Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 18 novembre 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:


   La Camera,

   premesso che:

    il 10 per cento del Pil europeo deriva dal settore dell'edilizia e dei lavori pubblici;

    la legge di delegazione europea 2018, legge n. 117 del 2019, contiene la delega al Governo per l'attuazione della direttiva (UE) 2018/2002 sull'efficienza energetica e, all'articolo 23, la delega per l'attuazione della direttiva (UE) 2018/844 sulla prestazione energetica nell'edilizia. Quest'ultima prevede una complessiva ridefinizione delle disposizioni fondamentali contenute nella precedente direttiva 2010/31/UE, trasposta nell'ordinamento nazionale con il decreto-legge n. 63 del 2013; il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) pone tra gli obiettivi prioritari l'innovazione e la sostenibilità del settore energetico, con il recepimento della direttiva UE 2018/844, in cui è stata redatta la «Strategia di lungo termine per la ristrutturazione del parco immobiliare», necessaria per il conseguimento dell'obiettivo di decarbonizzazione al 2050, con tappe intermedie al 2030 e al 2040;

    con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (cosiddetto «decreto-legge rilancio»), e successive modificazioni, è stata incrementata al 110 per cento l'aliquota di detrazione dall'Irpef o dall'Ires spettante a fronte di specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici e di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici, sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2022 per le spese sostenute dai condomini indipendentemente dallo stato di avanzamento lavori e per le spese sostenute da edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche se, al 30 giugno 2022, è stato realizzato almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo. Per le spese sostenute per gli interventi su edifici unifamiliari è invece, fissata al 30 giugno 2022;

    questa misura si aggiunge alle detrazioni già previste per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, compresi quelli per la riduzione del rischio sismico (cosiddetto «sismabonus») e di riqualificazione energetica degli edifici (cosiddetto «ecobonus»);

    le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche hanno contribuito in misura determinante al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico, come dimostra il fatto che, a livello settoriale, il residenziale ha già ampiamente superato l'obiettivo atteso al 2020 dal Piano d'azione italiano per l'efficienza energetica;

    dal dossier presentato annualmente alla Vili Commissione ambiente territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati in materia di recupero, riqualificazione energetica e sicurezza sismica del patrimonio edilizio elaborato dal Servizio Studi della Camera, in collaborazione con l'istituto di ricerca Cresme, emergono dati incoraggianti. Gli incentivi fiscali per il recupero edilizio, per interventi di sicurezza sismica e per la riqualificazione energetica hanno interessato dal 1998 al 2020, 21 milioni di interventi e attivato investimenti pari a 346,4 miliardi di euro. Il dato a consuntivo per il 2019 indica un volume di investimenti superiore a 28 miliardi di euro veicolati dagli incentivi, riconducibili a 3.483 milioni di euro per la riqualificazione energetica e a 25.279 milioni di euro per il recupero edilizio;

    il Financial Times ha rilanciato, in un articolo del 14 giugno 2021, l'allarme sollevato presso la Commissione europea della Federazione europea dei costruttori, relativo al rischio per la concreta attuazione dei Recovery plan europei, a causa della penuria di materiali da costruzione e per il conseguente aumento dei prezzi, con fluttuazioni al rialzo che avvengono in pochissimi mesi se non addirittura settimane (bitume +15 per cento in 3 mesi; cemento +10 per cento in un mese; legno +20 per cento; barre d'acciaio in Italia, costo raddoppiato in quattro mesi);

    secondo i dati dell'Ance, diffusi a metà maggio 2021, in Italia vi è stato un aumento sensibile del prezzo dell'acciaio per cemento armato (+117 per cento tra novembre 2020 e aprile 2021), del rame (+17 per cento), del petrolio (+34 per cento), di polietileni (+48 per cento), ma anche dei prodotti legati all'impiantistica e ai serramenti, nonché il prezzo dei ponteggi;

    tale dinamica è collegata a tre principali questioni che non sembrano risolversi velocemente e rischiano di esacerbare ulteriormente la dinamica rialzista delle materie prime e dei materiali di base per l'edilizia: le problematiche nella filiera a causa del COVID-19; la richiesta da Usa e Cina, che hanno attivato vasti programmi di opere pubbliche; il rimbalzo tecnico del Pil per la ripresa post-pandemia;

    a maggio 2021, l'Ance ha chiesto di introdurre per il settore degli appalti pubblici, meccanismi automatici di revisione dei prezzi con rilevazioni ogni 3 mesi e aggiornamenti per scostamenti maggiori dell'8 per cento, riconoscendo altresì la possibilità di recuperare tali somme dai ribassi, dalle spese per imprevisti, dalle somme a disposizione della stazione appaltante, chiedendo altresì di istituire un apposito fondo per coprire le maggiori spese in quelle situazioni in cui non vi sarebbe la capienza necessaria dalle predette voci;

    i progettisti di lavori relativi alle attività edilizie connesse al cosiddetto «superbonus 110 per cento» devono adeguare i computi metrici ai prezzari regionali o, in alternativa, ai prezzi riportati nelle guide «Prezzi informativi dell'edilizia» edite dalla Dei, casa editrice del genio civile;

    per quanto riguarda i prezzari, importanti anche per attuare i criteri ambientali minimi, da una verifica sui siti istituzionali delle regioni, emerge una certa differenza nello stato di aggiornamento, con alcune regioni (ad esempio, Basilicata, Calabria) ferme al 2018, altre al 2019 (Puglia, Sardegna, Sicilia) e altre, come la Lombardia e la Toscana, che hanno aggiornato il documento al 2021;

    queste differenze tra le regioni, secondo l'Anac, rischiano di determinare distorsioni nel mercato causando grandi difficoltà ai progettisti impegnati peraltro in progettazioni e interventi con scadenze prefissate per il fine lavori, pena la decadenza del beneficio fiscale;

    i dati riportati evidenziano come l'accelerazione delle domande di incentivo sia stata favorita dall'aumento delle aliquote per il recupero edilizio e per gli interventi di efficienza energetica dalla continuità delle misure nel corso degli anni;

    a decorrere dall'entrata in vigore del decreto-legge n. 63 del 2013 che ha potenziato il precedente regime di incentivi fiscali, le detrazioni per ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica sono state annualmente prorogate, da ultimo con la legge 30 dicembre 2020, n. 178 {legge di bilancio 2021) che ha prorogato al 31 dicembre 2021 le detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica e per gli interventi di ristrutturazione edilizia indicati dall'articolo 16-bis, comma 1, del Testo unico delle imposte sui redditi;

    inoltre, l'articolo 121 del decreto-legge «Rilancio» ha introdotto la possibilità per i contribuenti di optare per la cessione o per lo sconto in luogo delle detrazioni proprio per alcuni interventi, quali quelli di recupero del patrimonio edilizio (articolo 16-bis, comma 1, lettere a) e b) del Testo unico delle imposte sui redditi, di efficienza energetica (articolo 14 del decreto-legge n. 63 del 2013), di adeguamento antisismico (articolo 16, commi da 1-bis a 1-septies del decreto-legge n. 63 del 2013), di recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti (articolo 1, commi 219 e 220, legge di bilancio 2020);

    gli investimenti veicolati dalle misure di incentivazione fiscale hanno svolto un'azione particolarmente importante per il mercato del lavoro del comparto edilizio, compreso tutto l'indotto e i settori collegati, tenuto conto dell'impatto anche sulle politiche energetiche e ambientali, il ricorso a nuove tecnologie e la conseguente domanda di nuovi profili professionali che generano nuove entrate per l'erario, connesse al versamento di nuovi contributi previdenziali da parte delle imprese;

    nella stima dei benefici complessivi occorre anche considerare che la valorizzazione del patrimonio immobiliare e il miglioramento delle prestazioni funzionali degli edifici, conseguenti agli interventi di recupero edilizio e riqualificazione energetica, concorrono alla rigenerazione della città pubblica in chiave ecosostenibile, contribuendo alla riduzione dei consumi, al miglioramento della qualità dell'aria nei centri urbani, al contenimento del consumo di suolo, nonché, con particolare riferimento alle misure antisismiche, al miglioramento delle condizioni di sicurezza dell'abitato; l'introduzione della misura di incentivazione del cosiddetto «superbonus 110 per cento» è stata più volte messa in correlazione con recenti dati economici e occupazionali incoraggianti per il settore, tanto da richiederne la proroga, almeno fino alla fine del 2023, da parte del mondo imprenditoriale e associazionistico di categoria;

    secondo i dati Enea, per il solo «Ecobonus 110 per cento», nonostante le traversie connesse alla pandemia e alle incertezze burocratiche, al 3 giugno 2021 sono stati ammessi oltre 18.000 edifici per un importo riconosciuto di 2,4 miliardi di euro. Poiché tutte le associazioni di categoria sostengono che la gran parte degli interventi deve ancora partire, si comprende quale impatto benefico potrà avere questa misura, assieme alle altre come il «sismabonus», nella dinamica economica del Paese;

    considerato che in Italia secondo il censimento dell'Istat del 2011 vi sono 31,2 milioni di abitazioni e che le abitazioni sono il principale oggetto degli interventi di rinnovo, appare evidente che, in questa fase di sofferenza economica legata all'evoluzione dell'emergenza sanitaria da COVID-19, ulteriori iniziative a sostegno dell'attività di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, con particolare riferimento ai cosiddetti «ecobonus» e «sismabonus», possano costituire un contributo fondamentale per il rilancio del comparto edilizio e uno stimolo per investimenti in prodotti e tecnologie innovative, con effetti benefici di lungo periodo sui conti dello Stato, in considerazione dell'effetto sul prodotto interno lordo, sull'emersione dell'economia sommersa, sulle minori emissioni del sistema Paese che si riflettono anche sul comparto produttivo;

    a tal fine, considerato che le detrazioni si basano sul presupposto che il contribuente abbia una capienza reddituale che renda vantaggioso l'investimento nell'intervento, recuperabile mediante la riduzione delle imposte per gli anni successivi, occorre porre particolare attenzione all'introduzione di modalità di fruizione degli incentivi più flessibili e di strumenti di accesso al credito che consentano anche alle piccole e medie imprese di partecipare degli effetti positivi del regime fiscale agevolato, con particolare riferimento al meccanismo dei credito di imposta e dello sconto in fattura; occorre altresì promuovere adeguati strumenti finanziari volti, in caso di impossibilità da parte delle piccole e medie imprese e di cittadini di accedere ai prestiti bancari per mancanza di garanzie minime richieste dagli istituti di credito, a rendere concreta la garanzia statale, anche limitatamente ai cittadini con basso reddito, per gli interventi che rientrano nel «superbonus 110»;

    si rileva che l'aumento dei prezzi delle materie prime e dei materiali propri del comparto edilizio è al momento avvertito dalle associazioni datoriali quale possibile elemento di disinnesco del potenziale espansivo della misura agevolativa e degli altri bonus sull'economia. Tali oscillazioni nei prezzi determinano non solo un aumento dei costi di approvvigionamento ben superiori a quelli indicati dai prezzari regionali ai quali i progettisti fanno riferimento per adeguare il computo metrico estimativo, ma pongono in grossa difficoltà le imprese del settore, costrette in molti casi a rivedere i loro preventivi o assumersi rischi enormi non gestibili per via delle penali connesse al termine ultimo dei lavori, sia per quanto riguarda i normali lavori pubblici che quelli privati connessi al «superbonus 110 per cento»;

    il consolidamento della misura del «superbonus 110 per cento» in una prospettiva temporale più ampia risulta pertanto fondamentale per dare continuità alla programmazione degli investimenti e alla stabilizzazione delle assunzioni nei diversi settori della filiera, ma richiede anche la tempestiva definizione di più adeguati e chiari strumenti operativi. Un sistema di regole certe e univoche a supporto dei professionisti, delle imprese e degli uffici pubblici coinvolti, e contestualmente la definizione di adeguati procedimenti di monitoraggio e controllo;

    alle carenze di materiali e di manodopera, si aggiunge quindi quella delle opere provvisionali, il cui ruolo, tra l'altro, è quello di garantire la sicurezza delle maestranze;

    le imprese di settore, infatti, segnalano una situazione drammatica nel reperimento dei ponteggi indispensabili per avviare le opere previste dal Pnrr ed anche i nuovi lavori connessi al «superbonus 110 per cento». Tale difficoltà sta portando le imprese medesime a valutare l'acquisto di dette attrezzature all'estero, senza considerare che, nel nostro Paese, possono essere utilizzati esclusivamente i ponteggi che hanno conseguito, da parte del fabbricante, l'autorizzazione ministeriale per la produzione e l'impiego, come previsto dal decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008, cosiddetto testo unico sulla sicurezza;

    va segnalato che, al fine di garantire maggiore qualità degli interventi realizzati, un conseguente incremento degli standard di sicurezza nei cantieri ed un progressivo rafforzamento delle strutture aziendali, occorre che lo Stato destini maggiori risorse per incrementare i sistemi di qualificazione delle imprese chiamate ad eseguire interventi complessi energetici e sismici, come peraltro già in vigore in altri contesti europei e, nel nostro Paese, per gli interventi privati di ricostruzione nelle aree colpite da eventi sismici,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative anche normative per migliorare l'efficacia delle misure di incentivazione fiscale, prorogando il «superbonus 110 per cento» per tutte le tipologie di edifici ed abitazioni fino al 31 dicembre 2023 e al fine di mantenere la medesima aliquota fino al 2026, in coincidenza con il termine di attuazione del Pnrr, unicamente per gli interventi che usufruiscano dell'ecobonus, con il superamento di due classi energetiche, congiuntamente al sismabonus, con passaggio a due classi di rischio inferiori;

2) ad adottare iniziative normative per prorogare al 31 dicembre 2022 l'accesso alla misura agevolativa per i soggetti di cui al comma 9, lettera b), dell'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020 prevedendo una percentuale minima di avanzamento dei lavori alla data del 30 giugno 2022, indipendentemente dal valore dell'indicatore della situazione economica equivalente;

3) ad adottare iniziative normative volte a prorogare, almeno fino al 2028, i bonus edilizi cosiddetti ordinari («sisma bonus», «bonus facciate», «bonus ristrutturazione», «eco bonus», «bonus verde» e «bonus mobili») nonché a prorogare, uniformemente alla scadenze previste per il «superbonus», l'applicazione dell'aliquota al 110 per cento agli interventi, eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi trainanti, per l'acquisto e l'installazione di infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici di cui all'articolo 16-ter del decreto-legge n. 63 del 2013, nonché per l'acquisto e installazione di impianti fotovoltaici di cui al comma 5 dell'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020;

4) ad adottare iniziative normative per prorogare al 2026 il cosiddetto «superbonus» rafforzato di cui al comma 4-ter dell'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020 per la ricostruzione dei comuni interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dall'anno 2008;

5) ad adottare iniziative normative per prorogare i termini relativi ai cosiddetti «sismabonus acquisti» e «supersismabonus acquisti»;

6) ad adottare iniziative normative per prorogare al 2023 l'agevolazione del «superbonus» per la ristrutturazione degli immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi, ove non sia possibile assicurare il miglioramento di almeno due classi energetiche, prevedendo che sia sufficiente dimostrare il conseguimento della classe energetica più alta, mediante l'attestato di prestazione energetica;

7) ad adottare iniziative normative per potenziare l'attuale «ecobonus», prevedendo un aumento del 10 per cento in funzione di specifiche performance raggiunte della classe energetica dell'edificio (esempio; 70 per cento per A+; 80 per cento per A++, 90 per cento per A+++);

8) ad esplicitare, anche mediante apposite iniziative normative, che negli interventi effettuati dai condomini e dalle persone fisiche di cui al comma 9, lettera a), dell'articolo 119, del decreto-legge n. 34 del 2020, siano compresi quelli effettuati dalle persone fisiche sulle singole unità immobiliari all'interno dello stesso condominio;

9) ad adottare iniziative per prevedere la progressiva eliminazione dell'incentivazione di sistemi di riscaldamento che utilizzano fonti fossili;

10) ad adottare iniziative sul piano finanziario che consentano di incrementare fino a 130 mila euro per singola unità immobiliare l'ammontare delle spese sulle quali calcolare le detrazioni fiscali riconosciute per l'esecuzione degli interventi finalizzati congiuntamente alla riduzione del rischio sismico e alla ristrutturazione, ove gli interventi determinino il passaggio a due classi di rischio inferiori e di prevedere che, tra le spese detraibili per la realizzazione degli interventi di cui al presente capoverso del dispositivo, rientrino anche le spese effettuate per la locazione temporanea o l'utilizzo provvisorio di soluzioni abitative alternative per un limite massimo di spesa complessivo pari a 6.000 euro e per un periodo non superiore a un anno necessario per l'esecuzione dei lavori sismici;

11) al fine di limitare l'ulteriore consumo di suolo connesso alla realizzazione di interventi di nuova costruzione, ad adottare iniziative normative che consentano di estendere l'applicazione degli incentivi edilizi agli acquirenti di unità immobiliari o immobili rimasti incompiuti a seguito di fallimento dell'impresa costruttrice e/o invenduti, con facoltà di cessione del credito corrispondente alla detrazione nei confronti dell'impresa costruttrice o di ulteriori soggetti privati, ovvero ad adottare iniziative per l'istituzione di fondi di garanzia o finanziamenti a tasso zero garantiti dalla Cassa depositi e prestiti, volti ad agevolare l'acquisto dei predetti immobili ai fini del completamento degli stessi, e da destinarsi prioritariamente a interventi di social housing;

12) ad adottare idonee iniziative normative finalizzate a rendere obbligatorio il cosiddetto fascicolo del fabbricato o analogo documento tecnico, almeno per le nuove costruzioni e per gli edifici sottoposti a ristrutturazione, nel quale siano contenute tutte le informazioni relative allo stato di agibilità e di sicurezza dell'immobile, sotto il profilo della stabilità, dell'impiantistica, della manutenzione, dei materiali utilizzati, degli interventi che ne hanno modificato le caratteristiche tipologiche e costruttive e di quelli necessari a garantirne il corretto stato di manutenzione e sicurezza;

13) a porre in essere iniziative per prevedere adeguati finanziamenti/anche per il reclutamento di ulteriore personale preposto alla totale digitalizzazione della documentazione edilizia presente negli archivi comunali e nei catasti regionali, così da renderla accessibile e di facile consultazione;

14) ad individuare apposite misure volte a promuovere corsi di formazione o di riqualificazione professionale di alto contenuto tecnico e tecnologico, anche mediante il coinvolgimento di università, di enti pubblici di ricerca e di qualificati enti pubblici e privati, nelle materie oggetto del «superbonus 110 per cento» rivolti ai beneficiari di reddito di cittadinanza di cui al decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, agli iscritti nei centri per l'impiego e nelle agenzie per il lavoro nonché per i dipendenti degli uffici tecnici dei comuni;

15) a predisporre, in raccordo con interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici, adeguate iniziative normative al fine di incentivare interventi di risparmio, recupero e riuso della risorsa idrica, inclusi l'installazione di impianti di captazione delle acque, il recupero e il riutilizzo delle acque meteoriche, finalizzati anche alla riduzione degli scarichi domestici e al loro impatto sul sistema fognario pubblico e dotati di dispositivi per la raccolta e la separazione delle acque di prima pioggia, includendo anche le spese relative allo smaltimento e bonifica dell'impianto sostituito ove presente;

16) a predisporre adeguate iniziative normative al fine di incentivare interventi di installazione di impianti di aerazione e ventilazione meccanica controllata con recupero di calore, includendo anche le spese relative allo smaltimento e bonifica dell'impianto sostituito ove presente;

17) ad adottare iniziative normative che consentano, in caso di utilizzo della detrazione fiscale, di modulare e rendere flessibili le quote, in base alla capienza reddituale e fiscale del contribuente, prevedendo che l'ammontare da portare in detrazione possa essere ripartito in un numero congruo di quote annuali, di importo variabile a seconda della capienza dell'imposta lorda, e considerando la possibilità di sospendere la detrazione nell'anno di riferimento a fronte di una incapienza reddituale che non consenta di usufruire del beneficio fiscale, con conseguente posticipazione di un anno o più anni del termine finale, nonché ad adottare iniziative normative per prevedere che il regime agevolato possa essere applicato anche alle posizioni contributive pendenti, considerata la grave situazione economica generata dall'emergenza sanitaria in corso e l'instabilità delle posizioni lavorative dei soggetti beneficiari nel corso del tempo;

18) ad adottare iniziative volte ad attivare, per gli interventi che rientrano nel «superbonus 110 per cento» ed i bonus edilizi in generale, adeguati strumenti finanziari, come un fondo di garanzia rotativo per i cittadini a basso reddito e per le piccole e medie imprese che non riescono ad accedere ai finanziamenti o «prestiti ponte» in ragione della difficoltà di fornire le garanzie minime richieste dagli istituti di credito;

19) ad adottare iniziative per prevedere l'istituzione di un «bonus efficienza energetica» usufruibile con modalità autonoma rispetto al cosiddetto «bonus ristrutturazioni» e al cosiddetto «ecobonus», per fasce di reddito esenti da imposte, giovani coppie, famiglie indigenti o ulteriori categorie sensibili, come contributo una tantum a fondo perduto in misura non superiore al 65 per cento delle spese sostenute e fino a un massimo di 12.000 euro da utilizzare per interventi finalizzati alla riqualificazione dell'impianto termico e al miglioramento dell'efficienza energetica della propria unità immobiliare, quali il rinnovamento di finestre, infissi, schermature solari e altro;

20) a prevedere, mediante idonee iniziative normative, un sistema di contabilizzazione del risparmio globale medio annuo conseguito per effetto degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici mediante l'analisi della documentazione trasmessa all'Enea per ottenere la detrazione fiscale;

21) ad adottare opportune iniziative volte a prevedere l'introduzione dell'obbligo di etichettatura degli impianti termici presenti nelle unità immobiliari al fine di favorirne la sostituzione con apparecchi di nuova generazione, caratterizzati da prestazioni energetiche ed ambientali elevate e da un maggior livello di sicurezza, contestualmente adottando adeguate informative nei confronti dell'utente finale in ordine ai vantaggi connessi alla riduzione dei consumi energetici;

22) ad adottare iniziative per estendere l'agevolazione del «superbonus» anche ai casi di acquisto e posa in opera di sistemi di accumulo per impianti solari fotovoltaici installati anche precedentemente all'entrata in vigore dell'agevolazione, nonché di prevedere una detrazione del 50 per cento per l'acquisto e l'installazione di sistemi di accumulo;

23) ad adottare iniziative per estendere l'aliquota del 110 per cento anche per l'istallazione, contestuale alla realizzazione di interventi trainanti, di sistemi di protezione contro le cadute dall'alto di cui all'articolo 115 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81;

24) ad adottare iniziative per estendere la detrazione agli edifici che presentano un'elevata superficie finestrata per interventi che raggiungono un'incidenza inferiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda qualora realizzati contestualmente alla sostituzione di infissi con un'incidenza superiore al 25 per cento della superficie finestrata dell'intero edificio, a condizione che i predetti infissi abbiano un valore di trasmittanza minore o pari ai valori riportati nella tabella 1 dell'allegato E del decreto del Ministero dello sviluppo economico del 6 agosto 2020;

25) ad adottare iniziative per prevedere che l'aliquota del 110 per cento si applichi anche agli interventi, eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi trainanti; di bonifica dall'amianto di cui all'articolo 16-bis, comma 1, lettera l), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;

26) ad adottare iniziative per prevedere che l'aliquota del 110 per cento si applichi anche agli interventi, eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi trainanti, di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi, nonché realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili di cui ai commi da 12 a 15 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205;

27) ad adottare iniziative per prevedere che l'aliquota al 110 per cento si applichi anche agli interventi, eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi trainanti, per la realizzazione di opere e interventi per posteggio delle biciclette e contro il furto delle stesse negli spazi comuni condominiali, ad esclusione delle rastrelliere;

28) ad adottare iniziative per prevedere che l'aliquota del 110 per cento si applichi anche agli interventi, eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi trainanti, per la sostituzione della canna fumaria collettiva esistente mediante sistemi fumari multipli o collettivi nuovi, compatibili con apparecchi a condensazione, con marcatura CE di cui al regolamento delegato (UE) 305/2011 e con i requisiti minimi prestazionali previsti dalla norma UNI 7129-3;

29) ad adottare iniziative per chiarire, mediante apposita norma interpretativa, che gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate che interessano l'involucro dell'edificio di cui al comma 1, lettera a) dell'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020, non costituisca una innovazione, bensì un intervento di manutenzione straordinaria soggetto alla maggioranza assembleare di cui al comma 9-bis, del medesimo articolo, ossia con delibera condominiale approvata con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno un terzo del valore dell'edificio;

30) ad adottare iniziative per l'introduzione di incentivi in relazione alla revisione degli attuali requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici di civile abitazione, con particolare riferimento all'obbligo di utilizzo di materiali incombustibili per la costruzione e l'isolamento termo-acustico delle facciate, equiparando alla normativa europea i metodi e i criteri di valutazione delle classi di materiali per la prevenzione agli incendi;

31) a predisporre iniziative di monitoraggio e controllo dei prezzi delle materie prime e dei materiali propri del comparto edilizio, anche attraverso l'istituzione di un osservatorio preposto alla vigilanza dell'andamento dei prezzi delle materie prime e dei materiali comunemente impiegati nell'edilizia, al fine di garantire una maggiore trasparenza, nonché la tutela di tutti i soggetti della filiera ed un regime di aggiornamento automatico in termini percentuali dei prezzari regionali;

32) a promuovere un confronto con gli altri Paesi dell'Unione europea e con la Commissione europea per monitorare le dinamiche dei prezzi delle materie prime e dei materiali da costruzione, anche per introdurre misure di prevenzione di fenomeni speculativi e di sostegno, anche finanziario alle imprese;

33) ad adottare iniziative urgenti, per quanto di competenza, in accordo con la Conferenza Stato-regioni, per pervenire ad un regime di aggiornamento automatico in termini percentuali dei prezzari con cadenza almeno semestrale per quanto riguarda i materiali connessi all'attività di costruzione da applicare sia al settore degli appalti pubblici, che a quello degli interventi che beneficiano delle agevolazioni fiscali (ristrutturazioni; «bonus facciate»; «ecobonus 110 per cento»; «sismabonus 110 per cento») e a quello della ricostruzione nelle aree colpite da eventi sismici;

34) ad adottare iniziative per prevedere, per i materiali da costruzione, adeguate modalità per compensazioni, in diminuzione, con procedura avviata d'ufficio dalla stazione appaltante, o in aumento, su proposta dell'appaltatore, nel caso anche a valere sulle somme a disposizione delle stazioni appaltanti, sui ribassi, degli imprevisti e altro;

35) ad adottare iniziative volte a istituire un fondo per l'adeguamento dei prezzi sul modello di quello cosiddetto «salva opere», qualora, in caso di insufficienza delle risorse in capo alla stazione appaltante, si debba intervenire per assicurare la copertura economica in caso di aumenti certificati dei prezzi con rimodulazione delle somme spettanti all'appaltatore, garantendo la parità di accesso per la piccola, media e grande impresa di costruzione, nonché la proporzionalità, per gli aventi diritto, nell'assegnazione delle risorse;

36) ad adottare le iniziative necessarie, in accordo con le strutture commissariali, per gli interventi di competenza, concernenti la ricostruzione degli edifici gravemente danneggiati o distrutti dagli eventi sismici verificatisi in Italia a far data dal 6 aprile 2009, affinché possano essere previste compensazioni, applicando al costo dell'intervento le variazioni in aumento o in diminuzione dei prezzi dei singoli materiali impiegati nelle lavorazioni come rilevate su base trimestrale;

37) ad adottare iniziative anche normative volte ad introdurre adeguate misure per accelerare la tempistica per il rilascio dell'autorizzazione ministeriale per la produzione e l'impiego dei ponteggi, come previsto dal decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 cosiddetto Testo unico sulla sicurezza, nonché ad adottare iniziative per aggiornare la normativa vigente in modo da permettere l'uso di ponteggi regolarmente adoperati in altri Paesi europei, con le stesse procedure e abilitazioni richieste nel Paese di produzione e di valutare l'opportunità di predisporre le nuove linee guida che definiscano il «progresso tecnico» dei ponteggi fissi;

38) ad adottare iniziative per estendere i prezziari già previsti per il «superbonus 110 per cento» a tutti i bonus edilizi;

39) a individuare un sistema di qualificazione per le imprese impegnate nell'esecuzione di interventi di riqualificazione edilizia sostenuti da incentivi pubblici;

40) a introdurre, anche attraverso opportune iniziative normative, l'incentivazione dello stoccaggio termico finalizzato alla produzione di acqua calda, per edifici residenziali privati ed edifici pubblici quali scuole, ospedali, case di cura, case popolari, attraverso l'utilizzo dell'eccesso di produzione elettrica da fonti rinnovabili;

41) a inviare, con cadenza annuale, alle commissioni parlamentari competenti per materia un rapporto che illustri e documenti le frodi rilevate nel settore delle agevolazioni fiscali e delle cessioni dei crediti legate ai bonus edilizi.
(1-00547) «Terzoni, Sut, Davide Crippa, Maraia, Daga, Deiana, D'Ippolito, Di Lauro, Licatini, Micillo, Traversi, Varrica, Zolezzi, Alemanno, Carabetta, Chiazzese, Fraccaro, Giarrizzo, Masi, Orrico, Palmisano, Perconti, Scanu, Martinciglio, Cancelleri, Caso, Currò, Grimaldi, Gabriele Lorenzoni, Migliorino, Ruocco, Scerra, Troiano, Zanichelli».


   La Camera,

   premesso che:

    in base all'articolo 1 del decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 settembre 2021, n. 126, il 31 dicembre 2021 termina lo stato di emergenza dichiarato dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020 per fare fronte all'emergenza epidemiologica da COVID-19, provvedimento più volte prorogato con le deliberazioni del 29 luglio 2020, del 7 ottobre 2020, del 13 gennaio 2021 e del 21 aprile 2021;

   in pratica, da una proroga all'altra, al 31 dicembre 2021, saranno due anni che il Paese vive in stato di emergenza;

   in vista della scadenza del 31 dicembre 2021, il Governo sta lavorando attorno all'ipotesi di un'ulteriore proroga dello stato di emergenza, e in tal senso si sono già espressi alcuni esponenti dell'Esecutivo, tra cui lo stesso Ministro della salute, Roberto Speranza, e il sottosegretario Pierpaolo Sileri;

   la dichiarazione dello stato di emergenza è disciplinata dal decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, (Codice della protezione civile) che ne legittima il ricorso, solo in situazioni territoriali colpite da eventi di particolare gravità, come i danni causati da alluvioni, terremoti, ovvero quelli causati dal crollo di infrastrutture;

   l'emanazione del provvedimento può riguardare l'ambito comunale (cat. A), provinciale o regionale (cat. B) o nazionale (cat. C), categoria, quest'ultima, nella quale rientra la pandemia da COVID-19;

   nelle motivazioni dell'ordinanza del Tribunale di Roma, sezione VI civile, del 16 dicembre 2020 (R.G. 45986/2020), il giudice ha sottolineato che il decreto legislativo n. 1 del 2018 non contiene alcun riferimento alle situazioni di «rischio sanitario» che, viceversa, sono state invocate dal Governo, né tanto meno ad «agenti virali». La normativa contempla, tra gli eventi emergenziali di protezione civile, soltanto «emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall'attività dell'uomo» (articolo 7, comma 1, lettera c)), vale a dire calamità naturali quali terremoti, maremoti, alluvioni, valanghe ed incendi;

   nonostante questo, proprio in base al citato «Codice della protezione civile» e invocando il rischio sanitario, il Consiglio dei ministri ha dichiarato il primo stato di emergenza nazionale del 31 gennaio 2020 e, sempre in base al citato decreto legislativo, ha dato fondamento allo «stato di eccezione», da cui sono scaturiti i successivi decreti-legge, e legittimità al ricorso al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;

   dallo stato di emergenza, il Governo ha fatto discendere una molteplicità di misure in vigore dal 31 gennaio 2021: dall'obbligo dell'uso della mascherina, al rispetto del distanziamento sociale, alla possibilità di ricorrere al lavoro agile o alla didattica a distanza, al divieto di licenziamento, all'obbligo della quarantena per i soggetti positivi al test e per coloro che fanno rientro dall'estero;

   dalla dichiarazione dello stato di emergenza deriva l'obbligo del green pass e la giustificazione e il mantenimento degli organismi emergenziali come la struttura commissariale straordinaria per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19 e il Comitato tecnico scientifico;

   un'eventuale proroga dello stato di emergenza, oltre il 31 gennaio 2022, ad avviso dei firmatari del presente atto d'indirizzo, violerebbe quanto disposto dal citato decreto legislativo che, all'articolo 24, comma 3, stabilisce che «La durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi»;

   il prolungato stato di emergenza sta causando molteplici limitazioni alla vita sociale ed economica del Paese, anche con una grave e inaccettabile compressione dei diritti fondamentali dei cittadini, considerevoli danni al tessuto sociale e suscitando forti dubbi sulla legittimità degli atti assunti dal Governo in assenza dell'approvazione da parte del Parlamento,

impegna il Governo:

1) a non prorogare oltre la scadenza del 31 dicembre 2021 lo stato di emergenza di cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020;

2) a stilare dei protocolli sanitari al fine di adottare misure per la piena ripresa in sicurezza delle attività produttive, ricettive, culturali, didattiche, sportive e dello spettacolo;

3) ad adottare iniziative per prevedere misure di sostegno economico, strumentale e finanziario per le attività produttive del Paese, per un periodo non inferiore ai 6 mesi dal termine dello stato di emergenza;

4) ad adottare iniziative per limitare l'uso della certificazione verde ai viaggiatori provenienti da Paesi esteri;

5) a riconoscere, attraverso una iniziativa normativa di carattere sanitario, l'esito dei test salivari idoneo a certificare la presenza o meno del virus;

6) ad adottare iniziative per escludere dalle campagne vaccinali del COVID-19 tutti i cittadini di età inferiore ai 18 anni.
(1-00548) «Vallascas, Cabras, Colletti, Corda, Costanzo, Forciniti, Giuliodori, Maniero, Raduzzi, Paolo Nicolò Romano, Sapia, Spessotto, Testamento, Trano, Leda Volpi».

Risoluzioni in Commissione:


   La III Commissione,

   premesso che:

    la situazione attuale in Libano è estremamente critica, difatti, il Paese sta attraversando una crisi finanziaria, economica e istituzionale dall'ottobre 2019, e, in ultimo, un blackout totale ha lasciato al buio case, negozi, ospedali e strade. Già il 4 agosto 2020 un'esplosione nel porto di Beirut in Libano portò alla morte di 215 persone e provocò più di 7 mila feriti e circa 300 mila sfollati. Lo scoppio, che determinò un terremoto di magnitudo 3.5, fu causato dalla detonazione di 2750 tonnellate di nitrato di ammonio stoccate nell'hangar 12 del porto;

    il porto di Beirut è la principale infrastruttura del Paese e prima dell'esplosione da lì transitava il 90 per cento delle importazioni libanesi. La Banca mondiale ha stimato che l'esplosione ha causato tra i 3,8 e i 4.5 miliardi di dollari di danni;

    l'interruzione del flusso commerciale ha quindi, aggravato una crisi già pesantissima, non soltanto sui libanesi, ma anche sui rifugiati ospitati all'interno del Paese;

    dopo poco più di un anno dall'esplosione il Libano è piombato in quella che la Banca mondiale stima essere una delle peggiori crisi economiche degli ultimi 150 anni. Il sistema bancario è pressoché insolvente e il debito pubblico, su cui il Governo ha annunciato il default a marzo 2020, sfiora oggi il 180 per cento del prodotto interno lordo. Nel maggio 2021 il principale produttore di energia elettrica del Libano, Electricité du Liban (Energia elettrica del Libano), ha annunciato che non disponeva più del denaro necessario per l'acquisto di carburante e il Libano si sta rivolgendo a diversi Paesi per far fronte al suo fabbisogno energetico immediato. Dal 2019 la lira libanese ha perso il 92 per cento del suo valore, il reddito pro capite è crollato del 40 per cento mentre il tasso di disoccupazione ha superato il 40 per cento;

    il 4 agosto 2021 è avvenuta un'altra protesta di massa nelle strade di Beirut per chiedere un'assunzione di responsabilità per l'esplosione del porto. Difatti, ad un anno dalla catastrofe, l'indagine sulle relative cause non è ancora stata conclusa, ma, al contempo, le autorità hanno destituito il primo giudice istruttore dopo che questi aveva convocato personalità politiche per interrogarle e hanno respinto le richieste del secondo giudice istruttore di revocare l'immunità di deputati sospettati e di interrogare membri di alto grado delle forze di sicurezza;

    il 12 ottobre 2021, i processi hanno subito una nuova battuta di arresto quando il giudice Tarek Bitar ha emesso un mandato nei confronti di Ali Hassan Khalil, ex Ministro delle finanze ed esponente del movimento sciita Amal. Khalil non si è presentato a processo ed è ricorso alla Cassazione. Il 14 ottobre, Amal e Hezbollah hanno organizzato una protesta davanti al Palazzo di Giustizia e la situazione è degenerata velocemente in guerriglia con sei vittime e 30 feriti;

    il 10 settembre 2021, dopo tre primi ministri designati (Mustapha Adib, Saad Hàùùariri e Najib Mikati), il Libano ha finalmente formato un Governo il cui nemico principale resta la corruzione che è diffusa e permea tutti i livelli della società. Nell'indice della corruzione percepita, il Libano, difatti, si posiziona al 149 posto su 180;

    per maggio e ottobre 2022, sono previste le elezioni comunali, parlamentari e presidenziali in Libano e, si dovrà garantire che siano elezioni inclusive, trasparenti ed eque, con un accesso paritario alla campagna elettorale e un accesso al voto garantito per tutti i cittadini libanesi;

    l'Unione europea ha assunto l'impegno di garantire la stabilità e l'unità del Paese mediante l'assistenza economica e solo nel 2021 ha fornito al Libano 55,5 milioni di euro in aiuti umanitari e altri 5,5 milioni di euro per rafforzare la risposta del Libano alla COVID-19 – che, purtroppo, ha esacerbato la già esistente e generalizzata crisi nel Paese – ed ha prorogato per un altro anno il mandato della missione Unifil;

    inoltre, la drammatica crisi si riversa anche sulle condizioni dei rifugiati, considerando che, si stima che, il Libano, avrebbe accolto 1,5 milioni di rifugiati siriani, in aggiunta ai circa 15.800 rifugiati etiopi, iracheni, sudanesi e di altra nazionalità registrati presso l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e ai circa 207.700 rifugiati palestinesi ed è uno dei due Paesi del Medio Oriente che accoglie un gran numero di lavoratori domestici migranti sottoposti al regime della kafala;

    il Libano resta un Paese fondamentale per la stabilità, la sicurezza e lo sviluppo pacifico dell'intero Medio Oriente e la sua crisi ha già alimentato molteplici piani di instabilità anche a livello regionale,

impegna il Governo

   a proseguire, sia a livello bilaterale, sia nell'azione a livello europeo e con i partner internazionali, nell'adottare iniziative di competenza volte a:

    a) sostenere il nuovo Governo in un processo di riforme in grado di favorire una stabilità politica e il superamento della diffusa e preoccupante corruzione;

    b) sostenere la popolazione libanese e i rifugiati che il Paese ospita con interventi umanitari che allevino la loro enorme sofferenza e precarietà;

    c) far luce sulle responsabilità dell'esplosione del porto di Beirut.
(7-00759) «Quartapelle Procopio».


   La VII Commissione,

   premesso che:

   in Italia i cosiddetti piccoli comuni con una popolazione inferiore cioè ai 5.000 abitanti, sono secondo i dati Istat al 1o gennaio 2021 sono 5.521, con Piemonte e Lombardia in prima linea e in questi luoghi

   è importante la permanenza di un importante presidio culturale, qual è la scuola;

   più nello specifico, la diminuzione della popolazione montana e il decremento massiccio della natalità hanno messo a dura prova la sopravvivenza di queste comunità e conseguentemente delle scuole di montagna: nel giro di pochi anni i plessi o punti di erogazione del servizio, nonostante le deroghe previste per la formazione delle classi, sono diminuiti sensibilmente con l'accentramento nel fondo valle della popolazione scolastica;

   la scuola è per le aree montane uno dei punti di ancoraggio delle comunità e della stessa sopravvivenza dei paesi e dei borghi in quanto le piccole scuole tradizionalmente rinsaldano e conservano i tratti distintivi culturali e storici di ciascun territorio divenendo comunità di memoria; il rapporto della scuola con l'ambiente naturale, sociale e culturale rappresenta una risorsa dalle forti potenzialità innovative nel momento in cui lega l'apprendimento alla realtà valorizzandola nel rispetto delle vocazioni territoriali;

   non solo bisogna garantire pari opportunità a tutti i cittadini italiani, richiamandosi all'articolo 3 della Costituzione, agli articoli 33 e 34 (diritto all'istruzione) o 44 (tutela e salvaguardia delle zone montane) ma anche, in tempi di green economy e di attenzione alla sostenibilità ambientale, è necessario invertire un meccanismo di sviluppo economico-sociale che si è dimostrato fallace riconoscendo le potenzialità di questo modello di scuola;

   tuttavia, le scuole delle comunità montane e delle piccole isole devono superare molteplici ostacoli e difficoltà gestionali per l'organizzazione della didattica e del personale che in alcuni casi hanno addirittura portato alla chiusura dei plessi;

   troppo spesso la difficoltà oggettiva, sia in termini di costi che di spesa per i trasporti, a raggiungere queste scuole disincentiva il personale scolastico, docente e non docente, in particolar modo quello a tempo determinato, ad accettare la proposta di lavoro,

impegna il Governo:

   a porre in essere le più idonee iniziative, anche normative, volte a garantire il diritto all'istruzione degli alunni e delle alunne frequentanti le scuole di territori disagiati, in particolare delle comunità montane e delle piccole isole;

   ad adottare le iniziative di competenza per tenere nel dovuto conto la specificità di queste scuole sia nel riparto dell'organico dell'autonomia, incluso quello del cosiddetto potenziamento, sia nella assegnazione dei fondi di istituto, in virtù dei maggiori costi connessi alla gestione di scuole in zone disagiate;

   ad adottare iniziative volte a prevedere misure incentivanti rivolte al personale scolastico pendolare, a fronte del possesso di un regolare contratto di lavoro almeno a tempo determinato;

   ad adottare iniziative di competenza, in considerazione delle molteplici criticità derivanti dalla posizione geografica dei luoghi e dei tragitti da percorrere, per facilitare soluzioni alternative al pendolarismo, attraverso la promozione di soluzioni alloggiative per il personale scolastico presso le comunità montane e le piccole isole, o di misure compensative quali riconoscimenti economici aggiuntivi contrattuali, al fine di garantire un effettivo diritto allo studio e la continuità didattica in tali territori disagiati;

   ad adottare iniziative di competenza per programmare progetti specifici, con adeguate risorse umane, finanziarie e in collaborazione con gli enti locali e regionali, al fine di introdurre regole speciali per i suddetti territori, in quanto fragili e svantaggiati, assicurando il mantenimento dei plessi scolastici in presenza anche di un numero minimo di alunni, anche mediante la revisione del parametro del numero di alunni necessari per l'attivazione delle classi, incentivando, altresì, l'insegnamento nelle comunità di montagna e nelle piccole isole e, affinché la scuola diventi un volano per la crescita dell'intera comunità ed evitare lo spopolamento di tali territori.
(7-00758) «Belotti, Basini, Colmellere, De Angelis, Mariani, Maturi, Patelli, Racchella, Toccalini, Zicchieri».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   CONTE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero dell'interno, di concerto con il Ministero dell'istruzione, il 22 marzo 2021 ha emanato un avviso pubblico per la presentazione delle richieste di contributo per progetti relativi ad asili nido e a scuole dell'infanzia e a centri polifunzionali per i servizi alla famiglia;

   in data 30 luglio 2021, il dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell'interno ha emanato il decreto n. 94222 con cui ha approvato graduatoria ed enti ammessi a finanziamento di cui all'avviso precedente;

   al bando hanno partecipato 2.082 comuni; i progetti assegnatari sono stati 453;

   in data 20 ottobre 2021 la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale ha sentito in audizione il consigliere Alberto Zanardi, in rappresentanza dell'ufficio parlamentare di bilancio; nei testo della relazione di 33 pagine presentata dall'Upb vi è un'appendice denominata «Una riflessione sui criteri di assegnazione nei bandi di attuazione del PNRR: indicazioni dal Piano asili nido», in cui si afferma che «Criteri di ripartizione efficaci dovrebbero favorire maggiormente quei territori in cui si registrano maggiori ritardi nell'obiettivo; l'analisi mostra, però, risultati opposti»;

   i criteri di ripartizione e assegnazione del Fondo asili nido, fissati nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 dicembre 2020, prevedevano, tra le otto condizioni, che ai comuni fosse assegnato un punteggio (fino a 10 punti) in base ai cofinanziamenti garantiti, il che ha consentito a enti più ricchi, in grado di garantire un corposo contributo con proprie finanze, di scavalcare altri enti con minori possibilità;

   il meccanismo ha avvantaggiato i comuni del Centro-nord, che hanno più possibilità di cofinanziare, e che hanno quasi raggiunto l'obiettivo europeo del 33 per cento dei posti negli asili nido ogni 100 bambini (è attualmente al 32), e ha svantaggiato i comuni del Mezzogiorno, lontanissimi dall'obiettivo europeo (la Campania è a 9,4, la Sicilia a 10, Calabria 11, Basilicata 16,7 e Puglia 16,8);

   si tratta di un totale rovesciamento dei principi ispiratori di Next Generation Eu, dal momento che determina un aumento del divario a danno dei Mezzogiorno in luogo dell'obiettivo della sua riduzione;

   l'Ufficio parlamentare di bilancio ha rilevato che; «sarebbe opportuna una riflessione che conduca alla revisione dei criteri utilizzati nella ripartizione del Fondo asili nido nella prospettiva della formulazione dei bandi previsti dal PNRR» –:

   se il Governo intenda procedere alla revisione del criteri di ripartizione del Fondo asili nido, fissati nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 dicembre 2020 così come auspicato dall'Ufficio parlamentare di bilancio nel documento di cui in premessa.
(4-10747)


   DE LUCA, LORENZIN, CARNEVALI, RIZZO NERVO e DE FILIPPO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a fronte del repentino aumento dei casi di infezione da COVID-19 e del basso tasso di vaccinazioni, in Austria, Slovenia e Croazia sono state recentemente introdotte nuove restrizioni: in Austria, ad esempio, dall'8 novembre 2021, il green pass rilasciato a seguito di test Covid negativo non è più sufficiente per accedere a servizi e strutture quali alberghi, ristoranti, strutture ricreative e sportive e altro (regola «2-G»);

   alla luce di tali restrizioni, per coloro che si trovano in questi Stati, soprattutto nelle zone di confine, potrebbe paradossalmente risultare possibile fruire di servizi e strutture turistico-ricreative in territorio italiano allorché questa opportunità è vietata nel loro Paese di residenza;

   secondo il quadro comune di regole recato dal regolamento europeo sul Green Pass (regolamento (UE) 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 giugno 2021), adottato per agevolare la libera circolazione all'interno dell'Unione, in un'ottica di coordinamento e reciprocità e in un contesto di superamento della pandemia, gli Stati membri si astengono dall'imporre ulteriori restrizioni alla libera circolazione ai titolari di certificati verdi, a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica, come ad esempio nel caso in cui la situazione epidemiologica in uno Stato membro o in una regione all'interno di uno Stato membro peggiori rapidamente;

   analogamente, eventuali restrizioni alla libera circolazione, quali la reintroduzione dei controlli alle frontiere, possono essere adottate a condizione che siano conformi ai principi generali del diritto dell'Unione, di proporzionalità e non discriminazione, e nel rispetto del codice frontiere Schengen (regolamento (UE) n. 2016/399) –:

   se e quali iniziative, alla luce dei dati epidemiologici relativi ai Paesi confinanti con l'Italia citati in premessa con le relative ricadute sul territorio italiano, nonché in considerazione delle azioni restrittive adottate recentemente dai medesimi Stati membri al loro interno, il Governo intenda eventualmente adottare in materia di controlli alle frontiere e rafforzamento delle verifiche sul possesso del green pass.
(4-10752)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ENRICO BORGHI e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   da notizie a mezzo stampa, si è evinto che un'azienda italiana produttrice di droni militari, aeromobili e veicoli spaziali, la Alpi Aviation Srl, è stata accusata di violazione della legge sulla movimentazione di materiali di armamento e possibili violazioni della normativa cosiddetta «golden power», prevista a tutela delle aziende italiane strategiche;

   il Wall Street Journal, autore dell'inchiesta giornalistica, ha affermato che poco dopo l'acquisto, la compagnia di Pechino avrebbe iniziato a trasferire in Cina le tecnologie dell'azienda, utilizzate anche dall'esercito italiano in Afghanistan, con l'obiettivo di trasferire il patrimonio tecnico e intellettuale dell'azienda nel polo tecnologico di Wuxi, la città-laboratorio dell'intelligenza artificiale cinese vicina a Shanghai, senza alcuna autorizzazione preventiva dai ministeri italiani competenti;

   le autorità italiane stanno indagando sull'acquisizione e la Guardia di finanza avrebbe denunciato sei manager (tre italiani e tre cinesi) della Alpi Aviation per violazione della legge sull'export militare e della normativa sul golden power. Secondo l'indagine, nel luglio 2018 una società denominata Mars Information Technology, che si era registrata a Hong Kong soli due mesi prima, avrebbe acquistato una partecipazione del 75 per cento in Alpi per 4 milioni di euro e poi vi ha investito altri 1,5 milioni di euro. Alpi Aviation fu valutata con un valore delle quote notevolmente rivalutato rispetto a quello nominale (90 volte superiore: 3.995.000 euro contro 45.000 euro). Secondo la stampa, regista dell'operazione fu Dentons, tra gli studi legali più importanti al mondo e, nel curriculum vitae di Pei Qiu, senior partner di Dentons, sarebbe possibile trovare proprio la consulenza per l'acquisizione di Alpi Aviation, descritta come «la prima transazione del suo genere, in cui una holding cinese ha acquisito un'impresa nel settore dell'aviazione high tech in Europa»;

   la Alpi era soggetta a specifici controlli e vigilanza in quanto fornitrice ufficiale delle forze armate italiane — produce, difatti, anche aerei leggeri e piccoli droni chiamati Strix e utilizzati dall'Aeronautica militare italiana in Afghanistan — e risulta iscritta nel registro nazionale delle imprese operanti nel settore dei materiali di armamento, gestito dal Ministero della difesa;

   alle accuse sopracitate si aggiungerebbe anche quella di esportazione temporanea di un Uav militare nella Repubblica popolare cinese, in occasione di una fiera a Shanghai nel 2019. Il sistema militare era stato falsamente dichiarato agli uffici doganali come «modello di aeroplano radiocomandato»;

   la società ha negato violazioni delle norme a tutela del «golden power» affermando che la cessione delle quote sia avvenuta in modo trasparente «con riferimento al reale valore dell'azienda e nel rispetto della normativa fiscale»;

   se le indagini confermassero i reati ipotizzati, ciò sarebbe un fatto che indicherebbe come la Cina sia in grado di aggirare i controlli da parte dell'Unione europea verso acquisizioni volte a estrapolare tecnologie sensibili e di interesse strategico;

   nel 2018, l'Unione europea ha stabilito un nuovo quadro per le strategie di contenimento, ma la responsabilità ultima spetta ai Governi nazionali, che devono bilanciare il loro bisogno di investimenti con i problemi di sicurezza derivanti da possibili intromissioni straniere in settori strategici nel campo della difesa e delle infrastrutture. «Dobbiamo assicurarci che non finiscano nelle mani di coloro che cercano di minare l'ordine internazionale o i valori democratici occidentali», ha affermato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea –:

   quali siano le notizie che il Governo ha riguardo alla vicenda della Alpi srl e se essa abbia ancora rapporti di collaborazione con il Ministero della difesa;

   quali saranno le iniziative per tutelare il know-how delle imprese italiane dalla pervasiva attività della Cina, con particolare riferimento a imprese ad alto valore tecnologico e riferibili a importanti settori militari e strategici.
(5-07102)

Interrogazione a risposta scritta:


   INVIDIA e CURRÒ. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   le regioni frontaliere dell'Italia e della Svizzera sono strettamente integrate. Molti pendolari italiani si spostano verso la Svizzera e molti pendolari svizzeri si spostano verso l'Italia, dando vita ad un intenso traffico transfrontaliere di passeggeri su strada. Numerosi servizi di autobus attraversano la frontiera collegando le regioni frontaliere dei due Paesi;

   in base all'Accordo fra la Comunità europea e la Confederazione svizzera sul trasporto di merci e di passeggeri su strada e per ferrovia, siglato il 21 giugno 1999, (Gazzetta Ufficiale, legge n. 114 del 30 aprile 2002, pagina 91), i trasportatori che effettuano servizi passeggeri che attraversano la frontiera possono trasportare passeggeri soltanto oltre il confine o all'interno del territorio della parte contraente in cui sono stabiliti. Nello specifico, l'articolo 20 di detto accordo stabilisce che gli operatori di autobus stabiliti in Svizzera non possono trasportare passeggeri fra due punti situati sul lato italiano della frontiera e gli operatori stabiliti nell'Unione europea non possono trasportare passeggeri fra due punti situati sul lato svizzero della frontiera, ma possono continuare ad essere esercitati i diritti che derivano da accordi bilaterali conclusi fra singoli Stati membri dell'Unione europea e Svizzera, vigenti all'epoca della conclusione dell'accordo dell'Unione europea purché non vi sia alcuna discriminazione fra i trasportatori dell'Unione europea, né distorsione della concorrenza;

   tali operazioni di cabotaggio consentono di aumentare il fattore di carico del veicoli e di conseguenza l'efficienza economica dei servizi e rafforzare ulteriormente la stretta integrazione di tali regioni frontaliere;

   con lettera datata 7 febbraio 2018, l'Italia ha chiesto di essere autorizzata dall'Unione europea a concludere un accordo con la Svizzera che permetta operazioni di cabotaggio nell'ambito di servizi di trasporto internazionale di passeggeri a mezzo autobus nelle rispettive regioni frontaliere dell'Italia (Piemonte, Lombardia e le regioni autonome Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige), e della Svizzera e, la Commissione europea ha espresso parere favorevole affinché l'Italia possa negoziare e concludere un accordo bilaterale con la Svizzera purché non vi sia alcuna discriminazione fra i trasportatori stabiliti nell'Unione, né distorsione della concorrenza –:

   se i Ministri intendano adottare le iniziative di competenza volte a riprendere il dialogo tra le parti sociali dei Paesi interessati, ormai in stallo dal 2019, ai fini di accompagnare tale processo d'apertura al cabotaggio di trasporto transfrontaliero passeggeri su strada ed i cambiamenti che esso comporta nei territori geograficamente limitati in cui diviene operativo, senza discriminazioni tra operatori stabiliti nell'Unione europea e senza distorsioni di concorrenza.
(4-10753)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   VARCHI e MOLLICONE. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   la Fondazione The Brass Group di Palermo è un'associazione riconosciuta ai sensi della legge regionale del 1° febbraio 2006, n. 5, che la individua espressamente come «strumento primario di produzione e diffusione dell'arte e della cultura musicale del nostro tempo»;

   tale fondazione negli anni è diventata, per dimensioni culturali e finanziarie, la più grande Fondazione italiana di produzione di musica jazz e una tra le più rare in Europa, con sede in due siti storici tra i più belli di Palermo: il complesso Monumentale di Santa Maria dello Spasimo e il Real Teatro Santa Cecilia, il più antico teatro siciliano, nonché l'unico teatro pubblico al mondo destinato al jazz;

   come previsto dallo Statuto, The Brass Group gestisce un complesso orchestrale permanente denominato Orchestra Jazz Siciliana che, al pari delle orchestre internazionali più importanti, ha collaborato con i più grandi solisti e direttori d'orchestra;

   la storia della fondazione annovera oltre 1.900 concerti dalla sua istituzione (1974), di cui oltre 40 nel 2021; oltre 161 tra Grammy Awards e nomination vinti dagli artisti ospitati; la partecipazione ad oltre 57 festival con 67 concerti realizzati; la riuscita realizzazione nel 2021 del Sicilia Jazz festival, evento internazionale tra i più apprezzati e, non da ultimo, oltre 70 dipendenti di cui il 50 per cento con contratto a tempo indeterminato;

   nonostante ciò, con decreto direttoriale n. 1152 del 20 luglio 2021, il direttore generale della direzione generale spettacolo, servizio II – musica non ha ammesso a contributo per l'annualità 2021 a valere sul Fondo unico per lo spettacolo la fondazione The Brass Group di Palermo;

   in sede di esame in Parlamento, il finanziamento del Fus è stato incrementato specificamente per il jazz, riconoscendone, quindi, l'importanza;

   l'istanza della Fondazione non avrebbe neppur lontanamente raggiunto la soglia minima di ammissibilità qualitativa pari a 10 punti, come disposto dall'articolo 5, comma 1, del decreto ministeriale 27 luglio 2017; né si comprende se e in che modo siano stati valutati i diversi fenomeni in relazione agli obiettivi strategici ed operativi fissati dalla Tabella 15 di cui all'Allegato B del medesimo decreto, così come prescritto dall'articolo 2 del decreto ministeriale 31 dicembre 2020;

   non si comprende come in un periodo così difficile, nel quale lo stesso Ministro interrogato ha promosso un allargamento della partecipazione delle più importati istituzioni culturali al Fus, ci sia stata questa ingiustificata esclusione, che si aggiunge alla bocciatura di tutte le principali istanze presentate, come, ad esempio, il contributo relativo al fondo per l'emergenza Covid, musica, settore: organizzazione di concerti di cui all'articolo 3 del decreto ministeriale n. 107 del 2021 o il contributo per progetti speciali di cui al decreto ministeriale 27 luglio 2017, n. 332 e al decreto ministeriale 31 dicembre 2020;

   tale esclusione, non solo discrimina la fondazione The Brass Group sul piano del prestigio, ma la penalizza fortemente dal punto di vista economico, perché la priva di quelle risorse pubbliche necessarie per garantire, oltre che la sua stessa sopravvivenza, l'alto livello delle attività e delle produzioni, nonché il concreto rilancio di un settore strategico per l'economia del turismo, in una delle regioni maggiormente colpite dagli effetti del blocco del mondo dello spettacolo –:

   di quali informazioni disponga il Governo in merito all'esclusione della fondazione The Brass Group dal contributo 2021 a valere sul Fondo unico per lo spettacolo e se non ritenga necessario adottare iniziative per integrare i sussistenti criteri di valutazione per l'ammissione ai contributi pubblici con altri sotto-criteri più specifici, idonei a garantire una valutazione maggiormente equa e trasparente e, comunque, a far cogliere il processo motivazionale adottato dalla Commissione per l'attribuzione del punteggio.
(4-10744)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro della difesa, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   da un articolo pubblicato su il Manifesto del 16 novembre 2021 si apprende che, nei giorni scorsi, si è tenuta sulle Alpi Carniche l'esercitazione Frozen Arrow 2021;

   comunità locali e sindaci sono insorti contro un'esercitazione che, per sette giorni quasi consecutivi, dalle ore 8 alle ore 23, senza interruzioni, ha causato rombi assordanti con tremori continui delle strutture abitative;

   qualche giorno fa è anche apparso sul profilo Instagram dell'Esercito italiano un breve video con la colonna sonora dei Jefferson Airplane e le immagini dei cannoni e dei mortai eretti al cielo che sparano a tempo di musica;

   Frozen Arrow 2021 è una esercitazione congiunta tra alpini e artiglieria sul poligono «volante» del monte Bivera, in Friuli, in piena Zona speciale di conservazione per la protezione di habitat e specie animali e vegetali significative a livello europeo. Alla manovra, che si è conclusa il 12 novembre 2021, hanno partecipato anche due Eurofighter del 51° Stormo di Istrana, che hanno simulato il supporto di bombardamento aereo guidato da terra;

   l'esistenza del poligono del monte Bivera, che negli ultimi anni viene utilizzato sia in primavera che in autunno, è oggetto di un'accesa contestazione delle comunità locali che dura da decenni: negli anni Ottanta venne bloccata l'ipotesi di un suo utilizzo permanente grazie alle mobilitazioni degli abitanti di Sauris;

   a dicembre 2020 l'istanza rivolta al Ministero della difesa che chiedeva la fine o comunque lo spostamento dell'area delle manovre militari, firmata dai sindaci di Sauris, Forni di Sotto, Prato Carnico, Socchieve e Ampezzo, non ha avuto alcun seguito, né risposta;

   a parere dell'interrogante continuare con queste simulazioni di guerra significa condannare quel territorio a ingenti danni ambientali contro una natura altrimenti incontaminata, danni alla fauna e al comparto economico-turistico; le suddette simulazioni rappresentano un elemento di destabilizzazione per le popolazioni locali e i turisti costretti a subire il rimbombo ininterrotto di esplosioni che raggiungono le abitazioni e le strutture ricettive turistiche, che, unitamente agli spostati d'aria, generano un forte disagio e una sensazione di inquietudine;

   appare all'interrogante anacronistico continuare ad effettuare tali esercitazioni che causano danni all'ambiente in un momento in cui invece andrebbe incentivato il turismo –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere i Ministri interrogati affinché, promuovendo una interlocuzione con i sindaci, le popolazioni direttamente coinvolte dalle esercitazioni sopra richiamate e lo Stato Maggiore dell'Esercito, si possa valutare la cessazione o quantomeno una significativa riduzione delle esercitazioni militari nella zona del monte Bivera, sulle Alpi Carniche, in piena Zona speciale di conservazione per la protezione di habitat e specie animali e vegetali significative a livello europeo.
(4-10743)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   MORRONE e CAPARVI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in data 16 novembre 2021, notizie di stampa riportano ennesimi episodi di violenza avvenuti da parte di detenuti ai danni della Polizia penitenziaria, tanto che si tratta ormai di un inaccettabile e incontrollato fenomeno;

   l'episodio, avvenuto nell'istituto penitenziario di Terni, ha visto un detenuto, già soggetto a misura di alta sicurezza, minacciare di morte un agente, e brandendo un bastone, scagliarsi contro la postazione di guardia. Successivamente, altri quattro detenuti si sono rifiutati di rientrare in cella dal passeggio e uno di questi ha aggredito un secondo agente;

   ancora più grave è che lo stesso soggetto aveva già posto in essere comportamenti violenti durante la detenzione e che la Polizia penitenziaria è riuscita a contenere le sue intemperanze più volte;

   pochi giorni prima un altro detenuto, con problemi psichiatrici e già noto alle cronache per aver creato precedentemente disordini anche nel carcere di Firenze Sollicciano, per futili motivi ha distrutto la propria cella sradicando i sanitari, il termosifone, distruggendo tavolo e sgabelli allagando mezza sezione detentiva. Il detenuto si è anche procurato tagli autolesivi su tutto il suo corpo, minacciando tutti coloro che cercavano di soccorrerlo lanciando fuori dalla cella anche tutto ciò che aveva precedentemente distrutto. Solo dopo alcune ore, grazie all'intervento di un commissario di polizia penitenziaria fuori servizio e del personale presente che si è trattenuto sul posto di lavoro oltre il proprio turno, si è riusciti a risolvere temporaneamente la situazione;

   il carcere di Terni vede nuovi arrivi settimanali di detenuti con patologie psichiatriche che mettono a dura prova tutto il personale di polizia penitenziaria e la sicurezza delle sezioni;

   la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è da tempo causa di gravi criticità per quanto attiene all'ordine e alla sicurezza dell'istituto;

   tale situazione sta divenendo insostenibile ed è necessario garantire sicurezza che ad oggi è solo un miraggio –:

   considerati i gravi episodi sopra indicati, quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di apportare interventi finalizzati alla risoluzione delle problematiche del carcere di Terni.
(4-10749)


   CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   è balzata agli onori delle cronache una intervista rilasciata ad Andrea Purgatori nella nota trasmissione televisiva «Atlantide» dal magistrato Nino Di Matteo, l'ex del «processo trattativa» ed attualmente consigliere del Consiglio superiore della magistratura;

   più precisamente il prefato magistrato, oltre a criticare duramente la riforma della giustizia, avrebbe espresso forti preoccupazioni sullo stato della giustizia e sui condizionamenti «opachi» che inficerebbero la giurisdizione e l'attività del Csm;

   il tema affrontato dal dottor Di Matteo non è nuovo alle cronache: infatti, con le indagini che hanno coinvolto il dottor Palamara, ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati (Anm) ed ex componente del Csm, oltre che con la pubblicazione del libro «Il sistema», è stato disvelato un inquietante intreccio di potere in grado di condizionare le carriere dei magistrati, le nomine dei vertici degli uffici giudiziari secondo il criterio dell'appartenenza e non della meritocrazia, e finanche di interferire sulla tenuta dei Governi ed – in generale – sugli equilibri politici del nostro Paese;

   a rincarare la dose vi sarebbero, come sopra anticipato, le dichiarazioni di Di Matteo che avrebbe affermato testualmente: «Io temo che, soprattutto negli ultimi anni, si siano formate anche al di fuori o trasversalmente alle correnti, delle cordate attorno a un procuratore o a un magistrato particolarmente autorevole, composte da ufficiali di polizia giudiziaria e da esponenti estranei alla magistratura che pretendono, come fanno le correnti, di condizionare l'attività del Consiglio superiore della magistratura e dell'intera magistratura.»;

   di poi, sempre secondo quanto riportato, Di Matteo avrebbe affermato: «con l'appartenenza alle cordate vieni tutelato nei momenti di difficoltà, la tua attività viene promossa, vieni sostenuto anche nelle tue ambizioni di carriera» e l'avversario «diventa un corpo estraneo da marginalizzare, da contenere, se possibile da danneggiare»;

   in altri termini, l'autorevole magistrato in questione svela che, oltre alle più note correnti in seno alla magistratura, vi sarebbero delle vere e proprie cordate di soggetti estranei alla magistratura tra cui anche ufficiali di polizia giudiziaria che si prodigherebbero per sostenere l'attività e la carriera di alcuni magistrati e per condizionare la attività della magistratura e del Csm e che, per raggiungere gli obiettivi prefissati, sarebbero disposti finanche a danneggiare chi possa essere da ostacolo;

   a rendere il quadro più allarmante, infine, il dottor Di Matteo chiosa che la dinamica appena sopra descritta avverrebbe secondo la logica dell'appartenenza «che è molto simile alle logiche mafiose» e che «il metodo mafioso» «ha inquinato i poteri, non solo la magistratura»;

   udire l'autorevole magistrato Di Matteo discorrere, in tema di dinamiche interne alla magistratura, di logiche simili a quelle della mafia e di metodo mafioso a rabbrividire per la forza delle accuse e per l'autorevolezza e la credibilità di chi le pronuncia, e ricorda, per la analoga dirompenza, quelle frasi pronunciate dall'Emerito Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che, nel 2008, intervenendo a Sky Tg24 proprio contro Palamara affermava testualmente: «L'associazione nazionale magistrati è una associazione sovversiva e di stampo mafioso»;

   le dichiarazioni del dottor Di Matteo se corrispondessero a verità delineerebbero un quadro ancor più allarmante non solo dello stato della giurisdizione, ma dell'intera tenuta delle istituzioni democratiche della nostra Nazione, in barba al sacrificio dei numerosi uomini dello Stato, tra cui magistrati e forze dell'ordine, uccisi per aver servito, con onore e fedeltà, la Nazione –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, in specie di carattere normativo, intenda adottare in relazione a quanto dichiarato dal magistrato Nino Di Matteo, nonché al fine di garantire l'autonomia e l'indipendenza della giurisdizione.
(4-10750)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta orale:


   BARBUTO, D'IPPOLITO, GRIPPA, ORRICO, VILLANI, PARENTELA, TUCCI, SCUTELLÀ e DIENI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro per il sud e la coesione territoriale, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il sistema aeroportuale calabrese è gestito dalla società Sacal (Società aeroportuale calabrese Spa), che si è aggiudicata la gestione trentennale degli scali di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone;

   nel luglio 2021 l'assemblea della Sacal ha deliberato un aumento di capitale di 10 milioni di euro, per far fronte alla crisi del settore determinata dalla pandemia da COVID-19;

   la regione Calabria, in data 28 luglio 2021, ha deliberato la sottoscrizione della sua quota spettante per un controvalore di 927.421,60 mila euro, mantenendo il 9 per cento di competenza in maniera proporzionale al numero di quote già possedute;

   non avendo aderito alla ricapitalizzazione una parte dei soci pubblici della società, le quote inoptate sono finite in mano al privato, ovvero la società «Lamezia Sviluppo srl», che è passata dall'essere socio di maggioranza con il 29,29 per cento, a detenere il 51,96 per cento del capitale sociale, passando dalle 7.886 azioni del 2020 a ben 24.039 del 2021;

   in data 14 ottobre 2021 l'Ente nazionale aviazione civile (Enac) aveva già comunicato ufficialmente alla Sacal che per l'aumento di capitale, essendovi i presupposti per considerare la società a controllo pubblico, vi era l'obbligo dell'esperimento di procedura a evidenza pubblica;

   tuttavia, dalla Sacal non è pervenuta alcuna risposta ufficiale, ma solo una comunicazione per le «vie brevi» con la quale si sarebbe «autodefinita» una semplice società a partecipazione pubblica;

   a tal punto, il 12 novembre 2021, il direttore generale dell'Enac ha annunciato a mezzo Pec al presidente della Sacal e all'Organismo di vigilanza, al Collegio sindacale, al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministero dell'economia e delle finanze, alla regione Calabria, all'amministrazione provinciale di Catanzaro e al Segretario generale del comune di Lamezia Terme un esposto alla procura della Repubblica e all'Anac e che si avvierà il procedimento di revoca della concessione, con proposta di nomina di un commissario per l'aeroporto di Lamezia e di necessario approfondimento per Reggio Calabria e Crotone;

   il neo presidente della regione Calabria appena proclamato, ha addirittura parlato di «strani accordi» attraverso i quali la Sacal è ora a maggioranza di quote private; si richiama, tra l'altro, quanto avrebbe dichiarato, in occasione della deliberazione della sottoscrizione dell'aumento di capitale, l'allora presidente facente funzioni, ovvero che vi sarebbe stato un accordo tra parte pubblica e parte privata per mantenere inalterati i rapporti di forza nella società;

   a prescindere dalle inchieste giudiziarie e amministrative che saranno condotte e che ci si augura che facciano al più presto piena luce sulla vicenda, la notizia della richiesta di commissariamento per l'aeroporto di Lamezia Terme, di revoca della concessione e di indagini su quelli di Crotone e Reggio Calabria, sono tali da allarmare l'intera popolazione calabrese e in particolare quei territori che risentono fortemente della sperequazione infrastrutturale esistente, soprattutto nella fascia jonica;

   inoltre, tale vicenda potrebbe compromettere ulteriormente la procedura per la concessione delle rotte sottoposte agli oneri di servizio pubblico da e per l'aeroporto di Crotone, in fase di stallo da diverso tempo, a causa di quella che l'interrogante giudica l'inerzia della regione Calabria nel richiedere la delega per l'indizione della relativa conferenza di servizi –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto sopra esposto e quali iniziative di competenza intendano adottare per assicurare la continuità del trasporto aereo in Calabria, anche in considerazione della necessità di garantire il diritto alla mobilità, in particolar modo alle zone nelle quali le carenze infrastrutturali sono più significative, come nel caso della fascia jonica.
(3-02626)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   DONZELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il caso del signor Ennio Di Lalla, la cui abitazione è stata occupata abusivamente nel mese di ottobre 2021 a Roma da una ragazza rom mentre era a sottoporsi a visite mediche, è diventato un caso nazionale e ha fatto emergere l'esistenza di una vera e propria «banda delle case occupate» che agisce soprattutto nella Capitale e di cui sono protagonisti parenti, amici e conoscenti della occupante della casa del signor Ennio, tutti di etnia rom, sinti, o camminanti –:

   se sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e quali iniziative intenda adottare per arrestare il fenomeno a tutela dei legittimi occupanti e proprietari;

   secondo i dati in possesso del Governo, quante occupazioni abusive siano state censite nel comune di Roma a partire dall'inizio dell'anno.
(3-02628)

Interrogazione a risposta scritta:


   MORETTO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   Santa Lucia di Piave è un comune in provincia di Treviso, il cui primo cittadino è Riccardo Szumski;

   il sindaco Szumski, tra l'altro di professione medico di base, è noto per le sue posizioni «No-Vax» e «no-Green pass»;

   il dottor Szumski non ha mai nascosto le proprie idee e, anzi, ha portato in approvazione, in sede di consiglio comunale, una proposta di delibera contro il Green pass, stigmatizzando come lo stesso, a detta del sindaco, costituisca «palese violazione di norme costituzionali e di diritti naturali delle persone»;

   inoltre, nel preambolo dell'atto deliberativo, peraltro approvato dal consiglio comunale, si legge che «Il Green pass è da considerarsi un ricatto nei confronti delle persone, con argomentazioni sanitarie ormai di dubbia certezza»;

   l'ordine dei medici di Treviso pare abbia adottato un provvedimento disciplinare nei confronti del medico trevigiano a seguito di violazioni deontologiche, che hanno portato al ricorso alla misura della radiazione dall'ordine, la sanzione più aspra consentita;

   in aggiunta a quanto sopra riportato, recentemente il sindaco di Santa Lucia di Piave ha lanciato una grave invettiva nei confronti del Capo dello Stato, definendo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella un «traditore, altro che garante della Costituzione», anche contestando le sue affermazioni in lode dei sindaci che si spendono nella lotta al Covid;

   a seguito delle discutibili condotte del primo cittadino di Santa Lucia di Piave, la prefettura di Treviso avrebbe segnalato tali comportamenti alla magistratura inquirente competente per territorio e al Ministero dell'interno –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei comportamenti del sindaco Szumski e se li ritenga compatibili con il suo ruolo istituzionale;

   se sia a conoscenza dell'operato della prefettura e delle eventuali conseguenze che le opportune segnalazioni stiano producendo in capo al sindaco;

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di ristabilire il pieno rispetto della legge presso il comune di Santa Lucia di Piave, nel caso anche stigmatizzando l'operato del primo cittadino;

   se, in relazione agli atti deliberativi assunti dal consiglio comunale di Santa Lucia di Piave, intenda valutare la sussistenza dei presupposti per il ricorso ai poteri di cui all'articolo 138 del Testo unico degli enti locali.
(4-10751)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FERRI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   in data 20 luglio 2020 il commissario straordinario per l'emergenza da COVID-19 su richiesta del Ministro dell'istruzione dell'epoca, ha indetto una gara pubblica europea per l'acquisto complessivo di tre milioni di banchi per garantire la riapertura dell'anno scolastico in sicurezza: in particolare, fino a 1,5 milioni di banchi monoposto tradizionali e fino a 1,5 milioni di sedute attrezzate di tipo innovativo;

   secondo i dati diffusi dalla predetta struttura commissariale nel mese di febbraio 2021, nel 2020 sono stati spesi complessivamente 318 milioni di euro, di cui 119 milioni per l'acquisto di 434 mila banchi a rotelle e 199 milioni per l'acquisto di 2,1 milioni di banchi tradizionali;

   molte agenzia stampa e organi di informazione, anche telematici, hanno diffuso la notizia inerente alla decisione del dirigente scolastico del liceo scientifico «Benedetti» di Venezia di affidare i banchi a rotelle acquistati a una impresa specializzata nello smaltimento e nel riciclo dei rifiuti, in quanto ritenuti scomodi e difficili da usare, peraltro dopo averli offerti gratuitamente ad associazioni;

   il quadro informativo è completato dai seguenti dati: l'accordo per la consegna dei banchi era stato preso da un precedente dirigente, ma i banchi non arrivarono in tempo per l'inizio dell'anno scolastico, causando diversi disagi; inoltre, dalla situazione rappresentata sono emerse rilevanti criticità sulla funzionalità e il rispetto delle norme antincendio;

   è stata altresì diffusa la notizia che la procura regionale presso la Corte dei conti per il Veneto abbia deciso di avviare le indagini di competenza, dopo quanto apparso sui mezzi d'informazione: su tale vicenda è stata aperta un'istruttoria, sul presupposto che si tratti di una situazione di spreco di denaro pubblico;

   saranno svolte dalla procura indagini utili per ricostruire l'iter seguito per la fornitura che ha portato a sostenere un costo rivelatosi inutile, con conseguente pregiudizio per le risorse finanziarie pubbliche atto a integrare il danno erariale;

   più in generale, a prescindere da questa specifica vicenda, risulta che l'acquisto dei banchi a rotelle si sia rivelato un investimento inutile, in quanto circa il 50 per cento dei banchi acquistati non è stato utilizzato e molti istituti scolastici hanno richiesto di sostituirli con banchi tradizionali e rispettive sedie –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della problematica esposta e quali iniziative di competenza intenda adottare in merito, anche a salvaguardia dei principi di trasparenza, economicità e buon andamento dell'amministrazione.
(5-07103)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GIACCONE, MURELLI, CAFFARATTO, CAPARVI, DURIGON, LEGNAIOLI, MINARDO, MOSCHIONI e PAROLO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 2 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, in materia di reddito di cittadinanza, individua i requisiti necessari per accedere al beneficio;

   con riferimento ai requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno, per richiedere il reddito, un soggetto deve essere in possesso della cittadinanza italiana o di Paesi facenti parte dell'Unione europea, ovvero suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;

   con riferimento a requisiti reddituali e patrimoniali, il nucleo familiare del beneficiario non deve superare i limiti previsti dal medesimo articolo 2, definiti ai sensi dell'indicatore della situazione economica equivalente (Isee) di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159;

   l'articolo 2 precisa altresì che i cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea devono produrre apposita certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall'autorità consolare italiana, al fine di consentire la verifica della composizione del nucleo familiare e della sussistenza dei requisiti reddituali e patrimoniali;

   la certificazione non è richiesta esclusivamente: a) nei confronti di cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea aventi lo status di rifugiato politico; b) qualora convenzioni internazionali dispongano diversamente; c) nei confronti di cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea nei quali è oggettivamente impossibile acquisire le medesime certificazioni, così come definiti con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, adottato di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale;

   il decreto ministeriale 21 ottobre 2019, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 285 del 5 dicembre 2019, in attuazione della disposizione citata, anziché individuare con esattezza i Paesi per i quali è oggettivamente impossibile acquisire le certificazioni, ha indicato i soli Paesi i cui cittadini, ai fini dell'accoglimento della richiesta del reddito di cittadinanza, sono tenuti a produrre la certificazione, limitatamente all'attestazione del valore del patrimonio immobiliare posseduto all'estero dichiarato a fini Isee;

   il decreto ministeriale ha quindi seguito un criterio diametralmente opposto rispetto a quello indicato nella fonte primaria, giungendo secondo gli interroganti al paradosso di svuotare di contenuto la norma, avendo di fatto esentato i cittadini di quasi tutti i Paesi del mondo dall'obbligo di produrre la documentazione richiesta –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per apportare le necessarie modifiche al decreto ministeriale richiamato in premessa, affinché le norme di attuazione si pongano in stretta continuità con la norma primaria di riferimento, senza violarne lo spirito.
(5-07101)

Interrogazione a risposta scritta:


   VILLANI e NAPPI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   le guardie particolari giurate e i servizi fiduciari sono da anni in trattativa per il rinnovo del loro Contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto il 31 dicembre 2015;

   la trattativa, da settembre 2021, si è arenata per responsabilità delle associazioni di categoria che non trovano sintesi sulla formulazione di una proposta dignitosa;

   il rinnovo è atteso da ben oltre 6 anni da circa 70 mila lavoratori del comparto;

   tra le richieste che sembrerebbero rendere difficile la trattativa vi sono un aumento salariale di 125 euro al IV livello, nonché l'adeguamento e la rivisitazione delle indennità relative ai servizi prestati;

   a oggi, lo stipendio medio di una guardia giurata al sesto livello è di 1.058,06 euro lordi al mese (circa 18.000 euro lordi all'anno) inferiore di 500 euro (-32 per cento rispetto alla retribuzione mensile media in Italia; la paga base lorda dei servizi fiduciari è invece di 797,14 al livello «F» (poco più di 4 euro l'ora);

   tuttavia è necessario rimarcare che l'attività di vigilanza privata è un servizio pubblico essenziale, ai sensi e per gli effetti della legge 12 giugno 1990, pubblicata in Gazzetta ufficiale del 14 giugno 1990, aggiornata con le modifiche introdotte, da ultimo, dal decreto-legge 20 settembre 2015, n. 146, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 novembre 2015, n. 182 –:

   se i Ministri interrogati sono a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intendano adottare per dare una maggiore dignità a questa categoria di lavoratori promuovendo a stretto giro il nuovo atteso Contratto collettivo nazionale di lavoro che includa un aumento stipendiale e l'adeguamento e la rivisitazione delle indennità relative ai servizi prestati.
(4-10742)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   DE FILIPPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in seguito al sisma del 2016 l'ospedale di Amandola all'interno del territorio della regione (Fermo) Marche è stato fortemente danneggiato e i reparti sono stati temporaneamente trasferiti all'interno dell'ospedale di Fermo;

   in attesa della realizzazione del nuovo ospedale, per il quale sono ancora in corsi i lavori, è stata allestita una nuova struttura di 1.400 metri quadrati interamente realizzata con tecnologie antisismiche, per un costo totale di 2,5 milioni di euro messi a disposizione dalla Protezione civile con lo scopo di riportare, quanto prima, ad Amandola, almeno il reparto di medicina generale con 25 posti letto;

   inoltre, saranno tante altre le potenzialità della struttura; infatti, saranno operativi anche 8 ambulatori, servizi di fisioterapia, riabilitazione e diagnostica. Un complesso sanitario che sarà perfettamente complementare al nuovo ospedale dei Sibillini, vista anche la vicinanza tra i due edifici;

   sebbene l'edificio destinato a ospitare temporaneamente il reparto di medicina generale sia completato e attrezzato da circa un anno, manca ancora l'ultima verifica dalla direzione dell'Asur e, quindi, l'ultimo via libera prima dell'apertura, con gravi disagi per l'utenza;

   in questo periodo pandemico è ancor più necessario che la nuova struttura sia aperta non solo per riattivare un servizio fondamentale per l'area montana, ma anche per liberare posti letto all'ospedale «A. Murri» di Fermo –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative urgenti, di competenza, intenda adottare affinché il nuovo presidio ospedaliero di Amandola sia tempestivamente aperto, anche in considerazione del contesto pandemico, garantendo così alla comunità montana dei Monti Sibillini quella tutela della salute che la nostra Costituzione riconosce a tutti i cittadini.
(5-07104)


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   le tecnologie oggi utilizzate nello studio del genoma umano vengono definite come sequenziamento di seconda generazione o Next Generation Sequencing (Ngs) e possono essere usate per l'analisi di singoli geni (geni di grosse dimensioni), oppure pannelli di geni o famiglie di geni;

   il Consiglio superiore di sanità, nel documento del 14 luglio 2020, «Trasferimento delle Tecniche Omiche nella pratica clinica», raccomanda l'inserimento all'interno dei Livelli essenziali di assistenza - Lea dell'analisi di sequenziamento dell'Esoma come indagine di primo accesso o come approfondimento diagnostico;

   il giorno 11 settembre 2020, il Ministro della salute durante un incontro a Bari con il presidente della regione Puglia, ha annunciato la positiva conclusione del percorso di uscita della Puglia dal piano di rientro sanitario;

   con legge regionale n. 28 del 6 agosto 2021, «Istituzione del Servizio di analisi genomica avanzata con sequenziamento della regione codificante individuale», la regione Puglia ha garantito, attraverso il Servizio sanitario regionale, in totale esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria, il servizio di analisi genomica avanzata secondo le procedure indicate dalla norma stessa; in data 29 settembre 2021 il Consiglio dei ministri ha deliberato l'impugnazione della legge regionale della Puglia 6 agosto 2021, n. 28, recante «Istituzione del servizio di genomica avanzata con sequenziamento della regione codificante individuale»;

   in particolare, la delibera d'impugnazione eccepisce che «le prestazioni indicate nella legge non sono incluse tra quelle di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili nell'ambito del SSN – elencate nell'allegato 4 richiamato dall'articolo 15 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017 – e costituiscono, di conseguenza, un livello ulteriore di assistenza che la regione, attualmente in Piano di rientro, non potrebbe garantire» –:

   se ritenga che le deduzioni formulate dalla regione Puglia e regolarmente inviate alle strutture tecniche del Ministero della salute ai fini della decisione sull'impugnazione della legge regionale della Puglia 6 agosto 2021, n. 28 siano state opportunamente prese in considerazione;

   se la regione Puglia, nonostante la dichiarazione dello stesso Ministro interrogato, debba ancora considerarsi in Piano di rientro con conseguente preclusione della possibilità di erogare prestazioni ulteriori, considerate come extra livelli essenziali di assistenza;

   se intenda, considerato il parere espresso dal Consiglio superiore di sanità, valutare di adottare iniziative per l'inserimento del servizio di analisi genomica avanzata, con sequenziamento della regione codificante individuale-Esoma all'interno dei Lea.
(5-07105)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nel cosiddetto verbale della task force istituita presso il Ministero della salute del 23 gennaio 2020 si dà atto che in data 23 gennaio 2020 «la Cina per fronteggiare l'emergenza ha isolato totalmente la città di Wuhan (compresi treni e bus)»;

   sempre nel cosiddetto verbale della task force è possibile leggere che in data 23 gennaio 2020 all'aeroporto di Fiumicino è atterrato un volo diretto proveniente dalla città di Wuhan;

   sempre nel verbale è dato leggere che «dai controlli effettuati su tutti i passeggeri non è stato rilevato alcun caso di sospetto coronavirus»;

   secondo quanto contenuto nel verbale della task force del 22 gennaio 2020, erano state «individuate procedure e modalità operative» atte a:

    monitorare i passeggeri acquisendo nominativi e posto assegnato;

    controllare «i passeggeri all'atto dello sbarco mediante passaggio attraverso lo specifico canale sanitario dove viene misurata la temperatura corporea mediante l'impiego di scanner termici»;

    «monitorare i percorsi e le destinazioni presso cui i richiamati passeggeri intendono recarsi sul territorio italiano (gli stessi passeggeri sono tenuti a compilare un modulo nel quale devono dichiarare le località presso cui si recheranno in Italia, specificando domicili e recapiti)» –:

   per quale motivo, visto che le stesse autorità della Repubblica popolare cinese avevano provveduto a mettere in lockdown l'intera città di Wuhan, non si sia ritenuto di porre in quarantena i passeggeri del volo in questione;

   quali attività di tracciamento si siano svolte sui passeggeri di cui, secondo quanto riferito, si disponeva di nome, cognome, generalità, e altro e con quale esito.
(4-10745)


   NOVELLI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la quarta ondata della pandemia di COVID-19 sta duramente colpendo numerosi Paesi europei, alcuni dei quali confinanti con l'Italia, come la Slovenia;

   secondo gli ultimi dati disponibili riferiti a martedì 16 novembre 2021, i nuovi casi di positività sono stati 4.276, il 42,5 per cento dei test effettuati, percentuale che ha addirittura raggiunto il 53,1 per cento nella giornata di domenica 14 novembre;

   sempre con riferimento a martedì 16 novembre, l'incidenza di casi confermati per 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni è pari a 2.145. Per avere un raffronto, quella registrata in Italia è pari a 186 casi;

   la Slovenia, confina con il Friuli Venezia Giulia, regione che secondo le indiscrezioni confermate dal proprio presidente rischia il passaggio in zona «gialla» a causa del numero di ricoverati nei reparti ordinari e in terapia intensiva;

   alla base dell'alta incidenza del COVID-19 in Friuli Venezia Giulia rispetto al resto della Penisola, ci sarebbe anche l'alto numero di transfrontalieri – stimato in 12 mila – che quotidianamente, per ragioni di lavoro, attraversano il confine con la Slovenia;

   la Slovenia paga i pessimi risultati di una campagna di vaccinazione anti-Covid fallimentare. Solo il 54 per cento dei residenti, infatti, ha completato il ciclo, mentre ad aver ricevuto una sola iniezione è il 57,7 per cento. Dati che impallidiscono confrontati con quelli italiani, rispettivamente pari a 73,7 e al 78,6 per cento sul totale della popolazione, includendo quindi anche i soggetti con meno di 12 anni, per i quali la vaccinazione non è ancora approvata dalle autorità competenti;

   quando in Italia, nel corso dell'inverno 2020, si registrò il primo picco di contagi da COVID-19, la Slovenia non esitò a bloccare i valichi di accesso con metodi che riportarono alla memoria i tristi tempi della guerra fredda. Oggi che è il piccolo Stato confinante con il Friuli Venezia Giulia a registrare una pesante ondata di positivi, dovrebbe essere l'Italia a far sentire la sua voce, intensificando i controlli per chi proviene dalla Slovenia, compresi i lavoratori transfrontalieri –:

   quali iniziative il Governo abbia adottato o intenda adottare affinché la circolazione del virus del COVID-19 tra Slovenia e Italia sia limitata.
(4-10748)


   BIGNAMI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in data 22 gennaio 2020 il Ministero della salute, con la circolare PG 0001997 del 22 gennaio 2020, avente oggetto «polmonite da nuovo coronavirus in Cina», a firma del direttore generale del settore prevenzione sanitaria, dichiarava come «definizione di caso»:

    «1. Infezione respiratoria acuta grave (SARI) in una persona, con febbre e tosse che ha richiesto il ricovero in ospedale, senza un'altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica (i medici dovrebbero prestare attenzione anche alla possibilità di presentazioni atipiche in pazienti immunocompromessi);

    e uno qualsiasi dei seguenti:

     a. storia di viaggi a Wuhan, provincia di Hubei, Cina, nei 14 giorni precedenti l'insorgenza della sintomatologia; oppure

     b. la malattia si verifica in un operatore sanitario che ha lavorato in un ambiente dove si stanno curando pazienti con infezioni respiratorie acute gravi, senza considerare il luogo di residenza o la storia di viaggi.»;

   nella circolare è inoltre specificato che si tratta di:

    «1. Una persona che manifesta un decorso clinico insolito o inaspettato, soprattutto un deterioramento improvviso nonostante un trattamento adeguato, senza tener conto del luogo di residenza o storia di viaggio, anche se è stata identificata un'altra eziologia che spiega pienamente la situazione clinica.

    2. Una persona con malattia respiratoria acuta di qualsiasi grado di gravità che, nei 14 giorni precedenti l'insorgenza della malattia, presenta una delle seguenti esposizioni:

     1. contatto stretto con un caso confermato sintomatico di infezione da nCoV; oppure

     2. una struttura sanitaria in un Paese in cui sono state segnalate infezioni nosocomiali da nCoV; oppure

     3. ha visitato o ha lavorato in un mercato di animali vivi a Wuhan, Cina

     4. contatto stretto con animali nei paesi in cui il nCoV»;

   in data 27 gennaio 2020, sempre con circolare del Ministero della salute avente oggetto «Polmonite da nuovo coronavirus in Cina», si disponeva una nuova definizione di caso mediante la quale si definiva come «caso sospetto»:

    «A. Una persona con Infezione respiratoria acuta grave-SARI – senza un'altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica e almeno una delle seguenti condizioni:

     storia di viaggi o residenza in aree a rischio della Cina, nei 14 giorni precedenti l'insorgenza della sintomatologia; oppure

     il paziente è un operatore sanitario che ha lavorato in un ambiente dove si stanno curando pazienti con infezioni respiratorie acute gravi ad eziologia sconosciuta.

    B. Una persona con malattia respiratoria acuta e almeno una delle seguenti condizioni:

     contatto stretto con un caso probabile o confermato di infezione da nCoV nei 14 giorni precedenti l'insorgenza della sintomatologia; oppure

     ha visitato o ha lavorato in un mercato di animali vivi a Wuhan, provincia di Hubei, Cina, nei 14 giorni precedenti l'insorgenza della sintomatologia; oppure

     ha lavorato o frequentato una struttura sanitaria nei 14 giorni precedenti l'insorgenza della sintomatologia dove sono stati ricoverati pazienti con infezioni nosocomiali da 2019-nCov;»;

   appare evidente che la definizione di «caso» di cui alla circolare del 27 gennaio 2020 allargava sensibilmente le maglie della sorveglianza epidemiologica, rendendo meno stringenti le possibilità per il personale sanitario di effettuare test e controlli utili all'individuazione di eventuali soggetti affetti da Sars-CoV-2;

   secondo quanto affermato dal direttore generale D'Amario, che, all'epoca dei fatti, era direttore della Direzione generale della Prevenzione sanitaria del Ministero, nella trasmissione «Presa diretta» del 26 ottobre 2021, tale ampliamento delle maglie della sorveglianza, a cui è corrisposta una minore efficacia nei controlli, si sarebbe realizzato per le richieste delle regioni, a seguito della riunione tenutasi il 25 gennaio 2020 al Ministero della salute –:

   quale fu il contenuto di tale riunione;

   se corrisponda al vero quanto affermato dal direttore generale D'Amario;

   quali furono gli elementi che indussero il Ministero della salute a rivedere la definizione di caso di cui in premessa;

   quali siano le fonti documentali e scientifiche eventualmente poste a fondamento di tale decisione.
(4-10754)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BALDINI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   a luglio 2021 il commissario-prefetto di Brescia, istituito dal Ministero interrogato su richiesta della Presidente della Comunità del Garda, l'onorevole Mariastella Gelmini, ha promosso il progetto di due grandi depuratori per i comuni bresciani del lago di Garda con localizzazione a Gavardo e Montichiari e con scarico dei reflui nel fiume Chiese, in un diverso bacino idrografico;

   nelle mozioni approvate dal consiglio provinciale del 30 novembre 2020 e del 29 luglio 2021 è previsto che i depuratori consortili devono essere costruiti nei comuni afferenti gli impianti stessi dove effettivamente tali reflui sono generati;

   è stato dato mandato al gestore di provvedere a trovare una localizzazione idonea, individuando il comune di Lonato del Garda;

   il costo iniziale del progetto era di 230 milioni di euro per l'intero sistema di collettamento della sponda bresciana e veronese del lago di Garda, costo destinato ad aumentare dato che il solo progetto della sponda veronese è cresciuto del 35 per cento;

   la doppia condotta sublacuale in acciaio Toscolano Maderno-Torri del Benaco è in ottimo stato, il termine è estendibile al 2035 e la minaccia di un possibile disastro ambientale sul lago è per ora ridotta;

   ai sensi della direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE, modificata dalla direttiva 2014/101/UE, tutti i corpi idrici superficiali avrebbero dovuto raggiungere un buono stato ecologico e chimico entro il 2015, con deroghe limitate fino al 2027;

   ogni sei anni gli Stati membri sono tenuti a presentare piani di gestione dei bacini idrografici, che indicano le misure volte a conseguire un buono stato delle acque; l'attuale Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po è stato sottoposto al processo di riesame e aggiornamento che si concluderà a dicembre 2021;

   nel secondo piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po risulta che la parte occidentale del lago di Garda presenta uno stato ecologico e chimico scarso, mentre lo stato chimico del fiume Chiese risulta essere buono ma il suo stato ecologico varia da buono a sufficiente, a seconda della zona;

   ad oggi non sono pervenute agli organi incaricati della tutela delle acque indicate, dati diversi che possano indicare un miglioramento o un peggioramento delle stesse;

   dalla stessa normativa comunitaria discende che «nella progettazione e realizzazione di tali impianti occorre garantire che sia il fiume Chiese sia il lago di Garda possano raggiungere un buono stato entro il 2027»;

   la direttiva sopra citata, tuttavia, non fa riferimento a un principio di prossimità, pur non escludendo che le mozioni approvate dal consiglio provinciale di Brescia esistano o siano legittime;

   la Commissione europea, per voce del commissario all'ambiente, ha evidenziato che il progetto non è sostenibile tecnicamente dal punto di vista ambientale perché, non solo per Gavardo insisterebbe su un'«area di pregio ambientale» su cui sarebbe opportuno non realizzare l'impianto, ma non permetterebbe di rispettare le indicazioni europee per quanto concerne le caratteristiche dei bacini in questione e il progetto così come portato avanti dal commissario/prefetto non potrebbe riguardare la tutela delle acque del Lago di Garda;

   il progetto del mega collettore gardesano è incompatibile con gli obiettivi europei in quanto potrà essere realizzato completamente solo oltre il 2030 nella sua interezza –:

   se il Ministro interrogato non reputi che il progetto di cui in premessa sia in contrasto con lo scopo della direttiva 2000/60/CE – modificata dalla 2014/101/UE –, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque e con il principio di prossimità nella costruzione di infrastrutture deputate ai servizi di interesse generale ai quali l'Italia dovrebbe attenersi e sancito anche dalle due mozioni provinciali;

   quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, per promuovere il miglioramento effettivo delle acque del Lago di Garda e del fiume Chiese entro il 2027.
(5-07106)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CASU. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in data 29 novembre 2007, la società Terna - Rete elettrica nazionale S.p.a., la società Acea Distribuzione S.p.a. e il comune di Roma sottoscrivevano il Protocollo d'intesa per il riassetto della rete elettrica di trasmissione nazionale e di distribuzione dell'Alta tensione (At) sul territorio comunale e, in data 17 marzo 2010, sottoscrivevano l'aggiornamento di tale protocollo;

   la società Terna – Rete elettrica nazionale S.p.a. veniva costituita in attuazione dell'articolo 13 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79 sul riassetto della rete elettrica di trasmissione nazionale ed è, della stessa, proprietaria quasi in toto;

   con il decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, veniva inoltre disposto che Enel S.p.a. costituisse il Grtn (Gestore della rete di trasmissione nazionale S.p.a.), una società per azioni finalizzata a gestire le attività di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica;

   ai sensi del medesimo decreto e della concessione ministeriale del 2 maggio 2001, Acea Distribuzione S.p.a. risulta unico gestore della distribuzione elettrica nel territorio del comune di Roma e, conseguentemente all'aggregazione con il ramo d'azienda di Enel Distribuzione S.p.a., elaborava un nuovo Piano regolatore della propria rete elettrica ad alta tensione;

   tale piano regolatore veniva redatto allo scopo di programmare interventi di razionalizzazione, potenziamento e sviluppo della rete elettrica ad alta tensione;

   in particolare, l'intervento per il riassetto della rete elettrica e della Variante aerea linea 220 KV S. Lucia - fino al chilometro 5 della provinciale Sacrofanese già rappresentava, sul piano programmatico e ambientale, una priorità delle amministrazioni capitoline precedenti alla consiliatura 2008-2013 e, pertanto, risultava all'uopo debitamente finanziato;

   ad oggi, tale intervento, perdendo di fatto la propria specificità, risulta inserito tra i più vari previsti dall'Allegato 2-bis del Protocollo d'intesa aggiornato, ovvero tra quelli previsti per il Quadrante Nord Ovest di Roma tra le stazioni elettriche Roma Ovest e Roma Nord;

   a quanto risulta all'interrogante, relativamente al suddetto intervento, sono stati avviati sia l'iter autorizzativo che la procedura di Valutazione di impatto ambientale presso il Ministero della transizione ecologica;

   tuttavia, solo a seguito del buon esito della Via potrà essere avviata la conferenza dei servizi presso il Ministero dello sviluppo economico, al fine del rilascio del decreto autorizzativo per gli interventi dell'intero pacchetto;

   il riassetto della rete elettrica e della Variante aerea linea 220 KV S. Lucia - fino al chilometro 5 della provinciale Sacrofanese rappresenta un'opera necessaria ai fini della qualità della vita e della salute dei cittadini –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;

   quale sia lo stato di avanzamento dell'iter autorizzativo e quali iniziative di competenza intendano assumere, e in quali tempi, al fine di rilasciare le autorizzazioni necessarie al riassetto della rete elettrica e della Variante aerea linea 220 KV S. Lucia - fino al chilometro 5 della provinciale Sacrofanese.
(4-10741)


   BIGNAMI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   in data 3 novembre 2021 si è tenuto a Roma un importante convegno dal titolo «Industrial Decarbonization pact» a cui hanno partecipato alcune tra le più importanti realtà imprenditoriali e produttive italiane;

   all'incontro ha preso parte anche il Ministro interrogato il quale, rispondendo alle domande dei presenti rispetto al rincaro dei prezzi dell'energia, ha offerto una serie di risposte tra cui la speranza che a seguito dell'apertura dell'infrastruttura Nord Stream 2 si sarebbe registrato un significativo calo dei prezzi del gas, previsto per marzo;

   è notizia del 16 novembre 2021 che, a seguito della pronuncia dell'Agenzia federale tedesca delle reti, il Nord Stream 2 non entrerà in funzione prima della seconda metà dell'anno (www.ilsole24ore);

   tale annuncio ha determinato un immediato innalzamento dei prezzi, confermando una crescita ormai in costante rialzo;

   questa situazione sta creando rilevanti difficoltà alle aziende italiane, già provate dalla crisi pandemica e sottoposte a prospettive di innovazione indotta da provvedimenti critici come i processi di decarboinizzazione e misure di contenimento energetico di stampo comunitario che, se non adeguatamente assistite, rischiano di favorire mercati extra Unione europea già disimpegnatisi, come noto, da politiche di effettiva riduzione dell'inquinamento;

   appare chiaro che, al di là del prestigio del Ministro interrogato quale tecnologo e scienziato, la risposta politica e di Governo non può affidarsi ad una «speranza» la cui aleatorietà è oltretutto stata immediatamente smentita da fatti tra l'altro più che preventivabili, vista la farraginosità burocratica con cui inevitabilmente si scontra la realizzazione di un'opera complessa come il gasdotto Nord Stream 2, opera che, al di là dei rischi di dipendenza energetica della Unione europea dalla Russia, verosimilmente subirà ulteriori ritardi nella sua concretizzazione e messa in funzione;

   al contempo, le aziende italiane si trovano a fare i conti, nel senso stretto dell'espressione, con incrementi che colpiscono diversi settori come le materie prime, la logistica, il costo del lavoro e appunto il costo dell'energia rispetto al quale il Governo non ha sinora dato risposte concrete e strutturali, impegnandosi invece in percorsi di transizione energetica di cui è chiaro l'obiettivo, ma non è chiaro come ci si intenda arrivare, volendo escludere che si intenda farne pagare il costo economico e sociale alle aziende italiane e quindi agli italiani tutti;

   anche le prospettive, illustrate dal premier Draghi in sede di Unione europea, di procedere allo stoccaggio di risorse energetiche su base comunitaria risulta per ora priva di concreto riscontro; le risorse messe a disposizione del Governo per l'abbattimento dei costi delle bollette hanno solo modestamente mitigato l'impatto economico, rappresentando comunque una risposta occasionale e non sistemica, come invece sarebbe necessario fare;

   è evidente che questa situazione spinge ad un incremento dei costi dei prodotti, con un ribaltamento finale sul consumatore il cui potere di acquisto al contrario non è per nulla in linea con l'incremento dei prezzi, attuandosi così un impoverimento degli italiani e una riduzione della loro capacità di acquisto che rischia di generare una pericolosa spirale dei consumi –:

   quali iniziative il Governo intenda assumere per realizzare un effettivo e strutturale contenimento dei costi dell'energia sia con riguardo all'uso domestico che al sistema imprenditoriale.
(4-10746)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:


   IOVINO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   a causa dell'emergenza da COVID-19, dal 5 marzo 2020 in Italia sono state sospese le attività didattiche in presenza delle università e nelle istituzioni Afam relative all'anno accademico 2019/2020 e, al contempo, è stata attivata la didattica a distanza;

   successivamente, nonostante siano state introdotte varie disposizioni volte a garantire la ripresa in sicurezza delle attività didattiche in presenza nelle università e nelle istituzioni Afam per l'anno accademico 2020/2021, a partire da ottobre 2020, in considerazione del carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia e dell'incremento dei casi sul territorio nazionale, sono state progressivamente introdotte nuove disposizioni limitative delle attività didattiche in presenza. Un riavvio delle stesse attività, con diverse modulazioni, è stato poi previsto per le università e le istituzioni Afam a partire da gennaio 2021;

   in particolare, nelle università le attività didattiche o curricolari potevano essere svolte con modalità a distanza, individuate dalle medesime università e istituzioni;

   nel corso dell'anno, tenendo presente le varie disposizioni limitative dei vari territori per le zone rosse, arancioni o gialle è stata reintrodotta per le università la possibilità di erogare la didattica sia in presenza sia a distanza, sulla base di piani di organizzazione della didattica predisposti dalle università, sentito il Comitato universitario regionale di riferimento, nel rispetto delle linee guida del Ministero dell'università e della ricerca, delineando il ricorso ad una didattica mista, parte in presenza e parte a distanza;

   in particolare, è stato previsto che le attività formative svolte con modalità a distanza sono valide ai fini del computo dei crediti formativi universitari, previa verifica dell'apprendimento, nonché ai fini dell'attestazione della frequenza obbligatoria agli insegnamenti;

   è stato istituito un Fondo per le esigenze emergenziali del sistema universitario che è stato incrementato di una somma pari a 62 milioni di euro per l'anno 2020 da utilizzare prioritariamente per iniziative a sostegno degli studenti che necessitano di servizi o strumenti per l'accesso alla ricerca o alla didattica a distanza;

   l'articolo 33 del decreto-legge n. 41 del 2021 ha incrementato il Fondo di 78,5 milioni di euro da destinare all'acquisto di dispositivi digitali per gli studenti, ovvero per piattaforme digitali per la ricerca o la didattica a distanza, nonché agli interventi di ammodernamento strutturale e tecnologico delle infrastrutture per lo svolgimento delle attività di ricerca o didattica;

   i provvedimenti adottati per far fronte all'emergenza da COVID-19 hanno incrementato qualitativamente e quantitativamente gli strumenti per la didattica a distanza delle università, permettendo di far entrare in tutte le istituzioni universitarie la «cultura» della didattica a distanza come alternativa o integrativa della didattica frontale;

   ad avviso dell'interrogante la situazione attuale rappresenta una ottima occasione per rendere, in qualche modo, stabile nel sistema universitario italiano l'utilizzo a regime della didattica a distanza ai fini della frequenza e della fruizione degli insegnamenti dei corsi di studio universitari –:

   quali iniziative di competenza intenda promuovere il Ministro interrogato al fine di potenziare la didattica a distanza per le università statali;

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato al fine di incentivare gli atenei alla creazione di offerta formativa a distanza per quegli insegnamenti che non prevedono attività didattica che necessitano della presenza fisica, come laboratori, tirocini e lavori sul campo;

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato al fine di prevedere forme di incentivo a favore delle università che rendono fruibile le lezioni videoregistrate attraverso proprie piattaforme on line;

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato al fine di prevedere una normativa che renda strutturale e obbligatoria la creazione di lezioni videoregistrate attraverso proprie piattaforme on line.
(3-02627)

Apposizione di firme a mozioni.

  La mozione Polidori e D'Attis n. 1-00544, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 novembre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Bagnasco, Brambilla, Labriola, Marrocco, Mazzetti, Palmieri, Pella, Pittalis, Porchietto, Prestigiacomo, Rotondi, Saccani Jotti, Sarro, Maria Tripodi.

  La mozione Vianello e altri n. 1-00545, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 novembre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Trizzino, Romaniello, Vallascas, De Giorgi.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della risoluzione in Commissione Di Stasio n. 7-00727, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 568 del 21 settembre 2021.

   La III Commissione,

   premesso che:

    il 4 agosto 2020 un'esplosione nel porto di Beirut in Libano portò alla morte di 215 persone, provocò più di 7 mila feriti e circa 300 mila sfollati. Lo scoppio, che determinò un terremoto di magnitudo 3.5, fu causato dalla detonazione di 2750 tonnellate di nitrato di ammonio stoccate nell'hangar 12 del porto;

    il porto di Beirut è la principale infrastruttura del Paese e prima dell'esplosione da lì transitava il 90 per cento delle importazioni libanesi. La Banca mondiale ha stimato che l'esplosione ha causato tra i 3,8 e i 4.5 miliardi di dollari di danni;

    l'interruzione del flusso commerciale ha quindi, aggravato una crisi già pesantissima, non soltanto sui libanesi, ma anche sui rifugiati ospitati all'interno del Paese. Il Libano a fronte di una popolazione di circa di 4,5 milioni di persone accoglie circa 1,5 milioni di rifugiati siriani e 300 mila palestinesi. Oltre 600 mila rifugiati siriani non sono mai stati registrati e non ricevono alcuna forma di aiuto ufficiale. Secondo l'Unicef il 99 per cento dei profughi siriani in Libano non è in grado di provvedere al sostentamento dei propri figli;

    dopo poco più di un anno dall'esplosione il Libano è piombato in quella che la Banca mondiale stima essere una delle peggiori crisi economiche degli ultimi 150 anni. Il sistema bancario è pressoché insolvente e il debito pubblico, su cui il Governo ha annunciato il default a marzo 2020, sfiora oggi il 180 per cento del prodotto interno lordo. Dal 2019 la Lira libanese ha perso il 92 per cento del suo valore, il reddito pro capite è crollato del 40 per cento mentre il tasso di disoccupazione ha superato il 40 per cento;

    secondo un recente rapporto Onu sette libanesi su dieci vivono in povertà e secondo l'Unicef il 77 per cento della popolazione non è in grado di comprare cibo per i propri figli. In ragione dell'esaurimento delle proprie riserve in valuta pregiata la Banca centrale libanese ha revocato il piano di sussidi sul carburante. La crisi è così grave che la stessa Banca centrale non riesce a garantire i fondi per il carburante alla società elettrica statale, tanto che vi è energia elettrica per un massimo di tre o quattro ore al giorno. Per avere corrente elettrica l'unica alternativa è procurarsi un generatore, il cui affitto può arrivare anche a l'equivalente di 20 mila euro al mese;

    tuttavia, il carburante non è l'unica materia prima il cui prezzo è schizzato alle stelle. In Libano l'inflazione ha un tasso annuo di circa il 158 per cento, mentre i prezzi dei beni, alimentari sono aumentati del 422 per cento nel 2020 e del 221 per cento nel 2021 ;

    la scarsità di valuta pregiata ha dimezzato le importazioni, riducendo sensibilmente la disponibilità di prodotti alimentari nei supermercati e di medicine nelle farmacie, mentre la crisi dei carburanti rischia di mettere a repentaglio l'erogazione di acqua e l'operatività degli ospedali. Anche le scuole, a seguito della scarsità di risorse e carburante, rischiano di non poter garantire il completamento dell'anno scolastico. Soltanto ad agosto del 2021 sono state 240 mila richieste di visti per espatriare all'estero;

    l'esplosione dell'agosto 2020 non ha soltanto provocato una grave crisi economica e umanitaria, ma ha anche causato una drammatica crisi politica che è durata più di 13 mesi. Il 21 settembre 2021 il nuovo Governo formato da 24 ministri e presieduto dal miliardario e già per due volte primo ministro, Najib Mikati, ha ottenuto la fiducia in Parlamento. Il compromesso raggiunto per la sua formazione è stato il frutto di 396 giorni di consultazioni e si regge su un complicato e fragile accordo tra le fazioni che da oltre 30 anni governano il Libano;

    in Libano l'ordine costituzionale è stato sancito negli accordi di pace di Taef, in Arabia Saudita, conclusi nel 1990 al termine di 15 anni di guerra civile. Tali accordi di pace hanno istituito un sistema confessionale di Governo a garanzia del perfetto bilanciamento delle forze tra cristiani maroniti, sunniti e sciiti che si dividono le cariche istituzionali e i seggi parlamentari. La regola è che il Presidente della Repubblica spetta ai cristiani, il primo ministro ai sunniti e il Presidente del Parlamento agli sciiti; gli equilibri confessionali e l'appartenenza religiosa regolano tutti gli aspetti fondamentali della vita politica e dell'amministrazione statale libanese;

    il Primo ministro Najib Mikati, ha dichiarato che è sua intenzione ristabilire i rapporti interrotti con i Paesi arabi e che ha già contattato donatori e organizzazioni internazionali che potrebbero fornire un aiuto per risollevare il Libano dalla drammatica crisi economica in cui versa;

    tra le organizzazioni già coinvolte ci sarebbero il Fondo monetario internazionale e il Kuwait Development Fund, mentre l'Arabia Saudita, che da tempo non guarda con favore alla crescente influenza di Hezbollah nel panorama politico libanese, dopo la recente crisi diplomatica con Libano, non pare incline ad aiutare Beirut;

    la comunità internazionale e la Francia in particolare attraverso le visite in Libano del suo Presidente Emmanuel Macron subito dopo l'esplosione, aveva subordinato l'erogazione di aiuti alla formazione di un Governo di esperti, possibilmente slegato dall'attuale sistema e che attuasse i piani di riforme decise dalle autorità nazionali e internazionali. La formazione del nuovo Governo non assicura il raggiungimento di tale obiettivo;

    tutti i ministri nominali hanno una affiliazione politica che riflette le principali confessioni religiose e sono stati scientificamente ponderati per evitare che una qualunque fazione detenga più di un terzo dei ministri nel Governo e possa dunque avere la possibilità di esercitare il diritto di veto;

    questo sistema politico-confessionale è stato messo in discussione dalle manifestazioni di protesta iniziate il 17 ottobre dei 2019 e che portarono alle dimissioni dell'allora Primo Ministro Saad Hariri. Le proteste furono innescate dall'annuncio di una tassa su Whatsapp, come risposta, nell'ambito di un più grande piano di misure di austerity, alla già allora crescente crisi economica che aveva portato il Paese a raggiungere in quell'anno il rapporto debito/prodotto interno lordo al 151 per cento;

    a seguito della formazione del nuovo Governo, l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha dichiarato che: «è arrivato il momento delle riforme tanto attese» e per lo stesso Presidente francese Macron il nuovo Governo «è una tappa indispensabile per far uscire il Paese dalla crisi»,

impegna il Governo:

   a proseguire, sia a livello bilaterale, sia a livello multilaterale, con i partner internazionali e in particolare nell'ambito dell'Unione europea e sotto la guida delle Nazioni Unite, nell'azione umanitaria volta ad alleviare le sofferenze della popolazione libanese e dei rifugiati ospitati all'interno del Paese, nonché a valutare la possibilità di ulteriori iniziative straordinarie della cooperazione allo sviluppo in ambito umanitario e sanitario, rafforzando le risorse destinate alla cooperazione italiana;

   a sostenere, attraverso una iniziativa coordinata con gli altri Stati membri dell'Unione europea, il nuovo Governo libanese nell'attuazione delle riforme richieste non solo dalla comunità internazionale, ma dalla stessa popolazione;

   a supportare, in accordo con le decisioni del Consiglio affari esteri del 30 luglio 2021, l'attuazione dei piani approvati dalle autorità libanesi e quelli futuri che saranno sostenuti dai soggetti internazionali pertinenti, volti a migliorare la responsabilità e la buona governance nel settore pubblico e ad attuare riforme economiche fondamentali, anche nei settori bancario e finanziario, compresa l'adozione di una normativa trasparente e non discriminatoria, sull'esportazione di capitali.
(7-00727) «Di Stasio, Emiliozzi, Grande, Berti, Fantinati, Olgiati, Buffagni».