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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 11 novembre 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La VII Commissione,

   premesso che:

    le istituzioni scolastiche site nelle piccole isole e nelle comunità montane affrontano quotidianamente molteplici difficoltà relative all'organizzazione della didattica e gestione del personale;

    in particolare, il personale scolastico, sia docente, che Ata presente nelle graduatorie, è disincentivato a accettare per quelle sedi proposte di lavoro, in particolar modo se a tempo determinato, in quanto gli spostamenti dalla propria abitazione alla sede di lavoro si rivelano spesso difficoltosi logisticamente e economicamente gravosi;

    questa problematica è comune a tutte le sedi in condizioni di oggettivo disagio sopra richiamate, ma è particolarmente significativa, nel caso di Ustica; nella suddetta isola l'istituto comprensivo è stato accorpato al Convitto nazionale «Giovanni Falcone» di Palermo, aggravando ulteriormente la cronica carenza di personale scolastico, dovuta alla impossibilità di reperire personale stabile disposto ad affrontare le condizioni connesse all'insularità;

    il dimensionamento ha innescato anche una dinamica penalizzante per gli studenti del Convitto, in quanto ha reso la scuola di Ustica assimilabile, sul piano amministrativo, a un plesso dell'Istituto Falcone e dunque numerosi insegnanti hanno chiesto il trasferimento altrove, temendo di essere trasferiti a Ustica in virtù dell'unicità dell'organico d'istituto;

    come riportano i giornali locali e confermano le prese di posizione degli enti locali dei territori interessati, al momento, alcuni plessi sono chiusi e altri funzionano per un orario ridotto a causa dell'insufficiente personale a disposizione; limitandosi alla sola regione Sicilia, problemi analoghi vengono segnalati per esempio anche a Linosa e Lampedusa;

    questa situazione compromette il diritto costituzionalmente garantito all'istruzione, rendendo non procrastinabili scelte coraggiose e innovative volte al superamento di queste criticità in modo strutturale e non temporaneo,

impegna il Governo:

   a porre in essere idonee iniziative normative, volte a garantire il diritto all'istruzione delle studentesse e degli studenti, considerando in particolare le situazioni richiamate in premessa, anche prevedendo, almeno nelle fattispecie più critiche, l'autonomia degli istituti scolastici in deroga alla numerosità degli alunni prevista dalla normativa vigente;

   ad adottare iniziative per introdurre misure e incentivi economici per il personale scolastico in possesso di un contratto di lavoro, sia a tempo determinato che indeterminato, quali, a titolo di esempio, forme di indennità per sede disagiata, già previste per altri settori del pubblico impiego;

   ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a garantire il diritto allo studio e la continuità didattica nelle piccole isole e nelle comunità montane, prevedendo e incentivando la stabilità per almeno un triennio, anche del personale assunto a tempo determinato;

   ad adottare le iniziative di competenza per tenere nel dovuto conto la specificità di queste scuole sia nel riparto dell'organico dell'autonomia, incluso quello del cosiddetto potenziamento, sia nella assegnazione dei fondi di istituto, in virtù dei maggiori costi connessi alla gestione di scuole in zone disagiate.
(7-00754) «Toccafondi».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   MONTARULI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in data 9 novembre 2021, su molte testate giornalistiche nazionali, sono emerse indiscrezioni circa la possibilità da parte di Dazn – la piattaforma di streaming sportivo che ha in esclusiva, in partnership con Tim, i diritti delle partite di calcio della Serie A per il triennio 2021-2024 – di procedere unilateralmente alla modifica delle condizioni contrattuali relative al servizio di abbonamento attualmente in essere;

   nello specifico, a partire dalla metà del mese di dicembre 2021, sarebbe prevista la cancellazione della «concurrency» come prevista dall'articolo 8.3 delle Condizioni di utilizzo del servizio, che recita esplicitamente che «L'abbonamento dà diritto all'utilizzo del Servizio Dazn su un massimo di due dispositivi contemporaneamente»;

   la presunta decisione di bloccare gli abbonamenti multiuso, peraltro mai smentita dalla società interessata, è pervenuta all'attenzione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, attraverso anche le associazioni di consumatori, affinché venga accertata la correttezza dell'operato della società che eroga il servizio;

   il cambio dei termini di servizio del contratto sottoscritto con gli abbonati in corso di campionato, se confermato, rappresenta, a parere dell'interrogante, una violazione e compromissione dei diritti dei consumatori, alla cui difesa il Governo non può sottrarsi, oltre a un'ulteriore e palese violazione delle regole di concorrenza, essendo la concurrency uno degli elementi sulla base dei quali si orienta la scelta dell'utente di abbonarsi;

   pur essendo prevista, da parte degli abbonati, la possibilità di recedere dal contratto entro trenta giorni dalla proposta di modifica unilaterale delle condizioni di contratto in corso di servizio, si profila comunque un danno per gli utenti che hanno attivato abbonamenti sulla base di precise condizioni proposte dalla società, ora venute meno;

   seppur sia comprensibile l'esigenza di contrastare la pirateria, come addotto da Dazn, appare quantomeno scorretto per l'interrogante impedire di utilizzare il servizio alle condizioni previste al momento dell'acquisto, e in ogni caso la misura andrebbe a penalizzare proprio chi non ricorre ad atti illeciti provvedendo ad abbonarsi;

   le legittime osservazioni pervenute dalle associazioni dei consumatori non possono rimanere inascoltate, anche alla luce del fatto che, per l'interrogante, quello in parola è soltanto l'ultimo, in ordine di tempo, episodio discutibile nella condotta di Dazn –:

   quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare il Governo, anche sul piano normativo, a fronte della modifica unilaterale delle condizioni di erogazione del servizio prospettata da parte di Dazn, che provocherebbe una grave lesione dei diritti dei consumatori.
(3-02611)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MURA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   ai sensi del decreto n. 77 del 2021, articolo 31, comma 3, convertito dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, entro 30 giorni dalla entrata in vigore dei medesimo, attraverso specifico decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della transizione ecologica, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, si sarebbero dovute individuare le opere e le infrastrutture necessarie al phase out dell'utilizzo del carbone «al fine di realizzare il rilancio delle attività produttive nella regione Sardegna»;

   la mancata adozione del cosiddetto «Decreto Sardegna» oltre a perpetrare e ampliare le disparità di trattamento dei sardi nei confronti degli altri cittadini italiani, ostacola il riavvio di diverse e rilevanti attività produttive, fra queste l'Eurallumina di Portovesme, che, in assenza di certezze in termini di approvvigionamento energetico, rinviano nel tempo la ripartenza dei propri siti con impatti negativi sul territorio e sui lavoratori attualmente in cassa integrazione –:

   quali siano le ragioni del ritardo nell'adozione di un decreto di così grande impatto per il futuro energetico ed economico della Sardegna;

   se il Governo sia a conoscenza delle difficoltà generate al sistema produttivo sardo dal ritardo nell'adozione del decreto di cui all'articolo 31, comma 3, del decreto n. 77 del 2021;

   se non ritenga necessario convocare un tavolo con le istituzioni territoriali competenti, le parti sociali e i soggetti economici, al fine di condividere una prospettiva energetica sarda sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.
(5-07056)


   CATALDI e GABRIELE LORENZONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 31 dicembre 2021 terminerà l'efficacia per numerose disposizioni di proroga in favore delle popolazioni dei territori dell'Italia centrale colpiti dal sisma del 2016 e del 2017, ai sensi di quanto disposto dagli articoli 17-ter e quater del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 2021, n. 21, cosiddetto decreto-milleproroghe;

   le diverse misure in scadenza a fine anno, rese necessarie al fine di sostenere le comunità locali e le attività economiche e produttive territoriali delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessate dagli eventi sismici, intervengono in diversi ambiti concernenti l'esenzione per le attività produttive per l'intero anno in corso, del canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria, del canone di concessione per l'occupazione delle aree e degli spazi appartenenti al demanio, (o al patrimonio indisponibile destinati a mercati realizzati anche in strutture attrezzate, nonché le esenzioni per determinate utenze (energia elettrica, acqua e gas, assicurazioni e telefonia) localizzate nelle «zone rosse» all'interno delle località colpite dai sismi iniziati nel 2016;

   ulteriori interventi prorogati fino al 31 dicembre 2021 e posti in essere al fine di garantire la continuità operativa delle azioni di sostegno ai territori in precedenza citati, (al fine di gestire al meglio gli interventi di ricostruzione post-sisma) riguardano l'utilizzo delle procedure derogatorie previste per il deposito temporaneo delle macerie derivanti da tali eventi sismici e dei rifiuti derivanti dagli interventi di ricostruzione, nonché l'esenzione del pagamento delle imposte di registro e di bollo, per le istanze, i contratti e i documenti presentati alla pubblica amministrazione da parte delle persone fisiche residenti o domiciliate e delle persone giuridiche aventi sede legale nei comuni colpiti, in esecuzione di ordinanze commissariali;

   gli interroganti, al riguardo, evidenziano, inoltre, che vi sono ulteriori misure che completano il quadro degli interventi in precedenza richiamati e che sono oggetto della proroga della sospensione, (al 31 dicembre 2021) e sono a esempio i pagamenti delle fatture relative ai servizi di energia elettrica, acqua e gas, assicurazioni e telefonia per i comuni italiani colpiti dagli eventi sismici, (in favore dei titolari delle utenze di energia elettrica, acqua e gas, assicurazioni e telefonia, per i fabbricati dichiarati inagibili); è inoltre disposta la proroga della sospensione del pagamento dei mutui (quota capitale e interesse) sulla prima casa, qualora essa risulti inagibile o distrutta e localizzata nelle zone terremotate dichiarate zona rossa;

   in relazione a quanto suesposto, gli interroganti rilevano di conseguenza, l'esigenza di prorogare ulteriormente le misure suindicate considerata l'importanza che rivestono per sostenere la ripresa socio-economica e produttiva delle comunità locali interessate dal sisma del 2016 e 2017, nonché il contributo fornito per la ricostruzione delle aree attualmente in stato di emergenza straordinaria –:

   quali orientamenti il Governo intenda esprimere, con riferimento a quanto esposto in premessa;

   se, in considerazione del protrarsi degli interventi di ricostruzione, la cui fase richiede il differimento ulteriore rispetto alla scadenza prevista del 31 dicembre 2021, non convenga sulla necessità, di adottare nel corso del presente anno iniziative normative ad hoc al fine di prevedere una proroga al 31 dicembre 2022 delle misure esposte in premessa, al fine di assicurare alle famiglie e alle imprese interessate dagli eventi sismici a partire dal 24 agosto 2016, una più celere ripresa e garantire il ritorno alle normali condizioni di vita nei territori coinvolti.
(5-07062)

Interrogazioni a risposta scritta:


   TESTAMENTO, LEDA VOLPI e VALLASCAS. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 9 settembre 2021 la regione Molise ha adottato con decreto del Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari regionali n. 94 il Programma operativo straordinario regionale (POS) per il periodo 2019-2021: un documento di programmazione fondamentale per la definizione dell'assetto sanitario molisano, sia dal punto di vista ospedaliero che territoriale;

   il Commissario ad acta e presidente della regione ha adottato tale piano senza confrontarsi con le parti sociali, i sindaci e il consiglio regionale. Tale approccio ha generato la dura reazione di alcuni consiglieri regionali di opposizione e la protesta di oltre trenta sindaci del Basso Molise che hanno lamentato il mancato coinvolgimento, peraltro previsto dalla normativa vigente, della conferenza dei sindaci, nonché il ridimensionamento complessivo dell'ospedale San Timoteo di Termoli, unica struttura, a servizio del territorio basso-molisano dopo il declassamento del Vietri di Larino a casa della salute;

   a parere dell'interrogante un piano operativo sanitario non concertato con la popolazione e i rappresentanti istituzionali di prossimità non garantisce una reale rispondenza dell'offerta di assistenza socio-sanitaria alle esigenze dei cittadini e peggiora ulteriormente i Livelli essenziali di assistenza (Lea), non offrendo prestazioni di qualità a fronte una domanda di salute che è in continua evoluzione. In merito, l'ultimo rapporto pubblicato da Agenas ha rilevato risultati insufficienti in settori cruciali per il raggiungimento dei Lea come la rete cardiologica per l'emergenza, la rete trauma, ictus, di neonatologia, e infine i punti nascita. La pandemia e la carenza di personale hanno acuito tali criticità;

   i sindaci, infine, non concordano «sull'ingente quantità di risorse e posti letto assegnati alle strutture private convenzionate», né sui meccanismi che regolano i rimborsi per le prestazioni, importi che vengono corrisposti in tempi brevi alla struttura convenzionata, ma compensati non prima di due anni dalle regioni. Questo «modus operandi» in Molise ha fortemente portato a ridimensionare o a chiudere molti dei presidi sanitari pubblici presenti sul territorio regionale (Termoli, Isernia, Venafro, Larino e Agnone), nonché sottratto risorse alle attività di emergenza/urgenza per le patologie tempo-dipendenti;

   la compensazione della mobilità sanitaria è annualmente disciplinata da un accordo interregionale che ha integrato/modificato le circolari ministeriali degli anni novanta. Da tempo, le regioni sostengono che il sistema attuale delle compensazioni sia farraginoso e che sia necessario snellirlo, ma nulla è ancora mutato;

   il quadro è ancora più cupo considerando le incertezze che ruotano attorno alla recente cessione del Gemelli Molise, argomento già oggetto di un atto di sindacato ispettivo presentato dall'interrogante, l'interrogazione n. 4/09947, rimasta ancora senza risposta. Nulla ancora è dato sapere sui servizi che Gemelli S.p.A. continuerà a erogare, sulle prestazioni che la regione Molise continuerà ad acquisire dalla Gemelli Molise spa e sulla sorte lavorativa del personale attualmente impiegato presso la struttura di Campobasso;

   secondo l'interrogante, per riorganizzare e rilanciare la sanità pubblica molisana è necessario un provvedimento ad hoc del Governo nazionale che – come suggerito anche dai sindaci molisani – azzeri il debito, incrementi le risorse a disposizione e tenga conto delle esigenze della popolazione e del complesso assetto orografico del territorio;

   il provvedimento richiesto sia compatibile con l'obiettivo fissato nel Pnrr di allineare i servizi ai bisogni delle comunità e dei pazienti, anche alla luce delle criticità emerse durante questo periodo di pandemia –:

   quali iniziative il Governo intenda mettere in atto, per quanto di competenza, per garantire il diritto alla salute dei cittadini molisani;

   se il Governo intenda adottare le iniziative di competenza per verificare l'appropriatezza, l'efficacia e la legittimità del Programma operativo straordinario adottato con decreto del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della regione Molise per il periodo 2019-2021;

   se il Governo, per quanto di competenza, intenda verificare l'avvio dell'iter di riforma dell'attuale sistema di compensazione sanitaria, nonché le reali prospettive del medesimo.
(4-10667)


   BELOTTI e CAPITANIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dalla stampa nazionale la società Dazn, titolare dei diritti televisivi per la trasmissione del campionato di calcio si appresterebbe a modificare le condizioni di contratto non consentendo più la cosiddetta doppia utenza per ogni singolo abbonamento;

   la questione riguarda la cosiddetta concurrency, ovvero la possibilità di vedere il contenuto trasmesso da un servizio streaming nello stesso momento su due dispositivi differenti con lo stesso account. Qualora la modifica dovesse andare in porto l'accesso all'applicazione sarà ancora consentito su due dispositivi contemporaneamente, ma non sarà consentita la visione dello stesso evento in contemporanea;

   la decisione di Dazn sarebbe però mirata a colpire non queste situazioni, bensì la vera e propria compravendita di sottoutenze che nel mercato della pirateria già avviene e che come tale deve essere certamente debellata;

   una scelta che sta scatenando la polemica degli abbonati con minacce di disdette e proteste lanciate soprattutto da quei gruppi famigliari che condividono lo stesso account. Un danno agli utenti che va a sommarsi ai frequenti disservizi nella trasmissione delle partite, spesso bloccate da pause nella rete;

   le associazioni dei consumatori sono, insorte alla notizia del possibile addio alla concurrency perché questo significherebbe cambiare le regole del servizio dopo che gli abbonati hanno sottoscritto il contratto. Secondo quanto dichiarato da Aidacon, infatti, «Dazn modifica arbitrariamente le condizioni contrattuali, in violazione anche di quanto previsto dal Codice del Consumo e per questa ragione invieremo un esposto al Garante delle comunicazioni affinché vigili sul rispetto del contratto»;

   le condizioni di utilizzo riportate sul sito di Dazn, in vigore dal primo giugno 2021, al punto 8.3 stabilivano che «L'abbonamento dà diritto all'utilizzo del Servizio DAZN su un massimo di due (2) dispositivi contemporaneamente. Ai sensi del precedente Articolo 8.1.2, l'utente accetta che i dati di login siano unici per lo stesso e non possano essere condivisi con altri. Tali dati potranno essere modificati in qualsiasi momento visitando il nostro sito web e cliccando sulla pagina “Il mio Account”». Cambiando i termini sottoscritti nel contratto, la società dovrà comunicare agli abbonati la loro possibilità di esercitare il diritto di recesso entro 30 giorni, con eventuale rimborso dell'abbonamento;

   Dazn è un servizio a pagamento di video streaming online, sia in diretta che on demand, di eventi sportivi fondato a Londra nel 2015;

   è noto come, a normativa vigente, gli assegnatari di diritti sportivi non sono assoggettati alle disposizioni già previste per i fornitori di servizi di comunicazione elettronica, con riferimento alle condizioni contrattuali, alla qualità del servizio e alle procedure di risoluzione extragiudiziaria delle controversie, nonché a meccanismi di indennizzo in caso di disservizi;

   nel nostro Paese il calcio viene vissuto come fenomeno sociale, costituendo un importante momento di svago per milioni di persone soprattutto in un momento difficile come quello attuale –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare, anche di carattere normativo, al fine di tutelare gli interessi di milioni di cittadini tifosi di calcio e altre discipline trasmesse in esclusiva da Dazn, salvaguardando i diritti degli utenti che hanno sottoscritto un abbonamento.
(4-10671)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   SODANO, SURIANO, GIULIODORI e VILLAROSA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   durante la puntata del 5 novembre 2021, il programma televisivo «Le Iene» ha mandato in onda un servizio, a cura di Ismaele La Vardera, che racconta della misteriosa scomparsa di Anthony Bivona, un giovane ragazzo siciliano, di soli 24 anni, che il 18 luglio 2021 è stato ritrovato senza vita in Germania, nella città di Darmstadt, dove viveva e lavorava come gommista;

   per le autorità tedesche si è trattato di suicidio, come confermato dalle dichiarazioni della fidanzata di Anthony che ha raccontato di reiterati episodi in cui il giovane avrebbe cercato di togliersi la vita, ferendosi con un coltello o bevendo dei detergenti tossici;

   la famiglia del ragazzo tuttavia stenta a credere all'ipotesi del suicidio, pertanto, ha presentato un esposto alla procura di Catania e chiesto la riesumazione del cadavere, l'autopsia e di far luce sulla reale causa del decesso;

   dal servizio andato in onda, peraltro, emergono alcune pesanti irregolarità nelle indagini svolte dalla polizia tedesca: il corpo della vittima, ad esempio, non presenterebbe segni di soffocamento ma, al contrario, tagli e graffi sulla fronte, oltre ad un vistoso solco nella parte posteriore, del tutto incompatibile con l'ipotesi di morte avvenuta per impiccagione;

   le suddette anomalie dovevano indurre la polizia tedesca a compiere i dovuti accertamenti, disponendo l'esame autoptico sul corpo della vittima ed acquisendo il maggior numero di prove testimoniali;

   stando alla minuziosa ricostruzione effettuata dal giornalista de «Le Iene», altre presunte irregolarità emergono dal verbale di ritrovamento del cadavere, dove Anthony viene descritto come un disoccupato che fa abuso di sostanze stupefacenti, tutto ciò, forse, per gettare ombre sulla vita privata del giovane ed avvalorare ancor più l'ipotesi del suicidio;

   la famiglia e gli amici di Bivona chiedono giustizia e di far luce su quanto realmente accaduto nella notte del 18 luglio 2021: dal movente al ritrovamento del cadavere, passando per la corda utilizzata per impiccarsi, oltre alla ricerca dei testimoni, tutto sembra essere poco chiaro;

   per la polizia tedesca, inoltre, sarebbero sufficienti le dichiarazioni rilasciate della fidanzata di Anthony, senza tener conto di altre due testimonianze fondamentali: la ragazza che per prima avrebbe rinvenuto il cadavere di Anthony riverso sulle scale del palazzo, dopo averne udito le urla, ed il vicino di casa arabo, intervenuto in suo soccorso, provando addirittura ad effettuare un messaggio cardiaco per rianimarlo;

   a parere dell'interrogante, le autorità tedesche avrebbero dovuto svolgere delle attività investigative molto più accurate ed approfondite, senza tralasciare alcuni dettagli fondamentali: il movente, la corda utilizzata per soffocarsi, i testimoni, e l'autopsia sul corpo del ragazzo per accertare la causa del decesso –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare, anche sul piano diplomatico e della collaborazione con le autorità tedesche, affinché sia fatta piena luce sulla vicenda di cui in premessa relativa alla morte di Anthony Bivona.
(4-10675)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MICELI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi anni il Ministero della cultura ha promosso, in attuazione del Pon Fesr «Cultura e Sviluppo» 2014-2020 (Asse Prioritario II), un incentivo denominato «Cultura Crea» (anche nelle sue versioni «Cultura Crea 2.0» e «Cultura Crea plus») volto a sostenere «la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali e no profit nel settore dell'industria culturale, creativa e turistica, che puntano a valorizzare le risorse culturali del territorio nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia» e «la filiera culturale e creativa delle regioni interessate e consolidare i settori produttivi collegati, rafforzando la competitività delle micro, piccole e medie imprese»;

   la misura ha previsto tre diversi ambiti di intervento dedicati rispettivamente alle nuove imprese dell'industria culturale e start-up (Titolo II) – per la nascita di nuove imprese di micro, piccola e media dimensione della filiera culturale e creativa –, alle imprese consolidate (Titolo III) – per la crescita e l'integrazione delle micro, piccole e medie imprese della filiera culturale, creativa, dello spettacolo e delle filiere dei prodotti tradizionali e tipici – e alle imprese sociali (Titolo IV), per sostenere i soggetti del terzo settore nelle attività collegate alla gestione di beni, servizi e attività culturali, favorendo forme di integrazione;

   nonostante l'Accordo operativo (Aoa) del 2016 l'Autorità di gestione del Pon Cultura e sviluppo e la regione siciliana avesse previsto che il Pon nazionale non sarebbe intervenuto nel territorio dell'isola al fine di consentire alla regione stessa di modulare l'analoga azione del Pon con riguardo agli attrattori di rilevanza sia nazionale che locale, con propria nota del giugno scorso, l'assessore regionale alle attività produttive ha chiesto una modifica dell'Accordo nel senso di consentire alle aziende siciliane interessate di avere accesso alle agevolazioni previste dal Titolo III;

   con deliberazione n. 343, del 7 settembre 2021, la giunta regionale ha approvato proposta di modifica dell'Aoa e ha dato mandato al dipartimento regionale della programmazione di avanzare richiesta al Ministero della cultura nella qualità di autorità di gestione del Pon Cultura e Sviluppo;

   a oggi, nessuna comunicazione sembrerebbe essere pervenuta in relazione all'esito dell'istanza della regione siciliana da parte del Ministero; l'approvazione delle modifiche all'Accordo investirebbe in subordine anche le competenze dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa (Invitalia) in quanto soggetto gestore del programma Cultura Crea e, ad avviso dell'interrogante, l'urgente sblocco delle agevolazioni del Titolo III anche per le imprese siciliane consentirebbe a decine di operatori del mondo turistico e culturale di poter accedere alle agevolazioni ed ai vantaggi fiscali previsti –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato in relazione ai fatti esposti in premessa;

   se e quali iniziative di competenza intenda intraprendere nell'immediato, con specifico riferimento alle tempistiche di modifica dell'Accordo e al conseguente accesso delle imprese siciliane alle agevolazioni del «Titolo III» del programma «Cultura Crea», dando, altresì, impulso all'ente gestore Invitalia per i successivi adempimenti di competenza.
(5-07059)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:


   VITIELLO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   l'«ecobonus 110 per cento» contemplato dall'articolo 119, comma 1, lettera a), del decreto-legge n. 34 del 2020, costituisce l'evoluzione potenziata dell'ecobonus ordinario nato con la legge n. 296 del 2006 ed incentiva gli interventi di isolamento termico delle superfici opache disperdenti verticali, orizzontali ed inclinate dell'involucro dell'edificio con incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente;

   l'articolo 2 del decreto ministeriale 26 giugno 2015 e la circolare dell'Agenzia delle entrate dell'8 agosto 2020 n. 24/E lasciano intendere che la superficie disperdente è solo quella che delimita il volume riscaldato rispetto all'esterno, il terreno ed altri ambienti non riscaldati;

   tale principio è stato incrinato dalla modifica dell'articolo 119, comma 1, lettera a) del decreto-legge n. 34 del 2020 operata dall'articolo 1, comma 66, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, che ha stabilito che «Gli interventi per la coibentazione del tetto rientrano nella disciplina agevolativa, senza limitare il concetto di superficie disperdente al solo locale sottotetto eventualmente esistente»;

   al punto 9.7 della Faq del Ministero dell'economia e delle finanze è stato chiarito che è possibile beneficiare della detrazione anche con riferimento all'isolamento termico della parete esterna dell'appartamento senza impianto termico inserito in un condominio in cui tutti gli altri appartamenti sono dotati di impianto di riscaldamento invernale fisso;

   spesso all'interno di edifici condominiali si trovano appartamenti privi di impianto di riscaldamento invernale fisso o anche solo appartamenti con ambienti non riscaldati (si pensi ad un ripostiglio); sussistono ancora dubbi ed incertezze sul punto tra gli operatori ed esperti del settore –:

   se la detrazione prevista per gli interventi di isolamento termico spetti anche con riferimento alle pareti esterne disperdenti:

    a) degli appartamenti privi di impianto di riscaldamento fisso ubicati all'interno di edifici condominiali in cui le altre unità sono dotate di impianti termici;

    b) degli ambienti privi di corpi scaldanti presenti in appartamenti dotati di impianto di riscaldamento fisso ubicati all'interno di edifici condominiali.
(4-10672)


   DEIDDA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Esterzili è un comune della provincia di Cagliari, situato sul monte S. Vittoria a 1.200 metri sul livello del mare, in una posizione particolarmente affascinante, da cui può godersi di un panorama molto esteso, finanche scorgendo perfettamente le città di Cagliari e di Oristano;

   recentemente, a quanto consta all'interrogante, l'attuale sindaco del comune avrebbe sollecitato, a mezzo di molteplici note indirizzate all'attenzione di Poste Italiane e del gruppo Bancario Bper, la necessità di veder installato un postmat o un bancomat: e ciò perché la localizzazione del comune e il suo grado di isolamento dagli altri comuni, pure limitrofi, provvisti dello stesso servizio e le condizioni delle strade di collegamento con i medesimi comuni, determinano per i residenti una grave discriminazione;

   più volte, anche l'interrogante, ha avuto modo di sottolineare l'attenzione che il gruppo Poste Italiane dedica ai piccoli comuni, in special modo quelli collocati nelle aree più soggette al fenomeno dello spopolamento;

   il 28 ottobre 2019, Poste Italiane, nel corso di un incontro con quattromila sindaci, per voce del suo amministratore delegato, ha presentato i nuovi impegni per i piccoli comuni, per i quali sono stati previsti automezzi «green», i POS in comodato gratuito, i nuovi servizi informativi, i programmi di educazione finanziaria e digitale, con l'obiettivo di rendere ancor più vicini, grazie a Poste, i territori al centro del Paese;

   negli ultimi cinque anni, almeno 500 comuni hanno perso una presenza bancaria, col risultato che, dal dicembre 2020, l'85 per cento dei paesi con meno di 1.000 abitanti risulta privo di sportelli: condizione, quest'ultima, alla quale ha prestato attenzione anche l'Anci dei piccoli comuni, la quale ha stilato la cosiddetta «agenda del controesodo», al fine di invertire il flusso delle partenze e portare nuove famiglie nei comuni interni, periferici, rurali, di piccole dimensioni demografiche, anche attraverso il rafforzamento delle infrastrutture e il potenziamento dei servizi pubblici fondamentali –:

   se siano a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative intendano adottare, per quanto di competenza, al fine di garantire pari diritti ai residenti e ai lavoratori del comune di Esterzili e, in generale di tutti i piccoli comuni, peraltro collocati in aree disagiate recanti la medesima problematica.
(4-10673)


   CASCIELLO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   stanno destando scalpore e clamore mediatico le notizie pubblicate in questi giorni su tutti i quotidiani nazionali e locali, e, altresì, diffuse da tutte le emittenti televisive, riguardanti le indagini afferenti il cosiddetto «Sistema Salerno»;

   l'inchiesta portata avanti dalla Procura di Salerno sui presunti appalti truccati per la manutenzione del patrimonio comunale in cambio di voti sembrerebbe evidenziare un «sistema» con gravi compromissioni di comparti dell'apparato burocratico e amministrativo del comune capoluogo;

   l'inchiesta vede coinvolte, oltre al Governatore della regione Campania Vincenzo De Luca, 29 persone, tra le quali il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, Nino Savastano, consigliere regionale e fedelissimo del governatore, Fiorenzo Zoccola (detto Vittorio), imprenditore legato alle cooperative sociali, e Luca Caselli, dirigente del settore ambiente del comune di Salerno;

   gli indagati sono accusati, a vario titolo, di turbata libertà degli incanti, induzione indebita, associazione per delinquere e corruzione elettorale;

   proprio in questo momento, ad avviso dell'interrogante, sarebbe necessario assicurare la massima trasparenza in ordine alla gestione dell'ente locale, al fine di garantire la più ampia conoscenza da parte dei cittadini delle modalità con le quali si svolge l'azione degli amministratori pubblici;

   all'inchiesta, invece, è seguito il varo di un disciplinare che regola l'accesso di giornalisti e utenti a Palazzo di Città, fortemente lesivo del diritto dei cittadini a essere informati e che, ad avviso dell'interrogante, rappresenta un vero «bavaglio» per la libertà di stampa e il diritto di cronaca, al punto che sulla questione è insorto anche l'Ordine dei giornalisti della Campania;

   i gravi fatti emersi dall'inchiesta portata avanti dalla Procura di Salerno, in uno con le successive discutibili scelte appena richiamate dell'attuale amministrazione, sembrerebbero minare, a sommesso avviso dell'interrogante, i basilari principi di trasparenza volti a garantire la legittimità della gestione pubblica nell'affidamento dei servizi;

   il quadro che emerge dalle intercettazioni sembrerebbe evidenziare la compromissione del principio di libera concorrenza tra gli operatori economici e l'illegittimità degli affidamenti degli appalti, sollevando più di un dubbio sull'eventualità che l'azione amministrativa dell'attuale maggioranza consiliare possa essere compromessa –:

   se il Governo intenda promuovere, per quanto di competenza, una verifica da parte dei Servizi ispettivi di finanza pubblica (S.I.Fi.P.) al fine di garantire l'economicità e la legittimità della gestione pubblica nonché l'imparzialità, il buon andamento e il regolare e trasparente svolgimento dell'attività amministrativa.
(4-10681)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta orale:


   LOMBARDO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   risale al 1778 la costruzione delle prime strade in Italia, oggi definite e regolamentate dal codice della strada che, sulla base delle caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali, ne individua 3 principali tipologie: l'autostrada, la strada extraurbana e la strada urbana;

   in Sicilia il governo borbonico, a partire dal 1830, diede inizio alla costruzione delle prime strade per esigenze militari, realizzando quelle che furono definite le «regie trazzere»: la prima partiva da Palermo, passando dai centri abitati di Castrogiovanni (Enna) e Catania, per giungere fino a Messina;

   nel corso degli anni ne vennero costruite tante altre, tutte con le medesime caratteristiche: sentieri larghi 37,68 metri (corrispondente all'antica misura di 18 canne e 2 palmi) a fondo naturale e ricoperte di manto erboso per consentire la trasmigrazione del bestiame durante la transumanza, oltre a garantire lo spostamento delle soldatesche;

   con l'avvento dell'automobile, le regie trazzere vennero trasformate in strade rotabili assimilabili alle attuali strade extraurbane: percorsi che si snodano fuori dai centri abitati, mettendo in comunicazione le varie città; la loro ampiezza si era già ridotta enormemente perché i proprietari dei terreni ne avevano assorbito, poco alla volta, grandi porzioni;

   con proprio decreto n. 2161 del 30 dicembre 1938-XVII «Determinazione dei diritti e degli emolumenti spettanti al personale addetto al servizio del demanio armentizio per l'esecuzione delle formalità relative alla legittimazione e vendita dei suoli tratturali e trazzerali» – convertito successivamente nella legge 2 giugno 1939-XVII, n. 739 – il Ministero dell'agricoltura e delle foreste aveva disposto la rilevazione della consistenza e della delimitazione di ciò che era rimasto delle regie trazzere: venne ordinata la reintegra del demanio pubblico armentizio depauperato, con l'obbligo degli occupanti abusivi di legittimare le rispettive quote di terreno usurpato. La legittimazione è stata eseguita attraverso liquidazioni conciliative, qualcuna delle quali probabilmente si trova ancora in corso di definizione;

   come sopra detto, gran parte delle trazzere regie rimaste venne trasformata dallo Stato in strade rotabili e la gestione fu affidata all'«A.n.a.s.» – Azienda nazionale autonoma strade: alcune di queste strade statali ricadenti nel territorio dell'isola sono la strada statale 115 per Trapani e Agrigento, la strada statale 119 per Palermo e la strada statale «Sud Occidentale Sicula» che collega la città di Campobello con la provincia di Agrigento;

   proprio in ragione del fatto che molte di queste strade finiscono per ricadere nel sistema delle infrastrutture statali, o per essere con questo strettamente interconnesse, appare all'interrogante opportuna un'iniziativa da parte del Governo finalizzata a chiarire in modo inequivoco i requisiti tecnico-strutturali (la larghezza, in particolare) delle strade in questione, nell'ambito di una disciplina omogenea e maggiormente conforme alle esigenze attuali, sul piano della funzionalità e della sicurezza della viabilità –:

   quali elementi intenda fornire il Ministro interrogato in ordine a quanto sopra esposto e quali iniziative di competenza intenda adottare per definire una disciplina organica e uniforme delle caratteristiche strutturali e dimensionali delle strade di cui in premessa nel quadro delle disposizioni dettate dal codice della strada.
(3-02610)

Interrogazione a risposta scritta:


   CIMINO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   in questi ultimi giorni cresce la preoccupazione, da parte dei cittadini delle aree interne della Sicilia, per lo stato fatiscente del viadotto Fontanelle, facente parte della strada statale 189 Palermo- Agrigento;

   come denunciato dall'associazione ambientalista «Mareamico» il viadotto, situato nei pressi dello svincolo di Fontanelle, risulta ammalorato nella zona di appoggio delle travi. In questi punti si esercita la massima sollecitazione a taglio che ha determinato lo sgretolamento della compagine esterna del calcestruzzo, facendo saltare il copriferro. Probabilmente, questo fenomeno, di evidente ossidazione, è amplificato dal frequente passaggio delle acque meteoriche mal drenate. Il viadotto, dunque, sarebbe estremamente pericoloso. Il permanere nel tempo di questa situazione comporterebbe lo sgretolamento di tutta l'area di appoggio, con il possibile cedimento dell'impalcato della strada statale 189 –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra esposto;

   se e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per far sì che tale situazione non degeneri, trasformandosi, in un potenziale pericolo per la vita dei cittadini che, giornalmente, percorrono il tratto stradale sopra menzionato.
(4-10666)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   PARENTELA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in un articolo pubblicato il 27 ottobre 2021 su Gazzetta del Sud on line, si dà notizia dell'aggressione di una agente della polizia di Stato «durante un controllo che una pattuglia delle Volanti stava effettuando in via Teano, nel quartiere Aranceto di Catanzaro»;

   ivi si precisa che la poliziotta «era in servizio su una Volante che ha fermato un cittadino rom per un normale controllo, ma è stata aggredita violentemente», finendo «al pronto soccorso di Catanzaro per essere sottoposta alle cure necessarie per le ferite riportate»;

   in precedenza, il quartiere Aranceto era stato al centro «di una operazione congiunta di polizia e carabinieri» circa «la gestione, proprio da parte di famiglie di etnia rom che vivono in questa zona della città, sia dello spaccio di droga che delle estorsioni»;

   nel corso delle indagini, tra l'altro, le autovetture delle forze dell'ordine, per come riportato nello stesso articolo, «erano state anche prese di mira con fitte sassaiole, mentre il quartiere veniva costantemente monitorato dai criminali con videocamere e sentinelle»;

   in provincia di Catanzaro, tra l'altro, negli ultimi tempi, prosegue l'articolo, «sono state registrate diverse aggressione nei confronti delle forze di polizia, con quattro poliziotti ferroviari malmenati nella stazione ferroviaria di Lamezia Terme, nodo cruciale nel sistema trasporti della Calabria»;

   in altro articolo, pubblicato il 10 novembre 2021 sulla testata on line Catanzaro Informa, si dà conto di una lite in via Carlo V, a Catanzaro, scoppiata, a quanto pare, per debiti di droga, con almeno due persone che hanno riportato lesioni e il coinvolgimento di «giovani marocchini, ragazzi italiani appartenenti alle famiglie Rom della città, e qualche giovane catanzarese all'apparenza insospettabile»;

   l'articolista ha descritto le scene dell'episodio come «momenti di pericolosa follia collettiva» –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di assumere iniziative urgenti per potenziare, in termini di risorse umane e di mezzi di difesa e tutela del personale in servizio, il controllo dell'ordine pubblico nel territorio di Catanzaro.
(4-10665)


   CASTIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la sera del 5 novembre 2021, ad Afragola, è esploso un ordigno sul centralissimo corso Vittorio Emanuele III;

   la bomba, fabbricata artigianalmente, ha danneggiato la serranda di un negozio e, solo per un caso fortuito, non ha causato vittime tra i cittadini che passeggiavano sul corso;

   non si tratta, purtroppo, del primo attentato del genere in città, giacché, a inizio ottobre 2021, un altro ordigno piazzato a un centinaio di metri di distanza, sempre su corso Vittorio Emanuele III, aveva danneggiato un ufficio e la sede dell'Eni e, ad agosto 2021, una bomba carta era esplosa davanti al portone di un palazzo in via Pio La Torre e aveva danneggiato la vetrina di un negozio di abbigliamento;

   si tratta di atti gravissimi che rivelano l'ostentata fiducia in sé stessa con cui ormai la criminalità organizzata riesce a di muoversi in città e a compiere le sue prove di forza;

   questa escalation di attentati, a parere dell'interrogante, dimostra che la sicurezza e l'ordine pubblico della città di Afragola è oggi di fatto, compromesso e il Ministro dell'interno deve assicurare le iniziative necessarie per contrastare queste azioni criminose e riaffermare la presenza delle istituzioni sul territorio –:

   alla luce di quanto esposto in premessa, quali iniziative intenda adottare per assicurare ad Afragola la massima vigilanza da parte delle forze dell'ordine, eventualmente anche attraverso un tavolo di confronto permanente tra il prefetto di Napoli, la polizia locale e le forze dell'ordine stanziate sul territorio.
(4-10677)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   COLLETTI, LEDA VOLPI e GIULIODORI. — Al Ministro dell'istruzione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   in seguito ad una segnalazione pervenuta da un insegnante di un istituto scolastico di Pescara, riconosciuto «soggetto fragile» dalle autorità sanitarie già con giudizio del 15 dicembre 2020 di «idoneità alla mansione di insegnante, temporanea per il periodo di emergenza Covid-19, e parziale limitatamente all'impiego in lavoro a distanza», al quale la normativa vigente consente di lavorare a distanza in modalità di «lavoro agile», si apprende che la direzione scolastica ha preteso che il docente medesimo giustificasse le assenze da scuola intimandogli la ripresa in servizio in presenza, pena decurtazione stipendiale provvedimenti correlati;

   la scuola ha successivamente preso in considerazione un nuovo giudizio di idoneità, rilasciato al docente in questione dal medico competente il 29 ottobre 2021, con il seguente esito: «non idoneo alla docenza in presenza fino alla fine dell'emergenza Covid»; sulla base di questo giudizio di idoneità, la dirigenza scolastica ha proposto al docente di svolgere «altre mansioni inerenti il proprio profilo professionale», che tuttavia si configurano come attività di supporto alle funzioni istituzionali della scuola e non sono attività di docenza; tale decisione della dirigenza scolastica costituirebbe, per l'interrogante, un improvvida «amputazione» dei diritti fondamentali e delle prerogative lavorative del soggetto «fragile» di svolgere attività di docenza in modalità di «lavoro agile» (non in didattica a distanza), con tutte le conseguenze gravemente lesive anche a livello psico-fisico;

   dalla corrispondenza intervenuta, non risulterebbe alcun riferimento della direzione scolastica alla legge, dello Stato che contempla il lavoro agile come modalità di «norma» preferenziale e prioritaria per lo svolgimento dell'attività dei lavoratori fragili anche in ambito scolastico, pur in regime di didattica in presenza, modalità complementari e non incompatibili tra loro;

   la legge n. 133 del 2021 di conversione del cosiddetto decreto Green Pass (decreto-legge n. 111 del 2021) ha introdotto nel medesimo decreto l'articolo 2-ter, che, non solo ha prorogato fino al 31 dicembre 2021 il diritto allo smart working, ma ha reintrodotto per tutti i lavoratori fragili, per i quali non sia possibile attivare tale modalità per le caratteristiche della mansione ricoperta, la possibilità di vedere equiparata l'assenza dal lavoro a ricovero ospedaliero;

   il «lavoro agile», pertanto, resta la modalità di svolgimento delle attività da adottare per i lavoratori fragili, anche attraverso adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area d'inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto;

   tali previsione — introdotte dal decreto-legge n. 18 del 2020 «cura Italia» l'articolo 26, comma 2-bis — hanno lo scopo di favorire l'accesso al lavoro agile e la conseguente necessità di riduzione del rischio di contagio da virus Covid-19, tuttora significativo sul nostro territorio, a beneficio di quei soggetti «fragili» considerati dal Legislatore meritevoli di una tutela rafforzata;

   la direzione scolastica, invece, ha replicato unicamente che la didattica è soltanto in presenza, e che, quindi, questa resterebbe l'unica indicazione da applicare anche ai lavoratori fragili, inclusi quelli «certificati» con la limitazione del lavoro a distanza;

   l'ufficio scolastico regionale dell'Abruzzo, sollecito formalmente a prendere posizione sul punto, a quanto risulta all'interrogante non si sarebbe ancora pronunciato, a differenza di altri Usr come il Lazio, che hanno fornito chiare indicazioni ai propri istituti scolastici richiamando le previsioni normative a tutela dei soggetti «fragili»;

   tale comportamento che appare all'interrogante discriminatorio della dirigenza scolastica solleverebbe pesanti dubbi sull'effettiva applicazione nell'ambito territoriale abruzzese, della normativa vigente a tutela dei «soggetti fragili», non essendo stati messi in campo in quest'area tutti gli strumenti previsti dalla legge a loro tutela, determinandosi così anche forti disuguaglianze territoriali nell'applicazione della normativa in materia, fondata evidentemente sui principi costituzionali di uguaglianza sostanziale, solidarietà sociale, legalità, dignità umana, tutela del diritto al lavoro e alla salute –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e/o di situazioni analoghe, se intendano promuovere iniziative, per quanto di competenza, anche normative nel pubblico interesse e dei soggetti coinvolti con l'urgenza richiesta dalla straordinaria gravità della vicenda, per porvi rimedio.
(5-07058)

Interrogazione a risposta scritta:


   FRASSINETTI e ROTELLI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dalla stampa nazionale che il deputato del Pd Alessandro Zan ha partecipato ad una conferenza presso il liceo De Castro di Oristano parlando del suo decreto sulla omotransfobia ed accusando, nell'occasione, i senatori che hanno bloccato l'iter del decreto, davanti a studenti in gran parte minorenni, di speculare politicamente sulla vita delle persone «escludendo dalle tutele i transgender»;

   nella sua «lectio magistralis» il parlamentare si è scagliato anche contro il mondo femminista, dichiarando che «è mancato il sostegno anche di una parte del mondo femminista»: una «minoranza rumorosa» di «femministe storiche o trans-escludenti, che volevano discriminare le persone trans»;

   ciò è avvenuto davanti a circa duecento studenti al liceo «De Castro» di Oristano;

   con altre trenta classi collegate in videoconferenza, l'on. Zan ha criticato con veemenza le scelte emerse dall'aula del Senato, dichiarando, tra l'altro, che «il Paese reale è molto più avanti di chi mercoledì ha applaudito sguaiatamente. Gesti da ultras, che gli odiatori e i picchiatori leggeranno come un via libera, una legittimazione»;

   questo tipo di propaganda politica è stata sostanzialmente avallata dal preside Pino Tilocca, che ha a consentito al parlamentare PD di muovere gravi critiche alle scelte del Senato senza contraddittorio –:

   se il Ministro interrogato non intenda adottare iniziative di competenza volte a definire linee guida per gli istituti scolastici affinché eventi formativi come quelli sopra richiamati siano svolti in modo da assicurare pienamente il contraddittorio e la rappresentazione delle diverse posizioni sui temi trattati.
(4-10674)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   ALAIMO, D'ORSO, PAPIRO, DE CARLO, COMINARDI, MAURIZIO CATTOI, GRIPPA e DAVIDE AIELLO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 4 novembre 2021 è stato approvato in Consiglio dei ministri il disegno di legge sulla concorrenza, che corrisponde a uno degli obiettivi individuati dal Governo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e col quale si è impegnato ad affrontare, entro la fine dell'anno corrente, interventi normativi nei settori dei servizi pubblici locali, dell'energia, dei trasporti, dei rifiuti, dell'avvio di un'attività imprenditoriale;

   il disegno di legge per il mercato e la concorrenza, inoltre, introduce importanti novità riguardanti la semplificazione dei controlli da parte delle pubbliche amministrazioni nei confronti di imprese ed attività economiche;

   illustrando l'apposita delega contenuta nel disegno di legge sulla concorrenza durante la tavola rotonda «Procurement pubblico del digitale per la trasformazione del Paese» promossa da Anitec-Assinform, il Ministro interrogato ha chiarito, infatti, che in futuro, prima di ogni controllo, l'azienda sarà contattata per programmare le verifiche, specificarne la natura del controllo, individuarne i documenti necessari, concordando con l'impresa anche un giorno in cui sarà effettuato il controllo;

   il Ministro ha altresì ribadito che i controlli avverranno nel «rispetto reciproco» e sulla base di tre principi cardine: quelli della civiltà, della gentilezza e della cortesia;

   dalle dichiarazioni rilasciate, dunque, sembrerebbe aprirsi la strada dell'addio alle verifiche a sorpresa in favore di verifiche «concordate» con le aziende che sapranno in anticipo cosa aspettarsi e quali documenti preparare;

   sulla base dei dati pubblicati nel «Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto dell'evasione fiscale – anno 2021» presentato dal Ministro dell'economia e delle finanze in allegato alla Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, l'Agenzia delle entrate nel 2020 ha eseguito un numero di controlli sostanziali pari a 292.120;

   sulla base degli allegati alla Nadef-2021, le stime dei livelli di evasione per l'anno fiscale 2018, ammontano a circa 103 miliardi di euro;

   l'attività di controllo del corretto adempimento degli obblighi di legge è finalizzata a contrastare i fenomeni evasivi ed elusivi;

   per verificare il regolare adempimento degli obblighi tributari, l'Agenzia delle entrate adotta diversi strumenti di controllo tra i quali vi rientrano le attività istruttorie esterne come i controlli mirati e le verifiche fiscali, il cui fine è proprio quello di verificare se da parte del contribuente siano stati compiuti atti idonei a determinare l'occultamento di profitti, di costi fittizi, piuttosto che di documenti falsi;

   per le azioni di contrasto all'evasione ed all'elusione contributiva l'Inps opera – in raccordo con l'ispettorato nazionale – accertamenti in specifici ambiti attraverso una mirata attività di vigilanza ispettiva –:

   se il Governo non ritenga che il controllo programmato, preceduto da un avviso, possa di fatto compromettere l'esito della verifica stessa a vantaggio di imprenditori che agiscono non rispettando le regole e quali iniziative di competenza intenda assumere al riguardo.
(4-10670)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BOLOGNA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   le amiloidosi sono un gruppo di patologie rare, invalidanti e spesso fatali; sono caratterizzate dall'accumulo dannoso di sostanza amiloide all'interno dell'organismo, che si presenta sotto forma di piccole fibrille ed è composta da proteine che, per cause diverse, si sviluppano in maniera anomala (cosiddetti amiloidi);

   benché le amiloidosi possano colpire diversi organi e tessuti, il cuore rappresenta il bersaglio in cui l'amiloide si deposita più di frequente, provocando una condizione detta amiloidosi cardiaca, la quale determina uno scompenso cardiaco;

   O.Ma.R. – Osservatorio malattie rare, in collaborazione con le Associazioni rappresentative di pazienti, quali fAMY – Associazione italiana amiloidosi familiare Onlus, Conacuore, Fondazione Italiana per il Cuore e Uniamo – Federazione italiana malattie rare, ha elaborato un documento di sintesi da cui si evincono le necessità e le istanze rappresentate dai pazienti;

   in merito, può dirsi, che l'amiloidosi cardiaca è una patologia sotto-diagnosticata e rapidamente progressiva; invero, vista la rarità della condizione e l'aspecificità dei sintomi, comuni ad altre patologie, viene, di frequente, diagnosticata con un certo ritardo e non in modo tempestivo; ciò implica che, in seguito alla diagnosi, la presa in carico dei pazienti risulti essere piuttosto complessa e frammentata, anche in considerazione dell'assenza di apposite linee guida a livello nazionale per orientare le regioni ai fini dell'individuazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta);

   difatti, in Italia, sono poche le aziende sanitarie e i singoli presidi dotati di un Pdta per l'amiloidosi cardiaca, basato sulla presa in carico del paziente da parte di un team multidisciplinare strutturato, composto da cardiologi e altri specialisti;

   da ultimo, non è stato predisposto un registro dei pazienti, strumento di informazione sistematizzata e utile per stabilire le caratteristiche di base della patologia, la sintomatologia e le modalità di gestione dei pazienti;

   appare, quindi, opportuno intervenire al fine di rendere la diagnosi dell'amiloidosi cardiaca tempestiva, la successiva presa in carico di pazienti adeguata e le cure adeguate ed efficaci, stabilendo linee guida su scala nazionale per individuare Pdta, così da garantire omogeneità di trattamento e il rispetto del diritto alla salute, come sancito dall'articolo 32 della Costituzione, inteso sia, come diritto di libertà che come diritto sociale, di uguaglianza sostanziale di cui all'articolo 3, e di solidarietà di cui all'articolo 2 –:

   se sia a conoscenza delle criticità emerse con riferimento alla gestione, su scala nazionale, dei pazienti affetti da amiloidosi cardiaca e se non intenda valutare l'adozione di iniziative finalizzate alla definizione di linee guida nazionali per assicurare una diagnosi precoce, una presa in carico multidisciplinare, l'erogazione di farmaci innovativi, la formazione e l'informazione specifica e l'istituzione di un registro nazionale di malattia.
(5-07057)


   MUSELLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge n. 52 del 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 giugno 2021, n. 87, all'articolo 9, ha introdotto, in coerenza con quanto previsto anche in ambito europeo, lo strumento della certificazione verde, il cosiddetto green pass, per consentire ai titolari la graduale e piena ripresa degli spostamenti e favorire il rapido ritorno a una faticosa normalità delle tante attività sospese a causa della pandemia da Sars-Cov-2;

   la norma vigente prevede che le certificazioni verdi attestano una delle seguenti condizioni: 1) avvenuta vaccinazione anti-SARS-CoV-2, al termine del prescritto ciclo; 2) avvenuta guarigione da COVID-19, con contestuale cessazione dell'isolamento prescritto in seguito a infezione da SARS-CoV-2, disposta in ottemperanza ai criteri stabiliti con le circolari del Ministero della salute; 3) effettuazione di test antigenico rapido o molecolare, quest'ultimo anche su campione salivare e nel rispetto dei criteri stabiliti con circolare del Ministero della salute, con esito negativo al virus; 4) avvenuta guarigione dopo la somministrazione della prima dose di vaccino o al termine del prescritto ciclo;

   il progresso degli studi e l'evoluzione delle conoscenze scientifiche in questo ambito, nonché le indicazioni del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, hanno consentito in questi mesi di intervenire successivamente con diverse modifiche e integrazioni al suddetto decreto-legge 52 del 2021, al fine di rivedere e aggiornare alcuni criteri e allungare i tempi di validità della certificazione verde;

   sotto questo aspetto, per fare solo due esempi, si è estesa la validità dell'esito negativo del test molecolare, prevedendo che il green pass abbia una validità di quarantotto ore dall'esecuzione del test antigenico rapido, e di settantadue ore dall'esecuzione del test molecolare, sia nel caso di test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo, sia nel caso di test su campione salivare;

   così come è stata estesa, con una modifica introdotta da provvedimenti legislativi successivi, la validità della certificazione verde, dagli iniziali sei mesi agli attuali dodici mesi, in caso di avvenuta vaccinazione anti-SARS-CoV-2, al termine del prescritto ciclo –:

   se non si ritenga di adottare iniziative per integrare la normativa vigente al fine di prevedere l'estensione a dodici mesi della validità della certificazione verde Covid-19 per i soggetti con accertata infezione da SARS-CoV-2, negativizzati, anche in assenza di somministrazione della dose unica di vaccino.
(5-07060)


   VALLASCAS. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa della Sardegna riferiscono, con frequente periodicità, delle condizioni di profondo disagio in cui sono costretti a operare medici, infermieri e soccorritori del complesso e articolato sistema dell'emergenza-urgenza, con particolare riguardo al servizio di Pronto intervento del servizio di soccorso sanitario pubblico (118);

   in base ai dati pubblicati dall'azienda regionale emergenza urgenza Sardegna (Areus), nel corso dell'anno 2017 erano 25 (di cui una estiva) le postazioni territoriali di soccorso avanzato medicalizzate (Msa), 6 (di cui 4 estive) le postazioni territoriali di soccorso avanzato con infermiere (India) 193 le postazioni di soccorso di base (delegate alle associazioni di volontariato e alle cooperative sociali);

   il sistema dell'emergenza-urgenza nell'isola deve fare i conti con carenze di organico, inadeguatezza delle dotazioni strumentali e degli stessi automezzi e le autoambulanze impiegati per i soccorsi;

   la carenza di personale medico è stata sottolineata nel mese di settembre 2021 dallo stesso presidente della regione che ha sostenuto che oggi la carenza di personale medico e sanitario all'interno delle strutture ospedaliere e all'interno del sistema della sanità territoriale rappresenta il grande nodo che non riguarda solo la Sardegna, ma l'intero Paese; si tratta di un problema causato da una non adeguata programmazione del turn over, che interessa maggiormente alcune figure professionali come gli «specialisti in anestesia così come i medici dell'emergenza-urgenza»;

   questa carenza di personale medico costituisce un elemento di grave limitazione nell'erogazione delle prestazioni sanitarie, con la conseguente difficoltà a garantire la copertura del servizio su tutto il territorio regionale e, comunque, a scapito dalle condizioni di lavoro di medici, infermieri e soccorritori costretti a turni di lavoro insostenibili;

   in merito alla mancanza o alla non adeguata gestione dei turn over, è il caso, di segnalare la situazione di estrema gravità in cui sono costretti a operare medici del sistema dell'emergenza-urgenza a seguito di una programmazione sottodimensionata rispetto alle esigenze del servizio nel reclutamento del personale medico;

   a questo proposito è il caso di segnalare che, nel 2019, l'Areus ha indetto una pubblica sezione per la formulazione di una graduatoria utile per l'ammissione di sessanta medici al corso di formazione per il conferimento dell'idoneità allo svolgimento dei servizi di emergenza territoriale;

   sessanta medici, su una pianta organica che ne prevederebbe 144, risulterebbe una previsione sottodimensionata, a cui si aggiunge il fatto che il corso, costato circa 2,5 milioni di euro, avrebbe formato solo 10 unità lavorative con la conseguenza che, attualmente, tra pensionamenti, malattia e trasferimento alla medicina di base, la carenza resterebbe quella di tre anni fa, circa 60 medici;

   ne consegue che in alcune postazioni il servizio, per alcuni turni, sarebbe senza medico;

   per quanto riguarda l'inadeguatezza dei mezzi di pronto soccorso e per fare fronte alla cronica carenza di ambulanze, l'azienda tutela salute Ats Sardegna, nel mese di giugno del 2018, ha avviato una procedura quinquennale per la fornitura in leasing operativo di 55 automezzi, di cui 23 autoambulanze e 3 automediche da destinare al servizio 118, con una previsione di spesa di circa 16 milioni di euro;

   secondo quanto riferiscono gli operatori del servizio, gli automezzi sarebbero inadeguati per dimensioni e prestazioni al servizio, ma l'Ats si troverebbe impossibilità, per mancanza di risorse, ad avviare una nuova procedura –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, e in raccordo con la regione Sardegna, intenda adottare, anche sul piano normativo, affinché sia assicurata un'adeguata dotazione di personale medico dell'emergenza-urgenza e di automezzi da destinare al sistema dell'emergenza-urgenza e del servizio 118 della Sardegna.
(5-07061)

SUD E COESIONE TERRITORIALE

Interrogazione a risposta scritta:


   ORRICO. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 20 giugno 2017 n. 91, convertito dalla legge 3 agosto 2017, n. 123, e successive modificazioni, nell'ambito degli interventi urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, ha previsto e disciplinato la possibilità di istituzione delle zone economiche speciali (Zes) all'interno delle quali le imprese già operative o di nuovo insediamento possono beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative;

   in particolare, l'articolo 4, comma 5, del suddetto decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, stabilisce: «Ciascuna ZES è istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare su proposta del Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, se nominato, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, su proposta delle regioni interessate»;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'11 maggio 2018, è stata istituita, ai sensi del succitato articolo 4, comma 5, del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, una zona economica speciale nella Regione Calabria, nei termini di cui al Piano di sviluppo strategico presentato dalla Regione Calabria;

   la Zes Calabria comprende 14 aree ricadenti nei principali nodi di trasporto portuali (Reggio Calabria, Gioia Tauro, Corigliano Calabro, Villa San Giovanni, Crotone, Vibo Valentia) e aeroportuali (Lamezia Terme, Crotone, Reggio Calabria), nonché le aree industriali contigue ai suddetti nodi (Gioia Tauro, San Ferdinando, Rosarno; Crotone; Porto Salvo, Vibo Valentia; Schiavonea, Corigliano-Rossano; Lamezia Terme);

   i commi 6 e 6-bis dell'articolo 4 del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, prevedono che il soggetto per l'amministrazione dell'area Zes è identificato in un Comitato di indirizzo presieduto da un commissario straordinario del Governo nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato su proposta del Ministro per il sud e la coesione territoriale, d'intesa con il presidente della regione interessata;

   nel caso di mancato perfezionamento dell'intesa nel termine di sessanta giorni dalla formulazione della proposta, il Ministro per il sud e la coesione territoriale sottopone la questione al Consiglio dei ministri che provvede con deliberazione motivata;

   il Consiglio dei ministri del 5 ottobre 2020 ha deliberato, su proposta del Presidente del Consiglio vista l'indicazione del Ministro per il sud e la coesione territoriale, la nomina di Rosanna Nisticò, ordinario di economia all'Università della Calabria, a commissario straordinario di governo per presiedere il Comitato di indirizzo della Zes Calabria;

   fonti di stampa riportano come il commissario nominato per la Zes Calabria, durante un dibattito pubblico, ha annunciato di essere stata sostituita e che dall'agosto del 2021 la Zes Calabria è senza commissario con gravi ripercussioni sull'attività d'impresa; la medesima fonte di stampa riporta come «tra i capannoni delle 3 zone industriali che sorgono intorno al porto di Gioia Tauro, 74 aziende insediate confidavamo molto sulle agevolazioni fiscali previste e non ancora varate»;

   da quanto si legge sul sito del Ministero per il sud e la coesione territoriale, saranno destinati «600 milioni di euro per l'infrastrutturazione delle ZES attraverso una rimodulazione degli interventi all'interno della missione 5 del PNRR, al fine di assicurare, per queste aree, opere di urbanizzazione primaria, di connessione alla rete stradale e ferroviaria e di eliminazione dei colli di bottiglia nel passaggio dalle aree portuali e retroportuali alla ZES.» –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato abbia intrapreso e/o intenda intraprendere affinché venga nominato al più presto il nuovo commissario straordinario del Governo per presiedere il Comitato di indirizzo della Zes Calabria.
(4-10669)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazioni a risposta scritta:


   CIMINO. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, recante: «Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure», si definisce il quadro normativo nazionale finalizzato a semplificare e agevolare la realizzazione dei traguardi e degli obiettivi stabiliti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   il Piano italiano è strutturato in 6 «Missioni». La Missione 3 è dedicata alle «Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile» e stanzia complessivamente 31,4 miliardi di euro, di cui 25,1 miliardi dal Dispositivo per la ripresa e la resilienza e 6,3 miliardi dal Fondo;

   il Piano, in particolare, prevede un importante investimento nei trasporti ferroviari ad alta velocità. Si prevede il completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità, per una spesa stimata in 13,2 miliardi di euro, l'integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e la messa in sicurezza dell'intera rete. Fra queste opere è prevista l'estensione dell'Alta Velocità al Sud, in particolare, si prevede l'avanzamento ulteriore della Palerma-Catania-Messiria;

   tuttavia, il collegamento ferroviario veloce Palermo-Catania si infrange sulla lentezza burocratica, con i pareri sulla compatibilità ambientale dei lotti Catenanuova-Dittaino e Dittaino-Enna, bloccati, per oltre un anno, alla commissione per la valutazione di impatto ambientale del Ministero per la transizione ecologica. Infatti, il fascicolo del progetto Catenanuova-Dittaino, che sulla carta dovrebbe essere il prossimo a partire, è stato depositato il 12 agosto 2020 e, quasi 16 mesi dopo, è ancora fermo –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra esposto;

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare per far sì che l'impasse dei lavori sopra menzionati, venga superato.
(4-10668)


   DARA. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   secondo il report Utilitalia, intitolato «Rifiuti urbani, fabbisogni impiantistici attuali e al 2035», gli odierni impianti di trattamento dei rifiuti urbani sono numericamente insufficienti e distribuiti in maniera disomogenea sul territorio nazionale, cosa che costringe a continui viaggi dei rifiuti tra le regioni e a ricorrere, in maniera ancora eccessiva, allo smaltimento in discarica;

   nel 2019, ultimo dato disponibile in Italia, sono state prodotte 30,079 milioni di tonnellate di rifiuti urbani meno dei 30,158 milioni di tonnellate dell'anno 2018. Il quantitativo pro-capite è stato di 499,3 chilogrammi per abitante, con il Sud peninsulare al livello più basso di 442,5 chilogrammi per abitante e il Centro all'estremo opposto con 547,8 chili;

   quanto agli impianti per il trattamento della frazione organica, sottolinea lo studio, il Nord e la Sardegna saranno appena autosufficienti per le esigenze dei prossimi anni, mentre il Centro, il Sud peninsulare e la Sicilia dovranno fare i conti con un pesante deficit;

   la destinazione prevalente per i rifiuti trasportati attualmente è il Nord Italia che accoglie almeno 2 milioni di tonnellate all'anno, pari al 14 per cento dei rifiuti prodotti in tutto il Settentrione. Non solo: le regioni del Nord conferiscono in discarica solo l'8 per cento dei rifiuti, avendo così, già ora, raggiunto gli obiettivi europei. Le regioni dell'Italia centrale, per insufficienza di impianti, sono le peggiori: «esportano» il 17 per cento dei rifiuti prodotti e ne conferiscono in discarica il 37,5 per cento;

   da recenti stime di settore, l'Italia ha bisogno di 30 nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti urbani e per il recupero energetico delle frazioni non riciclabili. Altrimenti, non riuscirà a centrare gli obiettivi comunitari sull'economia circolare fissati per il 2035, che prevedono il 65 per cento di riciclaggio effettivo e un ricorso alle discariche per una quota inferiore al 10 per cento;

   la mancanza di tali impianti provocherà costi economici e ambientali che graveranno sui cittadini, soprattutto laddove il servizio è peggiore;

   per portare avanti il piano di pulizia straordinaria della città di Roma, le società Municipalizzata Ama di Roma e Mantova Ambiente, che si occupa di rifiuti in Lombardia, si stanno accordando per trasferire e lavorare tonnellate di rifiuti nel territorio di Mantova, scaricando la parte non recuperabile nell'impianto di discarica di Mariana Mantovana, di cui si prevede la chiusura entro il 2035;

   la situazione del Lazio vede l'unico impianto della municipalizzata Ama a Rocca Cencia stracolmo, con file di camion fermi che non riescono a scaricare nella vasca che contiene circa 500 tonnellate di indifferenziato; gli altri siti di conferimento di rifiuti disponibili sono solo quelli di Viterbo e Albano, mentre il sito di Civitavecchia è prossimo alla chiusura; a ciò si deve aggiungere il fatto che i contratti con società private, fuori regione siglati dall'ex amministratore della municipalizzata Ama non coprono le reali necessità della capitale;

   da articoli di stampa si evince che la Società Mantova Ambiente ha messo a disposizione di Roma la sua discarica e l'impianto per il trattamento meccanico-biologico (Tmb), ma, nel caso in cui fosse necessario portare al nord rifiuti indifferenziati non trattati, servirebbe anche un accordo interregionale tra Lazio e Lombardia;

   un incremento della quantità di rifiuti per la discarica di Mariana potrebbe significare un prolungamento della durata della discarica, oltre il 2035, mentre l'ingente numero di camion sulle strade della provincia di Mantova creerà congestione da traffico e inquinamento atmosferico in un'area che già soffre di criticità ambientali –:

   quali siano i tempi per la realizzazione degli impianti di trattamento e recupero rifiuti del Centro-sud previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) allo scopo di porre fine agli spostamenti di rifiuti esposti in premessa e al sovraccarico degli impianti del Nord, come quello di Mariana Mantovana.
(4-10678)


   FORNARO. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   è in atto l'iter per la procedura di Valutazione di impatto ambientale concernente la richiesta della società (ENEL) di costruire nella centrale di La Spezia una unità turbogas per la produzione elettrica da 800 mgw, in sostituzione di quella a carbone;

   la centrale di La Spezia è stata costruita negli anni sessanta con quattro unità a carbone. L'unità n. 4 è stata messa fuori servizio nel 1999, mentre i gruppi n. 1 e n. 2 nel 2016. Allo stato attuale è in esercizio la sola unità n. 3 alimentata a carbone che sarebbe oggetto della sostituzione quella a gas;

   l'Enel ha presentato il 19 marzo 2020 un'istanza di Via ai sensi dell'articolo 23 del decreto legislativo n. 152 del 2006, il procedimento è stato avviato dal Ministero il 15 maggio 2020, è stata, infine, espletata la fase della consultazione pubblica, conclusasi il 14 luglio 2020;

   presso la Camera dei deputati il 10 dicembre 2019 è stato presentato un ordine del giorno, accolto dal Governo, che impegnava il Governo stesso a garantire il rispetto del termine relativo allo stop all'utilizzo del carbone quale fonte di approvvigionamento energetico per la Centrale di La Spezia previsto per gennaio 2021 dismettendo per quella data, la Centrale, evitando anche una eventuale riconversione a gas;

   la costruzione di questa unità a gas è in evidente contraddizione con la necessità di accelerare il passaggio alle energie rinnovabili e l'abbandono di quelle derivanti da fonti fossili;

   diverse associazioni, come Cittadinanzattiva, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Vas, La Piazza Comune, Comitato acqua bene comune La Spezia, che hanno dato vita alla Rete per la rinascita dell'area Enel, hanno richiesto una archiviazione della procedura di Via e l'avvio di una discussione sul futuro dell'area interessata, con una lettera inviata al Ministero per la transizione ecologica il 6 novembre 2021;

   il comune di Arcola ha inviato, sempre al Ministero per la transizione ecologica, il 23 febbraio 2021, una richiesta di sospensiva della procedura di Via;

   le forze politiche territoriali hanno unitariamente, in più occasioni, ribadito l'indisponibilità alla permanenza sul territorio di impianti di produzione energia da fonti fossili, attraverso prese di posizione unanimi dei consigli comunali di La Spezia e di Arcola e del consiglio regionale della Liguria;

   tale indisponibilità muove anche e soprattutto dagli effetti negativi sulla salute della popolazione causati dalla permanenza da oltre sessantanni della centrale termoelettrica costruita all'interno del perimetro urbano, addirittura dentro il centro abitato della città della Spezia, effetti testimoniati anche nel recente parere espresso dall'Istituto superiore di sanità;

   vi è ormai una diffusa considerazione circa il fatto che l'apporto fornito dalla centrale di La Spezia non è più necessario nel quadro nazionale di produzione elettrica;

   come indicato dalla Rete per la rinascita dell'area Enel andrebbero valutati e perseguiti progetti alternativi, basati sulla sostenibilità ambientale, sul rispetto della salute della popolazione, sull'occupazione e lo sviluppo economico significativi per il territorio; una scelta che sarebbe in linea con i nuovi indirizzi della normativa e delle politiche dell'Unione europea in materia di neutralità climatica e terrebbe conto dei principi di concertazione Stato-regioni nelle scelte sui singoli territori degli impianti per la transizione energetica come affermato dal vigente Piano nazionale integrato per l'energia e il clima 2030 (Pniec) –:

   a che punto sia l'iter del procedimento di Via di cui in premessa e della dismissione della centrale a carbone di La Spezia e se il Ministro interrogato non ritenga, tenuto conto anche delle prese di posizione contrarie delle istituzioni locali e regionali, di adottare iniziative di competenza per avviare una fase nuova, cercando per l'area interessata una soluzione diversa, rispettosa dell'ambiente, della salute dei cittadini e in linea con il superamento delle fonti fossili per la produzione energetica.
(4-10680)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:


   PATELLI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   l'Accademia di Alta formazione artistica e musicale «Lorenzo Perosi», sovvenzionata dal Ministero della cultura e dalla regione Piemonte, nata a Biella nel 1984, è considerata una delle più prestigiose istituzioni musicali italiane;

   da allora, più di 6.000 studenti hanno frequentato i corsi di perfezionamento, con una permanenza media di 3 anni in una Accademia che si è distinta sempre quale modello straordinario di promozione della musica, sotto il profilo artistico e didattico;

   l'accademia segue moltissimi progetti, dall'editoria, alla discografia, alle produzioni orchestrali e progetti rivolti ai giovani che hanno coinvolto, nel solo triennio 18/20, oltre 55.000 studenti;

   il tasso di occupazione degli allievi che si sono diplomati a Biella supera il 97 per cento. Oggi ricoprono il ruolo di professori d'orchestra nelle orchestre liriche e sinfoniche italiane ed europee, sono titolari di cattedre presso conservatori, scuole di musica e licei musicali e sperimentali o svolgono la carriera di concertisti;

   tra i musicisti di maggior successo si ricordano il pianista Roberto Cominati (vincitore del Concorso Busoni), Roberto Ranfaldi (violino di spalla dell'orchestra sinfonica nazionale della Rai), Luigi Picatto (primo clarinetto dell'Orchestra del Teatro Regio di Torino), Petr Pavlov (rima viola di spalla del Gran Teatro la Fenice di Venezia), Paolo Ferraris (Solo-Flöte presso Gürzenich-Orchester Köln), Roberta Ciapponi (Primo clarinetto dell'Orchestra Sinfonica di Milano La Verdi), Valeria Serangeli (Primo clarinetto solista dell'Orchestra dei Teatro Carlo Felice di Genova), Daniele Orlando (primo violino di spalla dei Solisti Aquilani). Solo nell'ultimo anno, 17 studenti hanno ottenuto riconoscimenti in competizioni nazionali e internazionali (ottenendo il 1°-2° o 3° posto) o idoneità per posti in orchestra;

   pochi giorni fa, il ventenne Giuseppe Gibboni, violinista diplomato a Biella, ha vinto il 56° Premio Paganini di Genova, riconoscimento fra i più importanti nel mondo della musica che torna ad un italiano dopo ben 24 anni;

   l'Accademia, come previsto dalla normativa vigente in materia di equipollenza dei titoli per scuole e istituzioni formative di rilevanza nazionale di cui all'articolo 1, comma 21, della legge n. 107 del 2015, ha presentato istanza per il riconoscimento dei diplomi per la prima volta il 5 luglio 2016;

   a seguito della lettera di diniego che sarebbe stata ricevuta il 6 marzo 2019 a quanto risulta all'interrogante (ossia dopo ben 974 giorni), l'Accademia l'8 maggio 2020 ha presentato richiesta di riconoscimento dell'equipollenza alla laurea triennale L-3 «Discipline delle arti figurative della musica, dello spettacolo e della moda» e alla laurea magistrale LM-45 «Musicologia e Beni Musicali», per sei indirizzi: pianoforte, flauto, violino, viola, violoncello, musica da camera;

   da 18 mesi, benché l'accademia «Lorenzo Perosi» abbia sollecitato spesso, non ha ottenuto alcun riscontro all'istanza e, attraverso interlocuzioni informali riportate all'interrogante, pare che tale ritardo sia da addebitarsi alla mancata costituzione della commissione tecnico-consultiva in seno al Ministero dell'università e della ricerca di cui all'articolo 2 del decreto interministeriale del 22 dicembre 2015, n. 941;

   nel giugno 2017 l'allora Ministra Fedeli, con decreto n. 457, aveva nominato la commissione tecnico-consultiva che, ad oggi, non sembra più essere operante –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se trovi conferma la notizia che non risulta costituita alcuna commissione tecnico-consultiva per la valutazione delle istanze di equipollenza dei titoli presso il Ministero dell'università e della ricerca;

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di ottemperare a quanto previsto dall'articolo 1, comma 21, della legge n. 107 del 2015, anche al fine di promuovere l'eccellenza italiana nelle arti come attestato dal conseguimento di un premio di rilevanza mondiale da parte di un giovane che si è formato in una istituzione ancora in attesa dell'equipollenza.
(4-10676)


   TUZI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il 20 luglio 2021, con decreto rettorale n. 113 del 2021, l'Università UniCamillus pubblicava il bando di selezione per l'ammissione ai percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità (decreto ministeriale 30 settembre 2011) anno accademico 2020-2021;

   il test preselettivo, la cui redazione era stata affidata alla Selexi srl, con durata di 120 minuti per 60 quesiti, si è tenuto in data 30 settembre 2021 e ha visto la partecipazione di 1519 candidati per 250 posti messi a disposizione dal bando;

   sono ammessi alla prova successiva un numero di candidati pari al doppio del numero dei posti messi a concorso (250 messi a concorso) secondo la graduatoria di merito, e coloro che, all'esito della prova preselettiva, abbiano conseguito il medesimo punteggio dell'ultimo degli ammessi;

   al momento della pubblicazione della graduatoria, 599 partecipanti su 1519 avevano ottenuto il massimo dei punteggi, ossia 30/30, avendo risposto correttamente a tutti i quesiti;

   l'UniCamillus, dopo la pubblicazione degli esiti, sulla base anche dei punteggi resi noti dalle altre università, diramava subito un comunicato in cui affermava di aver riscontrato delle «significative anomalie statistiche all'esito della prova riguardante la scuola secondaria di II grado del 30 settembre 2021»;

   tali anomalie hanno spinto l'ateneo e la Selexi srl a denunciare l'accaduto alla procura della Repubblica;

   nonostante le anomalie, l'ateneo decideva di ammettere, con riserva, alla prova scritta, proprio i 599 candidati con il massimo del punteggio e condizionava la loro ammissione agli esiti dei detti accertamenti con la possibilità anche di revocare successivamente i titoli ed i percorsi formativi e con l'eventuale perdita dei 250 posti messi a disposizione dal Ministero per l'offerta formativa;

   in data 2 novembre 2021 veniva comunicato ai candidati la data della prova scritta, che si sarebbe tenuta il 10 novembre 2021;

   il Tar del Lazio è intervenuto, a seguito di ricorso patrocinato dagli avvocati Silvia Antonellis, Michele Bonetti e Santi Delia, con decreto monocratico n. 6165 del 2021, fissando la camera di consiglio al 3 dicembre 2021 integrando nel frattempo il contraddittorio di tutti gli altri concorrenti;

   si ricorda che le prove svolte presso uno degli atenei, l'Unicamillus nel caso in questione, condizionano irrimediabilmente anche le graduatorie degli altri atenei essendo data la possibilità ai partecipanti, in presenza di posti non coperti, di spostarsi presso altro ateneo;

   le indagini penali notoriamente hanno durata superiore rispetto alla conclusione dell'iter concorsuale, previsto per fine novembre 2021, con la conseguenza che gli stessi candidati potrebbero arrivare a conseguire il titolo prima dell'avvenuto accertamento;

   in concorso analogo, l'Asl Latina, rilevando presunte illiceità nello svolgimento delle fasi concorsuali, decideva in via di autotutela di annullare il concorso, revocando e/o ritirando tutti gli atti di gara, in totale trasparenza e a tutela di tutti i candidati;

   la scelta di proseguire le prove, posta in essere da UniCamillus, sembrerebbe essere contraria ai principi di cui all'articolo 1 della legge n. 241 del 1990 e, più specificamente, con il principio di efficacia, imparzialità e proporzionalità nonché quelli di trasparenza –:

   se il Ministro interrogato fosse al corrente dei fatti su esposti;

   in caso affermativo quali iniziative di competenza intenda porre in essere per evitare che i concorsisti possano essere danneggiati da tali anomalie e che possano essere presentati eventuali nuovi ricorsi.
(4-10679)

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

  La risoluzione in Commissione Vietina e altri n. 7-00752, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 novembre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Ruffino.