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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 29 ottobre 2021

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   da oltre un anno si registra un aumento indiscriminato dei costi delle materie prime che si accompagna all'allungamento dei tempi di consegna e a ritardi anche di diversi mesi su tutte le filiere produttive;

   detto aumento pare imputabile: 1) all'azione fortemente speculativa di alcuni operatori economici e finanziari; 2) all'impennata dei prezzi dell'energia; 3) a distorsioni dei mercati interessati, quali, ad esempio, situazioni fortemente oligopolistiche inerenti il settore dei più grandi operatori mondiali del trasporto su mare;

   tutto ciò rischia di causare un aggravamento dei costi di produzione difficilmente assorbibile dal ciclo produttivo, con inevitabili effetti inflazionistici sul piano congiunturale che rischiano di ripercuotersi sui consumi e con effetti recessivi sia sul versante della domanda, che su quello dell'offerta;

   si stanno verificando, ormai progressivamente, gravi difficoltà produttive che, in molteplici occasioni, si trasformano in temporanei stop produttivi;

   per i contratti pluriennali di fornitura, i produttori si trovano a patire un aumento dei prezzi di molto superiore alle più pessimistiche previsioni del rischio di mercato, mentre la stessa aggiudicazione delle gare è ormai messa a repentaglio dalle incertezze sull'eventuale sottostima dei costi;

   i costi delle materie prime incidono fino al 60 per cento sul valore del prodotto finale, con un aumento medio dei costi di produzione intorno al 30 per cento;

   tali extracosti di produzione rappresentano un doppio problema: colpiscono le filiere produttive, con impatti immediati sui costi, e il consumatore finale; due effetti che indeboliscono così la buona riuscita della ripartenza del ciclo economico-produttivo nella fase post-pandemica;

   materie prime fondamentali per i processi produttivi, quali rame, materie plastiche, alluminio e acciaio hanno subìto, nel corso degli ultimi mesi, un aumento repentino dei prezzi che va da un minimo del 33 per cento a un massimo dell'80 per cento;

   simili rincari si registrano anche per materie prime come legno, gomma, grano e mais, dove si è assistito a un aumento medio dei prezzi pari al 15 per cento;

   recentemente è stata registrata la grave carenza di magnesio, metallo impiegato soprattutto in lega con l'alluminio, nella produzione di autoveicoli, oltreché nell'aerospaziale e nel packaging; mentre è noto a tutti il grave problema relativo all'approvvigionamento di chip e microchip;

   la situazione è ulteriormente aggravata dalla presenza di criticità, tra le quali spiccano i rincari della bolletta energetica, questione anche al centro della discussione dell'ultimo Consiglio europeo il 21 e 22 ottobre 2021;

   si scontano gli effetti di mancate politiche, anche nel recente passato, che favorissero l'integrazione delle filiere industriali e della catena del valore sul territorio nazionale, al pari di efficaci accordi commerciali internazionali;

   gli aumenti dei prezzi paiono essere determinati anche dalla carenza di container e dal significativo incremento dei noli marittimi: cause imputabili, principalmente, a una situazione di oligopolio, in cui tre imprese detengono il 45,3 per cento della flotta mercantile globale e appena dieci controllano l'80 per cento del mercato, la cui convergenza di strategie di offerta, in termini di cancellazione di rotte e di riduzione delle capacità complessive di carico, potrebbe configurarsi come un «cartello» anticoncorrenziale;

   ulteriore elemento di vulnerabilità del sistema di approvvigionamento e dei traffici commerciali è rappresentato dal raggiungimento, da parte di alcuni Paesi, delle quote all'import e dalla conseguente applicazione dei dazi che, con ogni probabilità, si registrerà nei prossimi mesi a causa del raggiungimento dei livelli fissati dalle quote trimestrali, con inevitabili effetti sul livello dei prezzi dei beni interessati;

   le limitazioni alle importazioni, soprattutto sul piano europeo, risentono di uno scenario di riferimento pre-pandemico e pensato alla luce dell'assetto geopolitico del 2018; esse pertanto rischiano di comprimere le virtualità di ripresa dell'attuale scenario macroeconomico, con ricadute negative su tutte le filiere;

   le strategie di integrazione verticale e il rafforzamento delle posizioni dominanti di tali imprese si ripercuotono su tutta la filiera logistica, restringendone la concorrenza e così condizionando alla base la determinazione dei costi dei cicli produttivi;

   la tutela della concorrenza è un valore fondante dell'Unione europea ed è preordinata al buon funzionamento del mercato: obiettivo ancor più fondamentale nella fase che accompagna l'uscita dalla pandemia –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere al fine di contrastare i citati aumenti di costi delle materie prime e quali iniziative il Governo intenda adottare, in seno alle istituzioni dell'Unione europea, al fine di promuovere un'attenta analisi sull'andamento dei mercati delle materie prime e dei noli marittimi, una verifica della regolamentazione europea attualmente vigente in tema di quote e limitazioni alle importazioni, e di alleanze marittime, e l'adozione di iniziative per introdurre misure di contrasto di attività speculative e/o oligopolistiche e anticoncorrenziali, che sono alla base dell'aumento dei prezzi delle materie prime e che sono in grado di compromettere la ripresa del ciclo economico-produttivo.
(2-01356) «Boschi, Colaninno, Moretto, Ungaro».

Interrogazione a risposta orale:


   ROMANIELLO, EHM, SARLI e TRIZZINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le politiche giovanili, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   secondo i dati raccolti dal World Bank Group all'interno del Doing Business Report, l'Italia, a motivo dei gravosi costi, nonché della mole di adempimenti burocratici, non agevola l'apertura di attività imprenditoriali;

   imposte di registro, tasse di concessione, pagamento del bollo e dei diritti camerali, permessi e molti altri adempimenti scoraggiano l'avvio di start-up e investimenti in nuove imprese. La sola parcella media del notaio si aggira intorno a 1500 euro, senza includere le spese aggiuntive relative al pagamento dell'Iva;

   nel nostro Paese le spese per gli obblighi iniziali (registrazione, ottenimento delle concessioni, saldo delle prime imposte) vengono a costare, in media, circa 1.058 euro per una società a responsabilità limitata attiva sul nostro territorio. A titolo di esempio, in Francia, le startup che si occupano di servizi di natura intellettuale hanno una registrazione gratuita, quelle ad attività commerciale pagano solo 100 euro, mentre per le attività artigianali il costo si aggira attorno ai 280 euro; sempre in Francia, i progetti che investono in ricerca e sviluppo – e che vengono riconosciuti come innovativi – sono idonei a esenzioni dalle tasse e dai contributi previdenziali;

   i numeri raccolti dal World Bank Group mostrano come, nell'anno 2020, i finanziamenti di venture capital in start-up italiane siano ammontati a 430 milioni di euro, mentre in Germania vengono investiti circa 6,4 miliardi di euro ogni anno;

   nel nostro Paese, il costo per l'avvio di un'attività imprenditoriale è il più elevato in Europa, con una cifra pari a 4155 euro complessivi. I Paesi Bassi si trovano al secondo posto per costi di avvio di un'impresa, ma con una differenza di quasi 2000 euro. Il costo, infatti, si stima essere di 2207 euro. In Spagna il costo medio si riduce a 627 euro, in Germania 446, in Francia 270, in Portogallo 227, in Grecia 174, in Irlanda 72 e nella vicina Slovenia 0;

   si auspica che il tema in esame sia considerato dal Governo e da tutte le forze politiche fondamentale per il nostro Paese, almeno al pari del G20 di Roma, della predisposizione del disegno di legge di bilancio, nonché quantomeno di altre questioni all'attenzione in questi giorni, a cui si ricollegano effetti occupazionali non indifferenti, come la trasmissione della soap opera «Un posto al sole» –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per incentivare e agevolare in modo robusto l'apertura di nuove attività imprenditoriali.
(3-02578)

Interrogazioni a risposta scritta:


   AMITRANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il maltempo ha ripreso a imperversare sul nostro Paese e i fenomeni climatici estremi sono sempre più frequenti causando anche vittime e ingenti danni;

   in questi giorni, l'allarme rosso è scattato in Sicilia orientale e Calabria; in particolar modo forti nubifragi si sono abbattuti a Catania, in 48 ore circa 265 mm di pioggia, un terzo delle precipitazioni annue, una bomba d'acqua che ha causato solo nel Catanese 3 vittime nell'arco di due giorni;

   le mutate condizioni del clima, che hanno trasformato eventi meteorologici eccezionali a cadenza pluridecennale in eventi frequenti che si manifestano anche più volte l'anno, richiedono un ulteriore sforzo e una progettazione che non sia solo di tipo emergenziale; in Sicilia il 92,3 per cento dei comuni ha parte del territorio a rischio di frane e alluvioni con i terreni che non riescono ad assorbire l'acqua che cade violentemente provocando allagamenti e smottamenti e i dati Ispra dimostrano quanto sia impellente una politica del territorio che comprenda anche infrastrutture adeguate alla rivoluzione climatica in corso;

   si è di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici, a causa dei quali l'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, fenomeni che compromettono anche le coltivazioni nei campi; le violente piogge hanno provocato l'esondazione di alcuni corsi d'acqua che hanno in breve occupato le strade; a Catania sono stati allagati lo storico mercato della Pescheria nonché il pronto soccorso pediatrico dell'ospedale «Garibaldi»;

   le condizioni meteorologiche avverse che da giorni e in modo copioso e incessante stanno investendo la provincia di Catania mettono di fronte alla devastazione che i sempre più frequenti eventi atmosferici provocano, eventi naturali che determinano ingenti danni all'ambiente, alle infrastrutture, al tessuto economico ed occupazionale dell'area interessata, poiché a pagarne le conseguenze sono tutti, lavoratori, imprese e prospettive di un intero territorio;

   in conseguenza degli eccezionali eventi calamitosi che hanno colpito il Sud Italia e in particolar modo la Sicilia e soprattutto Catania, con un nubifragio che ha provocato vittime e devastazioni ingenti, sarà necessario agire attraverso misure strutturali e interventi sul dissesto idrogeologico del territorio per prevenire il ripetersi di simili eventi catastrofici –:

   se il Governo intenda assumere iniziative volte a definire misure urgenti per il sostegno al territorio catanese colpito dal recente nubifragio e prevedere, nella prossima manovra di bilancio, stanziamenti straordinari per il sostegno alle aziende, ai lavoratori colpiti dal maltempo, nonché agli enti territoriali, al fine di affrontare il ripristino e la messa in sicurezza delle opere pubbliche danneggiate.
(4-10563)


   CANCELLERI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio per l'anno 2021, articolo 1, commi 69-70, istituiva un fondo, presso il Ministero dello sviluppo economico e con dotazione pari a 10 milioni di euro, allo scopo di potenziare gli uffici dei comuni che si occupano della gestione dei servizi connessi all'erogazione del «Superbonus al 110 per cento» e prevedendo assunzioni di personale tecnico a tempo determinato e per l'anno in corso, in deroga ai limiti di spesa stabiliti dall'articolo 1, commi 557, 557-quater e 562, della legge 27 dicembre 2006, n. 296;

   la suindicata legge di bilancio demandava ad apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (su proposta del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dell'interno, sentita la Conferenza Stato-Città ed autonomie locali) la definizione dei criteri e delle modalità di riparto delle risorse, in misura proporzionale sulla base delle motivate richieste dei comuni, da presentare al Ministero dello sviluppo economico, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio 2021;

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, tuttavia, non è stato mai emanato e come sottolineato dal Ministero della transizione ecologica, sono emerse alcune criticità connesse, in particolare, alla non congruità della dotazione del fondo in rapporto alle notevoli esigenze emerse. E infatti, ipotizzando un costo medio di un contratto di durata annuale di 30-35.000 euro a carico dell'amministrazione comunale, sarebbe possibile al massimo la stipulazione di circa 300 contratti a fronte di un numero molto maggiore di enti interessati;

   considerando che la misura del «Superbonus al 110 per cento» sarà rinnovata fino al 2023, data l'importanza che ha rivestito per la ripresa economica del nostro Paese e come simbolo concreto della transizione ecologica, si ritiene urgente dar seguito in tempi brevi alle disposizioni stabilite in legge di bilancio 2021 –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e se non ritenga urgente, per quanto di competenza, provvedere all'emanazione in tempi brevi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri indicato in premessa nonché adottare iniziative per garantire non solo un incremento della dotazione del fondo in rapporto alle notevoli esigenze emerse, ma anche per prevedere contratti rinnovabili fino al 2023, scadenza attuale della misura.
(4-10564)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   continuano ad emergere nuovi e inquietanti particolari che infittiscono il giallo in merito ai condizionamenti internazionali subiti dal principale partito di Governo, il Movimento 5 Stelle, nell'ambito della vicenda della presunta consegna di una valigetta contenente 3,5 milioni di euro da parte del regime comunista venezuelano di Maduro;

   il giornale La Stampa, in data odierna, riporta che c'è un nome iscritto nel registro degli indagati ed è quello del console del Venezuela a Milano, Gian Carlo Di Martino;

   secondo gli inquirenti sarebbe stato lui, infatti, il presunto intermediario del finanziamento illecito al Movimento Cinque Stelle. E proprio sulla rete degli intermediari si concentrano le indagini dei magistrati, in attesa di sapere se la Spagna darà il via libera all'interrogatorio dell'ex capo degli 007 venezuelani Hugo «El Pollo» Carvajal che, con la sua testimonianza e i documenti che avrebbe in mano, sta già facendo tremare anche Podemos;

   giova ricordare che la presunta valigia diplomatica con 3, 5 milioni di euro per finanziare il M5S, secondo quanto ricostruito dal quotidiano spagnolo Abc, sarebbe rimasta nelle mani del console Di Martino, prima di finire in quelle del defunto Gianroberto Casaleggio, «promotore di un movimento di sinistra, rivoluzionario e anticapitalista»;

   i procuratori milanesi, in questo fascicolo, ipotizzano le accuse di riciclaggio e finanziamento illecito al partito;

   Di Martino non sarebbe nuovo alle aule di giustizia. Due anni fa risulta essere finito sotto processo, con un'imputazione coatta del gip, per stalking su due donne: una collega e una dipendente del consolato. Minacce e persecuzioni si sarebbero scatenate, secondo la denuncia del 2017 citata da La Stampa, proprio quando le vittime hanno sollevato dubbi sulla sua gestione delle finanze «attraverso procedure che non rispettavano i protocolli interni ed erano sbagliate»;

   i fatti denunciati risalirebbero a gennaio 2016, quando la collega di Di Martino avrebbe rilevato «profonde irregolarità amministrative che fanno pensare a un'appropriazione indebita dei fondi dello Stato venezuelano»;

   si parla di persone assunte in nero, stipendi elargiti anche a chi di fatto non lavorava, addirittura spese messe a bilancio per una cerimonia mai tenuta, con tanto di fotografi, interpreti e catering per le autorità milanesi;

   «In realtà ho sempre avuto i sospetti che i soldi che arrivavano dal Venezuela venissero destinati ad altre cose di carattere non istituzionale ma prima non ho potuto verificarlo personalmente», ha messo a verbale la collega che all'epoca segnalò le presunte irregolarità al ministero degli esteri venezuelano, dando il via a indagini amministrative contro Di Martino;

   solo pochi giorni fa al Ministro degli affari esteri Luigi Di Maio è stata rivolta un'interrogazione a risposta immediata in Assemblea per fare chiarezza su questo tema e il Ministro ha negato ogni dazione e condizionamento;

   alla luce dei nuovi elementi emersi, appare necessario interrogare il Ministro –:

   quali iniziative, per quanto di competenza e sulla base degli elementi a disposizione del Governo, intenda assumere per fare chiarezza sulla vicenda, al fine di fugare qualsiasi dubbio su possibili condizionamenti del regime venezuelano sulla politica estera italiana.
(5-06954)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ALBANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il piano Italia cashless prevede due misure, il piano cashback e la lotteria degli scontrini che presentano molteplici criticità. Con riferimento al cashback occorre rappresentare che il Presidente Draghi nel luglio 2021 ha sospeso il progetto messo in atto dal Governo Conte, evidenziando durante un Consiglio dei Ministri che il cashback «ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori», in particolare nel Nord Italia, famiglie con un capofamiglia sotto i 65 anni e un reddito medio-alto;

   inoltre, ha evidenziato che il rischio è quello di «accentuare la sperequazione tra i redditi, favorendo le famiglie più ricche, con una propensione al consumo presumibilmente più bassa, determinando un effetto moltiplicativo sul Pil non sufficientemente significativo a fronte del costo della misura»;

   ha anche affermato che non esiste alcuna obiettiva evidenza della maggiore propensione all'utilizzo dei pagamenti elettronici da parte degli aderenti al Programma, sottolineando l'onerosità della misura e la difficoltà di prevedere l'effettivo impatto della misura sul gettito; nonostante la bocciatura e la sua sospensione da parte del Governo Draghi sembrerebbe, da fonti stampa, che il cashback possa essere reintrodotto dal 1o gennaio 2022, e che gli italiani potrebbero di nuovo ottenere rimborsi sui pagamenti elettronici;

   con riferimento alla Lotteria degli scontrini il profilo social dell'iniziativa ha comunicato, in data 20 ottobre 2021, che l'ammontare dei premi distribuiti finora è di soli 10,6 milioni di euro, somma poco significativa rispetto ai risultati attesi;

   è noto che la lotteria presenta delle criticità relative alla raccolta dei dati personali; infatti per registrarsi occorre inserire nel portale lotteria dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli i propri dati personali, da cui viene generato il codice lotteria;

   al momento dell'emissione dello scontrino, il commerciante trasmette all'Agenzia delle entrate i dati dei corrispettivi della singola cessione o prestazione e per ogni euro speso il consumatore ha diritto ad ottenere un biglietto virtuale;

   l'incrocio dei dati personali dell'acquirente con gli acquisti effettuati dunque genera in potenza un pericolo di profilazione del consumatore;

   quest'ultima criticità appare ancor più rilevante in ragione dell'entrata in vigore del decreto-legge 8 ottobre 2021, n. 139, cosiddetto decreto Capienze, che nel modificare il codice della privacy consente sempre alle pubbliche amministrazioni, ivi comprese dunque le Agenzie fiscali, il trattamento dei dati personali;

   il medesimo decreto attribuisce alle stesse pubbliche amministrazioni il compito di definire la sussistenza e la natura del pubblico interesse rilevante ai fini del trattamento. Ne deriva che in conseguenza del decreto-legge in questione non sarà più necessaria la norma base che definisca i limiti per il trattamento dei dati personali da parte di una pubblica amministrazione;

   con riferimento al cashback appare incomprensibile all'interrogante che possano essere superate le considerazioni effettuate da Draghi al momento della sospensione del cashback nel giugno di quest'anno, soprattutto relativamente all'inopportunità di uno stanziamento importante in un momento storico di particolare sofferenza economica;

   con riferimento alla lotteria degli scontrini, rispetto alla quantificazione dei premi distribuiti appare evidente l'inadeguatezza della misura al raggiungimento dei risultati attesi, oltre che il fondato pericolo sulla violazione della tutela della privacy degli utenti –:

   quali iniziative intenda adottare in merito al piano Italia Cashless in ordine alla fattibilità della misura del cashback che alla misura denominata lotteria degli scontrini;

   quali iniziative di competenza si intendano porre in essere per valorizzare una maggiore e più pregnante tutela della riservatezza degli utenti dato il verosimile impatto della nuova normativa prevista dal decreto-legge 139 del 2021 sui dati raccolti con le misure del piano cashless.
(5-06953)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SAPIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la Calabria è commissariata dal 2010 per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario;

   in un articolo pubblicato da LaCNews24.it il 28 ottobre 2021, a firma di Luana Costa, si parla della vicenda dell'assegnazione dei tetti di spesa alle cliniche private da parte del commissario incaricato all'attuazione del suddetto piano di rientro, Guido Longo, sulla quale si è pronunciato il Tar della Calabria in senso difforme, il che potrebbe avere conseguenze nell'ambito del piano di rientro;

   «l'erronea interpretazione di una precedente sentenza del Consiglio di Stato potrebbe infatti – come riportato nel citato articolo – comportare in prospettiva una maggiore spesa per le casse pubbliche del valore di oltre 11 milioni di euro, ovvero il costo degli accorpamenti delle prestazioni ambulatoriali (Apa) e dei pacchetti ambulatoriali complessi (Pac) che il commissario – con i decreti 49 e 50 del 2021 – ha fatto transitare dalla specialistica ambulatoriale all'assistenza ospedaliera mantenendo però inalterati i tetti di spesa per le rispettive cliniche private»;

   il caso è stato sollevato dinanzi al Tar della Calabria – per come ivi riportato – dalla Casa di cura «Villa Sant'Anna», «che dopo aver impugnato i due decreti ha ottenuto dai giudici amministrativi il parziale annullamento dei due provvedimenti commissariali. In particolare, la clinica privata aveva lamentato l'erroneo spostamento delle prestazioni Apa e Pac dalla specialistica ambulatoriale facendole gravare sull'assistenza ospedaliera senza però aumentare parallelamente il tetto di spesa rimasto invariato in 186 milioni e 513 mila euro pur contemplando nuove attività in precedenza di competenza della specialistica ambulatoriale», che «ha mantenuto ugualmente invariato il tetto di spesa fissato in 66 milioni e 754 mila euro ma senza aver più a carico Apa e Pac»;

   nello specifico, i due decreti commissariali in argomento – come ancora riportato dall'articolista – avrebbero costretto «le strutture che svolgono assistenza ospedaliera a farsi carico di ulteriori prestazioni (ambulatoriali) non di propria pertinenza e non adeguatamente remunerate riducendo la spesa e le attività per i ricoveri ospedalieri»;

   inoltre, si legge nell'articolo, sarebbero state «liberate risorse per le strutture che svolgono specialistica ambulatoriale, le quali ottenendo l'assegnazione delle medesime risorse ma non avendo più in carico Apa e Pac hanno potuto aumentare proporzionalmente le attività ambulatoriali»;

   la sentenza del Tar, come ancora ivi riportato, «ha accolto le doglianze della casa di cura reggina» e «Apa e Pac – conferma la seconda sezione del Tar – dovevano restare in carico alla specialistica ambulatoriale», ma «la pronuncia arriva tardiva, a quasi due mesi dal termine della validità dei contratti che hanno la durata di un anno»;

   è, prosegue l'articolo, «assai probabile, infatti, che le cliniche già firmatarie del contratto per l'anno corrente con le aziende sanitarie provinciali abbiano erogato le prestazioni ambulatoriali erroneamente attribuitegli, diminuendo di conseguenza il volume dei ricoveri e delle attività ospedaliere remunerabili entro il tetto di spesa»;

   l'articolo parla espressamente di «importi che potrebbero essere rivendicati oggi – alla luce della sentenza del Tar – innescando nuovi contenziosi» –:

   di quali informazioni dispongano sull'istruttoria dei succitati decreti commissariali;

   quali iniziative di competenza intendano assumere per evitare dispendio di risorse;

   la Calabria è commissariata dal 2010 per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario;

   se non ritengano di valutare l'adozione delle iniziative di competenza per la sostituzione dell'intera struttura commissariale.
(4-10567)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI e BIGNAMI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   le federazioni sportive sono organismi di diritto privato che svolgono compiti di rilevanza pubblica e interesse generale e, fra queste, non fa eccezione il procuratore federale della F.I.G.C.;

   con decreto ministeriale del 16 febbraio 2021 il signor Giuseppe Chinè, Consigliere di Stato, è stato nominato Capo di Gabinetto del Ministro dell'economia e delle finanze;

   in pari data, consapevole delle sanzioni penali previste per il caso di dichiarazioni false o mendaci, il signor Giuseppe Chinè, con riferimento all'attribuzione dell'incarico di Capo di Gabinetto, redigeva, sottoscriveva e depositava «dichiarazione di inesistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità» ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo n. 39 del 2013 e decreto legislativo n. 165 del 2001 e dichiarazione per l'assolvimento degli obblighi di trasparenza ai sensi e per gli effetti di cui al decreto legislativo n. 33 del 2013, oltre che atto di notorietà;

   in ordine alla dichiarazione relativa a cariche ricoperte presso enti pubblici o privati, il signor Chinè indicava la sola carica di Giudice Tributario ricoperta dal 2012, omettendo quella pacificamente ricoperta di procuratore federale;

   successivamente alla sapiente omissione e segnatamente in data 19 febbraio 2021, sempre con decreto ministeriale, veniva attribuita la somma a titolo di emolumento per l'incarico di Capo di Gabinetto;

   in data 1° luglio 2021 e sempre con riferimento all'attribuzione dell'incarico di Capo di Gabinetto, il signor Giuseppe Chinè depositava ulteriore «dichiarazione di insussistenza di cause di inconferibilità incompatibilità» ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo n. 39 del 2013 e decreto legislativo n. 165 del 2001 e dichiarazione per l'assolvimento degli obblighi di trasparenza ai sensi e per gli effetti di cui al decreto legislativo n. 33 del 2013, oltre che atto di notorietà;

   nella predetta dichiarazione compariva, magicamente seppur tardivamente, la carica di procuratore federale ricoperta dallo stesso;

   ulteriormente, il signor Giuseppe Chinè indicava, come data di inizio dell'incarico di procuratore federale, il 1° luglio 2021 con data di cessazione dalle funzioni al 30 giugno 2025;

   anche questa seconda dichiarazione, per quanto consta all'interrogante, non è conforme al vero;

   il signor Giuseppe Chinè, per quanto consta all'interrogante, infatti svolge le funzioni di procuratore federale a far data dal dicembre 2019;

   quanto sopra rappresenterebbe, ove confermato, quanto a conoscenza dell'interrogante, in prima battuta una dichiarazione mendace e/o falsa sotto specie di evidente e sapiente omissione, ed in seconda battuta una dichiarazione falsa e/o mendace in relazione alla data di conseguimento della carica di procuratore federale presso la F.I.G.C. –:

   se il Ministro interrogato fosse a conoscenza di quanto oggetto dell'interrogazione;

   quando il Ministro interrogato abbia appreso la circostanza che il signor Giuseppe Chinè ricoprisse all'epoca dell'attribuzione di capo di gabinetto e ricopra tuttora anche la carica di procuratore federale presso la F.I.G.C.;

   se il Ministro interrogato intenda urgentemente verificare quanto esposto in premessa e, per il caso di verifica positiva, quali iniziative urgenti di competenza intenda assumere;

   se, verificata la fondatezza di quanto esposto in premessa, il Ministro interrogato ritenga che permangano in capo al signor Giuseppe Chinè i requisiti per ricoprire l'incarico di capo di gabinetto in seno al Ministero dell'economia e delle finanze.
(4-10568)


   CANTALAMESSA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la Cassa sovvenzione e mutuo soccorso è stata istituita nel gennaio del 1975 tra i dipendenti di ruolo di A.P.A.M. Esercizio Spa in Mantova, e si propone di assicurare agli iscritti, dietro versamento di un contributo mensile, sovvenzioni economiche favorevoli, e quando i risultati della gestione lo consentivano, sussidi a condizioni particolari previa approvazione dell'assemblea degli iscritti;

   il Ministro del tesoro con decreto ministeriale del 13 dicembre 1996 a seguito delle gestione commissariale della Cassa mutuo soccorso fra i dipendenti dell'azienda della Provincia di Mantova e delle aziende annesse alla stessa Provincia decreta, all'articolo 1, la chiusura definitiva della Cassa mutuo soccorso Apam;

   con comunicazione n. 0740074/17 dell'8 giugno 2017 la Banca d'Italia certifica quanto disposto dall'articolo 10, comma 10-bis, del decreto legislativo 141 del 2010 e pubblicava l'elenco degli enti e delle società cooperative costituiti tra i dipendenti di un'amministrazione pubblica che svolgono la propria attività ai sensi dell'articolo 112, comma 7, Tub: con la pubblicazione dell'elenco è cessata ogni competenza di controllo della Banca d'Italia sui soggetti in questione e, di conseguenza, ogni adempimento dei medesimi nei confronti della stessa;

   a seguito di tale decisione il revisore dei conti, con nota del 18 settembre 2017, comunicava all'organo amministrativo della Cassa la non iscrivibilità della stessa presso il Registro delle imprese in quanto Associazione non riconosciuta senza scopo di lucro e che opera di fatto senza tale scopo;

   a seguito del provvedimento della Banca d'Italia del 14 maggio 2009 la Cassa mutuo soccorso su proposta dell'U.I.C. dispone la cancellazione dall'elenco generale su disposizione d'ufficio;

   se lo statuto di Cassa mutuo soccorso è cessato, resta da capire perché la stessa risulterebbe nel cassetto fiscale del Ministero dell'economia e delle finanze registrata come cassa sovvenzione e mutuo soccorso fra i dipendenti Apam con lo stesso c.f. (93018920202) dello statuto già cessato –:

   se il Governo sia a conoscenza della delicata situazione suesposta e quali iniziative di competenza intenda adottare per accertare l'effettiva natura dell'attività finanziaria svolta dalla Cassa e gli eventuali tassi di interesse applicati, chiarire le motivazioni che hanno indotto l'Agenzia delle entrate di Mantova a limitare l'accertamento fiscale al solo anno 2019 e verificare la provenienza dei finanziamenti esterni.
(4-10570)


   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   dagli organi di stampa emerge una storia ad avviso dell'interrogante alquanto torbida, che investe vertici dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli e sulla quale, per il bene degli italiani, occorre fare chiarezza;

   il vicedirettore Alessandro Canali sarebbe stato licenziato per ritorsione dal capo dell'Agenzia delle dogane Marcello Minenna perché, il giorno prima, ha rivolto al direttore generale alcune richieste di chiarimenti in merito a una lunga serie di presunte irregolarità gestionali nelle spese per trasferte e soggiorni dello stesso direttore e di una collaboratrice con cui avrebbe una relazione, Patrizia Bosco, in hotel di lusso per missioni istituzionali a suo giudizio discutibili;

   il 23 settembre, dopo due anni, l'ex vicedirettore dell'Agenzia Alessandro Canali, direttore ad interim dell'ufficio normativo, ha ricevuto una lettera da parte del direttore con la quale gli veniva comunicato il licenziamento;

   il 22 settembre, Canali ha inviato una mail a Minenna e alla Bosco, dove spiegava che la Bosco, distaccata da un altro ente, «non ha mai timbrato e tuttora risulta non in possesso di cartellino», chiedendo di regolarizzare la mancanza di timbrature;

   inoltre, chiedeva a Minenna di imputare le spese delle trasferte della Bosco non sul suo centro di costo, dove formalmente lei è incardinata, ma su quello del direttore Minenna, «essendo state gestite sino ad ora tutte le missioni direttamente dal direttore generale e dalla sua segretaria», richiesta ampiamente comprensibile in base alle attuali leggi sulla responsabilità contabile;

   il giorno dopo l'invio della missiva, Minenna convoca Canali annunciandogli seduta stante la soppressione dell'ufficio del vicedirettore e la conseguente perdita dell'incarico;

   la tesi della ritorsione, a giudizio dell'interrogante, sembrerebbe supportata dalla circostanza che pochi giorni prima, il 14 settembre, Minenna ha attribuito nuove deleghe all'ufficio di Canali, per poi sopprimerlo meno di dieci giorni dopo;

   Canali ha presentato un esposto al tribunale di Roma e alla Guardia di Finanza, nonché un ricorso d'urgenza per chiedere l'immediata reintegra del posto di lavoro, che sarà trattato a partire dal 2 novembre 2021;

   dalle carte depositate da Canali in tribunale sembrerebbe che anche ad agosto e settembre la Bosco e Minenna viaggiassero spesso in missione insieme a Trento, Bologna, a Marsala, a Venezia, supportate da fotocopie su carta intestata dell'Agenzia di prenotazioni assortite, email e note spese delle missioni di Minenna e della Bosco;

   particolarmente interessante è quanto riportato per il weekend di Ferragosto. I due vanno a Lampedusa per tre giorni, con partenza in aereo da Roma. Tornati dalla Sicilia a Roma si imbarcano per Brindisi. Il volo arriva in Puglia alle 19 di sera del 15 agosto, Minenna viene prelevato da un autista dei Monopoli, ma non risulta partecipare quella serata di festa a incontri né eventi ufficiali; agli atti del procedimento sono finite anche foto e chat che proverebbero la relazione sentimentale tra Minenna e la Bosco –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti indicati in premessa;

   se il Governo intenda valutare se sussistano tuttora le condizioni per la permanenza in carica del direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli Minenna;

   quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla vicenda indicata in premessa.
(4-10572)

GIUSTIZIA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   si è appreso della vicenda di Carlo Gilardi, novantenne di Airuno, Lecco, dalla trasmissione «Le Iene»;

   l'uomo, 90enne, è molto famoso nel suo paese natale, Airuno, per il suo spessore culturale, per la grande umanità e per essere stato un vero benefattore;

   la vicenda che lo riguarda, caratterizzata anche da complessi risvolti penali, ha colpito innanzitutto sia per la sua condizione di costrizione in una Rsa sin dalla scorsa primavera sia per la nomina di un amministratore di sostegno, incaricato dal Tribunale di Lecco di gestire il suo patrimonio, scelta vissuta con grande contrarietà dallo stesso Gilardi, che è stata oggetto di numerosi atti di sindacato ispettivo;

   la nomina dell'amministratore di sostegno infatti, a seguito di una sua denuncia ha condotto alla sostituzione dello stesso amministratore; secondo l'anziano e coloro che più gli sono stati vicini, la banca avrebbe allertato la sorella, più anziana di lui e unica parente vivente, di una serie di movimenti ritenuti sospetti sul suo conto corrente, e questo sarebbe alla base della decisione del Tribunale di Lecco di nominare un amministratore di sostegno (ad oggi se ne sono succeduti cinque) per la tutela dei suoi interessi;

   ad avviso di Gilardi, il quale, dagli audio e video trasmessi appare perfettamente lucido e capace di intendere e volere, la causa di tale situazione sarebbe il portato di una situazione economica particolarmente favorevole, che gli ha consentito negli anni di esprimere la sua generosità verso i bisognosi e verso il suo paese di origine, a cui ha donato nel tempo terreni per la realizzazione del parcheggio della scuola e di un parco integrato, oltre che denaro per l'acquisto di un defibrillatore;

   il provvedimento di ricovero coatto nella Rsa, che gli ha inibito totalmente l'accesso alle proprie risorse economiche, anche per esigenze ritenute dall'amministrato primarie, lo ha posto in una condizione di «depressione morale»;

   nella puntata del 5 ottobre 2021 scorso, «Le Iene» hanno riacceso i riflettori sul caso Gilardi fornendo aggiornamenti sulle sue condizioni di prostrazione e aggiungendo ulteriori elementi che, se rispondessero al vero, sarebbero inquietanti;

   il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale il quale, nelle scorse settimane ha incontrato e parlato con tutti i protagonisti della vicenda, dalla giudice all'amministratrice dal sindaco di Airuno al Presidente del Tribunale di Lecco, fino allo stesso Gilardi, ritiene che «Le decisioni finora prese, senz'altro in buona fede, hanno di fatto determinato un qualcosa che non è il bene della persona che si voleva tutelare. Perché, fare il bene di una persona non vuol dire renderla astratta da qualunque contesto, privandola di ogni sua relazione e che la storia di Carlo Gilardi è paradigmatica di un meccanismo che oggi è accaduto a lui e domani potrebbe accadere a chiunque» –:

   se i Ministri interpellati non ritengano necessario e urgente compiere i passi necessari a far luce su questa particolare vicenda, nonché, eventualmente, quali iniziative di competenza intendano intraprendere, nel perimetro del pieno rispetto dell'azione della magistratura, anche al fine di verificare le reali condizioni psico-fisiche dell'anziano e la sussistenza/permanenza dei presupposti sanitari e giuridici che ne hanno determinano il ricovero, e per garantire che la tutela su cui si basa l'azione dello Stato nei confronti di persone accertate come fragili sia davvero una protezione e non una costrizione.
(2-01357) «Fragomeli, Miceli, Dal Moro, Frailis, Benamati, Pini, Ciagà, Pizzetti, De Filippo, Carla Cantone, Topo, Ciampi, Lepri, Mauri, Avossa, Ubaldo Pagano, Incerti, Gariglio, Navarra, Morgoni, Casu, Prestipino, Pezzopane, Siani, Bruno Bossio, Carè, Rotta, Viscomi, Gavino Manca, Zardini, Pellicani, Andrea Romano, Morani».

Interrogazione a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   è ormai notoria la dirompente inchiesta condotta dalla procura di Salerno che ha coinvolto numerosi soggetti, tra cui politici di primo piano, molto vicini al Presidente della regione Campania, De Luca, quali il consigliere regionale Giovanni Savastano, già assessore alle politiche sociali del comune di Salerno, e l'attuale sindaco Vincenzo Napoli;

   le ipotesi di reato sono gravi e spaziano dall'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti e della scelta del contraente, induzione indebita a dare o promettere utilità, sino ad arrivare al reato di corruzione elettorale;

   l'inchiesta in parola avrebbe disvelato un sistema di corruttela perfettamente consolidato e, come riportato da organi di stampa, operante da circa due lustri, fin da quando l'attuale presidente della regione Campania era sindaco della città salernitana;

   appare davvero incomprensibile come abbia potuto proliferare indisturbato per decenni un sistema di tale portata, e lasciano ancor più sbalorditi le recenti dichiarazioni dell'ex magistrato Michele Russo che, come riportato da organi di stampa, avrebbe affermato: «Questa è un'indagine importante, ma è la minutaglia, serve certamente a dimostrare la vicinanza dei potentati economici alla politica, ma quello che indica questa inchiesta è altro: una certa tregua è definitivamente finita, è chiusa l'epoca della disattenzione»;

   in altri termini, secondo l'ex magistrato, su Salerno, oltre a splendere il sole, come commentato all'indomani degli arresti da De Luca, sembrerebbe aver brillato una tregua tra controllori e controllati e una singolare disattenzione nella misura in cui il «sistema Salerno» era stato già stato denunciato, in modo capillare, addirittura nell'omonimo libro edito nel 2017 e scritto dal giornalista Andrea Pellegrino;

   al di là dei gravi fatti di rilevanza penale che l'autorità giudiziaria accerterà, dall'inchiesta, in ogni caso, emergono singolari quanto inopportuni rapporti tra controllori e controllati, che certamente destano perplessità e disorientamento nell'opinione pubblica e nei cittadini, ponendo anche un problema, di ordine generale, di credibilità delle istituzioni;

   altre singolari anomalie e condotte quantomeno inopportune non sono mancate nel corso degli anni addietro, come la notoria vicenda del dottore Franco Roberti, che, dopo essere stato al vertice della procura di Salerno (dal 2009 al 2013) e della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo (dal 2013 al 2017), fu nominato, nel mese di maggio 2018, assessore regionale alla sicurezza (politiche integrate di sicurezza e legalità) dall'attuale presidente della regione Campania ed ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca; indagato e processato numerose volte in relazione ai suoi incarichi politici a amministrativi a Salerno, e svariate volte proprio dalla procura diretta da Roberti;

   il rapporto fiduciario e di condivisione, alla cui base sono le nomine assessoriali, si consolidava ulteriormente tra i due predetti allorquando De Luca, in prima persona, sostenne pubblicamente la candidatura di Roberti al Parlamento Europeo, dove poi in effetti approdava;

   già allora furono sollevate questioni di opportunità in ordine alla singolarità della vicenda, ponendosi anche quesiti sulle origini del rapporto fiduciario tra l'ex procuratore di Salerno e il presidente De Luca;

   analoghe perplessità, di poi, ha destato la circostanza secondo cui il figlio dell'ex procuratore capo di Salerno (dal 2014 al 2018) Dottor Lembo, si candidava nel 2018 a sindaco di Campagna per il Partito Democratico con il sostegno dell'attuale presidente della regione, Vincenzo De Luca –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative, di carattere ispettivo intenda adottare in relazione a quanto esposto in premessa.
(4-10566)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta scritta:


   BELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   la linea ferroviaria Roma-Napoli è un'arteria fondamentale del basso Lazio in cui confluiscono snodi fondamentali per gli utenti, come la Terracina-Priverno, la Roma-Nettuno, la Roma-Latina;

   tale arteria ferroviaria è utilizzata da decine di migliaia di persone ogni giorno (ad esempio, secondo il rapporto Pendolaria 2021, la linea Roma-Nettuno-Roma è tra le più frequentate in Italia con 40 mila visitatori al giorno);

   da sempre queste tratte soffrono di grandi carenze strutturali e organizzative che ne riducono le potenzialità e ne scoraggiano l'utilizzo;

   tali carenze incentivano l'uso dell'auto privata, contribuendo così al congestionamento della via Nettunense, Appia, Fiacca e Pontina, con le conseguenze note di maggior inquinamento e minore qualità della vita;

   problemi della Roma-Nettuno erano stati già segnalati dall'ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato italiane Mauro Moretti, come riportato dal quotidiano Metro del 15 febbraio 2013, ritenendo che la stessa dovesse avere un servizio ad altissima frequenza;

   la tratta Roma-Nettuno da Campoleone a Nettuno e la tratta Terracina-Priverno sono composte da un unico binario che impedisce un doppio transito e una frequenza di treni adeguata a soddisfare la domanda di mobilità;

   dal 2012 la Terracina-Priverno è sostituita da un servizio navetta a causa di una frana;

   tutte le tratte sono ripetutamente soggette a sospensioni del servizio causa: allagamento dei binari, continui guasti ai passaggi a livello, scambi malfunzionanti e problemi tecnici non meglio dichiarati;

   il sovraffollamento dei vagoni è presente anche quando il servizio viene erogato correttamente, particolarmente nelle ore di punta mattutine e pomeridiane;

   nel caso di interruzione delle linee Roma-Nettuno e Roma-Latina-Napoli, il servizio viene sostituito da navette non in grado di sopperire al carico di utenza;

   le navette sostitutive da Formia portano i pendolari alla stazione ferroviaria di Cassino sulla linea Cassino-Frosinone-Roma già sovraffollata;

   per le stazioni da Latina a Roma e per le sue ramificazioni come la Nettuno-Roma le navette sostitutive percorrono il tracciato del treno con tempi di percorrenza ingestibili e non adatti a lavoratori e studenti;

   nella notte tra il 4 e 5 ottobre 2021 una cabina elettrica nella stazione ferroviaria di Torricola è stata gravemente danneggiata da un fulmine;

   l'evento ha dato seguito ad una sospensione del servizio per diversi giorni;

   in seguito Trenitalia assicurava la ripresa totale del servizio per il giorno 8 ottobre, ma per la FL8 la ripresa è avvenuta solo dopo le ore 15:30;

   tuttora l'intera arteria ferroviaria soffre di diverse sospensioni del servizio e ritardi –:

   quali siano le soluzioni che il Governo sta mettendo in atto, per quanto di competenza, per superare i disagi mai risolti e quali iniziative di competenza intenda adottare per rendere il servizio efficiente e in grado di soddisfare la domanda di mobilità, coerentemente con il patto europeo «New Green Deal».
(4-10565)


   VALLASCAS. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 14 ottobre 2021, è scaduto, per effetto del decreto ministeriale n. 357 del 14 settembre 2021, il regime di oneri di servizio pubblico disciplinato dal decreto ministeriale 61 del 21 febbraio 2013 per i servizi aerei relativi ai collegamenti dagli aeroporti sardi di Cagliari, Alghero e Olbia con gli scali nazionali di Roma Fiumicino e Milano Linate dal 27 ottobre 2013 fino al 26 ottobre 2017;

   il citato decreto n. 357 del 2021 detta disposizioni per gli oneri di servizio pubblico da/per la Sardegna nel periodo transitorio dal 15 ottobre 2021 al 14 maggio 2022, da cui emerge un forte sottodimensionamento del servizio di collegamento aereo, per numero di collegamenti giornalieri, capacità di trasporto e fasce orarie; questo stato di cose è confermato dallo schema di imposizione di oneri di servizio pubblico approvato dalla giunta regionale della Sardegna con la deliberazione n. 41 del 2020 del 19 ottobre 2021, in base al quale sarà predisposto il nuovo bando per la gestione del servizio a partire dal 15 maggio 2022;

   i citati provvedimenti si collocano nell'ambito di una procedura, non solo complessa, ma per molti aspetti caotica e controversa, nella quale le deliberazioni hanno assunto carattere emergenziale;

   l'8 ottobre 2021, il giornale Sardinia Post ha parlato di «Quel pasticciaccio sui cieli di Sardegna: non è il titolo di un film ma, quello che sta succedendo in Sardegna perché dal 15 ottobre è impossibile prenotare i voli in continuità territoriale. E non si sta parlando di date lontane perché significa che fra sette giorni [...] la sensazione di “isola isolata” non sarà più uno slogan»;

   si tratta di una situazione inaccettabile per le implicazioni negative su cittadini e imprese della Sardegna e per le gravi limitazioni imposte ai sardi all'effettivo godimento dei diritti di cui all'articolo 16 della Costituzione;

   questa situazione si è venuta a determinare anche per effetto delle procedure di definizione dei bandi, in base al regolamento (CE) 1008/2008, che prevedono un negoziato tra soggetto proponente gli oneri di servizio pubblico – in questo caso la regione Sardegna tramite il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili – e la Commissione europea;

   in particolare, le difficoltà maggiori si sarebbero riscontrate nel riconoscimento degli oneri di servizio pubblico che, secondo gli articoli 16 e 17 del regolamento, possono essere imposti «nella misura necessaria a garantire che su tale rotta siano prestati servizi aerei di linea minimi rispondenti a determinati criteri di continuità, regolarità, tariffazione o capacità minima, cui i vettori aerei non si atterrebbero se tenessero conto unicamente del loro interesse commerciale»;

   secondo la deliberazione della giunta regionale, la Commissione, in più circostanze, ha sollecitato la revoca dei progetti di oneri di servizio pubblico proposti – annunciando tra l'altro anche indagini formali per presunti aiuti di Stato illegittimi – perché non ha riconosciuto le analisi della regione Sardegna che sostenevano la necessità degli oneri di servizio pubblico perché le rotte sono a rischio fallimento di mercato;

   questa circostanza si sarebbe verificata più volte negli ultimi anni, producendo un inaccettabile ritardo di circa quattro anni nella predisposizione dei bandi;

   considerato che Francia spende ogni anno per i 345.000 abitanti della Corsica 80 milioni di euro, mentre l'Italia solo 50 milioni per il milione 600 mila sardi, è evidente, secondo l'interrogante, l'assenza di un'interlocuzione autorevole da parte del Governo presso la Commissione europea, volta a fare riconoscere il ruolo determinante della continuità territoriale aerea e marittima per la regione Sardegna –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare, per quanto di competenza, per promuovere presso la Commissione europea un'azione volta a ottenere un adeguato riconoscimento degli oneri di servizio pubblico per i collegamenti aerei da/per la Sardegna con adeguati livelli qualitativi del servizio.
(4-10569)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   Corato è un comune italiano di 47.181 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia;

   nella tarda serata di mercoledì 27 ottobre 2021, nel centro cittadino sono stati esplosi diversi colpi di pistola che hanno ferito alla gamba un uomo di 27 anni, poi soccorso e trasportato d'urgenza in ospedale;

   tale grave episodio si somma a una serie di altri casi di violenza avvenuti negli ultimi mesi nella stessa cittadina;

   come riportato da alcuni organi di stampa locali, inoltre, e come ribadito dal sindaco nelle ore immediatamente successive all'episodio, nella città di Corato «dilaga l'attività di spaccio, praticata con disinvoltura e ostentato senso di impunità. Sono sempre più diffusi gli episodi di violenza gratuita ai danni di cose e di ignari cittadini, spesso molto giovani. Da più parti e in modo sempre più insistente, si mormora di richieste di pizzo verso le attività commerciali. Le denunce sono poche, anche perché c'è un diffuso senso di abbandono, da parte delle Istituzioni, percepite dalla gente come deboli o assenti»;

   l'escalation di questo genere di vicende suggerisce, sempre come afferma lo stesso sindaco, «un salto di qualità in termini di organizzazione e occupazione della città, da parte di gruppi criminali emergenti», tale da dover essere oggetto di un maggiore interesse da parte delle autorità delegate al mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica –:

   se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e segnatamente se sia informato del preoccupante aumento di casi di violenza nella città di Corato e nell'area del nord barese e dell'esistenza di solide organizzazioni criminali ivi operanti;

   se e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per reprimere tali fenomeni criminali e debellare le suddette organizzazioni.
(3-02577)

Interrogazione a risposta scritta:


   D'ATTIS, ELVIRA SAVINO, GIANNONE e LABRIOLA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il Comune di Carmiano (LE), dopo lo scioglimento nel dicembre 2019 del consiglio comunale per fenomeni o timori di condizionamento e infiltrazioni di tipo mafioso, tornerà alle urne il 7 novembre 2021;

   con riferimento alle elezioni amministrative appena menzionate è stata depositata anche la lista denominata «RitorniAmo Insieme con Giancarlo Mazzotta» con candidato sindaco l'uscente dott. Giancarlo Mazzotta;

   a tal proposito, si rappresenta che il dott. Giancarlo Mazzotta è stato sindaco del Comune di Carmiano dal 30 marzo 2010 al 31 maggio 2015, per il suo primo mandato, e dal 1° giugno 2015 al 5 dicembre 2019, per il secondo mandato, interrotto a tale data in esito al decreto del Presidente della Repubblica poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 3 gennaio 2020 n. 2, con il quale il consiglio comunale è stato sciolto per l'applicazione della misura prevista dall'articolo 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000;

   ad avviso dell'interrogante, trattasi, dunque, di due mandati consecutivi, ma non impeditivi di uno successivo ai sensi dell'articolo 51 del decreto legislativo n. 267 del 2000, in virtù dell'eccezione prevista al comma 3 della medesima disposizione;

   la circostanza che alla data del 5 dicembre 2019 il secondo mandato del dott. Mazzotta sia stato interrotto per lo scioglimento comunale per infiltrazioni mafiose, impedisce, ad avviso dell'interrogante, l'applicazione del divieto di cui all'articolo 51 del decreto legislativo n. 267 del 2000;

   in merito al caso appena descritto, il prefetto di Lecce, con un intervento del tutto non richiesto ed ad avviso dell'interrogante eufemisticamente improprio (l'istanza proposta aveva oggetto completamente differente e limitato), in piena campagna elettorale, ha specificato come il caso in esame rientrerebbe nella fattispecie di cui all'articolo 51, comma 2, del decreto legislativo n. 267 del 2000 e così integrerebbe una causa tipizzata di ineleggibilità originaria «preclusiva non già della candidabilità, ma della eleggibilità perché ostativa all'espletamento del terzo mandato»;

   per il prefetto di Lecce, dunque, a giudizio dell'interrogante elettosi senza alcuna specifica richiesta a giudice della legittimità, se il dott. Mazzotta dovesse essere eletto, nella prima seduta del consiglio comunale dovrebbe essere dichiarato ineleggibile ai sensi della normativa richiamata;

   a tale inaccettabile ingerenza sulla libertà di voto data dall'intervento prefettizio che penalizza ingiustificatamente e di fatto il candidato Mazzotta (come si evince anche dall'articolo del Nuovo Quotidiano di Puglia del 16 ottobre 2021 le dichiarazioni del Prefetto di Lecce vengono definite «verdetto» al pari di quello dei giudici), si aggiunge il dato, di segno opposto, che il Tribunale di Lecce, prima sezione civile, rigettando il ricorso proposto dal Ministero dell'interno, ha stabilito la piena candidabilità alla carica di sindaco del dott. Giancarlo Mazzotta –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non intenda avviare le opportune verifiche, per quanto di competenza, al fine di assicurare il regolare svolgimento delle consultazioni elettorali nel comune di Carmiano, verificando in particolare la correttezza del comportamento tenuto nella specie dal prefetto di Lecce e fornendo elementi sulle risultanze.
(4-10571)

ISTRUZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DI GIORGI, PICCOLI NARDELLI, PRESTIPINO, LATTANZIO, NITTI, ROSSI, ORFINI e CIAMPI. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   dopo due anni in cui la didattica tradizionale è stata stravolta dall'emergenza sanitaria, le lezioni sono finalmente riprese in presenza al 100 per cento grazie all'avanzamento della campagna vaccinale;

   mentre la normalità si sta lentamente ristabilendo, le istituzioni scolastiche possono ricominciare ad organizzare uscite e gite didattiche, anch'esse parte essenziale dell'offerta formativa;

   l'obbligo della certificazione verde in tutte le uscite didattiche è chiarito tra le Faq del portale online #IoTornoAScuola presente sul sito del Ministero dell'istruzione;

   con riferimento alla domanda 2 della Sezione 1, si prevede, infatti, la necessità di possedere il green pass per poter partecipare alle attività didattiche in tutte le strutture pubbliche al coperto: «Al riguardo, si rileva, in particolare, che, ai sensi dell'art. 9-bis, commi 1 e 2, del D.L. 22 aprile 2021, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla Legge 17 giugno 2021, n. 87, l'accesso – tra gli altri – a spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi, mostre, sagre e fiere è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi COVID-19, di cui all'articolo 9, comma 2, del citato D. L. 52/2021, come modificato dalla Legge 17 giugno 2021, n. 87, dal D.L. 23 luglio 2021, n. 105, convertito dalla L. 16 settembre 2021, n. 126, e dal D.L. 21 settembre 2021, n. 127. L'art. 9-bis in parola, inoltre, al comma 3, prevede che l'obbligo della certificazione verde COVID-19 non si applica ai "soggetti esclusi per età dalla campagna vaccinale e ai soggetti esenti" e, dunque, agli alunni al di sotto dei 12 anni di età»;

   in realtà, tra le Faq di #IoTornoAScuola, il Ministero dell'istruzione in risposta alla domanda 2 della Sezione 1, smentisce la possibilità di un controllo di questo tipo da parte dei docenti: «Il 23 settembre 2021 il Garante della privacy ha precisato che i docenti non possono chiedere informazioni sullo stato vaccinale degli studenti, direttamente o indirettamente. Ai fini dell'organizzazione delle uscite didattiche che presuppongono l'obbligo della certificazione verde COVID-19, dunque, si ritiene che le Istituzioni scolastiche possano valutare di fornire, prima che sia resa apposita autorizzazione a partecipare all'iniziativa, informazioni agli alunni medesimi e alle rispettive famiglie in merito ai requisiti e alle modalità per l'accesso, previsti dalla vigente normativa emergenziale. [...] Le Istituzioni medesime non verificheranno preventivamente il possesso delle richieste certificazioni verdi, il cui accertamento verrà effettuato al momento dell'accesso ai predetti servizi e attività ad opera dei relativi titolari o gestori, ai sensi del comma 4 del summenzionato art. 9-bis. Si ritiene, peraltro, opportuno che le Istituzioni scolastiche definiscano preventivamente le misure organizzative da adottare nel caso in cui gli alunni siano sprovvisti di certificazione verde valida al momento dell'ingresso ai suddetti eventi»;

   al riguardo arriva, comunque, dai dirigenti scolastici la necessità di un chiarimento da parte del Ministero sulle verifiche di controllo delle certificazioni verdi da attuare;

   in assenza di una circolare, quotidiani del settore riportano già notizie di dirigenti che hanno preferito annullare, a discapito dei ragazzi, eventuali uscite e gite didattiche –:

   se il Ministro interrogato non intenda emanare una circolare per fornire indicazioni circa le verifiche di controllo delle certificazioni verdi da attuare per le uscite e le gite didattiche, parte essenziale dell'offerta formativa.
(5-06952)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   BUOMPANE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   a Jabil Circuit Inc. è una società americana che opera nel settore della produzione di componenti elettronici, in particolare circuiti elettrici per i produttori di apparecchiature originali;

   la società offre servizi per la progettazione e il design dei prodotti, per la gestione del supply chain e per la fase post-vendita (garanzie e riparazioni);

   la Jabil si è insediata in Italia, a Marcianise, alla fine degli anni Novanta attraverso l'acquisizione degli stabilimenti produttivi di Marconi, Nokia ed Ericsson;

   nel 2001 Jabil chiude il centro HP di Stezzano, ceduto alla Brembo;

   qualche anno più tardi la Jabil si trasferisce a Mapello, dove continua a produrre il contatore per Enel e un numero crescente di prodotti di comunicazione per la belga Option;

   vengono chiusi i siti di Mapello e San Marco, le cui attività vengono rispettivamente trasferite a Cassina e Marcianise;

   nel giugno 2010 gli impianti di Cassina e Marcianise vengono ceduti al fondo Mercatech che li inserisce all'interno di una nuova società, Competence Emea che dopo 6 mesi rischia l'amministrazione controllata per un buco di 70 milioni di euro;

   successivamente Jabil ritorna sui suoi passi e riacquista gli stabilimenti, facendosi carico dei dissesti finanziari e industriali causati dallo stesso fondo Mercatech;

   nel settembre 2011 Jabil comunica la chiusura per cessata attività di tutto il sito di Cassina de' Pecchi e la messa in mobilità di tutti i lavoratori;

   nel marzo del 2015 è stato firmato al Ministero dello sviluppo economico l'accordo che ratifica la cessione dello stabilimento Ericsson di Marcianise alla Jabil. L'intesa prevedeva lo «stop» ai licenziamenti collettivi fino a marzo 2019. La Jabil ha presentato a novembre 2017 una piattaforma industriale e a seguito di quest'ultima, è stata avviata la Cassa integrazione guadagni straordinaria;

   la Jabil ha confermato il taglio di 230 dipendenti entro il 2023 nello stabilimento di Marcianise, mentre è ancora incerta la situazione di 23 addetti ex Jabil ricollocati nell'azienda Orefice Group, i quali non hanno accettato il trasferimento in Sardegna disposto dalla società e che quindi rimangono tutt'oggi senza stipendio;

   la Jabil ha già licenziato a Marcianise 220 addetti;

   tuttavia i vertici societari hanno presentato un piano industriale, il quale punta sulle lavorazioni legate alle attività della green economy con una netta decrescita in futuro delle tradizionali lavorazioni legate alla produzione di schede elettroniche, e che soprattutto prevede di scendere dai 480 addetti attuali a 250 entro i prossimi due anni;

   per i 230 lavoratori in esubero il processo di ricollocazione rimane l'unico strumento;

   la Jabil ha individuato nella Tme di Portico di Caserta la società che dovrebbe assumere e ricollocare i dipendenti che saranno licenziati –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti suddetti e se intendano porre in essere iniziative, per quanto di competenza, al fine di tutelare gli interessi dei lavoratori della Jabil.
(3-02576)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRIBAUDO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   in data 14 ottobre 2021, l'Inps con il messaggio n. 3495 ha comunicato che l'assegno mensile di invalidità, di cui all'articolo 13 della legge n. 118 del 1971 sarà liquidato soltanto per i soggetti beneficiari per i quali risulti l'inattività lavorativa;

   tale indicazione sarebbe confermata a causa della giurisprudenza di legittimità della Corte di cassazione, la quale secondo l'Inps «con diverse pronunce, è intervenuta sul requisito dell'inattività lavorativa di cui all'articolo 13 della legge 30 marzo 1971, n. 118, come modificato dall'articolo 1,, comma 35, della legge 24 dicembre 2007, n. 247, affermando che il mancato svolgimento dell'attività lavorativa integra non già una mera condizione di erogabilità della prestazione ma, al pari del requisito sanitario, un elemento costitutivo del diritto alla prestazione assistenziale, la mancanza del quale è deducibile o rilevabile d'ufficio in qualsiasi stato e grado del giudizio.»;

   tale giustificazione fa venire meno la percepibilità del sussidio a prescindere dalla misura del reddito ricavato, che fino ad oggi veniva concesso ai beneficiari con invalidità civile ricompresa fra il 74 e il 99 per cento per coloro con un limite di reddito annuo di 4.931,29 euro, che in una precedente interpretazione dell'Istituto veniva considerato un reddito derivato da attività lavorativa non rilevante;

   a livello normativo, l'Inps applicherebbe così alla lettera l'articolo 13, comma 1, della legge n. 118 del 1971, il quale recita: «Agli invalidi civili di età compresa fra il diciottesimo e il sessantaquattresimo anno nei cui confronti sia accertata una riduzione della capacità lavorativa, nella misura pari o superiore al 74 per cento, che non svolgono attività lavorativa e per il tempo in cui tale condizione sussiste, è concesso, a carico dello Stato ed erogato dall'INPS, un assegno mensile di euro 242,84 per tredici mensilità, con le stesse condizioni e modalità previste per l'assegnazione della pensione di cui all'articolo 12.»;

   a parere dell'interrogante, privare di tale assegno una platea di cittadini con invalidità rilevante, che con sforzo e dedizione si impegnano per svolgere un'attività lavorativa anche residuale al fine di una piena partecipazione alla società, come richiamato dal dettato costituzionale agli articoli 3 e 4, rappresenta un grave passo indietro del Paese nella tutela dei diritti dei più deboli e nell'incentivare l'integrazione disabilità –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per rendere nuovamente idonei all'assegno di invalidità civile i cittadini esclusi sulla base del messaggio n. 3495 del 14 ottobre 2021.
(5-06950)

Interrogazione a risposta scritta:


   BARBUTO, NAPPI, PARENTELA e GRIPPA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   in data 14 ottobre 2021 l'Inps ha emanato il messaggio 3495/2021, con il quale stabilisce l'esclusione del beneficio dell'assegno di invalidità parziale per quanti svolgono attività lavorativa produttiva di reddito anche se quest'ultimo risulta inferiore al limite previsto di euro 4.931,29, che consente di ottenere la prestazione assistenziale suindicata;

   la situazione risulta paradossale ove solo si ponga mente che, mentre il decreto 14 agosto 2020, cosiddetto Agosto, sulla scorta della sentenza n. 152 della Corte costituzionale del 22 luglio 2020, ha stabilito che l'incremento «al milione» di cui alla legge n. 448 del 2001 spetta a tutti i percettori di pensione di invalidità civile totale, il messaggio Inps sembra aggiungere ulteriori limiti a chi ha una invalidità compresa tra il 74 e il 99 per cento e, sempre sulla scorta della giurisprudenza, stavolta, sembrerebbe ripudiare la natura del sussidio ed il suo scopo di dare dignità ad una categoria in cerca di una collocazione stabile e duratura;

   invece, in un periodo post-pandemico quale quello che si sta vivendo, un messaggio di questo tipo rischia di precludere a tale categoria l'accesso ad ogni tipo di lavoro, anche parziale o precario e magari prodromico ad una stabile occupazione. Si tratta, come riferito dal Presidente dell'Amnic, di un assurdo logico giuridico, ma anzitutto sociale che preclude a chi è disoccupato o inoccupato, ma svolge una piccola attività lavorativa percependo un reddito bassissimo, la possibilità di percepire una prestazione economica istituita proprio per sostenere la persona disabile che è in cerca di un lavoro stabile e risulta completamente priva di reddito. Si sta infatti discutendo di un assegno di soli 287 euro al mese;

   inoltre, è stato evidenziato che il messaggio rischia non solo di essere discriminatorio, ma di avere conseguenze deleterie nei giovani con disabilità contenute nella forbice dal 74 al 99 per cento. Discriminatorio perché tratta con un unico peso ma due misure chi percepisce un reddito, a seconda della provenienza dello stesso. Ed infatti, chi ha un reddito da locazione che è al di sotto dei limiti potrà percepire il beneficio assistenziale, chi invece percepisce reddito analogo, magari da un lavoretto occasionale, non potrà più percepire l'assegno;

   ci saranno, poi, conseguenze deleterie per i giovani che spesso cercano di integrarsi nella società facendo piccoli lavoretti. In pratica, a migliaia di ragazzi verrà impedito di svolgere minimi lavoretti, precari e poco pagati, lavori che preludono magari ad un'occupazione stabile e compiutamente remunerata. Ciò consentirebbe loro di rinunciare all'assegno di invalidità e di avviare una reale integrazione. In questo mondo di incertezze si rischia che nessuno si arrischi ad abbandonare il certo, sia pure poco, per l'incerto;

   risulta che molti esponenti del Governo si siano interessati del contenuto del messaggio promettendo interessamento per la risoluzione della vicenda, ma allo stato nessun provvedimento è stato adottato nonostante l'urgenza della situazione lo richieda –:

   quali iniziative urgenti di competenza il Governo intenda adottare per tutelare questa categoria di persone fragili che hanno il diritto di essere accompagnate ad una stabile occupazione e non possono vedersi penalizzate con provvedimenti ablativi di un beneficio che è un baluardo di civiltà sociale, ancor prima che giuridica.
(4-10561)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   ASCARI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   dalla lettura di un articolo di giornale, e a seguito di diverse segnalazioni ricevute da parte di alcuni lavoratori di Italpizza, l'interrogante ha appreso che la società Italpizza nonostante abbia raddoppiato la produzione (produrrebbe quasi il doppio, ma con meno personale e tutti i lavoratori si trovano quindi in cassa integrazione per quattro giorni a settimana, con un enorme esborso da parte delle casse Inps) pare si stia comunque preparando ad effettuare dei licenziamenti di massa. Ciò verrebbe confermato dallo stesso sindacato Si Cobas che si è trovato a Modena insieme ai lavoratori per uno sciopero tenutosi venerdì 9 ottobre 2021, davanti ai cancelli dello stabilimento di Italpizza. In quell'occasione come segnala l'organizzazione sindacale, sarebbe stata illustrata «la denuncia per interposizione illecita di manodopera, sporta da oltre 50 operai contro l'azienda, e depositata presso la Procura della Repubblica»;

   a seguito dell'accordo firmato tra Cgil-Cisl-Uil e Italpizza nel 2019, e dopo mesi di scioperi ai cancelli, il Si Cobas ricorda gli annunci per cui a gennaio 2022 tutti i lavoratori in appalto sarebbero stati assunti in maniera diretta, con l'applicazione del contratto alimentare o logistica, a seconda dei reparti. «Da quel momento – racconta il sindacato – Italpizza ha investito decine di milioni di euro, non per adeguare i contratti, ma per robotizzare le linee di produzione e confezionamento, liberandosi così dei lavoratori in carne ed ossa. La velocità delle linee di farcitura è passata da 2.500 pizze a 4.700 pizze all'ora. Queste pizze vengono lavorate da 2 (due) sole lavoratrici. La settimana scorsa i tecnici hanno provato se fosse possibile aumentare ulteriormente il ritmo a 6.000 pizze all'ora, esprimendo dubbi sulla possibilità dei congelatori di reggere a questi ritmi, senza minimamente considerare se le persone potessero reggere il ritmo». In tutto questo, dettaglia il Si Cobas nel suo report, «capogiri, svenimenti e nausea per la velocità dei nastri sono all'ordine del giorno, aumentando in questo modo i già altissimi infortuni». Dunque, spiega il sindacato, «oggi Italpizza produce quasi il doppio, ma con meno personale: tutti i lavoratori si trovano quindi in cassa integrazione per quattro giorni a settimana, con un enorme esborso da parte delle casse Inps. Italpizza insomma sta sostituendo il fastidioso personale umane con le macchine, il tutto a spese dei contribuenti»;

   con lettera del 6 ottobre 2021 il sindacato Si Cobas ha scritto al Prefetto di Modena, all'azienda Italpizza e alle altre interessate dalla vicenda, per sollecitare la convocazione di un incontro urgente per discutere del piano industriale previsto da Italpizza spa per il prossimo biennio, con particolare riferimento alle condizioni contrattuali e di continuità occupazionale. Nella stessa missiva il sindacato denuncia che: a) le aziende interessate hanno aperto dal maggio 2020 la cassa integrazione per il personale, rinnovandola nuovamente fino al 31 dicembre 2021; b) Italpizza spa non soffra alcuna crisi aziendale, e che dunque non soddisfi i presupposti stabiliti dal decreto n. 148 del 2015, né i presupposti ampliati dal decreto ministeriale 15 dicembre 2020 per beneficiare della cassa integrazione guadagni ordinaria; c) alla organizzazione sindacale non è stata data alcuna risposta alle richieste di chiarimento sul destino dei circa 250 operai attualmente in appalto presso Aviva spa per l'anno 2022; d) presso il sito Italpizza i lavoratori continuano ad essere inquadrati secondo un Ccnl inadeguato e penalizzante, con stipendi lordi spesso inferiori a 1.200 euro per 173 ore di lavoro; e) infine, i ritmi di lavoro sono aumentati vertiginosamente, molto al di sopra di ogni limite di sicurezza –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza ritengano opportuno adottare (anche attraverso la convocazione di un tavolo con le parti aziendali e sindacali interessate) per addivenire al più presto ad una soluzione per discutere del piano industriale previsto da Italpizza spa per il prossimo biennio, con particolare riferimento alle condizioni contrattuali dei lavoratori, affinché venga garantita loro la continuità occupazionale;

   se si ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza per disporre una eventuale attività ispettiva, tramite gli ispettori del lavoro, al fine di verificare che vengano applicati e garantiti livelli di maggior tutela e sicurezza per il personale, in conformità con quanto previsto dalla normativa vigente e con i principi previsti dall'ordinamento giuridico in materia.
(5-06949)


   VERINI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il gruppo Vetrya spa con sede a Orvieto e quotata sul Mercato Alternativo del Capitale AIM Italia gestito da Borsa Italiana, è una multinazionale leader nel settore dei servizi digitali, dell'innovazione tecnologica, dello sviluppo di applicazioni e business model della rete internet e delle reti di telecomunicazioni broadband e ultra broadband;

   i vertici dell'azienda – in occasione dell'ultimo Consiglio di amministrazione tenutosi il 23 ottobre 2021 – hanno formalizzato la decisione di convocare l'assemblea soci per lo scioglimento e la messa in liquidazione della società con cessazione delle attività e dei rami aziendali ad eccezione delle aree e direzioni per le quali è prevista la prosecuzione delle stesse;

   in quella sede, è stata inoltre deliberata la prosecuzione delle attività finalizzate a verificare la sussistenza dei presupposti per l'accesso a procedura di concordato preventivo, nonché l'adozione «delle opportune iniziative per la riduzione del personale delle attività dismesse in ragione della rilevantissima perdita di fatturato»;

   l'azienda ha motivato la cessazione dell'attività in ragione della crisi finanziaria che sta attraversando il Gruppo che, stando all'ultima relazione finanziaria semestrale consolidata, sarebbe stata innescata da una perdita netta di circa 13 milioni di euro, con una riduzione dei ricavi, delle vendite e delle prestazioni pari a 16,73 milioni di euro nel primo semestre 2021;

   l'assemblea straordinaria dei soci è stata fissata per il giorno 10 novembre 2021 in prima convocazione e, in seconda convocazione, il giorno 11 novembre;

   la cessazione dell'attività dell'azienda espone i lavoratori, attualmente già in cassa integrazione, al rischio concreto di una procedura di licenziamento collettivo;

   a parere dell'interrogante, la prospettiva dell'imminente chiusura del sito andrebbe a determinare gravi conseguenze in termini occupazionali e sociali per la regione Umbria e, in particolare, per l'intero territorio orvietano;

   stando a quanto si apprende dalla testata giornalistica «Milano Finanza», sulla società sembrerebbe pendere un'inchiesta relativa a presunti addebiti «occulti» a carico dei clienti di WindTre per la visualizzazione di alcune pagine Internet –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e se ritenga opportuno convocare, con la massima urgenza, un tavolo di crisi, per avviare un confronto tra i vertici della società Vetrya spa, i lavoratori, le istituzioni locali e le rappresentanze sindacali, affinché si possa giungere ad una soluzione che garantisca la continuità dell'attività del sito, salvaguardando i livelli occupazionali del territorio.
(5-06951)

TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMOLDI e RIBOLLA. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   le Pro Loco d'Italia sono organizzazioni senza scopo di lucro, protagoniste indiscusse delle attività di promozione turistica nazionale, volte alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico, turistico e culturale;

   queste associazioni rappresentano importanti presidi locali dediti alla promozione e allo sviluppo del territorio, essenziali per il mantenimento dello spirito di comunità, e fonte di introiti e attrattività locale, legate alla tutela del patrimonio storico, artistico e culturale;

   le Pro Loco svolgono un ruolo fondamentale nel valorizzare le eccellenze locali e saperle presentare agli occhi di chi osserva, al fine di rendere estremamente positivo il concetto di sostenibilità turistica;

   queste associazioni territoriali operano grazie al costante impegno dei volontari e portano avanti le loro attività nonostante le poche risorse loro destinate;

   il periodo pandemico ha duramente colpito le Pro Loco causando rilevanti disagi e danni economici, che attualmente persistono e mettono a dura prova la capacità delle stesse di continuare l'esercizio delle proprie attività culturali e di promozione turistica –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, abbia predisposto o intenda predisporre iniziative di supporto e tutela alle Pro Loco finalizzate alla risoluzione delle problematiche di cui in premessa.
(4-10562)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Panizzut e altri n. 4-10549, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 ottobre 2021, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stefani.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interpellanza Colaninno n. 2-01306 del 9 agosto 2021.