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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 17 gennaio 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il Servizio civile universale svolge un ruolo significativo nel servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria nella promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana assicurando lo sviluppo della cittadinanza attiva, della solidarietà nonché dell'inclusione e della coesione sociale, anche attraverso la salvaguardia del patrimonio della Nazione con particolare riferimento all'ambiente;

    si pone altresì l'obiettivo di contribuire alla educazione e formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani di età tra i 18 e i 28 anni che vi partecipano, attraverso l'opportunità di sperimentare fattivamente la bellezza e il valore del volontariato, donando il proprio tempo e le proprie potenzialità al servizio della comunità;

    la riforma del Servizio civile, approvata nella scorsa legislatura, ha rappresentato un punto di svolta storico sul fronte normativo e soprattutto dal punto di vista culturale, grazie alla transizione verso un modello di tipo universalistico, e assegna a tale istituto una dimensione europea in termini di integrazione con gli indirizzi comunitari e sul piano fattuale, promuovendo anche esperienze e progettualità per i ragazzi nei diversi Paesi dell'Unione;

    la recente pubblicazione della «Relazione sull'organizzazione, sulla gestione e sullo svolgimento del servizio civile nell'anno 2018» predisposta per la relazione al Parlamento, ai sensi dell'articolo 20 della legge 8 luglio 1998, n. 230, evidenzia lo stato del Servizio civile universale in Italia nell'anno di avvio della riforma del servizio; come mostra il rapporto, tra i settori maggiormente interessati si notano l'assistenza, l'educazione e la promozione culturale e dello sport e una netta prevalenza di donne, rappresentando esse il 60,82 per cento dei giovani coinvolti;

    la riforma del Terzo settore approvata nella medesima legislatura e che sta entrando nella sua piena fase operativa con l'avvio del Registro unico nazionale valorizza il ruolo degli enti del terzo settore e dell'economia sociale nella comunità in una ottica di co-programmazione e co-programmazione con enti locali ed istituzioni; con il decreto legislativo n. 40 del 2017 ha altresì posto le basi per definire una prospettiva moderna e strutturale dell'istituto di Servizio civile universale con l'obiettivo di farlo diventare uno dei pilastri su cui poggiare la crescita dei ragazzi, rendendoli cittadini più consapevoli e capaci di affrontare le sfide sociali e culturali in atto proprio grazie all'impegno all'interno della comunità presso enti del terzo settore o istituzioni;

    la Consulta nazionale per il Servizio civile universale, istituita ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 40 del 2017, è un importante organismo permanente di consultazione composto da enti selezionati iscritti all'albo del Servizio civile universale, dai rappresentanti delle regioni e dei comuni e da una rappresentanza degli operatori volontari e del coordinamento tra enti; la piena operatività della Consulta rappresenta un valido supporto proprio nella fase di uscita dal regime transitorio della riforma nella direzione di un sistema strutturale di servizio civile;

    il Servizio civile universale consente di avvicinare i giovani all'articolato e capillare mondo del terzo settore, che quotidianamente è impegnato in molteplici attività di interesse generale soprattutto a sostegno delle persone più fragili – essendo composto da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative e imprese sociali, fondazioni – oltre a rinsaldare il loro legame con le istituzioni, anche attraverso progetti promossi da enti pubblici. Il Servizio civile universale è concretamente, infatti, palestra di solidarietà, e consente ai giovani di confrontarsi con realtà spesso ignorate e li aiuta a sperimentare, all'interno di progetti predisposti con queste finalità, la costruzione di una società più inclusiva e aperta;

    nonostante l'emergenza epidemiologica da Covid-19 abbia messo a dura prova l'intero sistema Paese, il Servizio civile universale ha saputo reinventarsi, assicurando, nel rispetto delle misure di sicurezza introdotte per il contenimento della diffusione del virus, la continuità delle attività di supporto e assistenza alla comunità attraverso l'introduzione di nuove e alternative modalità di gestione dei progetti;

    la procedura di selezione dei ragazzi volontari mediante colloquio è un passaggio importante del percorso, che consente anche agli enti coinvolti di valorizzare le motivazioni dei giovani ed inserirli nei percorsi più opportuni; lo scorso anno, per valutare le oltre 100 mila richieste pervenute, furono impiegati 97 giorni; risulta fondamentale, pertanto, che i tempi a disposizione degli enti per esperire la procedura di selezione dei volontari siano adeguati a garantire qualità e attenzione ai ragazzi, anche alla luce delle migliaia di richieste da valutare;

    proprio per la sua importanza, il Servizio civile universale è stato inserito in due missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), la missione uno, su «Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura», e la missione cinque, relativa agli obiettivi e traguardi di «Inclusione e Coesione»;

    in entrambi i casi, grazie alla presenza di un quadro normativo ormai stabile e strutturato in materia, si ambisce a un potenziamento del Servizio civile universale da realizzare attraverso l'incremento del numero di giovani che possano esservi coinvolti e l'innalzamento della qualità dei programmi e dei progetti, il tutto finalizzato alla realizzazione di un percorso di formazione volto ad accrescere le loro conoscenze e competenze, nonché a favorire lo sviluppo della loro personalità in ambito relazionale, professionale e sociale;

    in linea con gli obiettivi di digitalizzazione prefissati dal Pnrr è stato istituito un programma quadro sperimentale di Servizio civile digitale, il quale prevede il coinvolgimento nel triennio 2021-2023 di circa 9.700 operatori volontari e almeno 100 enti, con l'obiettivo di contribuire a garantire a tutti i cittadini le stesse opportunità di alfabetizzazione digitale superando il divario attualmente esistente, nonché di sviluppare un nuovo quadro di relazioni fra il cittadino e le istituzioni;

    le politiche per il lavoro delineate nel Pnrr, inoltre, mirano a potenziare il Servizio civile universale anche in un'ottica di valorizzazione degli operatori volontari, promuovendo lo sviluppo di competenze e garantendo maggiori opportunità in termini occupazionali per le nuove generazioni, favorendo così l'incontro tra il sistema di istruzione ed il mercato del lavoro;

    ai sensi dell'articolo 40 del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2021, n. 233, contenente disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose, la programmazione del Servizio civile universale, necessaria alla individuazione dei fabbisogni del territorio attraverso una puntuale analisi del contesto nazionale e pianificazione degli interventi necessari a soddisfarli, spetta allo Stato in virtù della finalità primaria della difesa della Patria propria dell'istituto e deve essere realizzata, in sinergia con le regioni, per piani triennali e non più annuali. A tale mutato orizzonte di programmazione triennale, e per dare piena attuazione alla caratteristica di universalità definita dalla riforma, dovrebbe corrispondere una maggiore stabilità di risorse in grado di garantire agli enti una migliore capacità di definizione dei progetti;

    per la realizzazione di 2.818 progetti sul territorio nazionale e all'estero, nel corso del 2021 è stato pubblicato un bando per la selezione di circa 56.000 operatori volontari, i quali rappresentano soltanto il 40 per cento dell'effettiva disponibilità manifestata dai giovani. Tale bando purtroppo offre una disponibilità inferiore di circa 20 mila unità, rispetto alle 76 mila posizioni che il Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale aveva vidimato come finanziabili; la definizione di Servizio civile nella sua dimensione di universalità dovrebbe risultare un obiettivo prioritario nella fase di attuazione della riforma, proprio alla luce delle decine di migliaia di giovani che annualmente vengono escluse da questa opportunità pur vedendosi la domanda approvata dal Dipartimento;

    è fondamentale, dunque, come avvenuto per il bando 2020, l'integrazione nel più breve tempo possibile dell'attuale bando con i fondi residui dell'annualità precedente, con il conseguente scorrimento della graduatoria e il finanziamento di ulteriori posizioni;

    le opportunità offerte dal Pnrr impongono un intervento organico sulla disciplina del Servizio civile universale, la quale non può che ambire alla sua promozione e valorizzazione, nonché a una sua più capillare strutturazione e capacità di co-programmazione con terzo settore ed enti locali che dia forza, completezza e compiutezza al progetto di trasformazione sociale di cui esso è innervato,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per prevedere lo stanziamento di risorse strutturali per il Fondo nazionale per il Servizio civile universale istituito dall'articolo 19 della legge 8 luglio 1998, n. 230, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, tali da assicurare l'effettiva universalità degli accessi al servizio;

2) ad adottare iniziative per definire lo status giuridico dell'operatore volontario durante il servizio all'estero nonché le condizioni di tutela della sicurezza degli operatori volontari in zone a rischio;

3) ad adottare iniziative per prevedere forme di didattica online in modalità sincrona e asincrona per la formazione degli operatori volontari e del personale degli enti accreditati, promuovendone la formazione e garantendone l'aggiornamento continuo anche attraverso il costituendo Centro nazionale del servizio civile;

4) ad adottare le iniziative necessarie ad assicurare, in linea con quanto previsto dall'articolo 55 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore nella definizione della programmazione e organizzazione a livello territoriale mediante forme di co-programmazione e co-progettazione;

5) a rafforzare il ruolo di consultazione, riferimento e confronto svolto dalla Consulta nazionale, istituita ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40;

6) ad adottare iniziative per garantire agli enti, sentita la Consulta nazionale, tempi adeguati per esperire la procedura di selezione dei volontari;

7) ad adottare iniziative per coordinare con le regioni eventuali modalità di certificazione delle competenze e stanziare risorse aggiuntive qualora tale servizio qualificato fosse richiesto direttamente agli enti;

8) ad assicurare, secondo quanto previsto dall'articolo 7 del decreto legislativo n. 40 del 2017, la stipula di un protocollo nazionale quadro e successivi accordi bilaterali fra il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, e le regioni e le province autonome;

9) a relazionare al Parlamento con maggiore puntualità circa l'organizzazione, la gestione e lo svolgimento del servizio civile, ai sensi di quanto previsto all'articolo 20 della legge 8 luglio 1998, n. 230;

10) a nominare con urgenza il direttore dell'Ufficio per il Servizio civile universale considerando l'importanza di tale ruolo per il buon funzionamento del Dipartimento e tenuto conto che la posizione è vacante dal 16 giugno 2021.
(1-00573) «Gadda, Boschi, Rosato, Marco Di Maio, Fregolent, Ungaro, Occhionero, Vitiello, Moretto, Noja, Annibali, Ferri, D'Alessandro, Migliore, Paita, Frate, Baldini, Toccafondi, Librandi, Nobili, Colaninno».

Risoluzioni in Commissione:


   Le Commissioni VIII e X,

   premesso che:

    nella Conferenza stampa di lunedì 10 gennaio 2022 il Presidente del Consiglio dei ministri ha dichiarato sull'emergenza relativa alle bollette di luce e gas che è previsto vengano presi altri provvedimenti per affrontare l'emergenza bollette nel trimestre successivo e nei mesi a seguire;

    allo stato, il Governo ha messo in campo, con la legge di bilancio per l'anno 2022, risorse per circa 3,8 miliardi di euro per il primo trimestre del 2022, tra azzeramento degli oneri di sistema e potenziamento dei bonus sociali (lo sconto per i nuclei più svantaggiati) ma, tuttavia, tali risorse non sono ancora state utilizzate mentre gli effetti dei rincari dei prodotti energetici, compresi quelli delle bollette di luce e gas, sono attuali, immediati ed hanno pesanti riflessi sulle famiglie;

    il Prezzo unico nazionale (Pun) dell'energia elettrica ha subito aumenti anche per punte del 540 per cento come prezzo medio giornaliero;

    a dicembre 2021 l'inflazione ha toccato un rialzo al 3,9 per cento (dato più alto registrato da agosto 2008) anche e soprattutto a causa del caro energia, comportando la conseguente ricaduta sul potere d'acquisto delle famiglie, sulle filiere produttive e l'aumento dei costi di produzione per le imprese, soprattutto quelle energivore, le quali saranno costrette a scaricare a valle il maggior onere con una spinta al rialzo dei prezzi che innescherà un meccanismo recessivo dei consumi;

    il conto energetico rischia di essere ancora più oneroso soprattutto per le imprese medio-grandi, rimaste escluse dai provvedimenti emergenziali adottati dal Governo;

    viene colpita dal caro energia tutta la manifattura italiana, fortemente vocata all'export, che senza un intervento urgente da parte del Governo corre il rischio di non poter sostenere la concorrenza di quei Paesi dove l'energia ha un costo sensibilmente inferiore a quello italiano come, ad esempio, i Paesi asiatici dove è prevalente l'utilizzo del carbone che inquina di più rispetto a fonti eco-sostenibili;

    gli aumenti determinati dalla congiuntura internazionale del caro energia, annunciati dall'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), a partire dal 1° gennaio 2022 per la famiglia tipo in tutela, saranno del +55 per cento per la bolletta dell'elettricità e del +41,8 per cento per quella del gas per il primo trimestre del 2022 e, secondo recenti stime, nel medesimo periodo il gas metano potrebbe addirittura raggiungere un rincaro del +61 per cento;

    gli effetti recessivi derivanti dal «caro energia», sommandosi a quelli prodotti nel nostro Paese dall'epidemia da Covid-19 iniziata nel gennaio del 2020 con la dichiarazione dello stato di emergenza che, tuttavia, prosegue ininterrotto, aggraveranno la già complessa e generalizzata situazione di crisi che ha colpito l'Italia nell'ultimo decennio;

    non è sufficiente agire sulle sole componenti Iva e oneri di sistema per ridurre l'impatto sulle famiglie e sulle imprese o prevedere bonus per le famiglie in difficoltà, poiché occorrono misure immediate che diano risposte tempestivi in attesa che i Paesi europei, compresa l'Italia, adottino politiche energetiche comuni e di ampio respiro, con un approccio più realistico e solerte nei confronti delle energie da fonti rinnovabili;

    le materie prime non utilizzate e presenti sul nostro territorio sono scarse e irrisorie a garantire il soddisfacimento del fabbisogno energetico nazionale;

    la nostra nazione non può più essere subordinata agli altri Paesi esteri, alle evoluzioni geopolitiche in aree strategiche del mondo, alla mancanza di lungimiranza delle politiche energetiche europee;

    per contrastare i pericolosi cambiamenti climatici, stando anche agli impegni assunti in seno all'Unione europea per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, vi è la necessità impellente e non più procrastinabile di contenere la concentrazione dei livelli di CO2 nell'atmosfera nel corso dei prossimi anni;

    a tal fine, è imprescindibile rispettare l'Accordo sul clima di Parigi conosciuto come la prima intesa universale e giuridicamente vincolante sul climate change, in cui gli Stati firmatari si sono impegnati a contenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto della soglia di 2°C oltre i livelli pre-industriali, e di limitare tale incremento a 1.5 °C;

    il nuovo pacchetto climatico dell'Unione europea «Fit for 55» che contiene le proposte legislative per raggiungere entro il 2030 gli obbiettivi del Green Deal tra cui: la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55 per cento rispetto ai livelli del 1990, con l'obbiettivo di arrivare alla «carbon neutrality» per il 2050, si configura come il nuovo paradigma per la produzione di energia rinnovabile in Italia e in Europa;

    la soluzione del problema energetico sia italiano sia europeo è molto complessa e di natura interdisciplinare e multidisciplinare;

    si prefigura la necessità di avvicinare l'opinione pubblica rispetto ad una reale conoscenza delle diverse tecnologie in gioco e dell'impatto e/o dei benefici delle stesse sull'ambiente e sulla qualità della vita delle generazioni future;

    si rende necessaria un'azione politica di medio-lungo termine che sia chiara, precisa, definita e lungimirante basata su una pronta attuazione nel breve termine;

    l'installazione e la realizzazione di impianti Fer (biomasse, biogas, eolico on-shore e off-shore, fotovoltaico, solare termico per autoconsumo, solare termodinamico, efficientamento dinamico e statico) sono frenate da lungaggini burocratiche che comportano dinieghi autorizzativi e ricorsi giuridici i quali impediscono al nostro Paese di essere competitivo sul piano energetico, rispettare gli impegni europei e costruire filiere industriali nei settori del fotovoltaico, dell'eolico off-shore, delle biomasse, dell'idrogeno e dell'efficientamento energetico, che fungerebbero da importante moltiplicatore anche per la nostra economia nazionale;

    nel settore delle energie rinnovabili, a parità di potenza con le energie fossili, si necessita di maggiore manodopera nel rapporto di circa due a uno, con evidenti e tangibili effetti nel tessuto economico e sociale in termini occupazionali;

    non si può continuare a rinviare la creazione di una base line italiana sulla questione, finalizzata alla creazione di un nuovo mix energetico nazionale che dipenda esclusivamente dall'interno,

impegnano il Governo:

ad adottare le iniziative di competenza per:

   a) azzerare, per il periodo minimo di 12 mesi, l'imposta sul valore aggiunto e l'accisa per i prodotti energetici ottenuti da fonti rinnovabili, per l'energia elettrica e per il gas destinati agli usi domestico ed industriale, per i prodotti energetici a basso impatto ambientale come benzina verde e Gpl destinati alla mobilità personale e per quelli destinati al trasporto delle merci, al fine di favorire il contenimento complessivo dei prezzi delle bollette energetiche per le famiglie e per le imprese e salvaguardare la sostenibilità del sistema economico, produttivo ed occupazionale del Paese;

   b) dare immediata attuazione, in subordine al punto a) ed in ogni caso conseguentemente alla conclusione del periodo di 12 mesi in esso previsto, al complesso degli impegni di cui alla mozione 1-00513 approvata dalla Camera con il parere favorevole del Governo ed in particolare del capoverso 4) del dispositivo volto ad adottare iniziative progressive di contenimento del costo finale dei prodotti energetici riducendo il peso fiscale delle accise e dell'Iva all'aliquota più bassa oggi consentita dalla normativa europea;

   c) destinare annualmente, a decorrere dall'anno 2023 e in subordine all'attuazione dei punti a) e b), almeno il 50 per cento del gettito erariale derivante dalla vendita al consumo dei prodotti energetici sottoposti ad accisa, per sterilizzare gli aumenti di energia elettrica e gas per le famiglie italiane, direttamente in bolletta mediante compensazione ovvero mediante restituzione in sede di dichiarazione dei redditi delle persone fisiche;

   d) destinare annualmente, a decorrere dall'anno 2023, almeno il 50 per cento del gettito erariale da accisa, derivante dalla produzione e vendita al consumo dei prodotti sottoposti ad accisa, con esclusione dei prodotti da fumo, nonché del gettito erariale derivante dalle operazioni di contrasto delle frodi fiscali sui prodotti sottoposti ad accisa, al sostegno della corrispondente filiera produttiva e commerciale, mediante l'erogazione di contributi pari al 50 per cento degli importi sostenuti e autorizzati per la realizzazione di progetti di sviluppo, potenziamento, ristrutturazione o riconversione degli asset produttivi o commerciali che favoriscano nel contempo la salvaguardia o la crescita dei livelli occupazionali nonché i processi di transizione ecologica per una economia green e sostenibile;

   e) istituire, al fine di rafforzare le misure previste a tutela dei consumatori, un «Albo delle Imprese e degli operatori economici e commerciali certificati» di pubblica consultazione in cui, i soggetti tenuti all'iscrizione, ripartiti per categoria merceologica, limiti dimensionali e in possesso del rating di legalità, siano autorizzati ad operare sul territorio nazionale nei settori della gestione idrica, dell'energia e delle utilities;

   f) ridefinire il «mix energetico» del Paese dando immediata priorità a fattori con diretto impatto sulla economia nazionale, ossia efficienza energetica ed autoconsumo, tenuto conto che, in tal senso, è di fondamentale importanza portare in edilizia libera tutte le possibilità di installazione di impianti Fer, dalle persone fisiche alle persone giuridiche, utilizzando strutture o superfici urbane e industriali che potrebbero soddisfare gran parte della produzione interna di energia;

   g) snellire e semplificare tutti gli adempimenti burocratici attualmente richiesti per ottenere un'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio degli impianti indicati al punto f), ed evitare in tal modo ricorsi giuridici e dinieghi autorizzativi;

   h) avviare, al fine di realizzare parte della stabilizzazione della rete, piccoli impianti a biomassa e biogas, dando così in parte una svolta alla gestione dei rifiuti trasformando il problema in occasione;

   i) riorganizzare il sistema dei pompaggi e degli accumuli attraverso un controllo pubblico, dato che ad oggi si calcola un potenziale di circa 7 GWp non utilizzati;

   l) a seguito dell'attuazione dei punti f), g), h) e i), prendere in considerazione le attuali tecnologie in ordine di costo marginale crescente per garantire stabilità alla rete (gas, carbone e nucleare d'importazione);

   m) porre un obbligo, a carico alle amministrazioni pubbliche quali comuni, province e regioni, a dotarsi di un piano energetico ed ambientale che permetta l'individuazione e la perimetrazione di aree destinate alle installazioni di impianti Fer (biomasse, biogas, eolico on-shore e off-shore, fotovoltaico);

   n) individuare da parte dello Stato le zone più opportune, anche all'interno delle acque territoriali, per consentire l'installazione di impianti Fer (biomasse, biogas, eolico on-shore e off-shore, fotovoltaico).
(7-00779) «De Toma, Foti, Zucconi, Caiata, Lucaselli».


   La XIII Commissione,

   premesso che:

    la peste suina africana (Psa) è una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici, non trasmissibile all'uomo, con una letalità del 90-100 per cento, priva di vaccini o cure, i cui ceppi più aggressivi prevedono la morte dei capi entro 10 giorni dall'insorgenza dei primi sintomi;

    la diffusione di tale malattia può avere gravi ripercussioni sul sistema socio-economico delle aree colpite per via dell'alta letalità e contagiosità, che implicano costi gestionali e di contenimento non indifferenti;

    maiali e cinghiali sani vengono infettati solitamente tramite contatto con animali infetti, compreso il contatto tra suini che pascolano all'aperto e cinghiali selvatici, ingestione di prodotti a base di carne infetta, contatto con oggetti contaminati dal virus e morsi di zecche infette;

    la circolazione di animali infetti e la presenza di carcasse infette sul territorio sono le modalità più rilevanti di diffusione della malattia;

    come evidenziato dalle analisi svolte dall'Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte – Liguria e Valle d'Aosta e confermate dal Centro di referenza nazionale per le pesti suine – CEREP – dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marche, il virus, è anche capace di compiere veri e propri «balzi» e trasferire la malattia a centinaia di chilometri dal fronte endemico, pervenendo per l'appunto in Europa da un'origine di prima ondata inizialmente africana e da una seconda ondata proveniente dall'est Europa;

    la malattia si è infatti diffusa nel territorio dell'Unione europea partendo dell'est Europa, nella sua seconda ondata, colpendo la Georgia nel 2007 e propagandosi poi in tutti i Paesi dell'Europa orientale;

    la Lituania ha segnalato casi di peste suina africana nei cinghiali selvatici per la prima volta a gennaio del 2014, la Polonia le ha fatto seguito a febbraio del 2014 e la Lettonia e l'Estonia a giugno e a settembre dello stesso anno;

    la malattia ha poi continuato a diffondersi e, alla fine del 2019, era presente in nove Stati membri dell'Unione europea: Belgio, Bulgaria, Slovacchia, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania;

    più recentemente, la peste suina africana ha trovato ampia diffusione in Germania ed in Cina, con relative ripercussioni sull'intero mercato suinicolo internazionale;

    la Psa si è radicata in modo epidemico nel territorio della regione Sardegna a partire dal 1978, a seguito della diffusione della stessa in Spagna e Portogallo, riuscendo a venire estirpata dopo decenni di attività di contenimento e di embargo di fatto, al punto che, in 42 anni, non è mai stato esportato un sierotipo dal territorio sardo e che, da 4 anni, non sono stati più aperti focolai di peste suina africana nel territorio regionale;

    l'impatto della Psa a livello locale, ma anche globale, è impressionante e sta cambiando i flussi commerciali non solo legati allo scambio di suini vivi, di carni e prodotti derivati, ma anche ai mangimi e alle fonti alimentari proteiche alternative;

    una crisi legata alla diffusione della Psa, stante anche il diffondersi dell'emergenza aviaria nel Nordest italiano può comportare danni ulteriormente ingenti al settore zootecnico;

    le attività di contenimento della Psa sono estremamente costose ed onerose per l'amministrazione responsabile;

    l'8 gennaio 2022 sono stati rilevati tre casi di peste suina africana nel territorio della provincia di Alessandria, in Piemonte, con ulteriori casi sospetti al confine, in Liguria;

    in tal senso, la regione Piemonte ha già disposto un perimetro di contenimento del territorio in oltre 54 comuni, identificati come «a rischio», tale numero ammonta a 24 comuni in Liguria;

   come noto e come diffuso a mezzo stampa, nell'anno 2020, l'allora Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali aveva redatto un decreto interministeriale in materia di gestione e contenimento preventivo della Psa, mai pubblicato, in conseguenza all'opposizione dell'allora Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con cui la competenza è condivisa;

   tale decreto prevedeva, tra le altre l'istituzione, presso il Ministero della salute, a supporto di un Piano nazionale di eradicazione e sorveglianza della Psa, un sistema di raccolta dati per il monitoraggio dei cinghiali ed un Comitato di coordinamento che avrebbe dovuto assicurare il coordinamento delle attività di monitoraggio e valutare l'efficacia delle misure adottate dalle regioni e province autonome attraverso il Piano regionale di gestione e controllo del cinghiale ai fini di contenimento e contrasto della Psa;

   l'assenza di misure di contenimento dell'emergenza epidemica Psa reca il rischio di, se non controllata, danneggiare in modo permanente l'export nazionale in ambito suinicolo ed in generale di pregiudicare la qualità del marchio Made in Italy nel mondo;

   come evidenziato già nel corso dell'anno 2020, con ulteriore risoluzione ed atti di sindacato ispettivo, la mancanza di trasparenza in ambito di etichettatura di provenienza di origine dei prodotti a base di carne suina, comunque lavorata, è tra i fattori di rischio più rilevanti per la trasmissione della malattia all'interno dei confini dell'Unione europea;

   il comparto venatorio, tra gli altri, rappresenta un presidio per il contenimento e controllo della diffusione della Psa sul territorio, in quanto composto da esperti conoscitori dell'ambiente selvatico frequentato dai cinghiali, facilitando la segnalazione e lo smaltimento delle carcasse presenti sul territorio;

   la popolazione dei cinghiali ha superato ampiamente i 2,3 milioni di unità, riportando un sostanziale decuplicamento della presenza della specie sul territorio rispetto al 2010-2011;

   in tal senso, è improcrastinabile l'adozione, non solo di misure compensative a favore dell'intero comparto suinicolo nazionale, ma anche di misure di contenimento preventive tali da poter ostacolare ed arrestare il diffondersi della Psa, prevedendo anche il coinvolgimento del comparto venatorio e di tutti gli attori chiave nelle attività di contenimento della malattia,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative volte a disporre immediate misure indennitarie a favore del comparto suinicolo, che tengano in considerazione sia la possibile permanenza e diffusione della Psa nonché l'impatto del mancato guadagno sull'esercizio dell'attività e dunque delle conseguenze di lungo periodo che la diffusione della Psa può comportare economicamente e socialmente su tutti gli attori interessati dal fenomeno;

   a dare tempestiva attuazione a misure di monitoraggio, controllo e prevenzione della Psa anche tramite l'adozione di iniziative di competenza per introdurre misure coordinate e condivise con tutte le regioni e province autonome, anche in deroga alle normative vigenti, in modo da garantire l'efficacia delle misure sul territorio nazionale;

   ad adottare iniziative, per quanto di competenza volte a consentire alle regioni di adottare piani di gestione e controllo del cinghiale di natura emergenziale, coinvolgendo il comparto venatorio nelle attività di contenimento della Psa sul territorio, con particolare riguardo ai rischi derivanti dal dilagare incontrollato della popolazione di cinghiali selvatici sul territorio nazionale.
(7-00780) «Ciaburro, Caretta».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   PRESTIPINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 36, costituisce uno dei cinque decreti legislativi di riforma dell'ordinamento sportivo di cui alla legge delega n. 86 dell'8 agosto 2019 e ha a oggetto l'attuazione dell'articolo 5, recante «riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivo professionistici e dilettantistici nonché di lavoro sportivo»;

   il decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73 («Sostegni-bis») ha posticipato la decorrenza delle disposizioni previste nel decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 36, ad esclusione degli articoli 10, 39 e 40 del titolo VI, al 1° gennaio 2023;

   in particolare, l'articolo 10 del decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 36, il quale prevede il riconoscimento a fini sportivi delle associazioni e società sportive dilettantistiche in capo alle federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive associate, e agli enti di promozione sportiva – organismi del Coni, è entrato in vigore a partire dal 1° gennaio 2022;

   in aggiunta, il comma 2 del medesimo articolo istituisce il registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche (di seguito registro) presso il Dipartimento per lo sport e in sostituzione del registro telematico del Coni. L'iscrizione nel registro certifica l'effettiva natura dilettantistica dell'associazione o società sportiva, condizione necessaria per accedere alle agevolazioni fiscali e previdenziali;

   il registro non è ancora operativo;

   l'applicazione della normativa che dispone l'istituzione e il funzionamento del registro (decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 39) è stata anticipata dal 31 dicembre 2023 al 31 agosto 2022, data dalla quale saranno necessari ulteriori 6 mesi per l'emanazione di un decreto che stabilisca le regole per l'operatività del registro stesso. Pertanto, il Coni sarà l'unico organismo abilitato a certificare la natura dilettantistica degli enti sportivi fino al prossimo 31 agosto;

   con il trasferimento delle competenze dal Coni al Dipartimento per lo sport appare poco chiaro se l'elenco tassativo di discipline predisposto dal Coni e nell'ambito delle quali è possibile ottenere il riconoscimento rimarrà invariato –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e se non intenda adottare iniziative per definire una disciplina transitoria al fine di dare certezza agli enti sportivi e armonizzare la normativa;

   se non ritenga di adottare iniziative per estendere la nozione di «disciplina sportiva», dandone una definizione più ampia così come previsto dalla riforma del terzo settore.
(5-07369)


   GRIPPA, VILLANI, MARTINCIGLIO e BARBUTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'istruzione, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da un articolo pubblicato sul quotidiano economico-politico-finanziario IlSole24ore il giorno 6 gennaio 2022 e titolato «Giovani e lavoro, perché l'Italia è in fondo alla classifica Ues» che secondo il Commissario al lavoro dell'Unione europea Nicolas Schmit il nostro Paese è in una situazione critica per quanto riguarda il tasso occupazione femminile e la percentuale di quanti abbandonano prematuramente gli studi che non si formano e che lavorano. In un documento di 160 pagine sarebbe contenuta una relazione severa sullo stato di salute del lavoro in Italia la cui analisi dovrebbe far riflettere e mettere in guardia contro i rischi di una crescente povertà e radicalizzazione politica, e accennando ad alcuni retaggi culturali, tra cui una storica abitudine clientelare;

   sempre nel medesimo articolo è riportato che il Paese non è tra i primi in classifica in nessuno dei 16 settori presi in considerazione dalla Commissione europea difendendosi soltanto nella lotta alla disoccupazione anche in quella di lungo periodo, dove la situazione, seppur fragile, sarebbe in netto miglioramento. Analisi che sarebbe stata condotta su dati recenti, nonostante sia noto che il dramma del mercato del lavoro italiano ha radici antiche e profonde e che presenti un disallineamento tra domanda ed offerta: con una disoccupazione giovanile intorno al 30 per cento si riscontra carenza di manodopera;

   e, inoltre, rispetto all'occupazione femminile, sarebbe stata rimarcata anche una notevole disuguaglianza rispetto al tasso occupazionale degli uomini (inferiore del 20 per cento) con una carenza di strutture in grado di accogliere i bambini. Tutto ciò in un contesto che farebbe registrare un crescente numero di famiglie sull'orlo della povertà, con una totale disaffezione nei confronti dell'istruzione che non sarebbe in grado di fungere da strumento di ascensore sociale a causa delle soprarichiamate abitudini clientelari;

   a parere degli interroganti, alla luce della globalizzazione e di quanto sta rivelando l'emergenza sanitaria ancora in atto per il futuro del Paese, è fondamentale un nuovo contratto sociale che non può che essere stipulato tra persone, cioè tra individui consapevoli del valore rappresentato dal capitale formativo posseduto e reinvestito. Esso non può che svilupparsi in ragione delle competenze negoziabili, del loro apprezzamento e, dunque, della committenza che quelle competenze apprezza. Ma il contratto non può realizzarsi e assicurare regole certe, trasparenti e condivise se non con il riconoscimento, la validazione e la certificazione delle competenze esercitate e sviluppate;

   il Piano di ripartenza del nostro Paese ha ricevuto notevoli apprezzamenti dalla stessa Commissione europea –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di assicurare interventi in grado di agire fin dai primi anni di scolarizzazione e ridefinire il contratto sociale nonché riallineare i paramenti tra la domanda e l'offerta nel mondo del lavoro;

   quali iniziative prioritarie per quanto di competenza, si intendano adottare allo scopo di risollevare le sorti del Paese nei settori di competenza, nonché quali iniziative anche di carattere normativo, si intendano adottare per realizzare una maggiore eguaglianza tra le lavoratrici e i lavoratori.
(5-07371)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SILVESTRONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto-legge 11 novembre 2021, n. 157, le cui disposizioni sono poi confluite nella legge di bilancio 2022, sono state introdotte le misure urgenti per il contrasto alle frodi nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche;

   nel mese di dicembre 2021 sono stati definiti criteri, modalità e termini per i controlli antifrode dell'Agenzia delle entrate in relazione alle comunicazioni di opzione ai fini della cessione del credito e dello sconto in fattura collegate alla fruizione del «Superbonus» e degli altri bonus edilizi cedibili;

   le misure adottate per contrastare la diffusione del Coronavirus introdotte dal decreto-legge 7 gennaio 2022, n. 1, e gli effetti della variante Omicron hanno sostanzialmente bloccato gli italiani e le attività produttive;

   il caro-energia rischia di rendere incerta la programmazione e l'attività delle imprese e potrebbe costringere molte aziende a mettere in cassa integrazione i dipendenti;

   gli aumenti delle materie prime, insieme al dilagare della variante Omicron, mettono in dubbio anche la risalita del prodotto interno lordo;

   Confindustria ha recentemente riportato i dati degli anni precedenti: se nel 2019 l'energia costava alle aziende 8 miliardi di euro, nel 2021 si era già saliti a 20 miliardi di euro. Addirittura si prevedono per l'anno 2022 costi energetici più che quadruplicati rispetto al 2019;

   il provvedimento del 1° dicembre 2021 n. 340450 del direttore dell'Agenzia delle entrate, in attuazione delle nuove disposizioni contenute nell'articolo 122-bis del decreto-legge n. 34 del 2020, introdotto dal decreto-legge n. 157 del 2021 (cosiddetto «decreto-legge antifrodi»), prevede che per le comunicazioni che presentano specifici «profili di rischio», operi un meccanismo di sospensione preventiva;

   il provvedimento sopra citato conferma che, entro cinque giorni lavorativi dalla ricezione della comunicazione di opzione, l'Agenzia delle entrate renda noto se la stessa sia sospesa, con ricevuta telematica al soggetto che l'ha trasmessa e che tale sospensione, stabilita per un periodo non superiore a trenta giorni, riguardi l'intero contenuto della comunicazione e, se terminate le verifiche vengano confermati i profili di rischio, l'Agenzia delle entrate comunichi, con motivazione, l'annullamento dell'opzione –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto riportato in premessa e se intendano, anche con iniziative di carattere normativo, ridurre drasticamente le tempistiche dei controlli preventivi previsti dalla legge di bilancio 2022, al fine di consentire ai cittadini beneficiari il rispetto delle scadenze temporali previste per la fruizione dei bonus edilizi e non creare ulteriori pregiudizi economici alle aziende.
(4-11109)


   BUCALO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   la mancata ricostruzione delle aree colpite in maniera rilevante dagli eventi sismici del 26 dicembre 2018 nei territori dei comuni della città metropolitana di Catania, con interi quartieri devastati e nuclei familiari rimasti senza casa di proprietà, è dovuta all'incapacità organizzativa e di programmazione della struttura del Commissario straordinario per la ricostruzione, creata per dare risposte in tempi celeri, ma che, a tutt'oggi rappresenta un pachiderma burocratico che, di fatto, impedisce una ricostruzione celere ed efficace;

   numerosi cittadini di queste aree danneggiate dal sisma, in seguito alle risultanze delle relazioni redatte dai propri tecnici incaricati — che hanno eseguito indagini geologiche e geotecniche approfondite per la caratterizzazione dell'area di sedime dei propri immobili, con cui si è accertata la presenza di fratturazione nel terreno di sedime del proprio fabbricato con l'individuazione di zone di instabilità cosismica riconducibile alla presenza di una faglia attiva e capace — hanno richiesto la delocalizzazione del proprio immobile, pur ricadendo quest'ultimo, al di fuori della relativa perimetrazione della zona rossa, redatta dalla struttura del Commissario per la ricostruzione; tale perimetrazione della zona rossa, redatta dalla struttura commissariale è stata formulata in tempi celeri sulla scorta delle informazioni cartografie e geologiche, senza alcuna campagna di indagini atta alla caratterizzazione geomorfologica dei terreni;

   per tale motivo i proprietari che hanno eseguito a proprie spese la caratterizzazione geologica del proprio terreno al di fuori della zona rossa, e avendo trovato zone di instabilità ecosismica, pur avendo richiesto la delocalizzazione del proprio edificio e l'accettazione dell'istanza da parte della struttura commissariale, a tutt'oggi, non hanno ottenuto il riconoscimento del contributo previsto, necessario per iniziare la fase di ricostruzione e permettere ai richiedenti di poter riavere una propria abitazione;

   tale situazione di stallo venutasi a creare sta causando enormi disagi psicologici, sociali ed economici alle famiglie che, a tutt'oggi, si trovano in case in affitto, e indirettamente anche alla Protezione Civile che elargisce una parte del contributo al pagamento degli affitti;

   relativamente alla delocalizzazione occorre porre alcune precisazioni:

    nei comuni interessati dalla ricostruzione, in cui è possibile l'acquisto del terreno, vi è un notevole incremento dei prezzi di mercato che, di fatto, rende insufficiente il contributo fornito dallo Stato per l'acquisto del terreno;

    buona parte dei terreni, allo stato attuale, hanno caratteristiche di edificabilità corrispondenti alle richieste dei cittadini che devono delocalizzare, ma presentano delle criticità geologiche e geotecniche — con la presenza di fratturazioni — che non consentono un'adeguata ricostruzione, poiché nella maggior parte dei comuni dove è possibile delocalizzare vi sono piani regolatori generali redatti da molto tempo, in cui non sono presenti studi di microzonazione sismica che adesso la regione, tramite la Protezione Civile, sta eseguendo;

   alla luce di quanto esposto sarebbe opportuno dare libera scelta ai cittadini interessati di procedere all'acquisto di un nuovo terreno possibilmente sul tutto il territorio della provincia di Catania, così facendo si calmierassero i prezzi di mercato delle aree edificabili dei comuni interessati dalla ricostruzione, che, in questi anni, hanno subito un importante incremento economico, e, inoltre, si procederebbe in modo più sicuro e veloce, poiché si potrà migrare verso zone aventi un indice di pericolosità sismogeologica sicuramente inferiore rispetto ai comuni che hanno subito l'evento sismico del dicembre 2018 con gravi danni agli immobili pubblici e privati e alle infrastrutture viarie –:

   se il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative per monitorare e verificare lo stato di applicazione della ricostruzione con la definizione delle pratiche arrivate in Struttura commissariale e giacenti senza alcuna risposta;

   quali specifiche iniziative intenda assumere, al fine di snellire e adeguare la struttura del Commissario Straordinario, nominata dal precedente Governo, per la ricostruzione nei territori dei comuni della città metropolitana di Catania, colpiti dagli eventi sismici del 26 dicembre 2018.
(4-11113)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   notizie di stampa dei giorni scorsi riportano un nuovo episodio che pone in serio dubbio l'efficienza della gestione dei visti da parte dell'Ambasciata d'Italia in Pakistan;

   questa volta, a farne le spese sarebbe la famiglia di un rifugiato afghano che non riesce ad ottenere dall'Ambasciata in Pakistan il dovuto visto per il ricongiungimento familiare;

   secondo quanto riportato, un afghano titolare di protezione sussidiaria si sarebbe rivolto alla prefettura per chiedere il ricongiungimento con la moglie dopo la presa di potere dei Talebani;

   la prefettura ha concesso il nulla osta e, secondo la normativa vigente, entro 6 mesi si sarebbe dovuta concludere la seconda fase dell'iter burocratico, quella presso le sedi diplomatiche italiane all'estero, consistente nella verifica dei requisiti anagrafici e di altre condizioni soggettive;

   nel frattempo, la moglie del rifugiato è andata in Pakistan per sfuggire al regime talebano. Da quel momento i due hanno tentato inutilmente di avere un appuntamento per il visto con l'Ambasciata d'Italia ad Islamabad, non ricevendo alcuna risposta;

   poiché la donna avrebbe rischiato di essere rimpatriata in Afghanistan, il marito si è rivolto alla magistratura italiana a dicembre per ottenere dalle istituzioni italiane il visto ai sensi della legge; poiché la donna eventualmente rimpatriata avrebbe rischiato di subire trattamenti inumani, il Tribunale ordinario di Roma ha ordinato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale di fissare un appuntamento con la donna presso l'Ambasciata d'Italia ad Islamabad entro e non oltre il 21 gennaio 2022;

   l'articolo, inoltre, riporta di un altro caso di ritardi nella concessione di visti umanitari da parte dell'Ambasciata in Pakistan, riguardante due giornalisti afghani;

   anche in questo caso, il 21 dicembre è stato accolto un ricorso contro i ritardi della sede diplomatica italiana;

   giova ricordare che la stessa sede diplomatica, guidata dallo stesso Ambasciatore, è già stata oggetto del clamoroso e pericoloso trafugamento di un migliaio di visti Schengen, episodio che ha sciaguratamente aperto le porte dell'Europa a terroristi e clandestini e che ha leso l'immagine dell'Italia presso la comunità internazionale –:

   se quanto indicato in premessa corrisponda al vero e quali siano state le ragioni dei ritardi;

   cosa intenda fare il Ministro interrogato per ripristinare il corretto esercizio delle attività diplomatiche presso l'Ambasciata d'Italia in Pakistan.
(5-07368)

DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DEIDDA. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   l'abbandono scolastico in Italia registra un miglioramento, scendendo al 13,1 per cento nel 2020, ma il Paese resta lontano dai più elevati standard europei. Peggio dell'Italia solo Malta (16,7 per cento), Spagna (16 per cento) e Romania (15,6 per cento). Lo segnala il report di Openpolis dedicato all'abbandono scolastico riportato dal quotidiano Il Sole 24 ore;

   secondo l'ultimo rapporto Eurostat il nostro Paese è tra quelli dove con più frequenza i giovani tra i 18 e i 24 anni risultano fermi al primo ciclo di istruzione. Hanno abbandonato il sistema di istruzione senza conseguire, quindi, il diploma di scuola superiore o titolo equivalente. Peggio dell'Italia solo Islanda (14,8 per cento), Romania (15,6 per cento), Spagna (16 per cento); Malta (16,7 per cento), Turchia (26,7 per cento), che sono distanti anni luce dalle più virtuose Croazia (il cui dato – 2,2 per cento – è però parziale), Grecia (3,8 per cento), Slovenia (4,1 per cento) e Irlanda (5 per cento);

   sono dati riferiti al periodo prima della pandemia, dei lockdown, della didattica a distanza e dei problemi ad essa correlati;

   per l'anno scolastico 2021-2022 sono stati indetti i seguenti concorsi, per esami, per l'ammissione di complessivi centonovantotto giovani ai licei annessi alle Scuole militari dell'Esercito, alla Scuola navale militare e alla Scuola militare aeronautica con la seguente ripartizione di posti per Forza armata, sede e ordine di studi:

    a) posti cento per il concorso relativo all'ammissione alle Scuole militari dell'Esercito, così ripartiti:

     1) «Nunziatella» di Napoli:

      3° liceo classico: posti venti;

      3° liceo scientifico: posti trenta;

     2) «Teuliè» di Milano:

      3° liceo classico: posti venti;

      3° liceo scientifico: posti trenta;

   presso la Scuola militare «Nunziatella» di Napoli saranno ammesse, sino ad un massimo di quindici concorrenti vincitrici di sesso femminile, individuate in ordine di graduatoria di merito al termine del concorso, tra coloro che hanno espresso la preferenza di assegnazione a tale sede. Resta salva l'ammissione delle rimanenti, risultate comunque in graduatoria in posizione utile, alla Scuola militare «Teuliè» di Milano;

    b) posti sessanta per il concorso relativo all'ammissione alla Scuola navale militare «Francesco Morosini», così ripartiti:

     1) 3° liceo classico: posti venti;

     2) 3° liceo scientifico: posti quaranta;

    c) posti trentotto per il concorso relativo all'ammissione alla Scuola militare aeronautica «Giulio Douhet», così ripartiti:

     1) 3° liceo classico: posti diciotto;

     2) 3° liceo scientifico: posti venti;

   l'attività nelle suddette scuole militari è apprezzata per la qualità dell'istruzione ma anche per la qualità della vita e i rapporti che si creano per gli stessi studenti;

   le scuole militari non offrono, anche se è superfluo ribadirlo, una formazione utile per poi accedere eventualmente alle Accademie militari, ma offrono una preparazione per affrontare al meglio qualsiasi percorso universitario e/o professionale;

   il grande apprezzamento per gli istituti militari è dimostrato dai numeri degli aspiranti partecipanti alla prova preselettiva che raggiunge il migliaio per appena pochi posti a disposizione;

   sarebbe auspicabile prevedere un graduale aumento dei posti disponibili in ogni istituto militare –:

   se siano a conoscenza di quanto sopra esposto e quali opportune iniziative intendano adottare a favore delle scuole militari e per un eventuale aumento dei posti a concorso nelle scuole militari dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica militare.
(5-07367)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   BELOTTI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   tra aprile e luglio 2021 le autorità francesi arrestavano dieci terroristi italiani che fin dagli anni '70/'80 hanno goduto della cosiddetta «Dottrina-Mitterand» e, quindi, una tranquilla latitanza in Francia;

   all'arresto è seguita l'immediata richiesta di estradizione per i dieci brigatisti, tutti con condanne definitive, di cui quattro all'ergastolo;

   la decisione sull'estradizione doveva essere presa dalla Chambre d'Instruction della corte d'appello di Parigi già a fine giugno 2021 (per i primi arrestati), ma fu rinviata per una carenza di documentazione trasmessa dall'Italia; nell'udienza seguente, il 29 settembre 2021, vi è stato un altro rinvio con la medesima motivazione ed un altro ancora il 12 gennaio 2022, con la decisione di analizzare caso per caso le richieste di estradizione, in date comprese fra il 23 marzo e il 20 aprile 2022;

   il giudice Pascale Belin, «dopo aver preso atto della corretta produzione di tutte richieste di integrazione da parte delle autorità italiane e del copioso materiale trasmesso», avrebbe motivato l'ennesimo rinvio, secondo fonti stampa, «per l'impossibilità della Corte stessa di esaminare tutta la documentazione trasmessa» che era stata inviata il 6 dicembre 2021, quindi entro i termini previsti;

   in sostanza, nonostante i documenti integrativi siano stati trasmessi entro i termini previsti e nonostante la disponibilità di 46 giorni di tempo, non sono stati analizzati;

   l'arresto dei terroristi latitanti è anche frutto di una pluridecennale pressione politica italiana nei confronti della Francia, nell'ottica di rivedere la protezione concessa dalle autorità transalpine agli ex brigatisti;

   solo poche settimane fa il Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, e il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, hanno firmato il «Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata» al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella;

   in tale trattato, all'articolo 4, si prevede «una stretta collaborazione nella prevenzione e nella lotta contro le minacce criminali transnazionali gravi ed emergenti, in particolare la lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo», «la creazione di un'unità operativa italo-francese (...)» la promozione di «azioni di assistenza tecnica e di formazione per le forze dell'ordine e le altre amministrazioni competenti dei Paesi terzi minacciati dal terrorismo (...)» è inoltre stabilito l'impegno (...) «a facilitare lo scambio delle informazioni pertinenti e a tal fine, le Parti istituiscono un foro di consultazione regolare tra i loro Ministeri della Giustizia (...)»;

   il trattato, inoltre, sempre all'articolo 4, stabilisce che «nel settore dell'assistenza giudiziaria in materia penale e della consegna delle persone, le Parti assicurano un coordinamento costante nel rispetto delle prerogative delle autorità giudiziarie (...) programmano incontri, a cadenza regolare, tra magistrati e operatori del diritto (...) favoriscono, altresì, lo scambio di funzionari e magistrati e sostengono l'attuazione di attività di formazione comune»;

   sebbene il Trattato del Quirinale sia stato salutato come un punto di svolta tra Parigi e Roma, i familiari delle vittime di questi terroristi e tutti gli italiani, che stanno attendendo fin dagli anni '70 e '80 di avere giustizia, continuano a sentirsi umiliati dalle autorità francesi;

   tra i terroristi condannati all'ergastolo in attesa di estradizione c'è anche Narciso Manenti, esecutore materiale dell'omicidio dell'appuntato dei Carabinieri Giuseppe Gurrieri, assassinato a Bergamo il 13 marzo 1979 con 5 colpi di pistola sparati a bruciapelo davanti agli occhi del figlio tredicenne –:

   se il Governo non ritenga di adottare iniziative di competenza affinché le massime autorità francesi rispettino gli impegni stabiliti dal Trattato bilaterale sottoscritto il 26 novembre 2021, considerando che le motivazioni di rinvio di cui in premessa costituiscono a giudizio dell'interrogante una perdurante umiliazione e ferita per i familiari delle vittime che attendono giustizia da anni.
(4-11116)


   CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da organi di stampa si è appresa la tragica notizia dell'omicidio di un bambino di soli 7 anni accoltellato alla gola dal padre, Davide Paitoni, la notte di Capodanno a Morazzone, in provincia di Varese; come riportato da fonti giornalistiche, dopo l'indicibile atto, l'omicida si sarebbe recato a Gazzada Schianno presso l'abitazione dei suoceri e avrebbe, altresì, tentato di accoltellare anche la moglie che fortunatamente riusciva a salvarsi;

   secondo le ricostruzioni giornalistiche, ad allertare immediatamente i militari della presenza del minore in casa del padre sarebbero stati i nonni materni e, così, veniva rinvenuto il corpo senza vita del piccolo Daniele nascosto all'interno di un armadio;

   gli investigatori avrebbero rinvenuto sul corpo del bambino un biglietto con il quale il padre, oltre a confessare di essere stato l'autore del terribile gesto, avrebbe rappresentato sentimenti di disprezzo e livore per la moglie;

   grazie a una vasta operazione dei carabinieri, l'uomo in parola, che era in fuga, veniva intercettato a Viggiù, a poche centinaia di metri dal confine svizzero, e conseguentemente assicurato agli organi di giustizia;

   la raccapricciante vicenda sopra descritta pone una serie di interrogativi sulle determinazioni assunte dai magistrati in ordine all'autorizzazione dell'uomo in questione a trascorrere la notte di Capodanno con il figlio di 7 anni nonostante, come riportato da fonti giornalistiche, fosse già agli arresti domiciliari per altri gravi misfatti, e indagato anche per maltrattamenti in famiglia;

   più precisamente, per rendere la misura esatta della pericolosità sociale dell'uomo, quest'ultimo, secondo quanto appreso da organi di stampa, risultava ristretto dal 30 novembre 2021 per aver tentato l'omicidio di un collega ad Azzate, nella ditta dove lavorava, ed era destinatario di ben due denunce sporte dalla moglie tra l'anno 2020 e 2021 e di una terza segnalazione pervenuta alla procura di Varese da parte dei genitori della prefata donna, tanto che sarebbe stato aperto un «codice rosso»;

   secondo quanto riportato da organi di stampa, nonostante il coinvolgimento di autorità giudiziarie separate da un piano di scale e delle gravi pendenze a carico del Paitoni, quest'ultimo veniva comunque autorizzato ad avere con sé il piccolo Daniele –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, e, considerata la gravità degli stessi, se intenda adottare urgenti iniziative ispettive, per quanto di competenza, presso il tribunale e la procura di Varese anche riguardo a un eventuale deficit di tipo organizzativo e comunicativo intercorso tra il tribunale di Varese e la competente procura della Repubblica.
(4-11118)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   ASCARI e D'ORSO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il recente suicidio del questore di Biella, Gianni Triolo, è purtroppo soltanto l'ultimo in ordine cronologico, giacché le cronache consegnano un resoconto annuale sempre più preoccupante;

   è sempre più evidente la necessità di aiutare i membri delle forze dell'ordine in difficoltà, accompagnandoli in percorsi specifici e mirati per prevenire eventuali disturbi, nonché per porre rimedio a patologie più o meno gravi e per scongiurare tragedie altrimenti evitabili. Il malessere silente è una realtà sempre più drammatica, che sembra colpire anche persone «insospettabili» e apparentemente dotate di un buon equilibrio psichico. Segno che la problematica, nelle forze dell'ordine, è più profonda di quel che appare;

   l'attuale sistema di rilevazione dello stress da lavoro correlato, peraltro, oltre ad essere giunto in maniera tardiva rispetto alle necessità, pare assolutamente limitato e non esaustivo rispetto alle numerose e diversificate realtà lavorative del Paese. Appare, poi, evidente che il supporto psicologico sia di fondamentale importanza, anche e soprattutto per chi, per vergogna o ripercussioni sulla carriera, nasconde il proprio disagio, oltre che di fondamentale importanza anche per contrastare efficacemente una deriva che è diventata oramai tragica cronaca quasi quotidiana;

   occorre pertanto approntare le risorse materiali e umane per individuare una soluzione con la quale si possa intervenire non solo ex post ma anche ex ante, ossia non solo dopo che è già sorto il malessere psicologico, ma prima, in un'ottica preventiva magari sulla base dell'effettuazione di uno studio tramite il quale si possa capire l'origine di questo malessere diffuso tra tanti operatori delle forze dell'ordine, per prevenirne le cause;

   in ogni questura sono presenti il cappellano ed il relativo luogo di culto per l'assistenza religiosa, ma non è presente la figura dello psicologo, con uno specifico luogo di comunicazione e confronto, per l'assistenza psicologica degli operatori;

   è necessario un investimento pubblico di assoluto rilievo per approntare una soluzione volta a preservare la salute mentale di chi ogni giorno, con abnegazione, presta il proprio servizio a tutela dell'incolumità e sicurezza altrui e della collettività intera –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza, anche normative, ritenga opportuno adottare – in raccordo con le autorità e le istituzioni territoriali competenti – per dotare le forze dell'ordine di mezzi e sistemi volti a contrastare e prevenire il fenomeno del disagio psicologico nell'ambito del lavoro per evitare che si possano ripetere ulteriori tragici suicidi come quello del questore di Biella.
(4-11110)


   GIOVANNI RUSSO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da anni viene avanzata con insistenza la richiesta di valutare l'importanza della presenza nel Comune di Piedimonte Matese di un presidio fisso della Polizia di Stato, che andrebbe a ricoprire un vasto territorio, da Piedimonte fino a Capriati al Volturno e a Gioia Sannitica, passando per Caiazzo e Alvignano;

   nel 2018, con nota prot. 1119 del 7 novembre, i Sindacati di Polizia Coisp e Les scrivevano al Ministero dell'interno per chiedere di valutare, appunto, l'istituzione di un Commissariato di Polizia oppure un Posto fisso operativo presso il Comune di Piedimonte Matese, in considerazione, del fatto che «La recrudescenza dei reati, peraltro, è in continua evoluzione soprattutto nell'alto casertano, aree di competenza della Questura di Caserta ma raggiungibili in un'ora ed ai confini con la Questura di Benevento, Isernia e Frosinone. Nei comuni di tale territorio, circa 85.000 abitanti su una superficie di 1000 kmq, non vi è la presenza di una Volante nelle 24 ore ed i cittadini sono praticamente in balia di furti negli appartamenti e rapine di vario genere soprattutto nelle ore notturne»;

   come si apprende dalla citata missiva, già nel gennaio 2018 era intervenuto lo stesso Sindaco del comune di Piedimonte Matese per mettere a disposizione della Polizia di Stato uno stabile in uso gratuito proprio per l'istituzione del posto fisso di Polizia «così da garantire maggiore sicurezza ai cittadini di tutti i comuni del circondario»;

   la presenza di un presidio di Polizia a Piedimonte Matese sarebbe un forte segnale pubblico di contrasto alle organizzazioni criminali, oltre che un presidio di legalità e sicurezza assolutamente necessario ed indispensabile, in considerazione delle diverse criticità del territorio che attanagliano il Matese;

   con nota del 16 giugno 2020, la questura di Caserta chiedeva di «comunicare con cortese urgenza la veridicità della disponibilità di codesta amministrazione di locali idonei atti ad ospitare un posto fisso di Polizia di Stato, dovendo questo ufficio riferire al Ministero dell'interno», ma, da allora, nulla sembra essere stato fatto, se non in direzione opposta rispetto a quella auspicata, se è vero che ci sarebbe l'intenzione di trasferire anche la polizia stradale di Caianello;

   come denunciato dagli stessi sindacati, infatti, la sede del distaccamento della Polizia stradale di Caianello verrebbe trasferita a Presenzano, a pochi metri, peraltro, dalla centrale idroelettrica e da una contestata centrale turbogas in fase di ultimazione, con i conseguenti e preoccupanti risvolti, non solo sul piano della sicurezza del territorio, che verrebbe privato di un altro presidio di sicurezza e legalità, ma anche sul piano dei rischi alla salute alla quale verrebbero esposti gli agenti –:

   accertata la fondatezza dei fatti di cui in premessa, se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per garantire importanti presìdi di legalità e sicurezza nel territorio dell'alto casertano, con particolare riguardo all'istituzione nel comune di Piedimonte Matese di un presidio fisso della Polizia di Stato e alla paventata intenzione di trasferimento della sede del distaccamento della Polizia stradale di Caianello.
(4-11111)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   D'ARRANDO. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   dagli organi di informazione si apprende che, nella scuola primaria Papa Giovanni XXIII, con sede nel comune di Nichelino (Torino), si sono verificati episodi di maltrattamenti da parte di un insegnante ai danni dei bambini e delle bambine della classe a lei assegnata;

   sempre dai medesimi organi di stampa viene riferito che, già nel mese di ottobre 2021, alcuni genitori, allarmati dai racconti dei propri figli in merito a quanto accadeva in classe, avrebbero chiesto un confronto con l'insegnante senza avere riscontro e che una mamma avrebbe presentato segnalazione-denuncia al sindaco e ai Carabinieri per i presunti maltrattamenti, sia verbali che fisici, subìti dai bambini e dalle bambine per opera del docente;

   secondo alcune testate giornalistiche, su sollecitazione dei genitori, il sindaco avrebbe convocato la dirigente scolastica per opportuni chiarimenti e interessato il Ministero dell'istruzione sulla vicenda e che, a quanto consta all'interrogante, in data 21 dicembre 2021, i genitori sarebbero stati convocati dalla dirigente scolastica;

   secondo quanto riportato da alcuni genitori, diversi bambini e bambine avrebbero manifestato forti segnali di disagio psicologico in seguito ai presunti maltrattamenti e che è necessario garantire agli alunni sia l'incolumità fisica che il pieno benessere mentale durante lo svolgimento delle lezioni e per tutto il tempo della loro permanenza a scuola –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda intraprendere iniziative di competenza in relazione a quanto rappresentato, valutando se sussistano i presupposti per promuovere gli opportuni accertamenti.
(5-07370)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   PENNA e NAPPI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la legge 30 dicembre 2021 n. 234, intervenendo sul decreto legislativo n. 148 del 14 settembre 2015, ha apportato alcune rilevanti modifiche alle diverse tipologie di cassa integrazione ordinaria e straordinaria, nonché ai fondi di solidarietà;

   l'obiettivo principale della riforma degli ammortizzatori è quello di eliminare o comunque ridurre le disomogeneità esistenti nel sostegno ai lavoratori che, per difficoltà temporanee dell'azienda, vedono ridotto o azzerato il proprio salario, accrescendo grado di equità generale del sistema;

   uno dei passi più complessi compiuto dalla suddetta legge di bilancio, è l'integrazione delle aziende piccole o piccolissime, le cosiddette microimprese composte da 1 a 15 lavoratori, nel sistema dei citati ammortizzatori. Queste ultime, messe a dura prova da questi anni di pandemia, grazie all'articolo 1, comma 204, della legge n. 234 del 2021 vengono ricomprese nel novero delle imprese che possono accedere alla cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs);

   l'intento, seppur lodevole, presenta tuttavia numerose criticità;

   per le microimprese, infatti, i nuovi sostegni al reddito diventano obbligatori, ma non in misura equivalente (il contributo scende con il diminuire delle dimensioni dell'impresa in corrispondenza con i contributi versati) e, soprattutto, non risulta essere un contributo immediatamente fruibile: i tempi di implementazione del sistema sono infatti di 12 mesi e di 18 per i fondi di solidarietà bilaterali costituiti nell'ultimo biennio 2020/2021;

   a ciò si aggiunga che la procedura dell'accesso alla Cigs risulta assai complessa per le microimprese. La legge di bilancio, infatti, non modifica la documentazione necessaria per l'accesso al sussidio, onerando, quindi, le microimprese degli stessi adempimenti richiesti ad imprese con dimensioni rilevanti (ad esempio la predisposizione di un piano di cassa integrazione che specifichi le ragioni della crisi, i tagli di personale ed ore la riorganizzazione del lavoro, e altro). Detti adempimenti, peraltro, comportano un costo che, per una piccola realtà già messa a dura prova dalla crisi economica scatenata dal Covid, può diventare eccessivamente gravoso;

   la nuova ondata di contagi ha poi spinto, in questi giorni, i sindacati e le organizzazioni imprenditoriali a rivolgere un nuovo appello al Governo chiedendo di finanziare, visti i tempi di implementazione della Cigs che possono definirsi «lunghi», ulteriori 13 settimane di cassa integrazione Covid, non solo per il settore del turismo, ma anche per altri settori ad oggi fortemente in crisi con particolare attenzione al settore dell'artigianato;

   secondo il report di Union Camere, alle evidenziate criticità si aggiunge anche il rischio insolvenza: sono infatti 694.894 le imprese che, a partire dal 2020, hanno sospeso le rate di prestiti bancari per un importo complessivo di 27,1 miliardi di euro;

   visto il quadro critico in cui versano le microimprese che, come noto, nel nostro Paese formano un tessuto capillare produttivo rilevante, appare necessario, per la salvaguardia di lavoratori e imprenditori, prevedere ulteriori misure volte, da un lato, a semplificare le procedure per l'accesso di queste realtà agli ammortizzatori sociali e, dall'altro, a prevedere forme di sostentamento immediatamente operative ed accessibili o estendere quelle già previste –:

   se i Ministri interrogati intendano per quanto di competenza, adottare iniziative per snellire e semplificare le procedure di accesso per le imprese che hanno meno di 15 dipendenti alla cassa integrazione guadagni straordinaria, attraverso l'adozione di una procedura semplificata e meno gravosa;

   se i Ministri interrogati intendano per quanto di competenza valutare l'opportunità di adottare iniziative per prorogare, per un ulteriore periodo, la cassa integrazione Covid o per introdurre ulteriori misure straordinarie di integrazione di sostentamento immediatamente accessibili.
(4-11115)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   FARO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   la provincia di Foggia ha emanato quattro bandi di concorso per il reclutamento di tre istruttori direttivi tecnici, cat. D, due posti di istruttore tecnico, cat. C, due posti di istruttore amministrativo tecnico cat. D e tre posti di istruttore tecnico cat. C, per un totale di dieci posizioni lavorative a tempo pieno ed indeterminato, per le quali hanno presentato domanda di partecipazione circa 1974 candidati;

   nel luglio 2021, l'amministrazione provinciale di Foggia, a mezzo delibera del presidente Nicola Gatta decise di eliminare le prove preselettive e la prova orale, unificando le procedure concorsuali in una unica prova selettiva da svolgersi con l'utilizzo di mezzi informatici e digitali ai sensi di quanto previsto all'articolo 10 del decreto-legge n. 44 del 2021;

   le prove selettive si sono svolte presso Formedil con il supporto tecnico dell'impresa barese SeleteK per i supporti informatici;

   ma, al momento delle prove selettive, candidati si sono trovati di fronte ad uno scenario completamente diverso da quello descritto nei bandi per i quali si erano candidati;

   infatti, contrariamente a quanto previsto dal decreto-legge n. 44 del 2021 e dal testo dei bandi di concorso sopra richiamati, i candidati non hanno potuto svolgere la prova d'esame con il supporto degli strumenti informatici, ovvero i tablet, bensì hanno dovuto rispondere al questionario, oggetto della prova selettiva, su supporto cartaceo e in forma anonima, mediante l'utilizzo di una griglia cartacea sulla quale apporre le proprie risposte ai quiz;

   ma ciò che appare ancor più irrituale è che solo in sede di concorso, i candidati hanno appreso dell'esistenza di una ulteriore prova d'esame, avente ad oggetto quiz di inglese e informatica, con efficacia escludente, ovvero in caso di mancato superamento della predetta prova, il test successivo ed inerente alle materie indicate nel bando non sarebbe stato preso in considerazione ai fini della valutazione di idoneità;

   tali circostanze hanno di fatto limitato la trasparenza delle procedure concorsuali, alimentando numerosi dubbi, tra i candidati, circa la correttezza delle procedure concorsuali;

   tali dubbi sono stati successivamente alimentati a seguito della pubblicazione delle graduatorie a seguito dell'espletamento del concorso, che vedrebbero tra i primi in graduatoria e, quindi vincitori, almeno 5 candidati che sarebbero legati a vario titolo ad ambienti politici vicini all'amministrazione provinciale di Foggia o già dipendenti della provincia di Foggia;

   lo scalpore suscitato dalla vicenda è stato anche ripreso dal servizio televisivo della nota trasmissione satirica Striscia la Notizia, in onda sulla rete nazionale il 28 dicembre 2021 che ha raccolto la testimonianza di uno dei partecipanti al concorso. Sulla vicenda l'amministrazione provinciale ha ribadito, con una nota pubblicata sul proprio sito istituzionale nella sezione «Amministrazione Trasparente», che le prove concorsuali si sono svolte correttamente e nel rispetto di quanto previsto dal decreto-legge n. 44 del 2021, avendo utilizzato i supporti informatici per la correzione dei test eseguiti e che l'ulteriore prova d'esame avente ad oggetto le materie di inglese ed informatica, con efficacia escludente, è conforme all'orientamento giurisprudenziale del Consiglio di Stato –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   se il Ministro interrogato abbia adottato o intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per avviare verifiche, per il tramite dell'ispettorato della funzione pubblica, presso l'amministrazione provinciale di Foggia, circa la correttezza dell'espletamento delle prove d'esame in relazione al concorso in questione.
(4-11117)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMOLDI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 7 del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, reca disposizioni in materia di accesso dei visitatori alle strutture residenziali, socio-assistenziali, sociosanitarie e hospice;

   la norma sopracitata prevede che l'accesso alle predette strutture, a decorrere dal 30 dicembre 2021 e fino alla cessazione dello stato di emergenza, sia consentito esclusivamente:

    (i) ai soggetti muniti di una certificazione verde Covid-19 rilasciata a seguito della somministrazione della dose di richiamo (cosiddetto booster) successiva al ciclo vaccinale primario;

    (ii) ai soggetti in possesso di una certificazione verde Covid-19 rilasciata a seguito del completamento del ciclo vaccinale primario o dell'avvenuta guarigione, a condizione che questi presentino – in aggiunta – una certificazione che attesti l'esito negativo del test antigenico rapido o molecolare, eseguito nelle quarantotto ore precedenti l'accesso;

   viene, invece, eliminata del tutto la possibilità di accedere alle ridette strutture per i soggetti non vaccinati e non guariti. Non risulta, in effetti, che sia stata prevista nei loro confronti alcuna fattispecie di deroga, neppure per i soggetti fragili, che non abbiano potuto sottoporsi alla vaccinazione per ragioni cliniche documentate, e neppure dietro presentazione di una certificazione che attesti l'esito negativo di un test molecolare o antigenico effettuato nelle ore immediatamente antecedenti l'ingresso;

   la nuova disciplina introdotta dal decreto-legge n. 221 del 2021, sebbene ispirata a principi di precauzione e sicurezza sanitaria, appare eccessivamente rigida sotto questo aspetto e rischia seriamente di pregiudicare la continuità dei rapporti affettivi degli ospiti delle ridette strutture assistenziali, cui viene di fatto impedito di incontrare i propri cari non vaccinati, inclusi quelli fragili che non hanno potuto ricevere o completare il ciclo vaccinale per controindicazioni e/o motivazioni cliniche documentate;

   la circolare del Ministero dell'interno n. 88170 del 29 dicembre 2021 precisa che le «previsioni normative sul possesso del green pass non trovano applicazione nei riguardi dei minori età inferiore ai 12 anni e dei soggetti per i quali sussista una controindicazione clinica alla vaccinazione»;

   di fatto è impedito, oggi, a coloro che non possono per ragioni cliniche sottoporsi a vaccinazione, accedere alle strutture assistenziali e residenziali –:

   se non si ritenga opportuno adottare iniziative di competenza volte a restituire ai soggetti esenti dalla campagna vaccinale, e a quelli che non hanno potuto ricevere o completare la vaccinazione per motivazioni mediche, la possibilità di accedere alle strutture di cui in premessa, previa effettuazione di un test molecolare o antigenico con esito negativo.
(4-11114)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   TRANO. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la gestione del servizio idrico per l'Ato 4 è affidata dal 2002 ad Acqualatina spa, società mista il cui capitale sociale è controllato per il 51 per cento da 38 comuni, 32 dei quali appartenenti alla provincia di Latina, e per il rimanente 49 per cento da Idrolatina srl, partecipata al 99,8 per cento dalla società francese Veolia S. A.; il consiglio d'amministrazione, riconfermato integralmente il 28 giugno 2021, comprende al suo interno tre membri di maggioranza di nomina politica, tutti e tre di area Forza Italia; nella stessa riunione è stato approvato il bilancio di Acqualatina che riporta un utile di 7,7 milioni di euro; ad oggi non risulta risposta ad alcuno degli atti di sindacato ispettivo depositati dall'interrogante nella XVIII legislatura (n. 4-04692, n. 4-06554) nonostante la reiterazione dei quesiti posti; il fenomeno della torbidità continua a verificarsi nei comuni di Minturno, Formia, Gaeta, Spigno Saturnia, Castelforte e Coreno Ausonio, con consequenziali ordinanze di divieto di utilizzo del flusso idrico a scopo igienico-sanitario ed alimentare; una stima dell'associazione Confconsumatori quantifica in 75 giorni la torbidità media registrata nei predetti comuni, con punte di quasi 3 mesi per il comune di Formia; dalla nota di Acqualatina prot. n. 2021-13011 risulta che i valori di torbidità, espressi in Ntu, siano stati superati fino a 45 volte raggiungendo un valore di 89,5 contro quello massimo tollerabile di 2 Ntu, ma non è stato corrisposto alcun indennizzo agli utenti coinvolti; la società, ha utilizzato i fondi dell'emergenza del 2017 per l'adduttrice di Cellole e per il campo pozzi dei 25 ponti e ha in programma un nuovo costosissimo collegamento con la sorgente di Selva - Vetere nel comune di Fondi), immettendo di fatto un ulteriore flusso idrico in una rete ammalorata con perdite fino al 70 per cento; una componente considerevole della fatturazione di Acqualatina spa verso gli utenti è costituita dai costi di depurazione degli scarichi fognari; sono diversi i casi di inceppamento delle pompe di sollevamento e di sversamento di liquami a mare, anche in prossimità delle spiagge, riscontrati dalle forze dell'ordine in gran parte su segnalazione alla procura della Repubblica di Cassino di privati cittadini, (mentre Acqualatina già nel 2010 si vantava di aver installato un impianto telematico di controllo delle vasche ed il 28 giugno 2021 ha annunciato la realizzazione di una nuova «control room»);

   la delibera di giunta regionale n. 905/2021 ha escluso il comune di Formia dai finanziamenti regionali per il triennio 2021-2023 per euro 3.000.000 per il risanamento di reti idriche, depurazione, fognatura –:

   se, considerato il ripetersi del fenomeno della torbidità, i Ministri interrogati non intendano verificare, per quanto di competenza, perché le somme statali stanziate per l'emergenza idrica del 2017 non siano state investite da Acqualatina prioritariamente per la manutenzione delle sorgenti di Formia e Spigno; se il Governo non ritenga opportuno promuovere, per quanto di competenza, verifiche sulla salubrità dell'acqua, anche per il tramite del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente e delle strutture di cui all'articolo 14, comma 6, della legge n. 132 del 2016, considerate le patologie infartuali ed ischemiche che possono essere causate da batteri:

   quali iniziative il Ministro della transizione ecologica intenda adottare per contrastare i documentati sversamenti di liquami nel golfo di Gaeta, considerando che lo stesso è stato dichiarato area sensibile dalla delibera di giunta regionale n. 116/2010 ed è soggetto al contenimento degli scarichi nei valori previsti dall'allegato 5, tab. 2), del decreto legislativo 152 del 2006.
(4-11112)

Apposizione di firme ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta orale Zanettin n. 3-02717, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 gennaio 2022, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Covolo, Caretta, Pretto.