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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 8 novembre 2021

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   GIULIODORI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della cultura, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la Siae è un ente pubblico economico sottoposto alla vigilanza congiunta della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministero per i beni e le attività culturali e del Ministero dell'economia e delle finanze ai sensi dell'articolo 1, comma 3 della legge 9 gennaio 2008, n. 2;

   numerosi articoli sulla stampa nazionale riportano che in data lunedì 18 ottobre 2021 la banca dati della Siae è stata vittima di un attacco informatico di tipo ramsonware da parte del gruppo hacker «Everest»;

   il gruppo ha richiesto riscatti, anche in bitcoin, del valore di migliaia di euro;

   il direttore generale di Siae Gaetano Blandini, durante un'intervista al Tg1 di mercoledì 20 ottobre 2021, ha affermato che erano stati violati solo dati anagrafici;

   invece il giorno seguente un comunicato ufficiale della Siae rende noto che l'aggressione ha riguardato «dati anagrafici, dati di contatto (mail, numeri telefonici), dati bancari (IBAN), dati riportati su documenti di identità, dati riportati sui moduli di adesione Siae relativi prevalentemente agli anni 2019 e 2020»;

   nello stesso comunicato si rende noto che la società ha chiesto il supporto a imprese specializzate in sicurezza informatica come Feedback e Leonardo per aumentare la sicurezza dei dati da lei conservati –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa, in particolare delle iniziative intraprese da Siae per migliorare la cybersecurity della società, e quali iniziative il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di impedire la diffusione dei dati personali trafugati e di monitorare il miglioramento della sicurezza informatica delle banche dati di Siae.
(3-02597)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MICELI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la Sicilia ha un patrimonio viario di oltre 20 mila chilometri di cui oltre 8 mila chilometri tra strade statali e provinciali, la gran parte delle quali versa in particolari condizioni di vetustà o insiste su aree ad alto rischio sismico e idrogeologico;

   negli ultimi giorni alcuni eventi franosi hanno colpito alcuni comuni della Città metropolitana di Palermo ed, in particolare, lungo la strada statale 285, all'altezza del chilometro 21+400, nel tratto che collega Caccamo a Roccapalumba, e lungo la strada provinciale 37, all'altezza della galleria che collega la frazione palermitana di Ciaculli ai comuni di Misilmeri e Belmonte Mezzagno;

   i crolli hanno, di fatto, isolato i comuni interessati; i flussi di traffico si sono riversati lungo strade secondarie intasando la viabilità ordinaria ed aumentando notevolmente i tempi di percorrenza dei tragitti e, nella gran parte dei casi, le strade alternative versano in condizioni persino peggiori di quelle che hanno subito i danni citati;

   solo cause fortuite hanno scongiurato il peggio per le migliaia di studenti e lavoratori che ogni giorno transitano su quelle arterie; le condizioni strutturali delle strade siciliane non possono rappresentare un costante pericolo per la vita degli utenti;

   il decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, ha previsto la nomina – entro il febbraio 2020 – di un commissario straordinario «Al fine di fronteggiare la situazione di grave degrado in cui versa la rete viaria provinciale della Regione Siciliana, ancor più acuitasi in conseguenza dei recenti eventi meteorologici che hanno interessato vaste aree del territorio, ed allo scopo di programmare immediati interventi di riqualificazione, miglioramento e rifunzionalizzazione della stessa rete viaria provinciale al fine di conseguire idonei standard di sicurezza stradale e adeguata mobilità»; a distanza di quasi due anni dal termine indicato, non è ancora stata data esecuzione a tale norma di legge;

   tutte le arterie provinciali e statali siciliane rappresentano un patrimonio per la loro importanza strategica e, ad avviso dell'interrogante, è urgente la necessità di procedere alla nomina del commissario straordinario già previsto per legge per la verifica oggettiva delle condizioni di stabilità strutturale delle strade provinciali con poteri e risorse congrui a consentire la definitiva messa in sicurezza dei tratti interessati –:

   di quali elementi disponga il Governo in relazione ai fatti esposti in premessa, con specifico riferimento alle risorse – anche a valere sui fondi europei – ed ai tempi necessari per la definitiva messa in sicurezza delle strade siciliane;

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere nell'immediato, anche alla luce della necessità di procedere con urgenza alla nomina del commissario previsto dalla normativi vigente.
(5-07020)


   MENGA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   per fronteggiare l'emergenza da COVID-19 i due Governi che si sono succeduti dall'inizio della pandemia hanno introdotto, a partire dal cosiddetto decreto-legge «Cura Italia», una serie di misure volte a sostenere e supportare i nuclei familiari maggiormente in difficoltà;

   più specificatamente, per la prima volta, con il decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 69 del 22 maggio 2021, cosiddetto «decreto Sostegni», un'attenzione particolare è stata rivolta ai genitori separati o divorziati che in conseguenza dell'emergenza epidemiologica hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività lavorativa e, dunque, non sono più in grado di provvedere al regolare versamento dell'assegno di mantenimento dei figli stabilito dai competenti organi giudiziari;

   l'articolo 12-bis ha così previsto l'istituzione di un Fondo presso il Ministero dell'economia e delle finanze, con una dotazione di 10 milioni di euro per l'anno 2021, per garantire a tutti i genitori separati o divorziati in difficoltà economiche la continuità di erogazione dell'assegno di mantenimento per i propri figli;

   per la definizione dei criteri e delle modalità per l'erogazione dei contributi il comma 3 del su richiamato articolo rimanda espressamente all'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto in argomento, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze;

   dal 22 maggio 2021 ad oggi sono decorsi infruttuosamente ben oltre 60 giorni e del decreto di attuazione non vi è nessuna traccia; ciò vanifica la previsione di questa misura di aiuto che, non essendo operativa, non è ancora fruibile dalla platea dei beneficiari nonostante quanto disposto dall'articolo 12-bis sia contenuto in una legge vigente dello Stato;

   in un così delicato momento storico l'operatività delle misure varate a sostegno dei genitori in difficoltà economiche con figli a carico deve essere garantita –:

   in considerazione del considerevole lasso di tempo intercorso dall'entrata in vigore del cosiddetto «decreto Sostegni» ad oggi, quali siano le tempistiche stimate per l'adozione del decreto di attuazione che renderebbe finalmente operativa, e quindi fruibile, la misura varata in favore dei genitori separati o divorziati per assicurare loro un sostegno economico al mantenimento dei figli, garantendone la corresponsione a far data dall'entrata in vigore della legge di conversione del richiamato decreto.
(5-07021)

Interrogazioni a risposta scritta:


   CARETTA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come noto ed emerso a mezzo stampa, il recente rincaro dei costi delle materie prime e delle utenze energetiche, segnatamente gas ed elettricità, nonostante alcune misure compensative da parte del Governo, rischia di pregiudicare la tenuta economica di cittadini e imprese;

   tra le realtà economiche più colpite figura la produzione di vetro di Murano, eccellenza della Laguna veneziana nota in tutto il mondo da oltre mille anni, con tecniche di produzione ormai patrimonio storico del Veneto e dell'Italia;

   sul punto, in assenza di misure compensative, è stimata la chiusura della fornace EffeTre di Murano, in quanto i costi dell'energia sono oltre che triplicati, con bollette che da 40.000 euro arrivano a raggiungere picchi di 175.000 euro;

   il prezzo del gas, infatti, è cresciuto del 400 per cento rispetto a gennaio 2021, con quotazioni che sono passate da 19 centesimi al metro cubo, a 28 centesimi al metro cubo ad agosto a 93 centesimi al metro cubo a fine ottobre 2021;

   ciò ha colpito l'intero comparto di produzione del vetro di Murano, in quanto, seguendo prassi ed esperienze consolidate ed in ogni caso senza l'aspettativa di un rincaro tale nel bimestre settembre-ottobre, la fornitura di energia è solitamente scelta mediante contratti variabili;

   ad oggi hanno già chiuso otto fornaci, e sempre di più sono destinate a chiudere in quanto i predetti costi energetici sono destinati a ripercuotersi sul prodotto finale, che perde del tutto la propria competitività sui mercati, in quanto il prezzo deve compensare in un certo qual modo il rincaro dei costi di produzione;

   oltre ai costi dell'energia, anche l'impennata dei costi delle materie prime ha reso evidentemente insostenibile tale attività economica;

   come evidenziato in alcune richieste da parte di associazioni di rappresentanza di categoria, nonché dalle imprese medesime e dai relativi sindacati, occorrono interventi da parte del Governo per mitigare l'impennata dei costi del gas ad uso industriale fino almeno al periodo maggio-giugno 2022, per almeno sei-sette mesi –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda predisporre, con la massima urgenza, per sostenere il comparto della produzione del vetro di Murano e mitigare per almeno sei-sette mesi il costo del gas ad uso industriale, garantendo in ogni caso la sopravvivenza del comparto stesso.
(4-10632)


   LATTANZIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il Maghreb-Europe Gas Pipeline, noto come Meg, è un gasdotto lungo 1.400 chilometri, costato miliardi di dollari dei fondi della Banca europea per gli investimenti, e che da 25 anni trasporta oltre 10 miliardi di metri cubi di gas all'anno dall'Algeria in Europa verso la Spagna e il Portogallo, attraverso il Marocco;

   domenica 31 ottobre 2021 il Presidente dell'Algeria, Abdelmajid Tebboune, ha decretato l'interruzione unilaterale della fornitura del gas verso l'Europa, recedendo unilateralmente al contratto commerciale Meg in essere tra la compagnia petrolifera statale algerina Sonatrach e l'Ufficio marocchino per l'elettricità e l'acqua potabile (Onee). Una scelta unilaterale in un momento particolarmente delicato per i cittadini europei e marocchini, tenuto conto del periodo invernale e dell'aumento dei prezzi del gas naturale con la conseguente ricaduta sul costo delle bollette, luce e i gas in particolare;

   la preoccupante decisione assunta delle autorità algerine compromette il rapporto di fiducia e di buon vicinato che invece dovrebbe contraddistinguere il senso del partenariato. Tale condotta, inoltre, è stata preceduta dall'interruzione delle relazioni diplomatiche tra Algeria e Marocco annunciata dal Ministro degli esteri algerino il 24 agosto 2021;

   per quanto sopra evidenziato risulta evidente come l'Europa non possa essere messa nelle condizioni di subire ricatti né tanto meno di subire qualsivoglia tipo di rallentamenti o carenza nella fornitura di gas concordate;

   la strumentalizzazione dell'energia come arma politica pone a serio rischio la stabilità dell'intera regione mediterranea, oltre a compromettere i rapporti con i Paesi strategici del Mediterraneo quali Spagna, Portogallo e Marocco –:

   se il Governo intenda intraprendere un'iniziativa urgente in ambito europeo allo scopo di ripristinare la fornitura energetica dal gasdotto Meg;

   quali iniziative si intendano mettere in atto, anche a livello diplomatico, al fine di evitare situazioni similari nel futuro;

   se il Governo intenda avviare iniziative diplomatiche e politiche al fine di superare la situazione descritta in premessa e al fine di porre rimedio alla sospensione delle relazioni diplomatiche intraprese in maniera unilaterale dalle autorità algerine nei confronti del Marocco nei mesi scorsi.
(4-10634)


   MURONI, FUSACCHIA, FIORAMONTI, CECCONI e LOMBARDO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   la Commissione europea ha proposto un radicale cambio di passo verso la neutralità climatica al 2050, incrementando dal 40 al 55 per cento la riduzione delle emissioni climalteranti al 2030 (rispetto al 1990). Anche il Parlamento europeo ha approvato in merito un obiettivo di riduzione pari al 60 per cento;

   il piano europeo «Next Generation EU» prevede 750 miliardi di euro per investimenti di cui almeno il 37 per cento in progetti dedicati alla transizione ecologica. Tra questi figurano anche le infrastrutture che favoriscano la sostenibilità economica, ambientale ed energetica per l'Europa delle future generazioni;

   attualmente il nostro Paese non necessita di incrementi della produzione energetica termoelettrica, essendo al secondo posto in Europa per sovrapproduzione, dietro solo alla Spagna (analisi del centro studi Crea, Centre for research on energy and clean air). La costruzione di nuove centrali a gas, d'altro canto, è oggi resa economicamente possibile solo grazie ai sostanziosi incentivi del capacity market;

   per il 2025 è prevista la dismissione dell'uso del carbone nella produzione di energia. Molti territori che nel passato hanno subito i pesanti impatti delle scelte in materia di politica energetica auspicano per se stessi un futuro alternativo, che comprenda bonifiche e l'implementazione di progetti alternativi anche relativi della produzione energetica rinnovabile;

   Civitavecchia è il più grande sito nazionale di produzione termoelettrica. A fianco della centrale a carbone (di 2 gigawatt di potenza) giace, un'ulteriore centrale, a gas naturale, per 1,2 gigawatt di potenza. Qualche chilometro a nord è presente anche la centrale di Montalto di Castro, per 3,6 gigawatt di potenza. Tale territorio, fortemente investito dalla presenza delle centrali, chiede oggi di avviare un percorso di uscita dalla servitù delle fonti fossili;

   nel mese di agosto 2021 il Consiglio regionale del Lazio ha votato all'unanimità un emendamento ostativo alla costruzione di nuovi impianti a combustibile fossile su tutta la regione (legge regionale n. 14 del 2021, articoli 75, comma 1, pagina 60) –:

   se sia intenzione del Governo avviare un percorso di uscita urgente dall'utilizzo delle fonti fossili per il territorio di Civitavecchia, a partire dall'imminente dismissione dell'utilizzo del carbone.
(4-10635)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE e LOLLOBRIGIDA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il presidente dell'Inps Tridico ha annunciato che, nel 2020, il Reddito di cittadinanza è stato distribuito a 3,7 milioni di persone su 1,8 milioni di famiglie, per un ammontare di 7,2 miliardi di euro;

   secondo i dati diffusi nel bilancio operativo della guardia di finanza per il 2020, nel 2020, in materia di spesa previdenziale e assistenziale, sono stati eseguiti complessivamente 23.282 controlli, che hanno consentito di accertare l'indebita corresponsione e/o richiesta di prestazioni non spettanti per circa 93 milioni di euro;

   tra i controlli in materia di prestazioni sociali agevolate, il Corpo ha realizzato uno specifico dispositivo operativo volto al contrasto dei fenomeni di illecita apprensione del «reddito di cittadinanza»;

   gli interventi svolti in quest'ultimo ambito, anche con il contributo dell'Inps, sono stati indirizzati nei confronti delle posizioni connotate da concreti elementi di rischio e hanno permesso di intercettare oltre 50 milioni di euro indebitamente percepiti e circa 13 milioni di euro di contributi richiesti e non ancora riscossi, nonché di denunciare all'autorità giudiziaria, per le ipotesi di reato previste dalla normativa di settore, 5.868 soggetti. Tra questi figurano anche soggetti intestatari di ville e autovetture di lusso, evasori totali, persone dedite a traffici illeciti e facenti parte di associazioni criminali di stampo mafioso, già condannate in via definitiva;

   il richiamo alla selettività denota, a giudizio degli interroganti, due elementi. Il primo è che la scelta di procedere a controlli parziali, in luogo di quelli a tappeto, costituisce una decisione che, maldestramente, incoraggia i non aventi diritto a compiere tentativi di frode perché fiduciosi nella mancanza o nella estrema scarsità dei controlli. Dal rapporto tra il numero di controllati e il numero di beneficiari emerge, infatti, un tasso di controllo inferiore all'1 per cento del totale;

   il secondo è che sembrerebbe delineare una logica di scambio politico-elettorale perché tale misura è ritenuta una misura di bandiera del partito che ha espresso il presidente dell'Inps Tridico ed è uno dei principali provvedimenti alla base del successo elettorale di tale partito alle elezioni politiche del 2018;

   le cronache raccontano quotidianamente di episodi di truffa, con la concessione di benefici ai personaggi più disparati, dal condannato per reati di stampo mafioso al lavoratore in nero, dall'immigrato senza permesso di soggiorno di lungo periodo, a chi falsifica dichiarazioni Isee;

   tutto questo lascia pensare a un fallimento nei controlli. Fratelli d'Italia ha da sempre tentato, con numerosi emendamenti, di impedire l'erogazione del beneficio ad ulteriori categorie di condannati per altri reati di grave allarme sociale e con atti di indirizzo politico, di introdurre controlli più stringenti e pene più severe per truffatori e furbetti del Reddito di cittadinanza; tutti questi tentativi sono caduti nel vuoto perché la maggioranza ha ritenuto di bocciare le nostre proposte;

   per tutto quanto sopra indicato occorre chiedere al Governo alcune delucidazioni sulla propria condotta politica in questi anni di operatività del Reddito di cittadinanza, domandandosi anche se non sia il caso di rimuovere il presidente dell'Inps Tridico per aver dimostrato tutta la sua incapacità nella gestione di tale misura –:

   se vi siano state, e nel caso quali e quante, segnalazioni di criticità da parte del presidente dell'Inps Tridico in merito all'erogazione del Reddito di Cittadinanza ai vari «furbetti»;

   in caso di risposta affermativa al quesito precedente, perché il Governo non abbia adottato iniziative per introdurre correttivi stringenti;

   in caso di risposta negativa, ossia nell'ipotesi in cui non sia stata segnalata alcuna criticità, se il Governo ritenga che il presidente Tridico abbia fallito nella sua missione istituzionale e, pertanto, se intenda adottare le iniziative di competenza per rimuoverlo dall'incarica.
(4-10637)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   MAGGIONI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il fenomeno dell'internazionalizzazione delle imprese è estremamente complesso e variegato, ma assolutamente necessario alla nostra economia e al made in Italy;

   avviare una nuova attività oppure decidere di acquisire partecipazioni in un'impresa che ha sede al di fuori del territorio italiano, richiede un forte impegno e sforzo economico;

   proprio a tal fine, con il decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8, è stata stanziata una somma di euro 2,7 milioni di euro (700 mila nel 2020 e 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022) con cui sarà assicurata la prosecuzione degli interventi di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e dei consorzi per l'internazionalizzazione (articolo 1, comma 4-bis);

   nonostante ciò, i consorzi e le associazioni di riferimento lamentano la mancata erogazione delle somme indicate e l'assenza di bandi o piattaforme per l'invio delle richieste di queste risorse;

   le suddette somme, pur essendone stata autorizzata la spesa, risultano inutilizzate e inutilizzabili con forte nocumento per la crescita e sviluppo delle nostre imprese sul mercato estero;

   si tratta di un ritardo non comprensibile su cui è necessario intervenire tempestivamente –:

   se il Ministro interrogato intenda fornire informazioni e aggiornamenti sui provvedimenti richiamati in premessa e quali iniziative abbia intrapreso o intenda intraprendere al fine di provvedere alla predisposizione di bandi e piattaforme per l'invio e l'evasione delle richieste di erogazione delle risorse di cui in premessa.
(4-10633)

DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:


   DEIDDA e VINCI. — Al Ministro della difesa, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   sia in occasione dell'indagine conoscitiva sulla pianificazione dei sistemi di difesa e sulle prospettive della ricerca tecnologica, della produzione e degli investimenti funzionali alle esigenze del comparto difesa che in altre indagini conoscitive o durante l'esame e la discussione dei vari programmi di sistema d'arma, è emerso il coinvolgimento di tutte le maggiori industrie nazionali del comparto difesa, speziale, meccanico, elettronico e delle telecomunicazioni, che demoltiplicheranno, ove possibile, mansioni e prodotti a subfornitori e alle piccole e medie imprese su buona parte del territorio nazionale con indubbie ricadute anche in termini di esportazione e occupazionali;

   il documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2021-2023 prevede 115 programmi operanti e altri 85 in avvio nel triennio per un importo complessivo di 26,5 miliardi di euro nei prossimi 15 anni;

   lo stesso Fondo europeo per la difesa (European Defence Fund – Edf), un'iniziativa della Commissione europea al fine di sostenere la ricerca e lo sviluppo collaborativo nel settore della difesa e per promuovere una base industriale della difesa europea innovativa e competitiva, incoraggia fortemente la partecipazione delle piccole e medie imprese a progetti collaborativi e promuove soluzioni innovative all'avanguardia;

   l'importanza della filiera italiana dell'aerospazio, della difesa e della sicurezza appare evidente dalla ricerca realizzata da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Leonardo, i cui risultati principali sono stati presentati nel corso della 44esima edizione del Forum «Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive», che si è svolto a Villa D'Este di Cernobbio il 7 e 9 settembre 2018;

   nel 2016, il fatturato del settore Aerospazio, difesa e sicurezza in Italia è stato di oltre 13,5 miliardi di euro, per il 69,4 per cento destinato all'export, e con un contributo al valore aggiunto nazionale di circa 4,4 miliardi di euro, detenere una filiera sviluppata, con un'azienda leader affermata nel settore globale aumenta lo sviluppo di competenze tecnologiche strategiche sul territorio attraverso l'attivazione di un network internazionale altamente qualificato;

   è un asset fondamentale per garantire la sicurezza del territorio, la gestione delle emergenze e il monitoraggio delle infrastrutture critiche;

   occorre, di conseguenza, dotarsi degli strumenti che tutelino e rafforzino i Prime Contractor e le piccole e medie imprese anche e soprattutto nei loro rapporti;

   con particolare riferimento alla necessità di ottenere un riequilibrio delle condizioni contrattuali tra grande impresa e piccole e medie imprese, sarebbe consigliata una facile implementazione che già risponde agli standard internazionali, ovvero l'applicazione dei termini Orgalim;

   l'introduzione di condizioni di collaborazione imparziali e garantire da terzi nella relazione tra grande impresa e piccole e medie imprese è indispensabile per consentire una uniforme distribuzione dei margini industriali e di conseguenza di quelle risorse che, correttamente reinvestite, consentono di alimentare il ciclo virtuoso della ricerca e dell'eccellenza tecnologica;

   questa febbrile attività è nel nostro tessuto industriale, principalmente allocato nella piccola e media impresa, e poi strutturato e coordinato dalla grande impresa;

   la piccola e media impresa è attualmente svantaggiata nel potere negoziale rispetto alla grande impresa, in quanto accede con gara a forniture che spesso invece sono attribuite alla grande impresa con assegnazione diretta –:

   se siano a conoscenza di quanto sopra esposto e quali opportune iniziative di competenza intendano adottare al fine di includere nei contratti tra grande impresa e piccole e media impresa l'obbligo vigilato di redigere contratti di subfornitura che siano rispondenti ad uno standard internazionale, come quello Orgalim, o comunque non penalizzanti rispetto ad esso.
(4-10628)


   DEIDDA, GEMMATO, GALANTINO e GIOVANNI RUSSO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto si evince da fonti di stampa, sembrerebbe sussistere l'ipotesi di trasferimento delle funzioni e del personale del 16° stormo dell'Aeronautica militare di stanza a Martina Franca in provincia di Taranto, e da fonti ufficiose la nuova destinazione potrebbe essere Pisa;

   il 16o Stormo «Protezione delle Forze» si occupa della difesa terrestre delle infrastrutture militari aeronautiche e degli aeroporti militari, compito prima svolto dalla Vam (Vigilanza aeronautica militare); i cosiddetti fucilieri dell'aria assicurano la difesa a corto e medio raggio delle installazioni e degli assetti dell'Aeronautica militare schierati sia fuori dai confini nazionali che in Italia;

   in data 1o agosto 2019; in risposta all'interrogazione presentata dall'Onorevole Marcello Gemmato, la Ministra della difesa pro tempore del Governo Conte I, attestava che nessuna decisione era stata presa al riguardo, e che ogni notizia riportata dagli organi di stampa era priva di fondamento. Inoltre, sosteneva che tale progettualità, si inquadrava nel più ampio programma di ristrutturazione organica delle forze armate nel loro complesso e teneva nella doverosa considerazione, tra gli altri, gli aspetti connessi alla presenza del personale sul territorio, in piena sintonia con la linea politica;

   appare evidente che proprio nel momento storico che si sta attraversando, nel corso del quale il nostro Paese affronta una profonda crisi sociale ed economica, anche la difesa degli interessi familiari e professionali di chi occupa con merito e da anni ruoli importanti nel comparto della difesa italiana merita particolare attenzione e tutela;

   il 26 giugno 2019, il primo firmatario del presente atto, unitamente ad alcuni colleghi del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia, ha presentato una proposta di legge recante «Modifiche al codice dell'ordinamento militare», di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e all'articolo 5 della legge 31 dicembre 2012, n. 244, concernenti il differimento della riduzione delle dotazioni organiche del personale militare delle Forze armate e del personale civile del Ministero della difesa;

   le notizie di stampa che riguardano il 16o Stormo e, in particolare quelle relative alla sua presunta chiusura o al trasferimento di funzioni e di personale sono causa di rilevanti preoccupazioni per i militari impiegati e per le loro famiglie, poiché, qualora dovessero corrispondere al vero, potrebbero determinare disagi alla pianificazione della propria vita familiare –:

   se ritenga opportuno procedere a una eventuale chiusura o a un trasferimento delle funzioni e del personale del 16o stormo dell'Aeronautica militare di stanza a Martina Franca e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di garantire le legittime aspettative del personale impiegato e di tutelare i rapporti familiari e le condizioni genitoriali.
(4-10636)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   CENTEMERO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 33 del decreto-legge n. 78 del 2010 ha introdotto per i dirigenti e i titolari di rapporti di collaborazione coordinata che lavorano per le imprese operanti nel settore finanziario un'aliquota addizionale dell'Irpef nella misura del 10 per cento, da calcolarsi sui compensi a titolo di bonus e stock options che eccedono il triplo della parte fissa della retribuzione;

   la sopramenzionata disposizione – come risulta dal comma 1 – è stata prevista «in dipendenza delle decisioni assunte in sede di G20 e in considerazione degli effetti economici potenzialmente distorsivi propri delle forme di remunerazione operate sotto forma di bonus e stock options»;

   tuttavia, sin dall'entrata in vigore di tale norma, si riscontrano rilevanti dubbi interpretativi e criticità in merito all'ambito di applicazione della medesima che hanno condotto a molteplici contenziosi in materia: sotto il profilo soggettivo, in mancanza di un'espressa definizione di «settore finanziario» – in sede di commento alle novità introdotte dal sopracitato decreto-legge n. 78 del 2010 – l'Agenzia delle entrate, con circolare n. 4/E/2011, aveva precisato che tale disposizione dovesse applicarsi anche a «le banche nonché, ad esempio, le società di gestione (Sgr), le società di intermediazione mobiliare (Sim), gli intermediari finanziari, gli istituti che svolgono attività di emissione di moneta elettronica, le società esercenti le attività finanziarie indicate nell'articolo 59, comma 1, lettera b), del Testo Unico Bancario, le holding che assumono e/o gestiscono partecipazioni in società finanziarie, creditizie o industriali»;

   successivamente, l'Agenzia delle entrate, con risposta ad interpello n. 106/2018, nonostante le intervenute modifiche legislative nel settore finanziario, ha continuato a ritenere che il rinvio operato dalle norme fiscali al decreto legislativo n. 87 del 1992 (vigente ratione temporis e oggi abrogato) dovesse essere interpretato in senso «statico» e restare, quindi, valido nonostante le intervenute modifiche;

   sotto il profilo oggettivo, l'amministrazione finanziaria, con circolare n. 41/E del 5 agosto 2011, ha ritenuto corretto applicare, a partire dal 17 luglio 2011, la sopracitata addizionale sull'intero importo della componente variabile di retribuzione e non, come previsto dal primo comma, sull'importo della componente variabile di retribuzione che eccede del triplo rispetto alla componente fissa –:

   quali siano gli orientamenti del Governo in relazione agli effetti applicativi e di finanza pubblica della sopracitata disposizione, nell'ottica di prevedere l'abrogazione del prelievo addizionale di cui alla norma sopramenzionata, tenuto conto dell'ormai mutato contesto politico-economico rispetto a quanto descritto in premessa e tale da rendere del tutto anacronistica la citata misura, nonché foriera di effetti discriminatori verso un'ampia categoria di lavoratori altamente qualificati.
(4-10631)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:


   SURIANO, MARTINCIGLIO e ASCARI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 14 della legge 7 luglio 2016, n. 122, e successive modificazioni, ha introdotto il Fondo per l'indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti e gli importi degli indennizzi sono fissati da decreto interministeriale 22 novembre 2019;

   la legge 11 gennaio 2018, n. 4, e successive modificazioni, introduce nel nostro ordinamento il patrocinio a spese dello Stato per consentire la tutela e il risarcimento degli orfani per crimini domestici, nella fattispecie ai figli maggiorenni o minorenni che siano rimasti orfani di un genitore a seguito di un omicidio commesso dal coniuge anche legalmente separato o divorziato, o legato da un'unione civile, anche se cessata, o dalla persona che è o è stata legata da relazione affettiva e stabile convivenza;

   tra le altre disposizioni previste dalla legge n. 4 del 2018 vi sono quelle che prevedono ulteriori strumenti a carico dello Stato, delle regioni e delle autonomie locali in favore dei figli delle vittime, quali assistenza gratuita di tipo medico-psicologico con esenzione della relativa spesa sanitaria e farmaceutica, servizi di consulenza e misure volte a garantire il diritto allo studio e l'avviamento al lavoro;

   con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze 21 maggio 2020, n. 71, sono stati finalmente stanziati dal Governo 14,5 milioni di euro per il 2020 e 12 milioni all'anno dal 2021 al 2024 al fine di dare attuazione alla legge n. 4 del 2018, dando sollievo e sostegno economico e morale a tutti gli orfani da crimini domestici;

   esistono però episodi di cui bisogna tenere conto, come la triste vicenda accaduta alla famiglia di Giovanna Zizzo, una madre che nell'agosto 2014 ha perso la propria figlia dodicenne, vittima del raptus di follia dell'ex marito che l'ha uccisa prima di tentare il suicidio. Anche la sorella Marica, oggi maggiorenne, venne accoltellata, ma riuscì a salvarsi;

   a seguito di tale vicenda lo Stato ha concesso l'indennizzo alla madre nel quadro della legge n. 122 del 2016, ma non ha potuto estendere alcun beneficio alla sorella della vittima per risarcire i danni psicologici e per avviare un percorso di assistenza negli studi e nell'accesso al mondo del lavoro;

   costituisce un paradosso il fatto che se la vittima non è il genitore ma altro parente come fratello o sorella, non si applicano i risarcimenti e i benefici previsti dalla legge n. 4 del 2018 –:

   se si intendano adottare iniziative per estendere i benefici previsti dalla legge n. 122 del 2016 e dalla legge n. 4 del 2018 anche ai parenti di secondo grado in linea collaterale.
(3-02595)

Interrogazione a risposta scritta:


   MARROCCO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nelle carceri italiane si assiste quotidianamente a un forte decadimento delle condizioni di vita dei detenuti: dal 2000 ad oggi sono 3.288 le persone detenute morte in carcere: di queste 1.215 sono decessi di carattere suicidario il cui numero, solo nell'ultima settimana, è di 3;

   l'Organizzazione mondiale della sanità ha indicato i detenuti quale gruppo con il più elevato rischio suicidario: per la società e per la salute pubblica, prevenire e diminuire i casi di suicidio e di tentato suicidio è una sfida che si è concretizzata, nel tempo, attraverso studi di settore e con l'istituzione della giornata mondiale per la prevenzione del suicidio con il fine primario di dare una dimensione di concretezza ai programmi e ai progetti di tutti;

   come noto, la Corte europea dei diritti dell'uomo, negli ultimi anni, ha condannato più volte l'Italia per il «trattamento inumano e degradante» dei soggetti ristretti nelle sue carceri, spesso conseguenza della carenza di organico: gli agenti della Polizia penitenziaria sono, infatti, quasi sempre impegnati in più servizi contemporaneamente per far fronte alle varie esigenze ed emergenze;

   il fenomeno appena richiamato si lega poliedricamente tanto alla menzionata vexata quaestio del sovraffollamento, quanto a quella dell'urgenza di prevedere investimenti per tecnologie, equipaggiamenti, ampliamento dell'organico della Polizia penitenziaria;

   a ciò si aggiunga la scarsa presenza di presidi sanitari, in merito alla quale si rileva l'assenza di un fattivo confronto tra rappresentanti del Ministero di giustizia e rappresentanti degli enti locali, operatori dell'amministrazione penitenziaria e delle Asl;

   la tutela della salute della persona reclusa assume una valenza positiva in relazione a quella che è la concezione della pena riconosciuta nella Costituzione, all'articolo 27, terzo comma, che recita: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»; la condizione di benessere psico-fisico diviene, infatti, strumentale all'attività volta al recupero sociale dell'individuo, a quello che viene definito il «trattamento» –:

   se e quali iniziative di competenza, di carattere normativo e amministrativo, il Governo intenda porre in essere al fine di garantire il diritto alla salute per i detenuti ristretti nelle carceri italiane, assicurando il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo.
(4-10627)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta scritta:


   COVOLO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   le Motorizzazioni civili di tutta Italia, ormai da diverso tempo, soffrono di una grave mancanza di personale; infatti, il numero di funzionari addetti agli esami per il conseguimento delle patenti di guida e quello degli addetti alle revisioni e collaudi di veicoli non è sufficiente a coprire le richieste che provengono da territorio, autoscuole, studi di consulenza, autotrasportatori, costruttori e installatori di veicoli;

   negli ultimi mesi è aumentato il numero di esami non effettuati per la cronica mancanza di un sufficiente numero di esaminatori, con conseguenti disagi per tutti i candidati al conseguimento della patente di guida e per le autoscuole di tutto il territorio nazionale;

   va al riguardo evidenziato che vi sono uffici della Motorizzazione civile nel Centro e Nord Italia (tra le situazioni più gravi si riportano le realtà di Firenze, Vicenza, Brescia, Bergamo, Torino), in cui i tempi di attesa per svolgere l'esame di guida si attesta ben oltre i sei mesi;

   questo determina una gravissima perdita di chance lavorativa di molti candidati, soprattutto quelli che devono conseguire le patenti «superiori» (C1, C1E, C, CE, C1, C1E, D e DE). Ma gli effetti negativi, sul piano lavorativo, sociale e relazionale (si pensi soprattutto ai candidati con disabilità che hanno necessità di conseguire la patente in tempi ragionevoli) si riflettono anche sui candidati al conseguimento delle categorie A e B;

   alcune Motorizzazioni, inoltre, si trovano nella situazione paradossale di essere circondate da zone in cui gli uffici provinciali sono più efficienti e questo provoca una forte migrazione dell'utenza verso le autoscuole confinanti che riescono a garantire esami in tempi più rapidi e ragionevoli, generando una sleale concorrenza, basata non su un vantaggio competitivo dovuto alla normale attività imprenditoriale, ma su una disparità di servizio da parte degli uffici provinciali;

   l'articolo 13 del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, ha previsto l'utilizzo di esaminatori in quiescenza fino al 31 dicembre 2021 allo scopo di smaltire l'accumulo di esami, in attesa di nuove assunzioni. Ad oggi, non è ancora stato pubblicato il decreto ministeriale attuativo –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di estendere la platea dei soggetti che possono svolgere le funzioni di esaminatore, ferma restando la competenza del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili sia in merito al riconoscimento degli enti, pubblici e privati, cui affidare tali funzioni, sia alla determinazione dei requisiti culturali, professionali e morali del personale abilitato afferente a detti enti.
(4-10626)


   COVOLO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   lunedì 1° novembre 2021 nel comune di Vicenza, a causa di un evento meteorologico con piogge particolarmente intense, si è verificato l'allagamento in corrispondenza dello svincolo viale del sole della rotatoria appena realizzata dall'Anas sottostante il viadotto alla tangenziale nell'ambito della variante alla strada provinciale 46, nota come bretella dell'Albera;

   l'allagamento con oltre 20 centimetri d'acqua è stato determinato da un limitato recepimento e deflusso delle acque piovane a causa della incompletezza delle opere di raccolta, con il conseguente intervento della protezione civile, dell'Anas e della polizia locale per porre rimedio urgente ai gravi problemi creati alla circolazione locale;

   il 21 marzo 2018, Anas, in qualità di stazione appaltante, aveva consegnato il cantiere per la realizzazione dell'opera, che ha una durata di 720 giorni;

   la bretella, del valore complessivo di oltre 86 milioni di euro, per una lunghezza di 5,3 chilometri, è parte del complessivo progetto denominato «completamento della tangenziale», oggetto di un protocollo di intesa stipulato tra Ministero, Anas, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comune di Vicenza, Comune di Costabissara e Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova s.p.a.;

   secondo le stime diffuse dalla stampa, ad oggi è stato completato circa il 50 per cento dei lavori, il che rende improbabile che il completamento dell'opera possa avvenire entro l'ultimo termine comunicato, visti anche i continui ritardi nei lavori, i recenti allagamenti, le promesse non mantenute, i pochi operai in cantiere, i disagi per gli automobilisti, i problemi tecnici con la società Terna per il traliccio dell'alta tensione da spostare che ha rallentato ulteriormente l'apertura della bretella in viale del sole;

   la realizzazione di questa arteria viabilistica è di primaria importanza ed urgenza per la zona di Vicenza, poiché crea, da un lato, un collegamento preferenziale tra l'autostrada A4 (casello di Vicenza ovest), il sistema tangenziale e il nord della provincia in direzione degli abitati di Schio e Thiene e, dall'altro lato, con la futura pedemontana; inoltre, permette di salvaguardare le località dell'Albera, di Capitello e di Villaggio del Sole, attualmente sottoposte ad un significativo flusso di attraversamento veicolare pesante che si dirige dall'A4 verso l'alto vicentino;

   ogni ulteriore giorno di ritardo nella conclusione dei lavori comporta che 37.000 autoveicoli e oltre 2.000 Tir al giorno continuino ad attraversare i quartieri residenziali di Vicenza, con tutte le conseguenze negative che questo traffico infernale inevitabilmente produce per la salute delle persone e la sicurezza stradale –:

   se il Ministro interrogato non intenda adottare le iniziative di competenza per individuare possibili soluzioni e opportune risorse per un intervento da parte dell'Anas, consentendo di mettere definitivamente in sicurezza la rotatoria contro il rischio di futuri allagamenti e di proseguire speditamente verso il completamento dell'opera, secondo un nuovo e definitivo cronogramma e nel rispetto della data di fine lavori.
(4-10629)


   PATASSINI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la continuità territoriale, intesa come capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi cittadini residenti in territori meno favoriti, si inserisce nel quadro più generale di garanzia dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini e di coesione di natura economica e sociale. Il trasporto, infatti, da un lato, si configura come attività di tipo economico, dall'altro, come elemento essenziale del «diritto alla mobilità» previsto all'articolo 16 della Costituzione, e costituisce un servizio di interesse economico generale e, quindi, tale da dover essere garantito a tutti, indipendentemente dalla dislocazione geografica;

   nel decennio 2007/2017 il prodotto interno lordo della regione Marche ha registrato un crollo dell'11,6 per cento a fronte di una diminuzione media nazionale del 4 per cento; secondo un rapporto di Confindustria, il valore aggiunto per addetto per le aziende marchigiane è stato di 39 mila euro, il 16 per cento in meno rispetto alla media nazionale, che si attesta intorno ai 47 mila euro per dipendente, mentre il tasso di disoccupazione sale all'8,6 per cento e diventa del 24 per cento nel caso di disoccupazione giovanile; situazione confermata dall'ultimo rapporto Svimez;

   secondo uno studio elaborato dall'Osservatorio sui conti pubblici italiani uno dei motivi di perdita di produttività (che risulta essere inferiore alla media nazionale) è la mancanza di accessibilità alla regione Marche. Occorrono 4,5 ore per raggiungere Roma in treno (270 chilometri), 4,15 ore per Milano, (per la maggior parte dei treni 400 chilometri), e circa 7 ore per raggiungere Napoli;

   la regione Marche sconta di fatto una condizione di isolamento trasportistico che penalizza fortemente l'economia della regione;

   l'aeroporto di Ancona ha predisposto un parere preliminare di fattibilità in merito alla possibile imposizione di oneri di servizio pubblico («Osp») per servizi aerei di linea effettuati da e per l'aeroporto di Ancona;

   in conclusione di tale parere è stato evidenziato come la regione Marche soddisfi la condizione di regione periferica; la nuova programmazione europea 2021-2027, inoltre, certifica il declassamento delle Marche da regione sviluppata a regione in transizione, condizioni richieste alternativamente dal regolamento (CE) n. 1008/2008;

   secondo il parere appare giustificabile la qualificazione delle rotte Ancona-Roma, Ancona-Milano e Ancona-Napoli, quali rotte essenziali per lo sviluppo economico e sociale della regione Marche, la cui eventuale imposizione di Osp rispetterebbe i requisiti di necessità ed adeguatezza, con riferimento ai criteri di cui all'articolo 16, comma 3, lettera a), b) e d), del regolamento (CE) n. 1008/2008. Ai fini della predetta valutazione si riporta quanto chiarito dagli orientamenti al paragrafo n. 26, secondo cui «i servizi aerei che collegano città di piccole e medie dimensioni a importanti centri economici e amministrativi potrebbero essere considerati vitali in determinate circostanze per lo sviluppo economico e sociale delle regioni in questione»;

   il modello della continuità territoriale di cui all'articolo 36 della legge n. 144 del 1999 prevede la definizione degli oneri di servizio pubblico relativamente ai servizi aerei di linea effettuati tra l'aeroporto della zona interessata e i principali scali aeroportuali, o eventualmente l'indizione di una gara di appalto europea, da effettuarsi secondo la procedura di cui all'articolo 17 del regolamento (CE) n. 1008/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 settembre 2008, per l'assegnazione delle medesime rotte –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di conseguire nel più breve tempo possibile l'obiettivo della continuità territoriale per la regione Marche.
(4-10630)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MARCO DI MAIO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il titolo V-bis del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141, come modificato dal decreto legislativo 11 aprile 2011, n. 64, ha istituito un sistema pubblico di prevenzione delle frodi con specifico riferimento al furto di identità, conosciuto come Scipafi;

   il sistema Scipafi è basato sulla possibilità per soggetti privati predefiniti – fra cui banche, finanziarie, fornitori di servizi di telecomunicazioni, utility, assicurazioni, ma anche gestori dell'identità digitale, soggetti obbligati all'effettuazione dell'adeguata verifica e altri – di consultare archivi pubblici, provenienti, fra gli altri, da Agenzia delle entrate, Inail, Inps, Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Ministero dell'interno, Ragioneria generale dello Stato, per verificare l'autenticità dei dati forniti dai rispettivi clienti e rispondere così alla necessità di prevenire operazioni fraudolente, rappresentando anche un deterrente, e di ridurre il contenzioso;

   il crescente riscontro positivo di tutti gli attori può essere annoverato tra gli esempi migliori di collaborazione pubblico-privato in un contesto in cui è sempre più importante poter contare su una infrastruttura informativa moderna, in grado di rispondere ai rischi crescenti legati ai comportamenti fraudolenti online e che possa rappresentare un elemento di stimolo e di fiducia per la transizione digitale, al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   la gestione di una molteplicità di transazioni che implicano l'identificazione della controparte richiede maggiore certezza per tali transazioni, ridurne il costo per imprese e cittadini, velocizzare l'erogazione dei servizi, tutelare i dati delle persone e accrescere la fiducia nel processo di digitalizzazione con l'implementazione di tutte le pratiche di tutela necessarie a vincere la sfida che attende il Paese;

   il legislatore è intervenuto a più riprese per aggiornare l'elenco di aderenti a detto Sistema, sebbene manchi una spinta alla sua evoluzione che consentirebbe di inserire questa esperienza in un campo più ampio e riconoscendone il valore di piattaforma pubblica cruciale per la crescita e l'evoluzione digitale, e non più quale presidio limitato strettamente al tema del furto d'identità;

   nell'ambito dell'attuale configurazione del Sistema stesso, stentano a vedere la luce modifiche alla normativa secondaria, pure annunciate, si veda la Relazione al Parlamento 2018, che dà conto di un'apprezzabile attività a livello operativo da parte del gestore, Consap;

   si attende il completamento del Sistema, con riferimento al set di dati disponibili: la disponibilità dell'archivio delle carte di identità elettroniche e l'archivio dei documenti smarriti e rubati, banca dati alimentata e gestita dal Ministero dell'interno, fondamentale asset per la prevenzione dei fenomeni di frode legati al furto d'identità, che a seguito dell'intervento del garante per la protezione dei dati personali, non è più consultabile per interrogazioni multiple, disattendendo le aspettative degli aderenti tramite Scipafi –:

   quale sia lo stato dell'arte relativo all'adozione della normativa secondaria, in particolare con riferimento all'adozione del previsto decreto ministeriale, e alla formalizzazione della convenzione con il Ministero dell'economia e delle finanze, di cui all'articolo 30-ter, comma 5-bis, del decreto legislativo n. 141 del 2010, e quali siano le altre iniziative di carattere operativo, con riferimento, a titolo esemplificativo, alla disponibilità dell'archivio delle carte di identità elettroniche per consentire di attuare quanto già previsto dalle disposizioni sopra citate al fine di far esprimere al Sistema tutte le sue potenzialità a beneficio di cittadini ed imprese;

   quale sia l'orientamento del Governo circa l'evoluzione del Sistema pubblico di prevenzione affinché questo possa diventare sempre più un punto di riferimento per tutti gli operatori economici, dotato degli opportuni presidi di sicurezza e delle misure che ne consentano una gestione flessibile ed in linea con l'evoluzione del mercato e tecnologica;

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare e con quali tempistiche affinché sia possibile ripristinare il collegamento con l'archivio documenti rubati e smarriti nella modalità precedente, accessibile al pubblico con interrogazioni multiple, in attesa che l'archivio sia reso disponibile tramite Scipafi.
(5-07019)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   AMITRANO, DEL SESTO, MARTINCIGLIO e GRIPPA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il lockdown e le attinenti misure restrittive hanno colpito diversi settori produttivi e le relative posizioni professionali, sia in ambito del lavoro subordinato sia nell'ambito del lavoro autonomo, che hanno avuto come esito l'amplificazione delle disuguaglianze che hanno colpito, in modo particolare le donne, i giovani e i lavoratori autonomi;

   a causa del permanere dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, si sta registrando un'ulteriore peggioramento anche delle stime in ambito occupazionale;

   dai dati Istat, emerge che a fine 2020 è stato registrato un calo delle imprese femminili di quasi 4 mila attività rispetto al 2019; tale perdita è ascrivibile al Centro-nord ma con una forte crescita costante nel Mezzogiorno;

   le imprese guidate da donne sono un milione e 336 mila e i dati di fine 2020 mostrano che la gestione dell'emergenza sanitaria ha prodotto una battuta d'arresto soprattutto sulle giovani donne imprenditrici; il commercio collegato al turismo è tra i comparti che più di ogni altro ha subito la crisi pandemica e le grandi città a vocazione culturale e artistica come Napoli, Roma, Palermo, Firenze e Venezia sono in particolare sofferenza se si considera che queste città sono quelle che hanno subito di più la crisi economica e che resteranno più indietro, fino a quando non tornerà il normale flusso dei turisti stranieri, il che, nello scenario migliore, richiederà dei tempi più lunghi;

   le necessarie proroghe della chiusura delle attività e le restrizioni inerenti alla mobilità, al fine di contenere il contagio del virus, hanno modificato gli equilibri tra le diverse forme distributive, in quanto la crescita dell'e-commerce sta viaggiando a ritmi esponenziali, guadagnando più di 6 punti percentuali rispetto al 2019, con trasferimento di volumi che, da solo, mette a rischio di chiusura oltre 15 mila imprese e interessa 40 mila occupati;

   il permanere delle chiusure, indipendentemente dal colore della regione, delinea i contorni di una crisi sempre più pesante dal punto di vista occupazionale e sul tessuto economico; la pandemia ha avuto un effetto selettivo, colpendo alcuni settori e lasciando completamente indenni altri, con ricadute differenziate sul lavoro e conseguentemente sui redditi, causando altresì un effetto moltiplicativo sulle tradizionali segmentazioni del mercato del lavoro attraverso l'accentuazione di quelle esistenti e la creazione di nuove; va considerato inoltre che l'Italia è il Paese con il più elevato tasso di disoccupazione di lunga durata (57 per cento dei disoccupati, contro il 42 per cento della media europea);

   il perdurare dell'emergenza pandemica prorogata fino al 31 luglio 2021 ha determinato nel corso di un anno una sorta di trasmissione intergenerazionale della disuguaglianza poiché sul mercato del lavoro si sono accentuati ulteriormente gli effetti negativi che sono stati fortemente asimmetrici, nonostante le importanti misure di tutela e salvaguardia dei lavoratori, messe in campo dal Governo nel corso del 2020 e nei primi mesi del 2021, al fine di evitare la chiusura di numerose attività commerciali, piccole e medie imprese, e quindi la dispersione di competenze e la perdita di lavoro con la conseguente emersione di nuove fragilità –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare un sistema di politiche attive a supporto dell'occupazione e iniziative volte a ridurre il divario che la pandemia ha causato in termini di tutela del lavoro tra le diverse tipologie di impiego, tenendo conto dell'ampiezza dei lavoratori coinvolti, al fine di avviare un rafforzamento delle misure sistemiche di sostegno alla formazione professionale per il reinserimento nel mercato del lavoro, anche a vantaggio di lavoratrici e lavoratori autonomi.
(3-02596)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta orale:


   INCERTI, CENNI, CRITELLI, AVOSSA, CAPPELLANI e FRAILIS. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   i pesanti rincari di molte materie prime alimentari e, su tutte, del grano, proseguono senza sosta. I prezzi attuali si confermano molto elevati, vicini ai 500 euro/t (+60 per cento rispetto al 2020), raggiungendo quasi i livelli record dei primi mesi del 2008. Nel mercato del grano duro persistono degli elementi di tensione sia a livello nazionale che internazionale, primo tra tutti la possibile riduzione di oltre tre milioni di tonnellate per il raccolto di Canada e Stati Uniti, duramente colpiti dalla siccità estiva. Forti rincari anche per gli sfarinati di grano duro: il prezzo all'ingrosso della semola è cresciuto ad agosto 2021 di quasi il 30 per cento (+60 per cento rispetto al 2020);

   come emerso a margine dell'Open Forum del G20 Sull'Agricoltura sostenibile, risultano molteplici le cause che stanno mettendo sotto pressione il mercato del grano duro: i cambiamenti climatici e le inondazioni che hanno ridotto i raccolti, i rincari dell'energia, le difficoltà nei trasporti e a speculazione finanziaria, la pandemia che ha spinto interi Stati a ricostituire e ampliare le proprie riserve per timore di nuovi blocchi commerciali mondiali;

   alcuni analisti e operatori del settore prevedono aumenti significativi entro dicembre 2021 sui prezzi dei beni al dettaglio come il pane e la pasta;

   questo scenario richiede, per un Paese trasformatore ma largamente deficitario di materia prima come l'Italia, massima attenzione anche in vista delle imminenti scelte sul piano strategico nazionale e per l'attuazione della nuova riforma della Politica agricola comune appena varata da Bruxelles –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo in merito alle criticità evidenziate in premessa e quali iniziative intenda porre in essere per sostenere l'industria della trasformazione e l'intera filiera agroalimentare al fine di contrastare la volatilità delle quotazioni cerealicole.
(3-02594)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   LEDA VOLPI, GIULIODORI, TRANO, MENGA, CORDA, MANIERO e CABRAS. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la trasmissione Report, nelle puntate del 25 ottobre e del 1° novembre 2021, ha fatto emergere numerosi dubbi sulla politica vaccinale attuata in Italia, in particolare sull'attendibilità e sull'esistenza di studi e dati posti alla base di direttive e pareri impartiti dal Comitato Tecnico scientifico, dall'Aifa e dall'Istituto Superiore di sanità;

   è stato rilevato che per quasi due settimane a migliaia di anziani è stata somministrata una dose intera di booster del vaccino Moderna;

   il 3 settembre Moderna presentava richiesta alla Fda e a Ema per la somministrazione del booster «dimezzato» (50 mg invece di 100 mg);

   il 9 settembre l'Aifa dava parere favorevole alla somministrazione della terza dose di due vaccini a mRNA nei confronti di due gruppi di popolazione: immunodepressi e anziani over-ottanta;

   il 27 settembre il Ministero della salute avviava la campagna per il booster per gli over-ottanta, indicando ai centri vaccinali di somministrare Pfizer e Moderna, quest'ultimo in quantità di 100 mg invece dei sufficienti 50 mg (suggeriti dalla stessa Moderna). Il 4 ottobre l'Ema approvava per il booster soltanto Pfizer;

   l'8 ottobre il Ministero disponeva l'estensione del booster agli over 60, specificando di utilizzare solo Pfizer e, in data 25 ottobre, l'Ema autorizzava l'utilizzo della mezza dose del vaccino Moderna;

   il 27 agosto il Comitato tecnico-scientifico avallava la richiesta del Ministero dell'estensione del green pass ai vaccinati da 9 a 12 mesi;

   appare singolare una decisione del genere a fronte di quanto stava accadendo in Israele sul calo, in pochi mesi, dell'efficacia del vaccino Pfizer;

   l'Istituto superiore di sanità ha iniziato a febbraio del 2021 uno studio su 2500 persone sul decadimento anticorpale, studio che sarebbe dovuto iniziare a dicembre 2020;

   il 7 aprile, dopo la sospensione già decisa da altri Paesi a marzo, anche in Italia il vaccino AstraZeneca veniva «consigliato» solo agli over 60;

   dal rapporto dell'Ema del 23 aprile emergeva chiaramente che nelle giovani donne i vaccini a vettore virale comportavano un rischio di trombosi trombocitopenica non inferiore a quello di Covid-19 grave o mortale;

   fino al 26 aprile 2021, sono state inserite nella Rete nazionale di Farmacovigilanza 29 segnalazioni di trombosi venose intracraniche e 5 casi di trombosi venose in sede atipica;

   nonostante tali accadimenti il Comitato tecnico-scientifico il 12 maggio dava il via libera agli open day con AstraZeneca a tutti gli over 18 purché su base «volontaria»;

   di lì in poi, sono stati numerosi gli open day per ogni fascia di età, compresi gli under 60, cui è stato somministrato il vaccino AstraZeneca;

   nel verbale del Comitato tecnico-scientifico si citano i dati Ema secondo i quali il rischio di quel raro tipo di trombosi era in media 1,1 su 100mila somministrazioni, contro gli 8 decessi per Covid-19 attesi con una circolazione virale di 400 casi a settimana ogni 100mila persone. Tali dati si riferivano però alla fascia d'età 50/59, mentre tra le sole donne under 60 erano 2 su 100 mila e ben 4 fra le 30/39enni;

   lo «stop» alla somministrazione di AstraZeneca negli under 60 veniva dato l'11 giugno 2021 solo dopo la tragedia di Camilla Canepa e gli appelli degli scienziati –:

   su quali evidenze scientifiche ed empiriche l'Aifa il 9 settembre 2021 abbia prescritto l'inoculazione dell'intera dose del vaccino Moderna;

   quale sia stato il criterio scientifico che ha portato il Comitato tecnico-scientifico ad esprimersi favorevolmente alla proroga del green pass da 9 a 12 mesi;

   quale sia lo stato di avanzamento dello studio dell'Istituto superiore di sanità sul decadimento anticorpale;

   di quali elementi il Governo disponesse per consentire alle regioni gli open day col vaccino AstraZeneca.
(5-07022)

SUD E COESIONE TERRITORIALE

Interrogazione a risposta scritta:


   SCERRA. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   i fondi strutturali europei rappresentano un volano irrinunciabile per la crescita e una leva fondamentale per la coesione economica e sociale tra le aree più avanzate e quelle meno sviluppate del nostro Paese per ridurne il divario;

   inoltre, nel quadro attuale le ingenti risorse messe a disposizione dal «Next generation EU» come definite dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), in linea con quanto previsto dalle norme europee in materia, devono essere utilizzate in sinergia ed in modo coordinato con i fondi strutturali;

   la difficoltà di accesso ai fondi strutturali soprattutto ma non unicamente da parte degli enti locali è un tema annoso e tristemente noto che è assolutamente imprescindibile risolvere;

   in questo contesto risulta ancora più rilevante definire accuratamente ma in tempi rapidi i programmi relativi alla pianificazione del settennio 2021-2027 che dovranno essere poi trasmessi e discussi con la Commissione europea prima della loro definitiva approvazione. Da fonti di stampa si apprende che tali dati non siano ancora stati forniti dalle regioni e che pertanto già in questa fase sembrerebbe iniziare ad accumularsi un grave ritardo –:

   quale sia l'attuale stato di avanzamento della programmazione del settennio 2021-2027 da parte delle regioni, in particolare di quelle del Sud, in ragione delle risorse previste e della storica minore capacità di spesa dimostrata;

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo affinché i programmi siano presentati in tempi brevi, anche al fine di scongiurare accumulo di ritardi già in questa fase.
(4-10625)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VIETINA. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 113 del 1992 prevede l'obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica nel comune di nascita;

   il comune stabilisce una procedura di messa a dimora di alberi quale contributo al miglioramento urbano, i cui oneri sono posti a carico di cittadini, imprese e associazioni per finalità celebrative o commemorative;

   a ciascun comune spetta provvedere a censire e classificare gli alberi piantati nell'ambito del rispettivo territorio, in aree urbane di proprietà pubblica;

   la legge ha la finalità di implementare il verde urbano e contrastare il fenomeno del disboscamento;

   i comuni interessati non hanno diligentemente adempiuto il dettato legislativo;

   a causa della scarsa applicazione da parte delle amministrazioni locali, il provvedimento è stato rinnovato dalla legge n. 10 del 2013 che ha anche ridefinito la giornata nazionale dell'albero celebrata il 21 novembre al fine di valorizzare la tutela del patrimonio arboreo e boschivo italiano;

   la nuova legge, per rendere più efficace la precedente, ha contestualmente limitato l'obbligo di porre a dimora l'albero per ogni neonato ai comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti ed esteso tale obbligo anche nei confronti dei minori adottati e non solo di quelli residenti;

   per vigilare sul rispetto della legge è stato istituito un apposito «Comitato per lo sviluppo del verde pubblico»; tuttavia, nella prassi delle amministrazioni locali, la legge continua a trovare scarsa applicazione, ma non è previsto alcun tipo di sanzione per i comuni inadempienti all'obbligo –:

   se e in che tempi il Ministro interrogato intenda adottare iniziative di competenza finalizzate ad assicurare il rispetto della normativa in questione, sul presupposto della sua consolidata efficacia e validità.
(5-07023)

Interrogazione a risposta scritta:


   SCERRA. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Gelsari e Lentini sono due pantani salmastri situati lungo la fascia costiera della Sicilia orientale, al confine tra le provincie di Catania e Siracusa, all'interno di un'area ricadente dal 2012 nella zona di protezione speciale (Zps) ITA070029 «Biviere di Lentini, tratto mediano e foce del fiume Simeto e area antistante la foce», a tutela della rete ecologica europea «Natura 2000», per salvaguardare le specie di uccelli selvatici;

   Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione europea per la conservazione della biodiversità, istituita ai sensi della direttiva 92/43/CEE «Habitat» per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario e comprende anche le zone di protezione speciale (Zps) istituite ai sensi della direttiva 2009/147/CE «Uccelli» concernente la conservazione degli uccelli selvatici;

   per la vastità degli ambienti e per la posizione geografica su una delle rotte di migrazione dell'avifauna tra l'Europa e l'Africa, i pantani di Gelsari e di Lentini costituiscono la più vasta zona umida della Sicilia e richiamano uccelli migratori in numero e specie tali da conferire loro un'importanza di tipo sovranazionale ai fini della conservazione dell'avifauna migratoria;

   in essi è stata infatti documentata la presenza di specie di notevole interesse ai fini della conservazione quali la Moretta tabaccata, il Mignattaio, la Sgarza ciuffetto, l'Airone rosso, la Spatola, lo Svasso maggiore, l'Airone bianco maggiore, tutte incluse nell'Allegato 1 della Direttiva 2009/147/CE. Tra le citate specie d'interesse comunitario spicca, come vera emergenza ambientale, la Moretta tabaccata (Atythya nyroca), che nei pantani ha nidificato;

   nell'agosto del 2002, sono stati avviati nel pantano Lentini i lavori per la realizzazione del nuovo elettrodotto Terna a 380 kV in singola terna «Paternò-Priolo», della lunghezza complessiva di 63 chilometri e che prevede l'attraversamento di entrambi i pantani;

   come denunciato dall'Ente fauna siciliana, in nessun elaborato progettuale per la costruzione del nuovo elettrodotto sarebbe stato riportato il dato dell'appartenenza dei pantani alla zona di protezione speciale, con conseguente rischio di grave danno ambientale e devastazione visiva per uno dei paesaggi palustri più belli della Sicilia –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative di competenza intenda intraprendere per scongiurare il rischio di un danno ambientale irreversibile sui pantani di Gelsari e di Lentini e assicurare, in tal senso, il rispetto degli impegni assunti riguardo alla tutela di specie e habitat di interesse comunitario presenti in tale area, ai fini della conservazione della biodiversità in Europa, ai sensi della direttiva 92/43/CEE (direttiva europea «Habitat») e della direttiva 79/409/CEE (direttiva europea «Uccelli»).
(4-10624)

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

  L'interpellanza urgente Fragomeli e altri n. 2-01357, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 ottobre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Martinciglio.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

  Interrogazione a risposta immediata in Commissione Fragomeli n. 5-06524 del 28 luglio 2021.

  Interrogazione a risposta orale Menga n. 3-02574 del 28 ottobre 2021.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

  interrogazione a risposta in Commissione Suriano e altri n. 5-05387 del 22 febbraio 2021 in interrogazione a risposta orale n. 3-02595.

  interrogazione a risposta scritta Amitrano e altri n. 4-09294 del 18 maggio 2021 in interrogazione a risposta orale n. 3-02596.

  interrogazione a risposta in Commissione Incerti e altri n. 5-06784 del 6 ottobre 2021 in interrogazione a risposta orale n. 3-02594.