Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 1 aprile 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    la crisi pandemica ha determinato rilevanti effetti negativi per il tessuto economico degli stati membri dell'Unione europea, determinando nel 2020 un crollo del prodotto interno lordo nell'intera Unione europea del 6 per cento, del 6,5 per cento nell'eurozona e addirittura dell'8,9 per cento in Italia;

    per far fronte a ciò, una delle principali iniziative adottate dalla Commissione europea nel marzo 2020, è stata quella di utilizzare per la prima volta dall'introduzione del 2011 la cosiddetta «general escape clause» (clausola di salvaguardia) ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 1, e dell'articolo 9, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1466/97, i quali stabiliscono che: «in caso di grave recessione economica della zona euro o dell'intera Unione, gli Stati membri possono essere autorizzati ad allontanarsi temporaneamente dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine, a condizione che la sostenibilità di bilancio a medio termine non ne risulti compromessa»;

    l'utilizzo della clausola di salvaguardia ha concesso agli Stati membri di adottare per il biennio 2020/2021 delle politiche fiscali di gran lunga più espansive rispetto al passato; il deficit di bilancio della media dell'Unione europea nel 2020 è infatti aumentato al 6,9 per cento del prodotto interno lordo al 7,2 per cento nell'eurozona ed al 9,5 per cento in Italia ma comunque inferiore ad altre economie occidentali come Stati Uniti, Regno Unito o Giappone. Ciò nonostante, è opportuno ricordare che la clausola di salvaguardia non elimina il patto di stabilità e neppure le sue procedure che si esplicano anche tramite raccomandazioni, monitoraggi ed esami approfonditi sugli squilibri macroeconomici;

    il 2 giugno dello scorso anno, con una comunicazione della Commissione europea si è inoltre prorogata l'applicazione della general escape clause per tutto il 2022, prevedendo nello stesso testo la sua disattivazione per il 2023, anno in cui il prodotto interno lordo europeo secondo le previsioni, dovrebbe tornare ai livelli precrisi per la maggior parte dei Paesi europei;

    alla fragile ripresa economica post-pandemica si è aggiunta la crisi derivante dal conflitto tra Russia ed Ucraina che avrà forti ripercussioni sia per l'Unione europea che, in particolare, per il nostro Paese. Dal comparto energetico, alla finanza, passando per l'agricoltura, sono molti i settori penalizzati;

    proprio a causa della crisi ucraina, le stime di crescita per il 2022 per l'Italia sono state già riviste al ribasso dal 4,7 per cento previsto a dicembre al 2,8 per cento. Le stime economiche potrebbero essere ulteriormente riviste in negativo col prolungarsi del conflitto: secondo banca Natixis nello scenario peggiore l'Unione europea potrebbe perdere l'8,6 per cento del prodotto intero lordo a causa del conflitto. In questo scenario l'Italia non tornerebbe ai livelli di PIL del 2019 nemmeno nel 2022;

    nell'ultima dichiarazione dell'Eurogruppo del 14 marzo non si è deciso di prorogare la clausola di salvaguardia anche per il 2023, anzi si chiede agli stati «fortemente indebitati», ove possibile, di iniziare un progressivo aggiustamento fiscale per ridurre il debito pubblico;

    nonostante i numerosi appelli di economisti europei degli ultimi anni ed una risoluzione dello scorso luglio del Parlamento europeo, non sono ancora state prese iniziative concrete per una modifica strutturale del Patto di stabilità e crescita;

    è opportuno ricordare che lo stesso European Fiscal Board, con il Report 2020, ha manifestato la necessità «di passare da un sistema di valutazione essenzialmente basato sul debito ad uno più attento alla spesa pubblica, con particolare riguardo alla sua qualità». La proposta istituirebbe di fatto una expenditure rule volta a promuovere gli investimenti e parallelamente a limitare la spesa corrente;

    in più occasioni numerosi esponenti dei governi dei paesi del nord Europa si sono detti contrari ad una revisione delle normative di bilancio europee che non tenessero adeguatamente conto di percorsi di aggiustamento del debito pubblico;

    in parallelo alla discussione sulla potenziale revisione del patto di stabilità sono state istituite delle iniziative di mutualizzazione del debito, prima tramite lo strumento «sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza» (Sure) e poi tramite il pacchetto «Next Generation EU» (Ngue) che vede nel Resilience and Recovery Facility (Rrf) il suo perno principale;

    nonostante la grande propaganda mediatica, l'impatto di questi fondi – che operano quasi esclusivamente tramite prestiti sostitutivi di emissioni nazionali – è risibile. Tanto che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) necessario per ottenere le già menzionate risorse stima un impatto sul prodotto interno lordo di appena 0,3 per cento-0,6 per cento all'anno;

    inoltre, dette risorse vengono garantite solo previo espletamento delle riforme caldeggiate dalla Commissione europea tramite le raccomandazioni per Paese. A differenza di quanto si possa pensare, le erogazioni dei contributi della Rrf avvengono per tranche semestrali dopo esplicita richiesta dello Stato Membro. Le modalità di richiesta sono spiegate dall'articolo 24 del regolamento europeo e solamente gli stati che hanno fatto progressi sostanziali con le riforme, in conformità coi tempi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), possono ricevere l'erogazione del contributo. In caso negativo il pagamento viene sospeso in parte o in toto;

    lo stesso regolamento prevede che una volta ottenuti i traguardi di riforma ed investimento secondo il calendario previsto nel Pnrr, lo Stato membro può richiedere ogni sei mesi una tranche di finanziamento. La valutazione della Commissione deve però prevedere la richiesta di un parere del Comitato economico e finanziario (presieduto da tecnici non eletti). In questo consesso anche un solo Stato Membro può eccepire che vi siano scostamenti dal piano concordato ed attivare il cosiddetto «freno di emergenza». La palla passa così al Consiglio europeo che deve discutere «in modo esaustivo» e «di norma... non... più di tre mesi». Una formulazione volutamente molto vaga per lasciare spazio di persuasione e pressione allo Stato membro affinché venga posto rimedio alle riforme non ancora implementate e correggere il comportamento dello Stato membro indisciplinato;

    per come regolamentato anche Ngue si pone come un vincolo estremamente stringente per le scelte politiche degli stati membri;

    nonostante la pandemia, negli scorsi mesi, gli Stati europei hanno siglato le modifiche al Meccanismo europeo di stabilità che – contrariamente a quanto a parole si vorrebbe fare – rafforza e riafferma i vincoli del Patto di stabilità e crescita per accedere al canale di liquidità precauzionale. Tali criteri generano un'asimmetria tra i pochi stati «virtuosi» (che possono accedere immediatamente al canale di liquidità precauzionale) e il resto dei Paesi dell'eurozona (che dovrebbero invece sottoscrivere un memorandum di intesa con la Commissione e il Mes. In pratica, la modifica consente un accesso alla liquidità automatico ai paesi del Nord Europa, e rende ancora più stringente l'accesso ai Paesi del Sud Europa, tra cui l'Italia;

    la stessa riforma rafforza i poteri del Mes a discapito di quelli attualmente in capo alla Commissione europea per quanto riguarda la valutazione della concessione del sostegno finanziario allo Stato membro in difficoltà e introduce l'obbligo di inserire le clausole CACs single limb nei titoli di Stato di nuova emissione dal primo gennaio 2022. Queste clausole rendono potenzialmente più rapida e probabile un'eventuale ristrutturazione del debito pubblico, che equivale ad una perdita secca del valore dei titoli di Stato, nei momenti di stress finanziario;

    l'Italia detiene oltre 14 miliardi di euro di capitale versato, e circa 125,3 miliardi di capitale sottoscritto, nella struttura del Mes;

    nella lettera mandata dal presidente dell'Eurogruppo Pascal Donohoe a Charles Michel, presidente del Vertice euro, prima del Vertice euro dello scorso 25 marzo, in relazione all'Unione Bancaria, si chiede nuovamente di trovare un accordo per la metà del 2022 che contemperi la «diversificazione del rischio dei titoli sovrani per le banche» seguendo l'approccio tipico degli stati del nord Europa che da tempo chiedono un coefficiente di ponderazione del rischio per i titoli di stato nei bilanci bancari;

    tale ponderazione – come spesso ricordato dalle organizzazioni di settore e da importanti economisti – avrebbe pesanti ripercussioni sia per il tessuto bancario che sarebbe costretto a pesanti accantonamenti di bilancio, sia per il rendimento dei nostri titoli di stato;

    nella stessa lettera, il Presidente Donohoe ha rimarcato il lavoro che le istituzioni europee stanno compiendo, assieme alla Banca centrale europea, per istituire un euro digitale da affiancare alla moneta circolante. L'Eurogruppo ha sostenuto la necessità di un intervento legislativo dell'Unione ed anche l'iniziativa della Commissione europea di una consultazione pubblica, come parte del processo pre-legislativo, che dovrebbero concludersi entro l'anno per poi arrivare ad una proposta ad inizio 2023;

    la proposta di un euro digitale secondo molti economisti ha potenzialità enormi, che spaziano dall'affidabilità alla sicurezza dei pagamenti, ma anche devastanti per il comparto bancario che potrebbe essere quasi interamente estromesso dal sistema finanziario. Unitariamente a sistemi di identità digitale, la proposta di euro digitale potrebbe comportare un controllo totale su individui ed imprese profilando rischi per la privacy ed i diritti individuali,

impegna il Governo:

1) ad intraprendere ogni iniziativa utile nelle opportune sedi europee e nazionali finalizzata a:

  a) mantenere attiva la clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita (Psc) anche nel corso del 2023;

  b) abrogare entro la fine del 2023 l'insieme di regolamenti e direttive che dal 1997 ad oggi hanno portato all'attuale Patto di stabilità e Crescita, con particolare riferimento al cosiddetto «Six Pack» e al «Two Pak», ed inoltre, a rimuovere ogni vincolo di bilancio predeterminato da soglie di deficit strutturale basate su stime irrealistiche della disoccupazione strutturale e dell'output gap e su percorsi insostenibili di rientro dal debito o di contenimento della spesa corrente;

  c) promuovere un nuovo quadro normativo di bilancio che sia teso a degli obiettivi di finanza pubblica che possano includere dei target di disoccupazione reale e di investimenti pubblici;

  d) non presentare alcun disegno di legge di ratifica della riforma del trattato sul Meccanismo europeo di stabilità;

  e) smantellare il Meccanismo europeo di stabilità utilizzando gli oltre 14 miliardi di euro per un sostegno immediato alle piccole e medie imprese italiane;

  f) non assentire a nuove forme di mutualizzazione del debito europeo, anche per iniziative concernenti energia e difesa, che prevedano condizionalità di accesso e vincoli a riforme imposte dalla Commissione europea;

  g) porre il veto sul completamento del terzo pilastro dell'Unione bancaria qualora lo stesso includa forme di ponderazione o diversificazione obbligatoria nell'esposizione verso titoli di debito pubblico per i bilanci bancari;

  h) promuovere l'esclusione dalla vigilanza europea per i gruppi cooperativi derivanti dalla riforma del settore del 2016;

  i) favorire, per quanto di competenza, un ampio dibattito parlamentare sulle ipotesi di una legislazione europea sull'euro digitale e ad evitare che lo stesso accentri in maniera esclusiva l'emissione e controllo della moneta presso le banche centrali, danneggiando le possibilità di accesso al credito tramite banche commerciali e, inoltre, che in parallelo al progetto di identità digitale europea recentemente supportato dalla Commissione, l'euro digitale divenga uno strumento di controllo coercitivo per i cittadini europei.
(1-00620) «Raduzzi, Cabras, Colletti, Corda, Costanzo, Forciniti, Giuliodori, Maniero, Sapia, Spessotto, Testamento, Trano, Vallascas, Vianello, Leda Volpi».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BARZOTTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   con delibera del 1° maggio 2016 il Comitato interministeriale per la programmazione economica (di seguito Cipe) approvava il piano stralcio Cultura e turismo presentato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e disponeva l'assegnazione al medesimo Ministero di un importo complessivo di 1 miliardo di euro a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione territoriale, da destinare al sistema museale italiano, ai sistemi territoriali turistico-culturali (cammini, percorsi, aree vaste). Il paragrafo 1.2. lettera c) della citata delibera del Cipe disponeva una riserva pari a 170 milioni di euro di cui euro 150 milioni erano assegnati a favore di interventi afferenti al progetto di recupero di luoghi culturali dimenticati, denominato Bellezz@-Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati, ciascuno dei quali di valore non superiore a 10 milioni di euro. Con delibera del 1° maggio 2016 il Comitato interministeriale per la programmazione economica (di seguito Cipe) approvava il piano stralcio Cultura e turismo presentato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e disponeva l'assegnazione al medesimo Ministero di un importo complessivo di 1 miliardo di euro a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione territoriale, da destinare al sistema museale italiano, ai sistemi territoriali turistico-culturali (cammini, percorsi, aree vaste). Il paragrafo 1.2., lettera c), della citata delibera del Cipe disponeva una riserva pari a 170 milioni di euro di cui 150 milioni erano assegnati a favore di interventi afferenti al progetto di recupero di luoghi culturali dimenticati, denominato Bellezz@- Recuperiamo i luoghi culturali dimenticati, ciascuno dei quali di valore non superiore a 10 milioni di euro. All'esito della selezione è pervenuto alla commissione per il vaglio degli interventi un elenco di 310 proposte conformi alla delibera del Cipe del 1° maggio 2016 e al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 giugno 2017, oltre a un elenco di 217 interventi selezionati fino a concorrenza di risorse disponibili (si vedano le premesse del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 settembre 2021). Da notizie di stampa si evince che uno degli interventi selezionati era quello del Palazzo Ex Monte dei pegni, che ospita il Museo Baruffaldi, di Badia Polesine che si sarebbe aggiudicato 830 mila euro. Ad oggi, però, dopo anni, tali somme non sono state ancora liquidate all'amministrazione competente –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e se intenda adottare iniziative per dare seguito alla liquidazione delle somme a favore dell'amministrazione di Badia Polesine per l'intervento di cui in premessa.
(5-07821)


   BELLUCCI, GEMMATO, FERRO, RAMPELLI, DONZELLI, VARCHI, MASCHIO, VINCI e DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro per le politiche giovanili, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   mentre la società civile e la scuola sono quotidianamente impegnate nell'informare e sensibilizzare i giovani sui rischi che l'assunzione di ogni tipo di droga comporta, a prescindere dalla dipendenza che potrebbe causare, come dimostra, peraltro, il progetto «Hugs not Drugs» realizzato dal Moige e dalla Dcsa, con il contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per le politiche antidroga, per offrire un'informazione corretta sulla pericolosità delle sostanze stupefacenti e contribuire a diffondere la cultura della legalità nella popolazione giovanile, c'è chi incoraggia senza alcuna reticenza l'uso della cannabis e lo fa addirittura attraverso manifestazioni fieristiche;

   come sponsorizzato dai promotori sul sito internet https://canapamundi.com/, definendola «la fiera internazionale di settore più fortunata d'Europa», dal 1° al 3 aprile prossimi si svolgerà alla Fiera di Roma la settima edizione di Canapa Mundi;

   se, almeno apparentemente, il senso di una operazione commerciale e pubblicitaria di questo genere è il sostegno alle aziende che lavorano nel settore della canapa, leggendo attentamente il programma dell'evento, è evidente la volontà di promuovere e legittimare l'uso anche ricreativo della cannabis;

   tra le varie conferenze sulla coltivazione e l'uso della cannabis, spiccano, infatti, delle relazioni dai titoli piuttosto eloquenti, come la «Presentazione del libro bianco sulle droghe con focus sulle sanzioni amministrative»: il Libro Bianco sulle droghe è un rapporto indipendente promosso, tra gli altri, dal Forum Droghe sugli effetti e i danni del Testo Unico sulle droghe, presentato ogni anno in occasione della campagna internazionale di mobilitazione Support! don't Punish; durante la presentazione del Libro, Marco Perduca, che coordina la campagna Legalizziamo!, ha commentato incredibilmente: «Se neanche il lockdown ferma i consumi vuol dire che gli italiani e le sostanze proibite hanno un rapporto consolidato. Per questo occorre valutare l'impatto di una legge che penalizza comportamenti senza vittime e crea rischi e danni a chi invece consuma problematicamente»;

   sempre domenica, come riportato sul programma, si terrà la conferenza «I costi del proibizionismo e i modelli internazionali di regolamentazione legale della cannabis» e l'ultimo workshop della giornata si intitola «Coltivazione per tutti: Un corso che ti fornirà tutti gli elementi per far crescere le tue piante forti e rigogliose: dalla scelta della terra, passando per il vaso, fino ad arrivare alla raccolta, passando per tutte le fasi di coltivazione»;

   nessun dubbio sulla reale finalità della manifestazione lasciano i titoli dei dibattiti organizzati nella Sala Lounge che prevedono: «venerdì: “Legalizzazione”, Sabato: “Disobbedienza civile collettiva, unica soluzione”, Domenica: “Il mondo che cambia”»;

   e non solo, perché per consentire veramente a tutti di partecipare all'evento, genitori compresi, l'organizzazione si è prodigata per garantire anche l'«Area bimbi» per una fiera in cui gli espositori spiegano come coltivare, diffondere e utilizzare la cannabis;

   la relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze in Italia (Anno 2020), elaborata dal Dipartimento per le politiche antidroga, indica come circa uno studente su 4 tra 15 e 19 anni abbia assunto sostanze psicoattive illegali nel 2019;

   significativo è stato l'aumento dei ricoveri dei giovani droga-correlati negli ultimi cinque anni: 44 per cento nel complesso e 49 per cento nei giovani di 15-24 anni;

   l'articolo 82 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 punisce con la reclusione da uno a sei anni «Chiunque pubblicamente istiga all'uso illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, ovvero svolge, anche in privato, attività di proselitismo per tale uso delle predette sostanze, ovvero induce una persona all'uso medesimo»;

   quali immediate iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda assumere in relazione ai rischi connessi alla promozione e alla legittimazione dell'uso anche ricreativo di cannabis.
(5-07827)

Interrogazioni a risposta scritta:


   ZANELLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   la Presidente della Commissione europea e il Presidente degli Stati Uniti hanno annunciato un accordo preliminare sullo scambio di dati tra Europa e gli Stati Uniti;

   come noto la Corte di giustizia dell'Unione europea ha stabilito la nullità dei precedenti accordi, noti come Safe Harbor e Privacy Shield, in quanto le leggi in vigore negli Stati Uniti non garantiscono la privacy agli utenti europei (le agenzie di intelligence possono accedere ai dati stranieri per qualsiasi motivo e senza autorizzazione della magistratura);

   la Presidente della Commissione europea ha dichiarato che il nuovo accordo consentirà il trasferimento dei dati tra Europa e Stati Uniti, garantendo sicurezza e privacy: non sono stati tuttavia forniti i dettagli;

   il nuovo Trans-Atlantic Data Privacy Framework è stato presentato come un impegno senza precedenti da parte degli Stati Uniti «per attuare riforme che rafforzeranno la privacy e le protezioni delle libertà civili applicabili alle attività di intelligence dei segnali degli Stati Uniti»;

   come dianzi esposto, con la sentenza Schrems II la Corte di giustizia dell'Unione europea aveva vietato totalmente – in relazione all'articolo 50 USC il trattamento/trasferimento dei dati personali dalla Unione europea verso tutti i «fornitori di servizi di comunicazione elettronica» con sede negli Stati Uniti e qualsiasi flusso di dati negli Stati Uniti verso tali soggetti in quanto non protetto da norme di divieto di intercettazioni da parte della National Security Agency – Nsa;

   secondo quanto appreso dalla stampa, nell'accordo sarebbero previsti stringenti obblighi per le aziende che trattano i dati trasferiti dall'Unione europea, ma tali aziende potranno autocertificare la propria adesione ai Principi di protezione dei dati attraverso il Dipartimento del commercio;

   la Corte di giustizia e le raccomandazioni del Comitato europeo per la protezione dei dati personali 1/2020 e 2/2020 hanno, invece, chiaramente imposto quale precondizione di liceità dei trasferimenti valutazioni documentabili circa le condizioni sostanziali di effettiva tutela dei dati trasferiti nell'ordinamento giuridico del Paese di destinazione dei dati;

   a parere degli interroganti sembra che ancora non si siano trovate soluzioni giuridiche effettive e soluzioni pienamente funzionanti ai problemi sollevati dalla Corte di giustizia –:

   quale sia la posizione assunta dal Governo in seno al Consiglio dell'Unione europea nonché quali siano le misure specifiche supplementari per legittimare il trasferimento dei dati all'estero nel rispetto degli articoli 44 e seguenti del regolamento generale dell'Unione europea sulla protezione dei dati (Gdpr) e della sentenza Schrems II della Corte di giustizia dell'Unione europea.
(4-11729)


   ZUCCONI, DE TOMA e CAIATA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   come denunciato a più riprese da imprese e consumatori, oltre che da diversi attori istituzionali, in Italia è in corso una forte ondata speculativa sui prezzi dei prodotti energetici con particolare riguardo del gas;

   questo fenomeno è ormai sotto gli occhi di tutti: già dal 18 marzo 2022 l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha notificato, con l'aiuto del nucleo speciale antitrust della Guardia di finanza, «dettagliate richieste di informazioni alle maggiori compagnie petrolifere» con l'obiettivo di «accertare eventuali violazioni delle norme in materia di abuso di posizione dominante o di intese restrittive della concorrenza»;

   nel corso di una recente audizione in Commissione finanze presso il Senato della Repubblica, il comandante generale della guardia di finanza Giuseppe Zafarana, in merito a questi episodi speculativi, ha suggerito una modifica delle disposizioni del codice penale (articoli 501 e 501-bis) che attualmente servono a perseguire le frodi e le manovre speculative, per «renderle concretamente idonee a tutelare l'economia e i consumatori in delicati momenti congiunturali come quello attuale». Secondo lo stesso comandante generale sarebbe opportuno accentuare il carattere deterrente delle norme sopracitate aumentando le pene edittali attualmente fissate nel massimo a 3 anni di reclusione, «in modo da consentire l'utilizzo di mezzi di ricerca della prova più efficaci»;

   il direttore dell'Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli, dottor Marcello Minenna, in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero, ha confermato l'ondata speculativa in corso, dichiarando come il prezzo massimo di importazione che l'Agenzia abbia rilevato sia di 60 centesimi al metro cubo, ma come lo stesso venga scambiato in Borsa a 1,6 euro;

   nell'intervista il direttore Minenna, intervenendo sul decreto-legge 21 marzo 2022, n. 22, ha rimarcato come non si sia provveduto a distinguere tra depositi fiscali e depositi commerciali di benzina e gasolio inclusi i distributori stradali. Chi ha un deposito commerciale (come un distributore di benzina), infatti, ha già pagato l'accisa; ciò invece non accade per i depositi fiscali, che in genere fanno capo ai gruppi più grandi sul mercato e pagano l'accisa solo quando il carburante viene «estratto» dal deposito. Per chi ha un deposito commerciale il taglio dell'accisa equivale a una svalutazione della benzina e del gasolio che ha in magazzino. Ciò vuol dire che si trova costretto a rivenderla ad un prezzo minore riducendo i suoi guadagni o andando in perdita;

   il Ministro Cingolani ha dichiarato come la colpa di questa bolla speculativa sia della piattaforma «Ttf» (Title Transfer Facility) di Amsterdam, il mercato virtuale per lo scambio del gas naturale con sede in Olanda ed uno dei principali mercati di riferimento per lo scambio del gas in Europa, che ha in mano il grosso del mercato dei contratti finanziari e che sembrerebbe puntare più alla speculazione che all'effettivo acquisto di gas per rivenderlo –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano adottare – ed in caso contrario perché non si ritenga di assumere – affinché si metta fine al fenomeno speculativo che sta investendo il settore dei prodotti energetici con particolare riguardo a quello della benzina e del gas;

   quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano adottare – ed in caso contrario perché non si ritenga di assumere – al fine di garantire un più agevole monitoraggio civico in un'ottica di simmetria informativa mediante l'accesso agli accordi e ai contratti stipulati fra l'Italia e i Paesi fornitori di idrocarburi;

   quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano adottare – ed in caso contrario perché non si ritenga di assumere – al fine di far rispettare integralmente i contratti pluriennali in essere legati all'approvvigionamento di gas stipulati in tempi antecedenti alla crisi internazionale dovuta alla guerra fra la Russia e l'Ucraina, anche al fine di salvaguardare i consumatori.
(4-11732)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   SPENA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   David Beasley, direttore esecutivo del Wfp ha dichiarato che quanto sta avvenendo in Ucraina ha creato «una catastrofe alimentare di portata globale» dal momento che l'agenzia Onu, che dava da mangiare a 125 milioni di persone prima del 24 febbraio 2022, ha dovuto iniziare a tagliare le razioni a causa dell'aumento di cibo e carburante e le spese di spedizione per milioni di famiglie in tutto il mondo;

   al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Beasley ha spiegato che l'Ucraina è passata dall'essere «il granaio d'Europea» ad avere bisogno essa stessa di pane: era ucraino, infatti, il 50 per cento del grano acquistato dal Wfp per i Paesi con maggiore necessità;

   il vice segretario di Stato e capo negoziatrice Usa nei colloqui con Mosca sull'Ucraina, Wendy Sherman ha sostenuto che i russi «stanno impedendo a circa 94 navi che trasportano cibo per il mercato mondiale di raggiungere il mar Mediterraneo» e starebbero «bloccando l'accesso ai porti ucraini, sostanzialmente tagliando le esportazioni di grano»;

   lo stop alle esportazioni di grano dall'Ucraina andrà a gravare soprattutto su Paesi dove è già diffusa la povertà tra la popolazione e alle prese con una grave crisi politica: il Libano importa il 74 per cento di grano ucraino, lo Yemen ne importa il 22 per cento;

   anche Paesi come l'Egitto (il 30 per cento), la Libia (43 per cento) e la Tunisia (47,7 per cento) sono grandi importatori di grano ucraino e sono stati spesso teatro di rivolte popolari – anche recentemente – causate proprio dall'aumento del prezzo del pane;

   questi Paesi del Nord Africa sono tra le principali terre d'origine e di transito dei flussi migratori verso l'Italia che, in caso di peggioramento dell'instabilità politica interna, sarebbero destinati ad aumentare ulteriormente –:

   se siano a conoscenza di quanto rilevato in premessa;

   quali urgenti iniziative il Governo intenda porre in essere a livello internazionale per prevenire quella che David Beasley, direttore esecutivo del Wfp, ha definito la «peggiore crisi alimentare dalla seconda guerra mondiale»;

   se il Governo non ritenga di dover valutare già da ora una strategia di più ampio respiro, alla luce della possibilità che i flussi migratori verso il nostro Paese aumentino parallelamente alla diffusione della povertà e dell'instabilità politica nei Paesi del Nord Africa e del Medioriente.
(4-11730)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   FIORINI. — Al Ministro della cultura, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la Bugatti, casa automobilistica francese fondata nel 1909 dall'emigrato italiano Ettore Bugatti, ha avuto il suo periodo d'oro negli anni 1920 e 1930;

   nel 1987, il marchio venne comprato da Romano Artioli che riprese la produzione costituendo la società italiana Bugatti Automobili, a Campogallino in provincia di Modena, che poi ha cessato ogni attività nel 1995;

   dalla chiusura ad oggi, a prendersi cura della struttura dismessa è stata una famiglia di ex lavoratori che, volontariamente, ha cercato di preservarla non solo dal degrado e dall'incuria, ma anche di far continuare a vivere questo marchio storico, simbolo non solo dell'azienda ma dell'intero territorio, attraverso le visite guidate e l'archivio curato dall'Associazione storico culturale «Bugatti Automobili Campogalliano APS»;

   l'Associazione, nata nel 2021 senza scopo di lucro, ha l'obiettivo di raccogliere, tutelare, proteggere e valorizzare tutto il patrimonio storico del brand Bugatti in Italia. Al momento, l'archivio comprende più di mille tra oggetti e documenti e ha anche una importante raccolta fotografica;

   di recente lo stabilimento, una pregevole testimonianza di architettura industriale di fine Novecento, è stato comprato da un collezionista e investitore americano che ha iniziato i lavori di trasformazione per ospitare il museo dell'auto più grande d'Europa;

   purtroppo, i primi segnali del nuovo progetto sembrano andare contro l'originalità della struttura che dovrebbe essere, invece, tutelata da stravolgimenti che potrebbero ridurne il valore storico, artistico e culturale, compromettendo anche le caratteristiche architettoniche;

   infatti, la nuova proprietà ha fatto già eliminare la scritta «Bugatti Automobili» dal muretto situato all'ingresso principale e il grande logo che caratterizzava la facciata dello stabilimento;

   con lo smantellamento della Bugatti un pezzo della Motor Valley italiana e un simbolo della memoria del nostro tessuto produttivo se ne va con il rischio che si perda la storia e la natura di un'opera che ha dato lustro al territorio e al made in Italy nel mondo intero e che invece dovrebbe essere salvaguardata –:

   se il Governo intenda porre in essere un'iniziativa per la protezione del diritto d'autore, per il riconoscimento del particolare carattere artistico di quest'opera di architettura contemporanea e per garantirne la tutela dei contenuti tecnici e sociali, posto che essa si configura come un esempio di architettura industriale;

   se da parte degli organi competenti vi sia stato un interessamento ai fini del riconoscimento del particolare carattere artistico ai sensi della legge 22 aprile 1941, n. 633, articoli 20, comma 2 e 23 sulla protezione del diritto d'autore per l'ex stabilimento Bugatti e quali siano state le eventuali osservazioni in merito;

   se abbiano predisposto o intendano predisporre iniziative di supporto a progetti specifici affinché si possa continuare a raccogliere, raccontare e far rivivere la storia della Bugatti italiana anche in futuro, in modo che innovazione e conservazione possano essere fattori complementari.
(4-11728)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CAVANDOLI, GOLINELLI e CESTARI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2022 (legge n. 234 del 2021) stabilisce la proroga del superbonus del 110 per cento per le spese sostenute, a fronte di interventi di efficientamento energetico e miglioramento ai fini antisismici eseguiti nelle aree terremotate; in particolare, così come modificato, il comma 8-ter circoscrive «per gli interventi effettuati nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi a far data dal 1° aprile 2009 dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza, la detrazione per gli incentivi fiscali di cui ai commi 1-ter, 4-ter e 4-quater spetta, in tutti i casi disciplinati dal comma 8-bis, per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025, nella misura del 110 per cento»;

   il medesimo decreto, all'articolo 119, comma 8-bis, prevede che «Per gli interventi effettuati su unità immobiliari dalle persone fisiche di cui al comma 9, lettera b), la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, a condizione che alla data del 30 giugno 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell'intervento complessivo»;

   così come richiamato dall'interpello Agenzia delle entrate Reggio Emilia n. 909-202 del 2022, «emerge inequivocabilmente la volontà di estendere quanto più possibile, temporalmente e sostanzialmente, l'applicazione della norma agli interventi su immobili che insistono nei territori colpiti da eventi sismici, al fine di favorirne quindi la ripresa e la rigenerazione urbana dei territori interessati colpiti da tali calamità.»;

   invero, con risoluzione n. 8/E del 15 febbraio 2022 l'Agenzia delle entrate ha definito che l'applicazione degli interventi nei territori colpiti da eventi sismici si applica su edifici residenziali o unità immobiliari a destinazione abitativa «per i quali sia stato accertato – mediante scheda AeDES o documento analogo – il nesso causale tra danno dell'immobile ed evento sismico, nonché situati in uno dei comuni di cui alle regioni interessate da eventi sismici per le quali è stato dichiarato lo stato di emergenza»;

   a parere degli interroganti, quanto in chiarimento dalla medesima risoluzione, appare restrittivo e in contrasto in ordine alla finalità di cui all'articolo 119, comma 8-ter, del suddetto decreto (quindi a «tutti i casi disciplinati dal comma 8-bis»), escludendo di fatto una potenziale platea beneficiaria individuabile negli edifici unifamiliari rientranti nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatesi a far data dal 1° aprile 2009 e dove sia stato dichiarato lo stato di emergenza –:

   se il Ministro interrogato non intenda adottare iniziative di carattere normativo idonee a sanare le predette distorsioni, anche al fine di fugare qualsivoglia dubbio circa l'estensione degli incentivi al 31 dicembre 2025 per i territori sovra individuati.
(5-07823)

Interrogazioni a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con determinazione n. 245928 del Comandante Generale della Guardia di finanza del 3 settembre 2021, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – 4a Serie Speciale, n. 72, del 10 settembre 2021, è stato indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, per il reclutamento di n. 1.409 allievi finanzieri – anno 2021;

   il signor Selvaggi, dopo essere stato ammesso a sostenere le prove previste e dopo averle superate brillantemente tutte, riceveva, in data 3 marzo 2022, con determinazione n. prot. 0063848/2022 del Signor Capo del I Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, I Reparto – Ufficio Reclutamento e Addestramento, comunicazione di esclusione dalla procedura reclutativa menzionata in quanto erroneamente e/o illegittimamente ritenuto carente «del requisito previsto dall'articolo 2, comma 1, lettera a), della richiamata determinazione n. 245928/2021 poiché – alla data di scadenza del termine di presentazione della domanda di partecipazione al concorso (11 ottobre 2021) – avente un'età anagrafica superiore al limite massimo consentito, come incrementato per i soli periodi di servizio militare eventualmente prestati o in corso di svolgimento al 6 luglio 2017»;

   l'articolo 2049 del decreto legislativo n. 66 del 2010, rubricato «Elevazione del limite di età per la partecipazione ai concorsi pubblici», prevede che «Per la partecipazione ai pubblici concorsi il limite massimo di età richiesto è elevato di un periodo pari all'effettivo servizio prestato, comunque non superiore a tre anni, per i cittadini che hanno prestato servizio militare (...)»;

   prevede, inoltre, la lettera d) dell'articolo 2, comma 1, n. 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 487 del 1994, l'innalzamento dell'età massima richiesta dal bando nella misura di un periodo pari all'effettivo servizio prestato, comunque non superiore a tre anni, a favore dei cittadini che hanno prestato servizio militare volontario, di leva e di leva prolungata;

   il signor Selvaggi, nato il 9 dicembre 1993, e perciò avente alla data di scadenza del termine di presentazione della domanda di partecipazione al concorso (11 ottobre 2021), una età di 27 anni 10 mesi e 8 giorni, è stato incorporato nella Marina Militare in data 13 maggio 2019 ed è tuttora in servizio;

   pertanto, il signor Selvaggi avrebbe avuto diritto all'innalzamento dell'età richiesta risultando, alla data di scadenza del termine per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso di cui trattasi, in possesso del requisito dell'età massima, avendo meno di 28 anni (due anni aggiuntivi ai 26 indicati dal bando);

   peraltro, è il bando a parere dell'interrogante da considerarsi illegittimo a monte, specificamente nelle clausole (articolo 2, comma 1, lettera a), in cui è previsto un limite massimo di età per partecipare alla selezione in parola inferiore rispetto a quello previsto dalla legge ovvero che applica, ai fini della determinazione della età massima per partecipare al concorso de quo, criteri di calcolo illegittimi in quanto diversi ed immotivatamente più stringenti rispetto a quelli previsti dalla citata normativa;

   è evidente dunque, a giudizio dell'interrogante, che l'esclusione del signor Selvaggi rappresenti una grave lesione dei suoi diritti e che il requisito anagrafico indicato nel bando, segnatamente per quanto concerne l'incremento del limite per coloro i quali prestano o hanno prestato servizio militare, configuri una palese violazione della normativa richiamata;

   si presume che molti altri candidati, nelle medesime condizioni del signor Selvaggi, siano stati parimenti raggiunti dal provvedimento di esclusione; tale circostanza integrerebbe la votazione del consolidato principio di concorsualità e della più ampia partecipazione –:

   se intenda, per quanto di competenza, intraprendere iniziative volte ad assicurare la piena regolarità della procedura concorsuale citata, provvedendo a reintegrare quanti ingiustamente esclusi.
(4-11736)


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nella notte del 29 giugno 2009 il deragliamento di un treno merci trasportante Gpl scatenò un forte incendio e l'esplosione di tre palazzine adiacenti alla stazione ferroviaria di Viareggio, causando la morte di trentadue persone, di cui tre bambini;

   per i tragici fatti venne rinviato a giudizio anche l'ingegnere Mauro Moretti nella qualità di amministratore delegato di Rete Ferroviaria italiana S.p.a. di Ferrovie dello Stato S.p.a., per i reati di omicidio plurimo colposo, lesioni colpose, incendio e disastro ferroviario, aggravati dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro;

   nel primo processo di appello l'ingegnere Moretti, rinunciando alla prescrizione per i reati di lesioni colpose e incendio doloso, venne condannato a sette anni di reclusione;

   nel mese di gennaio 2021, la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza, stabilendo che nel processo di appello bis l'ingegnere Moretti dovesse nuovamente manifestare l'intenzione di rinunciare o no alla prescrizione dal momento che vi rinunciò prima che cadesse in prescrizione l'accusa di omicidio colposo plurimo, venuto meno a seguito della ritenuta insussistenza da parte degli ermellini dell'aggravante della violazione di norme sulla sicurezza sul lavoro;

   l'ingegnere Moretti – alla prima udienza del processo d'appello bis – ha dichiarato di accettare la prescrizione per il reato di omicidio colposo plurimo, scatenando l'indignazione dei presenti in aula;

   le recenti decisione assunte – pur rientrando nel diritto di difesa — lasciano sgomenti i familiari e tutti coloro che hanno seguito questi lunghi tredici anni nella speranza che venisse fatta giustizia per le vittime della strage;

   tale speranza sembra svanire atteso che, in virtù della prescrizione, la condanna se confermata nel nuovo processo potrebbe essere anche inferiore consentendo all'ingegnere Moretti di usufruire dei benefici alternativi alla detenzione in carcere. A fronte di interessi più elevati, vengono calpestati i principi della certezza della pena e della tutela delle vittime dei reati;

   a ciò si aggiunga che, nonostante la prima condanna, nel 2021 l'ingegnere Moretti entrò a far parte del consiglio di amministrazione del gruppo societario PSC S.p.a. in qualità di consigliere non esecutivo, assumendo altresì la carica di amministratore delegato. PSC Group S.p.a., società specializzata nell'impiantistica e nell'elettromeccanica anche nel settore ferroviario, con un consistente volume di affari nel mondo, è partecipata al 10 per cento dalla società pubblica Fincantieri per il 9,64 per cento da Simest S.p.a., società contratta controllata da Cassa depositi e prestiti;

   tale nomina in una società a partecipazione pubblica apparve, sin da subito, incompatibile sul piano etico con le gravi accuse per la strage ferroviaria e a distanza di 13 anni, dopo una prima condanna a sette anni e la successiva accettazione della prescrizione per il reato di omicidio colposo, appare inverosimile che si acconsenta all'ingegnere Moretti, almeno fino all'esito definitivo del giudizio, la permanenza in carica nel consiglio di amministrazione;

   una società a partecipazione pubblica di grande rilievo economico dovrebbe avere assoluto riguardo per le caratteristiche personali connesse allo status giuridico e all'integrità morale dei componenti del proprio consiglio di amministrazione, con particolare attenzione per i pregressi rapporti del componente (del Cda) con il sistema giudiziario penale –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intendano adottare affinché la società partecipata, Psc S.p.a., si attenga ai principi etici della pubblica amministrazione, e in particolare, quali iniziative, anche di carattere normativo, si intendano intraprendere per prevedere che i componenti degli organi di direzione e controllo delle società quotate a partecipazione pubblica non debbano aver riportato sentenze di condanna anche non definitive per gravi reati connessi all'esercizio della propria professione e se non intendano – a seguito degli ulteriori risvolti processuali – ritenere incompatibile o quanto meno inappropriata, dal punto di vista valoriale ed etico, la permanenza in carica dell'ingegnere Moretti presso il consiglio di amministrazione della società Psc Group S.p.a.
(4-11737)

GIUSTIZIA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   i giorni 11 e 12 dicembre 2021 una delegazione dell'Associazione «Radicali Cuneo Gianfranco Donadei» e di «Radicali Italiani», autorizzata dal Dipartimento di amministrazione penitenziaria si è — recata presso la casa di reclusione «Giovanni Montalto» di Alba, presso la casa circondariale di Cuneo e presso casa di reclusione «Roberto Morandi» di Saluzzo;

   durante queste visite sono state riscontrate criticità dovute non soltanto alla mancanza di personale, ma anche allo stato generale delle strutture. Queste risentono sia dell'usura dovuta al tempo sia del procrastinarsi degli interventi di ristrutturazione, in alcuni casi già previsti, che non hanno avuto ancora inizio;

   i lavori di ristrutturazione, inoltre, compromettono l'impiego in maniera efficiente degli impianti, tanto che al momento essi risultano essere sottoutilizzati;

   le stesse problematicità sono state individuate dal Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Bruno Mellano all'interno del VI dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi presentato lo scorso dicembre;

   presso la casa di reclusione «Montalto» di Alba, su tre padiglioni totali che la compongono ne risulta operativo da sei anni solamente uno; ciò implica che su una capacità complessiva di 142 detenuti, ne siano ospitati solamente 39. Nonostante gli interventi del servizio di Manutenzione ordinaria dei fabbricati (Mof) abbiano permesso dei lavori di ristrutturazione in economia, le condizioni della struttura necessitano di un intervento più incisivo. A tal fine, a seguito dell'aggiudicazione dell'appalto è stata individuata la ditta incaricata, tuttavia ancora a dicembre 2021 i lavori non risultavano avviati. Il procrastinarsi degli interventi rischia di aggravare le condizioni dello stabile e comportare quindi delle opere maggiori rispetto a quelle precedentemente preventivate; l'area bimbi, destinata alla visita dei famigliari, attualmente è chiusa a causa del muro di cinta pericolante, che peraltro circonda anche il padiglione attualmente funzionante. Gli uffici del personale sono sprovvisti di riscaldamento e si segnalano macchie di umidità in diverse parti della struttura. Le palestre sono piccole e con attrezzi usurati, alcuni quasi inutilizzabili. I detenuti, al momento della visita, erano 38, gli agenti 110 e gli educatori 2;

   presso la casa circondariale di Cuneo risultano in attesa di completamento i lavori di ristrutturazione volti all'ampliamento e al ripristino di novanta posti detentivi, che sarebbero dovuti terminare a maggio 2021, ma che ad oggi risultano lontani dal loro completamento. Questo stato di cose limita inevitabilmente, anche in questo caso, la capacità della struttura di accogliere detenuti, che al momento sono 227 su una capacità di 418 posti; la casa circondariale presenta, inoltre, alcune problematiche relative alla mancanza di personale e alla difficile gestione di alcuni utenti con problemi psichiatrici, che andrebbero ricollocati in strutture più adatte. Inoltre, a differenza di altri istituti, le celle sono aperte per non più di otto ore al giorno: l'amministrazione giustifica la scelta per ragioni di privacy, ma ciò impone la permanenza dei detenuti nelle celle per la maggior parte delle ore del giorno. Urge riattivare le serre interne, nonché intervenire per garantire spazi decorosi per una palestra ginnica e per un campo sportivo esterno;

   nella casa di reclusione «Morandi» di Saluzzo, secondo quanto riportato dalla delegazione dell'Associazione «Radicali Cuneo Gianfranco Donadei» e di «Radicali Italiani», in violazione dell'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000, le celle ubicate nei due padiglioni più obsoleti risultano sprovviste delle docce all'interno dei bagni; la situazione è già stata segnalata dall'Associazione «Radicali Cuneo Gianfranco Donadei» con una diffida ad adempiere, inviata al Ministero della giustizia al dipartimento di amministrazione penitenziaria e alla direzione della casa di reclusione di Saluzzo in data 16 gennaio 2022. Alla diffida non è seguita una risposta, per cui alcuni attivisti dell'associazione hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica di Cuneo il 14 marzo 2022, in cui si ipotizza il reato di omissione d'atti d'ufficio a carico di ignoti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle criticità esposte in premessa e quali iniziative intenda adottare per risolverle.
(2-01473) «Magi».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MICELI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto si apprende da organi di stampa, alcuni giorni fa il noto avvocato penalista lucano Antonio Murano – in una missiva del 25 marzo 2022 indirizzata, tra gli altri, al Presidente ed al Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Potenza e al Consiglio Superiore della Magistratura –, dopo l'accoglimento dell'istanza di differimento di una udienza penale da parte del Collegio B del Tribunale di Potenza a seguito di legittimo impedimento per motivi di salute corroborato da idonea certificazione medica, avrebbe ricevuto presso il suo domicilio una visita da parte di un medico accompagnato dai Carabinieri su disposizione della Procura della Repubblica di Potenza;

   nell'accoglimento dell'istanza di rinvio dell'udienza, il Tribunale di Potenza avrebbe rigettato contestualmente alcune richieste del Pubblico Ministero, il dottor Giuseppe Borriello, di disporre una verifica sulle condizioni di salute dell'avvocato e di trasmettere il certificato medico alla Procura competente;

   l'avvocato si sarebbe mostrato disponibile alla visita, nonostante tale disponibilità, l'avvocato avrebbe appreso «di essere indagato, non so per cosa, e nell'ambito di tali indagini sono stati disposti gli interrogatori di mia madre (ultraottantenne), mio fratello e mio figlio», misure a carico del medico che aveva prodotto la certificazione e la perquisizione dello studio legale dell'avvocato con conseguente richiesta di acquisizione delle immagini del sistema di videosorveglianza;

   secondo l'avvocato, tali richieste sarebbero state avanzate «pur non essendo, i suddetti visitatori, muniti di alcun provvedimento giudiziario, e pur in assenza delle obbligatorie informazioni di cui all'articolo 369 e 369-bis c.p.p.» e senza che fosse «notificato alcun avviso di garanzia che legittimasse atti invasivi della privacy» e che, ciononostante, l'avvocato – «pur sussistendo i presupposti per opporsi» – avrebbe acconsentito a tutti gli accertamenti del caso «animato da uno spirito collaborativo e non avendo alcunché da occultare»;

   secondo l'avvocato non «si comprende la ragione di un simile sospetto che ha portato all'immediata iscrizione della notitia criminis con cotanto “dispiego di forze”, posto che il procedimento penale oggetto di rinvio non è prossimo alla prescrizione, i cui termini sarebbero rimasti, in ogni caso, sospesi, visto il differimento per motivi di salute del difensore» e posto che «il Collegio aveva ritenuto inopportuno qualsiasi accertamento, rigettando la relativa richiesta»;

   a seguito della notizia, si è levato unanime il coro di solidarietà da parte delle associazioni forensi;

   secondo il Procuratore della Repubblica di Potenza, il dottor Francesco Curcio, si sarebbe proceduto alle indagini «sulla base sia del verbale riassuntivo di udienza del Tribunale, in cui si disponeva la trasmissione “con urgenza” a questo Ufficio, di copia del predetto verbale e del certificato medico in questione che, soprattutto, sulla base di ulteriori e diverse circostanze di fatto concernenti la certificazione medica di cui si parla [...] che hanno reso doverosi gli accertamenti in corso», tra l'altro smentendo di aver disposto perquisizioni, sequestri ed altre attività invasive della sfera personale di alcuno dei soggetti coinvolti nella vicenda;

   ad avviso dell'interrogante, sono sempre e prioritariamente da tutelare le garanzie costituzionali e processuali sul giusto processo, sul diritto di difesa, sulla parità delle parti, sul principio di leale collaborazione e di rispetto dei ruoli in giudizio, specie tra avvocatura e magistratura, e sul legittimo impedimento al fine di garantire la necessaria separazione tra poteri ed impedire ogni abuso di sorta delle proprie prerogative a scapito della classe forense e, per suo tramite, delle parti assistite –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato in relazione ai fatti esposti in premessa;

   se e quali iniziative di propria competenza, anche di natura ispettiva, intenda intraprendere nell'immediato sui fatti di cui in premessa al fine di disporre maggiore ed effettiva tutela dei principi costituzionali e processuali.
(5-07825)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, per sapere – premesso che:

   le norme introdotte dall'articolo 49 del decreto-legge n. 76 del 2020 hanno novellato l'articolo 201, comma 1-bis, del codice della strada, modificandone la lettera g) in relazione ai divieti di transito e alla possibilità di accertare le infrazioni con strumenti di rilevazione elettronica;

   il rischio della nuova normativa, che sopprime anche l'autorizzazione preventiva da parte del Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili all'installazione di telecamere, è quello di produrre un incremento verticale delle sanzioni, specie in relazione ai divieti di transito variabili –:

   quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per tutelare automobilisti e utenti della strada da un uso distorto dei meccanismi di rilevazione delle infrazioni, garantendo che questi siano correttamente segnalati, al fine di evitare che si possano rivelare uno strumento surrettizio per aumentare gli introiti derivanti dalle sanzioni in condizioni di non adeguata informazione, visibilità ed eccessiva variabilità dei divieti stessi, ed anche per non ledere il diritto alla libera circolazione dei veicoli regolarmente immatricolati.
(2-01475) «Baldelli, Pentangelo, Rosso».

INTERNO

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   il 12 giugno 2022 si svolgerà il primo turno delle consultazioni elettorali per le elezioni amministrative. Nei comuni con più di quindicimila abitanti il secondo turno sarà due settimane dopo, il 26 giugno;

   il 18 marzo 2022 il Ministero dell'interno, Dipartimento per gli affari interni e territoriali, ha pubblicato un dossier recante le istruzioni per fornire, ai competenti organi, una guida nel compimento delle operazioni relative alla presentazione e all'ammissione delle candidature per l'elezione diretta del sindaco e del consiglio comunale nei comuni delle regioni a statuto ordinario;

   in particolare, nel dossier vengono illustrate le norme che regolano il procedimento di preparazione e presentazione delle candidature, nonché del loro esame da parte delle commissioni e sottocommissioni elettorali circondariali. La materia è stata trattata unitariamente per le due categorie di comuni previste dalla vigente legislazione: quelli con popolazione sino a 15.000 abitanti e quelli con popolazione superiore a detto limite demografico, predisponendo, di volta in volta, opportune avvertenze quando sono necessarie istruzioni distinte in conseguenza dei diversi sistemi elettorali adottati;

   dunque, con riferimento alle norme introdotte dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali), il criterio del limite demografico rileva al fine di determinare: la composizione dei consigli comunali, essendo il numero di consiglieri determinato in relazione alla popolazione del comune (ex articolo 37 del decreto legislativo); il sistema elettorale applicabile e la validità della consultazione elettorale, (ex articolo 71 e successivi del decreto legislativo); e vale, altresì, per il numero di sottoscrizioni necessarie per la presentazione delle liste, ai sensi dell'articolo 3 della legge 25 marzo 1993, n. 81;

   tuttavia, nonostante l'importanza del criterio di commisurazione della popolazione, nel già menzionato documento, pubblicato dal Ministero dell'interno viene specificato che, ai fini delle consultazioni elettorali che si terranno nel mese di giugno 2022, «la popolazione dei comuni è determinata in base ai risultati dell'ultimo censimento ufficiale effettuato nel 2011»;

   ad avviso dell'interpellante, far riferimento ai dati desumibili dall'ultimo censimento ufficiale, risalente al 2011, è fonte di rimarchevoli squilibri: infatti, a distanza di ben undici anni dall'ultimo rilievo, la popolazione di numerosi comuni che si attestavano intorno al limite di 15.000 abitanti potrebbe aver subito notevoli variazioni, anche superando il limite o, al contrario, non rientrare più nella categoria dei comuni con più di 15.000 abitanti;

   se così fosse, sarebbe notevole l'impatto sulla definizione del numero dei consiglieri comunali e degli assessori nominabili e, soprattutto, sulla definizione del sistema elettorale applicabile, con rilevanti implicazioni nell'ambito del diritto di elettorato attivo;

   si tratta di una scelta ancora più discutibile alla luce del fatto che l'articolo 1, commi 227 a 237, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, ha introdotto il censimento permanente della popolazione già in fase di prima attuazione da parte dell'Istat: le ultime rilevazioni disponibili risalgono infatti alla fine del 2021 –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di procedere all'aggiornamento dei dati utilizzati, anche prevedendo l'utilizzo dei dati desumibili dal censimento permanente della popolazione in luogo di quelli desunti dall'ultimo censimento decennale ufficiale del 2011.
(2-01476) «Spena».

Interrogazioni a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da organi di stampa si apprende di una grave escalation di furti, in abitazioni e attività commerciali, che, negli ultimi mesi, avrebbero interessato il comune di Sarno e le zone limitrofe, destando allarme e paura tra i residenti;

   in particolare, i furti sarebbero avvenuti in varie abitazioni private e, cosa ancor più grave, sarebbero stati commessi nella fascia oraria tra le ore 18 e le ore 21, con il rischio di rinvenire persone all'interno delle abitazioni e porre in pericolo la loro incolumità;

   in data 11 gennaio 2022 è stato perpetrato un furto ai danni di un maxistore di proprietà di imprenditori cinesi situato nei pressi dell'uscita dell'autostrada A-30, in cui i ladri avrebbero sottratto diversi prodotti;

   ancora in data 20 gennaio 2022 gli organi di stampa riportano la notizia secondo cui ci sarebbero stati una serie di furti nell'area Pip dove, ad essere prese di mira, sarebbero state diverse aziende oltre a numerose proprietà private; alcuni di questi furti sarebbero stati sventati grazie all'intervento dei proprietari e dei vigilantes;

   la stessa zona sarebbe stata presa di mira, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, anche il 25 febbraio 2022, data in cui vi sarebbero stati furti presso gli uffici dell'impresa «Sarim», e sarebbero stati portati via computer e oggetti di lavoro della società ecologica;

   la moltitudine degli episodi di furto che hanno interessato il comune di Sarno rivela l'urgenza di un intervento volto ad aumentare il presidio delle forze dell'ordine presenti sul territorio, al fine di attuare un maggior controllo dello stesso;

   tale intervento avrebbe, altresì, una efficacia repressiva e un concreto risvolto dissuasivo in grado di limitare la criminalità ed al contempo genererebbe una maggiore sicurezza della cittadinanza –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare al fine di garantire la massima sicurezza nella città di Sarno e in generale nell'Agro-Nocerino-Sarnese, in particolare prevedendo il potenziamento dei presidi delle forze dell'ordine.
(4-11733)


   DORI, SIRAGUSA e MENGA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto riferito da organi di stampa, nella serata del 25 marzo 2022, in via Silvio Spaventa a Bergamo, dinanzi al pub «La Cannoniera», si sarebbe verificata un'aggressione nei confronti di un uomo senegalese, lasciato «riverso e sanguinante sul marciapiede»;

   secondo quanto riportato, alcuni passanti avrebbero assistito all'accaduto testimoniando che «uno degli esponenti di CasaPound teneva fermo l'aggredito, mentre l'altro lo picchiava»;

   sempre secondo quanto riferito dalla stampa, la «Cannoniera» sarebbe la sede di CasaPound a Bergamo. Il pub, che su Twitter si autodefinisce «il pub più odiato di Bergamo», con un tweet avrebbe contestato la ricostruzione dei fatti, diffidando «chiunque dallo scrivere il contrario»;

   l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, sezione di Bergamo, ha denunciato l'accaduto con un comunicato nel quale ha espresso «la più netta e profonda condanna del grave atto di violenza perpetrato dai fascisti del circolo “La Cannoniera” di CasaPound di Bergamo», aggiungendo che «da tempo chiediamo che le organizzazioni che si richiamano al fascismo vengano sciolte e le loro sedi chiuse: le leggi Scelba e Mancino devono essere finalmente applicate»;

   il 21 ottobre 2021 la Camera dei deputati ha approvato la mozione n. 1-00524 per chiedere lo scioglimento di Forza Nuova e di tutte le organizzazioni di matrice fascista;

   in particolare, la mozione prevede l'impegno del Governo «a valutare le modalità per dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente, adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione fascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana» –:

   quali iniziative il Ministero interrogato intenda mettere in atto, al fine di fare chiarezza sui fatti esposti in premessa e quali iniziative di sua competenza abbia intrapreso per dare attuazione all'impegno contenuto nella mozione n. 1-00524 approvata alla Camera dei deputati il 21 ottobre 2021.
(4-11734)


   TONDO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nel 2021, le Sezioni riunite in sede giurisdizionale della Corte dei conti hanno riconosciuto agli appartenenti alle Forze armate e alle Forze di polizia ad ordinamento militare, che sono stati o saranno in futuro collocati in quiescenza con pensione calcolata mediante il cosiddetto sistema «misto», comprendente quindi una quota contributiva ed una quota retributiva, il diritto all'applicazione dell'aliquota del 2,44 per cento su quest'ultima quota;

   l'interpretazione letterale della normativa vigente non consentiva ai giudici contabili di estendere lo stesso diritto agli appartenenti alle Forze di polizia ad ordinamento civile, sebbene a questi ultimi sia attribuita un'identica retribuzione immediata durante il servizio perché inquadrati, come i colleghi militari, all'interno dell'unico comparto sicurezza e difesa per cui, a parità di condizioni, anche la pensione – che ha natura di retribuzione differita – in ossequio ai principi costituzionali e dell'ordinamento deve essere identica;

   le organizzazioni sindacali del personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile invocavano a gran voce la perequazione dei trattamenti pensionistici riconosciuti ai colleghi militari mediante l'emanazione di un provvedimento normativo che prevedesse, anche per gli appartenenti alla Polizia di Stato ed alla Polizia penitenziaria, l'applicazione del medesimo coefficiente del 2,44 per cento sulla quota retributiva della pensione calcolata con il sistema misto, con la medesima decorrenza retroattiva di cinque anni prevista per gli appartenenti alle Forze armate e alle Forze di polizia militari;

   nella legge di bilancio – legge 234 del 2021 – è stata inserita, all'articolo 1, comma 101, una previsione che, stando ai calcoli riportati nelle relazioni allegate al disegno di legge ed alle parole rassicuranti pronunziate sia dai vertici del Dipartimento della pubblica sicurezza che dal Ministro dell'interno in sede di incontro con le organizzazioni sindacali, avrebbe riconosciuto parità di trattamento pensionistico e parità di decorrenze tra tutti i corpi armati dello Stato, indipendentemente dallo status militare o civile rivestito;

   la Corte dei conti prima, e successivamente l'Inps, hanno affermato che il testo della legge non consente di attribuire ai poliziotti la stessa decorrenza retroattiva di cinque anni riconosciuta ai colleghi militari, e ciò nonostante il fatto che gli stanziamenti attestati dovrebbero essere sufficienti, viste le richiamate parole dei citati vertici dipartimentali e nel corso dei vari incontri con i rappresentanti sindacali;

   la perequazione quindi è stata finora solo parziale e, al fine di realizzarla, non sarebbero necessari nuovi stanziamenti ma solo una modifica al testo della legge –:

   quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare, con gli uffici di competenza, per eliminare completamente la sperequazione descritta in premessa, contraria ai principi costituzionali, e in generale all'ordinamento, al fine di tutelare i diritti delle famiglie del personale delle forze armate e delle forze di polizia.
(4-11738)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FERRI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, convertito dalla legge del 28 marzo 2022, n. 25, (cosiddetto Sostegni-ter), dispone l'aggiornamento delle graduatorie provinciali scolastiche (Gps), relative al biennio 2022/23 e 2023/24, per il conferimento degli incarichi di supplenza a lungo termine per il personale docente in proroga a quanto disposto dal comma 5 della legge n. 124 del 1999:

   l'articolo 5, commi 8 ed 11, dello schema di decreto del Ministro dell'istruzione recante «Regolamento concernente la costituzione delle graduatorie provinciali e di istituto di cui all'articolo 4, commi 6-bis e 6-ter, della legge 3 maggio 1999 n. 124, e il conferimento delle supplenze per il personale docente ed educativo», prevede che i titoli di accesso siano conseguiti entro la data di scadenza stabilita per la presentazione delle domande. In mancanza l'aspirante è escluso dalla relativa graduatoria;

   pertanto, un eventuale anticipo dell'aggiornamento delle graduatorie alla sessione primaverile significherebbe l'esclusione di coloro i quali conseguono i titoli richiesti, tra cui il titolo di laurea, nella sessione estiva giugno-luglio 2022 (circa 11 mila persone) –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative intenda assumere nel merito.
(5-07822)

PARI OPPORTUNITÀ E FAMIGLIA

Interrogazione a risposta scritta:


   RAVETTO e TONELLI. — Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi è tornata alla ribalta delle cronache nazionali la vicenda giudiziaria di Antonio Gozzini, ottantunenne professore in pensione che nell'ottobre del 2019 uccise a coltellate a Brescia la moglie, l'insegnante Cristina Maioli;

   nel dicembre del 2020 l'uomo era stato assolto in primo grado – a fronte di una richiesta di condanna alla pena dell'ergastolo –, per incapacità di intendere e di volere legata a un delirio di gelosia: una forma di infermità che secondo la corte d'assise di Brescia avrebbe escluso l'imputabilità di Gozzini;

   già in quell'occasione la vicenda aveva sollevato polemiche e reazioni, tanto da costringere i giudici a diffondere una nota per chiarire che ci si trovava di fronte a una patologia da tenere ben distinta dal movente di gelosia;

   anche il Ministro della giustizia aveva interessato l'ispettorato generale sul caso;

   nei giorni scorsi, l'uomo è stato assolto anche in appello, a fronte di una richiesta di condanna alla pena di 21 anni di reclusione avanzata dal procuratore generale;

   i giudici di secondo grado hanno, infatti, ritenuto l'uomo incapace di intendere e volere perché affetto da delirio di gelosia;

   anche in questa occasione la sentenza ha suscitato reazioni di indignazione sia in ambito politico che nella società civile;

   considerato il percorso imboccato dal legislatore ormai da diversi anni, per dar risposte ai numerosi casi di violenza sulle donne che ogni anno si registrano in Italia, nella direzione di inasprire le pene per i reati che hanno come vittime le donne, nonché di prevedere specifiche aggravanti;

   considerato che, al netto del merito della vicenda emerso in ambito processuale, episodi come questo, sul piano della comunicazione, hanno la conseguenza negativa di lanciare un messaggio di distanza da parte dello Stato nei confronti di tante donne che quotidianamente sono vittime di violenza, anche in ambito domestico, e incidono negativamente anche su quell'effetto di deterrenza che la legislazione sin qui varata dovrebbe esercitare nei confronti di potenziali aggressori;

   fermi restando i principi di autonomia e indipendenza dei magistrati nell'esercizio delle funzioni giurisdizionali –:

   se il Governo, prendendo le mosse dal dibattito sviluppatosi intorno ai fatti indicati in premessa, intenda quantomeno cogliere l'occasione per assumere, nell'ambito delle proprie competenze, iniziative volte a ribadire la vicinanza dello Stato alle donne vittime di violenza e a sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema, affinché non passi il messaggio che decenni di lotte per i diritti delle donne sono stati vani.
(4-11735)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   MURONI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   con la decisione di esecuzione (UE) 2022/484 della Commissione europea, del 23 marzo 2022, vengono sbloccate le cosiddette aree ecologiche (Efa) previste dal greening (ovvero il 5 per cento della superficie aziendale a seminativo), concedendo per quest'anno la possibilità di coltivazione sulle aree a riposo e la deroga all'uso degli agrofarmaci anche sulle aree equivalenti coltivate ad azotofissatrici e quindi permettendo la normale coltivazione di queste superfici;

   di fatto, viene consentito agli agricoltori di utilizzare la maggior parte loro superfici disponibili per la produzione di alimenti e di mangimi, per l'anno di domanda 2022;

   gli Stati membri potranno decidere le eventuali deroghe sulle aree di interesse ecologico. Ad esempio, un agricoltore che aveva scelto un ordinamento colturale di 100 ettari a mais, 70 a grano, 20 a favino e 10 a terreno a riposo, dopo questa decisione potrà coltivare i 10 ettari a riposo, anche a mais. Altro esempio, un agricoltore che aveva scelto un ordinamento colturale di 100 ettari a mais, 70 a grano e 30 azotofissatrici (di cui quindi 10 ettari come Efa con divieto utilizzo agrofarmaci), dopo questa decisione potrà coltivare tutti i 30 ettari ad azotofissatrice, anche con uso di fitofarmaci e diserbanti;

   si evidenzia che tali deroghe hanno validità esclusivamente per l'anno di domanda 2022 e, affinché siano valide, devono essere adottate dagli Stati membri e notificate alla Commissione entro sette giorni dalla data della loro adozione. Inoltre, entro il 15 dicembre 2022, gli Stati membri devono comunicare alla Commissione il numero di aziende che si sono avvalse delle deroghe e il numero di ettari ai quali sono state applicate tali deroghe;

   tale comunicazione servirà per misurare l'aumento effettivo della superficie a seminativo totale disponibile per la produzione di alimenti e mangimi che hanno generato queste decisioni e l'impatto che hanno avuto sull'offerta e sulla domanda di prodotti agricoli;

   la decisione di esecuzione (UE) 2022/484 della Commissione europea della Commissione europea già inviata agli Stati membri, specifica al punto 7) che «nel decidere in merito all'applicazione delle deroghe gli Stati membri dovrebbero tenere debito conto degli obiettivi delle pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente e, in particolare, della necessità di una protezione sufficiente della qualità del suolo e della qualità delle risorse naturali e della biodiversità, soprattutto durante i periodi più sensibili per la fioritura e la nidificazione degli uccelli». È del tutto evidente che nel decidere in merito all'applicazione delle deroghe, gli Stati membri dovrebbero tenere conto di queste raccomandazioni;

   le associazioni Wwf e Lipu si sono dichiarate preoccupate dei possibili impatti dell'applicazione delle deroghe sulla biodiversità, in particolare nei siti Natura 2000. A tal proposito, a quanto risulta alla interrogante, hanno inviato al Mipaaf e al Mite una lettera per chiedere di evitare una modifica dell'uso del suolo nei siti Natura 2000 per tutelare le specie nel periodo riproduttivo primaverile –:

   se il Governo intenda fornire i dati effettivi circa le superfici che potrebbero essere oggetto delle deroghe, in particolare quelle ricadenti nei siti Natura 2000, e quali criteri si intendano seguire per garantire il rispetto della raccomandazione della Commissione in modo da evitare che l'applicazione di tali deroghe riguardi anche le superfici ricadenti all'interno dei siti Natura 2000 e da tutelare la biodiversità, soprattutto durante i periodi più sensibili per la fioritura e la nidificazione degli uccelli, ricordando che l'agricoltura è indicata dal recente Rapporto Ispra sulla «Transizione ecologica aperta» come la prima causa del cattivo stato di conservazione di habitat e specie nei siti Natura 2000.
(4-11731)

SALUTE

Interpellanza:


   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 377 mila nuovi casi di tumore;

   la pandemia di COVID-19 ha avuto forti ripercussioni negative sulla cura del cancro, interrompendo azioni di prevenzione, trattamenti e follow up, ritardando diagnosi e incidendo sull'accesso ai farmaci e provocando numerosi decessi;

   il personale sanitario è stato spesso dirottato verso l'assistenza ai malati COVID-19 e la paura del rischio di contagio ha prevalso sulla necessità di eseguire visite ed esami diagnostici;

   in questo ultimo mese, la nuova ondata della pandemia causata dalla variante Omicron sta ulteriormente mettendo in crisi la gestione dei reparti di oncologia e l'attività chirurgica programmata è stata sospesa o rallentata, poiché le terapie intensive sono occupate da pazienti con COVID;

   i danni per le persone colpite da cancro rischiano di essere molto gravi, in quanto il successo delle cure dipende anche dai tempi brevi entro cui vengono eseguiti gli interventi chirurgici e i trattamenti;

   la pandemia, inoltre, ha acuito la mancanza di integrazione fra oncologia e medicina di famiglia. La scarsa comunicazione tra i centri oncologici e il territorio ha determinato e continua a determinare forti ritardi nell'accesso agli esami e al ricorso agli specialisti durante la fase diagnostica, con potenziali ripercussioni sulle opportunità di individuazione precoce della malattia. Va rafforzata questa connessione all'inizio del percorso assistenziale, prima ancora che una persona diventi un paziente oncologico;

   l'alto livello dell'assistenza oncologica raggiunto nel nostro Paese è evidenziato dalle percentuali di sopravvivenza a 5 anni, che raggiungono il 65 per cento nelle donne e il 59 per cento negli uomini. Inoltre, in sei anni (2015-2021), si è osservato un calo complessivo della mortalità per cancro del 10 per cento negli uomini e dell'8 per cento nelle donne;

   sono ottimi risultati che però rischiano di essere vanificati senza una programmazione adeguata. Se non viene definito un vero e proprio piano di recupero, che includa anche il potenziamento del personale e delle strutture, si rischia di non riuscire a gestire la prossima ondata di casi avanzati di tumore, determinata anche dai ritardi nell'assistenza accumulati in questi due anni di pandemia;

   in Italia, nel 2020, le nuove diagnosi di tumore si sono ridotte dell'11 per cento rispetto al 2019, i trattamenti del 13 per cento e gli interventi chirurgici del 18 per cento. Gli screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una riduzione di due milioni e mezzo di esami nel 2020 rispetto al 2019;

   sono state stimate anche le diagnosi mancate: oltre 3.300 per il tumore del seno, circa 1.300 per il colon-retto (e 7.474 adenomi in meno) e 2.782 lesioni precancerose della cervice uterina;

   il presidente di Aiom Saverio Cinieri ha spiegato che le neoplasie, non rilevate nel 2020 stanno venendo alla luce, ma in stadi più avanzati e con prognosi peggiori rispetto al periodo precedente la pandemia. Inoltre, queste patologie presenterebbero anche un carico tumorale maggiore, cioè metastasi diffuse, con quadri clinici che non vedevamo da tempo;

   la pandemia ha minato anche la ricerca, che assume un ruolo primario e fondamentale, in campo oncologico. I ricercatori, essenziali per la conduzione delle sperimentazioni, ricoprono una posizione lavorativa spesso precaria e le risorse sono scarse;

   Marco Vignetti, onco-ematologo e Presidente della Fondazione Gimema ha dichiarato: «Si è registrato un calo notevole della partecipazione ai trial clinici e voglio ricordare che per i pazienti oncoematologici la possibilità di parteciparvi può fare una grande differenza poiché ha un impatto reale sull'assistenza»;

   oggi più che mai occorre continuare a garantire le cure, creare le condizioni per attuare l'integrazione tra ospedale e territorio per la gestione ottimale del paziente, e realizzare un piano per colmare i ritardi nell'assistenza ai pazienti oncologici, dalla diagnosi alla chirurgia, alla terapia medica fino alla radioterapia;

   senza un'adeguata programmazione, che preveda l'assegnazione di risorse e personale dedicato, le unità di oncologia del nostro Paese non saranno in grado di affrontare l'ondata di casi di cancro in fase avanzata stimati nei prossimi mesi e anni;

   la crisi nell'assistenza sanitaria causata dalla pandemia deve essere affrontata con iniziative sistemiche in cui si evitino l'apertura e la chiusura dei reparti in relazione all'incremento del numero dei contagiati dal COVID-19;

   il progetto «La Salute un bene da difendere, un diritto da promuovere» coordinato da Anna Maria Mancuso, presidente di Salute Donna Onlus prevede la partecipazione di oltre 40 associazioni pazienti che sono concordi nel ritenere urgente un piano oncologico strategico di recupero, segnalandolo all'intergruppo parlamentare «Insieme per un impegno contro il cancro» a cui l'interpellante ha aderito –:

   se il Ministro non ritenga necessario adottare iniziative per realizzare tempestivamente un piano straordinario di recupero per l'oncologia, al fine di colmare i ritardi causati dall'emergenza pandemica e definire una programmazione a medio e lungo termine per la conservazione e l'implementazione dell'attività oncologica ospedaliera.
(2-01474) «Elvira Savino».

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:


   DONZELLI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   Adriano Panzironi con il suo metodo «Life 120» a parere dell'interrogante lucrare sulla disperazione della gente millantando guarigioni attraverso un sistema che non ha alcun riscontro scientifico. In tale contesto è attivo dal 1° aprile 2022 al numero 220 del nuovo digitale terrestre il canale «Ap channel» di «Life 120» di Adriano Panzironi. La gravità della situazione e già stata portata all'attenzione con le interrogazioni nn. 3-00017 e 3-00990 (con relative risposte) e nn. 4-01282, 3-00341, 3-00660, 3-00788, 4-03185, 3-01314 e 3-01375. Panzironi secondo l'interrogante ha fatto credere a migliaia di persone di poter combattere malattie anche gravi come i tumori e il diabete grazie alle pillole che vende e alla dieta che consiglia in un libro che gli hanno fatto guadagnare milioni di euro. Ed ha diffuso informazioni fuorvianti persino sul Coronavirus. In attuazione della nuova Road Map, rimodulata con il decreto del Ministro dello sviluppo economico del 30 luglio 2021, dal 15 novembre 2022 è partito il rilascio della banda 700 e il riposizionamento delle frequenze delle emittenti televisive –:

   quali siano i criteri adottati per l'assegnazione delle nuove frequenze;

   se sia stata presa in considerazione l'ipotesi di procedere adottando iniziative per premiare le emittenti che, in percentuale di tempo trasmesso offrono, spazi informativi di qualità e «penalizzare» al contempo le emittenti che a parere dell'interrogante abusano della credulità popolare, promuovendo contenuti anti-scientifici come «tarocchi», vendita di talismani magici, veggenti o metodi quali il «Life 120», che possono effettivamente recare danno alla salute dei cittadini.
(3-02865)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARZOTTI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il parcheggio «ex Macello» è un'area sita nel comune di Lodi, al centro di un contesto residenziale, prossimo al fiume Adda e adiacente al Tribunale. Questa zona è da anni adibita a parcheggio e al suo interno è situato il dormitorio Caritas per i senza tetto;

   poco meno di un anno fa, in data 22 aprile 2021, il comune per tramite della sindaca e degli assessori ai lavori pubblici e alla mobilità rilasciava dichiarazioni al giornale on-line Prima Lodi per presentare il progetto di riqualificazione del citato parcheggio (https://primalodi.it/economia/ex-macello-di-lodi-presentato-il-progetto-di-riqualificazione-del-parcheggio), nello specifico, gli assessori ai lavori pubblici Claudia Rizzi e alla mobilità Alberto Tarchini, dichiaravano che l'intervento avrebbe avuto almeno tre impatti positivi per il territorio evincibili dal seguente virgolettato: «il primo è legato alla qualità delle pavimentazioni, che verranno completamente riqualificate, il secondo al miglioramento dell'accessibilità non solo per i veicoli, ma anche per i pedoni a cui saranno riservati appositi ingressi e uscite, il terzo elemento e dato dall'impegno che metteremo in campo nel conferire all'area caratteristiche più urbane, grazie alla cura riservata alla ridefinizione della segnaletica, alla posa di nuova illuminazione e alla manutenzione e all'ampliamento del verde che avrà una doppia funzione, riparare dal sole e conferire maggior piacevolezza agli spazi»;

   a dispetto di tali dichiarazioni rese alla cittadinanza, i residenti apprendono in queste settimane che nell'area «ex Macello» la società Linea Green (partecipata di A2A) sta costruendo una centrale termoelettrica con delle caldaie di integrazione e riserva;

   il Circolo Legambiente LodiVerde con i residenti contesta il progetto della centrale da 20 megawatt a metano in realizzazione ritenendo il progetto superato, contestando il mancato coinvolgimento della cittadinanza sul punto – che subisce peraltro anche una diminuzione del valore dei propri immobili – e chiedendo che la costruzione della centrale venga interrotta –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti illustrati, se intenda adottare le iniziative di competenza al fine di verificare la rispondenza del progetto Linea Green con i parametri volti alla transizione ecologica previsti dal Pnrr nonché effettuare una valutazione di compatibilità che tenga in considerazione l'impatto ambientale e sulla salute dei residenti della centrale di teleriscaldamento.
(5-07826)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MARCO DI MAIO, NOBILI, TOCCAFONDI, ANZALDI, OCCHIONERO, GADDA e MORETTO. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   il Politecnico di Milano è uno degli atenei italiani maggiormente attivi sul piano dell'internazionalizzazione: ospita, di fatti, più di settemila studenti provenienti da tutto il mondo che scelgono l'università milanese per approfondire e ampliare le proprie conoscenze;

   tra questi, molti seguono il corso di Architecture and town in China tenuto dal professore cinese Chen Zhen; il professore Zhen, come riportato da numerosi media e documentato da video facilmente riscontrabili in Rete, durante una videolezione tenuta interamente in inglese, si interrompe e si rivolge a uno studente per parlare con lui di un tema che «non riguarda la tesi» e non interessa gli altri frequentanti del corso; per questo motivo, la conversazione continua in cinese; la definisce «una chiacchierata»;

   con toni tesi e assertivi, unilaterale, si rivolge a un soggetto – lo studente – posto in una posizione subalterna rispetto al docente; la discussione verte sulla condizione politica e internazionale di Taiwan, indicato dallo studente come suo Paese di provenienza in un modulo contenenti i dati personali;

   il docente sostiene che lo studente non abbia alcun diritto di riferirsi a Taiwan come Stato, dal momento che «tutta l'Unione Europea, inclusa l'Italia, considera Taiwan come parte della Repubblica popolare cinese e non come nazione indipendente» e che persino la Costituzione della repubblica di Cina non sancisce l'indipendenza di Taiwan, invitando lo studente a consultarla;

   Chen inizia così a disquisire su questioni estranee all'ambito di insegnamento, sottolineando come le nuove generazioni abbiano un'identità nazionale differente, facendo riferimento a una diversa educazione e persino a manipolazioni e inganni da parte del governo taiwanese nei confronti della popolazione;

   la chiacchierata, come il docente suole definirla, ha avuto i suoi effetti: lo studente W. ha modificato il modulo e, alla voce «cittadinanza», ha inserito la dicitura «Taipei, Cina» – unica formula accettata dalla Cina;

   questo episodio si è registrato nel contesto di un prestigioso ateneo che, così come da regolamento interno, si impegna a prevenire e combattere tutti i tipi di discriminazione, sia diretta che indiretta, e ogni atto o comportamento in grado di produrre effetti pregiudizievoli attraverso la discriminazione delle persone sulla base del genere, dell'origine etnica o nazionale, dell'orientamento sessuale, della religione, delle opinioni politiche, delle abilità, dell'età e delle condizioni sociali –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per garantire il rispetto del principio di non discriminazione costituzionalmente sancito, considerato per di più che il Politecnico di Milano lo prevede anche nel Regolamento recante il Codice per la tutela della dignità della persona, in generale in tutte le università italiane.
(5-07824)

Apposizione di una firma
ad una risoluzione.

  La risoluzione in Commissione Belotti e altri n. 7-00818, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 31 marzo 2022, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Carbonaro.