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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 11 aprile 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   Le Commissioni III e X,

   premesso che:

    l'attacco militare russo all'Ucraina ha posto in termini nuovi e drammatici la necessità di ricalibrare le scelte in materia di approvvigionamenti energetici che hanno portato l'Italia a dipendere per oltre il 40 per cento del suo fabbisogno di gas dalle forniture di metano provenienti dalla Federazione russa;

    anche se l'acquisto di gas russo non è ancora soggetto a sanzioni, guadagna terreno l'ipotesi che al metano fornito dalla Federazione russa si debba rinunciare in tutto o in parte nel prossimo futuro; non è comunque prudente mantenere una forte dipendenza nel delicato settore delle forniture di gas da uno Stato come la Federazione russa, che ha dimostrato di condurre una politica estera tanto imprevedibile quanto aggressiva;

    tra le alternative prospettate finora per ridurre la dipendenza dalle forniture del gas russo spiccano quelle che fanno riferimento all'Algeria, alla Libia e al Tap, oltre all'incremento della capacità nazionale di rigassificare il metano liquido, acquistabile da Stati Uniti e Qatar; tanto le forniture algerine quanto quelle libiche sono tuttavia esposte a rischi non trascurabili, che in parte concernono anche il Tap, in quanto esso attraversa nel suo lungo tragitto terre instabili come quelle anatoliche e comporta l'accentuazione del rischio rappresentato dalle frequenti oscillazioni della posizione turca;

    è stato recentemente accantonato il progetto EastMed, che avrebbe congiunto la Grecia alle risorse di Cipro, Israele ed Egitto, ed al quale l'Italia si sarebbe potuta agganciare con il cosiddetto Poseidon;

    l'EastMed aveva perso attrattiva durante la pandemia, quando il prezzo del metano era sensibilmente sceso ed era stato infine definanziato dagli Stati Uniti in un momento nel quale nessuno pensava che la Russia potesse tentare di invadere l'Ucraina, ponendosi al di fuori della legalità internazionale;

    la situazione è tuttavia cambiata in seguito all'aggressione perpetrata dalla Russia all'Ucraina a partire dal 24 febbraio 2022;

    sulla riesumazione del progetto EastMed si è quindi aperto un dibattito del quale il Governo ha dato conto il 7 aprile 2022, rispondendo all'interrogazione a risposta immediata in III Commissione n. 5-07851;

    per quanto i costi stimati per la realizzazione dell'infrastruttura siano considerati tuttora elevati e le sfide tecnologiche da superare notevoli, EastMed potrebbe adesso rientrare in una strategia di diversificazione degli approvvigionamenti energetici che miri a creare le condizioni per la rinuncia al metano russo;

    EastMed non sarebbe pertanto soltanto un'infrastruttura energetica da valutare sulla base di parametri esclusivamente ideologici, ma altresì un progetto geopolitico di riduzione dell'influenza russa sul nostro Paese, che rafforzerebbe anche i legami tra l'Unione europea, Israele e l'Egitto,

impegnano il Governo

   ad attivare le opportune interlocuzioni con i Paesi del progetto EastMed per sostenere congiuntamente la possibilità e l'opportunità di rilanciarlo, associandovi l'Italia, in modo tale da garantire al nostro Paese la sicurezza degli approvvigionamenti energetici senza più dipendere dalle forniture della Federazione russa.
(7-00821) «Formentini, Binelli, Zoffili, Billi, Cecchetti, Centemero, Coin, Comencini, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Picchi, Ribolla, Snider».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BONIARDI e FOSCOLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Missione 5: Inclusione e coesione – Componente 2: Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore (M5C2) – Misura 3 – Investimento 3.1: «Sport e inclusione sociale» si pone l'obiettivo di incrementare l'inclusione e l'integrazione sociale attraverso la realizzazione o la rigenerazione di impianti sportivi che favoriscano il recupero di aree urbane e, a tale scopo, sono stati identificati tre cluster di intervento, suddivisi in due avvisi pubblici di invito a manifestare interesse;

   in particolare, il secondo avviso, relativo al cluster 3, è destinato a tutti i comuni italiani ed è finalizzato a raccogliere le manifestazioni di interesse legate alla realizzazione di nuovi impianti o alla rigenerazione di impianti esistenti su cui sussista l'interesse sportivo/agonistico di almeno una Federazione sportiva;

   tuttavia, dal testo dell'articolo 4, comma 4, dell'avviso sopramenzionato emergono alcune criticità in relazione alla possibilità per ciascun comune di presentare un solo intervento e per ciascuna federazione sportiva, anche in forma associata con altre federazioni, di manifestare il proprio interesse nei confronti di un unico intervento: tale previsione, di fatto, determina che la presentazione delle domande dipenda quasi esclusivamente dalla scelta della singola federazione nazionale che può proporre un solo intervento;

   si evidenzia che questa modalità rischia di escludere i comuni delle realtà minori, le zone interne ed i piccoli comuni in contraddizione con le finalità dell'avviso stesso –:

   se e quali iniziative di competenza si intendano adottare al fine di rivalutare la previsione relativa ad una sola candidatura di cui al cluster 3 citato in premessa, tenuto conto della necessità di scongiurare l'esclusione delle realtà locali più circoscritte da tale iniziativa, nonché dell'importanza di favorire il recupero di aree urbane anche attraverso iniziative volte a promuovere la cultura sportiva e la partecipazione allo sport.
(5-07866)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la grave crisi umanitaria in Ucraina ha costretto, a oggi, oltre 4 milioni di cittadini ucraini a fuggire dal Paese;

   la maggioranza dei profughi ucraini è stata accolta nei Paesi dell'Unione europea, che ha tra i propri valori democratici l'accoglienza di chi scappa da Paesi in guerra;

   anche l'Italia si sta adoperando per accogliere la popolazione ucraina attraverso misure idonee a garantirne la piena dignità umana;

   l'accoglienza dei rifugiati ucraini in Italia è caratterizzata dal protagonismo attivo degli enti locali che contribuiscono all'attuazione delle misure di accoglienza, protezione e integrazione;

   dall'inizio del conflitto anche migliaia di bambini orfani sono stati costretti ad allontanarsi dall'Ucraina;

   presso l'hotel Posta di Rota Imagna, in provincia di Bergamo, dal 20 marzo 2022 sono ospitati 94 minori dall'orfanotrofio di Berdiansk;

   dal tavolo aperto in prefettura di Bergamo è arrivata l'indicazione di lasciare i minorenni nell'hotel di Rota Imagna fino al 30 aprile 2022;

   l'albergo, tuttavia, è omologato per 60 persone;

   è stato quantificato in 45 euro al giorno il costo per il mantenimento di ogni bambino presso la struttura, tra vitto, alloggio, assistenza sociale, attività sodale, attività di ricreazione, trasporto e il servizio reso dagli interpreti;

   i costi risulterebbero decisamente superiori se non ci fosse la generosa partecipazione di tanti cittadini, con attività a carattere gratuito prestate anche dalle associazioni di volontariato, oltre alle donazioni dei cittadini;

   l'Anci ha stimato in 120 euro al giorno lo stanziamento necessario per ciascun minorenne;

   l'amministrazione comunale di Rota Imagna non può sostenere da sola per un tempo prolungato i relativi costi;

   per affrontare la situazione di Rota Imagna sono state ipotizzate varie soluzioni, come la suddivisione dei ragazzi in più strutture, ma un sostegno finanziario da parte del Governo risulta comunque necessario e prioritario;

   gli enti locali ospitanti hanno bisogno di disporre di adeguate risorse economiche da destinare al finanziamento di progetti e servizi di accoglienza per aiutare i profughi in fuga dall'Ucraina, con un'attenzione specifica ai minorenni –:

   se il Governo sia al corrente dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda porre in essere al fine di sostenere efficacemente la condizione dei bambini ucraini che hanno trovato rifugio nel comune di Rota d'Imagna e in tutto il territorio bergamasco, consentendo alle amministrazioni comunali un rapido accesso ai fondi necessari a gestire l'emergenza umanitaria in atto.
(4-11798)


   BENIGNI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   dai dati diffusi dal Ministero dell'interno in data 3 aprile 2022, sono 81.739 le persone in fuga dall'Ucraina giunte finora in Italia, di cui 42.181 donne, 8.285 uomini e 31.273 minori, molti dei quali non accompagnati;

   i minori non accompagnati, in attesa di collocamento presso le strutture di prima accoglienza del Sistema di protezione per richiedenti asilo, rifugiati e minori stranieri non accompagnati, sono affidati in via temporanea al comune ove il minore si trova;

   i comuni, alla luce dell'intenso afflusso a seguito del conflitto in essere in Ucraina, sono attualmente chiamati a prestare immediata assistenza ed accoglienza ad un numero elevato di minori non accompagnati, sostenendo rilevanti costi;

   sul tema, è stato da più parti rilevato come le risorse disponibili sul Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati siano insufficienti a sostenere l'attuale fabbisogno finanziario connesso all'accoglienza, così come non appare adeguata l'entità del contributo giornaliero corrisposto per ciascun minore, che ammonta a 45 euro;

   ciò incide su una situazione finanziaria già oltremodo critica per gli enti locali, soprattutto per i piccoli comuni, segnata dalla necessità di far fronte all'eccezionale aumento dei costi dell'energia;

   appare allora necessario un tempestivo intervento da parte del Governo, che sostenga le finanze dei comuni che accolgono minori non accompagnati provenienti dall'Ucraina attraverso l'incremento delle risorse attualmente stanziate per il Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e l'aumento del contributo giornaliero –:

   se ed in che modo il Governo intenda intervenire per garantire un immediato sostegno ai comuni che stanno accogliendo e prestando assistenza ai numerosissimi minori non accompagnati provenienti dall'Ucraina.
(4-11801)


   MONTARULI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   è in corso la Conferenza sul futuro dell'Europa che concluderà i propri lavori presumibilmente per l'inizio di maggio 2022;

   alla Conferenza partecipano altresì i cittadini suddivisi in panel;

   secondo quanto a conoscenza dell'interrogante e secondo quanto riportano diversi comunicati stampa tra cui quelli pubblicati dal Parlamento europeo «i cittadini partecipanti sono stati selezionati in modo casuale da una società di sondaggi indipendente in base a cinque criteri che rispecchiano la diversità dell'UE in termini di origine geografica (cittadinanza e contesto urbano/rurale) genere, età, contesto socioeconomico, livello d'istruzione»;

   già questi criteri evidenziano come la selezione non risponda ai principi su cui si basa il diritto di voto a suffragio universale che ritiene meritevole di incidere nei processi democratici, salvo casi espressamente indicati dalla legge e comunque eccezionali, il cittadino in quanto tale senza alcuna discriminazione e con la sola limitazione del criterio anagrafico;

   sarebbero stati selezionati 200 cittadini per ogni panel di cui 22 italiani per un totale di 800 cittadini europei complessivamente selezionati;

   ottanta rappresentanti di questi (20 per ogni panel) sono membri della plenaria alla Conferenza, la selezione sarebbe avvenuta tramite la società Kantal Belgium SA;

   non risulta all'interrogante possibile, tuttavia, conoscere l'identità di tutte le persone selezionate dalla società in parola ma solo di quelle confluite nell'ambito della plenaria;

   tutti i cittadini selezionati hanno partecipato al processo decisorio, essendo stati riuniti nei panel europei che hanno rappresentato parte integrante dei lavori della plenaria ed essendo determinanti per l'esito della conferenza, definendo le risoluzioni e indicando i loro ambasciatori in plenaria;

   i gruppi di lavoro e la plenaria stessa, infatti, hanno modulato i propri lavori proprio sulle attività dei cittadini sicché se gli stessi nell'ambito dei panel europei avessero assunto diverse decisioni anche i lavori della Conferenza sarebbero proseguiti e si sarebbero conclusi in maniera differente;

   la mancata conoscenza dell'identità dei cittadini, unita a quelle che appaiono all'interrogante come fumose modalità di selezione, determinano una grave carenza di trasparenza e quindi di credibilità della Conferenza stessa –:

   quali siano state le esatte modalità di selezione dei cittadini per partecipare alla suddetta conferenza e se sia possibile conoscere l'identità degli stessi.
(4-11810)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   TRANO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto dispone l'articolo 20 del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni al comma 1, «i beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione»;

   il successivo articolo 21, comma 1, lettera a), prevede che sono subordinati ad autorizzazione del Ministero della cultura «la rimozione o la demolizione, anche con successiva ricostituzione, dei beni culturali»;

   il comune di Gaeta ha programmato una serie di lavori di riqualificazione sul piazzale Molo S. Maria e zone limitrofe, sul lungomare di Gaeta Medioevale;

   l'immobile in questione rientra tra i beni tutelati ex articolo 134 del decreto legislativo n. 42 del 2004;

   le opere previste in progetto ricadono in zona P.t.p.r., sistema del paesaggio insediativo, «Ambiti di recupero e valorizzazione paesistici» e «Paesaggio dei centri e dei nuclei storici, con relativa fascia di rispetto»;

   con nota prot. n. 4041 del 18 marzo 2020 la Soprintendenza belle arti, archeologia e paesaggio interrompeva l'iter procedurale della pratica «sino ad acquisizione del preventivo parere archeologico», ricordando altresì che «in assenza del parere vincolante del Ministero dei beni e le attività culturali l'Amministrazione comunale non può rilasciare l'autorizzazione paesaggistica definitiva, nonché la conseguente concessione edilizia e non può essere dato corso ai lavori progettati»;

   con determina del 27 maggio 2020 la dirigente del settore R.U. del Comune di Gaeta ha rilasciato l'autorizzazione solo ai fini della tutela paesaggistico-ambientale, ritenendo peraltro non necessario alcun parere archeologico, in quanto l'intervento sarebbe «privo di scavi significativi»;

   non risultano da parte della soprintendenza altre note né precedenti, né successive –:

   di quali informazioni disponga il Ministro interrogato;

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere al riguardo, considerato che le insorgenze di epoca romana presenti in molti palazzi limitrofi e l'altissimo valore storico, architettonico e paesaggistico dei monumenti della seconda capitale del Regno borbonico e di epoca antecedente non risulta siano stati oggetto di una valutazione puntuale da parte della Soprintendenza e che, ad avviso dell'interrogante, il progetto, quanto a materiali previsti, alla realizzazione di una pista ciclabile «monca» ed altre strutture, appare, anche ad occhio profano, del tutto sconnesso dalla realtà storica locale.
(4-11804)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   FERRO, LOLLOBRIGIDA, GIOVANNI RUSSO, GALANTINO e DEIDDA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1085, comma 3 del decreto legislativo n. 66 del 2010 disciplina la cessazione delle cause impeditive della valutazione o della promozione degli ufficiali, prevedendo che agli ufficiali, imputati in un procedimento penale, assolti con sentenza definitiva, è riconosciuto il diritto ad essere valutati entro il termine di sei mesi e ad una valutazione retroattiva;

   la materia, prima del citato decreto legislativo, era disciplinata dall'articolo 49 della legge n. 1137 del 1955 secondo cui l'ufficiale imputato in un procedimento penale, qualora avesse visto concludersi la vicenda processuale «in senso [a lui] favorevole», sarebbe stato titolare di un diritto ad essere valutato in base a modalità parzialmente coincidenti con quelle di cui al vigente articolo 1090, con effetti quindi retroattivi, in caso di pronuncia liberatoria indifferentemente sia di rito sia di merito;

   l'avvocatura di Stato, in un parere in materia di avanzamento, ha ritenuto che la ricostruzione retroattiva per coloro a cui sia stato sospeso l'avanzamento perché sottoposti a procedimento penale sia possibile solo se assolti con formula piena ai sensi dell'articolo 530 del codice di procedura penale, propendendo, quindi, per una interpretazione restrittiva della locuzione «assolti con sentenza definitiva» ed escludendo dall'ambito di applicazione della norma i casi di proscioglimento ai sensi degli articoli 529 e 530 del codice di procedura penale per i quali si applicherà l'articolo 1051, comma 7, del codice dell'ordinamento militare con efficacia ex nunc;

   a parere degli interroganti tale interpretazione viola gli obblighi e i principi di cui alla delega dell'articolo 14, comma 15, della legge n. 246 del 2005, per cui il Governo doveva effettuare semplificazioni e abrogazioni solo per esigenze di coordinamento «garantendo la coerenza giuridica, logica e sistematica della normativa»: ritenere corretta una tale interpretazione, che muta radicalmente il senso della norma, non solo si porrebbe in discontinuità con la previgente normativa di cui all'articolo 49 che, invece, si riferiva alle sentenze di assoluzione di rito e di merito, ma costituirebbe altresì un chiaro eccesso di delega da parte del Governo che avrebbe disatteso i principi della delega ricevuta, poiché abrogherebbe una norma novellandola addirittura con una più sfavorevole per il militare;

   a favore di una interpretazione estensiva della locuzione «assolti con sentenza definitiva» concorre anche la valutazione di casi analoghi o simili; nel Codice, infatti, nei casi in cui il legislatore voleva richiamare la sentenza di assoluzione con formula piena, l'ha fatto con chiarezza riferendosi all'articolo 530 del codice di procedura penale ovvero in altri casi alla stessa locuzione «assoluzione con formula piena», come si evince, a titolo non esaustivo, dagli articoli 635 comma 2-bis, 1393, comma 2 e 1394, comma 1, lettera d);

   di conseguenza, laddove il legislatore avesse voluto modificare radicalmente l'ambito di applicazione dell'articolo 1085, comma 3, avrebbe – come accaduto in altre disposizioni – provveduto ad inserire specifici e determinati riferimenti; nella norma, invece, si fa genericamente riferimento alla categoria generale delle sentenze di assoluzione; inoltre, sempre in materia di «impedimenti e sospensioni», all'articolo 1687, comma 2, il legislatore fa sempre riferimento all'esito «favorevole del procedimento penale» e il ricorso a tale ultima locuzione nell'ambito della medesima materia conferma la volontà del legislatore di propendere per criteri estensivi delle norme per non prevedere conseguenze negative derivanti da provvedimenti cautelari;

   un'interpretazione restrittiva provocherebbe, infatti, una condizione punitiva nei riguardi del militare che prescinderebbe dall'accertamento dei fatti contestati, in violazione del principio costituzionale di presunzione di innocenza;

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda adottare iniziative normative per un'interpretazione univoca dell'ambito di applicazione dell'articolo 1085, comma 3, del decreto legislativo n. 66 del 2010, al fine di fugare ogni dubbio e non pregiudicare gli interessi del personale militare a veder riconosciuto l'avanzamento e la progressione di carriera, in assenza di una sentenza di condanna, bloccati da un semplice provvedimento cautelare.
(4-11811)

DISABILITÀ

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per le disabilità, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   la sentenza n. 152 del luglio 2020 della Corte costituzionale ha disposto l'incremento pensionistico per invalidi civili totali in richiamo ai principi costituzionali di cui all'articolo 38 e alle Convenzioni Onu sui diritti delle persone con disabilità, stabilendo che la pensione di invalidità per tali soggetti sia incrementata fino a 651,00 euro, considerando tale cifra come livello minimo di assistenza: tale incremento riverbera i suoi effetti sull'erogazione del reddito di cittadinanza nella misura in cui esso rileva ai fini della determinazione del reddito familiare;

   il contenuto della sentenza è stato recepito dall'articolo 15 del decreto-legge n. 104 del 2020, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia;

   con sentenza n. 3683/2014 del Tar Lazio, confermata dal Consiglio di Stato, con sentenza 3 dicembre 2015, n. 842, è stato stabilito che le indennità percepite a qualunque titolo dalle persone con disabilità non devono essere considerare ai fini della «Indicazione della situazione economica equivalente»;

   la pensione di invalidità civile è ricompresa all'interno del reddito familiare e quindi se ne tiene conto per il calcolo del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza secondo quanto previsto dal comma 6 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 4 del 2019, istitutivo del reddito di cittadinanza, che stabilisce che, ai soli fini del reddito di cittadinanza, il reddito familiare debba includere i trattamenti di assistenza in godimento da parte dei componenti del nucleo familiare escluse le prestazioni non sottoposte alla prova dei mezzi, cioè erogate a prescindere dal reddito proprio o del nucleo familiare;

   la circolare Inps n. 137 del luglio 2016 ha disposto la variazione di quanto percepito nonché, nelle situazioni in cui sono superate le soglie previste dalla norma, la decadenza;

   nella su citata circolare, l'Inps prevede che l'aumento delle pensioni di invalidità al 100 per cento, in virtù della sentenza della Consulta come reddito familiare, determinando un aumento dell'Isee, comportano una decurtazione o addirittura revoca degli importi percepiti;

   pertanto, per il 2022, in linea generale, si considerano i redditi e i trattamenti di tutti i componenti del nucleo percepiti nel 2020: tra i trattamenti assistenziali rilevanti rientrano, gli assegni al nucleo familiare, gli assegni familiari dei comuni ai nuclei numerosi, l'assegno sociale/pensione sociale e la carta acquisti;

   l'Inps chiarisce altresì che: «Tanto rappresentato, a seguito del completamento della ricognizione dei trattamenti esenti che devono essere oggetto di aggiornamento in applicazione del citato articolo 2, comma 6, e acquisito il parere favorevole del Ministero del Lavoro, a decorrere dall'erogazione della rata di gennaio della prestazione Rdc/Pdc, verranno presi in considerazione, con il medesimo meccanismo di aggiornamento sopra descritto, tutti i trattamenti esenti di natura assistenziale attualmente inclusi nella determinazione del reddito familiare, ivi compresi quelli collegati alla condizione di disabilità, con la sola eccezione dei trattamenti per i quali non è prevista la prova dei mezzi.»;

   sebbene nella stessa nota l'Inps stabilisce che, per quanto riguarda la disciplina dell'Isee, continua a non rilevare alcun trattamento percepito in ragione della condizione di disabilità, di fatto nella determinazione dell'Isee è necessario inserire qualunque tipo di rapporto finanziario intestato ai componenti del nucleo familiare, compresi quelli intestati ai disabili;

   quanto sopra appare in totale contraddizione sia con le pronunce, che con le norme citate;

   da notizie apprese da fonti di stampa, Fish e Fand, le due principali federazioni nazionali che tutelano i diritti delle persone con disabilità, hanno denunciato di avere ricevuto centinaia di segnalazioni da parte di famiglie che, a seguito del calcolo Isee, non avrebbero più diritto al reddito di cittadinanza, decurtato o nei casi peggiori azzerato dal calcolo;

   la Ministra per le disabilità Stefani ha dichiarato alla stampa (ilfattoquotidiano.it) che presenterà un emendamento ad hoc per «salvare» dal taglio del reddito di cittadinanza i titolari di pensioni di invalidità aumentate per effetto della sentenza della Consulta;

   di contro, sembrerebbe che gli effetti della sentenza, siano stati azzerati con parere favorevole del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nella misura in cui si deve tener conto, nel valutare il reddito familiare, delle maggiorazioni degli assegni sociali e delle pensioni di invalidità –:

   se i Ministri interpellati non ritengano di adottare le iniziative di competenza volte a garantire l'effettiva applicazione della normativa vigente, assicurando ai richiedenti la possibilità di scorporare dal calcolo Isee le somme che derivano da pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento e tutti i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari percepiti in ragione della condizione di disabilità;

   se non ritengano doveroso adottare iniziative per far sì che i benefici incrementativi derivanti dall'entrata in vigore dell'articolo 15, comma 1, del decreto-legge n. 104 del 2020, non vengano considerati ai fini del rispetto dei requisiti reddituali e patrimoniali necessari alla percezione del reddito di cittadinanza.
(2-01493) «Villani, Nappi, Del Sesto, Ascari, Davide Aiello, Tucci».

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   MONTARULI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   le cronache riportano l'ennesimo caso straniera residente a Bergamo e di soli dodici anni era promessa sposa ad un cugino; nel 2019 sarebbe stata portata in Bangladesh per poi essere maritata al compimento del diciottesimo anno;

   il reato di costrizione al matrimonio è stato introdotto con il codice rosso;

   amici e insegnanti della ragazza si sarebbero allarmati per il protrarsi dell'assenza della stessa nonché a seguito delle sue confidenze, tanto da denunciare l'accaduto e richiedere l'intervento della Procura che ha posto la giovane in comunità protetta;

   la vicenda ricorda drammaticamente quanto ha dovuto subire la giovane Saman prima di compiere i diciotto anni, che ha deciso di uscire dalla comunità e poi tragicamente di reincontrare chi voleva obbligarla ad un matrimonio non voluto;

   nessuna informazione è stata reperita dall'interrogante circa l'applicazione di misure cautelari ai soggetti indagati ai quali sarebbe stato notificato l'avviso di chiusura delle indagini –:

   di quali elementi disponga il Governo in relazione alla vicenda di cui in premessa e quanti procedimenti penali per reato di cui all'articolo 558-bis del codice penale siano stati iscritti dalla sua introduzione.
(4-11806)


   GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nel corso della trasmissione di Radio Radicale, «Radio Carcere», la dottoressa Marina Picardi, giudice presso il tribunale di sorveglianza di Napoli, ha affermato che solo a Napoli i condannati «liberi sospesi» sono almeno 14.000;

   i «liberi sospesi» sono persone condannate a pene detentive inferiori ai 4 anni (o 6 se tossicodipendenti), che hanno ottenuto dalla procura la «sospensione» dell'esecuzione della pena. Queste persone rimangono anche per anni in attesa di una pronuncia da parte del giudice di sorveglianza chiamato a decidere se affidarle ai servizi sociali oppure se mandarle in carcere; in un articolo pubblicato sul Riformista del 25 febbraio 2022, a firma Valentina Manchisi, si riporta un'affermazione dell'ex deputata Rita Bernardini – che da anni si occupa della questione – secondo la quale in tutta Italia i «liberi sospesi» sarebbero almeno 80 mila;

   ad avviso dell'interrogante, a causa dell'inefficienza dello Stato – in questo caso della magistratura di sorveglianza, sempre più in sofferenza per la carenza degli organici sia dei giudici che del personale amministrativo – l'esecuzione della pena che si verifica a troppi anni di distanza dal fatto-reato e dalla sentenza, contravviene ai princìpi costituzionali di risocializzazione tanto più quando si traduce nella restrizione in un carcere;

   la questione dei «liberi sospesi» è stata posta alla Corte europea dei diritti dell'uomo con il ricorso n. 54859/20 - Valorio c. Italia, curato dall'avvocato Marina Silvia Mori; il ricorso ha superato il filtro ed è stato portato all'attenzione della Corte;

   come si può evincere dall'ordinanza del tribunale di sorveglianza di Milano, che ha accolto in data 10 febbraio 2022 l'istanza di affidamento in prova del condannato Valorio, i fatti reato sono stati commessi tra il 2010 e il 2011, mentre la sentenza di condanna è divenuta definitiva il 20 aprile 2015; l'affidamento in prova giunge pertanto a 12 anni dal fatto reato e a 7 dalla condanna definitiva;

   alla Corte europea sono state sottoposte le violazioni degli articoli 8 paragrafo 2 della Convenzione (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e 2 paragrafo 3 del Protocollo n. 4 aggiuntivo alla Convenzione (libertà di circolazione) sotto il duplice profilo: a) della sussistenza di un'ingerenza statale nell'esercizio del diritto priva – per il decorso del tempo – della connotazione di necessità per ragioni di pubblica sicurezza, difesa dell'ordine e prevenzione dei reati e b) per l'impossibilità di fare valutare al giudice interno la persistenza dell'interesse dello Stato a fare eseguire il residuo di pena, che rileva anche ai sensi della violazione dell'articolo 6, paragrafo 1, come possibilità di accedere a un tribunale –:

   se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa;

   quali dimensioni assuma il fenomeno dei condannati «liberi sospesi» presso ogni tribunale di sorveglianza;

   se il Ministro abbia commissionato studi per conoscere la durata delle pendenze del fenomeno dei «liberi sospesi» presso ogni tribunale di sorveglianza;

   quali iniziative di competenza, anche normative, intenda adottare per risolvere le violazioni di diritto, anche alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali legate al fenomeno del ritardo nell'esecuzione delle sentenze dei «liberi sospesi».
(4-11807)


   SILVESTRONI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   a distanza di quasi due anni dal decesso di Gianmarco Pozzi, 28 anni, campione di kickboxing di Roma, il cui corpo senza vita è stato trovato, domenica 9 agosto 2020, tra la parete perimetrale di un'abitazione e il muro di contenimento di una vigna a terrazza sull'isola di Ponza, nella zona di Santa Maria, non si è giunti ad una risposta plausibile delle indagini e in grado di fare luce sulla morte del giovane;

   come riportato da fonti giornalistiche e da diverse trasmissioni giornalistiche, che si sono occupate del caso, è inverosimile l'ipotesi di un evento accidentale che sembra aver guidato le indagini nelle prime ore dall'accaduto, tanto da non ritenere necessario né il sequestro del luogo del rinvenimento del corpo statuario, cento chili e un metro e 87 centimetri di altezza, trovato con l'osso del collo rotto e una vistosa ferita alla testa, accartocciato su se stesso, né il sequestro dell'alloggio che il giovane condivideva con altri ragazzi;

   intervistato sulla morte di Gianmarco Pozzi il professor Vittorio Fineschi, ordinario di medicina legale presso l'università «La Sapienza» di Roma ha dichiarato, nel corso della trasmissione «Storie Italiane» che: «C'è stata un'intossicazione, che non ci consente di spiegare un delirio che abbia causato un'accidentalità. Gianmarco Pozzi pochi minuti prima dell'accaduto parlava, rispondeva alle domande si lamentava dell'assenza di acqua calda per fare la doccia. Perché avrebbe dovuto improvvisamente iniziare a correre a perdifiato fino a cadere da un muretto alto tre metri?»; inoltre, «Non sembra che ci siano traumi sui denti e questo è insolito, visto che gliene manca uno mai ritrovato. Se ha impattato la testa sul lato sinistro, come è possibile che non sia stata interessata l'arcata dentaria? Mancano tipologie lesive che possano fare supporre l'accidentalità. Inoltre, c'è tutta una serie di lesività anteriormente e posteriormente al dorso che non è assolutamente spiegata»;

   lo speciale del programma televisivo «Le Iene», nel servizio di Giulio Golia ha evidenziato come Gianmarco non sembra essersi dovuto difendere da un'aggressione, semmai potrebbe aver subito senza poter reagire, ciò è possibile solo se fosse stato reso incosciente da qualche elemento o da un'azione esterna come una minaccia armata o altra costrizione di natura psicologica o mentalmente impeditiva, inoltre, il fatto deve aver coinvolto più di una persona, vista la distanza percorsa da quello che probabilmente era già cadavere prima di «cadere» nell'intercapedine di una casa privata raggiungibile con difficoltà, la simulazione, per quanto bislacca, testimonia premeditazione o quantomeno predeterminazione con ampia disponibilità di tempo a disposizione;

   la famiglia Pozzi e l'avvocato Fabrizio Gallo hanno fin da subito chiesto di capire le circostanze, ma mancavano i presupposti per un'indagine pulita. «Non c'è traccia degli indumenti e di altri effetti personali che Gianmarco indossava – spiega l'avvocato – Non sono stati riconsegnati alla famiglia, inoltre, non erano nella valigia che i parenti hanno riportato a Roma»;

   inoltre la perizia sul corpo è stata definita, a una seconda indagine, «inadeguata», tanto che manca persino la temperatura del corpo di Gianmarco;

   le indagini sono ancora ferme, si tratta di un caso irrisolto, e come tale andrebbe gestito per sperare di arrivare a una risposta plausibilmente veritiera e a una nuova soluzione giudiziaria;

   è necessario, ad avviso dell'interrogante, scongiurare qualsiasi ombra procedurale e pervenire a una verità giudiziaria anche per il doveroso rispetto nei confronti della famiglia del giovane Gianmarco –:

   se intenda valutare se sussistono i presupposti per promuovere iniziative ispettive presso i competenti uffici giudiziari.
(4-11812)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta orale:


   ZANETTIN. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   Vicenza è una realtà che da tempo si colloca fra i primi posti nella classifica della ricchezza generata dal sistema produttivo culturale, tanto a livello regionale, quanto nazionale, sia in termini di occupazione, sia in termini di valore aggiunto del comparto cultura;

   i collegamenti ferroviari fra la città di Vicenza e la Capitale d'Italia, rivestono, all'evidenza, un'importanza non secondaria per molteplici scambi economici, sociali e culturali;

   dal mese di gennaio 2022, a seguito di un piano di riorganizzazione delle Frecce a livello nazionale, Trenitalia ha soppresso il collegamento diretto tra Vicenza e Roma;

   attualmente, per raggiungere la capitale dalla città di Vicenza si debbono utilizzare i collegamenti giornalieri con le Frecce, con cambio a Padova o a Verona e con conseguente significativo aumento dei tempi di percorrenza della tratta;

   tale decisione assunta da Trenitalia si sostanzia in un fattore di significativa disfunzionalità tanto rispetto a un efficiente sistema di mobilità, quanto con riferimento alla domanda turistica, settore, peraltro, in grave sofferenza sia per le negative ripercussioni economiche della pandemia, sia per quelle connesse all'attuale incerto scenario internazionale fortemente condizionato dalla drammatica situazione bellica in Ucraina –:

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda intraprendere presso i vertici di Trenitalia affinché sia garantita l'efficienza del servizio pubblico di trasporto, mediante collegamenti ferroviari rapidi e diretti fra le città di Vicenza e Roma.
(3-02882)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRIPPA e BARBUTO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende dalla stampa, con nota del 28 febbraio 2022 (prot. Art. 4030/2022), il commissario ad acta di Strada dei Parchi (SdP) Sergio Fiorentino avrebbe trasmesso all'Autorità di regolazione dei trasporti (Art) una richiesta ai fini dell'espressione di un parere, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 43 del decreto-legge n. 201 del 2011, sia in relazione alla proposta del Piano economico finanziario (Pef) formulata da SdP che in ordine alla concessione per la gestione della relativa rete Autostrada A24 ed A25 Roma-L'Aquila – Traforo del Gran Sasso-Teramo, con diramazione Torano-Pescara;

   da quanto trapelato e per quanto emerge da un pubblico dibattito sulla proposta di Pef, le proiezioni riguardanti il costo dei pedaggi sulle autostrade A24 e A25, sarebbero improponibili e inaccettabili per i cittadini abruzzesi e per tutti coloro che dovranno impegnare l'arteria stradale. Non può essere condivisibile un rincaro delle tariffe del 375 per cento e un aumento costante del 15,81 per cento ogni anno, a partire già da quello in corso;

   non è tollerabile che il Pef, sia finalizzato esclusivamente al raggiungimento di un determinato Ebitda – Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortisation da parte del concessionario. L'interrogante ritiene utile ribadire che queste arterie rappresentano per gli abruzzesi l'unica possibilità di collegamento veloce verso la capitale (visti i tempi di percorrenza del trasporto su ferro con cui gli abruzzesi devono già fare i conti). Risulta pertanto di tutta evidenza che non si possa sopportare che chi vi transiti sia costretto a pagare una tariffa chilometrica considerevolmente più alta di quella applicata da Autostrade per l'Italia;

   è tanto auspicabile quanto necessario calmierare i prezzi delle nell'interesse in particolar modo dei pendolari che impegnano assiduamente l'autostrada, dei cittadini e delle imprese, con evidenza per quelle che utilizzano l'infrastruttura per questioni professionali, come le aziende dell'autotrasporto, che a fronte di ulteriori rincari nulla vedono ancora muoversi sul fronte della sicurezza della stessa;

   uno degli obiettivi da raggiungere sarebbe quello di applicare alle autostrade attualmente gestite da Strada dei Parchi, le stesse tariffe che vengono applicate da Autostrade per l'Italia, nei tratti di pianura e nei tratti di montagna –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e di quali ulteriori elementi disponga al riguardo;

   quali iniziative di competenza ritenga opportuno intraprendere affinché la concessione affidata a Strada dei Parchi venga revocata a la relativa rete autostradale A24/A25 sia affidata a Cassa depositi e prestiti, ampliando così la rete autostradale italiana gestita dalla stessa Cassa depositi e prestiti e quali iniziative si intendano adottare con lo scopo di rendere più sostenibile la gestione di questa infrastruttura con risvolti positivi anche per gli utenti in termini di tariffe.
(5-07867)

Interrogazioni a risposta scritta:


   ANGIOLA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   gli investimenti in infrastrutture stradali, e nelle opere pubbliche in generale, rappresentano un volano di primaria importanza per lo sviluppo economico di un Paese. Le risorse impiegate per tali finalità, anche per le piccole opere, sono in grado di generare un moltiplicatore elevato di crescita, di creare occupazione e benessere per le comunità che beneficiano della realizzazione degli interventi;

   l'intervento denominato «Pedemontana di Formia» – chiamata anche «Tangenziale di Formia» – si inserisce nell'ambito del «Corridoio tirrenico meridionale» ed è localizzato in provincia di Latina, nei territori comunali di Gaeta e di Formia. Nel dettaglio, si prevede la realizzazione di un'autostrada di categoria A di circa 11 chilometri, a monte dell'abitato di Formia e connessa alla viabilità esistente con due svincoli all'estremità;

   la tangenziale di Formia rappresenta un progetto stradale travagliato ed atteso da decenni, oltreché indispensabile per collegare il sud della provincia di Latina con il resto del Paese e favorirne lo sviluppo. Storicamente, infatti, la città di Formia ha avuto il problema infrastrutturale di avere due sole vie di transito per il suo attraversamento;

   la mancata realizzazione dell'opera, e dunque l'assenza di una viabilità in sicurezza, produce significativi effetti negativi anche sul porto commerciale di Gaeta, secondo del Lazio, che movimenta circa 2,5 milioni di tonnellate di merci l'anno, ingenerando un vero e proprio blocco al suo sviluppo economico. A conferma della rilevanza dell'opera, la Pedemontana di Formia è stata altresì inserita tra le opere prioritarie e strategiche della Regione Lazio;

   già nel 2004 il consiglio di amministrazione di Anas, nella seduta del 3 giugno, aveva dato il via libera al progetto preliminare e allo studio di impatto ambientale sulla Pedemontana, fissando a 2.190 giorni – circa 6 anni – il tempo per l'esecuzione dell'infrastruttura che l'allora Presidente, Vincenzo Pozzi, aveva definito come opera con «valenza europea»;

   il 22 novembre 2021 Anas, dopo numerose sollecitazioni, ha trasmesso al Consiglio superiore dei lavori pubblici il nuovo progetto di fattibilità tecnico-economica, prevedendo una spesa di circa 335 milioni di euro, su cui sia il Comune di Formia che la Provincia di Latina dovranno esprimere un parere;

   in sede di approvazione definitiva della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio per il 2022), durante la seduta n. 622 del 29 dicembre 2021, il Governo ha accolto l'ordine del giorno 9/3424/281, assumendo pertanto l'impegno di valutare l'opportunità di reperire le somme mancanti alla realizzazione completa della strada statale 7 Variante Appia «Pedemontana» e nominare un commissario per la rapida realizzazione dell'opera –:

   a che punto sia l'iter di progettazione del tracciato, soprattutto alla luce della trasmissione del progetto di fattibilità da parte di Anas, e come lo stesso si articoli concretamente;

   se, alla luce della precisa individuazione dell'ammontare delle risorse necessarie, il tracciato sia stato finanziato e quali siano i tempi effettivi di realizzazione dello stesso.
(4-11799)


   ERMELLINO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la mobilità può essere considerata anche come un servizio inclusivo per tutte quelle classi di utenti fragili in virtù delle varie tipologie di disabilità di cui sono affetti, motorie e sensoriali in particolare;

   su territorio nazionale si contano decine di associazioni e organizzazioni le cui attività mirano alla promozione di una mobilità universale, ossia inclusiva, accessibile e sostenibile;

   alcune tra queste operano in particolare nell'ambito della mobilità ciclistica inclusiva fornendo a enti, imprese, associazioni, organizzazioni, famiglie e comunità mezzi e bike speciali per il trasporto e la mobilità di persone con disabilità;

   il codice della strada (decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni) prevede, al comma 4 dell'articolo 68, l'emanazione di un decreto del Ministro interrogato con cui vengono stabilite le caratteristiche costruttive, funzionali nonché le modalità di omologazione dei velocipedi a più ruote simmetriche che consentono il trasporto di altre persone oltre il conducente;

   al comma 7 del suddetto articolo è previsto che chiunque circoli con un velocipede a più ruote simmetriche per il trasporto di altre persone oltre il conducente di tipi non omologato è soggetto a una sanzione amministrativa;

   il decreto attuativo di cui all'articolo 68, comma 4, del codice della strada non è stato mai emanato;

   in virtù di tale gap normativo le cosiddette bike speciali, rientranti per lo più nella categoria dei tricicli per trasporto persone di cui al comma 4 dell'articolo 68 del codice della strada, potrebbero subire un rallentamento o peggio un arresto nel loro percorso di promozione, noleggio e vendita, quindi di utilizzo, da parte della categorie di utenti interessate alla fruizione di una mobilità inclusiva;

   da ciò che risulta all'interrogante, è già accaduto che alcuni enti territoriali, a livello comunale e provinciale, abbiano sollevato dubbi legati alla libera circolazione delle summenzionate bike speciali, proprio a fronte della mancanza di chiarezza normativa in ordine alla loro omologazione;

   capita poi che alcune amministrazioni, per consentire l'attività di noleggio con conducente di tali veicoli in sede di ricezione della Scia per l'esercizio di detta attività, ritengano sufficiente la sola dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore –:

   se sia corretto ritenere che i velocipedi a più ruote simmetriche possano circolare anche con noleggio con conducente senza omologazione e sulla base del solo certificato di conformità rilasciato dal produttore.
(4-11802)


   MORRONE e RAFFAELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   la ripresa del settore edilizio italiano, incoraggiata dalle agevolazioni fiscali elargite dal Governo e dedicate alla riqualificazione di edifici e lavori di manutenzione stradale, sta attualmente affrontando alcune serie difficoltà a causa del forte aumento dei costi delle materie prime, a cui si aggiunge anche la difficoltà nel reperire gli elementi e i prodotti necessari per l'esecuzione dei lavori;

   in particolare, scarseggiano sul mercato le materie prime derivate dal petrolio, il tutto aggravato dall'aumento vertiginoso degli idrocarburi e dell'energia elettrica. Si parla di aumenti che hanno raggiunto addirittura il 60 per cento con il costo del gas che risulta più che raddoppiato. Tutto questo si traduce in una crisi dei cantieri già avviati;

   da gennaio 2022 ad oggi il costo del bitume (prodotto di derivazione petrolifera essenziale per la costruzione e la manutenzione delle strade e non solo) è aumentato del 40 per cento;

   il rischio concreto è che molte imprese falliscano e che si metta in discussione l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) a livello nazionale, con ulteriori rischi imprevedibili per il nostro sistema-Paese;

   il settore delle costruzioni, ivi comprese le infrastrutture viarie, è al centro del rilancio economico del Paese, come previsto dai piani del Governo, ma il drastico mutamento del contesto economico globale, a partire dalla fine del 2020 e inizio 2021, sta creando una situazione di profonda difficoltà alle imprese del settore, che genera le premesse per un fallimento e un immobilismo totale;

   le imprese del settore della manutenzione stradale rilevano che la situazione è ormai insostenibile; peraltro, le imprese lamentano il mancato riconoscimento degli oneri che sostengono al fine di conferire, trasformare e reimmettere nel ciclo produttivo ciò che è considerato rifiuto (fresato stradale), attraverso complessi processi che permettono di riutilizzare, nel ciclo produttivo, rifiuti trasformati in materie prime nel rispetto dell'economia circolare;

   il decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 recante «Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico», presenta secondo l'interrogante un vuoto normativo importante; ovvero, stante la normativa in essere, oggi viene richiesto alle imprese di sottoscrivere contratti applicativi (post decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4), oppure eseguire comunque i lavori relativi a contratti già sottoscritti senza potersi avvalere della clausola della revisione prezzi, poiché la gara o il contratto quadro è stato esperito in data antecedente al 27 gennaio 2022 –:

   se il Governo non intenda adottare iniziative normative urgenti per tutta la durata dell'eccezionale situazione economica legata all'incremento dei prezzi dei materiali, al fine di includere nella disciplina di cui sopra anche i lavori iniziati o prima del 27 gennaio 2022 o derivanti da accordi quadro stipulati antecedentemente alla medesima data, ovvero i lavori in corso di esecuzione, rivedendo altresì il meccanismo per l'assegnazione dei contributi e riconoscendo anche gli oneri per il trasporto e recupero o smaltimento dei rifiuti.
(4-11803)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   MONTARULI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la Cgia di Mestre ha recentemente pubblicato uno studio in base al quale il debito delle famiglie italiane nell'ultimo anno sarebbe aumentato di 851 euro raggiungendo i 22.237 euro a nucleo per 574,8 miliardi di euro complessivi con un +21,9 rispetto all'anno precedente;

   aumenta la preoccupazione nei confronti dei casi di usura, allarme già emerso durante gli ultimi due anni di pandemia e destinato ad avere ulteriore crescita alla luce della congiuntura economica e dell'aumento dei prezzi di materie prime, cibo, energia, carburante;

   è stato istituito un fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime di reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell'usura e dei reati internazionali;

   sono numerosi gli appelli a denunciare, in quanto il numero dei casi segnalati parrebbe ben al di sotto della reale portata di questo fenomeno, tra questi quello del prefetto di Bari il data 7 aprile 2022;

   la relazione semestrale della Dia in relazione a diverse regioni relativa ai primi mesi del 2021 ha peraltro evidenziato la non facile e immediata rilevazione del reato, confermando come il fenomeno potrebbe essere esponenzialmente più ampio di quanto effettivamente risultante dalle denunce a vario titolo sporte con un importante ed inquietante protagonismo della criminalità organizzata di stampo mafioso;

   sussiste la necessità di contrastare questo fenomeno con ogni mezzo ma altresì di fare prevenzione, affinché si dissuadano i cittadini in difficoltà dall'accettare prestiti spesso da parte di persone insospettabili o dal «volto amico» –:

   quali urgenti iniziative di competenza, anche normative, si intendano adottare sia sul piano della prevenzione sia su quello del contrasto per arginare in maniera ancora più incisiva il fenomeno dell'usura.
(3-02881)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MONTARULI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la prefettura – ufficio territoriale del Governo di Torino si è attivata, nelle scorse settimane, per imporre uno stop alla prassi, illegittima adottata dal sindaco della città di Torino relativamente alle registrazioni, presso l'ufficio dello Stato civile del comune di Torino, dei figli delle coppie omogenitoriali con i cognomi di entrambi i «genitori»;

   l'ammonimento, con cui il prefetto rammenta al sindaco che questi, nell'esercizio delle proprie funzioni, agisce in qualità di Ufficiale di Governo, è volto ad avvalorare il fatto che l'iscrizione anagrafica dei bambini figli di coppie omogenitoriali viola la legge e, pertanto, il comportamento posto in essere dal primo cittadino potrebbe configurare l'ipotesi delittuosa di abuso di ufficio di cui all'articolo 323 del codice penale;

   si evidenzia, inoltre, che tale ammonimento fa seguito a due pronunciamenti, rispettivamente del tribunale ordinario e della corte d'appello di Torino, con cui viene statuito che la registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali presso l'ufficio dello stato civile costituisce un comportamento contra legem e, pertanto, nelle more del giudizio di legittimità pendente innanzi alla Suprema Corte di cassazione, il tentativo di procedere alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali è da evitare;

   il sindaco, come ricordato, in qualità di ufficiale di stato civile, agisce come ufficiale di Governo e non come titolare di un potere proprio e, in forza di ciò, è sottoposto a dipendenza gerarchica da parte del Ministero dell'interno, cui deve conformarsi per direttive e disposizioni da questi impartite;

   alla luce di ciò, dunque, il comune di Torino ha interrotto, in via cautelativa, la registrazione degli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali a far data dal 23 marzo 2022, attenendosi alle normative attualmente vigenti;

   in data 8 aprile 2022, il sindaco della città di Nichelino (Torino), ha simbolicamente riconosciuto la figlia di una coppia omogenitoriale composta da due donne, dapprima facendo sottoscrivere l'atto di nascita da parte della madre naturale e, successivamente, facendo sottoscrivere un ulteriore atto di nascita da parte di entrambe le donne;

   la condotta posta in essere dal sindaco di Nichelino è da disincentivare, tanto più dopo la sospensione da parte del comune di Torino: la creazione e sottoscrizione di due atti di nascita distinti relativi al medesimo soggetto sono atti illegittimi, non previsti dall'ordinamento e rappresentano, esclusivamente, mere provocazioni ideologiche a danno della delicatezza del tema che vede protagonisti i bambini –:

   quali urgenti iniziative di competenza si intendano adottare in relazione al caso sopra descritto e per evitare che si verifichino nuovamente eventi simili a quelli in premessa narrati, essendo gli stessi non previsti all'interno dell'ordinamento dello stato civile, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000, n. 396.
(5-07869)

ISTRUZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:


   MONTARULI. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

  dal 1° aprile 2022 il personale scolastico non vaccinato può tornare a scuola, ma non è impiegato, nelle normali mansioni essendo preclusa ogni attività al contatto con la popolazione studentesca, così come da previsione del decreto-legge n. 24 del 2022 in esame alla Camera;

   testate giornalistiche televisive hanno portato all'evidenza come, in ottemperanza della sopra citata norma di fatto, siano avvenute delle discriminazioni essendo peraltro gli stessi obbligati ad operare in assenza di reali strumenti e talvolta in locali non adeguati a nessun tipo di mansione, configurandosi un vero e proprio mobbing di Stato inaccettabile a prescindere dalle convinzioni di ogni cittadino;

   a questo si aggiunge il paradosso di dover pagare i supplenti del suddetto personale;

   non si sarebbe certamente giunti a questa situazione se, peraltro, si fossero dotate le scuole di adeguati mezzi per garantire la ventilazione forzata e il ricircolo dell'aria così come effettuato in regioni come le Marche e che hanno già dimostrato di funzionare nella lotta contro il COVID-19 –:

   quali urgenti iniziative si intendano adottare per evitare il protrarsi della situazione di discriminazione e oggettivo dispendio di denaro utilizzabile in modalità più razionali ed efficaci per la scuola;

   se non si intenda finalmente provvedere alla concreta dotazione delle scuole degli strumenti di aerazione meccanica anche alla luce della necessità di monitorare la curva dei contagi.
(4-11805)


   BELOTTI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   lo scoppio e il perdurare di un conflitto bellico senza precedenti in Ucraina ha messo in fuga la popolazione in cerca di riparo in prima istanza nei Paesi confinanti e, successivamente, in altri Paesi europei in cui ricongiungersi con altri familiari o comunque cercare di cominciare da zero una nuova vita lontano dalle bombe;

   l'Italia ha già accolto numerosi profughi; si stima che moltissimi altri ne arriveranno e il Paese si è fatto trovare pronto con un piano di accoglienza che ha particolarmente a cuore le condizioni dei minori cui deve essere assicurata da subito la frequenza scolastica;

   il Ministero dell'istruzione ha attivato già dai primissimi giorni del mese di marzo 2022 un'apposita sezione sul suo sito web per offrire indicazioni alle istituzioni scolastiche che, ancora una volta, sono in prima linea e chiamate a gestire una nuova emergenza;

   del resto, il Testo unico sull'immigrazione (articolo 38 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286) garantisce il diritto allo studio ai minori stranieri presenti sul territorio italiano e prevede per costoro l'applicazione delle disposizioni nazionali in materia. La medesima tutela è garantita ai minori richiedenti protezione internazionale e ai minori figli di richiedenti protezione internazionale (articolo 21 del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142), nonché ai minori stranieri non accompagnati per i quali è prevista la predisposizione di progetti specifici che si avvalgano del ricorso o del coordinamento di mediatori culturali (articolo 14 della legge 7 aprile 2017, n. 47);

   orbene, pur riconoscendo che l'attività di coordinamento del Ministero per favorire l'integrazione scolastica degli studenti in fuga dalla guerra è stata mirabile, si deve notare che alle istituzioni scolastiche, in particolar modo a quelle secondarie di secondo grado, non sono state fornite indicazioni operative uniformi;

   i dirigenti scolastici che ricevono richieste di accoglienza da parte delle famiglie o delle istituzioni ospitanti si scontrano con alcune problematiche di ordine meramente burocratico cui assai spesso gli uffici scolastici regionali non riescono a trovar soluzione in mancanza di linee guida generali;

   a mero titolo di esempio non è chiaro se questi studenti debbano essere assicurati e a quale titolo o se il loro inserimento per questo anno scolastico debba essere curriculare o come uditori, se debbano o meno essere valutati –:

   se il Ministro interrogato intenda diramare, con la massima urgenza, ogni indicazione operativa, valevole su tutto il territorio nazionale, necessaria al rapido espletamento delle formalità burocratiche propedeutiche all'accoglienza degli studenti ucraini nelle scuole, al fine di rendere il processo di accoglienza ed integrazione il più possibile celere ed efficace.
(4-11808)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   CAPARVI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   l'aumento dei costi di produzione derivato dal rincaro dell'energia e delle materie prime, scaturito dal conflitto tra Russia e Ucraina, ha colpito duramente il tessuto economico nazionale e in particolare il comparto agroalimentare. La fase di crisi ha spinto l'azienda Colussi di Petrignano di Assisi, una delle più importanti imprese alimentari dell'Umbria, a chiedere la cassa integrazione per le prossime tredici settimane a partire dal 4 aprile 2022 per i circa 300 lavoratori dello stabilimento;

   il 31 marzo 2022 l'azienda ha incontrato le rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) e le organizzazioni sindacali territoriali per illustrare le misure che saranno adottate per fare fronte alla straordinaria congiuntura economica nazionale e internazionale;

   in particolare, l'azienda ha comunicato che «è stato condiviso un percorso di cassa integrazione ordinaria, e non di licenziamenti o chiusure aziendali, che ha l'obiettivo di minimizzare gli effetti legati agli incrementi speculativi dei prezzi delle materie prime e dei costi energetici, attraverso un utilizzo moderato dello strumento per consentire uno spegnimento alternato e selettivo di alcune linee di produzione, in base all'approvvigionamento e alla disponibilità di materie prime e di materiali di confezionamento, nonché alle mutate richieste del mercato e dei clienti. La cassa integrazione ordinaria coinvolgerà a rotazione e in modo parziale il personale di stabilimento»;

   a pesare è il prezzo dell'energia, che secondo i calcoli di Colussi group «incide del 10-20 per cento sul costo della produzione ed è aumentato ad aprile di sei volte rispetto allo stesso mese del 2021». Un aumento che ha riguardato anche le materie prime, dai cereali agli olii, la cui spesa incide per circa il 25 per cento sul costo dei biscotti e dei prodotti da colazione sfornati nello stabilimento;

   fra gennaio e dicembre 2021 – secondo l'Arera – i prezzi medi mensili dei mercati all'ingrosso hanno registrato un aumento di quasi il 500 per cento per quanto riguarda il gas naturale e del 400 per cento circa per l'energia elettrica, un rincaro che si è riversato sui prezzi di vendita nel nostro Paese a partire dal secondo semestre 2021;

   a parere dell'interrogante l'Italia deve continuare ad essere protagonista sullo scenario internazionale, ma è impensabile che l'Europa pensi di scaricare l'attuale drammatica situazione su famiglie e imprese italiane e umbre –:

   se e quali tempestive e rapide iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Governo intenda adottare con riguardo a quanto esposto in premessa, nonché per la salvaguardia dei livelli occupazionali degli operatori della filiera del mercato agroalimentare e se non ritenga utile aprire un tavolo di crisi specificamente dedicato a questo importantissimo settore.
(4-11809)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PRESTIPINO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il nuovo quadro economico delineatosi in Italia nei primi mesi del 2022 determina forti ripercussioni economiche sulle famiglie;

   a marzo in Italia, l'inflazione è cresciuta del 6,7 per cento su base annua, un record storico dal 1991;

   la crescita generalizzata e continuativa dei prezzi comporta l'incremento del fenomeno della «shrinkflation» (to shrink: restringere e inflation: inflazione) o sgrammatura. Trattasi di una tecnica di marketing che consiste nella riduzione delle quantità di prodotto presente nelle confezioni mantenendo, al contempo, inalterato il prezzo di vendita;

   si tratta di una pratica ingannevole, che consente alle aziende di risparmiare materia prima e di riversare sui consumatori i maggiori costi sostenuti nella produzione: a parità di prezzo, i consumatori inconsapevolmente acquistano fino al -30 per cento in meno di prodotto;

   i prodotti più colpiti sono quelli del comparto alimentare, i beni per la cura della casa e della persona. Esempi di prodotti oggetto di tale pratica consistono in barrette di cioccolato più piccole, pacchetti di biscotti e patatine con un numero inferiore, flaconi e bottiglie riempite con decilitri in meno;

   l'Istat ha confermato la presenza di questa inflazione occulta nel nostro Paese già dal 2012 –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non intenda adottare iniziative volte al monitoraggio del fenomeno della shrinkflation, con controlli periodici sulle dimensioni e sui prezzi dei prodotti al fine di tutelare i consumatori.
(5-07870)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   AMITRANO e DEL SESTO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 4, comma 24, lettera a) della legge 28 giugno 2012, n. 92, ha introdotto nell'ordinamento italiano il congedo obbligatorio ed il congedo facoltativo di paternità, alternativi al congedo di maternità, fruibili dal padre lavoratore dipendente, anche adottivo ed affidatario, entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio;

   tali strumenti si sono da subito configurati come preziosi ausili per i padri lavoratori, per incoraggiare la genitorialità e l'eguale distribuzione dei carichi di famiglia tra i genitori, oltre che misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro già diffuse nell'ambito di altri Paesi europei;

   il congedo obbligatorio di cui sopra è fruibile dal padre entro il quinto mese di vita del bambino e quindi anche durante il congedo di maternità della madre lavoratrice o e successivamente, ciò in quanto esso è stato configurato come un diritto autonomo, spettante al genitore indipendentemente dal diritto della madre al proprio congedo di maternità ed è riconosciuto altresì anche nel caso in cui il genitore fruisca del congedo di paternità ai sensi dell'articolo 28, decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151; dal 2016 il legislatore italiano ha prorogato questa misura, originariamente a carattere sperimentale, nelle leggi di bilancio, aumentando altresì progressivamente il numero di giorni del congedo di paternità dai due originari ai dieci attuali; la legge 31 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio 2022), ha stabilizzato la suddetta misura per cui i padri lavoratori dipendenti possono fruire di dieci giorni di congedo obbligatorio, che possono essere goduti anche in via non continuativa, in caso di nascita, adozione, affidamento o collocamento temporaneo di minori, ma anche in caso di morte perinatale del figlio;

   i benefici in questione spettano ai padri lavoratori dipendenti e non sono mai stati estesi ai dipendenti pubblici; con il parere n. 8629 del 20 dicembre 2013 il Dipartimento della funzione pubblica ha ribadito questo orientamento, poiché tale estensione è subordinata all'adozione di un apposito provvedimento normativo su iniziativa del Ministro per la pubblica amministrazione; gli istituti citati sono stati oggetto di un recentissimo riordino del decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2019/1158 relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza e che abroga la direttiva 2010/18/UE –:

   se i Ministri interrogati intendano adottare, ciascuno per quanto di competenza, iniziative volte a superare la situazione di attuale disparità tra i lavoratori del settore pubblico e quelli del settore privato in merito alla possibilità di fruire ugualmente degli istituti di cui in premessa.
(4-11800)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   TUZI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto denunciato pubblicamente da Asl (Associazione Liberi Specializzandi) sembrerebbe che nella scuola di specializzazione di Ortopedia traumatologia dell'università di Salerno, nella quale sono in corso inchieste per l'accertamento dei fatti, gli specializzandi subissero delle punizioni per essersi presentati in ritardo in reparto;

   con decreto legislativo n. 368 del 17 agosto 1999 è stato istituito l'Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica per la formazione medico-specialistica, organo che ha il compito di determinare gli standard per l'accreditamento delle strutture universitarie e ospedaliere per le singole specialità e di verificare i requisiti di idoneità delle strutture della rete formativa, definendo i criteri e le modalità per assicurare la qualità della formazione, monitorandone i risultati;

   l'osservatorio è composto da rappresentanti del Ministero dell'università e della ricerca, del Ministero della salute, della Conferenza dei rettori delle università italiane, della Conferenza delle regioni e delle province autonome e da rappresentanti delle associazioni nazionali di categoria maggiormente rappresentative dei medici in formazione specialistica;

   secondo l'articolo 43, comma 3, lettera e), del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, fino alla data dell'elezione dei rappresentanti di cui alla presente lettera, fanno parte dell'Osservatorio tre medici in formazione specialistica nominati, su designazione delle associazioni nazionali di categoria maggiormente rappresentative, dal Ministro della salute, d'intesa con il Ministro dell'università e della ricerca;

   in data 3 novembre 2011 la direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale del Ministero della salute ha richiesto alle associazioni nazionali di categoria di indicare i nominativi di tre medici in formazione, ciascuno afferente a una delle tre aree funzionali cui attengono la scuola di specializzazione;

   in data 4 novembre 2021 Asl (Associazione Liberi Specializzandi) ha inoltrato quanto richiesto e successivamente, in data 20 dicembre 2021 e in data 3 febbraio 2022, ha provveduto al sollecito dei Ministeri della salute e dell'università e della ricerca in merito alla nomina dei medici in formazione specialistica secondo quanto previsto dall'articolo 43 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368;

   l'osservatorio nazionale ha il compito di vigilare sulla qualità della formazione dei medici in specializzazione;

   in data 11 aprile 2022 l'Osservatorio risulta sprovvisto dei rappresentanti dei medici in formazione specialistica poiché non si è ancora provveduto alla nomina degli stessi –:

   se il Governo sia a conoscenza della situazione;

   quali iniziative intenda intraprendere il Governo, per quanto di competenza, affinché all'interno dell'Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica vi sia la giusta rappresentanza dei medici in formazione specialistica come previsto dal decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368.
(4-11814)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MICELI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   secondo il sito internet del Ministero dello sviluppo economico, nel 2004, è stato presentato un progetto per la realizzazione di un terminale di rigassificazione (cosiddetto rigassificatore) nel territorio di Porto Empedocle (Agrigento) dalla società Nuove Energie s.r.l. – attiva nel mercato del gas naturale liquefatto e rilevata nel 2009 dal gruppo Enel – e tale progetto è stato autorizzato con delibera n. 112/GAB del 22 ottobre 2009 della giunta regionale siciliana, a seguito del decreto di valutazione di impatto ambientale del 29 settembre 2008, emesso con prescrizioni dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

   per la costruzione dell'impianto, che sarebbe dovuto entrare in funzione entro il 2011, è stato stimato un investimento di oltre 600 milioni di euro e, secondo quanto dichiarato dagli allora vertici di Enel, «l'impianto di Porto Empedocle si pone all'avanguardia per sicurezza ed impatto ambientale e, ad oggi, è l'unico in Europa ad adottare serbatoi interrati. [...] La realizzazione delle previste opere marittime a completamento del porto favorirà lo sviluppo delle attività commerciali e turistiche dell'area»;

   a seguito di proteste e ricorsi di comitati locali preoccupati per la vocazione turistica della zona e dell'impatto ambientale dell'impianto, non si è dato seguito alla realizzazione e, secondo quanto riportato da organi di stampa, l'amministratore delegato di Enel avrebbe annunciato la ripresa del progetto, con un investimento di circa un miliardo di euro al fine di «attrezzare la Sicilia a ricevere navi gasiere e dare flessibilità di fornitura di gas»;

   secondo i media, le dichiarazioni arriverebbero a seguito della pronuncia del tribunale amministrativo regionale di Palermo di rigetto del ricorso del comune di Agrigento contro il decreto dell'assessorato regionale dell'energia di autorizzazione alla realizzazione del gasdotto servente il rigassificatore in quanto «le questioni tecniche sollevate sono state oggetto di specifici approfondimenti nel corso del procedimento, con il richiamo puntuale ai diversi pareri resi in proposito dalle amministrazioni competenti per materia»;

   la realizzazione dell'impianto è prevista in contrada Kaos, nota per le meravigliose spiagge argillose, per il legame con Luigi Pirandello – di cui ospita la casa museo e la tomba – e per la prossimità con la Valle dei Templi, inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unescu e va rilevato che l'area interessata è sottoposta a vincoli paesaggistici, ambientali ed archeologici e beneficia di una fortissima vocazione turistica e culturale;

   le evidenze scientifiche dimostrano il notevole impatto che gli impianti di rigassificazione producono nell'ecosistema marino e nel sottosuolo e il notevole arco di tempo trascorso dall'ottenimento delle necessarie autorizzazioni dovrebbe indurre ad operare nuove e più approfondite valutazioni da parte dei soggetti competenti, tenendo conto dei rischi per le aree interessate;

   ad avviso dell'interrogante, al fine di evitare una compromissione irrimediabile dell'area in questione, appare prioritario che sia il Governo ad operare un corretto ed equilibrato bilanciamento tra i potenziali benefici – in termini di incremento di posti di lavoro e di alleggerimento della dipendenza dal gas russo – ed i delicati rischi legati all'opera e che, in tale processo, sia necessario coinvolgere tutte le parti sociali interessate –:

   di quali elementi dispongano i Ministri interrogati in relazione ai fatti esposti in premessa;

   se e quali iniziative di competenza intendano intraprendere, nell'immediato, al fine di garantire la correttezza delle valutazioni dell'impatto dell'opera;

   se il Governo non ritenga di adottare ogni iniziativa di competenza per il coordinamento degli adempimenti legati al progetto.
(5-07868)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il Rettore dell'Università Roma Tre Luca Pietromarchi ha annunciato il 24 marzo 2022 le sue dimissioni anticipate (accolte dalla Ministra il 30 marzo 2022) attraverso una lettera indirizzata alla comunità accademica nella quale denuncia un clima di tensioni e contrapposizioni negli organi e nei dipartimenti su temi nevralgici, quali la distribuzione delle risorse e l'idea di sviluppo dell'Università;

   da quanto si apprende dagli organi di stampa le «due parti» contrapposte citate dal Rettore Pietromarchi sarebbero una composta dai vertici di alcuni dipartimenti più vicini alle posizioni del direttore generale Pasquale Basilicata e l'altra dai vertici di altri dipartimenti più vicini alle idee di Pietromarchi che si troverebbe in minoranza negli organi decisionali;

   a fare degenerare la situazione sarebbero stati due importanti temi come quello delle capacità assunzionali («punti organico») nei dipartimenti e quello riguardante la realizzazione del Tecnopolo, progetto al quale stanno lavorando le principali università romane che con i fondi del Pnrr mira a realizzare un ecosistema dell'innovazione;

   secondo articoli di stampa Pasquale Basilicata, direttore generale di Roma Tre dal 2012, ma direttore amministrativo della stessa università sin dal 1995, da ben 27 anni gestirebbe le risorse dell'ateneo in un modo che il quotidiano definisce «personalistico», specialmente sul fronte del mercato immobiliare, ad esempio: Basilicata vorrebbe realizzare diversi campi di padel, con un costo di 7 milioni di euro, all'interno di una enorme struttura abbandonata nel quartiere San Paolo costruita venti anni fa da Acqua Marcia immobiliare, società di Caltagirone Bellavista;

   altra controversa operazione immobiliare riguarda la vendita della prima storica sede di Architettura di Roma Tre, nel quartiere Monti, immobile di epoca tardo-rinascimentale del valore di 25 milioni di euro che dopo un'asta andata deserta è oggetto di trattativa riservata con un privato per un valore notevolmente inferiore;

   sempre secondo articoli di stampa, 5 anni fa, Basilicata bloccò il progetto per uno studentato da realizzarsi all'interno dell'ex Mattatoio per il quale era pronto un finanziamento di 10 milioni di euro dal Ministero, determinando nel 2017 le dimissioni dell'allora Rettore prof. Mario Panizza;

   dal momento che in cinque anni ben due rettori di Roma Tre si sono dimessi anticipatamente dal loro incarico, a parere dell'interrogante è evidente l'intollerabile clima di contrapposizione esistente ai vertici dell'Università Roma Tre;

   la lettera di denuncia di Pietromarchi, nel motivare le sue dimissioni, non può essere ignorata; un'istituzione culturale come l'Università dovrebbe essere tenuta al riparo da vere o presunte speculazioni o gestioni privatistiche;

   il 5 aprile 2022 anche il Prorettore Vicario di Roma Tre ha rassegnato le sue dimissioni, e conseguentemente le funzioni di Rettore (per lo svolgimento dell'ordinaria amministrazione) sono state affidate al Decano dell'Ateneo il quale ha – in base al Regolamento dell'Ateneo – anche il compito di dirigere (con il Direttore Generale) le operazioni per l'elezione del nuovo Rettore;

   sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante fare chiarezza su quanto riferito nella lettera dell'ex rettore Pietromarchi circa l'insostenibile clima di contrapposizione presente ai vertici dell'ateneo a discapito di una corretta gestione dello stesso –:

   il Governo intenda adottare le iniziative di competenza per promuovere una verifica dei servizi ispettivi di finanza pubblica circa la gestione delle risorse economiche e patrimoniali dell'università, in particolare nel mercato immobiliare;

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Governo intenda assumere volte ad evitare che l'incarico di direttore generale possa essere tenuto in una stessa università per successivi mandati e comunque prevedendo dei limiti temporali per determinare un equilibrio con gli altri organi dirigenti dell'Università.
(4-11813)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Baldino e altri n. 1-00611, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 marzo 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Tuzi.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Sarli e Ehm n. 4-11310, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 febbraio 2022, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Cancelleri.

  L'interrogazione a risposta scritta Ehm e altri n. 4-11794, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'8 aprile 2022, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Corda.