degli interventi di contrasto della povertà educativa minorile;

    ai fini dell'inclusione scolastica, è stata disposta, infine, nell'arco del triennio 2019-2021, l'assunzione di 40 mila insegnanti di sostegno e sono state stanziate risorse per la formazione di tali docenti sulla lingua italiana dei segni (Lis), in relazione alla quale è stato anche istituito un apposito fondo per la diffusione dei relativi servizi di interpretariato;

    il presidente dell'Inps Pasquale Tridico a partire dalle domande per il reddito di cittadinanza ipotizza un surplus di risorse di circa 1 miliardo derivante dalle minori domande, che potrebbe essere impiegato nel sociale, in aiuti alle famiglie e in politiche attive del lavoro;

    «c'è una connessione profonda tra questione sociale e questione criminale che diviene di anno in anno sempre più ineludibile. Le politiche economiche hanno determinato l'ascesa delle diseguaglianze» sono le parole dell'intervento del procuratore generale Roberto Scarpinata all'inaugurazione dell'anno giudiziario a Palermo il 27 gennaio 2018;

    non può altresì tacersi l'aggravamento della questione sociale a seguito della chiusura delle istituzioni scolastiche durante la pandemia. L'isolamento forzato e il venir meno dei presidi educativi in quei mesi ha comportato un notevole aggravamento della condizione dei bambini e dei ragazzi inseriti nei contesti maggiormente a rischio;

    nel descritto contesto è più che cogente l'utilizzo delle risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), missione 4 componente 1, per la creazione, l'adattamento e il riuso di luoghi di didattica nonché destinati a progetti educativi;

    secondo gli studi dei professori Maria Luisa Iavarone e Francesco Girardi «La Povertà Economica spesso è causa di Povertà Educativa. Il presente lavoro, attraverso l'analisi comparata di fonti statistiche, di indagini sociologiche e di documenti istituzionali evidenzia la stretta relazione tra povertà educativa e devianza minorile violenta. L'analisi del caso baby gang nella città di Napoli – così come di tutti gli episodi avvenuti sul territorio nazionale – mostra come le politiche che si concentrano esclusivamente su interventi repressivi dei fenomeni criminali – o le proposte di intervento che si basano sull'abbassamento dell'età “non punibile” da quattordici a dodici anni – non possono ottenere i risultati desiderati. Con riferimento all'abbassamento dell'età imputabile, infatti, risulterebbe fortemente ingiusto far ricadere sui minori gli effetti delle problematiche sociali e presenti nel nucleo familiare, soprattutto se si considera la carenza di investimenti da parte di una società fortemente bilanciata verso il solo mondo degli adulti ed in grado di rispondere ai problemi dell'infanzia e dell'adolescenza, in questo caso, con le sole proposte di politiche repressive, piuttosto che basate sulla prevenzione e sul Welfare»;

    «Il contrasto alla criminalità violenta esige una combinazione equilibrata di politiche sociali ed educative in grado di accompagnare l'offensiva giudiziaria e repressiva. Le agende istituzionali che trascurano gli interventi integrati di sostegno sociale e di educazione trasformativa producono risultati di breve periodo rendendosi colpevoli di un crimine sociale capace di avvelenare progressivamente i contesti urbani»,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per prevedere la creazione di un fondo interministeriale per la realizzazione di reti stabili pluriennali di soggetti che operano a supporto delle istituzioni scolastiche che si riuniscano sotto un unico patto educativo territoriale, culturale, sociale e di legalità, al fine di amplificare e potenziare l'azione dei presidi culturali degli operatori del terzo settore, enti locali, biblioteche, librerie, teatri, spazi aperti, parchi, centri sportivi, educativi e di politiche attive del lavoro, considerato che i soggetti coinvolti, collegati tra di essi in un'unica rete e coordinati dai dirigenti scolastici del medesimo ambito territoriale, con le proprie attività culturali e di innovazione sociale, nonché di politiche attive del lavoro, possono fungere da supporto alle scuole per attività extrascolastiche, soprattutto in territori con problematiche di criminalità e dispersione scolastica;

2) ad avviare tutte le iniziative di competenza necessarie per un piano di assunzioni straordinario ed il coinvolgimento di assistenti sociali formati per intervenire in contesti familiari a rischio di devianza, contrastando la dispersione scolastica, anche aumentando il personale scolastico sul tempo pieno e promuovendo iniziative educative, culturali e sociali previste dal patto educativo territoriale volte a disincentivare azioni e comportamenti violenti messi in atto da minori;

3) ad adottare iniziative per prevedere che le scuole di ogni ordine e grado attivino un processo di monitoraggio, dal momento dell'iscrizione all'inizio dell'anno scolastico, dei rischi di devianza possibili all'interno dei contesti familiari, anche attraverso la collaborazione con i consultori familiari, al fine di raccogliere le informazioni riguardanti situazioni problematiche e di disagio presenti nei nuclei familiari degli studenti e per attivare politiche sociali, in coordinamento con gli enti locali, previste all'interno del patto educativo territoriale;

4) ad adottare iniziative per prevedere aiuti alle famiglie che vivono in territori con forti problematiche socio-economiche e che presentano, all'interno del proprio nucleo familiare, situazioni di disagio, attivando politiche sociali, politiche attive del lavoro, per la formazione e l'inserimento lavorativo dei genitori e degli studenti, al fine di contrastare l'abbandono scolastico ed il fenomeno delle baby gang, tenuto conto altresì del supporto che può essere erogato anche attraverso attività mattutine organizzate dai centri provinciali per l'istruzione degli adulti;

5) ad adottare iniziative per attuare un piano di videosorveglianza all'esterno delle scuole, con particolare riguardo agli istituti situati in territori che presentano problematiche socio-economiche e di criminalità rilevanti;

6) ad adottare iniziative per rendere disponibili risorse umane ed economiche per raccogliere e sistematizzare o realizzare ricerche quali-quantitative volte ad analizzare il fenomeno in tutta Italia, al fine di supportare l'adozione delle politiche volte a contrastare il fenomeno dei comportamenti violenti di minori ed il fenomeno della dispersione scolastica, anche coinvolgendo figure professionali adeguate per il contrasto ai fenomeni citati;

7) ad adottare le iniziative di competenza per prevedere specifiche équipe territoriali formate da docenti, assistenti sociali, operatori di comunità per minori, psicologi, sociologi, pedagogisti, per progettare ed adottare percorsi di educazione attiva e modelli educativi innovativi utili a contrastare la diffusione di comportamenti violenti di minori e l'abbandono scolastico;

8) a promuovere provvedimenti di regolamentazione volti a contrastare la violenza verbale sempre più diffusa dei principali canali media, quali tv, internet e social network, prevedendo delle azioni educative, coinvolgendo ogni scuola di ordine e grado, al fine di fornire i giusti strumenti per un'analisi critica delle informazioni reperibili dai media e sui pericoli a cui i giovani utilizzatori di internet sono soggetti;

9) ad adottare iniziative per prevedere, con cadenza biennale, un monitoraggio e quindi un reindirizzo delle politiche svolte a disincentivare azioni e comportamenti violenti di minori e contrastare la dispersione scolastica, messe in atto dalle singole scuole, attraverso l'analisi dei dati relativi agli indicatori del dei Bisogni educativi speciali (Bes) monitorati dall'Istat e dei dati raccolti e trasmessi dalle scuole al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dagli assistenti sociali al Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

10) adottare iniziative tese alla creazione, all'adattamento e al riuso di luoghi di didattica nonché destinati a progetti educativi, anche nell'ambito dei progetti del Piano nazione di ripresa e resilienza;

11) adottare iniziative per la definizione di una dote educativa coordinando tale misura anche con quella della «card cultura» già esistente, per destinare puntuali e dirette risorse economiche ai bisogni culturali ed educativi dei minori a rischio.
(1-00206) «Gallo, Del Sesto, Troiano, Suriano, Perantoni, Sarli, Bilotti, Bologna, Nappi, Adelizzi, Casa, D'Arrando, Nesci, Lattanzio, Caso, Villani, Trizzino, Testamento, Siragusa, Barbuto, Ruocco, Grippa».

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Casu n. 5-07773 del 28 marzo 2022.